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INTERNET: www.mariabolognesi.it E-mail: [email protected] Sped. Stampe in A.P. Comma 20/c Art. 2 Legge 662/96 - Aut. Filiale Rovigo - Trimestrale PERIODICO DEL CENTRO MARIA BOLOGNESI ATTORE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DELLA SERVA DI DIO MARIA BOLOGNESI ANNO X N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2001 Buon compleanno vita! Il compleanno della Serva di Dio Maria Bolognesi che celebreremo il prossimo 21 ottobre ci offre lo spunto per un breve viaggio alla scoperta del senso del nostro esistere Decreto della Congregazione delle Cause dei Santi sulla validità del Processo Informativo Diocesano sulla vita, le virtù e la fama di santità della Serva di Dio Maria Bolognesi, chiuso l’8 luglio 2000 - pag. 9 - Tempio B.V. del Soccorso - “La Rotonda”- Rovigo Sabato 20 ottobre 2001 ore 10.00 vigilia del 77° anniversario della nascita di Maria Bolognesi S. Messa per chiedere alla SS. Trinità la glorificazione della Serva di Dio

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PERIODICODEL CENTRO MARIA BOLOGNESIATTORE DELLA CAUSADI CANONIZZAZIONEDELLA SERVA DI DIOMARIA BOLOGNESI ANNO X N. 3

LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2001

Buon

compleanno

vita!

Il compleannodellaServa di DioMaria Bolognesi che celebreremoil prossimo21 ottobreci offre lo spuntoper un breveviaggioalla scopertadel sensodel nostro esistere

Decretodella Congregazione delle Cause dei Santi

sulla validità del Processo Informativo Diocesanosulla vita, le virtù e la fama di santità della Serva

di Dio Maria Bolognesi, chiuso l’8 luglio 2000- pag. 9 -

Tempio B.V. del Soccorso - “La Rotonda”- Rovigo

Sabato 20 ottobre 2001 ore 10.00vigilia del 77° anniversario della nascita di Maria Bolognesi

S. Messaper chiedere alla SS. Trinità la glorificazione della Serva di Dio

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2 FINESTRE APERTE

egali, tanti regali, musica,amici e la torta, con le candeline.

Scenario di un compleanno dafesteggiare, ma per ogni cristianol’anniversario della propria nascitadeve rappresentare qualcosa di più.

Un inno alla vita.Soprattutto ai nostri giorni in cui

si gioca con la morte e si annienta ilmiracolo della procreazione con unapillola.

La vita non è un gioco, è undono, e se avessimo stampata sullapelle l’etichetta di produzione cisarebbe sicuramente scritto MADEIN PARADISO; perché siamo fruttodella creazione di Dio ed ognuno dinoi è un “pezzo” originale.

Da capolavori anche se con inostri difetti, dobbiamo cercare diaffrontare la vita come “cristofori”,portatori di Cristo, in ogni nostrascelta.

Così ogni nostro anno di vita èun importante appuntamento perringraziare nostro Padre, oltre che inostri genitori, che con il Battesimohanno aperto per noi il camminoverso “una vita nuova”, quando

ancora non sapevamo camminare.Non importa che “tappa” stiamo

raggiungendo, se la smania deidiciott’anni per sentirsi “grandi” ose si affrontano gli “anta” un po’spaventati dalle rughe: la nostra esi-stenza è preziosa.

Se chiudiamo un attimo gli occhie proviamo ad immaginare di essereancora nel grembo di nostra madre,ci sentiremo protetti. Questa è lastessa sensazione che ci può dare lanostra fede, perché “Dio ha in manol’anima di ogni vivente e il soffio diogni carne umana”.

Ogni vita, dal momento del con-cepimento fino alla morte, è sacra,perché è stata voluta per se stessa adimmagine e somiglianza di nostroPadre.

Ricordate quando GiovanniBattista, ancora nel grembo di suamadre Elisabetta, sussultò al salutodi Maria, riconoscendo in lei lamadre di Gesù?

Noi abbiamo costantementesotto gli occhi il miracolo della vita,ma non dobbiamo mai considerarlo“scontato”.

Nessun bambino nasce per casoe nessuno muore per nulla.

La vita, oltre che un miracolo, èun mistero, e come tale non dobbia-mo avere la presunzione di capireciò che appartiene solo alla mentedivina.

Il compleanno di Maria Bolo-gnesi, anche se lo festeggia con unatorta di nuvole invece che di panna,ci offre uno spunto di riflessione.

Forse un giorno è poco perfesteggiare una nascita, meglio farloanche durante gli altri trecentoses-santaquattro giorni di “non com-pleanno”.

Non servono festoni e pallonci-ni: basta amare la vita, rispettandolae impiegandola al meglio.

Mentre spegne le sue 77 candeli-ne, preghiamo Maria di proteggeretutti i bambini perché possano cre-scere sereni; di illuminare ognidonna perché nessuna viva mai lagravidanza come un evento “indesi-derato”; e di vegliare su ognuno dinoi.

Ma non può mancare un regaloper la festeggiata: la nostra volontàdi vivere come figli di Dio, innamo-rati della vita!

SETTANTASETTE CANDELINEPER MARIA

La festa per la Serva di Dio si tramuti in celebrazione quotidianadel miracolo dell’esistenza

- di Ludovica Mazzuccato -

R

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3FINESTRE APERTE

pesso siamo portati a vivere ilBattesimo come una tradizio-

ne, ma in realtà si tratta di unSacramento, espressione pura ditutto l’amore che Dio nutre pernoi. Egli per primo prende l’ini-ziativa, prima ancora che gliuomini sappiano amarlo, il Padreli ama e li chiama a diventare suoifigli, fratelli di Gesù, dimora delloSpirito Santo.

È proprio il Battesimo, proget-to di Dio rivelato e portato a com-pimento da Gesù, che rende gliuomini figli adottivi del Padre.

Chi riceve il Battesimo parteci-pa alla Pasqua di Cristo: con lui èsepolto nella morte e con lui risu-scitato, nel segno dell’acqua enella potenza dello Spirito Santo.

Un vero e proprio “passaggio”dalla morte del peccato alla vitanuova!

Un passo del Vangelo diGiovanni ci aiuta a capire meglioquesta necessità di rinascere.

Gesù disse: “In verità, in veritàvi dico, se uno non rinasce dall’al-to, non può vedere il regno diDio”. Gli disse Nicodemo: “Comepuò un uomo nascere quando èvecchio? Può forse entrare unaseconda volta nel grembo di suamadre e rinascere?”. Gli risposeGesù: “In verità, in verità vi dico,se uno non nasce da acqua e daSpirito, non può entrare nel regnodi Dio. Quel che è nato dalla carne

è carne e quel che è nato dalloSpirito è Spirito” (Gv 3,3-6).

Ecco dunque che il Battesimorappresenta l’inizio del camminodella vita cristiana e offre ad ognibambino la paternità in Dio e unafamiglia nella Chiesa.

Per i genitori è quindi unaresponsabilità rendere partecipi ipropri figli del dono della fede.

Dare il nome ad una persona èriconoscere la sua esclusiva iden-tità, infatti ogni bambino e ogni

bambina sono chiamati ad essereciò che nessun’altra persona è maistata e nessun’altra persona sarà.

Perciò ogni volta che si celebraun Battesimo è festa per tutta laChiesa e non solo per i parenti: lacelebrazione del rito battesimaleesprime la gioia della risurrezionee il simbolo di un futuro per laComunità.

Altrettanto importante la figura

dei padrini e delle madrine chenon hanno il solo compito di sorri-dere quando si scattano le fotogra-fie. Ad essi viene chiesto diaccompagnare il bambino nellavia della fede con la loro testimo-nianza di cristiani, con la loro pre-ghiera e con le loro parole.

Così attraverso le formule diliturgia di “rinuncio” e “credo”,che saranno poi riconfermatedurante il Sacramento dellaCresima, i genitori, i padrini e tuttii presenti al Battesimo proclamanopubblicamente la loro professionedi fede, rinnovando le loro pro-messe battesimali che costituisco-no l’impegno nella lotta contro ilmale.

Quando il neo-battezzato vieneunto con il sacro crisma, diventaun altro “Cristo”, componente apieno titolo del popolo di Dio.

La veste bianca con cui si rico-pre il corpo del bimbo rappresentala trasformazione che misteriosa-mente è avvenuta in lui, perché,liberato dal peccato, è possedutodalla grazia di Dio.

La fede è come una fiamma, ilBattesimo l’accende ma poi ènostro compito alimentarla.

Sarebbe bello che ognuno dinoi conoscesse la data del proprioBattesimo perché essa rappresentail nostro “compleanno” cristiano.

L.M.

S

Alla riscoperta del Battesimo: vero e proprio “passaggio” dalla morte del peccato alla vita nuova!

IL“COMPLEANNO”

CRISTIANO

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4 FINESTRE APERTE

VVIIVVEERREE DDIIEETTRROO LLAA GGRRAATTAALa vita è vocazione: sta a noi riconoscere il progetto originale che Dio ci ha consegnato

- di Chiara Bolognini -

A Lucia

La mia scrivania è il simbolo più evidente deldivenire e del mutamento che stravolge quotidiana-mente tutte le cose terrene, è la metafora del viag-gio, il segno della vita, che non è mai uguale a sestessa: libri, quaderni, fogli volanti, vocabolari,arrivano sul piano di legno, si fermano quel tantoche basta e poi ripartono per raggiungere il letto, ilpavimento o, nei casi migliori, la libreria.

Eppure, in tutto quel disordinee in quel continuo movimento, chein fondo un po’ mi assomiglia, daun po’ di tempo c’è qualcosa chemi capita continuamente sottomano, un segno che impone sem-pre la sua presenza come un faroin un mare in burrasca.

È un biglietto dai colori solaridisegnato da Suor Maria Rosa, lagrafica dell’Eremo di Lecceto(Siena), in cui è raffigurato Gesù che dona a unbambino, angelo di questa terra, un pezzo di pane;sotto al disegno il vangelo di Luca: “Questo è ilmio corpo che è dato per voi”.

Questo biglietto, che spesso uso come segnali-bro, esercita su di me un potere speciale, mi regalaogni giorno un po’ di respiro, mi fa abbandonareper un attimo il disordine delle mie carte e il tor-mento del mio cuore per assaporare la pace, lacalma, la certezza. Ogni volta torno a leggere ilmessaggio scritto sul retro, “alla mitica Bolo, com-pagna di tante cose, un abbraccio grosso e pieno diaffetto”, e ripenso alla “follia” che ha portato la miapiù cara compagna di classe a intraprendere la viadella clausura, entrando come postulante,nell’Eremo di Lecceto.

Ricordo quel 14 settembre, il giornodell’Esaltazione della Santa Croce, in cui assiemead altri amici e al prete della sua parrocchia ci diri-gemmo all’eremo per esserle vicini nel momentodel suo “ingresso” in monastero. Durante il viag-gio, che dalla nostra pianura ci portava alle collinedella Toscana, nel senese, cercai di parlare il più

possibile con i miei compagni d’avventura, intonaicon loro canzoni, raccontai esperienze vissute, perridere un po’, ma nulla riusciva a cancellare la lottache si stava consumando dentro di me, nei recessipiù profondi e ignoti della mia anima.

Continuavo a interrogarmi sulle ragioni di unascelta che portava la mia amica lontano dalla suafamiglia, dagli affetti più cari, dalle amicizie, dalleprospettive di lavoro, dalla possibilità di costruireuna famiglia, da tutto quello, insomma, che ritene-vo normale e che per me costituiva, e costituisce, la

“vera” vita.Se proprio voleva farsi

suora, mi ripetevo, perché non hascelto di aiutare i poveri comeMadre Teresa? A queste perples-sità si opponeva, però, la tranquil-lità, la pace, la certezza, la ferma eirremovibile convinzione cheavevo viste dipinte sul volto diLucia, sentivo che lei aveva deci-

so obbedendo ai comandamenti del cuore, era riu-scita a riconoscere il progetto originale che Dioaveva su di lei.

La chiave di lettura del conflitto che stavovivendo mi fu data quando varcai la soglia esternadel monastero, il portone d’ingresso, su cui è affis-sa una grande lapide di travertino che ammonisce ivisitatori con queste parole: “Illicetum vetus sanc-titatis illicium”. Passata di là, ebbi subito la sensa-zione di essere entrata in un mondo diverso e,ammaliata dalla rude e misteriosa bellezza dell’ere-mo, dai chiostri, dagli affreschi, avvertii il deside-rio di disporre l’anima alla pace.

Le monache agostiniane, che mi aspettavo tetree distaccate, ci accolsero con grande affetto, si fer-marono a parlare con noi raccontandoci la storia delmonastero, a illustrarci le “regole agostiniane”, chescandiscono la loro vita, e, poi, imbandirono pernoi un pranzo da occasione per consentirci di stareancora per un po’ accanto a quella che era stata la“nostra” e stava per diventare la “loro” compagnadi viaggio.

Il distacco, pur sempre molto doloroso, poteva

“Io sono

il pane della vita;

chi viene a me

non avrà più fame

e chi crede in me

non avrà più sete”.

(Gv 6,35)

(Continua a pagina 5)

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5FINESTRE APERTE

risultare accettabile in nome di una vocazione chenon potevo capire nel “mio mondo”, ma dovevorispettare, e sentivo stranamente di poter compren-dere, nell’ “altro mondo”, quello suggestivo e feli-ce dell’antico “covo di santità”.

Abbracciai la mia amica sapendo che la scelta diappartenere a due mondi “diversi”, la diversa rispo-sta a due diverse chiamate, avrebbe comportatosolo una separazione fisica: quando stringo fra lemani quel biglietto colorato so che lei sarà semprenel mio cuore e io nel suo.

In ossequio al decreto di Urbano VIII, si dichiara di non voler attri-buire a quanto di straordinario è narrato in questo giornale altra fedese non umana e di non voler prevenire il giudizio definitivo dellaChiesa, al quale la Redazione intende sottomettere in tutto il suo.

(Continua da pagina 4)

Vita per cui vive ogni cosa,

Vita che mi doni la vita,

per la quale vivo,

senza la quale muoio;

per la quale sono risorto,

senza la quale sono perduto;

Vita per la quale godo,

senza la quale sono tormentato;

Vita vitale, dolce e amabile,

Vita indimenticabile.

Dove – ti prego! – dove sei,

dove ti troverò

per morire a me stesso

e vivere in Te?

Siimi vicino con il tuo aiuto…

S. Agostino

... PRESENZA

Riflettiamo insieme“Basterebbe che l'impossibile fosse”

Albert Camus

La frase è di Albert Camus, uno dei grandi testimonidella nostra epoca, uno dei grandi interpreti delle mise-rie e delle grandezze dell'uomo. Un interlocutore privile-giato del cristiano. Le sue parole esprimono con forza ilgrande desiderio dell'uomo che non trova compimentonella visione umanistica di cui egli è un impareggiabilepresentatore.

Al fondo c'è l'immensa aspirazione dell'uomo, la suainvocazione alla trascendenza, il suo bisogno insoppri-mibile di arrivare alla felicità senza limiti né di spazio nédi tempo.

Uno stato di cose a cui rende testimonianza l'uomo inquanto tale, l'uomo di tutte le epoche e di tutte le cultu-re. "L'uomo sorpassa infinitamente l'uomo", aveva affer-mato Pascal. La sua intelligenza tende alla totalità del-l'essere, la sua volontà al bene in assoluto, la sua vita allapienezza dell'immortalità. Diciamo pure la parola: l'uo-mo aspira prepotentemente a essere come Dio, a essereDio.

Per questo le cose non gli bastano, lo lasciano insod-disfatto: il vuoto del suo cuore è troppo profondo perpoter essere riempito dai beni parziali e passeggeri chegli procura la vita. Non è solo la Scrittura a rendere testi-monianza a questa verità, che giace indistintamente nelcuore di tutti. La distrazione, il divertimento, l'alienazio-ne non fanno altro che rimandare il problema che, primao poi, sarà posto inesorabilmente sul tavolo della vita.Dalla vita non si fugge: l'uomo è condannato a darle unsenso, a ritrovare un significato che la rende leggibile eplausibile.

Ci sono risposte non sospette che interpellano ancoral'uomo di oggi, distratto e indifferente, diluito e sparpa-gliato nelle cose, refrattario ai problemi dello spirito echiuso ai richiami che vengono dal profondo e dall'alto.Potremmo ricordare Leopardi, Tolstoj, Pavese. Scrittoriperò che hanno misurato a fondo il dramma dell'uomolasciato a se stesso e che hanno scandagliato con forza epassione le insopprimibili esigenze e aspirazioni delcuore umano. Scrittori che fanno riflettere, che hannolasciato un segno nella storia del pensiero umano, chepossono indicare anche a noi le vie della ricerca e, alme-no in lontananza, le vie della scoperta.

L'effimero, il superficiale, l'insignificante non hannomai prodotto nulla di valido nella vita. E questa purtrop-po sembra la letteratura che oggi va di moda.

La frase di Camus è una tacita invocazione a Dio. Ilcristiano coglie questo sentimento di impotenza negliuomini che oggi lo circondano e prepara l'unica rispostacapace di dare un senso alla vita.

Poter dire con parole comprensibili ed efficaci chel'impossibile esiste, che ciò che non era possibile con lesole forze dell'uomo è diventato possibile con la forzamisericordiosa di Dio. Che l'incapacità dell'uomo è statariscattata dalla benevola e libera onnipotenza di Dio. Chela via giusta per arrivare alla soluzione è quella dell'u-miltà e della invocazione.

Giordano Frosini

Il Consiglio Direttivo ringrazia per le offerte pervenute afavore della Causa e delle opere della Serva di Dio.

Per offerte: Conto Corrente Postale 26145458

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6 FINESTRE APERTE

NNUUOOVVAA BBIIOOGGRRAAFFIIAADDEELLLLAA SSEERRVVAA DDII DDIIOO MMAARRIIAA BBOOLLOOGGNNEESSII

L’autore Padre Tito M. Sartori intervistato dalla d.ssa Chiara Bolognini

’esigenza di pubblicare unaseconda edizione è stata origi-

nata dalle osservazioni pervenute dapiù parti su vari aspetti del volumet-to. L’esigenza maggiormente sentitaconcerneva il desiderio di apprende-re molto di più di quello che venivaeffettivamente offerto, quasi che iltesto pubblicato fosse più uno stimo-lo a sapere che una risposta allabrama di conoscere. A tale richiestacorale, non ho ritenuto opportunodare riscontro per non intralciare, siapure involontariamente, il processodiocesano, influenzando indiretta-mente i testi non ancora ascoltati dalgiudice. Non ho pertanto ritenutoopportuno rimaneggiare ciò che eragià stato edito, pur valutandolo unaspecie di sommario, un indice, percosì dire, della non lunga e nemmenobreve vita di Maria Bolognesi.

Per quanto concerne il testo, lemodifiche sono state pochissime equasi tutte di ordine stilistico.Ritengo che tali cambiamenti sianodifficilmente riconoscibili ad una let-tura anche non superficiale, e cheessi siano, d’altronde, anche inin-fluenti sulla conoscenza dellaBolognesi.

La vera novità della nuova edizio-ne concerne l’approfondimento dellanatura dei fenomeni preternaturali,come la possessione demoniaca; e

soprannatura1i come le visioni misti-che. Per tali note, in parte presentianche nella prima edizione, ma con-finate alla fine del capitolo rispettivo,ci si è richiamati ad autori di consoli-data fama, come S. Teresa d’Avila, S.Giovanni della Croce, AdolfoTanquerey, Antonio Royo Marin,Corrado Balducci, Jordan Aumann,René Laurentin ecc., per dimostrareche l’interpretazione data non erafrutto di fantasia dell’autore, ma cheessa poggiava su dottrine solide,addirittura ancorate all’esperienza disanti canonizzati o allo studio seriodi persone esperte nelle varie mate-rie.

La fonte primaria della biografiadella Bolognesi sono i suoi scritti.Essi riguardano sia il diario che lelettere inviate da lei a varie persone.A proposito del diario, è impensabileche una persona, di cui si istruisce unprocesso di beatificazione, sia vissu-ta nella menzogna e abbia per tutta lavita ingannato le persone che la cir-condavano, tra le quali si dovrebbero

annoverare sacerdoti suoi confessorie direttori spirituali come donBassiano Paiato e i monss. RodolfoBarbieri, Adelino Marega e AldoBalduin! Si tenga presente che il dia-rio della Bolognesi è stato letto edesaminato dai primi tre, e che il quar-to si riservava di fare altrettanto, ma,come lui stesso disse a me, presodalla preoccupazione di vagliare ifenomeni mistici dopo aver consulta-to degli esperti, finì per autorizzarepraticamente la fine della scritturadel diario stesso, sia pure senzavolerlo. Quello della Bolognesi non èd’altra parte, un diario qualsiasi, per-ché in esso il rapporto tra mistica ecronaca, tra annuncio e verifica del-l’annuncio, è un fatto costante e sba-lorditivo. Finché uno non ha, nondico letto, ma studiato seriamente ildiario della Bolognesi, non potrà nécapirla nello snodarsi della vita, népretendere di emettere giudizi dialcun genere nei confronti di lei.Purtroppo, ciò è stato fatto sia duran-te l’esistenza della Bolognesi, siadopo sua la morte.

Le altre fonti concernono sia lelettere ricevute dalla Bolognesi, siale memorie rilasciate dai testimonioculari prima dell’inizio del processoe controfirmate dai loro parroci.Particolarmente importanti si sonorivelate queste ultime per documen-tare alcune situazioni legate alla pos-sessione demoniaca della Bolognesi.Tutta questa massa di documentazio-ne confluisce nel piccolo volume,pur non dando la minima apparenzadi esserne la struttura portante. Lasolidità della ricostruzione biografica- sempre nei limiti accennati -, stanell’essere fondata su documentiautentici risalenti sia alla stessaBolognesi, sia ai coprotagonisti dellasua umana vicenda.

L

Perché si è avvertita l’esigen-za di pubblicare una secondaedizione di “Maria Bolognesi.Vita Esperienze MisticheSpiritualità”? Quali cambia-menti sono stati apportatirispetto alla precedente ver-sione? Quali fonti sono stateconsultate e quali documentisono stati raccolti in vistadella stesura del volume?

(Continua a pagina 7)

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el testo citato leggiamo la formasuprema di espropriazione vis-

suta dalla Bolognesi. Il suo è unmodo eroico di rispondere alle esi-genze evangeliche. Deve tuttaviarimanere altrettanto chiaro, che lamodalità vissuta da lei, non è che lamodalità prescritta da Cristo per tutticoloro che vogliono essere suoidiscepoli. Dalla prima beatitudine: “Beati i poveri inspirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5, 3) alprecetto altrettanto universale: “Non chiunque mi dice«Signore, Signore!», entrerà nel regno dei cieli, macolui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt7, 21) l’invito ad espropriarsi della propria volontà percompiere la volontà del Padre, attraversa tutto il vange-lo, mettendo in risalto che lo stesso Gesù volle fare,sempre e comunque, esclusivamente la volontà del

Padre suo. Come Cristo si è espropriato della propriaper fare la volontà del Padre, noi tutti siamo esortati adespropriarci della nostra volontà per compiere unica-mente quella di Dio.

Se c’è una nota caratteristica da porre in rilievo nelcaso della Bolognesi, questa concerne la modalità del-l’abbandono, perché lei effettivamente è stata di unaobbedienza talmente assoluta da meravigliare coloroche vissero insieme con lei. Ciò meglio apparirà quandoverrà pubblicata la biografia completa della Bolognesi.

7FINESTRE APERTE

Il libro sulla vita di MariaBolognesi si divide in treparti: vita, esperienze misti-che, spiritualità. Potrebbeillustrarle brevemente perorientare il lettore?

Il libro è arricchito da unampio corredo di note, che pre-cisano e approfondiscono con-sentendo due piani diversi dilettura. Chi sono i principalidestinatari del volume? Conquale atteggiamento può acco-starsi all’opera anche chi nonha sentito ancora parlare dellaServa di Dio Maria Bolognesi?

Nel paragrafo intitolato “Modalità”, interno alla sezione dedicata allaspiritualità di Maria, si afferma uno dei concetti guida di tutto il libro:“la vita di Maria Bolognesi è la vita di una persona che si è come espro-priata. Questo esproprio costituisce la modalità del suo essere povero”.Alla luce di questa affermazione come può l’esperienza di Maria risve-gliare l’interesse del cristiano di oggi? Come può condurlo a spogliarsidi tutto ciò che non gli serve per scoprire l’autenticità della propriavocazione?

(Continua a pagina 8)

(Continua da pagina 6)

ome riferisce il titolo, la prima èla parte biografica, nella quale

si tracciano le linee fondamentalidella sua esistenza a Bosaro (RO) incasa Samiolo (1924-1930); aCrespino nella famiglia Bolognesi(1930-1946), e poi dai Piva (1946-1950); a Rovigo in casa Guerrato(1951-1955), successivamente nel1afamiglia di Novella Mantovani(1955-1966), poi insieme alla figliadi lei, Zoe, dapprima in via Mazzini(1966-1970) e da ultimo in via G.Tasso, 49 (1970-1980), dove Maria sispense.

Nella terza parte si dà un’ideaapprossimativa della spiritualitàdella Bolognesi. Questa terza parte èprobabilmente la più 1acunosa equella che dovrà essere maggiormen-te approfondita in sede processuale,per metterne in risalto l’importanza eil carattere di universalità. Con que-st’ultimo cenno, intendo riferirmi aduna esperienza interiore che tuttipossono vivere, sia pure con moda-lità e in ambienti sociali diversi, per-ché ciò che ha compiuto la laica e lamaterialmente povera Maria Bo-lognesi, può essere imitato sempre ecomunque da tutti. Nella Bolognesi èschiacciante la dimostrazione di unafede inattaccabile, assoluta, in Dio enella Chiesa, uno zelo per la salvez-za della anime inimmaginabile inuna persona come lei, una venerazio-ne per i sacerdoti e una preoccupa-zione della loro santità di vita maivenuta meno.

Nella seconda parte vengono esa-minati sommariamente le grandilinee della vita mistica vissuta dallaBolognesi ad iniziare dal fidanza-mento spirituale (1942-1955) fino aconcludersi con le nozze mistiche(1955-1980), comprendendo in que-sto vasto arco di tempo, il periododella prova (tentazioni demoniache),che precedette l’unione sponsale e nesaggiò la disponibilità a viveresecondo le esigenze dolorose dellaPassione di Cristo.

C

N

l libro è stato scritto per coloroche desiderano conoscere come

sia possibile vivere la propria fedeanche in situazioni materialmente sfa-vorevoli di povertà, di disoccupazio-ne, di lavoro massacrante, di malattiedebilitanti e continue.

Le note sono state redatte percoloro che, leggendo la prima edizio-ne, sono rimasti colpiti da fenomenicome la possessione demoniaca e le

visioni mistiche e hanno perciò mani-festato il desiderio di conoscere qual-che cosa di più su tali argomenti. Nonc’è da meravigliarsi, perché l’irruzio-ne del divino nella storia ha sempresuscitato enorme interesse, come lodimostrano i pellegrinaggi a Lourdese a Fatima (mi limito a questi dueesempi ormai acquisiti anche dall’au-torità ecclesiastica).

I

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8 FINESTRE APERTE

ndubbiamente il modello pre-sentato dalla Bolognesi prima di

essere imitato va conosciuto nella suainterezza. Ci sono state persone del-l’ambiente in cui lei ha trascorso lapropria esistenza, che l’hanno ritenu-ta una persona sempre seria, sfuggen-te, silenziosa, ritirata e se ne sono fattiuna immagine distorta. Non è dameravigliarsi che tali persone le sianostate e siano tuttora suoi tenaci avver-sari e non vedano di buon occhio unasua esaltazione in campo ecclesiale.

A costoro vorrei soltanto rivolgereuna preghiera: di avere la bontà dileggere e di studiare non questa bio-grafia della Bolognesi, ma quella piùcompleta attualmente in fase avanza-ta di preparazione, che verrà edita neiprossimi mesi. Lei non è stata maiuna persona così seriosa come essiritengono di conoscerla. Fin dall’in-fanzia fu sensibile a tutte le gioiefamiliari, fu giocherellona con i coe-tanei e - quando divenne “maestra” incasa dei Piva - con i bambini. Prontaal sorriso e a condividere letizia elacrime. Per tutta la vita seppe capireil lato ironico delle cose. Ma solo gliamici ne hanno potuto condividerequesti aspetti dell’esistenza. Con gliestranei lei ebbe sempre un riserboprofondo, perché non voleva assolu-tamente far capire chi veramente leifosse, quale rapporto intimo la strin-gesse al cuore del Suo Sposo divino.Il volto del Cristo che le apparivageneralmente ogni settimana e le par-

lava con la libertà che leggiamo nellepagine evangeliche, per esempio nelcaso del cieco nato, era un volto sem-pre triste, rigato di sangue, che lechiedeva sofferenza, penitenza e pre-ghiere per la conversione del mondo.È in tale contesto che va collocata lalettura della vita della Bolognesi,senza del quale lei non può essere nécapita, né accettata, né tanto menoamata.

Dallo studio accurato della vita dilei appare gravemente infondata l’ac-cusa che costantemente le fu rivoltad’isterismo. Lei era tutto, fuorchéisterica! Il senso dell’equilibrio, ladelicatezza dei modi di agire pur nellafermezza delle decisioni, il sorriso e iltono dolce con i quali accompagnavaabitualmente anche le più forti ripren-

sioni, la misericordia con la qualeseppe sempre perdonare le offese econtraccambiare abitualmente il malecon il bene, dimostrarono una perso-nalità forte, al di fuori del bigottismodevoto usuale. A confondere nonpoco le idee fu certamente la sceltadell’abito con il quale Maria è vissutapraticamente tutta la vita. Quel vesti-to fuori del comune, talvolta da leidefinito “da suora di casa”, non era,come quasi tutti giudicarono, unsegno di strana distinzione scelto perapparire diversa dagli altri. Se l’aves-

se fatto con questa motivazione, cer-tamente avrebbe potuto essere giudi-cata nel modo surriferito. Quell’abitofu da lei scelto come segno di appar-tenenza al proprio Sposo e per allon-tanare qualsiasi dubbio circa la suascelta di persona consacrata a Dio.Ma soprattutto esso fu uno dei segniclamorosi, pubblici, di ribellione aimodelli che ispirano da sempre la gio-ventù e che tendono ad esaltare la bel-lezza, la ricchezza, il successo, esatta-mente quelle forme effimere nellequali il senso della vita, nel momentoin cui si ritiene di aver raggiunto ilmassimo della felicità, offre inveceun mondo vacuo, pieno d’illusioni edi amarezza.

Anziché il successo, per tutta lavita Maria Bolognesi ha sempre cer-

cato il nascondimento, sia sfuggendodai giornalisti che volevano pubblica-re articoli e fotografie su di lei, siavietando qualsiasi diffusione di coseche le appartenevano e che erano statein qualche modo segnate dal contattocon le realtà mistiche. Quando questosuo intendimento non venne osserva-to, la prima a soffrirne e a lamentarsifu proprio lei, anche nei confronti didon Bassiano Paiato e della signoraGuerrato, persone verso le quali ebbeperaltro sempre sentimenti di profon-da gratitudine.

Se per “esempio di vita vera”vogliamo indicare una persona che harealizzato la propria felicità ancheumana, dando quotidianamente alleproprio azioni delle sublimi dimen-sioni d’amore, quella persona puòessere senz’altro indicata in MariaBolognesi, come lo furono il beato P.Pio da Pietrelcina e madre Teresa diCalcutta.

Quanti ricevessero particolari favori, per intercessione di Maria Bolognesi,sono pregati di segnalarlo a:

Centro Maria BolognesiTel. 0425/27931 - Fax 0425/463964 - Via Giovanni Tasso, 49 - 45100 Rovigo

* * * *Si invita, inoltre, a far pervenire scritti della Serva di Dio e proprie

testimonianze per ampliare la documentazione della Causa di Canonizzazione

(Continua da pagina 7)

Non crede che il cristiano dioggi avverta con maggioreurgenza l’esigenza di incontra-re modelli concreti, esempi divita vera, a cui aggrapparsi eispirarsi per non cedere allacultura dell’optional? Il librosu Maria è un’áncora a cuirimanere attaccati, un balsamoche accresce e mantiene salda lanostra fede?

I

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9FINESTRE APERTE

EMESSOIL DECRETODI VALIDITÀDEL PROCESSODIOCESANO

CONGREGAZIONEPER LE CAUSE DEI SANTI

Prot. N. 1841-8/01

ADRIEN.-RHODIGIEN.Beatificationis et CanonizationisServae Dei MARIAE BOLOGNESIChristifidelis Laicae

Nel Congresso ordinario celebrato il 25 maggio2001, questa Congregazione per le Cause dei Santi hadiscusso il seguente dubbio: "Se consti della validitàdella inquisizione diocesana, svolta presso la Curiaecclesiastica della diocesi di Adria-Rovigo, sulla vita,virtù e fama di santità della Vergine Laica, Serva diDio, MARIA BOLOGNESI: se i testi siano stati esa-minati secondo quanto stabilito dalle norme giuridichee se i documenti prodotti siano stati, nel caso, legitti-mamente compulsati secondo lo specifiche finalità".

Questa Congregazione, esaminato il voto redattod’ufficio e discussa diligentemente la questione,risponde: AFFERMATIVAMENTE, ossia che constadella validità della inquisizione diocesana di cui sopra,dando per sanate eventuali lacune. Ciò rimane deciso,qualunque cosa possa sussistere in contrario.

Dato a Roma, dalla sede della Congregazione, il 25maggio 2001.

Iosephus Card. Saraiva MartinsPraefectus

+ Eduardus NowakArchiepiscopus tit. Lunensis

a Secretis

La casa editrice Città Nuova diRoma ha pubblicato nell’ottobre 2000la seconda appendice della Enciclo-pedia BIBLIOTHECA SANCTORUM.

L’opera, che consta di dodici volumie di due appendici, prende in considera-zione la vita di santi, beati, martiri, servidi Dio, che hanno aderito alla chiamatadel Padre “alla santificazione”.

Sfogliando il volume, a firma delPostulatore Padre Tito M. SartoriO.S.M., sulle tre colonne 164-167-168 -alla voce BOLOGNESI MARIA - tro-viamo la descrizione della vita e delleopere della nostra Serva di Dio, accom-pagnata da una fotografia a tutta pagina(col. 165-166).

BIBLIOTHECA SANCTORUM

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10 FINESTRE APERTE

ogli l'attimo che fugge, gustaogni momento della vita senza

lasciarti fuggire neanche un po' dellafelicità che ti spetta. Non guardare piùin là d'oggi, preoccupati solo di ciòche riguarda il presente; il domaniarriverà, ma non ti sarà mai concessodi sapere quali sorprese, quali sfide tiattendono. Orazio ci suggerisce digoderci la vita, di assaporare ognimomento come se fosse l'ultimo, ten-tando di trovare il positivo in tutte leesperienze, anche in quelle che cipiacciono di meno.

Non appena ho letto quest'ode, miè tornata alla memoria una canzoneche spesso è cantata in Chiesa. Si trat-ta di una preghiera scritta da MadreTeresa di Calcutta. Può sembrare stra-no ed improprio utilizzare una pre-ghiera per spiegare un testo prodottoda un autore pagano, ma penso cheper un credente, al quale la dottrinacristiana ha insegnato da sempre diavere la vita come qualcosa di prezio-so perché dono di Dio, venga quasi

spontaneo leggere l'ode orazianaanche sotto un profilo religioso.

Come Orazio, anche Madre Teresaci sprona ad assaporare la vita in tuttele manifestazioni. Parla dell'esistenzacome di un gioco e ci dice “giocalo",ne parla come di una sfida e ci dice"affrontala", per farci capire che lavita deve essere affrontata in qualun-que caso: non si può tornare indietro amigliorare gli errori e neppure saltareavanti per evitare le difficoltà che sipresentano, perciò non ci resta altroda fare che vivere nel migliore deimodi il presente.

I consigli di Orazio e MadreTeresa sono purtroppo difficili daseguire. Infatti, spesso le persone ten-dono a lasciarsi vivere, a sprecare iltempo loro concesso, senza rifletteresul dono meraviglioso che pianopiano sfugge dalle loro mani. Oraziosembra dirci: “C'è permesso di vivereuna volta soltanto, perché sprecarequesta opportunità?".

C

Orazioe Madre Teresa

di Calcutta- di Chiara N. -

LLaa VViittaa èè...... ccoossaa mmeerraavviigglliioossaa!!

Tu ne quaesieris(scire nefas)quem mihi, quem tibifinem di dederint,Leuconoe, nec Babyloniostemptaris numeros.Ut melius quicquid erit pati!Seu pluris hiemes seutribuit Iuppiter ultimam, quae nunc oppositisdebilitat pumicibus mareTyrrhenum, sapias, vinaliques et spatio brevispem longam reseces.Dum loquimur,fugerit invida aetas: carpe diem quamminimum credula postero.

Orazio, Odi 1, 11

Non domandare tu maiquando si chiuderà la tua vita, la mia vita,non tentare gli oroscopidi oriente:male è sapere, Leuconoe.Meglio accettare quelloche verrà, gli altri inverni che Giovedonerào se è l’ultimo, questoche stanca il mare etruscoe gli scoglidi pomice leggera.Ma sii saggia: e filtra vino,e recidi la speranzalontana, perché breveè il nostro cammino,e ora, mentresi parla, il tempoè già in fuga,come se ci odiasse!Così cogli la giornata,non credere al domani.

Traduzione di E. Mandruzzato,in Autori di Roma antica,

Le Monnier, 1988, pagg.324-325

La Vita è…

La vita è un'opportunità, coglila.La vita è bellezza, ammirala.La vita è beatitudine, assaporala.La vita è un sogno, fanne una realtà.

La vita è una sfida, affrontala.La vita è un dovere, compilo.La vita è un gioco, giocalo.La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è una ricchezza, conservala.La vita è amore, godine.La vita è un mistero, scoprilo.La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.La vita è un inno, cantalo.La vita è una lotta, combattila.La vita è un’avventura, corrila.

La vita è felicità, meritala.La vita è la vita, difendila.

Madre Teresa di Calcutta

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LA VITA È UNA ATTESA PORTANDODIGNITOSAMENTE LA CROCE

La storia curiosa di un povero asinoe di un povero padrone in viaggio nel deserto...

“Chi non porta la propria croce enon viene dietro di me, non puòessere mio discepolo”.

(Luca 14, 27)

“Issacar è un asino robusto, accovacciato traun doppio recinto. Ha visto che il luogo di ripo-so era bello, che il paese era ameno; ha piega-to il dorso a portare la soma ed è stato ridottoai lavori forzati”.

(Genesi 49, 14-15)

Durante la preghiera silenziosa mi si è presentata allamente un’immagine con le sue sequenze. L’immagine èquella di un povero asino carico della propria soma conaccanto il padrone. Povero asino e povero padrone!

Il primo è animato da buona volontà a portare a ter-mine il proprio ruolo di asino, fino alla fine! Il padrone,forse per farlo camminare più spedito, anziché incorag-giare la buona volontà dell’asino gli dà frustate conpoco alimento. Povero asino! Si sforza, si sforza, sisforza, ma gli vengono meno le forze e cade.

Povero padrone! Egli è sicuro che questo asino lungoil viaggio trovi alimento, ma ahimè l’asino cammina in

un ampio deserto, assolato, brullo, arido, spinoso e l’a-limento, l’unico che porta dietro, non può nutrirlo per-ché anch’esso per lui è diventato arido.

Quale sarà la sorte del povero asino? Se il padronenon cessa di spronarlo certamente stramazzerà a terra. Èfortunato il povero asino se colui che lo ha precedutosubito ricorre al rimedio con abbondante rugiada e cor-roborante alimento.

È la storia di tante anime che dietro al Salvatoreincontrano difficoltà, ma il Buon Samaritano viene sem-pre in soccorso di chi con cuore umile e sincero deside-ra seguirlo portando la propria croce ogni giorno.

F. T.

VIVEREÈ ATTENDERE

Se Cristo è risorto, non c’è piùproblema per la mia gioia, per lamia pienezza, per il mio gaudio.

È solo questione di attesa.Difatti l’attesa è il vero signifi-

cato della mia storia, della miapreghiera, della mia speranza.

Ho vissuto quaggiù per con-vincermi che proprio non è fattaper noi la terra, che non è essa il

ventre del contingente, nella dina-mica del divenire.

Solo l’Apocalisse ci aprirà allafine dei tempi la visione dellaTrascendenza divina, l’al di làdelle cose, e allora vedremo Diofaccia a faccia.

Ma allora tutto sarà compiutoe spiegato. Prima non c’è che daattendere.

Difatti vivere è attendere.Carlo Carretto

(“Al di là delle cose”Editrice Cittadella,

Assisi, pag. 52)

nostro paradiso e che ci è servitasolo come grande allenamento peraltra cosa.

Sì, concepiti nella genesi dell’a-more di Dio, ci realizziamonell’Esodo, collaborando cosciente-mente e dolorosamente con Dio, enasciamo definitivamente alla vitaeterna oltre l’Apocalisse, al di làdella storia.

L’attesa è quindi l’atteggiamentofondamentale dell’uomo sulla terra,l’instabilità e la sofferenza la suacasa, l’escatologia la sua speranza.

Noi viviamo nel ventre dellecose, nel ventre della storia, nel

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er ogni uomoper ogni bimboper ogni donnala vita si aprecon l’amore.Amore forteamore fragileamore lievela vita scorre ancoraoggi nel sole.Amore frantumatodisprezzatoe poi derisodomani forse è nottenel tuo cammino.Amore pazzoamore fatuoe poi vendutosi spegne l’eco del tuo sorriso.Neppure un fioresu quelle tombeche mai saran scavateperò bianche farfalle s’alzano in volo:così la nostra libertàsi fa catena.

12 FINESTRE APERTE

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Aut. Trib. Rovigo n. 8/92 del 30/07/1992

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Ogni mese, il giorno 30, alle ore 9.00 (se festivo ore 10.30), viene celebrata una S. Messaper la Serva di Dio Maria Bolognesi presso il Tempio cittadino "La Rotonda" a Rovigo

di Giuseppina Giacomini

A conclusione del nostro breve viaggioalla ricerca del senso della vita, in cui cisiamo lasciati guidare dalla luce dellaServa di Dio Maria Bolognesi, proponia-mo ai lettori due componimenti poetici,che sono un inno alla gioia di vivere.

a mia solitudinenon si perde tra fantasmi e paure.

Sento l’amore: tantipensieri coloratilacrime doratenuvole generosevoli di farfallecanti di gioiaimmagini sonore.

La mia vitala tua vita:un infinito minutod’amore.

P

L

Dipinto ad olio di Maria Bolognesi