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Valter Giraudo Il Budda sono io Il Budda sono io Il Budda sono io Il Budda sono io Illustrazioni di Laura Montanari Miele Edizioni

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Valter Giraudo

Il Budda sono ioIl Budda sono ioIl Budda sono ioIl Budda sono io

Illustrazioni di Laura Montanari

Miele Edizioni

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La vittoria di oggi apre la strada di domani. Questo è il Buddismo di “honninmyo” (ricomincio da ora). Diamo un'accellerata alla nostra passione: "Da adesso riparto!". (Daisaku Ikeda - estratto dal Seikyo

Shimbun 27 giugno 2005)

Se dovessi ringraziare tutti, ci vorrebbe un libro solo

per quello. Mi limiterò quindi a farlo qui solo per le persone che hanno avuto un “peso” maggiore in questo mio percorso chiamato vita.

Un ringraziamento speciale va al mio Maestro Daisaku

Ikeda, eterna fonte di saggezza e consapevolezza. Una dedica e un ringraziamento particolare a mia

moglie Laura – la persona che amo e che mi ha fatto riscoprire la voglia di vivere e sognare e che sicuramente crede di più in me - e ai miei figli Giorgia e Nicolò, manifestazioni dell’amore universale.

Un ringraziamento speciale ai miei fratelli: Sergio – per

avermi riportato sulla via del Buddismo – e Andy – per avermi sempre sostenuto, soprattutto nei momenti più difficili.

Grazie anche ai miei genitori, a tutti i loro sforzi e

all’aver sempre creduto in me. Ringrazio anche Tony, Mauro, Michele, Sabrina per

avermi donato un bene preziosissimo e raro: la loro amicizia.

Un ringraziamento particolare va anche a Barbara,

titolare della “Miele Edizioni” perché nella giungla degli editori non è facile trovare una persona competente e corretta come lei.

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Valter GiraudoValter GiraudoValter GiraudoValter Giraudo

Il Budda sono ioIl Budda sono ioIl Budda sono ioIl Budda sono io Incontro con il Buddismo

di Nichiren Daishonin

Copertina e illustrazioni di Laura Montanari

Ad esclusione dei cenni storici, qualsiasi riferimento a

fatti e persone è puramente casuale. La riproduzione, modifica, vendita o altra distribuzione,

con qualunque mezzo, anche digitale, non previamente concordata con l’autore, è vietata e sarà perseguita per violazione dei diritti di copyright secondo le norme vigenti in Italia e a livello internazionale.

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INDICE 1- Prefazione: breve storia del Buddismo 2- La speranza è veramente l’ultima a morire? 3- Cambiare prospettiva 4- L’incontro di discussione: il cuore del Buddismo del Daishonin 5- Il Daimoku 6- Il Gohonzon: l’oggetto di culto 7- I dieci mondi e il loro mutuo possesso 8- Destino o karma? 9- La compassione buddista 10- Per gli scettici: il punto di vista scientifico 11- La Soka Gakkai 12- Per concludere

...perchè una realtà non ci fu data e non c'è: dobbiamo costruircela noi, se vogliamo essere;

e non sarà mai una per sempre, ma continuamente e infinitamente mutabile...

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Vivi qui e ora: nel presente sono inclusi sia il passato che il futuro!

2 - La speranza è veramente l’ultima a morire? Mi sono riavvicinato al Buddismo del Daishonin durante

quello che è stato per la mia vita il momento più buio che abbia mai vissuto. Probabilmente è così per tutti, o quasi. Solo quando siamo nella disperazione più profonda sentiamo l’esigenza di appoggiarci a qualcuno o qualcosa e approfondire quel lato più intimo e mistico che è in noi e che chiamiamo “fede”. Quando stiamo bene, crediamo che nulla possa toccarci o scalfirci, ci sentiamo potenti ed invincibili. Ed ecco qui l’errore più grande che si possa fare: essere così arroganti da credere che tutto sia immutevole,

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che nulla e nessuno potrà mai farti crollare da quel piedistallo su cui siamo appoggiati e che ci siamo costruiti con grande fatica.

Io facevo parte di quella stragrande maggioranza: ero talmente arrogante da credermi “arrivato”, così illuso da credere fermamente di essere riuscito a costruirmi la certezza della stabilità e dell’immutabilità.

Ma un bel giorno tutto il castello di carta crollò di colpo. Mi ritrovai improvvisamente a quarant’anni senza lavoro. E non solo: il titolare aveva creato il famoso “buco” durante il periodo di chiusura estiva. Io rivestivo nell’azienda un ruolo di responsabilità che mi avrebbe portato di conseguenza ad affrontare una serie di indagini e processi penali per dimostrare la mia innocenza.

Quel tracollo non finì li, ma fu l’espediente per la mia ex moglie di trovare il coraggio di lasciarmi. Il dolore fu amplificato dalla presenza di due bambini piccoli.

Nonostante nella mia vita avessi sempre cercato, in modo superficiale, in lungo ed in largo una filosofia o un metodo per stare bene – avevo provate proprio di tutto: Reiki, Buddismo del Daishonin, Zen, varie religioni e vari tipi di Meditazione, ecc. ecc. – in quel preciso momento mi trovai così sprofondato nel dolore e nella disperazione che persi assolutamente la speranza di poter ripartire e ribaltare la mia vita...

E’ proprio nei momenti peggiori, quando il dolore ti attanaglia le viscere, quando il cuore lacrima sangue, che perdi la visione corretta della vita e quindi la speranza. In quel periodo il mio caro fratellone mi disse che forse potevo riprovare a praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin... tanto non mi costava nulla e non avevo nulla da perdere... al massimo non succedeva nulla.

«Valter, capisco che stai male, ma devi reagire e

ribaltare la tua vita. Io grazie al Buddismo ho superato tante cose e ora sto bene. Fallo almeno per i tuoi figli...» - mi disse mio fratello maggiore una sera di gennaio.

La frase “Fallo almeno per i tuoi figli” fece scattare la

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famosa “molla” che mi portò a decidere di provarci. «Va bene, tanto peggio di così...» - risposi io -

«...spero solo di ritrovare la forza e la speranza per ricominciare...»

Quante volte, fagocitati dalla sofferenza, perdiamo la

speranza che la nostra condizione possa migliorare o finire? Oppure, ancora meglio, che quella sofferenza possa essere il trampolino di lancio per una grande vittoria?

La cosa meravigliosa che traspare da una religione “innovativa” come il Buddismo del Daishonin è che prima di tutto dobbiamo imparare a cambiare prospettiva. Lo so che non è facile, ma con un po’ di pratica ce la possiamo fare, come esseri umani, così come siamo, senza l’aiuto di nessun dio esterno. E questo vale anche per la “speranza”!

Speranza... Il concetto comune di speranza, al di fuori della pratica

buddista, esprime generalmente un sentimento di attesa più o meno fiducioso che si verifichi nel futuro un qualche evento favorevole (collegato di solito non alla nostra volontà ma a un fievole desiderio... magari addirittura a un “miracolo”), oppure che possa realizzarsi un vago avvenire di bene e felicità. Esistono anche altre accezioni più costruttive del termine, che associano la speranza a uno stato d'animo di fiducia o a una forte convinzione, ma l'uso prevalente di questo termine richiama sempre e solo un atteggiamento passivo, di chi si attende una soluzione o un beneficio dall'esterno.

Al contrario, il Buddismo conferisce alla speranza una valenza attiva e concreta: la speranza buddista può definirsi come la fiducia che nasce da una profonda decisione. Non dipende dal caso o da qualcosa di esterno a noi, ma scaturisce da ciò che abbiamo determinato ed è alimentata dalla nostra preghiera e dalle nostre azioni e naturalmente dai risultati che otteniamo. Non si tratta quindi di un “miracolo”, bensì di una piena fiducia nel funzionamento

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della Legge mistica che regola non solo la nostra vita, ma l’universo intero, ovvero quello che viene definita "unicità di persona e Legge".

La speranza è estremamente importante poiché aumenta la qualità della vita e della pratica buddista. Inoltre, ci fa vivere ogni istante della quotidianità con spirito fiducioso, cogliendo gli aspetti positivi di ciò che ci succede e maturando nel tempo la convinzione che la nostra vita non ci metterà mai di fronte a ostacoli che non siamo in grado di superare o di sofferenze che non possiamo trasformare.

Non si tratta affatto di fare, come suol dirsi, buon viso a cattivo gioco. Al contrario, un atteggiamento positivo conferisce forza alla nostra preghiera, cambia le nostre azioni, e giorno dopo giorno indirizza la nostra vita nella stessa direzione della felicità.

Qualcuno potrebbe obiettare che, in una situazione difficile, il fatto di vedere il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto può al massimo farci sentire un po' meglio ma non cambia di una virgola la situazione stessa. Questa però è una visione statica, rivolta al passato, assai lontana dal comprendere il funzionamento della vita. In realtà, il Buddismo ci insegna che tutto dipende dal nostro atteggiamento interiore in ogni singolo istante di vita. Inoltre, per il principio di inseparabilità della vita e dell'ambiente – o ancora meglio “non dualità di vita e ambiente” -, la vita e l’ambiente sono un'unica cosa e il nostro stato vitale si rispecchia in tempo reale nell'ambiente esterno e influenza invariabilmente il nostro futuro.

Ecco quindi che è fondamentale comprendere un punto

molto importante: che l'atteggiamento mentale decide il corso della vita. Si tratta di un principio che rivoluziona il comune modo di pensare, accordandosi con la dinamicità della vita stessa e favorendo una visione delle cose rivolta al futuro. E dal momento che questo è vero per chiunque, anche per chi non è buddista, a maggior ragione i discepoli di Nichiren possono, costruendo in ogni istante un

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atteggiamento interiore orientato positivamente, indirizzare la propria vita verso l'infinita condizione vitale della Buddità, il che significa realizzare senza limiti il proprio potenziale umano in armonia con l'universo.

Purtroppo non tutti hanno un carattere orientato

all'ottimismo. Molte persone sono caratterialmente portate, in varia misura, ad avere un atteggiamento passivo e pessimista. E con questo atteggiamento la visione della speranza, così come quello della vita, è assai distorta.

Anche la sfiducia è un sentimento largamente diffuso al giorno d'oggi e può manifestarsi nei confronti delle proprie capacità, o nei riguardi di determinate persone, o anche dell'essere umano in generale. D'altronde è facile perdere la speranza non appena l'attenzione si posa anche solo su qualcuno dei molti gravi problemi che affliggono la nostra epoca. Tuttavia questo modo di sentire e di pensare, anche se del tutto comprensibile, non è altro che una tendenza negativa perché ci causa sofferenza e influenza allo stesso modo il nostro ambiente.

E quando la situazione in cui ci troviamo appare senza

speranza? Ebbene sta a noi crearla comunque. Per riuscire a fare questo, occorre costruire con

pazienza una condizione vitale elevata e renderla sempre più stabile dentro di sé grazie a una pratica buddista corretta e costante.

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«Sulla riva del torrente meditavo aspettando di veder passare il cadavere del mio nemico, e poiché dopo molta attesa non passava, mi chinai sull’acqua per guardare meglio ed in profondità. Fu così che vidi riflessa la mia immagine!! In un attimo l’illuminazione: ecco chi era il mio vero nemico... ora non dovevo aspettare più!!»

A questo punto, non vi resta che provare per credere:

non costa nulla!!!

PROSEGUE IN LIBRERIA....

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"Ogni essere vivente, dal

sommo saggio alla più piccola mosca o zanzara, considera la vita come il bene più prezioso. Privare un essere vivente della vita è il peccato più grave. Quando il Budda apparve in questo mondo, fece della compassione per gli esseri viventi il proprio fondamento. E come espressione di compassione per gli esseri viventi, il primo precetto è non togliere la vita e provvedere al sostentamento degli esseri viventi. Sostenendo la vita degli altri si ottengono tre benefici: primo, si sostiene la vita, secondo, si ravviva il volto e terzo, si acquista forza."

Da "Lettera a Myomitsu Shonin" (gli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 7, pag. 178)

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BIOGRAFIA DELLO SCRITTORE

Valter Giraudo è nato a Torino nel 1962, dove attualmente vive e lavora. Collabora come giornalista indipendente con diversi periodici. E’ autore e coordinatore di alcuni siti e blog. E’ creatore di vignette e testi satirici ed umoristici, che firma con lo pseudonimo di “Valterinik”. Per passione, scrive racconti e romanzi, riguardanti 3 filoni principali: noir psicologici, filosofia e Buddismo, medicina naturale. La fede buddista l’ha sicuramente influenzato nel suo modo di esprimersi e di scrivere, portandolo a vedere le cose sotto una nuova prospettiva.

www.valtergiraudo.altervista.org

Biografia dell’illustratrice

Laura Montanari è nata a Moncalieri (TO) nel 1961. Vive a lavora a Torino. Molteplici sono le sue passioni per l’arte: il disegno, la scultura, la recitazione e il doppiaggio, di cui ha seguito diversi corsi. E’ l’illustratrice di tutti i libri dell’autore Valter Giraudo, nonché lettrice ufficiale alle sue presentazioni.

Al di fuori della realtà della vita non esiste alcun Buddismo!

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Copertina e illustrazioni di Laura Montanari

Valter Giraudo è nato a Torino nel 1962, dove attualmente vive e lavora. Collabora come giornalista indipendente con diversi periodici. E’ autore e coordinatore di alcuni siti e blog. Crea testi e vignette satiriche con lo pseudonimo di “Valterinik”. Per passione scrive racconti e romanzi, soprattutto noir.

Titolo: Il Budda sono io Autore: Valter Giraudo Editore: Edizioni Miele Copertina e illustrazioni di Laura Montanari Prezzo: € 6,50 tascabile 11x16 – 96 pagg

IL LIBRO

Il Budda sono ioIl Budda sono ioIl Budda sono ioIl Budda sono io

Incontro con il Buddismo di Nichiren Daishonin

...perchè una realtà non ci fu data e

non c'è: dobbiamo costruircela noi, se

vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre,

ma continuamente e infinitamente mutabile...

In questo breve e semplice libro,

l’autore si rivolge soprattutto ai neofiti e a tutti quelli che sono incuriositi dal Buddismo e vi si avvicinano per la prima volta.

L’intento è quello di tramettere la forza per mantenere sempre viva in ognuno di noi la “speranza”, che è estremamente importante poiché aumenta la qualità della vita. La speranza ci fa vivere ogni istante della quotidianità con spirito fiducioso, cogliendo gli aspetti positivi di ciò che ci succede e maturando nel tempo la convinzione che la vita stessa non ci metterà mai di fronte a ostacoli che non siamo in grado di superare o di sofferenze che non possiamo trasformare.

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«Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.»

[Flaubert - Lettera a Mille de Chantepie, 1857]

Il nostro slogan? "Editoria in Movimento"

che ci identifica come casa editrice dinamica, in continua evoluzione. Sfogliando le nostre pagine troverete numerose informazioni su di noi, sulla nostra filosofia editoriale, sulle nostre collane e sulle opere da noi pubblicate, oltre che uno spazio sempre aggiornato su Concorsi Letterari ed Eventi periodicamente organizzati.

Agli autori è dedicato lo spazio "invio manoscritti" e ai nostri affezionati lettori una vetrina in continuo aggiornamento delle opere pubblicate.

www.edizionimiele.it

e-mail: [email protected]