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Il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione di cui all’ art. 1, comma 8, della legge 6 novembre 2012, n. 190 Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

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Il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione

di cui all’ art. 1, comma 8, della legge 6 novembre 2012, n. 190

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Introduzione

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Come confermato dalle statistiche internazionali, la corruzione resta un fenomeno molto diffuso in tutto il mondo.

Si tratta di una delle principali cause dell’inefficienza dei servizi destinati alla collettività, del dissesto delle finanze pubbliche, come pure della disaffezione dei cittadini nei confronti delle istituzioni democratiche.

La corruzione, infatti, è causa di ingenti costi economici ma anche sociali, perché determina la compromissione del principio di uguaglianza, minando le pari opportunità dei cittadini, così da rivelarsi uno dei fattori di disgregazione sociale.

Percezione della corruzione

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Stila una graduatoria che varia da 0 (massima

corruzione) a 100 (assenza di corruzione)

Transparency International elabora annualmente l’indice di percezione,

nei paesi del mondo, della corruzione nella politica e nel

settore pubblico

- nel 2014 Italia 69° posto con voto 43/100

- nel 2015 Italia 61° posto con voto 44/100

E nel 2016?

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Introduzione

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Il legislatore, nella consapevolezza della gravità del problema, ha predisposto un intervento finalizzato a prevenire e contrastare la corruzione e l’illegalità nelle pubbliche amministrazioni.

L'intervento si è concretizzato nella promulgazione della legge 6 novembre 2012, n. 190, recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, le cui norme, in linea con i principi sanciti dagli accordi internazionali in materia di contrasto alla corruzione già recepiti dal nostro Paese, si applicano a tutte le amministrazioni pubbliche, ivi compresa la totalità degli enti pubblici.

L’art. 1 della suddetta legge ha introdotto nell’ordinamento la nuova nozione di “rischio”, intesa come possibilità che in precisi ambiti organizzativo/gestionali possano verificarsi comportamenti corruttivi.

Introduzione

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Per fornire una definizione di “corruzione” funzionale alla comprensione del Piano, si riporta la sua nozione così come individuata dalla Circolare n. 1 della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2013, pagina 3: “il concetto di corruzione deve essere inteso in senso lato, come comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso dell'attività amministrativa, si riscontri l'abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati. Le situazioni rilevanti sono quindi evidentemente più ampie della fattispecie penalistica, che, come noto, è disciplinata negli artt. 318, 319 e 319 ter, c.p., e sono tali da comprendere non solo l'intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I, del codice penale, ma anche le situazioni in cui - a prescindere dalla rilevanza penale - venga in evidenza un malfunzionamento dell'amministrazione a causa dell'uso a fini privati delle funzioni attribuite.”

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

E’ importante rilevare come il perseguimento dell’obiettivo sia strutturato dal legislatore non

solo su interventi sul piano penalistico, e quindi della

repressione, ma, e soprattutto, sulla previsione di misure

amministrative di carattere preventivo volte ad incidere su

comportamenti e fattori che favoriscono la diffusione del

fenomeno.

Dette misure tendono a garantire l’integrità morale dei

funzionari pubblici e a rafforzare i principi della trasparenza e dell’efficienza della pubblica

amministrazione.

Nell’ambito di tale contesto, l’assetto normativo in materia di prevenzione della corruzione è

stato integrato dai contenuti dei decreti attuativi della legge

190/2012.

Il contesto normativo

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Legge n. 190 del 6.11.2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” (GU n. 265 del 13.11.2012) Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.2001 “Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche” Decreto Legislativo n. 231 dell’8.06.2001 “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’art. 11 della L. n. 300 del 29.11.2000” Circolare n. 1 del 25.01.2013 Presidenza Consiglio dei Ministri – DFP “Legge n. 190 del 2012 – Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” Decreto Legislativo n. 33 del 14.03.2013 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” (GU n. 80 del 5.04.2013)

Il contesto normativo

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Decreto Legislativo n. 39 dell’8.04.2013 “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190” (GU n. 92 del 19.04.2013) Decreto Presidente della Repubblica n. 62 del 16.04.2013 “Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’art. 54 del D.lgs. 30 marzo 2001, n. 165” (GU n. 129 del 4.06.2013) Decreto Legislativo n. 97 del 25.05.2016 “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità' e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell'articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” – Decreto FOIA Deliberazione ANAC n. 831 del 3.8.2016 “Determinazione di approvazione definitiva del Piano Nazionale Anticorruzione 2016”

Prevenzione o repressione?

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

L'ordinamento giuridico ha quindi intrapreso la strada di

un'articolata politica di prevenzione della corruzione e

di promozione dell'imparzialità nelle

pubbliche amministrazioni.

Tutto ciò ad integrazione della

tradizionale risposta repressiva penale

Le basi del sistema: la collaborazione

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Questa innovazione (prevenire è meglio che curare) determina una nuova impostazione, soprattutto organizzativa, in cui a farla da padrone è l’insieme di Piani previsti in materia, nonché il ruolo

assunto dal Responsabile della Prevenzione e della Trasparenza e dei vari Referenti coinvolti

Dunque, la strategia di prevenzione richiede un intervento corale: una prevenzione del fenomeno corruttivo a livello

di singola amministrazione basato sulla collaborazione delle diverse componenti della sua organizzazione

Le basi del sistema: i Piani “a cascata”

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

La legge n. 190/12 promuove una strategia di prevenzione della corruzione su due livelli:

QUELLO DECENTRATO : ossia a livello di singola amministrazione, dove,

attraverso la predisposizione dei Piani Triennali di Prevenzione della

Corruzione, si delinea la strategia di prevenzione “ad hoc” per ciascuna amministrazione, individuando e

mappando le aree di rischio, valutando l'esposizione al rischio

corruttivo ed adottando le misure di prevenzione idonee a ridurlo (o

eliminarlo).

QUELLO NAZIONALE: attraverso il Piano Nazionale Anticorruzione -

predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica ed approvato

dall'ANAC – con cui si sviluppa una strategia di prevenzione nazionale,

tracciando le linee guida per la predisposizione delle strategie di

prevenzione delle singole amministrazioni

Le basi del sistema: il feedback

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Il Piano si presenta allora come un insieme di strumenti di prevenzione e di controllo, volti alla lotta alla corruzione e

all’illegalità, che vengono via via “affinati, modificati o sostituiti in relazione al feedback ottenuto dalla loro applicazione”.

Scopo del Piano è principalmente quello di individuare le attività ed i processi aziendali più esposti al rischio di corruzione e di prevedere e affinare contestualmente

meccanismi idonei a prevenire il predetto rischio.

Le basi del sistema: la revisione annuale

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Per esempio, per quanto riguarda l’ area a rischio della libera professione intramuraria, si prevede 1) di convocare con cadenza

almeno bimestrale l’ apposito Organismo Paritetico di verifica e 2) di svolgere un’ attività di controllo di secondo livello su tutte le nuove

autorizzazioni rilasciate.

Ai fine della revisione annuale del Piano, è stato chiesto ai Referenti per la prevenzione della corruzione di individuare tra i processi dell'area di competenza di ognuno, ritenuti a maggior rischio,

almeno due azioni preventive, con i relativi indicatori e le verifiche da porre in essere

Con l’ attuazione del Piano l’ ASST intende:

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Ridurre le opportunità che favoriscono i casi di corruzione.

Stabilire interventi organizzativi volti a prevenire il rischio corruzione.

Creare un collegamento tra corruzione – trasparenza– performance nell’ottica di una più ampia gestione del “ rischio istituzionale”

Aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione

Il coinvolgimento degli stakeholders

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Per la predisposizione del Piano è assicurato il pieno coinvolgimento degli stakeholders interni ed esterni, al fine di migliorare la strategia complessiva di prevenzione del fenomeno della corruzione, e di renderla il più efficace e trasparente possibile. A tal proposito ogni anno vengono coinvolti ed interpellati i Referenti aziendali della Prevenzione della Corruzione, le Rappresentanze Sindacali della Dirigenza e del Comparto, nonché le Organizzazioni di Volontariato che collaborano con la ASST, invitandoli a far pervenire direttamente al Responsabile della Prevenzione della Corruzione eventuali proposte od osservazioni di miglioramento, utili alla formazione/aggiornamento del Piano.

Soggetti coinvolti nella

lotta alla corruzione

Autorità di Indirizzo Gestionale (Direttore

Generale, Direttori Amministrativo,

Sanitario e Socio-Sanitario)

Responsabile per la Prevenzione della

Corruzione e per la Trasparenza

Responsabili / referenti per la Prevenzione della Corruzione

Responsabili Unici del Procedimento e

Direttori Esecutivi del Contratto (D.Lgs.

50/2016)

Tutti i Dirigenti

Il Nucleo di Valutazione delle

Prestazioni

L’ Ufficio Procedimenti Disciplinari

Dipendenti e Collaboratori dell’ ASST

Stakeholders interni ed esterni

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

ART. 10, C. 1, D.LGS 33/2013 Ogni amministrazione, sentite le associazioni rappresentate nel Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, adotta un Programma triennale per la trasparenza e l'integrità, da aggiornare annualmente

ART. 1, C. 44, L. 190/2012 Ciascuna pubblica amministrazione definisce, con procedura aperta alla partecipazione, un proprio codice di comportamento che integra e specifica il codice di comportamento di cui al comma 1 (D.P.R. 62/2013)

ART. 10, C. 6, D.LGS 33/2013 Ogni amministrazione presenta il piano e la relazione sulla performance di cui all'articolo 10, comma 1, lettere a) e b), del D.Lgs. n. 150/2009 alle associazioni di consumatori o utenti, ai centri di ricerca e a ogni altro osservatore qualificato, nell'ambito di apposite giornate della trasparenza

STAKEHOLDERS

Collegamento con il Piano delle Performances e con il Codice di Comportamento

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Piano Triennale per la

Prevenzione della

Corruzione

Piano delle performances

Codice di Comporta

mento

D.Lgs. n. 150/2009

DPR n. 62/2013

Legge n. 190/2012 P.N.A. 2016

Collegamento con il Piano delle Performances

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Abbiamo chiarito come l’efficacia del PTPC sia strettamente connessa alla fattiva collaborazione di tutti i soggetti aziendali e necessiti di un preciso coordinamento tra i contenuti anticorruzione e quelli degli altri strumenti di programmazione aziendali. In particolare è di fondamentale importanza l’integrazione e il collegamento tra performance e prevenzione della corruzione, che viene realizzato attraverso: • la previsione nel Piano delle Performance di precisi obiettivi, indicatori e

target relativi ai risultati fissati per la realizzazione del PTPC, quali obiettivi di performance strategica e organizzativa.

• l’attribuzione, nell’ambito della performance organizzativa e della performance individuale, di obiettivi e indicatori corrispondenti ad altrettante misure previsti nel PTPC, sotto forma di obiettivi qualitativi di budget e obiettivi individuali.

Collegamento con il Codice di Comportamento

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Il Codice di Comportamento è una misura di prevenzione, le cui norme regolano in senso legale ed eticamente corretto, il comportamento dei dipendenti, ed indirizzano, conseguentemente, l’azione amministrativa; esso incoraggia l’emersione di valori positivi all’interno ed all’esterno dell’amministrazione. Il Codice si applica, oltre che a tutti i dipendenti dell’Azienda, anche nei confronti di collaboratori esterni a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni/servizi/opere. La violazione del Codice dà luogo a responsabilità disciplinare. Il Codice di Comportamento è liberamente consultabile sul sito internet aziendale.

I soggetti coinvolti

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Il Direttore Generale: designa il Responsabile della Prevenzione della Corruzione, adotta il PTCP ed i suoi aggiornamenti, adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione (es. criteri generali per il conferimento e la autorizzazione allo svolgimento degli incarichi da parte dei dipendenti ex art. 53 del D.lgs. 165/2001); garantisce al Responsabile della Prevenzione della Corruzione un adeguato supporto, mediante assegnazione di appropriate risorse umane, strumentali e finanziarie, nei limiti della disponibilità di bilancio. Il Direttore Sanitario, il Direttore Socio Sanitario e il Direttore Amministrativo: coadiuvano il Direttore Generale nella gestione complessiva aziendale, per quanto di rispettiva competenza.

I soggetti coinvolti

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Il Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza: svolge i compiti indicati nella L. 190/2012 e nella Circolare del DFP n. 1/2013 e i compiti di vigilanza sul rispetto delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità (art. 1, L. 190/2012; art. 15 D.lgs. n. 39/2013); elabora la relazione annuale sulla attività svolta e ne assicura la pubblicazione (art. 1, co. 14 L. 190/2012); effettua un'attività di controllo sul corretto adempimento da parte dell'amministrazione, per il tramite dei Dirigenti responsabili degli uffici, degli obblighi di pubblicazione; controlla e assicura la regolare attuazione dell'accesso civico. Provvede alla verifica della efficace attuazione e della idoneità del Piano, nonché a proporre la modifica dello stesso qualora vengano accertate significative violazioni delle prescrizioni, ovvero qualora intervengano mutamenti nella organizzazione o nella attività dell’amministrazione; vigila sul funzionamento e sull’osservanza del Piano.

I soggetti coinvolti

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

I Responsabili/Referenti per la prevenzione della corruzione sono nominati dal Direttore Generale di norma tra i Dirigenti Responsabili dei Servizi, U.O. o Funzioni dei settori maggiormente esposti a rischio di corruzione, ai fini e per la definizione delle misure di prevenzione e contrasto della corruzione. A loro è demandato il compito di diffondere la cultura della prevenzione della corruzione attraverso l’assunzione di comportamenti etici, equi e trasparenti, individuare i processi di lavoro ed il personale maggiormente a rischio nell’ambito della propria struttura; definire meccanismi operativi finalizzati alla prevenzione della corruzione; implementare sistemi di controllo e di monitoraggio che consentano di rilevare tempestivamente comportamenti inadeguati dei propri collaboratori; partecipare alla elaborazione del PTPC, fornendo attiva collaborazione al RPCT nella valutazione del grado di rischio presente, nella individuazione ed eventuale modifica degli interventi organizzativi e delle procedure.

I soggetti coinvolti

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Il Nucleo di Valutazione delle Prestazioni (NVP) partecipa al processo di gestione del rischio e collabora con il RPC; considera i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti attribuiti; valida la relazione sulle performance e verifica l’attribuzione degli obiettivi assegnati ai dirigenti e al comparto; verifica e attesta l’assolvimento degli obblighi di trasparenza; esprime parere obbligatorio sul Codice di comportamento adottato dall’amministrazione.

L’Ufficio Procedimenti Disciplinari svolge i procedimenti disciplinari nell’ambito della propria competenza, provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’Autorità Giudiziaria, propone l’aggiornamento del Codice di Comportamento aziendale.

I soggetti coinvolti

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Tutti i dipendenti dell’ASST della Valle Olona partecipano al processo di gestione del rischio, osservano le misure contenute nel PTPC, segnalano le situazioni di illecito al proprio Dirigente o all’U.P.D. , segnalano casi di personale conflitto di interessi.

La gestione del rischio

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Le principali esigenze cui il Piano risponde sono: • la mappatura delle attività e dei processi nell’ambito dei quali è più elevato il

rischio di corruzione. L’individuazione delle aree di rischio è infatti il risultato di un processo complesso, che presuppone la valutazione del rischio da realizzarsi attraverso la “verifica sul campo” dell’impatto del fenomeno corruttivo sui singoli processi dell’Azienda.

• la attribuzione dell’indice di rischio riferito ad ogni singolo processo nelle Aree Generiche e nelle Aree Specifiche dei settori maggiormente a rischio di corruzione, calcolato sulla base di indicatori;

• l’individuazione di specifiche misure di prevenzione del rischio; • la previsione di standards di controllo, nonché di azioni di miglioramento

continuo.

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

• Individuare i processi che vengono messi in atto

• Individuare le fasi della loro attuazione e la normativa di riferimento

• Identificare gli uffici responsabili della loro implementazione

• Identificazione del rischio

• Analisi del rischio (possibilità che si realizzi)

• Ponderazione del rischio (priorità)

• Misure di prevenzione generali

• Misure ulteriori

Mappatura dei processi

Valutazione del rischio

Trattamento del rischio

Monitoraggio

• Programma di vigilanza - audit

• Relazione annuale del RPCT

• Proposte di adeguamento del Piano

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

1. Individuazione delle aree di rischio e dei relativi processi

2. Calcolo del rischio

3. Misure di prevenzione

4. Controlli e azioni di miglioramento continuo

La mappatura delle attività e dei processi

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Le aree di rischio variano a seconda del contesto esterno ed interno e della tipologia di attività istituzionale svolta dalla specifica amministrazione. Tuttavia, l'esperienza internazionale e nazionale mostrano che vi sono delle aree di rischio ricorrenti, rispetto alle quali potenzialmente tutte le pubbliche amministrazioni sono esposte. Quindi, la legge n. 190 ha già individuato delle particolari aree di rischio, ritenendole comuni a tutte le amministrazioni.

Le aree di rischio generali

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Contratti pubblici

Incarichi e nomine

Gestione del personale

Gestione entrate, spese e

patrimonio

Controlli, verifiche e sanzioni

Affari legali e contenzioso

La mappatura delle attività e dei processi

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

I provvedimenti ANAC n. 12/2015 e n. 831/2016 hanno individuato quattro ulteriori aree di rischio specifiche per il settore della Sanità:

Le aree di rischio specifiche

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Rapporto tra attività libero

professionale e liste d’attesa

Rapporti contrattuali con i privati accreditati

Farmaceutica, dispositivi ed altre

tecnologie

Attività conseguenti al

decesso in ambito intraospedaliero

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

• Attività conseguenti al decesso in ambito intra ospedaliero

• Farmaceutica

• Dispositivi e altre tecnologie

• Rapporti contrattuali con privati accreditati

• Attività libero professionale

• Liste d’attesa

Contratti pubblici

Incarichi e nomine

Controlli, verifiche e

sanzioni

Gestione entrate, spese e

patrimonio

Un esempio dei rischi connessi ai processi di un’ area di rischio generale – Gestione del patrimonio

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Mancata messa a rendita del patrimonio immobiliare.

Mancata valorizzazione del patrimonio da alienare.

Progressivo intenzionale deterioramento del bene al fine di ridurne il valore

commerciale.

Mancata utilizzazione del patrimonio immobiliare per finalità proprie dell’ ASST

Un esempio dei rischi connessi ai processi di un’ area di rischio generale – Contratti pubblici

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Accordi collusivi tra le imprese partecipanti a una gara volti a condizionarne l’ esito

Definizione dei requisiti di accesso alla gara e in particolare dei requisiti tecnico ‐ economici dei concorrenti al fine di favorire un’impresa

Utilizzo della procedura negoziata e abuso dell’affidamento diretto al di fuori dei casi previsti dalla legge

Uso distorto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa

Un esempio dei rischi connessi ai processi di un’ area di rischio specifica – Libera professione e liste d’attesa

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Violazione dell'art. 1, comma 282, Legge n. 266 del 23.12.2005 che sancisce il divieto di sospensione delle prenotazioni e prevede il monitoraggio del Ministero della Salute sui casi di sospensione dell'erogazione delle prestazioni legate a motivi tecnici.

Violazione dell'obbligo di non superamento dei volumi di attività istituzionale

Violazione del diritto di libera scelta del paziente con induzione all' accesso per prestazioni sanitarie in ALPI a seguito di incompleta o errata indicazione delle modalità e tempi di accesso alla fruizione delle analoghe prestazioni istituzionali in regime di SSR

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

1. Individuazione delle aree di rischio e dei relativi processi

2. Calcolo del rischio

3. Misure di prevenzione

4. Controlli e azioni di miglioramento continuo

Calcolo del rischio

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

L’analisi del rischio consiste nella valutazione della probabilità che il rischio si realizzi e delle conseguenze che il rischio produce, al fine di giungere alla determinazione del “livello di rischio”, rappresentato da un valore numerico. Per ciascun rischio catalogato, occorre dunque stimare il valore della probabilità e il valore dell’impatto, che debbono essere moltiplicati fra di loro per ottenere il valore complessivo, che esprime il livello di rischio complessivo del processo. L’analisi del rischi permette di ottenere una classificazione degli stessi in base al livello di rischio più o meno elevato. A seguito dell’analisi, i singoli rischi ed i relativi processi sono inseriti in una “classifica del livello di rischio”.

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

1. Individuazione delle aree di rischio e dei relativi processi

2. Calcolo del rischio

3. Misure di prevenzione

4. Controlli e azioni di miglioramento continuo

Le misure di prevenzione

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Dopo aver mappato i processi, identificato e valutato i rischi in essi presenti, nel PTPC devono essere previste le misure di prevenzione, le misure cioè, volte a minimizzare il rischio che un determinato evento corruttivo si verifichi. Tra le misure generali di prevenzione della corruzione figurano, per espressa previsione legislativa, gli adempimenti in materia di trasparenza, ai quali è dedicata apposita sezione all’interno del Piano.

Le misure di prevenzione - 1

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Rotazione degli incarichi

Obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse

Obbligo svolgimento di incarichi d’ufficio, attività ed incarichi extra-istituzionali

Incompatibilità ed inconferibilità

Svolgimento di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro (pantouflage – revolving doors)

Le misure di prevenzione - 2

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali in caso di condanna penale per delitti contro la P.A.

Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. whistleblower)

Formazione

Relazione sull’attività svolta

Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile

Rotazione degli incarichi

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

L’ alternanza tra più professionisti nell’assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure riduce il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed utenti, con il conseguente consolidarsi di situazioni di privilegio e l’ aspettativa di risposte illegali improntate alla collusione.

Previsione, nell’ambito dell’atto generale approvato dall’autorità di indirizzo politico gestionale (P.O.A.S), della rotazione quale criterio per il conferimento degli incarichi dirigenziali.

RATIO

Astensione in caso di conflitto di interessi

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endo-procedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale. (art. 6 bis, legge n. 241 del 1990)

Adozione del modello AGENAS relativo alle dichiarazioni di assenza di conflitto di interesse; verifiche a campione sulle dichiarazioni rilasciate.

RATIO

Attività ed incarichi extra-istituzionali

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

Il cumulo in capo ad un medesimo dirigente o funzionario di incarichi conferiti dall’amministrazione può comportare il rischio di un’eccessiva concentrazione di potere su un unico centro decisionale. Inoltre, lo svolgimento di incarichi, soprattutto se extra-istituzionali, può realizzare situazioni di conflitto di interesse, anche potenziale, che possono compromettere il buon andamento dell’azione amministrativa.

Adozione di specifiche regolamentazioni e modulistiche relativamente allo svolgimento degli incarichi extra istituzionali ed alla partecipazione ad eventi formativi sponsorizzati da terzi. Verifica, a campione, sul regolare svolgimento degli incarichi extra istituzionali, nonché sui dinieghi rilasciati

RATIO

Incompatibilità ed inconferibilità

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

Il D.Lgs. n. 39 del 2013 ha disciplinato le ipotesi di inconferibilità di incarichi dirigenziali in relazione all’attività svolta dall’interessato in precedenza, le situazioni di incompatibilità specifiche per i titolari di incarichi dirigenziali e assimilati, le ipotesi di inconferibilità di incarichi dirigenziali o assimilati per i soggetti che siano stati destinatari di sentenze di condanna per delitti contro la Pubblica Amministrazione.

Adozione di un modello aziendale relativo alle dichiarazioni di assenza di inconferibilità /incompatibilità. Acquisizione delle dichiarazioni di assenza cause di incompatibilità / inconferibilità, di cui si dovrà dare conto nel provvedimento di assunzione / stipula del contratto.

RATIO

Attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

Durante il periodo di servizio il dipendente può precostituirsi delle situazioni lavorative vantaggiose e così sfruttare la sua posizione e il suo potere all’interno dell’amministrazione per ottenere un lavoro migliore presso l’impresa o il soggetto privato con cui entra in contatto.

Divieto, nel triennio successivo alla cessazione del rapporto con l’Azienda, di avere alcun rapporto di lavoro autonomo o subordinato con i soggetti privati che sono stati destinatari di provvedimenti, contratti o accordi con controparte l’Azienda stessa.

RATIO

Conferimento di incarichi in caso di condanna penale

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

L’ art. 35 bis del D.Lgs. n. 165 del 2001 mira ad evitare che all’interno degli organi che sono deputati a prendere decisioni e ad esercitare il potere nelle amministrazioni vi siano soggetti condannati (anche con sentenza non definitiva) per reati e delitti contro la Pubblica Amministrazione.

Acquisizione della dichiarazione da parte del dipendente assegnatario di incarico e dei membri esterni e interni – anche con funzioni di segreteria - di commissioni di concorso o di gara, attestante l’insussistenza di cause di inconferibilità o incompatibilità. Verifiche, a campione, sulla veridicità delle dichiarazioni.

RATIO

Patti di integrità negli affidamenti

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

L’ASST, in qualità di stazione appaltante, inserisce negli avvisi, bandi, lettere d’invito riferite all’affidamento di lavori, forniture e servizi, convenzioni nonché sponsorizzazioni, una specifica clausola di salvaguardia di conoscenza e rispetto del Codice Comportamentale e (ove applicabile) del Codice Etico degli Appalti, pubblicati sul sito internet aziendale.

Applicazione in avvisi, bandi, lettere di invito riferite all’affidamento di lavori, forniture e servizi, convenzioni nonché sponsorizzazioni, di clausola di salvaguardia.

RATIO

Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. whistleblower)

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

Chiunque all’interno dell’Azienda – dipendente o collaboratore a qualsiasi titolo – ha l’onere di segnalare tempestivamente al RPCT la conoscenza di atti e/o fatti illeciti di cui è venuto a conoscenza. Il whistleblower non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto a misure discriminatorie, dirette o indirette, aventi effetti sulle condizioni di lavoro, per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.

Il documento attraverso il quale il whistleblower ha attuato la segnalazione è sottratto al diritto di accesso (art. 24, comma 1, lett. a), della legge n. 241 del 1990 e s.m.i. E’ istituito un registro-repertorio riservato, gestito direttamente dal RPCT, per la gestione di eventuali segnalazioni.

RATIO

Formazione

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

L’ Azienda, nel corso della vigenza del Piano, sviluppa interventi di formazione/informazione, attraverso uno specifico programma annuale, rivolto a tutto il proprio personale, con la duplice funzione di prevenire e contrastare il fenomeno corruttivo e fornire la massima informazione sulle concrete situazioni di rischio; il tutto è articolato su più livelli.

Piano Formativo per tutti i dipendenti aziendali della dirigenza e del comparto (circa 4.500) attraverso il corso FAD. Formazione diretta ai Dirigenti ed ai Responsabili/Referenti di Struttura. Formazione “mirata” per il personale operante nelle aree a rischio

RATIO

Relazione sull’attività svolta

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

Il RPCT predispone annualmente una relazione recante i risultati dell’attività svolta.

La relazione è trasmessa al Direttore Generale e al Nucleo di Valutazione delle Prestazioni e pubblicata nel sito internet dell’ Azienda nella sezione Amministrazione Trasparente – Altri Contenuti - Corruzione

RATIO

Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

AZIONE

Poiché uno degli obiettivi principali della prevenzione della corruzione è l’emersione dei fatti di cattiva amministrazione e dei fenomeni corruttivi, diventa fondamentale il coinvolgimento e l’ascolto degli stakeholders. In questo contesto si collocano le azioni di sensibilizzazione volte a creare dialogo con l’esterno per implementare un rapporto di fiducia e favorire l’emersione di fenomeni corruttivi altrimenti “silenti

Audit periodici con l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP). Coinvolgimento degli stakeholders interni ed esterni.

RATIO

La sezione «Trasparenza»

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

La Legge n. 190/2012 ha fatto del principio di trasparenza uno degli assi portanti delle politiche di prevenzione della corruzione e della garanzia di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa. In attuazione della predetta normativa, è stato emanato il D.Lgs. n. 33/2013, che ha operato una complessiva sistematizzazione dei principali obblighi di pubblicazione vigenti, raggruppando ed integrando le previgenti normative in materia di:

amministrazione digitale

prevenzione e repressione della

corruzione

ottimizzazione della produttività del

lavoro pubblico ed efficienza e

trasparenza della P.A.

procedimento amministrativo, accesso civico e

potere sostitutivo

La sezione «Trasparenza»

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Importanti innovazioni sono state poi dettate dal D.lgs. n. 97 del 25.5.2016 (decreto FOIA), quali ad esempio la revisione degli obblighi di pubblicazione nei siti delle PA, unitamente al nuovo diritto di accesso civico generalizzato ad atti, documenti e informazioni non oggetto di pubblicazione obbligatoria. Lo stesso decreto, a far tempo dal 2017, ha previsto l’accorpamento tra programmazione delle misure di prevenzione della corruzione e programmazione della trasparenza, prevedendo -in luogo del pregresso Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità (PTTI)- la sola “Sezione Trasparenza” all’interno del Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (PTPCT).

Responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Ogni Amministrazione deve indicare i nominativi dei soggetti Responsabili della trasmissione dati, intesi quali Uffici tenuti all’individuazione e/o alla elaborazione dei dati, e di quelli cui spetta la pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati contenuti della sezione «Amministrazione Trasparente» del sito internet aziendale.

I nominativi dei Responsabili aziendali della pubblicazione e della trasmissione dei dati, all’uopo individuati dalla ASST Valle Olona, sono riportati nella tabella Allegato 4 al Piano, unitamente all’elenco degli obblighi di pubblicazione, ai contenuti dell’obbligo ed ai rispettivi riferimenti normativi.

Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e Responsabile della Trasparenza

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Il D.lgs. 97/2016 ha previsto l’ unificazione, ove possibile, delle figure del Responsabile della Prevenzione e della Corruzione e del Responsabile della Trasparenza in un unico Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT).

Con l’attuazione del Provvedimento Organizzativo Aziendale Strategico (POAS), detto incarico è stato attribuito a chi vi sta parlando …

Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e Responsabile della Trasparenza

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Come Responsabile per la Trasparenza, il RPCT svolge un'attività di controllo sul corretto adempimento da parte dei Dirigenti responsabili degli uffici degli obblighi di pubblicazione; controlla e segnala i casi di inadempimento o di parziale o ritardato adempimento degli obblighi in materia di pubblicazione e assicura la regolare attuazione dell'accesso civico

Sotto l’aspetto operativo sono pertanto i Dirigenti Responsabili dei settori interessati che provvedono, direttamente o avvalendosi di personale dedicato, alla puntuale e tempestiva pubblicazione dei dati e delle informazioni nelle apposite sezioni del sito internet aziendale,

Il supporto del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni

in materia di Trasparenza

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Il Nucleo di Valutazione attesta la corretta pubblicazione delle informazioni e dei dati per i quali sussiste uno specifico obbligo; detta attestazione è pubblicata nella sezione “Amministrazione Trasparente” del sito istituzionale

In particolare nella sezione anzidetta è riservato anche un apposito spazio ove sono pubblicate le attestazioni del Nucleo di Valutazione sulla verifica dell’ aggiornamento/completezza e apertura del formato delle informazioni presenti.

Accesso Civico

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Il Decreto Legislativo n. 97/2016 ha introdotto una nuova forma di accesso civico ai dati pubblici, equivalente a quella che nei sistemi anglosassoni è definita Freedom of information Act (Foia) o “Atto sulla libertà di informazione”, che riconosce il diritto dei cittadini ad accedere a informazioni detenute dalle Pubbliche Amministrazioni.

Questa nuova forma di accesso prevede che chiunque, indipendentemente dalla titolarità di situazioni giuridicamente rilevanti, può accedere a tutti i dati detenuti dalle Pubbliche Amministrazioni, nel rispetto di alcuni limiti tassativamente indicati dalla legge.

Accesso Civico

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Si tratta, dunque, di un regime di accesso più ampio di quello previsto dalla versione originaria dell’articolo 5 del D.lgs. n. 33/2013, in quanto consente di accedere non solo ai dati e documenti per i quali esistono specifici obblighi di pubblicazione, ma anche ai dati per i quali non esiste l’obbligo di pubblicazione e che l’amministrazione deve quindi fornire al richiedente

Questa nuova forma di accesso si distingue anche dalla disciplina in materia di accesso ai documenti amministrativi. Più precisamente, la richiesta non richiede alcuna qualificazione e motivazione, per cui il richiedente non deve dimostrare di essere titolare di una “una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso”,

Accesso Civico

Trasparenza e Prevenzione della Corruzione

Dal punto di vista oggettivo, invece, i limiti applicabili alla nuova forma di accesso civico sono più ampi e dettagliati rispetto a quelli indicati dall’articolo 24 della legge n. 241 del 1990, consentendo alle amministrazioni di impedire l’accesso nei casi in cui una norma di legge sottrae alcune informazioni e documenti alla conoscibilità del pubblico, oppure nei casi in cui questo possa compromettere alcuni rilevanti interessi pubblici generali, tassativamente elencati.