il commercialista * notiziario dell'odcec di tivoli * numero cinque
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Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero CINQUETRANSCRIPT
Tutto ebbe inizio nel lontano 2003 quando, a seguito dell’emanazione
del d.lgs. 5 veniva per la prima volta introdotto nel nostro ordinamento
un nuovo istituto di natura anglosassone: “la Conciliazione” per la ma-
teria societaria. Da allora si sono
susseguiti una miriade di provve-
dimenti legislativi, tra decreti
legge, legislativi, ministeriali e
circolari ministeriali, fino ad arri-
vare all’ultima versione del d.lgs.
28/2010 cosi come rivisto e mo-
dificato con le modifiche intro-
dotte dal c.d. “Decreto del Fare”,
d.l. 21 giugno 2013 n. 69, conver-
tito dalla legge 9 agosto 2013 n.
98. Tale abbondanza normativa
vorrebbe trovare giustificazione
dall’avvicendarsi dei diversi go-
verni, appoggiati dalle differenti
forze politiche che, di fatto, hanno
reso inapplicabile una delle con-
suetudini più antiche della storia,
che ha come caratteristica fonda-
mentale la figura del terzo impar-
ziale.
In tutto questo periodo alla povera
“Conciliazione” venivano nel
frattempo addossate una miriade
di colpe. Alcuni Ordini Professio-
nali, tanto per fare un esempio, ne
palesavano la presunta incostitu-
zionalità stante la paventata limi-
tazione per il cittadino di poter
ricorrere alla giustizia ordinaria,
contestando altresì l’istituto come
un’aberrazione rispetto niente-
meno che ai principi diritto ro-
mano. In questi dieci anni
abbiamo pertanto assistito a tutto
(e forse di più …) anche se forse,
a parere di chi scrive, la maggior
Voglio provare a fare un gioco. Mettere insieme alcune
parole (il cui significato,
o acronimo, capiremo,
forse, insieme, in seguito)
cercando di generare un
concetto di senso com-
piuto.
Per facilitarne la lettura
(e, ad onor del vero,
anche il mio ragiona-
mento) inserirò nel corpo
di questo mio alcune pa-
role MAIUSCOLE …….
vedremo insieme, poi, il
perché.
Andiamo ad iniziare.
Mi perdonerete se, per
esigenze di scrittura, la
dissertazione iniziale
sembrerà non disporre,
talvolta, della doverosa
consecutio.
Al termine, spero, otter-
remo il senso di tutto ciò;
lo scopo della mia analisi.
“Si, esistono alcune note
anno 2 - numero 5 Settembre 2014
il CommercialistaNotiziario dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Tivoli
www.odcectivoli.it - [email protected] - tel. 0774 332770
Bimestrale di informazione Professionale
continua a PaG. 4
il ginepraio della Mediazione,
conciliazione e negoziazione.
ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTIE DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TIVOLI
continua a PaG. 8
di gianluca tartaro * di giancarlo angelucci *
Quando il Presidente Tartaro ha sentito che il mio inter-
vento per il nostro “Notiziario” di Settembre 2014
avrebbe avuto questo titolo, tra una battuta ed uno sfottò,
è rimasto alquanto spiazzato. Allora ho spiegato che non
si tratta di una cosa ridanciana o spiritosa nè di antichi ri-
cordi personali, ma di una cosa seria, molto grave, prima
di tutto per la nostra economia e poi anche per la nostra
vita sociale.
Voglio parlare di una situazione oggettiva da tempo da-
vanti agli occhi di tutti: la burocrazia. Non solo la buro-
crazia intesa come insieme di norme farraginose,
complesse e complicate, ma anche e specialmente delle
persone che occupano e gestiscono il sistema burocratico.
Parto da un fatto personale.
Come qualcuno di voi sa, da qualche tempo, mi occupo
più assiduamente di attività sociali. E per un progetto pre-
di renzo Bitocchi *
continua a PaG. 8
...Vai conl’opera!...
L’AnALisi
La Palude
S P I G O L AT U R E
il Commercialista Primo Piano2
Nel 1977 Scott Turow, non an-cora affermato autore di legalthriller, diede alle stampe One
L, un diario che raccontava ilsuo primo anno alla facoltà dilegge di Harvard e che ancoraoggi rappresenta una delle let-ture obbligatorie per chiunquesi voglia cimentare nello studiodella Legge.Quando lo lessi nell’edizioneitaliana1 rimasi profondamentecolpito da alcune pagine cheraccontavano una simulazionedi processo affrontata dallostesso Turow di fronte a verigiudici e veri avvocati…du-rante il suo primo anno. Le hocitate spesso in incontri e ta-vole rotonde perché rappresen-tano, più di tanti manuali sultema, un senso di consapevo-lezza compiuto sulle comples-sità di una qualsiasiprofessione intellettuale cheesige un costante investimentonel sapere.Ancora di più oggi, nella cd.Knowledge Era in cui la ric-chezza collettiva ed il posizio-namento professionalepersonale risiedono entrambenella capacità di immagazzi-nare/produrre informazioni ecompetenze spendibili nellaquotidianità.Un sistema di condivisione,oggi ancora troppo frammenta-rio e, soprattutto, sottovalutato. I motivi di questa tendenzasono molteplici e tutti legati dauna stretta connessione checomporta un effetto domino. Inprimo luogo, l’ancora troppopronunciata distanza tra lasfera teorica (di cui non sivuole assolutamente svilirne ilsenso e la necessità) e quellapratica in cui il giovane Profes-sionista si troverà ad operare.Una distanza che comporta, ul-timato il percorso universita-rio, un rinnovato processo diaccreditamento da parte delPraticante che si troverà ad af-frontare aspetti e situazioni to-
talmente nuove, spesso noncodificate ma parte integrante
di un complesso di regole econsuetudini informali pre-senti nell’agire quotidiano.Già questo elemento comportauna distorsione nella relazionetra il Dominus ed il proprioPraticante, riassumibile in unrapporto troppo teso su nozionie condotte che potrebbero es-sere già conosciute con la sem-plice previsione di unpraticantato da svolgere allafine del primo anno2. Non dun-que una possibilità dovuta allalungimiranza dello studentema una vera e propria previ-sione che presuppone la pre-senza di un dialogo costante trale Università e le realtà profes-sionali all’interno di un deter-minato territorio e chepotrebbe trasformare il Prati-cante in una vera e propria ri-sorsa, utilizzabile e spendibilenel momento stesso in cui con-segue la laurea. Senza contarepoi le conseguenze positive tracui – ne cito solo una - la pre-visione di un periodo di prati-cantato più breve rispetto aquello attuale, con un più fa-cile processo di accredita-mento professionale.In attesa di un confronto cheappare, ad onore del vero,estremamente complesso datele tante sfaccettature ed il col-pevole ritardo oramai matu-rato, appare (ancora di più)
importante tutelare ed imple-mentare il valore strategicodella condivisione nel rapportoProfessionista/Praticante,sganciandolo da una visualeisolata ed inserendola in unavera e propria griglia di bene-fici trasversali per tutto lo Stu-dio Professionale. Non solo –come acutamente osservaMassimo Casagrande, giàcomponente del Gruppo di la-voro Comunicare le profes-
sioni intellettuali e consulentesenior di PVB&Partners – “at-traverso la condivisione diesperienze, vissuti personali,valori e desideri” (fase di so-cializzazione) e attraverso l’in-teriorizzazione che “consistenel tradurre concretamente co-noscenza esplicita in cono-scenza tacita”3 ma ancheattraverso l’adozione di stru-menti che facilitino l’uso ed ilri-uso della conoscenza. Traquesti, Casagrande cita lacheck list per ordinare e orien-tare il processo in maniera cor-retta e razionale; softwaregestionali che vadano oltre lasemplice archiviazione delleinformazioni attraverso la pos-sibilità di immagazzinare datiprovenienti da fonti diverse e,soprattutto, la creazione di unarete interna (molto funzionaleal dialogo sopra accennato) edesterna in cui la conoscenza
non rappresenti un elemento diforza da far valere nei con-fronti dell’interlocutore bensìun elemento di alternanza tracollaborazione e competitività.In tal senso, Casagrande pro-pone l’idea di una cabina diregia per favorire una visioned’insieme che sia decisionale evaloriale nonché per instaurarestandard qualitativi omogeneie condivisi.Originando da quanto sopra,scopriamo così che la stessasfida auspicata è un vero e pro-prio “laboratorio di condivi-sione”, presupponendo lapresenza di tutte le parti coin-volte e di un clima collabora-tivo che, nel contempo, tutelile singole istanze e caratteriz-zazioni di parte.Si tratta di una sfida complessa– soprattutto rispetto alle pic-cole e medie realtà professio-nali – ma anche di un vero eproprio passo obbligato peraiutare un processo di crescitache non sia solo quantitativobensì qualitativo.
*Consulente in comunicazione
in Roma.
1 Harvard, facoltà di legge, Monda-
dori, Milano, 1995.2 Si pensi, inoltre, alla possibilità di un
praticantato diversificato che dia, anno
dopo anno, la possibilità allo studente
di “osservare” il funzionamento di di-
verse realtà che attengono all’ambito
di studi scelto. In questo modo si offre
allo studente la possibilità di farsi una
idea ben precisa evitando un fenomeno
di dispersione spesso frutto di superfi-
cialità e scarsa conoscenza dell’am-
bito.3 M. Casagrande, Progettare la condi-
visione per aumentare la competitività,
in AA.VV., L’Organizzazione per gli
Studi professionali, Alpha Test, Mi-
lano, 2013, p. 57.
L’Organizzazione
per gli studi
professionali:
il valore strategico
della condivisione
di stefano martello *
settembre 2014
il Commercialista 3settembre 2014
Il Consiglio dei Ministri ha re-
centemente approvato due de-
creti legislativi di
semplificazione fiscale definiti
dal Ministro Boschi “Una
grande opera di semplifica-
zione per uno stato vicino al
cittadino”.
Tra le misure contenute nei de-
creti, un ruolo particolare spet-
terebbe alla dichiarazione
precompilata che partirà in via
sperimentale nel 2015, per il
periodo d’imposta 2014, e
coinvolgerà inizialmente i per-
cettori di reddito da lavoro di-
pendente e assimilati.
Ma questa novità, etichettata
dagli organi di governo come
una “rivoluzione coperni-
cana”, per poter funzionare
necessita, ancora una volta,
dell’assistenza dei professioni-
sti.
Infatti nel caso, molto proba-
bile, in cui dovesse rendersi
necessario un integrazione
della dichiarazione precompi-
lata con ulteriori dati relativi a
deduzioni e detrazioni di cui il
Fisco non ha tenuto conto, ol-
treché con altri redditi, il con-
tribuente dovrà modificare la
dichiarazione affidandosi ai
professionisti abilitati alla tra-
smissione della nuova dichia-
razione o ai CAF che do-
vranno apporre il visto di con-
formità , con tutte le
responsabilità che comporta.
La norma sottopone, infatti, il
professionista o il CAF che
abbia rilasciato un visto di
conformità infedele, all’ob-
bligo di pagamento di un im-
porto pari all’imposta, agli
interessi e alla sanzione che
sarebbe richiesta al contri-
buente!
L’aberrazione di tale previ-
sione normativa è stata pron-
tamente contestata da tutti i
professionisti, nel corso del-
l’audizione del 24 luglio
scorso in commissione Fi-
nanze del Senato in vista della
realizzazione dei decreti attua-
tivi della delega fiscale, che ne
hanno evidenziato profili d’in-
costituzionalità. Infatti tale re-
sponsabilità patrimoniale de-
terminerebbe una sorta di
sostituzione della posizione
dell’originario debitore (il
contribuente) con quella dei
CAF o dei professionisti.
Nell’augurarmi che una modi-
fica nel senso proposto dalle
rappresentante dei professioni-
sti, dottori commercialisti in
primis, venga accolta, non
posso che esprimere un certo
disagio nel constatare una co-
stante legiferazione che fa cre-
scere il carico delle
incombenze fiscali, e delle re-
sponsabilità professionali,
senza che a questo corrisponda
non solo un’adeguata remune-
razione, ma anche un fattivo
riconoscimento del ruolo so-
ciale svolto.
È giusto e corretto che si cer-
chi la collaborazione dei pro-
fessionisti, ma occorre che il
legislatore e l’Amministra-
zione Finanziaria evitino di
esigerne la sussidiarietà pre-
tendendo anche di sanzionarli
fino al punto, come proposto
per la “dichiarazione precom-
pilata”,di creare una nuova fi-
gura di soggetto passivo
d’imposta, di dubbia costitu-
zionalità, collegata non alla
produzione del reddito ma alla
verifica di esso.
* Commercialista in Tivoli
Presidente Comm/ne II.II.
ODCEC Tivoli
il CommercialistaNotiziario dell’Ordine
dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Tivoli
BIMESTrALE DI INFOrMAzIONE PrOFESSIONALE
Anno 2 numero 5 settembre 2014
Iscrizione Tribunale di Tivoli n. 15 del 29/12/2011registro della stampa e dei periodici
Proprietario Testata:Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Tivoli
Via Palatina, n. 19 • 00019 Tivoli (roma)tel. 0774 332770 • fax 0774/315591
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Editore: Fondazione ADerC - Via Palatina 19 - Tivoli
Comm/ne Stampa, Comunicazione ed Informatica ODCECdi Tivoli: Gianluca Tartaro, Enrico Crisci, Alessandro Fal-cone, Andrea Brunelli, Maria Cristina rovazzani, CarloDe Vincenzi, Fabrizio Fiasco, Francesco Lando, IsidoroCapobianchi, Patrizia Frangella, Sonia Quaranta.
Direttore responsabile: Dott. Gianluca Tartaro
Grafica, impaginazione e Stampa
Azienda Grafica Meschini snc
Via Inversata 6 - 00019 TIVOLI (rm) - Tel. 0774 312794
chiuso in tipografia il 19/09/2014
Nuove
“semplificazioni”,
ma non a spese
dei professionisti
di faBio Balsamo *
il Commercialista4 settembre 2014
di Giuseppe Verdi tal-
mente Sonore che sem-
brano emergere da un
contenitore armonico, ad
esempio una giara, tal-
mente ben assonanti e ca-
denzate che rappresentano
un icona dell’eleganza ti-
pica del made in italy. Le
sue opere, si è scritto, sa-
rebbero anche potute essere
interpretate da una nostra
grande artista contempora-
nea Monica Vitti. Que-
st’ultima avrebbe saputo,
viste le sue doti e la sua in-
nata ecletticità, interpretare
meglio di qualsiasi altro ar-
tista, o STar anche statuni-
tense, i melodrammi di
verdiniana memoria. Così
come saprebbe perfetta-
mente interpretare la corri-
spondente femminile del
famoso investigatore Ser-
pico.
L’incipit, l’indeX, delle
opere di Giuseppe Verdi è
talmente elevato nella nar-
razione da non necessitare,
anche ai meno avvezzi, di
alcuna concentrata atten-
zione, di nessun radar
mentale per comprenderne i
contenuti più profondi.
ascoltando le composizioni,
si dice, è come se si dispo-
nesse di un Terzo SeT-
Tore cerebrale al quale
siamo naturalmente predi-
sposti.”
La domanda è spontanea:
come mai questa strana dis-
sertazione su Giuseppe
Verdi, sulle sue opere, su
una grande artista come
Monica Vitti (mi si perdoni
l’averla solo citata per un
scopo così distante dal-
l’Arte)?
Per comprendere la ragion
vera di queste poche righe
ci vengono in aiuto i nomi,
decisamente fantasiosi, dei
numerosi (solo alcuni, si
badi) software in possesso
del Fisco Italiano per tenere
sotto scacco gli evasori.
Una sorta di “legenda” si
rende, quindi, necessaria:
S.I. : Spesometro Integrato.
SO.NO.rE.: software che
seleziona le persone fisiche
non residenti che hanno col-
legamenti con l’Italia.
VE.r.DI.: software che
analizza il rischio delle per-
sone fisiche ai fini del red-
ditometro.
G.I.A.r.A.: software dedi-
cato agli accertamenti par-
ziali automatizzati.
I.Con.A.: software che con-
tiene i dati relativi ai redditi
parzialmente o totalmente
non dichiarati nel 2009
(solo?) dalle persone fisiche
con riguardo ad alcune cate-
gorie reddituali.
MONI.C. : software che
monitora le compensazioni.
INDEX : software che
mette a disposizione degli
Uffici i redditi esteri pro-
dotti da contribuenti resi-
denti.
SErPICO: software che
analizza i contribuenti da
sottoporre a controllo.
rADAr: software che con-
tiene informazioni relative a
contribuenti che hanno di-
chiarato importi significa-
tivi dei componenti negativi
di reddito (costi residuali).
TErzO SETTOrE: soft-
ware che effettua la mappa-
tura dei soggetti
appartenenti al mondo del
no-profit
ST.A.r.: software che con-
sente agli uffici di procedere
autonomamente alla analisi
degli atti di cessione di fab-
bricati da sottoporre a con-
trollo.
Ora, per quanto sia necessa-
ria l’analisi, da parte degli
Organi accertatori, volta a
stanare l’evasore e per
quanto sia importante riba-
dire che la Categoria dei
Commercialisti Italiani sia
votata, da sempre, al ri-
spetto delle norme tributa-
rie, mi viene da chiedere
perché mai non esista una
banca dati comune, cono-
sciuta da tutti gli operatori
(Commercialisti compresi),
che contenga tutti i dati ne-
cessari alla Pubblica Ammi-
nistrazione per effettuare i
doverosi controlli.
Mi piacerebbe esistesse
un’unica “sinfonia” che rac-
cordasse sapientemente tutti
i vari software di cui è do-
tata la Pubblica Ammini-
strazione che, uniti in un sol
suono, potessero fornire
davvero uno spartito co-
mune per la lotta all’eva-
sione.
Partire da un ideale “Na-
bucco” per arrivare a com-
piere grandi opere per il
bene del Paese.
*Presidente ODCEC Tivoli
L’AnALisi
dalla Prima PaGina
di gianluca tartaro * ...Vai con l’opera!...
Lo scisma d’Occidente, che in-
teressò la Chiesa dal 1378 al
1417 per quasi quarant’anni, fu
particolarmente grave. Si sus-
seguirono, con enorme scan-
dalo, papi e antipapi in lotta tra
loro, ognuno dei quali nominò
propri vescovi e abati. Dal
1378 al 1409 la cristianità ebbe
continuativamente due ponte-
fici; tre dal 1409 al 1415; nes-
sun papa legittimo dal 1415 al
1417. Lo scisma fu motivato
da contrasti politici che causa-
rono una insanabile spaccatura
della cristianità. Ai pontefici di
Roma Urbano VI, Bonifacio
IX, Innocenzo III si oppone-
vano successivamente i papi
eletti ad Avignone (Clemente
VII e Benedetto XIII) ed il ro-
mano Gregorio XII i quali
erano contrastati da Alessan-
dro V e Giovanni XXIII eletti
a Pisa.
Lo scisma d’Occidente vide i
papi romani riconosciuti in ge-
nere da numerose città italiane,
dall’Impero, dall’Inghilterra
mentre i loro oppositori, per lo
più avignonesi, furono appog-
giati dalla Scozia, dalla Fran-
cia, dalla Castiglia,
dall’Aragona, dagli Angiò di
Napoli. Questi in breve i fatti.
Quando Gregorio XI (che
aveva riportato la sede pontifi-
cia a Roma) si spense nel
1378, il Senato mise il Con-
clave dei Cardinali anche sotto
la custodia del Vescovo di Ti-
voli, Filippo De Rufini;
fu eletto il 3 Aprile Urbano VI
(Napoli 1318-Roma 1389), al
secolo Bartolomeo Prignano,
arcivescovo di Acerenza e poi
di Bari (1377). Impegnatosi in
un’opera di riforme estreme
dell’alto clero, fu subito conte-
stato da alcuni cardinali e fa-
miglie nobiliari. Tivoli con
altre città fu da sempre a fianco
di Urbano VI, che era soste-
nuto anche da Santa Caterina
la quale esortava tutti ad ap-
poggiarlo condannando i car-
dinali scismatici. Orgogliosa di
appoggiare il “vero” pontefice,
la nostra città inviò presso di
lui Angelo di Oddone e Leo-
nardo Zaccari con l’incarico di
invitare il pontefice a venire a
Tivoli per trascorrervi l’estate.
Urbano VI accettò l’invito; il
30 giugno fu accolto dai Tibur-
tini in festa ed attraverso la
Porta del Colle fece il suo
trionfale ingresso, scortato da
cavalieri e fanti. Durante il suo
soggiorno a Tivoli, il Papa
tentò di riavvicinarsi ai cardi-
nali scismatici che invece si ri-
volsero a Bernardo La Sala ed
al suo esercito.
Lo scontro armato tra le mili-
zie di quest’ultimo e quelle ti-
burtine, schierate in difesa di
Urbano VI, avvenne a Ponte
Lucano, presso lo storico
Ponte romano ed il Mausoleo
dei Plauzi. Vinse La Sala che
sfrontatamente pensò di mar-
ciare alla volta di Tivoli per co-
prire di insulti Urbano VI;
rinunciò al suo progetto
quando constatò che i Tiburtini
erano ben decisi ad opporsi
fino alla fine.
Preferì a questo punto dirigersi
ad Anagni ove tredici cardinali
scismatici riuniti proclama-
rono “invasore della Sede
Apostolica” Urbano VI, ne re-
vocarono l’elezione e gli oppo-
sero l’antipapa Roberto
cardinale di Ginevra col nome
di Clemente VII ristabilendo la
sua sede ad Avignone. Urbano
VI rispose all’oltraggio desti-
tuendoli e nominando al loro
posto ventinove cardinali di
sua fiducia. A questo rango fu
elevato anche il citato Filippo
De Rufini, vescovo di Tivoli, a
cui fu data anche la nomina di
delegato apostolico per l’intera
penisola italica. I prelati sci-
smatici destituiti si appoggia-
rono allora ai Bretoni contro i
quali Urbano VI fece marciare
la Milizia di S.Giorgio col con-
tributo di Tivoli, Frascati, Aric-
cia, Marino ed altri paesi. Lo
stesso La Sala fu fatto prigio-
niero nello scontro sotto Ma-
rino; i Bretoni furono
sgominati dalla vittoriosa Mi-
lizia di S.Giorgio. La vittoria
di Urbano VI costò la scomu-
nica per Giovanna, regina di
Napoli, colpevole di essersi
schierata dalla parte dell’anti-
papa Clemente VII verso il
quale si erano mostrati ben di-
sponibili anche Rinaldo Orsini,
signore di Vicovaro e conte di
Tagliacozzo, e Giovanni Or-
sini. Per punirli Urbano VI
permise che i Tiburtini ne in-
vadessero i possedimenti.
Urbano Vi difeso dai soldati tiburtini
il Commercialista 5settembre 2014
gli approfondimenti di www.tibursuperbum.it
“Tivoli e dintorni – Terre da scoprire”
il Commercialista6 settembre 2014
S P I G O L AT U R E S P I G O L AT U R E
sentato presso la Provincia di
roma ed accolto, era necessa-
ria un’autorizzazione comu-
nale per intervenire su un
terreno demaniale attiguo alla
sede dell’Associazione che
presiedo. Fatta la prescritta
domanda, dopo una gesta-
zione di circa 60 giorni, final-
mente il permesso era stato
accordato. La notizia l’ebbi
per vie informali. Poiché pen-
savo che fosse necessaria
anche qualche mia firma, mi
sono recato personalmente
presso l’Ufficio competente e
mi è stato detto di attendere,
perché il “camminatore” era
in giro ed avrebbe ritirato
presso un altro ufficio una
nota propedeutica alla “mia”
autorizzazione.
Sono arrivato verso le
11/11,15 e sono andato via
alle 13,30.
In queste due ore abbondanti
(di proposito da me voluta-
mente “sopportate” nel corri-
doio senza seggiole di questo
Ufficio Comunale), ho avuto
modo di vedere uno spaccato
(certamente molto limitato)
del lavoro dei pubblici impie-
gati. Ho assistito a cose che
già sapevamo!
Gente che esce “per un caffè”
e torna dopo due ore con buste
di plastica gonfie a dismisura.
Gente che esce dal proprio uf-
ficio sventolando un foglio di
carta, che si fa il giro di tutti
gli altri uffici sempre con il fo-
glio ben saldo nella mano
ignorato da tutti ma lui impe-
gnato a girare continuamente
a vuoto!
Un’anima pia mi invita a se-
dermi su una seggiola in un
ufficio deserto: “Tanto questo
è l’ufficio della persona che le
deve dare il documento che le
interessa” mi dice qualcuno.
Finalmente! Sono per lo meno
seduto. Dopo due ore mi è
stata consegnata la lettera at-
tesa (due righe e mezzo, rigo-
rosamente senza saluti finali).
Tornando a Studio ho rimugi-
nato questa esperienza e mi è
venuto spontaneo pensare
“Povero Stato, povero Co-
mune”.
Proseguendo ho pensato: si
parla di innovazione nei Pub-
blici Uffici. Ma come si fa ad
innovare in questi ambienti, in
queste realtà penose! Non ci
sono ostacoli vistosi e concreti
che puoi affrontare in modo
più o meno deciso, ma c’è
l’inerzia, il niente. Il niente
non si vince con alcun mezzo.
Se questo atteggiamento è dif-
fuso, come in effetti lo è (e noi
lo costatiamo continuamente a
motivo della nostra profes-
sione), ai voglia a fare le ri-
forme! Ogni tentativo affonda
in una palude melmosa.
Quasi tutti i cambiamenti ri-
mangono miseramente sem-
pre sulla carta, tra le buone
intenzioni. Le conseguenze
pratiche? Le statistiche dicono
che nel nostro Paese ci vo-
gliono 165 giorni per incas-
sare un credito da un Ente
pubblico e che si fallisce per
eccesso di crediti nei confronti
di Enti Pubblici. Un processo
civile dura cinque anni e
mezzo. Siamo penultimi nella
graduatoria dei 27 Paesi della
Comunità Europea per i fondi
destinati all’istruzione.
Fare impresa nel nostro Paese
è veramente un’impresa
ardua.
Sono richiesti oltre 40 adem-
pimenti, mentre negli altri
Paesi europei ne bastano forse
meno delle dita di una mano.
Ed intanto quest’anno i disoc-
cupati italiani sono al 12,6%,
mentre la disoccupazione tra i
giovani è oltre il 46%.
Ma il quadro negativo contro
il quale stiamo lottando pur-
troppo non è ancora completo.
Infatti le Banche che potreb-
bero anticipare i crediti pub-
blici agli imprenditori, hanno
stretto i cordoni e preferi-
scono investire le loro liqui-
dità in Buoni del Tesoro.
Di cosa vogliamo parlare? In
Italia la cosa più preoccupante
è proprio questa “palude”,
tutti la conoscono ma nessuno
ne parla. Qualunque tentativo
di riforma affonda lì, nella pa-
lude dell’inerzia.
Ognuno bada al proprio orti-
cello e nessuno pensa a fare
gioco di squadra. Sono pessi-
mista! Forse sì. Però una spe-
ranza ce l’ho ed è riposta in
voi anzi in noi Commercialisti
che potremmo fare molto per
rimuovere questa apatia, con
la nostra rete di lavoro quoti-
diano che raggiunge capillar-
mente tanti centri
imprenditoriali del territorio,
che potenzialmente possiamo
(potremmo) influenzare posi-
tivamente.
Ognuno con il proprio “mat-
toncino”. Tanti mattoncini
possono fare una bella costru-
zione.
Amici miei, diventiamo anche
bonificatori di questa brutta e
fetida palude!!!
Commercialista in Tivoli
già Presidente ODCEC Tivoli
di renzo Bitocchi *
dalla Prima PaGina
La PaLUde
il CommercialistaPrimo Piano 7settembre 2014
Il lavoro del mandato consiliare
2012-2016 della Cassa Nazionale
di Assistenza e Previdenza a fa-
vore dei Dottori Commercialisti,
con il sostegno attento e proat-
tivo dell’Assemblea dei Delegati
attualmente in carica, sta dando i
suoi frutti.
La Cassa che vogliamo è un Ente
forte, autonomo, autorevole, ma
nello stesso tempo un’Associa-
zione ricerchi modalità di comu-
nicazione e tipologie di interventi
più vicini alle esigenze dei sin-
goli iscritti.
In questa direzione vanno sicura-
mente almeno due importanti
percorsi riformatori per i quali
l’ultima Assemblea del 26 giu-
gno 2014 ha segnato una vera
svolta.
Parliamo della riforma del si-
stema sanzionatorio nella ri-
scossione e dei nuovi interventi
di assistenza per il potenzia-
mento delle prestazioni di wel-
fare.
Il sistema di riscossione dei con-
tributi previdenziali è necessaria-
mente concepito con una certa
severità con riferimento alla pun-
tualità di versamento da parte
degli iscritti. Ciò è comprensibile
se pensiamo che versare i contri-
buti previdenziali non è sempli-
cemente l’assolvimento di
un’obbligazione, ma è un paga-
mento a cui si collega la possibi-
lità di far valere i periodi di
contribuzione ai fini della propria
carriera pensionistica.
E’ pur vero però che l’attuale
congiuntura economica mette
spesso gli iscritti di fronte a im-
prevedibili difficoltà di gestione
della liquidità.
In questa direzione, già dallo
scorso mandato, era stata consen-
tita sia la possibilità di rateizzare
le eccedenze contributive, sia la
la c.d. “regolarizzazione sponta-
nea” per gli importi non rateiz-
zati.
Abbiamo chiesto di più.
Possibile, ad esempio, che
l’iscritto che dimentichi di ver-
sare una rata non possa rimediare
di propria iniziativa, in breve
tempo, beneficiando di una san-
zione ridotta? Possibile che
debba aspettare necessariamente
la cartella esattoriale gravata di
notevoli ulteriori oneri?
Abbiamo quindi ottenuto di ri-
prendere in mano i vigenti rego-
lamenti e abbiamo deliberato le
seguenti novità:
Proroga fino al 2018 della possi-
bilità di rateizzare, oltre alle ec-
cedenze della contribuzione
soggettiva, anche le eccedenze di
quella integrativa;
Possibilità di “regolarizzazione
spontanea” estesa alle singole
rate.
riduzione delle sanzioni previste
nell’ambito della “regolarizza-
zione spontanea”
Introduzione della c.d. “regola-
rizzazione agevolata”, assimila-
bile ad un avviso bonario, che
prevede l’invio da parte della
Cassa di un invito alla regolariz-
zazione delle posizioni degli
iscritti, evitando l’iscrizione a
ruolo (quest’ultima non è previ-
sta per l’inadempimento delle
singole rate);
Anche in campo assistenziale,
per quanto riguarda gli inter-
venti di allargamento del wel-
fare. Possiamo dire che,
finalmente, qualcosa si sta muo-
vendo!
Su pressante stimolo degli inter-
venti in assemblea dei Delegati e
dei documenti scritti presentati
dalle Associazioni sindacali, la
Commissione Welfare del C.d.A.
ha portato avanti una completa
riscrittura del regolamento di
Assistenza migliorandone la
comprensibilità e la coerenza,
oltre a razionalizzare ed aumen-
tare i limiti di reddito per acce-
dervi. Ma non solo.
Proprio in occasione dell’Assem-
blea del 26 giugno (storica seduta
“fiume” durata oltre 11 ore) sono
state approvate molte importanti
novità, tra le quali vanno segna-
late le seguenti::
Introduzione di un nuovo “Con-
tributo a sostegno della mater-
nità” in favore delle Dottoresse
Commercialiste neo-madri, che
si sostanzia in un’integrazione
dell’Indennità di maternità già
spettante per legge, commisurato
ad un 20% aggiuntivo con un mi-
nimo di 1.700,00 euro;
Potenziamento del “Contributo
per spese di ospitalità in Istituti
di ricovero”, sia nella quantifica-
zione, sia nell’estensione ai figli,
genitori e fratelli dell’iscritto se
risultanti nello stato di famiglia,
oltre che per il coniuge e l’iscritto
stesso;
Potenziamento del “Contributo
per spese di assistenza infermie-
ristica domiciliare” sia nel-
l’estensione della platea dei
familiari come nell’Istituto sopra
descritto, sia nell’estensione
dell’intervento anche a sostegno
delle prestazioni rese da collabo-
ratori familiari, oltre che da infer-
mieri specializzati, sia
nell’estensione agli stati di non
autosufficienza temporanei.
Segnalo che, al momento di an-
dare in stampa, alcuni tra i recen-
tissimi interventi sopra descritti,
non sono ancora operativi per-
ché, già sottoposti al vaglio del
parere di sostenibilità da parte
degli attuari dell’Ente, sono tut-
tora in corso di approvazione da
parte dei Ministeri vigilanti.
Naturalmente c’è ancora molto
da fare, e il panorama economico
e normativo non si può certo ri-
tenere di pieno ottimismo, ma la
soddisfazione che mi sento di
poter esprimere oggi, dal mio
punto di osservazione è che la
direzione intrapresa è quella giu-
sta affinché la nostra Cassa di
previdenza diventi sempre più un
nostro valido alleato.
*Commercialista in Tivoli
Delegata CnPaDC - rieti e Tivoli
di sonia quaranta *
Una Cassa sempre
più amica
il Commercialista Primo Piano8 settembre 2014
parte dei cittadini (unici fruitori
dell’istituto) ancora oggi non ha
ben compreso in che cosa consista
realmente la “Conciliazione”, ter-
mine poi modificato in “Media-
zione” per un mero errore di
traduzione (dall’americano me-
diation), che difatti nel nostro par-
lare quotidiano evoca ben altro
significato, stante la confusione
che spesso tende ad accomunare i
mediatori civili ai mediatori im-
mobiliari e/o creditizi.
Considerare poi la media-
zione, solo come un sistema de-
flattivo e sostitutivo alla giustizia
pare assolutamente fuori luogo,
specie per coloro che considerano
il dialogo, la comunicazione, la
moralità, e l’etica valori che non
hanno nulla a che fare con il si-
stema giudiziale, che giustamente
deve riferirsi solo e solamente al
rispetto della normativa vigente.
Forse per questo molte preoccupa-
zioni (soprattutto da parte dei giu-
risti) si sono susseguite nei
confronti della procedura di me-
diazione, cercando in alcuni casi
di assimilarla a una parte del pro-
cesso (sic!), dove tutto deve se-
guire un iter burocratico e
legislativo ben preciso. Tutto que-
sto sta portando la mediazione
(che, sia ben chiaro, a parere di chi
scrive dovrebbe essere libera e
non obbligatoria) alla creazione di
un altro grado di giudizio che, per-
tanto, piuttosto che snellire l’iter
giudiziale lo ingessa maggior-
mente, assurgendo come pretesto
l’inefficacia della mediazione
stessa.
La mediazione, per essere più
chiari, altro non è se non un in-
sieme di fattori e valori che non
sono e non possono giustamente
essere presi in considerazione da-
vanti ad un tribunale, special-
mente per gli ordinamenti
giuridici che si rifanno al sistema
“civil low” piuttosto che al “com-
mon low” di matrice anglosas-
sone, basato quindi
sui precedenti giurisprudenziali pi
ù che sui codici o, in
generale, leggi e altri atti norma-
tivi di organi politici.
La confusione diventa sempre
maggiore a discapito della chia-
rezza e della semplificazione,
anche se nel decreto troviamo ar-
ticoli interessanti e di facile appli-
cazione, mentre altri creano
soltanto confusione, talvolta con-
traddicendosi tra loro. Pare così di
trovarsi di fronte a norme che,
piuttosto che dar vita ad una ri-
forma armoniosa, sembrano esser
state assemblate per accontentare
diversi contendenti, senza tenere
per nulla in considerazione il bene
comune dei cittadini e di chi dovrà
fruirne, meritando di ottenere giu-
stizia.
Tra le novità introdotte nella re-
cente bozza di riforma della giu-
stizia, particolarmente
interessante pare la norma sull’in-
teresse legale. Capitava infatti
troppe volte di trovare aziende che
non assolvevano le loro obbliga-
zioni solo perché, considerati i
tempi che con una causa riusci-
vano ad allungare - subendo per
questo differimento l’applicazione
di un tasso irrisorio d’interesse
(solo l’1%) la consideravano
quasi una normale forma di “dila-
zione” per pagare i propri debiti
nei confronti degli impotenti cre-
ditori. Succedeva così spesso di
imbattersi in creditori in difficoltà
economica i quali, costretti dai
tempi lunghissimi della giustizia,
si accontentavano di uno stralcio
(talvolta notevole) pur d’incassare
presto. Nonostante però i buoni
propositi di tale norma, pare tutta-
via che, ancora una volta, si sia di-
mostrato poco coraggio,
decidendo un innalzamento della
soglia al tasso di riferimento de-
terminato dalla BCE con un au-
menta di soli 8 punti. Certo è
qualcosa, ma ancora poco, se lo
scopo finale dichiarato era quello
di attivare un valido deterrente
verso coloro i quali decidevano
deliberatamente di non assolvere
i rispettivi debiti, sapendo di avere
dalla loro la possibilità di dilazio-
nare a tassi irrisori e con tempi
lunghissimi, nel rispetto della
legge.
Per attuare una riforma della
giustizia che risulti efficace, oc-
correrebbe, prima di tutto, tenere
a mente la priorità assoluta: sod-
disfare le esigenze dei cittadini
onesti, sentire tutte le parti interes-
sate e non, come invece avvenuto,
i soli avvocati, ancorché ampia-
mente rappresentati nelle aule par-
lamentari.
Leggendo il nuovo decreto
legge 132 del 12 settembre 2014,
in questo ennesimo tentativo di ri-
forma della giustizia, si nota come
sia stata inserita un’altra fase stra-
giudiziale, riservata però ai soli
avvocati: la “negoziazione assi-
stita”, istituto stranamente com-
parso nell’ordinamento forense da
qualche mese, con tempismo invi-
diabile. Nonostante però tali
strane coincidenze, vale la pena ri-
cordare come la negoziazione sia
in realtà la base della concilia-
zione, rientrando nei canoni dei si-
stemi ADr. E’, infatti, questa la
prima fase in cui le parti in disac-
cordo, già in autonomia, hanno
il ginepraio della Mediazione,
conciliazione e negoziazione
dalla Prima PaGina
di giancarlo angelucci *
continua a PaG. 9
il Commercialista 9settembre 2014 Primo Piano
probabilmente tentato di giungere
ad un accordo. In questa fase le
parti hanno il massimo controllo
sulla decisione finale; nel caso
poi non lo riescano a raggiun-
gerlo in autonomia, saranno al-
lora i rispettivi legali a tentare,
tramite un negoziato, un even-
tuale accordo, mediante la stipu-
lazione di una transazione.
L’errore che viene commesso
è quello pertanto di considerare
una “negoziazione assistita” alla
stregua della “mediazione”. Chi
conosce questi istituti sa benis-
simo che la negoziazione è in-
vece la prima fase, quella
appunto in cui le parti, da sole o
assistite dai propri consulenti,
cercano di risolvere le proprie
controversie tramite la stipula-
zione di un accordo. La Media-
zione è invece solo il passaggio
successivo, quello cioè che di-
viene necessario solo nel caso in
cui il solo negoziato sia risultato
inefficace.
Il mediatore (terzo impar-
ziale) opera con un approccio
completamente diverso da tutti
gli altri attori, non essendo solo
un negoziatore ma, soprattutto,
ponendosi al di sopra del con-
flitto, cercando di aiutare le parti
a riattivare il processo negoziale
interrotto, tentando così di aiutarli
nella risoluzione del loro conten-
zioso. Solo dopo aver tentato
queste prime due differenti fasi,
si dovrebbe quindi poter accedere
alle procedure giudiziali o arbi-
trali, a seguito dell’insuccesso
delle procedure alternative, ben
avendo presente come il controllo
delle decisioni viene completa-
mente e definitivamente deman-
dato a un terzo (arbitro o giudice)
che deciderà soltanto in base al
diritto.
Il normale iter in cui i vari isti-
tuti dovrebbero pertanto susse-
guirsi, seguendo pertanto anche
un criterio logico, dovrebbe es-
sere il seguente: iniziare con le
parti che hanno il pieno controllo
delle proprie decisioni (nego-
ziato), eventualmente anche ri-
correndo all’assistenza dei
rispettivi consulenti; passare
quindi a una fase intermedia (me-
diazione), tramite l’ausilio di un
terzo neutrale e imparziale (il me-
diatore); passare infine alla fase
in cui le parti demandano com-
pletamente le loro scelte a un
terzo (giudice/arbitro), solo a se-
guito dell’insuccesso delle prece-
denti procedure, purché si abbia
cura di verificarne il corretto ed
effettivo svolgimento.
Il nuovo decreto pare invece
mettere sullo stesso livello nego-
ziazione e mediazione (renden-
dole obbligatorie in alcuni casi),
creando in tal modo ulteriore con-
fusione sia per gli addetti ai lavori
ma, soprattutto, per i cittadini e le
imprese che non riescono a com-
prendere neanche l’utilità di tali
istituti, considerandoli talvolta
solo altri orpelli burocratici che li
allontanano ancor di più dalla
pubblica amministrazione.
A questo punto, a seguito
dell’entrata in vigore del nuovo
decreto, avremo la situazione ri-
portata nella tabella per la condi-
zione di procedibilità presso il
tribunale civile:
Così come per la Mediazione ex
d.lgs. 28/2010, per la quale è pre-
vista una serie di agevolazioni
(credito d’imposta, esenzione im-
posta di bollo, esenzione d’impo-
sta di registro fino a 50 mila
euro), anche per il nascente isti-
tuto della Negoziazione Assistita
il ministro ha assicurato un appo-
sito emendamento, così da intro-
durla anche per tale istituto, non
essendo stata prevista alcuna age-
volazione nella bozza pubblicata.
L’unica agevolazione che fin
d’ora accomuna i due istituti è il
gratuito patrocinio per gli aventi
diritto.
Sembra tuttavia che, ancora
una volta, pur apprezzando la vo-
lontà del legislatore di voler in-
centivare i sistemi ADr per
contribuire a ridurre i tempi per
smaltire l’arretrato delle proce-
dure giudiziali, si sia tuttavia de-
ciso di accontentare una sola
categoria – tramite l’articolo 1 in-
serito nell’emanando decreto
(Trasferimento alla sede arbitrale
di procedimenti pendenti dinanzi
all’autorità giudiziaria), che de-
manda, di fatto, gli oltre cinque
milioni di procedimenti pendenti
nei nostri tribunali ai soli proce-
dimenti arbitrali, mediante no-
mina da parte degli Ordine
Forensi che attingeranno tra i loro
iscritti, discriminando in tal modo
la possibilità di ricorrere anche
alla mediazione.
Ci chiediamo allora se non sa-
rebbe stato più opportuno, poiché
la norma già esiste - anche se an-
cora poco applicata dai giudici -
invitare gli stessi a sollecitare le
parti a rivolgersi a un organismo
di mediazione al fine di risolvere
la controversia con l’aiuto di un
mediatore e, quindi, solo nel caso
in cui le stesse non raggiungano
un accordo, tentare allora con
l’arbitrato? In questo modo
avremmo dato la possibilità alle
parti in contenzioso di riflettere
sulle conseguenze di un loro
mancato accordo e, magari, le
stesse sarebbero state più incenti-
vate a trovare una soluzione alter-
nativa che soddisfacesse
entrambi (win-win). ricordando
a noi stessi che l’arbitrato altro
non è che un procedimento ag-
giudicativo dove, in luogo di un
giudice, ricorriamo ad una giusti-
zia privata gestita in questo caso
da una sola categoria (gli avvo-
cati), che opereranno tentando di
decidere sempre e solo in fun-
zione del diritto e non, quindi,
sulla base delle reali esigenze
delle parti.
Non vogliamo però credere si sia
trattato solo di un “baratto” del
legislatore per accontentare chi
finora aveva alzato di più la voce,
minacciando e proclamando scio-
peri e manifestazioni di piazza,
auspicando altresì che non si tratti
invece di un bieco tentativo, con
un indirizzo politico ben preciso,
di voler invece cancellare la me-
diazione dal nostro ordinamento
giuridico, lasciando con il tempo
spazio solo alla negoziazione as-
sistita e, quindi, il ricorso al giu-
dice.
Sarebbe grave in un paese che, ri-
cordiamolo sta tentando di intra-
prendere la strada del
cambiamento, partendo, ci augu-
riamo, dall’eliminazione dei pri-
vilegi di caste e baronie.
* Commercialista in Fonte nuova
da PaG. 8
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il Commercialista settembre 201410
agenzie:
Palestrina (rm) 00036 Piazza di s. maria degli angeli 6 06953001 069535188
cave (rm) 00033 Via albert einstein 069580383 069581458
labico (rm) 00030 Via roma, 65 069510140 069510779
zagarolo (rm) 00039 Via Valle del formale, 16 069576060 069575323
genazzano (rm) 00030 Piazza della repubblica 069578634 069578831
Palestrina s.rocco (rm) 00036 Viale Pio Xii, 135 0695307020 0695307177
tivoli (rm) 00019 Piazzale delle nazioni unite, 2/4 0774319167 0774310835
montecompatri fraz. laghetto (rm) 00040 Via lago di Bolsena, snc 0694771069 0694771069
Villa adriana (rm) 00019 Via rosolina 75/a 0774533606 0774533606
roma - Ponte di nona (rm) 00143 Via francesco caltagirone 366/368 0622184016 0622184016
gallicano nel lazio (rm) 00010 Viale aldo moro 0695462144 0695469429
guidonia montecelio (rm) 00012 largo cornelia 0774342003 0774342003
Velletri (rm) 00049 Via dei Volsci 71 069642361 069636927
affile (rm) 00021 Piazza s. sebastiano 2 0774808009 0774808897
subiaco (rm) 00049 Via Giacomo matteotti 19 077483470 0774822467
agosta (rm) 00049 Viale trieste 78 0774800000 0774800000
marano equo (rm) 00049 Piazza dante 3 0774820041 0774820070
sede legale - Direzione generale - Palestrina (rm)00036 Via della Vittoria, 21 - 06 953001 06 9535188
Divisione amministrativa - gallicano nel lazio (rm)00010 Viale aldo moro, 85 - 06 9546291 06 954629209
La crisi economico-finanziaria daun lato e le trasformazioni in attonel sistema economico italianodall’altro stanno incidendo pro-fondamente sulla professione delcommercialista. In particolare, daalcuni anni è in atto un processodi progressiva svalutazione delletradizionali attività di assistenzacontabile e fiscale, rese peraltrosempre più onerose sul pianodegli adempimenti e delle proce-dure, non accompagnato dal-l’emergere di nuovi significativispazi professionali. È opinionediffusa che tali evoluzioni deb-bano indurre significativi cambia-menti nella professione. Inparticolare, serviranno una di-versa e più forte organizzazioneper controllare meglio i costi dierogazione dei servizi, ma soprat-tutto per assorbire meglio lenuove tecnologie ed essere ingrado di sviluppare nuove com-petenze e attività in campo azien-dale e nei confronti della pubblicaamministrazione. L’attività deigiovani professionisti appare an-cora saldamente ancorata alcampo della consulenza conta-bile, fiscale e giuridica indirizzataalle imprese ma con la comparsadi primi segni di destrutturazioneche esprimono da un lato le diffi-coltà della crisi economica in attoe dall’altro la ricerca di una diver-sificazione professionale che èuna logica conseguenza dellaprima. La nostra costituzione reca unaparola poco conosciuta, “sussi-diarietà”, tuttavia riflessioni suquesto termine e soprattutto sultema di sussidiarietà orizzontale,costituiscono a parere di chi
scrive spunto di riflessione co-struttiva in tema di evoluzione delruolo del Commercialista. Persussidiarietà orizzontale si in-tende che il settore pubblico deveintervenire solo laddove i privati,l’associazionismo, il volontariato,le cooperative, le imprese nonpossono farlo a costi minori e conmigliori servizi. Certamente coo-perative di servizi privati possonosenza dubbio essere più vicine asoggetti disagiati rispetto al-l’azienda Stato che deve necessa-riamente decentrare tali servizi.Analogamente in un altro seg-mento quale quello del terziarioavanzato, una società privata diservizi di sviluppo alle imprese,fatta di giovani professionisti e dilaureati specializzati motivati alavorare con spirito imprendito-riale, può offrire ben di più delsettore pubblico alle imprese. Inquesto quadro spetta ai giovaniuna nuova consapevolezza, già inparte in essi presente, quella di vi-vere nella “società dei lavori” e disapere che, a parte certe tipologiedi lavoro manuale, il settore indu-striale è oggi in larga parte saturo,
e le nuove opportunità di lavoropossono maturare soprattutto nelsettore terziario, nei servizi al-l’impresa, alle famiglie, alle per-sone, e in parte nel terziarioavanzato. Applicare finalmentequesto principio significa dare ri-sposta alle reali istanze dei gio-vani, in quanto nel mondo deinuovi servizi privatizzati, si cree-rebbero nuove opportunità di la-voro e di nuove iniziativeimprenditoriali da parte dei gio-vani. Dovrebbe essere soprattuttoquesto il nuovo brodo di culturaper un piano straordinario perl’occupazione giovanile in gene-rale e dei giovani professionisti inparticolare, che a fronte di un set-tore industriale in molte sue partiormai troppo maturo e che spessoarranca, dovrebbe svilupparsi so-prattutto in un rinnovato settoreterziario. Ciò significa anchecreare un sistema liberato da vec-chi e nuovi nepotismi e ispirato auna sana cultura del merito, ba-sata sulla selezione dei talenti.Applicando il principio della sus-sidiarietà orizzontale al giovaneprofessionista potrebbero essere
affidati per intero servizi che oggisono ancora prerogativa dellapubblica amministrazione, sipensi alle pratiche burocraticheper l’iscrizione alla Camera diCommercio di società e ditte in-dividuali che, nonostante l’av-vento del telematico, oggirichiedono ancora in parte l’im-piego di risorse umane nella pub-blica amministrazione, questo èsolo un esempio delle tante pro-cedure che potrebbero essere af-fidate completamente a noiprofessionisti, migliorando tral’altro i rapporti fra imprese epubblica amministrazione, ren-dendo più consapevole l’impor-tanza del ruolo sociale delcommercialista, migliorando irapporti tra privati e permettereallo stesso di svolgere funzioni,in parte già affidatogli “in silen-zio” dietro più congrue remune-razioni, attualmente pressochéinesistenti. Un piano di azione centrato sullasussidiarietà orizzontale, oltre adoffrire nuove opportunità per i igiovani e la donne, potrebbe ren-dere finalmente visibile e adegua-tamente remunerato il contributodei commercialisti al buon fun-zionamento delle pubbliche am-ministrazioni comportando “unostato che costi meno e che fun-zioni meglio”, come già recitavauno slogan del piano americanodi reinventing government a suotempo varato con successo dalgoverno Clinton.
Commercialista in Tivoli Pres/te Comm/ne Giovani
e Professione ODCEC di Tivoli.
Giovani e sussidiarietàorizzontale:
un “nuovo” ruolo del Commercialista
di Pamela Profeta *
“…….per compiere grandi passi non bisogna solo agire ma anche sognare, non solo pianificare ma anche Credere……
a d Cassociazione dei dottori Commercialisti e degli esperti Contabili
Sindacato Nazionale Unitario - Sezione di Tivoli
www.adctivoli.it tel./fax +39 0774331696 @: [email protected]
il Commercialista 11settembre 2014
La Banca di Credito Coopera-
tivo di Palestrina ha siglato un
accordo che permetterà alle
Piccole e Medie Imprese ope-
ranti nei territori di compe-
tenza, di utilizzare il Fondo di
Garanzia per le Piccole e
Medie Imprese istituito presso
il Medio Credito Centrale
Spa.
Attraverso questo strumento
le Aziende, secondo i criteri e
le modalità previste dalle vi-
genti disposizioni normative,
potranno ottenere:
• Accesso al credito agevolato
• Finanziamenti assistiti dalla
garanzia diretta fino all ’80 %
rilasciata dal Fondo di Garan-
zia
Cos’è il Fondo di garanzia?
L’intervento pubblico di ga-
ranzia sul credito alle PMI ita-
liane è destinato alle piccole e
medie imprese di ogni settore
per qualunque operazione fi-
nanziaria nell’ambito dell’at-
tività imprenditoriale,
l’intervento del Fondo assi-
stito dalla garanzia dello Stato
abbatte il rischio sull’importo
garantito fino a 2,5 milioni di
euro, facilitando l’accesso al
credito.
Quali sono i vantaggi della
garanzia pubblica?
Con il Fondo di garanzia per
le piccole e medie imprese,
l’Unione europea e lo Stato
Italiano affiancano le imprese
che hanno difficoltà ad acce-
dere al credito bancario per-
ché non dispongono di
sufficienti garanzie. La garan-
zia pubblica, in pratica, sosti-
tuisce le costose garanzie
normalmente richieste per ot-
tenere un finanziamento.
Come funziona il Fondo di
garanzia?
La garanzia del Fondo è una
agevolazione del Ministero
dello sviluppo economico, fi-
nanziata anche con le risorse
europee dei Programmi opera-
tivi nazionale e interregionale
2007-2013, che può essere at-
tivata solo a fronte di finanzia-
menti concessi da banche, so-
cietà di leasing e altri interme-
diari finanziari a favore delle
PMI. Il Fondo non interviene
direttamente nel rapporto tra
banca e impresa. Tassi di inte-
resse, condizioni di rimborso
ecc., sono lasciati alla contrat-
tazione tra le parti. Ma sulla
parte garantita dal Fondo non
possono essere acquisite ga-
ranzie reali, assicurative o
bancarie.
Quale imprese garantisce?
L’impresa deve essere valu-
tata in grado di rimborsare il
finanziamento garantito. Deve
essere perciò considerata eco-
nomicamente e finanziaria-
mente sana sulla base di
appositi modelli di valuta-
zione che utilizzano i dati di
bilancio (o delle dichiarazioni
fiscali) degli ultimi due eser-
cizi. Le start up sono invece
valutate sulla base di piani
previsionali.
Possono essere garantite le
imprese che rispettano i para-
metri dimensionali PMI. Sin-
golarmente o tra loro
collegate e/o associate deb-
bono avere meno di 250 occu-
pati. Allo stesso tempo, il loro
fatturato deve essere inferiore
ai 50 milioni di euro o, in al-
ternativa, il totale di bilancio
deve essere inferiore a 43 mi-
lioni di euro.
Come presentare la do-
manda?
L’impresa non può inoltrare la
domanda direttamente al
Fondo. Deve rivolgersi a una
banca per richiedere il finan-
ziamento e, contestualmente,
richiedere che sul finanzia-
mento sia acquisita la garan-
zia diretta. Sarà la banca
stessa ad occuparsi della do-
manda. In alternativa, l’im-
presa si può rivolgere a un
Confidi che garantisce l’ope-
razione in prima istanza e ri-
chiede la controgaranzia al
Fondo. Tutte le banche sono
SiglaTo accordoper l’acceSSo alFondo cenTrale
di garanzia per le pMi
di marco angelini *
continua a PaG. 12
il Commercialista settembre 201412
abilitate a presentare le do-
mande mentre occorre rivol-
gersi ad un confidi
accreditato.
In quali settori interviene?
Possono essere garantite le
PMI appartenenti a qualsiasi
settore con l’eccezione del-
l’industria automobilistica,
della costruzione navale, delle
fibre sintetiche, dell’industria
carboniera, della siderurgia e
delle attività finanziarie. Nei
trasporti sono ammissibili
solo le imprese che effettuano
trasporto merci su strada. Le
imprese agricole possono uti-
lizzare soltanto la controga-
ranzia rivolgendosi ad un
confidi che opera nei settori
agricolo, agroalimentare e
della pesca.
Quali operazioni garantisce
e in che misura?
L’intervento è concesso, fino
ad un massimo dell’80% del
finanziamento, su tutti i tipi di
operazioni sia a breve sia a
medio-lungo termine, tanto
per liquidità che per investi-
menti. Il Fondo garantisce a
ciascuna impresa un importo
massimo di 2,5 milioni di
euro, un plafond che può es-
sere utilizzato attraverso una
o più operazioni, fino a con-
correnza del tetto stabilito,
senza un limite al numero di
operazioni effettuabili. Il li-
mite si riferisce all’importo
garantito, mentre per il finan-
ziamento nel suo complesso
non è previsto un tetto mas-
simo.
Quali sono i tempi di rispo-
sta?
Le procedure sono snelle e ve-
loci: in tempi rapidi vengono
verificati i requisiti di accesso
e adottata la delibera. L’im-
presa viene informata via e-
mail sia della presentazione
della domanda sia dell’ado-
zione della delibera.
* Commercialista in Palestrina.
da PaG. 11
di marco angelini * SiglaTo accordoper l’acceSSo alFondo cenTrale
di garanzia per le pMi