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LA PROGRAMMAZIONE
NEGLI ENTI LOCALI
DOPO IL D. LGS.
N.118/2011
Dott. Claudio Geniale
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IL DOCUMENTO UNICO di
PROGRAMMAZIONE
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La programmazione
La programmazione è il processo di analisi e
valutazione che consente di organizzare, in una
dimensione temporale predefinita, le attività e le
risorse necessarie per la realizzazione di fini sociali
e la promozione dello sviluppo economico e civile
delle comunità di riferimento.
Il processo di programmazione, si svolge nel rispetto
delle compatibilità economico-finanziarie e tenendo
conto:
•della possibile evoluzione della gestione dell’ente,
•richiede il coinvolgimento dei portatori di interesse
nelle forme e secondo le modalità definite da ogni ente,
•si conclude con la formalizzazione delle decisioni
politiche e gestionali che danno contenuto a
programmi e piani futuri riferibili alle missioni dell’ente.
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I documenti nei quali si formalizza il processo di
programmazione devono essere predisposti in modo
tale da consentire ai portatori di interesse di:
•conoscere, relativamente a missioni e programmi di
bilancio, i risultati che l’ente si propone di conseguire,
•valutare il grado di effettivo conseguimento dei risultati
al momento della rendicontazione.
L’attendibilità, la congruità e la coerenza, interna ed
esterna, dei documenti di programmazione è prova
della affidabilità e credibilità dell’ente. Nel rispetto del
principio di comprensibilità, i documenti della
programmazione esplicitano con chiarezza, il
collegamento tra:
a) il quadro complessivo dei contenuti della
programmazione;
b) i portatori di interesse di riferimento;
c) le risorse finanziarie, umane e strumentali
disponibili;
d) le correlate responsabilità di indirizzo, gestione e
controllo.
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I contenuti della programmazione, devono essere
declinati in coerenza con:
a) il programma di governo, che definisce le finalità e
gli obiettivi di gestione perseguiti dall’ente anche
attraverso il sistema di enti strumentali e società
controllate e partecipate (il cd gruppo
amministrazioni pubblica);
b) gli indirizzi di finanza pubblica definiti in ambito
comunitario e nazionale.
Le finalità e gli obiettivi di gestione devono essere
misurabili e monitorabili.
I risultati riferiti alle finalità sono rilevabili nel medio
periodo e sono espressi in termini di impatto atteso
sui bisogni esterni quale effetto dell’attuazione di
politiche, programmi ed eventuali progetti.
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I risultati riferiti agli obiettivi di gestione, nei quali si
declinano le politiche, i programmi e gli eventuali progetti
dell’ente, sono rilevabili nel breve termine e possono
essere espressi in termini di:
a) efficacia, intesa quale grado di conseguimento
degli obiettivi di gestione. Per gli enti locali i
risultati in termini di efficacia possono essere letti
secondo profili di qualità, di equità dei servizi e di
soddisfazione dell’utenza.
b) efficienza, intesa quale rapporto tra risorse
utilizzate e quantità di servizi prodotti o attività
svolta.
Per assicurare che la programmazione svolga appieno
le proprie funzioni (politico–amministrativa, economico-
finanziaria ed informativa,) occorre dare rilievo alla
chiarezza e alla precisione delle finalità e degli
obiettivi di gestione, alle risorse necessarie per il loro
conseguimento e alla loro sostenibilità economico-
finanziaria, sociale ed ambientale.
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Il ciclo di programmazione
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP)
Il DUP è lo strumento che permette l’attività di guida
strategica ed operativa degli enti locali e consente di
fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le
discontinuità ambientali e organizzative.
Il DUP costituisce, nel rispetto del principio del
coordinamento e coerenza dei documenti di bilancio, il
presupposto necessario di tutti gli altri documenti di
programmazione.
Il DUP si compone di due sezioni: la Sezione
Strategica (SeS) e la Sezione Operativa (SeO).
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): il modello di programmazione
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeS
La SeS sviluppa e concretizza le linee programmatiche di
mandato di cui all’art. 46 comma 3 del decreto legislativo 18
agosto 2000, n. 267 e individua, in coerenza con il quadro
normativo di riferimento, gli indirizzi strategici dell’ente.
Il quadro strategico di riferimento è definito in coerenza con le
linee di indirizzo della programmazione Regionale tenendo
conto del concorso al perseguimento degli obiettivi di
finanza pubblica definiti in ambito nazionale in coerenza
con le procedure
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeS e le condizioni esterne
1) Obiettivi individuati dal Governo sulla base degli
indirizzi e delle scelte contenute nei documenti di
programmazione comunitari e nazionali (patto di
stabilità interno, spending review, sblocco dei
pagamenti, ecc.)
2) Valutazione della situazione socio-economica
attuale e futura del territorio e della domanda dei
servizi pubblici locali
3) Parametri economici essenziali utilizzati per
l’elaborazione dei flussi finanziari ed economici,
avendo cura di segnalare le differenze rispetto ai
parametri contenuti nel DEF
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeS e le condizioni interne 1) Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali.
Contiene gli indirizzi generali per gli organismi ed enti strumentali e società
controllate e partecipate e gli obiettivi di servizio
2) Indirizzi generali su risorse ed impieghi
a) investimenti e realizzazione di OO.PP.: fabbisogno in termini di
spesa e riflessi sulla spesa corrente
b) investimenti in corso di realizzazione e non ancora conclusi
c) tributi e tariffe dei servizi pubblici
d) spesa corrente, con riferimento alla gestione delle funzioni
fondamentali e alla qualità dei servizi resi
e) necessità finanziarie e strutturali per l’espletamento dei
programmi compresi nelle varie missioni
f) gestione del patrimonio
g) reperimento ed impiego di risorse straordinarie ed in conto
capitale
h) indebitamento (sostenibilità ed andamento tendenziale)
i) equilibri di bilancio (generali, corrente e di cassa)
3) Risorse umane: analisi della disponibilità e della gestione, con
riferimento alla struttura organizzativa e alla sua evoluzione nel
tempo, anche in termini di spesa
4) Coerenza e compatibilità presente e futura con il patto di stabilità
interno e con i vincoli di finanza pubblica.
Per i comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti l’analisi
strategica interna del DUP può limitarsi ai soli punti 2) e 3).
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L’albero della performance E’ una mappa logica che rappresenta, anche graficamente, i
legami tra mandato istituzionale, linee strategiche (a cui
sono associati, laddove sia possibile la loro identificazione, gli
outcome attesi), azioni strategiche e piani operativi (che
individuano obiettivi operativi, azioni e risorse).
Essa deve fornire una rappresentazione articolata, completa,
sintetica ed integrata della perfomance dell’amministrazione.
Definire le linee strategiche secondo il criterio
dell’outcome deve rendere immediatamente intellegibile agli
stakeholder la finalizzazione delle attività dell’amministrazione
rispetto ai loro bisogni e aspettative.
Fra le azioni strategiche sono in ogni caso da considerare
la dimensione dell’efficienza ed efficacia complessiva
dell’attività istituzionale ordinaria, ossia di quella parte di
attività che ha carattere permanente, ricorrente o continuativo,
pur non avendo necessariamente un legame diretto con le
priorità politiche, ovvero quei processi di lavoro che hanno
come finalità il funzionamento dell’organizzazione.
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La qualità degli indicatori
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La SeS e la descrizione della missione e
degli obiettivi strategici
DUP - DESCRIZIONE DELLA MISSIONE E DEI RELATIVI OBIETTIVI STRATEGICI
MISSIONE
AMBITO/LINEA STRATEGICA
Finalità da conseguire
OBIETTIVO STRATEGICO
Motivazione delle scelte
RESPONSABILE POLITICO
Stakeholders interessati
CONTRIBUTO DEL GRUPPO
AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
INDICATORI di IMPATTO
ORIZZONTE TEMPORALE
MODALITA’ di RENDICONTAZIONE
DEI RISULTATI
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeO
La SeO contiene la programmazione operativa dell’ente
avendo a riferimento un arco temporale sia annuale che
pluriennale.
Il contenuto della SeO, predisposto in base alle previsioni ed
agli obiettivi fissati nella SeS, costituisce giuda e vincolo ai
processi di redazione dei documenti contabili di previsione
dell’ente.
La SeO supporta il processo di previsione per la
predisposizione della manovra di bilancio.
La SeO individua, per ogni singola missione, i programmi
che l’ente intende realizzare per conseguire gli obiettivi
strategici definiti nella SeS.
Per ogni programma, e per tutto il periodo di riferimento del
DUP, sono individuati gli obiettivi operativi annuali da
raggiungere.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeO e il modello
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeO e gli scopi
La SeO ha i seguenti scopi:
1) definire, con riferimento all’ente e al gruppo
amministrazione pubblica, gli obiettivi dei programmi
all’interno delle singole missioni. Con specifico
riferimento all’ente devono essere indicati anche i
fabbisogni di spesa e le relative modalità di finanziamento;
1) costituire il presupposto dell’attività di controllo
strategico e dei risultati conseguiti dall’ente, con
particolare riferimento allo stato di attuazione dei
programmi nell’ambito delle missioni e alla relazione al
rendiconto di gestione.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeO – Parte 1^
Nella Parte 1 della SeO del DUP sono individuati, per ogni
singola missione e coerentemente agli indirizzi strategici
contenuti nella SeS, i programmi operativi che l’ente intende
realizzare nell'arco pluriennale di riferimento della SeO del
DUP.
In ogni caso il programma è il cardine della programmazione.
Per ogni programma devono essere definite le finalità e gli
obiettivi annuali e pluriennali.
Gli obiettivi individuati per ogni programma rappresentano la
declinazione annuale e pluriennale degli obiettivi strategici
contenuti nella SeS e costituiscono indirizzo vincolante per i
successivi atti di programmazione.
Gli obiettivi dei programmi devono essere:
a) controllati annualmente;
b) analiticamente definiti.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeO – le condizioni operative
1. le risorse umane, finanziarie e strumentali
2. i bisogni per ciascun programma all’interno delle missioni,
con particolare riguardo per i servizi fondamentali
3. gli obiettivi del patto di stabilità interno e le relative
disposizioni per gli enti strumentali e le società partecipate
4. la valutazione generale dei mezzi finanziari e l’individuazione
delle fonti di finanziamento, con l’evidenziazione del trend
storico e dei relativi vincoli
5. gli indirizzi in materia di tributi e tariffe dei servizi
6. gli indirizzi sul ricorso generale all’indebitamento
7. l’analisi degli impegni pluriennali di spesa già assunti
8. la descrizione ed analisi della situazione economico-
finanziaria degli organismi che costituiscono il gruppo
amministrazione pubblica e gli effetti sugli equilibri di bilancio
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeO e il rapporto con la SeS
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La SeO e la descrizione dei programmi e
degli obiettivi operativi
DUP - DESCRIZIONE DEI PROGRAMMI E DEI RELATIVI OBIETTIVI OPERATIVI
MISSIONE
LINEA STRATEGICA
OBIETTIVO STRATEGICO
PROGRAMMA
Finalità da conseguire
Motivazione delle scelte
OBIETTIVO OPERATIVO
Stakeholders interessati
RESPONSABILE GESTIONALE
INDICATORI di PERFORMANCE
ORIZZONTE TEMPORALE
MODALITA’ di RENDICONTAZIONE DEI
RISULTATI
RISORSE UMANE
RISORSE FINANZIARIE
RISORSE STRUMENTALI
Spese indotte a carico degli esercizi futuri
connesse alla realizzazione di investimenti
Analisi e valutazione impegni pluriennali di
spesa già assunti
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeO, il rapporto con la SeS e il PEG
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP): la SeO – Parte 2^
La Parte 2 della SeO comprende la programmazione in
materia di lavori pubblici, personale e patrimonio.
Nel DUP dovranno essere inseriti TUTTI quegli ulteriori
strumenti di programmazione relativi all’attività istituzionale
dell’ente di cui il legislatore prevederà la redazione ed
approvazione.
Si fa riferimento ad esempio:
a) alla possibilità di redigere piani triennali di razionalizzazione e
riqualificazione della spesa di cui all’art. 16, comma 4, del
D.L. 98/2011 – L. 111/2011;
b) alla possibilità di redigere progetti finalizzati alla
razionalizzazione e riorganizzazione delle attività ovvero per il
conseguimento di specifici obiettivi di produttività e di qualità,
ai sensi dell’art.15, comma 2 del CCNL 1.4.1999;
c) alla possibilità di redigere progetti finalizzati alla attivazione di
nuovi servizi o di riorganizzazione di quelli esistenti finalizzati
ad un accrescimento di quelli esistenti, ai sensi dell’art.15,
comma 5 del CCNL 1.4.1999 e dell’art.26, comma 3 del
CCNL 23.12.1999.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP) e i principi generali
1. Principio dell'annualita'
2. Principio dell'unita'
3. Principio dell'universalita'
4. Principio dell'integrita'
5. Principio della veridicita', attendibilita', correttezza, e
comprensibilita'
6. Principio della significativita' e rilevanza
7. Principio della flessibilita'
8. Principio della congruita'
9. Principio della prudenza
10. Principio della coerenza
11. Principio della continuita' e della costanza
12. Principio della comparabilita' e della verificabilita'
13. Principio della neutralita'
14. Principio della pubblicita'
15. Principio dell'equilibrio di bilancio
16. Principio della competenza finanziaria
17. Principio della competenza economica
18. Principio della prevalenza della sostanza sulla forma
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP) e il principio dell’annualità
I documenti del sistema di bilancio, sia di previsione sia
di rendicontazione, sono predisposti con cadenza annuale
e si riferiscono. ad un periodo di gestione che coincide
con l'anno solare. Nella predisposizione dei documenti annuali
di bilancio, le previsioni per l'esercizio di riferimento sono
elaborate sulla base di una programmazione di medio
periodo, con un orizzonte temporale almeno triennale
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP) e il principio dell’universalità
Il sistema di bilancio ricomprende tutte le finalita' e gli
obiettivi di gestione, nonche' i relativi valori finanziari,
economici e patrimoniali riconducibili alla singola
amministrazione pubblica, al fine di fornire una
rappresentazione veritiera e corretta della complessa
attivita' amministrativa svolta nell'esercizio e degli
andamenti dell'amministrazione, anche nell'ottica degli
equilibri economico - finanziari del sistema di bilancio.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP) e il principio della veridicità,
attendibilità, correttezza e comprensibilità
L'articolazione del sistema di bilancio deve essere tale da
facilitarne - tra l'altro - la comprensione e permetterne la
consultazione rendendo evidenti le informazioni previsionali,
gestionali e di rendicontazione in esso contenute. Il sistema di
bilancio deve essere corredato da una informativa supplementare
che faciliti la comprensione e l'intelligibilita' dei documenti.
Una qualita' essenziale delle informazioni contenute nel sistema di
bilancio e' che esse siano prontamente comprensibili dagli
utilizzatori e che abbiano la capacita' di garantire sinteticita' ed al
tempo stesso analiticita' delle conoscenze. A tale scopo, si
assume che gli utilizzatori possano con la normale diligenza
esaminare i dati contabili dei bilanci ed abbiano una ragionevole
conoscenza dell'attivita' svolta dall'amministrazione pubblica
considerata e dei sistemi contabili adottati, al fine di ottenere, dagli
elementi quantitativi e qualitativi disponibili, chiare e trasparenti
informazioni.
I documenti contabili che non rispettano il principio della
veridicita' e tutti gli altri principi allo stesso collegati, non possono
acquisire il parere favorevole da parte degli organi preposti al
controllo e alla revisione contabile.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP) e il principio della significatività e
rilevanza
Per essere utile, un'informazione deve essere significativa
per le esigenze informative connesse al processo
decisionale degli utilizzatori. L'informazione e'
qualitativamente significativa quando e' in grado di
influenzare le decisioni degli utilizzatori aiutandoli a
valutare gli eventi passati, presenti o futuri, oppure
confermando o correggendo valutazioni da loro effettuate
precedentemente.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP) e il principio della flessibilità
Nel sistema del bilancio di previsione i documenti non
debbono essere interpretati come immodificabili, perche'
questo comporterebbe una rigidita' nella gestione che puo'
rivelarsi controproducente.
Il principio di flessibilita' e' volto a trovare all'interno dei
documenti contabili di programmazione e previsione di
bilancio la possibilita' di fronteggiare gli effetti derivanti
dalle circostanze imprevedibili e straordinarie che si
possono manifestare durante la gestione, modificando i valori
a suo tempo approvati dagli organi di governo.
Il principio di flessibilita' si applica non solo ai valori
finanziari contenuti nel bilancio di previsione su cui transita la
funzione autorizzatoria, ma anche ai documenti di
programmazione sui quali si fonda la gestione ed il
relativo controllo interno.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP) e il principio della congruità
La congruita' consiste nella verifica dell'adeguatezza dei
mezzi disponibili rispetto ai fini stabiliti. Il principio si
collega a quello della coerenza, rafforzandone i contenuti
di carattere finanziario, economico e patrimoniale, anche
nel rispetto degli equilibri di bilancio.
La congruita' delle entrate e delle spese deve essere
valutata in relazione agli obiettivi programmati, agli
andamenti storici ed al riflesso nel periodo degli impegni
pluriennali che sono coerentemente rappresentati nel sistema
di bilancio nelle fasi di previsione e programmazione, di
gestione e rendicontazione.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP) e il principio della coerenza
Occorre assicurare un nesso logico e conseguente fra la
programmazione, la previsione, gli atti di gestione e la
rendicontazione generale. La coerenza implica che queste
stesse funzioni ed i documenti contabili e non, ad esse collegati,
siano strumentali al perseguimento dei medesimi obiettivi. Il nesso
logico infatti deve collegare tutti gli atti contabili preventivi,
gestionali e consuntivi, siano essi di carattere strettamente
finanziario, o anche economico e patrimoniale, siano essi descrittivi e
quantitativi, di indirizzo politico ed amministrativo, di breve o di lungo
termine.
La coerenza interna implica:
- in sede preventiva, che gli strumenti di programmazione
pluriennale e annuale siano conseguenti alla pianificazione
dell'ente;
- in sede di gestione, che le decisioni e gli atti non siano in
contrasto con gli indirizzi e gli obiettivi indicati negli strumenti di
programmazione pluriennale e annuale e non pregiudichino gli
equilibri finanziari ed economici;
- in sede di rendicontazione, che sia dimostrato e motivato lo
scostamento fra risultati ottenuti e quelli attesi.
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La coerenza esterna comporta una connessione fra il processo
di programmazione, previsione, gestione e rendicontazione
dell'amministrazione pubblica, le direttive e le scelte strategiche di
altri livelli di governo del sistema pubblico anche secondo i
principi di coordinamento della finanza pubblica.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP) e il principio della neutralità o
imparzialità
La redazione dei documenti contabili deve fondarsi su
principi contabili indipendenti ed imparziali verso tutti i
destinatari, senza servire o favorire gli interessi o le esigenze
di particolari gruppi. La neutralita' o imparzialita' deve
essere presente in tutto il procedimento formativo del
sistema di bilancio, sia di programmazione e previsione, sia
di gestione e di rendicontazione, soprattutto per quanto
concerne gli elementi soggettivi.
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Il Documento Unico di programmazione
(DUP) e il principio della pubblicità
Il rispetto del principio della pubblicita' presuppone un ruolo
attivo dell'amministrazione pubblica nel contesto della
comunita' amministrata, garantendo trasparenza e
divulgazione alle scelte di programmazione contenute
nei documenti previsionali ed ai risultati della gestione
descritti in modo veritiero e corretto nei documenti di
rendicontazione; cio' e' fondamentale per la fruibilita' delle
informazioni finanziarie, economiche e patrimoniali del
sistema di bilancio.
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IL PIANO ESECUTIVO DI
GESTIONE
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Il Piano Esecutivo di Gestione: finalità
Il piano esecutivo di gestione (PEG) è il documento che
permette di declinare in maggior dettaglio la
programmazione operativa contenuta nell’apposita Sezione
del Documento Unico di Programmazione (DUP).
E’ la risultante di un processo iterativo e partecipato che
coinvolge la Giunta e la dirigenza dell’ente.
Il PEG rappresenta lo strumento attraverso il quale si guida la
relazione tra organo esecutivo e responsabili dei servizi.
Tale relazione è finalizzata alla definizione degli obiettivi di
gestione, alla assegnazione delle risorse necessarie al
loro raggiungimento e alla successiva valutazione.
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Il Piano Esecutivo di Gestione:
caratteristiche
Il piano esecutivo di gestione:
a) è redatto per competenza e per cassa con riferimento al
primo esercizio considerato nel bilancio di previsione;
b) è redatto per competenza con riferimento a tutti gli esercizi
considerati nel bilancio di previsione successivi al primo;
c) ha natura previsionale e finanziaria;
d) ha contenuto programmatico e contabile;
e) può contenere dati di natura extracontabile;
f) ha carattere autorizzatorio, poiché definisce le linee guida
espresse dagli amministratori rispetto all’attività di gestione dei
responsabili dei servizi e poiché le previsioni finanziarie in
esso contenute costituiscono limite agli impegni di spesa
assunti dai responsabili dei servizi;
g) ha un’estensione temporale pari a quella del bilancio di
previsione;
h) ha rilevanza organizzativa, in quanto distingue le
responsabilità di indirizzo, gestione e controllo ad esso
connesse.
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Il Piano Esecutivo di Gestione: contenuti
Il piano dettagliato degli obiettivi di cui all'articolo 108, comma
1, del TUEL e il piano della performance di cui all'articolo 10
del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, sono unificati
organicamente nel piano esecutivo di gestione.
Il PEG facilita la valutazione della fattibilità tecnica degli
obiettivi definiti a livello politico orientando e guidando la
gestione, grazie alla definizione degli indirizzi da parte
dell’organo esecutivo, e responsabilizza sull’utilizzo delle risorse
e sul raggiungimento dei risultati.
Inoltre costituisce un presupposto del controllo di gestione
e un elemento portante dei sistemi di valutazione.
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Il PEG assicura un collegamento con:
a) la struttura organizzativa dell’ente, tramite l’individuazione
dei responsabili della realizzazione degli obiettivi di gestione
b) gli obiettivi di gestione, attraverso la definizione degli stessi
e degli indicatori per il monitoraggio del loro raggiungimento;
c) le entrate e le uscite del bilancio attraverso l’articolazione
delle stesse al quarto livello del piano finanziario;
d) le dotazioni di risorse umane e strumentali, mediante
l’assegnazione del personale e delle risorse strumentali.
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Nel PEG devono essere specificatamente individuati gli
obiettivi esecutivi dei quali occorre dare rappresentazione
in termini di processo e in termini di risultati attesi al fine di
permettere:
a) la puntuale programmazione operativa;
b) l’efficace governo delle attività gestionali e dei relativi tempi di
esecuzione;
c) la chiara responsabilizzazione per i risultati effettivamente
conseguiti.
Le risorse finanziarie assegnate per ogni programma definito nel
SeO del DUP sono destinate, insieme a quelle umane e
materiali, ai singoli dirigenti per la realizzazione degli specifici
obiettivi di ciascun programma.
Nel PEG le risorse finanziarie devono essere destinate agli
specifici obiettivi facendo riferimento al quarto livello di
classificazione del piano dei conti finanziario.
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Le attività devono necessariamente essere poste in termini
di obiettivo e contenere una precisa ed esplicita indicazione
circa il risultato da raggiungere.
La struttura del PEG deve essere predisposta in modo tale
da rappresentare la struttura organizzativa dell’ente per
centri di responsabilità individuando per ogni obiettivo o
insieme di obiettivi appartenenti allo stesso programma un
unico dirigente responsabile.
Gli obiettivi gestionali, per essere definiti, necessitano di un
idoneo strumento di misurazione individuabile negli
indicatori.
Il PEG contribuisce alla veridicità e attendibilità della parte
previsionale del sistema di bilancio, poiché ne chiarisce e
dettaglia i contenuti programmatici e contabili.
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Il Piano Esecutivo di Gestione: approvazione
Il direttore generale ed il segretario comunale nelle ipotesi di
cui all’articolo 108, comma 4, del testo unico degli enti locali,
avvalendosi della collaborazione dei dirigenti e dei
responsabili dei servizi, propongono all’organo esecutivo il
PEG per la sua definizione ed approvazione.
Il PEG deve essere approvato dalla Giunta contestualmente
all’approvazione del bilancio di previsione. Per
contestualmente si intende la prima seduta di giunta
successiva all’approvazione del bilancio da parte del
Consiglio.
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Il Piano Esecutivo di Gestione:
obbligatorietà
Il PEG è uno strumento obbligatorio per le Province e per i
Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti.
Per i restanti Comuni è facoltativo ma se ne auspica
l’adozione anche in forma semplificata.
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IL PIANO DEGLI
INDICATORI
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E’ lo strumento per il monitoraggio degli obiettivi e dei
risultati di bilancio ed integra i documenti di programmazione.
Gli enti locali allegano il piano degli indicatori al bilancio di
previsione, mentre le regioni lo trasmettono al Consiglio.
Il piano è divulgato attraverso pubblicazione sul sito
internet istituzionale dell’amministrazione stessa nella
sezione “Trasparenza, valutazione e merito”, accessibile dalla
pagina principale (home page).
In riferimento a ciascun programma il piano degli indicatori attesi
indica gli obiettivi che l’ente si propone di realizzare per il
triennio della programmazione finanziaria, individuati secondo la
medesima definizione tecnica, unità di misura di riferimento e
formula di calcolo per tutti gli enti.
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Alla fine di ciascun esercizio finanziario al bilancio
consuntivo è allegato il Piano dei risultati.
L’analisi dei risultati conseguiti e le motivazioni degli
scostamenti è svolta nella relazione sulla gestione allegata
al rendiconto per gli enti locali e in un’apposita relazione
allegata al piano dei risultati da parte delle regioni..
Annualmente il Piano è aggiornato tramite la specificazione di
nuovi obiettivi e indicatori e per scorrimento, in relazione agli
obiettivi già raggiunti o oggetto di ripianificazione.
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RIEPILOGHIAMO…
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Riepiloghiamo...
La pianificazione consiste nell’identificare:
1.lo scopo generale di un’azione (perché?). Aiuta a
sviluppare la convinzione e l’impegno per la realizzazione
dell’azione;
2.le attività da svolgere (ciò che deve accadere e quando).
Spiegano le modalità di realizzazione degli obiettivi; deve
essere incentrata sulla partecipazione, sulla innovazione e
sulla creatività;
3.la loro successione ovvero organizzare le attività secondo
una corretta successione;
4.le risorse necessarie per portarle a compimento (con quali
mezzi?). L’esame delle risorse comprende le persone, gli
spazi, le attrezzature, i rifornimenti, il tempo e le risorse
finanziarie.
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Riepiloghiamo… la metodologia del
«tabellone»
1. Aiuta a visualizzare le parti del piano;
2. Facilità il brainstorming;
3. Aiuta a fissare l’attenzione sull’argomento in discussione;
4. Aiuta ad organizzare le attività nella giusta successione;
5. Stimola partecipazione, innovazione e creatività.
«L’impiego del tabellone ha accresciuto notevolmente la nostra
produttività durante le sessione di pianificazione. Ora
otteniamo dal personale idee più creative, piani più
organizzati e molto più dettagliati e i nostri dipendenti
affrontano con maggiore entusiasmo il duro lavoro richiesto
dal processo di pianificazione»
(Pat Yanney, direttore di «The Navigators»)
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Riepiloghiamo… la metodologia del
«tabellone»
Dr. Claudio Geniale Partner ConsulEntilocali
Corso di Porta Vittoria, 47 – 22100 Milano
Tel. 02 365 03 807
Via V. Emanuele, 39 – Triuggio (MI)
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