giuseppe la spada - luisa catucci gallery · 2018. 5. 30. · luisa catucci gallery allerstr. 3...

15
Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636 LUISACATUCCI GALLERY Giuseppe La Spada

Upload: others

Post on 29-Jan-2021

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Giuseppe La Spada

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Giuseppe La Spada nasce a Palermo nel 1978.Nel 2002 si laurea con lode in Digital Design presso l’Istituto Europeo di Design a Roma, dove rimane in veste di docente fino al 2004.Nel 2006, sempre l’Istituto Europeo di Design gli conferisce il premio per la migliore carriera in Arti Visive.Nel 2007 l’artista siciliano riceve il prestigioso Webby Awards grazie a un progetto web di natura ecologica dal titolo “Mono No Aware”, realizzato in supporto al progetto “Stop Rokkasho” fondato dall’artista premio Oscar Ryuichi Sakamoto.Nel 2008 l’artista prende parte alla tournée di Sakamoto e Fennesz dal titolo “Cendre” che si concluderà con uno show indimenticabile realizzato negli spazi di Ground Zero a New York.Al 2009 risale invece Afleur, un progetto artistico dalle sfumature decisamente ecologiche che, nel 2011, diventerà parte della mostra dal titolo “Digitallife2digital” insieme ai lavori di artisti come Marina Abramovic, Christian Marclay, Carsten Nicolai e Ryoichi Kurokawa.Sempre nel 2011, a Milano, La Spada si avvale della partecipazione di circa 600 persone per realizzare l’allestimento di un grande albero presso Piazza del Duomo, con lo scopo di riportare l’attenzione nei confronti del problema dell’ inquinamento ambientale.Il 2012 vedrà l’artista impegnato nell’organizzazione dell’evento “With all your Senses” in occasione del quale realizza un’istallazione multisensoriale che riceverà le lodi di stampa e critica. Allo stesso anno risale anche il video dal titolo “Hana no name”, realizzato insieme a Ryuichi Sakamoto per commemorare le vittime del terremoto in Giappone.Tra il 2014 e il 2015 l’artista realizza due nuove istallazioni: alla Tate Britain e al Louvre, dove alcune delle fotografie tratte dalla sua serie dal titolo Migrants vengono esposte nell’ambito dell’ Exposure Award. Nell’ottobre dello stesso anno, La Spada presenta alla Triennale di Milano il progetto interdisciplinare dedicato all’uomo e l’acqua dal titolo “Sublimis”, realizzato in collaborazione con scienziati a artisti di fama internazionale tra cui anche Ryuichi Sakamoto. Un anno più tardi, lo stesso progetto sarà presentato presso il Seaport Museum di New York. Al 2016 risale anche la mostra personale dell’artista dal titolo Underwater, realizzata a Palermo presso l’Ecomuseo del mare.

    Attualmente Giuseppe La Spada vive e lavora a Milano dove è impegnato in una costante ricerca che travalica i confini estetici per spingersi verso una riflessione di tipo etico e morale.L’uso esclusivo di elementi naturali nei suoi lavori lo colloca inoltre tra gli artisti italiani più sensibili a tematiche di tipo ambientale.

    I have made a lifetime commitment, devo-ting my life to Water.

    Giuseppe La Spada

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Mostre personali (selezione)

    Underwater | 17.5 to 29.05.2016 | Eco Museo del Mare - PalermoSublimis Preview | 25.04.2016 | South Street SeaPort Museum - New YorkSublimis | 19.10 to 28.10.2015 | Triennale Museum - MilanExposure Award | 13.07.2015 | Louvre – ParisTate Loud Collective | 8.11.2014 | Tate Britain - London Between VISUAL and SPATIAL | 10.2 to 11.2.2012 | Tokyo Japan Underwater | 3.12.2011 to 31.3.2012 | 7.24x0.26 Gallery - Milano Italy Digital Life 2 | 26.10 to 11.12 2011 | Ex Gil - Roma Italy Sicily goes by | 1.10 to 31.10 2007 | Trump Taj Mahal - Atlantic City USA

    Premi

    2015 WEBBY AWARDS Juror2015 PREMIO GIORGIO LA PIRA2014 ADCI ‘Digital’ Juror (Milan)2014 WEBBY AWARDS Juror2013 ROMA VIDEOCLIP Winner2013 MEDIMEX 2013 Nomination2013 WORLD MUSIC AWARDS ‘ World’s Best Video’ Nomination2013 ADCI ‘Digital’ Juror (Rimini)2013 WEBBY AWARDS Juror2012 UKRAINIAN DESIGN AWARDS ‘Digital’ Juror2012 WEBBY AWARDS Juror2012 ADCI ‘Design’ Shortlist2012 ADCI ‘Live Advertising’ Juror (Milan)2011 WEBBY AWARDS Juror2011 ACTIVE DESIGN AWARD2011 ADCI ‘Design’ Juror (Milan)2011 MEDIASTARS for ‘Creative Direction’2010 ADC*E Juror (Barcelona)2010 WEBBY AWARDS Juror2010 MEDIASTARS for ‘Creative Direction’2009 INTERNATIONAL ACADEMY OF DIGITAL ARTS AND SCIENCES (NY) Associate Member2009 ROMA EUROPA WEB FACTORY ‘Video Art’ E-guide2009 EUROPEAN IMC AWARDS Silver 2009 ADCI ‘Integrated Media Category’ Shortlist2009 ADCI ‘Social Media Category’ Shortlist2009 CELESTE PRIZE ‘Live Media’ Shortlist2009 IMA Outstanding Achievement ‘Advocacy Category’2008 EPICA AWARDS Bronze ‘Consumer Sites’2007 WEBBY AWARDS ‘PV Net Art Category’ 2007 ADCI Silver Award ‘Web site Category’2007 MEDIASTARS for ‘Creative Direction’2007 CSNA AWARD2006 ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN (Rome) ‘Best Visual Art Careear’2006 ITALIAN WEB AWARDS ‘Best Art Direction’ 2006 ITALIAN WEB AWARDS ‘Site of the year’ nomination2006 BARDIWEB ‘Best personal site’2006 MEDIASTARS for ‘Creative Direction’2003 FLASHFESTIVAL ‘Audience Award’2003 AMERICAN DESIGN AWARD ‘Platinum Winner’

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    2003 ITALIAN WEB AWARDS ‘shortlist’

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Juliet Art MagazinePoesia visiva di Giuseppe La Spada

    Giuseppe La Spada, artista che non ama definirsi tale ma preferisce che siano gli altri a pensarlo, affonda salde radici in Sicilia, ma l’anima ramifica verso sensibilità ed espressioni culturali orientali, vive e lavora a Milano. Proiettato verso un approccio prevalentemente culturale e sociale di quegli argomenti a cui decide di dedicare tempo e creazione, è un’anima curiosa, dai molti strumenti e canali espressivi (live video, fotografia, illustrazione, video, net art e molto altro ancora).

    “Mi piace nutrirmi di cose di natura diversa” è un chiaro filo conduttore che permea l’identità artistica de La Spada e la sua produzione, ricca di molte ispirazioni ma coerente a un’immutata poetica. L’uso esclusivo di elementi naturali, l’acqua in primo luogo, lo identifica come uno tra gli artisti più sensibili e suscettibili alle tematiche ambientali. “Biso-gna essere vigili e difendere certi valori, osservarli e tramandarli. Per me l’impegno ecologico è una prerogativa ma anche uno stimolo. La ricerca del processo sostenibile dà più soddisfazione dei limiti che si potrebbero ipotizzare. I tempi dello spreco sono finiti, bisogna pensare che tutto si esaurisce a lungo andare, usare con parsimonia le materie è fondamentale.”

    A ottobre, presso la Triennale di Milano e in occasione dell’Expo, sarà possibile assistere all’epilogo della sua ricerca sull’acqua che spazierà, o potremmo dire “navigherà”, verso numerosi aspetti legati al tema. Questa si prospetta una mostra molto articolata, estesa a immagini, video e suoni, raccoglitore di un progetto di ricerca che si protrae già da due anni e che oggi si presenterà al pubblico con un’espressività e affermazione d’arte dissolta dal proprio carattere puramente estetico e arricchita da una veste socio-politica tesa alla sensibilizzazione sulla questione dell’acqua. La mostra, inoltre, vanterà collaborazioni artistiche di altissimo livello a sottolineare l’importanza del lavoro di La Spada, senza anticipare troppo ma per stuzzicare l’interesse dei più restii: Ryuichi Sakamoto, Fennesz e tanti altri.

    L’artista come sismografo del nostro tempo (László Moholy-Nagy) è un concetto profondamente radicato in La Spada e che lo ha portato alla realizzazione di un progetto per la rete: inaugurerà prossimamente una galleria on-line http://www.gls.gallery dove sarà possibile acquistare le sue opere. Nulla di nuovo! se non che la maggior parte del ricava-to sarà devoluto a un’associazione attiva per le politiche ambientali e nella bonifica dei fondali marini. L’arte evolve

    © Sublimis #1

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    da azione espressiva del singolo ad azione sociale e ambientale collettiva. Tutto è nato dal desiderio e la necessità di La Spada di tutelare la bellezza osservata nei fondali delle acque siciliane durante le sue ricerche per il progetto Silentium: ispirato alla poetica del russo Fjodor I. Tjutčev, e interpretata nell’incontro idilliaco tra le rocce e anime nel silenzio. La natura come luogo della ricerca e ritrovamento di sé.

    © Originally published in Juliet Art Magazine, 20 Maggio 2015

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Arskey MagazineIntervista a Giuseppe La Spada

    Che cos’è l’amore? E se fosse un fiore, un fiore di carta, di stoffa? Dove si nasconde oggi? Recita l’incipit di A fleur, ultimo lavoro del visual artist Giuseppe La Spada, su musiche di con_cetta (Giuseppe Cordaro) e punto nodale di questa intervista all’unico vincitore italiano del prestigioso Webby Awards (2007) e e-guide del contest Videoart per il Romaeuropa Webfactory.

    Nelle tue opere la pittura, la musica, la fotografia e il video si compenetrano. Quali sono i segreti di questa sinestesia?

    Kandinsky diceva che approfondire un’arte significa raggiungerne i limiti, confrontarla con altre significa sottolineare l’identica tensione interiore. Ho sempre creduto che tutto nasca dalle contaminazioni e che esista un sistema unitario percettivo, appunto quello sinestetico. Sono rimasto affascinato nella mia adolescenza dalle corrispondenze tra colore e suono, elaborate dallo stesso Kandinsky o dal progetto di Wagner sul creare un’opera totale. Credo che certi suoni nelle immagini e certe immagini nei suoni, siano state da sempre percepite. Ecco perché negli anni sto approfondendo varie discipline, sia per la curiosità di comprenderne le diverse chiavi di lettura che nella speranza di scoprire come arrivare al cuore delle cose.

    Il 10 ottobre 2009 al Madre di Napoli è andato in scena il tuo ultimo lavoro A fleur, una serie di riprese videofotografiche eseguite sott’acqua, ispirate al film L’Atalante (1934) di Jean Vigo, famoso in Italia grazie alla sigla di Fuori Orario di Enrico Ghezzi. Soltanto immergendosi e guardando sott’acqua si potrà avere la visione del proprio amato, come Jean gettandosi nel fiume poté vedere Juliette in abito da sposa?

    L’amore, o nella fattispecie la ricerca della persona amata, il rapporto tra sofferenza e creatività sono temi che mi affascinano da sempre. Se devo immaginare l’amore, vedo un abbandonarsi all’altro, così come quando ci si tuffa in acqua, un lasciarsi andare incuranti delle conseguenze. Sott’acqua c’è lo stesso annullamento delle dimensioni spaziali e temporali dell’amore. Oggi è veramente difficile capire cos’è o trovare la propria persona…una ricerca immergendosi in se stessi, un viaggio dentro è fondamentale, quasi dovuto.

    © Green Water #6

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Immergersi sott’acqua è allontanarsi dal rumore esterno, attutire la visione del reale. Meglio inabissarsi o restare in superficie?

    Sott’acqua cambia lo status delle cose. I sensi subiscono dei limiti e si altera la percezione. E’ un viaggio nella profondità di noi stessi, è dare un valore alla linea di confine e alla possibilità che abbiamo di fermarci e percorrere la verticalità che è in noi. Ci sono momenti in cui è necessario, catartico. Crescendo forse si impara a distaccarsi.

    Non è usuale essere romantici nel 2009, ma in A fleur tu indichi il tulipano quale simbolo di amore perfetto. Una metafora della ricerca e della necessità del sentimento nell’età contemporanea?

    Il tulipano è si la metafora di questa ricerca e della ricerca di se stessi, delle proprie origini, in un luogo, l’acqua, simile a quello che ci ha protetto prima di venire alla luce. Il tulipano nella cultura occidentale è simbolo di incostanza, nella cultura orientale di perfezione. Indipendentemente dalle due culture e dal fatto che noi occidentali ci ostiniamo ad impossessarci delle cose mentre gli orientali entrano in simbiosi con esse grazie alla contemplazione, incostanza e possessività, ricerca della materialità spesso ci allontanano dagli altri. Oggi credo che ci sia bisogno di molta sincerità, in primis con noi stessi.

    A fleur si incentra sull’importanza del respiro, che sott’acqua genera bolle d’aria dall’effetto mutevole. Una contrapposizione tra l’apnea subacquea e l’affanno provocato dallo stile di vita della società contemporanea?

    Mi piaceva l’idea di dare una forma a quest’affanno. Nella routine ci scordiamo di quanto sia importante un respiro, di quanto alle volte sia pesante, simbolico, patologico. Sott’acqua una cattiva valutazione può essere fatale. È per questo che un semplice e altrimenti non considerato respiro assurge a una sua sacralità formale, una “fotografia” di questo malessere diffuso, indotto dal tempo in cui viviamo. La nostra è una società in affanno che sta perdendo di vista la poesia e il sentimento. Mi piacerebbe restituire il momento intimo e unico di una visione immersa.

    Durante la lavorazione di A fleur hai concepito alcune serie di fotografie: Breathless, Churami, Fleur, Blurred, Ki iro hair, Umi no ne e Kuro. Puoi dare un commento ad ognuna di esse?

    Breathless riprende il concetto sul respiro, in alcuni momenti c’è molta malinconia, in altri si arriva ad un senso di rassegnazione, ma anche alla riconquista della libertà. Churami è una serie dedicata all’acqua nella sua astrattezza, nel suo mutare non perdendo l’unicità. E’ una sfida continua, che non mi stanca, sono infinite le sue combinazioni e rappresentazioni. Fleur è una pittorica narrazione del progetto, la serie più didascalica, dove vive di più il personaggio, la storia. Blurred sono sfocature, linee di confine tra la superficie, i riflessi e gli spessori dell’acqua. Sono tagli tra le due vite, tra gli aspetti pubblici e privati di noi stessi, tra il nostro mondo e quello condiviso. In Ki iro hair il colore dei capelli determina la diversità degli scatti, la loro particolarità rispetto alle altre serie. Umi no ne sono i primi flash, ne sono legato dal fatto che, come una rêverie, hanno la bellezza delle immagini prime. Kuro, letteralmente ‘nero’, forse la serie più drammatica, dopo Breathless.

    L’elemento acquatico compare in modo ricorrente nei tuoi lavori, si pensi a Chasm, Rumori, in cui l’immagine appare sfocata come dietro un vetro annebbiato, Ropa, un mondo subacqueo pronto a disciogliersi, Kokoro, piante fluviali riprese in movimento, Oto e Underwater. Può considerarsi un tuo retaggio siciliano, in considerazione dei numerosi miti sull’acqua collegati alla Sicilia (da Aretusa ad Aci e Galatea, solo per fare qualche esempio)?

    È da un paio d’anni che trovo molte risposte dall’acqua e nell’acqua. Analizzarla è cercare di superarne i limiti, capire ciò che ci appartiene e ciò che tende a sfuggirci…Una volta si credeva che fosse l’acqua a delimitare i confini del mondo. Mi affascina il suo mutante e inafferrabile cambiamento di stato, sia esteticamente che concettualmente.

    Come e-guide del contest Videoart del Romaeuropa Webfactory quali caratteristiche e quali suggestioni ti piacerebbe ritrovare in un futuro video-artist?

    Sicuramente la capacità di emozionare e di incuriosire, l’attenzione al sociale. Nuove dinamiche per attrarre l’attenzione o semplicemente dinamiche consuete orchestrate in maniera originale. Vorrei restare positivamente spiazzato e ho grandi aspettative. I giovani hanno questo potere.

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Quindi ci è data ancora la possibilità di sognare?

    Credo che i sogni siano l’unico modo per restare a galla. Il mio timore è che molti, crescendo, smettano di farlo.

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Quando il live media diventa aquaticodi Annamaria Monteverdi

    la musica “dice” cerco di decodificarla, la ascolto per ore fino a “vedere” le soluzioni nel vero senso della parola. Sakamoto mi ha sempre incitato a trovare nella musica tutte le risposte. Una volta trovato l’elemento chiave parto con una ricerca estetica e valoriale. Capire tutto di quell’argomento. Poi e un lavoro di affinare e smussare tutto, anche se spesso è il computer l’unico strumento.

    I tuoi video sono onirici e di grande impatto, minimali ed evocativi, dove l’essere umano è tutt’uno con l’ambiente marino, con la natura: come si rapportano con una scena live e con la musica? Quali programmi usi per la modificazione in tempo reale e quale pensi sia il pubblico ideale e lo spazio ideale per eventi di questa natura?

    I miei video non potrebbero vivere senza musica e di conseguenza nell’esecuzione dal vivo trovano “vita” uscendo da un computer che li ha generati per incontrare la gente. L’emozione più grande è vedere i miei lavori riflessi negli occhi delle persone. Uso modul8 e un controller. Lo spazio ideale per me sarebbe in mezzo alla natura stessa, il mio sogno un live in acqua.

    I tuoi lavori si traducono in formati diversi e approdano anche in rete o su carta in firma di libro ma con la stessa filosofia dell’immagine protetta all’interno di un mondo che deve essere sempre più ecosistenibile. C’è un messaggio anche ambientale oltre che estetico dietro i tuoi lavori?

    Ho sempre pensato che la ricerca non possa essere svincolata dal fare i conti col mondo in cui si vive. Bisogna essere

    © Silentium #2

    Puoi raccontare il tuo percorso artistico e come sei approdato dalla fotografia all’arte video digitale?

    Tutto nasce con la pittura con la ricerca di nuove forme segniche, sin da bambino il computer ha fatto parte della mia quotidianità e come forma non solo di intrattenimento ma di espressione. Nel tempo le due cose di sono incontrate fino a formare un percorso indissolubile. Gli strumenti digitali sono un “dono” che ci è offerto ma rischiano di prendere spazio alle idee e alle emozioni vere, paradossalmente in un momento di grande accessibilità per me stanno diventando solo “strumenti” da usare con le pinze. Nel mio percorso vedo sempre un approccio circolare, non c’è un media propedeudico all’altro tutti si contaminano. La fotografia intesa cinematograficamente, oggi è un’approccio alla cura del minimo dettaglio compositivo ed estetico, di conseguenza è in qualunque mia espressione.

    Come si lavora per creare il quadro visivo dei concerti: in particolare, come hai organizzato i visuals per Sakamoto e Fennesz?

    Sicuramente i miei studi di comunicazione visiva e immagine coordinata mi hanno sempre aiutato nell’art direction di un’intero spettacolo. Il fatto che ci sia una continuità stilistica non è sempre una cosa scontata in questo tipo di operazioni. Io seguo molto quello che

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    vigili e difendere certi valori, osservarli e tramandarli. Per me l’impegno ecologico è una prerogativa ma anche uno stimolo. La ricerca del materiale e del processo sostenibile da più soddisfazione dei limiti che si potrebbero ipotizzare. I tempi dello spreco sono finiti, bisogna pensare che tutto si esaurisce a lungo andare, usare con parsimonia le materie è fondamentale.

    Ci sono artisti o registi che consideri dei modelli per il tuo lavoro artistico?

    Ho sempre trovato ispiratori artisti nel settore della musica, poeti scrittori forse più che artisti visuali. Amo molto Jean Luc Godard, Tarkovsky, Antonioni e il cinema orientale. Mi piace cibarmi di cose di natura diversa anche se i miei riferimenti restano abbastanza immutati.

    Quale contributo pensi possa dare il video live al teatro?

    Credo che possa essere una soluzione scenografica molto semplice da un punto di vista strutturale ed economico. Se usata con un grado di interazione e nn semplicemente come quinta passiva credo possa dare profondità e completezza come elemento di un “opera totale”, amplificando e prolungando il sistema drammaturgico. Mi emoziona purtuttavia la rappresentazione analogica, spero sia sempre un contributo dosato.

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Aphar #1, 2015Fine art print on Hahnemühle Photo Rag Bright White (310 gr.)150x100 cmEx 1/3 + A.P.

    Aphar #2, 2015Fine art print on Hahnemühle Photo Rag Bright White (310 gr.)105x70 cmEx 1/4 + A.P.

    APHAR

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Aphar #3, 2015Fine art print on Hahnemühle Photo Rag Bright White (310 gr.)105x70 cmEx 1/4 + A.P.

    Let me see the stars again, 2015Fine art print on Hahnemühle Photo Rag Bright White (310 gr.)150x100 cmEx 1/3 + A.P.

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Silentium #1, 2011Fine art print on Baryta Paper105x70 cmEx 1/4 + A.P.

    SILENTIUM

    Silentium #2, 2011Fine art print on Baryta Paper105x70 cmEx 1/4 + A.P.

  • Luisa Catucci Gallery / Allerstr. 38 / 12049 Berlin / [email protected] / +49 (0)176.20404636

    LUISACATUCCIGALLERY

    Silentium #3, 2011Fine art print on Baryta Paper105x70 cmEx 1/4 + A.P.

    A Vision, 2011Fine art print on Baryta Paper70x105 cmEx 1/4 + A.P.