l'economia italiana
TRANSCRIPT
Note introduttive sul territorio italiano Il territorio italiano, esteso circa 300.000 kmq, è
formato da 3 grandi aree morfologiche e ambientali:- a nord dell’Appennino tosco-emiliano, si estende la
Pianura padana, sormontata dall’arco alpino- a sud di questo spartiacque, si allunga nel Mar
Mediterraneo la parte peninsulare vera e propria del paese, occupata nella sua sezione centrale dalla dorsale appenninica e orlata da brevi pianure costiere
- due grandi isole, la Sicilia e la Sardegna, a cui appartengono piccoli arcipelaghi, emergono nella parte occidentale del Mar Mediterraneo.
Indicatori demografici
Popolazione assoluta 60 milioni circa
Densità 195 ab./kmq
Incremento annuo 0,4% (2000-05)
Stima % stranieri 2006 2001
5,2% 2,5%
Fasce d’età della popolazione
2006 1995
0-14 anni 14,1% 18,4%
65 + anni 19,8% 16,5%
Speranza di vita Maschi 78 anni Femmine 84 anni
Tasso di urbanizzazione 67,6%
Caratteri generali dell’economia Pur avendo avuto un’industrializzazione relativamente
recente, l’Italia fa parte del ristretto gruppo di paesi ad alto livello di sviluppo, gli stessi che formano il G 7.
L’economia italiana è fortemente integrata a livello mondiale:
- l’Italia aderisce ad importanti organismi soprannazionali come il FMI, la Banca Mondiale, l’Unione Europea (dal 2002 l’Italia è entrata nell’area dell’euro)
- molte aziende italiane hanno interessi all’estero e, viceversa, alcune multinazionali straniere hanno aperto unità produttive nella Penisola.
Aspetti problematici Lo sviluppo economico italiano presenta
notevoli e antiche differenze regionali. Ad esempio, mentre il PNL pro capite dell’Italia settentrionale supera i 25.000 euro, quello dell’Italia meridionale raggiunge a fatica i 15.000 euro.
Molto grave è in Italia anche il problema dell’economia sommersa, che secondo stime Istat si aggira intorno al 18% del PIL.
La carta delle “tre Italie” così come le aveva individuate il sociologo Arnaldo Bagnasco nell’omonimo libro
Dati sull’occupazione in Italia
Il lavoro in Italia
Persone in età non
lavorativa 33%
Occupati 39%
In cerca di occupazione
3%
Inattivi in età lavorativa
25%
Dati sull’occupazione in Italia
Lavoratori dipendenti e autonomi
64%
9%
27%
0% 20% 40% 60% 80%
Dipendentipermanenti
Dipendenti atermine
Autonomi
Negli ultimi anni sta aumentando il lavoro a tempo determinato
Dati sul mercato del lavoro in Italia
Occupati per settori economici in Italia
5
32
63
0
20
40
60
80
Agricoltura Industria Terziario
La struttura del PIL italiano
Ripartizione del PIL fra i settori di attività
3%
27%
70%
0% 20% 40% 60% 80%
Agricoltura
Industria
Terziario
L’agricoltura: i fattori ambientali Il Italia l’ambiente naturale presenta condizioni
poco favorevoli allo sviluppo delle attività agricole:- i rilievi, che coprono il 77% della superficie totale,
hanno sempre ostacolato la produttività e la meccanizzazione
- i suoli bruni, i migliori, sono presenti solo nella Pianura padana e in alcune zone collinari del Centro-Nord
- il clima presenta condizioni di accentuata variabilità e irregolarità (ad esempio, piogge abbondanti si alternano a lunghi periodi di siccità).
Queste condizioni, però, non hanno impedito all’agricoltura italiana di fare progressi importanti.
Le aziende agricole Le aziende agricole italiane in generale:- producono per il mercato- sono condotte dal proprietario del terreno (conduzione
diretta familiare)- sono di piccole dimensioni (superficie media di 8,5
ettari, contro i 13 ettari della media europea)- sono lavorate in modo intensivo con l’utilizzo di
molti macchinari, fertilizzanti, fitofarmaci ecc. da pochi addetti, in prevalenza anziani
- sono in diminuzione (il numero è diminuito del 20% tra il 2000 e il 2005).
La destinazione della superficie agricola utilizzata (SAU)
La destinazione della SAU in %
Coltivazioni permanenti
18
Prati e boschi
26
Seminativi 56
Le principali produzioni agricole Tra i cereali (50% dei seminativi), si distinguono il
grano (nel Sud grano duro, ottimo per la pasta), il mais e il riso (questi ultimi soprattutto nella Pianura padana).
Degne di attenzione sono le colture di soia e foraggio. La vite è presente in tutte le regioni. Un’altra pianta mediterranea molto diffusa è l’olivo, in
particolare nel Meridione, dove sono assai coltivati anche gli agrumi.
Grande rilievo hanno le colture ortofrutticole. Tra le piante industriali spiccano la barbabietola da
zucchero e il pomodoro.
Un campo coltivato a mais nella Pianura padana, regione in cui la superficie media aziendale è maggiore rispetto al resto del territorio italiano
Raccolta manuale delle olive, tipico prodotto delle aree mediterranee. Oggi essa può avvalersi anche di mezzi meccanici.
L’allevamento Bovini e suini sono allevati soprattutto nelle regioni
settentrionali (Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte contano da sole quasi il 50 % dell’intero patrimonio suinicolo italiano).
Ovini e caprini prevalgono invece nelle regioni appenniniche meridionali, dove i pascoli sono meno ricchi.
Le produzioni agricole in provincia di Modena Con le sue 12 mila aziende, la provincia di Modena è
al 10° posto in Italia nella produzione agricola ed esporta alimenti per oltre 300 milioni di euro.
Coltivazioni erbacee: grano (soprattutto tenero, adatto per il pane), mais, barbabietola e ortaggi (coltivazione specializzata di angurie e meloni nelle valli mirandolesi).
Colture di pero, melo, ciliegio e vite (l’uva è quasi tutta trasformata in vino).
Allevamento di bovini (di cui 70 mila da latte), suini, polli e conigli. Sono circa 300 le imprese industriali che poi lavorano la carne.
I cibi modenesi sono celebri in tutto il mondo: dai tortellini all’aceto balsamico, dal vino lambrusco al formaggio parmigiano reggiano, dai salumi alle ciliegie di Vignola.
A destra, in alto, lavorazione del latte per ottenere le tipiche forme del parmigiano reggiano, un formaggio prodotto anche in alcune zone del Modenese
A sinistra, acetaia in un sottotetto. L’aceto balsamico tradizionale richiede 25 anni di invecchiamento prima di essere imbottigliato
Angurie coltivate nelle frazioni mirandolesi di Gavello e San Martino Spino, dove la produzione di cocomeri e meloni fa da traino all’intero comparto agricolo locale
Risorse minerarie in Italia L’Italia ha una produzione mineraria poco
rilevante, sia nel confronto con gli altri paesi sia in relazione al fabbisogno interno.
Sul fronte dei prodotti energetici, estrae appena 5 milioni di tonnellate annue di petrolio (pari al 5% dei consumi interni), mentre la situazione è migliore per il gas naturale, con circa 19 miliardi di metri cubi, pari al 20% del fabbisogno.
Minerali metallici e fonti energetiche come il petrolio e il gas naturale sono voci importanti delle importazioni italiane.
Tra le fonti di energia interne, quella idroelettrica risulta la più utilizzata.
Il settore manifatturiero L’Italia è uno dei 5 paesi più industrializzati d’Europa,
con Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. Rispetto agli altri 4 paesi, l’Italia si caratterizza per le
aziende più specializzate nelle produzioni tradizionali (del cosiddetto made in Italy): cuoio e calzature, tessile e abbigliamento, cicli e motocicli, mobili, piastrelle, oreficeria, occhiali ecc.
Pur essendo carenti i rami ad alta tecnologia, in Italia non mancano comparti con buone prospettive di sviluppo su cui orientare gli sforzi, ad esempio microelettronica, biotecnologie, macchine utensili e robotica.
La Zanussi, fabbrica di elettrodomestici che ha sede a Pordenone, è una delle più importanti imprese nazionali
Caratteri delle imprese industriali Nell’industria italiana prevalgono le piccole e
medie imprese su quelle di grandi dimensioni.
Questa caratteristica e l’elevata specializzazione nei settori tradizionali a basso valore aggiunto spiegano:
- il basso livello tecnologico di molte industrie (dovuto alla minor propensione all’innovazione e ad investire nella ricerca e sviluppo)
- lo scarso numero di imprese italiane con dimensione multinazionale.
Esistono comunque anche imprese più dinamiche, che hanno fra gli obiettivi una razionalizzazione dei processi produttivi e un’internazionalizzazione (ad esempio: Benetton, Stefanel, Barilla, Italcementi …).
La Fiat è una delle poche grandi imprese italiane. A sinistra, carta dei suoi stabilimenti automobilistici in Italia; a destra, lo stabilimento di Mirafiori, a Torino.
La distribuzione delle industrie Le industrie italiane sono numerose al Nord,
precisamente nell’area padana, dove sono occupati circa i 2/3 degli addetti del settore. Due grandi città industriali sono Torino e Milano.
Nella zona di Torino abbiamo un polo dell’industria automobilistica, dominata dal gruppo Fiat, che ha comunque stabilimenti in tutta l’Italia e realizza la maggior parte della produzione all’estero.
A Milano, capitale economica d’Italia, e nei suoi dintorni troviamo aziende informatiche, chimiche, elettroniche, tessili, d’abbigliamento. Milano è uno dei centri mondiali per l’industria della moda, a cui sono collegate attività di marketing e pubblicità.
La distribuzione delle industrie Le regioni Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-
Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche si caratterizzano per la prevalenza di piccole e medie imprese, operanti particolarmente nei settori tradizionali, e ripropongono spesso il modello territoriale del “distretto industriale”.
Nel Centro Italia l’industria si concentra prevalentemente intorno a Roma, dove attività importanti sono anche quelle correlate all’editoria e allo spettacolo (Cinecittà).
Nel Sud della penisola il polo industriale più importante si trova vicino a Napoli (cantieri navali, aziende automobilistiche, fabbriche di orologi, industrie del cemento e alimentari).
Caratteri dei distretti industriali I distretti industriali sono uno dei pilastri dell’economia
italiana. L’Istat ne ha individuati circa 200. Caratteri salienti:- forte presenza di piccole e medie imprese- produzioni tradizionali di alta qualità- “saper fare” diffuso- concorrenza fra le imprese, ma anche collaborazione
e divisione del lavoro- i prodotti sono assai venduti anche all’estero. Col tempo, varie imprese dei distretti, per essere più
competitive, hanno delocalizzato le loro produzioni in paesi dove il costo del lavoro è più basso, ad esempio in alcuni paesi dell’Europa orientale.
Le imprese modenesi La provincia di Modena è una delle più avanzate
d’Europa, con un reddito pro capite di oltre 20 mila euro e un tasso di disoccupazione intorno al 4%.
Sono presenti 62 mila imprese (una ogni 10 abitanti), delle quali 20 mila sono manifatturiere.
Le esportazioni modenesi raggiungono 183 paesi del mondo, per oltre 7 miliardi di euro.
Nel territorio modenese, ogni anno nascono mille nuove imprese.
Tra i settori maggiormente in espansione vi è quello informatico-telematico.
Molti progetti e ricerche sono sviluppati con il supporto dell’Università, finanziati dall’Unione Europea e realizzati con partner europei.
I distretti in provincia di Modena
MACCHINE E MOTORI Qui sono nate la Ferrari, l’auto più amata al mondo, la
Maserati e la De Tommaso. Lo stabilimento della Ferrari, con 2 mila dipendenti, si trova a Maranello.
Si producono macchine di ogni tipo: per la ceramica e la lavorazione del legno, macchine agricole e movimento terra.
Si producono ancora: sistemi robotizzati, carrozzerie di pullman, apparecchiature oleodinamiche, riduttori e variatori di velocità, componentistica di precisione, pompe, valvole.
Il settore meccanico, da solo, esporta merci per circa 2 miliardi di euro.
Le aziende meccaniche sono oltre 4 mila con più di 40 mila addetti.
I distretti in provincia di Modena
PIASTRELLA VALLEY Attorno a Sassuolo è cresciuto il più importante
distretto di piastrelle per pavimenti e rivestimenti del mondo, con 300 imprese, oltre 16 mila addetti, un fatturato di circa 4 miliardi e mezzo di euro (il 70% è destinato all’esportazione).
Si realizzano piastrelle in quantità pari all’80% della produzione italiana.
Si è sviluppato anche il settore meccanico-ceramico, che conta un centinaio di imprese, con 3 mila addetti, e un fatturato di circa 800 milioni di euro.
I distretti in provincia di Modena
IL DISTRETTO DELLA MODA Già famoso in passato per la lavorazione dei cappelli di
paglia, il centro di Carpi è oggi diventato uno dei più importanti distretti di tessile-abbigliamento e maglieria.
A Carpi e dintorni operano 4 mila imprese che occupano 20 mila addetti.
Le aziende, prevalentemente artigiane, sono caratterizzate da grande flessibilità produttiva ed esportano confezioni per circa 800 milioni di euro.
Sono capigiane alcune celebri “griffe” del made in Italy.
I distretti in provincia di Modena
BIOMEDICAL VALLEY Mirandola, patria di Giovanni Pico, filosofo e umanista
del ‘400, è oggi la capitale europea del biomedicale. Qui è nato il primo rene artificiale italiano e operano
oltre 70 imprese, tra piccole aziende e grandi gruppi multinazionali, con più di 3 mila addetti e un fatturato che supera i 400 milioni di euro.
Metà della produzione – apparecchi per emodialisi, cardiochirurgia, anestesia, trasfusione – è destinata all’esportazione.
Oltre ai macchinari, a Mirandola si realizzano anche prodotti biomedicali “usa e getta” (disposable)
Il settore terziario in Italia Come in tutti i paesi avanzati, anche in Italia si è avuta
una forte crescita del terziario, che tuttora si presenta come il settore più dinamico e in espansione.
Il fenomeno è favorito dallo sviluppo economico e dal miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, fattori che hanno fatto aumentare la richiesta di servizi per i singoli, le famiglie, la collettività e le imprese.
Il settore si concentra soprattutto nelle regioni settentrionali e, in misura minore, in quelle centrali. Tra le città, hanno una posizione egemonica Milano, Torino e Roma, quest’ultima anche per le funzioni legate al ruolo politico-amministrativo di capitale.
I trasporti In Italia si è privilegiato il trasporto su strada, ma
molti tratti stradali e autostradali risultano inadeguati rispetto al traffico e insicuri. Il trasporto merci su autocarri ha un elevato impatto ambientale.
Le ferrovie scontano forti ritardi nel rinnovo della rete e del materiale rotabile. Al momento le tratte ad alta velocità sono per lo più in progetto o in costruzione.
Porti e aeroporti risultano abbastanza efficienti, ma per quanto riguarda il traffico marittimo non è ancora stato effettuato un potenziamento delle tratte in grado di alleggerire il trasporto su gomma.
Per il traffico aereo, la maggiore compagnia italiana, l’Alitalia, subisce la concorrenza di quelle straniere.
Il commercio estero e interno Le esportazioni avvengono principalmente verso i
paesi UE (in particolare in Germania e Francia) e gli USA, dove vendiamo: macchine e apparecchi meccanici, mezzi di trasporto, prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento e altri beni del “made in Italy”.
Le importazioni avvengono soprattutto dai paesi UE e dell’Asia orientale. Si acquistano risorse minerarie ed energetiche, carne, mezzi di trasporto, beni chimici e farmaceutici, prodotti metallici ecc.
In Italia il commercio interno al dettaglio si basa ancora in prevalenza sui piccoli negozi rispetto alla grande distribuzione, che comunque tende progressivamente ad aumentare il proprio peso.
A sinistra, interno di un grande centro di distribuzione. A destra, un mercato, forma di commercio al minuto ancora molto diffusa in Italia, come i negozi di vicinato.
Il mercato finanziario In Italia l’attività di borsa ha avuto un notevole
incremento dagli anni Novanta del ‘900 in poi. Alla fine del 2005, le attività finanziarie degli italiani ammontavano a oltre 2.000 miliardi di euro.
La borsa valori ha sede a Milano, in Piazza Affari. Tra tutti i servizi finanziari, gli istituti di credito
sono quelli che hanno registrato la maggiore espansione.
Lo sviluppo del settore assicurativo è stato favorito dal fatto che in Italia è obbligatorio assicurarsi contro i danni che si possono causare ad altre persone guidando l’automobile.
Il turismo Nel 2005 l’Italia è stata la quinta destinazione
turistica al mondo, con oltre 36 milioni di arrivi di turisti stranieri (in prevalenza da Germania, Regno Unito e Stati Uniti). Recentemente è stata superata dalla Cina nella classifica.
I turisti italiani prediligono in Italia le località marine (37% nel 2005) e le città di interesse storico (18%), mentre i turisti stranieri sono più attratti dalle città di interesse storico (35% contro il 24% delle località marine). Tra le mete da essi preferite figurano Roma, Firenze e Venezia.
Importanti sono anche le località montane, i laghi (soprattutto per i turisti stranieri) e le località termali.
Il paese più visitato dagli italiani è la Francia.