informasanita' giugno 2017 - · pdf fileannarosa floreani, francesco francini, gino...
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informainformasanità Giugno 2017Giugno 2017
Simposio internazionale Simposio internazionale Global Reasearch in PaediatricsGlobal Reasearch in Paediatrics
Nefrologia riconfermata Nefrologia riconfermata ai vertici mondialiai vertici mondiali
Nuovo studio su Nuovo studio su Nuovo studio su ipertensione, fibrillazione atriale ipertensione, fibrillazione atriale ipertensione, fibrillazione atriale e aldosteronismo e aldosteronismo e aldosteronismo
A Citta' del Capo A Citta' del Capo A Citta' del Capo le celebrazioni ufficiali le celebrazioni ufficiali le celebrazioni ufficiali 50 anni dopo il primo trapianto di cuore 50 anni dopo il primo trapianto di cuore 50 anni dopo il primo trapianto di cuore
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PERIODICO d’informazione dell’Azienda Ospedaliera di Padova
Giugno 2017
DIRETTORE RESPONSABILE Luisella Pierobon
DIRETTORE GENERALE AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA Luciano Flor
HANNO COLLABORATO IN QUESTO NUMERO Angelo Avogaro, Silvia Baggio, Franco Bassetto,
Marco Boscaro, Lorenzo Calò, Eliana Camporese,
Annarosa Floreani, Francesco Francini, Gino Gerosa,
Carlo Giaquinto, Carla Scaroni, Teresa Maria Seccia.
Servizi fotografici: Silvia Baggio, Pietro Bernardi,
Ufficio Stampa Azienda Ospedaliera Padova
Consulenza Legale: Luisa Longhini
DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE Via Giustiniani 1— Padova tel. redazione 049.8213923 fax redazione 049.8218283 [email protected]
Registrazione del Tribunale di Padova n. 1553 del 21.01.97 Registro Stampa
SOMMARIO
2017 - Nefrologia di Padova per il 4° anno consecutivo
ai vertici mondiali pag. 3
La Cardiochirurgia microinvasiva trans catetere
sbarca a Città del Capo - Sud Africa pag. 6
Padova, nuovo studio su Hypertension: ipertensione,
fibrillazione atriale e aldosteronismo pag. 8
Malattia Rara: la colangite sclerosante primitiva pag. 10
L’A.O. è il Coordinatore del Progetto GRIP,
Global Research in Paediatrics pag. 11
Malattie del metabolismo e pancreas artificiale pag. 13
L’alimentazione d’estate: la parola all’esperto pag. 15
News pag. 17
informasanità
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2017 2017 2017 --- NEFROLOGIA NEFROLOGIA NEFROLOGIA DIDIDI PADOVA PADOVA PADOVA PERPERPER ILILIL 4° 4° 4° ANNOANNOANNO CONSECUTIVOCONSECUTIVOCONSECUTIVO
AIAIAI VERTICIVERTICIVERTICI MONDIALIMONDIALIMONDIALI
al centro della foto il Prof. Lorenzo Calò con alcuni
clinici dell’équipe di Nefrologia
dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova
www.expertscape.com/ex/gitelman+syndrome www.expertscape.com/ex/bartter+syndrome
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La classifica dei più importanti esperti
del mondo nei vari settori della Medicina pubblicata ogni anno vede il Prof. Loren-zo Calò dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova confermato primo al mondo nell’ambito delle malattie renali anche per il 2017, in particolare nelle malattie genetiche rare del traspor-to tubulare renale come la Sindrome di Gitelman e la Sindrome di Bartter.
Questa classifica è basata su un’estesa revisione delle pubblicazioni scientifiche in Nefrologia degli ultimi dieci anni, dà notevole prestigio alla Nefrologia italiana e contribuisce al primato europeo già ottenuto dall’Azienda Ospedaliera/Università di Padova nel campo delle malattie rare.
Il riconoscimento viene assegnato anche quest’anno, per il 4° anno consecu-tivo al Prof. Lorenzo Calò. E’ ulteriormente sottolineato dalla richiesta da parte dell’organizzazione internazionale KID-NEY DISEASE IMPROVING GLOBAL OUTCOMES (KDIGO) di farlo partecipare con alcuni esperti mondiali alla stesura delle Linee Guida di diagnosi e trattamen-to per la Sindrome di Gitelman (“KDIGO Consensus Conference on Gitelman Syndrome”).
Le Linee Guida predisposte, sono
state pubblicate sulla rivista scientifica Kidney International, tra le riviste scientifi-che nefrologiche più qualificate in ambito internazionale (Kidney International 2017; 91:24–33).
2017 2017 2017 --- NEFROLOGIA NEFROLOGIA NEFROLOGIA DIDIDI PADOVA PADOVA PADOVA PERPERPER ILILIL 4° 4° 4° ANNOANNOANNO AIAIAI VERTICIVERTICIVERTICI MONDIALIMONDIALIMONDIALI
Il Professor Lorenzo Calò, nefrolo-go, ipertensiologo ed internista, Direttore della Nefrologia 2 dell’Azienda Ospeda-liera di Padova è anche Direttore della Scuola di Specializzazione in Nefrologia dell’Università di Padova. Da quasi trent’anni segue in particolare la Sindro-me di Gitelman e la Sindrome di Bartter, malattie renali genetiche rare che com-promettono il riassorbimento tubulare re-nale di potassio e di magnesio. La conseguente riduzione nel san-gue di potassio e magnesio può indurre l’insorgenza di aritmie cardiache che nei casi più gravi possono anche essere fa-tali e, seppur raramente, anche evolvere verso l’insufficienza renale cronica.
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L’analisi genetica identifica la mutazione nel gene che codifica per la proteina re-sponsabile del trasporto tubulare renale del potassio permettendo con certezza la diagnosi.
Il Prof. Lorenzo Calò riconosciuto punto di riferimento non solo nel Trive-neto ma anche a livello nazionale per la gestione clinica e la diagnosi di queste malattie, gestisce inoltre un ambulatorio dedicato al completo iter diagnostico, al trattamento terapeutico ed al follow-up dei pazienti con Sindrome di Gitelman e Sindrome di Bartter istituito presso l’A.O. di Padova, uno dei pochi a livello nazionale. A questo ambulatorio si rivol-gono pazienti provenienti da tutta Italia.
Un aspetto peculiare di queste
malattie genetiche renali riguarda lo stu-dio delle basi cellulari e molecolari dell’ipertensione arteriosa, nelle quali il Prof. Calò ha riconosciuto un modello umano unico.
I pazienti con queste malattie, infatti, pur possedendo molte caratteri-stiche biochimiche ed ormonali tipiche dell’ipertensione arteriosa, non hanno l’ipertensione.
Pertanto, perché questi pazienti non di-ventano ipertesi pur possedendo carat-teristiche ormonali e biochimiche dell’ipertensione arteriosa, può essere di grande importanza per capire le basi cellulari e molecolari dell’ipertensione arteriosa stessa.
Gli studi del Prof. Lorenzo Calò hanno permesso di delineare nell’uomo nuovi meccanismi biochimici e identifi-care nuove proteine che possono svol-gere un importante ruolo nella cono-scenza della fisiopatologia dell’ipertensione arteriosa, nell’efficacia del suo trattamento e di quello delle complicanze cardiovascolari e renali dell’ipertensione.
2017 2017 2017 --- NEFROLOGIA NEFROLOGIA NEFROLOGIA DIDIDI PADOVA PADOVA PADOVA PERPERPER ILILIL 4° 4° 4° ANNOANNOANNO AIAIAI VERTICIVERTICIVERTICI MONDIALIMONDIALIMONDIALI
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Nel Dicembre di quest’anno, cade
il 50° anniversario del primo trapianto di cuore eseguito al mondo, era infatti il dicembre 1967 quando Christian Bar-nard, a Città del Capo - Sud Africa, ese-guiva con successo il primo trapianto cardiaco al mondo. Per ricordare tale evento proprio a Città del Capo viene organizzato un convegno dal titolo paradigmatico: Cou-rage and Innovation, a sottolineare che coraggio ed innovazione erano i presup-posti necessari per raggiungere quel traguardo. Bene, in considerazione di tali presupposti, Padova è stata invitata a presentare a Courage and Innovation la propria esperienza nell’utilizzo di Neochord. Il titolo della presentazione assegnato ai Cardiochirurghi Padovani è emozionante: Padova pioneer again (Padova ancora pioniera). E’ soprattutto nella chirurgia ripara-tiva della valvola mitrale che la Cardio-chirurgia dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova è leader indiscus-so nel mondo. Grazie all’introduzione della tecni-ca Neochord oggi a Padova si può pro-cedere alla riparazione della valvola mi-trale con quella che è, al momento, la tecnica regina della microinvasività a livello mitralico. Padova, che fin dall’inizio ha com-preso l’incredibile opportunità offerta da tale tecnica, ha eseguito più di 160 in-terventi dal 2015 ad oggi che rappre-sentano il 25% dell’intera esperienza mondiale.
LA CARDIOCHIRURGIA LA CARDIOCHIRURGIA LA CARDIOCHIRURGIA MICROINVASIVA TRANSCATETEREMICROINVASIVA TRANSCATETEREMICROINVASIVA TRANSCATETERE
A Citta' del Capo 50 anni dopo il primo trapianto A Citta' del Capo 50 anni dopo il primo trapianto A Citta' del Capo 50 anni dopo il primo trapianto di cuore sul pianeta, le celebrazioni ufficiali di cuore sul pianeta, le celebrazioni ufficiali di cuore sul pianeta, le celebrazioni ufficiali
con Padova invitata speciale con Padova invitata speciale con Padova invitata speciale per il prestigioso apporto della per il prestigioso apporto della per il prestigioso apporto della
Cardiochirurgia patavina nel mondo Cardiochirurgia patavina nel mondo Cardiochirurgia patavina nel mondo
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La Cardiochirurgia di Padova ha assunto
un ruolo leader in questa nuova sfida nel dise-gnare la cardiochirurgia del futuro. Una sfida carica di attese: per i pazienti che vedono con-cretizzarsi la possibilità di veder risolte le loro patologie cardiache senza la necessità di dover aprire il torace, usare la circolazione extracor-porea e fermare il cuore. Per i cardiochirurghi che devono acquisire nuove skills nell’utilizzare al meglio gli strumenti che la tecnologia mette loro a disposizione. Per gli amministratori che devono dotare gli Ospe-dali di Sale Operatorie Ibride che sono il luogo naturale deputato all’ esecuzione di gran parte di tali interventi o, in attesa della loro realizza-zione di sale operatorie dotate di imaging ade-guato.
Prof. Gino Gerosa, Direttore del Centro di Cardiochirurgia di Padova
che sarà presente ai lavori in Sud Africa
L’innovazione tecnologica sta determi-nando una rapida ed affascinante evoluzione delle tecniche utilizzate per la correzione delle alterazioni strutturali cardiache. Nel Centro Gallucci l’utilizzo delle tecni-che microinvasive è già realtà in numerosi campi di applicazione: pensiamo alle TAVI, ovvero la possibilità di sostituire la valvola aortica mediante l’utilizzo di protesi valvolari posizionabili per via transcatetere. L’impianto di sistemi di assistenza mec-canica al circolo, i VAD, utilizzando piccole incisioni nel torace (minitoracotomie) ed evi-tando l’impiego della circolazione extracorpo-rea e l’arresto cardioplegico del cuore. La comunità cardiochirugica internazio-nale riconosce un’indiscussa eccellenza ai cardiochirurghi padovani.
Città del Capo - Sud Africa, sede delle celebrazioni mondiali
foto da Pixabay
LA CARDIOCHIRURGIA LA CARDIOCHIRURGIA LA CARDIOCHIRURGIA MICROINVASIVA TRANSCATETEREMICROINVASIVA TRANSCATETEREMICROINVASIVA TRANSCATETERE
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.PADOVA PADOVA PADOVA NUOVONUOVONUOVO STUDIOSTUDIOSTUDIO SUSUSU::: IPERTENSIONE, FIBRILLAZIONE IPERTENSIONE, FIBRILLAZIONE IPERTENSIONE, FIBRILLAZIONE
ATRIALE ATRIALE ATRIALE EEE ALDOSTERONISMO ALDOSTERONISMO ALDOSTERONISMO
I pazienti con ipertensione arte-
riosa, soprattutto quelli che sviluppano
ipertrofia ventricolare sinistra per catti-
vo controllo dei valori pressori, sono la
stragrande maggioranza dei casi di fi-
brillazione atriale.
La fibrillazione atriale è l’aritmia
cardiaca più frequente al mondo poiché
colpisce circa l’1-2% della popolazione
generale e fino al 15% negli ultraottan-
tenni.
Nonostante la rilevanza del pro-
blema ipertensione-fibrillazione atriale
per la salute pubblica, i meccanismi re-
sponsabili della fibrillazione atriale ri-
manevano poco conosciuti.
Lo studio della Prof.ssa Teresa
Seccia è stato condotto in collaborazio-
ne con il Brigham and Women's Hospi-
tal dell’Università di Harvard (Boston,
USA) e coordinato dal Centro
dell’Ipertensione Arteriosa dell’Azienda
Ospedaliera/Università di Padova - di-
rettore Prof. Gianpaolo Rossi.
La prestigiosa ricerca pubblicata
questo mese su HYPERTENSION - la
più autorevole rivista internazionale del
settore - ha permesso di individuare
uno dei principali determinanti della fi-
brillazione atriale negli ipertesi.
Si è potuto, infatti, accertare che
l’aldosterone, il principale ormone mine-
ralcorticoide, svolge un ruolo molto im-
portante nella patogenesi della fibrilla-
zione atriale negli ipertesi sia attraverso
la sua azione diretta a livello del sistema
di conduzione cardiaca che promuoven-
do la deposizione di tessuto fibrotico nel
cuore. Questo ormone è responsabile
dell’ipertensione arteriosa in circa il 14%
dei pazienti che afferiscono al Centro
dell’Ipertensione Arteriosa dell’Azienda
Ospedaliera/Università di Padova.
Prof.ssa Teresa Maria Seccia
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La coesistenza di fibrillazione
atriale e ipertensione arteriosa pone
problemi del tutto particolari per il trat-
tamento, poiché la fibrillazione atriale
comporta un rischio assai aumentato di
trombo-embolismo e, pertanto, richie-
derebbe un trattamento anticoagulante
nella maggior parte dei pazienti.
D’altra parte, negli ipertesi tale
trattamento aumenta il rischio di emor-
ragie, cerebrali e in altri distretti, a me-
no che i valori pressori non siano per-
fettamente controllati.
Pertanto, i pazienti ipertesi fibril-
lanti dovrebbero essere valutati in am-
bito specialistico allo scopo di indivi-
duare un eventuale iperaldosteronismo
primario alla base dell’ipertensione, che
se identificato potrebbe permettere di
guarire definitivamente l’ipertensione.
Qualora ciò non fosse possibile,
è necessario istituire un trattamento
antipertensivo in grado di normalizzare
i valori pressori consentendo il tratta-
mento anticoagulante.
Un ambulatorio dedicato alla ge-
stione dei pazienti ipertesi affetti da fi-
brillazione atriale, è aperto tutti i vener-
dì mattina al Centro Ipertensione
dell’A.O. di Padova – che da molti anni
si occupa del problema ipertensione-
fibrillazione atriale, assicurando il mi-
glior livello di diagnosi e cure possibili.
PADOVA PADOVA PADOVA NUOVONUOVONUOVO STUDIOSTUDIOSTUDIO SUSUSU::: IPERTENSIONEIPERTENSIONEIPERTENSIONE, , , FIBRILLAZIONEFIBRILLAZIONEFIBRILLAZIONE
ATRIALEATRIALEATRIALE EEE ALDOSTERONISMOALDOSTERONISMOALDOSTERONISMO
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L’Azienda Ospedaliera di Pado-
va è uno dei Centri più prestigiosi in Eu-
ropa per la cura delle malattie rare e
collabora con i più importanti centri spe-
cialistici del mondo. Il frutto di una colla-
borazione internazionale con 37 centri
distribuiti in 3 continenti è stata appena
pubblicata su Gastroenterology che è
una prestigiosa rivista scientifica ameri-
cana.
Si riferisce ad uno studio su oltre
7.000 pazienti affetti dalla colangite
sclerosante primitiva, una malattia che
colpisce bambini e adulti nella quale i
dotti biliari si restringono portando ad
una riduzione del flusso biliare e ad
un’infiammazione delle cellule del fega-
to con evoluzione verso la cirrosi biliare.
Può insorgere isolatamente, ma in oltre
la metà dei casi si associa anche ad
una malattia infiammatoria intestinale.
Grazie a questo studio, a cura
della Prof.ssa Annarosa Floreani della
Gastroenterologia dell’A.O. di Padova, è
stato possibile definire anche le compli-
canze e gli interventi terapeutici più a-
datti. I dati raccolti hanno permesso in-
fatti una valutazione della malattia negli
ultimi 30 anni.
Possiamo oggi sapere che la ma-
lattia è eterogenea, ci sono delle varia-
zioni geografiche nella presentazione;
per esempio nel Sud Europa, dove è
collocata l’Italia, la malattia colpisce fre-
quentemente i dotti biliari più piccoli ed
ha una sopravvivenza migliore.
Attualmente si affacciano
all’orizzonte nuove possibilità di cura ma
è essenziale la valutazione con un team
multidisciplinare che coinvolge molti
specialisti.
LA COLANGITE SCLEROSANTE LA COLANGITE SCLEROSANTE LA COLANGITE SCLEROSANTE PRIMITIVA: MALATTIA RARAPRIMITIVA: MALATTIA RARAPRIMITIVA: MALATTIA RARA
Reti europee - ERN
Malattie Rare -
Padova classificata 1^
tra gli Ospedali
d’Europa
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L’Azienda Ospedaliera, coordina-
tore del progetto internazionale Global
Research in Paediatrics (GRiP) - per lo
sviluppo e l’uso sicuro di farmaci pedia-
trici - ha visto rappresentate 22 Istitu-
zioni provenienti da Europa, Stati Uniti,
Canada e Giappone, il 6 e 7 giugno
scorsi a Padova.
Coordinatore scientifico del pro-
getto GRiP è il Prof. Carlo Giaquinto
Responsabile del Centro AIDS Pediatri-
co dell’Azienda Ospedaliera/Università
di Padova che ha aperto i lavori presso
l’Archivio Antico del Palazzo del Bo di
Padova.
L’AZIENDA OSPEDALIERA L’AZIENDA OSPEDALIERA L’AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA E’ IL COORDINATORE DI PADOVA E’ IL COORDINATORE DI PADOVA E’ IL COORDINATORE
DEL PROGETTO GRiP DEL PROGETTO GRiP DEL PROGETTO GRiP GLOBAL RESEARCH IN PAEDIATRICSGLOBAL RESEARCH IN PAEDIATRICSGLOBAL RESEARCH IN PAEDIATRICS
PER LO SVILUPPO E L’USO SICURO DI FARMACI PEDIATRICI
evento conclusivo 6 - 7 giugno 2017 - Archivio Antico Palazzo del Bo - Padova
GRiP è un “Network of Excellen-
ce”, ovvero una rete di centri che hanno
unito le proprie risorse per ottimizzare il
lavoro di ricerca sui farmaci pediatrici e
rendere così disponibili più efficaci op-
zioni terapeutiche studiate per i bambini
in funzione della loro sicurezza.
L’incontro formativo internaziona-
le ha visto nelle due giornate di lavori
l’intervento di alcuni tra i maggiori esperti
internazionali nel settore della ricerca
farmacologica in pediatria. Gli esperti
hanno presentato i risultati del progetto
GRiP, offrendo un’occasione di forma-
zione sugli aspetti più significativi della
materia: dagli studi clinici in ambito pe-
diatrico alle discussioni attuali in campo
epidemiologico.
foto durante il Simposio di Padova
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Il progetto GRiP, finanziato dalla
Commissione Europea nell’ambito del
7° Programma Quadro di ricerca e svi-
luppo tecnologico (FP7), dal 2011 in-
centiva l’uso sicuro di farmaci per la po-
polazione pediatrica.
GRiP ha raccolto la partecipazio-
ne proficua e diretta di 22 Istituzioni
provenienti da Europa, Stati Uniti, Ca-
nada e Giappone e ha concentrato
l’attività su tre macro-aree:
- creazione di un innovativo program-
ma di formazione in farmacologia clini-
ca pediatrica;
- risoluzione di “lacune” nella ricerca
sui farmaci pediatrici, attraverso la con-
valida e l’armonizzazione degli stru-
menti di ricerca specifici;
- condivisione di strategie e piani.
L’evento internazionale che si è
tenuto a Padova, ha rappresentato
un’opportunità di formazione di alto li-
vello su temi come clinical trial design,
farmacologia, formulazioni, scienze re-
golatorie, neonatologia, ed epidemiolo-
gia.
E’ stato inoltre possibile conosce-
re l’offerta formativa in farmacologia pe-
diatrica che GRiP ha sviluppato per pe-
diatri, farmacologi e infermieri.
Informazioni su Global Research
in Paediatrics (GRiP), sito internet
www.grip-network.org
L’AZIENDA OSPEDALIERA L’AZIENDA OSPEDALIERA L’AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA E’ IL COORDINATORE DI PADOVA E’ IL COORDINATORE DI PADOVA E’ IL COORDINATORE
DEL PROGETTO GRiP DEL PROGETTO GRiP DEL PROGETTO GRiP GLOBAL RESEARCH IN PAEDIATRICSGLOBAL RESEARCH IN PAEDIATRICSGLOBAL RESEARCH IN PAEDIATRICS
foto durante il Simposio al Bo - Padova
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DIABETE OGGI, DIABETE OGGI, DIABETE OGGI, MALATTIE DEL METABOLISMOMALATTIE DEL METABOLISMOMALATTIE DEL METABOLISMO
E PANCREAS ARTIFICIALEE PANCREAS ARTIFICIALEE PANCREAS ARTIFICIALE
Nella Regione Veneto vi sono
20.000 nuovi casi di diabete l'anno con un costo sociale di 1,5 miliardi di euro. Il costo annuo del diabete è proporzionale al numero di complicanze croniche della malattia e aumenta di circa 2 volte in presenza di complicanze cardiovascola-ri e di circa 10 volte in caso di compli-canze renali severe con necessità di te-rapia dialitica.
Nella popolazione diabetica la spesa complessiva per visite mediche, prestazioni diagnostiche, prescrizioni farmaceutiche e ricoveri è del 54% più elevata rispetto alla popolazione non diabetica.
L’U.O.C. Malattie del Metaboli-
smo diretta dal Prof. Angelo Avogaro (in foto), si avvale di un reparto e di ambu-latori specialistici dedicati alla cura del paziente diabetico.
Tale struttura svolge le proprie funzioni in conformità con le linee guida congiunte SID-AMD 2010 e con gli stan-dards di cura proposti dall’American Diabetes Association 2010.
Oltre all’assistenza, è compito primario dell’U.O.C. Malattie del Metabolismo svolgere ricerca scientifica in campo dia-betologico, che permette di affiancare all’attività clinica competenze e cono-scenze di alto livello. La nostra struttura - afferma Avo-garo - ha sempre dedicato una particola-re attenzione alla gestione del diabetico di tipo 1. Questo tipo di diabete è dovu-to principalmente a distruzione delle cel-lule delle isole beta del pancreas dove viene prodotta insulina. Questo tipo di diabete che colpisce soprattutto bambini e adolescenti si presenta di solito con sintomi severi, livelli glicemici molto ele-vati, glicosuria marcata e chetonuria. La continua evoluzione tecnologica rappresenta da sempre uno degli ele-menti di maggiore impulso nel progresso delle terapie e, più in generale, della ge-stione del diabete. Adesso nel diabete di tipo 1, in cui vi è una carenza assoluta di insulina, lo schema terapeutico che più si avvicina al modello fisiologico è la somministrazione di insulina in modo da riprodurre la secrezione basale dell’ormone e quella stimolata dal pasto, vale a dire la somministrazione di insuli-na 4 volte al giorno. Nei casi in cui, nonostante questa terapia non venga consentita la norma-lizzazione della glicemia, è possibile l’applicazione di un microinfusore, un piccolo dispositivo computerizzato che alloggia al suo interno un serbatoio per l'insulina costituito da una cartuccia o una siringa riempite di insulina umana regolare o di analogo ad azione rapida.
Prof. Angelo Avogaro Direttore delle Malattie del Metabolismo
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La sfida oggi è di accoppiare il monito-raggio della glicemia e la prospettiva della cosiddetta ‘chiusura dell’ansa’, ov-vero la realizzazione del micropancreas a r t i f i c i a l e , t r a g u a r d o u l t i m o dell’evoluzione tecnologica.
Il pancreas artificialeIl pancreas artificialeIl pancreas artificiale Consta di 3 elementi base: 1) un sensore che misura la glicemia
nel liquido interstiziale e comunica i dati letti ad un apposito ricevitore, delle dimensioni di un telefono cel-lulare, tramite connessione wire-less. L’accuratezza con cui questo dispositivo misura la glicemia è tut-tora il fattore limitante le prestazio-ni del pancreas artificiale;
2) un microinfusore, comandato via wireless da un disposit ivo, anch’esso delle dimensioni di un telefono cellulare;
3) un algoritmo di controllo che, date le misure di glicemia lette dal sen-sore, stabilisce la quantità di insuli-na da infondere.
In questo momento la valutazione di questa tecnologia è indirizzata princi-palmente a quei pazienti con diabete di tipo 1 che utilizzano il microinfusore d’insulina per la somministrazione conti-nua dell’ormone, ma è verosimile che nel prossimo futuro possa essere utiliz-zata da tutti i pazienti con diabete di tipo 1 in terapia insulinica. I risultati di questi primi anni di esperienza, unica in Italia, hanno con-sentito di introdurre nell’algoritmo di controllo diversi miglioramenti e soluzio-ni innovative.
Progetti in corso Progetti in corso Progetti in corso ° la valutazione del ruolo delle cellule
staminali nell’insorgenza delle complica-zioni diabetiche a lungo termine, valutan-do la possibile modulazione terapeutica di queste cellule per interrompere i pro-cessi patologici che conducono alle com-plicazioni diabetiche;
° esplorare le alterazioni indotte dal dia-
bete sul midollo osseo struttura e funzio-ne, che sono considerati responsabili della riparazione difettosa dei meccani-smi connessi con il diabete e che contri-buiscono allo sviluppo e alla progressio-ne delle complicazioni diabetiche;
° comprendere l'origine e i meccanismi
di calcificazione vascolare in eccesso nel diabete;
° esplorare le relazioni tra i geni che pre-
dispongono alla vecchiaia in un individuo e le complicazioni vascolari e il perché il diabete accorci la durata della vita e porti ad un invecchiamento precoce. La nostra peculiarità - conclude il Prof. Avogaro, è far convergere compe-tenze ed attività di ricerca di base con la ricerca clinica, sempre nell'ottica di iden-tificare nuovi approcci diagnostico-terapeutici a beneficio del paziente.
DIABETE OGGI, DIABETE OGGI, DIABETE OGGI, MALATTIE DEL METABOLISMOMALATTIE DEL METABOLISMOMALATTIE DEL METABOLISMO
E PANCREAS ARTIFICIALEE PANCREAS ARTIFICIALEE PANCREAS ARTIFICIALE
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L’ALIMENTAZIONE L’ALIMENTAZIONE L’ALIMENTAZIONE D’ESTATED’ESTATED’ESTATE
I colitici ci sono anche d’estate. Condan-narli per tre mesi al quotidiano supplizio di frutta e verdura sarebbe crudele. Poi c’è chi vive nell’aria condizio-nata ed esce poco di casa, chi va in montagna, chi lavora tutta l’estate e pranza al solito bar con il solito toast … Con il caldo il bisogno teorico di calorie si riduce perché serve meno e-nergia per mantenere la temperatura corporea. Si fa più attività fisica grazie alle giornate più lunghe e alla disponibi-lità di tempo libero (ferie!). Se però il movimento non aumenta e trascorriamo una buona parte della giornata a temperatura ambiente, è il caso di ridurre l’apporto calorico e au-mentare quello idrico. Vanno limitati gli alimenti più energetici, come pane e pa-sta, grassi da condimento (olio e burro) e i cibi ricchi di calorie lipidiche come dolci, salumi e formaggi. Frutta e verdura sono invece indi-cati perché apportano acqua (oltre il 95% del loro peso) e contengono solo
Abbiamo raccolto il pensiero del nutrizionista Dr. Francesco Francini che così ci consiglia in vista dell’estate
Il nutrizionista Dr. Francesco Francini
L’avremmo pensato molte volte, in quei
mattini vaporosi e sudaticci d’estate quando al solo pensiero di accendere i fornelli si co-mincia a grondare, “che mi faccio da man-giare oggi?” Radio e TV non lesinano certo consigli, dispensati dal nutrizionista di turno, caso umano irrinunciabile per i palinsesti del terzo millennio. E’ uno dei tormentoni estivi più puntua-li, il servizio sulla dieta nella calda stagione. Tanta frutta e verdura, bere molto e non e-sporsi al sole nelle ore centrali della giornata (e chi lo avrebbe mai detto?). E allora perché scriverne ancora? Per-ché le cose non sono sempre riducibili alla banalizzazione dell’amico nutrizionista.
modeste quantità di zuccheri. Attenzione però a non esagerare con la frutta perché il suo tenore in zuccheri, modesto ma non trascurabile, fa sì che quantità elevate de-terminino un introito calorico importante. Occorre fare anche attenzione al con-sumo sistematico di bevande zuccherate, sia gassate che in forma di succhi di frutta, perché ricche di zuccheri semplici e quindi di energia.
foto tratta da Pixabay
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Un litro di succo di frutta commer-ciale apporta circa 600 kilocalorie, l’equivalente di un piatto di pasta ben condita! Per idratarsi non c’è di meglio dell’acqua! Con il caldo l’apporto di proteine va mantenuto costante, possibilmente predi-ligendo cibi proteici poco calorici e sem-plici da preparare come alcuni tipi di pe-sce e i legumi. Il pesce crudo va benissi-mo, a patto che siano stati osservati i tempi di congelamento per evitare l’infezione da anisakis, il temibile parassi-ta intestinale. Il pesce, se destinato a consumarsi crudo, va eviscerato appena pescato e quindi mantenuto a -20 gradi per almeno un giorno o a -18 gradi per 4 giorni.
I legumi, considerati spesso un ali-mento calorico indicato nella stagione fredda, sono in realtà poco calorici e un buon piatto di pasta e fagioli, lasciato un po’ raffreddare così da consumarlo tiepi-do, è un’ottima soluzione anche per un pasto estivo. Sempre a proposito di infezioni di origine alimentari, le temperature am-bientali elevate favoriscono il proliferare dei microrganismi che contaminano i no-stri cibi. E’ pertanto buona norma riporre quanto prima in frigo gli alimenti che non
consumiamo subito, al fine di evitare spia-cevoli conseguenze gastro-intestinali. Per chi ama la montagna le conside-razioni circa l’alimentazione variano in funzione della temperatura e dell’attività fisica. Lunghe passeggiate per boschi, ascese a rifugi d’alta quota e una tempe-ratura mediamente più bassa richiedono un apporto energetico decisamente supe-riore. In ciò si è aiutati dall’appetito, che in tali condizioni si fa decisamente sentire. La gastronomia tipica dei luoghi vie-ne incontro a queste esigenze, proponen-do piatti ricchi di gusto e di calorie. Per gli escursionisti a largo raggio il cui percorso non prevede luoghi di ristoro, il classico panino è la soluzione ideale, sia per gli apporti nutrizionali che per la gratificazio-ne sensoriale che ripaga, insieme alle bellezze naturali, della fatica fisica. Una particolare cura va posta all’idratazione, per cui sarà necessario prevedere le sufficienti scorte idriche a meno di non avere la certezza di fonti di acqua potabile lungo il percorso. Anche in questo l’acqua è la cosa migliore da bere. L’apporto di sali minera-li, da molti considerato un elemento im-prescindibile da integrare con bustine o bevande “tecniche”, in realtà può essere tranquillamente soddisfatto prevedendo verdura e frutta nel pasto serale. Esistono poi casi particolari, sia per le condizioni fisiche del soggetto (patologie, intolleranze) o ambientali (ad esempio località esotiche e sport estremi praticati solo d’estate) che richiedono ac-corgimenti individualizzati. In tali casi può essere utile rivolgersi a uno specialista, avendo l’oculatezza di rivolgersi a un pro-fessionista adeguato, considerata la co-piosa offerta di sedicenti esperti le cui re-ali competenze sono ben diverse da quanto magnificato in molti siti internet.
La parola all’espertoLa parola all’espertoLa parola all’esperto
L’ALIMENTAZIONE L’ALIMENTAZIONE L’ALIMENTAZIONE D’ESTATED’ESTATED’ESTATE
foto tratta da Pixabay
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NELLE TUE MANI, NELLE TUE MANI, NELLE TUE MANI, MANI SICUREMANI SICUREMANI SICURE
La Campagna
“Mani Sicure”, pro-
mossa dal MIUR e
Ministero della Sa-
lute in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Pro-
vinciale di Padova, la Clinica di Chirurgia Plasti-
ca dell’Azienda Ospedaliera/Università di Pado-
va, ha visto l’avvicendarsi, negli ultimi 3 anni, di
circa 36 incontri con bambini in età scolare com-
presa tra i 6 e i 10 anni, al fine di prevenire gli
incidenti alle mani in età pediatrica, in casa e a
scuola, dapprima solo informando e, in seguito,
coinvolgendo i bambini stessi in giochi e altre
attività.
La campagna è nata dalla constatazione
che, negli ultimi anni, l’incidenza e la gravità de-
gli incidenti alle mani in età pediatrica, è aumen-
tata in virtù del cambiamento delle abitudini so-
ciali delle famiglie.
Anche quest’anno, uno specialista della
Clinica di Chirurgia Plastica-Chirurgia della Mano
dell’Azienda Ospedaliera diretta dal Prof. Franco
Bassetto, e una Psicologa Clinica (Dr.ssa Maria
Pia Sichel), hanno incontrato le scolaresche a-
diuvati da materiale iconografico dedicato, fornito
dal Ministero su tutto l’ambito nazionale.
L’obiettivo degli incontri è stato quello di
creare, in età pediatrica, la consapevolezza
dell’organo mano come dono da preservare dalle
insidie degli incidenti.
Per festeggiare quindi la conclusione
dell’esperienza altamente costruttiva, è andato in
scena alla fine di maggio al Teatro Verdi di Pa-
dova, “Nelle tue mani”, spettacolo a cui hanno
partecipato oltre 500 bambini della Scuola Pri-
maria della Provincia di Padova.
Lo spettacolo ha visto le mani protagoni-
ste in un alternarsi di attori e musicisti che hanno
ricordato come esse siano fondamentali per im-
parare a conoscere ed esprimersi.
AMBULATORIO MOBILE della Croce Ver-de e tende della protezione civile hanno visto alla fine di maggio, il susseguirsi di visite ed ecografie della tiroide, oltre a visite di prevenzione rivolte alla popolazione di Padova. Il coordinamento del progetto, firmato En-docrinologia diretta dal prof. Marco Boscaro, è avvenuto con il contributo della prof.ssa Carla Scaroni per il Campus della salute, con il concor-so dei collaboratori: prof.ssa Caterina Mian, dr.ssa Valentina Camozzi e dr. Davide Nacamulli, e con quello di molti altri medici.
L’associazione Campus Salute Onlus è nata nel 2010 dalla volontà e l’impegno di diversi professionisti nel promuovere la cultura della pre-venzione ed offrire ai cittadini visite gratuite attra-verso l’allestimento di veri e propri ospedali nelle piazze. Sito internet www.campussalute.it. Il tema di quest’anno “Tiroide e Benesse-re”, è un tema a “tutto tondo”, prevenzione della carenza iodica con particolare attenzione alla gravidanza, all’allattamento e all’età evolutiva. Sappiamo infatti che la tiroide per funziona-re bene necessita di un adeguato apporto iodico con la dieta. Lo iodio contenuto nei cibi non ba-sta, per cui, per fornire a tutte le persone l’ingrediente fondamentale per formare gli ormoni tiroidei, è necessario l’utilizzo di sale iodato. In gravidanza e allattamento e se possibile in largo anticipo nelle gravidanze programmate, va incre-mentato l’apporto iodico con utilizzo di integratori ad hoc. Un eccesso (ipertiroidismo) o difetto (ipotiroidismo) della produzione degli ormoni tiroi-dei influisce sulla qualità della vita e sul nostro benessere. Esistono terapie effi-caci per tali problematiche, tuttavia, in un’epoca di medi-cina personalizzata, il pa-ziente deve essere attenta-mente monitorato con lo scopo di migliorare l’adesione ed efficacia tera-peutica in rapporto ad abitu-dini di vita, patologie conco-mitanti, sensazione di be-nessere soggettivo.
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Il CAMPUS della SALUTE: SETTIMANA MONDIALE
DELLA TIROIDE
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