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Dossier GHnet Glamping© un modello efficace di sviluppo turistico sostenibile Dossier GHnet www.ghnet.it 19 febbraio 2008

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Glamping© un modello efficace di sviluppo turistico sostenibile

Dossier GHnet

www.ghnet.it

19 febbraio 2008

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SOMMARIO

1. Premesse: il balneare nel Sud Italia 2. Ecolodge per il Glamping: una nuova concezione di Plein Air 3. Le motivazioni diffuse per la scelta di questo tipo di ospitalità 4. Glamping© e Ecolodge nel mondo 5. Prefab di design per una nuova struttura dei costi 6. Il plein air per i nuovi mercati 7. Il plein air per il nuovo posizionamento della regione 8. Safari a impatto zero – l’esempio di successo Wilderness Safaris (Africa) 9. Gli otto principi per un’attività ecoturistica del Kingfisher Ecolodge (Laos) 10. Internettografia e bibliografia

1. Premesse: il balneare nel Sud Italia Gli aspetti critici che caratterizzano la situazione presente dell’industria turistica legata al mare e al balneare nel Sud Italia sono molteplici: forte concorrenza di destinazioni emergenti a basso costo, non competitività del rapporto qualità/prezzo, necessità di nuovi e maggiori servizi per il pubblico, bassa redditività, forte stagionalità, scarsa diversificazione dell’offerta e integrazione con altri prodotti, attrazione di mercati dalla propensione alla spesa medio-bassa sono alcuni di questi. Fra tutti questi fattori ed elementi, la marcata stagionalità dell’attività turistica balneare è senz’altro uno di quelli maggiormente limitanti, e che pone la condizione più pesante alla redditività generale del sistema di offerta. Si hanno pertanto tassi di occupazione lordi generalmente bassi, sia pure a fronte di tassi di occupazione netti soddisfacenti, e un periodo di apertura limitato nella migliore delle ipotesi a quattro mesi, spesso molto meno.

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Nonostante gli sforzi in atto da tempo per una destagionalizzazione dell’attività turistica, questa potrà verosimilmente riguardare segmenti diversi dal balneare, oppure prodotti turistici integrati. Il balneare può invece ambire ad un rafforzamento della domanda nei mesi di giugno, luglio e settembre: sarebbe azzardato ambire a obiettivi maggiori, vista anche la natura strutturale della domanda specifica del segmento. Si pone pertanto l’esigenza di intervenire sulla redditività complessiva del turismo balneare agendo su leve e fattori diversi dalla destagionalizzazione – che pure resta un obiettivo strategico anche per il mare, ma necessariamente collaterale rispetto ad interventi dalla maggiore incisività. Un aspetto importante da tenere in considerazione per l’individuazione di linee di intervento efficaci per il miglioramento dell’economia legata al balneare è anche l’evoluzione del mercato, della domanda e dello scenario competitivo. In questo contesto, un riposizionamento dell’offerta balneare impostata sulla centralità di un plein air di nuova concezione appare come una soluzione auspicabile in quanto consentirebbe di sposare con successo entrambi gli obiettivi emersi: aumentare la redditività del settore andando a incidere sui costi di realizzazione e di esercizio, e puntare in modo specifico su un segmento di domanda che sta emergendo con forza ultimamente. 2. Ecolodge per il Glamping©: una nuova concezione di Plein Air La sensibilità alle tematiche ecologiche e di sviluppo sostenibile sono ormai un tema di grande attualità che non si può più trascurare. Tradizionalmente, il plein air è stato assimilato, in Italia, al semplice concetto di campeggio: camper, roulotte, tenda, bungalow (per la maggior parte mobile home di vecchia concezione). Si tratta spesso di una forma di ospitalità che non ha nulla che vedere con il contatto con la natura e la salvaguardia della stessa. Si tratta piuttosto di “parcheggi” di posti letto a basso costo. Un solo esempio basterà a far capire quanto poco ecologico sia spesso il campeggio all’Italiana: quello di Rapallo (Liguria), confinante con

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l’autostrada a Nord, con il casello autostradale ad ovest e con un parcheggio per TIR a sud. Esiste però una concezione diversa del plein air, nata ed affermatasi all’estero, che lo colloca in tutti i segmenti di riferimento, in particolare la fascia medio-alta del mercato turistico, spesso anche di lusso, e che storicamente si lega all’utilizzo dei lodge e dei resort. Si tratta di un’offerta che si rivolge idealmente a fasce di utenza più ampie dei soli campeggisti. Tanto che qualcuno parla ormai di glamping©, ovvero camping con glamour. Più in generale questo tipo di ospitalità viene classificata sotto la dicitura di “ecolodge”. Lodge: piccola casa nella natura usata specialmente da persone in vacanza o che partecipano ad attività sportive. (tratto dal dizionario inglese Cambridge) 3. Le motivazioni diffuse per la scelta di questo tipo di ospitalità La natura, l’acqua chiara e l’aria pura stanno diventando una “merce” sempre più rara e sempre più desiderata. Non può essere sprecata Sono sempre più numerosi coloro che cercano viaggi ricchi di esperienze e autenticità, a contatto con la natura, ma anche con servizi a cinque stelle. Ecco quindi comparire il glamping©: si dorme in tende o bungalow, ma con ricchi arredi. Anche la sala da pranzo è organizzata in strutture “leggere”, ma l’arredo vi è sempre confortevole e lussuoso, con cibo di alta qualità dove primeggiano i prodotti locali e il buon vino. Il tutto nel massimo rispetto dei criteri ambientali. Oggi gli angoli di natura incontaminata, preservata, sono diventati una vera ricchezza. Sono molto ricercati, a patto che rispondano a rigidi criteri di servizio che rispettino alcuni concetti essenziali di seguito schematizzati:

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Ciò che vogliono le tribù del glamping©: Trovare tutti i confort

avendo l’impressione di essere degli esploratori Strutture spartane

ma di grande fascino Sapere dove andare

per poi sentirsi liberi di perdersi “Giochi” fonti di identità e edonismo. Ogni gioco è natura

ma richiede servizi e strutture specifici Alcuni giochi delle tribù del glamping: escursioni e trekking, mountain bike e cicloturismo, equitazione, climbing, volo (parapendio, deltaplano, aliante, …), enogastronomia e piaceri della tavola, archeologia, astronomia, tarzaning, motocilismo, ecc…

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Territorio Natura, paesaggi Silenzio, spazi, profumi, vista Qualità dell’offerta eno-gastronomica Non inquinamento Bassa densità dell’antropizzazione Nei territori ancora preservati, non costruiti, l’assenza di strutture da punto critico diventa punto di forza. Dal nulla è possibile creare ex-novo un territorio seguendo criteri rigorosi di sviluppo sostenibile. Pubblico Questo particolare tipo di morfologia naturale ed i suoi prodotti non richiama un turismo generalista ma un turismo con connotazioni “genetiche” ben precise: Eco-colto Di movimento lento Non standard quindi intraprendente e curioso Individuale Allo stesso tempo adattabile ed esigente Fisicamente attivo/sportivo Turismo delle tribù, del passa parola, che diffida dei pacchetti turistici e detesta l’affollamento. Un pubblico in cerca di autenticità, scoperta e relax. Un pubblico mosso da una parola eternamente magica: evasione.

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Snodo del posizionamento Vuoto Natura Silenzio Isolamento Selvaggio Lentezza Bellezza Tribù del glamping

Trasparenza Seduzione Accessibilità Facilità Edonismo

Ecco, a titolo di esempio, quanto dichiara il sito del TO australiano www.ecomodation.com, specializzato (e all’avanguardia) nel settore: Lasciatevi rapire dalla bellezza che circonda ogni sito di Ecomodation, sapendo che la vostra presenza è in accordo con l’ambiente. Immergetevi nella cultura e nella storia dei luoghi e rilassatevi. Ogni “rifuggio” si basa sui seguenti principi:

- ogni sito è un porto di pace - ogni sito è ambasciatore delle unicità della cultura locale - i nostri servizi sono i migliori della nostra categoria - facciamo ogni cosa nel massimo rispetto dell’ambiente

Tutti i nostri siti vi aiuteranno a ringiovanire e a riposarvi. Altro esempio, l’offerta del Daintree ecolodge in Australia (http://www.daintree-ecolodge.com.au/)

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L’alloggio – un nascondiglio unico Soltanto 15 bungalow che occupano una posizione esclusiva nel cuore della più antica foresta pluviale del mondo offrono la sensazione di essere un “tuttuno” con la natura pur garantendo tutti i confort possibili di una struttura commerciale: - Spa e Centro benessere Daintree (award winning Spa) - Ristorante & Galleria Julaymba - Vasta offerta di tour e attività culturali ecoturistiche riguardanti la foresta pluviale, il reef e le culture aborigene. - Servizio di tranfer da/per Cairns, Airport & Port Douglas - Galleria d’arte Aborigena - Accesso internet Wireless & Dial-up - Piscina e solarium coperti - Piattaforma per lo yoga e la meditazione vicino alle cascate ed ecco i premi… 2006 - World Best Eco Spa - United Arab Emirates Millionaires Choice 2006 - Top 20 Australasian Hotels - Conde Naste Readers Choice Award Top 10 boutique Spa of the World - Spa Finder USA Readers Choice Award The Best Spa on Australian Continent - World Spa Awards Spa Finder USA 4. Glamping e Ecolodge nel mondo A far nascere questa tipologia di plein air sono state destinazioni come Sud Africa, Australia, Messico, Indonesia, Kenya, che nei grandi spazi naturali presenti hanno saputo individuare una modalità non invasiva di insediamento turistico, basata sull’uso di architettura leggera e integrata nell’ambiente, tale quindi da offrire all’ospite un contatto diretto e profondo con la natura. Il tutto affiancato però da servizi, facilities e commodities tali da creare strutture di alto livello. (Africa) www.wilderness-safaris.com/ (Thailandia) http://www.fourseasons.com/goldentriangle/photo_gallery/ (Belize) http://www.thelodgeatbigfalls.com (Australia) http://www.ecomodation.com.au/

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Se è vero che il modello si è sviluppato principalmente in paesi dal clima sempre caldo, è altrettanto vero che esistono interessanti esempi anche in zone dal clima decisamente rigoroso, come il Canada o le Alpi Svizzere. (Svizzera) www.whitepod.com (Canada) www.wildretreat.com (Cile) www.elquidomos.cl Da alcuni anni si assiste a un importante e generale sviluppo di questa tipologia in direzione di una maggiore (e, in prospettiva, totale) sostenibilità ambientale. Lodge e resort diventano ecolodge ed ecoresort, nei quali la scelta dei materiali costruttivi è attuata in modo da impiegare per quanto possibile elementi naturali e riciclabili, la progettazione è finalizzata oltre che al massimo comfort per l’ospite anche alla massima riduzione degli impatti ambientali, tramite efficienza energetica, riduzione degli sprechi e altri accorgimenti, spesso di natura prettamente gestionale. Leggerezza e reversibilità delle strutture, avanguardia ecologica, filosofia di vita in armonia con la natura consentono di sviluppare l’ospitalità turistica riducendo al minimo l’impatto ambientale. Mentre stanno nascendo in Italia alcuni esempi sul fronte degli ecoresort (ultimo quello di Alborea con i suoi 7000 posti letto, http://www.novayardinia.it/index_alborea.php), e sul fronte dell’agriturismo, tradizionalmente più sensibile all’argomento, gli ecolodge e strutture destinate al glamping sono tuttora sostanzialmente inesistenti. Se si pensa ad un possibile sviluppo in questo senso è possibile distinguere fra una fascia alta di mercato e una fascia media: più alta la fascia di riferimento, più alto il livello di servizi e confort, mentre il riferimento alle fasce più basse si avvicinerà di più ad un modello radicalmente rivisto di camping. I casi più noti per la fascia alta sono rappresentati dagli eco-lodge australiani. Lo stato del Victoria, per esempio, già ben affermato sul mercato turistico internazionale grazie a punti di forza tradizionali, quali la Great Ocean Road e Melbourne, sta rispondendo in maniera mirabile alle nuove esigenze del panorama turistico sia domestico che internazionale, puntando ora sulla gastronomia, su soluzioni ricettive adatte a tutte le disponibilità economiche, dai boutique-hotel agli ostelli per i backpacker, dagli eco-lodge ai B&B e su

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un concetto di eco-turismo e turismo sostenibile di alto livello qualitativo. Il loro sistema di certificazione in materia di ecoturismo è un modello riconosciuto a livello mondiale. (http://www.ecotourism.org.au) I dati forniti dall’International Visitor Survey hanno rilevato alla fine di settembre 2005 una crescita annuale del 18% dei pernottamenti di turisti internazionali nello stato del Victoria, uniti a un market share in crescita del 26%. La Corsica è invece il caso più vicino a noi di sviluppo importante del turismo attraverso un plein air di fascia media incentrato sul bungalow. Dagli anni Settanta fino alla fine degli anni Ottanta, la Corsica, facendo crescere esponenzialmente la ricettività di tipo extra-alberghiero, ha visto una speculare crescita del turismo, che è passato da 500.000 arrivi a 1 milione in poco più di otto anni. Oggi la ricettività corsa è composta da 60.000 residenze secondarie, 25.000 unità per il turismo plein-air; le 10.000 camere d’albergo occupano soltanto il terzo posto. 5. Prefab di design per una nuova struttura dei costi La motivazione principale che suggerisce come linea strategica per il balneare la promozione delle strutture turistiche plein air è, come si è visto, di natura economica. A fronte di ricavi pressoché simili a quelli realizzabili da un albergo (se non superiori, a fronte di servizi particolari e di qualità) una struttura ricettiva realizzata in bioedilizia prefabbricata o con tende di lusso consente una riduzione realmente incisiva sia dei costi di realizzazione sia di alcuni costi di esercizio. Ciò si traduce ovviamente in tempi molto ridotti per il raggiungimento del break even e in margini operativi netti maggiori dopo il punto di pareggio. Sul versante della costruzione, il contenimento dei costi è riconducibile ad un doppio livello: in primo luogo i materiali edili prefabbricati hanno costi minori rispetto alle tecniche costruttive tradizionali, al tempo stesso esigono tempi di costruzione estremamente ridotti, proprio perché la manodopera si limita sostanzialmente alla posa e all’assemblaggio delle strutture prefabbricate.

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È da precisare che sono ormai molte le possibilità tecniche di costruzione prefabbricata, così come le aziende e le modalità di progettazione e implementazione delle costruzioni; fra l’altro, i primi esempi di prefabbricato vengono dall’architettura industriale e sono tutt’altro che ecologici ed ecosostenibili, spesso non sono neppure “vivibili”, per cui è opportuno tenere presente che l’architettura finalizzata al turismo plein air che intendiamo qui riguarda solo alcune fra le varie tipologie di prefabbricazione esistenti. Negli ultimi anni è infatti nata una nuova, importante, corrente dell’architettura e del design incentrata sulla progettazione di unità abitative prefabbricate di nuova concezione cui principali obiettivi sono:

- minimizzazione dei costi

- minimizzazione dell’impatto ambientale

- minimizzazione dei tempi di costruzione

- alto livello di design

- uso di materiali naturali e riciclabili

- uso di energie rinnovabili

- avanguardia nella sostenibilità ambientale Alcune di queste sono pensate in particolare per le vacanze. Sebbene, come abbiamo visto, alcune destinazioni si stanno specializzando nel glamping fatto di ecolodge ed ecotende, ad oggi nessuna destinazione turistica al mondo è caratterizzata dall’alto livello di design delle strutture. Improntare il plein air anche sull’avanguardia del design presenta alte potenzialità in termini d’immagine, quasi doverosa per questo Paese. Sono in tal senso ipotizzabili fruttuose collaborazioni con architetti italiani di fama mondiale quali, ad esempio, Gae Aulenti, Antonio Citterio, Massimiliano Fuksas, Piero Lissoni, Atelier Mendini, Renzo Piano, Marco Pilati & Umberto Bloise, Matteo Thun, ecc.

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Vi sono aziende che producono unità abitative singole, cioè elementi completi, spesso anche già arredati, che necessitano solo di essere posati in loco ed essere allacciati alla rete elettrica, idrica e fognaria; si tratta in sostanza di case mobili. In altri casi, gli elementi prefabbricati sono dei moduli componibili fra di loro, che consentono quindi di realizzare unità con uno o più moduli connessi. Vi è poi una terza modalità, quella cioè della prefabbricazione non modulare, che consente una illimitata libertà progettuale. Per questa ultima tipologia i prezzi possono variare dai 300 euro al metro quadrato più i costi per gli impianti e le rifiniture, agli 800 euro al metro per una realizzazione completa. Mediamente comunque si può ritenere che una casa prefabbricata possa costare il 30-40% in meno rispetto all’edilizia tradizionale. Tali indicazioni si riferiscono alla costruzione di villette singole, per cui è facile ipotizzare che possano ridursi nel caso di una costruzione di più lodge o altre strutture turistiche. Ancora più interessante del prezzo in sé può essere il fatto che, nel caso dell’edilizia industrializzata, il prezzo è fisso, cioè non soggetto a tutti gli aumenti in corso d’opera che di solito si verificano durante la costruzione di case in muratura tradizionale: il costo finale coincide pertanto con il preventivo indicato. Un ulteriore vantaggio, che a sua volta incide sul contenimento dei costi, deriva dai tempi di realizzazione notevolmente ridotti; nel caso del prefabbricato non modulare, che ha i tempi maggiori, si parla mediamente di 3-4 mesi dal progetto alla consegna, di cui solo 2-4 settimane per il montaggio. Nel caso di case mobili quest’ultima fase si riduce ovviamente alla sola posa e urbanizzazione dell’unità. L’altro fronte di forte risparmio è costituito dai costi di esercizio: le tipologie di prefabbricato basate sulla bioedilizia permettono infatti di raggiungere importanti obiettivi di risparmio energetico. Dall’isolamento igrotermico all’uso di pannelli solari e altre fonti di energia rinnovabile, dal controllo della ventilazione allo studio della migliore esposizione luminosa, sono numerose le soluzioni progettuali, le tecnologie e i materiali naturali che consentono nell’insieme di raggiungere un regime di consumi energetici e idrici estremamente ridotti. Come alternativa alla prefabbricazione, ricordiamo anche la bioarchitettura, che è più costosa per quanto riguarda realizzazione ma consente risparmio energetico su tutti i fronti, e prefigura quella che viene chiamata “casa passiva”, cioè quasi autonoma dal punto di vista della fornitura energetica.

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Infine ci sono le Ecotende, strutture di estrema leggerezza che uniscono minimo costo e impatto ambientale con il massimo confort, pur restando a stretto contatto con la natura. Sono pertanto diverse le soluzioni che potrebbero rendere possibile una diversa struttura di costi per la realizzazione e la gestione di complessi turistici votati alla ricettività e all’attività balneare; in particolare laddove si è costretti a operare con una stagione turistica molto ridotta la realizzazione di strutture con minori costi di costruzione e di gestione permetterebbe di dare una soluzione efficace all’annoso problema della stagionalità, una soluzione che viene dal versante dell’offerta, vista l’impossibilità di modificare radicalmente i comportamenti della domanda; inoltre si prefigura in questo modo anche la possibilità di svincolare le attività turistiche dalle dinamiche tipiche della rendita fondiaria e immobiliare. 6. Il plein air per i nuovi mercati In molte zone del Mediterraneo la natura incontaminata è ancora un richiamo primordiale. Il Sud Italia ha ancora vaste aree di patrimonio naturale conservato. Pensiamo alla corazza verde che costituisce la nervatura paesaggistica portante del territorio, ma pensiamo anche ad alcuni panorami costieri, che suscitano ancora un fascino significativo. Un mare che è una zona naturalisticamente protetta, un’enclave paesaggistica rara, come lo sono alcune zone della Corsica, dell’Algarve, alcune piccole isole della Grecia e della vicina Dalmazia e alcuni lembi della costa francese. Diverse Regioni si stanno orientando verso l’adozione di politiche di salvaguardia della costa, come testimoniano provvedimenti legislativi di recente adozione. Si tratta qui di politiche necessarie che vanno ulteriormente rafforzate per salvaguardare e tutelare con fermezza quelle aree rimaste ancora sostanzialmente intatte e che sono una risorsa preziosa e indispensabile per lo sviluppo di un nuovo turismo balneare: infatti, la natura, l’acqua chiara e l’aria pura stanno diventando una “merce” sempre più rara e desiderata, e non può essere sprecata.

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Un plein air moderno è da questo punto di vista l’unica forma di turismo in grado di rispondere alle esigenze di minimo impatto ambientale, sia per le tipologie urbanistiche che gli sono proprie, sia per un fattore culturale relativo al target, storicamente amante della natura e quindi attento alla sua salvaguardia. Si tratta infine dell’unica alternativa di sviluppo davvero ecosostenibile del turismo balneare. Il plein air è la forma di ricettività che consente più di ogni altra la scoperta e la diffusione tra i turisti delle emozioni percepite. Non è solo un fenomeno economico, ma anche sociale, perché genera aggregazione e tendenze. Dalle ultime cifre disponibili risulta che campeggi e villaggi italiani hanno prodotto un fatturato annuo di circa 2,3 miliardi e danno lavoro a circa 43.000 addetti. Negli ultimi anni la permanenza media dei turisti all’interno dei campeggi italiani è stata di circa 8 giorni. I turisti italiani si fermano mediamente due giorni in più rispetto ai turisti stranieri (9 giorni contro 7). Il 55% degli arrivi è formato da italiani, il restante 45% da stranieri. Negli ultimi dieci anni sono cresciute soprattutto le presenze dall’Est europeo (Russia, Repubblica Ceca, Polonia ed Ungheria) e da Paesi d’oltreoceano (Canada, Stati Uniti, Giappone e Australia). Quello del turismo plein air è un settore dinamico, vincente sui mercati europei grazie alla qualità dei prodotti offerti. Va qui ricordato che il moderno turismo plein air spesso non si limita ad usufruire della sola ospitalità, ma è forte consumatore di servizi aggiuntivi, a loro volta fonte di redito e leva virtuosa delle economie locali. In particolare le richieste riguardano:

- Enogastronomia e prodotti del territorio

- Escursionismo, cicloturismo

- Sport acquatici non motorizzati (canoa, vela, subacquea, ecc.)

- Scoperta delle culture locali

- Visite alle ricchezze artistiche (musei, monumenti, ecc)

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- Corsi, massaggi, trattamenti per il relax e l’estetica

- Ecc. Tutti i migliori operatori nel mondo propongono una vasta scelta di servizi di questo genere. Va infine tenuta presente la convergenza in atto fra il mercato del turismo in plein air e i vari mercati dell’ecosostenibilità: questi ultimi affermano valori ecologici ben precisi, e si orientano verso prodotti e servizi sempre più specializzati nel perseguire obiettivi di compatibilità e salvaguardia ambientale e durabilità. Si tratta al tempo stesso di mercati che nella scelta dell’ecosostenibile non attuano una mera presa di posizione, ma cercano una maggiore qualità della vita nell’uso di prodotti naturali e biologici: questo vale in larga parte per quanto riguarda l’alimentazione, ma si sta anche affermando la consapevolezza che, ad esempio, le case o le strutture ricettive possano essere “biologiche” e rappresentare un importante motore per una qualità della vita impostata alla naturalità. Si tratta comunque di un’alternativa balneare molto ambita dai turisti più ricercati e/o metropolitani, in particolare europei e nord americani. Infine, l’ampia offerta di strutture, che siano lodge di design o ecotende, consente di mirare ad un pubblico trasversale, afferente sia alle fasce più alte del mercato che a quelle medie e medio-alte. 7. Il plein air per il nuovo posizionamento del Sud Italia Il territorio costiero salentino, le coste del Sud della Sicilia, il versante ionico della Calabria, la costa Ovest della Sardegna e altre zone preservate del Sud Italia hanno tutte le caratteristiche necessarie, inclusa la presenza di un vasto patrimonio culturale, per rispondere a questo tipo di domanda. La suggestione di un territorio lasciato incontaminato dovrebbe legarsi alla creazione di strutture attente ai requisiti di eco-sostenibilità, che potranno influenzare positivamente i mercati stranieri.

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Adottando questa formula di ricettività, L’Italia si troverebbe ad essere il first mover tra le regioni del Mediterraneo che potrebbero adottare questa politica. É verosimile pensare che esportando questa tipologia di ricettività su un territorio ricco come quello Italiano l’incoming turistico possa crescere in maniera molto significativa, ampliando la percezione positiva dell’intero territorio. È un modello che si può sviluppare in tutte le zone ancora integre. Creare le condizioni per una scoperta “virale” di un prodotto nuovo potrebbe portare il Sud Italia, in un breve/medio arco di tempo, ad essere inteso come una meta ambita per un turismo di scoperta naturale e di piena immersione in un contesto preservato. Inoltre, il successo attuale di zone come il Salento o la Sicilia a livello nazionale e internazionale è una cassa di risonanza già pronta per questo tipo di offerta, un’opportunità che non deve essere trascurata. 8. Safari a impatto zero – l’esempio di successo Wilderness Safaris Un gruppo di entusiasti con in comune la passione per la natura incontaminata ha un sogno: proteggere quelle zone dell’Africa meridionale tanto meravigliose quanto a rischio di uno sviluppo sconsiderato. Venticinque anni dopo, cinquanta campi distribuiti in sette paesi dimostrano che il turismo responsabile è possibile. Campi a impatto ambientale ridotto al minimo, programmi di conservazione delle specie e coinvolgimento delle popolazioni locali. Ma non solo... È possibile costruire un modello di business di successo, che nello stesso tempo sia sostenibile, cioè non comprometta i buoni principi in termini di salvaguardia dell’ambiente, e che grazie alla formazione delle comunità locali e alla creazione di posti di lavoro, fornisca un'alternativa realistica alle sfide che l’Africa pone da sempre? La risposta è sì, se si esamina da vicino il caso di Wilderness Safaris (www.wilderness-safaris.com). Tour operator impegnato nella conservazione dell’ambiente e nell’ecoturismo, Wilderness Safaris è focalizzato in particolare nel turismo responsabile in diverse aree dell’Africa meridionale. Lo scopo dichiarato è di condividere queste aree incontaminate con ospiti da tutto il mondo, aiutando nello stesso tempo ad assicurare la protezione

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presente e futura dello spettacolare patrimonio naturale africano, nonché dividendo i benefici provenienti dall’attività turistica con la popolazione locale. Fondata venticinque anni fa, l'azienda opera soprattutto attraverso campi e safari in Botswana, Namibia, Malawi, Sudafrica, Zambia, Zimbabwe e nelle isole Seychelles, ed è sorretta da un gruppo di entusiasti che condividono una certa affinità di principi, oltre alla passione per la fauna selvaggia. Unendo le forze, quelli di Wilderness Safaris sono riusciti a sviluppare un’attività ben riuscita di safari, in grado di garantire un'esperienza unica per gli ospiti, buoni ritorni per gli azionisti, e nel contempo assicurando che le zone selvaggie dell’area meridionale dell’Africa rimangano protette dal punto di vista della sostenibilità. Spazi aperti e confortevoli Ma qual è la chiave per il successo? I safari focalizzati sulla fauna selvatica, sul mondo marino e sul patrimonio naturale fanno di tutto per essere nello stesso tempo specializzati, educativi, esplorativi e divertenti. Gli accampamenti e i servizi sono sicuri, igienici, autentici e rispettosi dei bisogni degli ospiti. La loro formula di "conservazione attraverso il turismo" condivide i benefici apportati dal turismo con le comunità locali e garantisce la protezione di queste zone per le generazioni future. Wilderness Safaris ha il privilegio di lavorare privatamente su 2.6 milioni di ettari (6.4 milioni acri) delle più belle riserve naturali dell’Africa meridionale, in circa 50 siti che prevedono lodge e accampamenti. In questi, non c’è uno stile unico imposto da Wilderness, quanto piuttosto viene celebrata la differenza e l'unicità di ogni zona e della relativa fauna selvaggia, in modo che ogni struttura mantenga la propria identità e carattere. La grande varietà di sistemazioni e di attività, o in un’unica parola, di servizi offerti si traduce nell’andare incontro ai bisogni di chiunque voglia visitare questa zona dell’Africa. Le concessioni riservate che Wilderness gestisce offrono un’esperienza con la fauna selvatica emozionante e inusitata. E l'idea di “spazio per respirare” – la vera esperienza di immersione nella natura - diventa chiara se si considera il rapporto tra il numero di turisti e lo spazio a disposizione: si tratta di quasi 4000 ettari per ogni posto letto, che si traducono in 7 500 ettari per alloggiamento. Il binomio di privacy e vasto spazio disponibile è ciò che rende l’organizzazione davvero unica e speciale. Ma lo spazio naturale che sta così a cuore di Wilderness Safaris non fa solo da cornice: deve venire prima di tutto, sempre e comunque. Da qui l’idea di impiegare a tempo pieno specialisti in tematiche ambientali, il cui lavoro è

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accertarsi che i campi siano il più possibile aderenti a standard ecologici. L’energia solare per il riscaldamento e l’elettricità, l’utilizzo limitato dei combustibili fossili e i sistemi di illuminazione a pile sono solo alcune delle risorse a scarso o nullo impatto ambientale impiegate. Inoltre, Wilderness Safaris dimostra di sapersi prendere carico, nelle zone in cui è rappresentata, dell’impiego e della formazione delle comunità locali, contribuendo così al loro sviluppo. Lo sforzo è quello di aiutare le comunità a capire il valore della loro eredità ambientale e culturale e a diventare i custodi della fauna selvaggia del futuro. Nel safari in Africa i turisti desiderano in genere un accampamento con un atmosfera incontaminata, tuttavia senza rinunciare ad alcune comodità di casa propria. I campi sono così pensati per realizzare questo equilibrio fragile, che fonde un certo comfort con i dintorni naturali. Nella base, la sera e la notte, si riescono a cogliere appieno le forti sensazioni africane, si ode il ruggito del leone o il caratteristico suono emesso dai gechi. Nel frattempo, si cena all’aperto sotto le stelle, sotto tendoni di canapa, o anche in caratteristici boma (le capanne col tetto di paglia). I pasti consumati sono preparati seguendo un sano stile casalingo. I turisti vengono ospitati e intrattenuti, ma anche istruiti, sia durante il safari che presso il campo, nello sforzo di fornire loro esperienze a tutto tondo che produrranno nuovi (o riaffermati) conservazionisti, e magari anche ospiti per la vita. Alla fine del viaggio, la segreta speranza è che gli ospiti si trasformino in nuovi ambasciatori per Wilderness Safaris, e per il continente Africa, divulgando messaggi di speranza e conservazione in tutto il mondo. Un business etico Oltre a essere zone incontaminate con una meravigliosa diversità di ecosistemi, quelle coperte da Wilderness Safari sono anche tra quelle più fragili e importanti della terra. Per questo, lo sforzo è fare sì che l’impatto su queste zone sia ridotto al minimo, che non venga compromessa l'integrità delle risorse, e che tutte le azioni compiute aggiungano in effetti valore e contribuiscano a conservare questi parchi meravigliosi. Una delle certezze alla base di questo business “etico” è che le comunità che abitano questi luoghi abbiano ruoli chiave di conservazione e diritti innegabili alla loro eredità; di qui lo sforzo per formare associazioni con la gente locale, utili per generare una gestione etica della terra e sane pratiche di conservazione per le generazioni presenti e future. Wilderness Safaris sostiene una vasta gamma di progetti di gestione, ricerca e formazione sulla fauna selvatica in Africa meridionale - attraverso i propri

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campi, ma anche attraverso un fondo indipendente, il Wilderness Safaris Wildlife Trust. Una parte del denaro pagato da ogni singolo ospite è allocato a questo fondo, e viene utilizzato a beneficio della fauna selvatica: progetti di salvaguardia per le popolazioni esistenti, di ricerca e conservazione per le speci a rischio di estinzione, e per fornire istruzione e formazione in merito alle comunità locali. Per fare qualche esempio, il programma Children in the Wilderness incarna uno di questi ideali: istruire i bambini dell'Africa ispirandoli all’amore e all’impegno nei confronti della loro eredità naturale. L’organizzazione si sforza di fare una differenza per l’Africa, la sua fauna selvatica e la sua gente. La storia di un successo Ma come è cominciata l’avventura? Circa 25 anni fa un gruppo di persone innamorate dell’Africa selvaggia si è reso conto che, a meno che non si fosse presa subito una direzione diversa per quanto riguardava lo sviluppo del turismo, in Africa – e nel mondo - la maggior parte delle zone incontaminate sarebbero state prima minacciate, e poi andate perse prima che le generazioni future potessero vederle. Da qui l’idea di proteggere questi posti, permettendo ai turisti di visitarli e guadagnandoci così da vivere. Partita nel 1983 con una sola Land Rover, oggi l’organizzazione Wilderness Safaris controlla oltre 50 accampamenti esclusivi ripartiti in sei paesi dell’Africa del sud e nelle Seychelles. All’inizio degli anni ‘80, il Botswana era una destinazione poco nota di safari. I safari fotografici erano generalmente limitati all’uso dei parchi nazionali, mentre le aziende specializzate in safari di caccia controllavano grandi tratti del delta del fiume Okavango. I safari partivano di solito da Johannesburg, con gli ospiti trasportati passando attraverso le cascate Vittoria fino in Botswana e poi riportati a Johannesburg. Due guide con l’idea di migliorare il concetto di safari hanno pensato che i tempi fossero maturi per cambiamento. Il primo punto era installare una base in Maun, Botswana, in modo da passare più tempo nelle zone principali di osservazione. Poi, sono state introdotte Land Rover migliori, assieme a safari specializzati. Così il business ha iniziato a crescere. Nel corso del tempo, guide che la pensavano allo stesso modo si sono unite e Wilderness Safaris ha cominciato a espandersi nei paesi limitrofi. Entro gli anni '90, Wilderness era un'azienda di campi mobili ben nota, e aveva cominciato a sviluppare alcuni accampamenti permanenti. La svolta finale è arrivata quando il governo del Botswana ha rivisto la normativa per lo sfruttamento del suolo

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nell’Okavango e le meravigliose zone al di fuori dei parchi nazionali sono diventate disponibili a offerte private. Questo singolo atto ha cambiato per sempre la faccia dei safari nel Botswana, permettendo a Wilderness Safaris di svilupparsi in senso notevole. Sviluppi simili hanno avuto luogo in altri paesi - Malawi, Namibia e Zimbabwe, dove sono stati sviluppati circuiti di campi e lodge che hanno modificato l’evoluzione del business. Sostenibilità premiata Uno sviluppo importante è stata poi l'introduzione della significativa partecipazione delle comunità locali sia alla proprietà che alla gestione delle concessioni. Questo era già avvenuto nella baia di Rocktail in Sudafrica, ma l’esperienza sviluppata in Namibia fra Wilderness Safaris e la popolazione della zona del Damaraland era destinata a porre le basi per un nuovo modello industriale: un progetto così riuscito che la zona è stata dichiarata Tutela ufficiale dal governo della Namibia, e l'accampamento di Damaraland ha vinto il premio internazionale "Tourism for tomorrow" nel 2005. Altri riconoscimenti più recenti del lavoro svolto includono, nel 2007, il premio Imvelo per il turismo responsabile, che riconosce e promuove i migliori esempi di pratica di sviluppo responsabile del turismo nel mondo. Skeleton Coast Camp in Namibia ha vinto nella categoria “Miglior sistema di gestione generale dell’ambiente”. Il campo si trova nel parco nazionale della Skeleton Coast, uno degli ecosistemi più fragili del mondo, ed è stato sviluppato in un modo altamente ecologico con impatto minimo sull'ambiente. Il suo design si fonde con i dintorni naturali, e nella struttura vengono effettuati programmi efficaci di gestione dell’acqua, dell'energia elettrica e dei rifiuti: l’acqua viene raccolta in serbatoi ecologici, saponi e detersivi sono biodegradabili e l'energia solare fornisce luce e acqua calda. Non ci sono muri attorno al campo, così che i movimenti degli animali non vengono disturbati, tant’è che animali-icona come il leone del deserto e gli elefanti sono tornati ad abitare la zone. Inoltre un programma di formazione interno fa sì che le comunità locali possano contribuire allo sviluppo sostenibile delle zone da loro abitate. Campi “fantasma” Oggi, la portata e la varietà di zone che Wilderness controlla è davvero vasta. L’espansione del gruppo, più recentemente in Zambia, fornisce costantemente occasioni per entrare in nuove posizioni fantastiche. I safari basati su campi mobili si sono molto sviluppati negli ultimi due anni con il vantaggio che ora è possibile lavorare all’interno delle concessioni ottenute

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consentendo privacy ed esclusività molto più che in passato. Questo è possibile grazie anche al particolare modello di struttura spesso utilizzato per i campi: si tratta di tende progettate per essere ecologiche, nello stesso tempo formando una continuità estetica con il paesaggio naturale. L’impatto sull’ambiente è minimo, e le strutture, tutte costruite con materiali naturali come legno e canapa, sono facilmente removibili e possono scomparire senza davvero lasciare alcuna traccia. Il che non toglie nulla al comfort, secondo i dettami di un turismo che è sì ecologico, ma per certi versi di lusso: design esclusivi e bagni interni, verande coperte, grandi spazi e il profumo dei tessuti naturali rendono davvero queste tende molto eleganti, oltre che verdi. Inoltre, i vari componenti delle tende sono sostituibili singolarmente, il che permette la sostituzione di alcune parti senza dover ricorrere al completo rimpiazzamento, evitando quindi il problema di dover smaltire i rifiuti. Modulari nel design, le tende vengono erette come sistemazione semi-permanente – e sostituiscono quindi perfettamente i mattoni nelle aree da tutelare. In genere le tende vengono montate su strutture di legno, uno stratagemma molto intelligente per preservare anche la preziosa flora locale. Come dire, per amore di natura, nessun dettaglio è lasciato al caso. 9. Gli otto principi per un’attività ecoturistica del Kingfisher Ecolodge (Laos) Ecco i principi che www.kingfisherecolodge.com (Laos) applica come indicato dall’associazione Green Globe 21 (http://www.greenglobe21.com/). “Abbiamo deciso di chiamare il nostro resort un "Ecolodge" in quanto riteniamo che sia possibile gestire un'attività in maniera sostenibile, con la speranza di essere un esempio per tutti quanti ci seguiranno in questo campo. Vorremmo dimostrare come spesso sia possibile cambiare alcune, se non tutte, delle nostre abitudini quotidiane (sia negli affari che nella vita privata) in modo da rispettare di più l'ambiente che ci circonda, così come aiutare la gente che ancora non ha a propria disposizione quei bisogni elementari che noi, nel mondo occidentale, diamo per scontati come parte dello standard di vita (Assistenza sanitaria, acqua potabile, elettricità e un'educazione di base per i nostri figli tanto per menzionarne qualcuno).

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Descrivere in dettaglio cosa sia un "ecolodge" non sarebbe completo ne appropriato in questo sito, abbiamo deciso dunque di elencare le principali caratteristiche che rendono un "normale" resort in un ecolodge e come noi ci comportiamo per rispettare al massimo tali regole. Se volete saperne di più su questo argomento per favore visitate la nostra pagina dei link. Come descritto nel sito internet dell'associazione Green Globe 21 (http://www.greenglobe21.com/), una serie di otto principi descrivono che un'attività ecoturistica (quindi anche un ecolodge) dovrebbe: 1) Dare ai visitatori l'opportunità di provare personalmente e direttamente il contatto con la natura (Natural Area Focus). - Il lodge è stato realizzato in modo da dare ai clienti un contatto "ravvicinato" con la natura nella sua forma selvaggia, abbiamo cercato quindi di modificare il meno possibile l'ambiente naturale circostante. 2) Dare l'opportunità di sperimentare la natura in modo da fornire una miglior comprensione, apprezzamento e godimento della stessa (Interpretation). - In collaborazione con la direzione del parco naturale di Xe Pian, l'ufficio del turismo locale, gli abitanti della zona e ONG che lavorano in Laos, saremo in grado di fornire ai nostri clienti attività come il trekking, passeggiate naturali ed altre attività nel parco e nei suoi dintorni. 3) Rappresentare un esempio per un turismo sostenibile nei riguardi dell'ambiente (Environmental Sustainability Practice). - Le acque di scarico dei gabinetti, lavandini e docce vengono trattate tramite dei serbatoi anaerobici in modo da minimizzare l'inquinamento naturale che ogni attività umana produce. Un continuo addestramento dei nostri lavoratori e consigli scritti ai nostri ospiti vengono utilizzati per minimizzare l'uso di acqua potabile ed energia così come la produzione di rifiuti e sostanze inquinanti. Compostaggio e riciclaggio viene utilizzato nel maggior modo possibile. Evitiamo di utilizzare piante non native del luogo per il giardinaggio del resort. Ci rifiutiamo fermamente nell'acquistare od offrire ai nostri clienti (sotto forma di cibo o souvenir) qualsiasi tipo di animali o prodotti selvatici, così come cerchiamo di scoraggiare tale attività tra gli abitanti del luogo.

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4) Contribuire direttamente alla conservazione delle aree naturali (Contribution to Conservation). - Lavoriamo a stretto contatto con le autorità preposte per raggiungere questo obbiettivo. Un esempio del nostro contributo e' il continuo monitoraggio di attivita' illegali e distruttive come il disboscamento e la caccia. 5) Fornire continui contributi alle comunità locali (Benefiting Local Communities). - La maggior parte dei nostri dipendenti provengono dalle aree circostanti il lodge o comunque nei limiti provinciali. Tutte le attivita' organizzate dal Lodge impiegano gente del luogo. La maggioranza del cibo fornito ai nostri clienti è di origine locale, dando così il nostro contributo all'economia della zona. Credendo fermamente che l'educazione e' di primaria importanza per lo sviluppo delle comunita' locali, Kingfisher Ecolodge ha creato un fondo per supportare la scuola del villaggio di Khiet Ngong. Il 5% del prezzo pagato dai nostri clienti per le sopra menzionate attivita' sara' devoluto nel fondo. Nota: la gente dei villaggi ha una conoscenza molto scarsa (se non nulla) del modo di vita occidentale, o comunque straniero, e la stragrande maggioranza non ha mai avuto la possibilità di apprendere una lingua straniera come l'inglese. Uno dei nostri obbiettivi è quello di insegnare ai nostri dipendenti almeno le basi di questa lingua "internazionale" ma ciò necessita di molti sforzi e tempo, vi ringraziamo dunque per la vostra comprensione nel caso vi siano difficoltà nel comunicare mentre siete ospiti del nostro lodge. 6) Esserne rispettosi, interpretare e coinvolgersi nella cultura locale (Cultural Respect). - Relazioni amichevoli e di cooperazione sono state instaurate tra il lodge e gli abitanti del luogo. Prima e durante la costruzione del lodge abbiamo seguito scrupolosamente i costumi locali (Ad esempio: cerimonie propiziatorie per "ingraziarsi" gli spiriti del villaggio e così via) come forma di rispetto. Indicazioni scritte vengono fornite ai nostri ospiti in modo da evitare conflitti o atti offensivi verso la popolazione locale ed in modo da dare una maggior conoscenza degli usi e costumi di questa gente.

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7) Soddisfare in maniera concreta le aspettative dei clienti (Customer Satisfaction). - Questo è una delle nostre principali preoccupazioni. Un questionario scritto viene fornito ai nostri ospiti, in modo da poterci sempre migliorare attraverso il punto di vista dei clienti. 8) Promuoversi e pubblicizzarsi in maniera onesta ed obbiettiva, in modo da formare aspettative realistiche (Responsible Marketing). - Crediamo fortemente in questo principio evitando di pubblicizzare ciò che non siamo in grado di fornire al meglio. Saremo lieti di ricevere qualsiasi lamentela, commento o suggerimento da parte vostra in modo da poterci adeguare sempre di più alle vostre aspettative.” 10. Internettografia e bibliografia Ecolodge http://www.wilderness-safaris.com/ http://www.wolwedans.com/ http://www.robinpopesafaris.net/ http://www.fourseasons.com/goldentriangle/ http://www.fincabellavista.net http://www.karijiniecoretreat.com.au http://www.thelodgeatbigfalls.com http://www.elquidomos.cl http://www.wildretreat.com http://www.whitepod.com http://www.sixsenses.com http://www.creevillage.com/ http://www.daintree-ecolodge.com.au http://www.origins-lodge.com/ http://www.kingfisherecolodge.com/ Prefab & tende http://www.saunders.no http://www.port-a-bach.com http://www.theslowhome.com

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http://www.microcompacthome.com http://www.retreathomes.co.uk http://www.metroshed.com http://www.moderncabana.com http://www.exclusivetents.com http://www.ecostructures.net.au/ http://www.thenomadyurt.com http://www.modulardwellings.com/ http://www.haus.rubner.com http://www.blueforest.com http://www.zenkaya.com http://www.kithaus.com/ http://www.greenretreats.co.uk/ http://www.ecospacestudios.com http://www.tlf.it/ Architettura http://www.materialicio.us/ http://www.fabprefab.com/ http://www.fabcosm.com/ http://www.100khouse.com/ http://www.sustain.ca/ http://www.theslowhome.com/ http://www.m-house.com/ http://weehouse.com/ http://www.treehugger.com/ http://www.living.privateislandsonline.com/ http://www.nagaconcepts.com http://www.personaloutdoordwellingsystem.com http://www.popnwork.com/ http://www.edilio.it/ http://www.landliving.com/ http://www.mkd-arc.com/ http://www.inhabitat.com/ http://www.dwell.com/ http://iaakuza.blogspot.com/ http://www.tkarchitecture.com/ http://www.uhotw.com

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Turismo sostenibile e ambiente http://www.sanstrace.ca/ http://www.ecofirms.org/ http://www.ecotourism.org/ http://www.ecotourism.org.au/ http://www.ecoclub.com/ http://www.responsibletravel.com/ http://www.eco-tour.org/ http://www.ecotravel.com/ecotravel2/index.cfm http://www.greenstop.net/ http://www.greentravelmarket.info/ http://www.worldsurface.com/ http://www.c-e-r-t.org/ http://www.travelnotes.org/ http://www.ecocamping.net/ http://www.gala.fr/ http://www.amtave.org/ http://www.responsibletravel.com/ http://www.artistserver.com http://www.ecohousefootprint.com/ http://science.howstuffworks.com/ http://www.greenglobe21.com/ http://www.ifc.org/ Libri “Sustainable architecture – Low tech houses” Arian Mostaedi, Ed. Carles Broto i Com’erma “Case in legno” Nicola Braghieri, Federico Motta Editore “Case prefabbricate”, Ed. Logos “Seaside style”, Diane Dorrans Saeks, Ed. Taschen “Progetti per rivoluzionare il volto degli hotel nel mondo” Arian Mostaedi, Ed. Idealibri “Hotel book. The Great escapes South America”, Ed. Taschen “Hotel book. The Great escapes Asia”, Ed. Taschen “Hotel book. The Great escapes Africa”, Ed. Taschen “Unusual Hotels of the World”, Steve Dobson, Ed. Gounusua