incontri ottobre 2013

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OTTOBRE 2013 INFANZIA Giocare per apprendere ANZIANI C’è sempre ancora tanto da imparare ARRIVANO I NOSTRI L’eccellenza insegna un ACROSTICO per conoscersi meglio Imparare giocando il Notiziario dell’Operatore Sociale incontri

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Rivista Incontri di Ottobre - Istituto Cortivo

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OTTO

BRE 2

013

InfanzIaGiocare per apprendere

anzIanIC’è sempre ancora tanto da imparare

ARRIVANO I NOSTRIL’eccellenza insegna

un acrostico per conoscersi

meglio

Impararegiocando

il Notiziario dell’Operatore Sociale

incontri

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EditorialeIncontri cambia perché l’Istituto Cortivo è cambiato. Intendiamoci, la sua principale missione continua ad essere quella di trasformare i suoi allievi da persone ricche di volontà e umanità in operatori preparati per lavorare, da veri professionisti, nei diversi campi dell’assistenza, ma è il suo ruolo che si è evoluto dall’originario centro dedicato alla formazione all’attuale centro propulsivo di contatti e reti che percorrono l’intero universo del sociale.Il nuovo magazine, rinnovato nella grafica e nei contenuti e stampato su carta garantita FSC (Forest Stewardship Council) in quanto proveniente da fonti gestite in maniera responsabile, riflette questa nuova dimensione, allargando il campo della ricerca e della comunicazione, puntando i riflettori non solo

sulle attività e le iniziative dell’Istituto Cortivo, ma anche su tutte quelle realtà che con l’Istituto ormai interagiscono quotidianamente. Certo, la tradizionale impostazione della rivista non è stata cambiata del tutto: rimangono, anche se in misura ridotta, i report dei tirocini, le novità del Servizio Segnalazione Allievi e i racconti degli ex allievi sulle loro vicende post-attestato, ma la nuova veste editoriale è ricca di novità. Di volta in volta saranno approfonditi i contenuti

relativi ai seminari di aggiornamento, si darà voce a docenti, informatori didattici e responsabili di strutture con le quali sono stati avviati rapporti di partnership, si parlerà di giochi educativi e verranno presentati film e libri le cui trame si intrecciano con le diverse tematiche sociali. A partire da questo numero non mancherà inoltre uno spazio speciale dedicato ai mille volti della solidarietà, con tutto ciò che di più interessante cresce nel giardino dell’aiuto sincero e gratuito. Poi, in considerazione del fatto che le nuove tecnologie rappresentano ormai una fonte infinita di segnalazioni, è stata attivata un’ulteriore rubrica il cui obiettivo è mettere in luce siti internet che esprimono intenti da conoscere e condividere.Buona lettura, quindi. Nelle prossime pagine troverete un Incontri decisamente rivoluzionato, tante piacevoli pagine che raccolgono e rilanciano valori con un occhio all’Istituto Cortivo e l’altro al sociale, nel senso più ampio ed esteso del termine.

La redazione

Rinnovato nella grafica e nei contenuti, Incontri mantiene intatti i suoi valori.

INCONTRI - Ottobre 2013 1

Page 3: Incontri Ottobre 2013

Sommario

16 ARRIVANO I NOSTRI Parla la squadra Cortivo L’eccellenza insegna

18 chI SemINA RAccOglIe: Speciale seminari I seminari Cortivo:

occasioni uniche per aggiornarsi

19 XXVIII seminario di IMPRESA SOCIALE

7, 8, 9 Novembre 2013

“Parole leggere come nuvole” 16 novembre 2013

01 EDITORIALE 20 INgReSSI SOlIdAlI Dentro le strutture “Porte aperte” al Centro

Benedetta d’Intino

22 educ’AZIONI Imparare giocando Un acrostico per conoscerci meglio

24 Il SOcIAle TRA cARTA e pellIcOlA Il libro “Cosa ti manca per essere

felice?” di Simona Atzori

Il film “Ali bruciate”, regia di John

Jacobsen

04 IN pRATIcA: eSpeRIeNZe dI TIROcINIO 06 INFANZIA Giocare per apprendere

08 ANZIANI C’è sempre ancora tanto da imparare

10 MuLTICuLTuRALITà La meraviglia di essere diversi

26 A peScA dI SITI Il sociale in rete www.oltrelabirinto.it In provincia di Treviso un

innovativo progetto per “l’adesso e per il dopo di noi”.

28 SeRVIZIO SegNAlAZIONe AllIeVI Opportunità, indicazioni, soluzioni.

12 “che lAVORO FAI?”: eX AllIeVI RAccONTANO 12 QuALITà E FLESSIBILITà E IL PASSAPAROLA VA ALLA GRANDE

14 L’IMPORTANTE è PARTIRE CON IL PIEDE GIuSTO

1208 1814

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“Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”

(proverbio africano)

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2016

Progetto grafico e impaginazione: immagina.biz

EUROPANEWS n. 86 del 28/10/2013 anno XXV - Organo ufficiale dell’associazione “L’INCONTRO” - Bisettimanale di informazione, politica e attualità. - Editrice Direzione Redazione: Mopak s.r.l. - I strada 66 35129 Padova - Direttore responsabile: ALBERTO ZUCCATO - Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1214 del 12/05/90 Spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Padova. - Sped. Abbonamento INDIRETTO - Contiene I.P. - Stampa Litocenter srl - Zona industriale nuova - 35016 Piazzola sul Brenta (PD) - Prezzo Euro 0,1852

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2 INCONTRI - Ottobre 2013 INCONTRI - Ottobre 2013 3

Page 4: Incontri Ottobre 2013

IN PRATICA:

ESPERIENZE DI TIROCINIO

Il passaggio dalla teoria alla pratica è sempre cruciale nella forma-

zione di un operatore socio assistenziale. Il tirocinio rappresenta

quindi uno step fondamentale dell’intero percorso, un’esperienza

unica che gli allievi riportano nella relazione propedeutica al con-

seguimento dell’attestato. Sono elaborati ricchi di contenuti interes-

santi e coinvolgenti, densi di emozioni e riflessioni, che da sempre

Incontri ama condividere con i suoi lettori.

In questo numero a raccontare del loro tirocinio sono: Teresa Ma-

gliulo, che si è messa alla prova come animatrice in una ludoteca

dove ha potuto affinare le sue tecniche ludico-educative, William

Rondoni che si è fatto valere in un centro per anziani in cui è stata

apprezzata la sua competenza nella ricerca di soluzioni organiz-

zative e Rossella Prisciandaro, che ha dato il meglio di sé in una

Casa Famiglia per minori stranieri.

4 INCONTRI - Ottobre 2013 INCONTRI - Ottobre 2013 5

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La ludoteca era divisa in tre aree: l’in-gresso, l’angolo per i giochi manuali e quello per le attività ludiche fisico-motorie. L’arredamento era coloratissi-mo, a misura di bimbi, e non mancava un’area comune dove i genitori pote-vano intrattenersi senza invadere lo spazio dei bambini. Sulle pareti l’intero universo Disneyland, da Topolino al pesciolino Nemo… tutto era predispo-sto per incoraggiare la creatività, con giochi educativi finalizzati a rinforzare lo sviluppo cognitivo, affettivo e socia-le. Particolarmente divertenti erano le feste che, in media, duravano tre ore: erano previsti i momenti dell’accoglien-za, giochi introduttivi per “rompere il ghiaccio” e favorire l’amicizia tra i bim-bi, attività libere nelle aree playground e dei gonfiabili, naturalmente sempre con la presenza degli animatori. Noi operatori non trascuravamo nessun dettaglio, nemmeno l’igiene, e, all’ar-rivo delle prime leccornie, accompa-gnavamo i bambini a lavarsi le mani e

a sedersi ai tavolini. Finita la merenda iniziava la baby dance, con atmosfere e luci da discoteca… Terminato il ballo, iniziavamo con altri giochi, ad esempio sedie musicali, bowling e palloncini seguiti dallo spettacolo del teatrino con rappresentazioni adattate alle varie fasce d’età. Il momento clou era quello, attesissimo, della consegna dei regali, molto coinvolgente per grandi e piccini. Ogni pacchetto era preceduto da una frase scandita da tutti ad alta voce: SCARTA LA CARTA!!!! Il gran finale era decretato dallo spegnimento delle candeline e dall’uscita a sorpresa di un animatore travestito da Minnie o Topolino. La festa si concludeva con il taglio della torta e con un ultimo intrattenimento che vedeva i bambini tutti seduti e a bocca aperta davanti alle infinite forme create con i palloncini dagli animatori. Alla fine, con l’arrivo dei genitori, i bimbi se ne andavano felici, ognuno con un piccolo gadget a ricordo della festa.

È foLto iL pubbLico che frequenta La Ludoteca in provin-cia di napoLi dove teresa MagLiuLo si È Messa aLLa prova coMe tirocinante aniMatrice. La struttura È infatti per-fetta per “iMparare iL Mestiere”: innovativa, aperta neL 2011 da giovani professionisti intenzionati ad offrire aLLe faMigLie divertenti attività Ludiche dai risvoLti educati-vi, funziona anche coMe baby-parking, organizza feste a teMa e dispone di giostre a MoLLe e gonfiabiLi a noLeggio.

Ogni animatore ha le sue tecniche pre-dilette: c’è chi è un bravo giocoliere, chi è insuperabile con le marionette oppure un vero artista con i palloncini… L’im-portante, però, è non fossilizzarsi su ciò

che si sa fare meglio. Il vero animatore è curioso, desideroso di apprendere sempre qualcosa di diverso, capace di sorprendere con nuovi e meravigliosi “effetti speciali” il suo pubblico.

Pioniere in questo campo è stato il medico statunitense Patch Adams, fondatore della ormai diffusissima clownterapia, meglio nota come “Terapia del Sorriso”, molto utilizzata nelle corsie degli Ospedali, in particolare nei re-parti pediatrici. Adams sostiene che l’umorismo è fondamentale per la salute, una convinzione peraltro con-fermata da migliaia di studi scientifici. È stato infatti dimo-strato che il sorriso, il buonumore e l’allegria favoriscono alcune reazioni biochimiche molto importanti per il benessere del nostro organismo: una sana risata ha il potere di far au-mentare la produzione di endorfine rendendo più sopportabile il dolore

fisico. Non solo, ha effetti positivi anche su cuore e polmoni: ridendo è possibile far cessare una crisi d’asma poiché il meccanismo della risata provoca un rilassamento muscolare delle fibre lisce presenti dei bronchi. Il riso aperto e spontaneo, infine, induce all’ottimismo e alla gioia di vivere…

Giocare per apprendere

Tecniche di animazione: la clownerie

6 INCONTRI - Ottobre 2013 INCONTRI - Ottobre 2013 7

TIROCINIO INfaNzIa racconti degLi aLLievi

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8 INCONTRI - Ottobre 2013 INCONTRI - Ottobre 2013 9

Essendo mia madre vicedirettrice di una struttura per anziani, sin dalla più tenera età mi succedeva spesso di trascorrere il mio tempo conversando e giocando con gli anziani ospiti. Ciò che invece mi ha consentito di affrontare lo stage senza l’imbarazzo che spesso prova chi si trova per la prima volta ad eseguire l’igiene personale degli utenti è stata l’esperienza che in questo senso avevo già vissuto con mio padre, quan-do ha avuto bisogno del mio aiuto.

Nessuna sorpresa, quindi, per William Rondoni. Conosceva già il mondo dell’assistenza alla terza età, gli impegni e le attenzioni che richiede, e quando è entrato nella struttura situata nella peri-feria romana, forte delle conoscenze già acquisite, si è sentito subito chiamato a dare il suo meglio.

Il mio primo vero timore è stato quan-do, dopo aver constatato che non solo

non erano appesi ai muri i piani di eva-cuazione con l’indicazione del percorso di uscita di emergenza e della posizione degli estintori, ma che in cucina man-cavano anche i registri HACCP e quelli delle temperature dei refrigeratori e dei congelatori, nonché i report delle pulizie ordinarie e periodiche, mi sono sentito molto in difficoltà nel riferire tutto questo alla responsabile. Avevo paura di essere preso per il rompisca-tole del momento… Ma mi sbagliavo: mi disse che molte cose erano ancora in corso di definitiva sistemazione (si erano appena trasferiti da un’altra sede) e così, nei tre giorni seguenti, hanno provveduto alla soddisfazione di tutti gli obblighi. Dopo un paio di settimane dall’inizio del tirocinio ho iniziato ad occuparmi delle cure di alcuni ospiti, del risveglio, della conduzione in ba-gno, del cambio pannolone, dell’igiene personale, ecc. Man mano che svolgevo questi compiti mi sono reso conto che

questa reLazione riveLa con grande efficacia L’iMportanza deL ruoLo attivo aLL’interno di una struttura di assistenza. se coMe osservatori esterni si possono infatti percepire i probLeMi gestionaLi e dare risposte adeguate aLLe varie necessità, È soLo quando L’operatore giunge aL contatto diretto con gLi utenti che agLi aspetti tecnici si aggiungono i fattori uMani, e tutto si riMette in gioco…

bastavano alcuni semplici accorgimenti per semplificare il lavoro e per evitare delle dimenticanze nella comunicazio-ne di alcune operazioni. Ho espresso le mie idee alla responsabi-le, che mi ha incaricato di individuare le possibili soluzioni. Se le avesse ritenute efficaci, avremmo realizzato assieme l’intervento.Le mie proposte sono state accettate di buon grado e sono stato incaricato a dare il mio contributo concreto per la loro realizzazione.

Quotidiane scoperte

Devo dire che per quanto preparato potessi essere, viste le conoscenze teo-riche ed esperienziali pregresse, nel corso del tirocinio ho avuto occasione di apprendere comunque moltissime cose, tutte estremamente utili e pro-fessionalizzanti. Per la prima volta ho visto come si inserisce un catetere e ho visto disinfettare piaghe da decubito, imparando anche a riconoscere quali vanno curate facendole sanguinare e quali invece vanno tamponate sempli-cemente disinfettandole. Poi ho visto per la prima volta un catetere addo-minale (PEG) inserito nello stomaco e collegato a un dispositivo dosatore e tutte le cure che esso richiede. Ho im-

parato inoltre come bisogna interagire con ognuno degli ospiti, come ottenere da loro il massimo della collaborazione, come approcciarsi ai diversi stadi della demenza senile, come rinfrancare gli anziani, farli sorridere, non farli sen-tire soli… Ho imparato ad essere loro amico e a condividere molto con loro, evitando comunque di farmi troppo coinvolgere dal punto di vista emotivo ma dando tutto l’aiuto possibile, come da sempre mi detta l’essenza del mio essere. Infine, ma anche questa per me più che una scoperta è stata una con-ferma, ho imparato a nutrirmi del loro sapere per migliorare il mio, e di questo li ringrazio profondamente, tutti.

TIROCINIO aNzIaNI racconti degLi aLLievi

C’è sempre ancora tanto da imparare

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imparato ad apprezzare di più le cose che avevo: la mia casa, i miei affetti, il fatto di poter contare sulla presenza di chi mi vuole bene, tutte cose che un tempo davo per scontate ma che oggi considero molto preziose.

Gestire la rabbia

Immigrati adolescenti pronti ad ac-cendersi alla prima occasione di con-flitto: questa la realtà che ho dovuto affrontare come tirocinante nella Casa Famiglia. Un’esperienza forte che mi ha suggerito l’idea per un intervento educativo mirato a contenere l’aggres-sività. Ho chiamato il progetto “Verdi di rabbia, come imparare a gestire l’Hulk che è in ognuno di noi”. Mi è sembrato perfetto soprattutto per uno degli ospiti, un ragazzo egiziano che tendeva spesso ad arrabbiarsi anche per i più futili motivi. Obiettivi: insegnare agli utenti a gestire la rabbia prima che prenda il sopravvento riconoscendone i segnali e interrogandosi sulle sue origini.

Il progetto, suddiviso in due fasi, pre-vede l’utilizzo di alcune tecniche.Prima fase: gestire la propria rabbiaGli esercizi isometrici: insegnare agli utenti a prevenire la rabbia con alcuni accorgimenti come contrarre la mu-scolatura di una gamba o distendere e chiudere a pugno le dita sino a far sbollire l’aggressività.La scrittura: invitare gli utenti a scri-vere una lettera indirizzata a chi li ha fatti arrabbiare. Può succedere che, a scrittura ultimata, la rabbia sia svanita e le idee siano più chiare. Il messaggio può essere stracciato o inviato al desti-natario.Lo sfogo allo specchio: far sfogare gli utenti allo specchio facendo loro esprimere, anche con parole pesanti, ciò che pensano. Lasciarli parlare con sincerità, invitandoli a utilizzare questo esercizio tutte le volte che si sentono assaliti dalla rabbia.Qualcosa con cui litigare: mettere a disposizione una stanza con materiali appositi su cui sfogare fisicamente la rabbia, come ad esempio cuscini e materassi.Lo sport: concordare con gli utenti uno sport da praticare tutti insieme nelle ore stabilite.Le attività gratificanti: rafforzare hob-by e attività che distraggano gli utenti dalla rabbia favorendo momenti che facilitino il dialogo con gli amici, la lettura, l’ascolto della musica, la pittu-ra. Ogni forma di benessere, infatti, è il miglior antidoto al malessere inte-riore.

“arricchiamoci delle nostre reciproche differenze”.

Paul Valery

Siamo tutti meravigliosamente diversi, unici e speciali: è stato grazie all’e-sperienza del tirocinio che ho potuto cogliere l’importanza profonda di una frase come questa, all’apparenza così ovvia. Conoscere ragazzi provenienti da altri paesi, portatori di altre culture, mi ha aperto la mente e arricchito dal punto di vista umano.

Rossella Prisciandaro ha svolto il tiro-cinio nella provincia barese presso una Casa Famiglia per minori in condizione di disagio, una realtà nuova che ospita anche ragazzi stranieri.

Confesso che il primo giorno ho pro-vato un certo disagio. Gli ospiti erano sei, stranieri tra i 17 e 18 anni, tutti maschi. Ho dovuto superare un certo imbarazzo, ma poi sono riuscita a sta-bilire un rapporto amichevole, basato sulla chiarezza e sulla determinazione. Avevo bene in mente gli obiettivi da raggiungere e, almeno teoricamente,

sapevo come agire. Ho puntato tutto sulla flessibilità e disponibilità a met-termi in discussione. Ho soprattutto cercato di superare pregiudizi e diffi-denze, ad esempio mi sono avvicinata con curiosità alle abitudini alimentari di Paesi molto lontani dall’Italia, an-che se ingredienti e sapori mi erano totalmente sconosciuti. Mi sono con-frontata su valori, credenze, modi di intendere la vita, cercando di focaliz-zare la mia attenzione non tanto sulle differenze quanto sui punti in comune. Ho scoperto l’importanza dell’empatia vera, che non è buonismo: spesso, dietro le lamentele e le ribellioni, ho colto sentimenti più profondi come la rabbia, la tristezza, la solitudine… Mi sono messa nei loro panni cercando di capirli e di sostenerli nei momenti più difficili. A volte mi sono anche sentita demotivata… Ma ho reagito e mi sono impegnata sino in fondo, gratificata dal fatto che quello che stavo facendo era umanamente importante. Ho anche

La meraviglia di essere diversi

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TIROCINIO MULTICULTURaLITà racconti degLi aLLievi

Page 8: Incontri Ottobre 2013

Qualità e flessibilità, e il passaparola va alla grande

“che lavoro fai?” ex allievi raccontanoquesta rubrica è dedicata alle esperienze e alle testimonianze di ex allievi dell’istituto cortivo. storie in presa diretta di persone in cammino verso la piena realizzazione personale e professionale.

“Ho conseguito il diploma di geometra nel 2004 - ricorda Ce-leste Raniero Lacey di Chiampo in provincia di Vicenza - e poi, per qualche anno, ho lavorato part time nell’Ufficio Tecnico del Comune. Nel frattempo, però, fuori da lì stavano succedendo delle cose nelle quali ben presto sarei stata coinvolta. Nel 2005, infatti, una mia amica ha aperto un’associazione de-dicata all’assistenza all’infanzia e, nel 2008, mi ha chiesto se ero disponibile a darle aiuto come baby sitter volontaria”.

E tu?“Ho accettato di buon grado, mi piaceva l’idea di stare con i bam-bini anche se non avevo alle spalle né studi adeguati, né una grande

esperienza: mi sono comunque impegnata a fondo, c’erano tante cose da fare, mi piaceva… Ma poi l’associazione ha chiuso i battenti. È stato in quel momento che, as-sieme a un’altra amica che avevo conosciuto durante il periodo di volontariato, abbiamo deciso di rilanciare l’iniziativa e di creare un centro per l’infanzia tutto nostro”.

Quando avete aperto la struttu-ra?“È partita nel gennaio del 2011 e ho iniziato subito a lavorarci. Contemporaneamente, però, mi sono iscritta all’Istituto Cortivo per la specializzazione infanzia. La mia amica aveva già il titolo necessario per gestire l’asilo, ma volevo dotarmi anch’io di un attestato e, soprattutto, sentivo

l’esigenza di formarmi, di darmi una buona base di competenze, di aggiungere conoscenze teo-riche a quelle pratiche che stavo acquisendo nella quotidianità del lavoro”.

Ed è stato così?“Sì, tutto quello che studiavo lo applicavo immediatamente e vedevo che funzionava. Questa è stata la cosa che più ho apprezzato dell’Istituto Cortivo: il fatto che le materie sono davve-ro professionalizzanti, pratiche, sempre ricche di spunti utili per svolgere al meglio i vari interven-ti e le diverse attività. Adesso, dopo aver concluso il ti-rocinio, ho presentato la relazione finale e a breve sarò ufficialmente un’OSA per l’infanzia, con tutte le carte in regola”.

Ci puoi raccontare qualcosa di più sul vostro centro per l’infanzia?“Certo, si chiama ‘Fantasia’, è si-tuato a San Pietro Mussolino, un paesino a poca distanza da Chiam-po, ed è dedicato all’accoglienza di bambini sino a tre anni suddivisi in tre fasce d’età, dagli 8 ai 12 mesi, dai 13 ai 18 e dai 19 ai 36. Siamo in grado di ospitare contem-poraneamente un numero mas-simo di venti bimbi, ma siccome proponiamo ai genitori la formula a ore, non raggiungiamo mai il pie-no: solitamente ne abbiamo dieci, massimo quindici, quindi sempre sotto la soglia prevista dalla legge di otto bambini per educatrice”.

Come ti trovi con i bambini e con i genitori?“Con i bimbi benissimo fin da subito, mentre con i genitori ci è

voluto un po’ per instaurare un rapporto di fiducia. Per fortuna sono venuti in mio soccorso proprio i bambini che, con il loro atteggiamento positivo nei miei confronti (alcuni addirit-tura piangevano quando veniva il momento di andare a casa) hanno rimesso le cose a posto. Comunque questa è stata un’incer-tezza che è durata poco, adesso an-che con i genitori dei nuovi iscritti non ho problemi, ho acquisito una certa consapevolezza delle mie capacità e riesco a pormi da subito in modo naturale. Il passaparola poi funziona alla grande, ci sono genitori che porta-no qua i figli pur avendo altri nidi più vicini a casa”.

Siete diventate un punto di attra-zione…

“Sì, diamo un buon servizio e garantiamo massima flessibilità di orario. Attualmente siamo aperte dalle otto alle sedici, ma se anche solo un genitore ci chiede di venire prima o di uscire più tardi siamo disponibili a venirgli incontro. C’è stato un periodo che aprivamo alle sei e mezzo di mattina…”.

Avete qualche programma di sviluppo?“Stiamo già facendo alcune ore di doposcuola il pomeriggio. Ecco, volevamo potenziare questa attività che ha molte richieste, magari aggiungendo al nostro staff una ragazza capace di gestire bam-bini con problemi di attenzione. L’intenzione c’è, faremo il possibile per realizzare al più presto anche questo progetto”.

12 INCONTRI - Ottobre 2013 INCONTRI - Ottobre 2013 13

“Che LavORO faI?” ex aLLievi raccontano

Page 9: Incontri Ottobre 2013

L’uLtiMa voLta che ci siaMo sentiti con giorgia berti È stato neL Lu-

gLio 2011 quando, dopo aver ottenuto L’attestato di osa per L’infan-

zia e i disabiLi con L’istituto cortivo, era appena venuta a padova,

a viLLa ottoboni, per seguire iL corso di iMpresa sociaLe assieMe

aL suo coMpagno perché stava progettando L’apertura di un nido

d’infanzia con una ragazza che era stata sua coLLega in un aLtro

asiLo e aveva bisogno di inforMazioni e consigLi suL da farsi.

L’importante è partire

con il piede giusto

“Si chiama BrucoMela ed è un nido d’infanzia, centro gioco educativo e ludoteca capace di ospitare sino a venticinque bambini. L’abbiamo inaugurato il 16 settembre del 2012, siamo partiti ai primi di ot-tobre e già a novembre avevamo 19 iscritti!”.

Splendido, ci puoi raccontare come è andata?“Anzitutto devo dire grazie all’Isti-tuto Cortivo che, con il suo corso di Impresa Sociale, mi ha davvero aiutato a fare bene le prime mos-se. Ritornata a casa, a Castiglione della Pescaia, ho steso il progetto seguendo le indicazioni ricevute a Padova e poi ho cominciato a svol-gere quella che si sarebbe rivelata la vera arma vincente: la ricerca di mercato. Grazie a questo lavoro ho potuto constatare che a Grosseto c’erano tanti nidi che però apri-vano e chiudevano di continuo… Non potevo sapere quali fossero le difficoltà che incontravano, ma ho capito che non era una piazza facile da gestire. Quindi ho rivolto la mia attenzione su Follonica e ho deciso di puntare là. Mi sono informata e ho steso un progetto didattico edu-cativo che ho presentato alla re-sponsabile del Comune ricevendo un parere positivo. Poi c’è stata la ricerca del luogo adatto, non facile perché serviva un posto che avesse non solo un’adeguata superficie ma anche uno spazio esterno pari almeno all’80% di quello interno”.

Ma ce l’avete fatta!“Dopo tante affannose visite abbia-mo trovato ciò che cercavamo: a Follonica, 200 metri quadri dentro e altrettanti fuori. Perfetto, al cento per cento! Ci mancava solo un ul-

timo dettaglio: i soldi per metterlo a posto. Chiederli in banca senza garanzie era solo una perdita di tempo e allora caccia al finanzia-mento! In internet ho trovato un bando della Regione Toscana che offriva ai giovani la possibilità di un fido. Ci siamo lanciati, ho in-viato il progetto e i preventivi per i lavori e l’acquisto degli arredi e ci siamo messi in attesa”.

E allora?“Il nostro è stato il primo fido ad essere deliberato, ci garantivano l’80% della somma e, dopo un mese, la banca ci ha erogato il credito grazie al quale siamo riu-sciti a fare tutto, la suddivisione e il rimodernamento degli ambienti, il parquet e l’acquisto delle attrezza-ture necessarie: un successo per il quale devo dire un grande grazie al mio compagno che, assieme al fra-tello, ha fatto tutti i lavori necessari permettendomi di risparmiare un bel po’ sui costi dell’opera. È bellis-simo, il BrucoMela, con la cucina, la nursery, i bagni per i piccoli e i grandi e due ampi saloni multifun-zionali, per il gioco e la pappa. Tut-to certificato dalle autorità com-petenti, riconosciuto e accreditato dal Comune con il quale abbiamo stipulato anche una convenzione: i bimbi in soprannumero nella lista per gli asili pubblici vengono dirottati da noi, e questo ci dà una certa sicurezza di affluenza”.

Cosa offrite?“Accogliamo piccoli dai 3 mesi ai 3 anni per i quali programmiamo sia un progetto guida per tutto l’anno, sia progetti accessori per le festività o su tematiche specifiche, adatte per le diverse età. Abbiamo

anche qualche bimbo diversa-mente abile che seguiamo con la collaborazione della fisioterapista del Comune. Per quanto riguarda il servizio ludoteca pomeridiano, rivolto a bambini dai 3 ai 14 anni, proponiamo il doposcuola e attivi-tà ludico ricreative innestate su un progetto educativo sempre diverso: quest’anno ad esempio si chiama “I Bambini del Mondo”, ed è pensato per educare i piccoli ad avere il giu-sto rapporto con i loro compagni provenienti da altre culture”.

Come va con i genitori?“Ottimamente, anche perché li coinvolgiamo nella vita dell’asilo, festeggiamo assieme il Natale, la Pasqua, il Capodanno e, una volta al mese, allestiamo un Atelier Cre-ativo aperto a tutta la cittadinanza, nel quale diamo spunti e idee per giocare assieme ai figli, per passare il tempo in modo divertente e co-struttivo facendo piccoli lavori con materiali di riciclo… Diciamo che anche le mamme sono diventate nostre amiche, e che il passaparola in città è estremamente positivo. Insomma, siamo veramente soddi-sfatti!”.

“Che LavORO faI?” ex aLLievi raccontano

14 INCONTRI - Ottobre 2013 INCONTRI - Ottobre 2013 15

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Tra i tanti meriti dell’Istituto Cortivo c’è anche quello di saper scegliere docenti di qualità. Ot-timo esempio in proposito Catia Napoleone del Centro Didattico di Pescara: laureata in filosofia a indirizzo psicopedagogico, esperta di comunicazione e rela-zione aziendale, è anche forma-trice, scrittrice e conduttrice te-levisiva di una rubrica intitolata “Leggiamo insieme” sul canale Rosa Tv 286 del digitale terre-stre-Abruzzo, visionabile anche sul sito www.rosatvlive.it.

Puoi raccontarci come sei arri-vata all’Istituto Cortivo?“Nel modo più semplice, navi-gando in internet. Mi è sembrata una realtà interessante e ho in-viato il mio curriculum. Ho sostenuto il colloquio e supe-rato la selezione. Lo dico sempre ai miei allievi: per entrare nel mondo del lavoro

scegliete la via più diretta, niente scorciatoie o raccomandazioni, bisogna credere nelle proprie capacità”.Cosa hai portato del tuo baga-glio professionale nel lavoro di docenza?“La mia lunga esperienza come formatrice di Operatori Socio Assistenziali per un ente accredi-tato dalla Regione Abruzzo per il quale mi sono occupata anche di marketing sociale, la disciplina che applica tecniche di marketing privato alle aziende pubbliche”.

Cosa insegni agli allievi dell’I-stituto Cortivo?“Materie letterarie, psicologiche e legislative, ma faccio anche consulenze guida nei vari mo-menti del percorso a partire dal piano di studio fino alla conclu-sione del tirocinio formativo e la preparazione della relazione finale.

Ci hai detto di aver già lavorato nel campo della formazione: se ti chiedo di esprimere un giudi-zio sul percorso formativo del Cortivo?“A mio parere la preparazione che offre l’Istituto Cortivo è ottima e non solo dal punto di vista strettamente didattico. La formazione è completa! Per poter andare avanti negli studi, bisogna superare per ogni materia una prova scritta e una orale. Poi c’è il tirocinio, che consente di verificare personalmente le proprie attitudini. Quando incontro i nuovi allievi glielo dico molto onestamente: all’Istituto Cortivo si studia dav-vero… niente sconti! Ma l’Istituto Cortivo ha anche altre qualità: è una scuola privata che segue gli allievi passo dopo passo, utilizzando strumenti all’avanguardia, ad esempio, i

supporti informatici. Ha inoltre messo a punto testi molto esaustivi, ideali per fornire all’allievo la giusta preparazione”.

Come docente incontri molti allievi. C’è qualcosa che li acco-muna?“Anzitutto la voglia di lavorare, supportata da una forte motiva-zione interiore a rendersi utili agli altri. Credo che questo sia anche frutto della selezione operata a monte dagli informatori didattici, sem-pre molto attenti a vagliare moti-vazioni e aspettative di fondo. Per lavorare nel sociale ci vuole una sorta di vocazione… Spesso chi arriva all’Istituto Cor-tivo ha già alle spalle esperienze nel sociale oppure vissuti che, in qualche modo, li hanno portati a scegliere questa professione. Potrei fare molti esempi a propo-sito”.

Parliamo di te, sappiamo che sei una scrittrice…“Amo la scrittura, la considero uno straordinario metodo di crescita personale. La scrittura ci mette a contatto con la nostra interiorità, in par-ticolare con le nostre emozioni. E più esploriamo noi stessi più riusciamo a comprendere gli altri… Il mio primo romanzo si intitola “Per un atomo d’amore” e devo dire che mi ha regalato parecchie soddisfazioni. Il prossimo si chiamerà “I profumi del cedro” e racconta dell’importanza dei sogni, del coraggio di portare sino in fondo le proprie scelte, della capacità di dare una svolta, di entrare nella vita dalla parte sinistra, quella del cuore…”.

Scrittura e lettura: conduci anche una rubrica televisiva dedicata ai libri e alla lettura. Ti

è mai capitato di trattare temi vicini al sociale?“Più di una volta. Spesso i roman-zi parlano del disagio esistenzia-le, della difficoltà di vivere… e questo è già sociale. Comunque ricordo una tra-smissione in particolare in cui ho intervistato la prof.ssa Eide Spedicato Iengo dell’Università di Chieti. L’argomento era la migrazione femminile nel territorio abruz-zese”.

Un consiglio per chi ci legge?“Non smettere mai di evolvere umanamente puntando soprat-tutto sulla cultura e sull’umiltà: umiltà per apprendere dagli altri, umiltà di fronte alle proprie emozioni e alle proprie fragilità. Solo se si è capaci di incontrare se stessi si può incontrare il pros-simo. È il principio fondamentale dell’Amore…”.

aRRIvaNO I NOsTRI parLa La squadra cortivo

L’eccellenza insegnaversatile professionista, catia napoleone è docente dell’istituto cortivo presso il centro didattico di pescara.

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L’intensificarsi, negli ultimi anni, delle attività seminariali esprime pienamente la volontà dell’Istituto Cortivo di andare oltre la semplice formazione per puntare sull’aggiornamento. Anche il calendario 2014 sarà dunque ricco di appuntamenti, dagli stage focalizzati sull’Im-presa Sociale agli incontri che tratteranno le più diverse tematiche dell’assistenza, con momenti formativi incentrati sulla progettazione di interventi educativi ed assistenziali e sulla pratica nell’assistenza ad anzia-ni, disabili e malati.

Ma non solo: è intenzione dell’Istituto Cortivo continuare ad offrire anche percorsi di crescita personale e profes-sionale, basti pensare al corso triennale di Counseling che, tra l’altro, prevede weekend formativi aperti a tutti. Non mancheranno inoltre i semina-ri dedicati all’apprendimento di nuove tecniche educative e creative, con laboratori di musi-ca, disegno e pittura, lavoro con il corpo, ecc. a cui si aggiunge-ranno giornate di formazione specifica per il professionista, con corsi dedicati all’etica e alla

deontologia, all’autobiografia e al metodo di studio. I seminari offrono ad allievi, ex allievi e docenti dell’Istituto la possibili-tà di partecipare gratuitamente, con l’unico onere delle spese di trasferta, vitto e alloggio. Si svolgono durante l’anno con ca-denza mensile e rappresentano davvero un’occasione unica per incontrarsi e confrontarsi tra persone provenienti da regioni e realtà lavorative diverse, un modo efficace per acquisire nuove competenze, una mag-giore consapevolezza e… cari-carsi di rinnovate energie!

XXVIII SemINARIO dI ImPReSA SOCIALeorganizzato dall’Istituto Cortivo a villa ottoboni, padova, nei giorni 7, 8, 9 novembre 2013

PAROLe LeggeRe COme NuVOLeorganizzato dall’Istituto Cortivo a villa ottoboni, padova, il 16 novembre 2013, dalle 10.00 alle 17.00

Tre giorni interamente dedicati all’impresa sociale. Tre giorni di seminario full immersion pieni di conferenze, laboratori, approfondimenti. Tre giorni di impegno e anche di divertimento, da vivere insieme a persone che condividono le tue passioni e i tuoi obiettivi professionali.

Insomma: una nuova, imperdibile occasione per conoscere ancor più da vicino il mondo dell’impresa sociale e, in particolare, per apprezzare la bellissima realtà dei nostri Baby Planet sempre più numerosi e qualificati.

I partecipanti avranno l’occasione di confrontarsi tra loro, scambiarsi esperienze, attivare collaborazioni, darsi reciprocamente consigli e approfondire tutte le tematiche legate all’apertura e alla gestione di una struttura (dal reperimento dei fondi agli aspetti legali, dalla promozione all’organizzazione quotidiana…), con l’aiuto di docenti, esperti e operatori qualificati.

Il corso è riservato ad allievi ed ex-allievi ed è gratuito escluse le spese di viaggio, vitto e alloggio.

Come diceva De Andrè, le nuvole vanno, vengono, qualche volta si fermano. Proprio come le parole, quelle del cuore, della memoria, quelle che raccontano la nostra storia: leggere e intime, calde ed evocative. Cristina Zuppel, psicologa esperta di comunicazione e di scrittura autobiografica, ci condurrà per mano a scoprire le mille potenzialità della parola nella definizione della nostra identità.Sarà una giornata dove giocheremo e ci divertiremo, lavorando con “carta, forbici, penna, colori, immagini, post-it e tanta fantasia”, per scoprire tecniche autobiografiche di base, applicabili nei luoghi di lavoro, dall’asilo nido alla residenza per anziani.

Cristina Zuppel ha frequentato la “Libera Università dell’Autobiografia”, fondata ad Anghiari dai Professori Saverio Tutino e Duccio Demetrio. L’autobiografia può aiutare le persone di ogni età a costituire e rafforzare la propria identità, a conoscere meglio le proprie radici, a nutrire più fiducia in sé stesse e a migliorare l’autostima.

Un percorso alla portata di tutti, quindi, che ci può far capire quanto sia importante ricordare e quanto il ricordo sia sempre e comunque un atto espressivo e creativo.Perché ricordare è rivivere. In un altro tempo e da un’altra prospettiva.

Il corso è riservato ad allievi ed ex-allievi ed è gratuito escluse le spese di viaggio, vitto e alloggio.

Per informazioni: Istituto Cortivo, Centro di Formazione Via E. Ramin, 1 - 35136 PadovaTel. 049 8901222 - Fax 049 8901213 - www.cortivo.it/seminari - e-mail: [email protected]

I seminari Cortivo, occasioni uniche per aggiornarsi

18 INCONTRI - Ottobre 2013 INCONTRI - Ottobre 2013 19

ChI seMINa RaCCOgLIe speciaLe seMinari

Page 12: Incontri Ottobre 2013

conoscenze, tecniche, strategie e tecnologie pensate per facilitare e aumentare le capacità di comu-nicazione in persone che hanno difficoltà ad usare il linguaggio orale e la scrittura. L’ aggettivo “Aumentativa” indica come le modalità di comunica-zione utilizzate siano tese non a sostituire, ma ad accrescere la comunicazione naturale con l’obiettivo di espandere le capa-cità comunicative tramite tutte le modalità e tutti i canali a dispo-sizione.I bambini con disabilità hanno

bisogno anche più degli altri di entrare nel mondo della lettura, ma spesso rischiano di esserne esclusi, perdendo importanti momenti di condivisione, di inti-mità, di conoscenza e di dialogo: i libri illustrati della biblioteca del Centro sono scritti con paro-le associate a simboli e sono co-struiti su misura per sollecitare l’attenzione del bambino, perché possa trovare validi agganci ed appassionarsi alla voce narrante. I progetti di Comunicazione Aumentativa e Alternativa del Centro Benedetta D’Intino sono

rivolti a tutti i bambini con grave disabilità comunicativa e si pon-gono come principale obiettivo l’interazione e la massima parte-cipazione sociale possibile. I bambini con disturbi dello spet-tro autistico hanno un program-ma a loro dedicato nel quale l’uso sistematico dei supporti visivi e simbolici alla comunicazione è integrato in attività educative strutturate.Tutto questo e molto di più è il “Mondo Benedetta D’Intino”: il resto potrete scoprirlo nel sito www.benedettadintino.it.

TiTolo“Porte aperte” al Centro Benedetta d’Intino

Nato quasi vent’anni fa a Milano, il Centro Benedetta D’Intino è una realtà impegnata nella cura di bambini e adolescenti che vivono situazioni di disagio psicofisico e nell’attività clinica dedicata al sostegno alla comunicazione e all’autonomia di bambini carenti o privi di linguaggio orale. Caratterizzata da un atteggia-mento solidale nei confronti delle famiglie a cui offre servizi a tariffe sociali commisurate al reddito, la struttura è attiva in campo clinico, scientifico e for-mativo e, negli anni, ha esteso il

suo raggio d’intervento a livello internazionale promuovendo la nascita di altri due centri omonimi, uno in India nel West Bengala e l’altro in Bolivia a Co-chabamba.Le famiglie dei bambini con disabilità devono affrontare per-corsi difficili e talvolta onerosi, in particolare negli ultimi tempi di crisi economica e sociale: il Centro, per essere sempre più ac-canto alle famiglie, ha deciso di lanciare l’iniziativa Porte Aperte. Grazie ai proventi derivanti dalla raccolta fondi e dal supporto dei

numerosi sostenitori, dall’aprile 2013 al marzo 2014, i bambini con gravi patologie comunica-tive avranno accesso gratuito a tutte le attività del Centro.A disposizione dei bambini e dei loro genitori c’è anche una biblioteca tutta per loro. Ma cos’ha di così speciale questa biblioteca? Che i suoi coloratissimi libri hanno un testo scritto inte-gralmente in simboli secondo i principi della Comunicazione Aumentativa e Alternativa, ter-mine che riassume l’insieme di

Specializzato nella cura di bambini e adolescenti con disagio psicofisico, carenti o privi di linguaggio orale, mette gratuitamente a disposizione le sue attività per aiutare le famiglie in questi tempi di crisi economica e sociale.

INgRessI sOLIdaLI dentro Le strutture

20 INCONTRI - Ottobre 2013 INCONTRI - Ottobre 2013 21

Page 13: Incontri Ottobre 2013

un acrostico

per conoscersi meglio

Un nome, tanti racconti. Appartiene alla categoria dei gio-chi “psicologici” questo simpatico metodo che potete utilizzare nella gestione dei gruppi, soprattutto quelli di nuova formazione.

L’obiettivo è di favorire la conoscen-za di se stessi e degli altri utilizzan-do un po’ di fantasia, esercitandosi nell’uso delle metafore e nella ricerca di parole capaci di evocare vissuti, sentimenti ed emozioni.

Può essere applicato dai dieci anni in su e per gruppi che vanno da un minimo di 8 a un massimo di 20 partecipanti.

Richiede pochissimo materiale: fogli di carta, matite o penne.

Il gioco è semplicissimo: dovrete chiedere ai partecipanti di presen-tarsi agli altri scrivendo il proprio nome (ed eventualmente il cogno-me, ma nel rispetto della privacy) in verticale sulla parte sinistra del foglio e mantenendo una distan-za di una o due righe tra le varie lettere.

Il compito è quello di trovare una parola o una frase significati-va in corrispondenza di ogni lettera.

Un esempio?

“È un gioco divertente,

che consente anche

ai più timidi di essere

“visti” e ascoltati dal

gruppo. ”

incontri

nsieme,

oi di Incontri vi

omunichiamo novità,

rganizziamo contenuti,

avighiamo in internet

rovando argomenti,

icercando talenti,

nterrogando il sociale.

È un gioco divertente, che consente anche ai più timidi di essere “visti” e ascoltati dal gruppo. È un’esperienza piacevole che può essere anche intensa e rivelatrice. L’acrostico, infatti, può raccontare molto della persona che lo compone. Grazie alla dimensione ludica è possibile lasciarsi andare più facilmente, facendo trasparire qualcosa di sé che forse avrebbe richiesto più tempo per emergere. segnali che un bravo operatore può utilizzare per favorire la socializzazione nel gruppo e la relazione fra utenti.

22 INCONTRI - Ottobre 2013 INCONTRI - Ottobre 2013 23

edUC’azIONI iMparare giocando

Page 14: Incontri Ottobre 2013

La conoscete? È una giovane e bellissima donna da cui sprizza un’energia inesauribile, che ha avuto il coraggio di affrontare la vita a passo di danza… Simona ha ballato anche con Roberto Bolle e solo danzando si sente realizzata. Quando si muove leggera a ritmo di musica è l’immagine stessa dell’armonia.

Simona danza con il corpo e con il cuore, ma non con le braccia. È nata così, senza arti superiori: hanno provato a metterle delle braccia artificiali, ma lei le ha rifiutate. Niente braccia, solo i piedi, che sostituiscono perfettamente le mani nei gesti quoti-diani, mani che accarezzano, afferrano, scrivono e dipingono, perché Simona è anche una pittrice. La storia di questa donna dalle doti eccezionali è ben raccontata nel suo libro “Cosa ti manca per essere felice” edito da Mondadori nella collana Ingrandi-menti. Dal racconto emerge la forza di una famiglia coesa, che della disabilità di Simona non ha mai fatto un dramma. Le figure centrali sono il padre, affettuoso e sempre presente, e la madre, che ha sem-pre incoraggiato la figlia a credere nei suoi sogni, a non trasformare l’handicap in un limite invalicabile.

Scrive Simona: “Perché ci identifichiamo sempre con quello che non abbiamo, invece di guardare quello che c’è? Spesso i limiti non sono reali, i limiti sono solo negli occhi di chi ci guarda. Dobbiamo fermarci in tempo, prima di diventare quello che gli altri si aspettano che siamo. È nostra responsabilità darci la forma che vogliamo, liberarci da un po’ di scuse e diventare chi vogliamo essere, manipolare la nostra esistenza perché ci assomigli. Non importa se hai le braccia o non le hai, se sei lunghissimo o alto un metro e un tappo, se sei bianco, nero, giallo o verde, se ci vedi o se sei cieco o hai gli occhiali spessi così, se sei fragile o una roccia, se sei biondo o hai i capelli viola o il naso storto, se sei immobilizzato a terra o guardi il mondo dalle profondità inesplorate del cielo. La diversità è ovunque, è l’unica cosa che ci accomuna tutti. Tutti siamo diversi, e meno male, altrimenti vivremmo in un mondo di formiche”. Un atteggiamento, quello di Simona, che è esempio per tutti, per i disabili e per i cosiddetti “normodotati”. Dal suo straordinario punto di vista è proprio così: non ci manca proprio nulla per essere felici.

Simona AtzoriCosa ti manca per essere felice?Mondadori Editore - 189 pagine

“Ali bruciate” di John Jacobsen è un film uscito nelle sale nel 1998, premiato nel 2001 al Giffoni Film Fe-stival. Se siete dei cinefili o cultori dell’arte cinema-tografica vi avvisiamo: non è un movie da Oscar. La sceneggiatura è approssimativa, abbonda di luoghi comuni e, per lo sfondo della storia, prende spunto dalle filosofie di vita delle comunità hippy america-ne degli anni ’60 e ’70 (peace and love, trasgressione, musica, concerti, vita al di fuori delle regole, LSD...), un po’ datate visto che la pellicola fa riferimento alla generazione nata a metà degli anni ’80. È però il messaggio quello che conta: durante l’ado-lescenza, il conflitto con i genitori, la mancanza di dialogo autentico con la famiglia e qualche trauma infantile possono portare ogni ragazzo sull’orlo del baratro. Simon ha perso la madre da piccolo e non riesce a trovare una sua collocazione nel nuovo assetto fami-liare, nonostante la disponibilità della nuova com-pagna del padre. Il rapporto con il padre è freddo. Il genitore è sempre gentile, ma lontano, non disponi-bile all’ascolto, non interviene con autorevolezza di fronte alle mancanze di Simon, non “educa” il figlio

e tende invece a pianificarne la vita senza coglierne il malessere. Entrato al college, Simon conosce An-drew, un amico vero ma dalle inclinazioni trasgres-sive che lo introduce in una comunità di giovani hippy dove Simon si sente accolto ed ascoltato. Incontra l’amore, ma, confuso e senza ancoraggi in-teriori, inizia ad abusare delle droghe e a dimenticare ogni valore, sino a perdere la stima della compagna Jennifer. Arrestato dalla polizia, viene condotto in un centro di riabilitazione dove gli vengono imposte regole ferree, ma anche un percorso di consapevo-lezza e assunzione di responsabilità. A questo punto del film la figura centrale diventa quella della consulente, che media anche il rapporto con la famiglia. Dopo un acceso scontro con il pa-dre, durante un incontro di psicoterapia familiare, Simon risolve il suo trauma infantile legato alla figura materna e ricuce la sua relazione con il padre. Finalmente consapevole, prima di decidere cosa fare della propria vita si concede del tempo e, come nei migliori lieto fine, ritorna da Jennifer, finalmente sereno, adulto e capace di fare autonomamente delle scelte.

Il libro Il filmCosa ti manca per essere felice? Nulla, afferma Simona Atzori.

ALI bRuCIATe 1998, regia di John Jacobsen

Un racconto sull’adolescenza e sull’importanza dell’ascolto.

iL fiLM È interessante per gLi operatori che Lavorano con gLi adoLescenti o nei centri di riabiLitazione. iL focus È suLL’iMportanza deLL’ascoLto e deL diaLogo, suL rischio derivante dai “non detti” e suLL’efficacia dei percorsi riabiLitativi che favoriscono iL raggiungiMento deLLa Maturità attraverso L’iMposizione di regoLe giuste, L’esperienza di prendersi cura degLi aLtri, L’au-toanaLisi, La reLazione autentica.

IL sOCIaLe TRa CaRTa e PeLLICOLa

“La diversità è ovunque, è l’unica

cosa che ci accomuna tutti.

Tutti siamo diversi, e meno male,

altrimenti vivremmo in un mondo

di formiche”

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anche come base economica per sviluppare i suc-cessivi step”.

Quali attività svolgete?“Nei campi coltiviamo ortaggi a ciclo breve, insa-late e pomodori che gli autistici possono seguire dalla semina al raccolto. Poi abbiamo un alleva-mento di animali da cortile, galline, conigli e fra un po’ anche porcellini d’India. Nelle cucine invece prepariamo cibi e dolci per i sabati in fattoria e altri eventi. Nel piccolo laboratorio costruiamo le hug-bikes, i tandem corti che vendiamo sia a famiglie con autistici, sia al pubblico più vasto: sono molto apprezzate dalle coppie di cui uno solo dei due sa andare bene in bici. A breve ne apriremo un altro più grande dove le produrremo in serie… Infine,

e questo è il lavoro che ci dà le maggiori soddi-sfazioni economiche, raccogliamo tappi di sughero che poi rivendiamo ad aziende che li riutilizzano per usi edili o nei sistemi di disinquinamento delle acque marine”.

E per il domani?“Da qui al 2020 innesteremo le nuove iniziative, prima quelle educative e poi quella residenziale, che vogliamo realizzare evitando di creare un vil-laggio chiuso per evitare i rischi di ghettizzazione: utilizzeremo strutture già esistenti e ne costruire-mo di nuove nel territorio, nel raggio di uno o due chilometri. Siamo un’esperienza pilota, ci chiedono consigli da tutta Italia e noi cerchiamo di renderci utili, di costruire reti…”.

Fra i progetti presenti nel sito www.oltrelabirinto.it della Fondazione “Oltre Il Labirinto Onlus”, at-tiva dal 2009 a favore dei soggetti autistici, siamo rimasti colpiti dal “Villaggio di Godega 4Autism”, ovvero il primo progetto europeo di cohousing per adulti autistici avviato nel Comune di Godega di Sant’Urbano in provincia di Treviso. Incuriositi, per saperne di più ci siamo messi in contatto con i responsabili dell’iniziativa.“È un progetto a cui teniamo molto - ci dicono - ma siamo ancora agli inizi. Del resto di tempo ne abbiamo, i nostri figli sono ancora sotto i vent’anni e prima di giungere al ‘dopo di noi’ speriamo che passino ancora vari decenni”.

Perché siete tutti genitori di bambini autistici…

“Sì, siamo una ventina di famiglie. Oltre ad avviare progetti di immediata efficacia come quelli per la formazione di operatori, per attivare un percorso abilitativo che continui 365 giorni all’anno, per creare circoli amicali per il tempo libero e per for-nire servizi atti ad incrementare le abilità residue, abbiamo pensato anche al futuro, a garantire ai nostri ragazzi un lavoro e una casa quando non ci saremo più”.

A che punto siete?“Grazie alla collaborazione delle autorità locali e degli abitanti della zona siamo riusciti sinora a concretizzare alcune cose, rivolte alla partecipazio-ne e alla vita comunitaria, ma soprattutto al lavoro inteso non solo nella sua funzione riabilitativa ma

In provincia di Treviso un innovativo progetto per “l’adesso e per il dopo di noi”.

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www.oltrelabirinto.it

26 INCONTRI - Ottobre 2013 INCONTRI - Ottobre 2013 27

Page 16: Incontri Ottobre 2013

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un punto d’incontro tra domanda e offertaAttraverso il Servizio Segnalazione Allievi le strutture possono chiederci – per tirocini o impiego – i nomi-nativi degli allievi che hanno concluso il percorso formativo, mentre gli allievi possono conoscere le richieste pervenute e segnalare il loro interesse e la loro disponibilità.

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Dal 1984 progettiamo attività formative nel sociale, un mondo ricco di umanità che è da sempre il nostro esclusivo e coinvolgente orizzonte di impegno. Trent’anni di esperienze, scelte e fatti concreti hanno dato vita ad una struttura forte e dinamica che forma professionisti motivati e competenti.

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Con i nostri Centri Didattici siamo presenti in tutte le principali città italiane. La nostra sede centrale è a Padova.

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Siamo in autunno, la stagione dei bilanci e dei pro-grammi per il futuro. Anche il Servizio Segnalazio-ne Allievi dell’Istituto Cortivo ha tirato le somme delle sue attività ottenendo cifre di tutto rispetto.

“Nel 2012 - commenta la responsabile dott.ssa Clara Galetto - abbiamo ricevuto circa 200 segnalazioni documentate di assunzioni di nostri ex allievi e nei primi 6 mesi di quest’anno il trend è stato confer-mato da oltre 100 segnalazioni. Certamente però gli avviamenti al lavoro sono stati molti di più in quanto né gli ex allievi né le struttu-re che li assumono, non essendo SSA un ufficio di collocamento, hanno alcun obbligo di segnalarci la stipula del contratto, e spesso non lo fanno. È un peccato, ma è così”.

Secondo la tua esperienza qual è il momento in cui l’assunzione si verifica più frequentemente?“La conclusione del tirocinio è senza dubbio la fase in cui più di sovente il rapporto fra l’ex allievo e la struttura ospitante si trasforma in una collabora-zione, più o meno continuativa, certo, ma che co-

munque è un primo passo verso l’inserimento pro-fessionale. Ecco, diciamo che le assunzioni a vario titolo nel post tirocinio rappresentano più o meno l’80% delle segnalazioni che ci sono pervenute”.

Hai altri numeri da darci?“Beh, sì, quello dei richiedenti, ovvero di quegli enti, strutture o privati che ci hanno conosciuto e che, convinti della qualità della formazione che offriamo, ci hanno chiesto nomi e curricula di no-stri ex allievi: sono stati 30 nel 2012 e quest’anno contiamo di raggiungere almeno la stessa cifra visto che sino ai primi di settembre ne abbiamo totaliz-zato 20. Questi contatti sono molto importanti per noi perché spesso preludono alla possibilità di sti-pulare una convenzione aperta, ovvero un accordo che prevede l’invio da parte nostra, ad intervalli di 3/4 mesi, di nominativi che proponiamo sia per lo svolgimento dei tirocini sia per possibili assunzio-ni. Attualmente abbiamo convenzioni aperte con società in franchising, cooperative sociali e realtà attive nell’assistenza domiciliare nonché nei servizi di mediazione culturale diffuse in varie regioni d’I-talia: Friuli, Veneto, Piemonte, Umbria, Lombardia, Campania, Puglia, Abruzzo e Lazio”.

Una funzione importante, quella di SSA, soprat-tutto se si pensa che ad ogni numero corrisponde una persona, un sogno raggiunto, un’aspettativa soddisfatta…“È vero, ci sentiamo molto fieri dell’utilità del la-voro che facciamo e, ogni giorno, ci impegniamo per renderlo più efficace ampliando la rete delle collaborazioni e consolidando quelle già avviate”.

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Page 17: Incontri Ottobre 2013

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