giornale delle giudicarie febbraio 2013

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1 ANNO 12- N. 2 FEBBRAIO 2013 - Mensile www.giornaledellegiudicarie.it il iornale delle iudi carie Mensile di informazione e di approfondimento G Non è il momento di scherzare! di Adelino Amistadi Siamo in piena bagarre, non c’è giornale, non c’è televi- sione che non ce lo faccia presente in ogni istante del- la giornata, anche perché è in corso una delle peggiori campagne elettorali che io ricordi. A destra e a sinistra e centro se ne sentono di tutti i colori, si agitano fantasmi, pifferai, cialtroni e le perso- ne serie, che ci sono, sono le meno visibili, rare come le mosche bianche. Si stanno sfruttando la crisi e gli inevi- tabili scontenti per la conqui- sta di qualche voto, ma ancor più per confermarsi sulle pro- prie poltrone. E così, in tempi di crisi nera, di prospettive drammatiche per l’economia del paese, i soliti esperti del giorno dopo, con dovizie di particolari, ci spiegano le cause del dissesto italiano, fornendo ricette miracolose per salvare il mondo dal disa- stro. Continua a pag. 4 Attesa per le elezioni politiche EDITORIALE CULTURA Dialetto, una lingua ancora viva A pag. 21 che passione! A pagina 15 L’appuntamento con le urne del 24 e 25 febbraio è decisivo per il futuro dell’Italia (e del Trentino). Pagg. 4 e 5 Riapre la piscina del Banale A pagina 12 Ospedale, un bene da difendere Hanno passeggiato per le Giudicarie, in- tervistato i cittadini e lavorato a ritmo serrato per cinque giorni, fino a tardi, tanto che hanno pure fatto scattare l’allarme l’ultima sera, perchè un laboratorio pratico, per uno studente italiano inon- dato di teoria su teoria, è una ventata di esaltante novità. Sono la quarantina di studenti che hanno partecipato al laboratorio “Paesaggi Rifiutati”, il workshop dedicato al recupero del paesag- gio organizzato dalla Comunità di valle e dall’Università di Trento. A pagina 11 Medico Chirurgo e Odontoiatra PER APPUNTAMENTI: Paola: 388 3050162 - Tel. e fax 0465881081 - Cell. 3493219167 info@studiodentisticopassafiume.it - www.studiodentisticopassafiume.it STREMBO (TN) - Via Al Molino, 2/A Studio Dentistico dott. MASSIMO PASSAFIUME PINZOLO SPIAZZO CADERZONE Cassa Rurale Fam. Cooperativa Studio Dentistico Passafiume STREMBO - IMPLANTOLOGIA E RIGENERAZIONE OSSEA - Diagnosi e radiologia - Igiene e prevenzione - Endodonzia e conservativa - Chirurgia orale - Parodontologia - Protesi fissa e mobile - Gnatologia - Ortodonzia - Odontoiatria pediatrica Richiedi il tuo PREVENTIVO ONLINE PER LE URGENZE SI RICEVE IN GIORNATA CONVENZIONATO con la Cooperazione Trentina (vantaggi per i dipendenti delle Cooperative delle Giudicarie e della Val Rendena) Medicina Estetica dr. Massimo Sabbalini medico chirurgo master chirurgia plastica estetica CELL. 340 4646141 [email protected] - biorivitalizzazione laser - mesoterapia - filler - botulino - check up cute - consulenza tricologica - terapia delle calvizie ATione e Storo appuntamento con la tradizione del Carnevale A pagg . 16-18 Igiovaniridisegnanoipaesaggi“rifiutati” Alle pagine 8 e 9

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giornale dell egiudicarie febbraio 2013

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Page 1: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

FEBBRAIO 2013 - pag. 1

ANNO 12- N. 2 FEBBRAIO 2013 - Mensile

www.giornaledel legiudicarie . i t

il iornale delle iudicarie

Mensile di informazione e di approfondimento

il iornale iudiiudi G

Non è il momento di scherzare!di Adelino Amistadi

Siamo in piena bagarre, non c’è giornale, non c’è televi-sione che non ce lo faccia presente in ogni istante del-la giornata, anche perché è in corso una delle peggiori campagne elettorali che io ricordi. A destra e a sinistra e centro se ne sentono di tutti i colori, si agitano fantasmi, pifferai, cialtroni e le perso-ne serie, che ci sono, sono le meno visibili, rare come le mosche bianche. Si stanno sfruttando la crisi e gli inevi-tabili scontenti per la conqui-sta di qualche voto, ma ancor più per confermarsi sulle pro-prie poltrone. E così, in tempi di crisi nera, di prospettive drammatiche per l’economia del paese, i soliti esperti del giorno dopo, con dovizie di particolari, ci spiegano le cause del dissesto italiano, fornendo ricette miracolose per salvare il mondo dal disa-stro. Continua a pag. 4

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Attesa per le elezioni politicheEDITORIALE

CULTURADialetto,

una lingua ancora viva

A pag. 21

che passione!A pagina 15

L’appuntamento con le urne del 24 e 25 febbraio è decisivo per il futuro dell’Italia (e del Trentino). Pagg. 4 e 5

Riapre la piscina del Banale

A pagina 12

Ospedale, un bene da difendere

A Tione incontri per prevenire e curare

Hanno passeggiato per le Giudicarie, in-tervistato i cittadini e lavorato a ritmo serrato per cinque giorni, fino a tardi, tanto che hanno pure fatto scattare l’allarme l’ultima sera, perchè un laboratorio pratico, per uno studente italiano inon-dato di teoria su teoria, è una ventata di esaltante novità. Sono la quarantina di studenti che hanno partecipato al laboratorio “Paesaggi Rifiutati”, il workshop dedicato al recupero del paesag-

gio organizzato dalla Comunità di valle e dall’Università di Trento. A pagina 11

Medico Chirurgo e Odontoiatra

PER APPUNTAMENTI: Paola: 388 3050162 - Tel. e fax 0465881081 - Cell. [email protected] - www.studiodentisticopassafiume.it

STREMBO (TN) - Via Al Molino, 2/A

Studio Dentistico dott. MASSIMO PASSAFIUME

PINZOLO

SPIAZZO

CADERZONE

Cassa RuraleFam. Cooperativa

Studio DentisticoPassafiume

STREMBO

- IMPLANTOLOGIA E RIGENERAZIONE OSSEA- Diagnosi e radiologia- Igiene e prevenzione- Endodonzia e conservativa- Chirurgia orale- Parodontologia- Protesi fissa e mobile- Gnatologia- Ortodonzia- Odontoiatria pediatrica

Richiedi il tuo PREVENTIVO ONLINE

PER LE URGENZE SI RICEVE IN GIORNATA

CONVENZIONATO con la Cooperazione Trentina(vantaggi per i dipendenti delle Cooperative delle Giudicarie e della Val Rendena)

Medicina Esteticadr. Massimo Sabbalini

medico chirurgomaster chirurgia plastica estetica

CELL. 340 [email protected]

- biorivitalizzazione laser- mesoterapia- fi ller- botulino- check up cute- consulenza tricologica - terapia delle calvizie

A Tione e Storo appuntamento con la tradizione del Carnevale A pagg .16-18

I giovani ridisegnano i paesaggi “rifiutati”

Alle pagine 8 e 9

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Page 2: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

pag. 2 FEBBRAIO 2013 Rassegna Stampa

VALLE DEL CHIESE - Il Consorzio Bim del chiese ha voluto offrire al proprio territorio un nuovo servizio: l’ufficio stampa per tutti i Comu-ni. I Comuni hanno concordato sull’utilità del-l’iniziativa, unico contrario il Comune di Storo il cui sindaco si è dichiarato convinto che non ci sia bisogno di una informazione pagata dall’ente pubblico essendo la zona sufficientemente co-perta dai quotidiani, da vita Trentina e dal Gior-nale delle Giudicarie, che già abbondantemente danno conto di quel che succede nella valle, gli altri Sindaci hanno invece ritenuto che il nuovo servizio possa dare maggior risalto all’attività degli enti comunali, con equilibrio, e meno par-tigianeria. L’incarico è stato affidato a Stefano Poletti di Storo, corrispondente del Trentino, per un costo complessivo di 22.688 euro, lordi: 1.250 euro più Iva per ogni Comune.

CADERZONE TERME - Nella prima setti-mana di gennaio Maria Mosca vedova Salvadei ha compiuto 100 anni e in paese è stata festeg-giata alla grande con la partecipazione del par-roco don Federico, il sindaco Mosca, e la Banda Musicale, che insieme a parenti e amici, hanno rallegrato la giornata della centenaria. Dopo la Messa di Ringraziamento, la festeggiata è stata accolta all’uscita della Chiesa dalle note della Banda, il Sindaco le ha consegnato dei fiori, e la comunità si è stretta con affetto attorno alla loro compaesana che si avvia verso il nuovo se-colo con l’intenzione di vivere ancora a lungo. Auguri.

SAONE - Approderà al Tar il 7 marzo prossimo il contenzioso fra gli Usi Civici di Saone ed il Comune di Tione. La lite fra la realtà fraziona-le ed il suo comune riguarda una presunta ap-propriazione indebita di alcune particelle da parte dell’amministrazione di Tione ai danni della frazione. I cittadini ne sono venuti a co-noscenza da una lettera inviata loro dal presi-dente dell’Asuc Giacomo Scalfi. La sentenza del 7 marzo è molto attesa anche in Provincia perché potrebbe chiarire definitivamente ana-loghi contenziosi molto diffusi fra i Comuni e le Asuc dell’intero Trentino.

BONDO - Miriam Galliani, da 20 anni titolare della licenza del piccolo bar Total di Bondo, ha deciso di sloggiare l’unica slot-machine, in funzione nel suo ambiente. “Non nego, am-mette, che contribuiva al pagamento dell’affit-to, ma gli effetti negativi del gioco mi hanno indotto a farne a meno”. Il piccolo ambiente è frequentato anche da giovani e ragazzi, quindi alla titolare è sembrato giusto togliere di mezzo una possibile tentazione per i giovani avvento-ri. Un esempio indubbiamente da imitare.

COMANO TERME - Passano gli anni ma il tra-guardo dei 3000 abitanti è ancora molto lontano. Stando ai dati dell’ufficio demografico comuna-le, al 31 dicembre i cittadini residenti nel comune di Comano Terme sono 2.945 di cui 1.456 ma-schi e 1.489 femmine, rispetto ai 2.938 del 2011, quindi un aumento di sette cittadini. Nello stesso anno (2012) le nascite sono state di 38 pargoli e 21 sono stai i morti, per quanto riguarda gli stra-nieri, sono 434, pari al 14,77% della popolazione complessiva, una percentuale superiore a tutti i Comuni limitrofi: sono 87 gli albanesi, 85 i ro-meni, 79 i macedoni e 48 i marocchini.

TIONE - La popolazione di Tione tende a scen-dere. Per la prima volta dal lontano 1936, il censimento segna un calo, anche se lieve, della popolazione. Oggi, in base agli ultimi accerta-menti, dell’ufficio anagrafe, gli abitanti di Tione sono 3.590 rispetto ai 3.637 dell’anno scorso, con un calo di 47 individui. I nati del 2012 sono stati 35 e 49 i morti. L’indice di vecchiaia è im-pressionante, ci sono 140 anziani su 100 giova-ni, e i coniugati sono solamente 314 in più dei celibi e delle nubili.(1.791 contro 1.477), mentre le donne sono più numerose di 150 unità.

STORO - Storo continua ad essere il maggior centro delle intere Giudicarie con i suoi 4.672 abitanti nonostante siano calati di 36 unita ri-spetto al 2011. E’ la prima volta che accade da vent’anni a questa parte. Le donne, 2.384, sono più numerose degli uomini,2.288, mentre anche gli stranieri sono in calo: erano 309, ora sono 296. I morti 2012 sono stati 39 di cui 11 maschi e 28 donne e le nascite sono state 42. La frazione più numerosa rimane Lodrone con i suoi 1.089 abitanti, 533 maschi e 556 femmine, seguito da Darzo con 750 abitanti di cui 379 maschi e 371 femmine, infine la piccola frazione di Riccomas-simo con 46 abitanti e in parità fra i due sessi.

TIONE - Non è la prima volta che succede che un camion in piena velocità esca di strada nell’ul-tima curva di “Corede”, nei pressi della località Polin. E’ accaduto un paio di giorni fa quando Franco Drovandi, 74 anni, mantovano, con il suo camion carico di acque minerali, s’è trovato im-provvisamente senza freni e, dopo aver cercato di rallentare il mezzo contro il muro del tornante, fi-nito nel giardino della casa di proprietà di Bruno Battocchi. Tutto sommato l’incidente ha avuto meno conseguenze negative di quanto si pote-va pensare: il conduttore, illeso, è stato portato al pronto soccorso per accertamenti e subito di-messo, le casse dell’acqua minerale, miracolosa-mente intatte, sono state caricare su un altro auto-mezzo e il camion, abbastanza malconcio, è stato recuperato dopo una giornata di lavoro dai vigili del fuoco. L’incidente ripropone la pericolosità di quel tratto di strada dalla pendenza eccessiva.

DALLE GIUDICARIETRENTO - Recarsi al distri-butore automatico per bere un caffè o prelevare una bibi-ta non è affatto un diritto dei lavoratori, ma solo un com-portamento (troppo diffuso) non conforme ai canoni di diligenza e scrupolo profes-sionale. La Frase è dei giudici del Tar di Trento che sono stati chiamati a decidere su ricorso, presentato dall’avvocato Ca-nestrini, che chiedeva l’annul-lamento di un provvedimento disciplinare nei confronti di un agente. Questa sentenza ha destato molto scalpore per-ché sembra voler porre fine alla frequentazione dei posti di distribuzione, sicuramente eccessivi, come può testimo-niare ogni persona che per un motivo o per l’altro si rechi nei nostri palazzi, regni della burocrazia.

ELEZIONI - “Non mi candi-do né al Senato, né alla Came-ra. Faccio una pausa perché in questo momento devo pren-dere atto che sulla proposta politica che avevo lanciato, di un rassemblement di centro, sono stato per ora sconfitto”. Ivo Tarolli, per dieci anni in Parlamento per l’Udc, annun-cia così la sua decisione di non partecipare alle prossime elezioni politiche. Il senato-re giudicariese non rinuncia comunque alla politica dopo esserne stato protagonista per molti anni, per ora s’è dichia-rato attento a tutto quello che potrà succedere e sembra con-vinto di avere in futuro ancora un ruolo ragguardevole nella politica trentina e nazionale.

TRENTO - La Giunta co-munale di Trento ha deciso che i negozi in città potran-no rimanere aperti, per ora, fino alla fine di gennaio, poi si vedrà. E’ comunque pale-se l’intenzione del Comune di Trento di allinearsi al più presto al decreto Salva Italia che prevede libertà di orario e di apertura tutto l’anno. Al decreto governativo avevano fatto ricorso sia le Regioni au-tonome che molti Comuni in ogni parte d’Italia, ma la Cor-te Costituzionale ha respinto ogni azione contraria per cui probabilmente verrà vanifica-ta anche la legge Olivi e quin-di si entrerà in un regime di totale discrezionalità.

PROVINCIA - L’assemblea provinciale della Coldiretti ha confermato la fiducia allo storico presidente Gabriele Calliari nella sua riunione svoltasi presso la Cantina Ro-taliana di Mezzolombardo. L’ordine del giorno prevede-va il rinnovo delle cariche so-ciali compreso il presidente. Gabriele Calliari, rieletto al-l’unanimità, si appresta così a guidare per altri quattro anni la Coldiretti del Trentino.

TRENTO - Sono arrivati come al solito, all’improvvi-so e vestiti di nero, ma a volto scoperto, hanno iniziato ad insultare, poi sono passati all’azione con calci, spintoni, pugni e sputi in faccia. Così una ventina di anarchici han-no attaccato il gazebo della Lega Nord, in un pomeriggio di metà gennaio. Dopo le mi-nacce dei giorni precedenti, gli anarchici sono quindi pas-sati alle mani, e giù pacche da orbi. Sono stati colpito un paio di Leghisti, ma anche persone di passaggio, com-preso l’ex consigliere Franco Tretter che stava conversan-do con il sen. Sergio Divina. Tretter, volendo intervenire per calmare le acque, si è preso un pugno in faccia ed un calcio nel sedere. Infine gli anarchici se la sono presa con chi stava al banchetto del gazebo, hanno gettato a terra il tendone, rovesciato il tavo-lino, e scazzottato Corrado Dallavecchia, 70 anni, che era intento alla raccolta di fir-me contro gli immigrati che, secondo la Lega, prendereb-bero dalla Pat sussidi troppo elevati a discapito dei Tren-tini sempre più in difficoltà, data la crisi.

PROVINCIA - Dopo le chiacchiere, forse qualche fatto. Non è molto, ma piut-tosto di niente, è un segno di buona volontà. La con-ferenza dei Capigruppo in Consiglio Provinciale ha deciso, per il 2013, il taglio dei soldi per le consulenze destinati ai gruppi. Si tratta di circa 150.000 euro che verranno risparmiati. Nel ri-spetto della legge 174 voluta da Monti, il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, ha garantito che saranno ancora molti i tagli da introdurre: “Quando sarà approvato il regolamento ogni consigliere non potrà percepire più di 5.435 euro netti al mese, e non più di 5.714 euro all’anno come rimborso spese. Verranno abolite tutte le altre forme di rimborso, compresi gli 1.800 euro più 800 euro al mese a disposizione dei gruppi. Con il nuovo regolamento, non ci saranno più queste cose”. Il problema è quando si appro-verà il regolamento (?).

TRENTO - Il Consiglio Regionale ha varato la nuo-va riforma dei Comuni che andrà in vigore da subito, appena pubblicata. Questi i punti più significativi che ci riguardano: Trento dovrà ridurre il suo consiglio co-munale da 50 componenti a 40, senza “porta girevole”, così Bolzano, i paesi sopra i 3.000 potranno mantene-re 18 consiglieri, 15 sopra i mille abitanti, 12 sotto i mille. Per quanto riguarda le Giunte, Trento non potrà avere più di sette assessori, 4 sopra i 3.000 abitanti, 3 sopra i mille, e 2 fino a mil-le. Sono state ridotte le in-dennità dei Sindaci del 7%, si sono poi presi in consi-derazioni i numerosi casi di incompatibilità a candidare, fra cui i segretari comunali, che non potranno più can-didare in nessuna parte del Trentino. Cancellato invece l’emendamento Cogo che prevedeva che, ove fossero previste due preferenze, una venisse data obbligatoria-mente al sesso femminile.

PROVINCIA - In Tren-tino si beve sempre prima e si beve tanto. L’alcool è una dipendenza che pone le Province di Trento e Bolzano ai primi posti in Italia per l’abuso di tali sostanze, secondo il Mini-stero della salute che, nei mesi scorsi ha evidenziato come da noi il fenomeno sia in aumento. Nel Tren-tino, l’anno scorso, il 40% dei quindicenni di sesso maschile si è ubriacato con cinque o più unità di alcool in un lasso di tempo ristret-to. Il 30,22% ha dichiara-to d’essersi ubriacato solo una volta, mentre il 20% ha ammesso di ubriacarsi abbastanza regolarmente. Ma ancor più preoccupano i dati riguardanti l’inizio dell’assunzione. A 13 anni si comincia ed un 7% ab-bondante ammette di aver bevuto abbondantemente almeno una volta, addirit-tura a 11 anni l’8% dichiara d’aver bevuto in una serata più di cinque bicchieri di alcolici vari e il 3% confes-sa d’essersi ubriacato. In quanto agli alcolici ingur-gitati, per i ragazzi regna la birra, le ragazze invece, prediligono superalcolici. Il consumo di vino si limi-ta allo spritz, ma evidente-mente non è importante il tipo di bevanda, quanto il considerare che si ingerisce alcol etilico, molto delete-rio per la salute. Per porci rimedio sono state varate alcune leggi che vietano la vendita di alcol sia nei bar che nei supermercati, ma sono, purtroppo poco rispettate.

DALLA PROVINCIARASSEGNA STAMPA GENNAIO 2013A cura della

REDAZIONE

I cattivi pensieri - di Eta Zeta E c’è chi vuol bypassare il lago d’Idro. Ma dall’altra parte. Lo po-tremmo chiamare strabismo lacustre. Brescia-Campiglio in condizio-ni normali è un Camel-Trophy. Anche soggetto a frane. Eppure hanno progettato un tunnel da 34 milioni sull’altra sponda. Non per la Lodrone-Idro. Ma per la Baitoni-Valvestino. Si e no cinquecento abitanti. Una delle valli più sperdute del globo terraqueo. Sedici milioni (32 miliardi) li paga la Provincia di Trento. Ma tra le rarissime ciambelle che escono col “buco”, proprio questa dovevamo finanziare?

I ragazzi giudicariesi delle freccette quinti al Campionato italiano

Andrea Bazzoli , Mauro Ruocco , Massimo Bazzoli , Daniele Bonenti , Vitale Amistadi , Dario Festi (nella foto, assente Daniele Bo-nenti) si sono classificati al quinto posto del Campionato Italiano di freccette che si sono tenuti a Bastia Umbra (Perugia) dal 11 al 13 gennaio, dopo essersi qualificati alle elimi-natorie regionali. In due anni hanno fatto il “salto” dalla serie C amatori alla serie B Ma-ster alla serie A. “Un ringraziamento – hanno detto di ritorno dai Campionati italiani – va alle persone che ci hanno seguito in questa avventura e agli sponsor sostenitori, Hotel Dolomiti di Saone , Rifugio Lupi di Toscana di Boniprati, Merighi Caccia e Pesca di Riva del Garda, Safil di Riva del Garda, Albergo Roncone, Barin di Roncone ). New entry del-la squadra Andrea Molinari di Bondo arrivato quarto ai singoli dei Campionati nazionali.

Page 3: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

FEBBRAIO 2013 - pag. 3

Nelle brevi premesse ha fat-to riferimento ad una condi-visibile ricostruzione storica dei fatti che hanno portato al processo di integrazione europea, con successivo ri-chiamo a ad alcuni importanti valori ed alla giusta necessità colmate il gap fra cittadini ed Istituzioni europee. Nel pro-sieguo, si è concentrato sugli interessi che il Regno Unito può o non può avere restando nell’Unione Europea, igno-rando fondamentali esigenze di solidarietà. Ricordando che per i britannici il fatto di vivere su di un’isola “la geo-grafi a ha forgiato la psicolo-gia”, Cameron ha detto che l’obiettivo del suo discorso era quello di “spiegare ciò che vuol ottenere per la Gran Bretagna e la posizione della stessa nell’Unione Europea”. Una posizione, insomma, di difesa futura degli interessi britannici, come se l’Unione Europea fosse un soggetto di negoziazione bilaterale e non una organizzazione di più soggetti all’interno della quale tutti debbono agire per il bene comune. Sollecitando un rafforzamento della competizione – ignoran-do che l’Unione Europea ha già robuste norme in materia – Cameron sottolinea che “al centro dell’Unione Europea deve esserci, come vi è ora, il mercato unico” e ricorda che “la Gran Bretagna è al cuore del mercato unico e tale deve rimanere”.Nell’auspicare “fl essibilità” nell’applicazione delle norme europee, il premier britannico ha avuto la brillante idea di chiedere per il mercato unico “un quadro comune di norme ed una via per il loro rafforza-mento” lasciando intendere che serviranno eccezioni che privilegino la Gran Bretagna.Il Regno unito, dunque, che già non fa parte dell’area Schengen, dove non vi sono controlli ai confi ni, e dell’Eu-rozona, se dovesse continuare ad essere parte dell’Unione Europea, vorrebbe severe nor-me comuni a tutti, salvo che per la Gran Bretagna, la quale continuerebbe a scegliere ciò che le fa comodo.Cameron è convinto che “tutti abbiamo bisogno della mone-ta unica nel lungo termine”, ma al tempo stesso si affretta

a dire alla Camera dei Comu-ni che la Gran Bretagna “non avrà mai l’Euro”.Non so fi no a che punto Ca-meron fosse e sia cosciente di giocare con il fuoco.L’adesione del Regno Unito alla Comunità Europea, esat-tamente 40 anni fa, il primo gennaio del 1973, è stato preceduto da due fasi poli-tiche opposte. Inizialmente il disinteresse di Londra che ha dato vita ad una sorta di contro mossa promuovendo l’EFTA, Associazione Eu-ropea di Libero Scambio, ed in seguito, cosciente fra l’altro dell’utilità di un mer-cato comune, la richiesta di adesione bocciata due volte per la posizione contraria del presidente francese Charles De Gaulle e in seguito ac-colta con il suo successore Georges Pompidou. A par-te i primi anni di adesione ed il periodo di governo del primo ministro Tony Blair, il sodalizio britannico nel-l’Unione Europea non è mai stato facile, soprattutto negli anni della signora Margaret Thatcher, che si distinse per dire no a quasi tutto.Va detto che in Gran Breta-gna non vi è mai stata una convinta azione politica per portare argomentazioni va-lide di fronte ad una certa

stampa populista non favo-revole all’unità europea.Attualmente David Cameron deve fronteggiare forti contra-sti interni al suo partito con-servatore, con la conseguenza di atteggiamenti che possono danneggiare in prospettiva gli interessi del suo stesso Paese.Tutti siamo coscienti che creare unità nell’Europa del-le molteplici diversità non è facile.Certo è che se le posizioni del primo ministro britannico dovessero concretizzarsi in un referendum tale da porta-re all’uscita del Regno Uni-to dall’Unione Europea, le complicazioni politiche non si limiterebbero all’interno dell’Unione ed all’Europa in generale. Considerando gli

storici legami di Londra con Washington, non sono da escludere rifl essi in qualche misura non del tutto positivi nei rapporti europei con gli Sati Uniti. Tuttavia, le incer-tezze britanniche sulle rela-zioni con l’Unione Europea non possono più durare a lungo.Diciamo che il discorso di Cameron ha avuto l’effetto positivo di avviare fi nalmen-te un dibattito sull’Unione Europea e la posizione bri-tannica al suo interno. Un di-battito che dovrà vedere tutti i Paesi dell’Unione impegna-ti a trovare soluzioni conci-lianti; Londra, peraltro, deve essere cosciente che non si possono pretendere com-promessi ad ogni costo.

Londra minaccia crisi nell’Unione Europea

Lo scorso 23 gennaio il primo ministro del Re-gno Unito David Cameron ha pronunciato un discorso Camera dei Comuni, il Parlamento

britannico, sul futuro del suo Paese nell’Unione Eu-ropea. Si è trattato di un intervento che pone molti interrogativi e non poche preoccupazioni sul progetto

di unifi cazione del Vecchio Continente. Il discorso è stato posto alla base della sua più volte annunciata volontà di promuovere una radicale rinegoziazione dell’impianto istituzionale dell’Unione, soprattutto per rapporto alla Gran Bretagna, per poi sottoporre il tutto a referendum popolare.

Europa

di Adelino AmistadiContinua dalla Prima.Ovviamente dimenticano ed evitano di spiegarci il per-ché, visto che sono così bravi, non abbiamo pensato a tempo debito a prevedere e prevenire quanto stava suc-cedendo. Purtroppo dobbiamo renderci conto che l’Ita-lia sta cambiando radicalmente ed è quindi necessaria una rivoluzione culturale(!) del nostro modo di essere in ogni campo: nel rispetto del risparmio, nel tenore di vita, nel senso civico, nell’approccio al lavoro, nelle vi-cendevole relazioni, nel rapporto con lo Stato, non pos-siamo più permetterci lo sbracamento delle coscienze e la sventatezza dei comportamenti che l’abbondanza ha facilitato negli ultimi anni. Dovremo tornare ad una più consapevole convivenza con problematiche che riguar-dano un po’ tutto il globo e che ormai relegano il no-stro Paese, non già fra le potenze più ricche, ma fra gli stati dall’economia più fragile e più incerta anche nelle prospettive. E se un radicale cambiamento è necessario, esso deve partire dalla politica, da chi ci rappresenta, da chi, domani, sarà chiamato a fare scelte, ad imporre balzelli, a tenere dritta la barra di una nave che è per gran parte compromessa dagli “Schettini” della passa-ta legislatura. Le prossime elezioni dovranno essere le elezioni della svol-ta. L’ultima settimana di febbraio andremo alle urne per eleggere il nostro nuovo parlamento, da cui ne uscirà il nuovo governo e a cui affi deremo il destino nostro e dei nostri fi gli. Non c’è scampo, non possiamo nasconderci dietro la solita frase: “Io non voto, tanto sono sempre i soliti...sono tutti ladri!”, eh no!, questa volta dobbiamo votare con ancor maggiore attenzione, dobbiamo farci un’idea chiara su chi votare e, turandosi il naso o no, an-dare a fare il nostro dovere. Nell’interesse di tutti, l’asten-sionismo non farebbe che far vincere i meno credibili, i più pericolosi. Credo che mai come in questa tornata elet-torale, si spiani davanti all’elettore un ventaglio di pro-poste per tutti i gusti. Dalla destra alla sinistra, ai tanti colori dei centristi, dal più becero populismo, all’elitismo più presuntuoso, dai toni cortesi, agli insulti, dalle pro-messe ragionevoli a quelle fuori di testa, ce n’è per tutti i gusti, anche se alcuni odori che giungono fi no a noi dal-le TV e dai giornali mettono a rischio il nostro apparato digerente. E non è più neanche un problema dei “soliti noti”: molti candidati sembrano, ed uso il condizionale, più trasparenti, più affi dabili, ce ne sono di ottimi, ma se poi qualcuno vuole ancora votare i protagonisti degli ulti-mi decenni, è libero di farlo. Anche la decisione di Monti rappresenta un atto di coraggio, potrebbe fare la fi ne del topo, sovrastato dall’ambigua e bunghista valanga me-diatica che, chi può, ha già messo in campo, ma Monti ha dimostrato di voler bene all’Italia e dei sentirsi in dovere di continuare a servirla, di certo crede in quello che sta facendo e questo è un merito non da poco. Ormai siamo a pochi giorni dal voto, le danze, talvolta sgangherate, tal-volta semplici piroette, il più delle volte parole al vento, sono già iniziate da qualche settimana, ora tocca a noi, ma soprattutto tocca agli indecisi, a chi giudica, a chi con-danna anche senza conoscere, a chi, sentendosi informato, non ritiene d’abbassarsi a votare perché la politica è tutta sporca e lui non vuole sporcarsi. Ora, pur comprendendo le frustrazioni che attanagliano molti di noi e le ragioni di un distacco dalla politica, senza rivangare le porcherie a cui abbiamo assistito negli ultimi cinque anni, ruberie, la-drocini, scandali d’ogni tipo, “escort” comprese, inviterei tutti ad un atto d’umiltà e di responsabilità: informiamoci, rifl ettiamo, interroghiamo la nostra coscienza, e qualcuno che ci rappresenti lo troveremo. Non lasciamo che che la democrazia in Italia vada a farsi friggere, è l’ultima arma che ci rimane conto la rovina totale. Il voto è l’unico stru-mento a nostra disposizione per cambiare la situazione attuale. Non esistono altri mezzi, se non la rivoluzione. Il voto è un mezzo che serve non solo a chi lo esprime, ma serve a tutti, se vogliamo che qualcosa cambi. E’ giusto che ognuno di noi si informi, soppesi i personaggi ed i loro programmi, e poi, in buona fede, voti chi ritiene sia la miglior soluzione fra quelle disponibili. C’è sempre qual-cuno che che vale più degli altri, che è più affi dabile, lo si può conoscere, lo si intuisce. Chi pensa che un candi-dato sia anche di poco migliore degli altri e non lo va a votare per protesta o per non sporcarsi le mani, è ovvio che questo avvantaggia il candidato peggiore...e poi non lamentiamoci! Mettiamo al bando le beghe da osteria, le propagande patetiche, i ritorni incartapecoriti, i soliti me-stieranti che si riconoscono a 20 km di distanza, mai come in questo periodo storico, c’è bisogno di chiarezza e di cambiamento, non ci sono alternative, andiamo a votare e votiamo in coscienza, che nessuno venga a dire, poi, che le cose “vanno peggio di prima”, allora non si potrà dare la colpa al solito pifferaio di turno, ma la colpa sarà tutta nostra che non abbiamo votato con la necessaria consa-pevolezza, o, peggio ancora, ci siamo astenuti. E saranno cavoli nostri!!

Non è il momento di scherzare!

Un passaggio importante che può avere ricadute anche sull’Italiadi Paolo Magagnotti

Il premier inglese David Cameron

Page 4: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

pag. 4 FEBBRAIO 2013

Legge elettorale. Come è noto la legge elettorale è ancora quella del 2005, il cosiddetto “porcellum” le forze politiche non hanno saputo (o voluto) trovare un accordo per cambiarla. Di fatto, non v’è per l’elettore la possibilità di scegliere il nome del proprio “benia-mino”, ma soprattutto - con i primi di maggioranza al Senato distribuiti su base regionale – può dar luogo a ingovernabilità nella ca-mera “alta”, con maggio-ranze risicate al Senato. Da qui può derivare il pericolo di instabilità, già paventato da molti sondaggisti.

In Italia. Gli italiani aventi diritto di voto per la Came-ra dei Deputati saranno cir-ca 51 milioni, tra cui 24,6 milioni di uomini e 26,4 milioni di donne e avranno l’opportunità di scegliere tra 184 contrassegni tota-li, quelli defi nitivamente ammessi alla competizione elettorale I contrassegni elettorali de-fi nitivamente ammessi alle elezioni sono 184.

Liste e coalizioni. Sei i candidati premier: Pier Luigi Bersani per la coali-zione di centrosinistra; Sil-vio Berlusconi (o Angelino Alfano) per la coalizione di centrodestra, Mario Monti per “Scelta Civica”; Beppe Grillo per il Movimento 5 stelle; Antonio Ingroia per Rivoluzione Civile; Oscar Giannino per Fare-Ferma-re i declino.

In Trentino. Saranno 16 liste per la Camera per 11 posti di deputato del Tren-tino Alto Adige, anche se il rischio concreto per il Trentino è di ritrovarsi con pochi deputati come già accadde nel 2008 (solo 2) a causa dei candidati “esterni” imposti dai parti-ti nazionali nei primi posti delle liste. Per andare “a Roma” occorre, a spanne, raccogliere circa il 9% di voti su base regionale (la circoscrizione è Trentino-Alto Adige, un milione di abitanti e circa 800.000 votanti). La camera è eletta con sistema proporzionale con premio di maggioranza (340 seggi) alla coalizione che ottenga la maggioran-za relativa. Soglie di sbar-ramento sono previste alla

Camera (4% per lista sin-gola, 2% per lista collegata a Coalizione) e Senato (8% Lista singola, 20% coali-zione).Agli 11 deputati regionali essi vanno aggiunti 7 sena-tori (vedi pagina a fi anco).

Speciale Elezioni

Nell’urna la carta per far ripartire l’Italia

Dopo tanto parlare, dunque ci siamo arrivati. Il 24 e 25 febbraio si terranno le elezioni politiche 2013, per il rinnovo di Camera e Senato, sciolte anticipata-mente il 22 dicembre 2012 quattro mesi prima della conclusione naturale della XVI Legislatura. Inuti-le dire che c’è una certa tensione attorno a questo appuntamento elettorale dal quale ci sia aspetta un input per fare ripartire l’Italia dopo le secche della crisi economica internazionale ed un rinnovamento della classe politica. Ma c’è il rischio concreto che dalle urne esca una situazione di ingovernabilità, che creerebbe instabilità e dunque altri problemi econo-mico-sociali. Contestualmente alle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento saranno chiamati al voto anche i cittadini di Lombardia, Molise e Lazio, per il rinnovo anticipato dei consigli regionali e l’ele-zione diretta del presidente della regione

Il 24 e 25 febbraio le elezioni politiche tra spinte al cambiamento e timori di ingovernabilità

Lorenzo DellaiAndrea CasolariMarcello CarliFlavia FontanaMichele AnesiNadia Mazzardis LucichFabio PipinatoDaniela ConzattiAlberto StenicoPierluigi FauriPeter Paul Tarfusser

Scelta Civica – Con Monti per l’Italia

Gianclaudio BressaMichele NicolettiLuisa GnecchiElisa FilippiLaura FronerPiergiorgio SesteFranca BertiFernando BiaguePietro CalòEmiliano LutteriNicola Zoller

Partito Democratico

Andrea ZambelliAngelo GennaccarPaolo ZanlucchiAntonella BalistrerManuel PerseghinMirella Serafi niMarianna MoserFrancesca GigliottMara TomasiMatteo AndreottiPaolo Lochner

Udc

Albrecht PlanggerRenate GebhardDaniel AlfreiderMauro OttobreManfred SchullianIvano RinaldiKlaus LadinserManuel MasslMaria MessnerSieglinde Fauster

Svp

Francesco StoraceLivio ProiettiAntonia MonteleoneEmilio GiulianaPaolo MottaCristian LibardiRiccardo PitziantiAntonio ManaraRiccardo PompermaierEnzo MontessoCarmelo Innocente Furina

La Destra

Micaela Biancofi oreMaurizio del TennoEnrico LilloNicola GiulianoMario VitaleClaudia PovoliGerardo ScibelliAndrea RopeleMarco GalateoFrancesca TalassiFrancesco Campisi

Pdl

Riccardo FraccaroLuca CeschinelliMario d’AlterioAndrea SbironiFabrizio CunialDiego NicoliniAlberto dell’OsbeLorenzo LeoniPaul KoellenspergeNicola Gottardi

Movimento 5 Stelle

Nichi VendolaFlorian KronbichlerGuido MargheriAntonella NicoliniEmilio ArisiLoredana MottaSandro GiordaniCarmela NevanoMarco BenvenutiAngelina PisoniMassimo Carbone

Sinistra ecologia e libertà

Maurizio FugattiMara DalzocchiClaudio DegasperiErwin GirardiElena TestorWiliam AngeliDiego BinelliBruna GiulianiRoberto PaccherDenis PaoliGiulia Zanotelli

Lega Nord

Antonio IngroiaLucia CoppolaRobert LadurnerRoberta CorradiniFederica CostanzoBruno FirmaniPatrizia SabbadinGabriele BenattiElena Baiguera BeltramiAlberto TartarottiFrancesco Porta

Rivoluzione Civile

Giampiero SamorìGiuseppe FilippinWalter FerrazzaArno LanzinerAldo ChiricoNazarena MioriAntonio PalermoMarina SpagnolliCristian ZanettiMarco Tomasi

Moderati in Rivoluzione

Tiziano FranceschiniDavide LeonardiFabio ChiocchettMassimo LazzeriLuisa TomasiPaolo PlebaniStefano SantorumFederico ChinoAlberto Mandolfi Roberto Grottolo

Fare per Fermare il Declino

Pius LeitnerLois Taibon Lory Senoner-MussnerMichael DemanegaSimon Kofl erTamara OberhoferHanspeter SchwitzerPeppi StecherHubert TrenkerHannes Zingerle

Freiheitlichen

Simone di StefanoMatteo de MetriSandro TrigoloGianfranco PiccolinVeronica GuellaValentina EritaleMarco AndreattaDaniele GuzzonatoClaudia Bailoni

Casa Pound

Page 5: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

FEBBRAIO 2013 - pag. 5

In questa tornata 2013 si confrontano sei candidati: per il Pdl/Lega Nord è in campo il Consigliere provinciale Giorgio Leonardi; per Patt/Pd/Upt c’è Vittorio Fravezzi, sindaco di Dro; per Fare-Fermare il declino Alberto Azzolini, imprenditore; per il Movimento 5 Stelle Milena Bertagnin, casalinga; per Rivoluzione Civile è in campo Ruggero Pozzer, insegnante; per i Moderati in rivoluzione c’è Renato Zucchelli.

Vi sono anche due giudicariesi nelle liste per le elezio-ni politiche presentate dai partiti il 20 gennaio. Diego Binelli, di professione geometra, già consigliere di minoranza del Consiglio comunale di Pinzolo e della Comunità di Valle, oltre che coordinatore locale della Lega Nord compare nelle liste del Carroccio. La posi-zione in lista, la settima, rende difficile l’accesso alla camera.Sempre dalla Val Rendena arriva l’altro candidato: Walter Ferrazza, ingegnere, sindaco di Bocenago, che ha aderito al movimento Moderati in rivoluzio-ne (Mir), la lista presentata dall’avvocato modenese Giampiero Samorì. La sua posizione in lista è la ter-za, ma anche qui le possibilità sono ridotte, essendo il partito nuovo e poco conosciuto.

Nelle liste alla Camera anche 2 candidati

giudicariesi

Speciale Elezioni

Al Senato una corsa per sei La legge elettorale vigente, l’ormai ben noto

“Porcellum”, ha cambiato in tutta ialia le modalità di elezione al Senato, sostituendo la

precedente impostazione uninominale (un candidato per partito o coalizione di partiti e vince chi prende la maggioranza relativa dei voti) con un proporzionale con liste a nominativi multipli con premio di maggioranza su base regionale. Il Trentino Alto-Adige è escluso da questo cambiamento e permane l’impostazione precedente al Porcellum con 7 seggi totali assegnati in tutta

la Regione, con tre collegi trentini (1. Trento/Val di Non /Val di Sole, 2. Giudicarie/Rovereto/Basso Sarca; 3. Valsugana/Val di Fassa/Val di Fiemme) e tre altoatesini, più un seggio assegnato al “miglior perdente”, in quel collegio cioè in cui la differenza percentuale tra il primo e il secondo sia minima. In genere sempre su un collegio trentino, quello di Trento in particolare. Nell’ultima tornata però il recupero del secondo ci fu sul collegio Giudicarie/Rovereto con De Eccher staccato di poco da Molinari.

Nel Collegio 2: Giudicarie – Basso Sarca – Rovereto/Vallagarina

In regione sette posti a disposizione, i vincitori dei sei collegi più il miglior perdente Vittorio Fravezzi

Alberto Azzolini Giorgio Leonardi

Milena Bertagnin Ruggero Pozzer Renato Zucchelli

Nello scorso numero il Giornale delle Giu-dicarie ha lanciato un’iniziativa concreta di supporto e vicinanza al mondo del lavoro giovanile, ossia quella di dare visibilità ed attenzione a nuove iniziative imprenditoriali che abbiano come protagonisti gli “under”. Un piccolo modo per essere vicini al mondo del lavoro in questo momento certo non fa-cile in cui la congiuntura economica mette a dura prova la capacità occupazionale anche del Trentino. Naturalmente segnaliamo che questo spazio è aperto a tutte le nuove iniziative messe in campo dai giovani. L’invito è quello di scri-vere a [email protected] e segnalarci la vostra azienda.

Giovani e lavoro, un’iniziativa concreta

• Polpo alla partenopea• Frittura di calamari e gamberi

• Gelato della casa con composta di agrumi

• Risotto con porcini del Parco Adamello Brenta

• Trippa alla parmigiana• Crema al Cardinal Mendoza

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Proposta per mercoledì• 6, 13, 20, 27 febbraio 2013• 6, 13, 20, 27 marzo 2013

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Proposta per giovedì• 7, 14, 21, 28 febbraio 2013• 7, 14, 21, 28 marzo 2013

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FEBBRAIO E MARZO: la nostra speciale proposta

Giorgio LeonardiGiorgio Leonardi

VV

Page 6: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

pag. 6 FEBBRAIO 2013

Presidente Dellai, innanzitut-to, perché la scelta della Lista Monti?Perché mi pare una proposta seria e nuova. Non se ne può più di una politica nazionale in-capace di liberasi degli schemi del passato. Talvolta, sembra di essere tornati al 94 ( secolo scorso ), quando ebbe inizio la cosiddetta “seconda repubblica “. Doveva essere la somma di tutte le meraviglie e si è trasfor-mata in un progressivo declino anche civile e politico, non solo economico. Fino a sfiorare il baratro poco più di un anno fa, quando il fallimento di questa politica ha portato in extremis al Governo tecnico. Eravamo sull’orlo del burrone, in Europa scommettevano che saremmo finiti come la Grecia. E il bilan-cio della Stato rasentava il falli-mento. Monti ha avuto il diffici-le compito di dire la verità agli Italiani e di adottare decisioni drammatiche e durissime, che hanno colpito tante famiglie, tante aziende e anche gli enti locali (ne sappiamo qualcosa anche noi quassù). Ma l’alter-nativa era finire come la Gre-cia: i potenti e ricchi avrebbero potuto delocalizzare all’estero il proprio futuro. La gente comu-ne certamente no. Ecco perché non è affatto vero che Monti e’ nemico del ceto

medio o dei lavoratori. Ora bisogna che questi sacrifici si traducano anche in lavoro, in prospettive per i giovani, in maggiore sicurezza e crescita, assieme all’Europa. Se torna la politica di prima, quella de-magogica e populista o quella ancora legata alle ideologie dei decenni scorsi, questi sacrifi-ci saranno buttati alle ortiche. La vera condizione per poter valorizzare i sacrifici ed aprire una stagione veramente nuova e’ che la lista Monti sia forte e abbia tanti consensi, per poter così concorrere a tenere la barra dritta.Dopo 14 anni di governo pro-vinciale chiede la fiducia e il voto dei trentini per andare a Roma. Su quali basi e con quali intenti programmatici?Spero di aver lasciato un ricordo positivo nella nostra comuni-tà. Ci siamo impegnati sempre con determinazione e credo che le cose che contano veramente non le abbiamo sbagliate. Pos-siamo certo aver commesso errori, questo e’ ovvio, ma non penso che abbiamo deragliato rispetto alla tradizione del buon governo dell’Autonomia. E

sono le linee guida che riguar-dano la scuola e la formazione; la riscoperta della nostra identi-tà e assieme l’apertura al mon-do e alla innovazione; la solida-rietà e la collaborazione tra le componenti sociali; il sostegno alle nostre imprese; un grande investimento sulla famiglia e sui giovani. Abbiamo cercato di valorizzare il volontariato, struttura portante della nostra comunità. L’impegno nazionale naturalmente si pone su un pia-no molto diverso, certamente più complesso e periglioso: ma penso che in fin dei conti questa nostra esperienza possa essere molto utile anche alla politica nazionale, che deve uscire dalla deriva dell’effimero per tornare ad occuparsi delle attese della comunità.Che Trentino si lascia alle spalle dopo la Sua esperienza amministrativa?Un Trentino forse più consape-vole della sua storia, della sua forza, della sua Autonomia. Forse siamo oggi un pochino più “ comunità autonoma “, nel senso pieno di questi ter-mini. Noi siamo qui, ci siamo abituati alla nostra realtà, spes-

so non ci rendiamo conto delle cose straordinarie che abbiamo costruito. Magari per polemica o per invidia neghiamo le cose buone che abbiamo. Ma basta poco (per esempio un amico non trentino che ce lo fa notare ) perché lo avvertiamo. Io sono orgoglioso del Trentino che ho governato in questi anni e sono certo che lo sarò anche del Trentino del futuro.Lei ha spesso parlato di buon-governo dell’Autonomia, contrapposto ad esempio agli scandali dei festini nel Lazio. Qual’è l’apporto che questa cultura del buongoverno può portare a livello nazionale?Per carità, anche noi abbiamo i nostri problemi e le nostre man-canze , ma penso che abbiamo conservato il senso delle istitu-zioni e il valore della serietà e della sobrietà. Senza nessuna presunzione di insegnare nien-te a nessuno, questa sensibilità potremo certamente testimo-niarla come una caratteristica del Trentino.Qual’è la cosa del Trentino che più di ogni altra porterà con sé in questa sua nuova esperienza amministrativa?

Il principio della responsabi-lità. La cosa più deprimente della politica nazionale e’ la sistematica tendenza a scari-care colpe sempre sugli altri. Bisogna tornare a questo va-lore, che nei governi locali, specialmente quelli autono-mi come il nostro, e’ natura-le e consolidato. Quali obiettivi e quali aspettative ripone nella Sua prossima “avventura romana”?Impossibile riassumere tut-to in poche righe. Direi co-munque che mi riprometto di continuare ad essere, come in questi mesi, parte del gruppo promotore di un nuovo pro-getto politico che si muove nell’ottica della “ricostruzio-ne” del Paese. Parlo di una ricostruzione non solo eco-nomica e sociale, ma anche istituzionale. Unire verità e speranza, questo serve oggi alla politica italiana. La ve-rità da sola rischia di esse-re fredda constatazione dei numeri. La speranza da sola rischia di essere illusione e, in sostanza, tradimento delle attese della gente .

Un’ultima cosa. Si è scrit-to sui giornali che Lorenzo Dellai sarà a Roma “difen-sore dell’autonomia trenti-na”. Sarà così?Non è una definizione che mi piace. Ma certamente uno come me che ha avuto il gran-de onore di guidare il Trentino per così lungo tempo non può che considerare la difesa e la promozione dell’Autonomia come un dato imprescindibi-le. Io sono stato e sarò sempre coerente con questo valore e ritengo di avere su questo abbastanza credibilità senza necessità di ottenere patenti autonomistiche da nessuno, Bolzano compresa. La SVP ed il PATT hanno stretto un accordo con il PD di Bersani. Noi siamo nella squadra di Monti. Ognuno, nella sua col-locazione alla Camera e tutti assieme al Senato, con pari dignità, difende e promuove l’Autonomia. Quello che con-ta e’ lavorare con trasparenza e sincerità per lo stesso gran-de obiettivo: radicare il nostro sistema autonomistico nei nuovi scenari istituzionali che la prossima legislatura sarà co-stretta a definire per evitare che l’Italia vada a fondo. Sapendo che se l’Italia affondasse, an-che Trento e Bolzano non se la passerebbero certo bene.

Speciale Elezioni

Primo candidato nella Lista Monti-Scelta Civica, Lorenzo Dellai, dopo 14 anni di governo del Trentino si affaccia alla poli-

tica nazionale con l’intento di “rompere” alcuni

schemi e comportamenti istituzionali che secon-do lui hanno portato l’Italia al declino, portan-do un po’ della cultura autonomista nelle stanze del potere romane.

“Vorrei un’Italia più seria e responsabile”Dellai: “Con Monti ricerchiamo un nuovo impegno e una ricostruzione economica, sociale ed istituzionale”

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Page 7: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

FEBBRAIO 2013 - pag. 7

Era stata nominata una commissione incaricata di approfondire e sensibilizza-re. Forse le modalità di la-voro di questa commissio-ne, che tra l’altro non aveva coinvolto tutti i soggetti in-teressati alla partita, ha fat-to sì che alla conferenza del turismo di Levico Terme ci sia stato una mezza rivolta contro l’ipotesi di introdu-zione dell’imposta di sog-giorno, che di fatto è stata rimessa nel cassetto. Pensa-re ora che nel 2013 si possa tornare a parlare – e magari decidere – di questa impo-sta sarà ben diffi cile. Alla vigilia delle elezioni pro-vinciali solo un kamikaze potrebbe tentare di affron-tare un problema di questo peso. Così anche l’imposta di soggiorno, come altri nodi del turismo, peraltro già sollevati e ricordati in più occasioni dallo stesso assessore Mellarini, rimar-rà in freezer. I problemi ai quali accenniamo sono, ne citiamo solo alcuni, son quelli della commercializ-zazione svolta da Apt e da Trentino Marketing (ora Trentino Sviluppo ), quello

dell’autonomia delle Apt e del loro rapporto con la Trentino Marketing, della ristrutturazione delle Apt stesse. Lo stesso Mellarini ha detto giustamente che sono troppe le Apt presenti sul territorio trentino e sa-rebbe opportuno provocare processi di aggregazione. Ma torniamo all’impo-sta di soggiorno. Perché è sbagliato essere contrari aprioristicamente? Alcune obiezioni sono note: il set-tore turistico e le strutture ricettive sono già gravate da troppe tasse ( e questo è vero), i turisti potrebbero essere spaventati dall’im-

posta di soggiorno. Francamente noi non pen-siamo sia una manciata di euro (mettiamo sette o dieci alla settimana ) a far scegliere al turista altre destinazione. L’offerta del territorio – e degli hotel – ormai si gioca sulla qualità dei servizi. Se ci saranno standard alti e innovativi il turista sicuramente non se ne va. Gli hotel pagano troppe tasse? A parte che l’imposta di soggiorno è pagata dal turista, è vero che le tasse gravanti sul settore sono troppe e one-rose ma per questo gli al-bergatori e loro categorie

potranno fare – se lo faran-no – specifi che battaglie, chiedendo alla Provincia, per quanto di sua compe-tenza, di far abbassare al-cune voci d’imposta.Al contrario un’imposta “dedicata” alla promozio-ne e versata alle APT e Consorzi turistici (e non alla Trentino Marketing) potrebbe essere utile per una serie di ragioni, che ora vedremo di elencare brevemente. Nel sistema attuale gran parte dei fondi arrivano alle Apt dall’en-te pubblico, dalla Provin-cia. Ma in tempi di crisi i fi nanziamenti si assotti-

gliano. Questo sistema di fi nanziamento, tra l’altro, rende succube le Apt alle decisioni – parliamo del-l’ambito promozionale – che arrivano del centro e spesso le obbligano di fatto a partecipare ad iniziative non del tutto condivise o utili al proprio territorio di competenza.In Trentino le presenze ed i pernottamenti dei turisti sono, mille più, mille meno, trenta milioni. Se l’imposta fosse di un euro sarebbero 30 milioni circa di euro. Fossero anche meno sareb-be un bel gruzzolo. In Alto Adige l’80 per cento delle

somme raccolte dall’im-posta di soggiorno andrà a fi nanziare l’organizzazione turistica periferica. Sei dei trenta milioni sopra accen-nati l’80 per cento arrivasse alle APT e Consorzi turisti-ci sarebbe proprio un bel respirare. Signifi ca che le APT potrebbero risolvere parecchi problemi econo-mici, risolvere la questione faticosa della partecipazio-ne fi nanziaria degli alberga-tori all’Apt (a questo punto gli albergatori pagherebbe-ro l’imposta di soggiorno raccolta dai rispettivi clien-ti e nessuno tirerebbero loro la giacca per fi nanziare ulteriormente l’Apt a meno che non si tratti di progetti specifi ci e mirati), all’inter-no delle Apt gli albergatori potrebbero avere maggiore autonomia e voce in capi-tolo nelle scelte strategiche e promozionali del proprio territorio, senza star col cappello. In questo senso l’autonomia val bene una piccola imposta.Pensateci, cari albergatori, e nella prossima legislatura vedete di decidere.

Imposta di soggiorno? Perché no?In Alto Adige dal 2014 i turi-sti dovranno contribuire a fi-nanziare la promozione del turismo altoatesino. La Giunta provinciale non molte settimane fa ha approvato la legge che introdurrà la famosa – per qualcuno la famigerata – imposta di soggiorno. Ogni ospite “ over 14 “ dovrà versare una pic-cola quota per ogni notte trascorsa in Sudtirolo: si andrà dai 70 centesimi per gli affittacamere,

agriturismo e alberghi a 1 e 2 stelle, all’euro per

gli hotel a tre stelle e 1,30 euro per gli hotel a fa-scia superiore. In molte città italiane, da Roma a Firenze, per non parlare degli altri Stati europei, l’imposta è in vigore da tempo.In Trentino il discorso è fermo. L’estate scorsa l’assessorato, anche attraverso uno studio della Tsm, lo aveva messo sul tappeto.

di Ettore Zampiccoli

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L’Alto Adige ancora una volta ci ha preceduto. Sarebbe un modoper garantire fi nanziamenti certi, e soprattutto, autonomia alle Apt

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Page 8: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

pag. 8 FEBBRAIO 2013 Attualità

L’assessore alla Sanità Ugo Rossi, pur misurando le parole per far apparire la pillola meno indigesta, ha spiegato che i nuovi orientamenti impongono strategie diverse dal passato. In sintesi, a Tione sarà potenziato il Pronto soccorso (non prima del 2014 però), mentre per le emergenze, anche di ostetri-cia e ginecologia, si farà molto più uso dell’elicottero. Le sale operatorie della locale chirurgia rimarranno aperte per gli inter-venti programmati, dal lunedì al venerdì. Mentre, per i week-end, ferristi e chirurghi potranno andare a spasso, perché appen-diciti, e ernie lombari non se ne faranno più nei fine settimana. Tutto rientra nella nuova mappa sanitaria trentina. Dove Tione, a quanto pare, nonostante le ras-sicurazioni di potenziamento, e lavori milionari al passo di lumaca, reciterà la parte della Cenerentola.Niente a che vedere per esem-

pio con Cles, dove invece, pur da struttura periferica qual è, si stanno insediando reparti di ec-cellenza che già richiamano pa-zienti da Trento e da Rovereto. Un percorso inverso di quello del nostro ex “Mandamentale”, che, per più di 80 anni, è stato punto di riferimento e centro di cura di tutta l’asta comprenso-riale. La chiamano week surgery. E’ un nuovo modo di interpretare assistenza e degenza ospedalie-ra. Di cui l’ospedale tionese sarà una delle prime cavie a livello provinciale.Del resto l’assessore Rossi, nel recente incontro su “Assegni di cura: per l’assistenza a do-micilio”, dov’è stato chiamato a relazionare nella sede della Comunità di Via Gnesotti, lo ha fatto intendere, senza ombra di malintesi. “In primo luogo – ha detto – è impensabile continua-re ad avere ospedali autonomi. Dobbiamo garantire l’indispen-

sabile in tutti i centri. Ma poi, c’è la necessità di usare, al me-glio, le strutture e le risorse di-sponibili”. Più chiaro di così!“Entro fine febbraio – ha spie-gato – dobbiamo elaborare un piano di miglioramento della Sanità provinciale e, in questo contesto, saranno prese in esa-me anche le criticità di Tione”. Ma il cambio di marcia, ha an-ticipato Rossi, è rappresentato dalla necessità di concentrare gli interventi chirurgici durante la settimana, magari tendendo aperte le sale operatorie anche di pomeriggio, e di garantire le emergenze durante i fine setti-mana. “Per fare questo – ha chiarito il responsabile della sanità – do-vremo potenziare gradualmente l’elisoccorso, assicurando i voli, per ora fino alle 23. Per arrivare, in un secondo tempo, alla coper-tura di tutte le ore della notte”.Ecco quindi delineati gli scena-ri futuri. Mantenere in periferia

un pronto soccorso efficiente, una medicina di base capace di gestire le criticità, una sala ope-ratoria in funzione cinque giorni alla settimana e un day hospital adeguato. Tutto il resto, com-presi i parti urgenti e difficili, af-fidati ai rotori dei potenti Agusta Bell, acquistati dalla Provincia e, per ora titolati a mettersi in volo ad occhi bendati e in situa-zioni difficili, solo alcune ore dopo l’imbrunire e alle prime luci dell’alba.Una sanità dell’emergenza, quindi , non ancora al top, che include anche il reparto di oste-tricia e ginecologia, che con soli 198 nati nel 2013, è probabil-mente destinata a fare la fine del San Camillo di Trento, dal 1° di gennaio accorpata al Santa Chiara, pur tra le lamentele di medici e partorienti.Il quadro dunque non è roseo. Anche un cieco capirebbe che per l’ospedale di Tione gli spa-zi si stanno riducendo. E che gli investimenti attengono più alla sfera edilizia (18 sono i milioni che si stanno spenden-do) che non a quella gestionale e delle risorse umane. Solo la politica locale sembra non aver afferrato, appieno, la portata del cambiamento. Se avesse capito davvero ciò che gli organi pro-vinciali stanno decidendo sulla testa della periferia, sicuramen-te sarebbe meno indulgente. Altre realtà, molto meno titolate della nostra, uniscono le forze, si confrontano. Si battono per mantenere al proprio interno strutture e servizi vitali per la propria salute e la propria eco-nomia. Noi – purtroppo - siamo adagiati. Proni. Incapaci di ri-spondere a tono a chi lentamen-te sta smantellandoci i servizi. E’toccato al Tribunale. Poi al-l’Agenzia delle Entrate. Ci stan-no scippando gli uffici postali. E in fondo alla lista c’è anche l’ospedale. Che altro ancora deve accadere per risvegliare nella nostra gen-te, nei nostri uomini guida, l’or-goglio di una popolazione erede delle rivolte del Dazio di Tem-pesta e delle Guerre contadine contro lo strapotere del Principe Vescovo? Sono momenti non semplici, è vero. L’economia in crisi ha fiaccato gli anticorpi. Ma sta diventando anche il gri-maldello per toglierci dei servizi essenziali. Che tutto sono, fuor-ché dei [email protected]

Per l’ospedale c’è un ridimensionamento all’orizzonte

Finalmente la Comunità di Valle e Conferenza dei sindaci hanno firmato il documento che reclama attenzioni per l’ospedale di Tione. Lo hanno fat-

to edulcorando un documento che, da mesi rimpallava, da una scrivania all’altra dei palazzi municipali. Ne è uscita una denuncia sbiadita, che elenca le innumere-voli criticità del nosocomio. Rivendica le prerogative di

un territorio che, alla stregua di altri, dovrebbe avere gli stessi diritti. Soprattutto in tema di sanità e di cura del cittadino. Nel frattempo i responsabili provinciali, hanno parzialmente scoperto le carte sugli utilizzi futu-ri del nosocomio. Per cui, leggendo tra le righe degli ar-zigogolati bla bla politici, si preannuncia un sostanziale ridimensionamento.

Chirurgia chiusa nei week-end. Elicotteri per le emergenze

di Ettore Zini

State leggendo le cronache provinciali? Altre valli, non molto lontane dalla nostra, stanno tirando fuori le unghie in difesa della sanità

e di altre strutture essenziali al benessere e alla cura delle persone.Piano piano il centro sta facendo un sol boccone della periferia. Mai come oggi ci sarebbe bisogno di una politica forte, in grado di unire attorno ad un sol tavolo, le forze migliori, per contrastare lo scippo sistematico ai danni della nostra comunità. Purtroppo, mai come oggi, oggettivamente debo-le. Basta vedere la svogliatezza e lo scarso dibattito nelle assemblee della Comunità di Valle (all’ap-provazione del bilancio erano presenti poco più di 50 persone, il minimo vitale, il dibattito è scarso, per non dire nullo), ai Consigli della Salute i sin-daci delegano,. E anche i delegati non mostrano grande impegno. Manca una regia forte che sap-pia fare sintesi. E soprattutto avere una visione d’insieme.Ne è esempio il recente documento siglato a di-fesa dell’ospedale di Tione. Talmente debole, da aver solo scalfito le coriacee villosità dei nostri politici provinciali. Sensibili all’unico verbo che entra nelle loro orecchie: i voti. Ben lo sanno i più scafati amministratori della Valsugana che, per l’ospedale di Borgo, hanno sottoscritto un docu-mento davvero tosto. Dove, al posto delle suppli-che, ormai demodè (nessuno porta più il cappello , men che meno in mano), hanno messo la parola: voti. Voti che, nessun politico potrà pretendere se da Trento non risponderanno, con fatti concreti, al “Manifesto della salute” della Bassa Valsuga-na. Una “carta”, approvata “coram populo” da sindaci, amministratori e rappresentanti della Co-munità. Il loro dictat è chiaro: “Che nessuno si azzardi a venire a chiedere voti, se sull’ospedale non vedremo esaudite le nostre richieste”.Uno scritto lontano anni luce da quello prodotto dai nostri amministratori, che dopo infiniti ripen-samenti, è stato emendato da ogni forma di pres-sione. Non dovrebbe essere necessario. Ma forse è op-portuno ricordare che - a parte l’incidenza econo-mica - l’ospedale di Tione: per stipendi e numero di persone impiegate è la più grande industria del-le Giudicarie. Una vera ricchezza, al servizio del-la nostra popolazione. Un bene irrinunciabile. A garanzia della salute e, perché no, delle comodità di tutti i cittadini. Nessuno dubita che l’ammalato grave debba ricorrere a centri di eccellenza. Ma sanità e assistenza implicano anche patologie e affezioni non gravissime che possono (com’è stato fatto per quasi un Secolo) essere curate in struttu-re medie. Senza traumi e disagi, per parenti e ami-ci, di chi deve ricorrere al letto di un ospedale.Ecco perché dovremmo trovare la forza di ruggire per il destino di una struttura, non optional, Asso-lutamente necessaria per la nostra gente. (e.z.)

Prendiamo esempio da altre valli

A quanto pare, nei loro must ci sono gatti ran-dagi e urogalli. Ma non le sorti dell’ospedale di Tione. Margherita Cogo e Roberto Bombarda sono gli unici due consiglieri provinciali delle Giudicarie: personaggi di peso che potrebbe-ro davvero dire la loro sulle urgenze sanitarie della valle. I loro nomi, lo dicono le cronache, li troviamo associati più volentieri a gattili e quote rosa, la prima. A biotopi e galli cedroni, il secondo. De gustibus, dice il proverbio. Ma se nel loro recente palmares avessero inclu-so anche i problemi dell’ospedale di Tione, la cosa non sarebbe disdicevole. Anche perché - è un dato di fatto - il nosocomio di Tione, mai

come oggi, avrebbe bisogno di Santi in Para-diso. Se ne sta interessando la Lega. Anche se, forse, per motivi di bottega. Lo ha fatto Pino Morandini, con una question time, dedicata al nostro nosocomio. Se ne stanno interessando i sindaci e la Comunità di Valle. E loro, gli “autoctoni”, che potrebbero davvero spendere l’autorevolezza necessaria, che fanno? Glissa-no? Fortuna che sono al capolinea. Ambedue hanno fatto il loro tempo: non si candideran-no più. La prima ha detto che si batterà per la partecipazione delle donne nella vita politica. Il secondo che tornerà a dirigere “Trentino In-dustriale”. Deo gratias. (e.z.)

E i “nostri” consiglieri provinciali che fanno?

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FEBBRAIO 2013 - pag. 9 Attualità

Per l’inaugurazione, poi, si arriva al 1931. Data storica, da annotare sul calendario: i giudicariesi dispongono di un ospedale al servizio di tutta la popolazione. Prima di allora ci si doveva rivolgere all’ospi-zio di Santa Croce di Bleggio. Dove, dalla fine del 900, era attiva “un’infermeria-ricove-ro”. E, solo chi aveva dispo-nibilità finanziarie (per curare una persona bisognava ven-dere la più bella mucca della stalla) vi portava gli ammala-ti. Mario Antolini Muson, il più anziano cronista giudica-riese – nel suo libro “Il vec-chio ospedale di Tione”, edito nel 2000 da Antolini Centro Stampa – ricorda la prima ambulanza con cassone in

legno, presente nell’officina meccanica dei fratelli Anto-lini Tomecion di Tione. Con quel traballante mezzo, reso ancor insicuro dalle pessime condizioni delle vie di comu-nicazione, all’occorrenza si trasportavano gli infermi ver-so Trento o Brescia. Ma visto la povertà endemica della popolazione, per lo più ci si curava in casa.Si deve a Monsignor Donato Perli, decano della Pieve di Tione, la spinta alla realizza-zione di un ospedale in loco. L’impresa fu ardua. Ma con il concorso di tutti i comuni della Busa, dell’Alta e Bas-sa Rendena, delle Parrocchie e di tutta la popolazione fu possibile erigere “l’Ospitale

Mandamentale”. Ventisette comuni, uniti in comitato, per costruire un luogo di cura per la propria gente.I primi denari vennero messi a disposizione dal Fondo del Comitato Distrettuale d’ap-provigionamento alla popo-lazione, accantonato durante la prima guerra mondiale, de-positato presso la Cassa di Ri-sparmio di Vienna. Poi ci fu una gara tra amministrazioni e cittadini. Anche dall’Ame-rica arrivarono aiuti da parte degli emigrati. Poveri e be-nestanti si autotassarono per il costruendo ospedale chi-rurgico. Una grande gara di solidarietà, allargata poi an-che agli altri due mandamenti giudicariesi: Condino, per la

Valle del Chiese e Stenico per le Giudicarie Esteriori. Anch’essi coinvolti nella rea-lizzazione di una struttura al servizio delle Sette Pievi.L’inaugurazione ufficiale il 22 gennaio 1931. Si era in piena era fascista. I sindaci erano stati sostituiti dai podestà. E anche il Governo Nazionale contribuì con 100 mila lire al completamento dell’opera. A condizione, però, che l’ospe-dale fosse intitolato “Tre no-vembre”, data dell’entrata in Trento delle truppe italiane di liberazione. Il primo chi-rurgo fu Silvio de Stermich. L’ospedale disponeva di circa 60 posti letto. Di ampie ca-mere dotate di riscaldamento centrale. Di una sala operato-ria e un ricco armamentario chirurgico, con gabinetto di radiologia e altre strutture sa-nitarie d’avanguardia. La posizione riparata e soleg-giata anche d’inverno, durante la prima guerra mondiale, ne favorì l’insediamento anche di un sanatorio (fu costrui-to un padiglione a se stante) per la cura della tubercolosi. Per anni quel reparto ospitò moltissimi giovani ragazze e giovani donne provenienti dalla città, affette da quella che allora era la malattia del Secolo. Fino alla fine degli anni set-tanta svolse un preziosissimo servizio. Poi l’aumento della popolazione e l’esigenza di uno stabile più razionale e moderno, portarono alla co-struzione dell’ala attuale. Un edificio affiancato alla vec-chia armoniosa struttura del 1931. Un errore urbanistico

molto impattante dal punto di vista paesaggistico. Ma che diede al nosocomio nuovo impulso. Con reparti più ef-ficienti e sale operatorie ben attrezzate. Una struttura funzionale e di-gnitosa, arrivata fino ai giorni nostri. Negli anni ottanta, la parte vecchia, abbandonata a se stessa, corse persino il ri-schio di essere abbattuta. La Giunta Comprensoriale di allora era intenzionata radere al suolo il vecchio stabile (un gioiello architettonico di raro equilibrio) per fare posto ad un ampio parcheggio. Solo una provvidenziale campagna stampa, ne cambiò i destini. Oggi, dopo una sa-piente ristrutturazione, è sede della Rsa. In tanti anni - 82 per essere precisi - anche la sanità ha subito notevoli cam-biamenti. Dopo la gestione autonoma dei Comitati di am-ministrazione, amministrati dai comuni con il concorso della Cassa Circondariale di Malattia, con l’avvento dei Comprensori, la direzione

dell’Ospedale Mandamentale 3 Novembre di Tione, è pas-sata alle Usl (Unità Sanitarie Locali). Il 1° aprile del 1993 (LP n. 10/93) le Usl, lasciano il posto alle Apss. E vengono istituiti i Distretti Sanitari. In Giudicarie: il Distretto Sani-tario Giudicarie e Rendena, che comprendeva il servizio sanitario territoriale ed ospe-daliero. Poi, a seguito della Legge Provinciale n. 16 del 23 luglio 2010, sono stati rivisti anche i distretti terri-toriali. Attualmente la nostra zona, per quanto riguarda la medicina del territorio, fa parte del “Distretto Centro Sud”. Che comprende: l’Alto Garda e Ledro, la Vallagari-na e l’altopiano di Folgarida. Mentre l’ospedale è entrato a far parte del S.O.P. (Servizio Ospedaliero Provinciale). In pratica, con l’istituzione del-l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (A.P.S.S.), è venuta meno l’autonomia dell’ospedale, che dipende da Trento. [email protected]

Il vecchio “Ospitale”: la storia

Se le nuove generazioni sapessero quanto sacrifi-cio è costato l’ospedale di Tione, probabilmente sarebbero le prime a pungolare i loro ammini-

stratori a fare di tutto per mantenerlo efficiente e fun-zionale. La sua storia evoca pagine da libro Cuore. Momenti difficili e irti, per una comunità priva di tut-

to. Dove curare una banale appendicite o una bron-chite era un problema. Mancanza soldi. Ma anche di strutture in grado di accogliere gli ammalati. Per sentir parlare di un ospedale a Tione bisogna arrivare agli inizi del 1919. Ma è solo nel 1925 che fu posata la prima pietra.

di Ettore Zini

Nel 1925 la posa della “prima pietra”, l’inaugurazione nel 1931 su impulso di Monsignor Donato Perli

A parte i problemi strutturali, le criticità individuate dal Consiglio della Salute ri-guardano soprattutto le risorse umane: in definitiva gli organici del personale. L’ar-gomento, già trattato nel precedente nu-mero, non entrava nei dettagli. Oggi per maggior informazione ne pubblichiamo i punti salienti, evidenziati nel documento inviato a Trento, da sindaci e Comunità di Valle. Pronto Soccorso. Se ne evidenzia le dif-ficoltà. E si chiede un’immediata soluzio-ne, in quanto è presidiato da due soli me-dici, dei quali uno, trasferito dal reparto di medicina. C’è l’impossibilità oggettiva di privare il reparto di medicina di altri operatori, considerata la presenza del ser-vizio di terapia semi-intensiva, dove ven-gono gestiti pazienti critici. Medicina. E’ carente di organico. Pur prendendo atto del temporaneo rinnovo delle convenzioni attive con medici pro-fessionisti per garantire la copertura del reparto in attesa di nuovi concorsi.Ginecologia e Ostetricia. Preoccupa il futuro del reparto, diretto dal dott. Mar-co Ioppi, a scavalco con l’ospedale di Rovereto. Si vuol sapere perchè non c’è ancora la nomina del primario. Qui diret-tive provinciali sono rispettate solo per le ostetriche. Mentre il ginecologo e l’ane-stesista sono presenti solo nelle ore diur-ne, e reperibili di notte. Manca inoltre un centro trasfusionale. Mentre il pediatra neonatologo è disponibile solo tre giorni alla settimana. I ginecologi sono solo 4 contro i 6 previsti.Chirurgia. E’ sotto utilizzata. Ciò anche per una percezione negativa nella popo-

lazione, causa di migrazione verso altri ospedali, nonostante le potenzialità, dopo l’arrivo del nuovo primario dott. Ciaghi.Ortopedia. Qui invece c’è saturazione. Ma mancano le risorse per soddisfare le richieste. Soprattutto in considerazione della vocazione turistica della zona. Ep-pure per il direttore Generale Luciano Flor il reparto potrebbe divenire riferi-mento provinciale per alcuni tipi di pre-stazioni.Anestesia. L’organico è incompleto. Si deve garantire una presenza continuativa e trasversale a favore di tutti i reparti con due soli medici, invece di tre. Radiologia. Anche qui manca personale. Unica radiologia nel panorama aziendale, con soli due medici. Per cui è impossibi-litata a garantire continuità di prestazioni. Nonostante la nuova Tac. In definitiva “preoccupano le difficol-tà, da parte dell’Azienda, nel favorire la presenza di medici qualificati”. Come preoccupano le mancate risposte alle promesse più volte formulate dai vertici. Il personale ospedaliero e la politica lo-cale dunque si interrogano. Chiedono se vi siano problemi oggettivi a coprire gli organici. O se invece manchi la volontà a far decollare la struttura. “I sindaci delle Giudicarie – è scritto – quali componenti del Consiglio della salute, ritengono che la salvaguardia e il rilancio del presidio ospedaliero di Tione debba considerarsi una priorità nella programmazione pro-vinciale. E chiedono impegni precisi”. In quanto i cittadini delle Valli hanno gli stessi diritti dei cittadini sull’asse del-l’Adige”. (e.z.)

Le criticità dell’Ospedale

Condino (TN) tel. 0465.621440 www.legnocase.com

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pag. 10 FEBBRAIO 2013

Comunità di valle: dopo due anni dalla inizio del-l’attività di questo ente qual’è la situazione? A che punto siamo?Va fatta una premessa. È difficile pretendere, quan-do parte un’innovazione all’interno delle nostre co-munità, di avere soluzioni rapide e precostituite. Non nascondiamoci il fatto che una riforma come quella istituzionale presuppone una forte organizzazione e prevede – alla fine del per-corso - il raggruppamento dei piccoli comuni, anche se qualche politico fa fatica a dirlo. Nell’attuazione del-la riforma, forse poi la Pat ha “caricato” la Comunità di Valle di competenze tutte in un’unica soluzione, men-tre forse occorreva essere più graduali. Anche in con-siderazione della crisi che stiamo affrontando, occorre mettere in campo provvedi-menti per unire e fare sinte-si e spiegarli ai cittadini dati alla mano. Leggendo poi dell’approva-zione della legge regionale sull’assetto degli enti locali e delle riduzioni del numero dei componenti dei consigli comunali dalla prossima legislatura, provvedimento che posso anche condivi-dere, mi pongo automati-camente un’altra questione: a che cosa serve allora As-semblea della Comunità di valle da 100 componenti? Secondo Lei sono troppi?Direi di sì. Bastano a parer mio gli amministratori, che hanno la conoscenza della situazione e delle proble-matiche; nell’assemblea attuale pochi hanno avuto un’esperienza da assessore nei comuni e inevitabil-mente ne stiamo pagando lo scotto, in questa fase di rodaggio della Comunità. Senza offesa per nessuno., ma forse era il caso di pre-miare di più l’esperienza nell’amministrazione co-munale, anche all’interno della Giunta della Comu-

nità, soprattutto per questa fase di avvio della Comuni-tà, nella quale il nuovo ente dovrebbe essere più che mai operativo e concreto. Cosa manca ancora alla Cdv per diventare istitu-zione autorevole e ricono-sciuta dai cittadini?È mancata come dicevo quella gradualità necessaria per gestire un Comprenso-rio popoloso e pieno di co-muni. Riprendiamo il con-fronto su problemi concreti

come ad esempio la viabili-tà, una tematica fondamen-tale come il collegamento con Brescia per dare respi-ro all’industria e al turismo. Chiediamo con forza atten-zione alla Provincia attorno a tematiche importanti per il nostro territorio. Qual’è il rapporto della Cdv con i comuni e che cosa andrebbe migliorato (anche nei riguardi della Conferenza dei sindaci)?Secondo me bisogna strin-gere e portare delle discus-sioni non perdite di tempo più centrate e concrete, filtrando prima le proble-matiche e le tematiche a li-vello di “vallata” (Chiese, Busa, Esteriori, Rendena) e poi portarle in conferen-za sottolineando esigenze ben concrete, anche qui

limitando il numero dei componenti dell’assem-blea dei sindaci a livello di rappresentanti di vallata. Una conferenza troppo nu-merosa ha costi e tende ad essere poco operativa. Gestioni associate, che strada percorrere per renderle operative?Io vedo, personalmente, per la Valle del Chiese uno schema con tre poli. Da Bondo in poi un aggrega-zione ad esempio che gra-

vita su Tione, poi la Pieve di Bono, e il Basso Chiese con Storo. Ma vale anche qui vale l’idea di gradua-lità, pensando a poli da 3000 a 5000 abitanti, che non si può pretendere di far funzionare dall’oggi al domani. Sulle gestioni as-sociate il Comune di Storo ha delegato Salvatore Mo-neghini a portare il proprio contributo in Comunità di Valle. Fusioni fra comuni o as-sociazioni di servizi: qua-le strada percorrere?Il concetto di fusione cer-to riguarda i comuni più piccoli di Storo (che con-ta quasi 5000 abitanti) che devono guardarsi attorno e ricercare collaborazioni tra loro. Certo Storo ha dimen-sioni già adeguate.

Comunità/Il dibattito

«Comunità, occorre più concretezza»Il sindaco di Storo Vigilio Giovanelli

Vigilio Giovanelli, sindaco di Storo

Comunità di valle: dopo due anni dal-la inizio dell’attività di questo ente qual’è la situazione? A che punto siamo?Sicuramente le Comu-nità di Valle potrebbe-ro fare di più e in tempi più brevi, ma credo che questo dipenda anche dalla Provincia che dovrebbe trasferire più competenze e sempli-ficare le procedure am-ministrative.Cosa manca ancora alla Cdv per diventa-re istituzione autorevole e riconosciuta dai citta-dini?Una riforma istituzionale, specie se complessa come la 3/2006, ha inevitabil-mente bisogno di tempo per essere attuata e quindi anche per essere compre-sa e assimilata dalla gen-te, ma sono convinta che sarà solo attraverso l’attri-buzione alle Comunità di nuove competenze, con-crete e sostenute da ade-guate risorse, e dunque attraverso l’esercizio del-le stesse che aumenterà la percezione da parte della cittadinanza dell’impor-tante ruolo che rivestono comunità.Qual’è il rapporto della Cdv con i comuni e che cosa andrebbe miglio-rato (anche nei riguar-di della Conferenza dei sindaci)?Comuni e Comunità devo-no collaborare sempre di più, sempre meglio e più intensamente con lo sco-po di dare servizi migliori

alla nostra gente cercando di consolidare dei percorsi virtuosi nei rapporti istitu-zionali e, soprattutto, fa-vorendo la sburocratizza-zione. La Conferenza dei sindaci deve però trovare maggiore propositività e concretezza. Gestioni associate, che strada percorrere per renderle operative?Ritengo che per rendere operative le gestioni as-sociate sia fondamentale, oltre che avere ben chiari

gli obiettivi da rag-giungere, valorizza-re e partire da quelle esperienze territoriali efficienti che sono già presenti all’interno della nostra comuni-tà ed incentivare le gestioni associate su base volontaria.Fusioni fra comuni o associazioni di servi-zi: quale strada per-correre?Credo che non si pos-sa e non si debba ge-neralizzare e che il ra-gionamento vada fatto

valutando bene ogni situa-zione specifica. La propo-sta attraverso le comunità è quella di realizzare delle gestioni associate dei ser-vizi che possano fungere da valida alternativa alle fusioni tra comuni. Certo è che tali gestioni devono avere lo scopo di miglio-rare i servizi cercando di contenere i costi, in caso contrario non avrebbero ragione di esistere.

«Incentivare le associazioni di servizi su base volontaria»

Il sindaco di Stenico Monica Mattevi

Monica Mattevi, sindaco di Stenico

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FEBBRAIO 2013 - pag. 11 Attualità

Hanno passeggiato per le Giudica-rie, intervistato i cittadini e lavora-to a ritmo serrato per cinque giorni, fino a tardi, tanto che hanno pure fatto scattare l’allarme l’ultima sera, perchè un laboratorio pratico, per uno studente italiano inondato di teoria su teoria, è una ventata di esaltante novità. Sono la quarantina di studenti che hanno partecipato al laboratorio “Paesaggi Rifiutati”, il workshop dedicato al recupero del paesaggio organizzato dalla Co-munità di valle e dall’Università di Trento.Case sugli alberi, igloo di ghiac-cio, alberghi diffusi, cave dismes-se trasformate in orti botanici, ex discariche diventate parchi e musei e una grande attenzione all’estetica accanto alla funzionalità. Il pub-blico di amministratori e cittadini accorso nella Casa della Comunità delle Giudicarie per ascoltare i pro-getti ideati dagli studenti si è trova-to immerso in un mondo di legno e acqua, sostenibile e visionario. “I visionari – ha d’altronde detto Giuseppe Scaglione, coordinatore dell’iniziativa – non sono davvero visionari, semplicemente anticipa-no il futuro”. E a volergli dare ret-ta, si sono visti parecchi sprazzi di avvenire nelle suggestioni mostrate dai tre gruppi di lavoro, perfettibi-li certamente, e inevitabilmente da vagliare con i bilanci sott’occhio, ma l’obiettivo era dare forma a dei concetti, mostrare qualche idea nuova alla quale ispirarsi per im-maginare davvero con una mente contemporanea le Giudicarie del futuro, in vista della redazione del piano territoriale di Comunità. Gli studenti hanno conosciuto le Giudi-carie, ma si sono fatti ispirare anche da tanti progetti messi in atto in al-tre zone del Trentino e nel resto del mondo, accomunati dal recupero di spazi rovinati da scelte urbanisti-che sbagliate, o semplicemente ri-qualificati dopo usi particolari, e da una particolare sensibilità estetica. La grande attenzione per la bellez-za emersa dal workshop è una de-clinazione della società dell’imma-gine nella quale i giovani architetti, paesaggisti e ingegneri riunitisi in Giudicarie sono nati e cresciuti: il paesaggio non deve più rispon-dere solo alla logica funzionalista del boom edilizio del dopoguerra, piegato alle necessità di un mondo in ricostruzione e forgiato da una

mentalità inebriata dal cemento e affamata di veder sorgere opere dell’ingegno umano. La sensibilità delle nuove generazioni sogna un paesaggio essenziale, poche opere inserite nel contesto originale: le infrastrutture ricettive e di mobi-lità vengono progettate in modo che siano gradevoli allo sguardo, integrate con la natura che le cir-conda. Così la porta di accesso a Madonna di Campiglio, oggi una barriera di cemento che nasconde alla vista di chi arriva i boschi e le vette campigliane, può essere rivestita con una sinuosa struttura curveggiante di legno, che accol-ga i visitatori richiamando a quel-l’immagine di Trentino che chi ci viene in vacanza ancora conserva. E tutti gli edifici spuntati come i funghi di Marcovaldo dall’oggi al domani in anni di frenesia edilizia, perché non trasformarli in strutture dai molteplici utilizzi: spazi liberi per aggregarsi o per artisti al pia-no terra, piccole abitazioni adatte ai nuovi, ristretti, nuclei famigliari moderni, ma anche spazi per cam-peggiare, o magari un albergo dif-fuso, collegandole fra di loro? E le automobili? Tolte alla vista e sostituite da mobilità alternativa, confinate in parcheggi multipiano con tetti-giardino e il cui impatto viene mimetizzato da materiali na-turali.Lo sguardo di questi studenti ve-nuti da tutt’Italia si è soffermato anche sul Sarca e sui tanti corsi d’acqua che solcano le Giudica-rie, per unirli in un paesaggio da leggere a piedi o in bicicletta, am-mirando come manufatti del pas-sato industriale le grandi centrali idroelettriche del Chiese, e gli edifici religiosi della Rendena. Una serie d leggere strutture di legno e pietra, lungo il Sarca dal Chiese fino all’Alta Rendena, per le biciclette ma anche come punti di aggregazione o ristoro. L’idea, semplice, che è piaciuta alla sala. E infine la discarica di Zuclo, una volta bonificata, nella visione dei giovani può diventare un parco energetico, con delle strutture sportive all’interno per restituir-ne lo spazio ai Giudicariesi. “ è importante l’intorno estetico - ha detto il presidente della Provincia Alberto Pacher – il paesaggio è un elemento fondamentale nella creazione dell’identità come sen-

so di appartenenza, ed è il com-pito che ci troviamo ad affrontare oggi, il tempo di rimediare ai dan-ni prodotti da anni di edificazioni senza freno”. E’ stata una visione di futuro, la suggestione leggera di una mattina, toccherà agli am-ministratori evitare che svanisca nel nulla, soffocata da interessi particolari, idee stantie, sparti-zioni vecchia maniera di risorse e territorio. Denise Rocca

“Paesaggi rifiutati”, i giovani ridisegnano le Giudicarie

«Questo Laboratorio, con tutte le sue componenti rap-presenta un tassello del più ampio percorso intrapreso dalla Comunità delle Giudicarie rispetto al Paesaggio e più in generale rispetto al Piano Territoriale di Comu-nità, che sta prendendo forma in questi mesi. Partendo da un approfondimento dedicato ai “Paesaggi rifiutati”, paesaggi che l’intervento dell’uomo ha dequalificato, si è cercato di verificare la possibilità di ridare dignità e valore sociale al paesaggio, “recuperandolo” e dandogli nuova vita». Queste le parole di Patrizia Ballardini Pre-sidente della Comunità che ha voluto e creduto in questa occasione per dar forza al nuovo percorso di pianifica-zione territoriale. Al centro del dibattito quindi «il tema del “Paesaggio”, che per le Giudicarie in particolare

rappresenta la risorsa per eccellenza, quale contesto vis-suto dai Cittadini ma anche da tanti Ospiti, che a questo territorio hanno dato una prospettiva di sviluppo. Un paesaggio che deve essere sempre più oggetto di neces-sarie e sensibili attenzioni ai fini di promuovere un nuo-vo corso dello sviluppo, che privilegi percorsi sostenibili piuttosto che di sola espansione e crescita. Un paesaggio che nel segno della trasformazione, del recupero, della riqualificazione e dell’integrazione ma anche della ricer-ca e della sperimentazione progettuale, riesca a trovare una visione unitaria di qualità, nella consapevolezza che tutto «assume significato e conquista efficacia e concre-tezza solo se associato ad una nuova e rinnovata sensibi-lità degli amministratori del territorio».

Nel workshop organizzato dalla Comunità delle Giudicarie, 40 studenti ripensano in chiave sostenibile dighe, centrali idroelettriche, discariche e l’abitato di Madonna di Campiglio

La “porta” di Madonna di Campiglio “ridisegnata”

Patrizia Ballardini, Alberto Pacher e Pino Scaglione premiano una giovane partecipante al workshop

Il suo nome di battesimo è Maria Giulia ma noi tutti la conosciamo e l’abbiamo chiamata “La Mariota del Gelindo”. Ottantun anni spesi bene al servizio della comunità che in si-lenzio l’ha accompagnata nel suo ul-timo viaggio terreno verso la gloria del paradiso.Sì, perché persone come la Mariota, pur con il loro carattere forte, talvol-ta deciso vanno dritte in Paradiso a godere finalmente il meritato riposo, dopo una vita tutta dedita alla sua fa-miglia di origine, al lavoro presso la fonderia Bonomi, ma soprattutto al servizio della sua comunità tionese e giudicariese, spendendo energie, risorse, tempo a favo-re di chi, superata una certa età, fà fatica a vivere ed a trovare ragioni di senso alla vita, di coloro che nessuno ascolta, di chi vive nel dolore, nella sofferenza o peggio nell’indifferenza anche del vicino di casa. All’inizio de-gli anni ’80 capi, prima di tutti , l’importanza e l’urgenza della questione anziani attivando a Tione il circolo anzia-ni, poi L’università della terza età ed insieme l’Avuls ed i pellegrinaggi alla Madonna di Lourdes, una vasta gamma di iniziative con donne e uomini che sapeva coinvolgere con passione ed entusiasmo, senza mai chiedere qualcosa per sé stessa. Mi aiutò in quegli anni a comprendere la funzione degli anziani in una comunità, a saper amare chi ha vissuto la sua vita con dignità, impegno, convincendo-mi che il livello di civiltà di una comunità viene misurato anche dal modo in cui si occupa della vita che nasce e della vita che muore.Ma le parole non sono mai state vuote, semplici proclami tipici del nostro tempo, quanto piuttosto vera testimonian-za al punto di impegnarsi nel 1980 nelle elezioni comu-nali battagliando affinchè fosse attivato l’assessorato alle politiche sociali fino allora assente dagli interessi delle amministrazioni comunali. E come assessore portò il tema degli anziani sui tavoli del consiglio comunale in

una lunga battaglia, peraltro per-sa, di far nascere a Tione un cen-tro aperto per anziani, iniziativa all’avanguardia per il tempo oggi oramai servizio consolidato. Era difficile dire di no alla Mariota; ti chiedeva “per piazer …..” ed an-che se non ne avevi molta voglia, dicevi di Si a quella voce molto tonica che ti spiegava le ragioni della richiesta, gli impegni assun-ti, l’esigenza di dare una mano a chi ha bisogno, di restituire quello che nella vita si riceve (e tutti ri-ceviamo). E con la stessa dignità e la forza con cui ha vissuto accanto

a tanti ammalati e sofferenti ha accettato la sua malattia, molto probabilmente intuendo, date le conoscenze e le nu-merose esperienze vissute nel tempo, che il camino terreno era alla fine. Purtroppo viviamo un’epoca dove tutto si consuma, tutto passa, anche la morte anche i funerali anche le persone. E questo morbo ci trascina tutti in un turbinio di quotidianità che fa dimenticare in fretta, fa perdere il senso delle cose che contano, e con esse anche la testimonianza di persone che con gioia hanno saputo essere sale della ter-ra, consolazione degli afflitti, sostegno dei tribolati. Non ci resta che lasciare alle parole scritte la testimonianza che la vita della Mariota come quella di tanti altri non è passata invano, che è possibile pensare ad un modo diverso di vi-vere le relazioni con gli altri, di valorizzare i propri carismi, di cercare con impegno, di testimoniare la propria fede. Pur fra mille piccole contraddizioni, qualche voce grossa, l’impuntarsi anche quando forse era meglio soprassedere, Lei è sempre in prima fila, senza paura di dire il proprio pensiero, di manifestare le proprie convinzioni .Grazie per essere stata in mezzo a noi, grazie da tutti coloro che hai aiutato molti dei quali ritrovi nella gloria del cielo, nella speranza che le istituzioni tionesi sappiamo trovare le mo-dalità affinché il tuo impegno sia stimolo per le Genera-zioni future.. Tiziano Salvaterra

Il ricordo della “Mariota”Una vita spesa a favore della Comunità di Tione

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pag. 12 FEBBRAIO 2013

In estate sono stati comple-tati i lavori per la costru-zione del nuovo impianto, sorto sull’area che ospita-va il vecchio, datato 1978, ma la gara per la gestione è andata deserta in autunno, così mentre si rimodulano le condizioni, il comune se ne occuperà garantendo il servizio come previsto. “E’ un gioiellino – ricorda il sindaco di San Lorenzo Gianfranco Rigotti – e con-fidiamo che con qualche modifica al bando di gara, non ci saranno ulteriori dif-ferite nel trovare un gesto-re”.Il nuovo centro acquati-co da 3 milioni e 600mila euro, che sorge in un edi-ficio di 1.300 metri quadri in località Promeghin, a fianco del centro sportivo.

Rispetto alla piscina rea-lizzata ormai 35 anni fa, e che era ormai vetusta e non più adeguata alle esigenze dell’utenza nonostante l’ul-timo intervento di manu-tenzione straordinaria (era stato effettuato nel 1988), la nuova struttura è dotata di un piccolo centro wellness con sauna, bagno turco, docce emozionali, percorso Kneipp, area relax e una pa-lestra attrezzata.Le novità introdotte non si limitano solo ai nuovi spa-zi, ma coinvolgono anche

le caratteristiche tecniche: anzitutto sarà dotata di un sistema di disinfezione del-l’acqua che riduce al mini-mo i metalli pesanti deri-vanti dall’uso del cloro, la cosiddetta elettrolisi a sale. Si tratta di una tecnologia ideata in Australia che usa sale, acqua ed elettricità per creare un disinfettante libe-ro dalle numerose sostanze chimiche dei sistemi tra-dizionali. L’altro elemen-to caratteristico del nuovo impianto di San Lorenzo è l’installazione di un sistema

anti-annegamento di tipo digitale: a coadiuvare il la-voro dei bagnini ci saranno delle telecamere collegate ad un monitor in reception e ad un palmare in dotazio-ne agli assistenti di bordo vasca che segnalerà con un allarme l’anomalia nel caso di un corpo fermo per più di tre secondi sul fondo della vasca. Ultimo tassello man-cante alla struttura di Pro-meghin è la prevista opera d’arte per abbellire il centro acquatico, e un nome a cui intitolare il polo in località Promeghin. Circa 30mila euro l’importo previsto per l’opera d’arte la cui realiz-zazione è stata affidata con un bando di gara uscito a inizio anno.

Denise Rocca

Attualità

Mancano pochi giorni all’apertura al pub-blico, il 15 febbraio, della nuova piscina di San Lorenzo in Banale. Come anticipato

dall’amministrazione, in seguito al bando di gestione andato deserto in autunno, la piscina apre con l’ini-ziale, e provvisoria, conduzione nelle mani del co-

mune stesso affidandosi ad una ditta che si occuperà della regolare offerta di servizi in vasca, nel centro wellness e nella palestra per i prossimi quattro mesi, fino a metà giugno, in maniera da garantire alle scuo-le delle Giudicarie Esteriori lo svolgimento dei corsi di nuoto programmati e l’accesso al pubblico.

Un’attesa, quella degli ap-passionati, che sta per finire: la stagione 2013 si aprirà uf-ficialmente tra il 17 e il 24 febbraio lungo i due prin-cipali corsi d’acqua giudi-cariesi, rispettivamente il Chiese e il Sarca. Poi, più in là nel calendario, toccherà anche agli affluenti. Tra tut-ti i pescatori, per qualcuno non si tratterà delle prime uscite dell’anno. C’è chi non ha resistito al lungo digiuno, scendendo a valle: lungo tre tratti sulle rive dell’Adige, la pesca è stata aperta dal 1° gennaio scorso. Final-mente ora è tempo di potersi nuovamente dedicare alla propria passione anche non lontano da casa.

Una passione che dalla Ren-dena alla valle del Chiese coinvolge oltre 1.500 perso-ne: da sole, le due principali associazioni che raggruppa-no i pescatori giudicariesi – l’associazione Alto Sarca e l’associazione Alto Chiese – contano ottocento tesserati. E in valle le realtà associati-ve del settore sono in tutto una decina, da Campiglio a Roncone, da Storo a Dasin-do.Come detto, la stagione giu-dicariese scatterà sulle rive del Chiese il 17 febbraio con l’apertura della pesca, tra la zona delle passerelle a Sto-ro fino al cimitero di Darzo con modalità no kill (detta anche catch & release, ovve-

ro prendi e rilascia) per non impoverire eccessivamente l’ecosistema torrentizio con il prelievo del pescato. In un’area già alle prese, pe-raltro, con il problema dei cormorani, come i pescatori chiesani da tempo segnala-no. Un problema dalla diffi-cile risoluzione, dato che la specie di uccelli è protetta, ma porta ad un ingente pre-lievo di pesci lungo il corso del fiume.Una settimana dopo toc-cherà al debutto stagionale sulle rive del Sarca: la data dell’apertura della pesca su questo fiume è infatti stata fissata per il 24 febbraio. Per gli affluenti del Sarca invece la data che tutti gli appassio-

nati devono appuntarsi sul calendario è quella di lunedì 1° aprile 2013. Lungo il Sar-ca, sempre per preservare il patrimonio ittico in queste prime settimane dell’anno, fino al 30 aprile, la pesca partirà in modalità cosiddet-ta “a piede asciutto”, ovvero unicamente sulle rive per preservare uova e avannotti appena nati.Parecchie le iniziative che attendono i pescatori per questo 2013: l’associazione Alto Chiese proporrà un ca-lendario ricco di ben quattro appuntamenti agonistici, con altrettante gare in program-ma: il 7 aprile (a coppie, nel torrente Lora), il 21 aprile al laghetto Roversella così

come il 5 maggio e il 26 maggio nel laghetto in loca-lità Greggi.Per quel che riguarda l’Alto Sarca, invece, c’è grande at-tesa in questo 2013 per l’am-pliamento dell’area di pesca “big fish” (seminata con tro-telle destinate a raggiungere un peso fino al chilo e mez-zo) che da questa stagione sarà non più limitata al trat-to nei pressi di Preore ma si estenderà fino a Ponte Rago-li. Novità anche al laghetto di Nembia – sopra San Lo-renzo in Banale – dove verrà introdotta la pesca “big fish” al salmerino.Un’arma in più, la pesca, anche dal punto di vista tu-ristico per le Giudicare, con

i bilanci delle associazioni del territorio a certificarlo: mediamente le entrate relati-ve alle quote ospiti, e relati-ve alla vendita di permessi a non tesserati (e dunque nella maggior parte dei casi appas-sionati non residenti) supera quelle relative alle quote so-ciali. Ed anche dal punto di vista ambientale è indubbio l’apporto che la categoria è in grado di dare alla tutela degli ecosistemi fluviali e torren-tizi, con una costante opera di pulizia e manutenzione di sponde e letti. Per la soddi-sfazione dunque di pescatori e non, si gettino le esche: che la stagione abbia inizio.

Denise Rocca

Dal 17 febbraio canne in mano

Levatacce, raffiche di vento taglienti, acque geli-de. Sono a centinaia, anche in Giudicarie, a non aspettare altro di potersele nuovamente godere.

Perché per tutti loro, i pescatori, sono soltanto il prez-zo, a volte caro, a volte sopportabile di soddisfazioni

in grado di farle dimenticare, come immergersi nella pace e nel silenzio rotti soltanto dal rumore della cor-rente in attesa di dover replicare con mano salda agli strappi nervosi di trote, lucci o salmerini ingolositi da un amo ben camuffato.

Riparte la stagione della pesca, che nelle Giudicarie mobilita 1.500 persone raggruppate in dieci associazioni

La piscina ritorna in “pista”

Dal 15 febbraio sarà riaperta al pubblico la struttura di San Lorenzo in Banale, completamente rinnovata

Page 13: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

FEBBRAIO 2013 - pag. 13

Il resto dell’ambizioso bilancio è destinato a diverse opere, in primis alla ristrutturazione del centro diurno per disabili gesti-to dalla Cooperativa Bucaneve, nelle ex scuole di Larido, che richiederà 1 milione e 300mila euro finanziati interamente dal-la Provincia. Proprio la sede della Bucaneve, assieme al-l’asilo e all’oratorio, verranno dotati di un’unica caldaia a cip-pato, utilizzando l’ampio patri-monio boschivo bleggiano, cir-ca 2mila metri cubi di boschi, per un abbattimento dei costi di riscaldamento previsti per i tre immobili rispetto all’uso del gasolio di almeno la metà. Il bilancio 2013 destina poi 340mila euro di contributi, ai quali il comune dovrà comun-que aggiungere una somma ancora da stabilire, alla crea-zione di un centro multiservizi a Santa Croce, per sopperire alla chiusura dell’unico bar del borgo e creare un punto di ag-gregazione per la popolazione, che sorgerà, nelle intenzioni dell’amministrazione, al piano terra dell’ex teatro del paese.

L’opera più sostanziosa per l’amministrazione di Comano Terme avrebbe dovuto essere la nuova Biblioteca di Valle, per la quale sono stati chiesti finanziamenti sul Fondo Unico Territoriale per l’acquisto del-l’immobile e la realizzazione delle opere di impiantistica e di finitura interna per circa 2 milioni e 500mila euro. Opera in forse, poiché dalla Provin-cia arrivano segnali negativi in merito. Partirà fra pochi mesi invece lo sdoppiamento della rete fognaria che serve Comano e Lundo (1 milione e 800mila euro) e la realizzazione della

nuova condotta, nonché del-l’impianto di illuminazione per altri 316mila euro. Al via il ter-zo lotto dei lavori anche per la tratta fognaria Duvredo-Santa Croce-Villa del Bleggio con la posa della nuova condotta (cir-ca 2 milioni e 500mila euro). Finalmente si mette mano alla palestra delle scuole medie di

Ponte Arche: 300mila euro di lavori di manutenzione straor-dinaria. Avanza il marciapie-de Cares-Ponte Arche, con il tratto che dai tornanti bleg-giani arriva nel pease di fon-dovalle nei pressi del negozio Bailo, mentre per l’abitato di Cares sono stati stanziati i circa 350mila euro necessari

alla realizzazione della stra-da di servizio alla nuova area edificata (fra la Falk salotti e l’Asfalt Edil).

Nel piccolo comune di Dorsi-no partiranno i lavori all’acque-dotto comunale (circa 180mila euro) e l’ampliamento del Crm in comune con San Lorenzo

(circa 200mila euro di investi-mento), entrambe finanziate sul Fondo unico Territoriale, mentre partiranno a breve i cantieri per la messa in sicurez-za di tre strade interne nei paesi di Tavodo, Andogno e Dorsino, per un importo complessivo di 300mila euro di spesa. L’opera maggiore, per il momento in fase di progettazione prelimi-nare e quindi destinata a vede-re l’inizio dei lavori verso fine legislatura, è la realizzazione di un’area ricreativo-sportiva in paese, alla quale sono stati destinati 700mila euro.

A Fiavé sono in corso i lavo-ri per la riqualifica di piazza S. Sebastiano, sulla quale si affacciano i principali edifici pubblici del paese, lavori de-stinati a concludersi entro fine giugno. In aprile verranno appaltate

la realizzazione della nuova caserma dei vigili del fuoco, per un impegno di risorse di 1 milione e 147mila euro, e i la-vori di risanamento conserva-tivo dell’edificio ex canonica, per un costo complessivo di 687mila e 300 euro per l’im-mobile che, una volta siste-mata la copertura, le facciate, i serramenti e i piani seminter-rato e rialzato, verrà destinato ad uso pubblico e sociale.

Per il Comune di San Loren-zo, terminata la nuova piscina comunale negli ultimi mesi dello scorso anno, in autunno è previsto l’inizio dei lavo-ri per un’altra opera pesante del bilancio, la realizzazione del polo di protezione civile, per un importo che sfiora i 2 milioni e 600mila euro. Entro l’estate, sono invece destinati a concludersi i lavori di ma-nutenzione alla strada del san-tuario della Madonna di Deg-gia e a quella di Darover, che da Dolaso porta a Baesa.

A Stenico, 1 milione e 200mila euro sono stati destinati alla sistemazione della piazza principale del paese, mentre sul Fut sono stati finanziati circa 400mila euro di lavori per la rete fognaria. Nell’area comunale vicino alla palestra sorgerà la nuova caserma dei vigili del fuoco, finanziata al 75% della spesa ammissibile dalla provincia, per un costo complessivo di 1 milione e 450mila euro circa.In primavera inizieranno i la-vori alla strada interna di Seo, per 350mila euro circa, men-tre malga Ceda verrà riquali-ficata con lavori per 300mila euro.

Attualità

Giudicarie Esteriori, ecco le opere pubbliche

Bilancio importante per il comune di Bleggio Su-periore che arriva ad un totale di quasi 6 mi-lioni di euro. Il capitolo più importante del bi-

lancio 2013 è senza dubbio lo sdoppiamento delle reti fognarie, sostenuto da un sostanzioso finanziamento

provinciale sul Fondo Unico Territoriale: i 2 milioni e 900mila euro che arriveranno nelle casse bleggiane, più altri 700mila euro di fondi propri, serviranno a si-stemare le fognature delle frazioni di Balbido, Madice, Gallio e S. Croce.

di Denise Rocca

Dalle reti fognarie agli acquedotti alle biblioteche: nei bilanci di previsione i prossimi lavori pubblici

Uno schizzo della Piazza di San Sebastiano a Fiavè

Il comandante Armani ha illustrato alla popolazione presente le caratteristiche dell’automezzo, un Mer-cedes Sprinter che va a sostituire l’ormai vecchio Daily che da quasi 20 anni supporta i pompieri di Tio-ne; un mezzo importante in quanto viene utilizzato in interventi piuttosto de-licati, per incidenti stradali che purtroppo, negli ultimi anni, sono diventati qua-si l’attività principale dei Vigili del Fuoco. La festa è poi proseguita presso la Caserma di via Bondi con il pranzo in lieta compa-gnia di tutti i pompieri con consorti e delle Autorità. Alla fine del momento con-viviale, ha preso la paro-la il vicesindaco di Tione Eugenio Antolini, ringra-ziando e congratulando-si con gli ex colleghi (per molti anni è stato membro attivo del Corpo di Tione) per il continuo ed impor-tante servizio che, con im-pegno, offrono a beneficio della comunità tionese e per l’atmosfera di serenità ed amicizia che si respira all’interno della Caserma. Il Comandante Armani ha tracciato il sunto dell’anno appena trascorso. Dodici mesi caratterizzati dalle intense attività di forma-zione tecnica e di prepara-zione atletica, in vista del

campionato Provinciale di CTIF, nel quale le due squadre di Tione hanno ot-tenuto il 2° e 6° posto che

sono valsi le qualificazioni alle OIimpiadi a Mulhouse (Francia) che si terranno nel mese di luglio 2013.

Per quanto concerne gli in-terventi, sono aumentati gli incidenti stradali (ben 24) ed i servizi tecnici generici

(48). Inoltre si è intervenuti più volte presso il Comune di Reggiolo (RE), in sup-porto alla Protezione Civile

locale, a seguito del recen-te terremoto che ha messo in ginocchio la cittadina provocando numerosi dan-ni, in particolare nel centro storico. Anche gli Allievi sono stati molto competiti-vi ed hanno ottenuto il 9° posto in Campionato, con il merito degli Istruttori di aver fatto gareggiare, a ro-tazione, tutti i ragazzi del gruppo. Armani ha prose-guito con la presentazio-ne dei nuovi assunti nel corso dell’anno, ma anche al ricordo di chi ha dovu-to abbandonare il Corpo dopo anni di servizio. Tra quest’ultimi Italo Parolari che raggiunti i 60 anni, li-mite d’età stabilito dalla vi-gente legge Provinciale per il servizio attivo, ha dovuto farsi da parte ed è stato in-signito della Fiamma d’oro per i 40 anni di attività ed il caloroso ringraziamento del Comandante. Per an-zianità sono stati premiati anche i vigili Franco Fai-loni, Paolo Valentini e Fabio Mologni (15 anni), Angelo Salvaterra (25 anni) e Mattia Salvaterra (35 anni). È seguita la pre-sentazione dei due nuovi Istruttori della Federazione VVF del Trentino, Alberto Bertaso e Davide Armani, che si sono formati insieme ad altri 9 Vigili del territo-rio giudicariese.

Un’attività importanteI Vigili del Fuoco di Tione al bilancio di un’annata

di impegno sul territorio

Domenica 23 dicembre 2012 i Vigili del Fuoco Volontari di Tione hanno onorato la patrona S. Barbara; questa data “anomala” (la ri-

correnza cadrebbe il 4 dicembre) è stata scelta per poter festeggiare anche l’arrivo del nuovo polisoc-corso, automezzo in dotazione al Corpo ed allestito in maniera specifica per il soccorso stradale urgente.

Al termine della S. Messa delle ore 10, i pompie-ri dapprima si sono recati al camposanto a deporre fiori sulla tomba del Vice Comandante Pino Bondi, poi nel piazzale antistante la Chiesa si sono schierati davanti ai mezzi dove il decano di Tione don Olivo e il parroco de l’Aquila don Juan, hanno benedetto il nuovo automezzo.

Page 14: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

pag. 14 FEBBRAIO 2013

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Page 15: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

FEBBRAIO 2013 - pag. 15

Il 2 novembre si è chiuso il bando - pro-mosso da La Cassa Rurale - per l’eroga-zione degli incentivi per lo studio delle lingue straniere. L’iniziativa, proposta già da parecchi anni dalla Giudicarie Valsabbia Paganella, si propone di riconoscere un in-centivo economico a tutti i fi gli di soci ed ai soci con meno di 27 anni che nel corso del-l’anno hanno frequentato un corso di lingua straniera all’estero o in Italia.Delle domande pervenute ne sono state ac-colte ben 262, corrispondenti ad un importo complessivo erogato di oltre 56.000€.Come previsto dal bando gli incentivi sono stati proporzionati alla meta del soggiorno (estero o Italia), alla durata dello stesso ed alla spesa sostenuta per l’iscrizione al corso e l’eventuale trasporto aereo. Gli incenti-vi erogati hanno quindi un importo molto variabile, si va dai 50€ riconosciuti ai fi gli di soci che hanno frequentato un corso di inglese di una settimana in Italia, ai 900€ di chi ha partecipato ad un Erasmus della durata di oltre sei mesi o ha frequentato un anno di scuola superiore all’estero. Media-mente ad ogni ragazzo è andato un contri-buto di 216€.L’iniziativa ha coinvolto tutto il territorio della Rurale, sono state infatti raccolte do-mande provenienti da Gavardo a Trento.

Rispetto alle edizioni precedenti, la novità di quest’anno ha riguardato la consegna de-gli incentivi. I benefi ciari sono stati infatti suddivisi per età: per i minori di 16 anni è stato organizzato uno specifi co momento in fi liale dedicato alla consegna delle bor-se di studio, mentre i maggiori di 16 anni sono stati invitati a partecipare alle serate organizzate dalla Cassa Rurale per parlare di orientamento ed inserimento nel mondo lavorativo. La prima serata dal titolo “Fare marketing di sé stessi” si è tenuta sabato 17 novembre a Ponte Arche ed è stata l’occa-sione per incontrare i premiati residenti in Paganella e Rotaliana e nelle Giudicarie Esteriori. La seconda serata dal titolo “I 20 mestieri del futuro” si è tenuta martedì 15 gennaio 2013 all’oratorio di Storo.

La disoccupazione quindi, seppur con valori più bassi rispetto a quelli medi delle regioni del Nord-est e del-l’Italia, aumenta anche in Trentino e la fascia di età fi no a 29 anni è la più col-pita. In Giudicarie vi sono alcune differenza rispetto al dato provinciale: oltre alla diffi coltà di trovare lavoro tra i giovani, anche il numero di assunzioni tra gli over 50 è in calo. Il confronto tra le assunzioni avvenute nel primo qua-drimestre 2012, rispetto a quelle dello stesso periodo del 2011 segna infatti un -11,3 in termini di varia-zione percentuale rispetto al +5,7 della provincia. I numeri evidenziano chia-ramente le diffi coltà che

interessano il mondo del lavoro anche a livello lo-cale soprattutto nel com-parto manifatturiero e del-le costruzioni.Ridefi nire le politiche del lavoro in riferimento alle tutele riservate ai lavora-tori disoccupati o sospesi, diventa questione di parti-colare urgenza.A questo proposito le nor-me di attuazione richia-mate dalla legge delega, approvate con decreto dal Consiglio dei ministri a fi ne 2012, trasferiranno alla Provincia di Trento la gestione degli ammortizza-tori sociali consentendo di disegnare con il concorso di tutti gli attori, le parti sociali e la cooperazione stessa un sistema di prote-

zione sociale più dinamico e integrato rispetto a quello attuale, orientato a fornire strumenti più idonei allo sviluppo di comparti e set-tori produttivi emergenti e al contempo, in grado di supportare meglio un mercato dove le persone cambiano spesso lavoro e settore.Va in questa direzione il Protocollo d’intesa che la Comunità delle Giudicarie ha sottoscritto nel Mag-gio 2012 con l’Agenzia del Lavoro. L’accordo ha come punto centrale l’isti-tuzione di un Tavolo tec-nico dedicato al “Lavoro in Giudicarie” con l’obiet-tivo di trovare risposte concrete in un momento non facile per l’economia,

ponendo in essere nuove iniziative e valorizzando in modo mirato anche in Giudicarie l’Autonomia Provinciale in materia, declinabile con proget-ti specifi ci direttamente riferiti alle esigenze del territorio. Non da ultimo un’attenzione particola-re dovrà essere data agli strumenti d’integrazione del reddito dei lavoratori. L’attivazione di dispositi-vi mutualistici consente di rispondere collettivamente alle esigenze del singolo cittadino attraverso la ne-goziazione di convenzioni vantaggiose con servizi di qualità, in una logica di riduzione dei costi e a sostegno del reddito delle famiglie.

Società

Il lavoro, un “diritto” difficile da esercitare

I dati presentati durante il convegno organizzato dalla Cooperazione Trentina il 16 Gennaio scorso dal titolo “Nuove prospettive per il lavoro” ci evi-denziano una situazione preoccupante.La ricerca del Prof. Colasanto dell’Università di Trento, Presidente dell’Agenzia del Lavoro, ci mo-stra come nei quattro anni della crisi, dal 2008 al 2011 , la disoccupazione più che da perdita del po-

sto di lavoro sia stata alimentata da quanti tra i “nuovi entrati” un’occupazione non sono riusciti a trovarla. In Trentino nel terzo trimestre 2012 solo il 17% dei nuovi entrati (1.100 su un totale di 6.300 unità) ha trovato lavoro e ciò può spiegare l’aumen-to superiore ai due punti percentuali del tasso di di-soccupazione che dal 3,7% del 3° trimestre 2011 è passato al 5,8% .

Cooperando

di Alberto Carli

Imparare le lingue straniere

L’iniziativa della Cassa Rurale Giudicarie-Valsabbia-Paganella ha messo a disposizione incentivi da 50 a 900 euro

La Meccanica Dallapè Srl di Dro, nata come Dallapè Gianni & C. s.n.c., è stata costituita da due soci, i fratelli Gianni e Marco, nel settembre 2001 rilevando l‘attività dalla Matteotti s.n.c., ditta che da più di 30 anni si occupava di lavora-zioni meccaniche e presso la quale uno dei soci lavorava già come dipendente. Nell‘ottobre 2007 la Dallapè Gianni & C. s.n.c. viene trasformata in Meccani-ca Dallapè srl.Da quando l’attività viene rilevata nel 2001 i due fratelli iniziano un importan-te percorso di crescita ed innovamen-to, rinnovando ed ampliando il parco macchine, inserendo centri robotizzati ad alta tecnologia e differenziando la tipologia di prodotto lavorato. A tutto questo non poteva non seguire una no-tevole crescita a livello occupazionale, attualmente nell’Azienda operano 16 addetti e la produzione avviene a ciclo continuo su 3 turni di lavoro.La Meccanica Dallapè Srl opera nel-l‘ambito metalmeccanico ed ha come principale obiettivo quello di soddisfare le richieste di precisione ed accuratezza nel settore delle lavorazioni meccani-che conto terzi, su commessa a disegno del cliente, garantendo la massima pro-

fessionalità, qualità nelle lavorazioni e rispetto dei tempi di consegna.Fornitore per le realtà trentine più im-portanti nel campo della produzione di assali per macchine agricole ed indu-striali è specializzata nella tornitura di corone epicicloidali e nella tornitura e dentatura (scanalato) di pignoni conici e nella lavorazione di mozzi ruote, con possibilità anche di fornitura del mate-riale grezzo.La presenza di macchinari ad alta tec-nologia quali centri di lavoro, torni a cnc e robot per l‘asservimento delle macchine utensili permettono di sod-disfare qualsiasi esigenza di tornitura e fresatura.La qualità dei prodotti è garantita da scrupolosi controlli certificati. Infatti, dal 2004 la Ditta è certificata UNI EN ISO 9001:2008, questo garan-tisce un sistema di gestione dell’Azien-da secondo regole, responsabilità, con-trolli, procedure e quant’altro conforme alla famiglia delle norme ISO 9001. La certificazione ISO 9001 è riconosciuta a livello internazionale.

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Due eccellenze gastronomiche trentine che si fondono e danno vita ad una specialità. Lo speck all’aroma di trota è appena nato nella rinomata pescicoltura Armanini di Storo, ma è già un must. Presentato nella stupenda cornice dell’agritur La Polentera in Val-le del Chiese, il prelibato accostamento di sapori conquista per il suo gusto vellutato e insieme aromatico, per le striature strutturate e per l’ardito accostamento di carne e pesce, che stupisce per l’ar-monia complessiva. Un prodotto che nasce dalla cinquantennale esperienza della troticoltura Armanini, situata a sud di Storo, e si affi anca a tante altre produzioni artigianali di successo come la trota marinata, il salmerino alpino e la gamma di affumicati; una produzione che per il primo periodo sarà a “tiratura limitata”, an-che in considerazione della complessità del procedimento di pro-duzione in proporzione a quelli degli altri prodotti. L’allevamento di trote e salmerini che in Valle del Chiese ha una tradizione soli-da. L’ultimo arrivato, in ordine di tempo, è lo speck alla trota, ma questo pesce che vive solo in acque cristalline è tutto da gustare anche al naturale, già pulito o in fi letti, pronti da cuocere, come in tranci panati, oppure da consumare direttamente come il carpac-cio, i fi letti affumicati e marinati, le polpette e il sugo. O gli hamburger, pensati in particolar modo per i più piccoli. Comunque lo si preferisca, un cibo buono e nutriente. Sono le sorgenti di acqua purissima che sgorgano dalle Dolomiti a per-mettere al Trentino di presentarsi come uno dei luoghi ideali per la troticoltura italiana. Può apparire strano parlare di pesce in una regione di montagna. Eppure, non tutti sanno che si tratta di una tradizione secolare. Già durante il Concilio di Trento del XVI se-colo, infatti, il celebre cardinale Cristoforo Madruzzo ebbe modo di apprezzare il salmerino. Lo stesso Imperatore Francesco Giu-seppe, durante le battute di caccia, non disdegnava di degustare le trote trentine. Fu anche per questa imperiale predilezione che, dalla metà dell’Ottocento in poi, si intensifi cò la pratica della tro-ticoltura in numerosi laghetti alpini. Oggi dal Trentino arriva circa il 15% dell’intera produzione nazionale di carne e il 90% delle uova e del materiale da riproduzione. Settanta impianti lavorano nel rigoroso rispetto di un disciplinare di produzione e di un piano di alimentazione costituto esclusivamente da mangimi controllati, a basso contenuto di grassi. Tutto ciò assicura la qualità superiore delle trote.

C’è anche lo speck alla trota

Page 16: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

pag. 16 FEBBRAIO 2013

Allora che parta il Car-nevale, con una serie di appuntamenti, dal 9 al 16 febbraio, dedicati ad un pubblico ampio. Apertura sabato 9 con festa a tut-ta dance nel teatro-tenda alla “Piane” con dj Alan Caligiuri e Pippo Palmieri alla consolle, direttamente dalla popolare trasmissio-ne radio Lo Zoo di 105 e guest dj Fabio Milani (Shuttle – Andalo & Car-naby – Rimini), senza dimenticare i “resident”, David Monfri, Nicolas De Vienne e Anto Vox. Poi lo spazio per i più piccoli, domenica 10 feb-braio, con il “Carneva-le dei ragazzi – Giornata “no-alcool”, con la sfilata delle maschere per le vie di Storo e intrattenimen-

to con giochi animazione e musica presso il teatro tenda più piccolo davan-ti alla caserma dei Vigili del fuoco. Come detto, per essere “trasversale” a tutti i gusti e a tutte le fasce d’età, ecco la serata “Vai con il liscio”, sempre presso il Teatro Tenda in compagnia dell’orchestra Claudio Bonelli.Si arriva così al clou del Carnevale, il marte-dì “grasso”, il 12, con la mattinata dedicata ai più piccoli e alla sfilata delle mascherine per le vie del centro storico alle 10.30 e poi, alle 14.30, l’inizio del Gran Carnevale con la sfilata dei carri che rap-presenta il momento più atteso. Scenette e diver-timento da gustare fino

alle 17, quando, presso il tendone, vi sarà polenta carbonera per tutti in at-tesa del Gran Ballo Ma-scherato Presso il Teatro Tenda in località “Piane” con musica live con i Bad Color e le premiazioni dei carri e dei gruppi che han-no partecipato al “martedì

di Carnevale” con il pre-mio “Mati Quadrati”. Poi, il sabato, grande fe-sta con i carri provenienti da tutte le Giudicarie che si esibiranno anch’essi nell’”anello” della zona residenziale di Storo e si contenderanno il tro-feo “Gran Carnevale” e il Trofeo “Ermann Zonti-ni”; lo scorso anno furono quasi 1000 i figuranti e le maschere legate ai car-ri allegorici, con 10mila persone ai lati della strada ad assistere allo spettaco-lo. La sera mega-festa al Teatro Tenda in località “Piane” con musica live con gli “Isterika band”. A mezzanotte le premiazioni e poi festa fino al mattino. Per l’occasione sarà attivo un servizio Bus Navetta da Tione, Vestone e Bez-zecca.Cosa chiedere d’altro? Non resta che accoglie-re l’invito del presidente della pro loco Nicola Zon-tini: “vi aspettiamo nume-rosi!!”

Attualità

Un carnevale spettacolare sull’“anello” di Storo

Edizione 2013, e il Gran Carnevale di Storo risponde presente all’appello. La manife-stazione, giunta alla propria 46ª edizione,

si conferma come appuntamento di cartello a ca-vallo tra Trentino e Lombardia, sapendo attirare un pubblico molto vasto attorno alle parole d’or-dine sfilate, maschere, divertimento. E musica, naturalmente, con il gran finale nel teatro tenda

in Località “le Piane”. Da due anni ormai l’ap-puntamento è organizzato dalla Pro Loco di Storo (mentre nei tre precedenti era stato organizzato dal gruppo dei Mati Quadrati, poi trasformatisi in pro loco) guidata dal giovane presidente Nicola Zontini. Lo scorso anno, nella serata finale al Tea-tro-tenda, furono ben 5000 gli ingressi per una fe-sta con la musica del dj Albertino.

Si rinnova l’appuntamento storico (46ª edizione) con sfi late, divertimento e musica dal 9 al 16 febbraio

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pag. 18 FEBBRAIO 2013 Speciale Carnevale

Piazza Cesare Battisti ed il Viale centrale diventano così il cuore pulsante del Car-nevale, con tanta gente che accorre dai paesi limitrofi e tante famiglie sulle tribune a seguire la sfi lata, nonché a gustare il piatto tipico della polenta gialla con salamella, dei “grostoi” e del vin brulè a fi umi, per riscaldare la gior-nata. Una tradizione che con-tinua da tempi immemorabili e che – nonostante le mode

che cambiano e i costumi che si evolvono – rappresen-ta appieno il Gran Carnevale Giudicariese e ci fa capire di essere proprio a Tione.Per questa edizione 2013 il Comitato Carnevale Giudi-cariese propone un cartello di proposte basato su cinque

distinte occasioni di cultura, spettacolo, divertimento ed anche culinaria. In primis il Carnevale dei Bambini, dei “boce”, con la sfi lata di sin-gole o gruppi di mascherine, nel pomeriggio di sabato po-meriggio 09 Febbraio. Ma il-carnevale avrà anche un suo

“prologo”, giovedì 7 febbraio quando inizia uffi cialmente la manifestazione di contor-no Degustando il Carnevale, manifestazione culinaria a tema, da giovedì 7 Martedì 12 febbraio, un momento di valorizzazione dei piatti tipi-ci trentini ed in particolare di quelli legati alla tradizione del Carnevale.Ma gli appuntamenti più at-tesi dai giovani (e non solo) sono di certo il Carnevale in Piazza con sfi lata di carri e maschere, martedì 12 dalle 14 in poi. In quell’occasione saranno protagonisti carri e gruppi mascherati, per una competizione che negli ulti-mi anni ha saputo mostrare ottimi livelli sia in termini di partecipazione quantitativa che qualitativa. La sera, poi, il Carnevale Danzante presso il Tennis al Parco Saletti con

premiazioni dei carri vincito-ri e musica fi no a tarda notte in compagnia dei dj. Tanti appuntamenti nel sol-co della tradizione, che fa del Gran Carnevale giudi-

cariese uno dei più seguiti a livello provinciale. “Ci piace sottolineare – spiega Cesa-re Antolini, presidente del Comitato Carnevale - come anche quest’anno si è voluto mantenere elevata dal punto di vista culturale la manife-stazione, cercando di coniu-gare divertimento, aspetti culturali e tradizione”.

Carri, maschere e divertimento al Gran Carnevale di Tione

Il Gran Carnevale Giudicariese di Tione è un ap-puntamento ormai entrato nella tradizione, che va avanti dalla fi ne dell’800 e che - se cesura ha cono-

sciuto – è stata solo in occasione delle Guerre Mondia-

li. Oggi è una manifestazione consolidata e ben rodata, come dimostra il successo delle recenti edizioni, sempre in crescendo in quanto a partecipazione di pubblico, carri e maschere.

Piazza Battisti ospita l’edizione 2013 dello storico appuntamento che richiama migliaia di persone

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Via legione trentina

Scuole elementari

e medie

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C. BATTISTI

Via D. CHIESA

Stazione

Autocorriere

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pag. 20 FEBBRAIO 2013Da una settimana l’Italia intera era in subbuglio, in ansia, in at-tesa di chissà quale conclusio-ne. Da Trapani al Brennero non c’era persona che dormisse più di cinque ore per notte, le don-ne erano depresse, gli uomini incavolati, i figli preoccupati, perplessi per la stagnazione dei genitori. Le televisioni impazzivano, i giornali riem-pivano pagine intere. Lassù, nell’Empireo celeste, erano non poco inquieti: “Che sta succedendo? Chi tiene in am-bascia così tanta gente? C’è un altro pretendente al trono? Un altro aspirante alla Presidenza del Consiglio?” Questi erano i quesiti all’ordine del giorno in paradiso. Nel frattempo sono state movimentate le forze di polizia e le forze armate di mezza Europa, la Merkel, Hol-lande, perfino la Regina d’In-ghilterra sembra abbia allertato le guardie reali....” Poi tutto si è chiarito. Non c’entravano né Hamas, né Al Quaeda, né gli Hezbollah, no, no, era solo roba nostra: Fabrizio Corona era scappato, dovendo finire in prigione come merita, se l’era svignata sotto gli occhi di chi lo doveva arrestare prendendo in giro per l’ennesima volta l’intero popolo italico. Birban-te di gran lusso, dopo esserse-la spassata con la Belen e con mille altre (?), averne combi-nato di tutti i colori, guidato in vari stati di euforia, facendosi un baffo di carabinieri e poli-zia, al momento della resa dei conti, il bell’imbusto era sva-nito nel nulla. Sembrava che nessuno sapesse dove fosse fi-nito, in Brasile magari, dove ha parentele ed il clima adatto per arrostire al sole, o forse sape-vano già dove si trovava e non volevano disturbarlo, poverino, è cosi macho! E così si era in-cazzato da matti persino il Ber-lusconi, ‘sto inghippo non ci voleva, era in piena campagna elettorale, e la gente lo seguiva ad ogni passo, le televisioni lo ospitavano giorno e notte, poi ti arriva il Corona a rubargli la scena: i cuori, le trepidazioni, persino le budella dei nostri conterranei erano tutte per il ribaldo, ma non lui, l’altro, che neanche è degno di baciargli i piedi, lui, il Berlusca, ai bei tempi, di donne come la Belen, se ne faceva otto alla sera, spet-tacoli compresi, niente di male, giocavano a scopa, all’oca, a tombola, a monopoli, e a poco altro, lui, il Berlusca si sa, è un giocherellone. E dire che per fare ancora la sua porca figura, il Cavalie-

re s’era fatto rifare il trucco, palesato dalle telecamere im-pietose, s’era fatto stuccare la faccia come la statua di San-t’Ermenegildo, patrono di tutte le buonelane, s’era rimesso in sesto la capigliatura, beato lui, e s’era fatto una cura intensiva con il mitico “vitasol”, ener-getico e corroborante, quello per i cavalli di razza, non per i maiali, tanto per intenderci. Tutto andava bene, era riuscito a fregare anche il Michelone (Santoro) che gli ha fatto un ottimo servizio, è aumentato in una sola serata di 4 punti nei sondaggi, poi giù di nuovo, perché la gente s’era persa die-tro a quel guastafeste di Coro-na, che gli venga un accidente all’accidente. Beh, adesso è finita, il macho s’è costituito, sembra, a Lisbona, sfigato, a quanto pare, se riusciva ad imbarcasi, partiva per l’Ame-rica e arrivederci al c...! Tutto ricomincia come prima, il Ca-valiere è tornato al centro della scena: la farsa continua. Anche se, pur sollevato, non riesce a capire come mai ce l’abbiano tutti con lui, per dio, il Casi-ni gli da del povero diavolo, L’Ingroia gli da del mafioso, il Grillo gli da ogni altra bene-dizione, gli hanno perfino dato del pifferaio, quel Monti è un mascalzone, ci ha messo della malizia, lui pifferaio lo è sta-to per settant’anni, chiedetelo alla Veronica, adesso il piffero l’ha messo da parte, preferisce l’ocarina che uno strumento più abbordabile alla sua età. Lui è un uomo di valore (?), intelli-gente, ricco, generoso, dal cuo-re grande soprattutto nell’asse-gnare le prebende milionarie alla moglie separata, e, qualco-sa in meno, ma comunque non male, alle sue tante amiche che

gli vogliono bene, quelle del suo calendario, perché lui non ha il calendario come il nostro, ogni giorno un santo, no, lui è molto “in” e ad ogni gior-no corrisponde un’amica, di quelle brave, buone, bisognose d’affetto e d’aiuto, quelle che l’hanno aiutato e l’aiuteranno a risolvere i gravosi problemi di noi poveri cristi! Appena avrà ripreso le leve del comando, ristrutturerà il suo “entourage” per salvare l’Italia e gli Italiani dalle grinfie dell’Europa e dei cospiratori, per riportare tutto all’ovile, alla sua accogliente villa di Arcore, sede storica di grandi avvenimenti, quel-li che hanno girato il mondo diffondendo ovunque il se-gno della nostra serietà, della nostra moralità e della nostra credibilità. Lo sappiano tutti, amici e nemici, dietro di lui, il nulla. D’altronde, la campagna elettorale, fin qui, è sembra-ta una tragica farsa: solo una gran confusione di idee e di programmi per imbambolarci, ma soprattutto per impedirci di capire. Dicono tutti le stesse cose: la gente non arriva a fine

mese, bisogna creare lavoro, non bisogna dimenticare i di-sabili, gli anziani, diminuire le tasse, abolire l’Imu, e chi più ne ha più ne metta. Non c’è ne uno che cambi suonata, a parte il Grillo(one), che sembra non capire nemmeno lui cosa vo-glia e dove voglia arrivare. Ci si era abituati a votare con chia-re ideologie, chiari programmi, chiare posizioni, poi il caos: in questa tornata, coi mille parti-tini e i mille protagonisti che si affrontano, coltello alla mano, il marasma è totale. Che Dio ce la mandi buona, perché votare è un dovere, un obbligo morale, l’importante è non sbagliare nelle scelta, il che, capisco, questa volta sarà estremamente difficile. Se non altro c’è una nota positiva: i protagonisti ce la mettono tutta per bene figurare, per apparire migliori di quello che in effet-ti hanno dimostrato d’essere. A me, ad esempio, il Bersani fa soggezione, mi sembra un vecchio leone che ha perso cri-niera e dentiera nella sua lunga traversata ideologica, una per-sona per bene, non c’è che dire, ma stanco, esausto, poverino, c’era ancora ai tempi di Ber-linguer, e gli anni pesano, con tanto di ingombro comunista sulle spalle, oggi sono cambia-te le idee, per fortuna, e anche i tempi, basta con il il passato scomodo. E’ una persona seria, però, che da fiducia, se non avesse al fianco Vendola. che mi è simpatico, quando parla muove quella boccuccia da pecorella smarrita, che mi fa tenerezza, ma quel che dice, è roba da medio evo, o giù di lì, che la smetta e si occupi della sanità delle Puglie che è tutta da risanare. L’Ingroia, poi, s’è messo con Di Pietro a far la rivoluzione civile: l’Ingroia la faccia del rivoluzionario ce

l’ha, eccome, sembra roba im-portata dal Mato Grosso, ma il Di Pietro rimane quel patetico “borer” (boscaiolo) dei nostri boschi, incapace di intendere e di parlare, che impari, dato che sono anni che lo paghia-mo perché migliori. Due rivo-luzionari con i fiocchi, civili, tanto per capirci, che vivranno nella selva dei salotti romani a 20.000 euro al mese, in barba alla giustizia sociale, ai poveri ed ai diseredati, a cui tanto ten-gono e a cui promettono mari e monti. Appunto Mario Monti, sì, pro-prio lui, ma chi glielo ha fatto fare....mettersi in campagna elettorale nel casino in cui sia-mo messi, è additato a destra e a manca, come la causa di ogni malanno del nostro Pae-

se, se tutto va male, la colpa è sua, e che lo dica il Berlusca, pazienza, le cure, il maquil-lage, i giochi sfrontati, l’età, possiamo anche capirlo, ma che lo dicano anche altri che con Monti hanno governato in quest’anno di tregenda, è ver-gognoso! Non che Monti sia particolarmente avvenente, fa di tutto per non piacere, fa sempre il professore, anche se un professore “figo”, di quelli che la sanno lunga, che han-no sempre ragione, ma che lo vogliamo o no, è quello che ha salvato l’Italia dalla banca-rotta e che ora ci ha messo la faccia, e non solo, per vigila-re che il tutto non torni come prima, sarebbe la fine! Non c’è Berlusconi- Schettino che tenga, non c’è Tremonti, men che meno la Lega, con i suoi Trota, che hanno giocato con-tro per tutto l’anno, a parte il Pd con il Bersani che ha sapu-to essere onesto fino in fondo, coscienti della tragedia che il Paese stava vivendo, tutti gli altri giocavano a chi faceva più danni, roba da prenderli a calci in culo secondo la se-colare tradizione della nostra gente. Cosa che faremo an-dando a votare, se non sono seri i nostri politici, cerchiamo di esserlo almeno noi elettori, votiamo le persone che ci dan-no fiducia, e prendiamo a cal-ci nel sedere (si fa per dire!) i ciarlatani, i venditori di fumo, gli Schettini di turno, i sapien-ti del giorno dopo, i laureati in Albania, e avremo compiuto al meglio il nostro dovere. Amen e cosi sia.

Il Saltaro delle Giudicarie

E Corona ruba la scena a Silvio

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Finalmente è finita. E’ tornato il sorriso sul viso del Berlusca...ma fai attenzione presidente che se ridi troppo ti si sfascia la carrozzeria facciale che

ti è costata un patrimonio! Ora il Cavaliere potrà tor-

nare all’attacco, a presenziare su tutte le TV del mon-do, perché lui è un uomo di mondo, mica un trombone qualsiasi. Cosa stava succedendo da rattristarlo al limi-te dell’incazzatura?

Nella politica fatta in tv i “concorrenti” si sfidano a colpi di comparsate

Il Giornale delle Giudicariemensile di informazione e approfondimento

Anno 12 n° 2 - febbraio 2013Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie”

via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di TrentoDirettore responsabile:

Paolo Magagnotti

Caporedattore: Roberto Bertolini

Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca

Hanno collaborato:Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn,

Enzo Ballardini, Alberto Carli, Mariapia Ciaghi, Giuseppe Ciaghi, Marco Delugan, Ennio Lappi, Alessandro Togni,

Andrea Tomasini, Matteo Viviani, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti

Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a [email protected]

Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a:

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Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento

Stampato il 2 gennaio 2013 da Sie Spa - Trento

Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

Fabrizio Corona

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FEBBRAIO 2013 - pag. 21

I programmi riguardano gio-chi e passatempi del passato per i più piccoli e “li fòli dala nona”, cibi e ricette dei nostri paesi - “li rizèti dala nona”, “i fior dali nosi muntagni e li erbi par cüràr li magagni”–, le attività tradizionali e gli anti-chi mestieri.Quest’anno sono state coin-volte anche tre classi prime della scuola professionale al-berghiera, circa 75 alunni, con un programma che riguarda il modo di vivere nel passato, la coltivazione, la trasforma-zione dei cibi dalla terra alla tavola, il cibo bio e a km 0 dei nonni…; le normative severe di un tempo per il rispetto del territorio; lo scambio merce; tutti i ragazzi hanno parteci-pato con una ricerca.Per quanto riguarda il dialet-to, a conclusione delle ricer-che degli alunni delle scuole inferiori nell’anno scolastico 2010-2011, Elisa Polla ha

curato la stampa di un li-bretto-vocabolario “Per non dimenticare, cento parole del mio dialetto” - dialetti di Caderzone, Strembo e Boce-nago a confronto. Il libretto è stato presentato a fine anno scolastico nel corso di una simpatica serata a Caderzone Terme durante la quale tren-ta alunni, dieci per paese, si sono divertiti a far sentire al folto pubblico presente la di-versità dei dialetti dei tre paesi confinanti. Analoga serata si è svolta nel corso dell’estate a Darè con alunni di Darè, Vigo, Pelugo, Javrè e Villa con il confronto tra i vari dialetti nella recita “Al l’à dit anca me nonu” al-

l’interno di un suggestivo filò a casa Cüs dove il gruppo“Le Castellane -La cumpagnia dal Castél” ha presentato“Doni da stì agn”. Il quattro gennaio infine è stato presentato il li-bretto-vocabolario “Per non dimenticare - zènt e zéntu pa-roli dal mé dialèt” con i dia-letti di Caderzone e Pinzolo a confronto, frutto delle ricerche degli alunni delle scuole di Ca-

derzone Terme e di Pinzolo e curato sempre da Elisa Polla. Nella serata di presentazione si è assistito ad una bellissima recita “da là dal tèrman” e alla disputa fra gli alunni di Ca-derzone e di Pinzolo con i due dialetti a confronto. La serata è stata allietata anche dal coro dei bambini, “I Fringuelli del Brenta”; la conclusione della serata è toccata al gruppo “Le

Castellane – La Cumpagnia dal Castél” con quatru ciàcia-ri ‘ndal filò che ha riportato alla memoria la vita severa dei nonni, con le difficoltà ad adattarsi all’evoluzione dei costumi. I libretti- vocabolario curati da Elisa non si limitano ad elencare e tradurre una se-rie di parole dialettali; questi sono infatti l’occasione per

riscoprire e far conoscere modi di dire e proverbi ormai in disuso, aneddoti e storie di vita, usi e costumi del passato, tradizioni, leggende e raccon-ti antichi. Vedremo presto anche gli alunni delle scuole di Bondo e di Roncone che partecipano quest’anno al progetto Usi, costumi, dialetto e tradizioni, promosso dal Centro Studi Judicaria, sfidarsi con le loro differenze di parlata durante una serata di tradizioni e di umorismo con il filò proposto dalla Cumpagnia dal Castél.

Cultura

Dialetto, una lingua ancora vivaContinuano con successo le serate di recita dialetta-li degli alunni che seguono i corsi di “Usi, costumi, dialetto e tradizioni” tenuti da Elisa Polla nell’ambi-to dell’attività di educazione storico-sociale, scuola

e territorio, promossa dal Centro Studi Judicaria e dagli Istituti Comprensivi delle Giudicarie. Ogni anno in questi corsi vengono coinvolti circa quattro-cento alunni delle scuole elementari e medie.

di Elisa Polla

Nelle corso di serate “Usi, costumi, dialetto e tradizioni” si rivivono scorci del passato ancora molto attuali

Serata eccezionale vener-dì 4 gennaio dedicata al “dialetto”: la vera voce dei “Padri”, lo scrigno prezioso del nostro passato. Grazie alla intraprendente passio-ne di Elisa Polla, ed alla sua personale iniziativa, nella sempre accogliente sala Lodron-Bertelli di Ca-derzone Terme, è stato pre-sentato il secondo fascicolo del vocabolario “Per non dimenticare... zènt e zéntu paroli dal mé dialèt”, a cui è seguita una recita in dialetto degli alunni delle Scuola di Caderzone e di Pinzolo dal titolo: “Al l’à dit ànca mé nònu”; a rendere più piace-vole la serata il coro “Frin-guelli del Brenta” e “Quatru ciàciari ‘ndàl filò de «Le Castellane - Cumpagnìa dal Castèl»”. Una iniziativa che merita di essere evidenziata nel do-vuto sforzo di sapere ancora valorizzare l’essenza stessa della vita delle nostre popo-lazioni passate, le quali solo attraverso il dialetto hanno saputo mantenere vivi i rap-porti fra la gente e trasmet-

terne i valori più essenziali: quelli della comunicazione orale. Ed ancor oggi è il dialetto che mantiene in sè una potenzialità espressiva che supera immensamente la lingua nazionale, perché mantiene qualcosa di più che è nato, appunto, prima che le lingue letterarie na-scessero.Va presa in seria conside-razione l’iniziativa di varie Scuole di introdurre nell’at-tività didattica anche il dia-letto, ma in modo corretto e profondo, come da vari anni sta facendolo Elisa Polla con risultati davvero apprezzabili e con pubbli-cazioni che meriterebbe di essere stampate e diffuse in tutte le Giudicarie. Presso il Centro Studi Judicaria si è tenuto un secondo con-vegno sul dialetto appunto per invitare soprattutto il mondo scolastico a saper affrontare un impegno che, tuttavia, va preso in manie-ra adeguata per far sì che non diventi una “moda” ma che serva a saper tra-smettere suoni e vocaboli

nella maniera più adatta: ossia come si è fatto da ge-nerazione in generazione. E nelle famiglie in cui si parla ancora il dialetto lo si fac-cia senza vergogna e senza mescolarlo all’italiano, ma in maniera perfetta - dialèt s-cét - perché si tratta di un linguaggio vero e proprio con tutte le componenti e le sfumature della gram-matica e della sintassi.Ricordiamo le parole del-l’indimenticabili preside Ezio Scalfi, appassionato studioso di dialetto ed as-sertore del suo uso: «Il dia-letto è un antidoto alla mas-sificazione, perché riempie il nostro animo di onde che

ci giungono da lontano». Il suo pensiero sul dialetto è raccolto nel volume curato dall’altro preside Gianni Poletti: “Il donchisciotte del dialetto. Conversazioni su dialetti e tradizioni delle Giudicarie”: altra preziosa pubblicazione che merite-rebbe di essere ripubblica-ta e diffusa al di qua ed al di là del Duròn. La serata di Caderzone Terme ha avuto il meritato successo e ci auguriamo possa aiu-tare a diffondere non solo in Val Rendena, ma in tut-te le Giudicarie, una gran “voglia matta” di mantene-re vivo il dialetto in tutti i paesi.(m.a.m.)

Quella semantica che valorizza il “locale”A Caderzone Terme “Per non dimenticare... zènt e zéntu paroli dal mé dialèt”

L’Ecomuseo della Judicaria ha aderito al progetto europeo SY-CULTour “Sinergia tra cultura e turi-smo per l’utilizzo dei potenziali culturali nelle zone rurali”. In pratica, una serie di iniziative per valoriz-zare aree rurali svantaggiate, che l’ecomuseo della Judicaria ha declinato su un’agricoltura di nicchia che inizia a prendere piede nelle Giudicarie Este-riori basata sulle erbe officinali e spontanee, colture che si intrecciano con le tradizioni e il mantenimen-to del paesaggio tipico del territorio giudicariese.Nel mese di febbraio si terranno 3 incontri informa-tivi ai quali è invitata la popolazione:Venerdì 15 febbraio IL TERRITORIO DELL’ECOMUSEO E LE SUE ERBE OFFICINALIOre 20.30 presso la Sala Consiliare di Comano Terme Mercoledì 20 febbraio LA RACCOLTA E LA TRASFORMAZIONE DEL-LE ERBE OFFICINALI , SANA ABITUDINE AN-CHE IN CUCINAOre 20.30 presso la Sala Consiliare di San Lorenzo in Banale Mercoledì 27 febbraio CURARSI CON LE ERBE TRA SCIENZA E NATURAOre 20.30 presso la sede del Consorzio Tutela dei Prodotti Agricoli Tennesi, a Tenno

Erbe officinali, alcune serate per conoscerle meglio

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pag. 22 FEBBRAIO 2013Se Bersani vende la pelle dell’orso prima di averla in casa, e se la prende con Monti, invece che con Ber-lusconi, la Lega si aggrappa alla corda del Cavaliere per non esserne impiccata. Per-ché non sa che altro fare. Al di là di come andrà il voto cosa potrà ottenere di più, la Lega, nella prossima le-gislatura, oltre a quello che avrebbe potuto ottenere e non ha avuto in quella pas-sata? Patetico, se non fosse tragico. E il Pdl? Se i demo-cratici rinunciano a costrui-re una classe dirigente «ro-mana» per lasciare i posti a Bressa o a Tonini, persona buona , importante e sim-patica, ma portato - questa l’impressione - a «snobba-re» il Trentino, il Pdl si trova pure commissariato. A deci-dere è la Biancofiore (!) da Bolzano. L’incredibile ripe-scaggio di Bezzi mostra una compagine allo sbando.Allora, in questa campagna elettorale confusa, occorre darsi una bussola precisa. Primo non sfiduciarsi, gio-care la partita elettorale a

muso duro. Occorre varcare le colonne d’Ercole di feb-braio, va bene anche Tonini, se è per stare insieme, poi si vedrà. Prima di parlare del nuovo «premier» occorre esorcizzare gli spettri mali-gni del vecchio.Secondo, occorre realismo.

E questo porta a dire che l’Italia non è in grado, per la sua conformazione sociale e geopolitica,di esprimere un bipolarismo. Non lo è nem-meno il Trentino. Il bipolari-smo in Italia si chiama guelfi e ghibellini, agrari e brac-cianti, camicie nere e cami-

cie rosse. Si chiama scontri di classe, lotte di religione, valori non negoziabili, «o Francia o Spagna purché se magna», faziosità, antipoliti-ca «sono tutti uguali». Il bi-polarismo non funziona più nemmeno nella sua patria, l’Inghilterra che si sta spac-

cando (Scozia) e neppure ne-gli Usa, con i Repubblicani storici (Lincoln!) ricattati dai fascisti (perché tali sono) del Tea Party. Il mondo è di-ventato troppo complesso: ha bisogno di persone e di gruppi responsabili, non di schieramenti ammucchiati.

Se Berlusconi non si fosse ripresentato le cose, forse, avrebbero potuto andare di-versamente. Le due compa-gini politiche, a destra e a sinistra (si fa per dire) avreb-bero potuto maturare una loro evoluzione: Renzi, Al-fano. Ma il ritorno in campo del Cavaliere, prevedibilissi-mo peraltro, come un Moby Dick che vuole dare l’ultimo colpo di coda prima di af-fondare con chi l’insegue, ha cambiato tutto. Ha riportato indietro le lancette dell’oro-logio. Allora Monti, contro il suo palese interesse, ha «do-vuto» scendere in campo per non lasciare sguarnito il cen-tro della battaglia sul futuro. Il «centro» non solo politico, ma propositivo, di garanzia del paese. Ha dovuto farlo per l’Europa, ma anche per la dignità degli elettori, per-ché non si poteva lasciare che una parte importante di «centro», che mai avrebbe votato Bersani (come mai neppure alcune valli trentine lo voterebbero) fosse lasciato ai berlusconiani di ritorno. Bersani dovrebbe ringrazia-re Monti, non osteggiarlo.Nel Trentino Dellai ha ca-pito la posta in gioco e ha fatto una scelta coraggiosa, impopolare di cui occorre essergli grati. Anche chi lo critica perché ha isola-to politicamente il Trentino deve riconoscere che la sua scelta lo rimette, comunque in carreggiata. Ha scelto Monti perché un «centro», fosse anche con una per-centuale non esaltante di voti, in queste condizioni va ricompattato. Un cen-tro nazionale collegato al Trentino, comunque vada a finire, serve anche alle prossime tappe dell’auto-nomia, che non potranno ricalcare quelle passate. C’è tutto da «riassettare». Anche per questo merita giocarla a fondo, senza liti-gi meschini, con generosità questa [email protected]

* cortesia quotidiano L’Adi-ge del 16 gennaio 2013

Attualità

Zefferino Castellani, Presi-dente della Comunità delle Regole di Spinale e Manez, ha voluto ricordare le nume-rose ricerche ed i quattro vo-luti realizzati da Paolino, che hanno contribuito a svelare la storia di questa centena-ria istituzione. Il figlio Rudi, anche a nome della mamma Noemi e dei fratelli Silvano, Marcella e Manlio, ha pre-cisato che il lascito consta di oltre 2.300 volumi, di una cinquantina di faldoni, oltre a cartine e tabelle riguardanti la storia, la microstoria, l’ar-tigianato, la geografia e la geologia locale. Ha precisato che l’archivio è aperto e ac-cessibile su richiesta.

Il Consigliere provinciale Margherita Cogo, ha ricor-dato gli anni ottanta, periodo nel quale Paolino, con altri studiosi aveva dato vita alla SPES (acronimo di Silvia, Paolo, Ezio Scalfi), “cena-colo storico-culturale” che aveva come scopo di recupe-rare e divulgare la storia lo-cale. La vita e le opere sono state illustrate dal giornalista Alberto Folgheraiter che ha ricordato con commozione le

tappe principali della sua vita e delle sue ricerche.Ha ricordato in particolare il recupero dei testamenti degli appestati di Preore del 1630, che hanno offerto agli studio-si una preziosa documenta-zione sulla vita (e la morte) nelle Giudicarie del XVII secolo.Per la memoria di quanti lo hanno avuto amico e maestro nei suoi 88 anni di vita, ricor-diamo qualche titolo della sua

vasta attività culturale: «Sto-ria delle Regole di Spinale e Manez»; «Memorie stori-che di Ragoli, Iron, Cerana, e internati di Katzenau»; «Preore in Giudicarie, docu-menti di storia» (tre volumi), «Ospitale di S. Vigilio, cen-to anni di assistenza in Val Rendena»; «I Kirsanover»; «Ragoli, antologia storica e toponomastica»; «Memoria della guerra mondiale 1914-1918». Il Sindaco di Preo-

re, Paolo Paletti, ha voluto ricordare le preziose opere realizzate da Paolino ed in particolare il recupero del diario delle memorie della campagna di Russia di Se-bastiano Leonardi , apprez-zando che questo importan-te archivio venga custodito presso la sede delle Regole. Per gli appassionati di storia locale un luogo che sicura-mente sarà un punto di rife-rimento.

Diga al populismo o l’Italia è travolta*

Sembra che in troppi abbiano davvero perso di vista qual è la posta in gioco del voto di febbraio, che l’Ita-lia è costretta ad affrontare con un sistema elettorale ignobile. Non conta chi sarà il prossimo «premier», conta impedire un nuovo governo berlusconiano, menzognero come i precedenti. È vero, c’è smarri-

mento. Ogni sera, davanti alle tv, un paese di grande storia e di sottile arguzia, regredisce politicamente ai livelli dei qualunquisti, peronisti, massimalisti di paesi che un tempo si chiamavano «sottosviluppati». Sono i risultati di vent’anni di regime mediatico. Tutti ne vengono travolti.

L’intervento dell’editorialista de L’Adige

di Franco de Battaglia

L’archivio storico di Paolo Scalfi “Baito” donato alla Comunità delle Regole di Spinale e Manez

Ad un anno dal-la morte di Paolo Scalfi “Baito”, appassionato studioso della storia delle Giudicarie ed in par-

ticolare delle Comunità di Preore, Ragoli e Montagne, i famigliari hanno voluto donare tutto l’archivio, frut-to di una vita di impegno e di ricerca, alla Comunità

delle Regole di Spi-nale e Manez, perché possa rimanere a disposizione di tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza della storia locale. Una cerimonia partecipata a testi-monianza del ricordo lasciato da Paolino, ancora vivo in molti che lo hanno conosciuto ed apprezzato.

di Enzo Ballardini

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FEBBRAIO 2013 - pag. 23 Cultura

La figura del geometra in tal senso ha svolto un ruolo storico nello sviluppo della società, ponendosi da sem-pre a stretto contatto con tutte le problematiche tec-niche che hanno interessato e che interessano tutt’ora le nostre genti.Sia che si trattasse di con-fini che di divisioni, piut-tosto che di stime, piccoli progetti e/o pratiche buro-cratiche, la figura del Geo-metra è da sempre stata al fianco del cittadino.Chiaramente i tempi cam-biano, le specializzazioni aumentano e le esigenze altrettanto, ma ciò non di meno, nell’ordinarietà delle questioni tecniche, la figu-ra del Geometra continua a rivestire un ruolo di primo piano.Sia perché l’approccio è sempre stato immediato e confidenziale, e sia perché il rapporto si caratterizza da una assoluta concretezza, il geometra è sempre stato al fianco della gente delle no-stre valli, nel risolvere le problematiche tecniche che rientravano nelle proprie competenze.In tale contesto e spirito il Collegio Provinciale ha promosso quest’iniziativa, volta a rinsaldare il colle-gamento con il territorio, agendo di supporto al citta-dino, nell’ambito appunto delle proprie competenze professionali.E’ stato spiegato e sotto-lineato in più circostanze che il servizio così inteso non poteva in alcun modo sfociare in una captazione di commesse, posto che la

terna di tecnici designata a rotazione, deve sottostare a precise regole deontolo-giche che escludevano a monte qualsiasi possibilità in tal senso.A dir il vero, nella realtà il caso non si pone neppure concretamente per ragio-ni intrinsecamente legate alla tipologia degli accessi che solitamente si registra-no, in quanto rivolti in via sostanziale più ad un con-fronto e ad un dialogo di informazione alternativa che non già alla ricerca di un soggetto esecutore.Come detto in apertu-ra, l’iniziativa è giunta al quinto anno consecutivo, con soddisfazione di tutta l’Associazione e soprattut-to dei cittadini che hanno sperimentato l’utilità del servizio.Per migliorarne ancor più l’efficienza e per ottimiz-zare i tempi di risposta è stato stabilito per l’anno in corso, 2013, di subordi-nare l’accesso al servizio a prenotazione, fissando un appuntamento telefonico con il collegio Provincia-le dei Geometri di Trento al n. 0461 826796, posto a

presidio dell’iniziativa.Il servizio verrà comunque assicurato in termini volon-tari dalla locale Associazio-

ne Geometri che mette a di-sposizione circa 25 tecnici qualificati, che opereranno a turno, in terne assortite

per specializzazione e per operatività sul territorio.Le sessioni si svolgeranno con cadenza mensile, ad

esclusione dei mesi di ago-sto e di dicembre.Viene riconfermata la scel-ta dello scorso anno di te-nere due sessioni presso il Comune di Storo, precisa-mente nei mesi di marzo e settembre. Tutte le altre sessioni si terranno come di consueto a Tione di Trento presso la Comunità di Val-le, in apposito ufficio mes-so a disposizione.A entrambi gli Enti citati devono essere rivolti i rin-graziamenti per l’elevata sensibilità e disponibilità mostrati.

L’iniziativa “Amico geometra” nella comunità delle Giudicarie

L’iniziativa ha preso avvio quattro anni or sono con il patrocinio del Collegio dei Geometri della provincia di Trento, con la

finalità di fornire un supporto informativo gratuito alla cittadinanza, sempre più toccata da problema-tiche di ordine tecnico nello svolgimento di svariate pratiche. L’attività doveva prendere piede a livello provinciale, tramite attivazione di tutti i distretti

periferici, ma stando alla situazione attuale, la vera realtà funzionante ed efficiente risulta essere quel-la instaurata nella Comunità delle Giudicarie dove risulta operativa una collaudata Associazione dei Geometri che con convinzione continua a proporre il servizio, nel solco del tradizionale rapporto che collega la categoria con ogni più spicciola realtà del ter-ritorio.

Riprende con alcune novità l’apprezzata iniziativa della categoria dei geometri delle Giudicarie

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pag. 24 FEBBRAIO 2013

Nell’elaborato dipinto ad olio in stile Pop Art è rappresenta-ta la Ferrari 125 F1 la storica monoposto costruita dalla scu-deria di Maranello che debut-tò a Torino nel 1948. Ma uni-sce anche il binomio “donne e motori” dove una bellezza dai capelli rossi incarna il sogno e il desiderio di ognuno di noi. Il titolo Codex Wroom scatu-risce da una componente del dipinto: i circuiti di gara di F1 di tutto il mondo trasformati in ideogrammi come parte di un linguaggio codifi cato per raccontare il mito.Con il termine “rivisitismo” neologismo coniato una vol-ta tanto per la prima volta da

un artista e non da addetti ai lavori, Fulber intende rimar-care fi n da subito un concetto latente e di consolidata tradi-zione nella storia dell’arte: la rivisitazione o rielaborazione di un’opera d’arte, pratica che non sempre ha manifestato ri-spetto nei confronti di un ar-tista appartenente ad un’altra

epoca. Roy Lichtenstein, uno dei massimi esponenti della pop art degli anni sessanta al quale Fulber si ispira, trovò grande affi nità tra il proprio stile e quello di Lèger, Matis-se, Picasso e Mondrian, carat-terizzato per un periodo della loro attività dalla scelta di co-lori netti e non sfumati e per

fi gure nettamente contornate da un tratto nero.Picasso stesso studiò a fon-do l’opera tarda di Cezanne dando vita al cubismo ma potremo trovare moltissimi altri esempi studiando i per-corsi pittorici di artisti di ogni tempo. L’artista di Trento riaf-ferma così nei suoi dipinti ad olio, l’idea del “rivisitismo” che sigla una consolidata tra-dizione nella storia dell’arte: la rielaborazione delle opere d’arte dei grandi maestri di ogni tempo. Un suo recente lavoro che rivisita il pittore futurista Fortunato Depero viene riprodotto in grande scala al MART il Museo di Arte Moderna di Rovereto. Su questa linea crea i Funny Oil frutto dello studio che l’autore compie sulla corrente artistica della Pop Art che ha caratterizzato il periodo degli anni ‘50 e ’60. Con pennellate di ironia allo stato puro. “La creatività è permettersi di fare degli errori. L’arte, è sapere degli errori. L’arte, è sapere degli errori. L’arte, è saquali di questi tenere”.

Tributo al mito FerrariGrande interesse per la tela “Codex Wroom”, un olio realizzato

per l’occasione dall’artista trentino

Attualità

Il “Rivisitismo di Fulber” provocatorio titolo distintivo della personale di pittura a Madonna di Campiglio conclusasi il 27 gennaio dopo una partenza... bruciante.La mostra dei dipinti ad olio dell’artista Trentino, curata da il Sextante con la partecipazione dell’Assesorato alla Cultura del comune di Pinzolo, si è inserita nel contesto della settimana Wrooom Ferrari, l’appuntamento internazionale della Formula 1 che riunisce a Madonna di Campiglio i piloti e il team della scuderia Ferrari e quello della Ducati. Protagonista tra le opere in mostra al Centro Rainal-ter di Madonna di Campiglio “ Codex Wroom” una tela ad olio formato 150 x 100 dedicata appositamente al mito italiano della Ferrari.

Fulvio Bernardini omaggia una serigrafi a dell’opera Codex Wroom all’assesore alla cultura di Pinzolo, Anita Binelli e alla presentatrice del vernissage Caterina Dominici

“Have One On Me” - 2010 apre alla rappresentazione di un mondo “al-trove” totalmente incantato e atemporale “L’immagine di copertina è lus-sureggiante, traboccante fascino esotico. A prima vista viene spontaneo pensare alla camera teatrale di una diva nel fasto del melodram-ma italiano, sorta di sgiribizzo visivo che dispone per commi-stioni da stella del cinema muto e leziosità disordinate di una lolita viziosa, invariabilmente annoia-ta. Una odalisca morbidamente rila-

sciata sul divano, in uno spazio vitale-vissuto, dove galleggia-no caoticamente tutti gli oggetti simbolici di una vita bohemien-ne, frammenti di una ritrattistica tipologica, nella varietà evocati-va. Decadentismo prima di ogni cosa; drappeggi e soprammobili, scialli e tappeti, lampade e pellic-ce, animali imbalsamati … Tutto induce alla descrizione psicolo-gica e passatista, particolarmente la calca degli oggetti d’antiqua-riato con la verdeggiante quanto gigantesca coda di pavone che riporta alla mente l’estetizzan-te guizzo estetico di Gabriele D’Annunzio. Ecco il rifugio lontano dove por-tare ad evaporare i pensieri d’Oc-cidente, ecco la casa coloniale per affinare nuovamente le istin-tualità e il cuore selvaggio. Lei tuttavia, dopo un lungo viag-gio per mare, deve essere arriva-

ta da poco ed ora pare riposare le membra esauste, nel tentativo di restituire qualche brivido rosa alla carnagione alabastro … Decorativismo e florealità, Art Nouveaux nella forma di rinun-cia dei modelli antichi e, pure se i fondali in tela dipinta ricondu-cono alle scenografie dell’epoca “ancien règime”, attraverso gli

apparati ornamentali compren-diamo esclusivamente un lin-guaggio internazionale e moder-nista, prassi per il gioco dell’arte più sensazionale. “Noblesse oblige”! “Have One On Me” - 2010, di Joanna Newsom, seguendo le tracce del precedente “Ys” apre alla rappresentazione di un mon-

do “altrove” totalmente incantato e atemporale. Tutte le canzoni che lo compongono sembrano muo-versi con vibrazione dentro un si-stema senza tempo, in atmosfere d’epoca, con frammenti di stile in perpetuo abbraccio emozio-nale. Quando il tono dispone per la campagna in gusto “country” prende per mano anche il “folk” e il “bluegrass”; quando le de-scrizioni si fanno più intimistiche ecco nuvole “slowcore” tingersi con sfumature “jazzy” per mo-menti di grande commozione. L’intera composizione tende a ri-percorrere il tema centrale al quale si aggiungono diverse variazioni, fi no a confi gurarsi come racconto fi abesco a capitoli. Dettagli e va-stità sonore giocano a descrivere l’universo poetico, interiore, di una personalità giovane e pure già così complessa come quella di Joanna Newsom, artista rivelazio-ne per questo inizio millennio.

“Have one on me” di Joanna NewsomLA MUSICA CONSIGLIATA DA KIMBO INA VELLOCET

A Madonna di Campiglio la mostra di Fulber sul Rivisitismo

A sorpresa la nuova pista di Madonna di Campiglio, la “Pancugolo”, quattrocento metri di nera discesa con pen-denza media del 35% e massima del 69%, è stata tenuta a battesimo dai campioni della Ferrari Fernando Alonso e Felipe Massa e dalla Ferrari da Formula 1 portata in quota per l’occasione. La “Pancugolo”, ultima nata tra i tracciati di Madonna di Campiglio, è lunga 400 metri, ma collegandosi con il “Miramonti” crea un percorso di 1700 m omologabile per la Coppa del Mondo di super gigante. Disegnata in area 5 Laghi è servita, per la risali-ta, dall’omonima seggiovia quadriposto.Analogamente per celebrare questa ventitreesima edi-zione di Wrooom e offrire un segno di gratitudine e rico-noscenza alle Dolomiti, Ducati ha deciso di dedicare una speciale livrea della Multistrada 1200, partendo dalla sportiva “Pikes Peak” e trasformandola nella esclusiva ed accattivante “Dolomites’ Peak”. La moto è stata sve-lata dai piloti Ducati poco prima della gara di sci, in cima ai 2.100 metri di altitudine dello Spinale, con le bellis-sime montagne delle Dolomiti a fare da sfondo, con sole, cielo azzurro e tanta neve a rendere l’atmosfera ancora più unica e magica.

Ferrari e Ducati omaggiano Campiglio

Nicky Hayden e Andrea Dovizioso con la “Dolomites’ Peak”

Felipe Massa e Fernando Alonso con la Ferrari sulla Pancugolo

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FEBBRAIO 2013 - pag. 25 Arte

“Alter a cura di Mariapia Ciaghi

Al Paladolomiti di Pinzolo una collettiva con oltre 40 artisti

La Farfalla- S. RiccadonnaLa dea madre- Pietro Weber Arte della Natività 2012 - In primo piano l’istallazione di Marco Nones

Il bozzetto dell’istallazione di Marco Nones

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pag. 26 FEBBRAIO 2013

Il vicepresidente Michele Ballardini è entrato nel det-taglio del bilancio approvato dai 162 soci in sala: 58mila euro circa l’utile netto; 37mila euro da ristornare ai soci; un fatturato, che era andato in calando dal 2008, è invece ri-salito quest’anno andando ad attestarsi sui livelli del 2009 a 10 milioni e 800mila euro (+2,7%), grazie soprattutto alla performance del grande Coop Trentino di via Filzi dal quale proviene il 52,8% del fatturato e quest’anno ha incrementato le vendite dell’1.31%, pari a 72mila e 383 euro. Proprio qui inizie-ranno nei prossimi mesi i la-vori di ampliamento, con un cambio di rotta netto rispetto ai piani iniziali: il consiglio di amministrazione ha dato il via libera ad una nuova idea progettuale dalla quale sono stati decurtati i previsti, e onerosi, due piani di parcheg-gi interrati che avrebbero dotato il supermercato di 59

posti macchina aggiuntivi ri-spetto al presente, già peraltro approvati, in deroga al prg, dall’amministrazione tionese nel giugno scorso. La coope-rativa ha deciso di risparmia-re concentrandosi solamente sugli spazi di vendita. Appro-vato l’ampliamento di 300 metri quadri, per raggiunge-re una superficie di vendita di poco meno di mille metri quadri, pari a quella del diret-to concorrente Despar situato al capo opposto di Tione, il supermercato verrà comple-tamente ristrutturato per am-pliare in particolare l’area dei prodotti freschi e locali. “E’ una linea che ci caratterizza rispetto ai concorrenti – spie-

ga il direttore Oreste Bonenti – abbiamo macelleria e pane al banco, così come una serie di prodotti caseari, ma anche miele e confetture, localissi-mi”. Si valuta anche di instal-lare un distributore automati-co di prodotti in funzione 24

ore su 24, su modello di quel-lo installato dal Sait in piazza Lodron a Trento. Il cambio di programma ha ovviamente fatto slittare lavori e apertura del nuovo supermercato, ma l’obiettivo è quello di aprire a giugno, per non perdere la

stagione estiva. L’altro ne-gozio trainante della Coop Giudicarie è l’Eurospin di Tione, che contribuisce per il 18,50% al fatturato totale, ca-pace di registrare un aumento nelle vendite del 7%, un mi-raggio negli scorsi anni quan-do la concorrenza del Lidl sulla retta di Saone era stata serrata. I piccoli negozi di vicinato – Saone, Montagne, Bolbeno, Cultura, Preore, Ragoli, Zuclo, e l’ex magaz-zino sociale a Tione – invece, sopravvivono, chi meno bene come Preore che perde qua-si 4 punti percentuali (pari a 14.473 euro) di vendite, e chi meglio, come Bolbeno, che ha registrato un incremento

vicino ai 12 punti percentuali (pari a circa 27mila euro), ma sono briciole rispetto al gran-de coop nei conti della Fami-glia. Nei prossimi mesi oltre al supermercato di Via Filzi verdranno rinnovati gli spazi interni altri punti vendita, an-che alla luce dell’elevata spe-sa di manutenzione rigistrata in bilancio, 74mila euro, che con il rinnovo delle attrezza-ture si punta a ridurre nel fu-turo: se l’anno passato sono stati rinnovati il piccolo nego-zio nel centro di Tione (l’ex magazzino sociale) e il punto vendita di Bolbeno, quest’an-no toccherà all’Eurospin e al negozio di Preore. Sempre sul fronte dei costi, cala quel-lo del personale, attestandosi a 1 milione e 627mila euro, 33mila euro sono andati in tasse (Imu e rifiuti) mentre quasi 56mila euro vengono spesi per l’affitto del punto vendita di Preore e per la li-cenza Eurospin.Denise Rocca

Attualità

Coop Giudicarie: ampliamento, sì, ma senza parcheggio multipiano

L’assemblea riconferma Michele Ballardini e Paolo Weiss ed elegge Renza Pedretti e Paolo Venturini nuovi consiglieri

I soci della Famiglia Cooperativa Giudicarie hanno eletto poche settimane fa due nuovi membri nel di-rettivo ad affiancare i riconfermati Michele Ballardi-ni e Paolo Weiss, Renza Pedretti e Paolo Venturini in

sostituzione degli uscenti Franco Antolini e Candido Giacomini, cooperatori di lunga data. Riconfermato in toto il collegio sindacale formato da Mauro Comi-notti, Elio Collizzolli e Giorgio Cerana.

Un uomo quindi di grande capacità ed esperienza. Ha sbaragliato con 426 voti: Luciano Caola, che di voti ne ha presi 306 e Elisabetta Maturi Carnèra, (173), 30 le schede bianche, 26 nulle. Due temibili concorrenti che fino all’ultimo hanno cercato di contrastarne la scalata.“Sarò il presidente del dialogo e del confronto - ha detto durante il suo intervento – ma, fin da ora, dico no alle politiche di espansione secondo logiche speculative e di acquisto”. La sua nomina, quindi, taglia sul nascere le polemiche portate in assemblea da Giuseppe Ciaghi (per 9 anni alla guida della Coop), all’uscente Mauro Cominotti, accusato-in un accorato intervento- di uscire dal solco di tutti i suoi predecessori: da Vigilio Maffei, a Pio Bruti, a Filippino

Maturi. “Sempre a disposizione dei soci e della propria gente, non per gestire potere, nè interessi privati”. Motivo della diatriba, dell’unico intervento che ha preceduto i lavori assembleari, l’acquisto dell’immobile nel centro Polifunzionale Le Serre a Giustino, inadatto – secondo Ciaghi - alle politiche della Coop di Pinzolo, che ha già a disposizione proprie strutture adatte ai progetti di sviluppo e contrasto della concorrenza. Dieci anni fa era stata acquistata allo scopo

Casa Ferrari. Costo quasi un miliardo e mezzo delle vecchie lire.Tema, che fotografa la situazione del direttivo uscente. Da sei mesi in stallo (3voti favorevoli, 3 contrari e un astenuto) sull’acquisto di un immobile del valore di 4 milioni di euro. Su cui si gioca la partita futura del rilancio della Coop di Pinzolo.Che la cooperativa rendenese non abbia tempo da perdere, per rimanere con i piedi ben saldi sul mercato, lo ha detto il presidente uscente nella sua relazione conclusiva. Ma ancor di più lo hanno detto i numeri snocciolati dal vicedirettore Luca Pederzolli. 24.818.749 di fatturato e un utile di soli 205.924 euro. “Un margine che non lascia molti spazi”. E nonostante la solidità finanziaria dell’azienda che da lavoro a 100 dipendenti più 50 stagionali, i costi fissi in aumento, impongono la crescita del risultato operativo”. Pena il peggioramento della risicata redditività aziendale. Tradotto. La Coop (patrimonio immobiliare 7.059.692, patrimonio netto 8.237.012, benefici soci 646.367) non ha tempo da perdere.

E deve mettere in atto tutte le possibili strategie per contrastare l’arrivo sul mercato di nuovi competitori. E qui, entra in ballo il secondo motivo dominante dell’assemblea, che dopo aver votato all’unanimità il bilancio, si è aperta al dibattito. Leit motiv un nodo già noto: l’arrivo a Spiazzo del supermercato Poli. Michele Ongari, sindaco di Spiazzo, che ha a cuore la riqualificazione dell’ex Ille, e quindi del suo paese, ha fatto uscire allo scoperto i candidati. E una verità, finora sottaciuta. Nessuno pregiudizialmente è contrario all’arrivo del Poli. La concorrenza –dicono - va accettata,

non combattuta. Ma finora, il ricorso al Tar è servito da paracadute per mettere la Coop nelle condizioni di attrezzarsi. In futuro, almeno da quanto emerso, nessuno contrasterà più il recupero dell’area dimessa. Quindi l’arrivo della concorrenza alle porte di Pinzolo.

Ornello Binelli, da “garzone” a Presidente della Famiglia Cooperativa di Pinzolo

Dei tre ha prevalso Ornello Binelli. L’assemblea della Famiglia Cooperativa

di Pinzolo, la più grande del Trentino (10 filiali, 25 milioni di fatturato), ha eletto il nuovo presidente. Da domani le strategie future saranno prese dall’ex garzone di bottega che ha percorso tutta

la scala gerarchica fino alla direzione.

Da semplice commesso, con diploma di scuole commerciali a Tione, a funzionario. Passando da responsabile di settore, a direttore della filiale di Campiglio, fino a dirigente con compiti formativi in Federazione.

di Ettore Zini

Finita l’“era” Cominotti, rimasto escluso anche dal Consiglio

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FEBBRAIO 2013 - pag. 27

Aperta a tutte le discipline fi n dalle sue origini con un vero e genuino spirito dilettantisti-co, per consentire agli abitanti del paese, ma non solo, di mi-surarsi nei campi più diversi dello sport, promuovendone la pratica sia a livello ama-toriale sia agonistico tanto d’estate quanto d’inverno, l’ U.S.Carisolo e i suoi dirigenti non potevano rimanere indif-

ferenti davanti al fenomeno, in continua crescita, di coloro che amano cimentarsi sulle due ruote.

Così ne hanno esteso l’attivi-tà - dando vita ad un’associa-zione specifi ca senza scopo di lucro affi liata alla FCI - al settore del ciclismo, sia su strada sia sui percorsi adatti alle Mountain Bike, con un

progetto capace di aggrega-re e di coinvolgere gli ap-passionati tramite una serie di iniziative da realizzare lungo tutto l’arco del 2013. Prevede la partecipazione a gare locali e nazionali (per chi intendesse misurarsi in tali competizioni), uscite in gruppo su percorsi misti e tanto altro. Il team porterà il nome “U.S. CARISOLO – VAL RENDENA”. Sot-to questa bandiera Walter Maestri & C. intendono attivare collaborazioni con partner e sponsor allo scopo di rilanciare con prospettive di sviluppo un movimento ciclistico di ampio respiro. Invitano tutti – atleti, escur-sionisti, amici e conoscenti – a entrare nel progetto, a dar vita a un settore destina-to a crescere e ad affermarsi, perché andare in bicicletta diverte, fa bene alla salute, socializza e rispetta l’am-biente naturale. Per informazioni basta con-tattare la Pro loco di Cariso-lo (tel: 0465-501392).

Nonostante la giornata con una intensa nevicata, la se-conda edizione dei Campio-nati provinciali di sci delle Pro Loco trentine a Bolbeno di domenica 20 gennaio ha radunato 300 tra sciatori e snowboarder delle Pro loco di tutto il Trentino pronti ad animare l’ impianto sciistico delle Coste. Alla pro loco di Tiarno di Sotto è andato il premio per il maggior nume-ro di partecipanti, mentre la classifi ca a punti è andata ai volontari di Tione. A premia-re i vincitori, l’assessore pro-vinciale al turismo Tiziano Mellarini, che ha ringraziato la Pro loco di Bolbeno gui-data dal presidente Roberto Marchetti, il Consorzio del-le Giudicarie col presidente Daniele Bertolini, e la Fede-razione provinciale delle Pro Loco guidata da Enrico Faes per l’organizzazione della giornata: “il volontariato delle Pro loco è sempre ge-neroso – ha detto l’assessore – anche nelle condizioni più diffi cili, proprio come quel-le meteorologiche di oggi. L’impegno di tutti i volontari è la ricchezza concreta che unisce il nostro territorio e un ingrediente importante nella ricetta del successo della nostra proposta turisti-

ca”. Anche il Trofeo Caduti, svoltosi domenica 27 gen-naio in ricordo degli Alpini “Andati Avanti” ha riscon-trato un ottimo gradimento, così come la Sesta edizione dei Campionati studenteschi invernali andata in scena ve-nerdì primo febbrai, con la presenza di oltre 300 ragazzi al cancelletto di partenza. Ma anche febbraio si pre-senta denso di attività e competizioni. A partire da Corinpista di domenica 3 febbraio, la competizione dedicata ai cori della nostra provincia che anche que-st’anno sarà sicuramente ca-ratterizzata da una straordi-naria partecipazione, per la soddisfazione del presidente Sergio Franceschinelli. Al-tre due manifestazioni sono inoltre in programma do-menica 10 febbraio con una

gimkana dedicata alle cate-gorie Fisi baby e Cuccioli”, e sabato 23 febbraio con la Gara Sociale dello Sci Club Bolbeno. Sarà invece datato 17 febbraio l’ormai celebre “Trofeo Giovanissimi”, una delle gare più famose, a li-vello giovanile, di tutta la no-stra Provincia, che chiuderà, come ogni anno, il consueto ciclo di lezioni nell’ambito dei corsi sci organizzati dal-lo Sci Club Bolbeno del pre-sidente Michele Ballardini. Anche quest’anno sono stati oltre 500 i bambini iscritti, provenienti da tutte le Valli Giudicarie e non solo, testi-moniando una volta di più il gradito ritorno dello sci Al-pino fra gli sport popolari, il vero obiettivo che si per-segue con successo presso questa piccola grande loca-lità sciistica.

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Trofeo Pro Loco, in 300 sulla neve

I presidenti delle Pro Loco partecipanti- Foto Yuri Corradi

Carisolo, a tutta Bike Una nuova associazione per gli amanti delle due ruote

Con febbraio le giornate si allungano e – grazie alle nevicate del mese scorso – i boschi della Valle del Chiese diventano altrettan-te piste per gli appassionati di scialpinismo. Vi sono dei percorsi addirittura “storici”, come quello che dalla Val di Breguzzo porta fi no al rifu-gio Trivena, a 1.650 metri di quota. Una destinazione “storica” per gli amanti del-lo scialpinismo (e non solo, anche per gli amanti delle escursioni d’estate), una struttura accogliente gestita da Dario Antolini e famiglia e che propone per la stagione

invernale, dal 27 dicembre al 31 marzo, tante iniziative e appuntamenti per gustare al meglio la montagna nel suo vestito invernale. Molto utile risulta il sito internet www.trivena.com, aggiornato e ricco di spunti, tra cui la se-zione “Dario ci narra”, dove il gestore racconta storie di vita e sport in montagna e dalla quale traspaiono il suo amore e la sua passione per questo mondo. Non solo, il portale è anche una guida utile per chi vuole praticare lo scialpinismo e propone e segnala corsi e seminari per sicurezza, oltre ai raduni in

programma. Senza dimenti-care le previsioni del tempo, fondamentali per praticare lo scialpinismo senza rischi. Oltre a questo c’è natural-mente tutto quello che un rifugio ospitale può dare: dopo una passeggiata con il frontalino o al chiaro di luna, il Rifugio Trivena offre una fetta di polenta o un piatto di gnocchi alla ricotta, un buon bicchiere di Marzemi-no e l’immancabile grappa al Mugo di Trivena, prima della discesa magari con lo slittino. Oppure una stanza curata e calda per chi vuole rimanere la notte.

A tutto scialpinismo in Trivena

… ma non solo, anche con le ciaspole è possibile godersi un’ottima neve e poi fermarsi nella storica struttura della Val di Breguzzo

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pag. 28 FEBBRAIO 2013 Attualità

Queste caratteristiche lo rendono interessante, ma sollevano sensibili interro-gativi: la movimentazione per l’ alimentazione ( nel caso presente si parla di 30.000 ton/ anno),lo spazio occupato (mi-gliaia di mq.) tolto al-l’agricoltura, l’ inquina-mento derivante dai motori Diesel, le esalazioni e le conseguenze di tutto ciò sull’agricoltura e sull’am-biente in generale; e non ultimo il timore di possi-bili speculazioni. Si è così costituito a Storo un Co-mitato, denominato “Bene Comune - Storo,” che ha svolto un’ intensa attività di ricerca, documentazione e informazione presso la popolazione, anche pun-golando, con una serie di domande l’ Amministrazio-ne Comunale, silente al ri-guardo, ed esortandola ad essere più esplicita sull’ar-gomento, a far partecipe la popolazione dell’argo-mento in discussione e, in ultima istanza, a delegare ad essa stessa la scelta al

riguardo. Ne è nato uno scambio di lettere ed arti-coli sui giornali provinciali a volte, da parte dell’Am-ministrazione, un po’…so-pra le righe, come l’accusa di “terrorismo” rivolta al Comitato, per le domande che esso pone.Giovedì 6 Dicembre vi è stata una riunione del Consiglio Comunale aper-

ta al pubblico, alla quale sono intervenuti tecnici ed esperti della Provincia per spiegare nei dettagli il bio-digestore. E’ emerso come, diversamente dalle prece-denti dichiarazioni del Sin-daco che definivano “chiac-chiere da bar” le ipotesi di realizzazione di un biodige-store a Storo, esistesse un progetto e una chiara inten-

zione della Provincia sulla localizzazione dello stesso a Storo, su input, a quan-to detto, della Comunità di Valle delle Giudicarie. (…) Il pubblico, numerosissimo contrariamente alle aspet-tative espresse da qualche giornale, ha ascoltato at-tentamente e applaudito solo gli interventi dei con-siglieri d’opposizione che

hanno posto interrogativi sui possibili effetti negativi e sull’eventualità che la ge-stione dell’impianto scivoli in finalità speculative. (...) Il Comitato, al quale non è stato consentito di inter-venire nel Consiglio in og-getto, non rallenterà il suo impegno e si propone di organizzare pubbliche riu-nioni con programmi più

esaurienti al riguardo. Si inizierà il 26 di Febbraio, con una serata di incontro e informazione alla qua-le parteciperà il Professor Giovanni Tamino dell’Uni-versità di Padova, esper-to di problemi ambientali, energie rinnovabili e bio-tecnologie. Tutti i cittadini interessati sono invitati a partecipare, nessun vincolo (se non quello della buona educazione) verrà posto al loro diritto di parola. (...)Il Comitato Bene Comune è molto sensibile su questi temi e desidera essi siano approfonditi e dibattuti il più possibile. Pertanto esso continuerà a muo-versi affinché i cittadini possano essere informati al meglio e sia data loro la possibilità di far valere i propri diritti rispetto al territorio che amano e vi-vono ogni giorno.Per chi volesse contattar-ci: http://benecomunesto-ro.wordpress.com/

Il direttivo del Comitato Bene Comune -Storo

Biodigestore a Storo, il Comitato fa il punto

La ventilata ipotesi di realizzare un biodigestore nella campagna di Storo sta suscitando nel paese discussioni anche piuttosto vivaci. Il biodigesto-

re è, in parole brevi, un contenitore che, caricato con rifiuto organico, lo trasforma con processo biologico in

gas, che può essere utilizzato per generare energia me-diante motori a combustione interna (diesel), scaldare acqua per teleriscaldamenti, e fornire un residuo, detto “digestato”, che non può neppure essere utilizzato come fertilizzante.

L’associazione ArteGiova-ne dà il via alla Scuola di Teatro Aletheia. La scuola teatrale Aleteia nasce come un’esperienza di pedago-gia teatrale proiettata alla formazione attoriale, sulle orme del lavoro avviatosi con Stanislavskij e Jerzy Grotovski e riconoscibile nei contemporanei Peter Brook ed Eugenio Barba. L’obiet-tivo è quello di condurre i partecipanti ad apprendere gli strumenti caratterizzanti la professione dell’attore: lo studio del corpo e della voce, dello spazio e del rit-mo, del personaggio e della drammaturgia, attraverso un lavoro d’analisi del testo e della messinscena.Il primo corso propedeu-tico, “L’attore svelato”, è diretto dall’attrice e regi-sta Silvia Salvaterra. Esso conduce attraverso giochi di improvvisazione, giochi di immaginazione, esercizi pratici e di studio alla presa di coscienza dei propri pos-sibili talenti e della propria creatività per giungere alla messa in scena di un breve spettacolo.Il corso è aperto a tutti, dai 16 anni in su, e avrà una du-rata di 4 mesi, da metà feb-braio a metà giugno, con un incontro settimanale di tre ore, per un totale di 51 ore di lezione. “L’essenza del tea-

tro è costituita da un incon-tro che offre la possibilità di scoprire e svelare i propri talenti artistici e creativi. In-tersecando pensiero ed emo-zione si giungerà attraverso la scoperta del linguaggio teatrale alla scoperta del proprio mondo interiore” - spiega Silvia Salvaterra. Nata a Tione nel 1983, dopo la maturità scientifica si tra-sferisce a Roma laurendosi con il massimo dei voti in Scienze della Comunicazio-ne presso l’Università Pon-tificia Salesiana di Roma. Nel luglio del 2010 si di-ploma come attrice presso il Centro Internazionale La Cometa di Roma. Negli ul-timi due anni ha intrapreso un’attività di produzione e presentazione di spettaco-li e laboratori teatrali per adulti e bambini, orientati

dal pensiero pedagogico di Stanislavskij. Da poco ha fondato la compagnia tea-trale, ALETHEIA, all’in-terno dell’Associazione ArteGiovane di Tione di Trento e con questo corso dà l’avvio alla Scuola di Teatro Aletheia. Il corso sarà attivato con almeno 5 studenti mentre le iscrizioni si chiuderanno a 15 iscritti ed avrà luogo presso la sede in Via Roma 8 a Tione di Trento. Il co-sto di partecipazione è di € 200 (ridotto a € 150 per gli studenti). Per informazio-ni ed iscrizioni è possibile rivolgersi presso l’Asso-ciazione Arte Giovane, via Roma o telefonare al numero 0465-326370 in orario di ufficio dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 13,30 alle 17,30.

Imparare il mestiere dell’attore

A Tione la Scuola di teatro Aletheia propone un corso di apprendimento diretto da Silvia Salvaterra

Classe 1987, diplomato alla scuola alber-ghiera di Tione, Michael Polli ha capito da subito che quella della cucina non sarebbe stata la passione principale. Il suo cuore già sui banchi di scuola batteva per la recitazio-ne e ancora prima all’asilo si divertiva ad esercitarsi in simpatiche scenette. Passione che ha trovato soddisfazione ed espressione prima nella Filodrammatica di Pinzolo poi in alcune comparse in film e collaborazioni tea-trali con attori noti al pubblico nazionale. Attratto fin da bambino dalla comicità sem-plice e schietta di Paolo Villaggio e di Chri-stian de Sica ha fatto dell’intrattenimento “leggero” il suo cavallo di battaglia. La par-tecipazione a RidenDro e scherzanDro, show che nelle estati ha animato il Trentino, gli è valsa la conoscenza di personaggi famosi, tra cui Nina Senecar. Ha alternato la passio-ne per la recitazione con quella dello scrive-re: per anni ha composto i testi per Così e Cosà, periodico di satira, dove ha curato una

rubrica. Con la Filò di Pinzolo ha partecipa-to allo spettacolo “La hora è fenita” rappre-sentazione teatrale rievocativa della danza macabra capace di intrattenere nella scorsa edizione quasi 3mila spettatori. Al fianco di Lucio Gardin, Loredana Cont e Alessandro Bencivenga ha fatto la sua comparsa nelle televisioni locali con piccole parti. Dopo le comparse nel film di Pantani, e in “Colpi di Fulmine” di Christian de Sica, l’impe-gno più importante lo ha avuto come atto-re nel film “Un passo dal Cielo” andato in onda il 25 ottobre su Rai Uno: nella pelli-cola girata in Alto Adige ha infatti avuto la possibilità di recitare una parte di alcuni minuti, dove ha potuto esprimere le sue doti. Animatore a Madonna di Campiglio d’inverno, operatore del Parco Naturale Adamello Brenta d’estate, ora è impegna-to alla realizzazione del Carro della Val Rendena, per il quale sta facendo regia, autore, costumista...domani chissà.

Mike Polli, attore per passione

A Massimeno

Mike Polli con Nina Senicar

LA LETTERA

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FEBBRAIO 2013 - pag. 29

Recentemente presso la sala consiliare del Comune di Stenico, Ennio Lappi ha presentato la sua “Biogra-fia documentata del poeta di Stenico con le preceden-ti vicende della sua fami-glia”. Il poeta in questione è Gio-vanni Battista Sicheri detto Cangio nato a Stenico il 27 marzo 1825 e morto alla Maddalena il 23 novembre del 1879. Un libro di circa 70 pagine per raccontare le vicende del poeta, con l’ag-giunta di un’appendice do-cumentaria di ulteriori 20 pagine. Un libro che nelle aspettative di tutti, doveva aggiungere ulteriori tassel-li alla storia del poeta già raccontata nel 1983 dal prof. Graziano Riccadonna (con introduzione del prof. Renzo Francescotti) e rie-saminata nel 1996, sempre dal prof. Riccadonna, in oc-casione della ristampa del poema del Sicheri “La cac-cia sull’Alpe” a cura del Circolo Culturale di Steni-co che porta il suo nome. Una biografia – quella di Ennio Lappi – per un certo verso attesa, in quanto dal 1996 non si erano più fatte ricerche storiche sul perso-naggio risorgimentale che da tutti era conosciuto non

solo come poeta, ma anche come garibaldino convinto ed impegnato attivamente nella lotta, oltre che come uomo intelligente, colto, onesto, difensore dei deboli, amante della giustizia e della libertà a tal punto da essere perseguitato. Con questo libro il Lappi non ha aggiunto “tasselli ri-levanti” alla vita e all’opera del poeta, ma è addirittura riuscito a “demolirlo”, sia sul lato umano che politico che letterario. Sul lato uma-no perché sostanzialmente il Lappi difende l’usuraio e l’operato dei tribunali a dan-no di chi l’usura l’ha subita con qualche inganno per giunta; politico perché af-ferma e prova (?) che non è mai stato un garibaldino e su

quello letterario perché ne-gando i due punti precedenti, che sono i contenuti di alcu-ne opere del Sicheri (per non dire di tutte), sminuisce di fatto la grandezza del poeta. Anche se alla fine lo “anno-vera tra i maggiori letterati trentini...” lo fa evidentemen-te solo per gli aspetti formali e non per il contenuto delle opere. Questo libro, non pri-vo di contraddizioni, che pre-tende di essere l’unica vera biografia “documentata” del poeta di Stenico, parte male già dalla copertina.In nessuna parte del libro si trovano riferimenti circa la provenienza, l’autore o l’autenticità dell’immagi-ne (così come di quella di pag. 32), nuova rispetto a quelle note e ritrovate in

precedenza. Il Lappi stes-so, interpellato, non ha voluto fornire spiegazioni. Nella premessa polemizza con tutti coloro che hanno lavorato prima di lui nelle ricerche sul Sicheri e pro-segue accusando (chi?) di.. “ottuso ostracismo di co-loro che con pervicacia si atteggiano a soli depositari della cultura giudicariese, costringendomi a dare alle stampe queste pagine a tut-te mie spese...” Se la prende col prof. Fran-cescotti che viene “bacchet-tato” a pag. 56, ma non ri-sparmia il prof. Riccadonna e gli autori del “fumetto” (che a suo parere è un falso storico), ecc. Questa biografia, a dif-ferenza delle precedenti

che danno spazio anche a testimonianze e a ricordi tramandati nel tempo da padre in figlio, a suo avviso è l’unica attendibile perché riporta solo fatti documen-tati (anche se il libro con-tiene varie opinioni perso-nali). Ed è questo l’errore che da storico conoscitore della storia del Trentino non avrebbe dovuto com-mettere. Il Trentino a quei tempi era annesso all’Austria e il Si-cheri – che credeva, scrive-va, lottava per la libertà e l’unità d’Italia – era consi-derato da tutti un traditore. Solo pochi avevano le sue stesse idee e lo sosteneva-no. Per la maggioranza della popolazione che stava bene sotto l’Impero austria-

co, e per coloro che ricopri-vano posti di potere che non erano di certo intenzionati a perdere, egli era un tra-ditore. E’ ovvio quindi che i docu-menti “ufficiali” siano con-tro di lui e della sua sfortu-nata famiglia e che quindi vi fossero denunce contro di loro.Per fortuna rimangono le sue opere a testimoniare la gran-dezza del personaggio! Opere che vanno lette (e comprese) per il valore del “contenuto” più che della forma.Chi fa delle ricerche sto-riche non può ignorare la “memoria della gente”. E’ pericoloso! Stiamo atten-ti perché fra pochi anni (e ci stanno già tentando) ci sarà chi riscriverà i libri di storia negando i lager o le camere a gas.Ora ci si chiede: Perché, a quale scopo l’autore della biografia si è speso tanto per mettere in cattiva luce un suo concittadino, un per-sonaggio che non ha avuto pace da vivo ed ora nem-meno da morto, un perso-naggio che ha contribuito a fare la storia del suo paese e un po’ anche dell’Italia?

Circolo G.B. Sicheri-Stenico

Lettera aperta sul tentativo di “demolizione” del Poeta Sicheri

La critica storica del Circolo Gb Sicheri all’articolo di Ennio Lappi

Spazio aperto/il dibattito letterario

Il polemico articolo a firma del Circolo Culturale G. B. Sicheri di Stenico, apparso con buon rilievo il 10 gennaio u.s. sulle pagine del Trentino ha del sorprendente, ma non più di tanto dal momento che qualcosa di simile era stato preannunciato dal comporta-mento dei discendenti del poe-ta, peraltro non diretti, che in buona schiera hanno assistito alla presentazione del libro. La ricerca, pubblicata per ov-viare ai numerosi errori divul-gati nel passato e rinfrescati in grande pompa l’altr’anno, mediante numerosi eventi che hanno avuto l’avallo di di-verse personalità di rilievo, è accuratamente documentata con chiari e inconfutabili ri-ferimenti in nota. Solo chi ri-fiuta l’evidenza delle cose può mettere in dubbio la legittimità di documenti ufficiali conser-vati nei molti archivi consul-tati, come l’Archivio di Stato di Trento, l’Archivio Provin-ciale e gli archivi storici del Convento di San Bernardino di Trento, del Castello Sfor-zesco di Milano, del Comune di Stenico, del Comune di La

Maddalena ed altri, secondo le precise citazioni riportate nel volume. D’altronde è chiaro, e anche comprensibile, che ai suddetti discendenti dia fasti-dio la verità perché toglie loro il poter vantare nella famiglia un eroe del Risorgimento che si credeva morto a Caprera nella Casa Bianca garibaldina con il generale nizzardo al capezzale. La verità è ben diversa, come ben diverse sono le vicende del-la vita del Sicheri che fu certa-mente un patriota, come allora era la gran parte delle persone di un certo grado d’istruzione, ma non fu certo un eroe, né un combattente, né un difensore dei deboli; fu coinvolto nelle cospirazioni mazziniane del 1853, dove si salvò sconfinan-

do in Canton Ticino, e del 1864 dove, avendo avuto un ruolo nettamente marginale, non fu perseguito benché sottoposto a dura inquisizione. Non esiste alcun documento che leghi Si-cheri a Garibaldi, nemmeno a La Maddalena, dove il poeta visse in povertà gli ultimi anni della sua vita, benché il gene-rale vivesse nella vicina Capre-ra e non fosse certo avaro di raccomandazioni ed aiuti per i propri amici. Nel periodo tra-scorso a Stenico dopo il rientro dalla Svizzera egli era un uomo libero, con fedina penale non proprio immacolata, ma libero, se non altro per le amnistie so-praggiunte nel frattempo; era rispettoso dell’autorità costitui-ta, come dimostrano le richieste

di concessioni varie, di porto d’armi e, per ultimo, del pas-saporto per l’espatrio in Sarde-gna. Non fu certo perseguitato, né ricercato, né protagonista di rocambolesche fughe attra-verso i monti e, rimasto senza mezzi per la costruzione della nuova casa alla Credata, non gli rimase altro che partire alla ricerca di un lavoro per mante-nere se stesso e la famiglia.Ora, chi lancia accuse assur-de, con pretesti privi di fonda-mento lo fa in malafede. Chi ha accostato l’autore di una ricerca rigorosamente storica a deliranti concetti sulla ne-gazione dei lager e delle ca-mere a gas, lo fa in malafede. Chi ha creato e colpevolmente divulgato nelle scuole giudica-

riesi un fumetto sulla vita del Sicheri dal contenuto comple-tamente basato sulla vox po-puli fatta passare per storia e creando quindi un clamoroso falso storico, lo ha fatto in ma-lafede. I documenti non hanno opinione e la “memoria della gente” è certo importante, ma non è la chiave di lettura per ricostruire e comprendere la verità storica. Chi vuol credere ai racconti del nonno nei lun-ghi filò invernali è liberissimo di farlo, ma per parlare di sto-ria ci vogliono prove, inconfu-tabili ed incontrovertibili, non

dicerie di paese. Chi desidera sincerarsi dei fatti storici rela-tivi a Giambattista Sicheri, a buon titolo considerato il più valido poeta trentino dell’Ot-tocento, Prati a parte, e ottene-re maggiori informazioni, può procurarsi il volumetto che troverà nelle migliori librerie. E. Lappi, Giovanni Battista Si-cheri. Biografia documentata del poeta di Stenico con le pre-cedenti vicende della sua fami-glia. Edito a spese dell’autore. Trento, 2012.

Ennio Lappi

Precisazioni dell’autore

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Risponde Ennio Lappi: “Sicheri? Non fu un eroe Risorgimentale”

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Page 30: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

pag. 30 FEBBRAIO 2013 La Posta

LA POSTA

Egr. vorrei parlare della ri-forma della Costituzione. Forse è un tema che appas-siona poco gli elettori, che del resto sono inondati di promesse più allettanti. Certo si parla genericamente anche di riforme, ma perchè nessun partito pone fra le priorità la riforma della Costituzione? In questo senso, io non pre-tenderei molto, mi basterebbe che la modifi ca ovviasse in modo radicale al bicamerali-

smo perfetto, che fa del par-lamento un ente quasi inutile. E’ chiaro che non si potrebbe prescindere neppure da una drastica riduzione del nume-ro dei parlamentari, senza ovviamente dimenticare la modifi ca della legge elettora-le. Ma sono tutti impegni che dovrebbero partire subito, non alla fi ne della legislatu-ra! Valentino

Egr. Amistadi, anche per chi di politica, come me, ne capisce poco, è rimasto molto deluso dall’inizio di questa campagna elettorale: solo parole, parole, parole, e tutti hanno la sfaccia-taggine di ritenersi rinnovati. Ma quello che più mi fa inca-volare è che nessuno parla più di tagli ai privilegi e agli spre-chi, gli italiani sono indignati, ma i nostri politici vecchi e nuovi, fanno fi nta di niente.Giuseppe

Caro Adelino, stiamo assi-stendo ad una campagna elettorale allucinante, becera ed inconcludente. Il premier Monti viene attaccato dura-mente dai leader che fi no a ieri l’avevano sostenuto, in maniera patetica soprattut-to da chi ne ha causato, per manifesta incapacità, la sua chiamata a palazzo Chigia per rimediare alle malefatte d’ogni tipo del passato go-verno. Naturalmente adesso tutti scoprono l’acqua cal-da: promettono di ridurre la pressione fi scale, dare lavoro ai giovani, togliere l’IMU, ridurre i costi dellla benzina, ecc.ecc. Tutti parlano di rin-novamento, ma intanto in tv ci propinano ancora un Ber-lusconi, debitamente stuccato ed impomatato, e un Bersani, versione basso popolo, per essere vicino al corpo eletto-rale. Ma di tutte queste pro-messe, cosa rimarrà dopo le elezioni? Roberto

Cari amici, mi fa piacere che elezioni imminenti abbiamo riscaldato gli animi anche nelle nostre valli e che ci sia tanto interesse intorno a ciò che sta accadendo. Le do-mande che ponete sono tan-te, ed io, di certo, non sono un politologo per rispondere al meglio, sono un artigiano della politica, uno come voi, che sente e legge mille cose e poi cerca di farsene un’opi-nione. A parer mio non saran-no molte le promesse mante-nute, quasi nessuna, men che meno si ridurranno li spre-chi e i privilegi. E’ diffi cile pensare che i parlamentari votino una legge che riduca i loro stipendi e i loro van-taggi economici, fossero seri lo farebbero, ma non dobbia-mo nutrire molte speranze, abbiamo visto com’è andata nel nostro Consiglio Provin-ciale, proclami e promesse, e poi si sono calati le indennità di poco o niente, fra pianti e lacrime, ed orgoglio di casta, convinta di meritare tutto ciò che le viene elargito. Così come mi sembra diffi cile che cambino la Costituzione per-chè per i nostri politici, e non solo, (vedi magistrati, grandi burocrati, ecc. ecc.), la carta costituzionale, è un po’ co-m’era la Bibbia per l’Inqui-sizione, ci trovano giustifi ca-zione e asilo per ogni pretesa, per ogni azione, e, spesse vol-te, per ogni porcheria. Fosse

modifi cata, mancherebbe loro un cappello per coprire ogni loro ribalderia con l’im-primatur della liceità. Certo è che la campagna elettorale fi n qui ha lasciato un po’ tutti basiti e preoccupati. Sembra perfi no che i i leader in cam-po vivano in un altro mon-do: dove la crisi sia ormai un ricordo del passato; dove le priorità siano altre (gay e lesbiche); dove il debito pub-blico, per incanto sia sparito e il PIL sia invece in piena crescita. Purtroppo non è così. E poichè noi non siamo candidati, diciamocelo fran-camente, senza tanti giri di parole: l’Italia resta, soprat-tutto sul piano economico, un malato grave. Ha evitato il tracollo anche per l’inter-vento di un buon medico, ma è un paziente che ha ancora bisogno di cure decise, forti e per niente indolori. E chiun-que vinca le elezioni deve prenderne atto ed assumere (impopolari) decisioni con-seguenti, anche se solo qual-che settimana prima aveva promesso tutt’altro. Perchè una cosa è certa: le sugge-stioni elettorali, gli slogan ad effetto, gli annunci sgan-gherati, forse faranno anche guadagnare più voti, ma non servono per governare e fare le riforme. E il nostro Paese ha bisogno di questo, non di altro.(a.a.)

Elezioni più vicine, cresce l’interesse della genteC’è in gioco il futuro dell’Italia, serve un’alta partecipazione. Ma occhio alle facili promesse

Caro Adelino, ho letto del tuo nuovo libro sull’ultimo Giornale delle Giu-dicarie e sono corsa subito ad acqui-starlo in libreria, ma non l’ho trovato. Come posso fare per poterlo leggere?

Antonella

Cara Antonella, il libro “Il sinda-co di Costanidia” di cui parli, è stato edito dal Giornale delle Giu-dicarie a cui l’ho dedicato in occa-sione del suo decennale, “volendo omaggiare tutti gli amici e i soste-nitori che hanno permesso a GdG

di crescere e di diventare sempre più affidabile compagno di viag-gio delle famiglie e delle aziende commerciali della nostra terra”. Questo era l’intento, per cui non lo si trova nelle librerie, c’è però in tutte le biblioteche delle nostre valli, per cui potrai facilmente leggerlo quando ne avrai il tempo. Colgo infine l’occasione offertami dalla tua lettera per rispondere ai tanti che mi hanno messaggiato, telefonato e scritto chiedendomi se il contenuto del libro riguardi il mio paese, Roncone, o la mia

esperienza di Sindaco. Direi pro-prio di no, l’unico riferimento al mio paese è forse il lago, ma tutto il resto potrebbe benissimo essere ambientato in ognuno dei piccoli paesi delle Giudicarie, con l’at-tività amministrativa riferita ai primi anni settanta e le vicissitu-dini che a quei tempi non erano infrequenti. Grazie, comunque, per il tuo interessamento e fam-mi sapere se ti è piaciuto, quando l’avrai letto, ovviamente.

Adelino Amistadi

A proposito del libro il “sindaco di Costanidia”

14 febbraio, AUGURI

agli innamoratiNarra un a leggenda che che un giorno il Vescovo Valentino da Terni, passeggiando per la città riuscì a far innamorare due ragazzi facendo volare intorno tante coppie di piccioni che si scambiavano dolci gesti d’affetto. Molti fanno da qui discendere da questo episodio l’utilizzo del termine “piccioncini” per defi nire gli innamorati prodighi di dolcezze ed effusioni amorose. Comunque sia il 14 febbraio si festeggiano gli innamo-rati. Sia una festa commerciale, sia davvero un momento per ritrovarsi a tutti loro va il nostro augurio. E a chi... è da solo, l’augurio di trovare presto un’anima gemella!

Salve, da semplice utente e lettore del vs giornale mi sono alquanto scocciato del fatto che sul n 1 di Gennaio del vo-stro giornale è apparso un articolo a pagina 26 “bracciate fra le polemiche”. Prima di tutto l’articolo non è fi rmato e dato che tira in ballo anche un’altra società del settore la BRENTA NUOTO è scorretto anzi è veramente odioso il fatto che si spari a zero su persone che non sono sta-te contattate in merito all’argomento. Prima di scrivere “baggianate “sarebbe meglio pensarci bene anche perchè BRENTA NUOTO è una società seria e operosa.grazie per l’attenzione.Grazzi Daniele, Comano Terme

Brenta Nuoto

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FEBBRAIO 2013 - pag. 31

Page 32: Giornale delle giudicarie febbraio 2013

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Bando per la concessione di contri-buti relativi agli interventi per lo svi-luppo del settore agricolo in Valle del Chiese.

Beneficiari soggetti privati, aziende agricole e associazioni con finalità agricole, aventi residenza o sede nel territorio della Valle del Chiese.

SCADENZAper la presentazione delle domande22 marzo 2013 - ore 12.00

PROMUOVE I SEGUENTI BANDI:

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Bando per la concessione di con-tributi relativi agli interventi per l’installazione di collettori solari termici, impianti fotovoltaici e/o pompe di calore.Il fabbricato oggetto dell’intervento deve essere ubicato all’interno dei territori dei Comuni della Valle del Chiese.

SCADENZAper la presentazione delle domande 19 aprile 2013 ore 12.00

Iniziativa “Più bella la tua casa più bello il tuo paese”. Bando per con-cessione di contributi per l’abbatti-mento degli interessi dei mutui rela-tivi agli interventi di abbellimento urbano – 3^ tranche.

Possono beneficiare i proprietari, gli usufruttuari e gli affittuari di fabbri-cati situati nei centri abitati dei Co-muni della Valle del Chiese.

SCADENZAper la presentazione delle domande 31 maggio 2013 ore 12.00

Bando per la concessione di bor-se di studio a favore di studenti universitari residenti nella Valle del Chiese per l’ Anno Accademico 2011/2012.

Riservato agli studenti della Valle del Chiese.Sono previsti anche premi di merito per lauree magistrali.

SCADENZAper la presentazione delle domande 29 marzo 2013 ore 12.00

CONSORZIO DEI COMUNI DEL B.I.M. DEL CHIESE

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fica:

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tn.it

INFO:www.bimchiese.tn.itTelefono 0465 621048Fax 0465 [email protected]

BORSE DI STUDIO PER UNIVERSITARIABBELLIMENTO URBANO

AGRICOLTURA RISPARMIO ENERGETICO