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LA TERRA TREMA... IL POPOLO D’ABRUZZO NO PER LE STRADE D’EUROPA Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB) MENSILE DELLA UILTRASPORTI ANNO XVIII - NUMERO 4 - APRILE 2009

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LA TERRA TREMA...

IL POPOLO D’ABRUZZO NO

PER LE STRADE D’EUROPA

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M E N S I L E D E L L A U I L T R A S P O R T IANNO XVIII - NUMERO 4 - APRILE 2009

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EDITORIALE 1

PER LE STRADE D’EUROPA

Non c’è più tempo. Nonc’è tempo per recrimina-re, bisogna guardare

avanti, cercando semmai di nonricadere negli errori, se dovessi-mo scoprire che ce ne sono stati.La gente che soffre e non si piegaal dolore ce lo chiede, lo chiede atutte le donne e agli uomini diquesto Paese che hanno voglia dirimboccarsi le maniche e comin-ciare subito a ricostruire. Su basisolide, con programmi trasparentied organici. Ci sonoperò pericoli e insidieche possono vanificarel’opera di ricostruzio-ne.Speculazioni, sperperi, violazio-ne delle regole… questi i veri esoli nemici della rinascita. Dob-biamo saperli sconfiggere dasubito con la stessa tempestività elo stesso vigore con i quali sonostate affrontate le emergenze ter-ribili del sisma. Credo sia dovero-so a questo proposito rivolgere unsentito ringraziamento a tutticoloro che immediatamente, conspirito di sacrificio e competenzasi sono messi al lavoro per aiutarele popolazioni colpite ed altret-tanto doveroso esprimere ilnostro sdegno ed il nostro biasi-mo per chi ha tentato vergognosespeculazioni politiche.Case, scuole, ospedali, pubbliciservizi, infrastrutture sono laspina dorsale di un Paese moder-

Cosa ci chiedonole “voci del dolore”

GUIDA AL NUMEROEDITORIALE

- Cosa ci chiedono le voci del dolore 1di Giuseppe Caronia

- L’iniziativa di solidarietà dei ferrovieri 2del Gruppo F.S.

INSIEME

- L’abbraccio della categoria ai colleghi 3dell’Aquiladi Santino Fortino

LE VIE DEL MARE

- Amianto: porre tutti i lavoratori... 5di Angelo Patimo

LE VIE DEL CIELO

- Nuova ALITALIA: una opportunità per il 7Sindacatodi Antonio Ascenzi

I CONTRATTI

- La piattaforma UILT per il CCNL Settore 9funerario pubblicodi Claudio Tarlazzi e Paolo Modi

LA CONSULTA CAF-UIL

- Un CAF UIL sempre più efficiente… 14Interventi di R. Carrannante, Barbagallo, Rea, Bonifazi; Benvenuto

I CONVEGNI DELLA UIL

- Il nuovo modello contrattuale: contratti 21unici della viabilità e mobilità

- La relazione di A. Foccillo; interventi di 22Braccialarghe, Panettoni, Luzzati, Angeletti

PER LE STRADE D’EUROPA

- Bruxelles: assemblea sezione ferrovieri 37dell’E.T.F.di Salvatore Ottonelli

PER LE VIE DELLA CITTA’

- Due ruote a Roma 40di Carola Patriarca

LA UILT SUL TERRITORIO

- Dalle nostre redazioni regionali 45Nello Fusaro (Piemonte), Luigi Chiari (Lombardia), Paola Arrighini, Andrea Ausiello (Campania), Carmelo Fallara (Calabria)

no. La nostra proverbiale “ric-chezza”, soprattutto la “mitica”ricchezza della gente d’Abruzzo,il lavoro, la tenacia, la volontà dinon piegarsi alle avversità potran-no essere il collante di ogni ini-ziativa al riguardo.E possa essere questo un esempioper l’intero Paese. Portare “asistema” ogni progetto di crescitadi sviluppo di ricostruzione. Un“piano casa” che sia vasto, utile,efficiente, un “piano dei trasportie delle infrastrutture” che sia coe-

rente, funzionale,intermodale, un pianoper la scuola capace difar crescere il sapere e

la professionalità, un piano dellasanità che renda equità e sicurez-za a tutti i cittadini, un “disegno”dell’ambiente che sia garanzia disopravvivenza della natura in unodei Paesi, possiamo dirlo, piùbelli del mondo.Parole, parole, parole… dicevaMina in una sua canzone così. Lenostre invece non sono parole,sono idee , speriamo programmi,di alto valore civileE a noi, al sindacato intendo dire,spetta un’importante porzione diresponsabilità nel successo omeno di queste aspettative.Dovremo essere capaci di “esser-ci” quando si apre il confronto sul“che fare” ad ogni livello, di svol-gere un ruolo propositivo e“garantista” delle politiche di

DI GIUSEPPE CARONIA

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ricostruzione e di sviluppo, con-sapevoli che il nostro compitoprincipale consiste nel salvaguar-dare diritti doveri e compiti di chifornendo lavoro crea ricchezza eche per fornire “miglior lavoro”bisogna saper coniugare capacità,competenza, responsabilità edequità.Quante cose che ci ricordano e aquanti doveri ci richiamano,insomma, le “voci del dolore” chesalgono dall’Abruzzo “forte egentile” per dirla con uno dei suoifigli più grandi.Vogliamo e dobbiamo raccoglier-le e farne una missione.

Giuseppe Caronia(Segr. Gen. UILT)

Le Segreterie Nazionali Filt-Cgil,Fit-Cisl, Uiltrasporti, UGL Tra-sporti, Fast Ferrovie, Orsa Fer-

rovie hanno promosso un’azione di soli-darietà tra i dipendenti del Gruppo FSper aiutare le popolazioni colpite dalsisma dell’Abruzzo, tramite la sottoscri-zione volontaria per la devoluzione diun’ora di lavoro.L’iniziativa proposta dalle Organizza-zioni Sindacali e tempestivamente atti-vata dal Gruppo FS prevede che l’azien-da contribuisca con una somma pari aquella che sarà raccolta tra i lavoratori.Concordati tra le parti gli aspetti orga-nizzativi dell’iniziativa - che, tra l’altro,prevede la compilazione da parte dellalavoratrice e del lavoratore aderente diun apposito modulo di delega che saràdistribuito congiuntamente alla bustapaga di maggio 2009 – FS ha impartito,in data 15 aprile, le disposizioni operati-ve a tutte le Società del Gruppo. FS ha altresì assicurato che, già neiprossimi giorni, i moduli per la raccolta

delle deleghe di sottoscrizione sarannocomunque resi disponibili in tutti gliimpianti.Per questa prima fase è stato program-mato di raccogliere le adesioni all’ini-ziativa fino a tutto il prossimo mese digiugno. Sarà successivamente valutatadalle parti l’opportunità di prevedere untermine successivo, anche considerandoche i contributi, raccolti tramite il c/cbancario costituito per interventi a favo-re delle popolazioni della RegioneAbruzzo, dovranno essere impiegati conmodalità e forme che ne garantiscano lacertezza della destinazione e la più rapi-da utilizzazione.

Le Segreterie Nazionali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, UGL Trasporti, FastFerrovie, Orsa Ferrovie, considerata lastraordinaria gravità della situazionedeterminata dal sisma, invitanoall’adesione tutte le lavoratrici e tutti ilavoratori del Gruppo FS.

Le Segreterie Nazionali

EDITORIALE

EDIZIONI “PER LE STRADE D’EUROPA SRL - PIAZZA DELLA LIBERTÀ, 10 - ROMA

STAMPA: LEGALL INDUSTRIA GRAFICA SRL - VIA ASCIANO, 9 - ROMA

FINITO DI STAMPARE APRILE 2009

Direttore ResponsabileSANDRO DEGNI

Redazione: Roma - Via di Priscilla, 101 - tel. 06.862671Autorizzazione del Tribunale di Roma

n. 00445/92 del 14/07/1992

Comitato di redazione: Enrico Cimmino, Santino Fortino,

Salvatore Ottonelli, Angelo Patimo,Roberta Rossi

Segreteria di redazione:Carola Patriarca

Grafica e impaginazione:Franco Bottoni Studio

e-mail: [email protected]

Una copia Euro 2,00Abbonamento annuale Euro 22,00Abbonamento sostenitore Euro 300,00

Associato all’UnioneStampa Periodica Italiana

PER LE STRADE D’EUROPA

2

PARTE L’INIZIATIVA DI SOLIDARIETA’ PER L’ABRUZZO

DEI FERROVIERI DEL GRUPPO FS

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INSIEME 3

PER LE STRADE D’EUROPA

di SANTINO FORTINO

I latini le chiamavano terrae motus,quelle vibrazioni della crosta terre-stre provocate da improvvise libe-

razioni di energia nelle sue profondità,che testimoniano come il nostro pianetasia vivo anche attraverso queste violentee devastanti manifestazioni.Dico questo, e non ce n’era bisognovisto il fiume di inchiostro e di tragicheimmagini che sono state riversate nellecase e in ogni parte del mondo, solo per-ché l’ennesimo ed ultimo terremoto, cheha colpito la nostra l’Aquila, mi ha fattomeditare su quanto siamo spesso irri-spettosi e ingenerosi verso la madreterra, e quanto con superficialità e tal-volta con cupidigia seminiamo vento perpoi raccogliere tempesta. Poi, purtroppo,ogni tanto la natura ce lo rammenta e citrasforma in persone colpite dal drammadei nostri simili, in gente solidale buonaed affettuosa, pronta ad ogni sorta disacrificio per aiutare gli sfortunati chene hanno bisogno.È un pensiero semplice, forse scontato,chissà se superfluo, che mi frulla per latesta dopo aver vissuto personalmenteesperienze drammatiche come volonta-rio a Gibellina nel 1968 a Teora e Lioninel 1980 e oggi ancora purtroppo conl’Aquila. Forse c’è bisogno di fermarsi eriflettere.Ma al di la di queste meditazioni di natu-ra esistenziale, sento il bisogno di rias-sumere in queste note quanto ho avutomodo di vedere, apprezzare e impararein una giornata trascorsa con i colleghidell’Arpa del deposito di Via SalariaAntica Est nella desolazione e nella

drammaticità di quanto accaduto al’Aquila.Siamo tutti a conoscenza e veniamo giu-stamente informati di ora in ora sugliaccadimenti, e siamo sempre in corsaper portare aiuti e soluzioni, ho quindipensato con il Dipartimento di recarminel capoluogo abruzzese per portare lasolidarietà degli autoferrotranvieri ita-liani ai colleghi dell’Aquila. Lo abbiamofatto nelle ore in cui riparte la ricostru-zione, riaprono le scuole nelle tende, sitenta di rientrare al lavoro per dare unaparvenza di normalità e un senso allavita, per tentare di ritornare ad esserequel popolo abruzzese forte e fiero dilontanissime origini.Voglio, dicevo, raccontare una giornatanel microcosmo del deposito tra colleghiche dal secondo giorno dal dramma nehanno fatto un punto di riferimento e di

raccolta, facendo dormire e dormendoanche loro nei pullman, prima di allesti-re la mini tendopoli che ospita anchequei colleghi che, pur avendo le casedistrutte, sono li a prestare servizio peressere utili.Si dorme e si mangia sul posto, in unmini refettorio allestito nel piccolo pre-fabbricato dell’ufficio movimento,anche perché le strutture del depositosono in parte crollate ed altre dichiarateinagibili. È in questa cucina di emergenza che lagentile Signora Elena, operatore di eser-cizio e salernitana doc, oltre al suo turnodi guida accoglie tutti con un caldo sor-riso, cucinando continuamente per rifo-cillare i colleghi, chi viene e chi va inservizio. Si, il servizio! gente senza casa, che haperso beni ed affetti, ma che nonostante

L’abbraccio ddella ccategoriaai ccolleghi ddell’Aquila

Una giornata tra gli autoferrotranvieri del deposito Arpa

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PER LE STRADE D’EUROPA

4 INSIEME

tutto non vuole rinunciare a prestare laproprio opera in favore della comunità,perché “l’autobus serve”, per collegarsicon Roma, con Avezzano, con i paesiterremotati dei dintorni, perché è ancoraun punto di riferimento, di orario, di col-legamento, di appartenenza e di norma-lità.Loro lo sanno, lo sentono e lavorano conorari a volte massacranti nelle condizio-ni che ho descritto e con autobus cheriparano al volo e lavano alla meglio,con la dignità di chi è forte e con l’umil-tà di chi vuole essere utile.Pasquale ha perso il figlio nella casadello studente, ma è consolato e protettodall’affetto dei colleghi, che non solovorrei nominare, ma che meritano rico-noscenza dalla società e dall’aziendache si adoperano in tutto e per tutto, dalservizio agli approvvigionamenti, aiproblemi tecnici. Su tutti Alfredo un “semplice” Coordi-natore dell’esercizio, che dal primo gior-no, in una stanzetta adibita ad ufficiomovimento, opera da “Padreterno”,coordina, istituisce servizi provvisori,orari di supporto, chiama, convoca i col-leghi ed assegna le corse, prende le pre-senze sempre con una parola di confortoper tutti.Questo è il suo lavoro, ma Alfredo nonha fatto e non fa solo questo: sin dalleprime ore dal dramma ha prestato soc-corso, ha messo in funzione quanto restadel deposito lavorando sul piazzale ecoordinando il trasferimento sulla costadelle migliaia di sfollati unitamente allaProtezione Civile. Ha coordinato la pre-

ziosa opera dei colleghi chehanno permesso alla numero-sa gente di partecipare aiFunerali di Stato delle poverevittime in collaborazione conle forze dell’ordine, garanten-do inoltre, in maniera provvi-soria la disastrata zona con ipullman dell’Arpa di suacompetenza e ha organizzatol’assistenza ai colleghi piùbisognosi e a chi chiede il suoaiuto.È giovane Alfredo, anche lui

ha e ha avuto problemi, ma è a suo agiotra questi ragazzi vestiti di blu, fa illavoro di un vero e proprio Direttore edè rimasto l’unico a rappresentarel’Azienda in quel settore dell’Aquila. C’è invece chi, tra i Responsabili (con laR maiuscola?), che non è ancora presen-te a 10 giorni dal sisma, che giustamenteha portato la famiglia al sicuro in altrelocalità, ma dalle quali non è ancora tor-nato, o perlomeno non si è ancora vistoin deposito. Questo fa male e i ragazzidell’Arpa me l’hanno fato notare, masenza cattiveria, solo con un’aria didispiaciuto compatimento. Per fortunache c’è gente come Alfredo o Elena adimostrare quanta voglia di reagire c’è

in quei luoghi, quanta determinazione efierezza c’è nel loro modo di fare;secondo me anche loro sono piccoli“angeli” come chiamano i Vigili delFuoco da queste parti e a loro tutti va lanostra riconoscenza, la nostra stima ilnostro affetto.Chissà quando, continuando la vita, cisarà un momento di calma e se l’aziendasaprà che ci sono stati altri Alfredo oaltri Elena, o Massimo, o Gianfranco, oLuigi, o Renzo tra gli autoferrotranvierie non solo, a cui verrà riconosciuto ilmerito di essersi assunti la responsabili-tà di tenere altro lo stemma dell’Arpa. Atutti va il ringraziamento e l’ammirazio-ne dell’intera categoria e non per ultimoun particolare grazie a Paolo Di Credico,Segretario Generale della Uilt Abruzzo,a sua moglie e alla sua famiglia la qualeunitamente ai colleghi di Pescara hannolavorato sin dalle prime ore volontaria-mente per portare aiuto, sostegno edaffetto ai colleghi colpiti nelle cose piùcare. La terra è viva e a volte ci punisce, ma cisuggerisce di non dimenticare e sonosicuro che saprà anche essere ricono-scente con tutti quelli che si possonoannoverare tra la brava gente.

Santino Fortino

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LE VIE DEL MARE 5

PER LE STRADE D’EUROPA

di ANGELO PATIMO

Il problema dell’esposizione al-l’amianto dei lavoratori marittimi,per l’esercizio di un diritto ai rela-

tivi benefici previdenziali previstidalla legislazione, riconosciuti comun-que ad altre categorie di lavoratori ,certamente con livelli di rischio infe-riori, è stato nei giorni scorsi oggetto diuna riunione al Ministero del Lavorotra l’Ufficio Legislativo dello stessoMinistero, l’INPS, l’INAIL, l’IPSE-MA, la Ragioneria Generale delloStato, ed un rappresentante del Mini-stero del Tesoro.La riunione si era resa necessaria perfare il punto della situazione sulla mate-ria.Questo anche per effetto di unacomunicazione, a firma del DirettoreGenerale, dott.ssa Palmira Petrocelli,che l’IPSEMA aveva inviato il 7novembre 2008 ai marittimi che aveva-no fatto domanda di accesso al beneficioprevidenziale, in giacenza circa 30.000,e sulla quale comunicazione il sindacatoaveva chiesto chiarimenti dal momentoche si stava diffondendo una interpreta-zione circa una sorta di prescrizione erigetto delle domande stesse.Chiarimento che, attraverso uno scam-bio epistolare, ha fugato ogni dubbiocirca la volontà dell’Istituto a continuarea perseguire tutte le iniziative possibiliper l’acquisizione della necessaria docu-mentazione (curriculum lavorativo) peravviare il procedimento amministrativoper il riconoscimento del prolungamentodell’anzianità previdenziale. Dall’incontro è emersa la volontà delMinistro Sacconi di impegnare tutti gliistituti e gli enti coinvolti a ricercare unaadeguata soluzione.

Identico orientamento è stato manifesta-to dall’INAIL.Il Tesoro, invece, ha eccepito la man-canza della copertura finanziaria neces-saria a coprire i costi del provvedimento.Posizione, questa, che è stata contestatadall’IPSEMA con due ineccepibili argo-mentazioni:- la prima, quella riferita ad un proble-

ma di copertura finanziaria che sipone ora con l’IPSEMA. Problemainesistente, allorquando la titolaritàdelle procedure dell’amianto ai marit-timi era in capo all’INAIL;

- la seconda argomentazione, quelladella irrisorietà della spesa.

Infatti, circa la titolarità dell’Ente certi-ficatore, l’art. 1, comma 567 della leggen. 266/05 (legge Finanziaria per l’anno2006)ha trasferito dall’INAIL all’IPSE-MA tutte le competenze relative alla cer-tificazione ed all’accertamento del-

l’esposizione all’amianto del personalenavigante, ai fini del riconoscimento deibenefici previdenziali di cui al decretolegge n. 269/03, convertito in leggen. 326/03.Tale provvedimento, pur avendo supera-to il vincolo dell’assicurazione obbliga-toria presso l’INAIL, cosi come purel’obbligo della copertura assicurativadel rischio amianto attraverso il paga-mento di un premio supplementare, nonha di fatto risolto il problema dell’acces-so dei lavoratori marittimi ai beneficiprevidenziali previsti dalla legge istituti-va n. 257 del lontano 27/3/92.Infatti, il Decreto 27/10/04 del Ministerodel Lavoro e delle Politiche Sociali,attuativo dell’articolo 47 della legge326/03, individua all’art. 2, comma 2dello stesso Decreto, le condizioni dilavoro per l’esercizio del diritto al bene-ficio previdenziale:

Amianto: porre tutti i lavoratorisullo stesso piano nell’accesso ai diritti previdenziali

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PER LE STRADE D’EUROPA

6 LE VIE DEL MARE

- adibizione del lavoratore ad attività dimanutenzione e riparazione diimpianti e macchinari contenentiamianto;

- esposizione del lavoratore, per undeterminato periodo giornaliero ( 8ore, o per la durata oraria giornalieraprevista dal CCNL) ad un ambientecon fibre di amianto in sospensione indeterminate quantità (100 fibre/litro).

Queste due condizioni, per la specificitàe l’atipicità delle prestazioni lavorativedel personale marittimo, rendono pro-blematica la ricostruzione di unitinerario professionale prope-deutico al conseguimento dellacertificazione col requisito perl’accesso al beneficio di legge.Questo, per il tipo di organizza-zione di lavoro a bordo allenavi, per la estrema mobilitàdel dipendente dovuta al fre-quente alternarsi di periodi diimbarco e di riposo, cosi comepure per gli altrettanti frequentitrasferimenti del lavoratore tradiverse società di navigazione.A tutto questo si aggiunge tuttala problematica relativa alla navigazionesu navi battenti bandiera estera, su naviormai inesistenti, ed infine su navi diaziende cessate.Per queste ragioni, risulta problematica,talvolta impossibile, la esecuzione di unatto, quello relativo alla compilazionedell’allegato 2 al Decreto 27/10/04,esperito dalle aziende di navigazione,che diventa pubblico in sede di procedi-mento di accertamento.Atto dal quale deve risultare che ildipendente è adibito in modo abituale ediretto alle attività comportanti esposi-zione all’amianto di cui all’art. 2,comma 2 del Decreto summenzionato,al fine della presentazione del relativocurriculum lavorativo, di cui all’art. 3,comma 3 del Decreto medesimo, rila-sciato dal datore di lavoro.Per effetto di tutte queste oggettive diffi-coltà, ed al fine di pervenire ad una solu-zione, le OO.SS. Confederali di catego-ria FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRA-SPORTI, nel gennaio del 2005 hanno

portato all’attenzione del Ministero delLavoro e delle Politiche Sociali, On.leMaroni, l’esigenza di sostituire il sud-detto curriculum con la copia dell’estrat-to matricolare rilasciato dalle Capitane-rie di Porto.Quello dell’estratto matricolare costitui-sce la soluzione più ovvia ad una serie diproblemi che vengono sistematicamentee strumentalmente sollevati dalle impre-se armatoriali, unitamente, per i casi dinavi non più esistenti e di aziende cessa-te, a quelli che oggettivamente vengono

rilevati dalle Direzioni Provinciali delLavoro.Direzioni Provinciali del Lavoro noncompetenti in materia di collocamentodella gente di mare, cosi come pure dalpunto di vista territoriale, e quindi ina-deguate, stante le evidenti difficoltà dicarattere organizzativo e logistico, che ivari Servizi Ispezione Lavoro, dovrannoaffrontare per istruire le previste indagi-ni per certificare i curricula. A riprova della validità della propostasindacale, successivamente, in data 13aprile 2005, le Commissioni IX e XIdella Camera dei Deputati, recependo leargomentazioni addotte dalle Organiz-zazioni Sindacali Confederali di catego-ria, hanno approvato una risoluzione,nei confronti della quale il MinistroMaroni ha espresso parere favorevole,con la quale impegnavano il Governo ademanare una Circolare esplicativa edintegrativa del Decreto attuativo27/10/2004 che consentisse l’utilizzodell’estratto matricolare, in sostituzione

del curriculum rilasciato dal datore dilavoro per l’istruzione della proceduradi presentazione della domanda.A tutto oggi, nulla è stato fatto in propo-sito, nonostante un sollecito esperitodalle OO.SS. Confederali di categoriaattraverso una nota inviata il 14 novem-bre 2007 al Ministero del Lavoro e dellePolitiche Sociali, all’INPS e per quantodi competenza all’IPSEMA.Nella quale nota, tra l’altro, si sottoli-neava la mancanza di un qualsiasi prov-vedimento per risolvere la problematica

dell’amianto dei marittimi,nonostante la soluzione propo-sta dal Parlamento al Governocon risoluzione alla unanimità,maggioranza ed opposizione,già nella precedente legislatu-ra.Alla nota, abbiamo riscontratola sola risposta dell’INPS,Direzione Centrale delle Pre-stazioni, che, in maniera moltopilatesca, nel prendere attodelle argomentazioni di cuialla nota delle SegreterieNazionali del Sindacato Con-

federale del 14/11/07, riconoscerà ibenefici previdenziali connessi alla atti-vità lavorativa che comporta esposizio-ne all’amianto, previa presentazionedella domanda secondo la normativavigente.Questo è il dibattito, il confronto, il per-corso di lotta del sindacato perseguito atutti i livelli ed in ogni sede, da quellapolitica a quella istituzionale.Percorso che ha la finalità di porre tutti ilavoratori sullo stesso piano nell’acces-so al diritto.Percorso senz’altro prioritario, conside-rato il ruolo, la funzione che esercita dalsindacato.Prioritario rispetto a qualsiasi altra alter-nativa, compresa quella giudiziariacaratterizzata da esiti incerti e discrimi-natori, dal momento che non tutti posso-no disporre sul piano probatorio deglielementi processuali necessari per il per-seguimento di un risultato positivo.

Angelo Patimo

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LE VIE DEL CIELO 7

PER LE STRADE D’EUROPA

di ANTONIO ASCENZI

Rapporto azienda-politica, ruolodel management e del sindacatosono le tre questioni che, nello

svilupparsi della vicenda Alitalia, si so-no imposte alla attenzione dei media esulle quali può essere utile qualche ap-profondimento pena il rischio di vedernaufragare anche la soluzione CAI.Sulla prima questione.Nell’arco di questi mesi, dall’avvio dellaprocedura di vendita di Alitalia al suofallimento ed alla rinascita con CAI, si èevidenziata come non mai tutta la po-chezza dell’attuale ceto politico italianofisiologicamente incapace di perseguirel’interesse generale, prigioniero come èdella propria insanabile faziosità e dalproprio gretto provincialismo. E’ penoso vedere Parlamentari, Presi-denti di Regione o di Provincia e Sinda-ci tifare scompostamente per questo oquell’aeroporto pretendendo di imporrealle aziende scelte industriali che nonpossono che essere di competenza esclu-siva degli imprenditori.La pur comprensibile ricerca di visibilitàe di consensi non dovrebbe mai giocarsisulla pelle dei lavoratori e delle loro fa-miglie!Ora non vi è dubbio che, per lariuscita della iniziativa CAI,diventa fondamentale il rie-quilibrio del rapporto che unagrande realtà come Alitalianon può non avere con la poli-tica.Ad ognuno il proprio mestiere.All’azienda il compito di or-ganizzarsi per offrire un servi-zio all’utenza efficiente, sicu-ro ed economico in grado,quindi, di consentirle di regge-re le sfide del mercato; alla po-litica, quello di predisporre

l’indispensabile corpo di regole che con-senta un ordinato sviluppo del sistemadel Trasporto Aereo in Italia e che co-stringa, conseguentemente, le aziende acompetere tra loro sulla qualità del ser-vizio e non, come avviene ora, sul soloabbattimento del costo del lavoro.Per quanto riguarda invece il ruolo delmanagement.Non vi è dubbio che in questi ultimi an-ni l’attenzione dell’opinione pubblica sisia giustamente concentrata sui vari Pre-

sidenti o Amministratori Delegati avvi-cendatisi al vertice della ex compagniadi bandiera, anche per l’apporto decisivofornito da alcuni di loro al fallimentodella compagnia.Ma ai più è sempre sfuggita l’azione ne-fasta del middle management aziendalecon la pletora di capi e capetti, spessodivenuti tali solo grazie a solidi appoggipolitici o, peggio, sindacali, che hannodato ampie dimostrazioni nel corso dellaloro “brillante carriera” di assoluta ina-deguatezza a ricoprire quei ruoli e che inoccasione delle assunzioni in CAI nehanno fornito l’ennesima prova: a lorovanno certamente addebitati i non pochicasi di forzature o manipolazioni dei cri-teri di selezione dei lavoratori.E’ opinione condivisa che l’iniziativaCAI potrà avere successo se riuscirà, trale tante cose da fare, a determinare fra idipendenti il necessario coinvolgimentoe la convinta adesione agli obiettiviaziendali.Ne consegue pertanto la necessità che daparte della nuova proprietà si dedichiuna attenzione particolare all’area delmiddle management: coinvolgimento econsenso si possono ottenere solo conleadership autorevoli e buoni esempi edil sapere che parte di essi continuerà ad

operare nella nuova Alitalia nonpuò certo lasciare tranquilli!Da ultimo, una qualche consi-derazione sul sindacato.Tutta la vicenda Alitalia ha resoevidente come il movimentosindacale nel Trasporto Aereopresenti nel suo insieme caratte-ri propri rispetto al resto del sin-dacalismo italiano con la suaeccessiva frammentazione - nel-la vecchia Alitalia tra personaledi terra e quello di volo eranopresenti ben quindici sigle sin-dacali (alcune della quali a li-

NUOVA ALITALIA: UNA OPPORTUNITA’ PER IL SINDACATO

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vello di due/tre iscritti), determinandouna vera e propria atomizzazione dellarappresentanza; l’alto tasso di litigiosi-tà; una irresistibile inclinazione corpo-rativa.A questi elementi, si aggiungono poi ul-teriori particolarità: la presunzione dipoter far convivere due modelli di sinda-cato tra loro oggettivamente antiteticicome lo sono quello del sindacalismoconfederale e quello dell’associazioni-smo professionale; il prevalere ancora,anche nel sindacato confederale (sicura-mente a livello di base) dell’idea che ilsistema di relazioni sindacali debba fon-darsi sui soli rapporti di forza.Il tutto accompagnato da una mai acqui-sita consapevolezza che le condizioniinterne ed esterne all’azienda sono radi-calmente mutate e che riproporre vec-chie prassi o tentare di reintrodurre anti-chi privilegi rischia di produrre solodanni.Non vi è dubbio, ad esempio, che leazioni di lotta messe in atto verso la finedello scorso anno da alcune organizza-zioni sindacali, al di là del merito sullaloro liceità o meno, hanno solo favoritol’abitudine dei passeggeri a non volareAlitalia.E’ necessario quindi pervenire al piùpresto ad un profondo ripensamento delmodo di essere e di fare sindacato nelTrasporto Aereo, ma da questo punto di

vista, il modello di relazioni sindacaliconvenuto in sede contrattuale con CAIpuò rappresentare una importante op-portunità per qualificare l’azione sinda-cale. Due sono gli strumenti a disposizione: ildover procedere alle elezioni delle Rap-presentanze Sindacali Unitarie e la ra-zionalizzazione delle agibilità sindacali.Le elezioni delle RSU sono una oppor-tunità perché aiuteranno non poco asemplificare la rappresentanza consen-

tendo una più appropriata misurazionedella effettiva rappresentatività delle or-ganizzazioni sindacali presenti in azien-da e garantendo nel contempo, attraver-so lo schema di RSU predisposto, unacondizione di pari dignità fra tutti i com-parti (terra, piloti, assistenti di volo).La razionalizzazione delle agibilità sin-dacali, invece, anziché essere vissuta co-me un dramma, va considerata comeuno sprone al sindacato per dotarsi diuna organizzazione interna più agile efunzionale.Per quanto riguarda la nuova Alitalia,tanti sono i problemi all’ordine del gior-no partendo da quello che rimanel’obiettivo centrale dell’agenda di lavo-ro del sindacato per i prossimi mesi: ri-creare le condizioni per reintrodurre nelprocesso produttivo le migliaia di colle-ghi attualmente in Cassa integrazione.Un obiettivo possibile se in presenza diuna rappresentanza sindacale menoframmentata e più coesa, autenticamenterappresentativa delle varie articolazioniprofessionali presenti in azienda e, so-prattutto, disponibile ad abbandonare imodelli corporativi ed inutilmente con-flittuali del passato.

Antonio Ascenzi

LE VIE DEL CIELO

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Il testodel documento

RELAZIONIINDUSTRIALI

Le relazioni industriali tra le partidevono tendere sempre più ad uncoinvolgimento dei lavoratori, dellelavoratrici e del Sindacato sui proces-si produttivi ed organizzativi, sugliinvestimenti tecnologici, sugli obietti-vi dell’impresa, sulla salute e sicurez-za sul lavoro, sulla formazione-aggiornamento, sull’andamento occu-pazionale e sul lavoro .Le Relazioni Sindacali devono neces-sariamente articolarsi su diverse fasiche prevedano un livello di informa-zione preventiva e consuntiva, unmomento di consultazione e confron-to e un sostanzioso livello di contrat-tazione economica e normativa inbase alle diverse e specifiche temati-che.Occorre poi, conseguentemente, defi-nire un quadro preciso di riferimentodella contrattazione collettiva, convalenza triennale sia per la parte eco-nomica che normativa e con partico-lare attenzione al rapporto tra contrat-tazione nazionale e contrattazione ter-ritoriale/aziendale prevedendo per illivello territoriale/aziendale uno svi-luppo della contrattazione economicanormativa di 2° livello con la previ-sione di un livello minimo di garanzialaddove la stessa non sia esercitata. Per evitare poi situazioni di eccessivoprolungamento nelle fasi di rinnovodei contratti di 1° e di 2° livello, sarà

I CONTRATTI

La Segreteria Nazionale della UILT ha inviato il 27 marzo u.s.aFederutility la piattaforma rivendicativa per il CCNL dei dipen-

denti delle imprese pubbliche del settore funerario scaduto il 31dicembre 2008.E’ la prima piattaforma della nostra Federazione dopo l’accordodel 22 gennaio 2009. Purtroppo non è stato possibile presentareuna piattaforma unitaria in quanto la FP CGIL ha sostenuto la nonapplicabilità delle novità scaturite dall’accordo sopra richiamato.Queste le novità che di fatto distinguono le piattaforme :• Abbiamo sostenuto la triennalità della vigenza contrattuale che

di fatto evita ulteriori dilazionamenti sui recuperi salariali (vedila positività dell’esperienza fatta con il CCNL dei servizi ambien-tali) e consente di intervenire più celermente sulla parte norma-tiva dei CCNL che non è meno importante di quella economica.

• L’altra è quella di un nuovo indice inflattivo previsionale trienna-le, più in linea con l’inflazione realisticamente prevedibile e unaprocedura che assicuri una copertura economica in caso che alladata di scadenza del contratto precedente non si sia raggiuntol’accordo di rinnovo . Altresì abbiamo previsto una verifica daeffettuarsi per eventuali recuperi degli scostamenti fra l’inflazio-ne misurata con il nuovo indicatore previsionale e l’inflazioneeffettiva entro la fine del triennio di vigenza contrattuale.

• Per ultimo abbiamo previsto il potenziamento della contrattazio-ne di secondo livello, aziendale o territoriale, per avere spazipiù ampi di manovra salariale nel secondo livello, e l’inserimen-to di un elemento retributivo di garanzia per chi non sia riuscitoa contrattare ulteriore salario a livello aziendale o territoriale.

Queste sono in linea di massima le differenziazioni tra le varie piat-taforme (ognuno, FP-CGIL, FIT–CISL e UILTRASPORTI ha presenta-to la propria).Di fatto per le restanti parti le piattaforme sono identiche, ed è pro-prio per questo che nella lettera di accompagnamento inviata allacontroparte della nostra piattaforma abbiamo richiesto che le trat-tative, possibilmente, non vengano fatte a tavoli separati.Confidiamo che lo sviluppo della trattativa possa farci raggiungereuna sintesi più unitaria di quella di partenza nell’interesse econo-mico, di sicurezza e normativo per tutti i lavoratori .

p. IL DIPARTIMENTO NAZIONALE IL SEGRETARIO NAZIONALE

Paolo MODI Claudio TARLAZZI

PRESENTATA DALLA UIL ALLA FERDERUTILITYLA PIATTAFORMA PER IL RINNOVO DEL CCNLDEL SETTORE FUNERARIO PUBBLICO

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necessario definire tempi e procedureper l’avvio delle trattative preveden-do l’introduzione anche di una coper-tura economica a favore dei lavorato-ri nei casi in cui l’accordo di rinnovovenga raggiunto oltre la data di sca-denza del contratto precedente.

MERCATODEL LAVORO

Le Organizzazioni sindacali confer-mano e ribadiscono la centralità delContratto di Lavoro a tempo indeter-minato e a tempo pieno per il settoredei servizi funebri e cimiteriali.Anche alla luce del dibattito politiconazionale e delle modifiche della nor-mativa vigente, si ritiene opportuno,per definire al meglio le tipicità delsettore, stabilire l’istituzione di unospecifico Osservatorio paritetico permonitorare quantità, tipologie egestione dei rapporti di lavoro atipiciadottati nel settore.Tenuto conto poi delle gravi incertez-ze per i lavoratori, conseguenti allemodifiche legislative sul mercato dellavoro, la contrattazione nazionaledeve operare non dando mera appli-cazione al disposto legislativo madeve adoperarsi affinché le caratteri-stiche e le necessità produttive delsettore siano pienamente salvaguar-date e, contestualmente, si possa dareuna stabilizzazione occupazionale ailavoratori e alle lavoratrici inizial-mente flessibili.Pertanto il nuovo CCNL dovrà nor-mare meglio e definire solo alcunedelle forme di lavoro atipiche intro-dotte dalla legislazione e dall’attualeCCNL e, contestualmente, escluderequelle tipologie di forme di lavoronon confacenti alla situazione specifi-ca del comparto. Il contratto nazionale dovrà inoltreprevedere norme che permettano diraggiungere livelli di stabilizzazionedell’occupazione, non legati a feno-meni temporanei, ma attraverso mec-canismi che limitino il reiterarsi del-

l’utilizzo delle varie tipologie con-trattuali, soprattutto a tempo determi-nato. I contratti di lavoro “atipici” consen-titi devono essere esclusivamentequelli previsti e disciplinati da con-tratto nazionale di categoria e devonoessere recepiti come strumento edopportunità flessibili, seppur inmaniera temporanea.In ogni caso, la concreta applicazionedelle forme di lavoro “atipiche”dovrà essere concordata preventiva-mente a livello aziendale con le com-petenti Rsu/Rsa e OO.SS. territorial-mente competenti, anche in relazioneai problemi di sviluppo ed ai conse-guenti piani occupazionali.

RINNOVO PARTEECONOMICA

Nei meccanismi di calcolo dellarichiesta salariale è necessario rico-struire, per mantenere inalterato ilpotere d’acquisto delle retribuzioni,il dato del differenziale tra inflazio-ne programmata e inflazione realedel biennio economico 2007/2008.Quel differenziale va conseguente-mente sommato, per la durata delpresente contratto, con i valori del-

l’inflazione realisticamente attesaper i periodo di riferimento 2009-2011, individuando nel contempo ilvalore retributivo a cui applicarel’indice previsionale.Va previsto inoltre un meccanismo

contrattuale certo per il recuperodell’eventuale scostamento chedovesse verificarsi nel corso dellavigenza contrattuale. Nell’impostazione e nella distribu-zione del salario sono assolutamenteda escludere, visto la natura colletti-va di garanzia sociale e solidale delCCNL, forme di salario variabiledella retribuzione nazionale .Tali modalità di salario variabile, dicarattere sia collettivo che di unitàproduttiva possono essere utilmentesviluppate in forma aggiuntiva nellaretribuzione aziendale, legando lostesso a meccanismi di qualificazio-ne e miglioramento dei servizi e del-l’organizzazione del lavoro .Il nuovo contratto, nella definizionedella durata di parte economica enormativa, dovrà prevedere esplici-tamente, nel contempo, la confermae l’ampliamento della contrattazio-ne aziendale di secondo livello.Laddove non sussistano i presuppo-sti e/o le condizioni per la definizio-ne di accordi aziendali di cui al

I CONTRATTI

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comma precedente, deve esserecomunque prevista la corresponsio-ne di una quota di produttività parial 3% della retribuzione tabellare.

INDENNITA’ ESALARIO

ACCESSORIO

Le indennità costituiscono un vero eproprio sistema salariale accessorioda riformare e rimodulare secondole nuove esigenze del settore pertan-to, il contratto dovrà procedere adun riassetto della materia preveden-done anche la contrattazione di 2°livello (territoriale/ aziendale).Vi è, infatti, l’esigenza di imple-mentare le indennità, legandolemaggiormente alla prestazione, pre-vedendo e migliorando così un qua-dro normativo di tutela, in particola-re riferito ai lavoratori addetti adattività in turno, in turno notturno ein reperibilità e a quei lavoratori chesvolgono attività professionali“pesanti” dal punto di vistapsico/fisico.Inoltre per i conducenti, non essen-do rari i casi di infrazione al codicedella strada non dipendenti dalla suaresponsabilità, ma legati alle esigen-ze organizzative aziendali, possonocrearsi delle situazioni non imputa-bili agli stessi ma pregiudizievolituttavia ai fini della conservazionedei punti previsti dal nuovo sistemapatenti.Al fine di evitare l’accrescersi ditale situazione si propone a trattogenerale un sistema di salvaguardiadella patente di guida dei lavoratoriper tutte quelle situazioni indipen-denti dalla loro diretta responsabili-tà ed imputabili a questioni di viabi-lità. Sosta selvaggia, condizionidella vettura, mancanza di docu-mentazione, dotazione di bordo ecc.e comunque da subito il coinvolgi-mento diretto delle Aziende nelleprocedure di recupero dei punti e/odella patente e di assistenza legale e

civile per cause riconducibili allaattività lavorativa.

ORARIO DI LAVOROE

STRAORDINARIO

La regolamentazione degli orarideve essere finalizzata alla tuteladella salute e sicurezza dei lavora-tori ed essere oggetto di contratta-zione per correlarla alle esigenzeproduttive.Occorre inoltre regolamentare lasettima prestazione lavorativa, pre-vedendo tempi certi e ravvicinati diriposo compensativo, fermo restan-do la corresponsione della maggio-razione per il lavoro straordinario.Alla luce poi del D.Lgs. 66/03 ènecessario aggiornare la nozione dilavoro straordinario prevedendo peruna sua corretta applicazione un’in-formativa alle OO.SS. stipulanticon cadenza semestrale e confrontitra le rappresentanze sindacaliaziendali e le aziende per definirnele modalità di esecuzione.Occorre rafforzare il criterio dieccezionalità dello straordinario,relegando a questa fattispecie quel-le prestazioni che garantiscono lasola e necessaria continuità di alcu-ni servizi e della sicurezza degliimpianti.Pertanto è fondamentale limitaremeglio e al minimo i casi di effetti-ve esigenze di servizio aziendaliattraverso l’adozione, con appositiconfronti negoziali, di criteri ogget-tivi di richiesta dello straordinario.

RESPONSABILITA’SOCIALE D’IMPRESA

La RSI è stata sinora una sempliceattivazione di codici etici, unilatera-li e volontari, oppure annoverataesclusivamente tra gli impegnisociali che una azienda intende atti-vare.

C’è la necessità di costruire anchenel nostro settore un modello di RSIcondiviso, all’interno di un sistemadi relazioni articolate nella parteci-pazione, concertazione e contratta-zione.Tutti gli aspetti relativi alladimensione dell’impresa, chevanno dai riflessi sui dipendenti,agli investimenti sul capitaleumano, dalla salute e sicurezza aiprocessi di trasformazione eristrutturazione, sono temi che nonpossono prescindere da unadiscussione che sta all’interno delsistema di relazione predetto, edeve riguardare un merito chevada “oltre” gli obblighi giuridicie i diritti fondamentali.

CLASSIFICAZIONEDEL

PERSONALE

La struttura della classificazione vasottoposta ad una attenta rivisitazio-ne per eliminare tutte quelle partiche hanno determinato contenziosoo incomprensione sull’applicabilitàdella stessa.Di conseguenza è utile compiere unlavoro di rilettura, di semplificazio-ne e verifica della classificazionedel personale, individuando unanuova classificazione del personaleattraverso una rimodulazione dellearee, una riduzione dei livelli e unapiù precisa declaratoria con l’indi-viduazione dei profili esemplifica-tivi. Occorre, conseguentemente, armo-nizzare la scala parametrale ed eli-minare il parametro medio 175 cheno rappresenta di certo il livello diaddensamento delle figure profes-sionali nel settore.Successivamente il negoziatoaziendale dovrà stabilire la correttaapplicazione del nuovo dispostocontrattuale anche in coerenza conl’evoluzione organizzativa e i pro-cessi formativi individuali.

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FORMAZIONEPROFESSIONALE

Si ritiene necessario un maggiorecoinvolgimento del Sindacato nellescelte aziendali inerenti la formazione,al fine di rendere fruibile il diritto allastessa.Necessita sancire una norma contrat-tuale che regoli il diritto/dovere allaformazione continua, definendo unaquota annua minima da dedicare allaformazione ed all’aggiornamento tec-nico-professionale.Va prevista la costituzione di unaapposita documentazione individualeinerente l’offerta formativa nel corsodella vita lavorativa del lavoratore conla registrazione, in un apposito librettodei percorsi formativi,espletati e i datiutili a rilevare il livello formativo rag-giunto.

SALUTE E SICUREZZA

Il sindacato considera strategico unampliamento dei canoni qualitativi equantitativi di tutela della salute, dellasicurezza e dell’ambiente di lavoro,che devono essere realizzati mediantela prevenzione delle malattie profes-sionali, dei lavori usuranti e degliinfortuni sul lavoro.Diventa fondamentale, per l’attuazio-ne di tali obiettivi, il dispiegarsi dipolitiche partecipative sui luoghi dilavoro che vedano protagonisti i lavo-ratori e i loro rappresentanti (RLS). Inqueste dinamiche occorre svilupparepercorsi di formazione, di informazio-ne e di contrattazione. anche alla lucedelle modifiche introdotte dal testounico sulla sicurezza D.Lgs. 81/08.attraverso:• l’estensione a livello aziendale e

territoriale del diritto di informazio-ne sulle tematiche della gestione deirischi in rapporto con il territorio;

• l’estensione a livello aziendale deidati informativi riferiti alle caratte-ristiche della sicurezza:

• la costituzione a livello regionaledell’osservatorio paritetico con fun-zioni di orientamento e di promo-zione nei confronti dei lavoratori;

• la qualificazione, tramite percorsiformativi, per gli RLS;

• la maggiore agibilità agli RLS,attraverso l’incremento del monteore annuo per la formazione e l’ag-giornamento;

• la definizione del documento divalutazione dei rischi che sia ispira-to a criteri di partecipazione, disemplificazione, dalla fase dellaprogettazione a quella esecutiva;

• la garanzia del diritto di accessoagli RLS alle informazioni, alladocumentazione su infortuni,malattie professionali e alla acquisi-zione del documento di valutazionedei rischi;

RAPPRESENTANZASINDACALE

Le trasformazioni che stanno interes-sando in generale il mondo del lavoroe nello specifico il settore funebre deb-bono vedere il Sindacato come prota-gonista responsabile dei processi ditrasformazione delle imprese e dellavoro.

Il metodo concertativo e del confron-to deve rappresentare assolutamenteil riferimento per tutte le Parti incausa. Il consenso sociale è la condizionenecessaria per sviluppare impresecapaci di presidiare il territorio e,contemporaneamente, contenere letariffe in un equilibrio delle risorsecalmierando così il mercato del “caroestinto”.Il percorso non è certamente sempli-ce, ma per il sindacato è assolutamen-te necessario che lo stesso sia condot-to assieme alla rappresentanza sinda-cale dei lavoratori e delle lavoratrici.Il sindacato ritiene che sia strategico,all’interno di ogni singola azienda,mantenere saldi i rapporti con lestrutture aziendali e territoriali, per lasemplice convinzione che, solo attra-verso la rivisitazione condivisa deiprocessi aziendali, si possono garan-tire qualità dei servizi erogati e conte-stualmente professionalità dei lavora-tori e delle lavoratrici.Così come l’esperienza diretta nel set-tore ha dimostrato negli anni che losviluppo della contrattazione integrati-va vi è stato maggiormente e in manie-ra costante solo nelle realtà dove il sin-dacato ha promosso presenza e ruolodelle rappresentanze sindacali.

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Anzitutto vorrei salutare tutti ipartecipanti a questa ennesimaConsulta del CAF, che come

sapete, ogni anno si ripete, ed è unaoccasione importante per la vita e le pro-spettive che il CAF si prefigge di rag-giungere. Con l’occasione vi informoche la presidenza è rappresentata oltreche dal presidente del CAF Gilberto DeSantis, dal direttore dottor Sergio Sci-betta; poi c’è l’altro consigliere delCAF, Domenico Proietti; il sottoscrittoche si è proclamato presidente di questaconsulta, e il segretario organizzativodella UIL Barbagallo. Abbiamo anche lasegretaria generale della UIL Campania,Anna Rea che introdurrà i lavori.

Successivamente avremola relazione introduttivadel presidente, GilbertoDe Santis, poi interverràil dottor Polito, il diretto-re centrale dell’Agenziadelle Entrate, che ringra-ziamo per la loro parteci-pazione. Quindi abbiamo la dele-gazione dell’Ital, rappre-sentata dal presidentePiero Bonifazi e dai vicepresidenti Sera e Gatti,Mario Castellengo e ildirettore Virgili. Poiabbiamo un membro di

segreteria della UILP, Agostino Sicilia-no; il segretario della FPL membro dellasegreteria Mario Comolli; il segretariogenerale della UIL COM, Bruno DiCola; il presidente del coordinamentonazionale CAF CGIL Pietro Ruffolo;poi ci saranno gli interventi di MarinoRicci, il quale illustrerà il programmaper la gestione degli appuntamenti; poiabbiamo Di Sarno, responsabile nazio-nale dell’ente che certifica la convalida;poi abbiamo Cristina Solfizi, direttoretecnico del CAU UIMEC e MassimoLombardi che è il sub commissario delCAU UIMEC: Per ultimo il più anzianoamico, Giulio Borsellini, presidentedella Labor Fin.

Il salutodi Anna Rea

Ringrazio Gilberto De Santis che insie-me a tutto lo staff della CAF naziona-

le e con un sostegno vero della segreteriaconfederale ha scelto per fare questoappuntamento importante della consultanazionale, la piazza di Napoli. Così comeringrazio che per certificare anche lanostra felicitazione per questa scelta,l’onorevole Valiante ha voluto essere connoi per dare i saluti della Regione.Per noi è importante essere qui e vederenello stesso momento, tra i tanti proble-mi, anche anzitutto le bellezze naturaliper chi ha avuto modo di girare. Ma se siriesce a stare qualche ora in più si posso-no anche vedere quelle eccellenze e quel-le opere positive che in questa città pureesistono e, non per venire al nostro picco-lo, tra queste eccellenze di sicuro c’èquella che riesce ad offrire il CAFUILnella nostra città, così come tutte le città.Siamo in un momento di grande difficol-tà dei lavoratori e dei pensionati e conti-nuiamo ad essere, nonostante i tanti pro-blemi un riferimento certo alle tantedomande che vengono e ai tanti bisogni,e riusciamo non solo ad offrire un servi-zio, ma grazie anche al lavoro ben coordi-nato di Gilberto, attraverso la formazionecontinua, l’informazione. In questomondo c’è né sempre più bisogno quindicon la formazione e l’informazione chenoi diamo, riusciamo anche ad offrire unservizio efficiente di qualità importante.Da lungo tempo i nostri CAF, come quel-li del sindacato confederale, così come ilpatronato, hanno molti concorrenti, i tan-tissimi patronati o anche CAF autonomiche aumentano, (ogni giorno, ne trovia-mo qualche etichetta. Nonostante questo,

LA CONSULTA NAZIONALE CAF-UIL14

PER LE STRADE D’EUROPA

Un CAF-UIL sempre più efficienteal servizio dei lavoratori

Diamo seguito, in questo numero di “Per le Straded’Europa” alla cronaca dei lavori della Consulta Na-zionale del CAF-UIL, svoltasi nel mese di febbraio(22-23) a Napoli, e della quale avevamo dato un am-pio resoconto nel numero precedente

Carannante apre i lavori

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(anche l’ultimo governo non è che ci stiaaiutando), il fatto che in tanti vengono aporre presso le nostre sedi tante domandeper tanti bisogni, è la conferma della pro-fessionalità, della serietà che riusciamoad offrire attraverso i nostri collaboratori,che sono tanti in questo territorio. Non èun caso che prima la UIL regionale napo-letana, poi insieme anche alla societàNEU CAF, abbiamo investito molto conun forte decentramento sul territorio, nonc’è quartiere, ovviamente Napoli è moltovasta, è una grande metropoli, quindiabbiamo ancora delle zone dove nonsiamo riusciti ad aprire una sede CAF,una sede Ital e una sede UIL, ma nellamaggior parte della provincia di Napolisiamo arrivati, abbiamo oltre cinquantapunti di riferimento, dove oltre a sedidecenti, abbiamo personale qualificato incondizioni di offrire le proprie risposte.Credo che questa sia la scommessa su cuinoi dobbiamo sempre più investire enonostante le risposte insufficienti allacrisi che sta dando questo governo, dob-biamo dire che per fortuna ci sono statitanti CAF in giro sul territorio nazionale,in particolare nel Mezzogiorno. Se pen-siamo all’alta domanda di richiesta diISE, illudendosi purtroppo per molti, diavere un bonus fiscale sia il lavoratoremonoreddito che il pensionato.Porto il dato della sola città di Napoli, cidà la dimensione di quale sia stata anchela mole di lavoro, in soli due mesi emezzo abbiamo fatto la stessa quantità diISE che abbiamo fatto in un anno emezzo, Questo significa che siamo statimolto bravi, lo dico al nostro amministra-

tore Mario Sapio, ma a tutti i collaborato-ri di Napoli, parlo ovviamente dei datiche conosco, ma credo che la stessa cosasia successa in gran parte del Mezzogior-no, visto che è stata la richiesta più fortedei bonus da parte del Mezzogiorno.Nello stesso momento, poiché il nostrolavoro non è solo tecnico, ci carica anchedi un grande dovere politico, questo lodico a noi sindacalisti, a noi segretari dellaUIL, perché quei 17.000 a Napoli, comegli oltre 200.000 per tutto il sud, hannoanche riposto una grande domanda, unagrande attesa a risposte che non arriveran-no o arriveranno solo parzialmente.Noi abbiamo bisogno di offrire qualità,attraverso questo nostro servizio per chiha più bisogno e nello stesso momento èmolto importante il lavoro che fa il CAF,in grande sinergia con un sindacato con-federale com’è la UIL, un sindacatomoderno, un sindacato riformista, chenon vuole dire solo no e che non dice sìfacilmente, ma vuole svolgere fino infondo il proprio mestiere.Con questa sinergia e lavorando, rispon-dendo sempre più dal punto di vista pro-fessionale, credo che siamo nelle condi-zioni di dare sempre più risposte a quelledomande che aumentano vistosamente.Vi ringrazio ancora una volta per questoimpegno, spero che il vostro soggiornosarà anche di vostro gradimento, abbiamofatto la danza del sole, siamo riuscito adaverlo, spero che ci accompagnerà pertutto il tempo che starete qua nei duegiorni di sicuro, per chi si trattiene o perchi è arrivato il giorno prima che la cosaprosegua.

Barbagalloalla tribuna

Devo dire grazie a Gilberto, al Consi-glio di Amministrazione, al CAF,

in particolare al nostro Scibetta, lui sioccupa di tasse, come è stato detto fino aieri 200 miliardi di euro sottratti al fisco,è una cosa vergognosa, lo dicono puregli imprenditori. Ma la verità è che inquesto paese non si può fare una politicaseria per i poveri e per le famiglie perchéi poveri non sono quelli che risultano alfisco in quanto i lavoratori dipendenti e ipensionati come media dichiarano di piùdel lavoro autonomo e di quanti altrisono nel nostro sistema fiscale. Quandoda noi qualcuno pensa di fare una politi-ca per i poveri, come sempre offre degliaiuti ai chi non ha bisogno. Trent’anni fasi portava questo esempio, la madre diBulgari aveva la pensione sociale, per-ché ad una certa età si era liberata delleproprietà donandole ai propri figli e leiera nullatenente.Il problema della Social Card, probabil-mente anche voi lo avrete notato, è chepuò essere anche richiesta da chi proba-bilmente non ha proprio questa esigen-za. Noi avevamo chiesto di detassare letredicesime per i lavoratori dipendenti eper i pensionati, purtroppo, anche grazieall’opposizione della CGIL e della CISLche, fino ad un certo momento sembravavolessero portare avanti questa proposta,non si è riusciti a portarla a compimento,perché nel frattempo è passato Natale,quindi non era più possibile fare quel-l’intervento, ma quello era un interventosicuro che sarebbe stato a favore deilavoratori dipendenti e dei pensionati,tutto il resto è aleatorio. Sapete megliodi me cosa succede in giro per i vari uffi-ci e quante persone si sono recate neinostri uffici per verificare se la SocialCard gli spettava.La Social Card ha un principio giusto eun difetto, primo, perché c’è il rischio didarla a chi non ne ha bisogno; secondo,sono pochi, anche raffigurati rispetto a500 euro di pensione, 40 euro sono

LA CONSULTA NAZIONALE CAF-UIL

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l’8%, non è cosa di poco conto, magaririuscissimo a strappare un aumento dellepensioni minime e io dico un aumentoper tutte le pensioni perché bisognafinirla con la storia che si aumentanosolo le pensioni minime che spesso sonopensioni sociali e non fanno riferimentonemmeno ai versamenti che sono stativersati rispetto ai contributi. E’ sempreun cane che si morde la code, in unasocietà che ha bisogno di risorse perinvestire sul futuro e che le risorse nonci sono.Anche la storia della famiglia è uguale,se non fosse stato per la presenza degliimmigrati noi avremmo avuto crescitazero perché i nostri giovani, non avendocertezze sul futuro, non si sposano, almassimo convivono, nella convivenzac’è un problema che riguarda sempre ilfatto di come dare aiuto e risorse allafamiglia di conviventi, sui cui influiscela voce del Vaticano. Diceva il presiden-te dell’Ital, questo governo fa continuemodifiche rispetto ai decreti che sonopreposti per il patronato, cerca di fareconcorrenza sleale anche con i CAF chesi aprono dappertutto senza nessunagaranzia. Ma di contro noi abbiamoun’organizzazione come la CGIL che ècontro tutta la bilateralità, contro tuttociò che deve essere fatto se vogliamo unsindacato moderno che dia risposte ailavoratori e ai pensionati. Molto spessoc’è una sponda sbagliata che si dà ai varigoverni di destra e di sinistra, io sono disinistra ma faccio il sindacalista, il mioproblema non è capire quali sono gliinteressi di Berlusconi, spesso il mioproblema è stato capire quali erano gliinteressi dei governanti di centrosinistra,in certe occasioni non li ho capiti, comequando sono state formate le nuove ali-quote fiscali. Io volevo soffermarmi rapidamentesulle questioni organizzative, so che aquest’ora possono essere indigesto, macercherò di essere leggero. Poco fa Gil-berto nella sua relazione parlava dellecose che il CAF sta facendo e io le riten-go molto significative, importanti, ilCAF si è aggiornato, così come l’Ital,ma forse dobbiamo fare un sistema di

servizi ancora più coeso, so che sfondouna porta aperta. Noi nella Conferenzadi Organizzazione avendo riconosciutotutti che il sistema che abbiamo intro-dotto con la segreteria di Luigi Angelet-ti, con la commissione per lo sviluppoche ci ha permesso di realizzare 236nuove sedi nell’ultimo periodo a frontedelle 400 che avevamo nei cinquant’an-ni precedenti, oggi siamo tutti d’accordoche questo è un sistema che dobbiamoportare avanti. Abbiamo sostenuto pure che per fare unsistema di sviluppo dobbiamo passarealla capacità di interagire nei territori.Nonostante l’abbiamo affermato già daun po’ di tempo, i territori non battono

un colpo. Lo capisco perché finora i pro-getti di sviluppo li abbiamo finanziati alivello centrale. Coinvolgere anche ilterritorio sul finanziamento è complica-to, però dobbiamo farlo perché noiabbiamo ridistribuito più risorse nel ter-ritorio, più risorse rispetto ai pensionatie rispetto al tesseramento, rispettoall’Ital e anche al CAF, bisogna che tuttisiamo corresponsabili di aprire le sediper essere più vicini ai lavoratori e aipensionati.Una cosa è avere il servizio gratuito del-l’Ital, altra cosa è avere i servizi a paga-mento che sono i CAF, l’ADOC e quan-t’altro. Attenzione, tutte le categoriedicono che sono disponibili a collabora-re, io quando vado in giro sento sempre

lamentele. Bisogna che voi spiegate cheil CAF gratuito non esiste, già abbiamoun’alta percentuale di precompilati dicui dovremmo chiarire la provenienza.Ma c’è un problema in più, tutti gli altriservizi tranne l’Itali per quanto riguardai propri servizi, sono a pagamento, maper un semplice motivo, se se così nonfosse potrebbero essere né società, néassociazioni riconosciute. L’ADOC peresempio, se non ha associati che paganola tessera non viene riconosciuto, il CAFè una società, allora a chiunque vienebisogna spiegargli che se fa parte di unacategoria forse è meglio che al segreta-rio della sua categoria gli vada a spiega-re che magari è opportuno fare una con-venzione se non ce l’ha, visto che silamentano rispetto ai problemi dei costi.Ogni volta devo andare a spiegare ingiro a chi mi dice che il CAF o l’ADOCdovrebbe essere gratuiti, che il vero pro-blema è se le nostra struttura è concor-rente in maniera seria rispetto al sistemadegli altri CAF, al sistema dei sindacatidegli inquilini, o quelli dei consumatori.Faccio un esempio a proposito di siste-ma. Ho fatto un accordo con la CEPU,che normalmente fa uno sconto dell’8%a tutti i sindacati e alle associazioni, ioho detto: faccio un accordo con voi semi fate uno sconto in esclusiva. Mihanno fatto uno sconto del 20%. L’altrogiorno mi hanno telefonato perché unaCEPU periferica voleva applicare l’8%per un nostro iscritto, lui aveva letto laconvenzione quindi chiedeva il 20%. Ladifferenza su una cifra di 18 mila euro,serviva per il figlio di quel lavoratore,quello si è pagato la tessera del sindaca-to per i prossimi dieci anni, solo con losconto CEPU. Quindi noi dobbiamoavere la capacità di far comprendere chei nostri servizi sono competitivi e sevanno da un commercialista libero pro-fessionista lo pagheranno molto di più, iservizi che facciamo noi forse potrebbe-ro essere pagati di più, ma siccomesiamo in un sistema di mercato bisognaavere la capacità di attingere con unaimpostazione normale per un sindacatonon solo di contrattazione ma anche perfornire servizi.

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Siccome usciremo da questa crisi in manie-ra diversa, bisognerà fare una battaglia peressere più vicini ai lavoratori e ai pensiona-ti nel prossimo futuro. Ricordo al congres-so di Torino di sette anni, quando nel-l’iscrivere i delegati nell’elenco man manoche si presentavano, gli chiedemmo ilnumero del cellulare, ci risposero: c’è laprivacy. Ho cercato di spiegare che voleva-mo quel numero per potergli mandare unSMS ogni volta che c’era una iniziativa,una riunione che li interessava, come statefacendo voi. Vvediamo di fare del tutto per moderniz-zarci, voi giovani ci dovete dare una manoin proposito, perché noi più maturi faccia-mo resistenza su molte cose, sui problemiorganizzativi, sull’innovazione, su tutto ciòche riguarda il prosieguo della politica. Cisi dice che l’età media dei nostri politici èla alta di tutta Europa, ma se ognuno lo facome mestiere, mentre gli altri vanno inpensione prima, ci sono quelli che non civanno mai.Altra cosa che voglio dire come segretarioorganizzativo, non è che perché voi sietedei tecnici, degli esperti in un ramo nonsiete abilitati a diventare anche dirigentisindacali, abbiamo fatto la battaglia perinserire una parte dei responsabilità del-l’Ital, del CAF, dei servizi negli organismiper farvi partecipare anche a pieno titoloperché chi ha buona volontà può fare que-sto ed altro. Un lavoro come quello chefate voi se non è fatto con la passione diessere anche militanti di una organizzazio-ne, difficilmente si può fare in certimomenti e in certe condizioni che cono-sciamo tutti. Così come stiamo facendouna battaglia per cercare di unificare con-trattualmente i nostri servizi per dare pos-sibilità di avere dei premi di produzioneche siano legali, non quello che avvienespesso nei vari territori. Solo con il vostro aiuto, la vostra partecipa-zione e con una dirigenza così illuminatache ha il CAF, che ha cercato di dare rispo-ste chiare alle domande della UIL e deglioperatori in tutti questi servizi, io ritengoche voi ci darete questa mano e sono orgo-glioso di appartenere ad una organizzazioneche ha anche queste prospettive che secon-do me continueranno ad essere positive.

Non voglio intervenire soltanto perfare un saluto formale, ma credo sia

utile per l’insieme dell’organizzazioneentrare nel merito anche della relazionedi Gilberto e su alcune delle analisi edelle proposte che ci vedono da parec-chio tempo ormai impegnati nel ricerca-re delle forme comuni per una collabora-zione che vada oltre la prassi nel sensodi modernità, di individuare anchecampi, settori, interventi nuovi, modalitàdi lavoro nuove, per vedere come inter-venire per un fine che poi è quello chedeve legare tutti come unico comundenominatore. E’ quello della crescitadella nostra organizzazione complessi-vamente intesa, quella della crescita deiservizi, quella della crescita della quali-tà, ma io dico anche della solidità dellanostra organizzazione.Sono stati sottolineati più volte, sia daGilberto che dal presidente dell’assem-blea, anche alcuni strumenti nuovi di cuici siamo dotati, che sono quelli dell’au-diting. Ma gradualmente ci si sta con-vincendo tutti che questo è un percorsoche è necessario fare per dare una consi-stenza, una vita, un futuro alla nostraorganizzazione.Al contrario dei CAF devo dire che ipatronati delle nostre rispettive organiz-zazioni CGIL-CISL-UIL hanno unmomento di flessione, se andate a vede-re i dati rispetto al patrocinato, perchéanche nel mondo patronati stannonascendo, quelli che non chiamo patro-nati pirata, ma tutta una serie di situa-zioni di disturbo con finalità che nonsono sempre del tutto chiare, sia in Italiache all’estero. Se andate a vedere laparte estero in modo particolare c’è uninteresse un po’ smodato rispetto a qual-che interesse politico, visto che nelledue recenti tornate elettorali il votoall’estero ha avuto un segno politico bendefinito e molto diverso da quanto qual-cuno forse si sarebbe aspettato.Nell’ambito della riduzione della nostra

rappresentatività perché quando cala ilnumero delle pratiche patrocinate deipatronati dei sindacati confederali è uncalo di rappresentatività, che può averevarie motivazioni, non c’è ombra didubbio. Per quanto riguarda noi prati-cheremo e solleciteremo quella collabo-razione a cui Gilberto ha fatto riferimen-to nominando le categorie e sottolinean-do come con alcune bisogna avviare deirapporti formali per avere un contributoa svolgere meglio il nostro lavoro comeservizi. In questo caso indiscutibilmente– tocco un aspetto di qualità – noi diamoalla scelta che un iscritto fa verso laUIL, quel connotato anche di qualitàperché ci sono una serie di servizi chepossono risolvere tutti quei problemi,tutte quelle domande che diventanosempre più pressanti. Non è solo il Mez-zogiorno, ormai le domande comincianoad essere forti e pressanti anche nelleregioni dove il benessere era un fattototalmente acquisito, oggi non è più cosìneanche lì.Tornando alla relazione di Gilberto.Credo che noi faremo sicuramente benenell’affrontare insieme nei modi oppor-tuni un primo enorme, grande passo inavanti, quello del mettere insieme i datidi cui ciascuno di noi è possessore, nonsono dati singoli della Ital, in questocaso, del CAF nell’altro, o dell’ADOC odi quant’altro, noi abbiamo il di-ritto/dovere di cominciare ad analizzaremolto bene le banche dati, ad analizza-re il grado di fidelizzazione delle per-

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L’intervento di Piero BonifaziPresidente ITAL-UIL

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sone che si rivolgono alla UIL e ai suoiservizi, ma anche quello di valutareall’interno delle cose consentite, sapetebene che tutte le banche date, quella delCAF poi ha dei dati particolarmente sen-sibili, ma non sono quelli a cui io faccioriferimento, l’Ital ha la sua banca dati,con elementi altrettanto sensibili, ma nonsono neanche quelli a cui faccio riferi-mento, invece sono quelli che ci consen-tono di vedere qual è il nostro pubblico.Io dico sempre che i clienti dell’Ital, lichiamo così ma sapete bene che da noil’attività è totalmente gratuita, tutti quel-li che usufruiscono dei servizi dell’Ital,raggiungono una percentuale di legameforte con l’organizzazione UIL solo esoltanto per un 30-35%, il 60-65% inve-ce è mercato. Noi siamo all’interno diuna logica di fornire al cittadino un ser-vizio e abbiamo ben fatto negli ultimianni, ma non abbiamo cominciato ieri alavorare per l’apertura di una presenzanel territorio di sedi sempre maggiore.Ovviamente l’abbiamo fatto con ragio-nevolezza, con prudenza, perché tutto cipossiamo permettere meno che aprireuna sede in un quartiere di una città o inun paese poi chiuderla. Quindi razional-mente e ragionevolmente siamo pervalutare sempre a priori se ci sono dellereali, effettive possibilità perché questoabbia successo, finora devo dire che al99,x% gli investimenti che abbiamofatto sono andati tutti in porto, hannodato degli ottimi risultati, ci prepariamoa farne degli altri.Concluderei con un impegno, mio del-l’Ital, ma per quanto ho sentito anche diGilberto e del CAF, di cominciare razio-nalmente a predisporre proposte di lavo-ro comune, ove possibile, fermo restan-do che ciascuno di noi è regolamentatoda strumenti legislativi che sono un po’angusti, noi abbiamo qualche piccoloproblema, anche con l’ultimo decretoministeriale che, badate bene, anzichémigliorare è peggiorativo. Mi ha fattomolto piacere sentire il direttore del-l’Agenzia delle Entrate, ma purtroppodevo dire che i nostri interlocutori dal-l’altra parte analoghi non sono altrettan-to illuminati e moderni, se leggete l’ulti-

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mo decreto ministeriale dice che gli uffi-ci dell’Ital devono essere visibilmenteautonomi dall’organizzazione promotri-ce, dai servizi da essa promossi. Il chesignifica che alcune ipotesi di grandi odi piccoli centri di servizio che si ipotiz-zavano finora, probabilmente dovrannoessere ripensati non per non farli, ma perfarli in modo tale che questi possanodare dei risultati.E’ con questa disponibilità e con l’impe-gno a mettere insieme una progettualità,sia per quanto riguarda gli strumenti, siaper quanto riguarda le banche dati maanche proposte per intervenire sul terri-torio, vi auguro un buon lavoro. Ho detto che i patronati confederalivanno indietro, fortunatamente l’Ital nonva indietro, magari di poco, ma ha un

segno ancora una volta positivo. Questoè frutto del lavoro di tutti, dei nostri ope-ratori, anche della politica complessivadella UIL, però dobbiamo fare in modoche questa crescita che ancora si misuraa zero virgola qualcosa, complessiva-mente, sul mondo patronati. Teneteanche conto che negli ultimi tre-quattroanni ne sono cresciuti almeno dodicinuovi, seppure con appoggi politiciabbastanza evidenti, credo che comun-que sia un segnale positivo anche rispet-to alla diminuzione delle prestazioni cheil patronato può oggi fare rispetto ai pen-sionati, ma credo che questo zero virgo-la qualcosa si possa sicuramente miglio-rare, lavorando insieme con una proget-tualità e avendo chiaro il disegno di cre-scita dell’insieme dell’organizzazione.

Il contributo di Giorgio Benvenuto

L’azione dei CAF, ha esordito Gior-gio Benvenuto, è fondamentale

per migliorare la qualità della politicafiscale nel nostro Paese e anche per assi-curare una tutela ai lavoratori e ai pen-sionati. E’ per questa ragione che il CAFin genere e il CAF-UIL in particolare, sisono conquistati un prestigio, una auto-revolezza non solo tra i lavoratori, (ilche è fondamentale), ma anche nei con-fronti dei governi che si sono via viasucceduti, nei confronti del Parlamentoe nei confronti degli erogatori di servizidell’Amministrazione Pubblica alla real-tà del mondo della previdenza.Voglio dare il mio contributo, ha prose-guito Benvenuto, soffermandomi su duequestioni che a mio modo di vedereoffrono degli spazi ulteriori di valorizza-zione ai CAF. La prima. Partendo daquesta rapida constatazione, noi non cene siamo ancora pienamente resi contoma sta mutando radicalmente il modocon il quale vengono affrontati i proble-mi di politica economica nel nostropaese. A che cosa mi riferisco? Al fatto

che la legge finanziaria non viene fattapiù come eravamo abituati a vedere nelpassato, essa è articolata in una serie diprovvedimenti, di decreti legge che via,via si succedono in una sorta di concate-nazione e questi decreti legge realizza-no, di fatto, anche un monocameralismo.A che cosa mi riferisco? Al fatto che ildecreto legge che contiene le misure dicarattere fiscale, di carattere economico,viene presentata in una delle due Came-re ad un dibattito molto succinto, vienemessa la fiducia, l’altra Camera non è ingrado di introdurre nessuna modifica.Il modo con il quale l’autorità politicainterviene è, quindi, un modo che difatto ha realizzato già una modifica dellaCostituzione, noi abbiamo un vero e pro-prio monocameralismo, trattandosi sem-pre di decreti legge, questi offrono pochispazi anche a delle modifiche, pochispazi al Parlamento, pochi spazi ancheagli interlocutori sociali. Questo comporta che le organizzazionisindacali e i CAF accentuino quell’azio-ne a monte per cui l’intervento sui prov-

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vedimenti di caratterelegislativo, che unavolta era una consue-tudine del sindacato,dei parlamentari, vaesercitata a monte,cioè bisogna rafforza-re il momento dellap reconsu l t az ione ,della partecipazionealle scelte primaancora che arrivino inParlamento. Questaazione tenderà a con-solidarsi nei prossimimesi, perché di frontead una crisi economi-ca, finanziaria, che èlungi dall’aver tocca-to il fondo, le misure saranno sempre piùnecessariamente, (faccio una constata-zione, non do un giudizio politico), rea-lizzate con i decreti legge. Per evitare diessere messi di fronte al fatto compiuto,è importante che si valorizzi questo rap-porto di collaborazione tecnica, funzio-nale con l’Agenzia delle Entrate, ma èanche importante che noi riusciamo arealizzare un elemento di proposta e diintervento.La seconda modifica, è qui che apredegli spazi ai CAF. C’è un cambio radi-cale della politica fiscale, in che sensoavviene? Noi siamo stati abituati, trannealcune eccezioni, nel passato a misure dicarattere fiscale ad agevolazioni, amodifiche delle detrazioni, delle dedu-zioni, a modifiche del sistema delle ali-quote che avevano un effetto di caratteregenerale. Cioè, io dovevo intervenire afavore della famiglia, intervenivo diret-tamente sugli assegni familiari o sulledetrazioni o le deduzioni. Dovevo inter-venire per recuperare il drenaggio fisca-le, procedevo ad una modifica delle ali-quote.Qual è il cambio che si sta determinan-do? Le agevolazioni e gli interventi dicarattere fiscale non saranno più genera-li ed automatici, saranno dei provvedi-menti a domanda, a richiesta, com’èavvenuto per la Social Card, comeavviene per il problema relativo al

Bonus famiglie, perché il governo sipone il problema di dare dei benefici, dinon darli a pioggia, di realizzare unrisparmio, quindi qui c’è un campo diazione dei CAF, ma anche una granderesponsabilità. Nel predisporre questi provvedimentiinfatti cosa fa il ministro dell’economiache deve fare i conti con lo stato dellafinanza pubblica? Nel decreto stabilisceche si deve fare la social card, stabiliscee finanzia questa operazione per unmilione e mezzo di soggetti che nehanno teoricamente diritto. Cosa avvie-ne? Siccome la richiesta è a domanda enon è automatica, avviene che questarichiesta venga fatta da 550 mila perso-ne. Il beneficio che ne hanno i contidello stato è che il provvedimento,coperto per un milione e mezzo di sog-getti, in effetti ha un costo per 550 milapersone. Ancora di più avviene per ilbonus famiglie che prevede un interven-to di 2,4 miliardi, per otto milioni difamiglie. Anche questo bonus non èautomatico, come eravamo abituati inpassato, viene attivato a richiesta, i CAFlo sanno, la valutazione che mi hannodetto perché passa tramite voi, la richie-sta riguarderà, ed è tutto grasso che cola,2,5-3 milioni di famiglie e il risparmioprevisto per i conti dello stato, perché èstata coperta per la cifra che vi avevodetto, sarà di oltre 1,2 miliardi.

Perché ho detto que-ste cose? Noi ci tro-viamo con una situa-zione cambiata, que-sto meccanismo valeper i crediti di impo-sta, per i bonus deifigli, per i bonus chesono stati fatti per leautomobili, i frigori-feri e tutte le altrecose, noi ci troviamocon una modifica chenon è solo del nostropaese dove questivantaggi fiscali nonsono più automatici.Questo comporta unavalutazione di carat-

tere generale da parte del sindacato per-ché non ci si può trovare con dellesomme che poi servono a finanziare altriprovvedimenti, quindi una specie difondo, di tesoretto, dei poveri che servead alimentare anche le altre cose, macomporta una grande importanza deiCAF, perché a questo punto essi devonodiventare uno strumento operativo perfavorire quanto più possibile, l’accesso aquesti benefici.Ecco perché io sostengo sempre che iCAF sono uno strumento intelligente,straordinario, moderno, che permette diraffinare, di aumentare la qualità diintervento del sindacato, il quale sapràquello che contratta con il governo, macon i CAF sa anche il risultato che ottie-ne. Il sindacato deve diventare parte atti-va, anche perché questo meccanismo hadei lati svantaggiosi, ma anche un latogiusto, perché può permettere al sinda-cato sul serio, ma con la sua attività, dievitare che provvedimenti di caratteregenerale come prima avveniva, finisca-no per riguardare anche chi non ne hadiritto.Ho voluto intrattenervi con grande rapi-dità su questo tema proprio per dire che iCAF, ed è bene che voi abbiate questaqualità, si devono attrezzare perché que-sto mutamento della politica fiscale nonsarà episodico, diventerà strutturale e sista realizzando anche in altri paese.

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Quindi il CAF ha dei nuovi campi diintervento e ha delle nuove opportunitàdove ci sarà maggiore complessità delsistema fiscale, per ridurre la complessi-tà dobbiamo fare un’azione più intelli-gente che non è quella di dire facciamodelle leggi chiare e semplici, perchéqueste sono delle affermazioni, dei luo-ghi comuni.Qual è stato il nostro contributo per ren-dere il fisco semplice, con i CAF, perchésono loro che lo hanno reso per milionidi lavoratori e per milioni di pensionatiuna cosa semplice? Il sindacato ha fattouna proposta non di luoghi comuni, mauna proposta concreta. Quindi io sonoconvinti che qui si apre un’ampia pro-spettiva.Due ultime battute, molto rapide, chesono state toccate dagli altri interventi.L’atra questione fondamentale e impor-tante per la UIL, le logiche dei numerisono quelle che sono, però la UIL con ilmodello che ha determinato, in parla-mento partecipo alle altre riunioni, ilmodello che avete fatto voi che è artico-lato sul territorio, ma ha una gestionecentrale, si è rivelata una scelta giusta,penso per esempio quale sia stata lasoluzione della CGIL, una soluzionecomplicata, complessa. Questa soluzio-ne sarà importantissima sul federalismofiscale e sulle altre modifiche, ma noidobbiamo vedere di accelerarla forte-mente con il miglioramento per quantoriguarda l’innovazione tecnologica,l’utilizzo della telematica, la scomparsadel fattore cartaceo. La UIL che ha unaorganizzazione basata sulla qualità enon ha una organizzazione pesantecome c’è in altre strutture di CAF, nonsolo della CISL e della CGIL, ma anchedi altri settori, se punta e valorizza mol-tissimo come sta facendo e accelera inquesta direzione una struttura che è leg-gera, ma che valorizza fino in fondo echiede di anticipare il problema dellatrasformazione, tutto per via telematica,penso che possa competere e recuperaredei confronti che sono cristallizzati e chederivano dalla storia.Un altro appuntamento delicato, il fede-ralismo fiscale, anche qui non dobbiamo

arrivare in ritardo, il modello di CAFche è stato istituito nella UIL permette difronteggiare il sistema del federalismofiscale, quali le considerazioni da fare?La prima, una riforma ci vuole, perchécosì com’è il federalismo oggi è selvag-gio perché nessuno lo controlla, aumen-tano le addizionali, non siamo in gradodi poter avere delle idee chiare perché ilfederalismo è stato attuato nel modo piùsbagliato possibile. Poi gli enti localinon è che abbiano dato delle dimostra-zioni di buon governo, quando sentodire che l’affare dell’ICI ha danneggiatoi comuni e che così non possono servire,fare assistenza di carattere sociale èun’affermazione di comodo perché peralcuni comuni è vero, ma per la stra-grande maggioranza di essi i soldi non èche sempre siano stati spesi nelle giustedirezioni.La riforma ci vuole perché noi ci siamotrovati negli ultimi anni ad avere unappesantimento, perché le addizionali sisono modificare, addirittura si è fattol’anticipo sopra le addizionali, poi si ècambiata la base imponibile perché lededuzioni sono state trasformate indetrazioni. Insomma, bisogna mettereordine.Qual è il problema? Questa riforma cheviene avanzata, che adesso è in discus-sione alla Camera, e viene presentatocome una specie di paese di Eldorado,perché sarà una riforma dove tuttipagheranno di meno, tutto funzionerà alnord, al sud, al centro, è invece unariforma che così com’è è come un sacco,se rimane vuoto non sta in piedi. Quindibisogna vedere come lo si riempie ecome ci si attrezza per vedere di fare inmodo che il federalismo non porti ad unaumento del prelievo fiscale, perché ilgrande rischio è quello, com’è avvenutoquando abbiamo dato le addizionali aicomuni e alle regioni. Il nostro problemaè che poi alla fine dei conti se si sommaprelievo statale e prelievo locale lasomma, almeno sia a costo zero, io sonouno prudente e realista. Qui il rischioc’è, quindi questo problema del federali-smo adesso è ancora molto generico,sono problemi di principio, quindi quan-

do si fanno le grandi affermazioni diprincipio praticamente si è tutti d’accor-do, però va riempito di contenuti, èimportante che si sia inserito nella legi-slazione che dovrà essere fatta e il rilie-vo da dare ai principi dello statuto delcontribuente, ma va riempito in duemodi, il primo: bisogna che venga valo-rizzato fortemente il ruolo delle regionie delle camere sindacali perché se sidovranno istituire dei nuovi tributi nonsi possono discutere a Roma, quindi noidobbiamo fare in modo che il sindacatoche oggi ha una sua struttura, se il fede-ralismo si farà, la valorizzazione dellestrutture orizzontali diventa fondamen-tale perché così come si tratta a Roma,bisognerà trattare anche a livello digrandi comuni e di regioni.La seconda questione è che noi dobbia-mo individuare dei meccanismi già daadesso che nella elaborazione dellenorme che dovranno essere fatte sopra ilfederalismo fiscale, siccome ci sarannomomenti di grande complessità, i CAFdevono essere coinvolti, con la capacitàdi elaborazione, di esperienza perchéhanno una platea di dodici milioni dipersone, possono essere uno strumento.Non li hanno voluti sentire, noi dobbia-mo porre il problema che i CAF contri-buiscano, facciano parte di queste com-missioni che dovranno studiare le proce-dure, l’impatto con la gente.Ecco perché per tutte queste ragioni diun futuro che si presenta con più ombreche luci, allo stato attuale, penso che iCAF siano un’ancora importante per ilsindacato, un elemento di forza, unostrumento con il quale non si fanno solodiscorsi di carattere politico, ma questidevono essere accompagnati anche conuna esperienza, una capacità materialeche avete saputo realizzare. A Gilberto, a Barbagallo, a Carannante,a Scibetta, dico è importante perché oggiil sindacato che è sottoposto a tante criti-che, ha un biglietto da visita straordina-rio, quello che gestendo i CAF ha datodimostrazione di capacità manageriale,di capacità propositiva, di capacità disaper rappresentare e difendere e valo-rizzare gli interessi dei lavoratori.

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Il modello degli assetti contrattualiprevigente derivava, come tutti sap-piamo, dal “Protocollo sulla politi-

ca dei redditi e dell’occupazione sugliassetti contrattuali, sulle politiche dellavoro e sul sostegno al sistema produt-tivo” siglato dalle parti sociali il 23luglio 1993. Esso prevedeva un contrattocollettivo nazionale di lavoro di catego-ria, con durata quadriennale per la mate-ria normativa e biennale per la parteretributiva ed un secondo livello di con-trattazione, aziendale o territoriale, lad-dove previsto, secondo la prassi dei varisettori.La mancata soluzione delle problemati-che legate al calcolo dell’inflazione pro-grammata, il cui scostamento rispetto aquella reale ha finito per danneggiare ilavoratori ed ha posto l’esigenza di revi-sionare questo modello contrattuale, lecui finalità erano funzionali a quel parti-colare momento di crisi economica e,infatti, miravano a tenere sotto controllola dinamica degli incrementi salariali(pienamente attuata), dei prezzi e delletariffe (del tutto disattesa), per creare uncircuito virtuoso e far entrare l’Italia apieno titolo in Europa. Il costo della crisi è stato in gran partesopportato dal mondo del lavoro, tant’èche, nel periodo 1996/2005, la crescitadelle retribuzioni dei lavoratori italiani èstata inferiore della media europea. Daquesto contesto nasce la necessità di pre-vedere un nuovo modello di contratta-zione in grado di garantire economica-mente i lavoratori e anche di assicurarealle imprese una maggiore produttività ecompetitività sul mercato. Tutto ciò eracondiviso da molti interlocutori sociali

ed in particolare da parte della Uil, Cisl eCgil, che, dopo tanti anni di discussione,finalmente avevano elaborato una piatta-forma comune.Il nuovo assetto contrattuale del22/1/2009, mira a rispondere a questaesigenza di cambiamento e surroga ilvecchio modello nella struttura, neitempi e nelle esigibilità, con un nuovomeccanismo di aumenti contrattuali, cheoffre una maggiore tutela, anche graziealla previsione dell’IPCA (indice deiprezzi al consumo armonizzato) ed allaverifica circa eventuali scostamenti tral’inflazione prevista e quelle reale effet-tivamente osservata.Riassumendo: per mettere fine alla mol-teplicità di contratti collettivi nei varisettori - numero decisamente superiore aquello degli altri paesi europei - saràpossibile individuare meccanismi diverifica della rappresentanza e unificarela contrattazione nei vari settori. In talmodo, accorpando in contratti unici disettore i contratti collettivi di settori affi-ni, i cui confini nella pratica sono spesso

I CONVEGNI DELLA UILT22

PER LE STRADE D’EUROPA

“IL NUOVO MODELLO CONTRATTUALE:I CONTRATTI UNICI DELLA VIABILITÀE DELLA MOBILITÀ"

RELAZIONE DI ANTONIO FOCCILLOAvremmo potuto, come suol dirsi,tracciare una “larga sintesi” della

relazione svolta dal Compagno Anto-nio Foccillo al Convegno organizzatodalla UIL (10 marzo u.s. a Roma) sultema “Il nuovo modello contrattuale;icontratti unici della viabilità e dellamobilità”.Avremmo. Ma dopo aver letto la rela-zione (ascoltarla è un’altra cosa…) cisiamo detti: “non c’è da perdere unariga”. Il discorso è omogeneo e “tuttosi tiene” va letta tutta, e per di più vameditata. E’ una vecchia prerogativadella nostra organizzazione: quando“ci si mette di buzzo buono” sa anda-re in fondo, all’anima dei problemisenza iattanza ma sapendo discerneree scegliere le soluzioni possibili (eprobabili…) senza paraocchi e troppi“ma”.Ecco allora il testo completo di ciòche ha detto Foccillo nella sua rela-zione: commenti e conclusioni: è giu-sto traiate voi. Alla luce di un dibatti-to ricco e, credeteci, “vissuto” inten-samente dall’assemblea.L’impegno degli oratori succedutisialla tribuna è stato forte e “senza ve-li”. Meglio così, rifugiarsi nella “di-plomazia” quando si affrontano pro-blemi di così vasta portata che ineri-scono lo sviluppo e la crescita delPaese (e della società…) non paghe-rebbe. Moderato da Paolo CarcassiSegretario Confederale della UIL (eper noi un “amarcord”) il dibattitoha visto salire alla tribuna il Diretto-re Centrale delle Risorse Umane eOrganizzative delle FS DomenicoBraccialarghe, il Presidente dell’ASTRA Marcello Panettoni, il Diret-tore Generale CONFETRA Piero Luz-zatti, il Segretario Generale ANAVFrancesco Fortunato, il PresidenteCONFSERVIZI Raffaele Morese, ilDirettore FISE-ACAP Giancarlo Ci-pullo, il Direttore delle Relazioni In-dustriali e Affari Sociali di CONFIN-DUSTRIA Giorgio Usai. Il Segretario Generale della UIL LuigiAngeletti ha concluso i lavori.

C.B.

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sfumati, si limiterà la proliferazionedegli accordi collettivi il cui numeroammonta attualmente a circa 400. Ciòcon risvolti positivi per i lavoratori per-ché - è un dato di fatto - l’esistenza didiscipline variegate non aiuta i lavorato-ri bensì li penalizza. Oltretutto, vinco-lando le aziende all’applicazione delcontratto unico, si renderà più difficile ilricorso al dumping contrattuale, grazieal quale le imprese al fine di abbattere dicosti, adottano ccnl relativi a settoricompletamente diversi da quello di atti-vità.L’unificazione e la semplificazione deicontratti, su un piano più generale e diassetti strutturali interni, sembrerebbemettere in discussione l’esperienza delsindacato organizzato su base categoria-le, che ha rappresentato e continua adessere - a mio avviso - un elemento cen-trale dell’identità e dell’appartenenzasviluppata, in chiave aziendale, catego-riale e confederale.La tutela negoziale nell’ambito delluogo e del rapporto di lavoro dovrebbecontinuare a rappresentare l’asse del-l’azione della categoria. L’aspetto cru-ciale che ne deriva è la corrispondenzatra gli assetti organizzativi e quelli con-trattuali. Questo non solo implica l’as-senza di competitività nella stessa areacontrattuale, ma un’azione positiva diconvergenze prima e di unificazione poi,degli assetti contrattuali.L’omogeneità contrattuale porta a consi-derare realistica una contrattazione disettore che può riarticolare su base setto-riale i contratti nazionali, in una prospet-tiva di riduzione di peso del contrattonazionale e di trasferimento di peso e diautorità salariale ai livelli decentrati.Detto ciò devo anche evidenziare che visono motivazioni, non strettamente sin-dacali, che concorrono allo sviluppo diquesta tendenza ad unificare.Esse sono connesse:• all’evoluzione del sistema produttivo

incentrato sull’evoluzione del lavoroe delle molteplicità delle forme cheassume? al convergere delle tecnolo-gie che implica l’integrazione deisistemi produttivi? alla rimessa in

discussione dei vecchi confini mer-ceologici;

• all’espansione della rappresentanza,che deve sviluppare i terreni di espan-sione organizzativa (pmi, nuove figu-re professionali, nuovo terziario inconnessione all’outsorcing)? privile-giare il radicamento nel territorio?ricomporre la rappresentanza deidiversi segmenti del mercato dellavoro;

• all’evoluzione della rappresentanza alivello internazionale, infatti, indiversi paesi si sono realizzate o sistanno realizzando processi di mer-ger1 a livello europeo con caratteristi-che comuni a quelle italiane.

Gli aspetti costituzionali

E’ nota ai giuristi l’esistenza dei vincolidi carattere costituzionale, che condizio-nano la struttura della contrattazionecollettiva, anche se le regole costituzio-nali in materia sindacale sono piuttostostriminzite e, in apparenza, hanno poco ache vedere con la struttura della contrat-tazione collettiva. Infatti, se ci si limitaal tenore letterale dell’art. 39 c. 1 (“L’or-ganizzazione sindacale è libera”) po-tremmo dire che l’ordinamento costitu-

zionale italiano si è preoccupato solo diassicurare al sistema sindacale la piùampia libertà. In realtà i commi successivi dell’art. 39pongono al centro del sistema sindacaleil contratto di categoria e ne disciplina-no in modo rigido organi e procedure distipulazione con effetti non solo preclu-sivi. Inoltre, la mancata attuazione diquella norma ha causato una duplicecontraddittoria conseguenza e cioè, dauna parte, una lacuna normativa che halasciato più libertà alle dinamiche sin-dacali e, dall’altra, il cristallizzarsi disituazioni giuridiche individuali chehanno spesso condizionato le scelte sin-dacali in materia di struttura della con-trattazione. Ciò nonostante, il sistema sindacale ita-liano deve molto alle esperienze chehanno saputo accantonare i progetti diintegrale attuazione delle normativecostituzionali per far riferimento allac.d. teoria dell’ordinamento intersinda-cale di Gino Giugni, secondo cui in set-tori vitali della società possono autono-mamente prodursi vere e proprie regolegiuridiche, dotate di una propria rilevan-za ed effettività, anche senza una precisatraduzione in leggi dello Stato. Proprio grazie a questa teoria si è

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espressa la capacità sindacale per ladefinizione di categorie ed articolazionievolute della struttura contrattuale,capaci di star dietro alla modernizzazio-ne del sistema economico-istituzionaleitaliano, almeno fino a quando la conte-stazione della fine degli anni ’60 fuintesa come una smentita dell’ordina-mento intersindacale.Successivamente la crisi economicadegli anni ’70 e la necessità di porresotto stretto controllo le dinamicheinflazionistiche dei primi anni ’80, anzila necessità di fare i conti col temibilefenomeno economico della stagflazione,ha riportato ad una regolazione più siste-matica delle dinamiche sindacali e dellacontrattazione collettiva.Per cui può ben dirsi che il tema dellastruttura della contrattazione collettivadiviene il cuore di un problema piùampio: cioè quello delle regole per unagestione trilaterale e concertata del siste-ma economico, con inevitabili riflessipolitico-istituzionali.Questi riflessi si sono visti con chiarezzain Italia negli anni ‘80 e, ancor più, neglianni ‘90, soprattutto perché - secondoalcuni - una volta coinvolto il sindacatonella gestione concertata dell’economia,un ordinamento giuridico fondato sullapiena espansione della libertà sindacalerischia di comprimere altre libertà nonmeno rilevanti per lo sviluppo economi-co e civile: la libertà di ini-ziativa economica in pri-mis, ma anche la libertà diciascun lavoratore di sce-gliere modelli organizzati-vi e di vita diversi da quel-li intorno a cui il sindacatocostruisce i modelli ditutela del lavoro.Si paventa il rischio di unconflitto tra lavoratori sin-dacalizzati e lavoratori cit-tadini, prima ancora diquel conflitto di cui parlaAris Accornero, tra vec-chie tutele e nuovi lavori.Ciò è dimostrato propriodal fatto che i miglioriaccordi trilaterali - quello

del luglio 1993 e quello del settembre1996 - non sono riusciti a trovare attua-zione proprio per quella parte che piùdovrebbe modernizzare gestione e rego-le del mercato del lavoro.A tal proposito consentitemi di eviden-ziare che la Uil, per essere il sindacatodei cittadini, sta sostenendo da più diventi anni, la battaglia dei diritti di citta-dinanza, tesa ad affermare un ruolo delcittadino non solo come elettore e con-tribuente, ma soprattutto come soggettoattivo della vita democratica delleComunità. Sociali e politiche e dei servi-zi erogati proprio per evitare lo scontrotra lavoratori sindacalizzati e lavoratoricittadini. Negli anni ’90 è il settore terziario adassumere una particolare rilevanza e,riferendosi a quelle realtà che hannoavuto una più diretta incidenza sull’evo-luzione della struttura della contrattazio-ne collettiva, importante è il ruolo gioca-to dalla prima disciplina del conflittoconosciuta dall’ordinamento italiano: lal. 146/90. Com’è noto, questa leggeriguarda soltanto i servizi pubbliciessenziali, indipendentemente se sianogestiti da aziende private o pubbliche, edè diretta ad arginare il preoccupantefenomeno delle terziarizzazioni del con-flitto. Essa fa sostanzialmente leva sualcuni obblighi - il preavviso, la prede-terminazione della durata dello sciopero

e l’individuazione delle prestazioni indi-spensabili per assicurare un livello mini-mo di continuità nell’erogazione dei ser-vizi essenziali - e su un nuovo organi-smo, l’Authority di garanzia, e sullacongruità delle specifiche disciplinedirette a individuare le prestazioni mini-me (c.d. Commissione di garanzia). Al centro del sistema regolativo vieneposta la contrattazione collettiva, allaquale preferenzialmente la legge affidaproprio il compito di individuare le pre-stazioni minime. Tale contrattazionepuò naturalmente essere anche quellanazionale di categoria, ma è inevitabileche un ruolo particolare venga assuntodalla contrattazione di categoria e, nelprivato, aziendale. Questo perché l’indi-viduazione specifica delle prestazioniminime non può non avvenire in specifi-co riferimento ai singoli contesti orga-nizzativi, i quali non sono omologabiliné a livello di categoria merceologica osindacale né a livello settoriale. Ma la sostanza della trasformazione lacoglie bene la Corte costituzionale inuna sentenza (n. 344 del 18.10.1996)nella quale si rileva che, a differenzadella contrattazione con carattere nor-mativo, nella contrattazione basata sullal. 146/90 “oggetto della contrattazionecollettiva non è un conflitto di interessitra imprenditori e sindacati...bensì ilconflitto tra i lavoratori addetti ai pub-

blici servizi essenziali e gliutenti in ordine alla misuraentro cui l’esercizio deveessere mantenuto per con-temperarlo con i dirittidella persona costituzio-nalmente garantiti”.A questo punto consentite-mi un necessario inciso cheattiene al Disegno di Leggeper la regolamentazione eprevenzione dei conflitticollettivi di lavoro conriferimento alla libera cir-colazione delle persone,presentato in questi giornidal ministro del WelfareSacconi. Si prevede la revi-sione della L. 146/90 in

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settori che incidano sul dirittoalla mobilità e si stabilisce chepossono proclamare scioperile OO.SS. che hanno una rap-presentatività superiore al50%. Le OO.SS. che hannouna rappresentatività superioreal 20% devono indire sullosciopero un referendum obbli-gatorio preventivo fra i lavora-tori interessati e la legittimitàdello sciopero è condizionataal voto favorevole del 30% deilavoratori. Sarà da valutareattentamente e concretamentecome si determineranno talipercentuali, perché non èindifferente in rapporto aquale parametro saranno determinate.A ciò si deve aggiungere una dichiara-zione preventiva di adesione allo sciope-ro se si tratta di servizio o attività di par-ticolare rilevanza, dichiarazione che danoi non è condivisa. In alcune categorieprofessionali e per la particolarità dialcune mansioni, l’astensione dal lavorocauserebbe l’impossibilità dell’eroga-zione del servizio principale ed essen-ziale; in questi casi si propone di sciope-rare virtualmente, anche se le categoriedel trasporto chiedono che questo meto-do di sciopero sia integrativo della pre-cedente regola. Utilizzare lo sciopero virtuale significache il lavoratore pur dichiarando la pro-pria astensione in realtà presta lavoroperdendo comunque la retribuzione eche l’azienda dovrà versare una somma,senz’altro maggiore, per avere deterren-za, ad un fondo destinato a fini sociali.La disciplina sarà comunque demandataalla contrattazione collettiva. Per revocare lo sciopero sarà necessarioun congruo anticipo anche per evitareche, nonostante la revoca dello sciopero,gli effetti di questo si manifestino ugual-mente (effetto annuncio) provocandodiscapito all’azienda ed ai cittadini.Saranno previste sanzioni amministrati-ve per quelle forme di sciopero che cau-sano problemi alla viabilità riguardantiautostrade, aeroporti, linee ferroviarie,porti. Sarà sanzionata ogni tipo di lotta

sindacale che sia lesiva del diritto allamobilità e alla circolazione.E’ prevista una nuova Commissione perle relazioni di lavoro che prenderà ilposto dell’attuale Commissione digaranzia, la quale avrà competenze ditipo arbitrale in aggiunta al compito discambio di informazioni con le varieamministrazioni per l’adozione di ordi-nanze di precettazione. La disciplina è sicuramente innovativa einteressante soprattutto per i risvolti chesi possono avere riguardo alle relazionitra sindacati e aziende e tra sindacato esindacato.La norma più sensibile è quella sullarappresentanza ai fini dello sciopero. Attualmente, sebbene l’art. 39 Cost.comma 2 preveda un ordinamento inter-no a base democratica, nella realtà ognisindacato è lasciato libero e non si ha lacertezza legale di quanti iscritti abbia.La norma sulla rappresentanza nel ddl,potrebbe essere un piccolo passo versola definizione certa della rappresentati-vità delle sigle sindacali. Come UIL,riteniamo necessario individuare unsistema per misurare la rappresentanzasul modello della contrattazione delpubblico impiego, che comporta alcunidiritti ed altrettanti doveri come adesempio, la validità erga omnes dei con-tratti sottoscritti dalle associazioni dato-riali e dai sindacati che rappresentanoalmeno il 51% dei lavoratori interessati.

Alcuni ritengono questenorme previste nel ddl sianolesive del diritto costituziona-le dei lavoratori allo scioperoma, nonostante tale garanziasia effettiva, è la stessa costi-tuzione all’art. 40 a lasciarealla discrezione del legislatoreordinario la regolamentazionedi questo istituto.Resta invece in piedi, a nostroavviso, il problema relativo alfatto che il ddl sembra trasferi-re alle OO.SS. il diritto disciopero, che è un diritto incapo ai singoli, alle persone,ciò crea da un punto di vistacostituzionale una serie di

dubbi. A ciò ha già risposto il nostroSegretario Angeletti: «Il progetto diSacconi ci piace, ma bisogna distingue-re tra il diritto delle persone, che nonpuò essere toccato, e le prerogative deisindacati a proclamare gli scioperi, cheperò devono essere regolamentati».Ritornando al tema principale dellanuova contrattazione essa prevederà unpiù adeguato monitoraggio dei rinnovicontrattuali, eliminando il problema delrecupero del periodo di vacanza contrat-tuale e della erogazione della corrispon-dente indennità.Ciò perché la copertura economica deinuovi contratti partirà dalla data di sca-denza dei precedenti, con un meccani-smo di recupero certo degli scostamentitra l’inflazione misurata con il nuovoindicatore previsionale entro la fine deltriennio di vigenza contrattuale e l’infla-zione effettiva. Nel secondo livello di contrattazioneverranno sviluppate le scelte strutturalidel protocollo sul Welfare del 23.07.07e gli interventi normativi della l. 126/08che incentiva la contrattazione di secon-do livello, da una parte, riducendo tassee contributi, dall’altra, collegando gliaumenti salariali col raggiungimentodegli obiettivi di produttività previa-mente concordati tra le parti. Le materie e gli istituti di competenzasono quelli delegati dal contratto collet-tivo nazionale o dalla legge e non nego-

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ziati ad altri livelli di contrattazione inbase al noto principio del ne bis in idem. Infine, per incentivare e diffondere lacontrattazione di secondo livello, la con-trattazione di settore potrà definireaccordi territoriali fra le associazioni diimprese ed i sindacati territoriali di cate-goria che possono modificare singoliistituti normativi o anche economici delCCNL. Ciò permetterà di governaremeglio le crisi aziendali e di favorire losviluppo economico ed aziendale nellearee di riferimento.Le controversie interpretative verranno,poi, disciplinate in sede di autonomiacollettiva e risolte in sede territoriale e,laddove non si trovi una soluzione intale sede, si ricorrerà a collegi arbitrali e,comunque, in base alle procedure indi-cate del contratto nazionale o da accordiinterconfederali. In questo quadro si inserisce anche lascommessa di individuare nella bilatera-lità un meccanismo idoneo a ridisegnarele relazioni industriali. In seguito alla modifica della contratta-zione collettiva, sarà il contratto nazio-nale di categoria a regolare le relazioniindustriali a livello nazionale, territoria-le, ed aziendale e quindi a definirenuove forme di bilateralità. Il sindacato,inoltre, potrà interloquire con maggioreincisività nelle politiche del lavoro enella programmazione delle risorsedisponibili.Venendo ora alla contrattazione attuale,indubbiamente la categoria dei trasportisi è mossa per prima sulla esigenza diattuare un’unificazione contrattualeanche se avviata diversamente nei varisettori: dalla fase avanzata nel settoredella mobilità (autoferrotranvieri, ferro-vieri e servizi), ad una prima intesa suun settore della viabilità (anas e auto-strade), fino ad arrivare, nel settore tra-sporto aereo, a proporre un contrattonazionale per tutto il personale di terra edelle attività portuali.Ovviamente gli orientamenti sono diver-si e meritano una riflessione attenta per-ché diverse sono le esperienze contrat-tuali, i risultati, le relazioni sindacali e irapporti fra organizzazioni e datori di

lavoro.Partiamo da quello della mobilità.La proposta è nata nell’ambito sindacaleritenendo che dalla contrattazione unicatrarranno benefici non solo i lavoratori,ma anche le aziende, che vivono nel pro-cesso di liberalizzazione. Il contrattounico serve, inoltre, a dare stabilità ecredibilità a un processo di riforma deltrasporto su gomma e ferro che, in modoirrinunciabile, deve essere attento all’in-teresse della collettività. Proprio a taleproposito è opportuno evidenziare comela confusione normativa e la carenza dirisorse, che si sono tradotte in insuffi-cienti investimenti sulle infrastrutture enel conseguente mancato sviluppo deiservizi, hanno condizionato negativa-mente le relazioni industriali con unaforte conflittualità che ha prodotto danniall’utenza, nonostante che la Uil abbiasempre cercato di limitare gli effettinegativi delle proteste dei lavoratori suicittadini. Sarebbe quindi auspicabile cheil percorso verso una normativa comunesi accompagni anche ad una politica diindirizzo omogeneo e controllato chemetta ordine alle spinte di confusa libe-ralizzazione nate dalle innovazioni checi sono state nei settori del ferro egomma del trasporto persone e merci.Il sindacato vuole assumere, con l’unifi-cazione contrattuale, la responsabilità disollecitare una concreta politica dei tra-sporti, che rilanci il trasporto collettivo,rendendolo valida ed efficiente alternati-va a quello individuale, anche alla lucedell’attuale crisi economica ed in parti-colare nelle aree urbane e extraurbane,dove si tradurrebbe in meno inquina-mento, risparmio energetico e migliora-mento della qualità della vita.Per entrare maggiormente nelle specifi-cità dei settori coinvolti, nel TrasportoPubblico Locale e nel trasporto regiona-le su ferro si è avviata, con il Decretolegislativo 422/97, la riforma del siste-ma che attribuisce alle Regioni compe-tenza in materia di trasporti urbani eregionali. È noto che la normativa si incentra sul-l’affidamento tramite gara di appalto deicontratti di servizio, parzialmente remu-

nerati dalla finanza pubblica. Tale siste-ma avviato in alcune regioni dovrebbeentrare definitivamente a regime entro il2010, seppure con eccezioni come l’affi-damento in house previsto dal comma 3dell’art. 23bis del D.L. 112/2008.In alcune regioni italiane tali gare sulTPL sono già state effettuate o sono invia di perfezionamento, in esse moltospesso vengono inclusi servizi svolti siada Trenitalia che dalle aziende autofer-rotranviarie.Diversamente, per quando riguarda ser-vizi di trasporto cosiddetti commerciali,come quello ferroviario ad alta velocitào il merci, con le Direttive 18 e 19 del1995 (e le successive 12, 13, 14 del2001) si è lavorato sulla progressivaapertura del mercato, consentendo l’ac-cesso ad un molteplice numero di vettoripurché in possesso dei requisiti di sicu-rezza previsti dalle normative.Già oggi nell’ambito del trasporto mercisulle reti nazionali accedono un nutritogruppo di compagnie di trasporto, spes-so di proprietà straniera e, dal 2011,anche nel trasporto passeggeri ad altavelocità sarà possibile vedere la circola-zione di nuovi vettori come ad esempiola Ntv di Montezemolo e Della Valle.Vogliamo aggiungere alcune valutazionisu Trenitalia, che con la sua DirezioneTrasporto regionale copre circa l’80%del trasporto ferroviario locale comples-sivo con seimila treni giornalieri effet-tuati sui complessivi ottomila. Anche ilcontratto di servizio di Trenitalia è stori-camente stato concesso per affidamentidiretti. Trenitalia ha comunicato alleOO.SS. che per il 2009 non vi sarannotagli alla produzione anche a fronte diuna riduzione di 50 milioni del finanzia-mento statale anche in quanto sonocoperti dalla contribuzione regionale. Siipotizza nel mese di giugno una crescitadel 2% dei treni per Km/anno, inferioresicuramente al piano d’impresa, masuperiore al 2008. Per quel che concerne il settore merci,poi, la divisione Cargo di Trenitalia, acausa della recessione e della riduzionedei trasferimenti statali, ha previsto, dal2008 al 2009, una riduzione del servizio

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pari al -27% di treni per km\anno che faporre un problema di sopravvivenza ditale settore. Esiste, comunque, il rischio di una ridu-zione dell’offerta nei treni di serviziouniversale che ovviamente risente deltaglio dei trasferimenti pubblici chesono sostanziosi rispetto al fabbisognoindicato dalle Ferrovie. Infine, non ci sono regole certe in vistadell’entrata dei privati sui binari. Adoggi 45 imprese hanno ottenuto le licen-ze, anche se 19 sono operanti con unastruttura societaria con paesi confinanti.Noi vogliamo che ci siano chiariti gliassetti societari, sia quelli dell’alta velo-cità, sia di quelle che eventualmentenascono a livello regionale.Noi non siamo contrari in linea di princi-pio, ma vogliamo capire le eventualiricadute sul personale e sulservizio.Anche nel trasporto commer-ciale è necessario riprendere iprincipi dell’Accordo del 18Luglio 2007, tra Federazionedei trasporti e Governo, cheestende l’obbligo di applica-zione del nuovo contrattounico anche a questi lavorato-ri limitando l’applicazione dicontratti individuali o di con-tratti nazionali non pertinenticon il settore.Per sintetizzare in linea dimassima si sono consolidatedue strategie di apertura allaconcorrenza: da una parte neisettori che godono di contributi pubblici(settori sussidiati in particolare nel TPL)si è tentata l’apertura a una cosiddetta“concorrenza per il mercato” incentratasul sistema delle gare di appalto, dall’al-tra, nei settori in cui era possibile mette-re in atto una politica commerciale conun’adeguata libertà tariffaria, si è avvia-ta la progressiva apertura della “concor-renza nel mercato” con la possibilità diaccesso alle reti di nuovi vettori.Questi processi, come si vede, non sonoancora giunti a pieno compimento ma, alla luce delle prime esperienze, è giàpossibile affermare che essi richiedono

ulteriori suggerimenti innovativi enecessitano, anche con una certa urgen-za, di alcuni correttivi.E’ evidente che per avere un’interlocu-zione anche sui processi di sviluppo eorganizzativi è utile il contratto unico,con i contenuti individuati concorde-mente nel Verbale di Incontro del lonta-no 21 Novembre 2007 presso il Ministe-ro del Lavoro.Come passo successivo il 21 Febbraiol’Assemblea Generale delle 7 principaliorganizzazioni sindacali del TPL e dellaAttività ferroviarie ha licenziato unapiattaforma di linee guida per la realiz-zazione di un contratto unico dellamobilità.Tuttavia, la disponibilità all’innovazio-ne del Sindacato italiano, che mira adanticipare i mutamenti in corso ed a for-

nire un quadro di regole fruibili e certeper tutti, non è stata supportata dalleOrganizzazioni Datoriali che non hannocolto fino in fondo questo processo e sisono trincerate dietro un atteggiamentodilatorio, anche perché vi sono posizioninel merito piuttosto distanti.Alcune Associazioni Datoriali fin dalprimo momento hanno dichiarato lapiattaforma sindacale irricevibile, in evi-dente contrapposizione con altre che sisono dal primo momento dichiaratedisponibili al confronto.Ne è conseguito, il 9 Maggio 2008, il

primo sciopero nazionale di 4 ore per il

rinnovo del Contratto Nazionale dellaMobilità, in cui, per la prima volta duecategorie di lavoratori, i Ferrovieri e gliAutoferrotranvieri, storicamente e con-trattualmente distinte, hanno scioperatoinsieme per la realizzazione di un uniconuovo contratto collettivo nazionale dilavoro. A questo sciopero ne sono segui-ti altri 3 di 24 ore per rivendicare l’aper-tura di un tavolo di trattativa.La massiccia partecipazione a questiscioperi, con punte di quasi il 100% deilavoratori interessati, è la dimostrazionelampante che i lavoratori sono disponi-bili a mettere in discussione anche lecertezze dei vecchi contratti per unonuovo tutto da scoprire.Risulta evidente, quindi, la necessità ditutelare i lavoratori dei due comparti, icui confini sono sempre più labili e sta-

bilire un punto fermo ditutela consistente nell’indi-viduazione di questo con-tratto nazionale che leimprese aggiudicatariedovranno applicare ai lavo-ratori impegnati nei servizimessi a gara e dare vita alla“clausola sociale” cheimponga alle impresesubentranti il mantenimentodella contrattazione ai lavo-ratori coinvolti nei processidi subentro derivanti dallaliberalizzazione. Ci sembrano ragioni fortiper proseguire nella verten-za tesa a dare ai lavoratori

del settore un nuovo e moderno contrat-to che sia punto di riferimento nel pano-rama sindacale ed è realistico credereche si potranno risolvere quelle difficol-tà emerse su alcune materie quali inqua-dramento e struttura retributiva. Intanto questo settore ha la necessità diraggiungere l’accordo contrattuale, poi-ché sia il CCNL dei ferroviari che quellodel Trasporto pubblico locale sono sca-duti il 31.12.07 e l’eccessiva lentezzanel portare avanti la trattativa si traducenella perdita del potere d’acquisto delleretribuzioni dei lavoratori. Lo stallo della situazione ha indotto il

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Ministero dei Trasporti a convocare leparti nel corso dei mesi di Novembre,Dicembre, Gennaio e Febbraio.Allo stato attuale, anche se oggi pome-riggio è prevista una riunione tecnica,siamo in attesa della convocazioneconclusiva del Ministro Matteoli, chedovrebbe avvenire il più presto possi-bile, dalla quale ci attendiamo ne risul-ti la sottoscrizione del Protocollo diIntesa, discusso nel corso delle ultimesettimane.Tale protocollo dovrebbe prevedere l’in-dividuazione di alcuni capitoli contrat-tuali quali il primo nucleo del nascentecontratto. La restante parte della norma-tiva dovrebbe essere, in questa primafase, rimandato ai tavoli di settore auto-ferrotranvieri e ferrovieri che devonooperare in maniera convergente, conl’obiettivo di favorire il raggiungimentodel risultato.Si tratta di un atto di grande responsabi-lità da parte del sindacato che, pur man-tenendo forte la volontà di addivenire alcontratto unico, stante le difficoltà e leresistenze, è disponibile ad avviare unpercorso a tappe come quello previstonel protocollo.Deve essere chiaro a tutti che, qualorafallisse anche quest’ultima mediazioneministeriale anche in eventuali tavoliseparati, l’obiettivo del sindacato reste-rà quello della semplificazione contrat-tuale.Come brevemente anticipato, anche neltrasporto aereo è in atto una riflessioneal fine di pervenire ad un contratto unifi-cato delle diverse figure professionaliche operano nel settore e che forniscaagli operatori un quadro di riferimento atutela dei lavoratori e delle imprese. LaUiltrasporti ha avanzato la richiesta digiungere ad un Contratto Nazionale sulpersonale di terra del trasporto aereo edelle attività aeroportuali che contemplile tipologie di attività come previste dald. lgs. 18/99 e tutte le altre presenti nelsettore aeroportuale. La richiesta digiungere ad un contratto unico nasceanche dall’esigenza di superare le logi-che monopoliste e di creare un impiantonormativo volto a tutelare il lavoro

anche nel contesto della liberalizzazio-ne. Anche in questo caso si ritiene quin-di necessario estendere la clausolasociale per affrontare il passaggio di atti-vità e lavoratori tra le aziende esercentiservizi di terra. Inoltre, essa permette-rebbe di raggiungere un allineamentodelle diverse condizioni lavorative e disanare le aree di incertezza interpretati-va o di applicazione diversificata neidiversi scali del Paese dei medesimi isti-tuti contrattuali L’altra ipotesi di contratto unico la cuidefinizione riguarda il settore della via-bilità ed è destinata a riunire i contrattidell’Anas s.p.a. e delle società e consor-zi concessionari di Autostrade e Trafori.A tal fine in data 25 novembre 2008 èstata siglata un’intesa da ANAS, Feder-reti e Fise-Acap e da Filt, CGIL, FitCISL, UIL Trasporti, UILPA e sindacatiautonomi. Con l’intesa del 25 novembre 2008 leparti hanno concordato di attivare unpercorso che porterà alla stesura di uncontratto collettivo nazionale unico perla viabilità e alla sua entrata in vigore il1° gennaio del 2010.L’obiettivo del nuovo impianto contrat-tuale è quello di riuscire a sostenere lemoderne dinamiche degli assetti produt-tivi, aumentando competitività e poten-zialità delle Aziende interessate e, nelcontempo, a preservare e garantire tutelee diritti dei lavoratori.Questa è probabilmente la vera sfida chesi pone innanzi alle parti in gioco.Il nuovo contratto dovrà, da un lato,migliorare il sistema delle relazioni

industriali a livello settoriale, con parti-colare riferimento alle normative diinformazione – consultazione, recepen-do lo spirito delle normative europee edampliando la parte di confronto sullepolitiche di settore. Dall’altro, dovràfornire strumenti che consentano lacomparazione con le condizioni di mer-cato e con gli ordinamenti propri di altrerealtà produttive. Infine, dovrà garantireomogenee condizioni di lavoro definen-do una struttura normativa più “larga”,connotata cioè da una maggiore genera-lità degli istituti contrattuali fondamen-tali e assicurando la rispondenza alle esi-genze di regolamentazione delle specifi-cità aziendali attraverso la contrattazio-ne di secondo livello, definendonemodalità, tempi e materie.Queste sono le premesse dell’accordo, larealtà è, però, molto più complessa diciò che viene scritto.Per giungere ad un contratto condiviso,bisogna, infatti, trovare dei punti di con-vergenza tra due realtà contrattuali,quella dell’ANAS e quella di Autostra-de, molto differenti tra di loro, anche sele attività delle due Aziende sono affini.Noi crediamo che, nella costruzione delcontratto unico della viabilità, si possa-no raggiungere dei risultati apprezzabilise le cose vengono fatte con moltapazienza, cercando di garantire che, purarmonizzando le due realtà, non si fac-ciano soffrire conquiste fatte con grandesacrificio dei lavoratori. Nessuno pensadi sommare le cose esistenti nei due con-tratti, ma di arrivare ad uno nuovo dovevi siano certezze di rispetto delle sca-

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denze e dei contenuti contrattuali e chesi definiscano nuove procedure di rela-zioni in cui i rappresentanti dei lavorato-ri non vengano consultati solo quando lecose vanno male, ma siano una partefondamentale nello sviluppo delle azien-de in quanto gli interessi sono comuni.Se nel confronto saranno equamenterappresentati gli interessi di cui le partisono portatrici ed il risultato finale saràquello di un reale miglioramento dellerelazioni industriali a livello settoriale edi un adeguato sistema di regole, cheriesca a veicolare i processi di liberaliz-zazione, tutelando il lavoro e sviluppan-do una concorrenza tra le aziende e leimprese del settore che sia corretta,equilibrata e basata su parametri di effi-cienza, il guadagno per queste, in termi-ni di stabilità e crescita, sarà assicurato.Per il sindacato ci sarà invece la certezzadi avere posto delle basi per una relazio-ne proficua e costruttiva tesa alla salva-guardia degli interessi generali ed in par-ticolare di quelli dei lavoratori.Sono quindi allo studio soluzioni volte afar riferimento per la parte normativa alccnl dell’Anas s.p.a. e per quella econo-mica alla struttura della retribuzionevariabile del contratto di Autostrades.p.a. Si mira, quindi, ad ottenere unrisultato dalla cui combinazione puònascere un sistema aperto a nuove possi-bilità. Dalla creazione di percorsi di car-riera, all’aumento dei minimi retributivi,dal potenziamento della qualità del ser-vizio, al miglioramento delle politicherelative alla sicurezza ed in particolare

ad una maggiore informazio-ne e collaborazione tra orga-nizzazioni sindacali e azien-de. Collaborazione necessa-ria ed irrinunciabile peraffrontare la crisi che stacoinvolgendo l’intero siste-ma economico.L’intento è quello di ultimarei “lavori” al più presto e direndere applicabile il nuovocontratto a partire dal 1° gen-naio 2010. Il contratto unicodella viabilità avrà anchel’obiettivo di perseguire il miglioramen-to del sistema delle relazioni industriali,con particolare riferimento alle normati-ve che stabiliranno i percorsi del con-fronto: le sedi, le procedure, i contenutied i ruoli, consentendo la comparazionecon le condizioni di mercato e con lenormative applicabili ad altre realtà pro-duttive ed il recepimento dello spiritonormativo europeo.L’ipotesi di contratto unico dovrà ovvia-mente tradursi in una piattaforma con-trattuale in cui verranno disciplinati isti-tuti di portata generale, atti a garantirecondizioni lavorative uniformi nel setto-re di riferimento. Le esigenze di regola-mentazione delle specificità aziendaliverranno, poi, attuate con la contratta-zione di secondo livello trovando unpossibile accordo di primo livello supunti importanti quali il sistema dellerelazioni industriali, la disciplina delrapporto di lavoro e l’utilizzo delle tipo-logie contrattuali, l’orario di lavoro, le

aree di classificazione, inparticolare con riferimentoalle tabelle di equiparazio-ne dei profili professionalied ai rispettivi parametrieconomici. Tale piattaforma contrat-tuale dovrà essere prontaentro aprile 2009, in mododa poter iniziare il confron-to con i rappresentanti diAnas s.p.a. e di Autostrades.p.a. e giungere quantoprima alla stesura definiti-va del contratto. Anche

qui, infatti, si fa pressante l’esigenza diprocedere al rinnovo contrattuale. Infat-ti, il ccnl dell’Anas è scaduto il 31.12.05anche se successivamente è stato adotta-to un protocollo di intesa a parzialecopertura dell’intero articolato contrat-tuale e a cui bisogna comunque renderemerito per l’accordo sulle previsionieconomiche valide fino al 31.12.09. Perla società Autostrade, poi, il contratto èvenuto a scadenza il 31.12.2007 anchese, con riferimento al biennio economi-co, c’è stato ultimamente un rinnovovantaggioso per il potere di acquisto deilavoratori. In conclusione, noi ci poniamo, con unmetodo di lavoro, caratteristico delnostro Dna, che assegna un ruolo fonda-mentale al dialogo costruttivo, e ciò èstato ampiamente dimostrato al semina-rio, svoltosi al CNEL, promosso dallecontroparti datoriali, dove eravamo pre-senti, unica sigla confederale, così, oggie domani, vogliamo proseguire il con-fronto al fine di portare avanti la trattati-va in corso. Noi siamo convinti che tuttele diffidenze e le relative opposizionipossono essere superate solo dal con-fronto di merito che si può aprire in unatrattativa vera e non per sentito dire. Per-tanto chiediamo di sederci intorno ad untavolo per confrontarsi in una “no stop”dove finalmente si potranno creare lecondizioni per arrivare alla conclusionedelle trattative per il contratto. In realtà, seppure al momento attualenon sussistono ancora le condizioni peril raggiungimento definitivo del risultatodel contratto unico, esso resta comunque

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l’obiettivo finale e, anche se si dovesse-ro aprire tavoli di trattativa separata fra idue settori, le parti parziali che sarannoconcordate, devono essere rivolte a faci-litare tale risultato e non a mettere osta-coli.Quindi, l’impegno che chiediamo a noistessi e poi alle nostre controparti è:lavoriamo oggi con le possibili soluzio-ni, ma considerandole solo una tappaverso il traguardo finale che, comeabbiamo tentato di spiegare, è utile atutti.In tal senso, pur dovendo posticipare lacompleta realizzazione del contrattounico, si chiede di pervenire quantoprima ad un rinnovo per la parte econo-mica in grado di restituire ai lavoratori ilpotere d’acquisto venuto meno in segui-to alla scadenza dei contratti collettivi inprecedenza vigenti. Non si può aspettareancora, essi sono scaduti il 31/12/2007,e questo è dirimente nelle nostre rela-zioni, prima lo chiudiamo e prima sare-mo in grado di procedere sulle altrecose. Ancora, si chiede che il nuovo contrattounico preveda l’applicazione di unaclausola sociale per i settori di riferi-mento, in modo da unificare la discipli-na contrattuale anche sotto tale aspetto.Attualmente in alcuni settori, seppureesiste una clausola sociale, ha rilievolimitato creando conflittualità all’inter-no di alcune aziende del trasporto regio-nale. La stessa posizione di apertura al con-fronto esiste, da parte nostra, verso leproposte che verranno avanzate per lacreazione del contratto unico per la via-bilità, che ha davanti a sé ancora unlungo percorso, ma del quale si sono evi-denziate le numerose potenzialità ed ivantaggi che ne deriveranno.

1 In un contesto economico globale e alta-mente competitivo, lo sviluppo aziendaleviene sempre più spesso perseguito attraver-so processi di crescita esterna, che si traduco-no in operazioni di acquisizione/cessione diaziende/rami d’azienda, fusioni e joint-ven-tures (M&A).

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L’intervento di Domenico Braccialarghe

Direttore Centrale RisorseUmane e Organizzative F.S.

Buon giorno a tutti. Ringrazio perl’invito che ho accolto moltovolentieri e porto il saluto e l’au-

gurio di buon lavoro dell’ing. MauroMoretti, AD del Gruppo FS. Farò unintervento breve, cercando di trattare gliargomenti centrali che caratterizzano lastagione che abbiamo davanti e che dob-biamo fronteggiare. Parlo di liberalizza-zione del trasporto ferroviario e quindi diMercato, di concorrenza, della necessitàdi regole e della nostra necessità di esse-re un’Impresa che si mette in condizionedi giocarsi la partita.La concorrenza è una cosa che inducetutti quanti gli attori a chiedersi comefare a essere più capaci, più pronti, piùefficienti. Apre degli spazi nuovi rispettoal mercato chiuso del monopolio, però haanche delle spine che sono quelle delconfronto tra chi era il gestore del servi-zio precedente, in monopolio magariassistito, e chi invece è il nuovo entrante,che ovviamente come avviene sempre inquesti casi, non entra con le regolepesanti del vecchio gestore; me se non èobbligato da un sistema di regole comu-ni, almeno per quanto attiene alcuniaspetti, io cito quelli legati fortementealla sicurezza, è immediatamente imma-ginabile che farà riferimento al contrattoche in questo paese si può legittimamen-te applicare, che costa di meno. È unacosa che abbiamo già visto nella primaparte di liberalizzazione del trasportomerci, là dove sono stati addirittura sti-pulati contratti individuali con ex dipen-denti delle ferrovie che sono andati inpensione e che sono stati assunti per con-tinuare a fare quel mestiere. Apro unaparentesi che sottolinea la necessità diregole. Il macchinista delle ferrovie puòaccedere al trattamento pensionamento a58 anni, in anticipo rispetto ad altri, per-ché ha quel tipo di profilo; se volete èuna normativa che ha anticipato la que-stione dei lavori che si considerano parti-

colarmente usuranti; è anche abbastanzasingolare che in questo paese, uno possaandare in pensione prima, in quanto mac-chinista, perché si decide che è un tipo dilavoro che è inopportuno che uno possaprolungare oltre quella età; e dopo essereandato via dell’azienda venga assuntoper fare il macchinista con un contrattoindividuale, con limiti di prestazione chenon siamo in grado neanche di controlla-re, perché non si capisce bene a qualecontratto fanno riferimento per fare con-correnza alla ferrovia. Quindi è evidenteche chi entra in un mercato che si libera-lizza, che non ha obblighi di servizio suuna intera rete, ma può scegliere le due otre tratte dove c’è effettivamente un mer-cato in crescita, un mercato forte, e ha lapossibilità di applicare ai propri dipen-denti un contratto che è meno oneroso,con possibilità di produttività più ampiarispetto a quella del suo concorrente, evi-dentemente ha una vita semplificata. Equesto non vale solo per le merci, perchécome voi sapete sono state già conferitele licenze, diventeranno operativi i primioperatori privati del trasporto a lungapercorrenza.Ora è evidente che noi abbiamo disponi-bilità ad affrontare il tema della competi-zione con le altre imprese, sperando dipoterci giocare la partita ad armi pari;sperando di poterci giocare la partitasulla base di alcune regole comuni; per-ché se così non fosse, una liberalizzazio-ne che avviene senza regole comuni, èuna liberalizzazione che apre una serie diproblemi che credo siano molto compli-cati da gestire, per tutti. Faccio riferimen-to ad una comunicazione che è stata dal-l’assessore regionale di una regione, cheha anticipato la decisione assunta di fareuna gara dividendo il servizio regionalein 5 lotti; prevedendo che entro questoanno sia fatta già l’aggiudicazione alle 5imprese che gestiranno questi 5 lotti, inmodo da far partire il servizio ferrovia-

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rio, in questo modo liberalizzato, dal2012. In ciò non si capiscono alcune coseche io credo siano importanti; intanto nelmomento in cui si divide un servizio uni-tario in 5 lotti, c’è un primo problema, diindividuare si esiste o non esiste unaclausola sociale, come immagino che intutti i contratti in base al codice civile2112 più le leggi regionali, comunque sianecessario prevedere. Ma se questo c’è,bisogna anche capire come si divideran-no nei 5 lotti i ferrovieri che oggi inmaniera integrata fanno il loro servizio;quindi chi andrà da una parte e chi dal-l’altra. Ma se ci fosse un unico contrattoquesta cosa tutto sommato può avere unvalore per capire se uno appartiene allaJuventus piuttosto che all’Inter. Ma se ioimmagino che questi 5 lotti, che presup-pongono la suddivisione di un gruppo diferrovieri che oggi fanno un serviziointegrato, in 5 diverse aziende, e ciaggiungo la possibilità che queste 5aziende abbiano uno, due, tre, fino a 5contratti diversi, mi immagino uno sce-nario che diventa complicato per tutti.Allora mi chiedo chi è che può avereinteresse a non ragionare sulla costruzio-ne di regole comuni, e mi rivolgo inmodo particolare a chi fa la norma, hodetto prima, almeno per gli aspetti legati

alla sicurezza. Io penso che sia opportu-no immaginare che esista una presenta-zione massima giornaliera, settimanale,mensile; poi il livello si fisserà, masarebbe opportuno che si decidesse inquesto paese che chiunque fa una attivitàdi questo tipo può applicare l’aliquotaoraria che ritiene, in base alla ricchezzadelle casse della società; però nessunopuò immaginare che si possa arrivare aguidare un treno per più di x ore conse-cutive; o che tra una prestazione e l’altraci debbano essere x minuti o settimane omesi di riposo; voglio dire una serie diregole che siano in qualche modo un vin-colo per evitare che si possano innestarealcuni aspetti problematici che se nongestiti prima, credo aprano fronti moltocomplicati. Il che non vuol dire che noiabbiamo l’assoluta necessità di avere ununico contratto di lavoro. Noi stiamofacendo molta fatica a capire se ci sonole condizioni o meno per arrivare a scri-vere in tempi non brevissimi, forse in piùtappe, un contratto unico di lavoro cheprenda tutti i lavoratori della mobilità, ditipo pubblico, forse anche privato,immaginando che gli istituti del contrattosiano uguali e comuni a tutti quanti. Nonso se ci riusciremo, ci sono molte diffi-coltà; è chiaro che si parte da contratti

molto diversi, storie diverse, stratifica-zioni diverse, inquadramenti diversi,costi diversi. È altrettanto chiaro che cisono molte cose che possono esseremesse a fattor comune; molti istituti sonol’applicazione in sede aziendale di nor-mative di legge che non hanno particola-ri differenze tra chi le applica in unaazienda piuttosto che in un’altra. Altriinvece hanno differenze rilevanti e sonoanche particolarmente incisive sotto ilprofilo della competitività dell’azienda.Quindi è chiaro che il lavoro da fare ècomplicato ed è anche comprensibile checi siano le resistenze di chi vede il rischiodi avere un contratto peggiorativo da unpunto di vista dei costi, soprattutto quan-do si affaccia il momento delle gare,quindi avare un vantaggio competitivoche deriva da regole di utilizzo di uncerto tipo; è una cosa che non vorrei per-dere se io mi trovassi in questa condizio-ne; così come chi non si trova in questacondizione, auspico, che prima dellegare questa cosa sia messa a fattor comu-ne.Abbiamo un lavoro complesso da com-piere e lo stiamo affrontando con l’im-pegno necessario e con la consapevolez-za dell’importanza delle questioni indiscussione. Vi ringrazio

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Intanto ringrazio gli amici della UILdi avermi invitato ad essere presenteanche oggi. E’ proprio ad un vostro

appuntamento che si tenne il 22 novem-bre 2008, il giorno successivo alla firmadi un verbale di intesa presso il Ministe-ro del Lavoro in merito al cosiddettocontratto della mobilità, che io ebbimodo di chiarire, di fronte alla vostraorganizzazione, quello che pensavoavrebbe dovuto essere lo sviluppo diquelle poche righe che avevamo firmatoil giorno prima.Prima di entrare nel merito, permettete-mi di dire una cosa che parte dal tema dioggi, il nuovo modello contrattuale. Perparlare di un nuovo modello contrattualeci vorrebbe prima una nuova politica deltrasporto pubblico in questo nostropaese, almeno questo. Io parlo del trasporto pubblico localeperché sono il presidente di ASSTRA,altri colleghi possono dire del trasportoferroviario, di altri settori e così via. Maperché dico questo? Noi abbiamo assi-stito con la fine della precedente legisla-tura ad una interruzione di un percorsofaticosamente avviato. Dopo un anno difatiche eravamo riusciti a coinvolgereParlamento e Governo su un tavolo diconfronto a Palazzo Chigi. Riuscimmoad ottenere una finanziaria che per laprima volta, dopo molti anni, ridava aquesto nostro settore del trasporto pub-blico locale e ferroviario una certa quan-tità di risorse e una prospettiva di rilan-cio del servizio. Non parlo delle aziende,ma parlo del servizio che rendiamo aicittadini.In ogni occasione, pedantemente, tornoa dire che le nostre aziende, circa due-cento associate ad ASSTRA e le moltecentinaia associate ad ANAV, portanocirca 15 milioni di persone al giorno,mentre la rete FS stando ai dati ISTATne porta 1,5 milioni. Eppure tutte levolte, ad inizio di ogni legislatura, dob-biamo fare una fatica dannata perché ilpotere politico, a livello nazionale e alivello locale, si accorga dell’importanza

di questo nostro settore. Oggi pomeriggio abbiamo un appunta-mento auspicabilmente positivo, ma inqualche misura improprio al Ministerodei Trasporti per il rinnovo del contratto.Io vorrei infatti andare al Ministero deiTrasporti, se non a Palazzo Chigi, perparlare di un progetto generale o forsedel servizio di TPL, di quali investimen-ti in infrastrutture di trasporto in sedepropria; di quali investimenti in struttureinnovative; di meccanismi premiali perquelle città che fanno più corsie prefe-renziali rispetto ad altre. Vorremmo cheil piano per l’ammodernamento delmateriale rotabile, fosse esso dei pul-lman, dei treni, dei tram ecc., non fossecome un fiume carsico che si sprofondaper qualche anno e poi saltuariamenteriemerge. Per noi aziende è necessario avere unaprospettiva di lungo periodo sul servizioda dare ai cittadini e sui mezzi con iquali soddisfarlo, questo è fondamenta-le, al di là dei risvolti occupazionali cheuna programmabilità certa di risorse inquesto settore può dare a tutte le impreseche producono beni.È in atto uno spostamento modale dellamobilità delle persone del trasporto indi-viduale a quello collettivo, a causa dellacrisi economica, assai consistente.

Ma c’è qualcuno che si fa carico di capi-re questo problema e di capire che ilnodo del trasporto pubblico locale sirisolve con un grande progetto naziona-le/regionale o altrimenti non c’è proget-to e non c’è prospettiva? O è così, o cor-riamo il rischio, allora sì, di dividerci sucose che sono importanti per la vita diognuno di voi e di noi, ma che nonrispondono alle esigenze del servizio. Non può essere questa l’attenzione che ilsettore deve avere, non può essere que-sta la condizione operativa in cui voicome lavoratori, noi come aziende, citroviamo a dover operare.Sul tema odierno, vado rapidamentesulla questione della disciplina dellaregolamentazione dello sciopero in que-sto nostro settore. Dico con grande fran-chezza che si può variamente giudicarequesta proposta del governo però nelcomplesso occorre dire che essa coglieun’esigenza dei cittadini, non tanto delleaziende, cioè, di trovare un nuovo equi-librio tra il diritto alla mobilità dei citta-dini e il diritto dei lavoratori a manife-stare il loro dissenso rispetto alle concre-te condizioni di lavoro nelle quali si tro-vano ad operare, a livello locale e alivello nazionale. La posizione che dice-va Angeletti al riguardo, credo sia equi-librata. Sui temi contrattuali dai quali siamopartiti, torno alle cose che di fronte a voidissi poco più di un anno fa. Sono con-vinto che di fronte ad un quadro norma-tivo che si evolve e che ha uno dei pro-blemi nelle modalità di affidamento, siaanche opportuno e necessario determi-nare un nuovo quadro di regole a disci-plina e tutela del personale. Non c’è dubbio, in un mercato che si valentamente liberalizzando. Foccillorichiamava correttamente come all’in-terno del tema della liberalizzazione delsettore trasporto ci sia la liberalizzazio-ne per il mercato, che riguarda il traspor-to pubblico locale, mentre per un’altraparte di questo settore della mobilità iltrasporto passeggeri a lunga percorrenza

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Marcello Panettoni alla tribuna Presidente ASSTRA

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e le merci vige il principio della libera-lizzazione sul mercato. Una volta tantoil modello giuridico di una legge italiananon è venuto dietro un regolamentoeuropeo ma l’ha preceduto, perché ènato che il regolamento europeo sostan-zialmente assuma l’impianto giuridicodella 422, perché stabilisca che la primamodalità di affidamento è quella dellacompetizione per il mercato. Sono duemondi assai diversi, tanto per esserechiari, in termini di qualità del lavoro, diregole, di meccanismi, di risorse perl’equilibrio di bilancio. Nelle aziendeche operano nella liberalizzazione nelmercato tutto deve essere reperito nelmercato stesso. Nel mondo che ciriguarda la cosa è un po’ diversa, perchétutti coloro che fanno trasporto pubblicolocale su ferro, su gomma o anche suacqua trovano il loro equilibrio finanzia-rio dalle compensazioni per gli obblighidi servizio per almeno due terzi dellerisorse necessarie. E’ evidente che noiagiamo in un comparto che ha una quali-tà del lavoro e di esercizio del propriomestiere che è profondamente diverso,sia da parte degli autoferrotranvieri, maanche per i macchinisti dei treni regiona-li, che fanno un lavoro oggettivamentediverso da quelli dell’Eurostar.Purtuttavia io sono convinto che ci siaun terreno comune tra gli operatori dellamobilità, ed è per questo che anche io hofirmato quel verbale al Ministero delLavoro. La nostra associazione e laparallela associazione dell’ANAVhanno però ritenuto la piattaforma o lelinee guida presentate dal sindacato irri-cevibili perché erano troppo oltre quelloche in quei verbali era stato scritto. Anostro giudizio in quella piattaforma dicontratto unico si andava troppo precipi-tosamente a non considerare che non c’èsemplicemente un mestiere che in qual-che modo unifica il nostro mondo dellavoro, ma che ci sono sotto queste coseapparentemente omogenee tante diffe-renze che sono fatte di inquadramento,classificazione, normative accessorie,norme contrattuali integrative, retribu-zioni, le quali fanno sì che a questopunto, l’ostacolo non è il principio

astratto ma è il molto concreto costo dellavoro. Dico costo del lavoro non retri-buzione, perché la retribuzione puòanche essere relativamente vicina, mal’organizzazione del lavoro all’internodi una grande azienda, tipo FS, o di tantepiù piccole aziende come le nostre, fa sìche il nostro mondo costi tanto di meno,parecchio di meno, tra il 15 e il 20%, permantenermi sul cauto.Contratto della mobilità? Gli amici delsindacato UIL sanno che di fronte aduna proposta di mediazione, che iospero ci venga ripresentata così comeera stata elaborata inizialmente dalMinistero, noi come ASSTRA abbiamogià detto sì, ma una cosa è il contrattodella mobilità, altra cosa è il contrattounico, non facciamo confusione. Il con-tratto della mobilità può vivere di unaparte generale che accomuna l’interacategoria e dai contratti di settore che alsuo interno si collocano; altra cosa è ilcontratto unico, uguale per tutti. Lo dicocon chiarezza, se il contratto unicodovesse essere quello che fa aumentarei costi di un settore come il nostro, chegià ha difficoltà enormi a chiudere inequilibrio i propri bilanci, per noi èimpraticabile. Quanto alla clausola sociale nel nostrosettore già esiste, l’abbiamo codificata

nell’ultimo contratto, non so che cosadobbiamo dare di più. L’intelligenza di ognuno di noi deveessere proprio in questo, cioè capirecome noi possiamo costruire regolegenerali che facciano sì che tutti coloroche operano in questo settore applichinoil contratto della mobilità, e come sottodi queste il contratto di settore dà corpoe gambe a queste cose, le rende concre-te, praticabili, possibili. Questo deve essere il lavoro da compie-re, questo deve essere l’impegno.Quando noi come associazioni,ASSTRA e ANAV, abbiamo indicatoquesta possibile via d’uscita che il Mini-stero sta faticosamente cercando di com-porre, sapevamo di dare poco e tanto altempo stesso. I quattro o cinque puntipossono apparire poca cosa per chiaveva puntato al contratto unico subito,ma tanto possono rappresentare sia intermini generali che in termini di effettia caduta. Se riusciamo a tenere insieme il genera-le e il “particulare” di gucciardinianamemoria, all’interno di questo quadro,credo che possiamo positivamente chiu-dere questa trattativa e riaprire, final-mente subito dopo il confronto per i con-tratti di settore, dando soddisfazione ailavoratori per il pregresso e per il futuro.

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È importante, ha esordito ilSegretario Generale dellaUIL, questo confronto tra

noi perché soltanto un dialogo apertoe senza riserve può essere un suppor-to utile alla realizzazione di quelloche, in sostanza, vuole essere l’obiet-tivo finale di tutte le nostre iniziati-ve: avere cioè un più moderno e piùefficace sistema del trasporto nelnostro Paese. Quello del nuovomodello contrattuale, e nel caso inessere, dei contratti unici della viabi-lità e della mobilità è un tema com-plesso e variegato. E’ intelligente elungimirante la scelta del “contrattounico”? Dobbiamo inserire questo que-sito nel quadro di una realtà nella quale iprocessi di liberalizzazione e di privatiz-zazione, laddove il “mercato” era soltan-to un eufemismo, hanno fatto crescere laconcorrenza e quindi stimolato la disce-sa dei prezzi… Ma a differenza di quan-to accade per altri settori della produzio-ne nei quali esiste la tendenza a deloca-lizzare gli impianti dove il lavoro costadi meno e di conseguenza è possibilevendere a prezzi più bassi, nei settori deitrasporti questo escamotage che peraltroconsideriamo molto discutibile, non esi-ste in assoluto.

La Roma-Milano o la Palermo-Torinonon potrete mai trasferirle in Cina o inPolonia, ne potete fare correre in Slove-nia o a Praga l’autobus che trasporta ipasseggeri da Piazza del Duomo allaBosiva.Qui e dunque sorgono problemi diversi:e la politica del lavoro libera da ogniipoteca speculativa si rivela in tutta lasua valenza. Occorre in questi settoripuntare sulla qualità: qualità del servi-zio, qualità degli investimenti e dunquedelle infrastrutture. In quel “cosidetto”pensiero unico che sembra ormai con-quistare il primato dell’economia, la“concorrenza” stimola l’intelligenza, il

sapere, ed è su questi due cardini chesi fonda la ricerca della “qualità”: èvincente chi offre servizi migliori enon può farlo giocando sui salari.Ma anche la cosi detta “competitivi-tà” figlia non degenere della concor-renza, deve avere precisi limiti,regole ed incentivi che consentano diraggiungere per vie non distanti iltraguardo dell’efficienza.In tema di contrattazione noi vivia-mo teoricamente in un regime nelquale i contratti si applicano “legal-mente” soltanto a chi li firma: ma inrealtà tutti sappiamo che non è così:

un contratto collettivo di lavoro, quandoè stipulato non consente deroghe acapriccio. Ed io mi rendo conto dellepreoccupazioni espresse, ad esempio,dal Presidente Panettoni circa la compa-tibilità retributiva dei vari comparti delsettore trasporti, e tuttavia penso anch’ioche la tendenza alla omogeneizzazionenon solo delle regole ma anche dellecondizioni retributive normative e disicurezza non vada disattesa, nè vadasottovalutata la esigenza di una gradua-lità virtuosa e non dilazionante: insom-ma una competizione sul costo del lavo-ro non paga: anche nei servizi bisognapuntare sulla qualità.

I CONVEGNI DELLA UILT

L’intervento di Luigi Angeletti Segretario Generale UIL

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PER LE STRADE D’EUROPA

35I CONVEGNI DELLA UILT

W LA SEMPLIFICAZIONE.Le complicazioni normative,regolamentari, contrattuali,

burocratiche, gli albi professionali, dainotai ai tassisti, provocano camorra, cor-ruzione, inefficienza, rendita parassitaria,-1% di PIL rispetto ai partner europei.

QUALE SEMPLIFICAZIONE CON-TRATTUALE? Non rispetto ad unamodalità, ma rispetto ad un mercato diriferimento. Ed il mercato del trasportomerci ferroviario è il grande mercatodella logistica, forte di 400mila dipen-denti. Spezzettare quel mercato tra ferro-vie, porti, aeroporti è un errore, non èsemplificazione: è complicazione. Ilmercato della logistica si misura in Italiain centinaia di miliardi di euro e nelmondo in migliaia di miliardi.Dice Catricalà dell’Antitrust, citandol’OCSE “E’ dimostrato che i lavoratoridei settori con forti barriere legali all’in-gresso godono di un trattamento piùfavorevole della media, grazie alla rendi-ta monopolistica delle imprese ivi ope-ranti”. Lì il dumping contrattuale opera

esattamente al contrario: uccidendo l’ef-ficienza e la competitività. Il mercato ferroviario delle merci è pas-sato in pochi anni dal 10% del totale traf-fico merci, con 20.000 lavoratori, al 5%del totale con 8.000 lavoratori.Noi abbiamo bisogno di efficienza, fles-sibilità polifunzionalità, lavoro notturno:tutti istituti disciplinati positivamentedal CCNL logistica e viceversa penaliz-zati dal CCNL del ferro.Non potremmo accettare alcuna obbliga-torietà, come viceversa richiesto nellapiattaforma del CCNL mobilità. Abbia-mo vinto nei tribunali, abbiamo l’appog-gio dell’Antitrust, ricorreremo alla CorteCostituzionale.CONCLUSIONI: è corretto riunificarearee omogenee di mercato come forse iltrasporto persone e come il CCNL viabi-lità. Teniamo peraltro conto che i con-tratti storici individuano anche distinteassociazioni di categoria cui non è dettopiaccia unificarsi. Il trasporto mercicomunque è un’altra storia e fa parte diun’altra area contrattuale.

*Dir. Gen. Confetra

Intervento di Piero Luzzati*

quanto paga la semplificazionePerché tutto questo sia possibile è neces-sario però una più chiara trasparenza trastato regioni e forze sociali. E qui giovaricordare a noi stessi che in caso di con-flittualità noi non siamo più forti delleaziende, anzi… pur vigendo la regoladel “sindacato più forte quanto più èunito” dobbiamo tuttavia renderci contoche nei nostri settori il sindacato, perunito che sia, parte svantaggiato rispettoall’azienda e rischia spesso la riprova-zione del pubblico e una impopolaritàche non giova alla causa dei lavoratori.Le aziende, peraltro, spesso non hannonulla da perdere in termini di bilancio e

di responsabilità (amministratori nomi-nati dal potere politico, stato patrimonia-le garantito dagli Enti Locali e via dicen-do). Insomma per far valere e pesare leproprie ragioni sarebbe necessarioinfrangere le leggi e regole, cosa questache nessun sindacato responsabile inten-de mai fare. Per questo, anche per que-sto, la UIL ha suggerito, tra le varieforme di lotta, l’uso dello sciopero vir-tuale con oneri pesanti per le aziende(fino a dieci volte la paga di ogni lavora-tore che a sua volta pur recandosi allavoro perderebbe una giornata di retri-buzione).Insomma, ha concluso Angeletti, cer-chiamo tutti di fare uno sforzo di sintesiper dare ordine stabilità e regole certealla contrattazione nei settori del tra-sporto, volano dell’economia del Paese.E moltiplichiamo le energie proprio inquesto periodo di crisi così da uscirnepiù forti quando la crisi sarà superata. (Ela riforma di contrattazione firmata direcente dalla UIL e dalla CISL, sarà, adavviso del Segretario Generale dellaUIL, un’altra risorsa per realizzare que-sto obiettivo).

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di SALVATORE OTTONELLI

Lo scorso mese di marzo a Bru-xelles l’assemblea della sezioneferrovieri dell’ETF ha eletto il

nuovo ufficio di presidenza. Per i prossi-mi quattro anni risulta così composto:Presidente della sezione: Guy Greivel-ding (FNCTTFEL, Lussemburgo); VicePresidenti: György Balla (VdSZSZ,Ungheria – confermato) e AntonioGamez (FSC-CC.OO, Spagna); Rappre-sentante delle Donne: Maria CristinaMarzola (FILT-CGIL, Italia).Contestualmente alla elezione si è svi-luppato anche un ampio dibattito sulprogramma di lavoro che i nuoviresponsabili saranno chiamati a perse-guire nella vigenza del loro mandato. Diseguito tracceremo una sintesi degliobiettivi che sono stati assunti ancheperché si intrecciano con le prossimeelezioni europee.

Orario di lavoro – Direttiva UE47/2005.Prima, però, intendiamo aprire una fine-stra su un problema aperto da circa dueanni e che tra breve investirà il nostroordinamento. Si tratta della Direttiva UE47/2005 sull’orario di lavoro del perso-nale “mobile” (per ora solo Macchinisti)addetti a servizi transfrontalieri. E’ untema che abbiamo già affrontato e chevede in discussione una clausola dell’ac-cordo e della direttiva che prevede lapossibilità di ampliare il numero e l’ora-rio del riposo fuori residenza nei serviziinternazionali. La finestra che apriamoci serve anche a dar conto di un incontroavvenuto nel mese di febbraio a Roma,nel corso del quale si sono confrontate letesi, le valutazioni e gli obiettivi diimprese ferroviarie operanti nel nostro

paese, sindacato nazionale ed europeo,Confindustria e CER (associazione delleimprese ferroviarie europee), rappresen-tanti del Ministero del Lavoro e Com-missione Europea proprio sul recepi-mento nell’ordinamento nazionale diquella direttiva.

I due momenti sono le due facce del pro-blema che abbiamo sul tavolo. Da unlato la negoziazione di una flessibilitàche valutiamo essere rischiosa e dall’al-tro le ricadute possibili sul lavoro delrecepimento della direttiva. In entrambii casi non abbiamo al momento soluzio-

BRUXELLES:assemblea sezione ferrovieri dell’E.T.F.

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ni soddisfacenti all’orizzonte. Nella trat-tativa a Bruxelles le controparti azienda-li hanno di recente assunto un atteggia-mento stranamente arrogante ed ultima-tivo, di fatto determinando la rottura delnegoziato. L’ipotesi di prevedere l’am-pliamento del numero dei Riposi FuoriResidenza compensata da contropartitein tema di orario di lavoro è stata pesan-temente respinta dalla CER che dettandole proprie ultimative condizioni ha postola questione in termini di prendere olasciare. L’obiettivo di ETF è quello diuna maggiore tutela del lavoro e di unsistema di compensazioni nella defini-zione e nell’articolazione dell’orario dilavoro di una parte non insignificantedel medesimo RFR. L’atteggiamentodella CER è risultato sostanzialmenteincomprensibile in quanto le compensa-zioni offerte risultavano risibili e sbilan-ciate nei confronti dell’esclusiva esigen-za organizzativa delle imprese. Trattati-va interrotta e palla sul tavolo della com-missione europea. L’altra faccia della medaglia è invece ildibattito sul recepimento di quella nor-mativa originaria (e conseguentementedi quella deriverà dall’eventuale nuovoaccordo ovvero dalle eventuali disposi-zioni della CE). Qui le posizioni si sono,se possibile, ulteriormente chiarite inquanto abbiamo riscontrato come l’at-teggiamento di prudenza rispetto alrecepimento fosse giusto e preveniva ilrischio di degradare le nostre condizioninormative. Dal lavoro fatto durante ilwork-shop romano è emersa la contrap-posizione fra sindacato e imprese (maanche tecnici del diritto del lavoro) circala valenza di tale atto normativo. Insostanza, la clausola di non regressonegoziata che prevedeva il vincolo dinon peggioramento delle condizioni dilavoro nazionale veniva “a malincuore”ritenuta inefficace dalle imprese che laritenevano applicabile alla successionedelle leggi e non al sistema della nego-ziazione pattizia fra le parti sociali.Fuori dai tecnicismi la tesi era che, unavolta nel nostro ordinamento, quellanormativa avrebbe rappresentato l’og-gettivo riferimento per superare il nostro

assetto regolatorio contrattuale e quindirinegoziare in termini “armonici” leregole sull’orario di lavoro. Le impresehanno rivendicato l’assoluta libertà nellaindividuazione dell’ambito contrattuale,soprattutto se l’”offerta” si presenta arti-colata, mentre FS-Trenitalia dichiaraesplicitamente l’intendimento di proce-dere in una revisione anche legislativadelle norme sull’orario di lavoro. L’op-posizione che assumemmo in fase disottoscrizione dell’accordo europeo, ipaletti posti al Governo rispetto al rece-pimento, si dimostrano non il frutto diun’opposizione tout-court ma di unmirato e ragionato obiettivo: contratto diriferimento e supporto legislativo all’ac-cordo pattizio. Al momento possiamo sostenere chequesta resta la nostra bussola (come laindividuammo nel nostro ultimo con-gresso). Il confronto riprenderà ed èaperto ad ogni sviluppo sia in Europache nel nostro paese.

Programma di lavoro ETF 2009-2013.Abbiamo alle spalle una stagione che haintrodotto vincoli ed obiettivi di compe-tizione e di liberalizzazione che hannodeterminato processi riorganizzativinelle aziende e pesanti ricadute sul lavo-ro in termini di quantità e di intensitàdelle prestazioni. Negli ultimi tempi siaffacciano progettualità che mirano arazionalizzare il sistema dei trasportiincidendo su parametri di socialità, di

sviluppo, di privatizzazioni. In questadirezione vanno calibrati gli obiettivi ele azioni del sindacato.

Politiche di trasporto e ferroviarie.Promuovere le ferrovie come un modo ditrasporto sostenibile ed eco-compatibile.Accentuare il ruolo di servizio pubblicofruibile da chiunque e sotto controllopubblico. Nelle politiche di investimentiprivilegiare le infrastrutture ferroviarie,stazioni e materiale rotabile per miglio-rare qualità e attrattività dei servizi ferro-viari in una visione che orienti e contri-buisca ad una maggiore coesione sociale.In questo senso riteniamo prioritari gliinterventi sui cosiddetti colli di bottigliain alternativa alla dimensione impostataesclusivamente sull’implementazionedei corridoi di traffico. Rivedere i criteridi affidamento dei servizi assegnati agara introducendo parametri di equitàsociale e non solo economici; in questosistema vanno individuate forme digaranzia e tutela del lavoro nei cambi dioperatore sia sotto il profilo della conser-vazione dell’impiego che delle regole diutilizzazione e retributive.

Migliorare le condizioni dei ferrovie-ri. E’ un compito permanente per laSezione Ferrovieri articolato su diversifiloni: standard di sicurezza del lavoro;formazione professionale; integrazionedel lavoro femminile; tutele per contra-stare l’aumento di contratti atipici e di

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procedure di out-sourcing per aggirarele norme sul lavoro; programmi di inter-vento per arginare il crescente fenomenodella violenza contro i lavoratori (e ipasseggeri); garantire diritti sindacali. In particolare la Sezione promuoverà leiniziative: sulla certificazione del perso-nale di bordo; sul controllo dei tempi effettivi di con-dotta del personale mobile, in particola-re nel trasporto internazionale rendendoobbligatoria una sorta di “scatola nera”sulle locomotive; sullo sviluppo di azio-ni volte a elevare il livello di salute pro-fessionale e degli standard di sicurezza.

Rafforzare ed estendere il dialogosociale europeo. L’obiettivo del dialogosociale europeo è trovare soluzioni perproblemi sociali con una dimensioneeuropea e migliorare le condizioni dilavoro e di vita dei lavoratori. Obiettivo è,altresì, la realizzazione effettiva di accordigià esistenti: sulle condizioni di lavoro delpersonale impiegato in servizi transfronta-lieri e rispetto della clausola di non-regresso; Accordo sulla patente dei mac-chinisti europei; azioni per una migliorerappresentazione e integrazione delledonne; sviluppo del concetto di “impiega-bilità” come strumento nuovo per politi-che sulle risorse umane nel settore ferro-viario. Tra i nuovi temi da sviluppare: laristrutturazione del settore merci ed il suoimpatto sul personale e l’analisi dell’in-troduzione del sistema ERTMS con ilconseguente impatto sul personale.

Promuovere la Solidarietà fra sinda-cati. La liberalizzazione introduce sulmercato, anche oltre i confini di EU,ristrutturazione delle aziende attraversofusioni e acquisizioni, cambiando il tra-dizionale atteggiamento impostato sullacooperazione per favorire la competizio-ne fra le società ferroviarie tradizionaliin particolare lungo i corridoi europei; lacomparsa di nuovi operatori che hannobisogno di farsi spazio e costruirsi unproprio mercato... tutto ciò rappresentauna sfida per i sindacati ferrovieri inEuropa. Uno dei compiti principali del-l’ETF sezione ferrovieri sarà assicurareche quegli sviluppi non intacchino lasolidarietà fra sindacati ma al contrarione rafforzino forme di cooperazione.

Elezioni Parlamento europeo 2009.Affrontare i temi dell’agenda dei prossi-mi anni mentre si sviluppa la campagnaelettorale per il rinnovo del prossimoParlamento europeo è una occasioneghiotta per tentare di allargare spazi dimaggior attenzione verso le tematichesociali e del lavoro di cui come sindaca-to siamo portatori. Pur nelle differenzeculturali e storiche dei diversi paesi (inalcuni il sindacato è contiguo alla politi-ca, in altri è organico, in altri ancora èuno degli interlocutori) la sezione hacostruito un “decalogo” di obiet-tivi/intendimenti su cui coinvolgere edorientare candidati e partiti. Ognuno loutilizzerà in funzione delle proprie sen-sibilità ed esigenze. Qui vogliamo sotto-

lineare come i temi dell’azione sindaca-le vengono comunemente assunti comepiattaforma verso la politica per solleci-tare maggiore attenzione e soluzioni perle istanze che rappresentiamo.

Rafforzare i diritti sindacali, costruen-do, ad esempio, un”protocollo di clauso-le sociali” allegato al Trattato UE.

Piano per promuovere lavoro e lavorodi qualità che fermi il dilagare del lavo-ro precario, delle diseguaglianze e dellenuove povertà. Promuovere una legisla-zione in favore della piena occupazione,del lavoro “buono e di qualità”, l’ugua-glianza di trattamento e il rafforzamentodel potere d’acquisto delle persone.

Servizi Pubblici. Perseguire una qualitàalta nei servizi pubblici incluso il tra-sporto per renderlo universale, accessi-bili ed economico per tutti i cittadinieuropei: sono basi fondamentali per unaEuropa sociale basata su integrazione euguaglianza. Auspichiamo che il Parla-mento europeo fermi la tendenza a con-siderare i servizi pubblici come uno deipossibili assi di sviluppo di businessasseverandoli a regole di mercato e libe-ralizzazioni che puntino al puro edesclusivo soddisfacimento della remu-nerazione del capitale investito. Unimpegno chiaro per difendere i servizipubblici dalla logica di mercato e pro-muovere qualità e socialità.

Stop a liberalizzazioni e privatizzazio-ni per favorire analisi, riflessioni, valu-tazioni serie ed approfondite sull’impat-to e sulle conseguenze sociali di questepolitiche prima di avviarne di nuove.

Azioni ed obiettivi in Europa e nelnostro paese che si intrecciano in unatela che punta a costruire un orditoarmonico, equilibrato e sostenibile.Seguiremo passo passo tutta l’attività.Obiettivi ambiziosi e non facili da rea-lizzare. Ma senza ha senso essere sin-dacato?

Salvatore Ottonelli

PER LE STRADE D’EUROPA

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PER LE STRADE D’EUROPA

LE VIE DELLA CITTA’

Qualche volta (come simpati-camente mi fanno notare,alcuni spiritosi colleghi),

vado in ufficio, così invece delsolito “viaggio” questa volta vi rac-conto il quotidiano “on the road”romano. A Roma ci sono più diduemilioni e mezzo di autovetturee circa cinquecentomila motocicli-sti. Ho letto su “Metro” (il quoti-diano gratuito della metropolitanacapitolina, che qui si trova dapper-tutto perchè viene distribuito sianelle stazioni che ai semafori, fuoriai bar o i centri commerciali…) cheRoma è la città dove c’è il maggiornumero di motoveicoli. Se dovessifare un’analisi sui motivi direi inprimis che è proprio per il grantraffico. Mi potreste obiettare che ce n’è inmoltissimi altri luoghi. OK, con-vengo, ma lasciatemi andare avan-ti. Ci sono poi le distanze. La cittàè così estesa che a volte, ma non èaffatto una rarità, recarsi da casa allavoro si percorrono più di 20 km.Io ad esempio ne faccio 17 in anda-ta e ovviamente altrettanti inritorno. Già unendo i primi due ele-

menti (traffico-kilometri) ne deri-va un terzo. Va bene che il costodei carburanti è diminuito, comun-que la spesa è sempre “rilevante”.Adesso tiriamo fuori le peculiaritàdei romani. Vuoi mettere che perandare al lavoro io spendo settima-nalmente con lo scooter 7 euro e ilmio vicino automobilista ne spende

euro 10. Già per questomi sento una “grandritta” (che in gergovuol dire sveglia-intel-ligente-furba). Ma lacosa che più ci fa sen-tire veri “dritti” ècome viviamo il traffi-co. Più ce n’è e più ciproduciamo in acroba-zie da campioni di sci.Si perché ci sono affi-nità tra noi e loro. Ioad esempio sono una“slalomista”. Il gusto

si prova nell’infilarsi negli angustie “mobili” spazi tra una macchina el’altra per raggiungere, davanti aglialtri, l’agognata meta: il semaforonaturalmente …rosso. Scattare perprimi, lasciandosi alle spalle un“mucchio” di automobili, guardareavanti e cercare dove infilarsi persuperarne ancor di più. E’ comeuna gara. Certo che sei l’unico asaper di partecipare (loro, gli auto-mobilisti non lo sanno), ma avetepresente quella pubblicità che reci-ta “Vinci facile”, dove ad es.un’equipe medica “opera” su ungioco da ragazzi. E’ vero a tutti noipiace “vincere facile”. Tornandoagli “stili” sciistici, ci sono poiquelli da “libera”. A volte mi cimento anch’io. Li ilgusto del facile è ancora più acuitodal fatto che se un automobilista siinfila in una corsia d’emergenza esupera tutti sulla destra, viene

DUE RUOTE A ROMAdi

CAROLA PATRIARCA

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41LE VIE DELLA CITTA’

lapidato dagli sguardi(e non solo) degli altriin fila. Se lo fai con ilmotorino non suscitilo stesso sdegno earrivi di gran carrieraall’agognato traguar-do. Quella che non mipiace è la corsia diestrema destra dellacarreggiata. Si spessoè libera, ma non saimai se da qualchemacchina parcheggia-ta si apre uno sportel-lo o se qualcunovedendo un parcheg-gio si “butta” a destra.In quel caso il “crass”è piuttosto “doloroso”, quindievito. E a proposito di “parcheg-gio”, questo è un altro valido moti-vo per utilizzare la moto. Ci sonozone dove è “impensabile” par-cheggiare, io poi sono una “sfiga-ta”, a volte ho difficoltà anche conlo scooter (anche perché non lolascio mai sul marciapiede), madiciamolo in generale qualche bucosi trova sempre. Ultimo motivo , ma non per ultimoper importanza, che fa della miacittà la prediletta “dei 2 ruote” è ilclima. È inutile che al nord faccia-no “manopole riscaldate”. Vuoimettere il clima “generalmente”

poco piovoso e mite di Roma alghiaccio di Torino o la neve diMilano o la bora di Trieste? Guarda-te ci metto anche il caldo di Paler-mo. Conosco la “natura comoda”dei siciliani, con il caldo preferisco-no la macchina con l’aria condizio-nata all’asfalto rovente. Dato cheho nominato “l’asfalto” ora passoalle “dolenti note”. Potrei produrreuna valanga di foto del manto cit-tadino. Se ne potrebbe fare una“mostra” a sezioni, che va da quel-la “storica” rappresentata daifamosi “sampietrini” così “cari” anoi centauri (due gocce d’acqua edil gripp è 0), al “mosaico bizanti-

no”. Un modello loabbiamo anche qui, inpiazza Vescovio, sottola sede della UILTNazionale (un’insiemedi toppe su toppe diasfalti diversi). Dallatipologia “binario tri-ste e solitario” (inquesto caso il binarioc’è anche se non cisono tram o treni), alprototipo “Gran Cay-non” (lascio allavostra sfrenata fanta-sia immaginarne laprofondità). La categoria “labirintodi Minosse” (asfalti

con le loro “pregiatissime” venatu-re), e potrei continuare all’infinito,tanto mutevoli e multiformi sono inostri lastricati. Quest’anno ilgenere che va per la maggiore è il“Gran Canyon”, dato che di pioggiane ha fatta molta più del solito. Losi può trovare dappertutto, dalcentro alla periferia. Non siamomica snob a Roma. Quasi dimenti-cavo il genere “Autumn in NewYork”. Quello va solo per il cambiodi stagione, verso ottobre-novem-bre. Quando il “fall foliage” daitoni rosso-arancio-giallo ricopre levie alberate. Uno spettacolo, sem-bra di camminare in un bosco,

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lascio sempre alla vostra fantasiaintuire le difficoltà dell’andare con2 ruote in un bosco. A paladino deinostri diritti si erge la Corte di Cas-sazione, che ultimamente con unasentenza ha stabilito che in caso diincidenti-cadute, dovuti al mantostradale il responsabile è il Comunee non le varie ditte appaltatricidella manutenzione stradale (comeera sin ora). Fantastico, ora si chemi sento tranquilla, sarà facilissi-mo prendere l’indennizzo dalComune, anzi dato che deve pagarelui, adesso asfalterà tutte le stradeper evirate problemi. A propositovi è capitato mai di vedere comeriparano le strade? Il camion conl’asfalto procede a passo d’uomo edue uomini da sopra il mezzo “tira-no” palate di bitume nelle buche.Se li vede “il nano” rischia l’infar-to. Spenderei due righe per le“relazioni” tra motociclisti. Ingenere ognuno se ne sta per contoproprio, poi si arriva al semaforo eli si tolgono curiosità, si amplia lacultura, si conosce il vicino. – E’ un modello nuovo la tua moto?Ma quanto costa e quanto consu-ma?

– Sai dirmi qual è la strada piùbreve per andare ai Parioli?– Caspita che bello il tuo giubbotto,lo hai preso a Portaportese?E via dicendo. Mi direte che è piùfacile parlare quando non ci sonofinestrini o carrozzerie di mezzo,certo ma è anche per spirito dicorpo che ci si confronta. Ci siamo“noi” e ci sono “loro” , gli automo-

bilisti, pericolosi nemici da con-trollare e sfidare. E qui arrivo alcapitolo “attenzione”. Cardine fon-damentale dell’andare in moto,l’attenzione va da quella agli agen-ti esterni, vedi manto stradale ovolo di storni al tramonto (tuttinoi evitiamo accuratamente i loropercorsi, pena un’inzaccherataschifosa), a quella per gli automo-bilisti. Adesso ditemi che non èvero. Il più delle volte LORO: simettono in macchina, accendonola radio, il riscaldamento o il con-dizionatore (a seconda delle sta-gioni), danno una sbirciatina fuorie si mettono in coda. A volte assor-ti dai loro programmi quotidiani,qualche uomo legge il giornale,qualche donna si trucca, moltissimichiacchierano al cellulare. Unosguardo alla fila, uno al semaforo,ma di attenzione “diciamocelo”…zero! NOI: cominciamo a casa adorganizzare l’uscita. Che tempo fa?Cosa devo mettere? Perché la diffe-renza non è solo prendo l’ombrelloo no. E’: piove poco… giaccaimpermeabile, tanto mi sbrigo e legambe non le bagno. Oppure, dilu-via… e lì oltre la giacca c’è ilsopra-pantalone, il sopra-scarpe.

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43LE VIE DELLA CITTA’

Fa freddissimo e allora… pettorinaimbottita, sottoguanti di seta,copertina per le ginocchia, copri-collo, etc, etc. Poi usciamo e oltre ifamosi “agenti esterni” citati (stra-da, foglie,tempo,uccelli ed altro) cisono LORO. Da scrutare con atten-zione, decifrare, prevedere… anti-cipare. C’è quello gentile che ti

lascia lo spazio per infilarti, quelloantipatico che te la chiude. C’è ilprepotente che ti taglia la strada equello con la smart (categoria aparte, se dicessi quello che pensomi beccherei una querela, non loscrivo ma lo penso). Da come èandata la descrizione sin qui sem-bra che i disagi siano maggiori

degli agi. Non è così, ho lasciatoper ultimo il piacere di girare incittà col naso all’insù per riempirsiil naso del profumo degli aranci infiore o lo sguardo che spazia senzalimiti dentro i cortili dove la pri-mavera si annuncia già a febbraiocon grandi macchie di mimose. Ilpiacere di aver scampato per pochiminuti un temporale, dopo averper tutto il tragitto controllato lenuvole nere che si addensavano. Mistupisco ogni volta che vedo l’evo-luzioni degli storni o quando su unalbero scorgo una famiglia di pap-pagalli. E poi c’è Roma. Se hai un pò ditempo e lo spirito giusto, la Cittàsa lasciarti senza fiato. Roma, grataai 500mila (scooteristi) di non con-gestionare ancor di più il traffico,quest’anno ci ha omaggiato di unanuova fiera tutta per noi. Il “Moto days”. Esposizione eincontro per amanti delle dueruote che si è svolta nel nuovo spa-zio fieristico sulla Portuense. Ven-tisettemila metriquadri di Standespositivi, area Show e aree ProvaVeicoli, che per 4 giorni (dal 5 all’8novembre), hanno ospitato le piùgrandi marche costruttrici e i pro-fessionisti delle due ruote, corsi diguida sicura, vendita di accessori eabbigliamento tecnico e esposizio-ne di tante, tantissime moto, scoo-ter e motorini. Pensate che ilcostruttore del sidecar che è nellafoto, ha 84 anni e ci siamo cono-sciuti durante un maxi motoradu-no (al quale ha partecipato lui e lasua gentile consorte di 78 anni). Dopo questa bella “scorpacciata” siritorna alla “routine”, di nuovo“imbacuccati”, fermi in prima filaal semaforo. Alle orecchie arriva unrombo sordo…lo sguardo è attrattodal verde splendente …una nuo-vissima Kawasaki Ninja ZX- 6R…non posso che sollevare la mano edire: “ti stimo amico”!

Carola Patriarca

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CHI NON RISPETTA I LIMITI DI VELOCITÀ,NON RISPETTA NIENTE.

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LA UILT NEL TERRITORIO: QUI TORINO 45

PER LE STRADE D’EUROPA

Torino - L’Aquila... Italia

di NELLO FUSARO

Torino. Il rumore della vibrazionecui fa seguito l’insistente suone-ria del telefono cellulare riporta

alla realtà. Istintivamente, uno sguardoancora annebbiato si rivolge alla radio-sveglia: sono le ore 04:35. Non è facilecomprendere cosa stia accadendo, ma lamano raggiunge il telefono e lo portaall’orecchio, una voce un po’ incerta amalapena esce dallabocca per dire: -pronto.Dall’altro capo, lon-tanissimo, ci rag-giunge un’altravoce, secca e imper-sonale risponde: -buongiorno, è ilcomando di Settimo.C’è stato un forteterremoto in Abruz-zo. E’ di caratteredevastante. E’ statodiramato l’ordine dimobilitarci. Rag-giunga prima possi-bile da base. Occor-re allestire primapossibile una colon-na di soccorsi.Quando nel pieno della notte giunge unatelefonata simile, comprendi subitomolto bene che non hai bisogno di fartiripetere il contenuto della comunicazio-ne: ti addestri per una vita, studi, di pre-pari per affrontare ogni tipo di evenien-za, e quando infine una catastrofe o cala-mità si presenta, sai che quei pochiistanti il destino tuo e di chissà quantealtre anime, si è incrociato inesorabil-mente. E’ difficile comprendere l’entità di unatragedia immane come questa del-l’Abruzzo fino a quando non si è sul

posto. Di certo però, quando squilla iltelefono nel pieno della notte una partedi quello che mestamente scoprirai, sipresenta ancorché confuso, alla mente.Non hai però tempo per giudicare, perfare ipotesi, per elaborare strategie:come soldato del corpo militare dellaCRI, sai che dalla tua celerità di inter-vento, come quella di tanti altri volonta-ri, dipenderà la sopravvivenza di moltis-sime persone; di certo che non è un’eser-

citazione come tante: quando squilla iltelefono di essere preciso, veloce, e conle idee di cosa fare già chiare. Non èimportante che tu abbia dei grandi altinella gerarchia militare oppure sia unsemplice milite, quello che conta che tusia pronto in modo tempestivo, e chequelle ore trascorse a ripetere fino allanausea operazioni e che sembravanobanali, oggi tornano utili se non indi-spensabili.Ecco quindi che le operazioni di prepa-rarti uno zaino colmo di cose essenziali,indossare la tua divisa mimetica e parti-

re prima possibile, sono caratteristichepeculiari di un buon addestramento, diuna grande consapevolezza del proprioruolo, e dell’amore che qualunqueuomo, volontario del corpo militaredella CRI, porta con sè dal primo giornodi servizio.Il tempo trascorre implacabile ma alleore 05:30 l’auto raggiunge il comandodi Settimo Torinese. È un enorme viavai di uomini e mezzi;

una frenesia collet-tiva colpisce comesi varca il cancelloe si cerca dispera-tamente un postodove lasciare l’au-to.Alle ore 06:30 unbreafing definiscele strategie, asse-gna i compiti,impartisce ledisposizioni opera-tive: si parte.Occorre innanzi-tutto caricare imezzi delle coseindispensabili aseconda dei varicompiti che sonostati assegnati.

Quando occorrono calamità come unterremoto devastante, come appuntoquello abruzzese, esplodono le contrad-dizioni, il caos regna sovrano, tuttivogliono fare ma rischiano solo di com-plicare gli interventi di soccorso con ilrischio più che concreto che anzichéandare per salvare, soccorrere, aiutareuna popolazione, si portano complica-zioni, si saturano le poche infrastrutturestradali residue, e quello che già com-promesso non tarda a far risaltare ancorpiù una tragedia immane.In questo frangente, avere le idee chiare,

dalla nostra redazione PIEMONTESE

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46 LA UILT NEL TERRITORIO: QUI TORINO

avere un ottimo coordinamento, coman-danti ben addestrati e consapevoli dicosa fare e, soprattutto cosa non fare,sottolineano e rimarcano quale sia lavera chiave di un successo. Dopo il breve breafing con una squadraspecializzata in caricamento dei mezzipesanti raggiungiamo il grosso deposito“materiali e mezzi”: un’area apposita-mente attrezzata per poter caricare igrossi metri da trasporto del materiale incontainer predisposti. C’è chi dispone igrossi Astra, po-tenti automezzida trasporto conruote alte quandoun uomo; i moto-ri dei Caterpillarruggiscono e co-minciano a muo-versi con preci-sione e sincroni-smo: chi è al vo-lante viene coor-dinato da due uo-mini a terra chelo guidano e lodirigono da unluogo all’altro.E’ una questionedi fiducia e affia-tamento.Uno dopo l’altro tutti i mezzi sono cari-cati delle più disparate tecnologie diprodotti. Sappiamo benissimo cosa ser-virà per primo: tende e cucine da cam-po, la baracchetta chirurgica, vecchiama sempre valida tenda-sala operatoriache fornisce interventi di questa naturain uno spazio limitato ma preciso aquelle mani speciali di chirurghi, medi-ci specializzati e infermieri che per oreed ore si alterneranno per salvare vite,recuperare arti, da cauterizzare ferite,salvare il salvabile...Sono le ore 09:30 un veloce controllo fi-nale per accertare che i carichi siano as-sicurati, che nulla tra le cose essenziali eindispensabili, rimanga a terra, poi alpreciso ordine del capo colonna, gli auti-sti e scorta escono dal cancello del depo-sito e si avviano per raggiungere l’auto-

strada in direzione Piacenza.Non c’è tempo per fare colazione, nonc’è tempo per una telefonata casa, nonc’è tempo per fare altro. Si deve partire il più presto possibile, sidevono raggiungere popolazioni strema-te, luoghi devastati in cui una natura im-pietosa ha portato distruzione e morte,dove nulla sarà più come è stato un tem-po.Quando presenti la domanda per essereaccolto nella grande famiglia del corpo

militare della Croce Rossa Italiana, nonsempre hai le idee chiare di che cosa an-drai a fare, a cosa servirai. Anzi, il piùdelle volte il colore mimetico della tuadivisa, di quella divisa che indossaviquando eri soldato, ti ha fatto pensare diessere nuovamente un soldato come tan-ti. Non è mai stato così e lo comprendibene appena sceso dal mezzo che ti haportato nel luogo dove Dio si è scordatodei suoi figli: un luogo in cui il terremo-to ha distrutto tutto, ha sradicato case,ospedali, monumenti, ha distrutto vite efamiglie, ha portato via per sempre “lefatiche di una vita”...Il viaggio è stato lunghissimo, la colon-na dei soccorsi si è fermata solo il temponecessario per fare rifornimento di car-burante.Si mangia alternandosi alla guida, si be-

ve da un thermos in cui un bollente caffènero e forte, che l’amico cuoco del co-mando ha preparato per tutti i mezzi bensapendo, lui vecchio di tante esperienzesimili, cosa saremmo andati incontro.Non sappiamo più da quante ore gli uo-mini sono alla guida dei mezzi, ma a not-te inoltrata la colonna giunge nella terradevastata di Abruzzo.Non è più una ridente serie di vallate ver-deggianti del centro Italia: qui non è piùquel luogo in cui la gente, con un sorriso

semplice e schiet-to ti salutavaquando eri unsemplice turista;di tutto quello ri-cordavamo gaia-mente, uomini ecose, non è rima-sto alcunché. E’ solo un insie-me di suoni indi-stinti, un immen-so vociare, dichiamarsi, di ur-la, di sirene, di in-citamento alla lu-ce delle fotocel-lule ad aumentarel’attenzione, dicercare di soste-nere tutti coloro

partecipano a questa immane tragedia.Nell’aria un insieme di odori indecifrabi-li aleggia e ricopre tutto quel mondo ir-reale.Si scava con le mani, si cerca di porre lamaggior attenzione ai suoni anche mini-mi che possono segnalare la presenza diuna vita. Ci sono anche i cani da ricerca.Siamo un popolo straordinario, litighia-mo per una palla su un campo verde finoad azzannarci come belve, possiamo pic-chiarci per differenze politiche, maquando suona la campana, allora non si èpiù parte di uno specifico corpo o repar-to: siamo un popolo solo di uomini edonne che nella disperazione, nel dolore,nel “ rimboccarsi le maniche” diveniamoun tutt’uno.Come scrisse Hemingway, quando suo-na la campana, suona anche per te...

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Ho visto i carabinieri, poliziotti, finan-zieri, vigili del fuoco, forestali, volontaridel soccorso, volontari della Croce Ros-sa e del corpo militare della Croce Rossaitaliana, della Protezione civile, scavareincessantemente, con le mani ormai col-me di fango misto a loro proprio stessosangue, nel tentativo di portare di nuovoalla vita si era stato travolto dalle rovinedelle proprie case, dei luoghi in cui si tro-vava a quelle fatidiche 03:32 di un gior-no come tanti, ma che non sarà facilmen-te dimenticato.Li ho visti scavare, scavare, ascoltare,cercare di carpire a quell’ammasso infi-nito di pietre, di costruzioni diroccate,anche solo il più piccolo lamento, il piùflebile segnale che potesse indicare lapresenza di una vita. Non si sono mai fermati, non c’è statoavvicendamento, dopo 48 ore senza so-

sta anche colui che era dotato della tem-pra più forte ha dovuto domandare treguae cedere il passo ad altri.Ma è stato ogni qualvolta che un cadave-re veniva recuperato, in quello straordi-nario eggregoro che è l’insieme delleenergie di tutti coloro giunti nella provin-cia dell’Aquila, che ho visto quel grandesentimento di dolore che ha toccato tuttoun popolo giunto dalle più lontane pro-vince d’Italia. In quel preciso istante il senso di smarri-mento, il sentirsi senza parole da proferi-re, per un solo breve ma intensissimoistante, ha caratterizzato la vita di tutti isoccorritori. Per uno che non siamo riu-sciti ad aiutare ce ne sono moltissimi chehanno rivisto la luce del giorno che len-tamente si appresta ad illuminare il pia-neta.Come la colonna si era fermata facendo-

si largo, negli ultimi chilometri, tra mez-zi che arrivavano, tra montagne di detri-ti e case diroccate, ad un cenno precisodel capo colonna di autisti hanno portatoi loro mezzi nell’area assegnata per la co-struzione delle tendopoli.Nel giro di poche ore tutte le nostre strut-ture sono state rese completamente di-sponibili. La fatica è stata l’unica ricompensa. Sul volto ormai esausto di tutti i compo-nenti il gruppo piemontese del corpo mi-litare della Croce Rossa italiana, una vol-ta esaurito il compito del trasporto, dellamessa in opera della tendopoli, della cu-cina campo e di tutta l’attrezzatura logi-stica collegata, c’è un grande sentimentodi orgoglio.Ora possiamo aiutare quanti ne hanno bi-sogno e qualcuno scava anche.

Nello Fusaro

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI TORINO

di LUIGI CHIARI*

Dopo estenuanti trattative sinda-cali atte al rinnovo del CCNL diFISE e FEDERAMBIENTE per

i lavoratori dell’Igiene Ambientale, nel-l’ormai lontano aprile 2008, si è arrivatialla firma definitiva. Per essere più pre-cisi con FISE perché FEDERAMBIEN-TE, nonostante la firma del 5 aprile2008, mise in discussione la stessasiglando in seguito nuovi accordi conqualche piccola correzione che tuttosommato può starci.Nel mese di gennaio di quest’anno FISE

e FEDERAMBIENTE inviavano (alleOO.SS.) plichi di fogli per il così chia-mato assemblaggio definitivo del con-tratto. Ma diciamoci francamente, chenon esiste nessuna volontà politica-sin-dacale da parte delle stesse, di assembla-re e stampare il nuovo CCNL, perché èassurdo e irricevibile inviare tutta unaserie di modifiche e correzioni ai giàsiglati articoli contrattuali, rimettendotutto o quasi, in discussione e la cosa chemi disturba è che in questo Paese (la ns.Italia) per interpretare, ad esempio, laparola “feriale” rispetto alla parolafestivo, c’è bisogno di chiedere ad una

terza parte la loro interpretazione, rispet-to a quello che le parti sindacali e le partiimprenditoriali hanno sottoscritto, cisiamo capiti?Con tutto quello che sta accadendo nelmondo del lavoro ci si deve perdere inmeandri che sono stati superati già daaccordi super firmati definitivamente.In Regione Lombardia (la mia Regione diresidenza) il 30 gennaio u.s. il Consiglioha discusso e apportato alcune modifichealla legge regionale 29 gennaio 2009 N. 1sulle materie del servizio idrico integrato,di cui alla legge Regionale 12 dicembre2003 N. 26 “Norme in materia di gestio-

Mi vien da ridere... per non diremi vien da piangere...

dalla nostra redazione LOMBARDA

QUI MILANO

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ne dei rifiuti, di energia, di utilizzo delsottosuolo e di risorse idriche”.Voglio dire in modo franco e così comedetto dal Segretario Confederale PaoloCarcassi, il contratto è fatto e che si pro-ceda alla sua stampa. L’impegno è moltoassiduo, anche perché ti da la grinta dicontinuare a lavorare insieme ai lavora-tori che sono gli unici ad essere semprenelle condizioni peggiori, anche perchédevono provvedere giornalmente su piùturni a raccogliere, spazzare e provvede-re al conferimento e al loro smaltimentodei rifiuti, a verificarne le frazioni sepa-rate e quindi, se non c’è spirito di colla-borazione, potrebbero disinteressarsenelimitandosi all’orario giornaliero.Perché mi vien da ridere, perché proprioloro, le controparti chiedevano semprein modo asfissiante, in ogni riunione,rispetto al percorso per la costruzionedel contratto nuovo, che volevano chiu-dere presto e che le OO.SS. rallentavanoe non erano disponibili a chiudere, carisignori, noi eravamo sempre disponibili,ma certamente a non fare pateracchi,perché i pateracchi non servono a niente.Alle controparti poco interessa che ilcontratto nazionale, sottoscritto il 5 apri-le 2008, sia arrivato dopo un percorsomassimo di partecipazione e confrontoche, attraverso l’impegno di migliaia dilavoratori nelle assemblee, negli scioperie nelle grandi manifestazioni nazionali,ha portato questi ultimi e le imprese pub-bliche e private, a sottoscrivere congiun-tamente, un nuovo contratto indispensa-bile per il settore.E perché ti vien da piangere? Perchésiamo all’epilogo di una vicenda che staassumendo toni e contenuti gravi ealquanto preoccupanti, perché la si smet-ta di continuare a rimescolare, gli accor-di ci sono, si verifichino pure le termino-logie in italiano, ma chiudiamo e stam-piamo il contratto di lavoro, anche per-ché molte sono le cose da fare, il rispettoinnanzitutto è dovuto a quella classe,chiamata OPERAIA, che di sacrifici neha fatti e continuerà a farli per salva-guardarsi, si dice in tutta la nostra bellaItalia “la pagnotta”.

*(Dip. UILTATEP-Lombardia)

di LUIGI CHIARI*

Da AEM e ASM nasce “A2A”una nuova luce fatta di energiein comune, questo di fatto è lo

slogan che su tutti i quotidiani nazionaliha incuriosito gli italiani.Nell’ormai lontano 2007 esattamente il10/12/2007 dopo estenuanti e faticosetrattative che hanno riscontrato più volteuna frattura tra molti soggetti, anche trale OO.SS. di categoria, si è addivenutiad un accordo che noi come UiltrasportiLombardia riteniamo favoloso:Al personale che era interessato al con-ferimento di ramo d’azienda è stato assi-curato che non ci saranno ripercussioninegative sul piano occupazionale e che ilCCNL di riferimento Igiene Ambientaleè Federambiente. Allo scopo di raggiun-gere una forte competitività ed una mag-giore professionalità nella gestione delservizio integrato dei rifiuti sempre piùobbligato alla verifica del confrontoconcorrenziale, andranno concentrati irequisiti professionali, tecnici e generalinecessari per partecipare a gare ed essere

competitivi sul mercato. E’ stato ribaditodi mantenere e sviluppare il governodell’intero ciclo integrato dei rifiutimantenendo al proprio interno di APRI-CA, le attività a loro connesse.Coerentemente alle previsioni del Proto-collo interfederale attualmente in esserein ASM SpA le parti hanno concordatodi prevedere una serie di incontri perio-dici allo scopo di rendere lo stesso qua-lora necessario, compatibile con ilnuovo assetto Societario.Ne è passata di acqua sotto i ponti, dallontano 10/12/2007 e si dice che a Bre-scia A2A sembra costituire il fulcro diun’attenzione particolarmente continua-tiva, sicuramente rilevante. Attenzioneche accomuna una parte significativa deldibattito politico, amministrativo, eco-nomico e sindacale con le connesse pre-occupazioni occupazionali.Emergono, via via, criticità, dubbi, qual-che ripensamento.Mi pare opportuno, mentre il dibattito sisviluppa, richiamare innanzitutto, leragioni di quest’operazione perché noncapiti che la novità venga individuata

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI MILANO

Alla “A2A” cosa è avvenutoe cosa sta per avvenire

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solo come fonte di criticità, sottovalu-tandone, invece, le grandi opportunità.Del resto all’entità delle novità chehanno investito i mercati dell’energiasoprattutto nell’ambito delle Multiutili-ty, immaginare che il futuro possa esserela ripetizione del presente o, ancor peg-gio, un ritorno al passato, vuol dire porsiin un’ottica di non realtà, quindi diimpraticabilità: ASM e AEM con laquotazione in borsa (prima delle prece-denti Amministrazioni comunali), sonouscite definitivamente dall’ottica dellesocietà municipalizzate, quindi, di unagestione propria di quella condizione enon più riproponibile nell’attuale conte-sto societario. Tale scelta, per quantosofferta, era imposta dalla necessità, daparte delle due società, di procurarsidirettamente sul mercato i mezzi neces-sari per quegli investimenti che, se nonfatti, non avrebbero loro consentito didiventare ciò che sono divenute e di“pesare” significativamente non solo alivello nazionale.La fusione fra ASM e AEM in A2A harappresentato la risposta attiva che icomuni di Brescia e di Milano, in quali-tà di azionisti di riferimento delle duesocietà, hanno fornito all’accelerata evo-luzione in atto nei servizi pubblici ingenerale, soprattutto nel mercato del-l’energia elettrica e del gas, sia a livelloNazionale che Internazionale. In altri termini, tale fusione è l’esito –nell’attuale evoluzione del mercato del-l’energia elettrica e gas – della presad’atto dell’importanza di raggiungeredimensioni economiche rilevanti, costi-tuendo un soggetto di dimensioni tali dapoter competere al meglio con le altresocietà del settore, senza subire o quan-tomeno contenendo gli esiti negatividella concorrenza dei grandi gruppi econ la capacità di poter interagire conessi. Obiettivo fondamentale, perciò, èquello di fare efficienza, in modo dapoter assicurare ai cittadini il migliorservizio possibile, al prezzo più conve-niente: solo così, è possibile continuarea crescere nel settore energetico, raffor-zando la presenza nel mercato europeo erappresentando – in Italia – un polo

aperto ad ulteriori aggregazioni di socie-tà ex municipalizzate.Non si può non convenire sulla constata-zione che dalla fusione fra ASM e AEMè nato un operatore di rilievo europeo,leader in Italia nel settore delle Utilities.Cerco di essere più chiaro con qualchedato: A2A – per dimensioni e dei servizierogati – è oltre tre volte più grande del-l’ex ASM, in grado di valorizzare la pro-pria presenza nel settore energia, di van-tare una posizione di leadership nel-l’area dei servizi ambientali e di goderedi un forte radicamento territoriale nellearee del nord Italia.Sul piano della dimensione economicaessendo un dato non in mio possesso nonposso che sperare in positivo.Per diritto d’informazione, visto che ilcolosso dichiara di essere corretto, cidevono però spiegare perché nell’opera-zione già prevista e nella descrizionedell’operazione presentata alle OO.SS.prevedeva in modo molto preciso, conloro comunicazione del 28 novembre2008, che in A2A SpA e A2A CALORE& SERVIZI Srl l’intenzione di procedereal conferimento da parte A2A SpA allasocietà A2A CALORE & SERVIZI Srl“unità operativa teleriscaldamento” edell’unità organizzativa centraleLAMARMORA e Nord. Da parte delleOO.SS. la prima domanda è stata che,oltre al livello occupazionale ai lavora-tori che sono interessati al passaggio diconfluenza deve essere applicato ilCCNL di FEDERAMBIENTE e piùprecisamente tre (3) che hanno già il

CCNL FEDERAMBIENTE. La rispostadi A2A è risultata negativa, affermandola volontà di applicare il CCNL diFEDERGASACQUA.Le parti nella giornata del 16/12/2008hanno siglato il mancato accordo conuna dichiarazione delle OO.SS. dove siprende atto della posizione unilateraledella società al mutamento del CCNLapplicato ai lavoratori interessati. Que-sto indipendentemente dalla grandevolontà e dai buoni propositi enunciatinon sono segnali positivi, anche perchéil 23 febbraio 2009 su “AFFARI EFINANZA” il comandante della naveA2A Giuliano ZUCCOLI dichiara“siamo alla resa dei conti sulla gover-nance, dicendo i risultati ci sono, ma èin discussione il ruolo di CAPRA, ormaisgradito al Comune di Brescia e per chilo conosce bene, racconta che l’Ing.ZUCCOLI da buon valtellinese testardonon mollerà.Anche se è socio di controllo di A2A, icomuni di Milano e di Brescia sarebberoanche disposti a sacrificare il presidentedel consiglio di gestione pur di risolverei nodi di una governance che non ha maibrillato per efficienza.Concludo questo mio argomento pen-sando un poco ad Acerra, con la speran-za che da parte imprenditoriale non sidimentichi che la Lg. 152, legge tantosofferta, continui ad essere rispettata ecioè il mantenimento del ciclo integratodei rifiuti, senza questi presupposti,diventa arduo e difficile il controllo.

*(Dip.UILTATEP – Lombardia)

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI MILANO

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LA UILT NEL TERRITORIO: QUI NAPOLI 51

PER LE STRADE D’EUROPA

di PAOLA ARRIGHINI

NAPOLI. Anno 2050. Nella sta-zione di Dante, una moltitudinedi persone si dirige verso l’in-

gresso della struttura metropolitana. Unamicrocamera scatta una fotografia a tutticoloro che passano. Le immagini vengo-no ridotte ed inviate ad un computercentrale che le confronta con le altrenumerose presenti in un database disicurezza. Se uno dei volti coincide conquello di un inquisito, ecco che scatta ilfermo. Intanto unoperatore di stazionesi dirige verso la suapostazione di lavoro.Un’anomalia suibinari richiede unintervento repentino.L’agente poggia ilpolso sul dispositivodi controllo ed i sen-sori inviano uncomando di bloccoalla circolazione deitreni.È questo probabil-mente il futuro pros-simo delle tecnolo-gie biometriche diriconoscimento indi-viduale, un sistemache consente l’iden-tificazione immedia-ta della personaattraverso il rileva-mento di un suo datopersonale. Napoli. Anno 2009.

A Metronapoli, da alcuni anni, i dipen-denti dell’azienda utilizzano un’appa-recchiatura che rileva dati biometriciattraverso la trasmissione di codicinumerici memorizzabili elettronicamen-te, andando ad associare tale lettura, adogni entrata ed uscita del lavoratoredipendente. Il rilievo della geometriadella mano è un nuovo sistema di identi-ficazione sicuro ed affidabile, per affian-care alle tradizionali funzioni di rileva-zione presenze, non solo la tecnologiaall’avanguardia nel campo dell’identifi-

cazione, ma anche quella più avanzata digestione e trattamento delle informazio-ni. Un modo questo, per l’azienda, dievitare condotte poco trasparenti deilavoratori, per accertarne la presenza inazienda, per corrispondere loro adegua-tamente la retribuzione ordinaria e stra-ordinaria. Non rasenta le previsioni disistemi ultra tecnologici dell’anno 2050,ma è sicuramente una tecnologia biome-trica del riconoscimento individualemolto avanzata e a passo con i tempi.Dubbi forti arrivano quando però c’è di

mezzo la privacy. IlGarante non sem-bra conciliare lamateria della priva-cy con tali applica-zioni, con disposi-zioni che non risul-tano conformi aiprincipi di necessi-tà e proporzionali-tà. Il Garante Priva-cy ha stabilito,infatti, che l’utiliz-zo del sistema bio-metrico è giustifi-cato solo in casipeculiari, in rela-zione alle finalità eal contesto in cuiesso è utilizzato,solo per accessi adeterminate areeaziendali, per lequali debbanoessere adottatilivelli di sicurezzaelevati in ragione

Il sistema di raccolta presenze a Metronapoli.Dal badge alla geometria della mano

È GIUSTA L’APPLICAZIONE DEL RICONOSCIMENTO BIOMETRICO?IL PARERE DEL GARANTE DELLA PRIVACY

dalla nostra redazione CAMPANA

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di specifiche circostanze o attività lisvolte; il biometrico è giustificato perpresidiare accessi di aree sensibili, pen-sando a processi produttivi pericolosi osottoposti a segreti di varia natura, o alocali destinati alla custodia di beni,documenti segreti e riservati, o adoggetti di valore”. Le aziende, alle presecon il controllo e la riduzione dei costi, ilbisogno di una maggiore efficienza eflessibilità, la necessità di proteggere ipropri beni materiali e intellettuali pos-sono trovare un valido alleato nel con-trollo elettronico degli accessi e nellarilevazione delle presenze sul lavoro. Idue sistemi, spesso integrati fra loro,avvalendosi di un mix di tecnologie,consentono di automatizzare l’identifi-cazione del personale, controllare gliaccessi all’edificio e alle aree interneriservate, registrare gli orari di lavoro,rilevare e gestire le presenze e le assenzedei dipendenti. In uno scenario di merca-to fortemente competitivo e in rapidaevoluzione, anche le piccole e medieimprese di casa nostra cominciano adapprezzare i benefici concreti e il valoreaggiunto che queste soluzioni possonoapportare nella loro organizzazione intermini di sicurezza ed economia digestione. L’adozione di un sistema elet-tronico di controllo accessi o presenze,però, non è sempre la scelta più opportu-na. Le trappole nascoste lungo il cammi-no dell’innovazione sono, come sempre,tante e insidiose. Molteplici, infatti, sonogli aspetti da prendere in considerazioneper non sbagliare: da una attenta analisidei costi/benefici alla scelta oculata dellasoluzione ottimale, dall’impatto che lenuove applicazioni potranno avere sullapropria struttura organizzativa alle risor-se interne da destinare al loro funziona-mento, fino alle spinose questioni legatealla privacy. Nel caso di Metronapoli cisi chiede se sia indispensabile l’applica-zione di questo sistema di rilevazionedati, in un’azienda di trasporto pubblicolocale. La tecnologia biometrica è statautilizzata qui, esclusivamente per il rilie-vo delle presenze dei dipendenti, ma nonrisulta applicabile un sistema del genere,secondo quanto sostiene il Garante, in

quanto i lavoratori non hanno accesso adaree sensibili, non si trovano in localidove avvengono processi produttivi peri-colosi o dove risultano presenti docu-menti riservati. Naturalmente laddove sirichiedesse la certezza di riconoscere chiaccede alle risorse sensibili o semplice-mente riservate, ed identificare che siaeffettivamente chi dichiara di essere,allora il ricorso alla rilevazione dellageometria della mano sarebbe sicura-mente giustificabile. I dipendenti del-l’azienda devono comunicare solo la loropresenza sul posto di lavoro, l’inizio ser-vizio e il termine turno. L’Istituto delGarante della Privacy ha inoltre sottoli-neato che in un’azienda, un rilevatorebiometrico, non è ammesso in materia disola rilevazione presenze; se pure “rien-tra nelle facoltà del datore di lavoroverificare le presenze dei dipendenti e il

rispetto dell’orario di lavoro al fine delcalcolo delle retribuzioni, ad esempioattraverso il badge, non risulta docu-mentato che i dati biometrici siano con-formi ai principi di necessità e propor-zionalità.” Il Garante non è dunque d’ac-cordo con la sostituzione del badge con idati biometrici. In una azienda comeMetronapoli, che concentra l’attenzionesulla valorizzazione delle attività, che èsempre indirizzata verso migliori investi-menti, nel rispetto delle politiche azien-dali, con la consapevolezza di capitaliz-zare per il raggiungimento di risultatitangibili, è importante capire se è giustoutilizzare il trattamento dei dati biometri-ci dei dipendenti, atteggiamento necessa-rio per comprendere meglio le esigenze epotenzialità e che aggiungeranno, allostesso tempo, valore all’attività.

Paola ArrighinI

di ANDREA AUSIELLO

Quale futuro per il trasporto pub-blico a Napoli? Quale futuro perANM? Queste le domande che

sempre più spesso si pongono gli operato-ri del settore del TPL ed i cittadini napole-tani. Le amministrazioni che si sono suc-cedute negli ultimi anni avevano svilup-pato un progetto di trasporto pubblicourbano integrato. Esso prevedeva la rea-lizzazione di una serie di interventi infra-strutturali che, accompagnati ad unaristrutturazione delle aziende di TPL,dovevano dare a questa città un trasportopubblico moderno ed efficiente, preroga-tiva per lo sviluppo sociale ed economicodel territorio.

Per trasporto pubblico integrato si inten-deva la realizzazione di una serie di par-cheggi dislocati ai bordi della cinturaurbana, dove erano previsti collegamenticon linee servite da autobus, metropolita-ne, funicolari, ecc., dando la possibilità aicittadini di parcheggiare le auto servendo-si così dei mezzi pubblici per raggiungereil centro della città. In questo piano siintravedeva la possibilità di chiuderel’area metropolitana al traffico privato perrealizzare la vivibilità ed il libero accessoa quel centro storico tanto desideratodalla cittadinanza. L’ANM in questo pro-getto doveva assumere un ruolo primariodi leadership per la gestione di tutta lamobilità sul territorio, infatti si iniziò unprocesso di ristrutturazione e di interventi

LA UILT NEL TERRITORIO: QUI NAPOLI

Trasporto pubblico integrato, un sogno mai diventato realtà

PROGETTI MAI REALIZZATI, RIDUZIONE DELLERISORSE ECONOMICHE, PEGGIORAMENTODEL SERVIZIO. QUALE DESTINO PER ANM?

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per dotare la stessa di strumenti adattiaffinché potesse svolgere questo ruolonel miglior modo possibile. A distanza dianni dobbiamo registrare il completo fal-limento di quel progetto, dove le sceltepolitiche che hanno determinato la costi-tuzione di altre società per la gestionedella Metropolitana collinare e di altriservizi legati alla mobilità (parcheggi,semafori, ecc.), la mancata realizzazionedi tutte quelle infrastrutture indicate,hanno accantonato quel progetto. Tutto questo, con l’aggiunta della conti-nua riduzione delle risorse economicheche il Comune di Napoli eroga all’ANMattraverso il contratto di servizio, non puòche riflettersi in modo negativo sulla stes-sa azienda, la quale, avendo a disposizio-ne sempre meno risorse e non avendo lapossibilità di recuperarle in altro modovisto che non dispone di alcuna titolaritàsulla gestione dei biglietti, è costretta aduna costante riduzione del servizio offer-to alla città, mettendo in piedi delle politi-che di riduzione di Km, di corse e di man-cati investimenti per quello che riguardale infrastrutture e le manutenzioni, deter-minando una qualità del trasporto semprepiù carente. Tutto è correlato alla fre-quenza delle corse dei Bus, i cui tempi diattesa si allungano sempre di più metten-do a dura prova gli utenti e soprattuttoesponendo ad un maggior rischio il per-sonale aziendale. In particolar modo iconducenti di linea che sono i primi adavere il contatto con l’utenza, ed i verifi-

catori dei titoli di viaggio che, nello svol-gere la loro mansione, si vedono aggredi-ti sempre più spesso perché i viaggiatoristessi, a fronte di costi sempre più alti,ricevono un servizio sempre meno quali-tativo Si devono registrare inoltre altri punti cri-tici tra cui il mancato ricambio degliautobus che non avviene da circa 12 annie che determina condizioni di fatiscenzadei mezzi, costretti a fermarsi per guasti

che ormai neanche più il servizio dimanutenzione, date le esigue risorse eco-nomiche, è in grado di riparare in manie-ra duratura, quelli arrivati dalla regionesono praticamente indisponibili Il clima di frammentazione politico-isti-tuzionale che si è registrato in città aseguito delle ultime vicende politiche hadi fatto paralizzato qualsiasi iniziativa,lasciando nel caos più totale tutte le pro-blematiche legate al trasporto pubblicolocale. La gravità di tutto ciò è che si sta colpen-do economicamente un settore trainanteper l’intera economia regionale, tanto cheda più parti si auspicano, per gli annifuturi, interventi forti mirati a rilanciarel’intero comparto, considerato anchel’aumento di utenza registrato negli ulti-mi mesi. È necessario un piano strategicodi riassetto e sviluppo del sistema dei tra-sporti napoletano che coinvolga in primoluogo l’ANM, concentrando in essa lemaggiori forze organizzative ed econo-miche, per far sì che essa possa tornare adessere la prima grande azienda di traspor-ti del Sud Italia.

A.A.

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di CARMELO FALLARA

La prima, grande, manifestazionedi protesta, di piazza nella storiadei ferrovieri Calabresi, una

manifestazione per le vie di ReggioCalabria che ha visto uniti non solo i fer-rovieri e tutto uil Sindacato ma anche leIstituzioni e le Associazioni dei pendo-lari e dei consumatori Calabresi.Uno sventolio di bandiere, un coro dislogan, insomma un sussulto di grandedignità a difesa dei servizi ferroviari edel lavoro.La manifestazione è stata il completa-mento dello sciopero Regionale di ottoore dei ferrovieri di Trenitalia Calabresiindetto proprio per la giornata del 02marzo. La significativa riduzione dei trasferi-menti pubblici per l’anno 2009 e quindi,una forte ricaduta degli attuali volumiproduttivi in particolare dei servizi uni-versali media-lunga percorrenza e mercie, le relative decisioni già operate dalGruppo FS nei confronti della RegioneCalabria, annunciano uno scenario pre-occupante con la conseguente ulteriorecontrazione delle risorse economichema, cosa ancora più grave di risorseumane e quindi, dei livelli occupaziona-li, sia dei ferrovieri, sia dei lavoratori deiservizi appaltati.Del resto, le scelte di politica dei Tra-sporti attivate negli ultimi quindici annidai Governi Nazionali e, le non sceltedei Governi Regionali, hanno di fattoprodotto un Italia ferroviaria a due velo-cità il Nord, con l’attivazione dellenuove linee ad Alta velocità ed il Sud,ed in particolare la Calabria che condi-zionata da un infrastruttura ormai supe-rata ed assoggettata ad esigenze di bilan-cio del Gruppo FS viene penalizzata con

Servizi ferroviari scarsi ed inadeguati. In sostanza, una parte di decisioni giàassunte da Trenitalia circa lo spostamen-to dei treni Eurostar da e per Roma,dalla città di Reggio Calabria a quella diLamezia Terme (FS precisa per circatre/quattro mesi).Appare evidente, come tale decisioneabbia avuto come conseguenza quella diisolare di fatto la città e la provincia diReggio Calabria, nonché gravi ripercus-sioni anche sulla città di Messina e del-l’intera Area dello Stretto.L’isolamento, appare ancora più gravein relazione all’attuale stato della A3interrotta in più punti a causa delle franedei giorni scorsi e che la stessa ANASha dichiarato di non poter dare tempicerti di ripristino, a ciò si aggiunge ladebolezza del sistema AeroportualeReggino carente nei servizi di collega-mento con le grandi realtà del resto delPaese.Siamo convinti e per questo preoccupatiche tale decisione, rappresenta un inizio

di progetto su cui Trenitalia sta puntan-do da tempo, cioè realizzare quella che“volgarmente” chiamano alta velocità inCalabria con partenza e destinazioneLamezia Terme C.le.Ad ulteriore conferma alle nostre preoc-cupazioni, basta leggere l’offerta com-merciale formalizzata da Trenitalia sullanostra stampa locale e Nazionale circa ilservizio della “cosiddetta alta velocità”in Calabria che vede il punto di partenzaed arrivo nella città di Lamezia Terme.La decisione intrapresa da Trenitalia,non ha certamente argomenti di naturatecnica ferroviaria perché sappiamo concertezza che, la linea alternativa Rosar-no-Lamezia T. via Tropea, potrebbesopportare sia come infrastruttura che aifini della circolazione il passaggio deitreni in questione.Ancora più grave, è la decisione di sop-pressioni di gran parte dei treni merciper la Calabria e la Sicilia.In pratica, vengono meno il 50% deitreni e ciò ha causato a partire dal 01

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La Calabria reclama maggiori e miglioriopportunità

dalla nostra redazione CALABRA

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marzo c.a. la chiusura degli scali mercidi Lamezia Terme, Cosenza ed il depo-tenziamento notevole di Gioia Tauro (sipassa da 50 treni settimana a 7 treni set-timana) e di Villa SG Bolano.In questo contesto, la Divisione Cargoha già comunicato un esubero di perso-nale pari a circa 110 unità lavorative.Sul trasporto Regionale, l’analisi chepossiamo comparare con altre realtà ècompletamente deficitaria e comunqueTrenitalia ha soppresso in questa faseben 34 treni Regionali.Si aggiunga che, il materiale rotabile è digran lunga vetusto, obsoleto e nella pra-tica non in grado di garantire i servizigiornalieri (molte le soppressioni perguasti ai locomotori e per mancanza dimateriale rotabile).A ciò, si aggiunge il comportamentoirresponsabile da parte di Bluvia che damesi ormai non offre un servizio di col-legamento tra le due sponde dello strettoche sia minimamente accettabile da circa10.000 pendolari che ogni giorno attra-versano per motivi di lavoro e di studiole due sponde.Vi è da aggiungere che, in relazione allegare appaltate per la metropolitana cir-colare del mare i servizi che la nuovaSocietà vuole offrire non solo non col-mano le lacune esistenti ma addirittural’aggravano con un servizio che raddop-pia i tempi di percorrenza tra le città diReggio e Messina.Come ben si può capire, la situazionerappresentata nei fatti è gravissima e,rischia di far saltare quei servizi miniminecessari alla mobilità dei cittadini cala-bresi ed in particolare dell’Area delloStretto e comunque, impedisce un mini-mo di visione futura e di speranza allapossibilità di vero sviluppo socio-cultu-rale della Regione Calabria.Per questo è necessario un capovolgimen-to della politica del trasporto ferroviarioche colmi il divario che si sta indiscutibil-mente ampliando tra il Sud ed il nord del-l’Italia e che accorci significativamente ledistanze per quella buona parte del Paeseche oggi è esclusa dalle grandi opereinfrastrutturali cioè la Calabria.

C.F.

Colleghi ferrovieri, Oggi è l’albadi un nuovo giorno, un giornostraordinario che vede tutti noi

uniti e compatti nella battaglia contro lapresunzione e l’arroganza del GruppoFS, nei nostri confronti, ma anche neiconfronti dei cittadini e delle migliaia dipendolari che ogni giorno insieme a noisubiscono questa arroganza.Sappiamo che il cammino da intrapren-dere non è in discesa, perché impervio epieno di ostacoli e di difficoltà, ma vor-rei ricordarvi che nella nostra storia,nella storia dei ferrovieri e proprio inmomenti come questi che la categoria siè fatta strada, con forza, con unità, conidee vincenti, con le soluzioni e proposteche sanno di capacità professionali, digrande impegno e di conoscenza delnostro lavoro.Le decisioni scellerate decise da trenita-lia, in parte già realizzate e a cui presto

se ne aggiungeranno altre ben piu’ deva-stanti se non sapremo contrastarle eribartarle, creeranno grande disagio epreoccupazioni alla nostra categoria edai milioni di cittadini calabresi e soprat-tutto stanno mettendo a rischio centinaiae centinaia di posti di lavoro.Dobbiamo fare in modo che questopatrimonio che abbiamo costruito conquesta grande giornata di lotta, non solonon vada sprecato, ma possa costituireuna opportunità per fronteggiare e frena-re progetti soprattutto di trenitalia didismissioni e chiusura impianti.Non possiamo né vogliamo farci illusio-ni, sappiamo bene quanto sia dura e dif-ficile la vertenza che abbiamo davanti,ma con oggi, tutti voi, il sindacato echiediamo alle istituzioni reggini e mes-sinesi, alle associazioni di pendolari,ambientalistiche, dei consumatori diriprendere insieme ai ferrovieri un cam-

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L’intervento di Giovanni ItriNel corso della manifestazione il compagno Giovanni Itri,della segreteria regionale della UILT, ha svolto un interven-to che ha raccolto un consenso unanime da parte degli inter-venuti. Ne pubblichiamo qui di seguito il testo integrale

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mino comune per dare fondo alle nostremigliori energie, alla convinzione, chesolo un gioco di squadra sarà in grado diribaltare e dare un cambiamento radicalealla politica di disimpegno, che ferroviedello stato sta portando avanti sul terri-torio. Abbiamo posto in molte occasioni que-ste carenze a governo, regione e gruppofs, denunciando il degrado e proponendointerventi correttivi, sempre piu’ neces-sari, rispetto a insufficienza delle risorsemesse a disposizione del trasporto surotaia e ad investire nel riammoderna-metno del materiale rotabile.Proposte che però fino ad oggi trovanoresistenza tra il Gruppo FS, ne vi sonostati interventi a livello nazionale dellapolitica calabrese a manifestare conforza la propria contrarietà al pianoindustriale, che prevede per le aree delnord, investimenti alla rete ad altavelocità-alta capacità e l’acquisto dinuovi treni per il trasporto pendolarealle principali aree metropolitane,lasciando la calabria, secondo le previ-sioni FS, con materiale rotabile vec-chio e usurato. In questo contesto, l’iniziativa che la

regione sta valutando anche l’opportuni-tà di avviare un’azione legale nei con-fronti di trenitalia, in merito alla riduzio-ne di molti servizi a seguito la chiusuradella tratta mileto-vibo pizzo dal 25 feb-braio per tre mesi e la dichiarazione del-l’assessore ai trasporti regionale che haespresso delusione per il comportamen-to di trenitalia e il metodo unilateraleusato a gestire la chiusura della tratta,E’ indubbiamente positiva e importanteperché confermano che la nostra prote-sta fortemente unitaria, la fermezza dellenostre azioni la contrarietà a ipotesi diprogetti di ulteriore riduzione dell’offer-ta di trasporto viaggiatori-merci è vera egiusta, non è priva di ogni fondamento,come ha dichiarato trenitalia alla stampamercoledì 25 febbraio.Lavoratori, pretendiamo che sia definiti-vamente chiusa la stagione delle ristrut-turazioni che tanto hanno pesato sui fer-rovieri calabresi, senza che ciò abbiadato un impulso decisivo alla creazionedi un moderno ed efficiente sistema ditrasporti, ma hanno portato solo a taglidi centinaia di posti di lavoro.Lavoratori, basta alla politica dei meriannunci propagandistici di Trenitalia in

calabria, negli ultimi anni a seguito del-l’alta velocità c’è stato uno spostamentodi risorse e investimenti da una partedella popolazione, da Napoli in su, l’al-tra parte si è impoverita e si è impoveri-ta in particolare la calabria, relegandolacome servizio di trasporto residuale enon in una visione organica nazionale,lavoratori il trasporto in Calabria è unacenerentola tra le priorità del gruppo FS.Noi vogliamo fare delle ferrovie in cala-bria l’asse portante della mobilità deicittadini e della logistica integrata per lemerci e creare nuovi posti di lavoro.Di questo abbiamo bisogno, ma staaccadendo ben altro, cioè il contrario diquanto vogliamo.Lavoratori, il pericolo immediato daaggredire e fermare: è che l’attuale ridu-zione del servizio ferroviario da straor-dinario per l’interruzione dei lavori ditre mesi, non assuma le caratteristichedurature di isolamento di una parte dellacalabria quale la provincia reggina e del-l’area dello stretto e di smantellamentodegli scali ferroviari di Lamezia, Catan-zaro e cosenza e il definitivo allontana-mento da gioia tauro e Villa San Gio-vanni.

Per questo dobbiamo dire aisignori di trenitalia, che lapolitica dei trasporti, non puòleggersi soltanto in una logi-ca di cos ti, ma deve inqua-drarsi anche in una correla-zione di soddisfacimento chetenga assieme il diritto allamobilità dei cittadini ed idiritti dei lavoratori. Vogliamo anche dire aisignori del Gruppo FS, chequesta grande giornata riba-disce l’alta velocità in Cala-bria, il potenziamento, diinfrastrutture logistiche e fer-roviarie per aumentare laqualità del servizio, la pre-senza significativa nel portodi Gioia Tauro-San Ferdi-nando è un ruolo centrale deltrasporto ferroviario nell’in-tera regione e nell’area dellostretto.

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