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Ambasciata d’Italia Addis Abeba Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo PIANO OPERATIVO GENERALE (POG) Paese: ETIOPIA Iniziativa di emergenza per la riduzione del rischio nei settori Acqua, Igiene ambientale e Salute nel sud del Paese AID 9386 - III Fase Data: 24/06/2014

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Ambasciata d’ItaliaAddis Abeba

Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo

PIANO OPERATIVO GENERALE (POG)

Paese: ETIOPIA

Iniziativa di emergenza per la riduzione del rischio nei settori Acqua, Igiene ambientale e Salute nel sud del Paese

AID 9386 - III Fase

Data: 24/06/2014

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Dati identificativi dell’IniziativaTitolo in inglese: Emergency initiative for risk reduction in the water and health sectors in

South Ethiopia – Phase III

Descrizione dell’iniziativa:Descrivere brevemente l’iniziativa evitando, per quanto possibile, l’uso di acronimi. Tale descrizione deve obbligatoriamente essere inferiore ai 250 caratteri (Ordine di Servizio 4 – del 22/02/2010)

La terza fase dell’iniziativa a favore della popolazione vulnerabile e dei rifugiati nel sud e in altre aree dell’Etiopia, promuoverà la riduzione del rischio e la “building resilience”. Questa sarà finalizzata a rafforzare le capacità di prevenzione, mitigazione e risposta alle crisi umanitarie nei settori, acqua e ambiente nel contesto di emergenza e vulnerabilità cronica che caratterizza alcune aree del Paese.

Descrizione in inglese:Descrivere brevemente l’iniziativa in lingua inglese evitando, per quanto possibile, l’uso di acronimi. Tale descrizione deve obbligatoriamente essere inferiore ai 250 caratteri (Ordine di Servizio 4 – del 22/02/2010)

The third phase of the initiative, addressed to the vulnerable peoples and to refugees in the south and in other areas of Ethiopia, will promote risk reduction and building resilience. It will be focused on improve the capacity of prevention, mitigation and response to the Humanitarian crises in water and environment sectors, especially in the emergency and chronic vulnerability framework of some areas of the country.

Paese Beneficiario: ETIOPIACanale: Specificare se l’iniziativa si svolge sul canale bilaterale o multi bilaterale. BILATERALE

Ente esecutore: Ente che coordina la realizzazione del progetto ed è responsabile del raggiungimento dei risultati

DGCS

Ente realizzatore:Ente incaricato della realizzazione di una o più attività, è coordinato dall’Ente esecutore ONG Italiane/DGCS (gestione diretta)Tipologia: DonoImporto e data accreditamento: Indicare l’importo totale del finanziamento, la data della Proposta di finanziamento nonché la data di accreditamento dei fondi

Euro 500.000 Fondo in loco

Durata Prevista dalla PdF/ Chiusura contabile:Indicare il numero dei mesi di durata come indicato nella PdF, nonché la data relativa alla chiusura contabile.

12mesi da approvazione del POG (8 mesi max progetti ONG)Chiusura contabile 31 agosto 2015 (se approvazione POG 1 settembre 2014)

Ambasciata competente: Indicare la sede dell’Ambasciata competente AMBASCIATA D’ITALIA ADDIS ABEBAUTL competente: Indicare la sede dell’UTL competente ADDIS ABEBA

Risorse Umane: Indicare il numero e la funzione delle risorse umane previste sul fondo esperti per la gestione dell’iniziativa, ad esempio: n.1 Capo Programma; n.1 amministrativo-contabile

n. 1 Capo Programma e n. amministrativo contabile (1 mese) (fondo esperti separato)

Settore/i d’intervento DGCS: Selezionare uno o più ambiti d’intervento fra i settori e le tematiche trasversali considerati prioritari dalla DGCS (linee guida 2011-2013). Indicare i settori prevalenti: il settore dovrà essere scelto in funzione della specifica area che il progetto intende sostenere, indipendentemente dal mezzo utilizzato per realizzarlo. Ad esempio, le attività di formazione in agricoltura dovranno essere classificate nel settore “agricoltura” e non in quello relativo all’istruzione. Indicare “altro” solo se non sia possibile ricondurre l’iniziativa ad uno dei settori menzionati. Indicare “Coordinamento, Monitoraggio, Assistenza tecnica” solo se trattasi di iniziative per il coordinamento/ monitoraggio/ assistenza tecnica di attività finanziate attraverso altri programmi (ad esempio, fondi esperti per il monitoraggio)

Agricoltura e sicurezza alimentare

Acqua, Ambiente, Territorio, Gestione risorse naturali, Cambiamenti climatici

Salute

Istruzione

Governance e società civile

Sostegno allo sviluppo endogeno, inclusivo e sostenibile, del settore privato

Riduzione del rischio di catastrofi

Sminamento

Tutela e valorizzazione a fini di sviluppo sostenibile del patrimonio culturale

Protezione dei rifugiati e sfollati

Sviluppo delle risorse umane

Tutela dei gruppi vulnerabili (minori, diversamente abili)

Promozione della condizione femminile

Coordinamento, Monitoraggio, Assistenza tecnica

Altro (specificare)______________________________

Grado di slegamento: In caso di grado parzialmente slegato, indicare la percentuale dell’importo destinata alle attività realizzate come aiuto slegato rispetto al totale del fondo in loco.

Legato Slegato Parzialmente slegato al ____%

Settori OCSE DAC: Indicare un solo macro-settore, quello prevalente, ed un solo micro-settore. Per maggiori dettagli vedasi la legenda allegata.

72010–ASSISTENZA PER L’AIUTO MATERIALE E I SERVIZI

Policy Objectives (Tema) OCSE DAC: Indicare per ciascun tema, nello spazio tra parentesi, uno dei seguenti markers: Principal, Significant, Nottargeted (Vedasi legenda allegata). Ad esempio: Gender Equality (Significant)

Aid to environment (significant); Gender Equality (significant); Participatory Development/ Good Governance (n.t.); Trade development marker (n.t.);

MilleniumGoals: Indicare un solo obiettivo, quello prevalente, e relativo target. Per maggiori dettagli vedasi la legenda allegata.

G7 – T3

Rio Markers:Indicare per ciascun tema, nello spazio tra parentesi, uno dei seguenti markers: Principal, Significant, Nottargeted (Vedasi legenda allegata). Ad

Biodiversity ( n.t.); Climate change (n.t.); Desertification (significant);Adaptation (principal);

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esempio: Bioversity (Principal)Tema / Priorità G8: Indicare un solo un tema, quello prevalente. Per maggiori dettagli vedasi la legenda allegata.

Ambiente

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1. QUADRO GENERALE:

1.1. Origini dell’iniziativa:Indicare SOLO eventuali sviluppi o integrazioni ritenute utili rispetto all’origine dell’iniziativa indicata nella PdF (causa dell’intervento, modalità di richiesta e/o accordo del governo beneficiario, eventuali leggi speciali di finanziamento).

Nessuno sviluppo

1.2. Contesto nazionale e regionale:Indicare SOLO eventuali sviluppi o integrazioni ritenute utili rispetto a quanto descritto nella PdF, relativi al contesto generale del Paese (strategie e piani nazionali, appelli umanitari e simili) soprattutto in relazione all’area e ai settori d’intervento dell’iniziativa e relative problematiche. Riportare eventuali approfondimenti sul paese beneficiario in allegato.

Nessuno sviluppo

2. QUADRO STRATEGICO:

2.1. Integrazione del programma con la strategia della DGCS:Indicare SOLO eventuali sviluppi o integrazioni ritenute utili rispetto a quanto descritto nella PdF, in relazione alla coerenza dell’intervento con la strategia generale della DGCS per il Paese/ area geografica e per i settori d’intervento, ove esistente; alle più recenti iniziative della cooperazione italiana (emergenza e ordinario) intraprese nel Paese e nel settore d’intervento e relativo impatto; alle connessioni con tali iniziative, anche nell’ordinario.

Nessuno sviluppo

2.2. Modalità di coordinamento con altre iniziative: Indicare SOLO eventuali sviluppi o integrazioni ritenute utili rispetto a quanto descritto nella PdF,in relazione alle modalità di coordinamento/ dialogo con gli attori istituzionali e partner locali, e alle modalità di coordinamento e collaborazione con altri donatori.

Nessuno sviluppo .

2.3. Condizioni esterne e rischi:Indicare SOLO eventuali sviluppi o integrazioni ritenute utili rispetto a quanto descritto nella PdF, in relazione a eventuali rischi o fattori negativi che potrebbero condizionare la realizzazione dell’intervento (vedere quadro logico, paragrafo 4).

Nessuno sviluppo

2.4. Allineamento dell’intervento con i principi dell’Efficacia degli aiuti, della Good Humanitarian Donorship Initiative e delle relative Linee Guida definite dalla DGCS.Indicare brevemente come l’iniziativa si allinei ai principi internazionali dell’Efficacia degli aiuti e della Good Humaniatrian Donorship Initiative).L’iniziativa risponde ai principi di efficacia degli aiuti, in particolare per quanto riguarda la promozione dei principi di ownership del Paese beneficiario, di allineamento con le strategie settoriali etiopiche e di armonizzazione con gli altri donatori. In linea con le prime due fasi del programma in tema di ownership e di allineamento, anche questa terza fase contribuirà a rispondere ai bisogni emersi sul territorio e alle priorità identificate in primo luogo dal governo etiopico e dal coordinamento per le questioni umanitarie del Paese* in termini di rafforzamento della resilienza nei settori Acqua, Ambiente, Territorio, Gestione delle risorse naturali. Tematiche trasversali saranno il gender, in particolare come contributo al “gender-mainstreaming” trans- settoriale del GoE e lo sviluppo delle risorse umane, mentre uno stretto interscambio con le autorità locali sarà propedeutico ad uno sviluppo delle capacità istituzionali in favore di un sempre più efficace coordinamento delle attività in corso e soprattutto come supporto per la pianificazione futura.

*La proposta è stata formulata anche sulla base dei seguenti documenti: i) Humanitarian Requirements Document (28 febbraio 2013),ii) contingency plans e liste delle hot spots woredas, iv) bollettini di aggiornamento OCHA, WFP e FAO, v) dati di sintesi sullo stato dei rifugiati in Etiopia UNHCR e ARRA, vi)strategie nazionale di sviluppo settore WaSh (Universal Acces Plan per le risorse idriche) e le Humanitarian Resilence Building strategies dei principali donors nel Paese (Echo, DFID, USAID, AfDB, etc.) .

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L’Italia è solidamente inserita nel gruppo stabile di coordinamento umanitario sia a livello di donatori bilaterali che di agenzie internazionali che a livello governativo con il Disaster Risk Management and Food Security Sector del Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale (DRMFSS/MoARD) e i corrispondenti uffici a livello regionale (e di kebele attraverso le ONG italiane). Il programma inoltre risponde ai Principi della Good Humanitarian Donorship Initiative riguardo ai principi generali, gli obiettivi, la definizione e le buone pratiche dell’azione umanitaria e si applica positivamente a tutti i punti del marker integrato. In particolare l’Iniziativa proposta contribuisce a i) rafforzare le capacità del Paese partner di prevenzione, mitigazione e risposta alle crisi umanitarie e assicurarne la ownership (principio 8); ii) fornire assistenza umanitaria secondo modalità funzionali alla riabilitazione e allo sviluppo di lungo termine (principio 9); iii) rispondere responsabilmente agli appelli consolidati delle Nazioni Unite (CAP) e sostiene attivamente la formulazione di piani di Azione Umanitari Comuni (CHAP) come strumenti primari di pianificazione strategica, prioritarizzazione e coordinamento delle emergenza complesse (principio 14); iv) sostiene il ruolo centrale delle Organizzazioni non Governative nella realizzazione degli interventi umanitari (principio 19) e prevede un’azione adeguata di monitoraggio e valutazione a favore delle buone pratiche di accountability (principio 21).

3. QUADRO SETTORIALE E ANALISI DEI BISOGNI :Descrivere i bisogni identificati per ciascun settore d’intervento, menzionando brevemente eventuali missioni ed incontri realizzati sul terreno per l’identificazione dei bisogni, bilateralmente o congiuntamente ad altri donatori/ OO.II.. Specificare eventuali fonti di informazione (Rapporti UN, ecc.). Inserire eventuali report in allegato. Mettere bene in evidenza gli sviluppi e/o modifiche rispetto alla PdF.Specificare, inoltre, come i bisogni identificati si inquadrino nell’ambito dell’aiuto umanitario.

Bisogni identificatiSettore1†

Acqua, Ambiente, Territorio, Gestione delle risorse naturali

L’acqua è da sempre fonte di vulnerabilità cronica in Etiopia. Le fonti naturali sono scarse o non protette o con acqua non potabile, i pozzi non sufficienti o abbandonati per scarsa manutenzione, non vi sono linee distribuzione adeguate, i sistemi di raccolta e conservazione scarsi, limitati e non sicuri. Inoltre un regime pluviometrico ciclicamente molto inferiore alla media completa un quadro allarmante. A questi problemi persistenti si aggiungono quelli di carattere periodico. Tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, si é aggiunto il fenomeno atmosferico della Niña (e la conseguente gravissima siccità) che ha compromesso l’accesso e l’utilizzo di fonti di acqua sicura ad uso umano ed animale, soprattutto nelle aree pastorali delle regioni del sud Oromia, Somali Region e SNNPR. La siccità dell’estate 2011 ha colpito in tutta la regione più di 13 milioni di persone (oltre 6 milioni in Etiopia). Gli intervalli tra un evento che richiede aiuto umanitario di emergenza (siccità, carestie, alluvioni e anche conflitti) e l’altro sono sempre più brevi e dimostrano come siano inadeguati i mezzi e le risorse per aumentare la capacità di reazione e resilienza della comunità che vengono sistematicamente colpite e come invece siano la sola possibilità per il Paese e per i donatori di uscire dal circolo vizioso delle emergenze ricorrenti e dagli alti costi che queste comportano.Il rischio d’insicurezza alimentare è alto sia per la popolazione pastorale che per quella agricola, dovuta sia a cause naturali che strutturali. Il segmento di popolazione più colpito è anche il più vulnerabile e quello che ha meno strumenti e conoscenze per difendersi. Il risultato di questi eventi periodici ha come effetto non solo la crisi immediata ma altresì il deterioramento del territorio e del capitale umano e di sussistenza di queste aree.La vulnerabilità di alcune aree dell’Etiopia, già fragili in tempi normali, viene quindi– a scadenze regolari – esacerbata dagli eventi meteorologici erratici che inducono siccità, alluvioni, etc. Vi sono aree agro-pastorali delle lowlands in Oromia, in Somali, in Afar e in SNNPR che stanno vivendo in queste settimane la terza siccità consecutiva (2011/12/13), probabilmente anche a causa del riscaldamento globale, in un processo purtroppo irreversibile (FAO). La popolazione e l’ambiente subiscono un impoverimento progressivo con gravi implicazioni socio-economiche da un lato e un sempre più ridotto accesso all’acqua, all’energia, alle risorse ambientali in genere e anche al cibo, dall’altro.

†Indicare un settore d’intervento fra: Agricoltura e sicurezza alimentare; Acqua, Ambiente, Territorio, Gestione risorse naturali, Cambiamenti climatici; Salute; Istruzione; Governance e società civile; Sostegno allo sviluppo endogeno del settore privato; Riduzione del rischio di catastrofi; Sminamento; Tutela e valorizzazione a fini di sviluppo sostenibile del patrimonio culturale; Protezione dei rifugiati e sfollati; Sviluppo delle risorse umane; Tutela dei gruppi vulnerabili (minori, diversamente abili); Promozione della condizione femminile; Coordinamento/ Monitoraggio/Assistenza tecnica; Altro (specificare)_______

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Nello specifico della aree oggetto degli interventi selezionati: Omo Valley (SNNPR)_CVM: Le 3 kebele della Woreda di Hamer (Kara Korcho, Kara Dus e Kara Lebuok), sono esclusivamente di etnia Kara. Allo stato attuale, la popolazione delle 3 kebele non ha nessun accesso ad acqua potabile contro il 44,35% medio relativo alle altre 35 kebele della Woreda di Hamer. I Kara sono isolati dal resto della Woreda, non hanno modo di accedere al mercato, di conseguenza l’economia ha funzioni di mera sussistenza e gli scambi economici sono su base locale e spesso basati sul baratto. L’approvvigionamento idrico e un’operazione quotidiana e di genere. Il processo é tuttavia difficoltoso e rischioso. Raccogliere acqua significa discendere le impervie sponde del Fiume Omo e arrampicarsi al ritorno con i contenitori pieni. Significa inoltre lottare quotidianamente con il rischio di fratture o di attacchi da parte di coccodrilli. Un pozzo a media profondità, perforato nella Kebele di Kara Dus nel 2005, ha rilevato una presenza di solidi totali disciolti (TDS – salinità) molto al di sopra dei limiti, rendendo l’acqua imbevibile ed inutilizzabile per altri scopi. Nella stessa kebele, tutti i lavori di scavo di pozzi a bassa profondità, sono stati abbandonati per il rilevamento della stessa problematica. Non esistono nell’area sorgenti affioranti che possano essere protette o sviluppate a gravità. Tutte e tre le kebele Kara usano pertanto acqua di fiume, caratterizzata da un alto livello di torbidità dovuta alle particelle in sospensione trasportate dall’acqua. Le analisi dell’acqua rilevano inoltre un quantitativo di ammoniaca maggiore del limite geologico, indicatore di coliformi fecali.APPROVVIGIONAMENTO ENERGETICO E CRISI IGIENICO-SANITARIAIl carcere di Sawla, nella woreda di Demba Gofa, dispone di una popolazione di circa 1467 persone. La disposizione dei rifiuti umani e una criticità ad oggi mai risolta disponendo l’intera regione di un solo veicolo da spurgo per 23 carceri. Le latrine esistenti, a fossa settica, una volta colme straboccano nell’ambiente retrostante la struttura, con evidenti conseguenze sull’ambiente circostante. Ciò ha come conseguenza la diffusione di malattie legate alla contaminazione fecale. L’approvvigionamento energetico per la cottura dei cibi e, al contempo, un’operazione costosa. Due giorni di cottura del cibo comportano una spesa di 1.000 birr in legname. Ciò incide sul budget quotidiano per prigioniero, fissato da delibera regionale alla somma già minima di 8 birr. Peraltro il legname non é sempre disponibile, e nella stagione delle piogge l’umidità rende gran parte delle scorte locali inutilizzabili.

SomaliRegion_VIS:Mancanza di accesso a fonti di acqua potabile e sicuraA Darwonajii nessun abitante ha accesso a fonti di acqua potabile e sicura. A Bodley 2.500 persone non hanno accesso a fonte di acqua potabile e sicura. Le restanti 1.500 hanno un accesso a 3 km. A Leylekal 5.000 abitanti hanno accesso a un solo punto di distribuzione di acqua potabile e sicura. I pozzi poco profondi presenti nel distretto di Awbare sono soggetti in modo importante agli effetti della siccità, che porta la stagione delle piogge a ridursi rendendo il terreno arido e impermeabile all’acqua. Le esondazioni dei corsi d’acqua si fanno sempre più frequenti e violente al punto da distruggere gran parte dei pozzi poco profondi (generalmente situati accanto al letto dei fiumi) che dunque risultano inutilizzabili anche durante la stagione delle piogge. L’acuirsi della siccità dovuto al cambiamento climatico globale ha comportato nell’area un aumento del fenomeno di erosione del suolo che in alcune aree ha raggiunto la desertificazione.Le conseguenze dell’erosione del suolo sono molteplici: il suolo perde gradualmente la sua capacità di infiltrazione favorendo il deflusso superficiale dell’acqua che porta, oltre che ad ulteriore erosione, ad allagamenti e nel caso dei fiumi ad esondazioni, frane e il conseguente allargamento del letto del fiume. Perdendo la propria capacità di infiltrazione, inoltre, il suolo perde gradualmente la propria copertura vegetale, altro fattore che incide sulla perdita di permeabilità del suolo e dunque alimenta ulteriormente il processo di erosione. In un contesto dove la popolazione è divenuta sempre più stanziale, in cui la sicurezza alimentare è messa sempre più in pericolo dalla siccità e dalla riduzione di pascoli per gli animali, il suolo che potrebbe essere coltivato risulta dunque essere sempre più inadatto a qualsiasi tipo di attività agricola.Il problema dell’accesso ad acqua potabile diffuso in gran parte del distretto di Awbare e nello specifico, nei villaggi di Darwonaji, Leylekal, Bodley e nella comunità di Elabaldo

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spinge la comunità ad dare scarsa attenzione alle norme igienico-sanitarie di base. Il problema influisce enormemente sulla salute delle persone, soprattutto delle categorie più vulnerabili quali donne, bambini ed anziani.Afar_LVIALa mancanza di acqua è molto critica soprattutto a Telalak e Dawe città, a causa del forte incremento della popolazione e dell’aumento del fenomeno dell’urbanizzazione. Il risultato è una domanda che supera l’offerta di acqua a disposizione della popolazione, con conseguenti ripercussioni sulle loro condizioni di vita. In particolare, nella woreda di Telalak esiste un solo impianto di approvvigionamento idrico motorizzato funzionante che, a causa dell’elevato costo del carburante necessario al suo utilizzo, rimane in funzione solo per un massimo di 6/8 ore al giorno. In questo contesto solo un quinto della popolazione di Telalak possiede l’allacciamento alla rete idrica cittadina, mentre la rimanente parte dipende sostanzialmente dal fiume Telalak e dagli altri corsi d’acqua stagionali per l’approvvigionamento idrico. Al problema dell'approvvigionamento idrico nelle woreda di riferimento del progetto si aggiunge il problema dell’ igiene e dei servizi igienico-sanitari. La condizione è peggiore in città a causa della scarsa disponibilità di latrine in un luogo dove si registra un’alta concentrazione della popolazione. A Telalak città, per esempio, ci sono circa 608 famiglie di cui solo 26 hanno le latrine all’interno dell’abitazione. Siccità: Nelle aree di riferimento della regione Afar, le comunità pastorali e agro-pastorali affrontano ciclicamente frequenti shock climatici che contribuiscono al deterioramento della sicurezza alimentare e dei mezzi di sussistenza della popolazione. Questi shock sono il risultato di complesse interazioni tra politica, economia, fattori sociali e ambientali e in Afar la siccità è un fenomeno talmente ricorrente che si ripercuote sulla salute del bestiame (causandone addirittura la morte, a seguito delle forniture insufficienti di acqua e della mancanza di pascoli) e di conseguenza sulla salute della popolazione. Questa condizione spinge molti pastori verso aree non pastorali o verso la città causando qui un eccessivo sfruttamento delle risorse e dei mezzi di sussistenza a disposizione.

Differentemente dalla VTE non sono riportati nel presente POG i bisogni identificati per il settore “Protezione dei rifugiati e sfollati” poiché non vi sono progetti approvati per questo settore. E’stata presentata una sola proposta che rientrasse nel settore che, pur giudicata idonea, non ha raggiunto un punteggio sufficiente per essere ammessa al finanziamento, avendo valutato la commissione altre iniziative più rispondenti al programma e efficaci rispetto ai bisogni individuati e all’obiettivo specifico, anche alla luce dell’esperienza pregressa con l’organizzazione. Nelle Linee Guida pubblicate, a tal proposito, è riportato: “I suddetti importi, definiti in via previsionale nel corso della formulazione della Proposta di Finanziamento, sono suscettibili di variazioni, debitamente motivate, che consentano di rispondere in modo più adeguato alle necessità riscontrate sul territorio”.Tematiche trasversali ai settori d’intervento saranno le seguenti

L’attenzione alle tematiche di genere : le donne, dovranno essere tra le principali beneficiarie delle attività previste. Esse sono le responsabili tradizionali della raccolta e della conservazione dell’acqua per il consumo domestico, attività cui dedicano la maggior parte del loro tempo a scapito della loro formazione e crescita personale. Se correttamente formate, le donne sono le prime promotrici di buone pratiche igienico-sanitarie, essenziali per la cura della persona e dell’ambiente e, con la giusta formazione, potranno anche avere un ruolo di guida per la realizzazione di piccole attività generatrici di reddito. Le donne saranno direttamente coinvolte nelle azioni del programma, favorendo in tal modo l’acquisizione da parte delle stesse di una maggior consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo ed un consolidamento della propria posizione in seno alla comunità di appartenenza. Le attività di sensibilizzazione saranno rivolte anche ai leader comunitari e agli uomini in generale, in modo da favorire l’inizio di un processo culturale che possa portare ad un progressivo superamento delle diseguaglianze di genere.

Lo sviluppo delle risorse umane: il programma intende potenziare le capacità istituzionali locali nella gestione dei servizi e nel coordinamento degli interventi sul territorio, principalmente attraverso attività di formazione teorica e on the job e la condivisione di esperienze. Il fine è di favorire un migliore uso delle risorse disponibili, con il duplice scopo di contrastare le emergenze e pianificare, nel medio-lungo periodo, una migliore amministrazione delle risorse naturali per un’azione efficace di contenimento del rischio e prevenzione delle crisi future.

Ambiente in Etiopia l‘utilizzo di biomasse corrisponde all’85 % dei consumi energetici. Ogni anno migliaia di ettari di foresta scompaiono per lasciare lo spazio a terre coltivabili e per la produzione di legname. La deforestazione ha come conseguenza l’erosione dei suoli. Il rafforzamento della resilienza è connotato comune a tutti i progetti. La capacità di rispondere agli effetti del

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cambiamento climatico sarà migliorata dall’approccio integrato dell’Iniziativa (accesso acqua, conservazione suolo, formazione mirata). La necessità di aumento di competenze nei settori igienico-sanitario, tutela ambientale e prevenzione e gestione del rischio è stata espressa direttamente dalle autorità locali target del programma.

4. QUADRO LOGICO : Aggiornare il quadro logico compilando nel dettaglio i box relativi alla logica d’intervento, agli indicatori e alle fonti di verifica. .

Logica d’intervento Indicatori Fonti di verifica Condizioni

Obiettivo Generale

Favorire il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione che vive in alcune specifiche aree critiche del sud dell’Etiopia (Oromia, Regione Somala e SNNPR) e in altre aree vulnerabili (Afar) attraverso il consolidamento del territorio e il rafforzamento della propria capacità di adattamento e di risposta (di resilienza) alle crisi umanitarie nei settori dell’acqua e dell’ambiente.

Obiettivo Specifico

Ampliare e affiancare le migliori pratiche emerse nella realizzazione della Fase II del programma in tema di accesso a fonti idriche sicure e sostenibili e della loro gestione.

- 100% di incremento nell’accesso all’acqua pulita nelle tre kebele Kara (baseline 0%)

- 20% di incremento della copertura dei servizi igienico-sanitari per gli utenti delle scuole e dei presidi sanitari dei distretti target LVIA é (baseline 67% - 70.000 persone oggi hanno accesso)

- 45% di miglioramento delle condizioni ambientali dei villaggi di Darwonaji e Leylekal . (baseline La copertura vegetale del terreno attorno ai pozzi dei villaggi di Darwonaji e Leylekal è del 15% durante la stagione secca)

- % di miglioramento delle condizioni igienico sanitarie e

-Report dell’Ufficio di Woreda;

-Report dei progetti

- Analisi di laboratorio

Il mantenimento delle condizioni generali di stabilità a livello regionale, soprattutto nelle aree più a rischio come la Somali Region nel aree di ricorrenti tensioni tra comunità limitrofe

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abbassamento dell’indice di morbilità della comunità dei villaggi di Darwonaji, Bodley e Leylekal.

(Baseline:Nei villaggi di Darwonaji, Elabaldo e Bodley solo 1.500 abitanti su una popolazione complessiva di ca. 20.500 individui hanno accesso a una fonte d’acqua sicura. A Leylekal 5.000 abitanti hanno accesso a un solo punto di distribuzione di acqua potabile e sicura.24 individui nei villaggi di Darwonaji,Leylekl, Elabaldo e Bodley hanno conoscenze di base su pratiche-igienico sanitarie).

Risultati attesi

Settore 1. Acqua, Ambiente, Territorio, gestione delle risorse naturali:

RA1. Favorito un miglior accesso a fonti d’acqua sicura e protetta da parte della popolazione e a uso agro-pastorale e rafforzata la capacità di risposta alle emergenze idriche;

RA1.1 Garantito l’accesso quotidiano a sorgenti di

RA1. - incremento % di popolazione con accesso a fonti idriche sicure e/o protette e a uso agro-pastorale;

RA1.1.1 I1 - 16.500 persone (abitanti

- Confronto tra i dati rilevati prima dell’avvio dell’iniziativa (dati, rapporti e registri governativi, regionali, locali e rapporti e registri degli organismi internazionali e ONG locali) e quelli riportati dal follow-up a conclusione sul numero di fonti protette, di strutture igieniche di base e sul numero di persone che ne hanno accesso;

I1 – Report di monitoraggio di

- Mantenimento di un regime pluviometrico soddisfacente- I cambiamenti climatici potrebbero condizionare l’accessibilità in alcune aree di intervento- Coinvolgi mento attivo delle Istituzioni competenti e della comunità

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acqua potabile

RA1.2 Migliorato il sistema delle infrastrutture idriche dalla tecnologia semplice, efficiente e con limitati costi di manutenzione/gestione per 35500 beneficiari

di Darwonaji e Elabaldo) accedono quotidianamente a una fonte di acqua potabile; pozzo trivellato funzionante e portata, qualità dell’acqua. Distanza media dai punti di accesso all’acqua

I2 – 2.500 persone (pari al 60% degli abitanti di Bodley) accedono quotidianamente a una fonte di acqua potabile; 1.500 persone (pari al 40% degli abitanti di Bodley) accedono quotidianamente a una fonte di acqua potabile nel villaggio di Bodley. Distanza media dai punti di accesso all’acqua. Funzionamento dei punti d’acqua.

I3- 5.000 abitanti nel villaggio di Leylekal quadruplicano i punti di accesso all’acqua potabile;Distanza media dai punti di accesso all’acqua. Funzionamento dei punti d’acqua.

RA1.2 –

I1 L’80% della popolazione target utilizza almeno 15 litri di acqua per uso domestico e per l’igiene personale;

progetto. Report e statistiche rilasciate dall’Ufficio WASH regionale e distrettuale.Report video/fotografico.

I2- Report di monitoraggio di progetto. Report e statistiche rilasciate dall’Ufficio WASH regionale e distrettuale. Report video/fotografico.

I3- Report di monitoraggio di progetto. Report e statistiche rilasciate dall’Ufficio WASH regionale e distrettuale. Report video/fotografico.

RA1.2 / 1.3

- 1.2/1.3 registri contabili dei Comitati di gestione; I. 1.2/1.3 contatori dei punti d’acqua;- 1.2 / 1.3 interviste dei

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RA1.3 Gli utenti di 2 presidi sanitari e di 3 scuole beneficiano di una maggiore quantità di acqua a disposizione

RA1.4 2248 membri delle tribù dei Kara hanno accesso, in modo sostenibile, all’acqua ad uso potabile nell’area di intervento

RA1.5progetto pilota per una soluzione innovativa e sostenibile per la produzione di acqua potabile

RA2Migliorati la diffusione e l’utilizzo di strutture igieniche di base (latrine e lavatoi) adeguate e dotate di sistemi sostenibili e di produzione di energia alternativa;

RA2.1 1.300 studenti godranno di un migliore accesso alle latrine e ai sistemi di lavaggio per le mani.

R1.3 I. 1la totalità degli utenti di 2 presidi sanitari e 3 scuole avranno accesso a 1 litro di acqua potabile al giorno

RA1.4I1 – 2248 persone della tribù dei Kara hanno accesso ad acqua potabile in 8 mesi;I2- N. Impianti di approvvigionamento realizzati in (3 in 8 mesi)

I3- N. di impianti di trattamento realizzati (3 in 8 mesi)

I4 Miglioramento della qualità dell’acqua trattata (valore, colore, sapore – valori critici analisi di laboratorio);

I5 % di incremento nell’accesso all’acqua nelle tre kebele Kara (100% in 8 mesi)

RA1.5Intervento in gestione diretta

R2- incremento % di popolazione con accesso ad adeguati servizi igienico-sanitari;

RA2.1 – 2.2-la totalità degli studenti e degli utenti dei presidi sanitari oggetto di

beneficiari relative al loro consumo pro capite;

RA1.4 -Interviste dei membri della comunità ;-Report dell’ufficio dell’acqua di woreda;-Report di progetto (implementazione e finanziario)-Database dei partecipanti alla formazione-Archivi dei monitoraggi di progetto- Analisi di laboratorio-Analisi qualitativa utenti

R2.1 – 2.2-confronto dati indagine KAP (knowledge, attitude and

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(LVIA)

RA2.2 7.250 utenti dei presidi sanitari godranno di un migliore accesso alle latrine e ai sistemi di lavaggio delle mani.(LVIA)

RA2.3Migliorate le condizioni igieniche e sanitarie di 2248 Kara e 1467 detenuti del carcere di Sawla;

RA3. Potenziate le capacità delle Istituzioni competenti e della comunità nella gestione e manutenzione degli schemi idrici, di prevenzione del rischio e di risposta a potenziali nuove situazioni di emergenza.

RA3.1 Promosse le competenze su acqua e misure igienico-sanitarie

intervento avranno accesso a servizi igienico sanitari migliorati;- la totalità degli studenti e degli utenti dei presidi sanitari avranno accesso alle strutture predisposte per il lavaggio delle mani

RA2.3I1 N. di prigioni dotate di nuove latrine (1 in 8 mesi) I2 N. di detenuti che utilizzano le latrine (1467 in 8 mesi)I3 Riduzione dell’inquinamento ambientale dovuto agli scarichi delle latrine (assenza di odore e riduzione dell’impatto fisico in 8 mesi)

R3 - numero di attività di formazione e dei destinatari per migliorare la capacità di prevenzione del rischio e di risposta a potenziali nuove situazioni di emergenza;

RA3.1 I1–31 abitanti dei villaggi di Darwonaji, Bodley

practice) iniziale.

-dati forniti dai comitati gestionali delle scuole e dei presidi sanitari

- Numero latrine costruite al termine campagna CLTS

RA2.3-Report di Progetto (implementazione e finanziario)-Report degli Uffici dell’acqua e della salute a livello di woreda-Report degli HEW

R3.1-Report di monitoraggio di progetto.

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RA3.2 Trasferite le competenze e metodologie operative in materia di prevenzione e gestione del rischio agli shock climatici

RA3.3 15 Comitati di gestione verranno istituiti, formati e capacitati per la gestione degli schemi idrici riabilitati.

RA3.4 Gli Health Extension Workers, impiegati in 2 dei dispensari sanitari equipaggiati con i H&S kit,

e Leylekal (beneficiari del training) migliorano le loro conoscenze igienico-sanitarie.I2- 1.200 tra bambini/e, adolescenti e giovani dei villaggi di Darwonaji, Bodley e Leylekal migliorano le loro conoscenze igienico-sanitarie.I3 – Riduzione del numero di casi di patologie legate al cattivo uso dell’acqua nei centri/posti medici dei tre villaggi

RA3.2I1- 31 abitanti dei villaggi di Darwonaji, Bodley e Leylekale 10 ufficiali del Distrettodi Awbare (beneficiari dei training) migliorano le loro conoscenze in materia di prevenzione e gestione del rischio agli shock climatici.--I5 finalizzazione del Water Safety Plan per ogni woreda target (LVIA)

RA3.3 / RA3.4 / RA3.5

I1 I Comitati istituiti saranno in grado di gestire autonomamente gli schemi idrici riabilitati, di raccogliere le tariffe dell’acqua e di provvedere alla

-Test pre e post-training somministrato ai beneficiari.-Report dei formatori. -Risultati dei training, registri di presenza. -Documentazione video/fotografica e report degli eventi.-Rapporti e statistiche dei centri/posti medici dei tre villaggi

RA3.2-Report di monitoraggio di progetto.-Test pre e post training somministrato ai beneficiari.-Report dei formatori. -Risultati dei training, registri di presenza. -Documentazione video/fotografica e report degli eventi.

RA3.3/RA3.4 / RA3.5

-Ricevute avvenuta consegna H&S kit nei dispensari sanitari;-Reportistica monitoraggio interno-Registri presenze

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saranno formati sulle norme di igiene personale e ambientale e sulle pratiche standard per la diagnosi e il trattamento dell’AWD

RA3.5 I dipartimenti WASH delle 2 Woredas di intervento saranno capacitati relativamente alla valutazione e prevenzione dei rischi connessi alle avverse condizioni ambientali e climatiche.

RA3.6 Le comunità target sono in grado di gestire e monitorare una buona funzionalità degli impianti realizzati

RA4. Supporto allo sviluppo di pratiche per la conservazione e il rafforzamento ambientale.

RA4.1. Migliorate le condizioni del territorio nell’area

loro manutenzione ordinaria.I2 Ogni Health Center selezionato riceve H&S kit per almeno 400 nuclei familiari;I3 il 90% del personale paramedico degli Health Center è in grado di utilizzare i kit forniti;I4 l’85% del personale paramedico che partecipa ai corsi formativi, ottiene una valutazione positiva al test finale.

RA3.6 -N. di persone formate in materia di trattamento delle acque (30 in 8 mesi-n. degli addetti in grado di provvedere alla manutenzione dell’impianto (6 in 8 mesi)- Riduzione del processo di defecazione nei pressi dei del villaggio (3 villaggi in 8 mesi)

RA4n. di attività volte alla conservazione ambientale e all’utilizzo di energie alternative;

RA4.1 La copertura vegetale del

corsi formativi;-Attestati rilasciati;-Relazione valutazione esperti regionali

RA4.1 - Report di monitoraggio di

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circostante i pozzi profondi

RA4.2 Ridotti i costi di approvvigionamento energetico della prigione di Sawla

terreno attorno ai pozzi dei villaggi di Darwonaji e Leylekal aumenta dal 15 al 60% durante la stagione secca.

RA4.2I1 % di riduzione nei costi di approvvigionamento energetico e rispettiva riduzione di utilizzo di legname (30% in 8 mesi)I2 % aumento delle spese a vantaggio del benessere dei detenuti (30% in 8 mesi)I3 N. di operatori in materia di gestione di un impianto a Biogas (6 in 8 mesi)

progetto.-Report dell’agronomo di progetto, convalidato dall’Ufficio di -Agricoltura del distretto di Awbare.Report fotografico

RA4.2-Report finanziario della struttura di detenzione;-Lista delle spese annuale della struttura di detenzione;-Report di progetto e dei partner;-Report dell’amministrazione carceraria di Sawla;_Archivi di monitoraggio di progetto

AttivitàRelativo al risultato 1:

RA.1.1. -Trivellazione di un pozzo profondo nel villaggio di Darwonaji.-Equipaggiamento del pozzo e connessione al villaggio di Darwonaji- Realizzazione di due punti di distribuzione d’acqua per la scuola e il dispensario medico del villaggio di Leylekal.-Realizzazione di due punti di distribuzione acqua per la scuola e il dispensario medico del villaggio di Leylakal

RA1.2

Risorse:

Risorse umane

MAE- 1 Capo programma;- 1 esperto

Costi (euro):

CVM 135.177,87 VIS 173.614,73

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- Riabilitazione e miglioramento di pozzi tradizionali (Ellaas) sia per il consumo umano che per l’abbeveraggio del bestiame a Telalak - Riabilitazione sistemi a pompaggio manuale non funzionanti a Dawe (5) e a Telalak (1)RA1.3- Realizzazione di sistemi di raccolta dell'acqua piovana con doppio serbatoio da 10mila litri presso 3 scuole e 2 Health Center a Telalak e Dawe

RA1.4-Realizzazione di 3 impianti idrici e 3 impianti di trattamento delle acque in South Omo

RA1.5 Realizzazione di impianti (Warka Water)

Relativo al risultato 2

RA2.1 - Costruzione di 4 blocchi di latrine VIP dotate di lavabo presso 3 scuole e 1 centro sanitario; - Realizzazione di campagne di sensibilizzazione comunitaria CLTS per le associazioni studentesche di 2 scuole

RA2.2-Acquisto e distribuzione di

amministrativo contabile (per un totale di 2 mesi uomo)

Altre risorse:

- 1 esperto ambientale locale (anche part time per 6 mesi)

ONG italiane CVM, VIS, LVIA

- Capo progetto- Amministratore- personale specializzato - personale tecnico- staff locale di supporto

Altre risorse

UfficiMateriali da ufficioMezzi di trasportoAttrezzature diverseMateriali da costruzione, riparazione e trattamentoMateriali per la formazioneMateriali per la comunicazione e il coordinamento

LVIA 158.306,00

G. DIRETTA TOT 15.000,00

Costi gestione 17.901,40

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2000 kit per la promozione dell’igiene personale e domestica in 2 centri sanitari di Telalak e Dawe;

RA2.3

-Realizzazione di latrine multiple per la prigione di Sawla

Relativo al risultato 3

RA3.1 -Sessione di aggiornamento dei comitati WATSAN locali di gestione dei pozzi di Darwonajii, Bodley e Leylekal- Formazione in acqua e misure igienico-sanitarie dell’associazione delle donne di Darwonajii- Sessioni di sensibilizzazione sui temi acqua e misure igienico-sanitarie, con focus sulle relazioni di genere, da parte dell’associazione delle donne di Darwonaji.

RA3.2Formazione al Distretto di Awbare sulla prevenzione e gestione del rischio RDPM (Risk and Disaster Preparedness Management) da parte del DPPO (Disaster Prevention and Preparedness Office) della Regione Somali- Formazione dei comitati WATSAN locali di gestione dei pozzi di Darwonajii, Bodley e Leylekal e dell’Associazione delle donne di Darwonajii sulla prevenzione e gestione del rischio RPDM da parte del Distretto di Awbare.-Supporto nella predisposizione di sistemi di early warning e di preparazione di piani in risposta alle crisi stagionali a livello di Woreda (LVIA)

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RA3.3 -Istituzione di 15 Comitati di gestione degli schemi idrici riabilitati e relativi corsi di formazione; RA3.4- Corsi di formazione per personale paramedico presso i dispensari sanitari;

RA3.5- Corsi di formazione per gli esperti della Woreda (Health, Water e Wash)-Supporto nella predisposizione di sistemi di early warning e di preparazione di piani in risposta alle crisi stagionali a livello di Woreda.

RA3.6 -formazione in materia di trattamento idrico e gestione degli impianti per 30 persone- formazione di 6 manutentori- 1 formazione in materia di igiene per 3 villaggi- Formazione du 6HEW in CLTS +H- Formatori di 6 operatori per la gestione di un impianto a biogas

Relativo al risultato 4

RA4 1-Conservazione del suolo (8 Ettari) attorno ai pozzi profondi nei villaggi di Darwonaji e Leylekal

RA4.2- Realizzazione di un impianto a biogas per la prigione di Sawla

Precondizioni: Stabilità delle condizioni di sicurezza politica interna.

Nota: Al quadro logico sono state riportate diverse modifiche, rispetto alla PDF, ai Risultati e di conseguenza agli Indicatori e alle attività. Tali modiche sono in concordanza con i Risultati dei tre progetti ONG selezionati.

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5. DESCRIZIONE DELL’INIZIATIVA:

5.1. Obiettivo generale: Riportare l’Ob. generale della PdFFavorire il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione che vive in alcune specifiche aree critiche del sud dell’Etiopia (Oromia, Regione Somala e SNNPR) e in altre aree vulnerabili (Afar) attraverso il consolidamento del territorio e il rafforzamento della propria capacità di adattamento e di risposta (di resilienza) alle crisi umanitarie nei settori dell’acqua e dell’ambiente.

5.2. Obiettivo specifico: Riportare l’Ob. Specifico della PdF. Ampliare e affiancare le migliori pratiche emerse nella realizzazione della Fase II del programma in tema di accesso a fonti idriche sicure e sostenibili e della loro gestione.

5.3. Località d’intervento:Indicare i luoghi in cui si svolgeranno le attività. Se possibile, allegare una mappa geografica dettagliata della zona d’intervento (Ad es. Città, Provincia, Distretto, Regione, Paese). Evidenziare eventuali modifiche rispetto al PF.

Le località di azione sono in continuità con le prime due fasi dell’intervento: il sud e sud est dell’Etiopia, con una particolare attenzione alle woredas (distretti) giudicati come priorità (1 e 2) dalle mappe UNOCHA. Unica aggiunta la regione dell’Afar, scelta dettata dalla condizione preoccupante dell’area, come denuncia il coordinamento umanitario etiopico (l’Afar è compreso nell’ultimo appello HRD), ma anche dall’interesse che su questa zona ha la cooperazione italiana, in accordo con il nuovo Programma Paese.Nello specifico dei progetti:

CVM:Il progetto prevede l’intervento nella regione del SNNPRs (Southern Nations Nationalities and Peoples Regional State) ed nello specifico:- Zona di South Omo, Woreda di Hamer, Kebele di (Kara Korcho, Kara Dus e Kara Lebuok) [4.966969 N; 36.483235 E] le 3kebele distano circa 90 km da Dimeka, capoluogo della Woreda di Hamer e circa 130 km da Jinka, capoluogo della Zonadi South Omo.- Zona di Gamo Gofa, Demba Gofa Woreda, Prigione di Sawla [6°18′N 36°53′E] Sawla dista 140 km da Soddo, capoluogodel Wolayta e circa 260 km da Arba Minch , capoluogo del Gamo Gofa.

VIS: Il distretto di Awbare è uno dei 7 distretti compresi nella Fafan (Jijiga) zone della Regione Somali. La città di Awbare è situata a Nord-Est, a 80kmdalla capitale Jijiga e confina con la Somalia (Somali Land). I villaggi di intervento sono Darwonaji, Leylekal e Bodley, rispettivamente a 90km, 110km, 125km da Jijiga, indicativamente a partire da 3-4 ore di macchina su strada non asfaltata.

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LVIA:

Il progetto è nella regione dell’Afar. Le woreda di riferimento sono Telalak e Dawe e le kebele oggetto

dell’intevento saranno Gawis & Hamdidas, Aware & Arede, Adalil & Dawe, Fero & Magenta, Odle & Asbole,

Telalak & Abaro, Waydolele & Ya’alu, Hebrto & Rasa per la Woreda di Telalak e Eyyalad & Gendwer, Wahilo

& Gadala, Halbi & Sonkokor, Kelalo & Gamora per la Woreda di Dawe.

5.4. Beneficiari:Individuare la tipologia e, ove possibile, il numero dei beneficiari diretti e indiretti. Evidenziare e giustificare eventuali modifiche rispetto al PF

Come riportato nella VTE, beneficiaria diretta sarà la popolazione delle aree di intervento selezionate, nelle Regioni oggetto dell’Humanitarian Requirements Document 2014. Nella scelta dei beneficiari degli interventi è stata posta particolare considerazione alla tutela dei gruppi vulnerabili e alla questione di genere. Il numero dei beneficiari diretti delle tre iniziative, dalle stime presentate dalle ONG, si attesta attorno alle 50.000 persone, con un aumento considerevole rispetto alla previsione della VTE. Nel dettaglio beneficiari diretti dell’Iniziativa saranno:

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VIS: I beneficiari diretti dell’intervento saranno gli abitanti dei villaggi di Darwonaji, Leylekal e BodleyAwbare district, Fafan Zone, per un totale di circa 25.500 persone. Si tratta prevalentemente di popolazioni pastorali e agro-pastorali.

CVM Beneficiari diretti degli impianti idrici saranno 2,248 membri della comunità Kara, 429 beneficiari saranno coinvolti direttamente nelle attività formative, mentre della costruzione delle latrine beneficeranno 2,248 membri della comunità Kara e 1,467 detenuti.

LVIA: L’intervento raggiungerà circa 30mila beneficiari attraverso il rafforzamento o la riparazione delle infrastrutture idriche già presenti sul territorio (pompe a mano e pozzi tradizionali), la costruzione di 4 blocchi di latrine nelle scuole e nei presidi sanitari individuati dal progetto, le attività formative previste oltre alla distribuzione di Kit H&S per 400 nuclei familiari.

Beneficiari indiretti sono tutti gli abitanti delle aree di riferimento e le comunità circostanti ossia: CVM: 15.000 persone; VIS 339.000 e LVIA 105.000.

5.5. Modalità di realizzazioneSpecificare la modalità di realizzazione utilizzata, anche in diverse fasi, per l’esecuzione di progetti, opere, forniture di beni, servizi, attraverso la gestione diretta da parte dell’Ufficio di progetto, o con il concorso di altri Enti realizzatori o ONG.

Come riportato nella PDF, la gestione dell’Iniziativa sarà di competenza dell’UTL di Addis Abeba che, in accordo e in stretto coordinamento con la DGCS, UTC e Ufficio VI, controllerà la corretta esecuzione delle attività previste applicando le procedure vigenti e si relazionerà con le controparti.

Nell’esecuzione delle attività previste l’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba, si avvarrà della presenza delle ONG italiane già operanti in loco e accreditate presso il MAE e le Autorità etiopiche, secondo quanto previsto della legge 80/2005. L’uso delle ONG, già selezionate attraverso pubblica procedura, sarà disciplinato dalla stipula da parte del Capo missione (funzionario delegato) di un apposito disciplinare d’incarico ai sensi dell’articolo 15 – sexies della predetta legge 80. La firma di tale convenzione avverrà solo dopo l’approvazione del presente POG e del necessario nulla osta alla firma da parte della DGCS, comprovante la correttezza delle fideiussioni e dei certificati antimafia presentati dalla ONG.

Inoltre, è previsto il ricorso a un esperto esterno selezionato e inviato in missione in loco dalla DGCS, con funzioni di Capo programma. Per monitorare la gestione finanziaria dell’Iniziativa vengono inoltre previste due missioni di un mese di un esperto amministratore-contabile a metà e fine Iniziativa. Tali figure graveranno su un apposito Fondo Esperti separato.

Durante la progettazione e la realizzazione degli interventi sarà dovere delle ONG coinvolgere attivamente le istituzioni locali competenti – ove ve ne sia la possibilità - il coordinamento umanitario e i membri della comunità con particolar attenzione alle donne attraverso associazioni (qualora ve ne siano), gruppi informali o direttamente i nuclei familiari.

Per tutta la durata dell’intervento, sarà cura della stessa Sede, in collaborazione con la DGCS (Uff. VI ed UTC), monitorare le attività sul territorio e il corretto impiego dei fondi allocati, aggiornare all’occorrenza il POG e riferire periodicamente sull’andamento generale del programma.

5.6. Modalità di selezione degli Enti realizzatoriPer ciascuna modalità di realizzazione sopra individuata, specificare la relativa modalità di selezione adottata. Ad esempio: Per la selezione dei progetti delle ONG indicare: “iter di valutazione: data e modalità di pubblicazione delle Linee Guida per la presentazione dei progetti da parte delle ONG; data termine ultimo per la presentazione dei progetti”. Indicare, altresì, le ONG partecipanti alla selezione, il numero dei progetti selezionati e la data di approvazione. Specificare eventuali problematiche incontrate.

Selezioni dei progetti delle ONG. Iter di valutazione:L’avviso con le Linee Guida per le ONG interessate a partecipare alla pubblica procedura è stato pubblicato sul portale della Cooperazione Italiana allo Sviluppo e sul sito della Cooperazione Italiana in Etiopia in data 21 Febbraio 2014. Il termine per la presentazione dei progetti é stato fissato per il 28 marzo 2014. Entro questa data sono state presentate otto proposte di progetto, dalle seguenti ONG: CCM/CISP – Comitato Collaborazione Medica CISP – Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei PopoliCISS – Cooperazione Internazionale Sud Sud (solo in formato elettronico)COOPI – Cooperazione Internazionale

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CUAMM – Medici con l’AfricaCVM- Comitato Volontari nel MondoLVIA - Lay Volounteers International AssociationVIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

La commissione di valutazione nominata dall’Ambasciatore e approvata tramite Decreto n. 17/2014 dell’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba si è riunita in prima seduta l’8 aprile 2014 e successivamente il giorno 14 aprile nei locali dell’Ufficio di Cooperazione (UTL) dell’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba. In prima seduta sono stati discussi i punti salienti di ciascun concept paper , di cui sono stati riassunti: i) luogo di intervento; ii) settore di intervento; iii) durata (max 8 mesi); iv) budget richiesto e eventuali cofinanziamenti; v) obiettivi generali e specifici vii) integrazione con altre iniziative sul territorio.Gli esperti di riferimento (Water Sanitation and Hygiene principalmente) hanno fornito il proprio parere tecnico su ciascuna proposta presentata, condividendo e discutendo con tutti i membri della commissione, la propria opinione riguardo alla validità delle proposte e ai punti di forza e debolezza delle stesse. Nella seconda sessione, discussi i punteggi dei singoli esperti, e compilato un Allegato complessivo per ogni Concept, è stata stilata la graduatoria finale definitiva e decretati i Concept selezionati per la seconda fase del Bando e ai quali é stato chiesto, in stretta collaborazione con l’UTL e seguendo le osservazioni della Commissione, di formulare il progetto per intero (Allegato C2).Sono stati ammessi alla II Fase della selezione, nell’ordine:

1- VIS2- LVIA3- CVM4- CCM/CISP5- CUAMM (A pari merito con CCM/CISP)

Risultano invece idonei, ma esclusi dalla II Fase (come previsto da LG):

1- CISP2- COOPI3- CISS

Il termine ultimo per la stesura della Proposta progettuale è stato fissato al 16 maggio. Alle ONG ammesse alla II fase del bando é stato chiesto di lavorare in stretto coordinamento con l’UTL e gli esperti di riferimento per la stesura del Progetto definitivo. In data 27 maggio, 3 giugno e 6 giugno si é riunita la stessa commissione per valutare i progetti definitivi presentati. Dopo la discussione della commissione e la valutazione generale molto positiva su tutti i progetti, a seguito del risultato delle schede di valutazione completate, sono passati a finanziamento i progetti delle ONG: CVM, VIS e LVIA.

5.7. Enti realizzatori:Indicare gli enti realizzatori coinvolti nell’iniziativa e/o ONG identificate per la realizzazione dei progetti a seguito della procedura di selezione. Per ciascuna ONG indicare l’elenco dei progetti gestiti ed i relativi importi.

Ente realizzatore Titolo Progetto Località

interventoContributo

richiesto alla DGCS in €

CVM Miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e resilienza idrica ed energeticadella popolazione Kara e reclusi carcere Sawla

Woreda di Hamer e Demba Gofa(SNNPR)

135.177,87€

VIS Costruendo resilienza. Strategia integrata per la riduzione della vulnerabilità delle comunità agro-pastorali in Somali Region.

Distretto di Awbare (Somali Region)

173.614,73 €

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LVIA Migliorare l'accesso a fonti di acqua sicura e ai servizi igienico-sanitari di base nelle woreda di Telalak e Dawe, Regione Afar.

Woreda di Telalak e Dawe, (Regione Afar)

158.306 €

5.8. Descrizione intervento: Riportare i settori ed i risultati come da PdF.Descrivere in maniera più dettagliata rispetto alla PdF, le attività previste, specificando insieme ai risultati attesi i relativi indicatori. Per ciascuna attività o sotto attività, indicare il nome dell’Ente realizzatore. Specificare, infine, l’importo previsto per le attività, la gestione ed il monitoraggio.

In linea con la VTE questa Iniziativa, i cui obiettivi, risultati attesi e attività sono riportati nel quadro logico (§ 4), promuoverà la riduzione del rischio e la “building resilience”. Questa sarà finalizzata a rafforzare le capacità di prevenzione, mitigazione e risposta alle crisi umanitarie nei settori, acqua e ambiente nel contesto di emergenza e vulnerabilità cronica che caratterizza alcune aree del Paese. Esso risponde alle priorità identificate dal coordinamento umanitario nel Paese e al Humanitarian Requirement Document (HRD) 2014.

SettoreRisultati attesi‡ e

Indicatori: § Attività previste dettagliate: ** Ente realizzatori

Importo previsto

in €

Settore 1. Acqua, Ambiente, Territorio, gestione delle risorse naturali

RA1. Favorito un miglior accesso a fonti d’acqua sicura e protetta da parte della popolazione e a uso agro-pastorale e rafforzata la capacità di risposta alle emergenze idriche;

RA1.1 Garantito l’accesso quotidiano a sorgenti di acqua potabile

RA1.2 Migliorato il sistema delle infrastrutture idriche dalla tecnologia semplice, efficiente e con limitati costi di manutenzione/gestione

RA.1.1. -Trivellazione di un pozzo profondo nel villaggio di Darwonaji.-Equipaggiamento del pozzo e connessione al villaggio di Darwonaji- Realizzazione di due punti di distribuzione d’acqua per la scuola e il dispensario medico del villaggio di Leylekal.-Realizzazione di due punti di distribuzione acqua per la scuola e il dispensario medico del villaggio di Leylakal

RA1.2 - Riabilitazione e miglioramento di pozzi tradizionali (Ellaas) sia per il consumo umano che per l’abbeveraggio del bestiame a Telalak (n.4)- Riabilitazione sistemi a pompaggio manuale non funzionanti a Dawe (5) e a

VIS

LVIA

99.784,09

22.000,00

‡ Esempio:Risultato 1. Ampliate le possibilità di accesso ai servizi sanitari e migliorata la loro qualità e quantitàRisultato 2. Ampliato l’accesso ad attività di assistenza sociale e spazi di aggregazione Indicatori: incremento n. delle visite; incremento della percentuale di donne in gravidanza assistite; incremento del numero di servizi sociali; § Gli elementi di un buon indicatore sono: definizione, unità di misura, punto di partenza (base line) e punto di arrivo (target), con gli ambiti di riferimento temporale. Relativamente ad obiettivi ed indicatori si fa riferimento agli acronimi SMART e RACER. SMART (Specific, Measurable, Achievable, Relevant to the information needs of managers, Time-bound) RACER: (Relevant, Accepted, Credible, Easy, Robust)Per ulteriori informazioni sugli indicatori consultare la pagina http://www.esteri.it/mae/doc/6_40_176_g.pdf , pagg. 83-91)

** Esempio: Attività 1. Realizzazione di progetti delle ONG nel settore sanitario

Attività 1.1. Ricostruzione di 1 Centro di Salute - Progetto ONG XXXAttività 1.2. Creazione di un reparto pediatria presso l’Ospedale “Sacro Cuore” – Progetto ONG YYY

Attività 2.: Realizzazione di progetti delle ONG nel settore socialeAttività 2.1. Costruzione di 1 Centro di assistenza per rifugiati - Progetto ONG XXXAttività 2.2. Creazione di un Centro di riabilitazione per ragazze vittime di violenza – Progetto ONG YYY

Attività 3. Gestione programma e progetti, assistenza tecnica, monitoraggio e valutazione

Piano Operativo GeneralePaese: ETIOPIAAID: 9386 – III FASE

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per 35500 beneficiari (LVIA)

RA1.3 Gli utenti di 2 presidi sanitari e di 3 scuole beneficiano di una maggiore quantità di acqua a disposizione (LVIA)

RA1.4 - 2248 membri delle tribù dei Kara hanno accesso, in modo sostenibile, all’acqua ad uso potabile nell’area di intervento (CVM)

RA1.5 progetto pilota per una soluzione innovativa e sostenibile per la produzione di acqua potabile

IndicatoriRA1. - incremento % di popolazione con accesso a fonti idriche sicure e/o protette e a uso agro-pastorale; RA1.1.1 I1 - 16.500 persone (abitanti di Darwonaji e Elabaldo) accedono quotidianamente a una fonte di acqua potabile; pozzo trivellato funzionante e portata, qualità dell’acqua. Distanza media dai punti di accesso all’acqua

I2 – 2.500 persone (pari al 60% degli abitanti di Bodley) accedono quotidianamente a una fonte di acqua potabile; 1.500 persone (pari al 40% degli abitanti di Bodley) accedono quotidianamente a una fonte di acqua potabile nel villaggio di Bodley. Distanza media dai punti di accesso all’acqua. Funzionamento dei punti d’acqua.

Telalak (1)

RA1.3- Realizzazione di sistemi di raccolta dell'acqua piovana con doppio serbatoio da 10mila litri presso 3 scuole e 2 Health Center a Telalak e Dawe

RA1.4-Realizzazione di 3 impianti idrici e 3 impianti di trattamento delle acque in South Omo

RA1.5-Realizzazione di un prototipo pilota di “Warka Water”

LVIA

CVM (attività73209.11 + personale tecnico 3821.74)

GESTIONE DIRETTA

25.000,00

77.030,85

15.000,00

Piano Operativo GeneralePaese: ETIOPIAAID: 9386 – III FASE

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I3- 5.000 abitanti nel villaggio di Leylekal quadruplicano i punti di accesso all’acqua potabile;Distanza media dai punti di accesso all’acqua. Funzionamento dei punti d’acqua.

RA1.2 –

I1 L’80%della popolazione target utilizza almeno 15 litri di acqua per uso domestico e per l’igiene personale;

R1.3 I. 1la totalità degli utenti di 2 presidi sanitari e 3 scuole avranno accesso a 1 litro di acqua potabile al giorno

RA1.4I1 – 2248 persone della tribù dei Kara hanno accesso ad acqua potabile in 8 mesi;I2- N. Impianti di approvvigionamento realizzati in (3 in 8 mesi)

I3- N. di impianti di trattamento realizzati (3 in 8 mesi)

I4 Miglioramento della qualità dell’acqua trattata (valore, colore, sapore – valori critici analisi di laboratorio);

I5 % di incremento nell’accesso all’acqua nelle tre kebele Kara (100% in 8 mesi)

RA5 progetto pilota per una soluzione innovativa e sostenibile per la produzione di acqua potabile

Settore 1. Acqua,

RA 2. RA 2.Migliorati la diffusione e l’utilizzo di strutture igieniche di base (latrine e lavatoi)

Piano Operativo GeneralePaese: ETIOPIAAID: 9386 – III FASE

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Ambiente, Territorio, gestione delle risorse naturali

adeguate e dotate di sistemi sostenibili e di produzione di energia alternativa;

RA2.1 1.300 studenti godranno di un migliore accesso alle latrine e ai sistemi di lavaggio per le mani. (LVIA)

R2.2 7.250 utenti dei presidi sanitari godranno di un migliore accesso alle latrine e ai sistemi di lavaggio delle mani.(LVIA)

RA2.3Migliorate le condizioni igieniche e sanitarie di 2248 Kara e 1467 detenuti del carcere di Sawla; (CVM)

IndicatoriR2- incremento % di popolazione con accesso ad adeguati servizi igienico-sanitari;

RA2.1 – 2.2-la totalità degli studenti e degli utenti dei presidi sanitari oggetto di intervento avranno accesso a servizi igienico sanitari migliorati;- la totalità degli studenti e degli utenti dei presidi sanitari avranno accesso alle strutture predisposte per il lavaggio delle mani

RA2.3I1 N. di persone formate in materia di trattamento dell’acqua (30 in 8 mesi)

I2N. degli addetti in grado di provvedere alla manutenzione dell’impianto (6 in 8 mesi)

RA2.1 - Costruzione di 4 blocchi di latrine VIP dotate di lavabo presso 3 scuole e 1 centro sanitario; - Realizzazione di campagne di sensibilizzazione comunitaria CLTS per le associazioni studentesche di 2 scuole

RA2.2-Acquisto e distribuzione di 2000 kit per la promozione dell’igiene personale e domestica in 2 centri sanitari di Telalak e Dawe;

RA2.3 -Realizzazione di latrine multiple per la prigione di Sawla

LVIA

LVIA

CVM (attività + personale tecnico 4421.98)

38.000,00

10.000,00

17725,82 (13.303,84 latrine + personale tecnico)

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I3 Riduzione dei casi di malattie idrotrasmissibili

Settore 1. Acqua, Ambiente, Territorio, gestione delle risorse naturali

RA3. Potenziate le capacità delle Istituzioni competenti e della comunità nella gestione e manutenzione degli schemi idrici, di prevenzione del rischio e di risposta a potenziali nuove situazioni di emergenza

RA3.1 Promosse le competenze su acqua e misure igienico-sanitarie (VIS)

RA3.2 Trasferite le competenze e metodologie operative in materia di prevenzione e gestione del rischio agli schok climatici (VIS + LVIA)

RA3.3 15 Comitati di

RA3.1 -Sessione di aggiornamento dei comitati WATSAN locali di gestione dei pozzi di Darwonajii, Bodley e Leylekal- Formazione in acqua e misure igienico-sanitarie dell’associazione delle donne di Darwonajii- Sessioni di sensibilizzazione sui temi acqua e misure igienico-sanitarie, con focus sulle relazioni di genere, da parte dell’associazione delle donne di Darwonaji.

RA3.2Formazione al Distretto di Awbare sulla prevenzione e gestione del rischio RDPM (Risk and Disaster Preparedness Management) da parte del DPPO (Disaster Prevention and Preparedness Office) della Regione Somali- Formazione dei comitati WATSAN locali di gestione dei pozzi di Darwonajii, Bodley e Leylekal e dell’Associazione delle donne di Darwonajii sulla prevenzione e gestione del rischio RPDM da parte del Distretto di Awbare.-Supporto nella predisposizione di sistemi di early warning e di preparazione di piani in risposta alle crisi stagionali a livello di Woreda (LVIA)

RA3.3

VIS

VIS+

LVIA

5205.45

4807.20

3000,00

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gestione verranno istituiti, formati e capacitati per la gestione degli schemi idrici riabilitati.(LVIA)

RA3.4 Gli Health Extension Workers, impiegati in 2 dei dispensari sanitari equipaggiati con i H&S kit, saranno formati sulle norme di igiene personale e ambientale e sulle pratiche standard per la diagnosi e il trattamento dell’AWD (LVIA)

RA3.5 I dipartimenti WASH delle 2 Woredas di intervento saranno capacitati relativamente alla valutazione e prevenzione dei rischi connessi alle avverse condizioni ambientali e climatiche, e alla preparazione e pianificazione di strategie di risposta (LVIA)

RA3.6Le comunità target sono in grado di gestire e monitorare una buona funzionalità degli impianti realizzati

IndicatoriR3 - numero di attività di formazione e dei destinatari per migliorare la capacità di prevenzione del rischio e di risposta a potenziali nuove situazioni di emergenza;

-Istituzione di 15 Comitati di gestione degli schemi idrici riabilitati e relativi corsi di formazione;

RA3.4- Corsi di formazione per personale paramedico presso i dispensari sanitari;

RA3.5- Corsi di formazione per gli esperti della Woreda (Health, Water e Wash)

RA3.6formazione in materia di trattamento idrico e gestione degli impianti per 30 persone- formazione di 6 manutentori- 1 formazione in materia di igiene per 3 villaggi- Formazione du 6HEW in CLTS +H- Formatori di 6 operatori per la gestione di un impianto a biogas

LVIA

LVIA

LVIA

CVM

7500,00

3000,00

6000,00

1838.37

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RA3.1 I1–31 abitanti dei villaggi di Darwonaji, Bodley e Leylekal (beneficiari del training) migliorano le loro conoscenze igienico-sanitarie.I2- 1.200 tra bambini/e, adolescenti e giovani dei villaggi di Darwonaji, Bodley e Leylekal migliorano le loro conoscenze igienico-sanitarie.I3 – Riduzione del numero di casi di patologie legate al cattivo uso dell’acqua nei centri/posti medici dei tre villaggi

RA3.2I1- 31 abitanti dei villaggi di Darwonaji, Bodley e Leylekale 10 ufficiali del Distretto di Awbare(beneficiari dei training) migliorano le loro conoscenzein materia di prevenzione e gestione del rischio agli shock climatici.

RA3.3 / RA3.4 / RA3.5

I1 I Comitati istituiti saranno in grado di gestire autonomamente gli schemi idrici riabilitati, di raccogliere le tariffe dell’acqua e di provvedere alla loro manutenzione ordinaria.I2 Ogni Health Center selezionato riceve H&S kit per almeno 400 nuclei familiari;I3 il 90% del personale paramedico degli Health Center è in grado di utilizzare i kit forniti;I4 l’85% del personale paramedico che partecipa ai corsi formativi, ottiene una valutazione positiva al test finale.-I5 finalizzazione del Water Safety Plan per ogni woreda target

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3.6- N. di persone formate in materia di trattamento delle acque (30 in 8 mesi-n. degli addetti in grado di provvedere alla manutenzione dell’impianto (6 in 8 mesi)- Riduzione del processo di defecazione nei pressi del villaggio (3 villaggi in 8 mesi

Settore 1. Acqua, Ambiente, Territorio, gestione delle risorse naturali

RA4. Supporto allo sviluppo di pratiche per la conservazione e il rafforzamento ambientale.

RA4.1. Migliorate le condizioni del territorio nell’area circostante i pozzi profondi (VIS)

RA4.2 Ridotti i costi di approvvigionamento energetico della prigione di Sawla (CVM)IndicatoriRA4n. di attività volte alla conservazione ambientale e all’utilizzo di energie alternative;

RA4.1 La copertura vegetale del terreno attorno ai pozzi dei villaggi di Darwonaji e Leylekal aumenta dal 15 al 60% durante la stagione secca. RA2.4I1 % di riduzione nei costi di approvvigionamento energetico e rispettiva riduzione di utilizzo di legname (30% in 8 mesi)I2 % aumento delle spese a vantaggio del benessere dei detenuti (30% in 8 mesi)I3 N. di operatori in

RA4 1-Conservazione del suolo (8 Ettari) attorno ai pozzi profondi nei villaggi di Darwonaji e Leylekal

RA4.2- Realizzazione di un impianto a biogas per la prigione di Sawla

VIS (attivita’ +personale tecnico + att. Formazione211,52 / 17080,30)

CVM

17.291,82

11.296,16

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materia di gestione di un impianto a Biogas (6 in 8 mesi)

Gestione e monitoraggio:

A Personale di progetto e monitoraggio C Costi di funzionamentoD VisibilitàE Costo amministrativi F Fideiussione

Fondo gestione in loco

Donazioni: CVM e LVIA per non compreranno beni durevoli con i fondi del progetto, se non quelli necessari per il progetto stesso che saranno oggetto di handover. VIS donerà i pochi beni durevoli acquistati con i fondi del progetto al partner locale DGMDA.

ONG VIS,LVIA, CVM

UTL/Gestione Programma

40.649.9036.661.296.152,0429.605.614.550,00

17.901,40

Totale 500.000,00

5.9. Stakeholder:Riportare una breve analisi degli stakeholder coinvolti nel progetto con particolare riferimento al ruolo delle autorità locali.

L’UTL/Gestione di Programma sarà responsabile del coordinamento con i principali partner internazionali dell’iniziativa, in primo luogo il coordinamento umanitario e di resilience. I partner consultati in fase d’identificazione costituiranno i principali stakeholders e interlocutori dell’Ambasciata/UTL/Unità di coordinamento del programma durante la realizzazione dell’intervento. La consolidata partecipazione dell’Italia al sistema di coordinamento tra donatori e Governo in Etiopia, consentirà continuità e costanza del dialogo tanto con DRMFSS/MoARD e corrispondenti Bureaux a livello regionale, quanto con le agenzie internazionali che sostengono o realizzano interventi di emergenza. Tra queste, si segnala come sia di particolare importanza il ruolo svolto da UNOCHA che, attraverso la raccolta periodica dei dati forniti dagli enti realizzatori contrattati nell’ambito dell’Humanitarian Response Fund†† ed in collaborazione con il governo, è in grado di fornire a tutti i donatori aggiornamenti costanti sulla situazione contingente, le priorità sul campo ed eventuali difficoltà nella realizzazione degli interventi. Proprio alla luce della particolarità della situazione, la comunità internazionale dei donatori in Etiopia ha recentemente rafforzato il proprio sistema di coordinamento tecnico per le questioni umanitarie aggiungendo una importante componente di resilience.A livello di woreda gli Ufficio Idrici, che hanno partecipato allo sviluppo dei progetti saranno attori chiave per sviluppare le attività nel quadro delle politiche nazionali e regionali dei settori di intervento. Parteciperanno inoltre al monitoraggio e alla valutazione del progetto. A livello regionale è prevista inoltre l’attiva partecipazione del Regional Disaster Prevention and Preparedness Office (DPPO), nonché dei bureau Water Resource Development e Finance and Economic Development. L’Environment Bureau Regionale e l’Agricoltural Bureau Distrettuale offriranno anch’essi il loro supporto in termini di impiego dello staff tecnico per il monitoraggio delle attività ambientali ove di competenza parteciperanno anche l’Health Bureau e l’Education Bureau Office, e il Women Affairs Office. Infine, i sindaci, o gli anziani nel caso dei villaggi Kara, insieme al personale del Woreda WASH steering committee e Kebele WASH team svolgeranno il compito di mediatori e di figure di riferimento.

5.10. Sostenibilità:Riportare delle previsioni realistiche sulla sostenibilità economica e finanziaria del progetto dopo la sua realizzazione (copertura dei costi ricorrenti, di manutenzione, ammortamento, altro)Il quadro degli interventi che verranno realizzati dalle 3 ONG selezionate é fortemente caratterizzato dalla combinazione tra strumenti semplici, formazione delle comunità, utilizzo e ottimizzazione di metodologie locali. Questi elementi contribuiranno alla sostenibilità economico – finanziaria delle opere realizzate, nonché alla sostenibilità sociale e ambientale dei lavori previsti. Nel dettaglio, per la manutenzione degli impianti idrici realizzati verrà fissato un contributo per le famiglie che ne usufruiranno e creati comitati di gestione che verranno formati nel quadro delle attività delle ONG. Nel caso del carcere, grazie al biogas i detenuti potranno beneficiare dell'abbattimento dei costi legati all'acquisto di combustibile, mentre le attività di conservazione del suolo, nel caso della ONG VIS, saranno

†† Nel 2008, nel 2009 e nel 2011anche la Cooperazione Italiana ha contribuito al fondo, con tre finanziamenti rispettivamente del valore di 545.200,00 Euro, 800.000,00 Euro e 500.000 Euro.

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invece fondamentali per la sostenibilità ambientale degli interventi stessi (pozzo profondo). Le amministrazioni locali delle aree selezionate garantiranno la sostenibilità finanziaria prendendo in carica le infrastrutture realizzate, mentre i comitati WATSAN creati ad hoc garantiranno quella gestionale. L’individuazione dei bisogni e delle strategie progettuali con le autorità locali, l’attenzione al capacity building e formazione dello staff locale rappresentano fattori importanti di sostenibilità istituzionale e ownership di progetto, tali da garantire potenzialmente anche un passaggio tra la fase di emergenza a quella di sviluppo, quando ve ne saranno le condizioni.

5.11. Monitoraggio e relazioni periodiche:Indicare le modalità di monitoraggio e coordinamento dell’iniziativa e la tempistica prevista (timetable) per la consegna di report periodici di monitoraggio (rapporto quadrimestrale e finale).‡‡

Timetable consegna Rapporti quadrimestrali (firma disciplinari presumibilmente entro settembre 2014): Primo quadrimestre da consegnarsi entro il 31/01/2015Finale da consegnarsi entro il 31/08/2015

Indicare le modalità di coordinamento con gli Enti realizzatori:

frequenza visite sul campo: bimestrali di norma, ma la gestione del programma si riserva di intensificare qualora si presentassero elementi nuovi da verificare sul posto.

frequenza riunioni di coordinamento collegiali con gli Enti realizzatori: incontri su base mensile/bimestrale

frequenza riunioni di coordinamento individuali con gli Enti realizzatori: Incontri su base mensile ma con maggiore frequenza all’occorrenza

Altro: Si prevedono inoltre ulteriori visite di campo e/o assistenza tecnica di esperti settoriali inviati dalla DGCS nel Paese anche per altri programmi, visite di campo congiunte con altri donatori (EU, OCHA, etc.), accertamenti amministrativo-contabili da parte del capo-programma, incontro con co-finanziatori (anche potenziali es. coop. Decentrata) e misure di assistenza/verifica all’occorrenza.

6. CRONOGRAMMA§§

Settore ENTE REALIZZATORE(ONG, società o

impresa, Ente pubblico o privato, ufficio di

progetto)

Tempi I Quadrimestre II Quadrimestre III Quadrimestre

2014sett

2014 ott

2014 nov

2014dic

2015gen

2015feb

2015mar

2015apr

2015mag

2015giug

2015luglio

2015ago

Settore 1. Acqua, Ambiente, Territorio, gestione delle risorse naturali

Ente realizzatore CVMMiglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e resilienza idrica ed energeticadella popolazione Kara e reclusi carcere Sawla

previsti

Ente realizzatore_VISCostruendo resilienza. Strategia integrata per la riduzione della vulnerabilità delle comunità agro-pastorali in Somali Region.

previsti

Ente realizzatore_VISMigliorare l'accesso a fonti di acqua sicura e ai servizi

‡‡Consultare anche il Manuale di Monitoraggio alla pagina:http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/Pubblicazioni/Manuale_di_Monitoraggio.htm§§

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igienico-sanitari di base nelle woreda di Telalak e Dawe, Regione Afar.

Gestione programma

Ente realizzatore: UTL/Unità Gestione programmaProgettoGestione in loco del programma

Data di avvio delle attività: La data di avvio delle attività del programma decorre a partire dalla data di approvazione del POG.Data chiusura delle attività in loco e chiusura contabile: 12 mesi dalla data di approvazione del POG.

7. PIANO FINANZIARIO

7.1. Piano finanziario per settoreIndicare per ciascun settore gli enti realizzatori selezionati ed i rispettivi costi al lordo dei costi di gestione delle ONG (es.: personale, funzionamento, visibilità, ecc.). Qualora un ente realizzatore svolga attività in più settori indicare la spesa relativa a ciascuna componente settoriale. Ad. Esempio, il progetto della ONG XXX, finanziato per un importo pari a 50.000 €,potrebbe spendere per il settore Salute 10.000 €, per il settore Istruzione 20.000€, e per il settore Ambiente (Acqua) 20.000€.

SETTORI DI INTERVENTO

ENTE REALIZZATORE (ONG, società o impresa, Ente pubblico o privato, ufficio di

progetto)

Budget finale in €

Settore 1. Acqua,

Ambiente, Territorio,

gestione delle risorse naturali

Ente realizzatore CVMMiglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e resilienza idrica ed energeticadella popolazione Kara e reclusi carcere Sawla

135.177,87€

Ente realizzatore_VISCostruendo resilienza. Strategia integrata per la riduzione della vulnerabilità delle comunità agro-pastorali in Somali Region.

173.614,73 €

Ente realizzatore_LVIAMigliorare l'accesso a fonti di acqua sicura e ai servizi igienico-sanitari di base nelle woreda di Telalak e Dawe, Regione Afar.

158.306 €

Gestione Diretta DGCSAvvio di un progetto pilota “Warka Water” . Soluzioni innovative e sostenibile per la produzione di acqua potabile. Realizzazione di almeno N. prototipi + esperto ambientale per studio di fattibilita’

15.000 €

3. Costi di gestione 17.901,40 (3,58 %)

3.1

Personale: autista + oneri assicurativi e diaria missioni

5000 (autista di programma per 10 mesi, diarie missioni, assicurazione)

3.2Trasferimenti e trasporti (voli umanitari Capo Programma/Assistente- voli interni –di linea Assistente) 7901,40

3.3Attrezzature (Arredi ufficio, computers/stampanti, telefoni, autoveicoli di servizio) 1000

3.4 Utenze e tasse (Affitto, telefono, internet e varie) 1000

3.5 Spese generali (Cancelleria e stampanti; spese bancarie; traduzioni, documentazioni/seminari) 1500

3.6 Visibilità (video doc finale sul programma + attività locali) 1500

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Totale generale 500.000

7.2. Stima e congruità dei costiSpecificare il modo in cui i costi sono stati stimati confermandone la congruità

Nel corso della selezione delle proposte la Commissione di Valutazione ha verificato la congruità dei costi, escludendo quelle che non avessero i requisiti minimi di validità finanziaria. Alle Organizzazioni selezionate è stato poi chiesto di fornire chiarimenti o apportare modifiche a voci di budget per economizzare e rendere più efficace la proposta senza comprometterne la validità. In alcuni casi si è richiesta una riduzione dei costi di funzionamento a favore dei costi vivi delle attività. Le revisioni delle proposte selezionate sono state nuovamente valutate dalla Commissione che le ha giudicate pertinenti alle esigenze di programma e congrue dal punto di vista dei costi di beni, servizi e manodopera sul mercato locale. Analogamente, la stima dei costi di gestione del programma è stata effettuata alla luce dell’analisi del mercato locale e dei costi di figure professionali equiparabili a quelle selezionate.

8. CONFRONTO FRA PROPOSTA DI FINANZIAMENTO E PIANO OPERATIVO:

8.1. Confronto Piano FinanziarioIndicare i settori previsti dalla PdF e dal POG e relativi importi e variazioni (in euro).

Settori previsti dalla PdF Importo Previsto da PdF

Importo Proposta del

POG

Variazioni (+ /-)

Acqua, Ambiente, Territorio, gestione delle risorse naturali 240.000 482.098,60 +242.098,60

Protezione Rifugiati e sfollati 220.000 0 - 220.000Costi di gestione 40.000 17901,40 - 22.098,60TOTALE 500.000 500.000 0

8.2. Ragioni delle variazioni per settori:Indicare per ciascun settore la variazione di spesa data dalla differenza fra l’importo previsto dalla PdF e quello proposto dal POG, specificando nel modo più dettagliato possibile le ragioni della variazione. Nel caso di settori non originariamente previsti dalla PdF, introdurli specificando approfonditamente le ragioni del loro inserimento. Nel caso di settori previsti dalla PdF ma non inclusi nel POG, giustificare approfonditamente il mancato inserimento. Qualora non vi siano variazioni rispetto alla PdFbarrare la casella “Nessuna variazione”.

Nessuna variazione

Settori Variazione di spesa in €

Ragioni delle variazioni

Acqua, Ambiente, Territorio, gestione delle risorse naturali +242.098,60 V. sotto

Protezione Rifugiati e sfollati - 220.000 Non vi sono stati progetti approvati per questo settore. E’stata presentata una sola proposta che rientrasse nel settore che, pur se giudicata idonea, non ha raggiunto un punteggio sufficiente per essere ammessa al finanziamento, avendo valutato la commissione altre iniziative del settore Acqua più rispondenti al programma e efficaci rispetto ai bisogni individuati e all’obiettivo specifico, anche alla luce dell’esperienza pregressa con l’organizzazione che ha presentato. Nelle Linee Guida pubblicate, a tal proposito, è riportato: “I suddetti importi, definiti in via previsionale nel corso della formulazione della Proposta di Finanziamento, sono suscettibili di variazioni, debitamente motivate, che consentano di rispondere in modo più adeguato alle necessità riscontrate sul territorio”.

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Costi di gestione 22.098,60 Il forte ridimensionamento dei costi di gestione é stato possibile in considerazione della rinuncia all’assunzione di un assistente di programma. Esiste già infatti una figura all’interno dell’UTL che potrà monitorare e gestire le attività contabili di ordinaria amministrazione, mentre si auspica la possibilità di poter avere un esperto amministrativo-contabile per un totale di due mesi uomo. Questi risparmi sono stati utilizzati principalmente per l’attività in gestione diretta che permetterà di rendere l’iniziativa di ancora maggiore impatto.

8.3. Ragioni delle variazioni per località/area d’intervento:Indicare per ciascuna località/ area d’intervento la variazione di spesa data dalla differenza fra l’importo previsto dalla PdF e quello proposto dal POG, specificando nel modo più dettagliato possibile le ragioni della variazione. Nel caso di località non originariamente previste dalla PdF, introdurle specificando approfonditamente le ragioni del loro inserimento. Nel caso di località previste dalla PdF ma non inclusi nel POG, giustificare approfonditamente il mancato inserimento. Qualora non vi siano variazioni rispetto alla PdFbarrare la casella “Nessuna variazione”.

Nessuna variazione

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