la gog, una pulcinella centenaria pimpante al carlo felice...

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Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 La GOG, una centenaria pimpante S critto tra il 1919 e il 1920 per i Ballet Russes di Dia- ghilev, Pulcinella è uno dei primi titoli che i “cataloga- tori a tutti i costi”, definiscono appartenenti al perio- do neo classico del geniale Igor, senza dubbio uno dei più do- tati e geniali compositori di tutti i tempi. Diaghilev aveva pro- posto Pulcinella a Stravinsky, sulla scia del successo dei bal- letti Le Donne di buon umore di Vincenzo Tommasini, basa- to su musiche di Scarlatti, e Le astuzie femminili di Ottorino Respighi, rielaborazione di musiche di Cimarosa. Ernest Ansermet diresse nel maggio 1920 la prima rap- presentazione del balletto all’Opéra National de Paris, Léoni- de Massine, che aveva curato la coreografia, danzò nel ruo- lo del protagonista, e Tamara Karsavina in quello di Pimpi- nella. L’allestimento e le scene furono curate niente meno che da Pablo Picasso. Stravinsky, che amava Napoli, la mu- sica napoletana e Pergolesi in particolar modo, aderì con en- tusiasmo alla proposta e cominciò a divorare spartiti e parti- ture del compositore italiano, traendone un “balletto con vo- ci in 18 numeri, di cui soltanto 8 in realtà sono di Pergolesi. Dopo pochi anni dalla prima del Sacre, che aveva infiamma- to Parigi, potrebbe apparire strana la virata neoclassica, ini- ziata proprio con Pulcinella. Dalle enormi sonorità iconocla- stiche del Sacre, Stravinsky passa alle sonorità cameristiche del’600, dalle bordate sonore e dalla pulsione ritmica, talvol- ta tellurica, approda alla grazia dell’Italia del 600. Una rapida conversione, un nuovo credo estetico, una metamorfosi? In realtà niente di tutto questo. Con buona pace dei ca- talogatori, il Sacre e Pulcinella sono lati diversi di una stes- sa medaglia: il creare musica rifacendosi al passato. Il Sa- cre guarda alla Russia, ai suoi riti arcaici e pagani, alla tra- DINO BURLANDO ORAFO Pezzi unici di laboratorio 16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10 TEL. E FAX 010 589362 [email protected] Pulcinella al Carlo Felice “E’ un mese di marzo davvero speciale. Lo spostamento del recital di Maurizio Pollini ha avvicinato tre mostri sacri della tastiera come lo stesso Pollini, Sokolov e Schiff, tutti impe- gnati in Beethoven. Un’occasione di confronto davvero unica”. N icola Costa, presidente della GOG, parla con soddisfazione della stagione in cor- so. Un cartellone particolare, il secondo celebrativo per i cento anni della Società di con- certi, nata proprio nel marzo del 1912, su iniziati- va di Padre Semeria e con l’obiettivo di promuove- re la conoscenza e la diffusione della musica. L’Orchestra, che ai primordi costituiva il fulcro delle attività musicali della GOG, è andata gra- dualmente sciogliendosi già negli anni del primo dopoguerra per riformarsi temporaneamente alla fine del secondo conflitto mondiale sotto la guida di Augusto Silvestri. Ma si è imposta presto la vo- cazione “cameristica” della Società che ha ospi- tato in un secolo il meglio del concertismo inter- nazionale: basta ricordare Rubinstein, Serkin, Fi- scher, Backhaus, Segovia, Gieseking, Prihoda, Szigeti, Horszowski che ha suonato per la prima volta alla GOG nel 1920 e l’ultima nel 1990 a 98 anni. E, ancora, si possono segnalare il debutto di Accardo nel 1958, seguito da Ughi e Pollini, entrambi nel 1959. La famiglia Costa si è avvicinata alla GOG già negli anni Venti e nel secondo dopoguerra è sta- to Giacomo Costa ad assumere la presidenza del- n. 106 - Marzo 2013 Lorenzo Costa (continua in seconda pagina) Roberto Iovino (continua in terza pagina)

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Page 1: La GOG, una Pulcinella centenaria pimpante al Carlo Felice Samicicarlofeliceconservatoriopaganini.org/invito_archivio/2013-03.pdf · La partitura del Pulcinella, da cui Stravinsky

Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. PaganiniAutorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

La GOG, unacentenaria pimpante

Scritto tra il 1919 e il 1920 per i Ballet Russes di Dia-ghilev, Pulcinella è uno dei primi titoli che i “cataloga-tori a tutti i costi”, definiscono appartenenti al perio-

do neo classico del geniale Igor, senza dubbio uno dei più do-tati e geniali compositori di tutti i tempi. Diaghilev aveva pro-posto Pulcinella a Stravinsky, sulla scia del successo dei bal-letti Le Donne di buon umore di Vincenzo Tommasini, basa-to su musiche di Scarlatti, e Le astuzie femminili di OttorinoRespighi, rielaborazione di musiche di Cimarosa.

Ernest Ansermet diresse nel maggio 1920 la prima rap-presentazione del balletto all’Opéra National de Paris, Léoni-de Massine, che aveva curato la coreografia, danzò nel ruo-lo del protagonista, e Tamara Karsavina in quello di Pimpi-nella. L’allestimento e le scene furono curate niente menoche da Pablo Picasso. Stravinsky, che amava Napoli, la mu-sica napoletana e Pergolesi in particolar modo, aderì con en-tusiasmo alla proposta e cominciò a divorare spartiti e parti-ture del compositore italiano, traendone un “balletto con vo-ci in 18 numeri, di cui soltanto 8 in realtà sono di Pergolesi.Dopo pochi anni dalla prima del Sacre, che aveva infiamma-to Parigi, potrebbe apparire strana la virata neoclassica, ini-ziata proprio con Pulcinella. Dalle enormi sonorità iconocla-stiche del Sacre, Stravinsky passa alle sonorità cameristichedel’600, dalle bordate sonore e dalla pulsione ritmica, talvol-ta tellurica, approda alla grazia dell’Italia del 600.

Una rapida conversione, un nuovo credo estetico, unametamorfosi?

In realtà niente di tutto questo. Con buona pace dei ca-talogatori, il Sacre e Pulcinella sono lati diversi di una stes-sa medaglia: il creare musica rifacendosi al passato. Il Sa-cre guarda alla Russia, ai suoi riti arcaici e pagani, alla tra-

DINO BURLANDOORAFO

Pezzi unici di laboratorio16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10

TEL. E FAX 010 [email protected]

Pulcinella al Carlo Felice

“E’ un mese di marzo davvero speciale. Lo spostamento delrecital di Maurizio Pollini ha avvicinato tre mostri sacri dellatastiera come lo stesso Pollini, Sokolov e Schiff, tutti impe-gnati in Beethoven. Un’occasione di confronto davvero unica”.

Nicola Costa, presidente della GOG, parlacon soddisfazione della stagione in cor-so. Un cartellone particolare, il secondo

celebrativo per i cento anni della Società di con-certi, nata proprio nel marzo del 1912, su iniziati-va di Padre Semeria e con l’obiettivo di promuove-re la conoscenza e la diffusione della musica.

L’Orchestra, che ai primordi costituiva il fulcrodelle attività musicali della GOG, è andata gra-dualmente sciogliendosi già negli anni del primodopoguerra per riformarsi temporaneamente allafine del secondo conflitto mondiale sotto la guidadi Augusto Silvestri. Ma si è imposta presto la vo-cazione “cameristica” della Società che ha ospi-tato in un secolo il meglio del concertismo inter-nazionale: basta ricordare Rubinstein, Serkin, Fi-scher, Backhaus, Segovia, Gieseking, Prihoda,Szigeti, Horszowski che ha suonato per la primavolta alla GOG nel 1920 e l’ultima nel 1990 a 98anni. E, ancora, si possono segnalare il debuttodi Accardo nel 1958, seguito da Ughi e Pollini,entrambi nel 1959.

La famiglia Costa si è avvicinata alla GOG giànegli anni Venti e nel secondo dopoguerra è sta-to Giacomo Costa ad assumere la presidenza del-

n. 106 - Marzo 2013

Lorenzo Costa (continua in seconda pagina)

Roberto Iovino (continua in terza pagina)

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la lirica

dizione favolistica tanto cara a Rim-sky-Korsakov, Pulcinella ricrea imma-gini italiane, rivisitate con l’arguziaed il genio di un artista libero e mo-derno.

La tendenza a creare e ri-creare apartire dal passato (prossimo o re-moto poco importa) in Stravinskyporta a ripercorrere antiche vestigiaper renderle attuali e vive. Esaurito ilperiodo russo (Sacre, Svadebka, Ma-vra), il nostro genio approfondisce lamusica del passato, reinventandonela sorte e la prospettiva. Pulcinellanon sarà l’unico episodio in cui Stra-vinsky si rifa all’arte altrui (ricordiamoDumbarton Oaks, Monumentum proGesualdo, il Tchaikowskiano “Il baciodella fata”, ecc.) ma per senso dellaparodia, brillantezza timbrica e crea-tività peculiare, questo curioso ballet-to con voci resta insuperato per lasua originalità.

La partitura del Pulcinella, da cuiStravinsky ricaverà poi una suite in 8parti nella quale anche le parti can-tate sono eseguite da strumenti,non contiene indicazioni riguardantila scena e lo svolgimento dell’azione,ma è preceduta da una breve rias-sunto della vicenda.

Scena: una strada a Napoli - casecon balconi, arco di un portone.

Caviello e Florindo cercano di par-lare con Rosetta e Prudenza, le ra-gazze alle quali fanno la corte senzaessere contraccambiati. Entra inscena Pulcinella danzando e suonan-do incantando le ragazze che subitosi mettono a corteggiarlo. Pulcinellaperò le respinge, poiché il suo amo-re è tutto per Pimpinella; Pulcinelladanza quindi con lei. Caviello e Flo-rindo, gelosi, aggrediscono Pulcinel-la in due riprese e sembra infine chel’abbiano ucciso, ma Pulcinella abil-mente si è solo finto morto e riescea fuggire: Nel frattempo la presuntasalma di Pulcinella viene trasportatae compianta in maniera solenne; unmago promette di farlo resuscitare.Quando improvvisamente si scopreche ci sono due Pulcinella - l’uno(quello vero) che sta sotto il mantel-lo del mago, l’altro (il finto morto)che non è altro che Furbo, l’amico diPulcinella - Pimpinella fugge spaven-tata. Caviello e Florindo tornano in

scena, travestiti da Pulcinella, spe-rando con questo espediente di averfinalmente successo con le ragazze.Così ci sono adesso ben quattro Pul-cinella, che ballano con le ragazze.Con un’ultima idea felice e con l’aiu-to di Furbo che fa di nuovo la partedel mago, Pulcinella riesce a far sìche le coppie si congiungano.

I testi dei brani vocali di Pulcinellaesprimono generici sentimenti amo-rosi. Ad eccezione del terzetto fina-le, che illustra la soluzione lieta dallavicenda, i testi non sono legati diret-tamente all’azione del balletto. An-che i ruoli vocali non corrispondonoai personaggi sulla scena.

Secondo la ricostruzione filologicadel Prof. Helmut Hucke di Fran-coforte, di seguito riportiamo l’elen-co delle fonti musicali su cui Stravin-sky lavorò. I numeri in grassetto in-dicano gli 8 brani che utilizzano com-posizioni di Pergolesi.

1. Ouverture. (Dal primo movimen-to della prima Sonata a tre, insol maggiore, di Domenico Gal-lo) - Allegro moderato

2. Serenata. «Mentre l’erbettapasce l’agnella» (Da Il Flaminio,atto I, Pastorale di Polidoro) -Larghetto

3. Scherzino. (Dalla seconda Sona-ta a tre, in si bemolle maggiore,di Domenico Gallo) - Allegro

? Poco più v ivo «Benedetto,maledetto» (Da Il Flaminio,atto III, canzone del Checca)questo brano non ha numero -Poco più vivo

(segue dalla prima pagina)

Pulcinella al Carlo Felice

4. Allegro. (Dal terzo movimentodella seconda Sonata a tre, in sibemolle maggiore, di DomenicoGallo) - Allegro

5. Andantino. (Dal primo movimen-to dell’ottava Sonata a tre, in mibemolle maggiore, di DomenicoGallo) - Andantino

6. Allegro. (Da Lo frate ‘nnamora-to, atto I, Aria di Vannella) -Allegro

7. Allegretto. «Contento forsevivere» (Dalla Cantata Lucedegli occhi / Aria tratta daAdriano in Siria (1734) e paro-diata in L’Olimpiade (1735)) -Allegretto

8. Allegro assai. (Dal terzo movi-mento della terza Sonata a tre,in do minore, di Domenico Gallo)- Allegro assai

9. Allegro (alla breve) «Con que-ste paroline» (Da Il Flaminio,atto I, aria di Vastiano) - Alle-gro (alla breve)

10.Largo «Sento dire no’ ncè pace»(Da Lo frate ‘nnamorato, attoIII, Arioso di Ascanio - Allegro«Chi disse cà la femmena» sem-pre da Lo frate ‘nnamorato,atto II, Canzone di Vannella -Presto (Duetto) «Ncè sta quac-cuna pò / Una te fa la nzem-prece» - Larghetto)

11.Allegretto - alla breve. (Dal terzomovimento della settima Sonataa tre, in sol minore, di Domeni-co Gallo) - Allegro alla breve

12.Tarantella. (Dal Concertino n. 6in si bemolle maggiore di Fortu-nato Chelleri)

13.Andantino. «Se tu m’ami» (Daattr ibuire probabi lmente aAlessandro Parisotti)

14.Allegro. (Dalla Suite per clavi-cembalo n. 1, in mi maggiore,di autore anonimo)

15.Gavotta con due variazioni. (Dal-la Suite per clavicembalo n. 3,Rondò in re maggiore, di autoreanonimo) - Allegro moderato

16.Vivo. (Dalla Sinfonia per violon-cello e basso continuo in famaggiore)

17.Tempo di minuetto. «Pupillette,fiammette d’amore» (Da Lofrate ‘nnamorato, atto I, «can-zone di Don Pietro») - Moltomoderato (Trio)

18.Allegro assai. (Dal terzo movi-mento della dodicesima Sonataa tre di Domenico Gallo)

Lorenzo Costa

Igor Stravinsky

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l’intervista

la Società, in seguito passata alnipote Nicola che è tuttora al ti-mone.- Cento anni belli e intensi alle

spalle. Il futuro come sarà?“E’ una domanda che ci stiamo

ponendo in questi mesi. Il cartel-lone attuale è il più importantefra quelli varati dalla GOG, conuna bella mescolanza fra grandinomi e aperture ai giovani. Adesempio noto con piacere che ilnostro pubblico si sta legando alquartetto che incontra semprepiù i favori della platea. Il BelceaQuartet cui abbiamo affidato l’in-tegrale di Beethoven si è dimo-strato un complesso straordina-rio tanto che contiamo di prose-guire la collaborazione. Il pubblicogenovese ama la continuità. Si af-feziona agli artisti e per questocerchiamo, quando l’incontro sirivela felice, di farli tornare neglianni…”- Un futuro dunque di grandi

nomi e di apertura ai giovani?“Credo sia la strada obbligata.

Ai concertisti di richiamo non sipuò naturalmente rinunciare. Manello stesso tempo è fondamen-tale trovare strade alternative.Questa stagione ha appunto di-mostrato che ci sono gruppi gio-vani che offrono garanzie. La qua-lità, sia chiaro, va sempre salva-guardata. Abbiamo un nome darispettare. Ma dobbiamo anchecercare programmi nuovi, curio-si, pur se solidi. Penso ad esem-

pio al concerto di Viktoria Mullovache ha offerto strade originali”.- E’ cambiato recentemente il

pubblico della GOG?“Non abbiamo fatto indagini ap-

profondite, ma la mia sensazioneè che ci sia stato un graduale rin-giovanimento. Ci sono più giovaniin sala e si ritrovano anche spet-tatori di quell’età compresa fra i30 e i 50 anni che prima eranoalquanto rari. Proprio l’obiettivo diallargare le fasce di spettatori ciimpone anche un lavoro su pro-grammi alternativi che non pos-siamo rinviare oltre”.- Numero abbonati?“Lo scorso anno eravamo a

quota 900, quest’anno siamo sa-liti a 1.200. Un dato davvero im-portante che ci avvicina ai 1.400abbonati delle stagioni dell’apertu-ra del Carlo Felice. Una bella sod-disfazione, ma anche una confer-ma: il pubblico per la musica, inrealtà, c’è. Bisogna saperlo cer-care e attirare. Quello che mi fapiacere notare è che ai nostri con-certi in platea si respira un bel cli-ma. La gente ci viene volentieri”.- Lei è stato sovrintendente

del Carlo Felice proprio negli an-ni di passaggio dalla vecchia or-ganizzazione degli Enti lirici allenuove Fondazioni. Fondazioniche hanno dimostrato, credo, difunzionare assai male. Qual è ilsuo giudizio?

“Penso che oggi sia impossibiletornare indietro. I teatri come entipubblici sarebbero anacronistici.Quando sono partito con la Fonda-zione ho capito che ci si doveva at-trezzare in maniera adeguata perfar fronte alla maggiore libertà ac-quisita e alla maggiore responsabi-lità. E’ un passaggio tutt’altro che

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facile. Il problema sta nelle leggigenerali dello Stato che dovrebbe-ro favorire una maggiore parteci-pazione dei privati. E i problemistanno anche all’interno delle Fon-dazioni perché le regole sindacali estrutturali appartengono ancora almondo degli ex Enti lirici. Non c’èstato il necessario adeguamentogenerale alla nuova realtà giuridicaed economica. Le Fondazioni, inpratica, sono partite quasi senzacapitale e dunque impossibilitate afare investimenti. Insomma un ibri-do fra vecchio e nuovo che ha da-to risultati molto discutibili. Anchese, va detto, qualche teatro funzio-na. Penso non solo a Torino, maanche a Bologna cui la cura diFrancesco Ernani ha fatto moltobene, tanto che quest’anno hachiuso in pareggio, così come laFenice di Venezia”.

Roberto Iovino

(segue dalla prima pagina)

La GOG, unacentenaria pimpante

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l’approfondimento

Ancora una volta il tradiziona-le Concerto di Pasqua delTeatro Carlo Felice si rivela

una magnifica occasione per riascol-tare una grande pagina del reperto-rio sinfonico-corale. Il prossimo 28marzo l’Orchestra e il Coro del mas-simo ente genovese si esibiranno sul-le note di Antonin Dvorák e del suoStabat Mater per soli, coro e orche-stra op. 58, con la direzione diJohannes Wildner. Quest’opera, im-mediatamente riconosciuta, sin dallasua prima esecuzione (23 dicembre1880), come un innegabile capolavo-ro, trova ispirazione da un canto cheha radici molto antiche. A partire dal-l’VIII e dal IX secolo, mentre il Grego-riano veniva celebrato come reperto-rio invariabile della Chiesa romana, sisvilupparono alcune forme destinatead influenzare profondamente i futurisviluppi musicali. Se, in ossequio al-l’imperativo ne varietur (che nulla ven-ga cambiato!) il testo e la melodia ori-ginali del Canto Liturgico erano pre-servati, si cominciò in compenso ad‘aggiungere’ testi alle lunghe sezionimelismatiche dei canti (quelle sezioniche, essendo costituite da numero-sissime note su una sola sillaba, sisarebbero dovute cantare solo trami-te vocalizzi), dando vita al fenomenodei tropi. Con la pratica della “se-quenza” questo procedimento si con-centrò sui melismi di particolari can-ti: prima alcuni jubilus, poi gli alleluja.

Dopo le epurazioni della Contro-riforma, rimasero in vita soltanto cin-que delle innumerevoli sequenze che,in un prodigioso impeto di creativitàmusicale, erano state prodotte, tracui lo Stabat Mater attribuito a Iaco-pone da Todi, un canto amatissimodai fedeli, non meno che da intere ge-

nerazioni di musicisti - si pensi aScarlatti, Vivaldi, Pergolesi, Rossini,Liszt e … Dvorák. Proprio per Dvorákla composizione dello Stabat Materrappresentò un’importante momentodi svolta: non solo costituiva il primocapitolo di una produzione religiosadestinata ad esplicarsi nella sua pie-nezza con gli estremi capolavori delRequiem e del Te Deum, ma coincisecon un punto nevralgico per l’evolu-zione della sua poetica musicale. Ènoto come lo Stabat Mater sia stret-tamente legato a una catena di even-ti luttuosi che avevano colpito la fami-glia del musicista fra il 1876 e l’au-tunno del 1877. La morte prematu-ra dei suoi tre bambini segnò profon-damente il compositore, che trovòconforto nei versi duecenteschi dellafamosa Sequenza di Jacopone, subli-mando il dolore in momenti di altissi-ma ispirazione.

I dieci pezzi in cui è suddivisa l’ope-ra, distribuita tra parti solistiche ecorali, hanno un andamento e un ca-rattere uniforme, tendenzialmentegrave e moderato (con un unico scat-to vivace nell’Amen conclusivo).Dvorák alterna le immagini, le allusio-ni, gli accenti ora dolorosi ora appas-sionati, in un ambito musicale fosco,quasi senza speranza, un percorsonella profondità del dolore scanditodalle invocazioni e dall’angoscia di unaMadre in pianto presso la croce delFiglio. Movenze musicali tipiche deldolore romantico (uso del modo mi-nore, andamenti cromatici, accordi disettima diminuita) cedono frequente-mente il passo a climi più rasserena-ti: la nostalgia per le melodie e i ritmidell’amata terra natia, un idioma lo-cale che affiora continuamente colsuo soffio struggente, sembranostemperare la tragedia in un bagno dimalinconia corale… l’afflizione stessaè forse uno stato transitorio verso labeatitudine, un itinerario che condu-

Stabat Mater di Dvorak

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ce, attraverso la sofferenza, alla con-quista di una calma serenità. Non dirado la critica ha guardato con so-spetto l’opera di Dvorák… il felice ar-tigianato che contraddistingue tantasua musica, la fresca pienezza delsuo melodizzare, l’indubbio fascinosonoro delle sue opere non bastava-no a cambiare il giudizio verso uncompositore, la cui natura rapsodicaera vista come un impedimento per ilconseguimento di una solida ed orga-nica continuità drammatica… tuttociò, al cospetto dello Stabat Mater,non ha più ragione di essere. Anzi,proprio quest’opera, in cui il contra-sto tra il dolore ed una melanconia in-tinta di sfumature crepuscolari trovaconforto nella speranza di poterci riu-nire in un mondo migliore con le per-sone amate, in una costante rifles-sione dell’uomo dinnanzi al mistero di-vino, proprio quest’opera doveva se-gnare l’inizio di una nuova e fecondastagione creativa.

Aureliano Zattoni

Antonin Dvorák

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dischi & libri

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Ci sono Verdi, Wagner, Puccini, naturalmente.Ma anche “Guglielmo Tell” e “Don Giovanni”. E

poi Beniamino Gigli, Luciano Pavarotti e i giovani ar-tisti che sono oggi nel firmamento della lirica comeil “nostro” Francesco Meli. “L’Opera” di Piero Mioli(edizioni Curci) è un agile e prezioso volumetto in cuil’autore, docente di storia della musica presso ilConservatorio di Bologna, raccoglie i nomi più im-portanti che hanno contribuito o contribuiscono ascrivere la storia del teatro musicale. Sono oltre600 le voci raccolte, in 366 pagine illustrate (costo19 euro) da Claudio Abbado a Guglielmo Zuelli. Unarticolato e affascinante viaggio nella lirica fra auto-ri fondamentali e “minori”, fra titoli di richiamo e cu-riosità, con una generosa attenzione nei confrontidei protagonisti del podio e sul palcoscenico. Perognuno notizie naturalmente sintetiche, ma organiz-zate con lucida metodologia in modo da assicurareal lettore la conoscenza essenziale del personaggioo del titolo proposti.

“Quello che ne è sortito – scrive nella premessaMioli – del famoso e magari famigerato melodram-ma vorrebbe essere un quadro ragionevolmentepreciso e comunicativo. Da un lato infatti fornisce etratteggia le notizie, i nomi, le forme, i fenomeni, glistili e, qua e là, indulge anche a certi aspetti un po’comici, alquanto inverosimili, simpaticamente aned-dotici del genere. Dall’altra, invece, racconta e ma-gnifica le bellezze artistiche, i grandi sentimenti, ifolli entusiasmi, le stupende e recondite armonieche così spesso hanno fatto spuntare furtive lacri-me sugli occhi nostri, non solo a ridosso della Toscadi Puccini o dell’Elisird’amore di Donizetti”.Il libro propone anchein allegato un prezio-so CD contenentearie celebri affidate avoci storiche da Cesa-re Siepi a Maria Cal-las, da Giuseppe DiStefano a Ettore Ba-stianini; e fra i diret-tori si segnalano Tul-lio Serafin, AlbertoErede, FrancescoPrevitali e LeopoldStokowski.

r.i.

Bonuccelli: Wagner pianistico

Per i compositori dell’Otto-cento tedesco essere an-

che “esecutori” era quasi unobbligo. Brahms dedicava unaparte dell’anno a concerti fi-nalizzati a presentare i proprilavori e Beethoven, quando lasordità gli impedì di esibirsi inpubblico, temeva un calo dipopolarità. Per questo lascarsa dimestichezza con latastiera da parte di RichardWagner era guardata con sospetto dai colleghi (in parti-colare Schumann). Pochi, probabilmente, sanno, però,che il grande autore del “Tristano” ha lasciato una serie dipagine pianistiche, alquanto interessanti nella loro varietàformale e contenutistica.

L’occasione di parlare di queste rare opere è offerta dal-la recente pubblicazione da parte della casa discograficagenovese Dynamic di un doppio CD dedicato appunto all’in-tegrale pianistico di Richard Wagner. Interprete il pianistaDario Bonuccelli.

Nei due CD si ritrova un Wagner inimmaginabile se sipensa al suo rigoroso, austero teatro. Basta pensare allaPolka WWV 84 o allo “Zuricher Vielliebchen-Walzer WWV88, brani del 1853 e del 1854 che appartengono al tipi-co mondo salottiero ottocentesco: un pianismo scorrevo-le, fluido leggero. Non c’è, naturalmente, solo il Wagnermondano. Nella Sonata per Matilde von Wesendonck (ladonna amata proprio nel periodo di creazione del “Trista-no e Isotta”, tanto da farla ritenere da alcuni biografi lamusa ispiratrice del grandioso poema d’amore) si insinua-no richiami al Coro dei Pellegrini del “Tannhauser”, ma an-che premonizioni della morte di Isotta. Mentre nella Fugadalla Sonata WWV 26 Wagner fa sfoggio della sua pre-parazione “accademica”.

Pianista di eccellente preparazione tecnica e profondasensibilità musicale, Bonuccelli vanta anche un diploma incomposizione e una laurea in storia della musica: un ba-gaglio culturale completo che gli consente di entrare nellepartiture con una molteplicità di “curiosità”. Qualità es-senziali in un’operazione come quella wagneriana nellaquale, al di là del dato tecnico, era necessario cogliere lospirito di un’avventura musicale certamente desueta. Bo-nuccelli, indaga, scava a fondo e offre una serie di esecu-zioni impeccabili per eleganza del fraseggio e duttilità delsuono.

Una bella operazione per la Dynamic che celebra in que-sto modo i duecento anni della nascita di Wagner. r.i.

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(fino al 25° anno di età)Per coloro che desiderano iscriversi o rinnovare con bonifico:

IBAN: IT 92 I 05034 01424 000000021647

Andar per mostree per teatri

Sabato 21 e domenica 22aprile, gita a Bologna per assi-stere ad una rappresentazioneparticolarmente interessante di“NORMA” di Vincenzo Bellini.In tale occasione, il sopranoMARIELLA DEVIA debutterà ilruolo della protagonista.

Giovedì 4 aprile, al Museodi Palazzo Reale, i nostriconsueti “Concerti di Pri-

mavera” inizieranno con un récitaldi Oleksandr Pushkarenko, giova-ne violinista ucraino allievo delConservatorio N. Paganini che,recentemente, si è esibito consuccesso, al Teatro Carlo Felice,con l’Orchestra del teatro, nelConcerto per violino e orchestradi Sibelius.

I concerti a Palazzo Reale pro-seguiranno per l’intero mese diaprile con altri due pomeriggiche vedranno le esibizioni delTrio De Franceschi e delle sorel-le Romano.

Nel mese di maggio ci trasferi-remo al Museo D’Arte Orientale“E. Chiossone” per altri tre appun-tamenti, tutti pianistici, che ve-dranno l’affermato Marco Pasiniaffiancare due giovani: FedericaSalandra e Matteo Provendola.

Infine, tra la fine di maggio e il21 giugno, Festa Europea dellaMusica, la sede dei nostri con-certi diverrà il Salone del secondo

piano della Galleria Nazionale diPalazzo Spinola per cinque incon-tri che abbiamo intitolato “Duetti”.

Saranno protagonisti DamianoBaroni e Simone Sammicheli, vio-lino e pianoforte; Lapo Vannucci eLuca Torrigiani, chitarra e pia-noforte; Luca Pirondini e Denis Ip-polito, viola e pianoforte, Virginia

e Clarissa Carafa, violino e pia-noforte e, infine, Paola Delucchi eAlbert Lau, violino e pianoforte.

Tutti i concerti avranno inizio al-le ore 16,30 con ingresso libero(fatta eccezione per l’eventuale bi-glietto di ingresso al Museo se-condo gli ordinamenti delle singo-le Istituzioni).

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Anche in questa stagione concertistica abbiamoavuto l’opportunità di ascoltare il pianismo di SabrinaLanzi. Sabrina è diventata una nostra cara amica eogni sua performance è un’occasione piacevolissima.Quest’anno ha interpretato Brahms, Bach, Mendels-sohn e Beethoven. Come sempre il nostro pubblico,numerosissimo, ha apprezzato la sensibilità interpre-tativa e la passione musicale di Sabrina. Un succes-so tale che ci impone di farla tornare presto.

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i nostri concerti

Un interessante Trio, il Trio Mistralia compostoda Michele Menardi Noguera, flauto, Luca Sciri,clarinetto e Leonardo Ferretti, pianoforte, ha allie-tato il pomeriggio del 22 gennaio con un program-ma che comprendeva Konzertsück n. 2 op. 114 eDue Romanze senza parole di Mendelssohn, Seidanze rumene di Bartok e un florilegio di MusicaKlezmer. I giovani artisti sono stati ricompensatidella loro appassionata interpretazione con moltis-simi applausi, ovazioni finali e richieste di bis.

Martedì 8 gennaio abbiamo iniziato il 2013 conun concerto che ha visto protagonista una giova-ne pianista: Giulia Vazzoler, che ha interpretato unvasto programma comprendente autori impegna-tivi come Beethoven, Mozart, Schubert, Rossini,Chopin.

Il concerto si è concluso con un pezzo classicodi J. Strauss Jr: Sul bel Danubio Blu. Un buonsuccesso e molti applausi.

Vittorio De Franceschi, clarinetto e Giovanni Pia-na, pianoforte hanno dato vita al concerto del 19febbraio. Erano in programma il Concerto in Si be-molle maggiore di Mercadante, il Concertino op. 26di Weber, la Sonata op. 167 di Saint Saens e Intro-duzione, tema e variazioni di Rossini. I due giovanistrumentisti, che già conoscevamo, si sono fatti ap-prezzare per le loro doti musicali e per l’originalità delprogramma presentato raccogliendo il consenso delpubblico dei nostri soci presente al concerto.

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i nostri appuntamenti

Periodico d’informazione musicaleDirettore responsabile

Roberto IovinoAssociazione

Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini

Presidente: Giuseppe IsoleriSegreteria: Adriana Caviglia

Maria Grazia RomanoTel. (010) 352122 - (010) 589059

Cell. 3470814676 - Fax (010) 5221808

www.AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.orgcontatti@AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.org

Stampa: Essegraph srl - Genova

Si ringrazia

per la concreta collaborazione

ATTIVITÀ SOCIALE DAL 23 MARZO AL 17 MAGGIO 2013Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato - Concerti del Martedì, ore 16,00dell’Esercito - Via S. Vincenzo, 68: - Conferenze Musicali del Martedì e

- Un Palco all’Opera, ore 15,30Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice: - Audizioni discografiche e

Storia della Sinfonia, ore 16,00Concerti nei Musei, ore 16.30

Sabato 23 marzo, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: STORIA DELLA SINFONIA (II)JOHANNES BRAHMSRelatrice Guendalina Cattaneo della Volta,

Martedì 26 marzo, ore 15,30“MIGNONNE, ALLONS VOIR….” MASSENET, NON SOLO WERTHERA cura di Claudia Habich,

Martedì 2 aprile, ore 15,30UNA DIVA DEL NOSTRO TEMPO: ANNA NETREBKOA cura di Maria Teresa Marsili,

Giovedì 4 aprile, ore 16,30INAUGURAZIONE CONCERTI DI PRIMAVERA MUSEO DI PALAZZO REALEOLEKSANDR PUSHKARENKO, violinoMusiche di Bach, Ysaye, Pushkarenko, Paganini,

Venerdì 5 aprile, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: LA TRAVIATA di G. VerdiA cura di Athos Tromboni,

Martedì 9 aprile, ore 16CONCERTO DI KATARZYNA WANISIEWICZ, violino e UGO ARMONI, pianoforteMusiche di Grieg, Fauré, Beethoven,

Giovedì 11 aprile, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: MUSEO DI PALAZZO REALETRIO DE FRANCESCHI, clarinetto, flauto e fagotto,

Martedì 16 aprile, ore 16CONCERTO DI ERMIR ABESHI, violino e VALENTINA MESSA, pianoforteMusiche di Beethoven, Brahms,

Giovedì 18 aprile, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: MUSEO DI PALAZZO REALECAROLA ROMANO, violino e MARTINA ROMANO, violoncello,

Domenica 21 e lunedì 22 aprileGITA A BOLOGNA: NORMA di V. Bellini con MARIELLA DEVIA,

Martedì 23 aprile, ore 15,30IL POEMA SINFONICO: RICHARD STRAUSSA cura di Guendalina Cattaneo della Volta,

Martedì 30 aprile, ore 16CONCERTO DI “HELLENIC DUO”, saxofono e pianoforteMusiche di Maurice, Vella, Ravel,

Giovedì 2 maggio, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: MUSEO D’ARTE ORIENTALE “E. CHIOSSONE” MARCO PASINI, pianoforte,

Martedì 7 maggio, ore 15,30I TENORI VERDIANIA cura di Athos Tromboni,

Giovedì 9 maggio, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: MUSEO D’ARTE ORIENTALE “E. CHIOSSONE”FEDERICA SALANDRA, pianoforte,

Sabato 11 maggio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHELA TRAVIATA di G. VerdiRelatore Lorenzo Costa,

Martedì 14 maggio, ore 16CONCERTI: I RAGAZZI DI NEVIO ZANARDIMusiche di Bach, Vivaldi, Tchaikovskij,

Giovedì 16 maggio, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: MUSEO D’ARTE ORIENTALE “E. CHIOSSONE”MATTEO PROVENDOLA, pianoforte,

Venerdì 17 maggio, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: UN BALLO IN MASCHERA di G. VerdiA cura di Adolfo Palau,

Martedì 21 maggio, ore 15,30LA FIABA NELL’OPERA RUSSAA cura di Barbara Catellani.

MUSEO E. CHIOSSONE