il cielo a garabandal n 2

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Il Cielo a On-line Magazine — Anno I — Numero 2 — Marzo-Aprile 2014 PIú CHE MAI ABBIAMO BISOGNO DI LUI CON FEDE SALDA, IMPLORANDO DIO UCRAINA: VIVERE LA CRISI ilcieloagarabandal.wordpress.com G arabandal ALL´OMBRA DEI PINI..... LA MERAVIGLIOSA STORIA DELLE APPARIZIONI DI MARIA A GARABANDAL Seconda parte Scoprire e vivere i messaggi di Maria Santiago Lanús Nelle apparizioni Maria rivela il rimedio per la Chiesa e per il mondo Vincenzo Comodo Seconda parte della mostra fotográfica “Padre Pio e San Michele Arcangelo” SAN MICHELE ARCANGELO

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Rivista che narra le apparizioni della Madonna a San Sebastian di Garabandal, in Spagna.

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Il Cielo a

On-line Magazine — Anno I — Numero 2 — Marzo-Aprile 2014

PIú che MAI AbbIAMO bIsOgNO dI luI

cON Fede sAldA, IMPlORANdO dIO

ucRAINA: VIVeRe lA cRIsI

ilcieloagarabandal.wordpress.com

GarabandalAll´OMbRA deI PINI.....

LA MERAVIGLIOSA STORIA DELLE APPARIZIONI DI MARIA A GARABANDALSeconda parte

Scoprire e vivere i messaggi di Maria

Santiago LanúsNelle apparizioniMaria rivela il rimedio per la chiesae per il mondo

Vincenzo Comodoseconda parte della mostra fotográfica“Padre Pio e sanMichele Arcangelo”

sAN MIchele ARcANgelO

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SOMMARIOmarzo-aprile 2014

Il Cielo a GarabandalAnno I - Numero 2Marzo-Aprile 2014

http://ilcieloagarabandal.wordpress.com/email: [email protected]

Hanno collaborato:Vincenzo comodo, Anna Fusari, santiago lanús, Justo A. lofeudo, giovanni lombardi, Tiziano Romito, Alberto Victoriano.

Realizzazione: Anna Fusari

SAN MICHELEARCANGELO

6Piú che mai abbiamo bisogno di luiRedazione

ALL´OMBRADEI PINI

10Prima apparizione della Madonnacapitolo II

Anna Fusari

IL MESSAGGIODI MARIA16Nelle sue apparizioni Maria rivela il rime-dio per la chiesa e per il mondo santiago lanús

CUORE DI CRISTO

26“chi ha sete diVeritá e di Amorevenga a Me”P. Richard gilsdorf

SAN PIODA PIETRELCINA

20la speciale devozione a san MicheleArcangelo. Parte II

segni e testimonianze della sua devozione

Mostra fotografica di Vincenzo comodo

PRIMO PIANO

3ucrania: vivere la crisi con fede salda, implorando dioAnna Fusari

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Il cIelO A gARAbANdAl 3

UCRAINA: VIVERE LA CRISI

CON FEDE SALDA,

IMPLORANDO DIO

I n queste ultime settimane abbiamo vissuto una catena di eventi nefasti per la pace mondiale e,

anche se commentare le notizie politiche non é il fine di questa pubblicazione, vogliamo esporle considerando gli interventi di nostra Madre e, soprattutto, le sue predizioni.

L´Ucraina, il paese piú potente dopo la Russia, sorto dalla disintegrazione dell´ex Unione Sovietica, dalla fine del 2013 sta vivendo le piú grandi mobilitazioni popolari della sua storia, che hanno avuto inizio con il malcon-tento per il rifiuto delle autoritá a firmare un accordo con l´Unione Europea.

Cominció cosí a formarsi una successione di eventi che ha portato alla caduta del governo e ad un´invasio-ne del territorio di Crimea da parte dei russi. La Crimea era un antico territorio russo, ora parte dell´Ucraina. Yanukovich, rifugiato in Russia, continua a dichiararsi il legittimo presidente dell´Ucraina e l´Unione Europea non riesce ad appoggiare efficacemente l´Ucraina nelle sue rivendicazioni sul territorio della Crimea. Putin sostiene un “braccio di ferro” contro l´Europa forte del fatto che la Russia é il principale fornitore di gas ai diversi paesi europei. Questo é l´attuale panorama, complicato dalla guerra fredda fra Putin e Obama.

Ricordiamo le predizioni di Nostra Signora di Fatima riguardanti la Russia, fatte nel 1917: “Verró a chiedere la consacrazione della russia al mio cuore immacolato e la comunione di riparazione del primo sabato. se i miei desideri sulla russia saranno soddisfatti, la russia si conVertirá e regnerá la pace. se no, la russia spargerá i suoi errori nel mondo, causando guerre e persecuzioni contro la chiesa. molti buoni saranno martirizzati, il santo padre doVrá soffrire molto e tante nazioni saranno distrutte. peró, alla fine, il mio cuore immacolato trionferá”. Questo disse la Madonna a Fatima, nel 1917.

Tutti sappiamo che la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato non si é realizzata nelle con-dizioni richieste dalla Madonna —in unione con tutti i vescovi e nominando espressamente la Russia— e questo é stato il motivo per cui alcuni pensano che tale consacrazione non sia ancora avvenuta. E il comunismo russo ricomincia a far spuntare la sua testa per tornare a dominare le nazioni che erano parte di esso.

Dobbiamo forse pensare che tutto é perduto? No certamente, anche se stiamo vivendo un momento estremamente delicato in cui, piú che mai, dobbiamo munirci della nostra intelligenza spirituale e mettere in pratica quello che abbiamo imparato e quello che ci continua ad insegnare lo Spirito affinché la spessa trama della crisi politica e sociale, cosí abilmente risaltata dai mezzi di comunicazione, non ci impedisca di scorgere la mano di Dio negli eventi che stiamo vivendo, non per-diamo la speranza e, con fede, imploriamo la materna intercessione di Nostra Madre. Sappiamo che Lei tutto puó ed il Signore non puó negare niente al Suo Cuore Immacolato.

Maria, le cui innumerevoli apparizioni sono state confermate in molte parti del mondo, ha voluto farsi presente anche in Ucraina, una nazione attanagliata dal comunismo fin dai tempi di Stalin.

Le prime apparizioni documentate risalgono al 1914 quando la Madonna, il 12 maggio, apparve a 22 conta-dini. L´apparizione duró fino al giorno dopo. I veggenti ricevettero un messaggio profetico che preannunziava epoche dolorose per il mondo e per l´Ucraina. Maria predisse la perdita della sovranitá dell´Ucraina per 80 anni: per otto decenni avrebbero sofferto persecuzio-ni, al termine delle quali la cristianitá avrebbe vinto e l´Ucraina sarebbe stata libera. Questa predizione si

Prim

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ano

diAnna Fusari

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confermó quando l´Ucraina ottenne la sua indipenden-za dall´Unione Sovietica nel 1991, con la dissoluzione di quest´ultima. La Vergine disse anche che la guerra mondiale era imminente e che la Russia sarebbe diven-tata un paese senza Dio. Disgraziatamente, pochi mesi dopo, in luglio dello stesso anno, cominció la prima guerra mondiale.

Molti anni dopo, nel 1954, nel dopoguerra, la Ma-donna tornó ad apparire per ben 11 volte nella localitá di Seredne, nella parte occidentale del paese ad Anna, una giovane veggente, consegnandole un messaggio simile a quelli di Fatima e Medjugorje.

Piú recentemente, il 26 aprile 1987, Nostra Signora appare a Grushew, un paese dell´allora Russia, oggi Ucraina occidentale, nel luogo dove anticamente, si era costruito un famoso santuario mariano. Il giorno e l´o-ra di questa apparizione coincidevano esattamente con il primo anniversario del disastro di Chernobyl.

Quel 26 aprile, Maria, una ragazza di dodici anni che abitava vicino alla chiesa, nell´uscire da casa per andare a scuola osserva una strana luce nella cappella. Si ferma a guardare quando, improvvisamente, vede una figura in uno dei lati della torre ottagonale che copriva la cupola della cappella: era una donna vestita di nero con un bambino tra le braccia. La ragazza entra in casa e chiama sua madre che esce e, riconoscendo Nostra Signora, chiede a sua figlia di inginocchiarsi con lei a pregare. L´immagine della Vergine resta visibile a tutti per un mese, a volte nello spazio di una finestra della torre del campanile, altre volte sulla cupola, e altre ancora nel cielo sopra la cappella. Appariva di mattina, molto presto, e restava per lungo tempo. Le sue mani irradiavano una luce intensa.

Quelle notizie si diffusero rapidamente attraverso il paese e cominció ad arrivare una folla di persone.

L´apparizione continuó ad essere visibile per diversi giorni e, secondo molti dei presenti, Nostra Signora era in tutto simile all´immagine della Vergine della tenerezza, una icona regalata nel se-colo XI a Vladimir, principe di Kiev, da sua moglie Anna dopo la conversione del popolo al cristianesimo, cul-minata con un “battesimo di massa” nelle acque del fiume di Dniepr. La Vergine della tenerezza é l´immagine sacra piú antica che si vene-ra in Ucraina.

I testimoni diretti

dell´evento miracoloso furono almeno mezzo milio-ne di persone. La Madre di Dio si faceva vedere sola o accompagnata da alcuni santi, sulle cupole delle chiese o sospesi sulle case.

La risposta del regime comunista alle apparizioni non tardó ad arrivare. Il 13 maggio, anniversario dell´appari-zione della Vergine a Fatima, nella televisione locale si cercó di screditare il fenomeno di Grushew per sco-raggiare i pellegrini. Ad un tratto, durante il program-ma, si poté osservare nel video l´immagine di Nostra Signora che fu vista da tutti gli spettatori della regione.

A quel punto, il regime comunista cercó in tutti i modi di impedire che la veggente restasse nel luogo dove i pellegrini continuavano ad arrivare. Alzarono barricate, scavarono fossati lungo i cammini d´accesso al paese e aumentarono il perimetro della zona proibita ai pellegrini. Ció nonostante, non riuscirono ad impedi-re il flusso dei fedeli: fonti governative parlarono di circa 45.000 persone al giorno, arrivate anche da zone molto lontane. Con tentativi ridicoli murarono con tavole e tele anche il balcone della cappella e le altre finestre. Fu tutto inutile. Si continuavano a vedere candele accese (nella cappella dove la giovane veggente aveva osser-vato la luce il primo giorno) attraverso le tele inchiodate e l´immagine della Madonna si poteva osservare ancora piú distintamente.

In modo prodigioso, quando si ritirarono le tele si videro”stampate” sopra di esse tre icone della Theotokos con il Bambino. I comunisti le distrussero, bruciandole o gettandole in acqua. Cercarono di tagliare le strade. Chiusero provvisoriamente le chiese, soprattutto la chiesetta delle apparizioni. Minacciarono gli abitanti di Grushew di denunciarli se offrivano asilo ai pellegrini. Una squadra di propaganda atea percorreva la zona con altoparlanti spiegando che quanto visto era un´illusione ottica. Alla polizia si unirono circa venti membri del KGB. Non serví a niente. Alla fine, gli abitanti del paese si dimenticarono tutti quegli oltraggi quando la Madonna apparve ai comunisti, facendoli fuggire con la sua sola presenza. Successe nel giorno in cui l´ortodossia cristia-na celebra il Transito della Vergine. Con la sua presenza, Lei aggiunse fulgore alla celebrazione, poi sparí.

Nel corso delle numerose apparizioni della Vergi-ne alla giovane veggente, a volte piangendo, Maria le chiese di far penitenza per la remissione dei peccati dell´umanitá. Altre volte, la invitó alla preghiera ed al perdono per la conversione della Russia, e a pregare il Santo Rosario, arma potente contro Satana.

Nostra Madre le suggerí anche di non dimenticarsi delle vittime del disastro di Chernobyl, disastro che fu un avvertimento per il mondo intero. Nell´aprile del 1988, la Madonna disse: “la conVersione della russia aVVerrá per Vostra diretta richiesta e per il sangue dei martiri.

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la penitenza e l´amore uniranno gli uni agli altri. stanno per arriVare i tempi che sono stati preannunciati come la fine dei tem-pi. osserVate la desolazione che attenaglia il mondo: i peccati, l´accidia, il genocidio. se la russia non ritorna al cristianesimo, ci sará una terza guerra mondiale e il mondo intero incontre-rá la sua roVina”. “insegnate ai bambini a pregare. insegnate la Veritá. pregate il santo rosario. e´ l´arma contro satana. sono Venuta a confortarVi e a dirVi che la sofferenza finirá molto presto. Vi proteggeró per la gloria e il futuro del regno di dio nella terra, che durerá mille anni. il regno del cielo e della terra sono a portata di mano. ma Verrá solo con la penitenza e il pentimento dei peccati. arriVeranno molti falsi messia e profeti. state attenti. non faccio distinzioni di razza o religione…”. “il dio eterno Vi chiama. per questo sono qui e sono stata mandata fra Voi; malgrado le lunghe persecuzioni aVete resistito senza perdere la fede, la speranza e la caritá”.

A questo punto, la Chiesa di Grushew si uní. I cat-tolici (che sono una minoranza), gli ortodossi greci e altri ortodossi come pure i musulmani si recarono nel luogo del miracolo. La fede della gente cominció a consolidarsi. Lo stesso anno, si celebró il battesimo del millennio cattolico, benedetto dal Papa Giovanni Paolo II che volle seguire tutte le celebrazioni dell´evento. Il 10 luglio 1988, Giovanni Paolo II, all´ora dell´Angelus, si uní in pellegrinaggio spirituale con l´Ucraina, chiedendo alla Madonna che, mediante la sua potente intercessio-ne, Dio concedesse per il nuovo millennio (quello che stiamo vivendo) la piena libertá di professare la propria fede e di recuperare l´unitá completa per la Chiesa. Le preghiere furono ascoltate e, un anno dopo, nel 1989, il vento della perestrojka portó ai cattolici ucraini il rico-noscimento legale del diritto alla propria religione.

Con le apparizioni di Ucraina abbiamo ora un quadro piú completo dell´intervento e della vigilanza di Nostra Madre durante quest´ultimo secolo e, piú par-ticolarmente, in questi ultimi decenni durante i quali gli eventi politici, economici e sociali stanno precipitando la societá verso il caos.

Mentre completavamo quest´articolo, ci é giunta la notizia che varie icone della Madre di Dio hanno cominciato a piangere in una dozzina di monasteri della Russia e dell´Ucraina. Per essere precisi, il portale polacco di notizie “fronda.pl” ha annunciato che le icone che hanno cominciato a piangere si trovano a Rostov-on-Don, Odessa, Rivne (o Rovno) e Novokuznetsk.

Il giornalista Tomasz P. Terlikowski conclude la noti-zia affermando che davanti a manifestazioni di questo genere di fenomeni vale la pena chiederci se Dio non vuole, in questo modo, metterci in guardia contro i tem-pi difficili che sono imminenti e invitarci al pentimento. Continua scrivendo: “La preghiera non é mai troppa e con la situazione internazionale che stiamo vivendo, la societá non si sente incline a mostrare un ottimismo

esagerato…”.

Per qual-siasi creden-te, tanto se é cristiano come musul-mano, que-sto genere di eventi posso-no significare un chiaro segno chiaro del Cielo, una chiamata alla con-versione e, allo stesso tempo, un avver-timento sui tempi difficili che si avvici-nano. Le lacrime della Vergine e di Suo Figlio parlano direttamente al nostro cuore, confrontandoci con l´immagine che Dio ha di noi.

Nelle sue apparizioni, quante volte Maria ci ha avver-tito, con amore, peró senza smettere di richiamare i suoi figli smarriti, supplicando e anche incluso piangendo per la loro conversione. Se qui con noi ha fatto questo, cosa non avrá fatto davanti a Dio per la nostra salvezza?

La preoccupazione e il dolore di Maria devono stimolarci a fare tutto quello che possiamo, il poco che possiamo, con quel poco che siamo, affinché queste minacce che si alzano sulle nostre teste non diventino una realtá. La Vergine ha ripetuto, ancora e ancora, che dipende da noi. Con la preghiera, con tanta preghiera, fatta con il cuore e, soprattutto, con il ravvedimento. “se Vi conVertite a lui con tutto il cuore e con tutta l’anima, essendo sinceri con lui, allora egli si conVertirà a Voi e non Vi nasconderà il suo Volto” (Tb 13:6).

Abbiamo due possibilitá in questo momento cru-ciale della storia: obbedire alle richieste della Madonna fatte attraverso i suoi messaggi o ignorarle ed affrontare le conseguenze.

Il Regno dei Cieli é a nostra portata, basta ascoltare e obbedire a Lei.

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ange

lo Piú che maiabbiamo bisogno

di lui

“e vi fu battaglia in cielo: Michele e i suoi angeli com-batterono col dragone, e il dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, e il luogo loro non fu piú trovato nel cielo. e il gran dragone, il serpente antico, che é chiamato diavolo e satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giú; fu gettato sulla terra, e con lui furon gettati gli angeli suoi” (Ap 12:7-9).

I santi Padri interpretano questi versi dell´Apolica-lisse come testimonianza della lotta fra Michele e il diavolo quando gli spiriti angelici furono provati.sotto questo punto di vista, si intende anche la lotta che satana viene mantenendo contro la chiesa lungo i secoli e che si realizzerá alla fine dei tempi.

secondo tradizioni ebree seguite da alcuni Padri della chiesa, il demonio era una creatura angeli-

ca che si convertí in nemica di dio per non accetta-re la dignitá concessa all´uomo. conseguentemente, il diavolo e i suoi seguaci furono gettati alla terra, e da allora non cessano di tentare l´uomo perché an-che questi, peccando, sia privato della gloria di dio.

Nell´Antico Testamento si mostra l´Arcangelo san Michele como quello che, da parte di dio, difen-de il popolo eletto. Nella sua allocuzione a Monte sant´Angelo (gargano, Italia) del 24 maggio 1987, giovanni Paolo II risaltó la lotta costante contro il demonio, che cerca di approfittare ogni situazione, e che “la figura dell´Arcangelo Michele é attuale ancor

oggi, perché il demonio é ancora vivo e operante sulla terra”.

due settimane dopo, a Monaco (germania), il Papa aveva esortato in un´omilia: “ci sono epoche in cui l´esistenza del male fra gli uomini é sensibilmente evi-dente nel mondo (...). Si ha l´impressione che l´uomo attuale non voglia vedere questo problema. Fa tutto il possibile per cancellare dalla coscienza generale l´esi-stenza di questi dominatori del mondo tenebroso, quegli astuti attacchi del diavolo di cui parla la Lettera agli Efesini. Malgrado ció, ci sono epoche storiche nelle quali questa veritá della rivelazione e della fede cristiana, difficile da accettare, si espressa con gran forza facen-dosi quasi palpabile”.

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Questa presenza del diavolo nella societá e nelle per-sone, a volte manifestata in modo molto evidente, ha spinto la chiesa a invocare san Michele come guar-diano nelle avversitá e contro le insidie del demonio: “Manda, oh Signore, in aiuto del tuo popolo al grande Arcangelo Michele, perché ci sentiamo protetti nelle nostre lotte contro Satana e i suoi angeli” (liturgia delle Ore, preghiera delle lodi). Insidie reali e terri-bili, che cercano di annichilare la vita di cristo nelle anime, se non avessimo la grazia divina e l´aiuto degli angeli e della nostra Madre del cielo.

cristo é il vero vincitore del peccato, del demonio e della morte. e in lui vinciamo sempre, aiutati frequentemente dagli angeli e dai santi. Tuttavia, il trionfo definitivo dei cristiani sul demonio non avverrá fino alla fine dei tempi. Per questo, san Pie-tro, dopo aver esortato i primi cristiani ad avere la massima fiducia in dio—Scaricate in Lui, dice, tutte le vostre preoccupazioni, perché Lui si prende cura di voi—, richiama vivamente l´attenzione affinché siano veglianti: Siate sobrii e vegliate, perché il vostro avversario il diavolo, come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare (I lettera di san Pietro, 5:7-8). Forse l´Apostolo ricordava, nello scrivere quelle raccomandazioni, le parole del Maestro: “simone, simone, ecco, satana ha richiesto di vagliarvi, come si vaglia il grano. Ma io ho pregato per te, acciocchè la tua fede non venga meno...” (lc 22: 31-32). In maniera simile a Pietro, san ci-priano commenta: “Gira intorno ad ognuno di noi, come un nemico che ha accerchiato una piazza ed es-plora le muraglie per vedere se c´é qualche parte debole e poco sicura da dove entrare” (de zelo et livore, 2).

Nella sua omelia del 29 settembre 2007 nella basilica di san Pietro, benedetto XVI spiegava che la chiesa antica chiama “angeli” i vescovi, indicando che devo-no vivere orientati a dio per aiutare e difendere il suo popolo contro le insidie del nemico. Affermava che, per aiutarci a capirlo, bastava solo pensare alle fun-zioni degli Arcangeli. concretamente, in riferimento all´Arcangelo Michele, spiegava: “Difende la causa dell´Unicitá di Dio contro la presunzione del drago, del “serpente antico”, come dice San Giovanni. Il serpente cerca continuamente di far credere agli uomini che se vogliono diventare qualcosa Dio deve scomparire; che Dio ostacola la nostra libertá e che, per questa ragione, dobbiamo sbarazzarci di lui.

Ma il drago non accusa solo a Dio. L´Apocalisse lo chiama anche “l´accusatore dei nostri fratelli, quello che li accusa notte e giorno davanti al nostro Dio” (Ap 12:10). Chi allontana Dio, non rende grande l´uo-mo, ma gli toglie la sua dignitá. Allora l´uomo si

Il 13 ottobre 1884, il Papa Leone XIII, sperimentó una visio-ne orribile. Dopo aver celebrato l´Eucaristia, stava consul-tando certi temi con i suoi cardinali nella cappella privata del Vaticano, quando di colpo si fermó ai piedi dell´altare e restó immerso in una realtá che unicamente lui vedeva. Il suo volto manifestava un´espressione di orrore. Impallidí. Aveva visto qualcosa di molto forte. Improvvisamente, si raddrizzó, alzó la mano come salutando e se ne andó al suo studio privato. Lo seguirono e gli chiesero: Cosa succede Sua Santitá? Si sente male? Lui rispose: “Oh, che immagini cosí terribili mi sono state permesse di vedere e ascoltare!”, e si rinchiuse nel suo ufficio.

Cosa vide Leone XIII? “Vidi demoni ed ascoltai i loro spa-simi, le loro blasfemie e burle. Sentii la voce roca e aspra di Satana sfidando Dio, dicendo che lui poteva distruggere la Chiesa e portare tutto il mondo all´inferno se avrebbe avuto sufficiente tempo e potere. Satana chiese permes-so a Dio di avere 100 anni per poter influenzare il mondo come mai l´aveva fatto prima”. Leone XIII capí che se il demonio non riusciva a raggiungere il suo proposito nel tempo concesso, avrebbe sofferto una sconfitta umiliante. Vide apparire a San Michele Arcangelo e gettare a Satana e alle sue legioni nell´abisso dell´inferno.

Dopo mezz´ora, chiamó al Segretario della Congregazione dei Riti. Gli consegnó un foglio e disse di mandarlo a tutti i vescovi del mondo con l´ordine di recitare dopo ogni mes-sa la preghiera che lí aveva scritto.

Quattro decenni dopo, verso il 1928, durante una sessione della Sacra Congregazione dei Riti nella quale si cercava di abolire queste orazioni, un anziano cardinale si alzó per raccontare che lo stesso Leone XIII gli aveva confidato che, spinto da una rivelazione sopran-naturale, aveva aggiunto l´invoca-zione a San Michele per combattere la minaccia della francmassoneria.

leone XIIIe la orazione a san Michele

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O gloriosissimo principe della milizia celeste, san Michele Arcan gelo, difendici nella lotta e nella

battaglia che dobbiamo sostenere contro i principi e le potestà, contro i capi del mondo, contro gli spiriti del male che abitano le regioni celesti. Vieni in aiuto degli uomini che Dio creò invincibili, che fece a immagine della sua somiglianza e riscatt ò dalla tirannide del diavolo a caro prezzo. Combatti oggi con l’e sercito degli angeli beati le battaglie del Signore, come un giorno combat-testi contro Lucifero, capo di superbia, e i suoi angeli tra­ditori: e non prevalsero, né si trovò più posto per essi in cielo. Quel grande dragone, il serpente antico, che viene chiamato dia volo e Satana, che seduce il mondo intero, è stato scagliato in ter ra e con lui sono stati mandati i suoi angeli.

Ecco, il nemico antico e omicida si è eretto con forza. Trasfigurato in angelo di luce, da ogni dove circonda

e invade la terra con tutta la caterva de gli spiriti malig-ni, per cancellare in essa il nome di Dio e del suo Cristo e per rapire le anime destinate alla corona della gloria eterna, per ucciderle e condannarle alla morte eterna. Il malefico dragone trasfonde il veleno della sua malva-gità, come fiume im mondissimo, negli uomini depravati di mente e corrotti di cuore, lo spirito di menzogna, di empietà e bestemmia, e il mortifero alito della lussuria,

tutti i vizi e le iniquità. Nemici molto astuti hanno riempi-to di amarezze la Chiesa, sposa immacolata dell’Agnel lo, l’hanno ubriacata di assenzio; hanno posto le loro empie mani su tutte le cose desiderabili. Laddove è stata posta la sede del beatissi mo Pietro e la cattedra della verità per illuminare le genti, là hanno posto l’abominevole trono delle loro empietà, affinché, colpito il pa store, riuscissero a disperdere anche il gregge.

Assisti dunque, Gui da invincibile, il popolo di Dio contro le irrompenti malvagità spirituali, e ottieni la

vittoria. La Santa Chiesa ti venera custode e patrono, con-tro le nefaste potestà terrestri e infernali; a te il Si gnore ha affidato le anime dei redenti da collocare nella felicità suprema. Supplica il Dio della pace, affinché schiacci Sa-tana sotto i nostri piedi, perché non possa più tenere pri-gionieri gli uomini e danneggiare la Chiesa. Offri le nostre preghiere al cospetto dell’Al tissimo, affinché presto ci ottengano le misericordie del Signore, e cattura il drago, il serpente antico che è diavolo e Satana, e riman dalo legato nell’abisso affinché non seduca più le genti. Perciò, con fidando nel tuo presidio e tutela, con l’autorità del nostro sacro ministero, ci accostiamo a te fiduciosi e sicuri per respingere le infestazioni della frode diabolica nel nome di Gesù Cristo, Dio e Signore nostro. Amen.

Orazione a san Micheledel Papa leone XIII(versione integrale)

18 maggio1890Acta Apostolicae Sedis, p. 743

8 Il cIelO A gARAbANdAl

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San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia.

Sii nostro aiuto contro le malvagitáe le insidie del diavolo.

Che Dio eserciti su di lui il suo dominio,preghiamo supplichevoli.

E tu, o Principe della milizia celeste,con il potere che ti viene da Dio,

ricaccia nell´inferno Satana e gli altri spiriti maligniche si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.

Amen.

Orazione

trasforma in un prodotto difettuoso dell´evoluzione. Chi accusa Dio, accusa anche l´uomo. La fede in Dio difende all´uomo in tutte le sue debilitá e insufficienze: lo splendore di Dio brilla in ogni persona”.

come individui, come nazioni, come chiesa, ci troviamo in una gran battaglia spirituale e dobbiamo usare tutte le armi spirituali per combattere con amo-re, fortezza e astuzia. la Madonna disse a suor Maria di gesú Agreda, contemporanea di santa Teresa di Avila: “carissima, sei giá stata avvertita che non senza mistero nel corso di questa storia ti ho sovente illuminato sui segreti, sui consi-gli e sui tradimenti orditi dall´inferno con-tro gli uomini, nonché sulla furiosa rabbia e vigilanza con cui si sforza in ció, senza tra-scurare alcuna opportunitá e senza smettere di muover pietra o sentiero, stato o persona a cui non tenda molti lacci nei quali vada a cadere; e i piú insidiosi, perché piú occulti, li dispiega contro chi aspira con sollecitudine alla salvezza eterna e all´amicizia con il signore. ”... “contro questi attacchi, dio dona la sua ammirabile protezione, se l´uomo sola-mente cooperasse e corrispondesse”. (Mistica

cittá di dio, Vita della Vergine Madre di dio, scritta fra gli anni 1637-43, libro 7, cap. 17).

Il grande trionfo del demonio in questi tempi consi-ste che molti l´hanno dimenticato, o pensano che siano credenze di altre epoche. Tuttavia, la sua azione sottile nella vita del mondo e delle persone é molto reale ed efficace. di fronte a ció, dobbiamo far rivi-vere la devozione a san Michele affinché il nostro spirito esclami con gli angeli: “chi come dio?”

ci sono moltre preghiere a san Michele Arcangelo, anche se la piú conosciuta é quella di leone XIII che fino agli anni 60 si recitava dopo ogni Messa. con la riforma liturgica che seguí il concilio Vaticano II fu sciolto l´obbligo posto da leone XIII e la preghiera originale fu sostituita da una piú corta, che citiamo piú sotto.

Rivolgiamoci frequentemente a questo santo Arcan-gelo, cercando e invocando, fiduciosi, il suo aiuto. come disse il santo Vescovo Francesco di sales: “La venerazione a San Michele é il rimedio piú grande con-tro la ribellione e disubbidienza ai comandamenti di Dio, contro l´ateismo, lo scetticismo e l´infidelitá”.

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Prima apparizione della Madonnacapitolo II

Adattamento diAnna Fusari

E ra domenica 2 luglio 1961. Fino allora le apparizioni erano state quelle di san Michele Arcangelo, il quale —dal 18

giugno— stava preparando le quattro bambine all´apparizione della Vergine santissima.

Quel giorno, la messa venne celebrata solenne-mente. dopo il Rosario delle 3 del pomeriggio, le bambine si avviarono verso cosío, peró, a metá strada, furono costrette a ritornare poiché la gente che raggiungeva il paese le riconosceva e non per-metteva loro di proseguire.

Verso le 6 del pomeriggio, all´incirca, fecero ritorno a garabandal. le strade erano piene di sconosciuti, con dieci o undici sacerdoti, un abate, medici e circolavano tante auto. camminarono verso la calleja, seguite da tutti, per recitare il Ro-sario.

Prima di giungervi, in un punto di quel cammi-no chiamato “il quadrato”, avvenne l’apparizione della Madonna accompagnata da due angeli. uno era san Michele, mentre l´altro non lo conosce-vano. Tutti e due vestivano uguali e, secondo le

10 Il cIelO A gARAbANdAl

Nel numero precedente abbiamo visto l´inizio delle apparizioni a san sebastián de ga-rabandal, un piccolo paesino situato al nord della spagna. dal 18 giugno 1961, questa localitá composta da circa 70 famiglie richiamó l´attenzione dei mezzi di comuni-cazione. Quattro bambine di circa 12 anni, conchita gonzález, Mari cruz gonzález, Jacinta gonzález e Mari loli Mazón, senza essere imparentate fra loro, furono testi-moni, ogni giorno, delle apparizioni dell´Arcangelo san Michele che preparó le bam-bine per la venuta della Vergine.

l´Arcangelo, che era solito verso sera, non parlava mai, salvo con i gesti. Peró la sera del sabato 1 luglio 1961, l´apparizione duró circa due ore e, per la prima volta, san Michele parló alle bambine dicendo che il giorno dopo avrebbero visto la Ma-donna che sarebbe apparsa sotto il Titolo di Nostra signora del Monte carmelo.

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dichiarazioni delle bambine, sembravano gemelli.l´identitá dell´altro Arcangelo che accompagna-

va la Madonna fu rivelata molto piú tardi da gia-cinta, che disse si trattava di san gabriele, lo stesso che venne inviato da dio a Nazaret per parlare con Maria e annunciarle la sua Maternitá divina.

A fianco dell´Angelo di destra, all´altezza della Madonna, videro una specie di quadro di fuoco rosso dove spiccava la figura di un triangolo con un occhio e una scritta. I caratteri erano sconosciuti e di tipo orientale. Tale rappresentazione venne dalle bambine interpretata come l´Occhio di dio.

Dialogando con MaríaQuel giorno, le bambine ebbero modo di parla-

re molto con la Madonna, che, a loro impressione, sembrava avere 17 anni. le raccontarono la loro vita di ogni giorno, che andavano al prato tutti i giorni, che si erano abbronzate, che raccoglievano l´erba in mucchi, ecc…. di fronte a tanta semplicità e sponta-neitá infantili, la Madonna rideva….!

A un certo punto, Mari loli fece vedere i denti (poi si venne a sapere che la Madonna le aveva detto che li trovava molto belli). Anche conchita allora aprí la bocca per far vedere un dente cariato…

con la piú grande semplicità, chiesero alla Vergine se poteva lasciare loro la sua corona; sembrò che lei avesse acconsentito, perché tutti poterono osservare i loro gesti nel prendere in mano qualcosa che veniva dall´alto e che poi si passavano l’una l’altra. conchita si azzardó anche a chiedere alla Vergine se poteva lasciarle una delle stelle della corona in modo da posarsela in testa, affinché tutti credessero veramente alle apparizioni… la Vergine rispose: “crederanno” (Testimonianza di Juan Álvarez seco).

conchita raccontò che quel giorno avvennero molte cose durante l´apparizione. una di esse fu una pioggia di stelle, che venne vista dalle quattro bambi-ne. le stelle cadevano dall’alto, come la pioggia.

Regina del Santo RosarioMaria insegnó alle bambine a pregare il Rosario

e lo recitò con loro. Al principio, lei stessa pregava con loro, poi pronunciava solo il gloria. la preghiera delle bambine nella quotidianità di tutti i giorni era molto diversa rispetto a quanto si trovavano in estasi, poichè in quest’ultima situazione la pronuncia era

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Dal diario di Conchita:“La Madonna viene con un abito bianco, un manto azzurro e una corona di piccole stelle dorate; non si vedono i piedi. Le mani tese, con uno scapolare nella destra; lo scapolare è di colore marrone. Ha i ca-pelli lunghi e ondulati, di colore castano scuro, con la riga in mezzo. Il viso ovale, il naso allungato, fine, la bocca molto bella con le labbra un po’ turgide. La carnagione è bruna, più chiara di quella dell ’Angelo, diversa e al tempo stesso molto bella. La voce è molto strana, una voce che non so descrivere. Nessuna don-na assomiglia alla Vergine, né nella voce, né in niente altro! Alcune volte porta il Bambino in braccio, piccolissimo, come un bebé appena nato, con il visetto tondo, dalla carnagione simile a quella della Madon-na, la boccuccia piccola, i capelli un po’ lunghi, biondi, le mani piccole, l ’abito come una tunica azzurra”.

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molto più lenta e la recita avve-niva con cadenza impressionante.

Quel giorno, quando finirono il santo Rosario, la Vergine disse che se ne andava. le bambine la prega-rono di trattenersi piú a lungo (in quanto per loro il tempo sembrava sempre pochissimo), ma lei rise e fece promessa che il giorno suc-cessivo, lunedí, sarebbe ritornata.

Quando ella svani dagli occhi della bambine, la gente cominció a baciare le fanciulle, chiedendo quello che la santa Madre aveva detto. Altre persone però rimasero nella loro incredulità poiché pen-sarono “perché mai la Madonna avrebbe parlato e ascoltato tanto?”.

Si presenta come la Madonna del Carmelocon il tempo si venne a sapere

che l´aspetto che la Vergine aveva nell´apparizione era identico a quello della Madonna del Monte carmelo quando apparve al gene-rale dei carmelitani, san simone stock il 15 luglio 1251. In quella

apparizione del XIII secolo, la Ma-donna vestiva una tunica bianca e un manto azzurro, proprio come a garabandal!

Terminata l´apparizione, le bambine vennero portate nella sacrestia della chiesa, dove un sa-cerdote, don Francisco Odriozola, ebbe modo di interrogarle —una ad una— per poi riferire alla gente quanto gli avevano detto.

Quella domenica si concluse in modo felice, poichè le bambine videro la Vergine e il paese visse la circostanza con devozione e stupore.

che sogni felici avranno avuto le quattro bambine quella not-te… la meravigliosa grazia della Madre di dio, e Madre nostra, sicuramente aveva riempito il loro spirito, con la musica delle sue parole e la luce del suo sguardo e del suo sorriso.

Non ci fu da meravigliarsi se la mattina del giorno dopo, lunedí 3, le bambine raggiunsero di corsa il luogo dell´apparizione, “il quadra-

to”, per pregare insieme.

dopo aver finito la preghiera, fecero ritorno a casa, per fare que-llo che gli chiedevano i genitori e poi a scuola. Quando arrivarono in aula, la maestra, serafina gó-mez, le baciò piangendo mentre diceva: “che fortuna avete!...”

All´uscita di classe, le bambine ascoltarono da tutti le stesse frasi, tutti si mostrarono molto impres-sionati e contenti, anche i loro stessi genitori.

dopo quella prima apparizione, le bambine continuarono con la loro vita di tutti i giorni, obbeden-do ai genitori fino a che, all´uscita da scuola, nel pomeriggio alle 17, si recavano alla calleja per pregare il Rosario da sole.

Quando i genitori dicevano che era l´ora, e perché non andavano a pregare al quadrato, le bambine rispondevano che non erano anco-ra state “chiamate”.

AdAttAto dAlle opere del p. José rAmón GArcíA de lA rivA (memoriAs de un curA de AldeA), FrAncisco sánchez-venturA y pAscuAl (lA verdAd sobre lAs ApAriciones de GA-rAbAndAl) e del p. eusebio GArcíA de pesquerA (se Fue con prisAs A lA montAñA).

Nel prossimo numero:

Realtá spirituali vissute a Gara-bandal: le chiamate, le estasi e le locuzioni.

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SOPRA (foto a sinistra)Il “quadrato”, chiamato cosí per il rudimentale recinto costruito con dei pali per proteggere le bambine dalla folla, nella calleja, luogo delle prime apparizioni. Il 2 luglio 1961 numerose persone aspettavano pazientemen-te l´apparizione della Madonna.

Foto sopra a destra:La calleja, un vicolo generalmente transitato da animali da pasto, che portava sul monte.

Fotografie in bianco e nero scattate da D. José Antonio Estébanez Calderón, allora professore di liceo, oggi sacerdote.Fonte: www.virgendegarabandal.com

SINISTRAFoto scattata durante la prima apparizione di Nostra Signora del Monte Carmelo, nel “quadra-to” di Garabandal. Le quattro bambine parlano con la Madonna. 2.VII.61

DESTRALuogo dove é apparsa per la prima volta la Madonna con l´Occhio di Dio, nel “quadrato” della calleja, accompagnata dagli Arcangeli San Michele e San Gabriele.

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nostrA siGnorA

del monte cArmelo

La devozione alla Madonna del Carmelo risale al 1155 quando San Bertoldo giunse sul monte Carmelo e vi costruì una piccola cappella riunendo altri dieci fratelli. Iniziarono, così, a vivere una vita di preghiera eremitico-comuni-taria senza una vera e propria regola scritta, ma rispettando gli usi degli eremiti locali. Questi antichi monaci cercavano anzitutto di seguire il modello del profeta Elia, ripetendo con lui: “Sono pieno di zelo per il Signore Dio delle schiere, alla cui presenza io sto”.

Il primo profeta d’Israele, Elia (IX sec. a.C.), dimorando sul Monte Carmelo, ebbe la visione di una piccola nube che si alzava dalla terra verso il monte, portando una provvidenziale pioggia, salvando così Israele da una deva-stante siccità. In quella nube piccola “come una mano d’uomo” tutti i mistici cristiani e gli esegeti hanno sempre visto una profetica immagine della Vergine Maria che, portando in sé il Verbo divino, ha dato la vita e la fecondità al mondo.

La tradizione racconta che già prima del Cristianesimo, sul Monte Carmelo (Karmel: giardino-paradiso di Dio) si ritiravano degli eremiti, vicino alla fontana del profeta Elia; poi gli eremiti continuarono ad abitarvi anche dopo l’avvento del cristianesimo. Sul Carmelo, che è una catena montuosa che si estende dal golfo di Haifa sul Mediterraneo fino alla pianura di Esdrelon (segna, quindi, il confine tra Galilea e Samaria) —richiamato più volte nella Sacra Scrittura per la sua vegetazione, bellezza e fecondità— continuarono a vivere gli eremiti, finché, nella seconda metà del sec. XII, giunse-ro alcuni pellegrini occidentali, probabilmente al seguito delle ultime crociate del secolo; prose-guendo il secolare culto mariano esistente, si unirono in un Ordine religioso fondato in onore della Vergine, alla quale i suddetti religiosi si professavano particolarmente legati. L’Ordine non ebbe quindi un fondatore vero e proprio, anche se considera il profeta Elia come suo

patriarca e modello.

Costretti a lasciare la Palestina a causa dell’invasione saracena, i monaci Carmelitani, come ormai si chiamavano, fuggirono in Occi-dente, dove fondarono diversi monasteri: Mes-sina e Marsiglia nel 1238; Kent in Inghilterra nel 1242; Pisa nel 1249; Parigi nel 1254, diffon-dendo il culto di Colei alla quale “è stata data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron” (Is 35,2).

Il primo Padre Generale dell´Ordine, San Simone Stock imploró pregando la Madonna che non permettesse la scomparsa dell´Ordine Carmelitano. Il 16 luglio del 1251 la Vergine, circondata da angeli e con il Bambino in brac-cio, apparve a San Simone e gli consegnó lo Scapolare perché fosse usato sopra le vesti.

La Madonna prometteva: “ricevi, FiGlio dilettissimo, lo scApolAre del tuo ordine, seGno dellA miA FrAternA AmiciziA, privileGio per te e per

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tutti i cArmelitAno. coloro che morirAnno rive- stiti di questo scApolAre non AndrAnno nel Fuoco dell´inFerno. esso é un seGno di sAlvezzA, pro-tezione e sosteGno nei pericoli e di AlleAnzA di pAce per sempre”.

Molti Papi e teologi hanno confermato e spiegato che chi ha devozione per lo Scapo-lare e lo usa effettivamente, riceverá da Maria Santissima la grazia del pentimento e della perseveranza finale.

Papa Pio XII affermò che “chi lo indossa viene associato in modo più o meno stretto, all’Ordine Carmelitano”, aggiungendo “quante anime buone hanno dovuto, anche in circostanze umanamente disperate, la loro suprema con-versione e la loro salvezza eterna allo Scapola-re che indossavano! Quanti, inoltre, nei pericoli del corpo e dell’anima, hanno sentito, grazie ad esso, la protezione materna di Maria! La devozione allo Scapolare ha fatto riversare su tutto il mondo, fiumi di grazie spirituali e tempo-rali”. Altri papi ne hanno approvato e raccoman-dato il culto; lo stesso Beato Giovanni XXIII lo indossava.

Anche Papa Giovanni Paolo Il lo ha racco-mandato insistentemente dicendo: “Io, fin dalla mia giovinezza, porto al mio collo lo Scapolare della Vergine e mi rifugio con fiducia sotto il mantello della Beata Vergine Maria, Madre di Gesù” (Udienza generale, 16 luglio 2003).

All’inizio lo Scapolare era di uso esclusivo dei religiosi carmelitani. Più tardi, la Chiesa estese questa possibilitá anche a tutti i fedeli.

Una seconda promessa fatta dalla Madon-na del Carmelo ha dato una ancor più rilevante importanza alla devozione dello Scapolare. In un’apparizione a Papa Giovanni XXII, riferendo-si a quelli che avrebbero portato lo Scapolare durante la loro vita, la Santissima Vergine disse quanto segue: “io, mAdre di bontà, scenderò il primo sAbAto dopo lA loro morte e quAnti tro-verò nel purGAtorio, libererò e condurrò Al monte sAnto dellA vitA eternA”.

A Fatima, alla conclusione delle apparizioni,

il giorno 13 ottobre, mentre avveniva il grande miracolo del Sole, visto da più di cinquantamila persone, la Madre di Dio si mostrò ai tre pastorelli nelle vesti della Madonna del Monte Carmelo, presentando nelle loro mani, lo Scapolare.

Si può cosí affermare che i privilegi inestima-bili legati allo Scapolare sono parte integrante del Messaggio che ci ha lasciato la Madre di Dio a Fatima, unitamente al Rosario ed alla devozione al Cuore Immacolato di Maria.

Come a San Sebastián de Garabandal.

Lo scapolare consiste in due pezzi di stoffa di saio uniti da una cordicella che si appoggia sulle scapole e che reca l’immagine di Maria, da un lato, e quella del Sacro Cuore di Gesù dall’altro.

Privilegi per chi lo porta:

1. protezione dalle fiamme eterne;

2. liberazione dal purgatorio il sabato dopo la propria morte;

3. protezione contro i pericoli dell’anima e del corpo.

È naturale che chi porta lo scapolare dovrà anche preoccuparsi di vivere una vita devota nei confronti di Maria, pregandola ogni giorno.

Lo scapolare non è un amuleto, ma un pegno della predilezione di Maria: un richiamo all’esercizio della carità e una professione di appartenenza e di consacrazione alla Madre e Regina del cielo.

L’Ordine Carmelitano partito dal Monte Car-melo in Palestina si sviluppó in tutta l’Europa, conoscendo nel sec. XVI l’opera riformatrice dei due grandi mistici spagnoli Giovanni della Croce e Teresa d’Avila, per cui oggi i Carme-litani si distinguono in due Famiglie: “scalzi” o “teresiani” (frutto della riforma dei due santi) e quelli senza aggettivi o “dell’antica osservan-

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Nelle sue apparizioni Maria rivela il rimedio per la Chiesa e peril mondo

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disantiago lanúswww.virgendegarabandal.com

“la Vergine, avendo ricevuto da cristo la salvezza e la grazia, è chiamata a svolgere un ruolo rilevante nella Redenzione dell’umanità.

con la devozione mariana, i cristiani riconoscono il valo-re della presenza di Maria nel cammino verso la salvezza, rivolgendosi a lei per ottenere ogni grazia.

soprattutto, sanno che possono affidarsi alla sua materna in-tercessione per rice-vere dal signore ciò di cui hanno bisogno per lo svolgimento della vita divina e per raggiungere la sal-vezza eterna”.

Papa giovanni Paolo IIcatechesis del 5-xi-97

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Dio ha voluto che quando la chiesa accolga sua Madre in quanto tale, con potenza, e non solo come la donna obbediente alla chiesa,

per mezzo di lei, dio restauri tutta la casa, la sua chiesa. la chiesa non potrà scegliere un’altra, perché lei è il segno dell’Apocalisse, la Madre con il suo figlio appena nato.

Ricordiamo le epifanie Mariane, dalla seconda metà del secolo scorso: la Medaglia Miracolosa, le Apparizioni di la salette (che sono specialmente importante per l’ultimo Tempo), le Apparizioni di lourdes e Fatima, ed altre meno conosciute, ricono-sciute dall’Ordinario del luogo.

In tutte le apparizioni, la Madre di dio era man-data da lui stesso, non veniva per conto proprio, ma sempre come la schiava di dio.

e così si produce la prima grande lotta fra san Michele e il dragone Rosso. Questo è quello che sta succedendo adesso, perché questa lotta è già comin-ciata.

Poi viene una fase ancora più cruda. Per darci un’idea di quello che sarebbe successo, la Vergine di garabandal diceva: “Arriverà un giorno che sembrerà come se la chiesa stesse per scom-parire”. Ma non scomparirà. Non si può superare la grande prova che arriva senza una grazia speciale di gesù cristo. la chiesa non può salvarsi da questa grande lotta senza un Miracolo fatto espressamente da gesù.

benedette quelle anime che credono e sperano che solo per un grande miracolo di gesù si può salvare il mondo. Non rimane altro da fare che rivolgersi a sua Madre, gesù non vuol tornare se non per mezzo di sua Madre. Per questo conviene fare, in primo luogo, quello che vuole la Madre. Adesso la realizzazione dei Messaggi è la cosa più importante perché è quello che ha sempre detto la chiesa, insistere in ciò che vuole la Vergine Maria. la Madonna vuole la pre-ghiera, la penitenza, che si chieda perdono a dio per il mondo. d’altra parte, lei può tutto, può risolvere

tutto rapidamente. Il problema della fame, il proble-ma della salute, il problema dell’odio, della vittoria dell’amore sull’odio, la civilizzazione dell’amore. la Madre può tutto, l’unica cosa di cui ha bisogno è la nostra penitenza, che vogliamo fare penitenza.

la Vergine Maria vuole che i suoi figli chiedano perdono a dio. se il mondo chiede perdono a dio, la Vergine può fare tutto.

In ogni parte del mondo la Vergine Maria ha anime che sono tutte sue, tutte di gesù e di Maria. con queste anime, alle quali se ne uniranno più e più con il tempo, la chiesa sorgerà come dalle catacom-be e convertirà il mondo intero. la predicazione del Vangelo al mondo intero verrà dopo la grande Puri-ficazione o il castigo. se il mondo non cambia ci sarà un castigo e se cambia, una grande Purificazione. Il

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Messaggera di Dioper l´ Umanitá

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In modo che già si vede, comincia ad apparire un doppio cammino per la chiesa, quello di chi segue fe-delmente sua Madre, e quello di una certa chiesa che già comincia chiaramente a separarsi dalle disposizio-ni che vengono dal cielo. così comincia ad apparire quello che si chiamerà il cammino di perdizione di una certa chiesa, la cui dottrina si è introdotta in moltissimi posti, allontanandola dal seguire i cammini che vuole gesù.

In 1960 scadeva il termine per far conoscere la ter-za parte del segreto di Fatima. Il Papa giovanni XXIII aveva letto il segreto. Nel 1959 si convocò un concilio (1962-65). Il Papa chiese a dio di essere illuminato e dio mandò il segno a garabandal (1961-65) per dare lì testimonianza certa e palpabile della sua divina Volontà. la Vergine rivelò a garabandal le cose più importanti che si debbano cono-scere: lo stato attuale della chiesa e del mondo, però, soprattutto, il suo rimedio: i due Messaggi. Ogni cosa di garabandal è un segno che contiene tanta dottrina e insegnamenti vivi. lei può far rinascere una chiesa Nuova.

cambiamento non può avvenire oltre l’ultimo Avviso, quello che la Vergine annunciò a garabandal per il mondo intero.

Adesso siamo negli ultimi avvisi. l’ultimo Avviso sarà quello che la Vergine annuncerà a garabandal. Perché gesù voleva, se ricordiamo e ripercorriamo la storia dell’inizio del secolo scorso, che insieme al suo cuore, si venerasse quello di sua Madre. Fu per mezzo delle suppliche di lei che finì la prima guerra mondiale.

le disobbedienze del mondo nell’ubbidire alla Madre chiesa e anche la disobbedienza dentro la stessa chiesa alle suppliche della Vergine Maria, che ritardò tanto l’ubbidienza a ciò che diceva: “se continuano ad offendere il signore, verrà un’altra guerra peggiore durante il regno di Pio XI”… che fu l’inizio della seconda guerra mondiale.

Poi, intorno agli anni ‘40, successe anche un even-to meraviglioso, giacché dio mandò sua Madre con un nuovo Volto, adesso voleva che lei fosse la Madre di tutte le Nazioni (apparizioni di Amsterdam). dà anche i segni della sua venuta in alcuni luoghi delle apparizioni. e chiede un ultimo dogma per lei. Quando il dogma della corredentrice sarà proclama-to in tutta la chiesa e quando cosí si accoglierá sua Madre, allora il mondo si rinnoverà immediatamente con la sua grazia. Il demonio lotta contro lei perché quando lei verrà e “governerà” la sua casa, non ci sia più posto per il maligno.

un giorno tutti la chiameranno ed arriverà per mezzo dell’Avviso e del Miracolo, che sono anteriori al Regno finale in cui tutto è felicità e tutto è di dio.

Ricordiamo quei tempi in cui era Papa Pio XII, Maria percorre il mondo intero: la Vergine Pellegrina di Fatima, la Vergine dell’Assunzione al cielo e anche il dogma. Prepara i cuori di tutte le razze; le voci della chiesa cattolica arrivano a tutti i popoli del mondo.

Dio vuole che siaproclamata

CorredentriCe

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dalla metà del secolo XX la Vergine Maria sta preparando la sua grande opera, che finirà in una grande esplosione d’Amore, così come ci sarà una grande esplosione di odio, che coincide con gli anni che arrivano. l’odio lotterà contro l’Amore e vincerà l’Amore: la Madre. “Il mio cuore Immacolato trionferà!”, diceva la Vergine a Fatima. “la Rus-sia si convertirà e ci sarà la pace”. Per questo ci sono abbastanza sacerdoti ed anche Vescovi e car-dinali fedeli che formano adesso come un insieme di una legione di Apostoli e Vittime e in loro gesù e Maria trovano la loro consolazione e in loro si com-piranno le loro promesse.

diceva la Vergine a conchita: “Non preoc-cuparti, Mio Figlio farà tutto”.

la Madonna diceva a garabandal che si chiedesse perdono al Padre, che lui avrebbe fatto tutto. gli si chieda questo perdono; ogni altra cosa sarà insuffi-ciente. l’attitudine, per tanto, è quella dei bambini di Fatima, in ginocchio, volto in terra, chiedendo per-dono a Dio per le offese e tutti lo facevano con un amore e un’ansia tali che accorciarono enormemente la fine di quella prima guerra mondiale.

Signora Nostra e Madre di tutti gli uomini e le donne,eccomi come un figlio che viene a visitare sua Madree lo fa in compagnia di una moltitudine di fratelli e sorelle.

Come successore di Pietro,a cui fu affidata la missione di presiedere al serviziodella carità nella Chiesa di Cristoe di confermare tutti nella fede e nella speranza,voglio presentare al tuo Cuore Immacolatole gioie e le speranzenonché i problemi e le sofferenzedi ognuno di questi tuoi figli e figlieche si trovano nella Cova di Iriaoppure ci accompagnano da lontano.

Madre amabilissima,tu conosci ciascuno per il suo nome,con il suo volto e la sua storia,e a tutti vuoi bene con la benevolenza maternache sgorga dal cuore stesso di Dio Amore.Tutti affido e consacro a te,Maria Santissima, Madre di Dio e nostra Madre.

Il Venerabile Papa Giovanni Paolo II,che ti ha visitato per tre volte, qui a Fatima,e ha ringraziato quella «mano invisibile»che lo ha liberato dalla morte nell’attentato del 13 maggio,in Piazza San Pietro, quasi trenta anni fa,ha voluto offrire al Santuario di Fatimaun proiettile che lo ha ferito gravementee fu posto nella tua corona di Regina della Pace.

È di profonda consolazione sapereche tu sei coronata non soltanto con l’argento e l’oro delle nostre gioie e speranze,ma anche con il «proiettile»delle nostre preoccupazioni e sofferenze.

Ringrazio, Madre diletta,le preghiere e i sacrificiche i Pastorelli di Fatima facevano per il Papa,condotti dai sentimentiche tu hai ispirato loro nelle apparizioni.Ringrazio anche tutti coloro che, ogni giorno,pregano per il Successore di Pietro e per le sue intenzioniaffinché il Papa sia forte nella fede, audace nella speranzae zelante nell’amore.

Madre diletta di tutti noi,consegno qui nel tuo Santuario di Fatima,la Rosa d’Oro che ho portato da Roma,come omaggio di gratitudine del Papaper le meraviglie che l’Onnipotenteha compiuto per mezzo di tenei cuori di tanti che vengono pellegrinia questa tua casa materna..

Sono sicuro che i Pastorelli di Fatimai Beati Francesco e Giacinta e la Serva di Dio Lucia di Gesùci accompagnano in quest’ora di supplica e di giubilo

Papa Benedetto XVI

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da quindici secoli, migliaia e migliaia di pellegrini si recano alla basílica dell´Arcangelo san Mi-chele, per fargli visita. giungono da ogni parte del mondo e si pongono sotto la sua protezione. A lui si affidano e consegnano preghiere; vengono in pentimento e si ripropongono di vivere con-cretamente il Vangelo; esprimono riconoscenza e portano ringraziamenti per le grazie ottenute mediante la sua potentissima intercessione. Tra questi pellegrini, vi sono stati tanti regnanti, diversi papi, ma anche tanti figli della Madre chiesa saliti agli onori degli altari e molti altri morti in soave odore di santità. giovanni Paolo II venne per ben tre volte e, prima di lui, il frate con le stimmate: Padre Pio da Pietrelcina. senza forzature, potremmo dire che Padre Pio sentiva l’obbligo di recarsi nella sacra grotta del Arcangelo Michele, vista l’immensa devozione che egli nutriva per il Principe degli angeli – vinci-tore di satana e terrore dei suoi seguaci –, fin dai teneri anni dell’infanzia e poi alimentata, sempre più, lungo le vie della sua eroica missione sacerdotale; e considerata anche la sua nobile compag-nia, di cui quotidianamente godeva – come lui stesso ebbe a dichiarare. chi ha fatto l’esperienza di pellegrino al santuario di Monte sant’Angelo sa come si manifesta e come agisce l’Arcangelo Michele nei confronti di noi mortali. Non attraverso immagini e statue, che pur sono belle ed affascinanti, ma toccando le corde più profonde del nostro spirito. Proprio qui, san Michele apre un varco nel cuore umano, per farvi entrare la luce di dio che, con la grazia di cristo salvatore e con il suo perdono, riporta il pellegrino a vita nuova. e, questo, Padre Pio lo sapeva benissimo.con questa mostra fotografica itinerante, Vincenzo comodo si fa buon interprete di ciò e dellaesortazione che Padre Pio lanciava, senza sosta, a tutti i suoi devoti. usando delle immagini che permettono di “vedere” quanto san Michele sia stato importante nella sua santa vita e di “intrave-dere” quanto potrebbe esserlo anche nella nostra.

Padre ladislao suchyRettore del Santuario di San Michele Arcangelo

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La speciale devozione aSan Michele Arcangelo

Esposizione della mostra fotografica www.padrepioesanmichelearcangelo.org

Parte II Segni e testimonianze della sua devozione

di Vincenzo comodo

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Parte II Segni e testimonianze della sua devozione

l’origine della celeste basilica situata nel gargano, in Italia, si può collocare tra la fine del V e l’inizio del VI secolo. Antiche

fonti scritte ne rendono testimonianza. Ma è il Liber de apparizione Sancti Michaelis in Monte gargano, la cui stesura risale all’VIII secolo, che ricostruisce i fatti miracolosi che diedero origine al culto di san Michele sul gargano.

esso è legato alla memoria di tre apparizioni che recano testimonianza dei fatti miracolosi che qui accaddero, e da una quarta, avvenuta a distanza di molti secoli, altrettanto prodigiosa. Vediamole bre-vemente per capire l’origine di questo luogo sacro del tutto unico e straordinario.

L’episodio del torola prima apparizione, datata anno 490, è quella

dei contorni più stupefacenti, indicata anche come quella dell’episodio del toro. I fatti sono i seguenti.

un giorno un ricco signore di siponto —per alcuni elvio emanuele, il 33° condottiero delle armi sipontine, per altri, gargano, un uomo ricco del pos-to (da cui poi il promontorio prese il nome)— faceva pascolare i suoi armenti. All’improvviso scomparve il suo più bel toro. Il padrone lo cercò affannosamente nei posti più nascosti e impervi, senza esito positivo. Alla fine, lo ritrovò inginocchiato all’apertura di una spelonca. Preso dall’ira, scoccò una freccia contro l’animale, ma, in modo inspiegabile, anziché colpire il toro, la freccia cambiò direzione e lo ferì nel petto.

Turbato dall’evento, si recò dal Vescovo, san lorenzo Maiorano. costui, dopo averlo ascoltato, or-dinò tre giorni di preghiere e penitenze. Allo scadere del terzo giorno, sul far dell’aurora, al vescovo apparve l’Arcangelo Michele dicendo: «Tu hai agito molto saggiamente, chiedendo all’altissimo Iddio la rivelazione e la ragione per cui la freccia

scoccata contro il giovenco si è rivolta con-tro l’arciere. sappi, dunque, che ciò è avvenu-to per opera mia. Io sono l’Arcangelo Michele e sto sempre davanti al trono di dio. la caver-na è a me sacra, è una mia scelta; io stesso ne sono il vigile custode…là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i pecca-ti degli uomini… Quel che sarà poi chiesto qui nella preghiera sarà esaudito. Va’, perciò, sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano». era l’ 8 maggio del 490.

L’episodio della Vittoriala seconda apparizione, detta «della Vittoria»,

viene datata nell’anno 492. Il re goto Odoacre, consi-derando il popolo sipontino confederato di Teodo-rico, era prossimo a irrompere nella città di siponto. Vista l’incombente minaccia, il Vescovo, san lorenzo Maiorano, chiese aiuto all’Arcangelo. Il lunedì 25 settembre i goti mandarono un araldo ad intimare la resa. Il Vescovo, allora, chiese una tregua di tre giorni. Ottenutala, comandò che in quel triduo tutti pregassero, facessero penitenza e frequentassero i sacramenti. ed ecco che alle prime luci del 29 settem-bre, mentre era strettamente raccolto in preghiera, gli apparve ancora san Michele. lo assicurò della vittoria e lo avvertì di non assaltare i nemici se non dopo le quattro del pomeriggio. I sipontini furono informati.

era sereno il cielo, quando all’improvviso si udì tuonare nell’aria, una nube coprì la sacra cima del gargano, un orribile terremoto scosse la terra e il mare vicino s’infuriò con spaventosi ruggiti. Ogni fulmine mieteva a fascio le vite dei barbari, senza ferire neppure uno dei sipontini. la loro vittoria fu totale, con lo sterminio dei nemici. In segno di ringraziamento, san lorenzo Maiorano e il popolo vittorioso salirono al monte e si fermarono dinanzi

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Sotto la protezione di San Michele Sulle pareti della rampa che porta alla nuova cripta di Padre Pio, sono stati realizzati dei meravigliosi mosaici, gustoso frutto dell’arte di padre Marco Rupnik. Questi rappresentano, in parallelo, la vita di San Francesco e dello stesso Padre Pio. È evidente che si vuole accostare il cammino di santità di questi due straordinari testimoni del Risorto, per porre in risalto quanto siano simili. L’amore per Cristo – ricambiato mediante i segni della sua Passione –, la lotta spirituale, la predicazione della penitenza, l’ardente zelo, il vivere luminosamente la loro vita consacrata, l’essere entusiasti evangelizzatori sono alcuni dei punti di somiglianza tra questi due campioni della fede in Dio. Tuttavia, oltre a questi punti, va ricordato anche il fervido amore per San Michele. A commento del mosaico che lo rappresenta, ritratto in questa foto, l’artista scrive: “Padre Pio, anche per il lega-me con il Gargano, fin da giovane ha avuto una grande devozione per l’arcangelo Michele e gli si è rivolto per avere il sostegno nella lotta spirituale, cosciente delle origini spirituali del male del mondo. Qui san Michele lo benedice, con il gesto dell’imposizione delle mani, del passaggio di potere dall’uno all’altro. E san Michele esaudisce la preghiera di padre Pio, affidandogli la spada spirituale e conferendogli il potere di combatte-re contro il male, compito che padre Pio ha svolto per tutta la vita, anche a prezzo di grandi sofferenze” .

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alla sacra grotta, senza osare di entrarvi.

L’episodiodella Dedicazione

la terza apparizione viene chiamata anche «della dedicazio-ne». Nell’anno 493, dopo la vitto-ria, ormai, il Vescovo desiderava obbedire all’ordine ricevuto tre anni prima, di consacrare la sacra grotta a san Michele. di nuovo, però, gli apparve l’Arcangelo e gli disse che egli stesso aveva consa-crato la grotta. Allora, il Vescovo di siponto, insieme ad altri sette presuli pugliesi, il clero e il popolo sipontino, si avviò verso il luogo sacro. durante il cammino, si verificò un prodigio: alcune aquile con le loro ali spiegate, ripararono i vescovi dai raggi del sole. giunti alla grotta, vi trovarono già eretto un altare, coperto di un pallio ver-miglio e sormontato da una croce.

Inoltre, nella roccia trovarono l’orma del piede di san Michele. Fu così che il santo Vescovo celebrò il primo divin sacrificio, in quel luogo speciale. era il 29 settembre.

La quarta apparizionecorreva l’anno 1656. ed in tutta

l’Italia meridionale infieriva una terribile pestilenza. l’allora Arci-vescovo, dinanzi all’epidemia che avanzava, si rivolse all’Arcangelo Michele lasciando nelle mani della sua statua una supplica scritta a nome di tutta la città di Monte sant’Angelo.

ed ecco che, sul far dell’alba del 22 settembre, mentre pregava in una stanza del palazzo vescovile, sentì come un terremoto: san Mi-chele gli apparve in uno splendore abbagliante e gli ordinò di benedi-re i sassi della sua grotta scolpen-do su di essi il segno della croce e

le lettere M.A. chiunque, avesse devotamente tenuto con sé quelle pietre —disse il santo Arcangelo—sarebbe stato immune dalla peste. Il Vescovo fece come gli era stato detto. ben presto, non solo la città fu liberata dalla peste, ma tutti co-loro che furono in possesso di tali pietre ne furono scampati.

Queste sono le prime appari-zioni di san Michele sul Monte gargano. ce ne furono ancora altre, avute da santi, papi, semplici pellegrini. Alcune documentate. Altre no. e, tenendo conto del considerevole numero di quelle già verificatesi e della eccelsa santità dell’Arcangelo Michele, non è da escludere affatto che avvengano anche oggi. Probabilmente, resta-no custodite nei cuori di chi le ha avute. sicuramente, continuano ad alimentare la straordinaria sacrali-tà della celeste basilica.

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Ai Gruppi di preghiera

Una delle più importanti “opere” di Padre Pio è l’istituzione dei Gruppi di preghiera. Ad essi ha rivolto delle cure premurose e delle attenzioni veramente grandi. Nel corso degli anni, si sono diffusi in tutto il mondo e il loro numero è aumentato a dismisura. In questo modo, Padre Pio accoglie il desiderio di Pio XII di formare “falangi di uomini e giovani che, almeno una volta al mese, si riuniscano in preghiera, ricevano il pane di vita e inducano altri a seguire il loro esempio” . Tutto ciò “affinché la vera luce di Cristo si diffonda anche tra coloro che non la conoscono o la vogliono ignorare” . Orbene, essendo assai nota a Padre Pio la grandezza e la potenza di San Michele, desiderava che il Prefetto della Casa di Dio fosse conosciuto e amato anche dai suoi figli spirituali. Spessissimo, infatti, trasmise loro la devozione per l’Arcangelo, a cui rivolgersi prevalentemente per superare le discordie fa-miliari e respingere ogni tentazione diabolica. È facile capire quanto altrettanto forte fosse il suo desiderio che i componenti i Gruppi di preghiera amassero San Michele, come lui stesso fece. Questo desiderio è sempre vivo. È più che opportuno, pertanto, che essi conoscano le forme e i segni della devozione —che abbiamo avuto modo di definire “spe-ciale”— che Padre Pio nutriva per il Coman-dante delle Milizie Celesti, San Michele.

“Sta sempre qui”

Si è già detto della visita a San Michele fatta da Padre Pio il 1 luglio del 1917, da lui documentata in una lettera inviata ad Assunta Di Tomaso, il giorno seguente. Così come si è riportato, egli – per sua stessa ammissione – andava di continuo alla Sacra Grotta, percorren-do – è facile intuire – delle vie riservate unicamente ai santi mistici. L’Arcangelo, però, non mancava di ricambiare, recan-dosi continuamente dal santo cappucci-no. Anche questo fu ammesso da Padre Pio. Al riguardo, vi sono diverse testimo-nianze. Riportiamo, ad esempio, quella di Daniela Dolce, una sua devota, che, dopo essersi recata alla Celeste Basilica, andò da Padre Pio per dirgli che aveva chiesto a San Michele di stare vicino al suo padre spirituale, per sostenerlo nello svolgimento del ministero sacerdotale e nella cura delle anime. Udito ciò, egli prontamente rispose: “Sta sempre qui”. La stessa risposta la diede ad Anita Zanotti, di Rimini, parlando del suo rapporto speciale con il Segretario di Dio. San Michele gli è stato al suo fianco nel modo diretto, personale e costante, in grazia del quale lo sostenne ad affrontare le durissime lotte con il “Cosaccio”. Lo preparò a farsi carico dei patimenti altrui, lo guidò lungo il cammino di santità e durante le prove a cui Dio lo sottopose. E chissà quant’altro ancora fece, per renderlo quel magnifico e straordinario annunciatore del Vangelo e della carità divina.

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L´altare di San Michele Arcangelo

Padre Pio volle fortemente che per la costruzione della Chiesa di Santa Maria delle Grazie fosse usato un blocco di pietra ricavato dalla Sacra Grotta di Monte Sant’Angelo. Volle pure che fosse realizzato un altare in onore di San Michele, da raffigurare in modo del tutto originale, secondo una sua precisa disposizione. Padre Pio, infatti, dispose che la spada dell’Arcangelo fosse infilza-ta nella bocca di Lucifero, da cui, ebbro di orgoglio e delirante di onnipotenza, uscirono, eruttanti, le bestemmie e le parole di sfida e ribellione a Dio. Dispo-se, inoltre, che questa rappresentazione avesse come scenario la fossa dei leoni in cui fu gettato il profeta Daniele (Dn 14, 1­42), salvato proprio dall’Angelo del Signore, che chiuse la loro bocca e non permise che gli facessero alcun male.

Questo episodio, avvenuto durante il regno di Ciro di Babilonia, si era già ripetuto in quello del suo predecessore Dario (Dn 6, 1­29). Del mosaico è da notare un altro particolare assai significativo: a differenza della maggior parte delle espressioni pittoriche raffiguranti San Michele, in questa, egli schiaccia Lucifero stando sul suolo. Ciò sta a significare che lui, il Segretario di Dio, svolge la sua missione protettrice e salvifica non soltanto dall’alto, sospeso in volo, ma anche tra gli uomini, toccando terra. Non solo volando, dunque, ma anche camminando. Spostandosi non solo con le ali, ma anche con i piedi. Stando tra la gente.

“San Michele ti protegga e ti difenda dal nemico infernale” Padre Pio pose se stesso e i suoi figli spirituali sotto la vigile protezio-ne di San Michele, ma non si limitò a questo. Infatti, spronava di continuo i suoi devoti a chiedere personalmente all’Arcangelo di essere da lui protetti: per respingere le seduzioni di Satana e per distruggere ogni impedimento che non consentisse di vivere gli insegnamenti di Cristo. Voleva fortemente che il Prefetto della Reggia di Dio fosse conosciuto, oltre che per le sue preziose virtù e gli eccelsi meriti, anche in qualità di Supremo Condottiero delle Milizie Celesti, che, dopo aver scacciato Lucifero e i suoi angeli delle tenebre dal Cielo, combatte– e combatterà sino alla fine dei tempi– contro le forze del maligno. Piaccia o non piaccia, ognuno di noi, ogni giorno, si trova a battagliare contro il demonio e i suoi alleati. Ma come combatterlo? Con

quali strumenti? Padre Pio ci risponde con la sua stessa vita: vivendo quotidianamente il Vangelo, ponendosi, devoti, “sotto lo stendardo di San Michele” – come, peraltro, incitava Pio XII –; usando “l’arma” del Santo Rosario alla Celeste Mamma Maria.

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Sotto: L´Ospedale fondato da Padre Pio, la “Casa Sollievo della Sofferenza”, San Giovanni Rotondo (Italia)

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A Casa Sollievo della Sofferenza

La presente opera si trova al primo ripiano dell’ingresso centrale di Casa Sollievo della Sofferenza. I figli spirituali di Padre Pio, ben conoscendo il suo immenso amore per San Michele, vollero che l’immagine

dell’Arcangelo, mentre trafigge il dragone infernale, fosse posta sopra il monumento raffigurante Padre Pio intento a benedire un suo figlio spirituale. Sulla lapide marmorea posta alla base del monumento stesso è scritto: “I figli spiri-tuali al Padre Pio da Pietrelcina nella sua Casa Sollievo della Sofferenza con amore riconoscente”. Il santo cappuccino non mancava di esortare vibratamente i suoi figli spirituali a porsi sotto la protezione del Principe della Milizia Celeste e ad avere in Lui uno degli interlocutori privilegiati nella preghiera. Così, i committenti di quest’ ope-ra dimostrarono di aver compreso quanto fosse intima la vicinanza de-ll’Arcangelo al loro padre spirituale. Una vicinanza che sicuramente si fece più forte nell’ideazione e nel superamento dei moltepli-ci ostacoli incontrati nella realizzazione dell’ospe-dale, “frutto di una delle più alte intuizioni – come ebbe a dire Pio XII –, d’un ideale lungamente maturato a contatto con i più svariati e più crudeli aspetti della sofferenza morale e fisica dell’uma-nità” . In compagnia del suo San Michele.

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Sotto: L´Ospedale fondato da Padre Pio, la “Casa Sollievo della Sofferenza”, San Giovanni Rotondo (Italia)

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Cuor

edi

Cri

sto

Venni a sapere di Ga-rabandal nel 1966, e devo ammettere che ha

salvato la mia vita sacerdotale.

Alla fine del Concilio Va-ticano e negli anni seguenti si espandeva il letale “Spirito del Vaticano II”. L´interpretazio-ne ortodossa della Lettera del Concilio restava congelata. Po-chissimi si erano impegnati per leggere i documenti e l´Atto.

Ingenuamente era chiama-ta la “nuova Chiesa” e veniva alimentata con libere inter-

P. Richard gilsdorf

dottore in sacre scritture Parroco della chiesa della santissima Trinitá casco, Wisconsin (stati uniti)

pretazioni di editori e pubbli-cisti. Non solo dichiaravano il cambio radicale dei riti e delle devozioni, ma consideravano anche la possibilitá di rivedere e di dissentire sugli stessi dogmi di fede.

Questa rivoluzione venne vissuta maggiormente nei se-minari e nei conventi. Durante questa nuova fase, io insegnavo in un seminario. Mi mantenevo aggiornatissimo sul Concilio e mi sentivo entusiasta dei suoi progressi e delle sue promesse. Peró iniziavo ad essere sedotto

dal pseudo-spirito che lo avvol-geva tutto.

A questo punto cruciale, nel 1966, lessi delle brevi notizie circa le apparizioni di Garaban-dal in Spagna. Fu una grazia speciale, un regalo di discerni-mento di Nostra Signora del Buon Consiglio.

Cominciai il dottorato in Sacre Scritture. Il bisogno di discernimento cominció ad essere la cosa piú urgente in quei tempi di fermento scolare e desmitologia sistematica.

“Chi ha sete di Veritá e di Amorevenga a Me”

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Quando conclusi il dottora-to, il seminario era quasi chiuso e mi diedero da svolgere un lavoro pastorale. In tutti quegli anni, mi tenevo molto infor-mato sugli eventi e messaggi, parole e fatti di Garabandal. La visita di Joey Lomangino alla mia parrocchia fu un giorno memorabile.

A questa breve storia, vorrei solo aggiungere alcuni fra i molti elementi che mi han-no sostenuto e, letteralmente, “salvato” durante anni di acuta sofferenza spirituale.

Come ho giá detto, ero stato fortemente stimolato dall´annuncio e dal progresso del Vaticano II. Il fatto che un evento storico di quel calibro fosse avvenuto cosí presto nella mia vita sacerdotale, era per me un motivo di immensa allegria. Io non mi consideravo “liberale” o “progressista”.

Nel 1966, quando lessi sulle apparizioni nel nord della Spagna, mi stupí la coinciden-za del periodo in cui Maria apparve a Garabandal con gli anni del Concilio Ecumenico. Non é facile interpretare questo fatto. Forse, Garabandal era il “commento celeste” sul Conci-lio, per dare alla fede un antído-to contro lo spirito che presto avrebbe cominciato a diffonder-si. In ogni modo, quella coin-cidenza risuonava in me come un´allarme, facendomi valutare con estrema cautela i nuovi

venti del cambiamento.

Finii anche per convincermi che il Messaggio di Garaban-dal era basato sul Messaggio di Fatima, ma attualizzato, inter-pretando quello che era succes-so e quello che sarebbe dovuto avvenire in un futuro prossimo. Il fatto che questi eventi fos-sero successi proprio dopo la aspettata, ma fallita, data per la rivelazione del “Terzo Segreto” di Fatima, insieme alla delu-sione per chi —forse con una curiositá disordinata— stava attendendo con angoscia una rivelazione pubblica, facevano sí che vedessi una relazione fra le due apparizioni di Maria di questo secolo.

Tutta l´atmosfera delle apparizioni di Garabandal, cosí come il riassunto dei temi nel Messaggio Finale, sembravano indirizzaare verso quello che molti specialisti credevano fos-se la maggior parte del segreto di Fatima, principalmente la crisi della Chiesa, il grave assal-to contro il Santissimo Sacra-mento, il sacerdozo, il Papato, la devozione a Maria, l´apostasia virtuale possibile solo a causa di una divisione nella gerarchia.

A Fatima, Maria avvertí che la Russia avrebbe diramato i suoi errori in tutto il mondo. Come definizione, gli errori della Rus-sia sono il materialismo ateo. Io credo che la Chiesa occidentale sia caduta, senza volerlo, in questi errori della Russia.

Il Messaggio Finale sinte- tizza il tema principale di Ga-rabandal. La Santa Eucaristia, questo Mistero della Fede, é il centro del messaggio di Maria. Proprio come il Concilio l´ha definito cosí preciso, questo sacramento é “la fonte e meta di tutta la vita cristiana”.

Attraverso gli anni della Sua presenza alla montagna, Ma-ria, diretta e indirettamente, indirizzó la nostra attenzione sulla presenza reale di Suo Figlio. “Perché non vanno a far visita a Mio Figlio piú spesso? Lui li aspetta gior-no e notte”. Il ricevimento costante della Santa Eucaristia dalle bambine —per mezzo del ministero di un Angelo e co-ronato dal miracolo dell´Ostia visibile— ha avuto sempre lo stesso filo conduttore.

Uno dei moltissimi episodi sorprendenti che mi rimase im-

In Garabandal si attualizza il

messaggio di Fatima

L´Eucaristia: fonte e meta di tutta la vita

cristiana

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presso nel cuore fu l´episodio del portacipria che si usó durante la guerra per portare la Comunio-ne ai prigionieri per la loro fede. Tutti, bambini e adulti rimasero perplessi quando Maria chiese di baciare il portacipria prima degli altri oggetti dicendo: “appartiene a Mio Figlio”. Fu un ri-chiamo alla riverenza che bisogna osservare verso i vasi sacri!

Mentre il primo messaggio del 18 ottobre 1961 ci incorraggiava a “…visitare il Santis-simo Sacramento con frequenza”, l´ultimo messaggio del 18 giugno 1965 trasmetteva il Messaggio centrale del Cielo: “Ogni volta si dá meno valore all´Eucaristia”. Un mes-saggio, questo, che arrivó in concomitanza con la crisi della fede eucaristica: dubbio, negazione, abuso e sacrilegio.

Durante i secoli, la Chiesa ha sempre alzato un muro di protezione intorno al suo Tesoro piú prezioso, la Santa Eucaristia, “inaestimabile donum”, dono inestimabile. Pero in quegli ultimi anni, questo muro fu sbriciolato mattone per mattone, in modo tale che oggi il Sacramento viene con facilitá manipolato da tutti. La dot-trina su questo Mistero di Fede si é persa nella nostra generazione. Come conseguenza pratica, si fanno poche visite al Santissimo, pochi segni di riverenza, si lascia solo al Santissimo durante le adorazioni, e viene quasi trattato come sem-plice pane e vino, che sono solo simboli di cose terrene invece che Realtá Sacre. In poche parole, il Messaggio riscattó la mia coscienza.

La perdita dell´adorazione al Santissimo Sacramento é stata una causa costante e crescen-te di angustia nella mia vita sacerdotale. Tutti i pastori devono essere custodi della Santa Eu-caristia. Io stesso mi trovo di fronte ad una lotta per proteggere Nostro Signore e i nostri fedeli nella loro riverenza e fede. Sono stato benedetto con fedeli molto devoti, e questo é per me una grande consolazione. Peró, in generale, l´ambien-te in cui vivono e il cattivo esempio di alcune persone li lascia perplessi.

Il Messaggio di per se é negativo, peró —se visto come un verdetto del Cielo— ha confer-mato la mia personale convinzione su quella che é, forse, la maggior minaccia per la vita di un cattolico.

L´Eucaristia non potrá mai essere separata dal Sacerdozio. Questo é l´altro grande tema di Garabandal, la profonda preoccupazione per i sacerdoti. Conchita ribadí che quasi tutti i giorni, Maria le parlava del Sacerdozio. Mentre da una parte molti sacerdoti “agonizzavano” per una crisi di identitá, in un remoto paese, il Cielo proclamava —con parole e fatti— la Grandezza e la dignitá del Sacerdozio.

Maria dimostró un profondo amore materno verso tutti i sacerdoti, perché sono i Suoi Figli, altri Cristi. Non voglio dilungarmi ora su quello che quasi tutti i lettori sanno. Voglio solo men-zionare il fatto che l´Angelo offriva la Comunio-ne alle bambine solo quando il parroco del luogo non c´era.

Alcuni frequentatori del luogo chiesero a Conchita come faceva l´Angelo ad ottenere la Santa Euca-

ristia, giacché solo puó essere consacrata da un

sacerdote. L´Angelo confermó che solo un sacerdote puó con-

sacrare la Santa Eucaristia e che le Forme erano prese da tabernacoli

sulla terra. María ripeté a Conchita

molte volte l´ammonizione tradizionale: se aves-sero visto un sacerdote e un angelo nello stesso momento, prima avrebbero dovuto rendere riverenza al sacerdote.

La Grandezza e dignitá del Sacerdozio

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Ma poi, leggiamo le parole del Messaggio Finale: “Molti cardinali, molti vescovi e molti sacerdoti vanno per il cammino della perdizione e trascinano con loro molte anime”. Si puó capire la riluttanza che ebbe Conchita quando divulgó queste parole. Non fu la stessa Maria che insegnó alle bambine a riverenziare amorosamente i consacrati? Con-chita commise un´omissione quando solo men-zionó: “molti sacerdoti”. Ma quando il vescovo le chiese esattamente quello che le aveva dettato l´Angelo, lei aggiunse: “Molti cardinali, molti vescovi…”. Quando le venne chiesto perché non aveva detto la frase completa, Conchita rispose: “Tutti sono sacerdoti”.

Come capire questo contrasto? Il Messag-gio ci indica perché si deve mettere in evidenza l´identitá del Sacerdozio e perché i fedeli devono pregare fervorosamente per i pastori delle loro anime. Malgrado le parole siano accusatorie e negative, mi hanno aiutato in modo costruttivo. Anch´ io ho sperimentato la pia riluttanza di Conchita.

Qualche anno fa, mi sforzai di descrivere la povera formazione e la mancanza di disciplina di tanti fratelli sacerdoti. Tanto mi ero sbaglia-to? Poi giunsero le tristi conseguenze: sacerdoti divisi in due gruppi, avanzando verso due cam-mini opposti. Fu solo dopo tanti anni, dopo aver accumulato tanta evidenza, che mi sono scontra-to con la realtá. Anche i cardinali e i vescovi, che sono pure sacerdoti, sono divisi in due cammini: lealtá o separazione.

Attraverso le apparizioni, Maria, Madre della Chiesa, ribadí l´autoritá suprema e unificante del Papato. I due cammini sono la lealtá o la separa-zione dal Papa. Il Papa é la Roccia, colui che ha

le chiavi, il Vicario, il Pastore universale, e tutti quelli che discrepano —anche quelli di piú alta posizione— “vanno per il camino della perdizione”.

Questa disgregazione é la causa principale della situazione di confusione che Maria predisse si sarebbe intensificato prima dell´avvenimento del Miracolo. Quando si ferisce il pastore, il gregge si disperde.

Il misterioso conto alla rovescia degli ultimi Papa segnala “la fine dei tempi” con la sua va-rietá di interpretazioni. Questa profezia ci dice che l´attuale anarchia non durerá molto. Presto arriverá il giorno in cui finirá l´illusoria vittoria di Satana.

Piú la crisi diventa profonda, piú sará evidente che l´avviso, il miracolo e il castigo saranno la soluzione. Quando niente piú sulla terra potrá aiutare, allora interverrá il Cielo. Fra tutte le forme possibile di intervento, la sequenza Avvi-so-Miracolo-Castigo sembra riflettere esatta-mente la Misericordia e la Giustizia Divina.

L´Avviso, “una correzione alla coscienza del mondo”, un giudizio individuale anticipato pri-ma dell´eternitá, é sicuramente l´ultima chiamata della Divina Misericordia. Ho notato una con-nessione di questi eventi con la rivelazione che la Divina Misericordia fece a Suor Faustina.

Il Gran Miracolo sará un´effusione della gua-rigione amorevole e del perdono misericordioso del Cuore di Cristo verso quelli che rispondano all´Avviso. Sará la Croce di Cristo il segno che apparirá nel cielo iluminando la terra —come fu predetto a Suor Faustina— forse in relazione al Miracolo? In quest´epoca di comunicazione

L´intervento della Misericordia e della

Giustizia divina

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Il dilemma dei Sacerdoti:lealtá al Papa o separazione?

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elettronica e di satelliti, l´impatto del Miracolo su tutto il mondo sará di tal dimensione che Dio potrá dire: “Cos´altro posso fare per voi che non abbia giá fatto?”.

Il Castigo é condizionale. Mi domando: Com´é possibile che qualcuno possa resistere alla persuasiva Misericordia Divina? Tuttavia, tutti conosciamo la cecitá spirituale di menti e cuori chiusi al soprannaturale. Possiamo solo pregare affinché la scena apocalittica della “notte delle grida” sia evitata. In ogni modo, si comprende il presentimento di Conchita. Perché tanto la gius-tizia come la misericordia sono attributi dello stesso Dio.

Dopo aver letto per la prima volta la storia di Garabandal, mi sentii trasportato in un regno di bontá e innocenza. La semplicitá di questo bene-detto villaggio, l´umiltá dei suoi abitanti, con una fede cosí semplice, divennero per me un rifugio spirituale al quale ho fatto ricorso ogni volta che cominciava a soffocarmi la contaminazione della sofisticazione, i grovigli della nuova tecnología, la rete della burocrazia, ed i cattolici “maturi” che divulgavano la “nuova Chiesa”.

Quando Maria, per quattro anni, fece visita a questo villaggio, creó un ambiente sopranna-turale di Cielo sulla terra. Qui, la Madre della Chiesa dimostró il rinnovamento genuino che il Concilio pretendeva da tutto il mondo. Cominciando con quattro bambine piccole che raccoglievano mele da un albero, Maria offrí all´umanitá la promessa di un nuovo Giardino dell´Eden, un nuovo Paradiso, in ogni cittá e villaggio dove vive la gente.

Man mano che mi immergevo nel Messaggio

di Garabandal, mi meravigliavo della profonditá, ortodossia e coerenza della sua “teología”. Una schiera di osservatori che proveniva dai piú diffe-renti luoghi porgeva molte domande difficili alle bambine. Certe domande, senza dubbio, veniva-no formulate per far cadere alle bambine in errori che potevano screditarle. Peró le risposte venivano sempre date in completa armonía con la dottrina cattolica. Questo é, ovviamente, una delle basi del criterio di autenticitá.

Prima di rispondere, le bambine, quasi sem-pre, consultavano la Vergine o l´Angelo, e questo confermerebbe la fonte celeste del Messaggio per la sua autentica semplicitá. Quello che Dio nascose ai saggi e maestri lo ha rivelato a delle bambine insignificanti. Venivano formulate anche altre domande quando le bambine, spon-taneamente, cercavano di comprendere gli aspetti della fede. Sono troppi gli esempi da citare qui.

Dipendendo dalla disposizione e dalla mo-tivazione delle domande, le risposte produssero consolazione, conferma e pace o confusione, nervosismo e frustrazione. Questi dialoghi ci ricordano le domande capziose che, nel Vange-lo, facevano a Gesú quando insegnava, e le Sue risposte concise e assolute si scontravano contro gli schemi dei suoi nemici.

Il Modernismo cerca di sottrarre trascen-denza, grazia e soprannaturalitá all´essenza della Chiesa. Il miglior modo di combattere quest´apostasia, per noi, é quello di conoscere i miracoli, i messaggi profetici e le visite celesti con cui siamo stati benedetti. Garabandal e uno dei suoi maggiori testimoni, Padre Pio, sono esempi eminenti. Cosa puó confutare il secolarismo con piú forza che le stesse parole di Maria ai bambini di Fatima: “Vengo dal Cielo”?

Per concludere, posso assicurare che non ho mai dubitato sull´autenticitá di quello che é avvenuto a Garabandal. La convergenza delle evidenze esterne ed interne é schiacciante. Per questo, é stata per me una gioia indescrivibile es-

Maria portó il Cielo a Garabandal, trasformando i cuori e le menti

di ogni persona

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Dopo una grave malattia durata diversi anni, il sacerdote cattolico Richard Gilsdorf salí al Cielo il 4 maggio 2005, all´etá di 75 anni.

Nato nel 1930, fu ordinato sacerdote nel 1956, am-pliando la sua formazione religiosa con un master in Lingue Classiche e un master e dottorato in Sacre Scritture.

All´inizio del suo servizio sacerdotale, il Padre Gils-dorf era considerato un progressista, specialmente a causa del suo interesse nei lavori del Concilio Vati-cano II —le cui sessioni cominciarono nel 1962 fino al 1965— e per i suoi sforzi dediti a migliorare l´unitá cristiana. Con il passo del tempo, peró, il suo punto di vista cambió prima di tutto come conseguenza del cattivo uso e delle distorsioni fatte all´insegnamento

conciliare e poi anche per la delusione provata nei confronti di teologi ed accademici cattolici allora in voga come Brown, Oscar Cullmann e Karl Rahner.

Nel suo attivo sacerdotale, figurano varie attivitá lavorative svolte con gli immigranti in diverse parroc-chie della diocesi di Green Bay. Durante quattro anni, insegnó Sacre Scritture nei corsi estivi dell´Istituto Catechetico Pontificio di Beaverton (Oregon). Fu ele-tto membro del Consiglio Presbiteriale e del Collegio dei Consultori. Insieme ad altri sacerdoti, fondó e fu il primo presidente della Cofradia del Clero Cattolico, un´organizzazione di sacerdoti, diaconi e seminaristi.

Negli ultimi 23 anni della sua vita, il P. Richard Gils-dorf fu parroco della chiesa della Santissima Trinitá di Casco, Wisconsin.

Durante la sua carriera sacerdotale, scrisse ampia-mente in diverse pubblicazioni religiose.

Secondo l´editore della rivista Homiletica, il P. Kenne-th Baker, l´impatto di un articolo scritto dal P. Gilsdorf con il titolo “Il dilemma del sacerdote papista” fu cosí profondo che venne tradotto in cinque lingue e fu richiesto per piú di 20 anni. “In quell´articolo —spiega Baker— Gilsdorf individuava il problema dei sacerdoti che cercando di restare fedeli al Papa ed al Magi-stero, dovevano obbedire al loro vescovo facendo meno”. Nello scritto, Gilsdorf ribatteva che la Chiesa Cattolica d´America stava “perdendo i suoi ormeggi” e che molti fedeli vagavano alla deriva in quello che lui credeva fosse “l´eresia modernista”, una frase che riportava alle discussioni di principio del secolo XX.

Il P. Gilsdorf concludeva il famoso articolo chiedendo “... il diritto a professare, insegnare e difendere la fede apertamente, come insegnato dal Papa; il diritto ad aderire alle leggi liturgiche autorizzate da Roma; il diritto di difendere la Santa Eucaristia dalla profa-nazione; il diritto di mantenere illibata la Professione di Fede e il giuramento contro il modernismo, per cui abbiamo giurato solennemente alla vigilia della nostra Ordinazione. Se non sentissimo rispetto e riverenza nei confronti del nostro ufficio ecclesiastico, saremmo tentati di richiedere un “movimento per la liberazione dei sacerdoti” per rivendicare questi diritti senza i quali non possiamo sopravvivere.”

Il P. Richard Gilsdorf scrisse due libri, pubblicati a titolo postumo: “I segni dei tempi: comprensione della Chiesa dal Concilio Vaticano II” (2008) e “Va da Giu-seppe” (2009).

sere invitato a scrivere questo articolo. Spero che presto, noi sacerdote, ci sentiremo piú animati ad annunciare questo Messaggio di liberazione ai nostri indulgenti fedeli.

Preghiamo perché si realizzino le promesse di Maria: la conversione della Russia, la conver-sione dei peccatori, la conversione del mondo intero, avere un solo gregge con un solo Pastore.

Nostra Signora di Garabandal ha sostenuto il mio sacerdozio durante tutti questi anni. Offro la mia testimonianza con gratitudine e gioia. Stia-mo vivendo adesso in suspense. Il trionfo della Chiesa dipende da questa rivelazione, fatta nel giusto tempo dalla misericordiosa intercessio-ne della Madre che ci aprí il Suo cuore —e piú specialmente ai sacerdoti,— lungo le strade ed i

viottoli di un povero paese e fra i pini di una montagna paradisiaca.

Presto, cara Madre!

FONTE: www.virgendegarabandal.com

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Santa Maria, Madre di Dio,

prega per noi peccatori

adesso e nell´ora della nostra morte.

Ave Maria, piena di grazia,

il Signore é con Te.

Tu sei benedetta fra le donne

e benedetto é il frutto del Tuo seno, Gesú.

Anno I - Numero 1Anno I - N. 2

Marzo-Aprile 2014

Il Cielo a Garabandal

ilcieloagarabandal.wordpress.com