grecolandia, il progetto

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Pagina 1 di 12 1. Che cos’è Grecolandia: alcuni dati tecnici. 1 Il progetto “Grecolandia. Introduzione alla lingua e alla civiltà neogreca per la scuola primaria”,a cura di Federica Ferrieri (Ricercatore di Lingua e Letteratura Neogreca presso l’Università degli Studi di Padova), nasce nell’ottobre 2008 su proposta e in collaborazione con l’insegnante Beatrice Vallini della Scuola Primaria “Villa Medico” (Istituto Comprensivo Statale “G.C. Parolari”) di Venezia‐Zelarino. Il risultato del progetto – che ha visto la collaborazione tra i due gradi estremi dell’istruzione italiana, la scuola primaria e l’università – è stata la realizzazione di una lezione, della durata di quattro ore, per la classe quinta della scuola “Villa Medico”. La lezione ha avuto luogo il 28 novembre 2008 dalle ore 8:30 alle ore 12:30 ed è stata completamente condotta dai nove studenti universitari partecipanti al progetto. Per realizzare la lezione i nove studenti (Valeria Baldissera, Alessandro Baracetti, Tatiana Bovo, Stefano Carta, Alberto Cotrona, Giorgio Fogliani, Dimitra Mylonas, Jutta Spengler, Giulia Zovi) – iscritti ai corsi di laurea in Lettere/Lingue, letterature e culture moderne/Discipline della mediazione linguistica e culturale – hanno frequentato un laboratorio preliminare di lingua e civiltà neogreca. Prerequisito essenziale è stata la conoscenza medio‐alta della lingua neogreca: il laboratorio, pertanto, è stato aperto esclusivamente agli studenti di secondo e terzo anno della laurea triennale, e agli studenti della laurea specialistica o magistrale. Si è articolato in dieci incontri, i primi otto (10/10, 17/10, 24/10, 31/10, 07/11, 12/11, 19/11, 20/11/08) della durata di due ore ciascuno e gli ultimi due (25/11, 27/11/08) della durata di tre ore ciascuno, in quanto prove generali. Ai dieci incontri indicati si è sommato il lavoro individuale svolto in autonomia dallo studente nell’arco di ogni settimana e quantificabile in due ore. L’impegno orario complessivo del laboratorio, quindi, è stato di 38 ore totali. Scopo del progetto è stato quello di avvicinare gli alunni della scuola primaria alla Grecia moderna attraverso un viaggio nel tempo e nella lingua, partendo dai testi contenuti nel sussidiario e oggetto di studio da parte della classe, che vertevano unicamente sulla storia e la cultura classica: il mito di Teseo e il Minotauro, che domina la prima sezione del lavoro e che era già noto alla classe da precedenti letture, è stato il pretesto per l’apprendimento di un fondo lessicale di base rimasto perlopiù immutato dalla lingua antica alla lingua moderna, o che comunque 1 Porgiamo un ringraziamento particolare all’Ins. Dott.ssa Beatrice Vallini: senza la sua iniziativa l’idea alla base di questo progetto non sarebbe nata, e senza la sua collaborazione non si sarebbe mai realizzata la nostra lezione. Ringraziamo, inoltre, il Dott. Gianni Masiero, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Parolari” di VE‐Zelarino; la Sig.ra Ofelia Grandesso, fiduciaria della Scuola Primaria “Villa Medico”; il personale ausiliario della scuola; i genitori degli alunni, che hanno dato il loro consenso allo svolgimento dell’incontro e alla pubblicazione delle fotografie. Tutto il materiale fotografico presente in questo documento e nei relativi allegati, infatti, viene riportato con l’autorizzazione scritta delle famiglie interessate. Una versione inedita di Teseo al perìptero.

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Progetto di gruppo dell’Università degli Studi di Padova: introduzione alla lingua e alla civiltà neogreca nella scuola primaria

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Page 1: Grecolandia, il progetto

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1. Che cos’è Grecolandia: alcuni dati tecnici. 1 

Il progetto “Grecolandia. Introduzione alla lingua e alla civiltà neogreca per la scuola primaria”, a cura  di  Federica  Ferrieri  (Ricercatore  di  Lingua  e  Letteratura Neogreca  presso  l’Università  degli  Studi  di Padova),  nasce  nell’ottobre  2008  su  proposta  e  in  collaborazione  con  l’insegnante  Beatrice  Vallini  della Scuola Primaria “Villa Medico” (Istituto Comprensivo Statale “G.C. Parolari”) di Venezia‐Zelarino. 

Il  risultato  del  progetto  –  che  ha  visto  la  collaborazione  tra  i  due  gradi  estremi  dell’istruzione italiana,  la scuola primaria e  l’università – è stata  la realizzazione di una  lezione, della durata di quattro ore, per la classe quinta della scuola “Villa Medico”. La lezione ha avuto luogo il 28 novembre 2008 dalle ore 8:30 alle ore 12:30 ed è stata completamente condotta dai nove studenti universitari partecipanti al progetto. 

Per  realizzare  la  lezione  i  nove  studenti  (Valeria Baldissera, Alessandro Baracetti, Tatiana Bovo, Stefano Carta, Alberto Cotrona, Giorgio Fogliani, Dimitra Mylonas, Jutta Spengler, Giulia Zovi) – iscritti ai corsi  di  laurea  in  Lettere/Lingue,  letterature  e  culture moderne/Discipline  della mediazione  linguistica  e culturale  –  hanno  frequentato  un  laboratorio  preliminare  di  lingua  e  civiltà  neogreca.  Prerequisito essenziale è stata la conoscenza medio‐alta della  lingua neogreca: il  laboratorio, pertanto, è stato aperto esclusivamente  agli  studenti  di  secondo  e  terzo  anno  della  laurea  triennale,  e  agli  studenti  della  laurea specialistica o magistrale. Si è articolato in dieci incontri,  i primi otto (10/10, 17/10, 24/10, 31/10, 07/11, 12/11, 19/11, 20/11/08) della durata di due ore ciascuno e gli ultimi due (25/11, 27/11/08) della durata di tre ore ciascuno, in quanto prove generali. Ai dieci incontri indicati si è sommato il lavoro individuale svolto in  autonomia  dallo  studente  nell’arco  di  ogni  settimana  e  quantificabile  in  due  ore.  L’impegno  orario complessivo del laboratorio, quindi, è stato di 38 ore totali. 

Scopo  del  progetto  è  stato quello  di  avvicinare  gli  alunni  della scuola  primaria  alla  Grecia  moderna attraverso  un  viaggio  nel  tempo  e nella  lingua,  partendo  dai  testi contenuti nel sussidiario e oggetto di studio  da  parte  della  classe,  che vertevano unicamente sulla storia e la cultura  classica:  il  mito  di  Teseo  e  il Minotauro,  che  domina  la  prima sezione del  lavoro e  che era  già noto alla  classe  da  precedenti  letture,  è stato  il  pretesto  per  l’apprendimento di  un  fondo  lessicale di base  rimasto perlopiù  immutato dalla  lingua antica alla lingua moderna, o che comunque 

1  Porgiamo  un  ringraziamento particolare  all’Ins. Dott.ssa Beatrice  Vallini:  senza  la  sua  iniziativa  l’idea  alla  base  di questo  progetto  non  sarebbe  nata,  e  senza  la  sua  collaborazione  non  si  sarebbe mai  realizzata  la  nostra  lezione. Ringraziamo, inoltre, il Dott. Gianni Masiero, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Parolari” di VE‐Zelarino; la Sig.ra Ofelia Grandesso,  fiduciaria della Scuola Primaria “Villa Medico”;  il personale ausiliario della  scuola;  i genitori degli alunni, che hanno dato il loro consenso allo svolgimento dell’incontro e alla pubblicazione delle fotografie. Tutto il  materiale  fotografico  presente  in  questo  documento  e  nei  relativi  allegati,  infatti,  viene  riportato  con l’autorizzazione scritta delle famiglie interessate. 

Una versione inedita di Teseo al perìptero.

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Tra le innumerevoli candidature per il ruolo di Teseo, alla fine viene scelta quella di Alessandro... 

presenta evidenti  affinità  con  la  lingua  italiana. Dopo  il  viaggio nel  tempo,  che porta Teseo –  e  con  lui  i piccoli  studenti  –  nell’Atene  contemporanea,  il  lessico  appreso  viene  progressivamente  consolidato  e approfondito,  nelle  sezioni  successive  del  lavoro,  attraverso  un  percorso  didattico  a  carattere  ludico, basato sulle canzoni e sul ballo, nonché su giochi di squadra e di società già noti agli alunni ma adattati alle esigenze della nuova lingua. 

Durante il  laboratorio,  il gruppo di lavoro ha discusso e stabilito, volta per volta, il contenuto e il metodo  di  ciascuna  sezione  della  presentazione;  ne  ha  curato  la  realizzazione  pratica  e  tutti  i  dettagli tecnici;  ha  provveduto  all’animazione  dell’incontro,  alla  realizzazione  e  alla  proiezione  del  materiale audiovisivo, nonché alla redazione di un libretto distribuito ai bambini e contenente vari giochi a carattere linguistico,  utili  per  il  ripasso  degli  argomenti  trattati,  oltre  che  i  testi  greci  delle  canzoni  ascoltate, opportunamente  trascritti  e  tradotti.  Tutti  gli  studenti  universitari  hanno  frequentato  con  assiduità  il laboratorio in tutta la sua durata, mostrandosi  interessati, propositivi, disponibili alla collaborazione con i colleghi;  hanno,  inoltre,  contribuito  in maniera  fattiva  a  tutte  la  fasi  del  lavoro, dimostrando una  buona padronanza della lingua neogreca e una forte motivazione nei confronti delle attività proposte. 

2. Incontri preparativi (workshop): contenuti e problemi di metodo. 

Durante  il primo  incontro  (incontro preliminare),  tenutosi a metà ottobre 2008, viene indicato il destinatario del progetto (ventuno alunni dell’ultimo  anno  della  scuola  primaria),  viene  chiarito  il  tempo  a disposizione  per  portare  a  termine  il  lavoro  (all’incirca  un  mese  e mezzo), viene presentato l’obiettivo del workshop (organizzare una lezione  “alternativa”,  a  carattere  prevalentemente  ludico,  che prenda l’avvio dalle nozioni sulla civiltà classica già acquisite dagli alunni per accompagnarli in un viaggio alla scoperta della lingua e della  civiltà  greche  moderne)  e  vengono  distribuite  a  tutti  i partecipanti  le  fotocopie  del  libro  di  testo  in  adozione  nella classe,  relative  alla  trattazione  della  civiltà  greca  antica  (“La scrittura”,  “La  letteratura e  il  teatro”,  “Le  scienze e  la  filosofia”, “Grandi nelle arti”). 

Dopo  aver  stabilito  che  la  lezione  per  gli  alunni  sarà condotta  con  l’ausilio  di  supporti  audiovisivi  e  realizzata attraverso  una  presentazione  Power  Point,  si  passa  a  discutere l’articolazione  dei  contenuti:  come  presentare  la  continuità  tra civiltà classica e cultura moderna, come unire la Grecia del passato (quella libresca) alla Grecia del presente (quella turistica) in un modo efficace  e  divertente?  La  questione  appare  complessa:  se  si  vuole insegnare  la  Grecia,  difficilmente  si  potrà  prescindere  dall’insegnare almeno  i  rudimenti  dell’alfabeto  greco,  eppure  questa soluzione sembra molto dispendiosa in termini di tempo e forse  non  così  dinamica  come  la  lezione  che  ci  si ripromette di  realizzare. Si  riflette, allora, sul  fatto che  la lingua greca non deve essere necessariamente il  fine del nostro  lavoro, ma potrebbe esserne piuttosto  il mezzo: quasi un mezzo di trasporto per viaggiare dai tempi antichi alla realtà contemporanea.

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Alberto e Giorgio nella fase creativa: a loro è affidata la stesura del mito di Teseo e il Minotauro. 

Fortuna che c’è Valeria ad aiutarli… 

Ecco Stefano, tecnico del suono e autore del nostro Power Point. 

Un’ipotesi  di  raccordo  tra  le  conoscenze  già  acquisite  e  le  informazioni  da  proporre  viene individuata nel mito di Teseo e il Minotauro: perché gli alunni hanno una certa familiarità, oltre che con il mito  nello  specifico,  anche  con  la  civiltà minoica  e  con  la  polis  Atene;  perché  proprio  la  città  di  Atene potrebbe  svolgere  il  difficile  compito  di  traît  d’union  tra  la  Grecia  antica  e  quella moderna  (c’era  e  c’è ancora, e continua a rappresentare un imprescindibile punto di riferimento geografico e culturale); perché l’eroe Teseo si presterebbe ad accompagnare gli alunni in questo viaggio nel tempo, e anzi a farsi aiutare e consigliare  da  loro  quando  i  tratti  della  modernità  lo  coglieranno  impreparato.  Si  stabilisce  che  sarà Alessandro a interpretare il ruolo di Teseo. 

Si  pensa  di  dividere  la  lezione  in  quattro  parti  (due  prima  e  due  dopo  l’intervallo)  e  si  inizia  a ragionare sui contenuti delle altre tre (posto che la prima sarà interamente dedicata al mito di Teseo). 

Nel  secondo  incontro  si definisce  la  prima  parte  della lezione  da  preparare.  Viene presentato  il  testo  (in  lingua 

italiana) del mito di Teseo e il Minotauro, redatto dagli studenti di indirizzo classico  (Alberto,  Giorgio,  Valeria).  Sarà  Alberto  a  leggere  il  testo  agli alunni:  la classe sarà buia,  lui entrerà ed estrarrà dalla  tasca una  luce da lettura;  si  siederà  sulla  sedia  messa  al  centro  della  classe,  dove  sarà posizionato  un  libro  antico,  e  comincerà  a  leggere  la  storia  di  Teseo  e  il Minotauro,  accompagnato  da  un  sottofondo musicale  e  da  una  serie  di immagini  esplicative  che  scorreranno  sul  telo.  Stefano  si  incarica  di realizzare il Power Point e di occuparsi di tutti i supporti audiovisivi. 

Il testo del mito conterrà delle parole greche rimaste immutate  dall’antichità  a  oggi,  spesso  di  immediata comprensione  perché  assai  simili  ai  corrispettivi  italiani.  La lettura  di  Alberto  si  incepperà  proprio  a  causa  di  queste parole:  riuscirà  a  leggerle,  ma  chiederà  aiuto  agli  alunni riguardo al loro significato. Gli alunni lo aiuteranno, aiutati a loro volta dal Power Point, che proietterà la parola scritta in alfabeto greco, la trascrizione in caratteri latini, e un disegno esplicativo. Alberto potrà così procedere nella lettura. 

A questo punto si prende in considerazione l’entrata in  scena  di  Teseo  (Alessandro),  che  comparirà  dopo  aver bussato alla porta e  instaurerà  con Alberto un microdialogo 

buffo. Lo scambio di battute sarà volto a chiarire l’identità di Teseo e a richiamare alla mente degli alunni i tratti  tipici  dell’Atene  antica,  così  come  li  hanno  studiati  nel  libro  di  testo,  contrapponendoli  alle

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Jutta alle prese con le ultime rifiniture del perìptero. 

caratteristiche della città moderna. Si stabilisce, inoltre, che Teseo, in qualità di sommo esperto della lingua greca, proporrà agli alunni un ripasso del lessico appena appreso. 

Si  decide,  infine,  che  il  passaggio  dall’antichità  ai  giorni  nostri,  proposto  da Alberto  a  Teseo  e  al gruppo classe, si realizzerà attraverso un espediente fantascientifico: un breve filmato di una macchina del tempo, preceduto da una  fotografia  in bianco e nero del Partenone e seguita da un’immagine di una via particolarmente trafficata dell’Atene contemporanea. 

Il  terzo  incontro ha  lo  scopo di mettere  a  fuoco  la seconda  parte  della  lezione,  quella  immediatamente successiva  al  viaggio  nel  tempo,  dove  Teseo  entrerà  in contatto con l’Atene dei giorni nostri e scoprirà alcune delle novità che la storia più recente ha riservato alla Grecia. Per illustrare  a  Teseo  e  al  gruppo  classe  i  tratti  salienti  della Grecia  moderna,  si  opta  per  l’ascolto  di  una  canzone. Dimitra  propone  il  video  di  Ellada mu  òmorfi  (Grecia mia bella)  della  cantante  greca  Polixeni,  che  si  decide  di proiettare  per  tre  volte:  un  primo  ascolto  introduttivo,  un secondo  ascolto  per  la  memorizzazione  delle  parole (guidata  da  Teseo  e  dal  Power  Point),  un  terzo  ascolto interattivo,  durante  il  quale  gli  alunni,  divisi  in  gruppi, alzeranno la mano quando sentiranno le parole assegnate in precedenza a ogni gruppo. 

Al  termine  della  canzone,  si  decide  che  Tatiana accompagnerà  Teseo  al  perìptero,  il  tipico  chiosco  greco dove  si  può  comprare  praticamente  tutto.  Dopo  varie discussioni,  infatti,  il perìptero viene scelto come elemento particolarmente  rappresentativo  della  Grecia  moderna  e come  strumento didattico  efficace per  l’approfondimento e  il  consolidamento  lessicale.  In seguito a una spiegazione sommaria  della  natura  del  perìptero,  infatti,  questo  verrà utilizzato  come  una  sorta  di  contenitore  di  parole  vecchie  e  nuove:  sulla  parete  portante  verranno applicate immagini di parole già apprese o di altre facilmente intuibili, e si organizzerà un gioco a squadre, al termine del quale si premierà il gruppo di alunni che ha indovinato più parole. Il premio (che si decide di riservare a entrambe le squadre per evitare differenze) consisterà in un komboloi, altro oggetto tipico della cultura greca contemporanea. 

Jutta si assume l’incarico di costruire un perìptero (a dimensioni pressoché reali!) con materiali di recupero, colorarlo e realizzare un’architettura di sostegno. 

Nel quarto  incontro  si  inizia a  ragionare sulla parte di  lezione che seguirà l’intervallo. Si pensa di riprendere  le  fila del  discorso  collegandosi  al  komboloi  regalato  in precedenza a  tutti  gli  alunni:  le  perle dalle  quali  è  formato  sembrano  un  ottimo  pretesto  per  imparare  i  numeri  in  greco  (limitatamente  alla prima  decina),  che gli  alunni  collegheranno  ai  nomi dei  poligoni  studiati  in  geometria.  Si  stabilisce  che  i numeri  vengano  anzitutto  pronunciati  dagli  studenti  presenti  in  classe  e  vengano  poi  mimati  sulle  note della canzoneMe lene Popi (Mi chiamo Popi, cantata da Ghiorgos Dallaras, con la musica di Goran Bregovic e  le  parole  di  Michalis  Ganàs).  Stefano  si  assume  il  compito  di  rimaneggiare  la  canzone,  tagliandola  e

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Ena, dio, tria: la coreografia di Tatiana, Dimitra e Giulia. 

Il nostro logo. 

rallentandola perché le parti in cui vengono pronunciati i numeri siano ben chiare; Dimitra, Giulia e Tatiana si  candidano  per  l’allestimento  e  l’esecuzione  di  un  balletto  con  cui 

animare il gruppo classe ed evidenziare la pronuncia dei numeri. 

Si  inizia  a  ragionare  anche  sulle  strategie  di assimilazione e ripasso della prima decina appena appresa. Si propende per l’organizzazione di un gioco le cui regole siano  già  note  al  gruppo  classe  e  si  decide  infine  per  il Memory.  Dimitra  si  assume  il  compito  di  coordinare  il gioco,  realizzando  anzitutto  venti  carte  con  il  dorso  di colore  diverso:  sul  fronte,  dieci  riporteranno  i  numeri arabi e dieci riporteranno le trascrizioni in caratteri  latini 

dei nomi dei numeri in greco. Ai bambini, opportunamente divisi  in  coppie,  sarà  richiesto  di  abbinare  il  numero  alla 

parola. 

Si decide che, ai fini del consolidamento del lessico, seguiranno  altri  ascolti  della  canzone:  durante  il  secondo ascolto  gli  alunni  saranno  chiamati  a  ripetere  i  numeri  al 

momento giusto,  facendosi  guidare da Dimitra, Giulia  e  Tatiana; durante  il  terzo ascolto  agli  alunni  sarà chiesto di cantare e, contemporaneamente, di ballare in cerchio. Al termine dell’ultimo ascolto ci si siederà di nuovo per terra e si ripeteranno i numeri, collettivamente e individualmente, sgranando le prime dieci perle del komboloi. 

Il  quinto  incontro  ha  lo  scopo  di  organizzare  la  quarta  e  ultima  parte  della  lezione,  che necessariamente deve essere meno impegnativa delle precedenti, ma allo stesso tempo deve comprendere una minima attività di produzione della lingua, considerato che nelle altre tre sezioni se ne è privilegiata la comprensione. Si decide di completare l’avvicinamento alla civiltà greca moderna attraverso il contatto con il  cibo: agli alunni  (e, ovviamente, alle maestre) verranno proposti dei biscottini o dei pezzetti di  tiròpita (sfogliata  al  formaggio);  ciascuno potrà  scegliere  ciò che più gli  piace, purché  la  scelta venga espressa  in greco, con l’aiuto della proiezione Power Point. 

Nel  sesto,  settimo  e  ottavo  incontro,  quando  i contenuti  sono ormai  stabiliti,  si  inizia a  ragionare  sulle questioni di dettaglio, sugli aspetti più pratici del lavoro e suimomenti di raccordo tra le varie sezioni. 

Anzitutto  si  sceglie  il  logo  da  abbinare  al progetto  Grecolandia.  Dopo  lunghe  discussioni,  si  opta per  l’immagine  di  una  civetta:  inizialmente  si  cerca  di produrre un disegno originale, ma alla  fine  si  decide di unire  il  passato  al  presente  sfruttando  l’immagine  che compare sul verso delle monete greche del valore di un euro,  considerato  che gli  alunni  l’hanno  forse  già  vista. La  civetta  viene  caricaturata  e  resa  più  simpatica  con alcuni  ritocchi  di  carattere  fumettistico;  tutt’attorno  si riporta il nome del progetto utilizzando un font particolarmente giocoso.

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Riccardo sembra aver particolarmente apprezzato il nostro libretto… 

Si discute, poi, la disposizione di oggetti e persone all’interno della classe. Si decide che i banchi andranno addossati alle pareti perimetrali e che gli alunni siederanno al centro della stanza, per  terra, a semicerchio; la lavagna non servirà (si decide espressamente di evitare qualsiasi forma di produzione della lingua scritta); si stabiliscono le posizioni delle capogruppo (Dimitra, Giulia, Tatiana, Valeria) che siederanno tra  i  bambini,  del  perìptero,  della  sedia  utilizzata  da  Alberto;  si  cerca  di  prevedere  con  buona approssimazione  le posizioni  reciproche di Alberto e Alessandro,  gli  spostamenti  di  Tatiana e Alessandro verso  il perìptero,  lo  spazio  che necessita  il  balletto di Dimitra, Giulia e  Tatiana;  soprattutto,  si  stabilisce dove andranno posizionati il telo, il laptop, il proiettore e le casse. 

Si  sente  la  necessità  di  una “divisa”  comune,  che  faciliti  gli  alunni nell’identificazione  dei  componenti  il gruppo  di  lavoro:  si  opta  per magliette azzurre  per  i  ragazzi  e  felpe  blu  per  le ragazze. Ci si occupa anche di realizzare la  tunica  per  Teseo,  di  procurare  i sandali,  la  corona  di  alloro,  i kombologhia. 

Si  definiscono  tutte  le  musiche della  colonna  sonora,  si  perfeziona  il Power  Point,  si  rivedono  i  dialoghi, cercando  di  renderli  più  spiritosi  e 

possibilmente  in  rima  (e perciò più efficaci).  Si decide  che  Valeria,  alla  fine  della  seconda  sezione  del  lavoro,  spiegherà  ai  bambini  le  caratteristiche,  la funzione e l’uso del komboloi; che Giorgio si fingerà peripteràs, cioè addetto al perìptero, per interagire con gli  alunni  prima  e  durante  il  gioco  delle  parole  da  indovinare;  che  Stefano  farà  finta  di  essere  greco  e, nell’ultima sezione del  lavoro, spiegherà come chiedere il cibo desiderato e ascolterà uno a uno gli alunni porgendo loro il cibo scelto. 

Si decide anche di confezionare un libretto da regalare a ciascun alunno alla fine della mattinata (v. Allegato 4). Il libretto comprende  il  testo  del  mito  di  Teseo  e  il  Minotauro  con  dei semplici  giochi  linguistici;  le  due  canzoni  ascoltate,  nel  testo originale  greco,  nella  trascrizione  in  caratteri  latini  e  nella traduzione in lingua italiana; alcuni semplici giochi per il ripasso e  il  consolidamento  dei  numeri  da  uno  a  dieci  e  del  restante lessico appreso;  una pagina di ripasso su come chiedere e dire il proprio nome e  come ordinare  i  due  cibi  proposti  in  classe.  Si sente  la  necessità  di  integrare  il  libretto  con  una  piccola appendice, a cura di Valeria e Giorgio, composta da un frasario di  base  per  approfondire  la  conoscenza  della  lingua,  e  dallo schema dell’alfabeto greco e delle regole base della pronuncia. Ogni  libretto  viene  personalizzato  con  la  trascrizione  del  nome dell’alunno in caratteri greci. 

La piantina della classe.

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Si  decide,  inoltre,  di  redigere  una  tavola dettagliata  dell’incontro  (v.  Allegato  3),  a  uso  interno, dove  viene offerta una descrizione particolareggiata di  ogni  sezione del  lavoro e dove  vengono  riportati tutti  i dialoghi da recitare:  lo strumento faciliterà  il  coordinamento,  il  ripasso e  le eventuali modifiche da apportare ai contenuti. La tavola è divisa in tre colonne: la prima descrive l’azione, la seconda il contenuto del  Power  Point  e  della  colonna  sonora,  e  la  terza  il  contenuto  del  libretto.  Ciò  permette  di  valutare, relativamente a qualsiasi momento dell’incontro, il grado di interazione tra i vari strumenti realizzati. 

Infine, si decide di realizzare un cartellone da consegnare all’insegnante Beatrice, perché, circa una settimana  prima  dell’incontro,  lo  attacchi  ben  in  vista  a  un  muro  della  classe,  senza  specificarne  la provenienza. Il cartellone (v. Allegato 2) comprende il logo di Grecolandia, al centro; tutt’intorno, disposte come raggi di sole, diciotto parole scritte in caratteri greci (la gran parte delle quali verrà proposta in classe, 

mentre  alcune  saranno  lasciate all’intuizione degli  alunni);  lungo  i margini  del  foglio,  a  cornice, diciotto  immagini,  ciascuna  delle quali rappresenta una delle parole greche;  in  basso,  in  stampatello maiuscolo  per  ragioni  di  affinità con  l’alfabeto  latino,  la  data (giorno e anno in numero, mese in parola)  della  rappresentazione.  Il cartellone ha lo scopo di suscitare la  curiosità  degli  alunni  nei confronti dell’iniziativa proposta e di  indurre  già  un  primo  contatto autonomo con l’alfabeto greco. 

Il nono e decimo  incontro consistono nelle prove generali; le prove  generali  del  decimo incontro  si  sono  tenute  presso  la scuola  elementare  il  pomeriggio immediatamente  precedente  alla lezione:  la  disponibilità  delle insegnanti  e  del  personale ausiliario  ha  così  permesso  di 

poter già  trasportare  il materiale prodotto, di predisporre  la classe per  la  rappresentazione e di  rendersi conto degli spazi a disposizione per poterli gestire al meglio. 

3. Appuntamento in classe: un commento dell’insegnante Beatrice. 

Il progetto di avvio alla lingua neogreca ha avuto un'ottima accoglienza da parte della totalità della classe e una ricaduta molto positiva sulle attività didattiche anche nei mesi che hanno seguito l'intervento stesso. Sia i commenti a caldo dei ragazzi che i continui richiami alle diverse attività presentate evidenziano, infatti,  che  gli  obiettivi  didattici  prefissati  sono  stati  pienamente  raggiunti.  A  puro  titolo  esemplificativo posso menzionare un episodio tra tutti: a un paio di mesi di distanza dall’incontro, un genitore riferiva del 

L’allestimento del perìptero all’inizio delle prove generali.

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desiderio  espresso  dal  proprio  figlio  circa  la  volontà  di intraprendere  lo  studio  del  greco  nei  seguenti  gradi  di istruzione.

Per  entrare  nello  specifico,  gli  studenti  coinvolti  nel progetto  hanno  dimostrato  di  aver  saputo  programmare molto  attentamente  le  attività  ludico‐didattiche  proposte, curando  con  molta  precisione  i  tempi  di  attuazione  e  le modalità di presentazione,  adeguandole all'età degli alunni. La  scelta  degli  argomenti  proposti  ha  favorito  un  clima  di aspettativa  e  la  varietà  delle  strategie  didattiche  ha consentito  a  tutti  i  ragazzi,  compresi  gli  alunni  extra‐ comunitari  e  i  bambini  con  difficoltà  di  apprendimento,  di partecipare attivamente alle attività presentate. 

L'aula scolastica si è trasformata per un giorno in una finestra aperta sulla lingua e sulla civiltà che  tutto  il mondo occidentale considera alla base della propria cultura! 

A  conclusione  posso  solo  aggiungere  che,  in  qualità  di insegnante,  molto  raramente  mi  è  capitato  di  ospitare "esperti"  così preparati a presentare  l'oggetto della propria conoscenza in maniera così semplice ed efficace ad un "pubblico" di pre‐adolescenti. (Beatrice Vallini) 

4. Autovalutazione: i nostri commenti. 

Provare  ad  applicare  la  didattica  delle  lingue  straniere  a  una  classe  di  alunni  della  scuola  primaria  e costruire un’attività di un’intera giornata, che  fosse al tempo stesso divertente e istruttiva, è  stata  un’esperienza  nuova  e  molto  interessante.  Credo  che  per  i  ragazzi  sia stata un’occasione per imparare qualcosa  di  una  lingua  europea  con  cui difficilmente avrebbero potuto entrare  in  contatto altrimenti;  sono stati guidati  in un  percorso  dalla  Grecia  classica,  che  hanno iniziato a conoscere a scuola, fino alla  Grecia  moderna,  attraverso  suoni,  sapori, parole e elementi culturali. Per noi studenti  è  stato  un  lavoro  prezioso  dal  punto di vista dell’esperienza pratica, ma anche  un  motivo  per  riflettere  su  quali  elementi  della  lingua  neogreca  e  del  suo mondo  culturale possano essere percepiti  come  “altri” e quali invece “vicini” alla nostra cultura. (Valeria Baldissera) 

L'esperienza  fatta  presso  la  scuola  di  Zelarino è stata entusiasmante. Due aspetti mi  hanno  lasciato  molto  soddisfatto:  uno  è  il  fatto  stesso  di  lavorare  con  i bambini, e in secondo luogo il fatto di  lavorare con la lingua greca. Per molti anni ho svolto attività di animazione,  per  eventi,  scuole  e  altre  occasioni. Sicuramente  ho  un’esperienza  tale  da portarmi ad avere, in generale, un buon  rapporto  coi  bambini,  so  come  comportarmi  con  loro,  capire  quando si  annoiano, quando  sono  contenti  di  quello  che  stanno  facendo,  quando vorrebbero  imparare  qualcosa  di  nuovo.  Ogni  volta  mi  lascia  esterrefatto  la sincerità  che  mettono  in  tutto  ciò  che  dicono  e  fanno,  ed  è  una  cosa  alla  quale  non  riuscirò  mai  ad 

L'insegnante Beatrice in attesa del suo tiropitaki.

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abituarmi. Quando si  lavora con i bambini, non credo si tratti di scendere al  loro livello, perché altrimenti sarebbe sottointesa una loro posizione a un livello più basso: si tratta più che altro di entrare nel loro mondo e  capire  come  le  cose  vanno secondo  un modo  di  vedere  che  avevamo  e  poi  abbiamo  perso.  Il  fatto  di lavorare con il greco moderno è stata una novità che ha dato un certo grado di concretezza allo studio della lingua. È la prima volta che mi è capitato di  lavorare con dei bambini nel'ambito dell'istruzione, intendo il fatto stesso di  insegnare loro delle cose dal punto di vista didattico. E ancor meno avrei pensato di poter trovarmi  a  insegnare greco.  Durante  la  preparazione  è  stato molto  difficile  riuscire  a  trovare  i modi per poter insegnare. I contenuti si trovavano senza problemi, anzi, ce n'erano fin troppi! Il problema era trovare il modo per spiegare una cosa che per noi sembrava così normale e cercare di riportarla a un livello semplice e  comprensibile.  Ogni  tanto  credo  ci  siamo  sforzati  anche  troppo  a  semplificare  il  tutto,  perché  visto  il risultato durante la lezione e  la velocità di apprendimento dei bambini,  tante cose avremmo forse potuto inserirle.  Ad  ogni  modo  è  stata  una  prova  per  tutti,  e  credo  che  i  risultati  siano  stati  soddisfacenti  per ognuno di noi. (Alessandro Baracetti) 

La  realizzazione  del  progetto di  introduzione  alla  lingua  e  cultura greca  è  stata un'esperienza  bellissima, motivante  e  formativa.  Il  lavoro d'equipe,  le  metodologie  sperimentate,  la  revisione continua  e  anche  gli  imprevisti  sono  serviti  a  noi  studenti  per  capire  la differenza  tra  apprendere  e  far  apprendere.  La  vera  soddisfazione poi è arrivata dai bambini: bravi, buoni e  svegli,  sono  stati  i  veri  protagonisti della  giornata,  dimostrando  una  partecipazione  e  un  entusiasmo sorprendenti.  È  stato  davvero  emozionante  riuscire  a  trasmettere così  bene  la  nostra  passione  per  il  neogreco.  Emozione  che  ha  suscitato, almeno nella sottoscritta, anche un po' di  commozione  durante  il  discorso conclusivo  di  Alberto  sulla  Grecia  e  le  sue  bellezze. (Tatiana Bovo) 

Cercare  materiale  per  questo  progetto  che  aveva  come  scopo  quello  di  far  conoscere  la lingua  neogreca  (che,  pur  essendo  una  lingua  europea,  è  ancora  poco conosciuta)  nella  scuola  elementare non  è  stato  facile,  perché  si  dovevano cercare  argomenti  che  dessero  del  mondo  greco  un'idea  e  un'immagine serie  e  allo  stesso  tempo  divertenti  perché  il  tutto  era  rivolto  a  ragazzi delle  scuole  elementari,  perciò  giovanissimi  ma  allo  stesso  tempo molto  svegli  e  intuitivi.  Frapponendo  storie mitologiche  della  Grecia  antica a  immagini  della  Grecia  moderna,  inserendo  musiche  caratteristiche, proiettando con l'aiuto di allegre canzoni  una  serie  di  immagini  e  disegni  che spiegavano  il  significato delle parole, a mio  avviso si è raggiunto lo scopo prefissato: ce lo hanno dimostrato soprattutto la partecipazione  e il grande entusiasmo della scolaresca. (Stefano Carta) 

Portare il greco alle elementari vuol dire cambiare e imparare. Vuol dire adottare e adattare modi e tempi diversi  da  quelli  canonici,  per  disegnare  assieme  ai  giovanissimi  alunni  una  giornata  all’insegna dell’apprendimento.  Quello  che  i  (grandiosi)  alunni  di  Zelarino  hanno  imparato  è  l’altra faccia di quello che abbiamo  imparato noi  nell’insegnarlo.  Il  gioco dell’apprendimento  ha  stimolato  nuove  vie  per  spiegare,  incitare,  verificare  il “qui  ed  ora”  dell’in‐segnare,  del  porre  un segno di conoscenza nella mente di qualcuno.  Tutte  le  loro  reazioni  a  stimoli di  ragionamento, gioco, ballo, ripetizione,  pronuncia  e  comprensione,  rimandano  indietro  un’immagine  di curiosità  e  fame  di  sapere,  tanto  e  piacevolmente  vicina  a  quel  concetto di  ‘amore  per  la  conoscenza’  che  spinge  ciascuno  verso  l’ambito  linguistico, umanistico,  letterario. Con  la  loro voglia di  imparare  i  bambini  di  Zelarino  hanno

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fatto letteratura. (Alberto Cotrona) 

Se  un  difetto  dell’attuale  sistema  universitario italiano è la forte carenza di attività pratiche rispetto a quelle teoriche,  l’esperienza  di  Zelarino  dovrebbe rimanere,  in  questo  senso,  un  esempio.  Essa  ha  infatti  dimostrato  come  si possa  fare  interagire  con  successo  i due  livelli di pubblica istruzione tra loro più lontani. Presentare a dei bambini di dieci  anni  la  Grecia  per  quella  che  è  oggi, senza  prescindere  ma  senza  dipendere  dai  fasti  del  passato,  non  era  un compito facile: c’era il rischio di annoiare o  di cadere in luoghi comuni; pare di poter affermare  non  solo  che  questi  rischi  sono  stati  evitati,  ma  anche  che  la  reazione degli scolari è stata partecipe ed entusiasta al di  sopra delle aspettative,  il che ci ha inteneriti – e potrei dire commossi – ma ci ha soprattutto dato la soddisfazione di vedere il nostro lavoro concretizzarsi, riuscire sotto i nostri occhi; soddisfazione, questa, non frequentissima nell’esperienza universitaria ordinaria di molti studenti. Di qui  l’augurio che l’esperienza venga ripresa o che se ne traggano utili spunti. (Giorgio Fogliani) 

A dire la verità non mi aspettavo un riscontro  così  positivo  da  parte  dei  bambini  della scuola  e  dunque  la  soddisfazione  per  il  lavoro  fatto  e  i  risultati  ottenuti  è doppio!  Organizzare  questa  "lezione  particolare  e  alternativa"  è  stato  un lavoro  impegnativo  ma  è  stato  bello  lavorare  in  gruppo  e  soprattutto vedere  come  tutte  le nostre  idee  si  sono  concretizzate  in un  qualcosa  di creativo e apprezzato dai bambini e dalle  maestre.  Penso  che  riproporre  questo lavoro  anche  ad  altre  classi rappresenterebbe  davvero  un arricchimento  per  ogni  piccolo  alunno.  (Dimitra Mylonas) 

È  stata  sicuramente  un’esperienza  particolare,  un  modo  per  entrare  in  un mondo  a  me  sconosciuto,  cioè  una  classe  della scuola elementare affrontata da un punto  di  vista  adulto.  Oltre  al  lavoro  di  gruppo  con  i  compagni di  corso,  che  ci ha unito  come classe,  è  stato  interessante  inquadrare  l’oggetto  dei  miei  studi,  la Grecia  e  il  neogreco,  in  modo  da  presentarlo  a  un  pubblico  di  bambini, che  con  il  loro  entusiasmo  e  la  loro  semplicità  mi  hanno  dato  l’ennesima motivazione  ad  amare  quello  che  studio.  (Giulia Zovi) 

Il gruppo al completo alla fine delle prove generali.

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5. “Dicono di noi”: i commenti degli alunni. 

Forse è stata una delle migliori giornate che ho passato. Quello che mi ha colpito di più è stato il momento che abbiamo cantato Ellada mu òmorfi e quando ci hanno dato il komboloi. (Alessandro) 

Mi è piaciuto molto il gioco del fazzoletto perché abbiamo imparato i numeri in greco. (Andrea) 

Mi è piaciuto quando abbiamo ballato i numeri in greco. (Aurora) 

Mi è piaciuto soprattutto quando abbiamo cantato e ballato in greco. (Chiara) 

Mi sono piaciuti molto i numeri, le parole in greco, ma soprattutto la canzone Ellada mu òmorfi. (Elena) 

Mi sono divertita soprattutto quando è venuto Teseo e quando abbiamo ripetuto le parole in greco. (Elenavittoria) 

Abbiamo avuto la possibilità di "imparare" la lingua greca. Abbiamo giocato ,abbiamo ripetuto e ascoltato e infine cantato canzoni. (Irene) 

Mi sono molto divertita, è stata una bella giornata. (Licia) 

Grazie ai ragazzi che hanno partecipato e hanno insegnato tante cose! (Lime) 

Foto di gruppo alla fine della mattina (ostentazione collettiva dei libretti e dei kombologhia…).

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Abbiamo imparato molte cose,ballato il sirtaki, giocato al fazzoletto pronunciando i numeri in greco,ascoltato delle belle canzoni. Gli studenti hanno messo amore e impegno per regalarci una stupenda 

giornata. (Lorenzo) 

È stata una mattinata veramente piacevole sia perché l'argomento era interessante sia perché i ragazzi erano molto simpatici e spiritosi. (Luca) 

La parte più bella della giornata è quando abbiamo giocato a memory con i numeri in greco. (Marco) 

Io di questo incontro sono rimasta molto contenta ; non mi aspettavo di ricevere dei regali e di assaggiare dei cibi tipici della Grecia. (Martina) 

La parte più bella è stata quella in cui Dimitra, Giulia e Tatiana si sono esibite in un simpaticissimo balletto per spiegarci i numeri in greco. (Martina) 

Mi è piaciuto tutto, come le canzoni, il balletto, i giochi, la storia e le immagini proiettate. (Nicola) 

A me il laboratorio di neogreco è piaciuto moltissimo perché abbiamo fatto cose bellissime durante tutta la giornata. (Riccardo) 

È stato bello quando siamo andati a prendere il tiropitaki o il biscotaki. (Roland) 

Mi è piaciuto molto il momento in cui bisognava dire i numeri nella lingua greca. (Veronica) 

E abbiamo mangiato anche il cibo della Grecia,il tiropitaki era buonissimo! (Zeynep) 

6. Un calendario inaspettato per pensarsi tutto l’anno. 

Qualche  giorno  dopo  la  lezione  di  Grecolandia,  gli studenti “grandi” hanno ricevuto dagli studenti “piccoli” un regalo  bello  e  inaspettato.  L’insegnante  Beatrice  ha  fatto avere  a  ciascuno  studente  universitario  un  calendario confezionato dai bambini. Sul fronte compaiono il disegno di una  scena  particolarmente  rappresentativa  della mattinata trascorsa  assieme,  sul  retro  le  firme  di  tutta  la  classe.  Le immagini  precise  fino  al  dettaglio,  lo  sforzo  di  trascrivere alcune  delle  parole  greche  apprese,  la  vivacità  delle  scene ritratte  sono  state  la migliore  ricompensa  a  questo  nostro sforzo comune. 

Uno dei capolavori.