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La teoria austriaca del ciclo: Friedrich A. von Hayek* Unità 15 * Basato su G. Pavanelli, Valore, distribuzione, moneta, Angeli, Milano 2001, cap. 15

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Page 1: La teoria austriaca del ciclo: Friedrich A. von Hayek* Unità 15 * Basato su G. Pavanelli, Valore, distribuzione, moneta, Angeli, Milano 2001, cap. 15

La teoria austriaca del ciclo:Friedrich A. von Hayek*

Unità 15

* Basato su G. Pavanelli, Valore, distribuzione, moneta, Angeli, Milano 2001, cap. 15

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1899. Nasce a Vienna da famiglia cattolica di solide tradizioni culturali.

È lontano cugino di Ludwig Wittengstein.

Dopo la guerra frequenta l’università e si laurea in diritto (1921) e scienze politiche (1923).

All’origine simpatizzante socialista, cambia la propria visione politica frequentando il Privatseminar di Ludwig von Mises e le lezioni di Friedrich von Wieser.

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Nel 1923-24 effettua un soggiorno di studio presso la New York University dove è assistente del prof. Jeremiah Jenks

Tornato a Vienna fonda l’Österreichisches Institut für Konjunkturforschung, che dirige.

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Nel febbraio 1931 viene invitato da Lionel Robbins a tenere un corso di lezioni presso la London School of Economics.

Da esso scaturisce Prices and Production (1931).

Viene nominato nello stesso anno docente presso la LSE

Per protesta contro l’Anschluss, nel 1838 diventa cittadino britannico.

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Nel 1959 lascia la LSE per l’University of Chicago, dove però non fa parte del Department of Economics ma del Committee on Social Thought. I suoi interessi volgono verso la filosofia politica e la psicologia.

Frequenta tuttavia Aaron Director e Milton Friedman

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Dal 1962 al suo pensionamento nel 1968 insegna all’Università di Freiburg, in Svizzera

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Nel 1974 ottiene il premio Nobel per l’economia

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Muore a Friburgo nel 1992, dopo la caduta del muro di Berlino

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Il processo cumulativo: Wicksell e Mises

Una delle premesse della teoria austriaca del ciclo è il “processo cumulativo” studiato dall’economista svedese Knut Wicksell (1851-1926) in

Geldzins und Güterpreise, 1898[Interesse monetario e prezzi dei beni]

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Secondo Wicksell la teoria quantitativa della moneta è sostanzialmente corretta ma è necessario comprendere meglio il “meccanismo di trasmissione” dalle variazioni della base monetaria alle variazioni dei prezzi.

Un primo meccanismo è quello diretto: una maggiore offerta di moneta si traduce in aumento delle scorte liquide detenute dagli agenti, stimolando la loro domanda di beni e servizi.

Tuttavia nelle economie moderne gli aumenti di base monetaria si traducono in primis in incremento delle riserve detenute dalle banche e solo in minima parte vanno ad accrescere le scorte liquide dei consumatori. Come è influenzato allora il prezzo dei beni?

“meccanismo indiretto”

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Fondamentale per Wicksell è la distinzione tra tasso di interesse naturale e tasso di interesse monetario.

Tasso di interesse naturale: risulta dalla domanda e offerta di beni capitali nel caso siano contrattati in termini reali.

Tasso di interesse monetario: è quello richiesto dalle banche sui finanziamenti.

Se il tasso d’interesse monetario risulta più basso di quello reale gli imprenditori sono incentivati a prendere a prestito per investire.

Se c’è piena occupazione, l’unico modo di compiere investimenti è sottraendo fattori produttivi ad altri impieghi tensioni inflazionistiche.

Finché c’è discrepanza tra I due tassi il processo continua.

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In un regime monetario a base metallica un aumento delle riserve auree può indurre le banche a ribassare i tassi di interesse scatenando così il processo inflazionistico.

Ma di solito le banche sono riluttanti ad abbandonare le proprie consuetudini riguardo ai tassi monetari.

L’inflazione può tuttavia scaturire anche dal fatto che le continue innovazioni incrementano il tasso di interesse reale. Se quello monetario resta stabile, la discrepanza tra i due induce gli imprenditori a domandare finanziamenti.

In un regime di gold standard tuttavia le banche non possono tollerare una continua inflazione perché provoca fuoriuscita di riserve auree rialzo dei tassi

Il processo cumulativo può tuttavia continuare all’infinito in un’economia di “puro credito”, basata cioè solo su moneta fiduciaria

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Ludwig von Mises(1881-1978)

Teoria della moneta e dei mezzi di circolazione1912

Si propone di inserire l’analisi dei fenomeni monetari in un contesto rigorosamente soggettivista

Riducendo il tasso d’interesse sui prestiti le banche possono aumentare indefinitamente la domanda di crediti da parte del pubblico

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Richiamandosi al modello del “puro credito” di Wicksell, Mises ipotizza un’economia chiusa caratterizzata da moneta fiduciaria emessa da un unico grande istituto di credito, che gode della fiducia del pubblico.

Il tasso di interesse monetario può allora essere tranquillamente ridotto al di sotto del tasso d’interesse naturale (unico limite inferiore gli esigui costi di produzione della banca) domanda di credito crescita dei prezzi.

Riprendendo la teoria del capitale di Böhm-Bawerk, il tasso di interesse naturale è il tasso oltre il quale non è più possibile “allungare” il periodo di produzione perché si incorre in incrementi di prodotto inferiori

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Ricordiamo la “legge” di Böhm-Bawerk: quanto maggiore è il periodo medio di produzione, tanto maggiore è il prodotto totale ottenibile; i tassi di accrescimento del prodotto sono tuttavia via via minori.

[Metodi caratterizzati da periodi di produzione più lunghi sono più capital intensive.]

Prod.Tot.

tempo0 t1 t2 t3

Q1

Q2

Q3 Il prodotto totale cresce;Il prodotto medio decresce (pendenza delle semirette partenti dall’origine)

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Il ribasso del tasso di interesse monetario induce gli imprenditori ad allungare artificiosamente il periodo di produzione.

Aumentano le risorse destinate alla produzione di beni intermedi e diminuiscono quelle destinate ai beni finali aumento dei prezzi dei beni di consumo.

Per Mises il processo finiva con la perdita di fiducia nel mezzo monetario e col crollo del sistema.

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Hayek, Prices and production (1931)Propone una teoria endogena del ciclo economico basata sull’EEG e sul tentativo di spiegare perché il meccanismo di aggiustamento basato sui prezzi non funziona dando luogo a fluttuazioni.

La causa principale è individuata nelle variabili monetarie e nel loro influsso sull’economia reale.

Hayek riprende e completa l’approccio di Wicksell e Mises e contribuisce a diffonderlo in ambiente anglo-americano: le grandezze monetarie influenzano il livello dei prezzi in quanto inducono negli agenti individuali scelte che alterano la struttura produttiva.

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Riprendendo la teoria di Böhm-Bawerk, Hayek sostiene che in piena occupazione l’unico modo di determinare un mutamento permanente della struttura produttiva in senso capital intensive (allungamento del periodo medio di produzione) è attraverso il risparmio volontario degli individui = scelta di dirottare risorse dalla produzione di beni finali alla produzione di beni capitali.

Se la crescita degli investimenti è finanziata con l’espansione del credito bancario inflazione gli agenti devono rivedere verso il basso i loro piani di consumo le risorse vengono dirottate verso la produzione di beni capitali attraverso un risparmio forzato.

La propensione al consumo rimane però invariata e i salari nominali crescono aumentando le scorte liquide dei lavoratori aumento relativo dei prezzi dei beni di consumo rispetto a quelli di investimento premesse per una inversione del ciclo: crisi di sovrapproduzione di beni intermedi.

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Nuove iniezioni di liquidità da parte delle banche potevano ritardare questa tendenza ma non annullarla.

In un regime monetario misto, il raggiungimento di un coefficiente minimo di riserva obbliga le banche ad arrestare l’espansione creditizia.

Nel frattempo continuano a funzionare i meccanismi riequilibratori basati sull’inflazione settoriale.

CRISI (salutare)

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Ricetta di politica monetaria:

- Wicksell: mantenere la stabilità dei prezzi manovrando il tasso di interesse monetario in modo da farlo coincidere col tasso d’interesse reale.

- Hayek: mantenere la moneta neutrale limitandosi a erogare prestiti in misura pari alla raccolta questo significa non creare inflazione e accettare la deflazione quando la produzione cresce per effetto di miglioramenti di produttività.

- Favorevole a mantenere il gold standard.

- In Monetary Theory and the Trade Cycle (1929) dice chiaramente che la moneta non deve essere utilizzata in funzione anticiclica perché in caso di crescita della produttività determina fenomeni di maladjustment della struttura produttiva che sfociano in una crisi

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Il calcolo economico nelle economie socialiste

Pareto e Barone, riprendendo le equazioni dell’EEG walrasiano, sostengono che in linea teorica il calcolo dei prezzi di equilibrio può essere condotto anche in un’economia pianificata purché siano noti i dati (risorse, tecnologie, gusti): ma lo fanno per sottolineare la difficoltà dell’operazione!

Mises e Hayek. Occorrono mercati funzionanti per l’impossibilità di conoscere un’infinità di dati individuali e la loro mutevolezza.

“Economics and knowledge”, 1937: critica della rappresentazione walrasiana. Ogni individuo ha conoscenze specifiche. Solo il mercato e il decentramento li mette a disposizione della società: catallaxy. Lo Stato non può sostituire gli individui.

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Hayek nel dopoguerra

Spostamento verso epistemologia, filosofia politica e psicologia

EPISTEMOLOGIA

- “Scientism and the Study of Society”, Economica, 1942 + The Counter-Revolution of Science, 1952: critica del razionalismo naturalistico nelle scienze sociali che porta verso il costruttivismo .

individualismo metodologico

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FILOSOFIA POLITICA

The Road to Serfdom, 1944 + The Constitution of Liberty, 1960 + Law, Legislation and Liberty, 1972-76:

- critica al totalitarismo, “vero” individualismo vs. costruttivismo;

- cosmos vs. taxis: ordine sociale inintenzionale, mercato come processo dinamico e decentrato di scoperta guidato dai prezzi

- ruolo “negativo” dello Stato, che deve limitarsi a mantenere lo stato di diritto (rule of law)

- centralità della proprietà privata per la nascita della civiltà

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PSICOLOGIA

The Sensory Order, 1952: come fa il cervello umano ad adattarsi a questo ordine spontaneo. Propone, indipendentemente da Donald Hebb, l’ipotesi “connessionista” che è ancor oggi alla base della teoria delle reti neurali in neuropsicologia.