l a b o r a t o r i o b o a r i o laboratorio ... · ad un esperimento unico nel suo genere: dove...

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L A B O R A T O R I O B O A R I O Laboratorio internazionale per la trasformazione degli spazi di confine Concorso di idee per il Foro Boario

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L A B O R A T O R I O B O A R I O

Laboratorio internazionale per la trasformazione degli spazi di confine

Concorso di idee

per il Foro Boario

Il concorso è bandito da Stalker per il Laboratorio Boario con il patrocinio dellaFondazione Adriano Olivetti, dell'Accademia di Francia.

Segreteria organizzativa e informazioni: telefono: 06 57305040; fax: 06 2331004;

email del Laboratorioboario ai fini del Concorso di idee: [email protected];

sito: http://laboratorioboario.homepage.com;

indirizzo per l'invio degli elaborati: Concorso d'idee per il Foro Boario,Stalker c/o Accademia di Francia - Villa Medici,via Trinità dei Monti 1/A, 00187 Roma, Italia.

Coordinamento:Silvia CioliLuca D'EusebioLorenzo Romito

Gruppo di lavoro:Valerio RomitoIlaria Rossi Doria

Sito web e grafica:Ettore BerardiFortunato Della GuerraAlberto Iacovoni

Fotografie e riprese:Aldo InnocenziRomolo Ottaviani

Si ringrazia:il Villaggio Globale ed in particolare Alfonso Perotta, Nando Cardillo;Ararat ed in particolare Giorgio D'Ambrosio e Anna Lombardi;la Fondazione Adriano Olivetti ed in particolare Bartolomeo Pietromarchi.

1. Premessa

2. Il luogo e gli usi

2.1 La realizzazione del mattatoio2.2 Le caratteristiche tipologiche ed architettoniche del comp-lesso del mattatoio2.3 Le realt presenti sull’area e le attivit svolte

3. I progetti di trasformazione e il contesto territoriale

3.1 I progetti sull’area3.2 Il contesto di trasformazione

4. Gli elementi di analisi

4.1 Gli strumenti urbanistici4.2 La mobilit4.3. Gli aspetti archeologici e storici4.4 Gli aspetti vegetazionali ed il paesaggio

5. Il tema e i criteri di intervento

5.1 Il tema 5.2. I criteri di intervento

1. Premessa

Esistono ovunque nelle grandi citt , ma soprattuttonelle citt del mediterraneo, delle strane "pieghe",dove la ripetuta sovrapposizione di "margini" con-sente negli anni di sedimentare frammenti etero-genei di spazi e di tempi, diversi da quelli che la cittstessa vorrebbe riuscire ad affermare. Questi fram-menti diventano humus, si territorializzano, garantitidalla marginalit e dallo scarso controllo. Si trattaspesso di aree di scarto, prossime alle porte dellacitt , ai porti e alle stazioni. A Roma, un territorio di questa natura riesce asopravvivere ancora oggi nel cuore stesso dellacitt ; proprio dove anticamente era il porto fluviale, in

un area nascosta del centro storico, stretta tra lemura Aureliane, la ferrovia e il fiume Tevere, si trovail complesso dismesso del mattatoio. E’ in unaposizione marginale e allo stesso tempoeccezionale, che riesce a garantire una sorta didiversit dal resto della citt . Per questa suaposizione il mattatoio ha visto succedersi una quan-tit infinita di eventi, di usi e di appropriazioni dellospazio. Entrando nelle delicate dinamiche di con-vivenza dell’area, palese il grande sforzo di solida-riet e di promozione interculturale svolto dalVillaggio Globale da pi di dieci anni. Un lavoro sulcampo fatto di impegno e presenza nella gestionequotidiana di difficili convivenze, di contenimento deldegrado, ma anche di progettualit . Qui nata l’ideadel recupero, attento e solidale, che fa della caotic-it e della marginalit del Campo Boario la princi-pale risorsa per un rilancio, non solo urbanistico, maanche ambientale e sociale, dell’area. A questo prog-etto hanno aderito anche le altre associazioni delLaboratorioboario con l’intento di istruire un labora-torio di ricerca interdisciplinare, in un ambiente par-adigmatico, ma vivo, quale il Campo Boario. Unluogo che non ha bisogno di una tabula rasa peressere reinventato, ma di una attenta operazione diascolto e di interazione creativa, affinch la margin-alit che lo connota si possa emancipare e dar luogoad un esperimento unico nel suo genere: dove l’artepossa contribuire, calandosi al centro delle contrad-dizioni, a elaborare nuovi modelli di convivenzainsieme alle tradizionali discipline che si occupano diquesti temi e trasformare questo luogo di confine inuno spazio pubblico.

2. Il luogo e gli usi

2.1 La realizzazione del mattatoio

Il mattatoio, situato sulla riva sinistra del Tevere,nella parte meridionale del centro storico, fu realiz-zato tra il 1887 e il 1892 in sostituzione del vecchiostabilimento di via Flaminia. Inserito nel 1870 nel"piano di ampliazione ed abbellimenti", fu una dellestrutture pi importanti delle opere di costruzionedella nuova capitale del Regno. Il progetto originariodi Gioacchino Ersoch presentava forti caratteriarchitettonici unitari, ancora oggi visibili. Il comp-lesso edilizio ha subito adeguamenti e modifiche nelcorso degli anni, fino alla dismissione avvenuta nel1975. L’area, in parte abbandonata ed in parte utiliz-zata come deposito, stata oggetto di un processospontaneo di riuso da parte di associazioni culturalie sociali, che ne hanno trasformato il carattere e sal-vaguardato le strutture edilizie, fino ad imporre illuogo, nell’immaginario urbano, come area di pro-

duzione culturale alternativa e d’incontro interetnico.Si venuto riaffermando il carattere storico, personella memoria del tempo, dell’area del mattatoio edel Foro Boario quali luoghi di incontro e scambio traculture diverse e "porta" di Roma a Sud. L’area findall’epoca Repubblicana fu sede di importanti attivitper la citt : prima scalo portuale e luogo di mercato;in seguito stata utilizzata pi volte dal Seicentoquale campo temporaneo dei Rom che transitavanoin citt .

2.2 Le caratteristiche tipologiche ed architettonichedel complesso del mattatoio

Il complesso edilizio del mattatoio composto dadue distinte aree funzionali che restituiscono differ-enti conformazioni di spazi: il mattatoio era adibitoalle lavorazioni con una prevalenza di pieni (ipadiglioni e le pensiline); il Foro Boario era destina-to al mercato del bestiame con una prevalenza divuoti, che nella piazza centrale raggiungono lasuperficie di tre ettari. L’area racchiusa dalle murache delimitano il complesso di 91.335 mq, di cui50.975 mq scoperti e 40.360 mq coperti, divisi per 37manufatti edilizi per un totale di 250.600 mc.Nonostante il degrado presente, le indagini e le val-utazioni sull’area, elaborate del Progetto diRecupero ex mattatoio, a cura di Risorse per RomaSpa (RpR), hanno riconosciuto il valore del comp-lesso e la necessit del mantenimento dei caratteriarchitettonici originari del progetto Ersoch. Le analisidei manufatti hanno messo in evidenza la rilevanzadella tecnologia utilizzata nella costruzione degli edi-fici con la ghisa e il ferro negli elementi strutturali edecorativi. Assumono particolare rilevanza architet-tonica: i rimessini (12a e b) e i sei padiglioni che licircondano; i macelli (9a e b, 15a e b) in buono statodi conservazione; il complesso pelande (10a, b e c)in forte degrado; la capretteria (8) in buono stato diconservazione; i frigoriferi (24, 25) con ancora leenormi apparecchiature di refrigerazione da man-tenere e valorizzare. I rimanenti padiglioni sonomeno monumentali, ma ugualmente importanti nellacomposizione complessiva del mattatoio. Nei proget-ti di recupero dell’area stata espressa una valu-tazione di limitata qualit edilizia per le aggiunteeffettuate al complesso originario negli anni Trenta eCinquanta, prevedendo la demolizione degli edifici inprossimit del Lungotevere. Il complesso edilizio vincolato ex lege 1089/36 dal 1988 (dichiarazione12/2/88), quale bene monumentale e ambientale peril quale qualsiasi intervento o nuova destinazionedeve essere sottoposto ad autorizzazione dellaSovrintendenza. Il rispetto dei valori presentidovrebbe riguardare il complesso edilizio e le sue

relazioni territoriali, l’articolazione spaziale dei vuotie dei pieni, i manufatti edilizi, i materiali ed i dettagliarchitettonici e tecnologici.

2.3 Le realt presenti sull’area e le attivit svolte

All’interno della struttura hanno luogo attivit , siapermanenti sia temporanee, svolte dalle associ-azioni culturali presenti. Tra queste vi sono: nelrestaurato edificio d’ingresso, la Scuola popolare dimusica di Testaccio e il centro anziani; nel ForoBoario i "cavallari" (commercianti di cavalli) e le "bot-ticelle" (carozze turistiche), la Casa della Pace, ilVillaggio Globale e Ararat. Esse hanno modificatol’uso dell’area portando in essa la produzione cultur-ale e facendo del Foro Boario un luogo unico nelpanorama romano, di incontro laico tra le differenticulture. Sempre all’interno del complesso sono pre-senti numerose comunit nazionali che contribuis-cono a fare dell’area un laboratorio permanente traarte, architettura, urbanistica, spettacolo, accoglien-za e scambio culturale.Negli ultimi anni venuto affermandosi un uso tem-poraneo dei manufatti con eventi di diversa naturache hanno avuto un forte impatto urbanistico nelquartiere di Testaccio: la Biennale dei Giovani artistidell’Europa e del Mediterraneo, il Festival dell’Unit ,l’insediamento dei nomadi e la Fiera delle attivitginniche. Molti edifici sono oggi vuoti. Alcuni diquesti sono utilizzati in modo parziale come deposi-to della Sovraintendenza comunale, dei vigili urbanie del servizio elettorale, e come aule didattiche del-l’universit di Roma Tre.

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Autopresentazione delle realtà presenti nel CampoBoario:Villaggio GlobaleNel 1990 viene occupato l'edificio della borsa dell'exmattatoio e nasce il Centro Sociale InterculturaleOccupato Autogestito Villaggio Globale: negli anni sonostate prodotte una quantità enorme di iniziative, svilup-pando la vocazione culturale e trasformando, a passocoi tempi, l'ex mattatoio in luogo di incontro giovanile edinterculturale, attento alle tematiche della solidarietàsociale ed internazionale. Il Villaggio globale è uncantiere sociale aperto, un laboratorio attivo che pro-duce attività culturali, fornisce ospitalità, genera social-ità. AraratRaggruppa alcune associazioni nell'edificio dell'ex vet-erinario che sperimentano le potenzialità di relazione tral'attività artistica, la solidarietà civile e la trasformazionedel territorio. Vi fanno parte il gruppo di artisti e architettiStalker, l'associazione Orma, la rivista letteraria on lineLo Sciacallo, Asf e la comunità Curda.Comunità CurdaProfughi del Kurdistan turco.StalkerLaboratorio d'arte urbana e di ricerche sul territorio. E'un soggetto collettivo che compie ricerche e azioni sulterritorio, con particolare attenzione alle aree di marginee ai vuoti urbani, spazi abbandonati o in via di trasfor-mazione. Tali indagini si sviluppano su diversi piani,attorno alla praticabilità, alla rappresentazione e al prog-etto di questi spazi da noi chiamati Territori Attuali.Interviene nei territori attuali, per affrontare le apparentiinsolubili contraddizioni attorno alla possibilità di salva-

MOGLIE EX GUARDIANO

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PALESTRA

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CASA DELLA PACE

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SENEGALESI

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ARARAT (stalker, orma, asf, lo sciacallo)5

VECCHIO MATTATTOIO

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POLACCHI

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CAVALLARI

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BOTTICELLE

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SENEGALESI10

ARABI11

CALDERASHA12

VILLAGGIO GLOBALE

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GIARDINO

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IL PUGLIESE, CARLO, HAAN

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guardia tramite l'abbandono, di rappresen-tazione attraverso la percezione sensoriale, diprogetto dell'instabilità e della mutevolezza.Asf Architetti Senza Frontiere. Agisce nel campodella progettazione ambientale, urbana,architettonica e della ricerca sociale. Operasia direttamente che in coordinamento conaltri soggetti all'ideazione e alla progettazionedi piani di sviluppo sostenibile, supportandolia livello sia tecnico che gestionale. All'internodel progetto Boario Thermae ASF e' unarealtà in divenire che intende sviluppare attra-verso la pratica dell'autorecupero un linguag-

gio operativo comune, tracciando un percorso di riappropriazione e formazione, che coinvolga fattivamentele differenti realtà presenti nell'area.OrmaOsservatorio sui rifugiati e immigrati. Progetto Ararat - Commissione Europea dir. gen. immigrazione easilo. A partire da dicembre, grazie al sostegno della Commissione Europea, ma soprattutto agli sforzivolontari di molti rifugiati, giovani dei Centri sociali e dell'associazione ORMA e CDS, presso il Centro"Ararat" sono attivi alcuni servizi:- Orientamento e segretariato sociale di secondo livello- Servizi di Counseling (consulenza legale e psicologica) per i profughi- Corsi di alfabetizzazione linguisticaIl "progetto Ararat" prevede interventi sociali e culturali duraturi all'interno dello stabile e nell'area delCampo Boario e dell'ex-mattatoio. Tra gli interventi in via di progettazione:Istituto di cultura kurda (sull'impronta del Centro di Cultura della Mesopotamia di Istanbul);Centro di formazione per operatori interculturali;Centro polivalente di promozione interculturale (seminari, conferenze, dibattiti, mediateca intercuturale);Centro di aggregazione con erogazione di servizi di secondo livello;Centro transitorio di accoglienza per rifugiati.Cavallari e BotticelleSi tratta di due realtà ben distinte, gli allevatori di cavalli e pony da una parte e dall'altra i conducenti dellecarrozze, dette anche Botticelle, per turisti nel centro storico. Questi ultimi sono presenti da almeno ven-ticinque anni nelle stalle coperte sul versante Sud del recinto. Si contano più di 80 cavalli e più di 40 botti-celle.Casa della PaceLa Casa della Pace nasce alla metà degli anni ottanta come luogo di riferimento per i movimenti pacifisti.Attualmente promuove Corsi di lingua Arabo-Italiano e corsi di cucina Palestinese per cercare di avvicinarele culture di questi due popoli. E' in funzione un punto ristoro dove si possono gustare piatti tipici di cucinapalestinese: E' attivo uno discoteca e musica dal vivo (Zoobar). Oggi la Casa della Pace vuole avvicinarsiagli abitanti del quartiere Testaccio: è in funzione lo sportello dell'A.S.I.A. (Associazione Sindacale InquiliniAssegnatari). Sta attivando con l'aiuto e la collaborazione di cooperative che operano a favore dei disabiliresidenti nella I Circoscrizione un servizio di integrazione per portatori di handicap.Vecchio mattatoioAssociazione culturale che da 15 anni, lavora attivamente sul territorio di Testaccio. Ha realizzato una rac-colta di libri che ha portato alla formazione di una piccola biblioteca di quartiere. Organizza corsi di Italianoper gli immigrati, corso di Inglese e corso base di computer. Ospita eventi musicali e teatrali di giovanirealtà cittadine.MediterraneoDal 1982 utilizza il grande Campo Boario come luogo di incontro, prove e spettacoli per tutti gli artisti spag-noli di Flamenco residenti a Roma, e gli artisti di passaggio. Ha curato eventi che sono stati patrocinatidall'Assessorato alla Cultura del Comune di Roma. La sua attività artistico-culturale ha sempre destatonella popolazione zingara residente il più vivo interesse, cosa comprensibile perché nella musica flamencala cultura nomade-gitana gioca un ruolo fondamentale. Più volte negli anni la comunità zingara locale hainvitato alla realizzazione di spettacoli flamenchi all'interno del loro campo: per questo proponiamo l'allesti-mento al centro del Campo Nomadi di una pedana in legno con l'allestimento di stands vicino alla pedanadove siano previsti più moduli da dare in gestione alla comunità locale (secondo le loro naturali affinità digruppo) per la cucina e l'artigianato Rom- Calderash.Clean up 87Cooperativa di servizi, somma all'impegno lavorativo quotidiano, la gestione del gazebo sito all'interno delCampo Boario: qui hanno progettato la creazione di un archivio che raccolga materiali di varia natura (car-taceo, video, audio, fotografico) tracciando la storia dell'associazionismo antagonista e uno sportello infor-mativo sul autorganizzazione del lavoro. Inoltre vi sono : comunità caldersh: nomadi rom italiani che lavorano il ferro, che usano come area di transito l'area all'aper-to del Campo Boario; comunità polacca: vivono nell'ex vivaio e lavorano in un vivaio fuori dall'area; comu-nità rumena: presenti da un paio di anni, venuti successivamente ai polacchi, collaborano in parte con gliallevatori dei cavalli; comunità senegalese: alcuni di loro sono radicati qui da molti anni, si trovano nellepensiline nel lato Nord del recinto e a fianco dell'ingresso Evest al Campo Boario; comunità araba: trasferi-tasi di recente (alcuni di loro dormivano sotto il ponte) si trova nelle pensiline sul lato nord del recinto; ilcentro anziani; una palestra (che ha ospitato un campionato di fitness); aule didattiche dell'Università RomaTre; Comune di Roma, Dip. VII Politiche della mobilità e trasporti - Segnaletica stradale; la moglie dell'exguardiano; il guardiano; il pugliese; Haan; nonna Chicca ...

3. I progetti di trasformazione e il contesto territoriale

3.1 I progetti sull’area

Il mattatoio una calamita di progetti. Dalla dismis-sione ad oggi diverse iniziative si sono concentratesull’area, la prima in ordine di tempo riguarda glistudi effettuati nel 1976 dalla prima giunta di sinistraall’interno della politica di recupero degli insedia-menti ottocenteschi delle aree centrali. Le ultime inordine di tempo vedono: il Progetto di Recupero exmattatoio di RpR (maggio 1996), gli Accordi di pro-gramma tra Comune, Provincia, Regione e universitRoma Tre (giugno 1993, luglio 1997, settembre1999) e il Piano di assetto per il riuso del mattatoio(gennaio 2000). L’incarico a RpR per uno "studio difattibilit tecnico, economico-finanziario, legale,societario" per il riuso dell’area, denominatoProgetto di Recupero ex mattatoio, che prevedevaun uso privato del mattatoio, oggi superato . Gliindirizzi "strategici" del Comune a RpR prevedevanoil recupero ed il riutilizzo con la finalit di definire:"soluzioni tecnico-economiche; forme di realiz-zazione e gestione; schemi di atti per la realiz-zazione". Di questo progetto rimangono i rilievi del-l’intero complesso edilizio. Gli accordi di programmacon l’universit sull’area sono tre. Allo stato attualesono assegnati all’universit 25.000 mq (e 138.000mc) provvisoriamente (per tre anni) perch in sede diPiano di recupero saranno meglio definite le aree egli immobili. Il Piano di assetto per il riuso del matta-toio prevede la localizzazione nel mattatoio di luoghiper la cultura e l’universit . Sono confermati nelprogetto gli Accordi di programma esistenti e quelliprevisti. Il progetto, approvato in giunta e ora alvaglio del Consiglio comunale, presenta alcuniaspetti innovativi, rispetto alle passate decisionidella giunta, prevedendo una prevalenza di funzioni"pubbliche" e "culturali" sull’area. Alcuni aspetti delPiano appaiono ancora non risolti. Sono generiche lefunzioni previste (ad esempio il centro di produzioneculturale giovanile di importanza europea, associ-azioni e servizi, eccetera) e non chiara ladefinizione della loro natura pubblica o privata.Altrettanto indefinite sono le forme prescelte di ges-tione e di realizzazione del progetto. Infine, pocorilievo dato alle attivit culturali autoprodotte cheattualmente si svolgono sull’area. Una ulteriore con-siderazione riguarda la distribuzione delle funzioniprevista dall’Amministrazione dove in alcuni casi leparti ad uso pubblico e semi pubblico sono aggre-gate in forma non integrata tra loro all’interno del-l’area.Nel progetto non sono presenti valutazioni sulletrasformazioni urbanistiche, sociali ed economiche

che funzioni di rilievo come quelle universitarieimporrebbero all’area. In considerazione degli incre-menti di cubatura per circa 54 milioni di mc, di cuialmeno 22 milioni per funzioni non residenziali , pre-visti dal nuovo Piano regolatore della citt di Roma sipotrebbe valutare una diversa localizzazione dialcune delle funzioni inserite nel Piano.

3.2 Il contesto di trasformazione

L’ambito territoriale della via Ostiense e del quartiereTestaccio stato a lungo caratterizzato per la pre-senza di industrie e di societ erogatrici di servizipubblici. L’ambito stato identificato comunementequale quartiere industriale della citt , dove eranopresenti forti coscienze sociali e operaie. Testaccio,chiamato per secoli "prati del popolo romano", fuoggetto di progetti di espansione della citt sin dal-l’unit d’Italia. La realizzazione del quartiere popo-lare, industriale e operaio avviene a partire dal 1883e si conclude nel 1919 con l’intervento del Istitutocase popolari in sostituzione dell’imprenditoria priva-ta. Per lungo tempo rimane un quartiere senzaurbanizzazioni e servizi con un affollamento elevato(4,8 abitanti per stanza). Con il suo completamentoinizia anche l’espansione verso Sud con villini, inten-sivi e poi a partire dal 1925 con il quartiere giardinodella Garbatella. Le infrastrutture dell’area furonorealizzate nella prima met del XX secolo: negli anniDieci entrarono in funzione le prime fabbriche, gliimpianti erogatori di servizi e la stazione diTrastevere; negli anni Venti furono sistemati gli argi-ni del Tevere e costruita la ferrovia Roma-Lido; neglianni Trenta venne realizzata la stazione Ostiense, lametropolitana e i principali servizi pubblici, come adesempio l’ufficio postale realizzato dall’architettoLibera. Venuta meno negli ultimi decenni la presen-za di industrie, l’area stata caratterizzata dall’impo-nente patrimonio edilizio dismesso. I numerosi prog-etti redatti dai privati e dal Comune non sono riuscitia modificarne lo status quo. Il quartiere di Testaccionel frattempo ha subito dei cambiamenti nel suo tes-suto sociale divenendo, da quartiere operaio, unquartiere con prevalenza di giovani e studenti.Questo ha inciso anche sulla domanda dei servizinel quartiere che ha visto sviluppare il settore cultur-ale e del tempo libero divenendo un punto di riferi-mento per la vita notturna giovanile. Attualmente ilComune di Roma impegnato a realizzare ilProgetto urbano Ostiense-Marconi ed ha in corso didefinizione il Piano di assetto per il riuso del matta-toio. Il mattatoio stato inserito nel "contesto" delProgetto urbano, il quale prevede interventi di recu-pero edilizio con spazi pubblici sulle due rive del

Tevere che saranno collegate da un nuovo pontepedonale (ponte della Scienza). Il quadro generaledel progetto ruota intorno alla costruzione nell’areaOstiense dell’universit di Roma Tre. Sono previsteinoltre: attivit espositive, come il museo dellaScienza, il museo laboratorio di arte contemporaneae la centrale Montemartini; la biblioteca centrale del-l’universit Roma Tre, le strutture didattiche e di for-mazione; attivit culturali e di spettacolo, quali adesempio il teatro India. L’ambito, inoltre, si caratter-izzer , nelle previsioni del Comune, quale sistemanaturalistico-ricreativo-culturale, con piste ciclabililungo il parco Tevere Sud, giardini e l’Orto Botanicodella universit Roma Tre.

4. Gli elementi di analisi

4.1 Gli strumenti urbanisticiIl grande complesso del mattatoio costituisce unosnodo strategico che, da un punto di vista ambien-tale e urbanistico, mette in collegamento il sistemalineare del Tevere e il sistema verde trasversale che,dal parco della Resistenza, attraverso il parco dellaPiramide Cestia e i due cimiteri, costeggiando leMura della citt , si sviluppa fino al Monte Testaccio.Non a caso fino al 1975, anno della completa dis-missione del complesso, se ne programm lademolizione "per estendere il sistema verde delParco della Resistenza, dei due cimiteri, del Montedei Cocci e dell’area ex campo di Roma, allora comeoggi, occupata dalle baracche artigianali." Ma pro-prio in quegli anni, il comitato di quartiere, insiemeall’allora assessore alla cultura Renato Nicolini sipose come antagonista alla proposta di demolizione,affermando che "’i padiglioni dell’ex mattatoio, attrez-zature collettive di un parco che dal Parco dellaResistenza raggiunge il Foro Boario, debbonoservire, non solo Testaccio, ma il porto fluviale,l ’Ostiense ." Questa visione tutt’ora attuale e non se ne pu pre-scindere in un progetto di riorganizzazione e riusodegli spazi del Foro Boario.Il Piano regolatore generale (Prg) destina l’area delmattatoio, dopo la variante generale al piano del1979, prevalentemente a zona N ed in parte a zonaC . Questa destinazione stata confermata succes-sivamente da tutte le scelte urbanistiche effettuatedal comune di Roma sino al Piano delle Certezzeadottato nel 1997. Solo successivamente con ilProgetto di Recupero ex mattatoio di RpR, si inizia-to a ipotizzare un cambiamento di destinazione dellezone urbanistiche: con la bozza del nuovo Prg azona A , con il Piano di assetto per il riuso del mat-tatoio a zona M1 . Queste ipotesi sollecitate "sia perla consistenza edilizia delle preesistenze storiche,

Prg del comune di Roma in scala 1 a 20.000

Legenda del Prg Progetto urbano Ostiense Marconi Mobilit - Zonizzazione - azioni

sia per le ampie possibilit di riuso in coerenza conla tipologia architettonica e con le aggiornate esi-genze della domanda sociale" appaiono superate,visto che le ultime esperienze internazionali enazionali nel campo del riuso spingono verso lacoesistenza delle attivit di produzione e fruizioneculturale con le aree verdi di rilevanza urbana . E’infatti assai conservatrice la posizione culturale dichi ancora oggi vede le aree di valore storico e ambi-entale come "limitate all fruizione del verde e allapercezione passiva di preesistenze archeologiche" .Il mantenimento della destinazione a verde assumemaggiore rilevanza se l’area complessiva del matta-toio valutata nel suo ruolo urbano, da un lato,quale caposaldo e punto di accesso del parco delTevere e, dall’altro lato, quale raro punto interno allemura Aureliane dove realizzare un parco accessibilecon la mobilit su ferro (anello ferroviario e linea Bdella metropolitana). Il mantenimento della desti-nazione a zona N nel Foro Boario sarebbe, inoltre,garanzia della localizzazione nell’area di funzionipubbliche o di rilevanza pubblica anche in futuro,mentre ipotizzabile la destinazione a M1 per ilcomplesso del mattatoio. E’ prevista una delibera diindirizzi al Sindaco per un Accordo di programma perla variazione delle destinazioni urbanistiche e ladefinizione del Piano di assetto per il riuso del mat-tatoio. L’accordo di programma, caratteristico stru-mento del "planning by doing", priva i cittadini e leassociazioni dal poter partecipare alla confor-mazione degli strumenti urbanistici generali e attua-tivi elidendo la possibilit efficace di osservazioni eopposizioni al piano.

4.2 La mobilit

Il mattatoio ha ospitato in questi anni molteplici"happenings" con forte impatto urbanistico sulquartiere di Testaccio. Il traffico privato nell’area, sianelle ore diurne, che in quelle notturne, presenta gii sintomi della congestione nei flussi e nei parcheggi.Il quartiere servito dal servizio delle autolineeurbane su gomma, in modo diffuso, dalle lineetramviarie sul margine NordEst (via Marmorata) edesternamente al perimetro del quartiere dalla lineadella metropolitana B, attraverso la fermataPiramide, dalla ferrovia nazionale e regionale attra-verso le stazioni Ostiense a Est e Trastevere aOvest. La distanza delle stazioni menzionate dalmattatoio varia da 2 a 3 Km. L’accessibilit poten-ziale dell’area notevole e in prospettiva con il com-pletamento del sistema ferroviario regionale e del-l’anello ferroviario intorno a Roma lo sar ancora dipi . Nella trasformazione dell’area si dovr favorirel’accessibilit con modalit di trasporto pubbliche e

alternative. Le funzioni che saranno insediate con ilrecupero del mattatoio dovranno confrontarsi con lacongestione veicolare presente e con le forti poten-zialit del sistema pubblico su ferro. Nelle ipotesi ditrasformazione, prevedendo funzioni di grande richi-amo, si dovr da un lato provvedere ad aumentarel’offerta di parcheggi pubblici e, dall’altro lato,prevedere una stazione intermedia tra quelle diOstiense e Trastevere a diretto servizio del matta-toio, del quartiere di Testaccio e dell’accesso alparco del Tevere. Inoltre, dovrebbero essere previstipercorsi ciclabili protetti in direzione di Ostiense,Testaccio, Marconi e Trastevere. La grande esten-sione delle superfici a parcheggio presenta un ris-chio da valutare nell’elaborazione del progetto: il ris-chio di un ulteriore isolamento tra il mattatoio ed iquartieri limitrofi, con ampi spazi di superfici che inalcune ore del giorno si trasformano in "territorio dinessuno" .

4.3. Gli aspetti archeologici e storici

Il rione Testaccio occupa l’ampia pianura sulla rivasinistra del Tevere, che si estende tra il ColleAventino e l’ansa che il fiume descrive nel tratto traponte Sublicio e il complesso del mattatoio.Di forma romboidale, ha il suo vertice, a nord, inpiazza dell’Emporio ed delimitata da viaMarmorata, porta S. Paolo, le mura Aureliane neltratto tra la Piramide Cestia e il fiume, il lungotevereTestaccio. Prende il nome, il nostro rione, da quellacollinetta artificiale, il Monte Testaccio appunto, - datesta (coccio), quindi "Monte dei cocci" - formatasiper il progressivo accumularsi, a partire dal II sec.a.c., delle anfore rotte, esito degli intensi trafficilegati a quello che per secoli fu lo scalo fluviale diRoma.Il porto (emporium) era ampiamente dotato di instal-lazioni portuali, magazzini e depositi annonari (hor-rea), mentre alle sue spalle si estendeva il vastocomplesso della porticus Aemilia, disposta parallela-mente al Tevere, quale troviamo rappresentata nellaforma Urbis, pianta marmorea di Roma di et severi-ana di cui ci sono pervenuti numerosi frammenti.Resti della porticus, in opera incerta di tufo sono tut-tora visibili nei pressi di via Florio.La stessa via Marmorata deve il nome a questa des-tinazione di scalo merci che tutta l’area ebbe persecoli, poich qui venivano depositate ingenti quan-tit di marmi che affluivano a Roma, sia via mare siavia terra, da varie parti dell’impero. Sempre a viaMarmorata, sul lato che costeggia il colle Aventino inprossimit di piazza dell’Emporio, sono visibili i restiin laterizio dell’arco di S. Lazzaro, che immettevanell’area dell’emporium, cosi detto nel Rinascimento

per la presenza li a fianco di una piccolacappella dedicata a quel santo.Ma il monumento pi singolare del rione edella citt stessa e certamente la PiramideCestia, costruita alla fine del I sec.a.c. perfungere da sepolcro di Caio CestioEpulone, pretore, tribuno della plebe emembro del Collegio dei Septemviri epu-lones al tempo di Augusto.Con la costruzione delle Mura Aureliane(271-275 d.C.), tutta l’area di Testaccio,che cadeva al di l delle cosiddette mura"Serviane" (in realt , del IV sec.a.c.), fucompresa nel nuovo sistema difensivodella citt . Anzi, la stessa Piramide Cestiane divenne un baluardo.Nell’area antistante il Monte dei cocci sitenevano nel Cinquecento nella domenicadi carnevale, i "giochi di Agone eTestaccio", che vedevano impegnati alcunigiovani prestanti, uno per rione, in un cru-ento combattimento contro diverse coppiedi maiali, che costituivano le prede. Tutti,uomini e animali, erano infiocchettati dinastri in cui dominava il colore rosso cuipoi si aggiungeva l’acre odore del sangue.Al culmine della lotta, venivano liberatidalla sommit del monte tredici tori infu-riati, anch’essi infiocchettati e inghirlandatidi rosso. Un lauto banchetto, infine, con-cludeva i giochi.Lungo le mura Aureliane nella parte inter-na alla citt , si venuto sviluppando, findagli inizi del Settecento, il cimitero degliacattolici, in cui tra gli altri sepolti person-aggi illustri, quali i poeti inglesi Keats(morto nel 1821 ) e Shelley (mortonel1822), l’unico figlio di Goethe (morto

nel1830), il filosofo Antonio Labriola(morto nel1904), l’uomo politico AntonioGramsci (1937), che fu tra i fondatori delPartito Comunista d’Italia.E’ a partire per dal 1879 che il rioneTestaccio viene assumendo il suo aspet-to attuale, connotato da un’edilizia popo-lare "decorosa", dalla costruzione delMattatoio (1888-90, arch. GioacchinoErsoch), dalla sistemazione della piazzadi Testaccio (1905), che accoglie uno deipi grandi e pittoreschi mercati rionali. Inquesta stessa piazza, in origine, era sis-temata la fontana delle anfore (1926,arch. Pietro Lombardi), poi trasferita apiazza dell’Emporio. Funzionale alMattatoio era la vasta area del CampoBoario, a ridosso delle Mura Aureliane,nella parte esterna alla citt in cuiavveniva il mercato del bestiame.Come non ricordare, infine, che al

Campo Testaccio, con le sue tribune di legno, sonolegati gli "eroici" esordi della Roma calcio?

4.4 Gli aspetti vegetazionali ed il paesaggio

Clima e suolo. Negli aspetti naturalistici dell’area "anche la citt [come il territorio extraurbano] carat-terizzata da determinate condizioni di clima e disuolo, dalle quali dipende in larga misura la presen-za e la distribuzione delle piante che vi si trovano. Ilclima di Roma di tipo mediterraneo temperatocaldo, con estati aride e inverni relativamente miti:cadono annualmente poco pi di 650 mm di pioggia,con una notevole riduzione rispetto all’inizio del sec-olo (erano oltre 800); il mese pi arido luglio, il pipiovoso ottobre. Le temperature annuali, sono, inmedia, di 15¡C, massimi in luglio-agosto, minimi ingennaio-febbraio". I suoli su cui sorgono il ForoBoario e il mattatoio, e quelli circostanti, sono di orig-ine alluvionale recente (Olocene), strettamente con-nessi con la presenza del fiume. E’ da ricordareinvece, che il Monte Testaccio (o dei Cocci), con isuoi 54 m. di altezza e 1 km di circonferenza, unacollina artificiale formata da testae, appunto, o cocci,frammenti di anfore usate per il trasporto delle mercie poi scaricati e accumulati in epoca romana. I cocci,grazie anche alla calce che era impiegata per farfronte agli inconvenienti della decomposizione dell’o-lio, hanno assunto nel tempo una sempre maggiorecoesione e stabilit .Vegetazione. La conoscenza del clima e dei suolidell’area sono la base per la comprensione dellavegetazione locale, quella che ci sarebbe in assenzadi disturbi esterni. E’ noto, infatti, che la vegetazioneattuale, in citt , il risultato di successive vicendeche hanno a che fare soprattutto con le attivitumane e lo sviluppo urbano. Infine si devono ram-mentare i cambiamenti climatici avvenuti in passato."Gli aspetti della flora naturale sono [ancora] rinveni-bili nelle aree archeologiche, [o quelle di risulta e/oin stato di abbandono] nelle quali si sono per ovvieragioni rifugiate le specie spontanee, mescolate atutte le altre esotiche, avventizie, naturalizzate. Masi tratta di piante prevalentemente erbacee e arbus-tive, gli alberi sono confinati altrove. Essi si trovanolungo le sponde del Tevere, in prevalenza nei trattiprivi di argini ( ).( ) i boschi ripariali riesconoancora a svilupparsi, anche se al contingente origi-nario di salici, pioppi e, pi raramente ontani, sonooggi associati i pioppi canadesi, i platani ibridi, gliailanti e le robinie." L’area del Foro Boario, con l’adi-acente Monte dei Cocci da una parte, e il corso delfiume dall’altra, presenta aspetti vegetazionali e pae-saggistici molto interessanti. Si tratta, infatti, di uncontesto particolarmente indenne dagli intensi usi

che nella citt consolidata rendono la vita delle piante difficoltosa. Gli elementi che locaratterizzano sono in sintesi: a) la peculiarit del monte dei cocci, per secoli discar-ica di laterizi e poi area di libera riconquista della vegetazione, da cui si gode uno spe-ciale punto di vista panoramico sulla citt ; b) il canale verde del Tevere, che costitu-isce un ambiente preferenziale per lo sviluppo di piante e la vita degli animali; c) irecinti e gli edifici del mattatoio per decenni abbandonati all’incuria in costante attesadi nuove destinazioni, terra di riconquista di una preziosa e tenace vegetazione spon-tanea; d) infine i vicini binari della ferrovia che, grazie alla quasi totale assenza dimanutenzione, rappresentano anch’essi un luogo ideale per la crescita di suggestiveforme di vegetazione erbacea pioniera, di riconquista. Le specie erbacee e piccolearbustive, cosiddette infestanti, assumono in questo contesto un loro interesse in sin-tonia con un paesaggio urbano di margine. Si tratta di specie "( ) capaci di resistereall’intenso calpestio e ai forti sbalzi di temperatura e umidit , ( ) [con] elevata pro-duttivit ( ) [poich ] hanno, come necessit primaria, quella di riuscire a insediarsi,svilupparsi, competere e riprodursi, prima che intervengano il giardiniere, la ruspa, ilcalpestamento." Si rilevano atre piccole forme di vegetazione, pi artificializzata: veg-etazione antropica, essenzialmente piante ornamentali attorno al monte dei cocci; il"parco della solidariet " forma sperimentale, opera del Villaggio Globale realizzato colcompostaggio degli escrementi dei cavalli; l’ex vivaio che presenta piante ornamen-tali miste a vegetazione spontanea. Infine vale la pena accennare all’importante ruolostrutturante svolto dai viali alberati che circondano l’area. Essi rappresentano "( ) iltipo di assetto viario ottocentesco per definizione ( ) [in cui] l’alberata viene a costi-

tuire, all’interno del sistema edificato, sostanzial-mente omogeneo, direttrici gerarchicamente domi-nanti e quindi la possibilit di una lettura strutturata.Le specie pi frequenti nelle alberate romane sonoproprio quelle presenti attorno all’area del mattatoio:il platano, soprattutto sui lungoteveri, potato in unmodo da avere rami ricadenti sui muraglioni, il lec-cio, specie molto resistente al piombo presente nellesostanze inquinanti dell’aria, il pino ad ombrello o dapinoli che, tra l’altro, si identifica con lo skyline carat-teristico delle Ville storiche romane e delle vie con-solari extra moenia . Cenni sulla fauna. "Contrariamente a quanto sipotrebbe pensare, gli ambienti ( ) delle grandi citt ,ospitano una fauna estremamente varia ( ). I centriabitati ( ), offrono una molteplicit di biotopi, partedei quali ricorrenti e ben delimitati, con caratteris-tiche peculiari (abitazioni, magazzini, giardini, fogneecc.), parte invece mal delimitati ed occasionali, concaratteristiche variabili (incolti, acque superficiali,ecc.). Ognuno di questi biotopi, inoltre, a sua voltaformato da diversi micro-habitat ( ), si forma cosun vero e proprio ’mosaico ecologico’, ( ), nel qualepossono insediarsi numerose forme di vita." Le zoneedificate, con le aree ruderali e archeologiche e lestazioni ferroviarie, costituiscono l’ambiente pi fre-quente in citt . "( ) possibile rinvenire il geco,( ), si pu osservare anche la lucertola muraiola,( ). Un discreto numero di uccelli legato all’ambi-ente edificato, in particolare agli edifici pi vecchi oagli antichi manufatti, ( ), dove possono trovare sitiadatti al riposo e alla riproduzione." Le aree verdi,poi, specialmente le pi estese, e quelle inserite inun sistema di aree a contatto tra loro, costituisconoambienti preferenziali per la vita animale. Le zoneumide costituiscono, infine, il terzo ambiente urbanoche caratterizza la vita della fauna a Roma, e rapp-resentano con il Tevere, un’importante via di sosta edi migrazione per gli uccelli. Menzione meritanoinfine le colonie, numerose, di ratti e topi e lenumerose variet di insetti .

5. Il tema e i criteri di intervento

5.1 Il tema

I progetti dell’Amministrazione e delle associazioniculturali riunite nel Laboratorioboario sono concordinel proposito di realizzare un grande spazio pubbli-co, una piazza, all’interno del Campo Boario. Altempo stesso le attivit svolte dalle associazionirichiedono la predisposizione di manufatti per attivitpermanenti ed effimere sia al coperto che all’aperto.Questi due temi sono gli oggetti del concorso che ilconcorrente potr sia trattare insieme sia singolar-

mente.Il riconoscimento da parte dell’Amministrazione delvalore delle attivit culturali e sociali che si svolgonosull’area, il successo di pubblico delle iniziative chenel Foro Boario e nel mattatoio hanno avuto sede, egli accordi istituzionali intercorsi, in questi ultimianni, delineano un nuovo scenario per il recuperodell’area e sulle destinazioni funzionali da inserirvi. Aquesto proposito utile citare l’ordine del giornovotato dal Consiglio comunale per il recupero delmattatoio nel rispetto della "vocazione interculturaleassunta" e con il coinvolgimento nella gestione del-l’associazionismo di base e di organismi no profit.

5.2. I criteri di intervento

Il perimetro del concorso comprende il Foro Boario,ma i concorrenti possono individuare un perimetropi ampio di inquadramento paesistico e urbanisticodel progetto. Gli aspetti che con il concorso siintende perseguire sono:- la progettazione degli spazi aperti quali spaziurbani aperti alla cittadinanza che consentano l’inte-grazione delle realt locali con quelle del contestoterritoriale;- la creazione, legata alla specificit associativa, diluoghi di produzione, consumo, formazione,accoglienza, gioco, incontro delle culture presenti,italiane e straniere.Nella predisposizione degli spazi aperti sono da con-siderare anche le relazioni con il fiume e il monteTestaccio. L’idea progettuale deve rispondere consoluzioni che tengano presenti le relazioni urbanecon i quartieri di Testaccio (Nord), Marconi (Ovest) eOstiense (Sud). Particolare attenzione deve essereposta al tema dell’accessibilit attraverso percorsipedonali, piste ciclabili, strade carrabili e su ferro.Assume quindi particolare interesse tra i temi prog-ettuali per i concorrenti la realizzazione di una nuovastazione di accesso all’area.I "materiali" con cui lavorare per unire le parti di cittseparate dal mattatoio sono il verde lungo il Tevere,le mura, gli assi viari principali e la "grande piazza"verde del Foro Boario, prestando attenzione agliaspetti ecologici, vegetazionali e ambientali attraver-so il riciclaggio dei materiali, la bioedilizia e lepiantumazioni. L’ipotesi di un "parco a tema", chiuso in se stesso, stata scartata per privilegiare il ruolo di connessionetra funzioni diverse sul territorio dell’area di progetto.Il concorso si propone come obiettivo la formazionedi un territorio a "bassa densit " dove si integrino laricreazione, la ricerca e la produzione culturale conl’abitare dei vicini quartieri di Testaccio, Ostiense eMarconi. Il Campo Boario deve essere inteso quale

spazio aperto all'interno del quale sono presentiattività durante tutte le ore del giorno. La flessibilitàrichiesta, in termini di usi e tempi di realizzazione,porta a sviluppare una particolare attenzione per gliattraversamenti all'interno del Campo Boario intesicome ingressi, percorsi e nodi di relazione. Ambiti di intervento:· lo spazio aperto, il Campo Boario vero e proprio. Iltema da affrontare è quello di uno spazio pubblicocontemporaneo flessibile, con molteplici attivitàlegate alla cultura, alla accoglienza, alla formazionee alla convivialità. Un parco di tre ettari come luogodi incontro e snodo del tessuto connettivo verde checollega attraverso il fiume e le mura i quartieri diOstiense, Testaccio e Marconi;· i manufatti esistenti del Foro Boario; è libero il temadi intervento tenuto conto dei principi ispiratori delconcorso e delle potenzialità di "autorecupero" deimanufatti edilizi delle associazioni; altrettanto impor-tante è il tema delle architetture effimere da inserirenello spazio del Campo Boario per l'adempimento diattività e funzioni all'aperto; · il contesto, affrontando il tema dei legami, percorsie relazioni di sorta con ciò che circonda il CampoBoario. Rammentiamo il progetto del Comune diRoma per un ponte pedonale sul Tevere che collegale due sponde del "parco" Ostiense. Inoltre potràessere sviluppata l'ipotesi che preveda la realiz-zazione di una fermata della linea su ferro che aff i-anca il complesso.