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Il presente progetto è stato possibile grazie al cofinanziamento della Regione Siciliana

Assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 – MISURA 133

“Sostegno alle associazioni di produttori per attività di informazione e promozione

In ultima pagina

Renato Guttuso – La Vucciria, 1974 Olio su tela, cm. 300x300

Università degli studi di Palermo in esposizione permanente presso il Complesso Monumentale dello Steri.

In Europa, l’Italia è il primo paese come numero di imprese certificate per l’agricoltura biologica; al 31/12/2013 ne sono state conteggiate 52.383 (dati SINAB). Di queste circa 41.000 sono aziende agricole, circa 10.000 svolgo-no anche, o esclusivamente, attività di trasformazione e circa 300 svolgono attività di importazione.

Rispetto all’anno precedente il numero di operatori nel nostro Paese ha mostrato un incremento del 5,4%.

Le superfici italiane condotte con il metodo biologico sono 1.317.177 ettari. Con tali dimensioni l’Italia si posiziona al secondo posto in Europa, dopo la Spagna. Le superfici biologiche sono aumentate complessiva-mente , rispetto all’anno precedente, del 12,8%. Ad oggi quindi la superficie biologica italiana rappresenta il 10% della superficie agricola italiana. Un ettaro ogni 10 quindi in Italia è coltivato secondo il metodo biologico.

La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede la Sicilia seguita dalla Calabria tra le regioni con maggiore presenza di aziende agricole biologiche; mentre per il numero di aziende di trasformazione impe-gnate nel settore la leadership spetta all’Emilia Romagna seguita da Lombardia e Veneto.

Sul fronte della domanda la crisi dei consumi sembra ancora non toccare i prodotti biologici. A testimoniarlo è l’ultima rilevazione del Panel famiglie Ismea/GFK-Eurisko che indica, nel 2014 ha toccato una crescita del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Trend positivo che si registra oramai da diverso tempo in Italia, ma andamenti simili vengono registrati anche in Europa e nel resto del mondo.

I prodotti biologici maggiormente richiesti dal mercato italiano sono ortofrutta fresca e trasformata, lattie-ro-caseari ed uova, che insieme coprono quasi due terzi della spesa totale. Le regioni che hanno maggiore propensioni al consumo di prodotti biologici sono quelle settentrionali, che rappresentano da sole oltre il 73% della spesa totale bio.

Tra esportazioni e consumi interni il fatturato complessivo del biologico ammonta in Italia, secondo gli ultimi dati FIBL-IFOAM, a circa 3 miliardi di euro. Un giro d’affari che pone l’Italia al quarto posto al livello europeo dietro Germania, Francia e Regno Unito e in sesta posizione nella classifica mondiale.

In questo contesto a Bruxelles si è iniziato a ragionare sulla necessità di una riforma della normativa euro-pea: La Commissione ha infatti avviato un processo di revisione molto ampio che è partito con una consulta-zione on line, che è stata a disposizione di tutti i cittadini europei già nel 2013, e che ha registrato una notevole partecipazione, con circa 45.000 questionari compilati.

Anche il Consiglio ha invitato la Commissione e tutti gli Stati Membri, a favorire lo sviluppo del biologico an-che attraverso una revisione delle norme basata su alcuni pilastri fondamentali che vanno dalla semplificazione, al miglioramento dei controlli, alla revisione delle norme sulle importazioni, fornendo uno specifico sostegno al biologico con la nuova PAC.

L’Italia guarda con particolare attenzione alla riforma proposta dalla Commissione che è stata oggetto di un importante lavoro durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio, periodo durante il quale si è cercato di rendere la proposta di revisione sempre di più un utile strumento di sviluppo del settore ma anche di tutela e garanzia per i consumatori e per gli operatori che stanno investendo con convinzione in questo settore, che sarà sempre più centrale nelle politiche agricole del futuro.

RELAZIONE DEL DOTT. FRANCESCO GIARDINAdel MIPAF

PROGRAMMA:

LUNEDI 25 MAGGIO 2015

• Prima colazione in hotel;

• Sistemazione sul pullman e trasferimento nelle aziende da visitare;

• Visita di una azienda orticola produttrice di primizie in Ispica;

• Visita di una azienda agrumicola in Noto e brunch;

• Visita di una azienda orticola produttrice di primizie in Noto;

• Pomeriggio, presso la sala conferenze dell’hotel, presentazione delle tipicità produttive

biologiche del sud-est di Sicilia e successivo incontro con il Dott. Francesco Giardina,

Agronomo del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, più volte prota-

gonista nella trasmissione televisiva Geo & Geo che relazionerà sul tema “il biologico in

Italia: protagonista del futuro”, e con il Prof. Paolo Guarnaccia docente di agricoltura

biologica presso il Dipartimento di agricoltura, alimentazione e ambiente, dell’Università di

Catania, sul tema “Terra, Cibo e Salute”.

Modera l’incontro Giuseppe Poidimani, Direttore Responsabile Eventpress.it dell’O. D.

G. Lombardia.

• Degustazione presso locale tipico a Modica.

• Rientro e pernottamento in hotel.

MARTEDI 26 MAGGIO 2015

• Prima colazione in hotel;

• Sistemazione sul pullman e trasferimento a Mazzarrone

visita di una azienda produttrice di uva da tavola.

• Trasferimento a Pachino e visita di una azienda Vitivinicola e brunch;

• Trasferimento a Cassibile per la visita dell’azienda ortofrutticola;

• Nel tardo pomeriggio trasferimento in hotel e presso la sala conferenze dell’ hotel,

conferenze di Monica Solarino, agrotecnica “la soluzione naturale contro gli insetti

nocivi” e successivamente del dott. Luigi Guarrera, dell’Istituto Agronomico Mediter-

raneo di Bari (CIHEAM-IAMB) sul tema: “ Un network istituzionale per l’agricoltura nel

Mediterraneo “.

Modera l’incontro Giuseppe Poidimani, Direttore Responsabile Eventpress.it dell’O. D.

G. Lombardia.

• Cena tipica a base di pesce mediterraneo a Pozzallo;

• Rientro e pernottamento in hotel.

Anguria RELAZIONE DEL PROF. PAOLO GUARNACCIADocente di Agricoltura Biologica

del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambientedell’Università di CataniaANGURIA

Chiamata anche cocomero o melone d’acqua, in botanica prende il nome di Citrullus lanatus. È il frutto dell’estate per eccellenza, grazie alle sole 20 calorie per 100 gr e al suo alto potere dissetante e depurativo. L’anguria è composta principalmente da acqua (94% circa), una piccolissima percentuale di proteine e fibra alimentare, glucidi, minerali (sodio, potassio, ferrofosforo e calcio, vitamine A e C, niacina (vitamina PP), riboflavina (vitamina B2) etiamina (vi-tamina B1). Da sottolineare la presenza di licopeneche conferisce all’anguria il tipico colore rosso, allostesso modo dei pomodori che ne sono particolar-

mente ricchi; il licopene è una sostanza antiossidante e come tale ha proprietà utili nella prevenzione dei tumori, alla prostata per gli uomini e al seno per le donne.

WATERMELONAlso called watermelon or cantaloupe water, in bo-tany is called “Citrullus lanatus”. It is the fruit of the summer par excellence, thanks to only 20 calories per 100 grams and its high power refreshing and cleansing. Watermelon is composed primarily of wa-ter (about 94%), a very small percentage of protein and dietary fiber, carbohydrates, minerals (sodium, potassium, Ferrophosphorus and calcium, vitamins A and C, niacin (vitamin PP), riboflavin (vitamin B2) etiamina (vitamin B1). Important the presence of lycopene that gives watermelon the typical red color, as well as in tomatoes which are particularly rich; Lycopene is an antioxidant and as such has pro-perties useful in cancer prevention, prostate for men and breast cancer for women.

RELAZIONE DEL PROF. PAOLO GUARNACCIADocente di Agricoltura Biologica

del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambientedell’Università di Catania

L’attuale modello agricolo dei paesi industrializzati è insostenibile: per produrre, trasformare e trasportare 1

caloria di cibo nel mondo, in media, si consumano 7,3 calorie di energia; per andare dal campo alla tavola

un alimento compie 3500 km; circa il 30% dei gas climalteranti provengono dall’agricoltura e dalla zootecnia

intensiva; il 40 % dei cereali prodotti alimenta allevamenti intensivi ed impianti per la produzione di energia

rinnovabile; per ogni uomo denutrito (868 milioni di persone) ve ne sono due che sono obese o in sovrappe-

so; ogni anno nel mondo sono sprecate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ancora perfettamente commestibile,

quattro volte la quantità necessaria per nutrire le persone che soffrono la fame; utilizziamo le risorse naturali

non rispettando il loro potenziale autorigenerativo, per continuare a condurre lo stile di vita attuale avremmo

bisogno di 1,5 pianeti e tra quarant’anni ne servirebbero 3.

I principi della ‘food safety’ (sicurezza degli alimenti), ‘food security’ (disponibilità di alimenti) e ‘food sovrei-

gnity’ (diritto di ogni popolo a scegliere il proprio modello agricolo e alimentare) sono messi a serio rischio

dall’inquinamento del suolo e delle acque, dalla contaminazione dei prodotti alimentari, dalla perdita di fertilità

del suolo, dalla riduzione della biodiversità, dal consumo di terreno agricolo e dalla riduzione della disponibilità

di acqua. Occorre trovare con urgenza un modello agricolo ed alimentare innovativo e ‘sostenibile’ capace di

assicurare la disponibilità di alimenti per una popolazione mondiale in continua crescita.

In Sicilia, alle sfide di carattere globale si aggiungono emergenze peculiari del territorio, legate alle particolari

condizioni pedo-climatiche e socio-economiche dell’agricoltura siciliana, quali il fenomeno dell’abbandono dei

terreni agricoli (circa 150.000 ettari) con effetti negativi sul rischio di erosione, dissesto idrogeologico e incen-

di; il ricorso a eccessivi input chimici ed energetici che pesano gravemente sui costi di produzione; la difficoltà

di collocamento delle produzioni nel mercato locale (in Sicilia si importano il 70% degli alimenti che vengono

consumati!); la difficoltà di accesso alla terra da parte dei giovani che desiderano investire in agricoltura e la

mancanza di un adeguato servizio di trasferimento dei risultati della ricerca alle imprese agricole.

Occorre ripensare e riprogettare i sistemi agricoli partendo dai valori e principi dell’agricoltura biologica quali

il ripristino della fertilità del suolo, la tutela e valorizzazione della biodiversità e la difesa del paesaggio e del

territorio. Occorre, infine, ricostruire in modo virtuoso il rapporto tra la città e la campagna considerando nuovi

modelli di distribuzione degli alimenti che assicurino gratificazione per gli agricoltori e garanzia e tracciabilità

per chi acquista i prodotti.

AranciaARANCELa Sicilia è la terra degli agrumi, famosi in tutto il mondo per la bellezza dei frutti e soprattutto per le eccezionali proprietà nutrizionale e organolettiche, legate principalmente al significativo contenuto in oligoelementi e vitamine, primariamente acido ascor-bico (vit. C). Le arance coltivate in Sicilia coprono l’intero arco di commercializzazione iniziando la ma-turazione durante il mese di ottobre della bionda Na-velina, caratterizzata dalla dolcezza e dalla moderata acidità della polpa, e continuando durante l’anno con le arance di medio periodo e tardive, come le Navel e le Late Late, fino ai mesi di aprile e maggio.

ORANGESicily is the land of citrus fruits, famous all over the world for their beauty and highly scented blossom but above all for their excellent nutritional properties and superb flavour.This is principally due to the high levels of micro-nutrientd and vitamins (primarily Vitamin C). Sicilian oranges cover the whole commercial calendar. Com-mercialization begins in October with the sweet and moderately acidic golden Navelina, and continues troughout the year with medium-term and late oran-ges, such as the Navel and Late Late. Production continues in the months of April-May.

RELAZIONE DI MONICA SOLARINOAgrotecnica - Esperta Bio

L’agricoltura biologica rappresenta il sistema produttivo che rispetta la salu-te dell’uomo e l’ambiente, escludendo categoricamente l’impiego di qualsiasi prodotto chimico di sintesi e di qualsiasi organismo geneticamente modificato.

Essa è finalizzata alla produzione di alimenti naturali, alla riduzione drastica del consumo energetico ed alla preservazione dell’ambiente. L’agricoltura bio-logica è sicuramente il metodo che riesce meglio a conciliare la produzione agricola con l’ambiente, considerando, a ragione, il terreno elemento vitale e punto centrale del sistema biologico.

Tali risultati sono stati raggiunti attraverso interventi, a volte anche radicali, che hanno avuto l’obiettivo di garantire un elevato grado di mantenimento e di conservazione del suolo e della sua fertilità, ripristinando le biodiversità presenti, valorizzando le capacità intrinseche delle varietà più idonee all’ambiente, ed utilizzando in maniera ottimale le risorse naturali.

Gli obiettivi primari, che l’agricoltura biologica ha la necessità ed il dovere di osservare, sono due:- fertilizzare il terreno utilizzando erbe spontanee e favino, appositamente seminato, che tranciandoli e la-

sciandoli a decomporsi sul terreno, senza danneggiare radici e capillari della pianta, rappresentano un naturale sovescio ed una provvidenziale pacciamatura;

- debellare i parassiti, che attaccano piante e frutta, senza l’impiego di antiparassitari di sintesi. Infatti anche nell’agricoltura biologica, è necessario lottare contro i parassiti nocivi come le cocciniglie, gli afidi e la mosca mediterranea della frutta.

La cocciniglia attacca diverse colture, depone le uova sotto la superficie del frutto, accelerando il processo localizzato di maturazione, con conseguente decomposizione della parte interessata. Tale parassita viene debellato con irrorazioni di olio minerale bianco. L’olio crea un film sottile sulle foglie e sul frutto che genera la morte per asfissia del parassita.

Un altro nemico è la cocciniglia cotonosa (Planococus Citri)”, animaletto bianco che attacca la coltura rovinandola completamente. Questo parassita, in agricoltura biologica, si combatte con l’azione di insetti utili come il Cryptolaemus Montrouzieri che, nel periodo estivo vengono liberati nella coltura biologica e, da quel momento iniziano a predare il temuto Planococus Citri.

Altro nemico della coltivazione biologica è la “Ceratitis Capitata” ovvero la famosa Mosca Mediterranea della Frutta, la quale depone le sue uova sul frutto facendolo maturare precocemente. Il rimedio biologico per combattere questo dittero, dopo un preventivo monitoraggio con la “Jackson – Trap per decidere o no l’intervento, è l’impiego della trappola “Fly Trap”. Trattasi di un dispositivo per la cattura massale che viene ap-peso agli alberi, a forma di vasetto dotato di un apertura basale, per facilitare l’ingresso della mosca, all’interno del quale viene messo il feromone che riproduce l’azione attrattiva della femmina di “Ceratitis Capitata”. Tale feromone è efficace per circa 4 mesi, e la “Fly Trap” ha la capacità di eliminare l’insetto sia di sesso maschile che femminile, limitandone la riproduzione.

Sono fermamente convinta che con l’agricoltura biologica si instaura, fra produttore e terra, un rapporto diretto che migliora il ciclo naturale della pianta, da cui possiamo trarre la massima soddisfazione.

Melanzana

MELANZANALa melanzana si coltiva in Sicilia in coltura protetta e in pieno campo, determinando una ampia copertura del calendario di commercializzazione. Il prodotto ot-tenuto in serra, proveniente soprattutto dal ragusano, è destinato principalmente ai mercati europei.

AUBERGINESAubergines are grown in Sicily both in greenhouses and in the open fields, which ensures they are avai-lable on the market throughout the year. Greenhouse aubergines are mostly found in the Ragusa area and are produced for the European market.

Il 16 novembre 2010 la Dieta Mediterranea è stata inclusa nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità grazie alla proposta ed agli sforzi di Italia, Spagna, Grecia e Marocco.

Cosa è la dieta mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita)? Non si tratta solo di “cibo”, ma di una vera e propria risorsa culturale per lo sviluppo sostenibile del Mediterraneo, parte integrante del patrimonio sociale, storico, economico artistico e paesaggistico dei popoli che abitano la regione. La Dieta rappresenta uno stile di vita, sia come patrimonio comune per l’intero bacino mediterraneo, sia come espressione delle singole comunità che lo abitano. Ma rappresenta anche un’opportunità di crescita economica per tutti i paesi del Mediterraneo.

In Italia, così come nel Mediterraneo, una buona parte della produzione agricola è costituita da cereali, frutta e verdura, olio d’oliva, vino, prodotti ittici. La Sicilia ne è un chiaro esempio! Questi prodotti sono apprezzati in tutto il mondo. E la Dieta è un modello alimentare che, grazie alla grande varietà di prodotti e la possibilità di abbinare un’infinità di gusti, non figura come solo un modo di alimentarsi, ma anche come l’espressione di un intero sistema culturale. Se posso dire, l’importanza della dieta mediterranea per il resto del mondo non è rappresentato solo dalla specificità dei suoi piatti e dei relativi contenuti nutrizionali, ma dalla filosofia della sostenibilità che in fondo rappresenta la sua vera essenza.

E qual è il modo migliore per aumentare i valori della dieta mediterranea, se non attraverso la diffusione del metodo di agricoltura più sostenibile esistente, cioè l’agricoltura biologica? L’agricoltura biologica rappresenta sempre più oggi, anche nel Mediterraneo, così come in Europa, uno dei settori strategici dell’agricoltura: il valore aggiunto dei suoi prodotti, i benefici socio-economici per gli agricoltori e per i consumatori, la sostenibilità e l’impatto positivo sull’ambiente, la salute, il benessere degli animali allevati, lo sviluppo rurale, tutto questo rende l’agricoltura biologica un settore in crescita, sia sulle coste del Mediterraneo meridionale sia su quelle orientali. In poche parole, il biologico potrebbe diventare sempre più un importante strumento per lo sviluppo economico della regione, ora che il terzo millennio è iniziato e ci troviamo di fronte a un miliardo di persone che nel mondo soffrono la fame.

In questo contesto mediterraneo il CIHEAM-IAMB - l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, l’organizzazione intergovernativa che ho l’onore di rappresentare, oltre ad operare nel settore con la ricerca, la cooperazione e progetti specifici, ha creato circa 20 anni fa una struttura ad hoc, il MOAN- Mediterranean Organic Agricolture Network. L’idea alla base era quella di coinvolgere e stimolare la partecipa-zione attiva dei ministeri dell’agricoltura dei diversi paesi, tra cui anche i paesi balcano-adriatici, allo scopo di diffondere sempre più i metodi di produzione biologica in agricoltura. Oggi il MOAN raccoglie 23 paesi in tutta l’area, ed è uno strumento per i decisori per scambiarsi informazioni e buone pratiche, per condividere strategie comuni di sviluppo e per valorizzare il potenziale e l’identità del biologico nel dibattito globale. Come ho accennato, lo IAMB ha lavorato e continua a lavorare nel settore del biologico attraverso le sue tre missioni: istruzione e formazione, ricerca e cooperazione. Così, negli ultimi anni, e grazie anche al supporto dell’istituto, in quasi tutti i paesi del Sud e dell’Est del Mediterraneo (SEM) il concetto di agricoltura biologica ha ricevuto una crescente attenzione, e ciò per due motivi principali: 1. La crescente domanda dei consumatori nord-europei 2. L’interesse per nuove opportunità commerciali individuate dai produttori locali

Ad oggi vi sono paesi come la Croazia, la Turchia e il Libano, dove il mercato locale viene progressivamente e costantemente svilup-pato, ma anche altri paesi in cui purtroppo ciò non avviene, e le cui produzioni bio sono quasi del tutto indirizzate all’export. Esistono poi norme nazionali per l’agricoltura biologica in quasi tutti i paesi candidati e potenzialmente candidati all’ UE (CPC), e in Tunisia, Marocco e Giordania, mentre altri paesi (Egitto, Libano) stanno ancora elaborando una legislazione per il settore. Ma esiste comunque la volontà politica generale di riconoscere il settore e il suo ruolo nel contesto agro-alimentare di ogni paese. E anche quando le leggi nazionali sul biologico non siano pienamente attuate, i Ministeri dell’Agricoltura della maggior parte dei paesi del Mediterraneo hanno unità specifiche che presidiano il settore e hanno introdotto politiche di sostegno dedicate.

Secondo l’ultimo sondaggio MOAN del 2014, la regione mediterranea è arrivata a 5,7 milioni di ettari di terreno agricolo biologico. La maggior parte di questa superficie appartiene ai paesi mediterranei dell’Unione Europea (soprattutto Spagna, Italia e Francia), che rappre-sentano -nel complesso- l’86,6% della superficie agricola biologica mediterranea e il 15,3% della superficie agricola biologica mondo. I paesi CPC (il paese con la più grande estensione bio è la Turchia) e SEM (in testa la Tunisia e l’Egitto) contribuiscono a questa superficie con, rispettivamente, l’8,3% ed il 5,1% .

Se al terreno agricolo biologico aggiungiamo le foreste e le aree in cui è praticata la raccolta di prodotti spontanei (pascoli, funghi, piante aromatiche e medicinali, frutti di bosco, etc.) la superficie totale certificata come biologica supera i 7,4 milioni di ettari. Questa raccolta di prodotti spontanei in natura, mentre è piuttosto irrilevante per i paesi mediterranei dell’UE, è invece molto importante per i paesi CPC, dove la superficie bio aumenta di quasi 3 volte se si include la raccolta di prodotti spontanei. La Turchia svolge in questo contesto un ruolo primario, mentre per i paesi SEM il paese leader è il Marocco, seguito dalla Tunisia.

Secondo le ultime stime (sempre MOAN - Rapporto 2014) gli operatori biologici nella regione del Mediterraneo hanno quasi raggiunto quota 208.000, di cui il 64% nei paesi mediterranei dell’UE, seguiti dai CPC (33%) e dai paesi SEM (che rappresentano solo il 3%). Il più alto numero di produttori si trova in Turchia, Francia e Spagna.

Quali sono, alla fine, le prospettive per il biologico nel bacino del Mediterraneo? Secondo lo IAMB, il futuro del bio è compreso in una sola parola: “cooperazione”. La cooperazione tra i diversi attori, che deve essere migliorata in tutte le aree legate al settore (come la legislazione, le politiche, la formazione e l’informazione, la ricerca, l’analisi di mercato), in modo da creare uno sviluppo sempre più armonizzato a livello internazionale, a vantaggio di tutti i produttori, dei consumatori e della conoscenza e comprensione reciproca, così importanti nel contesto della critica situazione attuale.

RELAZIONE DEL DOTT. LUIGI GUARRERAdell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (CIHEAM-IAMB)

Carote

CAROTARagusa e Siracusa sono le province che vantano grandi tradizioni di coltivazione della carota in Sici-lia, grazie al clima mite e alla particolare idoneità dei suoli alla coltivazione di questa specie. La produzione siciliana è tipicamente precoce; il prodotto ha ottime caratteristiche organolettiche che raggiungono punte di eccellenza nella Carota Novella di Ispica, ricono-sciuta dalla Unione Europea con il marchio IGP. Oltre che come prodotto fresco confezionato tal quale, la carota viene commercializzata condizionata, tagliata e predisposta per le preparazioni di insalata, ovvero destinata alla industria conserviera. E’ degno di at-tenzione in Sicilia l’interesse del mercato per il pro-

dotto certificato ai sensi del Reg.(CE) n° 2092/91 proveniente da agricoltura biologica o coltivato se-condo i dettami della scuola biodinamica.CARROTSIn Sicily, carrots are cultivated traditionally in Ragusa and Siracusa, undoubtedly due to the mild clima-te and soil type, which are particularly suited to the cultivation of carrots. Sicilian carrots are early and have an excellent flavour – the best of which is the Novella di Ispica, awarded PGI status by the Europe-an Union. In addition to the fresh produce, Sicilian carrots are also sold packeted, cut and ready for use in salads or the preserves industry. Worth a special mention in Sicily is the growing interest on the market for organically farmed produce (certified according to EC Regulation no. 2092/91) or farmed according to biodynamic agricolture.

CONCLUSIONE - GIUSEPPE POIDIMANIDirettore Responsabile Eventpress.it dell’O.D.G. Lombardia

“Noi siamo quello che mangiamo” in questa celebre massima del grande filosofo tedesco Ludwig Andreas Feuerbach, così semplice, quasi scontata ma puntuale e sconvolgente nella sua verità come solo i grandi uomini sanno essere è racchiuso il segreto stesso della vita e del senso profondo di ciò che in questi giorni, cari buyer e ospiti, avete potuto vedere e vivere in prima persona.

I prodotti che quotidianamente ingeriamo con un gesto ormai meccanico e per molti purtroppo inconsa-pevole del rapporto causa-effetto è ciò che il nostro organismo utilizza, elaborandolo, per costruire se stesso.

Siamo fatti di sole che riscalda la terra, di acqua che scorre tra le rocce, dell’aria che ci circonda, dei prodotti che con amore ed esperienza il lavoro dell’uomo ha creato e trasformato per noi.

Consentitemi di citare ancora il filosofo Bavarese quando afferma “Siamo situati all’interno della natura; e dovrebbe essere posto fuori di essa il nostro inizio, la nostra origine? Viviamo nella natura, con la natura, della natura”. Dalla qualità e dalla purezza di tali sostanze dipende il nostro benessere fisico, mentale e spirituale.

Gli abitanti di questa meravigliosa terra sicula immersa nel Mare Nostrum, da millenni hanno imparato a convivere con un luogo tanto fertile e generoso quando a volte arido e avido.

Il sudore, le braccia, il cuore di mille e mille anime passate hanno reso possibile il miracolo armonioso da voi visto durante questa esperienza.

Sempre in questa meravigliosa terra hanno imparato a riconoscere e coltivare i frutti migliori ed elevare questi da semplici ma essenziali elementi a succulente e genuine pietanza alla base della Dieta Mediterranea, Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO, il cui valore era stato già riconosciuto nel V secolo a.c. dal siracusano Miteco Siculo nel suo Manuale di cucina, primo trattato culinario della storia.

Ringrazio dell’ospitalità il Bio Consorzio Val Di Noto ed in particolar modo il Presidente Cav. Vincenzo So-larino per aver reso possibile tutto questo con dedizione e sincera passione viscerale per la Sicilia e la sua agricoltura.

Augurandomi di poterci rincontrare per nuove ed interessanti iniziative e di aver trasmesso voi lo stesso amore che lega me a questi luoghi arrivederci, bye, au revoir, adiòs, freilos! Spero il vostro ricordo sia lo stesso che agli inizi del 1800 fece scrivere a Johann Wolfgang von Goethe nel suo Viaggio in Italia “L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto.

La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armo-nica del cielo col mare e del mare con la terra. Chi li ha visti una sola volta, li possiederà per tutta la vita”.

LegumiLEGUMII legumi sono i semi commestibili delle piante ap-partenenti alla famiglia delle Leguminose. I semi e i frutti di queste piante, molto diffuse nelle regioni a clima temperato, fin dai tempi più antichi sono sta-ti alla base dell’alimentazione umana. Oggi le loro proprietà sono state rivalutate dal punto di vista nu-trizionale tanto da rivestire un ruolo importante anche nella dieta mediterranea. Il valore nutritivo dei legumi è rappresentato in primo luogo dall’elevato conte-nuto di proteine di buon valore biologico perché costituite da aminoacidi essenziali. Sono una fonte di carboidrati ed apportano una minima quantità di lipidi contenuti maggiormente nella soia e nell’ara-chide. Apportano inoltre, fibra, vitamine del gruppo B e sali minerali quali ferro, calcio, fosforo, potassio e magnesio. Nella tradizione mediterranea sono molto diffuse le preparazioni che abbinano legumi ai cereali e che garantiscono un ottimo connubio nutrizionale dal momento che i cereali hanno un patrimonio di aminoacidi complementare ai legumi.condo i detta-mi della scuola biodinamica.

LEGUMESLegumes are the edible seeds of plants belonging to the family of legumes. The seeds and fruits of these plants are very common in the temperate regions, to the most ancient times, have been the basis of hu-man nutrition. Today the properties of legumes, were revalued, nutritionally, so as to play an important role, also in the Mediterranean diet. The nutritional value of legumes, is represented in the first place, by the high content of protein, of good biological value, because they consist of essential amino acids. They are, a carbohydrate source, and make a mi-nimum amount of lipids, more content in soybean and peanut. The pulses have a high content of fi-ber, B vitamins, and minerals such as, iron, calcium, phosphorus, potassium and magnesium. In the Mediterranean tradition, they are widespread prepa-rations, which combine legumes with cereals, and ensure optimal nutritional intake, since cereals, have a wealth of amino acids complement to legumes.EC Regulation no. 2092/91) or farmed according to biodynamic agricolture.

LimoneLIMONEIl limone in Sicilia è rifiorente, fiorisce e fruttifica du-rante tutto l’arco dell’anno, donando allo sguardo speciali note paesaggistiche grazie alla contempo-ranea presenza di foglie, fiori e frutti sugli alberi. Il profumo dei limoneti siciliani ha inebriato e ispirato da sempre la letteratura e la poesia. La varietà di limone assolutamente più diffusa e commercializzata è il Femminello, in particolare il primo fiore, che è il frutto di prima qualità che per primo arriva sul mer-cato, seguito dai frutti del tempo e dagli altri limoni, più adatti all’industria degli estratti e degli aromi per la dolciaria. Gli aromi derivati dalla buccia e dalla pol-pa sono utilizzati per profumare dolci, torroni, biscotti e per ottenere infusi e rosoli. Per profumo, qualità organolettica e legame al territorio siciliano, l’Unione Europea ha conferito al Limone di Siracusa il ricono-scimento IGP.

LEMONSLemon trees in Sicily are reflowering trees, they blossom and bear fruit all year round. The Sicilian countryside is graced by the sight of green-leafed lemon trees full of both blossom and lemons. The heady aroma of Sicilian lemons orchards has been a source of inspiration to writers and poets all through the ages. By far the most commonly grown lemon is the Femminello, (first blossom, in particular), which is of excellent quality and the first to arrive on the mar-ket, followed by lemons in season and other lemons sold to the extract and aroma industry. The aroma entracted from the rind and flesh is used to flavour cakes and sweets, nougat, biscuits and for infusion and rosolio. PGI status was awarded to the Siracusa Lemon for their aroma, excellent flavour and ties to the Sicilian territory, by the European Union.

ZucchiniZUCCHINALa zucchina si coltiva in Sicilia in coltura protetta e in pieno campo, determinando una ampia copertura del calendario di commercializzazione. Il prodotto ot-tenuto in serra, proveniente soprattutto dal ragusano, è destinato principalmente ai mercati europei.

MARROWSMarrows are grown in Sicily both in greenhouses and in the open fields, which ensures they are available on the market throughout mosto of the year. Greenhou-se marrows are mostly found in the Ragusa are and are produced principally for the European market.

FinocchiFINOCCHIOIl finocchio Siciliano è coltivato per l’ottenimento del prodotto fresco: il suo mercato di sbocco principale è infatti il mercato delle insalate.Si coltiva sulle zone costiere, anche rocciose: la pianta è abbastanza rustica e produce prevalente-mente da ottobre a fine primavera. Alcune tipolo-gie coltivate sono utilizzate anche per preparazioni gastronomiche, in particolare alcune varietà di fi-nocchietto selvatico sono note alle scuole di cucina internazionale per la preparazione di condimento per la pasta a base di pesce fresco (pasta con finocchi e sarde, pasta con triglia e sarde). Noto alla cucina regionale da immemorabile data è invece l’utilizzo dei semi del finocchio, con i quali si è soliti condire le carni e i preparati afferenti alla tipologia “carpaccio”.

FENNELSicilian fennel is cultivated for fresh consumption and is mainly sold for use in salads.Fennel is grown in coastal, often rocky and rather wild areas and is ready for harvesting from October through to late Spring. Certain types of fennel are also used in cooking; some of the wild varieties, in particular, are especially well-known in international cuisine for fresh fish pasta sauces (Pasta in a fennel and sardine sauce, pasta in a red mullet and sardine sauce). The seeds have been used in local cuisine since time immemorial to flavor meat and various types of carpaccio dishes.

Il vinoVINOLa salute è un valore che tutti riconosciamo come essenziale, al primo posto nella scala dei valori personali. Il nostro corpo è fatto di ciò che beviamo e mangiamo. Il vino biologico e i vini naturali sono il frutto di un approccio che privilegia il rapporto con la natura e con la genuinità dei cibi che da essa noi consumiamo.Tra i prodotti da tavola il vino rappresenta, sia per i consumatori che per i produttori, l’alimento di spicco della tradizione alimentare mediterranea, e italiana ed il vino biologico conserva tutte le qualità gusto-olfattive delle sue uve: conserva tutte quelle caratteristiche proprie del territorio in cui l’uva stessa nasce e matura.

WINEHealth is a value that we all know as essential, in first place in the scale of personal values. Our body is made up of what we drink and eat.Organic wine and natural wines are the result of an approach that favors the rela-tionship with nature and with the authen-ticity of food that we consume it.Among the products wine is, for both consumers and producers, the food out-standing traditional Mediterranean food, and Italian and organic wine preserves all the taste and smell of the grapes: retains all the characteristics the territory in whi-ch the grape itself is born and matures.

MeloneMELONEI meloni trovano in Sicilia l’ambiente migliore per l’espressione delle loro proprietà nutrizionali ed or-ganolettiche: polpa profumata e croccante, ricchezza di acqua e vitamine. La produzione è ben rappresen-tata da diverse tipologie, caratterizzate dalla diversa colorazione dell’epicarpo (verde, giallo), dalla pre-senza o assenza di solchi e rughe (liscio o retinato), dall’intensità del profumo che raggiunge la massima gradevolezza nella tipologia cantalupo. La coltivazio-ne interessa tutto il territorio dell’isola: dalle zone co-stiere, dove la benefica influenza del mare determina una raccolta precoce, per proseguire verso le zone interne, dove la tecnica agricola si specializza fine-mente per l’ottenimento di frutti non solo saporiti, ma sani e serbe voli. Anche per questi prodotti è in corso di riconoscimento da parte dell’Unione Europea, la qualità legata al territorio e alla tradizione conferita dal marchio IGP.

MELONSMelons grown in Sicily seem to reach their peak in both nutritional content and flavour. The flesh in fra-grant and firm, it is juicy and rich in vitamins and the melons have an excellent conservation length. Various types of melon grow on the Island. There are green melons and yellow melons, ribbed or smooth melons, and highly fragrant melons, such as the can-taloupe melon. Melons are grown all lover the Island Along the coast, the mild sea air ensures an early harvest, whereas in te hinterland areas, specialized farming techiques produce fruit which is not only su-perb in flavour but also healthy and long-lasting.The melon is also awaiting PGI status from the Euro-pean Union, for its quality linked to tradition and the territory.

L’olioL’OLIO L’olio extravergine di oliva è l’unico olio vegetale ottenuto con sola pres-sione, senza manipolazione o additivi chimici, a differenza degli oli di semi (soia, arachide, girasole, ecc.).Ha un livello di acidità inferiore all’1% (1 grammo per ogni 100 gr). L’o-lio extravergine di oliva, a differenza degli altri olii alimentari, è costituito prevalentemente da acidi grassi monoinsaturi, con la presenza in giusta quantità di acido grasso linoleico, polifenoli, vitamina E e beta carote-ne, la presenza di questi elementi antiossidanti rende l’olio extravergine particolarmente importante per la nostra salute. E’ stato infatti scienti-ficamente verificato che il suo costante utilizzo favorisce un abbassa-mento del colesterolo “cattivo” (LDL) ed un contestuale innalzamento di quello “buono” (HDL) aiutando a prevenire le malattie cardiovascolari e l’artereosclerosi.

EXTRA VIRGIN OLIVE OILThe extra virgin olive oil, is the only one, he got the push, without mani-pulation or chemical additives, unlike, seed oils (soy, peanut, sunflower, etc.). It presents a level of acidity, less than 1% (1 gram per 100 grams). The extra virgin olive oil, in contrast, the other oils, is made mainly, from fatty acids, monounsaturated, with the presence, in the right amount, of linoleic fatty acid, polyphenols, vitamin E and beta carotene. The pre-sence of these elements, antioxidants, makes the extra virgin olive oil, is particularly important for our health. E ‘has been scientifically verified, that his continued use favors, lowering the “bad” cholesterol (LDL), and a contextual, increases the “good” (HDL), helping to prevent disease, cardiovascular and arteriosclerosis..

CarciofiCARCIOFOIl Carciofo si coltiva in Sicilia sull’intero territorio con grande varietà di tipi botanici. Una prima grande differenza fra gruppi coltivati viene determinata dal-la presenza di spine all’apice delle brattee fogliari, in virtù della quale il carciofo viene detto inerme o spinoso; una seconda differenza è dovuta alla pig-mentazione dei capolini e così il carciofo viene detto violetto o verdino, abbinandosi tale caratteristica alla presenza o meno delle spine. In Sicilia si coltiva lo spinoso prevalentemente nel pa-lermitano, laddove l’inerme si coltiva nell’ agrigentino, nel catanese e nel nisseno. Il calendario è abbastanza ampio, la raccolta inizia con il prodotto inerme colti-vato nelle zone più costiere, seguito dallo spinoso e dagli altri carciofi.

ARTICHOKESArtichokes are grown in a huge variety of botanical types throughout Sicily.An initial distinction between the varieties can be made according to whether they have prickly tips or not, in virtue of which they are called either prickly or ‘unarmed’ (round tipped) artichokes.In Sicily, the prickly artichoke is mostly grown in the Palermo area whereas the round tipped artichoke is found in Agrigento, Catania and Caltanissetta. The artichoke season is reasonably long; harvesting be-gins with the round tips from the coastal areas and is followed by the prickly artichoke and other artichoke varieties.

Pomodoro

POMODOROIn tutta la Sicilia si coltiva il pomodoro, irrigato o a secco, ma la massima concentrazione della produ-zione la si ha nelle zone costiere della Sicilia sud orientale, nel Val di Noto, in coltivazione protetta. Il pomodoro ottenuto afferisce alla tipologia del ton-do liscio, del ciliegino, del costoluto. Dal momento che viene coltivato in serra, copre il calendario di commercializzazione invernale, anche se coltivato in pieno campo soddisfa anche la domanda di prodotto stagionale. La raccolta viene tipicamente effettuata a maturazione commerciale.

TOMATOESTomatoes are grown all over Sicily – either irrigated or dry grown, but they are especially widespread in the South-West coastal area of Sicily, in Val di Noto, under shelters. Among the most common varieties are the’ smooth round,’ the” cherry” ad the ‘ribbed’ tomato. As they are also grown in greenhouses, they are available all through the winter. Production is then moved out to the open fields for the summer sea-son. Harvesting usually takes place when the fruit is ripe for commercialization.