il popolo veneto n°3-2015

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    IL POPOLO VENETO.Giornale italiano fondato nel 1921 - Anno 94 N3 - 2015. www.ilpopoloveneto.it.

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    CERIMONIA DI BENVENUTO

    South Lawn della Casa Bianca, Washinton, D!C! Me"coled#, $% sette&'"e $()*! Disco"so del Santo +ad"e

    Buongiorno!

    Signor Presidente,

    sono grato per il benvenuto che Ella mi ha rivolto a nome di tutti gli Americani.Quale figlio di una famiglia di emigranti, sono lieto di essere ospite in questaNazione, che in gran parte fu edificata da famiglie simili. Mi accingo con gioia aquesti giorni di incontro e di dialogo, nei quali spero di ascoltare e di condivideremolti dei sogni e delle speranze del popolo americano.

    In questa mia visita avr lonore di rivolgermi al Congresso, dove spero, qualefratello di questo Paese, di dire una parola di incoraggiamento a quanti sono >>

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    chiamati a guidare il futuro politico della Nazione nella fedelt ai suoi principifondativi. Mi recher pure a Filadelfia, per l8 Incontro Mondiale delle Famiglie, ilcui scopo quello di celebrare e sostenere le istituzioni del matrimonio e dellafamiglia, in un momento critico della storia della nostra civilt.

    Signor Presidente, assieme ai loro concittadini, i cattolici americani sono impegnatia costruire una societ che sia veramente tollerante ed inclusiva, a difendere i diritti

    degli individui e delle comunit, e a respingere qualsiasi forma di ingiustadiscriminazione. Assieme a innumerevoli altre persone di buona volont di questagrande democrazia, essi si attendono che gli sforzi per costruire una societ giustae sapientemente ordinata rispettino le loro preoccupazioni pi profonde e i lorodiritti inerenti alla libert religiosa. Questa libert rimane come una delle conquistepi preziose dellAmerica. E, come i miei fratelli Vescovi degli Stati Uniti ci hannoricordato, tutti sono chiamati alla vigilanza, proprio in quanto buoni cittadini, perpreservare e difendere tale libert da qualsiasi cosa che la possa mettere inpericolo o compromettere.

    Signor Presidente, trovo promettente che Lei abbia proposto uniniziativa per lariduzione dellinquinamento dellaria. Considerata lurgenza, mi sembra chiaroanche che il cambiamento climatico un problema che non pu pi essere lasciato

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    ad una generazione futura. La storiaci ha posto in un momento crucialeper la cura della nostra casacomune. Siamo, per, ancora intempo per affrontare deicambiamenti che assicurino unosviluppo sostenibile e integrale,poich sappiamo che le cosepossono cambiare (Enc. Laudatosi, 13). Cambiamenti che esigonoda parte nostra un riconoscimentoserio e responsabile del tipo dimondo che possiamo lasciare nonsolo ai nostri figli, ma anche aimilioni di persone sottoposte ad unsistema che le ha trascurate. Lanostra casa comune stata parte diquesto gruppo di esclusi che gridaal cielo e che oggi bussa con forzaalle nostre case, citt, societ.Riprendendo le sagge parole delReverendo Martin Luther King,possiamo dire che siamo statiinadempienti in alcuni impegni, edora giunto il momento di onorarli.

    Per fede sappiamo che il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietronel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. Lumanit ha ancora lacapacit di collaborare per costruire la nostra casa comune (ibid., 13). Comecristiani animati da questa certezza, cerchiamo di impegnarci per la curaconsapevole e responsabile della nostra casa comune.

    Signor Presidente, gli sforzi compiuti di recente per riconciliare relazioni che eranostate spezzate e per lapertura di nuove vie di cooperazione allinterno dellafamiglia umana rappresentano positivi passi avanti sulla via della riconciliazione,della giustizia e della libert. Auspico che tutti gli uomini e le donne di buonavolont di questa grande e prospera Nazione sostengano gli sforzi della comunitinternazionale per proteggere i pi deboli nel nostro mondo e di promuoveremodelli integrali ed inclusivi di sviluppo, cos che i nostri fratelli e sorelle ovunquepossano conoscere le benedizione della pace e della prosperit che Dio desideraper tutti i suoi figli.

    Signor Presidente, ancora una volta La ringrazio per il Suo benvenuto e guardo confiducia a queste giornate nel Suo Paese. Dio benedica lAmerica!

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    INCONTRO CON I VESCOVI DELI USA

    Catted"ale di San Matteo, Washinton, D!C! Me"coled#, $% sette&'"e $()*! Disco"so del Santo +ad"e

    Carissimi fratelli nellEpiscopato,

    prima di tutto vorrei inviare un saluto alla comunit ebraica, ai nostri fratelli ebrei,che oggi celebrano la festa dello Yom Kippur. Il Signore li benedica con la pace, e lifaccia andare avanti nella via della santit, secondo questo che oggi abbiamosentito dalla sua Parola: Siate santi, perch io sono Santo (Lv 19,2).

    Sono lieto di incontrarvi in questo momento della missione apostolica che mi hacondotto nel vostro Paese. Ringrazio vivamente il Cardinale Wuerl e lArcivescovoKurtz per le gentili parole che mi hanno rivolto anche a nome di tutti voi. Riceveteper favore la mia gratitudine per laccoglienza e per la generosa disponibilit con laquale il mio soggiorno stato programmato e organizzato.

    Nellabbracciare con lo sguardo e con il cuore i vostri volti di Pastori, vorreiabbracciare anche le Chiese che amorosamente portate sulle spalle; e vi prego diassicurare che la mia vicinanza umana e spirituale raggiunge, per mezzo di voi,lintero Popolo di Dio disseminato su questa vasta terra.

    Il cuore del Papa si dilata per includere tutti. Allargare il cuore per testimoniare cheDio grande nel suo amore la sostanza della missione del Successore di Pietro,

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    Vicario di Colui che sulla croce ha abbracciato lintera umanit. Che nessun

    membro del Corpo di Cristo della nazione americana si senta esclusodallabbraccio del Papa. Ovunque affiori sulle labbra il nome di Ges, l risuoni purela voce del Papa per assicurare: E il Salvatore!. Dalle vostre grandi metropolidella costa orientale alle pianure del midwest, dal profondo sud allo sconfinatoovest, dovunque la vostra gente si raccoglie nellassemblea eucaristica, il Papa nonsia un mero nome abitudinariamente pronunciato, ma una tangibile compagniavolta a sostenere la voce che si eleva dal cuore della Sposa: Vieni Signore!.

    Quando una mano si tende per compiere il bene o portare al fratello la carit diCristo, per asciugare una lacrima o fare compagnia ad una solitudine, per indicare

    la strada ad uno smarrito o risollevare un cuore ormai infranto, per chinarsi su unoche caduto o insegnare a chi assetato di verit, per offrire il perdono o guidaread un nuovo inizio in Dio... sappiate che il Papa vi accompagna, il Papa vi sostiene,poggia anchEgli sulla vostra la sua mano ormai vecchia e rugosa ma, per grazia diDio, ancora capace di sostenere e di incoraggiare.

    La mia prima parola di rendimento di grazie a Dio per il dinamismo del Vangeloche ha consentito la notevole crescita della Chiesa di Cristo in queste terre, e hapermesso il generoso contributo che essa ha offerto e continua ad offrire allasociet statunitense e al mondo. Apprezzo vivamente e ringrazio commosso per la

    vostra generosit e solidariet verso la Sede Apostolica e verso levangelizzazionein tante sofferenti parti del mondo. Sono lieto per lindomito impegno della vostraChiesa per la causa della vita e della famiglia, motivo preminente di questa mia >>

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    visita. Seguo con attenzione lo sforzo ingente di accoglienza e di integrazione degliimmigrati che continuano a guardare allAmerica con lo sguardo dei pellegrini cheapprodarono alla ricerca delle sue promettenti risorse di libert e prosperit.Ammiro il lavoro con cui portate avanti la missione educativa nelle vostre scuole atutti i livelli lopera caritativa nelle vostre numerose istituzioni. Sono attivit condottespesso senza che si comprenda il loro valore e senza appoggio e, in ogni caso,eroicamente mantenute con lobolo dei poveri, perch tali iniziative scaturiscono daun mandato soprannaturale al quale non lecito disobbedire. Sono consapevoledel coraggio con cui avete affrontato momenti oscuri del vostro percorso ecclesialesenza temere autocritiche n risparmiare umiliazioni e sacrifici, senza cedere allapaura di spogliarsi di quanto secondario pur di riacquistare lautorevolezza e lafiducia richiesta ai Ministri di Cristo, come desidera lanima del vostro popolo. Soquanto ha pesato in voi la ferita degli ultimi anni, e ho accompagnato il vostrogeneroso impegno per guarire le vittime, consapevole che nel guarire siamo pursempre guariti, e per continuare a operare affinch tali crimini non si ripetano maipi.

    Vi parlo come Vescovo di Roma, gi nella vecchiaia chiamato da Dio da una terraanchessa americana, per custodire lunit della Chiesa Universale e perincoraggiare nella carit il percorso di tutte le Chiese particolari, perchprogrediscano nella conoscenza, nella fede e nellamore di Cristo. Leggendo ivostri nomi e cognomi, osservando i vostri volti, conoscendo la misura alta dellavostra consapevolezza ecclesiale e sapendo della devozione che avete sempre >>

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    riservato al Successore di Pietro, devo dirvi che non mi sento tra voi un forestiero.Provengo, infatti, da una terra anchessa vasta, sconfinata e non di rado informeche, come la vostra, ha ricevuto la fede dal bagaglio dei missionari. Ben conosco lasfida di seminare il Vangelo nel cuore di uomini provenienti da mondi diversi,spesso induriti dallaspro cammino percorso prima di approdare. Non mi estraneala storia della fatica di impiantare la Chiesa tra pianure, montagne, citt e suburbi diun territorio spesso inospitale, dove le frontiere sono sempre provvisorie, le risposteovvie non durano e la chiave dingresso richiede di saper coniugare lo sforzo epicodei pionieri esploratori con la prosaica saggezza e resistenza dei sedentari chepresidiano lo spazio raggiunto. Come ha cantato un vostro poeta: ali forti edinstancabili, ma anche la saggezza di chi conosce le montagne*.

    Non vi parlo da solo. La mia voce si pone in continuit con quanto i mieiPredecessori vi hanno donato. Infatti, sin dagli albori della nazione americana,quando allindomani della rivoluzione venne eretta la prima diocesi a Baltimora, laChiesa di Roma vi sempre stata vicina e non vi mai mancata la sua costanteassistenza ed il suo incoraggiamento. Negli ultimi decenni, tre dei miei veneratiPredecessori vi hanno fatto visita, consegnandovi un notevole patrimoniodinsegnamento tuttora attuale, di cui avete fatto tesoro per orientare i lungimirantiprogrammi pastorali con cui guidare questamata Chiesa.

    Non mia intenzione tracciare un programma o delineare una strategia. Non sonovenuto per giudicarvi o per impartirvi lezioni. Confido pienamente nella voce diColui che insegna ogni cosa (cfr Gv 14,26). Consentitemi soltanto, con la libert >

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    dellamore, di poter parlare come un fratello tra fratelli. Non mi sta a cuore dirvicosa fare, perch sappiamo tutti quanto ci chiede il Signore. Preferisco piuttostoritornare ancora su quella fatica - antica e sempre nuova - di domandarsi circa lestrade da percorrere, sui sentimenti da conservare mentre si opera, sullo spirito concui agire. Senza la pretesa di essere esaustivo, condivido con voi alcune riflessioniche ritengo opportune per la nostra missione.

    Siamo Vescovi della Chiesa, Pastori costituiti da Dio per pascere il suo gregge. Lanostra gioia pi grande essere Pastori, nientaltro che Pastori, dal cuore indivisoed una irreversibile consegna di s. Bisogna custodire questa gioia senza lasciareche ce la rubino. Il maligno ruggisce come leone cercando di divorarla, rovinandocos quanto siamo chiamati ad essere non per noi stessi, ma per dono, al serviziodel Pastore delle nostre anime (1 Pt 2,25).

    Lessenza della nostra identit va cercata nellassiduo pregare, nel predicare(cfr At 6,4) e nel pascere (cfr Gv 21,15-17; At 20,28-31).

    Non una preghiera qualsiasi, ma lunione famigliare con Cristo, dove incrociarequotidianamente il suo sguardo per sentire rivolta a noi la sua domanda: Chi miamadre e chi sono i miei fratelli? (Mc 3,32). E potergli serenamente rispondere:Signore, ecco tua madre, ecco i tuoi fratelli! Te li consegno, sono quelli che Tu mihai affidato. Di una tale confidenza con Cristo si nutre la vita del Pastore.

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    Non una predicazione di complesse dottrine, ma lannuncio gioioso di Cristo, mortoe risorto per noi. Lo stile della nostra missione susciti in quanti ci ascoltano

    lesperienza del per noi di questannuncio: la Parola doni senso e pienezza adogni frammento della loro vita, i Sacramenti li nutrano di quel cibo che non possonoprocurarsi, la vicinanza del Pastore risvegli in loro la nostalgia dellabbraccio delPadre. Vegliate perch il gregge incontri sempre nel cuore del Pastore quellariserva di eternit che con affanno si cerca invano nelle cose del mondo. Trovinosempre sulle vostre labbra lapprezzamento per la capacit di fare e costruire nellalibert e nella giustizia la prosperit di cui prodiga questa terra. Non manchi peril sereno coraggio di confessare che bisogna procurarsi non il cibo che perisce maquello che dura per la vita eterna (Gv 6,27).

    Non pascere s stessi ma saper arretrare, abbassarsi, decentrarsi, per nutrire diCristo la famiglia di Dio. Vegliare senza sosta, ergendosi alti per raggiungere con losguardo di Dio il gregge che solo a Lui appartiene. Elevarsi allaltezza della Crocedel suo Figlio, il solo punto di vista che apre al Pastore il cuore del suo gregge.

    Non guardare verso il basso nella propria autoreferenzialit, ma sempre verso gliorizzonti di Dio, che oltrepassano quanto noi siamo capaci di prevedere opianificare. Vegliare pure su noi stessi, per sfuggire alla tentazione del narcisismo,che acceca gli occhi del Pastore, rende la sua voce irriconoscibile e il suo gestosterile. Nelle molteplici strade che si aprono alla vostra sollecitudine pastorale,ricordate di conservare indelebile il nucleo che unifica tutte le cose: lo avete fatto ame (Mt 25,31-45).

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    Senzaltro utile al Vescovo possedere la lungimiranza del leader e la scaltrezzadellamministratore, ma decadiamo inesorabilmente quando scambiamo la potenzadella forza con la forza dellimpotenza, attraverso la quale Dio ci ha redenti. AlVescovo necessaria la lucida percezione della battaglia tra la luce e le tenebreche si combatte in questo mondo. Guai a noi, per, se facciamo della Croce unvessillo di lotte mondane, dimenticando che la condizione della vittoria duratura lasciarsi trafiggere e svuotare di s stessi (Fil 2,1-11).

    Non ci estranea langoscia dei primi Undici, chiusi tra i loro muri, assediati esgomenti, abitati dallo spavento delle pecore disperse perch il Pastore era stato

    colpito. Ma sappiamo che ci stato donato uno spirito di coraggio e non ditimidezza. Pertanto non ci lecito lasciarci paralizzare dalla paura.

    So bene che numerose sono le vostre sfide, e che spesso ostile il campo nelquale seminate, e non poche sono le tentazioni di chiudersi nel recinto delle paure,a leccarsi le ferite, rimpiangendo un tempo che non torna e preparando rispostedure alle gi aspre resistenze.

    E, tuttavia, siamo fautori della cultura dellincontro. Siamo sacramenti viventidellabbraccio tra la ricchezza divina e la nostra povert. Siamo testimoni

    dellabbassamento e della condiscendenza di Dio che precede nellamore anche lanostra primigenia risposta.

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    Il dialogo il nostro metodo, non per astuta strategia, ma per fedelt a Colui chenon si stanca mai di passare e ripassare nelle piazze degli uomini finoallundicesima ora per proporre il suo invito damore (Mt 20,1-16).

    La via pertanto il dialogo: dialogo tra voi, dialogo nei vostri Presbiteri, dialogo coni laici, dialogo con le famiglie, dialogo con la societ. Non mi stancherei diincoraggiarvi a dialogare senza paura. Tanto pi ricco il patrimonio, che conparresia avete da condividere, tanto pi sia eloquente lumilt con la quale lodovete offrire. Non abbiate paura di compiere lesodo necessario ad ogni autenticodialogo. Altrimenti non possibile comprendere le ragioni dellaltro n capire fino infondo che il fratello da raggiungere e riscattare, con la forza e la prossimitdellamore, conta pi di quanto contano le posizioni che giudichiamo lontane dallenostre pur autentiche certezze. Il linguaggio aspro e bellicoso della divisione non siaddice alle labbra del Pastore, non ha diritto di cittadinanza nel suo cuore e,bench sembri per un momento assicurare unapparente egemonia, solo il fascinodurevole della bont e dellamore resta veramente convincente.

    Bisogna lasciare che perennemente risuoni nel nostro cuore la parola del Signore:Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile dicuore, e troverete ristoro per le vostre anime (Mt 11,28-30). Il giogo di Ges >>

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    giogo damore e perci garanzia di ristoro. Alle volte ci pesa la solitudine dellenostre fatiche, e siamo talmente carichi del giogo che non ricordiamo pi di averloricevuto dal Signore. Ci sembra solo nostro e quindi ci trasciniamo come buoistanchi nel campo arido, minacciati dalla sensazione di aver lavorato invano,dimentichi della pienezza del ristoro collegata indissolubilmente a Colui che ci hafatto la promessa.

    Imparare da Ges; meglio ancora, imparare Ges, mite e umile; entrare nella suamitezza e nella sua umilt mediante la contemplazione del suo agire. Introdurre lenostre Chiese e il nostro popolo, non di rado schiacciato dalla dura ansia diprestazione, alla soavit del giogo del Signore. Ricordare che lidentit della Chiesadi Ges assicurata non dal fuoco dal cielo che consuma (Lc 9,54), ma dalsegreto calore dello Spirito che sana ci che sanguina, piega ci che rigido,drizza ci che sviato.

    La grande missione che il Signore ci affida, noi la svolgiamo in comunione, in modocollegiale. gi tanto dilaniato e diviso il mondo! La frammentazione ormai dicasa ovunque. Perci, la Chiesa, tunica inconsutile del Signore non pu lasciarsidividere, frazionare o contendere.

    La nostra missione episcopale primariamente cementare lunit, il cui contenuto determinato dalla Parola di Dio e dallunico Pane del Cielo, con cui ognuna delleChiese a noi affidate resta Cattolica, perch aperta e in comunione con tutte leChiese Particolari e con quella di Roma che presiede nella carit. un >>

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    imperativo, pertanto, vegliare per tale unit, custodirla, favorirla, testimoniarla comesegno e strumento che, di l di ogni barriera, unisce nazioni, razze, classi,generazioni.

    Limminente Anno Santo della Misericordia, introducendoci nella profonditinesauribile del cuore divino, nel quale non abita alcuna divisione, sia per tuttioccasione privilegiata per rafforzare la comunione, perfezionare lunit, riconciliarele differenze, perdonarsi a vicenda e superare ogni divisione, cos che risplenda lavostra luce come la citt costruita sul monte (Mt 5,14).

    Tale servizio allunit particolarmente importante per la vostra amata Nazione, lecui vastissime risorse materiali e spirituali, culturali e politiche, storiche e umane,scientifiche e tecnologiche impongono responsabilit morali non indifferenti in unmondo frastornato e faticosamente alla ricerca di nuovi equilibri di pace, prosperited integrazione. , pertanto, parte essenziale della vostra missione offrire agli StatiUniti dAmerica lumile e potente lievito della comunione. Sappia lumanit chelessere abitata dal sacramento di unit (Lumen gentium, 1) garanzia che il suodestino non labbandono e la disgregazione.

    E tale testimonianza un faro che non pu spegnersi. Infatti, nel denso buio dellavita, gli uomini hanno bisogno di lasciarsi guidare dalla sua luce, per essere certidel porto che li aspetta, sicuri che le loro barche non si schianteranno sugli scoglin saranno in balia delle onde. Perci, Fratelli, vi incoraggio ad affrontare le sfide >

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    del nostro tempo. Nel fondo di ciascuna di esse sta sempre la vita come dono eresponsabilit. Il futuro della libert e della dignit delle nostre societ dipende dal

    modo in cui sapremo rispondere a tali sfide.Le vittime innocenti dellaborto, i bambini che muoiono di fame o sotto le bombe, gliimmigrati che annegano alla ricerca di un domani, gli anziani o i malati dei quali sivorrebbe far a meno, le vittime del terrorismo, delle guerre, della violenza e delnarcotraffico, lambiente devastato da una predatoria relazione delluomo con lanatura, in tutto ci sempre in gioco il dono di Dio, del quale siamo amministratorinobili, ma non padroni. Non lecito pertanto evadere da tali questioni o metterle atacere. Di non minore importanza lannuncio del Vangelo della famiglia che,nellimminente Incontro Mondiale delle Famiglie a Filadelfia, avr modo di

    proclamare con forza insieme a voi e a tutta la Chiesa.Questi aspetti irrinunciabili della missione della Chiesa appartengono al nucleo diquanto ci stato trasmesso dal Signore. Abbiamo perci il dovere di custodirli ecomunicarli, anche quando la mentalit del tempo si rende impermeabile e ostile atale messaggio (cfr Evangelii gaudium, 34-39). Vi incoraggio ad offrire, con glistrumenti e la creativit dellamore e con lumilt della verit, tale testimonianza.Essa ha bisogno non soltanto di proclami e annunci esterni, ma anche diconquistare spazio nel cuore degli uomini e nella coscienza della societ.

    A questo fine, molto importante che la Chiesa negli Stati Uniti sia anche unfocolare umile che attira gli uomini mediante il fascino della luce e il caloredellamore. Come Pastori ben conosciamo il buio e il freddo che ancora c in >>

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    questo mondo, la solitudine e labbandono di tanti - anche dove abbondano lerisorse comunicative e le ricchezze materiali -, conosciamo anche la paura di fronte

    alla vita, le disperazioni e le molteplici fughe.

    Perci, solo una Chiesa che sa radunare attorno al fuoco resta capace di attirare.Non certo un fuoco qualsiasi, ma quello che si acceso al mattino di Pasqua. ilSignore risorto che continua a interpellare i Pastori della Chiesa attraverso la vocetimida di tanti fratelli: Avete qualcosa da mangiare? Si tratta di riconoscere la suavoce, come fecero gli Apostoli sulla riva del mare di Tiberiade (cfr Gv 21,4-12). Ed ancora pi decisivo consegnarsi alla certezza che le braci della sua presenza,accese al fuoco della passione, ci precedono e non si spengono mai. Venendomeno tale certezza, si rischia di diventare cultori di cenere e non custodi e

    dispensatori della vera luce e di quel calore che capace di riscaldare il cuore(cfr Lc 24, 32).

    Prima di concludere consentitemi ancora di farvi due raccomandazioni che mistanno a cuore. La prima si riferisce alla vostra paternit episcopale. Siate Pastorivicini alla gente, Pastori prossimi e servitori. Questa vicinanza si esprima in modospeciale verso i vostri sacerdoti. Accompagnateli affinch continuino a servireCristo con cuore indiviso, perch solo la pienezza riempie i ministri di Cristo. Viprego, pertanto, non lasciate che si accontentino delle mezze misure. Curate le lorosorgenti spirituali affinch non cadano nella tentazione di diventare notai eburocrati, ma siano espressione della maternit della Chiesa che genera e facrescere i suoi figli. Vegliate affinch non si stanchino di alzarsi per rispondere a chibussa nella notte, anche quando gi si pensa di aver diritto al riposo (cfr Lc 11,5-8).

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    Allenateli affinch siano pronti a fermarsi, chinarsi, versare balsamo, farsi carico espendersi in favore di chi, per caso, si trovato spogliato di quanto credeva dipossedere (cfr Lc 10,29-37).

    La mia seconda raccomandazione si riferisce agli immigrati. Chiedo scusa se inqualche modo parlo quasi in causa propria. La Chiesa statunitense conosce comepoche le speranze dei cuori dei migranti. Da sempre avete imparato la loro lingua,sostenuto la loro causa, integrato i loro contributi, difeso i loro diritti, promosso laloro ricerca di prosperit, conservato accesa la fiamma della loro fede. Ancheadesso nessuna istituzione americana fa di pi per gli immigrati che le vostrecomunit cristiane. Ora avete questa lunga ondata dimmigrazione latina cheinveste tante delle vostre diocesi. Non soltanto come Vescovo di Roma, ma anche

    come Pastore venuto dal sud, sento il bisogno di ringraziarvi e di incoraggiarvi.Forse non sar facile per voi leggere la loro anima; forse sarete messi alla provadalle loro diversit. Sappiate, comunque, che possiedono anche risorse dacondividere. Perci accoglieteli senza paura. Offrite loro il calore dellamore diCristo e decifrerete il mistero del loro cuore. Sono certo che, ancora una volta,questa gente arricchir lAmerica e la sua Chiesa.

    Dio vi benedica e la Madonna vi custodisca! Grazie!

    *Quando ero giovane, / avevo ali forti e instancabili, / ma non conoscevo le montagne. /Quando fui vecchio, / conobbi le montagne, / ma le ali stanche non tennero pi dietro allavisione. / Il genio saggezza e giovent (Edgard Lee Masters, Antologia di Spoon River).

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    CANONI--A-IONE DEL BEATO +! .UNI+ERO SERRA

    Santua"io Na/ionale dell0I&&acolata Conce/ione, Washinton, D!C!Me"coled#, $% sette&'"e $()*! O&elia del Santo +ad"o

    Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti (Fil 4,4). Un invito checolpisce fortemente la nostra vita. Siate lieti, ci dice san Paolo, con una forza quasiimperativa. Un invito che si fa eco del desiderio che tutti sperimentiamo di una vitapiena, di una vita che abbia senso, di una vita gioiosa. E come se Paolo avesse lacapacit di ascoltare ciascuno dei nostri cuori e desse voce a quello che sentiamo,

    che viviamo. C qualcosa dentro di noi che ci invita alla gioia e a non adattarci apalliativi che cercano sempre di accontentarci.

    Ma, a nostra volta, viviamo le tensioni della vita quotidiana. Sono molte le situazioniche sembrano mettere in dubbio questo invito. La dinamica a cui molte volte siamosoggetti sembra portarci ad una rassegnazione triste che a poco a poco si vatrasformando in abitudine, con una conseguenza letale: anestetizzarci il cuore.

    Non vogliamo che la rassegnazione sia il motore della nostra vita - o lo vogliamo?Non vogliamo che labitudine si impossessi delle nostre giornate - o s? Per questo

    possiamo domandarci: come fare perch non si anestetizzi il nostro cuore? Comeapprofondire la gioia del Vangelo nelle diverse situazioni della nostra vita?

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    Ges lo ha detto ai discepoli diallora e lo dice a noi: Andate!Annunciate! La gioia del Vangelosi sperimenta, si conosce e si vivesolo donandola, donandosi.

    Lo spirito del mondo ci invita alconformismo, alla comodit. Difronte a questo spirito umanooccorre sentire nuovamente cheabbiamo bisogno gli uni degli altri,che abbiamo una responsabilitverso gli altri e verso il mondo(Enc. Laudato si, 229). Laresponsabilit di annunciare ilmessaggio di Ges. Perch lafonte della nostra gioia sta in queldesiderio inesauribile di offriremisericordia, frutto dellaversperimentato linfinita misericordiadel Padre e la sua forza diffusiva(Esort. ap. Evangelii gaudium, 24).Andate da tutti ad annunciareungendo e ad ungereannunciando. A questo il Signoreci invita oggi e ci dice:

    la gioia il cristiano la sperimenta nella missione: andate alle genti di tutte le nazioni;

    la gioia il cristiano la trova in un invito: andate e annunciate;

    la gioia il cristiano la rinnova e la attualizza con una chiamata: andate e ungete.

    Ges vi manda a tutte le nazioni. A tutte le genti. E in questo tutti di duemila annifa eravamo compresi anche noi. Ges non d una lista selettiva di chi s e chi no, diquelli che sono degni o no di ricevere il suo messaggio, la sua presenza. Alcontrario, ha abbracciato sempre la vita cos come gli si presentava. Con volto didolore, fame, malattia, peccato. Con volto di ferite, di sete, di stanchezza. Con voltodi dubbi e di piet. Lungi dallaspettare una vita imbellettata, decorata, truccata, lhaabbracciata come gli veniva incontro. Bench fosse una vita che molte volte sipresenta rovinata, sporca, distrutta. A tutti, ha detto Ges, a tutti andate e

    annunciate; a tutta questa vita cos com e non come ci piacerebbe che fosse:Andate e abbracciate nel mio nome. Andate agli incroci delle strade, andate adannunciare senza paura, senza pregiudizi, senza superiorit, senza purismi a tutti

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    quelli che hanno perso la gioia divivere, andate ad annunciarelabbraccio misericordioso delPadre. Andate da quelli chevivono con il peso del dolore, delfallimento, del sentire una vitaspezzata e annunciate la follia diun Padre che cerca di ungerli conlolio della speranza, dellasalvezza. Andate ad annunciareche gli sbagli, le illusioniingannevoli, le incomprensioni,non hanno lultima parola nellavita di una persona. Andate conlolio che lenisce le ferite e ristorail cuore.

    La missione non nasce mai da unprogetto perfettamente elaboratoo da un manuale molto benstrutturato e programmato; lamissione nasce sempre da unavita che si sentita cercata eguarita, trovata e perdonata. Lamissione nasce dal fareesperienza una e pi voltedellunzione misericordiosa di Dio.

    La Chiesa, il Popolo Santo di Dio, sa percorrere le strade polverose della storiaattraversate tante volte da conflitti, ingiustizie e violenza per andare a trovare i suoifigli e fratelli. Il Santo Popolo fedele di Dio non teme lo sbaglio; teme la chiusura, lacristallizzazione in lite, lattaccarsi alle proprie sicurezze. Sa che la chiusura, nellesue molteplici forme, la causa di tante rassegnazioni.

    Per questo, usciamo, andiamo ad offrire a tutti la vita di Ges Cristo (cfr Esort.ap. Evangelii gaudium, 49). Il Popolo di Dio sa coinvolgersi perch discepolo diColui che si messo in ginocchio davanti ai suoi per lavare loro i piedi (cfr ibid.,24).

    Oggi siamo qui, possiamo essere qui perch ci sono stati molti che hanno avuto ilcoraggio di rispondere a questa chiamata, molti che hanno creduto che la vita si

    accresce donandola e si indebolisce nellisolamento e nella comodit (Documentodi Aparecida, 360). Siamo figli dellaudacia missionaria di tanti che hanno preferitonon rinchiudersi nelle strutture che danno una falsa protezione [] nelle abitudini

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    in cui ci sentiamotranquilli, mentre fuori cuna moltitudineaffamata (Esort.ap. Evangelii gaudium,49). Siamo debitori diuna Tradizione, di unacatena di testimoni chehanno reso possibile chela Buona Novella delVangelo continui adessere di generazione ingenerazione Nuova eBuona.

    Ed oggi ricordiamo unodi quei testimoni che hasaputo testimoniare inqueste terre la gioia delVangelo: Padre JuniperoSerra. Ha saputo viverequello che la Chiesa inuscita, questa Chiesache sa uscire e andareper le strade, percondividere la tenerezzariconciliatrice di Dio. Ha

    saputo lasciare la sua terra, le sue usanze, ha avuto il coraggio di aprire vie, hasaputo andare incontro a tanti imparando a rispettare le loro usanze e le lorocaratteristiche.

    Ha imparato a generare e ad accompagnare la vita di Dio nei volti di coloro cheincontrava rendendoli suoi fratelli. Junipero ha cercato di difendere la dignit dellacomunit nativa, proteggendola da quanti ne avevano abusato. Abusi che oggicontinuano a procurarci dispiacere, specialmente per il dolore che provocano nellavita di tante persone.

    Scelse un motto che ispir i suoi passi e plasm la sua vita: seppe dire, masoprattutto seppe vivere dicendo: Sempre avanti. Questo stato il modo cheJunipero ha trovato per vivere la gioia del Vangelo, perch non si anestetizzasse ilsuo cuore. E stato sempre avanti, perch il Signore aspetta; sempre avanti, perch

    il fratello aspetta; sempre avanti per tutto ci che ancora gli rimaneva da vivere; stato sempre avanti. Come lui allora, che noi oggi possiamo dire: sempre avanti.

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    VISITA AL CONRESSO DELI USA

    Washinton, D!C! io1ed#, $2 sette&'"e $()*!Disco"so del Santo +ad"e all0Asse&'lea 3lena"ia del Con"esso deli Stati Uniti d0A&e"ica

    Signor Vicepresidente,Signor Presidente della Camera dei Rappresentanti,Onorevoli Membri del Congresso,Cari Amici,

    Sono molto grato per il vostro invito a rivolgermi a questa Assemblea Plenaria delCongresso nella terra dei liberi e casa dei valorosi. Mi piace pensare che laragione di ci sia il fatto che io pure sono un figlio di questo grande continente, dacui tutti noi abbiamo ricevuto tanto e verso il quale condividiamo una comuneresponsabilit.

    Ogni figlio o figlia di una determinata nazione ha una missione, una responsabilitpersonale e sociale. La vostra propria responsabilit come membri del Congresso di permettere a questo Paese, grazie alla vostra attivit legislativa, di crescere

    come nazione. Voi siete il volto di questo popolo, i suoi rappresentanti. Voi sietechiamati a salvaguardare e a garantire la dignit dei vostri concittadini nellinstanca-

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    -bile ed esigente perseguimento del bene comune, che il fine di ogni politica.

    Una societ politica dura nel tempo quando si sforza, come vocazione, disoddisfare i bisogni comuni stimolando la crescita di tutti i suoi membri,specialmente quelli in situazione di maggiore vulnerabilit o rischio. Lattivitlegislativa sempre basata sulla cura delle persone. A questo siete stati invitati,chiamati e convocati da coloro che vi hanno eletto.

    Il vostro un lavoro che mi fa riflettere sulla figura di Mos, per due aspetti. Da unaparte il patriarca e legislatore del popolo dIsraele simbolizza il bisogno dei popoli di

    mantenere vivo il loro senso di unit con gli strumenti di una giusta legislazione.Dallaltra, la figura di Mos ci conduce direttamente a Dio e quindi alla dignittrascendente dellessere umano. Mos ci offre una buona sintesi del vostro lavoro:a voi viene richiesto di proteggere, con gli strumenti della legge, limmagine e lasomiglianza modellate da Dio su ogni volto umano.

    Oggi vorrei rivolgermi non solo a voi, ma, attraverso di voi, allintero popolo degliStati Uniti. Qui, insieme con i suoi rappresentanti, vorrei cogliere questa opportunitper dialogare con le molte migliaia di uomini e di donne che si sforzanoquotidianamente di fare unonesta giornata di lavoro, di portare a casa il pane

    quotidiano, di risparmiare qualche soldo e - un passo alla volta - di costruire unavita migliore per le proprie famiglie. Sono uomini e donne che non si preoccupanosemplicemente di pagare le tasse, ma, nel modo discreto che li caratterizza, >>

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    sostengono la vita della societ. Generano solidariet con le loro attivit e creanoorganizzazioni che danno una mano a chi ha pi bisogno.

    Vorrei anche entrare in dialogo con le numerose persone anziane che sono undeposito di saggezza forgiata dallesperienza e che cercano in molti modi,specialmente attraverso il lavoro volontario, di condividere le loro storie e le loroesperienze. So che molti di loro sono pensionati, ma ancora attivi, e continuano adarsi da fare per costruire questo Paese. Desidero anche dialogare con tutti queigiovani che si impegnano per realizzare le loro grandi e nobili aspirazioni, che non

    sono sviati da proposte superficiali e che affrontano situazioni difficili, spesso comerisultato dellimmaturit di tanti adulti. Vorrei dialogare con tutti voi, e desidero farloattraverso la memoria storica del vostro popolo.

    La mia visita capita in un momento in cui uomini e donne di buona volont stannocelebrando gli anniversari di alcuni grandi Americani. Nonostante la complessitdella storia e la realt della debolezza umana, questi uomini e donne, con tutte leloro differenze e i loro limiti, sono stati capaci con duro lavoro e sacrificio personale- alcuni a costo della propria vita di costruire un futuro migliore. Hanno dato formaa valori fondamentali che resteranno per sempre nello spirito del popolo americano.

    Un popolo con questo spirito pu attraversare molte crisi, tensioni e conflitti, mentresempre sar in grado di trovare la forza per andare avanti e farlo con dignit.Questi uomini e donne ci offrono una possibilit di guardare e di interpretare la >>

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    realt. Nellonorare la loro memoria, siamo stimolati, anche in mezzo a conflitti,nella concretezza del vivere quotidiano, ad attingere dalle nostre pi profonderiserve culturali.

    Vorrei menzionare quattro di questi Americani: Abraham Lincoln, Martin LutherKing, Dorothy Day e Thomas Merton.

    Questanno ricorre il centocinquantesimo anniversario dellassassinio delPresidente Abraham Lincoln, il custode della libert, che ha instancabilmentelavorato perch questa nazione, con la protezione di Dio, potesse avere unanuova nascita di libert. Costruire un futuro di libert richiede amore per il benecomune e collaborazione in uno spirito di sussidiariet e solidariet.

    Siamo tutti pienamente consapevoli, ed anche profondamente preoccupati, per lainquietante lodierna situazione sociale e politica del mondo. Il nostro mondo sempre pi un luogo di violenti conflitti, odi e brutali atrocit, commesse perfino innome di Dio e della religione. Sappiamo che nessuna religione immune da forme

    di inganno individuale o estremismo ideologico. Questo significa che dobbiamoessere particolarmente attenti ad ogni forma di fondamentalismo, tanto religiosocome di ogni altro genere. necessario un delicato equilibrio per combattere la >>

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    violenza perpetrata nel nome di una religione, di unideologia o di un sistema

    economico, mentre si salvaguarda allo stesso tempo la libert religiosa, la libertintellettuale e le libert individuali. Ma c unaltra tentazione da cui dobbiamoguardarci: il semplicistico riduzionismo che vede solo bene o male, o, se preferite,giusti e peccatori. Il mondo contemporaneo, con le sue ferite aperte che toccanotanti dei nostri fratelli e sorelle, richiede che affrontiamo ogni forma dipolarizzazione che potrebbe dividerlo tra questi due campi. Sappiamo che neltentativo di essere liberati dal nemico esterno, possiamo essere tentati dialimentare il nemico interno. Imitare lodio e la violenza dei tiranni e degli assassini il modo migliore di prendere il loro posto. Questo qualcosa che voi, comepopolo, rifiutate.

    La nostra, invece, devessere una risposta di speranza e di guarigione, di pace e digiustizia. Ci chiesto di fare appello al coraggio e allintelligenza per risolvere lemolte crisi economiche e geopolitiche di oggi. Perfino in un mondo sviluppato, glieffetti di strutture e azioni ingiuste sono fin troppo evidenti. I nostri sforzi devonopuntare a restaurare la pace, rimediare agli errori, mantenere gli impegni, e cospromuovere il benessere degli individui e dei popoli. Dobbiamo andare avantiinsieme, come uno solo, in uno spirito rinnovato di fraternit e di solidariet,collaborando generosamente per il bene comune.

    Le sfide che oggi affrontiamo, richiedono un rinnovamento di questo spirito dicollaborazione, che ha procurato tanto bene nella storia degli Stati Uniti. Lacomplessit, la gravit e lurgenza di queste sfide esigono che noi impieghiamo le

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    nostre risorse e i nostri talenti, e che ci decidiamo a sostenerci vicendevolmente,con rispetto per le nostre differenze e per le nostre convinzioni di coscienza.

    In questa terra, le varie denominazioni religiose hanno contribuito grandemente acostruire e a rafforzare la societ. importante che oggi, come nel passato, la vocedella fede continui ad essere ascoltata, perch una voce di fraternit e di amore,che cerca di far emergere il meglio in ogni persona e in ogni societ. Talecooperazione una potente risorsa nella battaglia per eliminare le nuove formeglobali di schiavit, nate da gravi ingiustizie le quali possono essere superate solograzie a nuove politiche e a nuove forme di consenso sociale.

    Penso qui alla storia politica degli Stati Uniti, dove la democrazia profondamenteradicata nello spirito del popolo americano. Qualsiasi attivit politica deve servire epromuovere il bene della persona umana ed essere basata sul rispetto per ladignit di ciascuno. Consideriamo queste verit come per s evidenti, cio che tuttigli uomini sono creati uguali, che sono dotati dal loro Creatore di alcuni dirittiinalienabili, che tra questi ci sono la vita, la libert e il perseguimento della felicit(Dichiarazione di Indipendenza, 4 luglio 1776). Se la politica devessere veramenteal servizio della persona umana, ne consegue che non pu essere sottomessa alservizio delleconomia e della finanza. Politica , invece, espressione del nostroinsopprimibile bisogno di vivere insieme in unit, per poter costruire uniti il pi

    grande bene comune: quello di una comunit che sacrifichi gli interessi particolariper poter condividere, nella giustizia e nella pace, i suoi benefici, i suoi interessi, la

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    sua vita sociale. Non sottovaluto le difficolt che questo comporta, ma vi incoraggioin questo sforzo.

    Penso anche alla marcia che Martin Luther King ha guidato da Selma aMontgomery cinquantanni fa come parte della campagna per conseguire il suosogno di pieni diritti civili e politici per gli Afro-Americani. Quel sogno continua adispirarci. Mi rallegro che lAmerica continui ad essere, per molti, una terra di sogni.Sogni che conducono allazione, alla partecipazione, allimpegno. Sogni cherisvegliano ci che di pi profondo e di pi vero si trova nella vita delle persone.Negli ultimi secoli, milioni di persone sono giunte in questa terra per rincorrere ilproprio sogno di costruire un futuro in libert. Noi, gente di questo continente, nonabbiamo paura degli stranieri, perch molti di noi una volta eravamo stranieri. Vidico questo come figlio di immigrati, sapendo che anche tanti di voi sonodiscendenti di immigrati. Tragicamente, i diritti di quelli che erano qui molto prima dinoi non sono stati sempre rispettati. Per quei popoli e le loro nazioni, dal cuoredella democrazia americana, desidero riaffermare la mia pi profonda stima econsiderazione. Quei primi contatti sono stati spesso turbolenti e violenti, ma difficile giudicare il passato con i criteri del presente. Tuttavia, quando lo stranieroin mezzo a noi ci interpella, non dobbiamo ripetere i peccati e gli errori del passato.Dobbiamo decidere ora di vivere il pi nobilmente e giustamente possibile, coscome educhiamo le nuove generazioni a non voltare le spalle al loro prossimo e atutto quanto ci circonda. Costruire una nazione ci chiede di riconoscere che >>

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    dobbiamo costantementerelazionarci agli altri, rifiutando unamentalit di ostilit per poterneadottare una di reciprocasussidiariet, in uno sforzo costantedi fare del nostro meglio. Ho fiduciache possiamo farlo.

    Il nostro mondo sta fronteggiandouna crisi di rifugiati di proporzioni taliche non si vedevano dai tempi dellaSeconda Guerra Mondiale. Questarealt ci pone davanti grandi sfide emolte dure decisioni. Anche inquesto continente, migliaia dipersone sono spinte a viaggiareverso il Nord in cerca di miglioriopportunit. Non ci che volevamoper i nostri figli? Non dobbiamolasciarci spaventare dal loro numero,ma piuttosto vederle come persone,guardando i loro volti e ascoltando leloro storie, tentando di risponderemeglio che possiamo alle lorosituazioni. Rispondere in un modoche sia sempre umano, giusto e fraterno. Dobbiamo evitare una tentazione oggicomune: scartare chiunque si dimostri problematico. Ricordiamo la Regola dOro:Fai agli altri ci che vorresti che gli altri facessero a te (Mt 7,12).

    Questa norma ci indica una chiara direzione. Trattiamo gli altri con la medesimapassione e compassione con cui vorremmo essere trattati. Cerchiamo per gli altri lestesse possibilit che cerchiamo per noi stessi. Aiutiamo gli altri a crescere, comevorremmo essere aiutati noi stessi. In una parola, se vogliamo sicurezza, diamosicurezza; se vogliamo vita, diamo vita; se vogliamo opportunit, provvediamoopportunit. La misura che usiamo per gli altri sar la misura che il tempo user pernoi. La Regola dOro ci mette anche di fronte alla nostra responsabilit diproteggere e difendere la vita umana in ogni fase del suo sviluppo.

    Questa convinzione mi ha portato, fin dallinizio del mio ministero, a sostenere avari livelli labolizione globale della pena di morte. Sono convinto che questa sia lavia migliore, dal momento che ogni vita sacra, ogni persona umana dotata di

    una inalienabile dignit, e la societ pu solo beneficiare dalla riabilitazione dicoloro che sono condannati per crimini.

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    Recentemente i miei fratelli Vescovi qui negli Stati Uniti hanno rinnovato il loro

    appello per labolizione della pena di morte. Io non solo li appoggio, ma offro anchesostegno a tutti coloro che sono convinti che una giusta e necessaria punizione nondeve mai escludere la dimensione della speranza e lobiettivo della riabilitazione.In questi tempi in cui le preoccupazioni sociali sono cos importanti, non possomancare di menzionare la serva di Dio Dorothy Day, che ha fondato il CatholicWorker Movement. Il suo impegno sociale, la sua passione per la giustizia e per lacausa degli oppressi, erano ispirati dal Vangelo, dalla sua fede e dallesempio deisanti.

    Quanto cammino stato fatto in questo campo in tante parti del mondo! Quanto

    stato fatto in questi primi anni del terzo millennio per far uscire la gente dallapovert estrema! So che voi condividete la mia convinzione che va fatto ancoramolto di pi, e che in tempi di crisi e di difficolt economica non si deve perdere lospirito di solidariet globale. Allo stesso tempo desidero incoraggiarvi a nondimenticare tutte quelle persone intorno a noi, intrappolate nel cerchio dellapovert. Anche a loro c bisogno di dare speranza. La lotta contro la povert e lafame devessere combattuta costantemente su molti fronti, specialmente nelle suecause. So che molti americani oggi, come in passato, stanno lavorando peraffrontare questo problema.

    Va da s che parte di questo grande sforzo sta nella creazione e distribuzione dellaricchezza. Il corretto uso delle risorse naturali, lappropriata applicazione dellatecnologia e la capacit di ben orientare lo spirito imprenditoriale, sono elementi >>

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    essenziali di uneconomia che cerca di essere moderna, inclusiva e sostenibile.Lattivit imprenditoriale, che una nobile vocazione, orientata a produrrericchezza e a migliorare il mondo per tutti, pu essere un modo molto fecondo perpromuovere la regione in cui colloca le sue attivit, soprattutto se comprende che lacreazione di posti di lavoro parte imprescindibile del suo servizio al benecomune (Enc. Laudato si, 129). Questo bene comune include anche la terra,tema centrale dellEnciclica che ho recentemente scritto, per entrare in dialogocon tutti riguardo alla nostra casa comune (ibid., 3). Abbiamo bisogno di unconfronto che ci unisca tutti, perch la sfida ambientale che viviamo, e le sue radiciumane, ci riguardano e ci toccano tutti (ibid., 1).

    NellEnciclica Laudato si esorto ad uno sforzo coraggioso e responsabile percambiare rotta (ibid., 61) ed evitare gli effetti pi seri del degrado ambientalecausato dallattivit umana. Sono convinto che possiamo fare la differenza e non hodubbi che gli Stati Uniti - e questo Congresso - hanno un ruolo importante dagiocare. Ora il momento di azioni coraggiose e strategie dirette a implementareuna cultura della cura (ibid., 231) e un approccio integrale per combattere lapovert, per restituire la dignit agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi curadella natura (ibid., 139). Abbiamo la libert necessaria per limitare e orientare latecnologia (cfr ibid., 112), per individuare modi intelligenti di orientare, coltivare e

    limitare il nostro potere (ibid., 78) e mettere la tecnologia al servizio di un altrotipo di progresso, pi sano, pi umano, pi sociale e pi integrale (ibid., 112). >>

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    Al riguardo, ho fiducia che le istituzioni americane di ricerca e accademiche

    potranno dare un contributo vitale negli anni a venire.

    Un secolo fa, allinizio della Grande Guerra, che il Papa Benedetto XV defin inutilestrage, nasceva un altro straordinario Americano: il monaco cistercense ThomasMerton. Egli resta una fonte di ispirazione spirituale e una guida per molte persone.Nella sua autobiografia scrisse: Sono venuto nel mondo. Libero per natura,immagine di Dio, ero tuttavia prigioniero della mia stessa violenza e del mioegoismo, a immagine del mondo in cui ero nato. Quel mondo era il ritrattodellInferno, pieno di uomini come me, che amano Dio, eppure lo odiano; nati peramarlo, ma che vivono nella paura di disperati e contraddittori desideri. Merton

    era anzitutto uomo di preghiera, un pensatore che ha sfidato le certezze di questotempo e ha aperto nuovi orizzonti per le anime e per la Chiesa. Egli fu anche uomodi dialogo, un promotore di pace tra popoli e religioni.

    In questa prospettiva di dialogo, vorrei riconoscere gli sforzi fatti nei mesi recentiper cercare di superare le storiche differenze legate a dolorosi episodi del passato. mio dovere costruire ponti e aiutare ogni uomo e donna, in ogni possibile modo, afare lo stesso. Quando nazioni che erano state in disaccordo riprendono la via deldialogo un dialogo che potrebbe essere stato interrotto per le ragioni pi valide -nuove opportunit si aprono per tutti. Questo ha richiesto, e richiede, coraggio e

    audacia, che non vuol dire irresponsabilit. Un buon leader politico uno che,tenendo presenti gli interessi di tutti, coglie il momento con spirito di apertura e >>

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    senso pratico. Un buon leader politico opta sempre per iniziare processi pi chepossedere spazi (Esort. ap.Evangelii gaudium, 222-223).

    Essere al servizio del dialogo e della pace significa anche essere veramente

    determinati a ridurre e, nel lungo termine, a porre fine ai molti conflitti armati in tuttoil mondo. Qui dobbiamo chiederci: perch armi mortali sono vendute a coloro chepianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e societ? Purtroppo, larisposta, come tutti sappiamo, semplicemente per denaro: denaro che intriso disangue, spesso del sangue innocente. Davanti a questo vergognoso e colpevolesilenzio, nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi.

    Tre figli e una figlia di questa terra, quattro individui e quattro sogni: Lincoln, libert;Martin Luther King, libert nella pluralit e non-esclusione; Dorothy Day, giustiziasociale e diritti delle persone; e Thomas Merton, capacit di dialogo e di apertura a

    Dio.Quattro rappresentanti del Popolo americano.

    Terminer la mia visita nella vostra terra a Filadelfia, dove prender parteallIncontro Mondiale delle Famiglie. mio desiderio che durante tutta la mia visitala famiglia sia un tema ricorrente. Quanto essenziale stata la famiglia nellacostruzione di questo Paese! E quanto merita ancora il nostro sostegno e il nostroincoraggiamento! Eppure non posso nascondere la mia preoccupazione per lafamiglia, che minacciata, forse come mai in precedenza, dallinterno e

    dallesterno. Relazioni fondamentali sono state messe in discussione, come anchela base stessa del matrimonio e della famiglia. Io posso solo riproporre limportanzae, soprattutto, la ricchezza e la bellezza della vita familiare.

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    In particolare, vorrei richiamare lattenzione su quei membri della famiglia che sonoi pi vulnerabili, i giovani. Per molti di loro si profila un futuro pieno di tantepossibilit, ma molti altri sembrano disorientati e senza meta, intrappolati in unlabirinto senza speranza, segnato da violenze, abusi e disperazione. I loro problemisono i nostri problemi. Non possiamo evitarli. necessario affrontarli insieme,parlarne e cercare soluzioni efficaci piuttosto che restare impantanati nellediscussioni. A rischio di banalizzare, potremmo dire che viviamo in una cultura chespinge i giovani a non formare una famiglia, perch mancano loro possibilit per ilfuturo. Ma questa stessa cultura presenta ad altri cos tante opzioni che anchessisono dissuasi dal formare una famiglia.

    Una nazione pu essere considerata grande quando difende la libert, come hafatto Lincoln; quando promuove una cultura che consenta alla gente di sognarepieni diritti per tutti i propri fratelli e sorelle, come Martin Luther King ha cercato difare; quando lotta per la giustizia e la causa degli oppressi, come Dorothy Day hafatto con il suo instancabile lavoro, frutto di una fede che diventa dialogo e seminapace nello stile contemplativo di Thomas Merton.

    In queste note ho cercato di presentare alcune delle ricchezze del vostropatrimonio culturale, dello spirito del popolo americano. Il mio auspicio chequesto spirito continui a svilupparsi e a crescere, in modo che il maggior numeropossibile di giovani possa ereditare e dimorare in una terra che ha ispirato costante persone a sognare.

    Dio benedica lAmerica!

    +a"ole del +a3a a '"accio dalla te""a//a del Con"esso

    Buongiorno a tutti voi! Vi

    ringrazio per la vostraaccoglienza e la vostrapresenza. Ringrazio ipersonaggi pi importanti checi sono qui: i bambini. Vogliochiedere a Dio che libenedica! Signore, Padre ditutti noi, benedici questo

    popolo, benedici ciascuno di loro, benedici le loro famiglie, dona loro ci di cuihanno maggiormente bisogno. E vi prego, per piacere, di pregare per me. E se tra

    voi c qualcuno che non credente, o non pu pregare, vi chiedo - per favore - diaugurarmi cose buone. Grazie di cuore. E Dio benedica lAmerica!

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    VISITA AL CENTRO CARITATIVO DELLA +ARROCC4IAST +ATRIC5 E INCONTRO CON I SEN-ATETTO

    Washinton, D!C! io1ed#, $2 sette&'"e $()*! Saluto del Santo +ad"e

    E un piacere incontrarvi. Buongiorno! Ascolterete due prediche: una in spagnoloe laltra in inglese!

    La prima parola che voglio dirvi grazie. Grazie di accogliermi e per lo sforzo cheavete compiuto perch questo incontro si realizzasse.

    Qui ricordo una persona che amo tanto, e che stata molto importante nella miavita. E stata sostegno e fonte di ispirazione. E a lui che ricorro quando sono un poinguaiato. Voi mi ricordate san Giuseppe. I vostri volti mi parlano del suo.

    Nella vita di san Giuseppe ci sono state situazioni difficili da affrontare. Una diqueste fu quando Maria stava per partorire, per avere Ges. Dice la Bibbia:Mentre si trovavano [a Betlemme], si compirono per [Maria] i giorni del parto.

    Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in unamangiatoia, perch per loro non cera posto nellalloggio (Lc 2,6-7). La Bibbia molto chiara: non cera posto per loro nellalloggio. Immagino Giuseppe, con la sua

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    sposa sul punto di avere il suo figlio, senza un tetto, senza casa, senza alloggio. IlFiglio di Dio entrato in questo mondo come un homeless. Il Figlio di Dio ha saputoche cos cominciare la vita senza un tetto. Possiamo immaginare le domande diGiuseppe in quel momento: Come? Il Figlio di Dio non ha un tetto per vivere?Perch siamo senza casa? Perch siamo senza un tetto? Sono domande che moltidi voi possono farsi ogni giorno, e ve le fate. Come Giuseppe vi domandate: perchsiamo senza un tetto, senza una casa? E a noi che abbiamo un tetto e una casa,sono domande che pure faranno bene: perch questi nostri fratelli sono senzacasa, perch questi nostri fratelli non hanno un tetto?

    Le domande di Giuseppe rimangono presenti oggi, accompagnando tutti coloro chenel corso della storia hanno vissuto e si trovano senza una casa.

    Giuseppe era un uomo che si poneva delle domande, ma soprattutto era un uomodi fede. E stata la fede a permettere a Giuseppe di trovare la luce in quel momentoche sembrava completamente buio; stata la fede a sostenerlo nelle difficolt dellasua vita. Per la fede Giuseppe ha saputo andare avanti quando tutto sembravafermarsi.

    Davanti a situazioni ingiuste, dolorose, la fede ci offre quella luce che dissipa

    loscurit. Come fu per Giuseppe, la fede ci apre alla presenza silenziosa di Dio inogni vita, in ogni persona, in ogni situazione. Egli presente in ciascuno di voi, inciascuno di noi.

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    Voglio essere molto chiaro: non c nessun motivo, nessun tipo di giustificazionesociale, morale, o di altro genere per accettare la mancanza di abitazione. Sonosituazioni ingiuste, ma sappiamo che Dio le sta soffrendo insieme con noi, le stavivendo al nostro fianco. Non ci lascia soli.

    Ges non solo ha voluto essere solidale con ogni persona, non solo ha voluto chenessuno senta o viva la mancanza della sua compagnia, del suo aiuto, del suoamore. Egli stesso si identificato con tutti quelli che soffrono, che piangono, chepatiscono qualche tipo di ingiustizia. Lo dice chiaramente: Ho avuto fame e miavete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e miavete accolto (Mt 25,35).

    E la fede a dirci che Dio con voi, che Dio in mezzo a noi e la sua presenza cispinge alla carit. Quella carit che nasce dalla chiamata di un Dio che non cessadi bussare alla nostra porta, la porta di tutti per invitarci allamore, allacompassione, a donarci gli uni agli altri.

    Ges continua a bussare alle nostre porte, alla nostra vita. Non lo fa magicamente,non lo fa con trucchi o con cartelli luminosi o con fuochi dartificio. Ges continua a

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    bussare alla nostra porta nelvolto del fratello, nel volte delvicino, nel volto di chi ci staaccanto.

    Cari amici, uno dei modi piefficaci che abbiamo per aiutarelo troviamo nella preghiera. Lapreghiera ci unisce, ci fa fratelli,ci apre il cuore e ci ricorda unaverit bella che a voltedimentichiamo. Nella preghiera,tutti impariamo a dire Padre,Pap, e quando diciamo Padre,Pap, ci ritroviamo come fratelli.Nella preghiera non ci sono ricchio poveri, ci sono figli e fratelli.Nella preghiera non ci sonopersone di prima o di secondaclasse, c fraternit.

    Nella preghiera il nostro cuoretrova forza per non diventareinsensibile, freddo davanti allesituazioni di ingiustizia. Nellapreghiera Dio continua a

    chiamarci e a spingerci alla carit.

    Come ci fa bene pregare insieme; come ci fa bene incontrarci in quello spazio doveci guardiamo come fratelli e ci riconosciamo bisognosi dellappoggio gli uni deglialtri. E oggi voglio pregare con voi, voglio unirmi a voi perch ho bisogno del vostroappoggio e della vostra vicinanza. Voglio invitarvi a pregare insieme, gli uni per glialtri, gli uni con gli altri. Cos possiamo portare avanti questo sostegno che ci aiutaa vivere la gioia che Ges in mezzo a noi. E che Ges ci aiuti a risolvere leingiustizie che Lui ha conosciuto per primo. Ve la sentite di pregare insieme? Iocomincio in spagnolo e voi continuate in inglese. Padre nostro

    E prima di lasciarvi, mi piacerebbe darvi la benedizione di Dio:

    Il Signore vi benedica e vi protegga;il Signore vi guardi con benevolenza e vi mostri la sua bont;

    il Signore vi guardi con amore e vi conceda la sua pace (cfr Nm 6,24-26).Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!

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    VES+RI CON IL CLERO, RELIIOSI E RELIIOSECatted"ale di S! +at"i/io, New 6o"7io1ed#, $2 sette&'"e $()*! O&elia del Santo +ad"e

    Due sentimenti sento oggi neiconfronti dei miei fratelliislamici. Il primo, il mio salutoperch si celebra oggi ilgiorno del sacrificio. Avrei

    voluto che il mio saluto fossepi caloroso. E il secondosentimento la vicinanzadavanti alla tragedia che illoro popolo ha sofferto oggi aLa Mecca. In questomomento di preghiera miunico, ci uniamonellinvocazione a Dio, nostroPadre onnipotente e

    misericordioso.Ascoltiamo lApostolo: Sietericolmi di gioia anche se oradovete essere per un po ditempo afflitti da varie prove(1 Pt 1,6). Queste parole ciricordano qualcosa diessenziale: la nostravocazione da vivere nellagioia.

    Questa bella cattedrale disan Patrizio, costruita in moltianni con il sacrificio di tanti

    uomini e donne, pu essere un simbolo dellopera di generazioni di sacerdoti, direligiosi e di laici americani che hanno contribuito alledificazione della Chiesa negliStati Uniti. Sono molti i sacerdoti e consacrati di questo Paese che, non solo nelcampo delleducazione, hanno avuto un ruolo centrale nellaiutare i genitori a dareai propri figli il cibo che li nutre per la vita! Molti lo fecero a costo di sacrificistraordinari e con carit eroica. Penso, ad esempio, a santa Elisabetta Anna Seton,

    che fond la prima scuola cattolica gratuita per ragazze in America, o a sanGiovanni Neumann, fondatore del primo sistema di educazione cattolica in questoPaese.

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    Questa sera, cari fratelli e sorelle, sono venuto a pregare con voi, sacerdoti,consacrate, consacrati, perch la nostra vocazione continui a costruire il grandeedificio del Regno di Dio in questo Paese. So che voi, come corpo sacerdotale, difronte al popolo di Dio, avete sofferto molto nel non lontano passato sopportando lavergogna a causa di tanti fratelli che hanno ferito e scandalizzato la Chiesa nei suoifigli pi indifesi Come nellApocalisse, vi dico che voi venite dalla grandetribolazione (cfr 7,14). Vi accompagno in questo momento di dolore e difficolt;come pure ringrazio Dio per il servizio che realizzate accompagnando il popolo diDio. Allo scopo di aiutarvi a seguire nel cammino della fedelt a Ges Cristo, mi

    permetto di fare due brevi riflessioni.

    La prima riguarda lo spirito di gratitudine. La gioia di uomini e donne che amanoDio attrae altri ad essi; sacerdoti e consacrati chiamati a trovare e irradiare unapermanente soddisfazione per la loro chiamata. La gioia sgorga da un cuore grato.E vero: abbiamo ricevuto molto, tante grazie, tante benedizioni, e ce nerallegriamo. Ci far bene ripercorrere la nostra vita con la grazia della memoria.Memoria di quella prima chiamata, memoria del cammino percorso, memoria ditante grazie ricevute, e soprattutto memoria dellincontro con Ges Cristo in tantimomenti lungo il cammino. Memoria dello stupore che produce nel nostro cuorelincontro con Ges Cristo. Sorelle e fratelli, consacrati e consacrate, chiedere lagrazia della memoria per far crescere lo spirito di gratitudine. Chiediamoci: siamocapaci di enumerare le benedizioni ricevute, o ce le siamo dimenticate?

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    Un secondo ambito lo spirito di laboriosit. Un cuore grato spontaneamentesospinto a servire il Signore e a intraprendere uno stile di vita operoso. Nel

    momento in cui ci rendiamo conto di quanto Dio ci ha dato, il cammino dellarinuncia a se stessi per lavorare per Lui e per gli altri diventa una via privilegiata perrispondere al suo grande amore.

    E per, se siamo onesti, sappiamo quanto facilmente questo spirito di generosolavoro e sacrificio personale pu essere soffocato. Vi sono due modi perch cipossa accadere e ambedue sono esempio della spiritualit mondana, che ciindebolisce nel nostro cammino di uomini e donne consacrati, e oscura il fascino, lostupore del primo incontro con Ges Cristo.

    Possiamo essere intrappolati nel misurare il valore dei nostri sforzi apostolici dalcriterio dellefficienza, della funzionalit e del successo esterno che governa ilmondo degli affari. Non che queste cose non siano importanti! Ci stata affidatauna grande responsabilit e giustamente il Popolo di Dio si aspetta delle verifiche.Ma il vero valore del nostro apostolato viene misurato dal valore che esso ha agliocchi di Dio. Vedere e valutare le cose dalla prospettiva di Dio ci richiama ad unacostante conversione al primo tempo della chiamata e, non c bisogno di dirlo,esige una grande umilt. La croce ci mostra un modo diverso nel misurare ilsuccesso: a noi spetta seminare, e Dio vede i frutti delle nostre fatiche. Se talvoltale nostre fatiche e il nostro lavoro sembrano infrangersi e non portare frutto, noi

    seguiamo Ges Cristo; e la sua vita, umanamente parlando, si concluse con unfallimento: il fallimento della croce.

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    Laltro pericolo emerge quando diventiamogelosi del nostro tempo libero, quandopensiamo che circondarci di confort mondanici aiuter a servire meglio. Il problema diquesto modo di ragionare che puoffuscare la potenza della quotidianachiamata di Dio alla conversione, allincontrocon Lui. Pian piano ma sicuramentediminuisce il nostro spirito di sacrificio, ilnostro spirito di rinuncia e di laboriosit. Epure allontana la gente che sta soffrendo perla povert materiale ed costretta a faresacrifici pi grandi dei nostri, senza essereconsacrati. Il riposo una necessit, come losono i momenti di tempo libero e di ricaricapersonale, ma dobbiamo imparare comeriposare in maniera che approfondisca ilnostro desiderio di servire in modo generoso.La vicinanza ai poveri, ai rifugiati, ai migranti,agli malati, agli sfruttati, agli anziani che

    soffrono la solitudine, ai carcerati e a tanti altri poveri di Dio ci insegner un altrotipo di riposo, pi cristiano e generoso.

    Gratitudine e laboriosit: questi sono i due pilastri della vita spirituale chedesideravo condividere questa sera con voi, sacerdoti, consacrate e consacrati. Viringrazio per le preghiere, per le attivit e per i sacrifici quotidiani che svolgete neidiversi campi del vostro apostolato. Molti di questi sono conosciuti solo da Dio, marecano molto frutto alla vita della Chiesa.

    Vorrei, in modo speciale, esprimere la mia ammirazione e la mia gratitudine alleReligiose degli Stati Uniti. Che cosa sarebbe questa Chiesa senza di voi? Donneforti, lottatrici; con quello spirito di coraggio che vi pone in prima linea nellannunciodel Vangelo. A voi, Religiose, sorelle e madri di questo popolo, voglio dire grazie,un grazie grandissimo e dirvi anche che vi voglio molto bene.

    So che molti di voi stanno affrontando le sfide delladattamento in un panoramapastorale in evoluzione. Come san Pietro, vi chiedo che, davanti a qualsiasi provache dovete affrontare, non perdiate la pace, e di rispondere come fece Cristo:ringrazi il Padre, prese la sua croce e guard avanti.

    Cari fratelli e sorelle, tra poco, tra qualche minuto, canteremo il Magnificat.

    Mettiamo nelle mani della Madonna lopera che ci stata affidata; uniamoci a Leinel ringraziare il Signore per le grandi cose che ha fatto e per le grandi cose checontinuer a fare in noi e in quanti abbiamo il privilegio di servire. Cos sia.

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    +A+A 8RANCESCO ALL0ASSEMBLEA ONU9 :BISONA RIS+ETTARELA SACRALITA0 DELLA VITA UMANA E DELL0AMBIENTE;

    Papa Francesco all'Assemblea generale delle Nazioni Unite per parlare di dignitumana, tutela dellambiente, pace e futuro dellumanit. Caloroso il benvenuto del

    Segretario Generale Ban Ki-moon che ha salutato il Pontefice, sottolineandoleccezionalit dellevento: Grazie per essere qui a fare la storia - ha detto ilSegretario Generale Ban Ki-moon -. Ogni giorno lei lotta per i deboli, non frequentai palazzi, ma i fragili e i dimenticati. Sua Santit, benvenuto qui, sul pulpito delmondo, siamo qui per ascoltarla.

    Qualsiasi danno allambiente un danno allumanit

    Dopo lEnciclica Laudato s a difesa dellAmbiente e in attesa del Convegnomondiale sul clima previsto a dicembre a Parigi, il Papa ha parlato a difesa della

    dignit umana e ha sollecitato luso prudente della natura: Il compito delle NazioniUnite, a partire dai primi articoli della sua Carta Costituzionale lo sviluppo dellasovranit del diritto, partendo dal presupposto che la giustizia fondamentale per

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    raggiungere lidealedella Sovranituniversale - ha dettoil Pontefice -. Dare aciascuno il suo, eccola definizione digiustizia, quindinessun gruppoumano pu

    considerarsionnipotente oautorizzato acalpestare la dignitdelle persone,

    singole o gruppi sociali. necessario riaffermare i diritti degli esclusi e il dirittodellambiente. Come esseri umani facciamo parte dellambiente e lambiente stessocomporta limiti etici che luomo deve rispettare. Luomo pu sopravvivere esvilupparsi solo se lambiente ecologico preservato e, quindi, qualsiasi dannoallambiente un danno allumanit.

    Un appello contro la guerra

    Il Papa ha poi biasimato la guerra come negazione totale dei diritti delluomo e dellanatura: Se si vuole proseguire nello sviluppo umano serve un costante impegno adevitare la guerra tra nazioni e popoli e bisogna assicurare il dominio incontrastatodel diritto - ha sottolineato -. I 70 anni di esperienza delle Nazioni Uniti mostranolefficacia della piena applicazioni delle norme internazionali: se si applica la Cartadelle Nazioni Unite con sincerit, senza secondi fini e senza intenzioni ambigue, siottengono grandi risultati. Bisogna, inoltre, impegnarsi per un mondo senza arminucleari e andare verso una totale proibizione di questi strumenti.Le basi di una vita sociale dignitosa

    Papa Francesco ha infine dedicato una riflessione alla famiglia, cellulaindispensabile della societ: I governanti devono fare il possibile perch tuttiabbiano una base minima per esercitare la propria dignit personale e mantenerela propria famiglia: un tetto, un lavoro, la terra e la libert dello spirito sono le basiessenziali della vita - ha concluso il Papa -. Luomo non si crea da solo, spirito, volont, ma anche natura. La crisi ecologica e la distruzione della biodiversitpossono mettere in pericolo la specie umana. necessario seguire una leggemorale che comprenda il rispetto assoluto della vita in tutte le sue fasi edimensioni.

    (La Redazione)

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    INCONTRO CON I MEMBRIDELL

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    Questa la quinta volta che un Papa visita le Nazioni Unite. Lo hanno fatto i mieipredecessori Paolo VI nel 1965, Giovanni Paolo II nel 1979 e nel 1995 e il mioimmediato predecessore, oggi Papa emerito Benedetto XVI, nel 2008. Tutti costoronon hanno risparmiato espressioni di riconoscimento per lOrganizzazione,considerandola la risposta giuridica e politica adeguata al momento storico,caratterizzato dal superamento delle distanze e delle frontiere ad opera dellatecnologia e, apparentemente, di qualsiasi limite naturale allaffermazione delpotere. Una risposta imprescindibile dal momento che il potere tecnologico, nellemani di ideologie nazionalistiche o falsamente universalistiche, capace diprodurre tremende atrocit. Non posso che associarmi allapprezzamento dei mieipredecessori, riaffermando limportanza che la Chiesa Cattolica riconosce a questaistituzione e le speranze che ripone nelle sue attivit.

    La storia della comunit organizzata degli Stati, rappresentata dalle Nazioni Unite,che festeggia in questi giorni il suo 70 anniversario, una storia di importantisuccessi comuni, in un periodo di inusitata accelerazione degli avvenimenti. Senzapretendere di essere esaustivo, si pu menzionare la codificazione e lo sviluppo deldiritto internazionale, la costruzione della normativa internazionale dei diritti umani,il perfezionamento del diritto umanitario, la soluzione di molti conflitti e operazioni dipace e di riconciliazione, e tante altre acquisizioni in tutti i settori della proiezione

    internazionale delle attivit umane. Tutte queste realizzazioni sono luci checontrastano loscurit del disordine causato dalle ambizioni incontrollate e dagliegoismi collettivi. certo che sono ancora molti i gravi problemi non risolti, ma >>

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    anche evidente che sefosse mancata tutta questaattivit internazionale,lumanit avrebbe potutonon sopravvivere allusoincontrollato delle suestesse potenzialit.Ciascuno di questiprogressi politici, giuridici etecnici rappresenta unpercorso di

    concretizzazionedellideale della fraternitumana e un mezzo per lasua maggiorerealizzazione.

    Rendo perci omaggio atutti gli uomini e le donneche hanno servito conlealt e sacrificio linteraumanit in questi 70 anni.In particolare, desideroricordare oggi coloro chehanno dato la loro vita perla pace e la riconciliazionedei popoli, a partire da DagHammarskjld fino aimoltissimi funzionari diogni grado, caduti nelle

    missioni umanitarie di pace e di riconciliazione.

    Lesperienza di questi 70 anni, al di l di tutto quanto stato conseguito, dimostrache la riforma e ladattamento ai tempi sono sempre necessari, progredendo versolobiettivo finale di concedere a tutti i Paesi, senza eccezione, una partecipazione eunincidenza reale ed equa nelle decisioni. Questa necessit di una maggioreequit, vale in special modo per gli organi con effettiva capacit esecutiva, quali ilConsiglio di Sicurezza, gli Organismi finanziari e i gruppi o meccanismispecificamente creati per affrontare le crisi economiche. Questo aiuter a limitarequalsiasi sorta di abuso o usura specialmente nei confronti dei Paesi in via disviluppo. Gli organismi finanziari internazionali devono vigilare in ordine allo

    sviluppo sostenibile dei Paesi e per evitare lasfissiante sottomissione di tali Paesi asistemi creditizi che, ben lungi dal promuovere il progresso, sottomettono lepopolazioni a meccanismi di maggiore povert, esclusione e dipendenza. >>

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    Il compito delle Nazioni Unite, a partire dai postulati del Preambolo e dei primiarticoli della sua Carta costituzionale, pu essere visto come lo sviluppo e lapromozione della sovranit del diritto, sapendo che la giustizia requisitoindispensabile per realizzare lideale della fraternit universale. In questo contesto, opportuno ricordare che la limitazione del potere unidea implicita nel concettodi diritto. Dare a ciascuno il suo, secondo la definizione classica di giustizia,significa che nessun individuo o gruppo umano si pu considerare onnipotente,autorizzato a calpestare la dignit e i diritti delle altre persone singole o dei gruppisociali. La distribuzione di fatto del potere (politico, economico, militare,tecnologico, ecc.) tra una pluralit di soggetti e la creazione di un sistema giuridico

    di regolamentazione delle rivendicazioni e degli interessi, realizza la limitazione delpotere. Oggi il panorama mondiale ci presenta, tuttavia, molti falsi diritti, e nellostesso tempo ampi settori senza protezione, vittime piuttosto di un cattivoesercizio del potere: lambiente naturale e il vasto mondo di donne e uomini esclusi.Due settori intimamente uniti tra loro, che le relazioni politiche ed economichepreponderanti hanno trasformato in parti fragili della realt. Per questo necessarioaffermare con forza i loro diritti, consolidando la protezione dellambiente eponendo termine allesclusione.

    Anzitutto occorre affermare che esiste un vero diritto dellambiente per una

    duplice ragione. In primo luogo perch come esseri umani facciamo partedellambiente. Viviamo in comunione con esso, perch lambiente stesso comportalimiti etici che lazione umana deve riconoscere e rispettare. Luomo, anche quando

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    dotato di capacit senza precedenti che mostrano una singolarit chetrascende lambito fisico e biologico (Enc. Laudato s, 81), al tempo stesso unaporzione di tale ambiente. Possiede un corpo formato da elementi fisici, chimici ebiologici, e pu sopravvivere e svilupparsi solamente se lambiente ecologico gli favorevole. Qualsiasi danno allambiente, pertanto, un danno allumanit. Insecondo luogo, perch ciascuna creatura, specialmente gli esseri viventi, ha unvalore in s stessa, di esistenza, di vita, di bellezza e di interdipendenza con le altrecreature. Noi cristiani, insieme alle altre religioni monoteiste, crediamo cheluniverso proviene da una decisione damore del Creatore, che permette alluomodi servirsi rispettosamente della creazione per il bene dei suoi simili e per la gloriadel Creatore, senza per abusarne e tanto meno essendo autorizzato adistruggerla. Per tutte le credenze religiose lambiente un bene fondamentale(cfribid., 81).

    Labuso e la distruzione dellambiente, allo stesso tempo, sono associati ad uninarrestabile processo di esclusione. In effetti, una brama egoistica e illimitata dipotere e di benessere materiale, conduce tanto ad abusare dei mezzi materialidisponibili quanto ad escludere i deboli e i meno abili, sia per il fatto di avere abilitdiverse (portatori di handicap), sia perch sono privi delle conoscenze e deglistrumenti tecnici adeguati o possiedono uninsufficiente capacit di decisionepolitica. Lesclusione economica e sociale una negazione totale della fraternitumana e un gravissimo attentato ai diritti umani e allambiente. I pi poveri sonoquelli che soffrono maggiormente questi attentati per un triplice, grave motivo: sono

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    scartati dalla societ, sono nel medesimo tempo obbligati a vivere di scarti e

    devono ingiustamente soffrire le conseguenze dellabuso dellambiente. Questifenomeni costituiscono oggi la tanto diffusa e incoscientemente consolidata culturadello scarto.

    La drammaticit di tutta questa situazione di esclusione e di inequit, con le suechiare conseguenze, mi porta, insieme a tutto il popolo cristiano e a tanti altri, aprendere coscienza anche della mia grave responsabilit al riguardo, per cui alzo lamia voce, insieme a quella di tutti coloro che aspirano a soluzioni urgenti edefficaci. Ladozione dell Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile durante ilVertice mondiale che inizier oggi stesso, un importante segno di speranza.

    Confido anche che la Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico raggiungaaccordi fondamentali ed effettivi.

    Non sono sufficienti, tuttavia, gli impegni assunti solennemente, benchcostituiscano certamente un passo necessario verso la soluzione dei problemi. Ladefinizione classica di giustizia alla quale ho fatto riferimento anteriormentecontiene come elemento essenziale una volont costante e perpetua: Iustitia estconstans et perpetua voluntas ius suum cuique tribuendi. Il mondo chiede con forzaa tutti i governanti una volont effettiva, pratica, costante, fatta di passi concreti e dimisure immediate, per preservare e migliorare lambiente naturale e vincere quanto

    prima il fenomeno dellesclusione sociale ed economica, con le sue tristiconseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani,sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la >>

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    prostituzione, traffico di droghee di armi, terrorismo e crimineinternazionale organizzato. tale lordine di grandezza diqueste situazioni e il numero divite innocenti coinvolte, chedobbiamo evitare qualsiasitentazione di cadere in unnominalismo declamatorio coneffetto tranquillizzante sullecoscienze. Dobbiamo aver curache le nostre istituzioni sianorealmente efficaci nella lottacontro tutti questi flagelli.

    La molteplicit e complessitdei problemi richiede di

    avvalersi di strumenti tecnici di misurazione. Questo, per, comporta un duplicepericolo: limitarsi allesercizio burocratico di redigere lunghe enumerazioni di buonipropositi - mete, obiettivi e indicazioni statistiche -, o credere che ununicasoluzione teorica e aprioristica dar risposta a tutte le sfide. Non bisogna perdere divista, in nessun momento, che lazione politica ed economica, efficace soloquando concepita come unattivit prudenziale, guidata da un concetto perennedi giustizia e che tiene sempre presente che, prima e aldil di piani e programmi, cisono donne e uomini concreti, uguali ai governanti, che vivono, lottano e soffrono, eche molte volte si vedono obbligati a vivere miseramente, privati di qualsiasi diritto.

    Affinch questi uomini e donne concreti possano sottrarsi alla povert estrema,bisogna consentire loro di essere degni attori del loro stesso destino. Lo sviluppoumano integrale e il pieno esercizio della dignit umana non possono essereimposti. Devono essere costruiti e realizzati da ciascuno, da ciascuna famiglia, incomunione con gli altri esseri umani e in una giusta relazione con tutti gli ambientinei quali si sviluppa la socialit umana - amici, comunit, villaggi e comuni, scuole,imprese e sindacati, province, nazioni, ecc. Questo suppone ed esige il dirittoallistruzione - anche per le bambine (escluse in alcuni luoghi) - che si assicura inprimo luogo rispettando e rafforzando il diritto primario della famiglia a educare e ildiritto delle Chiese e delle aggregazioni sociali a sostenere e collaborare con lefamiglie nelleducazione delle loro figlie e dei loro figli. Leducazione, cosconcepita, la base per la realizzazione dellAgenda 2030 e per il risanamentodellambiente.

    Al tempo stesso, i governanti devono fare tutto il possibile affinch tutti possanodisporre della base minima materiale e spirituale per rendere effettiva la loro dignite per formare e mantenere una famiglia, che la cellula primaria di qualsiasi >>

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    sviluppo sociale. Questo minimo assoluto, a livello materiale ha tre nomi: casa,lavoro e terra; e un nome a livello spirituale: libert di spirito, che comprende lalibert religiosa, il diritto alleducazione e tutti gli altri diritti civili.

    Per tutte queste ragioni, la misura e lindicatore pi semplice e adeguatodelladempimento della nuova Agendaper lo sviluppo sar laccesso effettivo,

    pratico e immeditato, per tutti, ai beni materiali e spirituali indispensabili: abitazionepropria, lavoro dignitoso e debitamente remunerato, alimentazione adeguata eacqua potabile; libert religiosa e, pi in generale, libert di spirito ed educazione.Nello stesso tempo, questi pilastri dello sviluppo umano integrale hanno unfondamento comune, che il diritto alla vita, e, in senso ancora pi ampio, quelloche potremmo chiamare il diritto allesistenza della stessa natura umana.

    La crisi ecologica, insieme alla distruzione di buona parte della biodiversit, pumettere in pericolo lesistenza stessa della specie umana. Le nefaste conseguenzedi un irresponsabile malgoverno delleconomia mondiale, guidato unicamente

    dallambizione di guadagno e di potere, devono costituire un appello a una severariflessione sulluomo: Luomo non si crea da solo. spirito e volont, per anchenatura (Benedetto XVI, Discorso al Parlamento della Repubblica Federale di >>

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    Germania, 22 settembre 2011; citato in Enc. Laudato s, 6). La creazione si vedepregiudicata dove noi stessi siamo lultima istanza [...]. E lo spreco della creazioneinizia dove non riconosciamo pi alcuna istanza sopra di noi, ma vediamo soltantonoi stessi (Id., Incontro con il Clero della Diocesi di Bolzano-Bressanone, 6 agosto2008, citato ibid.). Perci, la difesa dellambiente e la lotta contro lesclusioneesigono il riconoscimento di una legge morale inscritta nella stessa natura umana,che comprende la distinzione naturale tra uomo e donna (cfr Enc. Laudato s, 155)e il rispetto assoluto della vita in tutte le sue fasi e dimensioni (cfr ibid., 123; 136).

    Senza il riconoscimento di alcuni limiti etici naturali insormontabili e senzalimmediata attuazione di quei pilastri dello sviluppo umano integrale, lideale disalvare le future gener