la morale in ambito psicologico la psicologia, rispetto alla morale, indaga (turiel, 1983) ciò che...
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LA MORALE IN AMBITO LA MORALE IN AMBITO PSICOLOGICOPSICOLOGICO
La psicologia, rispetto alla morale, indaga (Turiel, 1983) ciò che gli individui pensano, sentono e agiscono riguardo a:
Benessere e cura degli altri
Diritti e giustizia nelle relazioni interpersonali
LA MORALE IN AMBITO LA MORALE IN AMBITO PSICOLOGICOPSICOLOGICO
La psicologia ha proposto vari costrutti attraverso cui la morale si manifesta, tra cui:
“Super-io” (Freud, 1922): funzione dell’Io che si manifesta principalmente in un ruolo censore e critico e in un’osservazione permanente degli aspetti dell’Io. In gran parte inconscio, contiene in sé sia un aspetto di divieto, sia di modello o ideale.
“Coscienza” (Thompson et al., 2006): insieme di processi cognitivi, affettivi e relazionali che influenzano e guidano il modo in cui gli individui agiscono rispetto a standard di comportamento.
QuestioniQuestioni aperte aperte
Diversi approcci teorici: enfasi su aspetti cognitivi, emotivi o socio-culturali
Natura universale o meno dello sviluppo morale
Fondamento biologico o culturale della morale
LO STUDIO DELLO LO STUDIO DELLO SVILUPPO MORALESVILUPPO MORALE
Lo sviluppo morale è stato indagato a partire da tre approcci differenti:
Approccio cognitivo/evolutivo (Piaget, 1932; Kohlberg, 1976; Turiel, 1983): lo sviluppo morale segue di pari passo quello cognitivo, l’attenzione è rivolta al giudizio e al ragionamento morale;
Approccio emotivo (Hoffman, 2000): attenzione per il sentimento morale;
Approccio della socializzazione morale (Hoffman, 2000; Grusec, 2006; Schaffer, 2006): attenzione per i processi di socializzazione che portano ad una coscienza morale
Approccio Approccio cognitivo/evolutivocognitivo/evolutivo
Piaget (1932)Piaget (1932)Il contributo di Piaget: osservazione delle regole nel gioco infantile (pratica e coscienza delle regole):
Fino a 3 anni: il bambino non applica la pratica della regola e non ne ha coscienza. Segue una routine di gioco.
4/6 anni: applica la regola in modo acritico e regolato dall’esterno (eteronomia) e l’associa all’autorità dell’adulto (condizione pre-morale).
Dai 7/8 anni: applicazione autonoma della regola, consapevolezza che la regola è condivisa dai giocatori.
Approccio Approccio cognitivo/evolutivocognitivo/evolutivo
Piaget (1932)Piaget (1932)
Secondo Piaget il bambino si comporta nello stesso modo anche con le regole morali.
Individua due fasi di sviluppo, ciascuna caratterizzata da una concezione di responsabilità, giustizia e sanzione:
Fase del realismo morale (fino a 7/8 anni circa)
Fase del soggettivismo morale (dai 9/10 anni in poi)
Approccio Approccio cognitivo/evolutivocognitivo/evolutivo
Piaget (1932)Piaget (1932)FASE DEL REALISMO MORALE
Tipico del periodo preoperatorio Regole morali considerate immutabili Morale eteronoma Responsabilità oggettiva (regola dell’entità del
danno) Giustizia retributiva (punizione uguale al
danno) Sanzione espiatoria (giustizia della sanzione)
Approccio Approccio cognitivo/evolutivocognitivo/evolutivo
Piaget (1932)Piaget (1932)FASE DEL SOGGETTIVISMO MORALE
Pensiero operatorio Le regole morali non sono immutabili e sono
fondate su cooperazione e reciprocità Autonomia morale: morale come istanza interiore Responsabilità soggettiva: giudizio sui
comportamenti legati all’intenzionalità dell’azione
Giustizia distributiva: idea di uguaglianza tra le persone
Sanzione per reciprocità: punizione in base alla gravità della colpa
Approccio Approccio cognitivo/evolutivocognitivo/evolutivo
Kohlberg (1976)Kohlberg (1976)
Teoria stadiale dello sviluppo morale: attraverso il metodo dei dilemmi morali
ha descrittocome si evolve il ragionamento morale
Universalità: perché segue lo sviluppo cognitivo, comune a tutti
Evoluzione degli schemi: secondo lo sviluppo cognitivo
Stadialità degli schemi: la sequenza è ordinata e invariante
Approccio Approccio cognitivo/evolutivocognitivo/evolutivo
Kohlberg (1976)Kohlberg (1976)
Si individuano 3 livelli, ciascuno diviso in due sottostadi:
Livello pre-convenzionale: fino ai 9-10 anni; norme morali vissute come esterne e non oggetto di riflessione; massimizzare i propri interessi; soddisfare i propri bisogni
Livello convenzionale: obblighi e regole come componenti del sé; sistema di regole come derivanti dal sistema sociale (maggioranza delle persone)
Livello post-convenzionale: giudizi morali effettuati in base a regole universali.
Approccio Approccio cognitivo/evolutivocognitivo/evolutivo
Kohlberg (1976)Kohlberg (1976)
Pregi del modello: Ha avviato una serie di studi evolutivi che,
dopo Piaget, erano quasi assenti Applicazione pratica nella “Just Community”
Limiti: Inadeguatezza del metodo dei dilemmi morali Differenze di genere Differenze culturali Poca attenzione per il comportamento morale
Approccio cognitivo/evolutivoApproccio cognitivo/evolutivo Teoria degli ambiti (Turiel, Teoria degli ambiti (Turiel,
1983; Nucci, 2001)1983; Nucci, 2001)
Secondo questa teoria, per comprendere lo sviluppo morale occorre distinguere tra aspetti diversi, che caratterizzano la morale, e che le teorie precedenti avevano confuso:
L’ambito morale L’ambito convenzionale L’ambito personale
Approccio cognitivo/evolutivoApproccio cognitivo/evolutivo Teoria degli ambiti (Turiel, Teoria degli ambiti (Turiel,
1983; Nucci, 2001)1983; Nucci, 2001)
Ambito morale: benessere, giustizia, diritti umani sono principi universali. Le prescrizioni morali sono obbligatorie, generalizzabili, impersonali. (es. “non si deve fare del male agli altri”)
Ambito convenzionale: standard concordati all’interno del sistema di riferimento di appartenenza. Le regole convenzionali sono stabilite d’autorità, non sono universali, non sono generalizzabili (“si deve riordinare”).
Ambito personale (Nucci, 2001): regole le cui conseguenze riguardano il soggetto singolo che le mette in atto (ad es. sulle scelte individuali)
Approccio cognitivo/evolutivoApproccio cognitivo/evolutivo Teoria degli ambiti (Turiel, Teoria degli ambiti (Turiel,
1983; Nucci, 2001)1983; Nucci, 2001)
Aspetti evolutivi/educativi
Già dall’età prescolare i bambini sono in grado di comprendere la distinzione tra gli ambiti
Il ragionamento e l’atteggiamento rispetto alle regole cambiano a seconda dell’ambito di riferimento
Gli interventi educativi sono più efficaci se tengono conto dell’ambito in cui la regola è violata
L’approccio L’approccio emotivo/affettivoemotivo/affettivo
L’esperienza morale non è solo cognitiva ma ha un’ampia portata emotiva
Le emozioni e i sentimenti accompagnano il comportamento morale e connotano gli schemi del Sé rispetto ad esso
Alla base c’è l’empatia: abilità di provare sentimenti analoghi agli altri, pur non vivendo le stesse situazioni.
L’approccio emotivo/affettivoL’approccio emotivo/affettivo
Stadi di sviluppo dell’empatia (Hoffman, 2000)
Stadio 0: contagio emotivo Stadio I: empatia egocentrica (6 mesi), reazione al
sentimento altrui ma ancora scarsa differenziazione tra sé e l’altro
Stadio II: empatia quasi egocentrica (2/3 anni); motivazione a prendersi cura dell’altro
Stadio III: empatia “veridica” (4/5 anni), in risposta alla situazione dell’altro, teoria della mente
Stadio IV: empatia per la condizione esistenziale dell’altro (età scolare), completo decentramento cognitivo
L’approccio emotivo/affettivoL’approccio emotivo/affettivo
Secondo Hoffman, affinché l’empatia porti ad un comportamento morale, è fondamentale che l’individuo sperimenti “distress” e “simpatia”:
Distress empatico: situazione di disagio causato dall’empatia
Simpatia: preoccupazione per la condizione altrui che spinge a prendersi cura
Empatia Distress Simpatia
Comportamento morale
L’approccio emotivo/affettivoL’approccio emotivo/affettivo
Il passaggio dall’empatia al comportamento morale di aiuto (pro-sociale), tuttavia, non è scontato né immediato.
Infatti, sebbene l’empatia sia innata, riguardo al comportamento pro-sociale ci sono molte differenze individuali, legate a fattori temperamentali, al genere e alla socializzazione genitoriale.
E’ stata tuttavia descritta una sequenza evolutiva
L’approccio L’approccio emotivo/affettivoemotivo/affettivo
Lo sviluppo del comportamento prosociale (Eisenberg et al 2006)
orientamento edonistico-pragmatico (età prescolare);
orientamento verso i bisogni dell’altro (prima età scolare);
orientamento stereotipato focalizzato sull’approvazione (età scolare);
orientamento empatico (età scolare/preadolescenza);
orientamento dei valori internalizzati (adolescenza)
L’approccio L’approccio emotivo/affettivoemotivo/affettivo
Correlati del comportamento prosociale (Corsano, 2011):
Frequenza e qualità delle interazioni (meno conflittuali)
Ego-resiliency comprensione della situazione sociale (Smeekens,
Riksen-Wairaven, van Bakel, 2008) autoregolazione emotiva (Eisenberg, Fabes, Karbon,
Murphy, Wosinski, Polazzi, Carlo, Junke (1996); buon adattamento a scuola benessere individuale (stima di sé) benessere sociale (popolarità)
Approccio della socializzazione morale
Considera il processo di interiorizzazione morale come il prodotto della socializzazione
Tale processo di interiorizzazione porta alla coscienza morale, cioè un “meccanismo psicologico che guida l’azione in assenza di un controllo esterno (autocontrollo)” (Schaffer, 2006)
Si parla di socializzazione morale
Approccio della socializzazione morale
Il processo di interiorizzazione che porta alla coscienza morale è stato prevalentemente indagato rispetto alla relazione coi genitori (fa eccezione il lavoro di Piaget, del 1932)
Psicoanalisi: formazione del super-io, “complesso di Edipo” e “complesso fraterno” (processi di identificazione)
Teorici dell’apprendimento sociale: meccanismi di imitazione, di rinforzo.
Socializzazione morale e Socializzazione morale e stili disciplinari parentalistili disciplinari parentali
Secondo Hoffman, l’interiorizzazione morale avviene anche grazie agli “incontri” disciplinari, cioè le interazioni genitori/figli in cui i primi, con la disciplina, intervengono su un comportamento non desiderabile del figlio.
In età prescolare, tali incontri coprono circa il 40/50 % delle interazioni
Socializzazione morale e Socializzazione morale e stili disciplinari parentalistili disciplinari parentali
I genitori utilizzano tre diverse strategie disciplinari:
Disciplina basata sul potere (non favorisce l’interiorizzazione);
disciplina basata sul ritiro d’amore (non favorisce l’interiorizzazione);
disciplina induttiva, basata sull’empatia e il “perspective taking” (favorisce l’interiorizzazione)
Altri fattori che influenzano la Altri fattori che influenzano la socializzazione morale socializzazione morale
(Grusec, 2006)(Grusec, 2006)
Accuratezza della percezione dei valori dei propri genitori
Ridondanza con cui i genitori ribadiscono il proprio punto di vista
Coerenza tra valori e comportamento Clima affettivo e relazionale positivo Flessibilità genitoriale rispetto ai bisogni del
bambino “Effetto bambino” (Schaffer, 2006)
Origine della coscienza Origine della coscienza moralemorale
I precursori della coscienza morale sono stati individuati nelle reazioni dei bambini (1/2 anni) ai rimproveri dei genitori (Thompson et al., 2006) e in presenza di oggetti “difettosi” (Kagan, 1981)
Secondo e terzo anno: sé normativo ed emozioni morali (autocoscienti)
2-5 anni: sviluppo della coscienza (teoria della mente)
Obbedienza come indicatore di coscienza morale e di un successivo Sé morale/normativo più stabile
Obbedienza basata sulla situazione e sull’impegno
Percorsi atipiciPercorsi atipici
E’ difficile generalizzare il discorso sui percorsi atipici di sviluppo morale, perché molteplici sono le situazioni in cui gli individui agiscono senza rispettare il benessere degli altri, la giustizia e i diritti (v. I slide).
Consideriamo due aspetti molto indagati dalla letteratura:
Bullismo (età prescolare/scolare)Disimpegno morale (adolescenza/età adulta)
Percorsi atipici: bullismoPercorsi atipici: bullismo
Il fenomeno del bullismo è stato molto indagato negli ultimi decenni: in particolare studi di Olweus e Salmivalli (anni ‘90 e seguenti).
Per bullismo si intende: messa in atto in modo continuato, all’interno del gruppo dei pari, di comportamenti aggressivi e/o di prevaricazione nei confronti di coloro che non sono in grado di difendersi.
E’ tipico dell’età scolare, ma presente anche prima, è caratterizzato da aggressività diretta o indiretta
Percorsi atipici: bullismoPercorsi atipici: bullismo
Il fenomeno del bullismo deve essere distinto da altri fenomeni aggressivi, per le seguenti caratteristiche (Olweus, 1994; Smith e Thompson, 1991):
Intenzionalità dell’azione offensiva Reiterazione nel tempo Squilibrio in termini di forza o di potere nella
relazione tra bullo e vittima Mancanza di provocazione
Percorsi atipici: bullismoPercorsi atipici: bullismo
Il bullismo è un fenomeno relazionale, in cui grande importanza ha il ruolo svolto da diversi partecipanti (Salmivalli et al. 1996):
Bullo e vittima Aiutanti del bullo Sostenitori del bullo Spettatori passivi Difensori della vittima
Clima morale e cultura etica della scuola
Percorsi atipici: bullismoPercorsi atipici: bullismo
Il bullismo è correlato a:
Ragionamento morale di tipo egocentrico
Capacità cognitiva di perspective taking
Deficit di empatia
Percorsi atipici: Percorsi atipici: disimpegno moraledisimpegno morale
Secondo Bandura (1991, 2002) la “moral agency” (capacità di agire moralmente) è guidata da principi di autoregolazione che tengono conto di:
Sanzioni sociali: premi o punizioni dettate dalla società di appartenenza
Sanzioni internalizzate: premi o punizioni dettate dalla propria concezione di sé, autostima, rispetto di sé .
Percorsi atipici: Percorsi atipici: disimpegno moraledisimpegno morale
Tuttavia, il comportamento è dettato non solo da principi morali ma anche da bisogni o vantaggi personali;
A questo scopo, alcuni meccanismi psicologici, attivati dal contesto o dalle circostanze, possono intervenire sulla condotta morale, modulando diversamente il significato delle sanzioni.
Bandura individua 8 meccanismi di disimpegno morale, presenti ad ogni età ma soprattutto in adolescenza ed età adulta.
Percorsi atipici: Percorsi atipici: disimpegno moraledisimpegno morale
Possibili domande Possibili domande d’esamed’esame
Approcci di studio dello sviluppo moraleTeoria dello sviluppo morale di PiagetIl realismo morale/Il soggettivismo moraleTeoria dello sviluppo morale di KohlbergFasi di sviluppo dell’empatiaEmpatia e sviluppo moraleTeoria degli ambiti Stili disciplinari e sviluppo moraleIl fenomeno del bullismo: definizione e aspetti
relazionaliMeccanismi di disimpegno morale