i mercati finanziari, l'economia mondiale e il prezzo del...
TRANSCRIPT
I mercati finanziari, l’economia mondiale e il I mercati finanziari, l’economia mondiale e il prezzo del petrolioprezzo del petrolio
Torino, 20 ottobre 2004
Schema della presentazione
Il rallentamento dell’economia USA
Il rallentamento dell’economia mondialeI numeri del rallentamento
Effetti sui mercati azionari
Il prezzo del petrolio le ragioni strutturali della crescita
Gli effetti su inflazione e crescitaGli effetti sui bondGli effetti sulle azioni
Considerazioni conclusive
Alcuni indicatori macroeconomici per quantificarlo
Effetti sui mercati obbligazionari
Le ragioni strutturali della crescita
2
Il rallentamento dell’economia USA
La fiducia dei consumatori ha toccato un picco nel mese di luglio per poi iniziare una fase di discesa …..
3
Fonte: JCF
……… la capacità utilizzata è stazionaria da luglio ………..
Il rallentamento dell’economia USA
4
Fonte: JCF
… la disoccupazione preoccupa già da molto tempo gli osservatori, poiché non è scesa adeguatamente …..
Il rallentamento dell’economia USA
5
Fonte: JCF
………. l’indice di Filadelfia continua ad indicare espansione, ma con meno forza di prima ……
Il rallentamento dell’economia USA
6
ESPA
NSI
ON
ER
ECES
SIO
NE
Fonte: JCF
…….. il settore manifatturiero USA continua a godere di ottima salute, ma anche qui la sequenza di dati in crescita ha subito una battuta d’arresto ………
Il rallentamento dell’economia USA
7
ESPA
NSI
ON
ER
ECES
SIO
NE
Fonte: JCF
…………. il rallentamento, iniziato verso la fine della primavera, ha già impattato sulla crescita del secondo trimestre 2004 e, secondo le previsioni del FMI, dovrebbe determinare un terzo e quarto trimestre di poco superiori al secondo …….
Variazione congiunturale annualizzata GDP USA
-2%
-1%
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
7%
8%
I Q2000
II Q2000
III Q2000
IV Q2000
I Q2001
II Q2001
III Q2001
IV Q2001
I Q2002
II Q2002
III Q2002
IV Q2002
I Q2003
II Q2003
III Q2003
IV Q2003
I Q2004
II Q2004
III Q2004
(E)
IV Q2004
(E)
Il rallentamento dell’economia USA
Fonte: JCF, FMI
8
…………. passando dalla crescita congiunturale alla crescita annua osserviamo come la crescita attesa per il 2004 e il 2005 sia ancora piuttosto forte.
Il rallentamento dell’economia USA
Fonte: FMI
9
Il rallentamento della crescita appare generalizzato a tutte le aree economiche e riguarderà anche il prossimo anno. Nonostante tutto anche nel 2005 l’economia mondiale crescerà, stando alle previsioni del Fondo Monetario Internazionale, del 4,3%, un ritmo superiore a quello medio dei due decenni precedenti. Questa crescita ancora robusta sarà sostenuta da un “piccolo” contributo degli USA e della zona Euro (entrambe di poco superiori alla media) e da un cospicuo aiuto proveniente dal Giappone (con riferimento al solo ultimo decennio) e dai Paesi Emergenti.
Questa tabella mette in evidenza il principale punto di forza dell’attuale fase di crescita che la differenzia in modo sostanziale da quella degli anni ’90: si tratta di un fenomeno diffuso. Per questo motivo il rallentamento degli USA deve suscitare meno timori del passato poiché l’economia oggi è trainata, in misura diversa, da 4 motori: USA, Giappone, Paesi Emergenti e Europa.
World USA Euro Japan Other Developed Countries
Emerging Markets
1996 4,1% 3,7% 1,4% 3,5% 3,7% 5,6%1997 4,2% 4,5% 2,3% 1,8% 4,1% 5,3%1998 2,8% 4,2% 2,9% -1,2% 2,0% 3,0%1999 3,7% 4,4% 2,8% 0,2% 4,6% 4,0%2000 4,7% 3,7% 3,5% 2,8% 5,2% 5,9%2001 2,4% 0,8% 1,6% 0,4% 1,7% 4,0%2002 3,0% 1,9% 0,8% -0,3% 3,0% 4,8%2003 3,9% 3,0% 0,5% 2,5% 2,3% 6,1%
2004 (E) 4,9% 4,3% 2,2% 4,4% 3,8% 6,6%2005 (E) 4,3% 3,5% 2,2% 2,3% 3,1% 5,9%
Media 1986-1995 3,3% 2,9% ……. 3,1% 3,7% 3,7%
Media 1996-2005 3,8% 3,4% 2,0% 1,6% 3,4% 5,1%
Il rallentamento dell’economia mondiale
Fonte: FMI
10
I mercati obbligazionari hanno fin troppo diligentemente preso atto del rallentamento economico fraintendendolo, forse, con una recessione, visti i valori assai modesti dei rendimenti che non appaiono coerenti né con il tasso di crescita atteso per le economie, di cui abbiamo appena detto, né con i possibili effetti inflazionistici del prezzo del petrolio, di cui diremo.
I mercati obbligazionari
11
5,25
5,00
4,75
4,50
4,25
4,00
3,75
2,00
1,00
4,90%
4,00%4,40%
3,90%
5,25%
4,75%
1,90%
1,20%
Fonte: JCF
Curiosamente sono i mercati azionari a dimostrare i nervi più saldi: da inizio anno i principali indici stanno compiendo un ampio movimento laterale in attesa di comprendere la reale direzione del ciclo economico, molto più robusto di quanto lascerebbero intendere i rendimenti dei bond, e, soprattutto, in attesa di comprendere l’evoluzione di 3 incognite ……………
I mercati azionari
12
I tre nodi la cui soluzione, con ogni probabilità, interromperà l’attuale fase laterale dei mercati definendo un nuovo trend, sono concettualmente distinti, ma fra loro strettamente intrecciati.
Le elezioni negli USASebbene nessun candidato abbia esplicitamente dichiarato di voler intervenire sui deficit gemelli è scontato che, dopo le promesse elettorali, il vincitore dovrà attuare politiche restrittive. Tali politiche impatteranno sulla crescita economica oppure questa è sufficientemente robusta per proseguire? E’ opinione diffusa che la rielezione di Bush, nel breve termine, possa dare maggior slancio ai mercati azionari; Kerry, intenzionato ad eliminare i tagli alle tasse per i più abbienti, potrebbe risultare più gradito ai mercati obbligazionari.
Le elezioni in IraqE’ piuttosto probabile che gli USA abbiano intenzione (indipendentemente dal fatto che diventi presidente Bush o Kerry) di abbandonare l’Iraq nel più breve tempo possibile; tale evento porterebbe senz’altro nuova fiducia sui mercati. Il successo delle elezioni in Iraq costituisce un primo indispensabile passo per la normalizzazione del paese, senza la quale il ritiro della coalizione appare problematico.
Il prezzo del petrolioQuesta è la grande paura che da qualche mese determina le sorti dei mercati azionari e obbligazionari. Il movimento al rialzo del prezzo del petrolio è certamente amplificato dalla speculazione, ma esistono anche ragioni strutturali destinate a durare nel tempo. Il problema è: quanto l’elevato prezzo del petrolio può impattare sulla crescita economica e sull’inflazione?
I mercati azionari
13
Indubbiamente esiste una componente speculativa che alimenta l’impennata degli ultimi mesi, ma ragioni strutturali inducono a pensare che, sia pure a livelli più bassi degli attuali, il prezzo dell’oro nero sia destinato a stazionare al di sopra dei livelli degli anni ’90, durante i quali, tranne sporadiche eccezioni, oscillò fra i 15 e i 25 dollari. D’altro canto vedere il Brent oltre i 50 e, magari, anche oltre i 60 dollari avrà un risvolto positivo: lo farà sembrare a buon mercato qualora si dovesse stabilizzare nella fascia 30/40.
Il prezzo del petrolio: le ragioni strutturali della crescita
14
Fonte: JCF
Il prezzo del petrolio: le ragioni strutturali della crescita
Tra il 1992 e il 2003 il consumo di petrolio è cresciuto di oltre 11 milioni di barili/giorno (+17%), la metà di questo incremento è dovuta alla crescita di 5 paesi emergenti (Cina, India, Brasile, Indonesia e Taiwan).
Fonte:World Oil & Gas Review 2004
15
Il prezzo del petrolio: le ragioni strutturali della crescita
Fonte:World Oil & Gas Review 2004
La crescita dei consumi da parte dei paesi emergenti è eccezionalmente sostenuta16
Il prezzo del petrolio: le ragioni strutturali della crescita
Non esiste un problema di scarsità imminente, il problema è di capacità produttiva attuale, appena sufficiente a garantire la domanda. L’elevato prezzo stimolerà nuovi investimenti in capacità produttiva e in ricerca di nuovi giacimenti.
Fonte: elaborazioni C&A SIM su dati World Oil & Gas Review 2004
(*) Il calcolo degli anni di riserve disponibili è stato effettuato rapportando le riserve disponibili di ciascun anno al consumo di quell’anno.
(*)
(*)
17
Quanto l’elevato prezzo del petrolio può impattare sulla crescita economica e sull’inflazione?
L’IEA (International Energy Agency) ha provato a rispondere a questa domanda. La tabella che segueillustra i risultati con riferimento ad un aumento permanente del prezzo del petrolio di 10 $.
Il prezzo del petrolio: i suoi effetti su inflazione e crescita
PIL CPIOCSE -0,3% 0,5%USA -0,3% 0,5%EMU -0,4% 0,5%Japan -0,2% 0,3%China -0,8% 0,8%
Come si può osservare l’impatto non è drammatico per i paesi industrializzati, abituati da lungo tempo ad economizzare energia e a ridurre l’impatto ambientale. Più forte, invece, l’effetto sui paesi emergenti, meno sensibili, per il momento, al tema del risparmio e dell’ambiente. L’effetto più marcato riguarda l’inflazione ……….
Fonte: IEA, FMI
18
Il prezzo del petrolio, l’inflazione e i bond
…….. poiché l’effetto più significativo che dovrebbe derivare dall’aumento del prezzo del petrolio è un aumento dell’inflazione, l’andamento dei mercati obbligazionari che, come già notato in precedenza, sono saliti al crescere dell’oro nero, appare piuttosto incoerente.
I titoli a lunga scadenza appaiono oggi molto pericolosi !! 19
Fonte: JCF
Il prezzo del petrolio, la crescita economica e le azioni
I mercati azionari si sono dimostrati maggiormente prudenti e hanno compiuto un percorso che, il più delle volte, si è rivelato in controtendenza rispetto all’andamento del prezzo del petrolio.
20
Fonte: JCF
Il prezzo del petrolio, la crescita economica e le azioni
Gli utili per i prossimi 12 mesi previsti per le società dello S&P 500 sono ai massimi storici, coerentemente con le previsioni di crescita delle economie che, come detto, pur presentandosi meno buone nel 2005 rispetto al 2004, rimangono comunque interesssanti. 21
Fonte:E. Yardeni
Il prezzo del petrolio, la crescita economica e le azioni
I multipli P/E sono bassi su entrambe le sponde dell’Atlantico perché le previsioni di utili sono coerenti con uno scenario di crescita economica mentre i prezzi non crescono in attesa di vedere risolte le 3 questioni che preoccupano i mercati. Ciò detto possiamo affermare che: i prezzi delle azioni non appaiono particolarmente pericolosi.Se infatti dovessero realizzarsi le ipotesi più cupe non si può certo dire che i prezzi cadrebbero dall’alto; piuttosto rilevante, invece, è il margine di rivalutazione che si libererebbe qualora le tre questioni che preoccupano il mercato, di cui abbiamo parlato in precedenza, dovessero risolversi per il meglio.
Fonte:E. Yardeni, JCF
22
I mercati finanziari e il petrolio in sintesi
In sintesi l’aumento del prezzo del petrolio dovrebbe determinare due effetti:
DEPRIMERE LA CRESCITA ECONOMICA
INCREMENTARE L’INFLAZIONE
In questo momento i mercati stanno attribuendo un peso non trascurabile al rischio legato alla crescita economica (gli indici azionari sono stazionari nonostante le buone previsioni), e stanno completamente ignorando il rischio legato all’inflazione (i rendimenti obbligazionari sono su livelli prossimi ai minimi).
PER QUESTO MOTIVO RITENIAMO RELATIVAMENTE MENO PERICOLOSO, NEL LUNGO TERMINE, L’INVESTIMENTO AZIONARIO RISPETTO A QUELLO OBBLIGAZIONARIO.
23
Un anno di lateralizzazione per i mercati azionari
Una lateralizzazione è sempre il frutto di un equilibrio fra forze rialziste e ribassiste: in questo grafico sintetizziamo le principali forze che abbiamo illustrato nel corso della nostra presentazione. 24
PREZZO DEL PETROLIO
INCERTEZZE SUL DOPO
ELEZIONI USA
GUERRA IN IRAQ E
TERRORISMO
CRESCITA ECONOMICA
ANCORA FORTE E DIFFUSA
UTILI SOCIETARI
MOLTO BUONI
RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI
SUI MINIMI
La presente pubblicazione della Cellino e Associati SIM S.p.A. è indirizzata ad un pubblico indistinto e viene fornita a titolo meramente informativo. Essa non costituisce attività di consulenza da parte della Cellino e Associati SIM S.p.A. né, tantomeno, offerta o sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni ivi riportate sono di pubblico dominio e sono considerate attendibili, tuttavia la Cellino e Associati SIM S.p.A. non è in grado di assicurarne l’esattezza. Tutte le informazioni riportate sono date in buona fede sulla base dei dati disponibili, ma sono suscettibili di variazioni anche senza preavviso in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina ogni responsabilità per qualsivoglia informazione esposta in questa pubblicazione. Si invita a fare affidamento esclusivamente sulle proprie valutazioni delle condizioni di mercato nel decidere se effettuare un’operazione finanziaria e nel valutare se essa soddisfa le proprie esigenze. La decisione di effettuare qualunque operazione finanziaria è a rischio esclusivo dei destinatari della presente informativa. La Cellino e Associati SIM S.p.A., suoi soci, amministratori o dipendenti possono detenere ed intermediare titoli delle società menzionate e, più in generale, possono avere uno specifico interesse riguardo agli emittenti, agli strumenti finanziari o alle operazioni oggetto della pubblicazione.
25