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GIORNALE DIBRESCIA GIOVEDÌ 17 FEBBRAIO 2011 37ECONOMIA
BRESCIA Se otteniamo con facilità la linea per ilnostro telefono cellulare, lo dobbiamo in parte allaFacoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia. IlGruppo reti di telecomunicazione del Dipartimen-to di Ingegneria dell’Informazione del nostro Ate-neo (i docenti Luca Salgarelli e Francesco Gringoli)ha infatti collaborato con Alcatel-Lucent Italia (lea-der nel settore delle comunicazioni) per lanciare sulmercato il 9500MPR (Microwave Packet Radio), unapparato di trasporto per reti mo-bili cellulari «che si adatta a qua-lunque tipo di rete - affermaGianluca Boiocchi di Alcatel-Lu-cent- e assiste l’operatore telefoni-co nella progettazione della pro-pria rete di trasporto, garantendo-ne la flessibilità essenziale perogni futura evoluzione».Per raggiungere questo risultato«sono stati sviluppati modelli e unsimulatore di rete necessario pereseguire tutte le prove di messa apunto del 9500MPR - racconta Lu-ca Salgarelli -. È in questo conte-sto è stata avviata una collabora-zione che dura dal 2005».Unarete ditelecomunicazioni èun insiemedi dispo-sitivi e collegamenti che consentono trasmissione ericezione di dati provenienti da terminali, comecomputer, palmari e cellulari, per la comunicazionetra utentisituati in locazioni geograficamentedistin-te. La diffusione sempre crescente della telefoniamobile ha fatto esplodere i volumi di traffico e nonsolo della comunicazione «voce».Sta soprattutto crescendo esponenzialmente il traf-
fico di dati (accesso a internet e applicazioni multi-mediali) dovuti all’affermarsi sul mercato deglismartphone.«È una trasformazione senza precedenti - continuaBoiocchi -, che trova corrispondenza nella semprepiù elevata velocità di trasmissione delle reti». Unalarga parte di traffico si muove nell’etere utilizzandoponti radio, e proprio nei laboratori di Ricerca e Svi-luppo diAlcatel-Lucent diVimercate «è stato conce-
pitoil9500MPR,ilprimopontera-dio digitale a pacchetto del mon-do - dice Gianluca Boiocchi - spe-cificamente progettato per com-binare in modo ottimale il tradi-zionale traffico degli utenti foniae quello, emergente, dei dati».Grazie al simulatore di rete «ma-de in Brescia» sono state testateparticolariconfigurazioni e le tec-nologie migliori anche per le retidi futura generazione.Secondo le aspettative di Alcatel-Lucent, il 9500MPR sarà anche ingrado di supportare applicazioniad alta capacità e lunga distanza.La collaborazione tra l’azienda e
il nostro Ateneo, ha poi permesso a studenti e dotto-randi di frequentare i laboratori di Alcatel-Lucentperlunghi stage. Ciò haconsentitoai giovaniricerca-tori di vivere l’esperienza di uncontesto multinazio-nale difficile da "immaginare" dall’esterno o dal-l’università. L’azienda, invece, haavuto modo dico-noscere potenziali candidati per eventuali inseri-menti lavorativi, che si sono già concretizzati perdue ex stagisti. c. r.
Una linea più veloce per il telefoninoDa Ingegneria la collaborazione con la Alcatel-Lucent
BRESCIA L’innovazione è nella loro sto-ria:un prodotto adalto contenuto tecno-logico li ha fatti uscire, solo quattro annifa, dall’anonimato e ora stanno facendoun nuovo passo avanti in questa direzio-ne. Hotech, azienda di Castel Mella spe-cializzata in termoarredi con una fortevalenza estetica (www.hotech.it), ha ac-colto nella sua scuderia di de-signerseistudentessedel Cor-so di Disegno industriale del-la Facoltà di Ingegneria bre-sciana.Le sei giovani designer-inge-gnere, sono entrate in contat-to con Hotech grazie a «A&DProject - Artisti e Designer in-terpretano le forme del vive-re», un progetto interdiscipli-narepensatoe fortementevo-luto da Dario Polatti (Univer-sità Cattolica) nell’ambito diBrescia Casa Design.A&D Project ha coinvolto gli studenti de-gli atenei e di due accademie cittadine,che hanno messo a disposizione delleaziende espositrici le loro competenzeper ridisegnareoggetti delle loro collezio-ni: il Dipartimento di Disegno Industria-ledellaFacoltàdi Ingegneria perrealizza-re i prototipi, l’Accademia Santa Giulia,grafica e comunicazione dei prototipi,l’Accademia Laba si è occupata di sceno-grafia e decorazione dell’area espositivael’Università Cattolica, Labo-ratorio organizzazione even-ti moda, ha curato l’organiz-zazione dell’evento.«Quando abbiamo conosciu-to le sei ingegnere-designerabbiamo capito che poteva-no diventare una nuovarisor-sa per l’azienda - dice Mauri-zio Casassa, con il fratello Mi-chele alla guida di Hotech -.Le ragazze hanno subito col-to le potenzialità della nostratecnologia e la filosofia deiprodotti Hotech». Al puntoche l’azienda ha deciso di inserire nellaproduzione otto nuovi caloriferi proget-tati da loro. In pratica ne è nata una sortadi linea per intero disegnata da loro.«Per noi è un sogno - dicono le ragazze -.Le nostre idee, solitamente, diventanoprototipi in scala, valutati dai docenti del
Laboratorio di Disegno industriale. Lacosa ha un’indiscutibile valenza, che pe-rò resta scollata dalla realtà industriale.Orainvece abbiamo un vero committen-te e un primo rapporto professionale».Con le studentesse, Hotech ha stipulatoun contratto di collaborazione. «Riceve-ranno delle royalties sulla vendita dei lo-
ro modelli - aggiunge Miche-le Casassa -. E stiamo già pen-sandoanuove linee sulle qua-li lavorare insieme».Anche per l’Università di Bre-sciatutto ciò ha un forte signi-ficato: «Il successo dei nostristudenti è un grande traguar-do raggiunto - dicono ValerioVilla, docente di Disegno in-dustriale e Diego Paderno,punto di riferimento dei ra-gazzi nel Laboratorio -. Orafacciamo volentieri un passoindietro,orgogliosidiaver for-
nito agli studenti gli strumenti necessariperché possano camminare con le lorogambe. È un merito anche della Hotech:non è usuale che un’azienda abbia que-sto coraggio. La speranza è che questocoraggio venga premiato».Hotechnonè nuovaaesperienze innova-tive.Nel 2007l’azienda, in virtùdi un bre-vetto, siè convertita da costruttrice di ca-loriferi tradizionali a produttrice di untermoarredo nuovo: un calorifero dello
spessore di pochi millimetri,che utilizza volumi d’acqua25-30 volte inferiori a quellidi un radiatore tradizionaledi pari efficacia.«Abbiamo svincolato l’esteti-ca dalla funzione - continuaMichele Casassa - e dato spa-zio al design. Oggi realizzia-mo prodotti di alta gammaesportati in tutto il mondo,che sicollocano ai massimi li-velli del mercato.Il nostro fat-turato cresce al ritmo del 35%all’anno». Gli otto nuovi mo-
delli Hotech, progettati da Ilaria Cottali,Chiara Velardi, Federica Sandrini e MaraGiardini, Federica Montresor e GiulianaMormone sono esposti a Brescia CasaDesign.
Cristina Ricossainnovazione @ giornaledibrescia.it
BRESCIA Non sempre quando siprogetta un dispositivo nuovo etecnologicamente avanzato, sipossono prevedere tutte le sueapplicazioni. La ricerca imboccauna strada che sembra promet-tente, arriva ad individuare unasoluzione che poi - ed è il nostrocaso - chiede attenzioni alleaziende per trovare possibili con-crete applicazioni.Èla situazione delsensore capaci-tivo per microfluidica realizzatoda Marco Demori nel corso deldottorato di ricerca inIngegneria elettroni-ca sensori e strumen-tazione, sotto la guidadelteamdel Laborato-rio di Sensori e stru-mentazioneelettroni-ca dell’Università diBrescia. Il nuovo sen-sore ha dimensionimicrometriche e for-se troverà applicazio-ni in diagnostica me-dica o nel monitorag-gio della qualità deglialimenti. Anche se le possibiliprospettive potrebbero esseremolte di più.«Il nostro sensore è composto daunmicrocanale (undiametrodel-l’ordine dei millesimi di millime-tro) nel quale vengono iniettatifluidi o miscele di essi - spiegaMarco, oggi al terzo anno del cor-so di dottorato -. Il dispositivo èingrado di discriminare e caratte-rizzare i fluidi che lo attraversanosulla base della loro costante die-lettrica, una grandezza fisica chedescrive la capacità diun materiale di pola-rizzarsi in presenza diun campo elettrico».Mettere a punto ilnuovo sensore non èstato semplice: la di-minuzione dei volu-mi e delle dimensioni,implica una riduzio-ne di scala delle gran-dezze da misurare eciò comporta dei pro-blemi di sensibilità.«Oltreallafabbricazio-ne dei microcanali (attività svoltaincollaborazionecon il Laborato-riodi Fisica tecnica del Dimi-Uni-versità di Brescia) abbiamo dovu-to lavorare sui sensori da accop-piare e sull’elettronica che tra-sforma la grandezza da misurarein un segnale misurabile - conti-
nua Marco -. Si tratta di segnalidavvero piccoli, con un ordine digrandezza inferiore di mille volteai disturbi elettromagnetici pre-senti nell’aria. Abbiamo dovutoquindi mettere a punto delle tec-niche sofisticate per discrimina-re il segnale utile dal disturbo difondo».Il microcanale è stato realizzatoinuno strato di polimero siliconi-co, mentre il campo elettrico cheinduce la polarizzazione del flui-do è generato da elettrodi serigra-
fati con inchiostroconduttivo a base diargento, su vetrini damicroscopio. Tra glielettrodi si ottiene ilcondensatore, che co-stituisce l’elementosensibile del sistemadi misura.La ricerca nel campodella microfluidica hagiàpermesso la realiz-zazione di sistemi conapplicazioni concre-te, ma in futuro si in-
travedono nuove prospettive. Incampo chimico i vantaggi dellatecnica risiedono nella possibili-tà di effettuare analisi su sostan-ze rare o particolarmente tossi-che, utilizzando ridottissimequantità di materiale. Nel casopoi di applicazioni in ambito bio-logico e medico invece, l’esami-nare singole cellule, e non tessuticellulari, porta ad una maggioreaccuratezza nei risultati ottenuti.«Il dispositivo, costruito in proto-tipo- continua Marco -. È innova-
tivoperlatecnicadire-alizzazione e impiegatecnologie a basso co-sto. Al momento stia-mo esplorando le sueapplicazioni in cam-poalimentare:potreb-bediventareunsenso-re che rileva la quanti-tàdi zuccheri nelle be-vande, la percentualedi grasso nel latte op-pure quella di acquanel miele. Ma siamoaperti ad ogni propo-
sta applicativa».L’indirizzo per contattare Marcoeil gruppo che si occupadello svi-luppo di dispositivi microfluidicisensorizzati è: [email protected].
Cristina Ricossainnovazione@ giornaledibrescia.it
Diventa ricercatore ecomprati una valigia.La fuga all’estero deicervelli italiani è tema
ricorrente, ma parliamone anco-ra, se non altro per ricordare che35ricercatorisu100ogniannode-cidono di lasciare lo Stivale perl’estero, dove creano valore ag-giunto.L’Icom, Istituto per la Competiti-vità, ha messo in fila più di un da-tosignificativocome fruttodiunaricercacommissionatadallaFon-dazione Lilly e dalla FondazioneCariplo.Sottoesamesonofiniti i toptwen-ty,ovveroiprimi20ricercatori ita-liani (all’estero) che in 20 anni -come dimostra lo studio - hannodepositato155 brevetti.Nonsolo.Altri 300 brevetti sono stati inseri-ti in elenco perché al loro svilup-pohannopartecipato, inteam,al-tri ricercatori italiani (sempre al-l’estero). Il ricavato dal depositodi queste «invenzioni» è stimabi-leinunvaloredi3,9miliardidieu-ro.Sempresecondol’Icom, inmediail valore di ogni cervello in fugasfiora i 150 milioni di euro, ma ildato non è esaustivo. Siccomel’eccellenzaècontagiosa, imiglio-ri studiosi italiani oltrefrontieraha dato vita a team eterogeneiche, a loro volta, hanno generatobrevetti, ricchezza, più valore aiprodotti e, quindi, lavoro.Perché i ricercatori se ne vanno?Domanda retorica che implicaduerisposte:oltrefrontierairicer-catorinon sono trattati «a pesci infaccia» (ci si passi l’iperbole, maunpo’diarrabbiaturaègiustifica-ta dopo la lettura di questi dati),guadagnano bene, sono respon-sabilizzati, gestiscono i budget e,inparticolare,hannoadisposizio-ne strutture adeguate a compiereal meglio il loro lavoro, cioè giun-gere ad un risultato scientifica-mente apprezzabile.Il valore a cui si fa riferimento è
solo quello iniziale, cioè la vendi-tadelbrevetto.LaFondazione,in-fatti,hacalcolatoilrendimento diun particolare brevetto. L’esem-pio preso ad esame è quello di unfarmaco anticancerogeno messoa punto da un ricercatore italia-no,ovviamenteall’estero,eintro-dotto recentemente sul mercato.La commercializzazione del pro-dottohageneratounfatturatoan-nuo quantificabile in poco menodi due miliardi di euro.Altra domanda. Quanti sono i ri-cercatori in Italia? Ebbene sonocirca70mila,numeropiùbassori-spetto agli altri principali Paesidel G7 (in Francia sono 155mila,nel Regno Unito 147mila, in Ger-mania 240mila, negli USA1.150.00, in Canada 90mila e inGiappone 640mila). Eppure i no-stri ricercatori - anche quelli cherestano in Italia - dimostranosempre un indice di produttivitàindividuale eccellente. Hannoquindi imparato a fare di necessi-tà virtù.L’Italia spende per la ricercal’1,3% del Pil. Ad avere il «bracci-no corto» non è solo la parte pub-blica, ma anche quella privata.Sul totale dei nostri investimentiin R&S il 42% è privato, contro il64% della media Ocse che denotala possibilità di liberare maggioririsorse pubbliche per la ricerca dibase.Infine, l’investimento per abitan-te in ricerca e sviluppo in Italia èmediamente di 250 euro contro i654 euro dei tedeschi. Per l’inno-vazione l’industria tedesca nel2011 investirà di suo 60 miliardidi euro.Il divario - come si può notare - èenorme. La spesa per la ricerca el’innovazioneincidesullacapaci-tàdiunsistemaPaesedicompete-re nel sistema globale. Questo laGermania,cheprendiamoariferi-mento, lo sa bene e la crescita delPil di Berlino lo dimostra abbon-dantemente.
IMPRESE & RICERCA
Foto di gruppo per le ingegneri-designer, docenti e i titolari della Hotech
Marco Demori. Il suo sensore ha microcanali dell’ordine dei millesimi di millimetro
Il microsensore cerca un perché...La storia del «sensore capacitivo per microfluidica» ideato da Marco DemoriFa rilevazioni in molti ambiti. Se qualche azienda ha un’idea si faccia avanti
l’analisi
Cervelli in fuga: così l’Italia perdeil valore aggiunto dell’innovazionedi Claudio Venturelli
BANCA-INNOVAZIONE
UnaBanca Nazionaledell’Innovazio-ne dedicata agli startup e a impresead alto contenuto tecnologico. Diquesto si è discusso il 2 febbraio allaCamera dei Deputati, nell’ambitodel Convegno «Per rifare l’Italia, lagrandesfida dell’innovazione». Ospi-te d’eccezione, il Premio Nobel perl’economia Edmund Phelps. Nel suointervento ha chiarito che lo svilup-potecnologico èuno dei fattori cardi-ne per il successo delle imprese delfuturo e diventa quindi cruciale lapresenzadi banche in grado di finan-ziare i progetti innovativi.
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Il 3 marzo a Milano, palazzo Affari aiGiureconsulti,èorganizzatounsemi-nario di chiusura del progetto dellaPromos, «Chimica, energia e innova-zione».Sarannopresentialcuni ricer-catori del Massachusset Institute ofTechnology (MIT) e dei Laboratori diBerkeley. Per maggiori informazionisull’[email protected]. L’Università di Washington, inve-ce, organizza a marzo, nella sua sededi Roma, diversi workshop incentra-tisullamicrostrumentazione dedica-ta all’ottimizzazione di processo e al-lefutureopportunitàdiquesta tecno-logia. Per info: www.cpac.washin-gton.edu/Activities/Meetings/Satel-lite/2011/info.html.
PMI,DALLA REGIONE
Tenete d’occhio la Gazzetta Ufficia-le: sono alle porte nuovi finanzia-menti per le imprese lombarde checollaborano tra loro, nell’ambito diricerca, sviluppo e innovazione. LaRegioneLombardia sta per pubblica-re il bando indirizzato alle Pmi per losviluppo di prodotti innovativi inquesti settori: biotecnologie alimen-tari enon, nuovi materiali, moda, de-sign, tecnologie dell’informazione edella comunicazione. L’interventopubblico potrà coprire al massimol’80% delle spese ammesse.
DENTRO INGEGNERIA
Storie di innovazione, di ricercatorie gli appuntamenti per far conoscerealle aziende l’attività della facoltà
LE UNIVERSITÀIl progetto ha
coinvolto la facoltàdi Ingegneriae la Cattolica,
oltre alleaccademie Laba
e Santa Giulia
L’AZIENDAHotech è uno dei
nomi nuovidell’industria
bresciana: realizzacaloriferi con
un innovativosistema produttivo
L’IDEAMarco Demori ha
realizzato l’ideanel Laboratorio di
Sensori estrumentazione
elettronicadi Ingegneria
PER FARE COSA?Il sensoreè in grado
di riconoscerei fluidi in basead una seriedi proprietà«elettriche»
Ingegneri-designerLa sfida femminiledella HotechL’azienda di Castel Mella ingaggia sei neolaureate per una nuova linea di caloriferi
DIECASTING DAY
Ingegneria ospita la 5ª edizionedel seminario sulla pressocolataL’organizzazione è del Csmt
Luca Salgarelli e Francesco Gringoli
L’AGENDA