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1 SERVIZIO CIVILE NAZIONALE UNPLI, OTTOBRE 2015 – 2016 Titolo del Progetto: Riscoperta e valorizzazione del cibo tipico, strumento di promozione locale. Il territorio e le sue peculiarità. Il Franciacorta

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1 SERVIZIO CIVILE NAZIONALE UNPLI, OTTOBRE 2015 – 2016 Titolo del Progetto: Riscoperta e valorizzazione del cibo tipico, strumento di promozione locale. Il territorio e le sue peculiarità.

Il Franciacorta

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UNPLI SERVIZIO CIVILE NAZIONALE UNPLI BANDO UNSC OTTOBRE 2015 - 2016

TITOLO DEL PROGETTO SCN:

Riscoperta e valorizzazione del cibo tipico,

strumento di promozione locale. Il territorio e le

sue peculiarità.

A cura di Giovanni Paolo Febretti, Volontario Servizio Civile Nazionale UNPLI, presso la

pro loco comunale di Cazzago San Martino (BS).

Referenti del progetto:

Bernardina Tavella, Responsabile Nazionale Servizio Civile UNPLI

Giuliano Caramanti, responsabile Regionale Servizio Civile UNPLI Lombardia

Varinia Andreoli, OLP (operatore locale progetto), Pro loco comunale Cazzago San Martino Alessandra Cardellino, Formatore Specifico, Pro loco comunale Cazzago San Martino

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3 SERVIZIO CIVILE NAZIONALE UNPLI, OTTOBRE 2015 – 2016 Titolo del Progetto: Riscoperta e valorizzazione del cibo tipico, strumento di promozione locale. Il territorio e le sue peculiarità.

INDICE

Introduzione

Le origini

Dove si produce

Come si produce il Franciacorta

Tipologie e dosaggi

Abbinamenti

La Strada del Vino e le cantine sul territorio

Principali manifestazioni

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Introduzione

In Georgia da circa 13mila anni è coltivata la vitis vinifera considerata la madre di tutti i

vitigni moderni. È certo che la coltivazione e produzione del vino sia contemporanea a

quella dei cereali e dell’olivo, da attribuirsi a 8/10 millenni a.C. ed affonda le sue origini

nell’epoca Neolitica. Nel villaggio di Hajji Firuz Tepe, situato nel nord-ovest dell’Iran

risalente a 7000 anni fa, in uno scavo archeologico nella seconda metà del 1900 furono

rinvenute delle giare in terracotta, contenenti resti di una sostanza riconducibile a

grappoli d’uva. Dopo queste notizie possiamo affermare che la vite è arrivata sino a noi

molto probabilmente dall’Asia, passando dalla Mesopotamia per poi approdare nella

nostra Penisola e in tutto il resto del Vecchio mondo. Oltre che nel Vecchio continente

la pianta dell’uva cresceva rigogliosa anche nel continente americano. Qui però la sua

qualità si dimostrò inferiore rispetto a quella orientale infatti, i primi coloni, dopo aver

provato a ricavare del buon vino da queste piante, si resero conto della scarsa rendita di

questo vitigno e cosi decisero di importare i propri prodotti nel Nuovo mondo.

Ma ora torniamo all’argomento che più ci interessa da vicino: Come si è arrivati al

famoso vino con le “bollicine” Franciacorta ?

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Le origini

Si può affermare che la storia del

Franciacorta ebbe inizio verso la metà

degli anni ‘50, quando l’enotecnico

Franco Ziliani si rivolse a un

gentiluomo di campagna che

produceva vino da tavola fermo, tale

Guido Berlucchi. Il sogno di Ziliani era

quello di produrre vino con metodo

classico, guardando il modello dello

Champagne, nel suo territorio natale,

la Franciacorta e decise di proporre

questo progetto al signor Berlucchi. Fu

così che anche grazie all’aiuto

dell’amico Giorgio Lanciani, i tre

gettarono le basi per la produzione

spumantistica in Franciacorta. Il

risultato finale però non fu subito

positivo, furono necessarie diverse

annate negative per arrivare ad un

prodotto di qualità: l’anno era il 1961 e

vennero sigillate 3000 bottiglie di Pinot

di Franciacorta che stappate l’anno

successivo si rivelarono ottime.

Nacque così il Franciacorta.

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Dove si produce

Sulle colline della Franciacorta, la coltivazione della vite ha origini remote, come

testimoniano i rinvenimenti di vinaccioli di epoca preistorica. Il ricco materiale

archeologico rinvenuto, come ad esempio i resti di palafitte ritrovati nella zona delle

Torbiere del Sebino, racconta come qui si stanziarono popolazioni primitive, alle

quali subentrarono via via i Galli, i Romani e i Longobardi. La coltivazione della vite

fu una costante della Franciacorta, dove, dall’epoca romana al periodo tardo-antico

fino al pieno medioevo, crebbero vigneti anche grazie alle favorevoli condizioni

climatiche e pedologiche. Con alti e bassi, la viticoltura in queste terre non

s’interruppe mai.

Le zone (definite dal disciplinare) in cui si possono coltivare uve per la produzione

del Franciacorta comprendono i comuni di: Brescia, Adro, Capriolo, Cazzago San

Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Cortefranca, Erbusco, Gussago, Iseo,

Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo,

Rodengo Saiano e Rovato.

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Come si produce

I 30 giorni compresi tra la seconda

decade di agosto e la prima di

settembre sono i giorni indicati alla

vendemmia delle uve per il

Franciacorta. Questa viene fatta

rigorosamente a mano ed i vitigni

dopo essere stati pressati fermentano

la prima volta andando a formare la

cuvée, infatti il Franciacorta non è

composto da singole uve, di diverse

qualità quali il chardonnay,

e il pinot bianco (massimo 50%). Ora si

è pronti per l’imbottigliamento ed è

proprio in questa fase che il nostro

Franciacorta inizia a prendere forma:

alla cuvée vengono aggiunti lieviti e

zuccheri in quantità variabili in base

alla qualità di spumante che vogliamo

andare ad ottenere. Le bottiglie

vengono poi tappate con dei tappi

metallici che serviranno a contenere la

pressione che si verrà a creare

all’interno delle bottiglie e posizionate

orizzontalmente. Ha ora inizio la

seconda fermentazione, questa in

bottiglia, che grazie all’anidride

carbonica creatasi all’interno di essa

creerà nel nostro vino le famose

bollicine.

Le nostre bottiglie, dopo un periodo di

affinamento che solitamente va dai 18

fino ad oltre 60 mesi, vengono

posizionate su degli appositi cavalletti

chiamati pupitre che mantengono le

nostre bottiglie con il collo rivolto in

basso. Questo insieme alla giornaliera

rotazione delle bottiglie (1/8 di giro al

giorno) serve a far si che i sedimenti e

le impurità createsi con la seconda

fermentazione si depositino nel tappo.

La fase successiva consiste nel far si

che vengano espulsi i residui bloccati

all’interno del tappo (sboccatura): per

far questo si congela parte del collo

della bottiglia ed in seguito la si stappa

per far si che la sezione congelata

venga eliminata.

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Nell’ultima fase si procede con il

rabbocco delle bottiglie con lo

sciroppo di dosaggio formato da vino

Franciacorta e zucchero: la quantità di

zucchero andrà ad influire sul gusto del

vino in base alla qualità che vogliamo

produrre; si passa dai 3 g/l per non

dosato dove gli zuccheri consistono nel

residuo naturale del vino per arrivare

ai 32/50 g/l del demi-sec. Ora la nostra

bottiglia verrà tappata nuovamente,

ma stavolta con un tappo a fungo ed

una gabbietta metallica per far si che

la pressione presente nella bottiglia

non lo faccio saltare. Siamo arrivati

così al nostro prodotto finito con tanto

di Contrassegno di Stato DOCG.

Tipologie

In base ai quantitativi e alle qualità di uve utilizzate per la preparazione, andiamo

scoprire che non esiste solamente “un” Franciacorta, bensì diverse tipologie che ora

andremo ad elencarvi.

Franciacorta: questa tipologia è costituita da Chardonnay e/o Pinot nero alle

quali possono essere aggiunte fino ad un 50% di Pinot bianco. Questa qualità

rifermenta in bottiglia per minimo 18 mesi ed il suo periodo di maturazione è di

almeno 25 mesi dalla vendemmia. Caratterizzato da un perlage fine e persistente

ha un sapore sapido ed aromatico.

Franciacorta Satén: è costituito per la maggior parte da uve Chardonnay, ma può

avere una aggiunta di Pinot bianco fino ad un massimo di 50%. La sua morbidezza

gustativa è data dall’accurata scelta dei vini di base e da una minore pressione

presente in bottiglia. È caratterizzato da un perlage finissimo ed una freschezza

che ricorda le note delicate della seta da cui deriva il nome stesso.

Franciacorta Rosé: si forma grazie all’unione di Pinot nero (minimo 25%),

Chardonnay e Pinot bianco (massimo 50%). Le uve di Pinot nero fermentano a

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contatto con le bucce il tempo necessario per conferire al vino la tonalità

desiderata, oppure nasce dall’assemblaggio con Chardonnay e Pinot bianco. Il

Pinot nero da a questo Franciacorta un corpo e un sapore particolare oltre ai

sapori tipici del vitigno.

Queste tre tipologie possono acquisire maggiore personalità e raffinatezza con

periodi di affinamento e maturazione maggiori, come nel caso del Franciacorta

Millesimato e il Franciacorta Riserva.

Franciacorta Millesimato: si definisce millesimato in quanto tutto il vino

proviene da un’unica annata (minimo 85%). Lo si produce quando l’anno è

particolarmente qualitativo e si valorizza con affinamenti più lunghi. Devono

passare almeno 37 mesi dalla vendemmia prima che esso venga messo in

vendita. Il sapore dei Franciacorta millesimati rispecchia le caratteristiche

climatiche dell’annata che conferisce al vino una personalità gustativa e

sensoriale, qualità aumentata dalle uve utilizzate nella vendemmia.

Franciacorta Riserva: i Franciacorta Riserva sono dei Millesimati dalle particolare

eccellenza qualitativa che per esprimere al meglio il loro potenziale restano in

sosta sui lieviti per molti anni. Il Disciplinare impone una sosta di almeno 5 anni, il

Franciacorta Riserva viene messo in vendemmia circa 67 mesi dopo la

vendemmia. Le sue particolarità gustative ed olfattive sono dovute al lungo

periodo di affinamento in bottiglia.

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Inoltre, in base alla quantità di liqueur de tirage (=sciroppo di vino preparato per il

processo di spumantizzazione, contenente zucchero raffinato di canna o di

barbabietola, lieviti e sostanze minerali) i Franciacorta si differenziano in:

Non dosato: la componente zuccherina è costituita per la maggior parte dal

residuo naturale del vino; è considerato il più secco (= si dice di vino che al gusto

non manifesta alcuna sensazione di dolcezza) della gamma Franciacorta.

Extra Brut: molto secco, l’aggiunta di zucchero arriva fino ad un massimo di 6 g/l

(= grammi per litro).

Brut: meno secco dell’Extra Brut, è considerata la tipologia più versatile di

Franciacorta e può avere un’aggiunta di zuccheri inferiore a 12 g/l.

Extra Dry: un Franciacorta morbido, dal dosaggio (12-17 g/l) leggermente

maggiore rispetto al Brut.

Sec o Dry: leggermente abboccato (=vino a tendenza dolce) con una quantità di

zucchero che va da 17 a 32 g/l.

Demi-sec: si abbina bene con i dolci, ha un sapore abboccato dovuto all’elevato

dosaggio zuccherino (33-50 g/l).

Abbinamenti a tavola

Le diverse tipologie di Franciacorta si abbinano a un’ampia gamma di piatti grazie

alla sua versatilità e alle sue varie tipologie. In base a queste ora andremo ad

indicare alcuni abbinamenti a pietanze che possono esaltare al meglio i sapori del

piatto e di ciò che stiamo degustando.

Ad un Franciacorta non dosato saremmo propensi ad abbinare un piatto tipico del

comune di Rovato: il manzo all’olio. Questo piatto si racconta abbia origine nel

lontano XVI secolo, quando il comune di Rovato si trovava sulle linee commerciali

tra Milano e Venezia. Proprio per questo motivo i mercanti si potevano permettersi

merci “marine” come le acciughe che sono uno degli ingredienti principali del nostro

manzo all’olio. Per dar maggior visibilità a questo prodotto, a Rovato, è stato anche

istituito “Il mese del manzo all’olio”, mese in cui a Rovato i ristoratori offrono a

prezzi particolari menù a base di manzo all’olio e polenta.

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Ad un extra brut invece vorremmo associare un piatto meno “famoso” del manzo

all’olio, ma altrettanto presente nella tradizione del lago d’Iseo, in particolar modo

del paese da cui prende il nome ovvero Clusane. Il piatto di cui stiamo parlando è

l’anguilla ripiena alla clusanese. Il pesce di lago un tempo era considerato

un’importante materiale gastronomico per gli abitanti delle riviere lacustri, mentre

oggi questo è quasi una rarità e lo si può mangiare solamente al ristorante. Oggi

invece dovremmo concederci più spesso un piatto come quello che mangiavano i

nostri nonni per mantenere in vita tradizioni che altrimenti andrebbero perse.

Arriviamo ora al Franciacorta brut. Attualmente quest’ultimo è il primo ed unico

spumante italiano ad essere prodotto esclusivamente tramite rifermentazione in

bottiglia. Inoltre il Franciacorta è uno fra gli unici dieci prodotti vinicoli europei a

poter riportare sull’etichetta il solo nome Franciacorta senza la sigla DOCG. Per

intenderci basta il nome ad identificarne la qualità. Tornando agli abbinamenti a

tavola, al nostro brut vogliamo associare uno dei piatti tipici della nostra terra: lo

spiedo bresciano. Tipico del comune di Gussago, lo spiedo bresciano è consumato in

quasi tutta la provincia con accorgimenti dovuti alle tradizioni del luogo in cui lo si

desideri mangiare. Le tipologie di carne usate più spesso per lo spiedo sono: lonza e

coppa suina, uccelli di cacciagione (solo negli ultimi anni ne è stato interdetto il

consumo per tutti i ristoranti e locali pubblici) e costolette di maiale. Ad

intermittenza tra i vari pezzi di carne vengono inserite foglie di salvia e patate

tagliate a fette. Dopo un lungo periodo di cottura sulle braci lo spiedo viene servito

con polenta e intingolo (=burro fuso utilizzato per la cottura dello spiedo). Data la

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sua versatilità, a questo ricco piatto abbiamo deciso di accostare il brut che è uno

dei vini più significativi della nostra terra.

Ad un Franciacorta extra dry ci sentiamo di affiancare un’altra pietanza tipica della

zona lacustre: la frittura di paranza. Questa ricetta è presente in quasi tutti i

ristoranti tipici sul lago d’Iseo, dove viene preparata friggendo pesci di piccolo taglio.

La frittura va mangiata caldissima e viene spesso servita a tavola accompagnata da

spicchi di limone il cui succo è molto apprezzato come condimento.

Arriviamo ora al sec ed al demi-sec i due Franciacorta più dolci, quelli con maggiore

aggiunta di liqueur de tirage. A questi vini consumati principalmente alla fine dei

pasti, per accompagnare il dolce, vogliamo accostare una buona torta di rose e la

bossolà, un tradizionale dolce natalizio bresciano. Le origini del suo nome sono

abbastanza incerte; alcuni data la sua forma tondeggiante e concava lo associano

alla bussola; altri, in particolare nella bassa bresciana, la chiamano bissolà, per la sua

vaga somiglianza con una biscia (in dialetto bresciano biss) arrotolata.

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La Strada del vino e le cantine sul territorio

L’associazione Strada del Franciacorta, fondata nel 2000, ha lo scopo di promuovere

e sviluppare l’enorme potenzialità del turismo, in particolar modo quello

enogastronomico, nel territorio Franciacortino. La Strada del vino percorre quasi

completamente il territorio da cui prende il nome passando tra vigneti, boschi,

abazie e castelli. Se vogliamo però delineare un vero e proprio percorso ci sentiamo

di segnalare quello che parte da Paratico ed arriva a Brescia come delineato nella

cartina sottostante.

Ecco ora una carrellata dei principali paesi attraversati da questo itinerario: con

partenza da Paratico come detto in precedenza attraverseremo Capriolo ed Adro

per arrivare nel comune di Corte Franca dove, dopo aver attraversato le sue frazioni,

approderemo a Borgonato, celebre paese dove tutto ebbe inizio. Lasciandoci alle

spalle Borgonato e proseguendo sulla strada del vino faremo tappa ad Erbusco,

paese in cui troviamo il Consorzio del vino di Franciacorta. I paesi passano, ma i

paesaggi che ci circondano saranno sempre caratterizzati da vigneti e campi

coltivati. La prossima tappa del nostro percorso ci porterà a Rovato, celebre per uno

dei piatti più gustosi della zona. Subito dopo Rovato arriviamo a Calino famoso per

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essere una tappa fondamentale de “la corsa più bella del mondo”: la Mille Miglia.

Rimanendo nei pressi di Calino attraverseremo poi Bornato e Passirano dove

possiamo visitare dimore storiche, castelli ed innumerevoli cantine produttrici di

vino Franciacorta. Dopo Passirano arriviamo a Monticelli Brusati che oltre per le sue

colline coltivate è famoso per un sentiero nella stretta Val Gaina dove l’erosione del

torrente ha creato un percorso facilmente percorribile immersi nella natura tra

boscaglia e cascatelle naturali. Una delle ultime tappe prima di arrivare a Brescia è

Gussago. Qui nelle numerose osterie e trattorie avremo la possibilità di assaggiare il

vero spiedo bresciano famoso in tutta la provincia.

Ecco ora l’elenco delle cantine presenti sul territorio:

1701 Franciacorta

Abrami Elisabetta

Al Rocol

Alberelle di Luca Dabeni Zefferino

Antica Fratta

Az. Agr. Fratelli Berlucchi

Az. Agr. Massussi Luigi

Az. Agr. Santo Stefano

Azienda vitivinicola a conduzione

biologica dal 2006 La Riccafana di

Riccardo Fratus

Barboglio de Gaioncelli

Bariselli Gabriella

Barone Pizzini

Bellavista

Berlucchi Guido

Bersi Serlini

Biondelli

Boccadoro

Bonfadini

Borgo La Gallinaccia

Bosio

Brutell

Cà del Vént

Ca' dei Colli

Ca' del Bosco

Camossi

Cantina Chiara Ziliani

Cantine Berardi

Cantine Manessi

Capoferri Mario

Cascina Carretto

Cascina San Pietro

Castel Faglia - Monogram

Castello Bonomi Tenute in

Franciacorta

Castello di Gussago - La Santissima

Castelveder

Cavalleri

Ciapél

Cintus

Clarabella

Cola Battista

Colline della stella di Andrea Arici

Contadi Castaldi

Cooperativa Cellatica Gussago

Cornaleto

Corte Aura

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Corte Fusia

CorteBianca

Del Castello di Orlando

Derbusco Cives

Due Gelsi

F.lli Bovi

Facchetti

Faccoli Lorenzo

Ferghettina

Foresti

Franca Contea

Gatti Enrico

Il Dosso

La Boscaiola

La Casotta

La Costa di Ome

La Fiòca

La Fiorita

La Manèga

La Montina

La Rotonda

La Torre

La Valle

Lantieri de Paratico

Le Cantorìe

Le Due Querce

Le Marchesine

Le Quattro Terre

Lo Sparviere

Lovera

Majolini

Marchese Antinori Tenuta Montenisa

Marzaghe

Milesi Giovanni

Mirabella

Monte Alto società agricola

Monte Rossa

Montorfano de Filippo

Monzio Compagnoni

Mosnel

Pian del Maggio

Plozza Ome

Priore

Quadra

Ricci Curbastro

Riva di Franciacorta

Romantica Franciacorta

Ronco Calino

San Cristoforo

Santa Lucia

Santus

Solive

Sullali

Tenuta Ambrosini

Tenuta Montedelma

Tenuta Moraschi

Tenuta Villa Crespia

Terra Donata

Torreggiani

Turra

Uberti

Ugo Vezzoli Franciacorta

Valle

Vezzoli di Vezzoli Giuseppe

Vigna Dorata

Villa Franciacorta

Villa Giuliana

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E questo è solo l’elenco delle cantine consorziate, oltre a queste ci sono diverse

cantine che non fanno riferimento al Consorzio di Franciacorta e che comunque

producono vino sul territorio.

Qui alcuni numeri del Franciacorta:

5 marzo 1990 Nascita Consorzio Franciacorta

1995 Assegnazione DOCG

109 Le cantine associate

19 I comuni che costituiscono la Franciacorta

2800 Gli ettari vitati Franciacorta DOCG

350 Gli ettari vitati Curtefranca DOC

15.475.977 Le bottiglie vendute nel 2014 di cui 1.428.993 all’estero (9,2%)

Le principali manifestazioni

Durante tutto l’anno, in particolar modo da maggio a settembre, vengono

organizzate numerose manifestazioni per far conoscere meglio ai turisti ed agli

abitanti locali più scettici la qualità e la vastità di un prodotto quale il Franciacorta.

Questi eventi hanno in comune il voler valorizzare oltre al bollicine anche il territorio

ed i piatti della tradizione, infatti, durante alcuni di questi eventi, ci si trova a vagar

nel bel mezzo di vigneti di cantine rinomate per poi fermarsi in punti ristoro ove si

ha la possibilità di riposarsi e degustare un calice di buon vino. Altri ancora invece

offrono la possibilità vera e propria di partecipare a cene a tema “Franciacorta” dove

le portate ruotano attorno al vino: si avranno quindi abbinamenti con piatti classici

ed altri con piatti più ricercati, per dimostrare l’incredibile versatilità di tutti i

prodotti della nostra terra.

Data la sua importanza in tutto il mondo, il Franciacorta, non si limita ad organizzare

ed a partecipare eventi nella solo penisola italiana, bensì collabora anche ad eventi

internazionali come la London Wine Week. Dal 23 al 29 maggio infatti, il

Franciacorta Pop Up Bar installato all’interno dell’Andaz Hotel Liverpool Street, ha

offerto l’opportunità di degustare ogni giorno tipologie diverse di Franciacorta

abbinate a finger food preparati dagli chef dell’hotel.

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Quest’estate dal 18 giugno al 3 luglio, Christo, il noto artista bulgaro, ha realizzato

sul lago d’Iseo la sua spettacolare opera: THE FLOATING PIERS. Un vero e proprio

passaggio sulle acque: composto da 200 mila cubi di polietilene ricoperti da circa

70.000 metri di tessuto giallo cangiante, largo 16 metri, ha attraversato il lago da

Sulzano a Monte Isola per poi circondare l’isola di San Paolo. L’installazione è stata

visitata da oltre 1,3 milioni di persone con una media di circa 70.000 persone al

giorno. Durante il weekend del 25 e 26 giugno si è svolto in omaggio all’artista

bulgaro il Festival Franciacorta d’Estate. In questi giorni, oltre a THE FLOATING

PIERS, i protagonisti sono stati i vini e i prodotti della nostra terra che, insieme alla

creatività degli chef locali, rendono la Franciacorta un territorio amatissimo dagli

enoturisti italiani e stranieri.

Franciacorta per tutta la durata dell’installazione è stata presente con un WINE BAR

sul lungolago di Sulzano, a poca distanza dalla partenza del ponte. Il Wine Bar è stato

gestito da Lanzani Bottega & Bistrot con la struttura autoportante che era stata

creata per l’evento Expo Milano 2015.

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18 SERVIZIO CIVILE NAZIONALE UNPLI, OTTOBRE 2015 – 2016 Titolo del Progetto: Riscoperta e valorizzazione del cibo tipico, strumento di promozione locale. Il territorio e le sue peculiarità.

A settembre si svolge quello che viene chiamato “Festival Franciacorta in Cantina”.

Questa manifestazione è giunta alla settima edizione e come negli anni passati i

visitatori avranno la possibilità di conoscere la Franciacorta percorrendo la sua

Strada con i suoi castelli e i suoi monasteri ed i numerosi eventi organizzati dalle

cantine. Gli amanti del buon vino potranno prendere parte a degustazioni guidate e

per i più golosi ci sarà la possibilità di assaggiare piatti e prodotti tipici. Gli amanti

dello sport e della natura invece potranno avventurarsi nei vigneti e tra le colline

guidati dagli agronomi percorrendo gli itinerari della strada a piedi oppure in

bicicletta. Un week end proprio per tutti dato che anche i più piccoli potranno

divertirsi nella natura con iniziative ludiche e pic-nic organizzati dalle cantine stesse.

Insomma, un Festival Franciacorta a 360°!

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19 SERVIZIO CIVILE NAZIONALE UNPLI, OTTOBRE 2015 – 2016 Titolo del Progetto: Riscoperta e valorizzazione del cibo tipico, strumento di promozione locale. Il territorio e le sue peculiarità.

Ringraziamenti

Al termine di questo progetto vorrei ringraziare per il loro pieno appoggio la mia

OLP Varinia Andreoli e la mia formatrice Alessandra Cardellino. Un grazie particolare

per la loro pazienza nel seguirmi pari passo in questo anno alla scoperta del vero e

proprio mondo che si cela nel territorio della Franciacorta. Un ringraziamento

particolare va anche alla Responsabile Nazionale servizio civile UNPLI Bernardina

Tavella per il suo continuo appoggio e la sua disponibilità ed al Responsabile

Regionale servizio civile UNPLI Giuliano Caramanti che ci ha seguito negli incontri di

formazione e ha avuto la gentilezza e la pazienza di rispondere a tutte le nostre mail.

La conclusione di questo progetto sancisce anche la fine del mio anno da volontario

per il servizio civile nazionale presso la proloco di Cazzago San Martino. Durante

quest’anno ho avuto modo di conoscere persone, luoghi ed attività che prima d’ora

mi erano completamente sconosciuti. Ho vissuto a pieno l’organizzazione di eventi

per i quali prima ero solo uno “spettatore”, ma solamente lavorando “dietro le

quinte” si capisce quanto impegno, sudore e fatica costino agli organizzatori.

Ringrazio tutti i collaboratori della proloco comunale di Cazzago San Martino per

avermi accolto ed aiutato in quest’anno e non avermi mai fatto mancare nulla.

Un’esperienza come quella del servizio civile la consiglierei a tanti giovani ancora

indecisi perché da la possibilità di crescere come persona, ma anche come futuro

lavoratore. A conclusione vorrei rinnovare il ringraziamento a Varinia che mi ha

accolto, formato e insegnato i trucchi per la buona riuscita di un progetto, un evento

o di una semplice commissione giornaliera.

Il volontario del Servizio Civile Nazionale

Giovanni Paolo Febretti