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PERIODICO MENSILE ITALIA 6,00BELGIUM 9,00• DEUTSCHELAND 11,00• ESPAÑA 14,50• FRANCE 13,00• ÖSTERREICH 8,50• PORTUGAL (CONT) 8,50• CANTON TICINO 24,00 chf • SVIZZERA 14,50 chf Poste Italiane Spa - sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46) - art. 1 - comma 1 - DCB Milano

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Il più prestigioso mensile italiano di windsurf.

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PERIODICO MENSILE ITALIA 6,00€ BELGIUM 9,00€ • DEUTSCHELAND 11,00€ • ESPAÑA 14,50€ • FRANCE 13,00€ • ÖSTERREICH 8,50€ • PORTUGAL (CONT) 8,50€ • CANTON TICINO 24,00 chf • SVIZZERA 14,50 chf Poste Italiane Spa - sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46) - art. 1 - comma 1 - DCB Milano

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ANNO XV - NUMERO 124LUGLIO 2009

DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]

REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]

ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]

GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]

IN REDAZIONEMichele Ivaldi • [email protected] Melloni • [email protected] de Letteriis • [email protected]

FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi:John Benamati, Fabio Calò, Michele Cicerone, Valentina Crugnola, Sylvain

Demercastel, Niels Patrick Geisselbrecht, Robert Hofmann, Massimo

Mannucci, Scott McKercher, Mattia Pedrani, Simone Pierini, Jason Polakow,

Francesco Prati, Matt Pritchard, Emiliano Ridolfini, Tine Slabe, Ross Williams.

immagini: John Carter, Sylvain Demercastel, Remi Duffour, FotoFiore, Alberto

Guglielmi, Jacqueline Herrmann, Thorsten Indra, Sebastien Joffard, Sjaak

van der Linden, Giordano Masala, Liz Metcalfe, Valerio Pedrani,

Photodingo.com, Axel Reese, Kerstin Reiger, Darrell Wong, Simone Vellekoop.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it

AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]

RESPONSABILE DIFFUSIONEPiero Monico • [email protected]

SERVIZI GENERALILuisa Pagano • [email protected]

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIAA&G Marco - Via De Amicis 53 - 20123 Milano.

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTEROJohnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano

SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTEROACME ITALIA - Via Portuense 1555 Isola N/47 - 00148 Romatel +39 0665000808 - fax +39 0665000367www.subacme.com - [email protected]' DI PAGAMENTOC/C postale n°. 89636328 Intestato a: ACME Italia srl - Acme Italia, via Portuense, 1555 IsolaN/47 - 00148 Roma - Bonifico Bancario intestato a ACME Italia srl - Banca SellaAg.14 c/c 052843274590 Abi 03268 Cab 03214 - Iban IT 18 V 03268 03214 052843274590 SWIFTSELBIT2BXXX - Carta di Credito tramite Tel +39 06 65000808 - Fax + 39 06 65000367e-mail: [email protected]

Funboard è una testata della casa editrice

JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche

gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite),

Snowb (snowboard) e le riviste

Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite)

Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle)

6:00AM (skateboard), GirLand (femminile),

e MainSail (vela).

Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva

autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non

espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui,

nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di

riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso

essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati

dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista.

Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.

PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00

ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00

PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio

ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234

STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)

>ECCETERA

Dedichiamo la cover di questo numero ad una dellenovità 2010 più chiacchierate di questo periodo, latavola di serie con 4 pinne di Starboard, il Quad. Il riderin volo è un forte atleta francese, Cyril Moussilmani, diMarsiglia, ottimo racer e waver.

RIDER Cyril Moussilmani | PLACE Hookipa

MOVE Jump One Hand | FOTO DI John Carter

Siamo entrati nel pieno della stagione agonistica, e ovunque mi giri vedo gare portate a termine.

Alberto Menegatti ha appena vinto la tappa unica del circuito italiano slalom (ma come una sola

tappa…?) ed è diventato Campione Italiano 2009, come lo era l’anno scorso, confermando la sua

superiorità in termini di velocità. La bellissima Sardegna è stata sede in questo ventoso mese di

giugno di diversi eventi, come l’European Freestyle Pro Tour, il Campionato Juniores, il Capo del

Capo e i Campionati Mondiali Giovanili di Freestyle. Ci sono state poi le numerose regate AICW,

le gare di velocità e di salti al Lago di Garda; insomma un gran numero di competizioni e tutte

in Italia. Tutto questo non può che farmi pensare che il nostro sport, il windsurf, è vivo più che

mai, al di là del mercato un po’ in calo, da questo fermento un sentimento di fiducia ci deve

allietare. Poi ci sono anche loro, le giovani leve, che confermano ancora una volta che questo

sentimento deve essere forte. In ogni classifica che guardo vedo dei nuovi appassionati,

ragazzini che stanno scalando le classifiche e si incitano a vicenda ad alzare il livello, in

qualunque campo e settore. Dal PWA con Matteo Iacchino e Malte Reuscher, giovanissimi e già

in grado di fare bene nelle gare slalom a Mattia Fabrizi, fresco Campione Italiano Freestyle

Juniores, ancora minorenne ma che in acqua spacca già alla grande. Oppure il quattordicenne

Nicholas Slijk che ha ottenuto uno splendido podio alla Shaka Bump&Jump in mezzo a tante

gente con molta più esperienza di lui. L’età media dei windsurfisti negli ultimi anni si è

notevolmente abbassata, e questo mi riempie di gioia, come mi fa sorridere trovarmi sulla

spiaggia della Coluccia in Sardegna durante la recente tappa dell’EFPT, ammirare i ragazzi in

acqua e non conoscerne nemmeno uno, perché fino all’altro giorno erano ancora dei poppanti,

e trovarmi Andre Paskowski di fianco che mi dice che è rimasto solo lui della “vecchia guardia”,

e ha solo 27 anni! Tutto questo mi dà speranza per il futuro del windsurf.

Fabio I-720

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©fo

tofio

re/C

anon

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Prendete un bel po’ di gioia di vivere, un perenne

sorriso, una contagiosa allegria, tanta profonda e

sincera generosità, un amore irrefrenabile per il

mare e, proprio come il mare, mettetegli due occhi

azzurrissimi. Infine provate a dargli un nome.

Davide Beverino. Per chi lo conosceva bene è facile

tracciare un ricordo di lui che abbia questi tratti.

Ma questo era Davide.

I tratti della semplicità, della disponibilità verso il

prossimo, amici ed avversari di turno,

dell’attaccamento ad Andrea, a mamma Loredana e

a papà Roberto, alla sua famiglia, e ai suoi valori.

Erano i suoi tratti.

Davide infondeva in tutti coloro che lo circondavano

una sana allegria, trasmetteva a chi lo conosceva un

entusiasmo vivo, verso qualsiasi cosa facesse o

avesse intenzione di fare.

Quella risata fragorosa, quelle idee a volte geniali, a

volte strampalate, a volte davvero improponibili,

sono i più bei ricordi che ci ha lasciato.

Noi “elbani” eravamo contenti di averlo accolto nel

nostro gruppo, con un’amicizia forte e sincera

dettata forse anche da quella comune propensione

all’allegria, alla misurata follia, al fare gruppo e al

“chissenefrega com’è andata la regata l’importante

è stare insieme e divertirsi” (tanto lui comunque

avrebbe vinto).

Ci piaceva stare a sentire i suoi consigli, le sue

strategie di gara, le sue idee per migliorarsi e

migliorarci, a volte anche i suoi rimproveri (ricordo

le memorabili litigate per montare sempre e

comunque tutto il materiale stazzato o che avevamo

a disposizione, oppure per cercare la giusta

concentrazione prima di ogni prova).

Per i giovani era un esempio, un campione da

emulare.

E da fortissimo atleta quale era, si trasformava in un

maniaco della preparazione tecnica e atletica, e

prima di ogni gara era davvero difficile distogliere la

sua attenzione da quella che, come sempre, sarebbe

stata per lui una prova da vincere.

Perché Davide il mare lo conosceva davvero,

conosceva il modo migliore per regatare, in ogni

condizione di vento.

Proprio il mare ci ha regalato il suo sorriso e la sua

amicizia, una profonda amicizia che proseguiva fuori

dai campi di regata, nei progetti di lavoro, nelle

vacanze e paradossalmente, quasi come una beffa

del destino, proprio il mare ha voluto riprendersi

tutto.

Ha voluto riprendersi quel disordinatissimo furgone

blu, durante uno di quegli interminabili viaggi per

raggiungere i campi di gara, in estate senza aria

condizionata e in inverno col riscaldamento rotto, le

memorabili mangiate di carne o di pesce e poi le

“battaglie” per chi mostrava il fisico meno

“ciccione”.

Si è ripreso le sudate in palestra, le dormite

chiudendolo da solo in una stanza perché russava –

e poi dava la colpa agli altri -, si è ripreso un famoso

viaggio con Emanuele (Arciprete), bevendo thè

freddo, per poi scoprire che non era proprio thè… E

ancora il testa o croce per chi doveva scegliere la

mora e chi la bionda, prima di tornare con Marta, il

suo primo, unico e vero grande amore di sempre.

E come ci ha detto proprio Marta, ci piace pensare

che forse in cielo avevano bisogno di un angelo

speciale per proteggere noi quaggiù: e Qualcuno ha

pensato a Davide.

E lassù ci piace immaginarlo anche oggi, in una

bellissima giornata di mare a Chiessi, Isola d’Elba,

che insieme alla sua Sardegna amava tanto, mentre,

per la tappa inaugurale del Campionato Toscano di

Formula Windsurfing, si prende gioco di noi poveri

regatanti, lasciandoci in attesa del vento.

E ci piace immaginarlo ancora così, con il suo

impeccabile stile e la sua bellissima andatura…

Con il vento nelle mani…

Ci mancherai tantissimo

Ciao Davide.

©fo

tofio

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SEATEX REPAIR CENTER, TORBOLEDa quest’anno lo storico laboratorio Seatex di Torbole sul Garda, oltre al servizio

di riparazione vele windsurf e kite, tavole, grippaggio boma e nose protection,

offre anche il servizio di riparazione e produzione mute e accessori in neoprene.

Accanto a Seatexsails di Luca Gavioli e Seatexboards di Andrea Pagan, ora c’è

anche Mermaid di Rita Unterhauser, nel settore della produzione mute da oltre

trent’anni. Seatex è anche surf-shop, tutto per il rig e garantisce il servizio

spedizione in tutta Italia. Seatex Repair Center - Via Strada Granda n. 87 – 38069

Torbole sul Garda (Tn).

Seatexsails:

mobile +39.335.5274455;

Fax +39.0464.506050.

Mermaid: mobile +39.338.2084628;

Fax +39.0464.506050

www.seatexsails.com

[email protected].

Seatexboards:

mobile +39.347.7274782;

+39.0464.548178

www.seatexboards.com

[email protected]

NOVITA’ DA TECNO LIMITSDal 2009 i modelli XTR180 e XTR200 diametro 30 sono stati sostituiti dai più

moderni XTRPRO nelle misure 180, 200 e 220 con diametro 28. Per chi fosse

interessato, ricordiamo anche il Race 250-310. Pertanto i prezzi esposti sul

catalogo Surfing non corrispondono al nuovo modello.

I prezzi corretti sono:

XTRPRO180: euro 760.00

XTRPRO200: euro 780.00

XTRPRO220: euro 800.00

XTRPRO250: euro 860.0018

KITE SEGNANANovità assoluta per la stagione 2009 al SurfSegnana: il Kite! Da quest'anno

infatti il centro di Marco Segnana di Torbole sul Lago di Garda, offre ai

propri clienti anche la possibilità di effettuare corsi e noleggi per il Kite, con

l'esclusiva e professionale assistenza di istruttori IKO, e con l'ausilio di una

nuova barca KiteSegnana studia e progettata appositamente per migliorare

il trasporto, lancio e recupero dei kiter.

Diversificate e complete come al solito le offerte del SurfSegnana per il kite:

partendo dal corso prova (in land – a terra) del 1° livello, con 2 ore e mezza

di lezione al costo di 60 Euro; oppure con la lezione normale in acqua, con il

supporto della barca, per il lancio, assistenza e recupero, di 3 ore e mezza

al costo di 95 Euro. C'è anche la possibilità di acquistare i famosi pacchetti

by SurfSegnana come 3 lezioni (escluso il corso prova) da 3 ore mezza

ciascuna suddivise in 3 giorni al costo di 270 Euro. Coloro invece che sono

già dei kiter provetti e non hanno bisogno del corso ma vogliono divertirsi

sfruttando la famosa Ora del Lago di Garda, il vento termico da Sud del

pomeriggio, oppure il fresco Peler del mattino, Il SurfSegnana mette a

disposizione la “kite-barca” per il lift assistito (supporto continuo della

barca), il tutto ad un costo di 35 Euro. E per finire c'è anche la possibilità di

noleggiare presso il SurfSegnana le nuovissime ali Passion della RRD e le

tavole kite RRD. Il costo del lift assistito (2 ore) più il noleggio è di 65 Euro.

Per maggiori informazioni e per prenotarvi il vostro corso kite potete

contattare tutti i giorni dalle 8.30 alle 18.30 la segreteria del SurfSegnana al

0464.50 5963 (3 linee), oppure mandare una e-mail a [email protected], o

anche visitare il sito www.surfsegnana.itNUOVO CENTRO STARBOARDA MONDELLO, PALERMONella meravigliosa baia di Mondello è stato aperto per il secondo anno consecutivo

il centro Starboard/Simmer/Quiksilver di Giangaspare Carta e Riccardo Belli. A

disposizione di tutti i surfisti tanto materiale appena spacchettato, tavole

Starboard, vele Simmer dalla 1,5 alla 8,2 mq. e mute Quiksilver. Tra le particolarità

della scuola c’è la possibilità di provare l’ebbrezza di navigare in due sulla stessa

tavola con il tandem Gemini, tavola meravigliosa per l’apprendimento super rapido

con il vostro istruttore di fiducia, ma anche una tavola velocissima, pensate sono

stati toccati i 27 nodi in due sulla stessa tavola! Altra particolarità della nuova

scuola, nelle giornate di calma saranno a disposizione i nuovissimi Padule Board

Starboard, che con soli 20 cm. d’onda fanno provare l’ebbrezza del surf. Corsi di

tutti i tipi e per tutte le età, personalizzati secondo ogni minima esigenza, e

noleggio con possibilità di abbonamenti anche stagionali. Il golfo di Mondello,

conosciuto in tutto il mondo per il mare meraviglioso, facilmente raggiungibile

anche dal centro città, si trova infatti a soli 5 km. dal centro di Palermo ed è l’ideale

quindi per una splendida vacanza sportivo-culturale. Soffia molto spesso una bella

brezza termica da est dai 10 ai 15 nodi e non è rara qualche bella ponentata oltre

i 20 nodi. La scuola si trova c/o il Cubino Del Mare in viale regina Elena 95.

Tel 091.455530. Per qualsiasi info: Giangaspare, tel: 329.4935571; Riccardo,

tel: 388.1293333; e-mail: [email protected]

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DROPS NEWSGIORGIO GIORGI CON DROPSLa squadra di Italiani che porteranno in alto il vessillo del marchio Drops si allarga nella categoria racing. Mentre Francisco

Porcella continua a mietere risultati eccellenti in wave la squadra racing si avvantaggia dell’esperienza del forte atleta

Giorgio Giorgi. I nuovi Kranz sono arrivati a Giorgio, il quale dopo averli pesati ha constato una leggerezza estrema delle

tavole, una differenza di ben un chilo in meno di qualsiasi tavola della concorrenza. In acqua le prime impressioni hanno

comunicato un’estrema rigidità e reattività delle tavole. In attesa di due nuovi modelli più piccoli da 110 e 100 litri, Giorgio si

sta allenando con i due Kranz da 85 e 75 litri.

SUP IN MONTAGNA PER PATRICECosa ne pensereste di una bella vacanza in montagna in estate? Se questa frase ha inorridito qualsiasi surfista fino ad oggi,

guardate cosa è riuscito a fare il grande Patrice Guènolè, trasformando in una divertentissima avventura l’incubo di molti

di noi. Armato di un fiammante 12 piedi Drops ha attraversato un pezzo di bosco per poi scendere per un torrente di

montagna. L’esperienza è risultata estremamente divertente tanto da far promettere ad altre avventure simili, magari

ancora più lunghe ed estreme. Un modo inedito per surfare in alta quota, un’esperienza che potrebbe piacere anche noi.

DROPS 8’10, IL SEGRETO DEL VOLUMEIl sup più veloce e radicale della gamma Drops, galleggia magicamente sotto il peso di un gigante da oltre 100 kg. Le

sorprendenti performance della tavola sono state testimoniate in una uscita fatta con poca onda da Patrice che ha dichiarato

di essere riuscito a conciliare equilibrio e reattività grazie ad una riuscitissima distribuzione delle forme e dei volumi. Il

piccolo furios ha infatti un volume ragguardevole, ben 138 litri concentrati in soli 270 cm di lunghezza e 73,5 cm di larghezza.

Le dimensioni infatti tradiscono il reale volume della tavola che si rivela solo in condizioni critiche.

Se pensavate che il piccolo di casa Drops fosse troppo estremo per voi resterete sorpresi, provare per credere. Per info:

Drops Board; tel.: +39.075.841542; fax: +39.075.841477; www.drops.net

SURFSEGNANA & VOLVO FOR LIFEL’ormai consolidato accordo tra SurfSegnana e Volvo Italia continua, per il quinto anno consecutivo, all’insegna del comfort e della sicurezza su strada. Lo slogan

“Volvo for life” della famosa casa automobilistica svedese è decisamente azzeccato per una realtà dinamica e ricca di costanti iniziative come SurfSegnana! E per

abbinare l’emozione delle vostre uscite sul lago

ad un test drive Volvo basterà contattare la

Segreteria SurfSegnana e prenotare una prova

scegliendo magari la sportiva C30, l’auto adatta

agli spiriti che vogliono essere liberi di

esprimersi, o la V50, station wagon compatta, o

ancora la rivisitata XC70, station wagon

elegante e possente che grazie alla sua trazione

integrale vi permetterà di raggiungere gli spot

più selvaggi, oppure la nuovissima XC60, il

modello in dotazione al SurfSegnana, la nuova

crossover Volvo con City Safety di serie,

l'innovativo sistema che frena l'auto per

evitare collisioni a basse velocità. Contattate la

segreteria SurfSegnana per ogni informazione

su questa iniziativa o per saperne di più sui

convenientissimi pacchetti tutto compreso

“Blue Week” e “Week End” a partire

rispettivamente da soli 299 Euro e 169 Euro.

Info: SurfSegnana – Foci del Sarca

38069 Torbole sul Garda (TN)

www.surfsegnana.it - [email protected]

Tel. 0464-505963 – www.volvocars.it

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VASCO RENNA ONLINE È in linea il nuovissimo sito del Vasco Renna Professional Surf Center. Con un solo clic

potrai avere tutte le info sui servizi, le novità, i last minute, le offerte, le news, gli eventi,

i video, la web cam e, novità assoluta, il tuo preventivo on line per la tua vacanza

windsurf. Potrai così scegliere tra diverse soluzioni di soggiorno in hotel o

appartamento e avere subito, in linea sul tuo computer, il preventivo della tua vacanza.

Inoltre il Vasco Renna Professional Surf Center ha aperto anche una finestra su

facebook a cui puoi accedere direttamente dal sito. Quindi se vuoi il windsurf dentro

casa non dimenticare di fare un bordo nel sito di Vasco. Per info: Vasco Renna

Professional Surf Center – Parco Pavese, 1 – 38069 Torbole sul Garda (TN) – Tel.

0464/505993 – Fax 0464/ 506254; E-mail: [email protected] - www.vascorenna.com.

BIC, BACK TO THE “BEACH”Per rispondere alla sempre crescente domanda di tavole da scuola durature

ed economiche, e soprattutto a seguito della discontinuità del marchio HiFly,

Bic windsurf sta ora lavorando su una nuova gamma di tavole da scuola per il

2010 chiamata “Beach”. Le tavole della nuova gamma inizieranno ad uscire sul

mercato da fine 2009 con la prospettiva di completare l’intera collezione per

la primavera 2010. La gamma “Beach” sarà un innovativo mix tecnologico Bic

Sport in grado di offrire un prodotto che sia allo stesso tempo duraturo ed

economico. Lo strato esterno della tavola sarà in Polietilene, simile a quello

utilizzato per i Kayak Bic e già testato in termini di solidità. L’interno della

tavola prenderà invece spunto dalla tecnologia solida e leggera della gamma

Bic Surf in ASA. Bic Windsurf ha una storia di oltre 30 anni nell’ambito delle

tavole scuola per principianti e pertanto è fiduciosa che il prodotto finale avrà

uno standard di qualità che il mercato delle scuole di windsurf aspetta da

anni. Bic Sport:Tel. 3395256730 / 3389142827. Info [email protected]

CAMPIONE TO PRA – LONG DISTANCESabato 19 luglio ci sarà la terza edizione della Long Distance Campione-Pra organizzata

dall’associazione Windsurf Garda Lake. La gara consiste nel partire dalla spiaggia di

Campione del Garda ed arrivare fino al famoso spot del Pra, non ci sono boe, ne

percorsi, e vale tutto, rimanendo comunque sulla propria tavola. Vince chi arriva per

primo sulla spiaggia del Pra. Verranno premiate due categorie, una per i rider che

utilizzeranno vele superiori alla 6.0, e una per le vele inferiori alla 6.0. Lo skipper’s

meeting è per sabato 19 luglio in spiaggia a Campione.

Per info: www.windsurfer.it

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Fabio Calò, ITA 720, entra da questo mese ufficialmente nel team Fox. L’azienda americana, leader nel settore

del motocross con accessori ed abbigliamento, ha trovato nella persona di Fabio il giusto rider per

diffondere il marchio anche nell’ambito del windsurf. Infatti da sempre Fabio è uno specialista del freestyle

ma anche un vero amante delle onde e dei salti, e continua ad allenarsi molto nel wave scegliendo di

passare gli inverni a surfare le onde piuttosto che manovrare nel chop.

Dagli ultimi risultati ottenuti (II nella supersession RedBull Ramp in Sardegna, e II alla Shaka Bump&Jump

sul Lago di Garda), Fabio si sta

dimostrando uno dei migliori

saltatori italiani e il Team Fox gli

augura di volare sempre più alto.

Fabio a proposito della sua nuova

sponsorizzazione dice: “Sono

molto contento di poter

collaborare con Fox,

l’abbigliamento è tecnico,

aggressivo e colorato, come

piace a me. La collezione Fox è

completa e varia con t-shirt, felpe,

boardshort, cappellini, infradito e

pure scarpe, c’è l’imbarazzo della

scelta! Sono sicuro che questo

marchio ben presto entrerà

anche nello style dei windsurfisti,

come lo è già saldamente in altri

board sport come lo skate e il

surf. Per tutto questo ringrazio

Edmondo, manager Fox Italia, con

cui spero di instaurare una

duratura collaborazione.”

DOMANI PLANO ANCHE IO…FORSE EDIZIONE 2009, IL REPORT Grande successo per il corso principianti organizzato da iParassiti.com Asd che per il quarto anno

consecutivo hanno organizzato un week end dedicato a chi non è mai salito su una tavola da windsurf o ai

principianti che vogliono migliorare la loro tecnica per avvicinarsi alla loro prima planata. Cinquanta adulti

e ben 12 under 10 si sono quindi ritrovati sul magnifico prato di SurfSegnana alle Foci del Sarca a Torbole.

Un nutrito staff composto da ben 12 ParaIstruttori si è messo a disposizione del gruppone di nuovi associati

che ha accettato la sfida. Lezioni teoriche e prove pratiche in acqua sono stati intercalati da momenti di

svago e divertimento tra aperitivi, party al sabato sera e momenti di aggregazione in un clima festoso in cui

sono stati coinvolti accompagnatori, mogli, fidanzate, mamme e papà dei partecipanti. Neppure il previsto

mal tempo è riuscito a fermare l’iniziativa che fortunatamente è stata bagnata solo da poche gocce d’acqua.

Il direttivo dell’associazione sportiva dilettantistica è rimasto molto soddisfatto dal successo dell’iniziativa

puntualizzando che eventi di questo genere fanno bene al windsurf e alla sua promozione: “È del grande

pubblico e di nuove leve che ha bisogno il nostro nobile sport!” ha dichiarato nel saluto conclusivo il

presidente. Un grande grazie va a SurfSegnana che anche quest’anno ha supportato, e sopportato,

l’iniziativa. Un altro alle aziende supporter de iParassiti.com: 100-One, MacCom, Nuova Garda, Ssito e

Surfplanet senza il cui contributo l’associazione difficilmente potrebbe operare… Senza poi dimenticare la

vasta schiera di Parassiti che si è adoperato nell’organizzazione di un evento per nuovi Fan’s di

Funboard!Per info: wwwiparassiti.com

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FOX SCEGLIE FABIO CALO’

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BIC SURF JUNGLE, SUP

Che sia per scivolare su acqua calme o per surfare onde gigantesche, la nuova

Stand Up Jungle permette di godere al massimo di una sensazione del tutto

nuova per il surf, facile da imparare. Sulla Stand up è possibile surfare grandi

onde, rimanendo alti sull’acqua e questo significa poter vedere subito le onde,

molto più facilmente di quando si è sdraiati sulla tavola. La nuova Jungle è

stata progettata per permette di divertirsi sia con onde sia con la calma

piatta. Lo shape rappresenta un eccellente compromesso tra manovrabilità e

stabilità. Il suo volume considerevole permettere un veloce take-off, anche con

pochissima onda. La sua forma influenzata particolarmente dal surf, con un

kick posteriore piuttosto grande ed un lift accentuato, permette un’eccellente

manovrabilità per le sue dimensioni. Con la sua larghezza limitata, anche il

paddling è semplice, indipendentemente dalla propria corporatura.

Istantaneo divertimento per tutti! Per info: www.bicsport.com

MISTRAL WINDSURFING CAMBIA PROPRIETA’

Come è già stato comunicato lo scorso anno, il gruppo Boards&More, di

proprietà di Airesis SA Svizzera, ha venduto il marchio Mistral di Mistral

International con sede in Olanda. Mistral International è guidata da Mr. Ado

Huisman, manager Mistral-Textile in Europa. Boards&More ha continuato il

suo windsurf business con il marchio Mistral. Dopo la negoziazione degli

ultimi mesi, si è deciso che Mistral International lavorerà con una nuova

licenza per Mistral Windsurfing, a partire dalla collezione 2010. La nuova

licenza è stata acquistata da Anders Bringdal, il famoso e conosciuto

windsurfer.

CERCO IL VENTO… PER FOTOGRAFARLO

Prima mostra personale fotografica e di audiovisivi di Cataldo Albano. Con la

collaborazione del Circolo Surf Torbole esporrà dal 11 al 13 settembre presso i

locali del Circolo durante la manifestazione annuale SURFESTIVAL. Con la

collaborazione del Circolo Ufficiali di Verona esporrà dal 29 settembre all’11

ottobre in Castelvecchio sede del Circolo. Contenuti: saranno esposte 36 stampe e

su tre monitor in Full HD audiovisivi (video e presentazioni fotografiche) attinenti

lo sport della vela. La

mostra avrà la preziosa

collaborazione per il design

e il corredo coreografico

della “Società della Forma”

che all’esterno e all’interno

della Mostra presenterà

“Graffiti” attinenti al tema.

In entrambe le sedi di

esposizione sabato 12

settembre per Torbole e

venerdì 2 ottobre a Verona i

Writers della Società della

Forma cureranno una Live

Performance. Sempre il 2

ottobre nella sede del

Circolo Ufficiali

contribuiranno alla serata

live anche due palestre di

danza Hipop e un gruppo

musicale.

Page 25: Funboard 124

Per il 2010 Maui Sails introduce una

nuova vela speciale, in Technora (sia nei

pannelli che nelle tasche delle stecche),

ulta leggera, espressamente dedicata al

wave nelle condizioni di vento leggero, la

Ghost xt. Il nome dice già tutto, una vela

manovrabile, compatta, maneggevole e

che trasmette un feeling davvero leggero

con una buona potenza per le session

wave light wind. Il co-designer Art

Szpunar commenta questa nuova vela:

“Dopo aver utilizzato il Technora nella

nostra serie XT per le vele da race negli

ultimi due anni constatando l’eccellente

combinazione tra leggerezza e una buona

resistenza, non siamo resistiti alla

tentazione di creare qualche prototipo

per il wave. Ho iniziato ad usare una 5.3

Ghost XT con onde grandi e vento leggero

durante lo scorso inverno, e me ne sono

innamorato!”.

La Ghost XT è la vela perfetta per i giorni

di vento leggero per un waveriding

“smooth”, sarà disponibile nelle misure

5.0, 5.3, 5.7 e 6.1.

Per info: www.mauisails.com; White Reef,

tel: 0547.22756.

Size Mast IMCS Luff Head ext. Downhaul Boom

5,0 400 19 419 - 19 168

5,3 400 19 429 - 29 175

5,7 430 21 443 - 13 183

6,1 430 21 455 - 25 191

6,7 460 25 467 - 7 202

MAUI SAILS GHOSTxt 2010

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ourt

esy

Mau

i Sai

ls

Page 26: Funboard 124

Il team di ricerca e sviluppo di Starboard arriva sempre per primo, cercando di creare

reali nuove emozioni che sono alla base dello sviluppo del windsurf verso nuove

prestazioni. Il team Starboard, capitanato da Scott McKercher, ha iniziato a sviluppare

i Quad circa due anni fa, notando subito l’istantaneo miglioramento del waveriding dei

vari rider che utilizzavano queste tavole innovative. Come ama definire Scott, lo sviluppo

del Twin Fin degli ultimi anni è stato “ una grande variazione del tema”, ma il Quad

fornisce una reale differenza, basta metterlo sotto i piedi per capire immediatamente

di cosa si sta parlando. Il nuovo Quad di Starboard utilizza scasse Surfinz e Mini Tuttle,

questo per garantire lo stesso peso di una tavola single fin normale con la scassa US.

Mentre per la versione convertibile, utilizzabile anche con una sola pinna, la tavola avrà

lo stesso peso dei twinzer. Chiediamo ora direttamente a Scott McKercher qualche

informazione in più su queste nuove tavole.

Da dove è nata l’idea del Quad?

Scott McKercher: “Nell’industria del surf da onda, le tavole a quattro pinne o Quads,

hanno avuto una piccola resurrezione, e con il lavoro di sviluppo fatto sulle tavole da

stand up paddle, abbiamo sperimentato un po’ di combinazioni inusuali che però danno

sensazioni spettacolari. Il commento che mi ha particolarmente intrigato è stato quello

di Kelly Slater, la cui sperimentazione con le quads è stata ampiamente pubblicizzata,

che affermava che erano più maneggevoli anche alle alte velocità e mantenevano la

spinta anche disegnando curve più lunghe. Il commento sulle “curve più lunghe” mi ha

colpito particolarmente, specialmente vedendo i risultati ottenuti dopo vari test con la

configurazione a tre pinne. Il TriFin ha degli aspetti positivi, tra cui un’accelerazione

esplosiva sia in partenza che in curva con onda piccola, ma poi diventavano difficili da

gestire con onde più formate e potenti, tracciando linee più lunghe.

Perché Quad windsurfing?

L’aspetto che io reputo mancante nelle tavole da windsurf è quello di produrre

portanza, spinta ed accelerazione mediante le pinne, come per le tavole da surf da

onda. I single ed i twin sono stati introdotti puramente per gestire la velocità e la curva,

ma non per produrre portanza e proiezione. Questi nuovi Quads che abbiamo realizzato,

invece, consegnano il perfetto mix tra curve pulite e lunghe quando necessario ed

accelerazione fulmina con la poppa che fa scoppiare il lip con curve strette sui rails.

Come avete sviluppato la tavola Quad per il windsur?

Ovviamente, non ci siamo arrivati al primo colpo. Abbiamo provato ogni possibile

combinazione per quanto riguarda la posizione delle pinne, le dimensioni e le forme,

con risultati sempre diversi e più o meno soddisfacenti. Per certi aspetti alcune

erano perfette, mentre scarse per altri e così via. Ho poi provato, quasi per scherzo,

a mettere un altro set di pinne davanti ad esse e, sebbene fossi scettico, sono

rimasto esterrefatto dalla sensazione. Ho quindi giocherellato un po’ con la

dimensione delle pinne posteriori, che regola in maniera critica la troppo poca o

troppa manovrabilità della tavola.

Cosa si prova quando la si usa, anche in andatura?

Si potrebbe pensare che con così tante pinne ci sia troppo attrito in acqua quando

si plana in linea retta, ma effettivamente, è l’esatto contrario! Alle basse velocità, c’è

così tanta superficie di appoggio delle pinne che la partenza in planata della tavola

è notevolmente anticipata. Ciò offre anche impressionanti capacità di risalita

sopravento quasi come se si fosse sulle rotaie, che può sembrare strano dato che

le pinne sono comunque corte.

Com’è la surfata?

In condizioni non perfette, dove magari bisogna anche schivare sezioni collassate

dell’onda, l’accelerazione che si ottiene applicando una piccola pressione sul rail è

davvero fenomenale, e ciò rende il waveriding accessibile anche ai riders meno esperti,

che non devono più preoccuparsi come prima di mantenere e generare velocità

utilizzando tecniche precise. Semplicemente, va dove tu vuoi mandarla, senza la minima

difficoltà. Quello che adoro di queste tavole è la risposta immediata, accelerazione e

spinta che si mantengono vive durante tutta la curva, con una sensazione di essere

molto più vicini alla potenza dell’onda. Ovviamente però si riesce a far partire le pinne

in ogni momento si voglia far uno slash sulla parete dell’onda. Ho cominciato a testare

i quad a Margaret River, uno spot in cui è necessaria un sacco di spinta per arrivare in

cima all’onda con vento sideshore. La tavola poi deve anche riuscire a mantenere

un’ottima velocità anche con vento sideoff, senza però diventare difficile da controllare.

L’ho provata in tutte le condizioni e l’ho sempre adorata. Gnaraloo è anche un ottimo

spot per testare le tavole in quanto le onde sono lunghe e si possono fare molti turns,

capendo bene cosa funzioni e cosa debba essere sistemato, per poi non parlare delle

diverse condizioni a seconda della parte del reef che viene surfata. Geraldton è stato

poi lo spot ideale per testare con condizioni di vento side onshore con onda piccola, ed

ancora una volta le tavole sono state impressionanti. Siamo praticamente riusciti a

trovare una combinazione che si adatta ad ogni livello del waverider, da principiante ad

esperto, e che da il meglio in ogni condizione immaginabile!

• programma di utilizzo: wave • importatore:Link Distribution, 0362.337568

• shaper: Tiesda You • website: www.star-board.com

24

STARBOARD QUAD 2010

QUAD 66misure: 223 cm x 53 cm x 66 ltsail range: da 2.3 a 4.7

QUAD 70misure: 229 cm x 55.5 cm x 70 ltsail range: da 3.0 a 5.0

QUAD 74misure: 228 cm x 57.5 cm x 74 ltsail range: da 3.5 a 5.5

QUAD 80misure: 233 cm x 58 cm x 80 ltsail range: da 4.0 a 6.0

QUAD 87misure: 234 cm x 60.5 cm x 87 ltsail range: da 4.0 a 6.0

Starboard sorprende tutti e scommette sul Quad! La Starboard è nota per le sue idee rivoluzionarie che anticipano i tempi,come l’Evo, la tavola da Formula, l’I-Sonic, il Go, e ora arrivano le 4 pinne! Il Quad Fins sarà disponibile in due costruzioni, Woode Wood Carbon e in 5 differenti volumi: 66, 70, 74, 80 e 87. Sarà anche possibile avere il Quad convertibile, ovvero utilizzabile sia

single fin, per le session “bum&jump”, o con le 4 pinne, per un puro orientamento al waveriding.TESTO DI Scott McKercher • FOTO DI courtesy Starboard

Page 27: Funboard 124

SEVERNE - VELE WAVE 2010BLADE

Potenza, controllo e hardcore performance.S1

Leggerezza e manovrabilità.

• configurazione: 5 stecche

• programma di utilizzo: wave

• misure: 3.0/3.3/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/5.3/5.7/6.2

• designer: Ben Severne

• importatore: Link Distribution, 0362.337568

• website: www.severnesails.com

• configurazione: 5 stecche

• programma di utilizzo: wave-freestyle

• misure: 3.7/4.0/4.3/4.5/4.7/5.0/5.3/5.6/5.9/6.3

• designer: Ben Severne

• importatore: Link Distribution, 0362.337568

• website: www.severnesails.com

• rider: Scott McKercher

• spot: Hookipa, Maui

• tavole: Starboard Quad 74, 2010

• vela: Severne Blade, 2010

• foto: John Carter

Page 28: Funboard 124

La caratteristica principale di questi nuovi freeride è l’utilizzo della nuova tecnologia di

costruzione più leggera che ha permesso di aumentare enormemente il potenziale di

planate e di velocità di punta. Outline più corto e compatto, grazie ai bordi pieni da prua

a poppa. La nuova linea scoop rocker è più dritta, specialmente in corrispondenza della

zona del piede d’albero con lo scopo di migliorare l’entrata in planata e ridurre

l’impatto coi chop. La carena è caratterizzata da una V che aumenta nella zona di poppa,

caratteristica tipica delle classiche tavole freeride, che permette di ottenere una

propensione eccezionale alla carvata e grande facilità di controllo col piede posteriore.

Le strap si trovano in posizione più interna, per permettere un inserimento più

semplice dei piedi e un miglior bilanciamento, che rende molto più confortevole la

posizione in andatura e piacevole l’uscita.

• programma di utilizzo: freeride • importatore: Ricci International, 0564.455786

• shaper: Aurelio Verdi, Roberto Ricci • website: www.robertoriccidesign.com

RRD FIRERIDE W-TECH 2010La linea di tavole RRD freeride 2010 è stata completamente ridisegnata mixando sapientemente velocità e facilità di

controllo, il tutto accompagnato da una impareggiabile sensazione di accelerazione e facilità di carvata. “Plug and play”è la prima cosa che vi verrà in mente quando appoggerete i vostri piedi su una di queste tavole.

TESTO DI Ovidio Ferrari • FOTO DI courtesy RRD

FIRERIDE 125 W-TECH misure: 245 cm x 69 cm x 125 lt x 7,5 kgpinna: MFC 40 RC2 CNC G-10 (PB)sail range: da 5.4 a 7.5

FIRERIDE 135 W-TECH misure: 248 cm x 72 cm x 135 lt x 8 kgpinna: MFC 44 RC2 CNC G-10 (PB)sail range: da 6.0 a 8.5

FIRERIDE 145 W-TECH misure: 249 cm x 75 cm x 145 lt x 8,4 kgpinna: MFC 46 RC2 CNC G-10 (PB)sail range: da 6.5 a 9.0

FIRERIDE 155 W-TECH misure: 251 cm x 78 cm x 155 lt x 8,6 kgpinna: MFC 48 RC2 CNC G-10 (PB)sail range: da 7.0 a 9.3

rider: Kevin Mevissenfoto: courtesy RRD

Page 29: Funboard 124

SKATE TE 90 232cm x 60cm x 90lt Best Sail 4.0-6.6

SKATE TE 100 235cm x 63,5cm x 100lt Best Sail 4.5-7.0

SKATE TE 110 237cm x 66,5cm x 110lt Best Sail 5.0-7.5

NEW WAVE TWIN TE 72 230cm x 53,5cm x 72lt Best Sail 3.7-5.3

NEW WAVE TWIN TE 79 232cm x 55,5cm x 79lt Best Sail 4.0-5.8

NEW WAVE TWIN TE 86 234cm x 57,5cm x 86lt Best Sail 4.2-6.2

NEW WAVE TWIN TE 93 236cm x 59,5cm x 93lt Best Sail 4.5-6.6

NORTH SAILS DUKE, BlackBerry

Misure:

4.2/4.5/4.7/5.0/5.4/5.9/6.4/6.9

NORTH SAILS EGO, BlackBerry

Misure:

3.0/3.4/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/

5.3/5.6/5.9/6.3

NORTH SAILS ICE, BlackBerry

Misure:

3.4/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/5.3/5.7

FANATIC 2010

NORTH SAILS 2010

SKATE TE NEW WAVE TWIN TE

Page 30: Funboard 124

MISSION

Misure:

3.0/3.3/3.7/4.0/4.2/4.5/

4.7/5.0/5.3/5.6/6.1

BLACKTIP

Misure:

4.2/4.5/4.8/5.1/5.4/

5.7/6.0/6.4

Misure K-ONDA:

3.3/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/5.3/5.7/6.1

SIMMER 2010 CHALLENGER 2010MISSION

La classica di casa Simmer dedicata

alle condizioni wave side shore, made in

Hookipa.

BLACKTIPLa nuova vela X-Over di Simmer, ideale

per gli standard della nuova generazione

con un misto fra freestyle e wave.

K-ONDAK-Onda resta l’infaticabile Wave-Side-Extreme di casa Challenger. Un riferimento

consolidato nelle condizioni wave più estreme; stabile, neutra, affidabile, permette

di affrontare le condizioni più impegnative senza alcun timore. Maggiormente

rinforzata nei punti critici, migliorata nella visibilità “through-window” e nel

“feeling” in manovra. Costruita completamente in X-Tra colorato e di varie

grammature in base ai punti di maggior stress, semplificata nel trim, aumentata

di potenza (nelle misure più grandi per non penalizzare i rider più pesanti).

Robustezza ed affidabilità sono quindi i suoi punti di forza.

Page 31: Funboard 124

Fanatic presenta per il 2010 la sua nuova linea di tavole SUP Fly. Due anni di attenta

ricerca e approfondita analisi del background hanno data vita ai 3 nuovi shape di

Fanatic per il SUP. Progettati principalmente pensando alle prestazioni del surf, i Fly

hanno uno shape compatto con una linea rocker dedicata al waveriding, ma con la

distribuzione del volume adatto ad assicurare il divertimento anche su acqua piatta

e laghi. La possibilità di poter utilizzare anche la vela amplia a 360° l’utilizzo di questi

SUP. Due modelli sono dedicati ai rider di qualunque livello, mentre uno è più indicato

ai rider avanzati, e permetteranno di divertirsi quando il vento non è abbastanza

forte. I Fly SUP di Fanatic saranno disponibili in due costruzioni per accontentare

tutti: la robusta High Resistance Skin (HRS), oppure l’elegante versione in legno Wood

Sandwich. Entrambe le costruzioni utilizzano un comodo Softdeck no-slip pad. La

linea si completa con una vasta offerta di pagaie, dalla versione base per i

principianti (Fly Paddle “Standard”), alla versione comfort per gli intermedi (Fly

Paddle “Comfort”), alla linea top di gamma con il modello in carbonio per i rider

esperti (Fly Paddle “Carbon”). Misure: Fly 9’6”, Fly 10’0”, Fly 10’6”

Fly HRS 10’0’’ Fly WOOD 10’0’’ SUP CARBON PADDLE

FANATIC SUP FLY 2010

Rider: Andre PaskowskiFoto: John Carter

Page 32: Funboard 124

Come si usa dire: “Meglio tardi che mai!”. L’Ora ritardataria ed in malattia durante il

periodo primaverile, sta finalmente entrando con una buona intensità e consistenza,

proprio nei mesi in cui dovrebbe già cominciare a calare... Le varie perturbazioni di

bora ed i venti meridionali sull’Europa, hanno fatto impazzire il Lago di Garda,

increspandolo dalle direzioni più disparate ed inusuali. Malcesine con 30 nodi vento

e chopponi di 2 metri?! Che c’è di strano?! I bei Peler di un tempo erano spesso così...

Questo però non era Peler, ma l’esatto opposto! Il medesimo giorno, la medesima

Ora di perturbazione che ha spezzato le piante a Malcesine, ha toccato i 42 nodi in

Porfina, con uno shorebreak di circa 1.5 metri!!! Ovviamente, essendo uno scenario

inusuale, sono riuscito a farmi riprendere alcuni tricks che finiranno puntualmente

nel mio prossimo video: “Burner$ 'n' Choppers”!

Finalmente ho anche avuto un po’ di tempo per allenarmi ed ora chiudo abbastanza

bene sia le choppers, cioè le Airfunnel ad una mano, che Kono switch e normali,

quasi su entrambe le mure. Giusto in tempo per non fare proprio la figura del

pellegrino alla prima tappa di Coppa del Mondo freestyle a Lanzarote, che si svolgerà

a fine giugno.

Nel frattempo, il meteo è impazzito talmente qui al Lago che sono perfino entrate le

onde!!! Scherzi a parte, le onde non sono mancate, ma erano quelle dello Speedy che

passava avanti ed indietro davanti al Pier ed alla Conca, in occasione della Shaka

Bump&Jump. Le condizioni non sono state ideali, ma comunque l’organizzazione e

l’evento sono stati davvero impeccabili e sono anche riuscito a guadagnare una

vittoria, del tutto inaspettata, a parimerito con Fede la Croce.

Grazie ancora a Shaka per l’organizzazione, per ora è tutto dal 464.

464 on My B@cK

Peler furiosi ma soprattutto Ora forte su tutto l’Alto Lago di Garda in questo mese di giugno.Qui al lago in questo inizio d’estate non ci si può proprio lamentare per il vento, anche quando le previsionisono avverse, ecco che dal cilindro spuntano fuori giornate epiche! Come quella di sabato 6 giugno con 40

nodi in Porfina e le onde, con alcuni local e Fabio Calò che facevano salti come se fossero al mare!TESTO DI Mattia Pedrani • FOTO DI Valerio Pedrani

GIUGNO 2009

Mattia in Kono.

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32

MATTIA FABRIZI VINCE L’ITALIAN FREEST YLE JUNIOR CUP La gara è giunta a coronamento ed a chiusura dell’XRay Talent Factory, lo stage

ideato e sviluppato da Raimondo Gasperini, organizzatore nonché Race Director del

campionato, con il supporto del Comune di Olbia, dell’Assessorato all’Ambiente e

dell’Assessorato allo Sport e Politiche Giovanili per la scoperta dei campioni del

futuro e la crescita del windsurf nella zona di Olbia. I vincitori si sono portati a casa

un biglietto aereo per Fortaleza, in Brasile, offerto dal Main Sponsor Air Italy. Altri

numerosi premi sono stati distribuiti a tutti i partecipanti grazie al sostegno delle

aziende di settore Starboard/Severne, Rrd che ha messo in palio una tavola Wave

Joy, JP e Gaastra con una vela Echo, NeilPryde con una vela The Fly, Naish con una

vela Ripper, oltre a Tecnolimts, Amex, Pat Love, Tabou con boma, prolunghe, trapezi

ed accessori. Un ringraziamento speciale anche alla Volkswagen che con la

concessione di un Multivan ha permesso ogni tipo di spostamento dei ragazzi per i

vari spot dell’isola ed alla Red Bull per il supporto energetico fornito ai ragazzi per

sostenere ulteriormente le proprie prestazioni in acqua. La competizione è partita

venerdì con il primo Single Elimination disputato presso la spiaggia di Coluccia,

ospiti del carismatico Stefano “Steddu” Pisciotti nella sede alternativa al campo di

regata originale di Murta Maria, vinto da Mazzocca che ha guidato la classifica

davanti a Fabrizi fino al giorno successivo approfittando di una finale con poco vento.

Il biondo romano ha scelto il lato migliore della baia che sorge a nord della Sardegna

per chiudere nove manovre pulite al cospetto delle difficoltà incontrate dal suo

avversario sul bordo sopra vento. La giornata di sabato invece è stata da brividi. Il

maestrale ha soffiato con grande violenza permettendo altre due Single Elimination

presso il centro surf Marina Maria. La prima gara ha permesso a Fabrizi di tornare

in lotta per il successo finale grazie alla vittoria ottenuta contro il radicalissimo

Fabrizio Emmanuele, autore comunque di un paio di manovre incredibili a due passi

dalla riva tra cui una Shaka potentissima. La costanza e l’esperienza del ragazzo

bresciano ha però fatto la differenza presentandolo alla terza prova in vantaggio,

frutto anche del terzo posto ottenuto da Mazzocca, sconfitto in semifinale dagli

Speed Loop dello stesso Emmanuele. Il confronto tra i due talenti più lucenti della

disciplina più estrema del windsurf si è poi materializzato con la straordinaria Heat

finale della terza prova. Il vento ha continuato a soffiare oltre i 30 nodi permettendo

a Fabrizi e Mazzocca di esprimersi al meglio. Ai Chachoo Switch del primo rispondeva

con il Funnel il secondo. Con il passare dei secondi però Fabrizi costruiva una delle

più belle session della sua breve carriera infilando 12 manovre in soli 5 minuti

lasciando a bocca aperta giuria e pubblico presente. Un urlo ha infatti

accompagnato la perfetta realizzazione del Misty Flip, uno dei trick più radicali della

giornata eseguito proprio di fronte ai giudici, del Ponch e di tutte le varianti dello

Spock. Seppur bravo Vittorio Mazzocca, autore comunque di una batteria di assoluta

qualità, ha dovuto inchinarsi alla superba prestazione del neo campione italiano

juniores. Nella finalina che ha assegnato il gradino più basso del podio Fabrizio

Emmanuele ha confermato di essere uno dei riders con più talento e coraggio in

circolazione relegando dietro di sé Jacopo Testa, sfortunato ad eseguire una

bellissima Clock fuori dal tempo di gara. Una menzione particolare va anche

riservata per l’altro siciliano Fulvio Lombardo autore con una rabbiosissima Toad,

degna del miglior Kiri Thode, della più bella manovra di tutta la competizione. Intensa

anche la gara femminile, organizzata proprio per lanciare e diffondere il freestyle tra

le donne, con la vittoria della 21enne già due volte campionessa italiana Annamaria

Zollet. La “piccola” molisana è riuscita nella Heat conclusiva ad avere la meglio sulla

temibile sarda Francesca Floris mettendo in mostra con assoluta naturalezza trick

della old school, come Duck Jibe e Body Drag, oltre al Vulkan, manovra basilare

punto di partenza per tutte le evoluzioni successive. Terza si è classificata la nordica

Eva Ciochetti che ha esaltato i presenti chiudendo per la prima volta nella sua vita

proprio il Vulkan e riuscendo a mettersi alle spalle l’aggressiva local Adriana Attardi.

Tra le categorie dei più giovani l’affermazione per gli Junior è andata a Matteo

Romeo che ha sconfitto Matteo Todeschi. Terzo stilosissimo Matteo Testa, fratello

minore di Jacopo. Nei Minim invece vittoria netta per il 12ennne Francesco Capuzzo,

giovane campioncino dal futuro già scritto scoperto e cresciuto dalla scuola XRay

Talent Factory di Raimondo Gasperini. Altro prossimo fuoriclasse allevato da “Ray”

nei Kids è stato l’11enne Andrea De Lillo che ha sconfitto il tenace Max Suchetet.

Spettacolo e grandissimo livello in Sardegna per la tappa unica dell’Italian Freestyle Junior e Women Cup (AICW e FIV) che haassegnato la vittoria per la categoria Youth maschile al 18enne Mattia Fabrizi (Starboard/Simmer) davanti al romano Vittorio

Mazzocca (Rrd) ed al siciliano Fabrizio Emmanuele (Jp/Gaastra). Alla molisana Annamaria Zollet (F2/North Sails), che hasconfitto la sarda Francesca Floris (Rrd/Simmer), va invece il gradino più alto del podio femminile.

TESTO DI Simone Pierini • FOTO DI Daniele Stanisci

ITALIAN FREESTYLE JUNIOR EWOMAN CUP, X-RAY TALENT

FACTORY - SARDEGNA

Mattia Fabrizi, Campione Italiano AICW Juniores 2009. Vittorio Mazzocca,II classificato

degli Juniores.

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33

XRAY TALENT FACTORY 2009 - CONTINUA IL SUCCESSODELLA FABBRICA DI TALENTI DI RAIMONDO GASPERINI.PROSSIMA TAPPA... JERICOACOARA!Vedere un campionato nazionale di Freestyle giovanile con quasi 30 partecipanti di

cui almeno 20 nati e prodotti dall’XRay Talent Factory rappresenta in assoluto il

miglior risultato possibile ed immaginabile per il lavoro di anni messo in atto da

Raimondo Gasperini. Vedere principianti mai saliti su una tavola da windsurf

chiudere la settimana iniziando ad attaccarsi al trapezio e chiudendo la virata

elicottero in condizioni di vento leggero, ragazzi provare e riuscire a realizzare

manovre di grande difficoltà come Vulkan, Spock, Grubby, addirittura Flaka e Speed

Loop trasforma l’orgoglio in qualcosa di più, avvicinandolo quasi alla commozione. Il

tutto frutto della passione di Ray e del suo Team composto dal laziale Nicola Spadea

(Starboard/Severne), terzo nelle classifiche italiane e quinto nell’ultima tappa

italiana del campionato europeo, di Gabriele Varrucciu (Naish) che proprio insieme

a Nicola ha condiviso il piazzamento all’europeo, di Annamaria Zollet che prima di

confermarsi al vertice in Italia nella categoria femminile ha messo a disposizione le

sue conoscenze per aumentare ulteriormente il numero e le potenzialità delle

ragazze che praticano questo sport. I quattro giorni di stage si sono svolti presso il

centro surf di Marina Maria gestito da Antoine Garrucciu, spot splendido per la

pratica del freestyle grazie alle condizioni di acqua piatta e per la costante presenza

del vento termico, ad eccezione del day 3 dove il “groppone” composto dai 18 allievi

della scuola si è spostato presso il centro Sailboard di Nicola Campus sulla spiaggia

dello Squalo nella località di Pittulongu. Per l’occasione si sono svolte delle gare

interne, una di long distance ed una di trick freestyle. La premiazione finale è stata

effettuata all’interno del prestigioso Yacht Club di Olbia alla presenza dell’Asssessore

Marco Piro insieme a tutti i componenti dell’Xray Talent Factory ed agli atleti che si

sono sfidati nella Italian Freestyle Junior e Women Cup. Il miglior Rookie è stato

Francesco Capuzzo che si è aggiudicato come Mattia Fabrizi un biglietto aereo per

Fortaleza, da consumare in occasione del XRay WindJeri Windsurf Camp 2009, il

prossimo evento promosso da Raimondo Gasperini previsto da metà novembre inizio

dicembre a Jericoacoara, la “Mecca” del Windsurf. Scoperto da Raimondo Gasperini

il siciliano si è presentato in gran forma e già dopo il primo giorno ha realizzato ciò

per cui era partito alla vigilia: la Flaka, alla tenera età di 12 anni! Un fenomeno quasi

annunciato che con la sua costante presenza in acqua in qualunque condizione di

vento continua a migliorarsi a vista d’occhio. Bravissimi anche tutti gli altri a partire

da Luca Del Pero, arrivato forse tardi all’appuntamento con le competizioni ma dotato

di uno stile da molti riconosciuto come il migliore della truppa, per passare poi per

Stefano Caldarone, che nello zainetto riporterà a casa la conoscenza dello Spock e

dello Speed Loop, fino ad arrivare ai neofiti del windsurf come Felice De Ruggieri e

Gabriele Della Vedova. Il premio di miglior Attitude è andato invece a Riccardo Lapi,

per la dedizione, l’impegno e l’educazione mostrata nel corso di tutta la settimana.

Un esempio da seguire per tutti coloro che avranno l’opportunità di ripetere o

affrontare per la prima volta uno stage di questo livello. Durante la manifestazione i

ragazzi hanno potuto deliziarsi e prendere coscienza dell’atteggiamento da gara con

la visione di una super session di atleti del calibro di Gianmario Pischedda

(Fanatic/Ezzy), campione italiano wave, Andrea Mariotti (Jp/NeilPryde), terzo nel

ranking italiano, Luigi Madeddu (Tabou/North), Nicola Spadea Stefano Como

(Starboard/Gaastra) e Gabriele Varrucciu (Naish), che hanno messo a disposizione

la loro presenza a dimostrazione dell'importanza, il prestigio e la qualità dell’evento.

RAMPA RED BULL: IN VOLO DAVANTI A MARINA MARIA! Protagonista della settimana non poteva non essere la Rampa Red Bull. Una volta

messa in acqua di fronte alla spiaggia di Murta Maria l’effetto che ne è conseguito è

stato rapidissimo. Persone in piedi, urla di stupore e soprattutto atleti in fila per poter

provare l’ebbrezza di un Forward di due metri in acqua piatta. Il successo, come si

attendeva, è stato incredibile. Lo show è partito subito con Raimondo Gasperini che

volava filmando il tutto con una telecamera Go Pro on board riposta nel caschetto per

immortalare immagini ad alto contenuto spettacolare. Con lui anche Nicola Spadea,

che si è esibito nella figura denominata “Superman” togliendo i piedi dalla tavola al

momento dello stacco, Luigi Madeddu, Fabrizio Emmanuele, Mattia Fabrizi, e molti altri.

Evento storico è stato anche il primo salto assoluto di una donna con la campionessa

italiana Annamaria Zollet che non ha mostrato alcun timore lanciandosi a grande

velocità verso la Rampa staccando altissima. Coraggiosi anche i partecipanti all’XRay

Talent Factory 2009 Gianluca Giuliano, che ha esordito provando immediatamente un

Forward, Stefano Caldarone e il giovanissimo Francesco Capuzzo.

Fabrizio Emmanuele, il giovanesiciliano e sempre super radicale!

Annamaria Zollet,la prima donna italiana a

saltare sulla rampa RedBull.

Capuzzo Francesco, Best RokieXRay 2009 e Vincitore categoria

Minin Italian Junior Cup.

Raimondo Gasperini in Forward sulla Rampacon la telecamera Go Pro sul casco.

Page 36: Funboard 124

34

Anne Marie dove sei cresciuta?

Nella provincia di Friesland al nord dell’Olanda.

Come hai scoperto il windsurf?

Ho iniziato insieme a mio padre quando ha voluto imparare. Io e mia madre salivamo

sulla sua attrezzatura ogni qualvolta prendeva una pausa, molto velocemente ce ne

siamo impossessate!

Le onde ti sono piaciute sin dall’inizio?

Non sapevo nulla del wave all’inizio. Ho cominciato con il race, lo slalom e la classe

Mistral. Quando ho compiuto 19 anni mi sono spostata sulla costa tedesca, e lì ho

scoperto le onde locali. Presto ho cominciato a viaggiare verso mete più esotiche (Sud

Africa, Hawaii) per scoprire ed imparare di più riguardo queste impressionanti onde…

Sei eccezionale nel windsurf, surf e Stand up Paddle. Qualcuno in particolare che ti

piace? Quale tra questi sport pensi sia più difficile da imparare?

Il surf per me è stato il più difficile da imparare. Faccio windsurf da quando ho 12

anni, quindi ho molta più esperienza in questo sport… Penso serva molto muovere i

primi passi in giovane età. Comunque con le onde ho preso confidenza più tardi.

Sicuramente per imparare salti e cose un po’ più matte è meglio farlo quando si è

adolescenti e un po’ incoscienti. Lo Stand Up Paddle tra le onde richiede un po’ di

tempo per trovare l’equilibrio e capire come sono le onde. Ma sicuramente su acqua

piatta è facilissimo: immediatamente si ha successo riuscendo a percepire le

splendide sensazioni che si provano stando sull’acqua! Il surf è la disciplina per me

più dura. Imparare a salire perfettamente sulla tavola al momento giusto e nel modo

giusto non è così semplice. Nel windsurf e nel SUP si è già in piedi sulla tavola!!!

Quindi quando inizi a cavalcare un’onda sei già nella buona posizione.

Anne Marie in Perù.

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35

Come mai hai deciso di trasferirti a Maui?

Ho scoperto Maui nel 1998, mi sono subito sentita a casa. Da quella volta ci sono

ritornata due volte l’anno; ed ora ne ho fatto la mia “base”, il posto da cui partire e

verso cui tornare. Amo vivere lì. L’oceano è stupendo, in più la gente che vive lì forma

una piccola comunità. È davvero speciale far parte di tutto ciò.

Com’è far windsurf ad Hookipa?

Hookipa è così divertente! Ci si può mettere un po’ per fare amicizia con le rocce!!!

Haha! Lo adoro. Poi fare qualche Bottom, gli Aerial ed infine ti trovi nel canale per

tornare oltre i set. L’onda non è mai uguale. Mareggiate da est, da ovest, da nord…

Combinazioni di mare… Ti sorprende ogni volta, mostrandoti quanto sorprendente

possa essere. Amo far windsurf ad Hookipa insieme con tartarughe, delfini e balene,

sotto un arcobaleno che brilla alto nel cielo… Alooooha.

Mai avuto problemi sullo spot tra windsurfer, kiter e surfer? Pensi sia possibile

essere tutti insieme pacificamente in mare?

Si certamente. In mare ed a terra; provare a mettersi al posto dell’altro atleta:

immagina l’orribile sensazione di un surfista quando un windsurfista gli passa

sopravento quasi attaccato. Magari mostrare un po’ di rispetto verso l’altro, dandogli

un po’ di spazio, sarebbe meglio. Quando c’è tantissimo vento, non è bello per i

surfisti, quindi magari per loro sarebbe più opportuno attendere che il vento cali, ed

entrare in acqua in serata, piuttosto che passare la giornata a “mollo” dando fastidio

ai sailers! I kiter non hanno proprio il “diritto” di surfare Hookipa: le linee sono troppo

lunghe ed il posto troppo piccolo. Va bene quando sullo spot non c’è troppa gente ed

i kiter sono rispettosi ed esperti. Quando c’è troppa gente normalmente si spostano

su Lanes (giusto poco sottovento). Bisogna cercare di “non possedere” l’oceano! È di

tutti, è libero, ed è bello poterlo condividere nel modo in cui ognuno di noi più lo ama.

Se si comincia a pensare: ”questo sport è meglio di quest’altro”… Questo unico

scambio di emozioni con il mare verrà immediatamente rovinato.

Ho visto tue splendide foto di surfate in spot australiani davvero radicali, com’è fare

windsurf laggiù?

La costa Ovest dell’Australia è semplicemente incredibile! Sperdute coste ed onde

sono ancora tutte da trovare. Devi guidare moltissimo per raggiungere ed

individuare la condizione perfetta, ma una volta raggiunta… È il massimo!

Sino ad ora qual è lo spot più bello che hai mai surfato?

Hookipa e Margaret River.

Cosa rappresentano per te le onde?

Per me significano libertà: le onde vanno e vengono; ci sono e non ci sono… Non puoi

obbligarle ad esserci. È una corrente libera, creata dalla Natura. Le onde ti mostrano

la via. Non puoi sempre sapere cosa farai su un’onda, è l’onda che decide secondo

la tua capacità. Qualche volta chiude … Così puoi salire verticalmente e poi atterrare

davanti a lei. Qualche volta resta aperta, lasciandoti la possibilità di “cavalcarla” a

lungo. Qualche volta, riesci a vedere sotto la linea una sezione che si sta per

chiudere, perfetta per essere raggiunta a tutta velocità e impostare un Aerial. Le

onde mi danno energia; la loro altezza, talvolta spaventosa, la massa d’acqua che si

forma e costruisce una rampa o una parete tutta per te. Le onde sono dinamiche,

non sono mai uguali. Le onde sono parte di me ora.

Senza cosa non potresti vivere?

Senza amore. L’amore felice è sempre dentro ed intorno, sarei grata di non dover

vivere senza amore.

Anne Marie “spadaccia” a Hookipa, il suo home spot.

Page 38: Funboard 124

36

Tra i pro del windsurf, qualcuno in particolare significa molto per te?

Ho instaurato splendidi rapporti con molti windsurfer professionisti del Tour. Sono

molto contenta per questo. È come una famiglia; abbiamo tutti la stessa passione da

cui ne abbiamo fatto il nostro lavoro, una professione inusuale … Con Scott

Mckercher ho trascorso molti anni viaggiando come amici e come compagni. È

tutt’ora uno dei miei più prossimi amici nella vita. Credo che sperimentiamo il

mondo e le onde, questo crea legami difficilmente spiegabili a parole.

C’è qualcosa che rimpiangi sino ad ora, guardando le decisioni prese?

No, nessun rimpianto. Ho imparato da alcune azioni e situazioni. Certo reagirei

diversamente ora, rispetto il passato. Felice di dire che anche fronte di fatti negativi,

sono riuscita a guardare da un punto di vista più ottimista, trasformando tutto in

esperienze da cui apprendere positivamente.

La più grossa difficoltà incontrata sino ad ora?

Perdonare e lasciare ”passare”, così da poter veramente e liberamente abbracciare

la vita.

Qualche consiglio per chi muove i primi passi tra le onde?

Cominciare tra le onde in un giorno di mare piccolo. Non avere il primo approccio

con swell esagerato! Cominciare con mare piccolo per avere comunque un margine

di divertimento è per me l’ideale. Leggere qualche articolo su internet, o sulle riviste,

su come prendere le prime onde. Prepararsi prefiggendosi piccoli obiettivi: così le

piccole soddisfazioni serviranno da motore per i passi successivi! Cercare anche di

pianificare come arrangiarsi in caso di imprevisti, per esempio la rottura di un

albero, piede d’albero etc… Può davvero servire a non cadere nel panico più assoluto

e cavarsela in caso di bisogno. L’altro consiglio è di non arrendersi mai! Ci saranno

giorni buoni e giorni pessimi, condizioni facili e condizioni dure. “Senza cadere non

si può tornare sul cavallo.” E per questo cavallo (la tavola da wave) vale davvero la

pena “combattere”. Le onde daranno emozioni che solo loro sono in grado di

trasmettere.

Qualche sogno che vorresti realizzare?

Al momento sto lavorando ad uno dei miei sogni: sto organizzando un tour Stand Up

Paddle di 11 eventi in Olanda, Friesland (www.supfryslan.nl). Sto faticando per

trovare fondi, atleti, stampa… È il mio sogno poter raggruppare atleti da tutto il

mondo ed avvicinarli a questo sport di cui mi sono innamorata a Maui. Al tour delle

11 città risale una centenaria Maratona, a lei sono quindi legati molti riferimenti

storici, culturali e valori che intendo condividere con il resto del mondo.

Sei stata per anni un’icona del marchio Naish, come mai questo cambiamento verso

Starboard?

La vita è proprio come l’acqua: in movimento. Il movimento porta con se

cambiamento ed opportunità. Non è sempre facile relazionarsi con questo, e talvolta

lasciare qualcosa a cui si è da lungo abituati è ancora più complicato. Così era il caso

della mia situazione con gli sponsor. Per me far parte del Team Starboard è

un’opportunità incredibile. Lavoro con loro per ogni sorta di progetto, sono

felicissima! Naish occuperà sempre un posto speciale nel mio cuore: con loro ho

collaborato per anni e sono davvero grata del supporto che mi hanno sempre dato!

Il ricordo più divertente durante una tappa del PWA?

A Grand Canaria; dopo la lunga settimana di gare abbiamo sempre un pre-incontro

di sole ragazze prima della premiazione. Non posso raccontare altro… Infrangerei

alcuni codici…

Il più bel ragazzo sul circuito?

Perchè posso sceglierne solo uno???! Kauli è un dolce sexy brasiliano. Jason Polakov

ha un corpo spettacolare! Brawzinho è una “hot new entry” anche se sicuramente

troppo giovane per me! Comunque la lista sarebbe interminabile: trovo tratti belli in

ognuno di loro.

Qualcuno o qualcosa ti ha davvero fatta arrabbiare durante il circuito?

Delle scelte sono state fatte discriminando totalmente le ragazze. Era il nostro turno

per disputare le heat, avevo la seconda opportunità per tornare nella “double

elimination”. Qualche “uomo” ha deciso che la sessione maschile fosse più

importante rispetto quella femminile, così noi siamo state tutte mandate a casa. Non

faccio nomi qui, ma sono stata davvero più che arrabbiata.

Qualche wave spot estivo da consigliare?

Se si vuole essere certi del vento e non viaggiare per troppo tempo le Canarie sono

una buona scelta. A Fuerte o Gran Canaria si possono trovare molti wave spot estivi.

Altrimenti direi il Sud del Pacifico: è pieno di isole con un po’ meno vento e tantissimi

posti con onde perfette per il wave riding.

Surf o windsurfing: windsurf

Freestyle o wave: wave

Mure a destra o sinistra: destra

Tavola e vela preferite: piccola tavola wave (55 litri),

con vela 4.0 (Simmer MissionX)

Cibo preferito: vegetariano

Un “must” per il tuo compagno: deve amare l’oceano

Musica preferita: tutta!

Libro preferito: Brida di Paulo Coel

Film preferito: L’uomo ancora di Will Farrel

Idioma preferito: Tedesco/Inglese… ah… non so!

Rider preferito: Jason Polakov

Hobbies: dipingere, yoga, mangiare, ridere, camminare, nuotare,

uscire la sera, ammirare la luna piena ed i tramonti.

Movimento artistico preferito: adoro Gaugain come pittore, per

il modo di usare i colori. E l’Espressionismo per il periodo

storico e culturale che rappresentavano gli artisti.

Anne Marie si prepara a staccare l’Aerial.

Page 39: Funboard 124

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Come quasi tutti saprete, la partenza gioca un ruolo fondamentale in una gara

slalom downwind. Chi parte bene e riesce ad arrivare alla prima strambata nei

primi, ha praticamente vinto. Questo è perchè una regata dura 3-5 minuti e tutto si

gioca in partenza e nella prima strambata proprio come in Formula1. È invece

differente per una regata con percorso ins&out che magari può durare molto di più

come per esempio la One Hour, dove non conta molto la partenza. Ma se parliamo di

coppa del mondo, campionati italiani, e altre regate importanti, i percorsi saranno

sempre downwind e molto corti.

Per partire bene come prima cosa bisogna ascoltare attentamente lo skipper’s

meeting prima della gara per capire come sarà disposta la partenza, i segnali di

partenza, le bandiere ecc.

Una volta che sapete queste cose, uscite in acqua e controllate la posizione e

l’orientamento della linea di partenza rispetto alla prima boa. Se la prima boa di

percorso risulta molto lascata (sotto vento) rispetto alla partenza, conviene partire

in boa, mentre se la prima boa risulta al traverso allora è meglio partire in barca

giuria, senza dover rischiare di bolinare. Come si può vedere in foto la partenza è tra

la barca giuria e una boa posta sottovento. Questa boa è generalmente sempre un

po’ avanzata rispetto alla barca giuria, questo per non svantaggiare chi parte

sottovento per non essere coperti da tutti gli altri. La bravura di un atleta sta nel

passare la linea di partenza a tutta velocità allo scadere del conto alla rovescia. Per

prima cosa un orologio con i numeri grandi aiuta sicuramente, avvicinatevi dunque

alla barca giuria per prendere il tempo giusto del count-down e appena preso

voltatevi e percorrete circa 1 minuto in direzione opposta alla partenza cercando di

bolinare. Una volta girati vi troverete leggermente sopravento alla partenza e

abbastanza distanti. Allo scadere dell’ultimo minuto iniziate a partire, assicurandovi

di non essere troppo vicini alla partenza. La cosa migliore sarebbe di riuscire a

spingere al massimo negli ultimi 30 secondi, in modo da arrivare sulla linea alla

massima velocità (state attenti a non essere troppo in anticipo). Gli ultimi 5 secondi

contateli pure a mente e cercate di immaginarvi il più possibile la linea di partenza.

PARTIRE VICINO ALLA BARCA GIURIA

Vantaggi: vento pulito, nessuno ti può coprire, traiettoria primo bordo sicuramente

al lasco, controllo sugli avversari, possibilità di vedere le bandiere e quindi di partire

con timing perfetto.

Svantaggi:più strada da percorrere se la boa di percorso è posta molto al lasco, più

affollato e quindi più difficile trovare un buon posto, più possibilità di essere beccati

fuori dai giudici.

PARTIRE VICINO ALLA BOA

Vantaggi: primo bordo più corto, arrivo alla prima strambata su una traiettoria

interna rispetto a chi è sopravento, meno casino.

Svantaggi: se non siete veloci sarete coperti dagli altri perdendo tutti i vantaggi, più

rischioso.

PARTIRE A CENTRO LINEA

Vantaggi: poche persone partono in centro linea e quindi per un non esperto

potrebbe essere un buon compromesso.

Svantaggi: pochi punti di riferimento e quindi è difficile partire bene.

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Una partenza dello slalom PWA di Fuerteventura.

Page 41: Funboard 124

Come già preannunciato sui numeri precedenti di Funboard, si è svolta nelle acque delLago di Garda la prima edizione della GPS Slalom Rally. Raduno per tutti gliappassionati di slalom, di velocità, e per chiunque possegga un gps in grado dimisurare la massima velocità raggiunta. Sul Lago di Garda è da qualche anno che sivedono sempre più slalomari sfrecciare sul pelo dell’acqua armati di gps, chelanciandosi al lasco cercano di raggiungere velocità impressionanti. Certo nonsaranno quelle che si possono raggiungere in un canale con 50 nodi, ma comunquesono velocità ben al di sopra della normale “surfata”. Questa prima edizione si èrivelata un successo, 30 atleti, ognuno dei quali con il proprio gps, tra i quali campionidi livello internazionale, come Patrick Diethelm, Alberto Menegatti, Thomas Fauster,Andrea Cucchi e molti altri. Il format della “gara” è molto semplice. Nessuna boa.Nessun giudice. Nessun arrivo. Ognuno poteva uscire in acqua quando voleva eprovare a raggiungere la massima velocità. Con qualsiasi vela e tavola, e naturalmentecon qualsiasi vento. Ma la giornata più ventosa si è rivelata il sabato, con vento dai 17ai 25 nodi e poca onda, condizioni perfette per buttarsi al lasco e spingere al massimo.

I più veloci sono risultati i campioni già nominati, che hanno superato anche i 35 nodidi punta (64km/h). Domenica invece il vento è stato abbastanza leggero e nessuno èriuscito a battere il proprio record del giorno precedente. Il più veloce? ThomasFauster con 35,53 nodi!!! Seguito da Menegatti e Diethelm. Un complimento a tutti ipartecipanti che si sono battuti fino all’ultima raffica! L’appuntamento è per leprossime tappe. Per info e classifiche complete andate sul sito www.torbolewind.come www.gps-lariospeed.it; per ulteriori informazioni sulle prossime tappe state inveceattenti alle prossime uscite di Funboard.

Gabriele (Billy) Santoni in veste di organizzatore dell’evento commenta: “Prima ditutto vorrei ringraziare Ivan per l’idea ed il lavoro fatto, è stato un piacerecollaborare con lui. Siamo stati fortunati con il vento che sabato ha soffiatoparecchio forte... Basta dare un occhio alla velocità raggiunte! Ringrazio anche tuttii partecipanti e vi anticipo che per il prossimo anno abbiamo tante idee in cantiere.Vi faremmo sapere.”

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Andrea Cucchi

Page 42: Funboard 124

40

Parto per la Costa Brava sabato 6 giugno. Grazie alla

crisi i prezzi dei biglietti aerei sono

considerevolmente diminuiti, il rapporto però tra

questo costo e quello dell’extrabagaglio è

considerevolmente aumentato... La regola

matematica che pur cambiando posizione ai fattori il

risultato rimane inalterato sembra proprio essere

vera. Arrivo a Barcellona nel modernissimo t1 nella

tarda serata… Un consiglio: se volete sopravvivere con

le vostre sacche in Spagna evitate come la peste

questo nuovo terminal dell’aeroporto di Barcellona.

Raggiungo l’agenzia di autonoleggio grazie a dei

passanti impietositi che mi aiutano a superare i vari

ostacoli: scale mobili, ascensori troppo piccoli, paletti,

barriere architettoniche, fossati anticarro. Il pensiero

rassicurante di conoscere la lingua per fortuna mi

sostiene psicologicamente... Peccato che qui si parli

catalano che con lo spagnolo ha veramente poco in

comune, sembra sardo, ed una pecora si farebbe

capire meglio di me. Durante il tragitto verso lo spot

dove si svolgerà la regata incontro incredibili

difficoltà con il mio navigatore satellitare: i cartelli

sono scritti in sardo ma i nomi delle località sono tutti

francesi e io non trovo il modo di inserire gli accenti…

In un eccesso di entusiasmo strappo lo strumento dal

suo supporto e lo scaravento dal finestrino in uno

specchio d’acqua materializzatosi quasi per incanto.

Chissa che ora non sia più utile come casetta a

qualche mollusco. Arrivo a notte inoltrata al camping

La Ballena Alegre, sponsor principale della

manifestazione e base logistica situata nel mezzo del

Gulf of Roses, la famosa spiaggia di 12 km sulla quale

sorgono i villaggi Roses, Castelló d'Empúries-

Empuriabrava, Sant Pere Pescador e L’Escala.

DOMENICA 7 GIUGNO

Fin dal mattino sono convinto che la gara inizi domani,

e questo la dice lunga sul mio stato di salute mentale.

Mi stupisco infatti di essere uno dei pochi atleti

presenti. Per fortuna arrivano i Reuscher (miei

compagni di bungalow) che mi dicono che mancano

ancora due giorni alle iscrizioni ufficiali…

LUNEDÌ 8 GIUGNO

Oggi prime prove in acqua, vento da terra rafficato che

si potrebbe definire tra i 3 ed i 33 nodi e dall’angolo

mutevole, diciamo capriccioso. Si armano vele tra la

7,5 e la 8,3. Io e Malte passiamo il pomeriggio con gli

slalom medi e le 8,0. Obiettivo del giorno: la regolazione

delle vele e una gara di catapulte. Vinco io 2 a 1 (nelle

catapulte). I big entrano in acqua con vele più piccole

delle nostre, qualcosa mi dice che la nostra

attrezzatura è esagerata…

MARTEDÌ 9 GIUGNO

Primo giorno di gare. Vento da est sui 12 nodi,

onshore, leggera risacca che non infastidisce più di

tanto. Le opzioni sono poche, vele da 9,0 o più, tavole

di almeno 125 litri con pinne sopra la 48. Svolgere le

batterie è a volte veramente difficile a causa del vento

che cambia costantemente angolo. I gommoni

corrono avanti e indietro sul campo di gara per

regolare le boe. Begalli, nella batteria numero 3,

passa il turno 2 volte… Ma il risultato viene sempre

annullato dal giudice di gara che applica la regola per

la quale almeno la metà più uno dei concorrenti deve

riuscire a terminare la prova planando (in queste

circostanze capita spesso che chi è ultimo e

penultimo faccia finta di affondare per impressionare

i giudici... ). Andrea Rosati (Gigolino per gli amici), e

Malte Reuscher passano agevolmente il turno ai

danni del forte sloveno Tine Slabe. Il papa di Malte,

Massimo Colombi, dimostra di avere classe e fegato

da vendere, stacca tutti in partenza ed arriva primo in

boa. Viene squalificato per partenza anticipata,

(sinceramente io vorrei avere il suo tempismo). Dopo

4 ore in acqua ed innumerevoli partenze ed

annullamenti solo tre batterie vengono considerate

valide. Lo slalom è rinviato al giorno seguente. La sera

siamo tutti “invitati” (multa di 100euro per gli assenti)

all’opening party nel centro del paese Sant Pere

Pescador. Dieci spettatori, tra cui una vecchia local,

un paio di gatti, ed un sacco di prodotti alimentari

catalani che scompaiono in fretta nelle mani delle

cavallette del pwa.

Antoine Albeau e Ross Williams,i dominatori di Costa Brava.

Page 43: Funboard 124

41

MERCOLEDÌ 10 GIUGNO

Vento da sud sui 15 nodi (dichiarati), ma le condizioni

sono incredibili: la 8,0 è piccola, la 9,0 grande. Le

raffiche sono violente ed inaspettate, la prima boa è

di poppa e in bolina allo stesso tempo, dipende da

quanto sole hai preso nel corso della mattinata. Non

si contano le false partenze e gli spostamenti di

campo. Gareggiare è anche una grande prova di

tenuta psicologica. La mia è la batteria numero 7, quel

numero sembra non arrivare mai. Mi presento in

partenza nel pallone più completo: crampi alle

braccia, manie di persecuzione, miraggi… Quando poi

finalmente è il mio turno e sbaglio a prendere il

tempo e parto due secondi dopo… Che in pwa significa

ultimo dieci metri dietro il penultimo: pazzesco.

Recupero un po’, strambo bene, ma con la 9,0 sembro

una capra al pascolo e non riesco ad agguantare il

quarto. Sono fuori di un pelo ma va bene cosi. È il mio

miglior risultato fino ad ora. A Begalli e Iachino

succede praticamente la stessa cosa, Matteo ha pure

la fortuna di farsi abbattere dal turco Yilmazer in boa.

Patrik Diethelm sfodera la propria classe, con la 9,0

ed il 130 F2 parte sottovento ed ultimo ma recupera

incredibilmente sul bordo e si presenta terzo in boa.

Incredibile cosa riesce a fare lo svizzero italiano (con

tavole che non sono nemmeno più in commercio).

Alberto Menegatti vola nella sua batteria e conclude

secondo, accedendo meritatamente ai quarti. Malte e

Gigolino purtroppo non riescono a proseguire nella

semifinale, peccato, si accontentano di un 24 e 28

posto che a me fa una gola… Bravi! Anche Alberto

viene fermato, ed è costretto ad “accontentarsi” di un

18,5 parziale! Siamo alle semifinali: il vento a volte

aumenta sotto raffica, tenere la 9,0 per i più leggeri

diventa un problema, qualcuno opta per le 8,0 ma è

una lotteria perchè si rischia di restare impiantati in

boa. In semifinale colpo di scena, Bjorn arriva quinto

di un soffio e non accede alla finale. Antoine Albeau

con la sua 9,9 è sempre primo. Ormai ci si dimentica

di lui. Secondo Ross Williams. Terzo Steve Allen,

quest’anno senza sponsor e con l’attrezzatura mista

pagata di tasca propria…

GIOVEDÌ 11 GIUGNO

No race.

VENERDÌ 12 GIUGNO

Le previsioni per oggi sono poco promettenti, ma

nelle prime ore del pomeriggio, complice anche il

forte sole che scalda l’entroterra catalano, si alza

una brezza di mare che a me ricorda in tutto e per

tutto l’òra di Torbole. L’intensità del vento è sempre

vicino al limite minimo, e i più pesanti sono

costretti a sfoggiare attrezzature da semi formula.

Albeau e Finian entrano in acqua con le 9,9 ed i

135litri, le pinne sono dalla 50 in su. Arnon Dagan

tenta addirittura qualche bordo con l’Akashi (la

famosa pinna da formula), poi resosi conto che

nello slalom far angolo di bolina non è poi

questione così vitale, opta saggiamente per una più

tranquilla 54... Il nostro Alberto Menegatti mi

guarda e sorridendo mi chiede se non ho una vela

da catamarano. In questi contesti ci si rende conto

come il consiglio direttivo del pwa stia lentamente

sfatando il mito che in coppa del mondo si fanno le

gare soltanto col vento medio-forte. Mentre aspetto

il mio turno navigando sulla linea di partenza ho

modo di vedere le batterie che precedono la mia:

Gigolino è sfortunato, essendo stato estratto

nell’unica da 8 persone si vede costretto a forzare

e parte qualche metro anticipato (secondo me in

compagnia anche di qualcun’altro) e viene

squalificato. Begalli parte veramente forte, arriva

primo in boa e di colpo rallenta, si ferma, scende in

acqua e toglie un sacchetto delle immondizie nero

dalla pinna. Reuscher parte altrettanto bene e

come di consuetudine se ne va al turno successivo.

Finalmente tocca a me. Sono in batteria con

personaggi come Finian, Diethelm e Polterstein.

Questa volta parto quasi perfetto, sono quarto alla

prima boa, ma purtroppo il tedesco Schliemann e il

francese Denel mi superano nei restanti tre bordi…

Mi manca velocità… Per fortuna vengo dallo speed…

Che vergogna! Matteo Iachino si difende bene nella

sua batteria, è quinto e si prende il lusso di battere

un campione come Cedric Bordes. Menegatti parte

a cannone, ma viene squalificato per partenza

anticipata insieme a Tine Slabe e Llop. Questa

batteria mi fa proprio gola, peccato non sia la mia:

partono in quattro e la qualificazione è a prova di

idiota. Talvolta nello slalom si ha bisogno anche di

un po’ di fortuna.

SABATO 13 GIUGNO

No race.

DOMENICA 14 GIUGNO

Le previsioni sono di vento forte dal mattino presto.

Ovviamente solo dopo mezzogiorno una brezzolina

sugli 8 nodi si alza dalla parte opposta a quella

prevista, mettendo inutilmente gli atleti in stato di

agitazione. L’unico che riesce a planare è il

francese Juliene Quentel, che in questi contesti

attinge a risorse oscure quasi mistiche,

(nell’ambiente si vocifera che conosca la formula

della levitazione). Subito dopo, la brezzolina ricala

per poi rimanere titubante fino al termine della

giornata. Sfortunatamente non si riesce a

completare il tabellone dopo un milione e mezzo di

prove annullate. Termina così la seconda tappa del

pwa slalom in Costa Brava. Il vincitore è, come

sempre ormai, Antoine Albeau, secondo Ross

William, terzo Steve Allen. Solo ottavo Bjorn

Dunkerbeck. Tra gli italiani inizia a brillare la

giovane stella dell’isola d’Elba Malte Reuscher. Ita-

7777 si dimostra essere un atleta regolare e

costante. Con i suoi 20 anni e la sua voglia di

sfondare ha tutte le carte in regola per diventare

un nome di riferimento dello slalom italiano nel

mondo. Bravo Malte, continua cosi! (Il bonifico me

lo puoi fare sul conto corrente…). Il pwa slalom ora

si sposta alle isole canarie, con le famose tappe di

Pozo Izquierdo a Gran Canaria e Costa Calma a

Fuerteventura.

Restate sintonizzati.

[email protected]

Il ventenne Malte Reuscher, dopoPatrick Diethelm, è il migliore

degli italiani. Bravo!

Page 44: Funboard 124

42

Il passaggio chiave!

Page 45: Funboard 124

IL PASSAGGIO DUCK TACKProprio come il Twinzer, abbiamo un altro ritorno al passato, che però viene

nuovamente elevato ad un altro livello. Il passaggio basilare di ognuna di queste

manovre è proprio quello della Duck Tack. Una delle manovre old school più

complesse in circolazione, ormai in giro da più di 15 anni, in cui, dopo essersi

messi con piedi al contrario fuori dalle straps, si passa sottovento alla vela, per

poi chiudere la manovra come una normale virata. La parte critica, ovviamente,

è quella del passaggio che si può dividere in due fasi.

Nella prima fase, bisogna girare i piedi e pesarsi sulle punte in modo da far

orzare la tavola. Spingi l’albero verso prua e sopravento con la mano posteriore

e molla quella anteriore, andando a prendere la bugna il più vicino possibile al

terminale, in modo da aver maggior controllo e spinta quando si passa

sottovento. Una volta impugnato il terminale, molla la mano posteriore e

continua a spingere l’albero sopravento e verso prua con la mano anteriore, che

ora è sul terminale.

Una volta che la bugna ti è passata davanti alla faccia, comincia la seconda fase

della manovra, quella in cui la vela viene tirata bruscamente verso poppa ed il

terminale verso il basso, il tutto sempre ad una mano. Così facendo, la vela

fluttuerà magicamente nell’aria e ti tornerà in mano sulle nuove mure e non ti

resterà che orzare per completare la manovra. Ricorda di tirare il terminale

verso poppa e verso il basso, in modo che l’albero possa nuovamente risalire

una volta controvento.

DUCK TACK CON I PIEDI NELLE STRAPUna volta che hai imparato bene il passaggio della Duck Tack normale, puoi

cominciare a fare questo esercizio propedeutico per tutte le manovre new school in

Duck, come Funnel, Kono switch e perfino la Burner. La manovra è sostanzialmente

identica, solo che ti dovrai mettere in switch, ma questa volta coi piedi nelle straps,

rendendo il mix più complesso, perché sei col peso più arretrato. Appena stai

iniziando la manovra, ricordati di spostare il peso sulle punte, in modo da far

pressione sul rail sopravento, facendo orzare la tavola e facilitando il passaggio

dell’albero del vento. Sbilanciati leggermente sopravento e spingi l’albero verso prua

e sopravento con la mano posteriore, portando quella anteriore sul terminale. Molla

la mano posteriore e, una volta che la bugna è passata, tira con forza il terminale

verso poppa e verso il basso, sbilanciandoti verso prua. In questo modo potrai

prendere la vela sulle nuove mure con la mano anteriore più vicina all’albero,

potendo gestire meglio la spinta controvento. Rimani sbilanciato in avanti e sempre

sulle punte, e quando stai per passare nel vento, spingi sul braccio di bugna in modo

che la vela, controvento, mandi la prua magicamente sottovento e ti faccia

concludere la rotazione. Ora cazza la vela e riparti normale coi piedi nelle straps.

Vediamo ora quale esempio di manovra con il passaggio in Duck.

FUNNEL ONE HANDLa prima tappa verso le manovre new school più devastanti, è proprio la Funnel.

Una Funnel eseguita correttamente si riconosce con facilità, in quanto, al

43

Page 46: Funboard 124

44

momento dello stacco, bisogna essere ancora sottovento alla vela e la bugna non

deve essere aperta come per una Puneta bugna avanti. Per risolvere questo

problema, ecco la Funnel one hand, in cui è praticamente impossibile staccare

se non si sfrutta correttamente la potenza della vela quando essa è controvento.

Una volta che sei al traverso-lasco ed hai effettuato il passaggio Duck, ti

ritroverai in switch, sottovento alla vela. Le prime volte puoi anche rimettere

entrambe le mani sul boma e poi togliere quella anteriore allo stacco, oppure

riprendere il boma direttamente con la mano posteriore come faccio io. Il

posizionamento della mano posteriore è vitale per la buona riuscita dello stacco,

che va messa a circa 20 cm dalle cime del trapezio, verso la bugna. Così facendo

si riesce a spingere la bugna controvento ed a sfruttare la spinta della vela per

creare esplosività allo stacco. Nel frattempo, spingi l’albero verso prua e spingi

sulle punte per staccare. Stendi il braccio anteriore verso prua ed usalo come

perno per aiutarti a staccare. Gira poi testa e spalle verso prua, in modo che la

bugna sfili nel vento e che ti tiri nella seconda parte della rotazione, che è

identica a quella di una Flaka o di una Puneta bugna avanti. Resta centrale col

peso ed ora puoi rimettere anche il braccio anteriore sul boma per controllare

meglio la potenza della vela e continua a girare la testa nel senso di rotazione,

chiudendo la manovra come una Backwind Jybe.Il primo passo è fatto!

BURNER ONE HANDLa Burner… Funnel into Ponch… Ossia un Goyter in acqua piatta, iniziato però in switch

e da sottovento alla vela. Come si capisce dalla premessa, qui la situazione comincia

ad essere abbastanza seria ed infatti questo trick è stato inventato circa 3 anni fa

dall’attuale campione del mondo freestyle, Gollito Estredo. È praticamente

un’estremizzazione della Funnel, in cui la rotazione, anziché essere slashata, è

completamente aerea, come per un Ponch. Dopo aver effettuato il passaggio in Duck,

leggermente più al lasco, bisogna spingere con violenza sul braccio posteriore in

modo che la spinta contraria del vento nella vela ti sollevi dall’acqua. Una volta fatto

questo, bisogna togliere il braccio posteriore e stenderlo verso l’alto, buttando

l’albero verso poppa con il braccio anteriore, seguendo la penna della vela con la

testa e le spalle in modo da innescare la rotazione aerea. Scalcia la tavola sottovento

come per un Ponch e, una volta che siete nuovamente sottovento alla vela, rimettete

il braccio posteriore sul boma, in modo che la vela, alla fine della fase aerea, ti aiuti

a tornare verticale in modo da poter atterrare la manovra correttamente. Ora non ti

resta che stare centrale con il peso ed aspettare che la bugna passi nel vento,

riprendendo potenza e completando così una delle manovre decisive in batterie di

coppa del mondo!

KONO SWITCHEccoci arrivati ad una delle ultime perle inventate dallo spavaldo prodigio di

Bonaire, Mr Kiri Thode, anche conosciuto come Smoke. Kiri ha denominato

questa manovra in onore del suo cuginetto Kono, che è mancato in un tragico

incidente. La versione coi piedi normali è nettamente più difficile, ma anche

questo trick, se eseguito bene, è spettacolare ed impressiona sempre pubblico

e giudici. La parte iniziale è in tutto e per tutto identica alla Duck Tack coi piedi

nelle straps, però cerca di iniziarla con maggior velocità in modo che poi la vela

abbia più potenza controvento, e che ti faccia staccare più alto.

La differenza principale dalla Duck Tack con i piedi nelle straps è che la parte di

orzata che ti permette di raddrizzarti, è completamente aerea. Per far ciò, devi

spingere con violenza il terminale verso l’acqua con il braccio posteriore e

spingere l’albero in avanti con quello anteriore. Contemporaneamente, sposta il

peso sulle punte in modo che la tavola orzi bruscamente e gira la testa e le spalle

verso poppa. Questo movimento fa sì che tu venga sbalzato verso l’alto e

sottovento dalla vela, sollevandoti completamente fuori dall’acqua. Una volta in

aria, continua a spingere l’albero verso prua e rannicchia le gambe, tirandoti la

poppa sotto il sedere, per atterrare come un Forward, cercando di restare

abbastanza sbilanciato verso prua, per poter continuare la seconda parte della

manovra, cioè la rotazione dei restanti 180 gradi (o 90 come in questo caso, in

cui ho fatto quasi 270 gradi aerei) per completare la rotazione di 360 gradi.

Riparti bugna avanti in switch oppure gira la vela. Complimenti, ormai le

manovre in Duck non hanno più segreti per te!!!

Page 47: Funboard 124

ANTOINE ALBEAU FRA 192

GENERATION V – SET TO WIN

ANTOINE ALBEAU: “Scegliere JP e stata unadecisione molto importante ed è per questoche ho testato accuratamente la 5° genera-zione delle tavole slalom e devo affermareche sono entusiasta. Planano veramente conanticipo, accelerano super veloci e sono facilida controllare. Con queste tavole JP sonopronto per il 2009 e non vedo l'ora di partirecon la nuova stagione!”

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Page 48: Funboard 124

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Dati anagrafici?

Mi chiamo Federico Infantino, ho 19 anni, e sono

nato a Bordighera (IM) il 11/06/1990.

Dove vivi?

Bordighera (IM), my home spot!

Quando e perché hai iniziato a fare windsurf?

Ho scoperto la scuola di windsurf “NST ” di

Bordighera gestita da Paolo Ghigne e ho deciso di

fare il mio primo corso nell’inverno del 98’…

Dall’ora non ne sono più uscito.

Dove ti alleni principalmente?

Principalmente a Bordighera ma spesso capita di

spostarci in Francia alla “Coudù” o altri spot liguri

vicini, come Imperia ed Andora.

Parteciperai alle gare freestyle e wave italiane? Hai

già fatto qualche gara?

Ho fatto molti anni di regate con la vecchia tavola

“Aloha” ma ho mollato il tutto per dedicarmi

pienamente al wave. Spero di poter partecipare al

più presto a qualche gara nelle onde.

Secondo te, perchè in un posto abbastanza ventoso

come la Liguria e molto vicino agli spot

ventosissimi del Sud della Francia emergono così

pochi nuovi talenti?

Perché la maggior parte dei miei coetanei

preferisce “correre dietro un pallone” o non

sbattersi per niente. Inoltre in questo nostro sport

prima di arrivare ad un buon livello ci vuole tempo

e tanta passione che purtroppo in pochi hanno.

Se prendiamo come punto di riferimento lo spot

della Coudouliere, in giornate ventose ci sono

sempre più local che stranieri; invece in Liguria,

per esempio ad Andora, in un week end ventoso,

sono molto più le persone che arrivano da Torino o

Milano, che i liguri. Ti sei mai chiesto il perché?

Sinceramente mi sono sempre chiesto: “come

fanno ad essere così tanti”… Comunque, non

saprei… Posso avere l’aiuto del pubblico…?

So che il centro windsurf che avete a Bordighera è

molto attivo, ci sono nuove persone che iniziano a

fare windsurf oppure noti che è sempre il solito

gruppo?

Esatto, l’NST è più attivo che mai infatti dagli ultimi

2 anni sta crescendo un nuovo gruppetto di “gagni”

che promette bene tra cui: Fizzo, Pier, Goku, Ludo,

Mara… “bravi ragazzi, continuate così!”. Non

dimentichiamo comunque i “local-veterani” con i

quali, sfottendoci un po’ a vicenda, ci sproniamo a

migliorare. The Best: Iaia, Frank, Adi…!

Torniamo a te, un viaggio che vorresti fare e il tuo

sogno nel cassetto?

Sono stato a Pozo nell’estate 2008… Ci tornerò! Ma

il prossimo viaggio in programma è a gennaio in

Sud Africa (spero con i “The Best”)… Un mio sogno

nel cassetto invece è surfare a Ho’okipa con i miei

idoli!

Obiettivi futuri?

Trasferirmi in un posto dove posso surfare e

“lavoricchiare” tranquillamente… Una possibile

meta per adesso è Pozo, inoltre voglio imparare più

manovre possibili, per chissà… Vincere magari un

giorno qualche gara wave.

Che materiale stai utilizzando, sei sponsorizzato?

Negli ultimi 2 anni ho usato sempre vele Neil Pryde

e tavole Tabou, da quest’anno sono passato a North

Sail, ma non ho mollato Tabou (di cui sono

innamorato). Non sono sponsorizzato ma ne sono

in cerca quindi…. Approfittate!

Largo ai giovani e finalmente siamo venuti a conoscenza di un nuovo talento emergente dallaLiguria. Vi presentiamo un giovane rider di 19 anni di Bordighera, che ha iniziato con la

classe Aloha e ora si sta dedicando principalmente al wave. Gli impegnativi quanto distruttivishore break degli spot dell’estremo ponente ligure sono un’ottima palestra per Federico, e

dalle foto che possiamo vedere sembra proprio che sia a suo agio in queste condizioni!INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò

FEDERICO INFANTINO

Federico sulle onde di casa sua a Bordighera. Che entrata!

Federico se la cava bene su entrambe le mura.

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La torretta dei giudici direttamente sopra l'action!

Page 51: Funboard 124

49

Era da Podersdorf 2007 che non mi

presentavo ad una tappa del Tour

Europeo di Freestyle. Quando

finalmente è stato riorganizzato

l’evento EFPT in Italia, grazie

all’impegno del CIWF, non vedevo l’ora

di andare in Sardegna per

parteciparvi, se poi aggiungiamo che

la rampa Red Bull, costruita dal

nostro Pino Bucci, avrebbe fatto parte

dei giochi in una super session di

salti, si presentava per me

un’occasione molto invitante, sia

come rider che come giornalista.

A causa di vari impegni lavorativi

tardo a prenotare il traghetto, (a volte

avrei bisogno di sdoppiarmi), e

scopro a malincuore che per venerdì

29 maggio tutte le navi sono piene,

niente posti auto e prezzi dei biglietti

passaggio ponte esorbitanti. Decido

quindi di partire per la Sardegna un

Steven Van Broeckhoven, ilvincitore. Questo ragazzo olandeseè davvero forte, sarà un sicuropretendente al titolo EFPT diquest’anno. Le sue Kono a 1 cmdalla spiaggia sono statel’attrazione dell’intero evento.

Page 52: Funboard 124

giorno prima. Giovedì 28 maggio, dopo aver chiuso il

numero di giugno di Funboard, parto dalla redazione

in centro a Milano in direzione di Genova e mi

imbarco per Olbia, pagando 1/10 del costo del

biglietto previsto per il giorno successivo!

THE DAY BEFORESbarcato a Olbia mi dirigo velocemente a San

Pasquale dove ho appuntamento con i miei amici, i

ragazzi di Detour, sponsor dell’evento, capitanati dal

mitico Matteo, e con l’organizzazione, per prendere

possesso dell’alloggio. Svolte le pratiche di routine

ci sistemiamo nello splendido appartamento in cima

al paese di San Pasquale, in linea d’aria esattamente

sopra lo spot (peccato che la strada sia un po’ più

lunga…), con una vista sul mare mozzafiato! Una

volta sceso in spiaggia noto con piacere che quasi

tutti i rider sono arrivati anche loro con un giorno in

anticipo. Mi aggiro per Coluccia ma non vedo facce

conosciute, sono tutti ragazzini nuovi. Dopo un po’

incontro Andre Paskowski che mi dice: “ Rispetto a 3-

4 anni fa, quando ancora la “Italian Gang”

partecipava al Tour, sono rimasto solo io del nostro

gruppo a continuare a fare gare, sono tutti rider

nuovi e giovanissimi! In questi anni l’età media si è

spostata indietro di 5 anni, sono tutti dei ventenni, e

il livello sta salendo vertiginosamente!”.

Tutti i rider armano le proprie attrezzature e alla

spicciolata arrivano anche i local, come il mitico Gigi

Madeddu, i ragazzi di Porto Pollo, e i boys del lago,

Mattia Fabrizi, Filippo Bestetti e tanti altri. Poi, ci

riuniamo per la cena di benvenuto offerta

dall’organizzazione.

DAY 1 - ACTION TIMELa Sardegna accoglie gli atleti dello European

Freestyle Pro Tour con un sole brillante e un leggero

vento orientale a rinfrescare le operazioni di

registrazione. Una volta chiuse le iscrizioni, il

conteggio ci informa che ci sono 29 atleti in

rappresentanza di 9 paesi: Francia, Germania,

Olanda, Belgio, Grecia, Estonia, Israele, Slovenia,

Brasile e ovviamente Italia. Tra le teste di serie

spiccano i nomi di Thomas Traversa, Nicolas

Akgazcyan, Steven Van Broeckhoven e André

Paskowski. Ma anche la pattuglia italiana è di tutto

rispetto, e schiera fra gli altri il due volte

vicecampione italiano Stefano Lorioli, il campione

europeo juniores in carica Filippo Bestetti e il

campione italiano juniores Mattia Fabrizi.

Il primo atto del Toshiba Freestyle Grand Prix è in

memoria di Davide Beverino, il giovane atleta di

Formula Windsurfinge Slalom, vicecampione della

specialità, scomparso in mare nei giorni scorsi.

Davide non era solo un ottimo regatante ma anche

un ragazzo positivo, benvoluto da tutti. La tristezza e

il rammarico per la sua scomparsa sono sentiti in

tutta la comunità windsurfistica.

Atleti e organizzatori del Toshiba Freestyle Grand

Prix hanno voluto dedicargli questa prima giornata

di competizione, salutandolo come fanno i surfisti

hawaiiani, formando un grande cerchio con le tavole

in acqua.

Come da previsioni, verso le undici di mattina il

vento comincia a ruotare verso nord fino a disporsi

da grecale aumentando progressivamente di

intensità. Poco dopo le 13.00 il vento diventa

planabile e in acqua si cominciano a vedere cose

decisamente interessanti. Alle 14.00 finalmente

l’atteso annuncio: il race director Tom Hartmann

comunica che di lì a mezz’ora comincerà il conto alla

50

La cerimonia in ricordo di Davide, il forte atleta tragicamentescomparso a Cagliari qualche giorno prima della gara.

Davy Scheffers,II classificato, anche lui

olandese, 17 anni, unnuovo talento del

freestyle europeo.

Page 53: Funboard 124

rovescia per la prima batteria.

Alle tre meno un quarto scocca un’ora storica per

Coluccia: inizia la prima batteria del primo contest

EFPT di questo magnifico spot. Subito in acqua gli

italiani: Stefano Lorioli contro il brasilianino Edvan

Sousa de Pedro e Gabriele Varrucciu contro

l’israeliano Yarden Meir. Nella migliore tradizione,

come inizia la competizione il vento comincia a

tossicchiare. Gabriele Varrucciu se la sbriga

benissimo con una heat perfetta e tecnica

eseguendo anche un Ponch da manuale in queste

“condizioni marginali”, conquistando il passaggio al

secondo turno, mentre Stefano Lorioli viene

eliminato nonostante un’ottima prestazione, che

lascia l’amaro in bocca per una decisione molto

sofferta. Nella batteria numero due Texeira ha la

meglio su Sude e sfiderà al turno successivo André

Paskowski, beneficiario di uno dei tre bye.

A questo punto il vento da tossicchiante diventa

asmatico, e dopo un paio di ripetizioni delle batterie

numero 3 il contest viene sospeso. Ma la giornata è

splendida, il sole caldo, e alle 18.00 ci godiamo tutti

una abbondante merenda a base di prodotti tipici

sardi e vino rosso offerto dall’organizzazione.

L’ultimo atto si svolge al Free Jazz Cafè prima e al

Maracanà disco bar poi, dove atleti e

accompagnatori godono dell'ospitalità di Armando

Soro e Ugo Mela, una serata perfetta che chiude nel

migliore dei modi la prima giornata del Toshiba

Freestyle Grand Prix.

DAY 2 - ASPETTANDO IL VENTOCome da previsioni meteorologiche, la seconda

giornata del Toshiba Freestyle Grand Prix è

all’insegna dell’attesa. Il caldo sole primaverile e una

leggera brezza da nord accolgono gli atleti, reduci

dalla serata brava al Marcanà della sera

precedente. Gli sguardi stanchi sono la prova

inequivocabile che il party è stato divertente e

protratto a lungo nella notte: i più resistenti hanno

visto l’alba sorgere mentre guidavano verso casa.

Thomas Traversa, ha dormito nel suo furgone, con il

portellone aperto davanti all’alloggio, sembrava

svenuto, ha ripreso a muoversi verso le due del

pomeriggio!

La giornata è dunque l’occasione buona per

riprendere le forze, studiare da vicino come è fatta

la Red Bull Windsurf Ramp, e godere della

confortevole ospitalità di Stefano Pisciottu e delle

"veline" del Club Porto Liscia.

Il clou della giornata diventa il festival rock della

sera a San Paquale. In previsione della pioggia lo

stage è allestito sotto un tendone rustico, in una

scenografia estemporanea ma quanto mai

suggestiva. In apertura si esibiscono le The Cocos, il

trio punk rock tutto al femminile di Milano che

subito scalda l’atmosfera. Il palco passa poi in mano

ai Radiodays, ma dopo solo due pezzi l’acqua

comincia a scrosciare in modalità "niagara" e un

fulmine fa saltare l’erogazione di corrente elettrica,

ponendo fine all’esibizione. La serata in ogni caso è

stata bellissima, grazie alla cena a base di pasta e

cannonau offerta dalla comunità di San Pasquale.

DAY 3 - SESSIONE AL TRAMONTOIl terzo giorno del Toshiba Freestyle Grand Prix è

un’altalena di emozioni. La giornata inizia nel

peggiore dei modi: zero vento e scrosci di pioggia

torrenziale. Anche i ragazzi della scuola media

Ruzittu di Arzachena, venuti per conoscere di

persona i campioni europei del freestyle, si sono

dovuti rifugiare presso la struttura del Club Porto

Liscia in attesa che smettesse di piovere. Verso l’ora

di pranzo la pioggia cessa ma il vento continua a

latitare. Mentre in mezza Sardegna soffia il

maestrale a Coluccia il vento gira un po’ in tutte le

direzioni tranne che in quella giusta. Verso le 18.00 il

race director Tom Hartmann ferma tutto,

rimandando all’indomani. Molti rider si dirigono a

Porto Pollo per un aperitivo allo Sporting Club

Sardinia.

Ma alle 20.00 c’è il colpo di scena: improvvisamente

arriva l’atteso maestrale. Gli atleti, ormai sulla via di

casa o del ristorante, tornano velocemente in

Andre Paskowski (a sinistra), III classificato, uno dei pochi rimasti della “vecchia guardia”,Nicolas Agkazcyan (a destra), IV classificato, atleta polivalente in grado di fare sempre bene.

51

Lo show di Capoeira di Chico Bento.

Page 54: Funboard 124

spiaggia; non sono tutti, ma comunque molti. Il

primo ad entrare in acqua è Mattia Fabrizi, che nella

fretta non si mette nemmeno lo shorty. Roba da

avere freddo solo a guardarlo.

Uno alla volta entrano in acqua gli italiani Spadea,

Bestetti, Calò, insieme a molti dei migliori stranieri:

Traversa, Akgazcyan, Ruenes, Scheffers sono quelli

che impressionano di più, ma la palma del migliore

va senza dubbio a Steven Van Broeckhoven, che

spara Burner, Kulo e Kono praticamente sul

bagnasciuga, fino a quando ne atterra uno

direttamente in spiaggia.

La sessione si protrae ben oltre il tramonto, e

quando gli atleti escono dall’acqua è ormai buio. Ma

il livello è stato stellare, esattamente lo spettacolo

che tutti aspettavano di vedere, con la speranza che

fosse solo l’antipasto dell'ultimo giorno di gara del

Toshiba Freestyle Grand Prix.

DAY 4 – FINALMENTE GARAAnche se si è fatto attendere quattro giorni, il vento

della Sardegna non ha tradito le aspettative,

soffiando con intensità crescente nell’ultimo

pomeriggio di competizioni, tanto da consentire il

completamento del primo tabellone del single

elimination.

In attesa che il vento raggiunga la massima intensità

viene messa in acqua la Red Bull Windsurfing Ramp,

per una super session di salti che vede prevalere

Nicolas Agkazcyan con un Forward Table Top, davanti

agli italiani Fabio Calò e Stefano Lorioli, maestri

indiscussi del Forward Loop.

Con le prime due batterie archiviate nella prima

giornata di gare, appena il vento sale abbastanza si

riprende dalla terza batteria. Dopo un inizio un po’

asmatico con poche raffiche planabili, il ponente si

mette a soffiare deciso e il primo round vola via

veloce, qualificando ben sei italiani: Spadea, Bestetti,

Fabrizi, Varrucciu, Mazzocca Gamba e Madeddu. Il

52

I due italiani V classificati, autori di un’ottima performance,a sinistra Nicola Spadea, a destra Gabriele Varrucciu.

Da sinistra: Mattia Fabrizi, Filippo Bestetti e Stefano Lorioli; hanno fatto del loro meglio sfidando i più forti atleti europei.

Page 55: Funboard 124

secondo turno si apre con un’ottima prestazione di

Gabriele Varrucciu che elimina Sousa Da Pedro.

L’unico altro italiano a guadagnare gli ottavi di finale

è Nicola Spadea, che ha la meglio sul greco Nico

Athanasiu. Molto bene Mattia Fabrizi, che con una

batteria ai suoi massimi livelli mette in seria

difficoltà il suo coetaneo olandese, Davy Scheffers. Il

giovane Mattia è autore di una heat da finale del

Campionato Italiano, il giovane rider del Lago d’Iseo

sta diventando sempre più forte, in grado di fare 10-

12 manovre a heat con i classici switch ma anche di

aumentare lo score con manovroni aerei. Da poco ha

imparato il Misty Flip e in questa heat, con poco

vento e rafficato ne ha eseguito uno alla perfezione

in planata con la 5.6, facendo esultare la spiaggia!

Ciò nonostante il turno lo passa il suo rivale per un

maggior numero di manovre aeree come Kono,

Shaka e Burner, ma Mattia ha fatto una heat davvero

ottima.

Chi impressiona maggiormente è Steven Van

Broeckhoven, che già nei giorni di allenamento che

hanno proceduto la gara aveva dimostrato di essere

in forma strepitosa, riuscendo ad eseguire manovre

come Kulo e Burner a pochi centimetri dalla

spiaggia, perfettamente in planata, nonostante le

condizioni da “Willy Skipper”.

Il primo quarto di finale è tra il due volte campione

europeo André Paskowski e Gabriele Varrucciu: il

tedesco parte fortissimo mettendo sotto pressione

Gabriele, che subisce sbagliando più del solito in una

batteria in cui già il pronostico era contro di lui.

Negli altri quarti Van Broeckhoven letteralmente

divora il povero Da Silva, Davy Scheffers riscrive le

gerarchie mondiali eliminando Traversa e Agkazcyan

non lascia scampo a Nicola Spadea.

Le semifinali si rivelano le batterie più combattute

dell’intero contest, ma dopo una sofferta decisione i

giudici decidono che la finale per il primo e secondo

posto sarà una questione tutta olandese. Quando i

due tulipani entrano in acqua il vento sta dando il

proprio meglio, mostrando lo spot di Coluccia nel

suo migliore aspetto. Van Broeckhoven entra in

acqua dando una dimostrazione di superiorità

manifesta: per lui è la prima vittoria nel circuito EFPT

che lo proietta al primo posto della classifica

generale.

53

Nicolas Agkazcyan, I classificato nella RedBull Jump Super Sessiongrazie ad un perfetto Table Top Forward.

Fabio Calò, II classificato sulla rampaRed Bull con un Forward One Foot.

Page 56: Funboard 124

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CLASSIFICA FINALETOSHIBA FREEST YLE GRAND PRIX

1. Steven Van Broeckhoven – Ned (F2, Maui Sails)

2. Davy Scheffers – Ned (Tabou, Gaastra)

3. André Paskowski – Ger (Fanatic, North Sails)

4. Nicolas Agkazcyan – Fra (Starboard, Gun Sails)

5. Gabriele Varrucciu – Ita (Naish)

5. Nicola Spadea – Ita (Starboard, Severne)

5. Thomas Traversa – Fra (Tabou, Gaastra)

5. Danilo Menez Da Silva – Bra (Fanatic, North Sails)

seguono altri 21 concorrenti

CLASSIFICA SUPER SESSIONRED BULL WINDSURFING RAMP

1. Nicolas Agkazcyan – Fra (Starboard, Gun Sails)

2. Fabio Calò – Ita (Starboard, Severne)

3. Stefano Lorioli – Ita (RRD)

Ecco un paio di consigli su dove soggiornare per la vostra ventosa vacanza a Porto Pollo.

HOTEL LE DUNEIl Paradiso dei Surfisti e non solo...! È situato a pochi metri dalla famosa Spiaggia di

Porto Pollo - Isola dei Gabbiani; dispone di 27 camere dotate di ogni comfort. Il suo

ottimo ristorante-pizzeria con forno a legna e con una magica terrazza sul mare vi

faranno ammirare la bellezza mozzafiato dell’Arcipelago della Maddalena. In oltre

parcheggio gratuito, Diving Center e Wi Fi Hotspot.

Per info: [email protected], web: www.hotelledune.it,

tel: 0789.704013, fax: 0789.704113.

WINDSURF VILLAGEIl Residence Baia dei Delfini prende il nome dall’omonima baia adiacente, che a sua

volta è così chiamata per la frequente presenza dei simpatici mammiferi acquatici

che amano solcare le aree marine più pure. Il Residence è costruito in stile pueblo

messicano e dispone di appartamenti da 2 a 6 persone dotati di cucina e ampia

terrazza. Alcuni degli appartamenti al piano terra dispongono anche di un proprio

giardino. All’interno del Windsurf Village si trova il nuovo Pro Center di Michiel

Bouwmeester con attrezzatura JP/Neil Pryde e RRD. Essendo la scuola situata

all’interno di una piccola baia, continuamente controllata, gli sport sul mare

risultano particolarmente sicuri, quindi affrontabili con tranquillità anche dai meno

esperti. La particolare posizione del centro, in una zona così protetta determina un

mare praticamente sempre piatto.

Per info: [email protected], web: windsurfvillage.it,

tel: 0789.704074/85, fax: 0789.704066.

I primi 4 classificati del Toshiba Freestyle Grand Prix.

Vista aerea dell’Hotel Le Dune.

La terrazza dell’Hotel Le Dune.

Esempio di appartamento del Windsurf Village.La splendida vista da uno degli appartamenti del Windsurf Village.

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Quando hai iniziato a fare windsurf e quando sei

diventato un professionista?

Ho iniziato a fare windsurf quando avevo solo 5 anni.

I miei genitori e il fratello di mio papà avevano un

centro di sport acquatici sull’isola di Wight, dove

sono cresciuto. Ogni estate volevo passare tutti i

giorni in acqua, sia in surf che in windsurf che con

la vela. Sono stato abbastanza fortunato a vivere in

un posto così bello. Ho sempre voluto diventare un

windsurfista professionista. Ma è stato un duro

lavoro trovare gli sponsor e abbastanza soldi per

inseguire il mio sogno. Mi pare che sia stato nel

2002, quando avevo 22 anni, che non ho più dovuto

chiedere un aiuto ai miei genitori per tirare avanti.

Ho fatto quasi sempre buoni risultati, ma nessuno

sapeva veramente chi ero all’inizio. È stato un lungo

percorso e non è sempre stato facile come si può

pensare, ma adesso sono ancora qui!

Raccontaci qualcosa sulla tua vita: famiglia, hobbie,

lavoro, viaggi?

Non sono mai stato bravo a scuola, ero sempre in

difficoltà. L’unica cosa in cui volevo impegnarmi

erano gli sport. Sono stato in molte squadre

scolastiche e locali. Mentre il resto del tempo lo

passavo in marina o andavo a donne. Io e la mia

famiglia, ci siamo sempre divertiti con gli sport

d’acqua, tranne mia mamma, che non sa nuotare. La

sua passione era l’equitazione. Piaceva molto pure a

me, ho avuto anche un cavallo e ho partecipato a

qualche gara con lei. Quando avevo 17 anni ho

iniziato a lavorare durante le vacanze estive, ho

lavorato molto nelle campagne dell’isola,

raccogliendo mais, pomodori e aglio. Con i soldi che

ho guadagnato mi sono preso una macchina, così

potevo andare a surfare dove volevo. Mi è sempre

piaciuto molto anche viaggiare. Ogni inverno andavo

via per allenarmi, prima alle Canarie, poi in Sud

Africa e poi a Maui, e devo dire che mi ha molto

aiutato a diventare il surfista che sono adesso.

Dove ti trovi ora e qual è la tua prossima gara?

Adesso sono a Gran Canaria, non c’è vento al

momento ma sono voluto venire qui molto presto

per allenarmi duramente in vista della tappa PWA

slalom e wave di Pozo. Sono qui con Peter Volwater

e Robby Swift, sono dei bravi ragazzi sia per

allenarsi insieme, sia fuori dall’acqua. Il loro livello è

alto e questo mi aiuta molto a migliorare.

Come fai ad essere nei primi 10 al mondo in wave,

slalom e formula? Sei l’unico.

Immagino che sia perchè ho vissuto sull’isola di Wight.

Essendo una piccola isola era facile trovare tutte le

condizioni per allenarsi bene. Se c’era molto vento

potevo andare in posti vicini e trovare onde sia mure a

dritta che a sinistra. Sicuramente poi è perchè ho

iniziato a far gare sin da piccolo. Ho incominciato a

regatare sui longboard, prima con il Tiga Aloha, poi col

Mistral One Design, per poi spostarmi sulle tavole

corte. Mi piace davvero molto surfare, e mi sento

fortunato a poter fare questo come lavoro, ciò mi

spinge sempre a dare il meglio di me stesso. Voglio

essere un surfista completo, qualcuno che riesce ad

andare in acqua in qualsiasi condizione e con qualsiasi

attrezzatura e dare il massimo.

Ross Williams in azione a Maui durante ilphotoshoting Tabou/Gaastra 2010.

Page 61: Funboard 124

59

Quanto e come ti alleni in FW, slalom e wave?

Mi alleno sempre, tutti i giorni. Dipende da dove

sono nel mondo, ma sono sempre in acqua a

surfare se c’è vento. Penso che più conosci il tuo

materiale e meno ci devi pensare. Devi solo andare

in acqua e spingere te stesso. Quindi il mio

consiglio è, esci con un amico e spingiti al limite

delle tue possibilità. Impara a trimmare la tua

attrezzatura, e allenati sulle cose che sai fare

meno, che siano strambate, salti o tutto il resto.

Goditi le tue surfate e divertititi.

Ti alleni anche fuori dall’acqua? Come?

Beh se non c’è vento vado in palestra, o a correre o

a fare un altro sport come tennis o golf.

Cosa bisogna avere per vincere? La mente gioca un

ruolo importante?

Di sicuro ti serve una mente forte, devi essere

sempre positivo, e non perdere la testa anche se le

cose non vanno come previsto. Devi anche

conoscere molto bene la tua attrezzatura, e come ho

già detto, più tempo passi in acqua, più chance avrai

per vincere.

Qual è la disciplina più importante per te? Wave,

slalom o FW?

Qualsiasi cosa paghi le bollette. Mi piace regatare

in tutte le specialità di questo sport, e sono

fortunato ad essere bravo in tutte queste

discipline, quindi non ho una vera preferenza.

Quando faccio freesailing ovviamente è differente.

Ma posso dire che il wave è quasi sicuramente la

cosa più bella, più grandi sono le onde e meglio è,

mi piace spingere me stesso e la mia attrezzatura

al massimo in condizioni difficili.

Dopo un primo posto a Podersdorf e un secondo in

Costa Brava, a cosa punti quest anno in slalom?

Beh non so proprio come finirò quest anno. Ho già

fatto i miei due risultati migliori in assoluto in

slalom, e sono troppo contento. Sarebbe bello finire

nei primi 3, darò il 100% in ogni evento per far si che

succeda. Sono pronto e in attesa di vedere che cosa

accadrà.

Quest anno sei arrivato sesto a Capo Verde nella

prima tappa del PWA wave. Ti sei preparato tanto per

raggiungere questo obbiettivo?

Non avevo fatto molto wave con le condizioni trovate a

Capo Verde, ma avevo comunque passato molto tempo

a surfare onde durante l’inverno, e questo forse mi ha

aiutato a capire quali onde andavano bene e quali no.

Inoltre sapevo che dovevo dare il massimo in ogni

heat, se solo mi fossi tirato un po’ indietro o mi fossi

rilassato di sicuro sarei stato buttato fuori molto

presto. Così sono uscito e ho dato tutto me stesso e

sono riuscito a battere alcuni dei migliori surfisti wave

al mondo. È stato un giorno incredibile per me ed è

Ross Williams è uno degli atleti del PWA piùcompleti, competitivo sia in wave che in slalom.

Page 62: Funboard 124

stato bello vedere un sacco di ragazzi che sono venuti

a dirmi quanto bene ho surfato. Mi sono sentito

proprio bene, fiero di me stesso.

Qual è il tuo segreto per vincere una gara slalom?

E di wave?

In slalom penso che sia avere l’attrezzatura

trimmata alla perfezione e naturalmente partire

bene. In wave è pratica, pratica, e ancora pratica.

In inverno cosa fai?

In inverno vado a Maui a testare i nuovi materiali, e

mi piace surfare in quelle giornate dove ci sono

condizioni estreme. Vado anche in Sud Africa, Chile,

ovunque ci sia vento. Mi piace stare anche con la mia

famiglia, la mia ragazza e andare molto in palestra.

Ma quando il vento soffia voglio sempre andare in

acqua. È più forte di me. Non posso fermarmi.

Esci mai in winsurf solo per divertimento?

Andare in acqua è sempre un divertimento. Non devi

pensarlo come un lavoro. A volte è veramente

stancante, quando lo senti troppo devi prenderti una

pausa e riposarti, ricaricarti, poi starai nuovamente

bene.

Come ti vedi fra 10 anni?

Fra 10 anni mi piacerebbe fare ancora quello che sto

facendo ora. Magari avere una famiglia, godermi

ancora la vita e surfare ogni giorno.

IDNome: ROSS DANIEL WILLIAMSAnni: 29Nazionalità: INGLESEPeso: 88 KgAltezza: 187 CmResidenza: OVUNQUE CI SIA VENTOMiglior spot: CAPO VERDE O JAVADisciplina: FORMULA, SLALOM, WAVEMiglior manovra: TACKERMassima velocità: BOH?Sponsor: GAASTRA, TABOU, O’NEILL

BEST AND WORST:Slalom o Wave: WAVEGara o freesailing: GARASud Africa o Maui: MAUIPiatto o onde grosse: ONDE GROSSEVento leggero o forte: ENTRAMBIParty o letto: ENTRAMBI, DIPENDE CON CHI SONOBionde o more: MORECulo o tette: CULO

60

Ross durante la gara di Capo Verde di quest’anno,ha ottenuto un prestigioso 6° posto!

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62

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63

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64

Non è facile capire cosa spinga certi atleti a flirtare

con il pericolo degli sport estremi, mentre gli altri se

ne stanno tranquilli a godersi lo spettacolo… Perchè

mai una persona dovrebbe farsi trainare col

windsurf da un jetski, andando incontro alla

distruzione sicura, per surfare Teahupoo mettendo a

rischio la propria incolumità… Perchè spingere i

propri limiti su una moto da cross saltando via gap

enormi da una rampa all’altra? Un solo errore e le

ossa si spezzano come fiammiferi... Perchè partire

più interni di tutti gli altri a Jaws, rischiando di

annegare in caso di caduta? Sin dalla tenera età,

Jason Polakow, è stato uno dei quei pazzi furiosi

sempre alla ricerca della scarica di adrenalina,

anche se è riuscito a sviluppare la capacità di

gestire alla grande le situazioni di pericolo. La

necessità di ricercare il rischio attraverso le sue

passioni lo ha portato a surfare le onde più grosse

che riuscisse a trovare, a saltare più in alto, andare

più veloce o fare acrobazie da stuntman sulla sua

moto da cross. Qualsiasi cosa per divertirsi e

sentirsi vivo! Come capita però in tutti gli sport

estremi, il prezzo da pagare quando si va troppo

oltre, cercando di esorcizzare la propria paura, è

tutta una serie di infortuni… Proprio come dice il

proverbio: “Niente dolore, niente gloria!”. “Pozza” ha

pagato spesso a caro prezzo per aver fatto tutte

quelle pazzie. Dopo un infortunio grave, la maggior

parte dei comuni mortali sarebbe tentato di gettare

la spugna rinunciando a farsi nuovamente del male

sfidando il pericolo. “Pozza” però, dopo aver rotto

quasi ogni singolo osso del suo corpo, continua a

mettersi alla prova e a spingersi nelle situazioni più

estreme e impensabili. Durante l’intervista nel

“Windsurf Movie” gli viene chiesto se ha dei

rimpianti, e lui senza la minima esitazione e con un

enorme sorriso in faccia, replica: ”Se dovessi rifare

tutto da capo, non cambierei una virgola!”

Ecco la descrizione di tutti i peggiori infortuni avuti

fino ad oggi… Anche uno solo di questi basta per

rabbrividire… Come abbia fatto a tornare sano dopo

ogni infortunio è impossibile da sapere!

1: ROTTURA DELLA ROTULADue interventi chirurgici. Inizialmente non ha

funzionato il filo metallico a forma di 8. Nella

seconda operazione hanno aggiunto 3 viti. Incidente

in moto.

Stavo partecipando ad una gara di super-cross race

Jason Polakow a Hookipa con i nuovi materiali JP/NeilPryde 2010.Il suo stile verticale ha fatto scuola.

Page 67: Funboard 124

65

a Bendigo Australia a metà anni ‘90. Stavo facendo

un po’ di giri nel warm up e passando tra cunette e

whoops, la mia ruota anteriore si è ingavonata, io

sono partito in avanti e il mio ginocchio ha colpito la

vite che tiene la leva del freno anteriore. Non sono

neanche caduto dalla moto ma sapevo che c’era

qualcosa che non andava perché sentivo un dolore

lancinante al ginocchio. Sono uscito dal circuito per

tornare alla macchina ma quando sono sceso dalla

moto la gamba è semplicemente collassata sotto il

mio peso e sono caduto per terra. Mi sono tolto i

pantaloni e ho visto che non avevo più la rotula! Era

scomparsa! Metà era stata spinta a metà gamba dal

quadricipite femorale, che è attaccato in cima ad

essa. Il mio quadricipite era tutto floscio, con in

fondo attaccato un pezzo d’osso. L’altra metà della

rotula invece era vicina al polpaccio e se ne stava

tranquilla lì. La mia gamba sembrava uno scherzo

della natura. Avrei dovuto farmi una foto alla gamba

ma avevo un po’ troppo dolore per pensarci.

Sono andato subito in ospedale e mi hanno operato

la sera stessa inserendo due asticelle di acciaio

attraverso l’osso, poi hanno aggiunto un lungo pezzo

di filo alle estremità, esse uscivano fuori dall’osso

della rotula e formavano un disegno ad 8, facendo un

giro all’estremità in modo che, una volta in tensione,

la mia rotula si potesse risaldare.

Dopo 3 mesi, mentre facevo riabilitazione, ho

caricato troppo il ginocchio, rompendo il filo. Le

asticelle sono partite fuori dall’osso e la rotula si è

divisa in due pezzi di nuovo. Ho dovuto farmi

rioperare. Questa volta hanno optato per 3 viti

d’acciaio, finora hanno funzionato alla grande.

2: ROTTURA DELLA MASCELLAHo perso i denti dell’arcata superiore. Ho subito una

chirurgia dentale per rimettere i denti al loro posto.

Incidente in moto.

Ero nel mio campo privato da super-cross nel 1999,

mentre stavano costruendo dei nuovi salti con una

scavatrice. Nessuno aveva ancora provato a saltarli

e io volevo essere il primo a provarci a tutti i costi.

Ho preso la rampa in terza piena ma sono atterrato

un pelo corto. Normalmente ce l’avrei fatta ma

siccome era appena stato fatto, il terreno era più

morbido e cedevole. All’atterraggio sono stato

schiacciato verso il basso sulla moto e la mia

mascella ha sbattuto contro il manubrio,

spezzandosi e facendomi saltare 5 denti del palato

superiore. Il sangue continuava a zampillare

ovunque, non sembrava fermarsi mai. Ai tempi

Jason vola con la sua moto da cross!

Page 68: Funboard 124

portavo anche l’apparecchio, quindi i denti sono

rimasti attaccati a penzolarmi in bocca. Era una

vista davvero raccapricciante. Magari avessi una

foto per farvi vedere.

Non sentivo tanto dolore, il vero problema era

fermare il sangue. I miei amici mi hanno portato

d’urgenza all’ospedale dentistico, dove mi hanno

drogato a manetta e poi risistemato. Il dentista ha

detto che i miei denti sono rimasti intatti solo grazie

all’apparecchio. Praticamente ha solo preso

l’apparecchio ed ha rispinto i denti dentro al loro

posto. Ha detto che c’era una probabilità del 50%

che i denti morissero ma penso mi sia andata bene,

si è sistemato tutto. Chi ha detto che aver

l’apparecchio è da sfigati?

3: FRATTURA CONTEMPORANEA DIENTRAMBI I POLSI Mi hanno messo una vite nel polso sinistro. Il destro è

stato solo ingessato. Incidente in moto.

Ero a Maui verso il 2001 e ridavo in un circuito locale,

sono caduto oltre il manubrio e mi sono piantato di

faccia per terra. La moto mi è caduta sopra e mi ha

schiacciato. Inizialmente sono risaltato in piedi

pensando che fosse tutto ok, ma dopo un po’ ho

cominciato a sentire dolore ai polsi e allo stomaco. Mat

Prichard e Nik Baker mi hanno portato dal Chiropratico

per fare alcuni test e vedere se mi fossi rotto i polsi.

Aveva questo strumento affusolato con una maniglia da

una parte, lo faceva vibrare, andando sulla zona

interessata. Se l’osso fosse stato rotto o incrinato,

avrei sentito dolore. Mi ha fatto questo test ma non

sentendo tanto male gli ho detto che era tutto a posto.

Quella stessa notte però ho cominciato a sentire un

forte dolore alla stomaco e alla zona addominale. Verso

le due di mattina non riuscivo più a sopportare il

dolore, così Nik, che al tempo era il mio compagno di

stanza, mi ha portato alla macchina in braccio perché

non riuscivo neanche ad alzarmi dal dolore. Appena

siamo arrivati al pronto soccorso mi hanno detto che

avevo una piccola emorragia interna ma non molto

grave. Ricordo che Nik ha chiesto al medico di farmi le

lastre mentre io sostenevo di essere a posto. Nik ha

insistito, già che eravamo lì… Quindi le ho fatte. Ho fatto

la lastra solo al polso sinistro e sorpresa, lo scafoide

era rotto. Sono tornato in Australia e mi hanno messo

una vite nel polso sinistro. Dopo circa due settimane

dall’operazione, sono andato a giocare a bowling con la

mia ragazza e mi sono accorto che non riuscivo a

sollevare la palla da bowling perché faceva troppo

male. Allora ho deciso di fare la lastra al polso destro

ed ecco che c’era un altro osso rotto. Anzi era proprio

frantumato… Troppo danneggiato per fare l’operazione,

quindi mi hanno ingessato anche il polso destro per un

paio di mesi. Sono stati i due mesi più lunghi della mia

vita, mentre me ne andavo in giro con due polsi rotti. Il

problema non era tanto fare la cacca ma pulirsi una

volta finito!

4: ROTTURA DEL PIEDE DESTROHo frantumato tutte le ossa nel piede. Ho subito

un’operazione per fondere e sistemare tutti i metatarsi

al loro posto e rimuovere la cartilagine articolare. Mi

hanno dovuto prelevare delle strisce di osso dal bacino

per poter sostituire le ossa frantumate del piede. Mi

hanno anche messo 3 viti. Incidente in moto.66

Jason estremizza sempre qualunque suo gesto atletico,sia in acqua che sulla terra.

Page 69: Funboard 124

Stavo facendo motocross a Los Angeles con i Prichard

in un circuito di supercross locale. C’era un grosso

salto triplo che volevo provare da tutto il giorno. Ho

preso la rampa a manetta in quarta ma la mia moto ha

rallentato un pochino durante il cambio. Sapevo che

non ce l’avrei fatta. Mentre ero in volo ho mollato la

moto e sono atterrato di piedi sulla salita dell’ultimo

salto. Sono caduto da circa 8metri. L’impatto mi ha

fatto perdere conoscenza, quando mi sono svegliato i

medici mi avevano già portato in ospedale. Il mio piede

destro era completamente distrutto. La maggior parte

delle ossa nella parte alta del piede non potevano

essere sistemate. Ho deciso di volare in Australia il

giorno seguente, il dottore che non mi voleva operare

però non voleva neanche che salissi sull’aereo perchè

c’era un rischio altissimo di trombosi, sarei potuto

morire. Sebbene non avessi il nullaosta del medico, ho

preso l’aereo comunque. Mi hanno fatto un sacco di

operazioni nei sei mesi seguenti. Praticamente hanno

preso dei frammenti di osso dal mio bacino e li hanno

modellati in modo da inserirli all’interno del piede, per

poi togliere la cartilagine articolare e unire il tutto con

tre lunghe viti. Ho perso il 20% di mobilità laterale del

mio piede.

67

Jason nella sua casa di Maui.

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68

5: ROTTURA DEI METATARSI DELLAMANO DESTRAHo rotto tutti i metatarsi della mano destra. Sono stato

ingessato. Incidente in moto.

Ero in Inghilterra con Nik Baker su una moto da

corsa a tutta velocità, era il 2002. C’era un raccordo

per entrare nell’autostrada M25. Una macchina si è

infilata nella corsia pensando che noi andassimo

dritti. Dopo avermi tagliato la strada ha frenato

bruscamente e io l’ho tamponata a circa 120 km/h,

volando via come superman sopra alla macchina

per poi cadere a terra. Mi ricordo di aver guardato

la strada dall’alto mentre volavo, pensando: ”Mi sa

che farà un po’ male.” Sono atterrato e scivolato per

metri e metri, andando a sbattere contro il guard

rail che mi ha impedito di cadere di sotto. Sarebbe

stato un volo di 25 metri se non mi fossi incastrato

nella barriera. La tuta di pelle con rinforzi da 7mm si

è squagliata sopra al mio braccio destro e mi si sono

rotte tutte le ossa delle dita della mano destra. La

moto si è incastrata nella macchina, era una scena

molto divertente! Quando l’ho guardata era

diventata lunga poco più di 1 metro, penso che

l’essere stato sbalzato sia stata una fortuna,

altrimenti non avrei più le gambe.

6: ROTTURA DEL TENDINEDEL PIEDE DESTROHo rotto il tendine principale del piede destro. Caduta

in Windsurf.

Il mio piede è rimasto incastrato nella strap mentre

venivo frullato da un bombolone ad Hookipa. Ho sentito

un rumore strano e secco, sapevo di essermi fatto

qualcosa. Mi hanno diagnostico un lizfrank rotto, che è

il tendine principale che supporta la pianta del piede.

Senza di esso si può incorrere in serie complicazioni

più avanti con l’età.

7: ROTTURA DEL NASOHo rotto il naso 3 volte.

È abbastanza comune rompersi il naso. La prima volta

mi è successo in moto, la ruota anteriore è slittata in

curva e mi sono piantato in terra di faccia.

La seconda volta ho fatto un Goiter e sono arrivato

troppo davanti all’onda, sul piatto, poi mi ha frullato

facendomi sbattere il naso contro il boma.

La terza volta è stata durante una rissa. Avevo appena

accettato il trofeo per il primo posto alla O’Neill

Invitational a metà anni ‘90 e ho visto Josh Angulo

spingere il buttafuori nel corridoio. Dopo essere sceso

dal palco sono andato a vedere cosa stesse

succedendo. In quel momento i bouncers avevano

afferrato Josh e stavano cominciando a menarlo

quindi mi sono messo a correre e sono saltato in spalla

a uno di loro. Pesava circa 102 kg e ce n’erano tre come

lui. Praticamente mi hanno rotto il culo, poi sono

scappato nel giardino con loro che m’inseguivano.

Dopo un mese mi sono fatto operare in Australia per

raddrizzare il setto nasale e togliere dei frammenti di

osso che mi ostruivano le narici.

8: ROTTURA DEL DITODELLA MANO SINISTRAHo rotto un dito della mano sinistra. Caduta in

Skateboard.

Stavo facendo Skateboard in rampa all’inizio degli anni

‘90 e sono caduto, rompendomi il dito. Me l’hanno

steccato… Niente di che!

9: STIRAMENTO DEL CROCIATOLATERALE SINISTROHo stirato il crociato laterale del ginocchio sinistro…

Caduta in Windsurf.

Ho stirato i legamenti di entrambe le ginocchia un po’

di volte. Tutte in windsurf. A molti windsurfisti capita ad

un certo punto, o alle caviglie o alle ginocchia, ma se lo

paragoniamo al resto direi che non è niente di che.

Una delle cadute più devastanti della carrierawindsurfistica di Jason Polakow: Tahiti, Teahapoo.

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71

THE CREWCirca un anno fa, ad un evento in Austria, ho ascoltato

l’idea di questo avventuroso surfista di nome Thomas

Miklautsch. Sembrava a tutti gli effetti un’avventura

memorabile, qualcosa uscito direttamente dal mondo

dei sogni. Un’avventura che nessuno aveva mai

affrontato prima e che non sarebbe stata facile da

portare a termine. Dopo svariati incontri, avevamo già

sistemato quasi tutto ed eravamo pronti a partire.

Thomas voleva che un altro windsurfista si unisse alla

crew, in quanto non era sicuro di entrare in acqua,

dovendo tener d’occhio l’attrezzatura fotografica. Dopo

aver passato quasi due mesi a Maui assieme a Ben van

der Steen, lo scorso inverno, sapevo che lui sarebbe

stato disponibile. Dopo qualche e-mail infatti, si è unito

al nostro gruppo e tutto è cominciato.

Capo Horn adventure,making off.

Tine Slabe, a sinistra, eBen van der Steen, a destra,i due giganti che hannotentato di sfidare le acquedi Capo Horn.

Page 74: Funboard 124

72

TEST SESSIONSantiago del Chile è stato il primo punto d’incontro per

la nostra spedizione. Da lì siamo andati un paio di

giorni lungo la costa per abituarci alla compagnia e

testare un po’ il nostro materiale. Abbiamo trovato

delle buone condizioni ma, non essendo quello il nostro

obiettivo, dopo poco siamo partiti per la vera

destinazione. Era giunto il momento di volare verso Sud

e verso il freddo. Prima di iniziare però, dovevamo

fermarci ancora in un posto. Abbiamo surfato con i

venti costanti della Patagonia per abituarci al freddo,

facendo foto e windsurf in contesti mozzafiato. Siamo

stati per più di una settimana nella zona settentrionale

di Punta Arenas, alla ricerca dei laghi di acqua

assolutamente cristallina, circondati dai paesaggi più

incredibili, e vi posso assicurare che ne abbiamo

trovati un sacco. Ora, eravamo abituati ai bruschi e

repentini cambi climatici, eravamo finalmente pronti.

MEETING POINTEra venerdì quando siamo atterrati assieme a Ben

all’aeroporto più meridionale del Sud America, ad

Ushuaia in Argentina. Stavamo cercando di organizzare

un transfer col taxi per arrivare al porto quando Peter,

il nostro secondo cameraman, è sbucato dal nulla. A

quanto pare, era sul nostro stesso volo, ma non

essendoci mai visti prima, ci ha riconosciuti solo a

causa delle nostre enormi valigie, una vista inusuale in

questi piccoli villaggi. Thomas e la sua ragazza Anja,

che era incaricata di documentare fotograficamente

tutto il nostro viaggio, erano già pronti ed avevano già

organizzato tutto in anticipo. Quando finalmente tutto è

stato sistemato, siamo partiti per la nostra avventura:

cercare di surfare le acque ostili di Capo Horn con le

moderne tavole da slalom. Nel 1980 un windsurfista

francese aveva già sfidato l’oceano ma con una tavola

longboard classica.

LA PARTENZAI 15 metri della chiglia d’acciaio della Santa Maria ci

stavano già aspettando al porto di Ushuaia, questa

barca ci avrebbe ospitato a bordo per più di 10 giorni.

Il nostro quartier generale e punto d’appoggio per

poter surfare svariati spot e posti selvaggi nella Tierra

del Fuego. Dopo aver impacchettato tutti i vestiti

necessari, le provviste, il materiale fotografico e aver

stivato il tutto, finalmente salpavamo. La tanta attesa

partenza era arrivata e potevamo lasciarci alle spalle i

problemi e la pazzia del mondo moderno. Eravamo una

cosa sola con la natura, mentre scivolavamo sulle onde

con un solo obiettivo: circumnavigare l’isola di Horn.

Per prima cosa dovevamo attraversare il canale di

Beagle dalla parte cilena, in quanto tutte le isole

dell’arcipelago sono cilene e bisogna registrare un

permesso di visita a Puerto Williams, dove c’è anche

una grossa stazione della guardia costiera. Ci siamo

dovuti andare anche per cambiare il capitano della

barca, Wolf Kloss, proprietario della Santa Maria e

capitano più rispettato ed esperto della zona. Ha

navigato nelle acque di Capo Horn per più di 100 volte

e con la sua barca ha perfino attraversato l’Atlantico

un paio di volte andando fino in Antartico, era dunque

assolutamente degno di tutto la nostra fiducia.

Il nostro viaggio verso sud è continuato attraverso il

canale di Murray in quanto questa rotta è più veloce

per raggiungere le isole Wollaston tra cui si trovaTine Slabe, un passato da freestyler, ora al 100% sullo slalom.

Vola con la sua attrezzatura nelle gelide acque di Capo Horn.

Page 75: Funboard 124

73

anche l’isola di Horn, ma eravamo autorizzati a farlo

solo con la bandiera cilena ammainata (solo navi

cilene possono passare questo canale). Già dal

secondo giorno abbiamo constatato che la zona era

molto ventosa. Abbiamo fatto windsurf scortati dalla

Santa Maria, tra l’isola di Navarino e quella di Bertrand

con oltre 20 nodi di vento, quello che ci preoccupava

maggiormente erano i venti freddi e rafficati, ma siamo

comunque entrati in acqua quello stesso pomeriggio,

per la prima volta così a Sud.

FIRST SESSIONSulla plancia, disponevamo di 5 tavole slalom, 6 vele da

slalom, 6 alberi e 4 boma da condividere. L’acqua in

questa zona è a circa 7°C quindi avevamo bisogno di

ottime mute. La prima scelta per me e Ben era per

materiale abbastanza grosso, 6.4 e tavola voluminosa,

in modo da non restare ammollo dietro all’isola.

Thomas invece ha preso la 5.9 e una tavola media. La

Santa Maria è stata ancorata in una baietta riparata

dietro l’isola di Navarino e proprio lì vicino abbiamo

fatto la prima uscita. Il vento spingeva bene e sotto

raffica arrivava anche a venti nodi, condizioni perfette

per fare slalom, a volte perfino il sole faceva capolino

illuminando la meravigliosa natura selvaggia che ci

circondava. Dopo aver fatto un bel po’ di windsurf, è

arrivata una nuvola nera enorme che ha dapprima

scaricato pioggia e poi anche neve! Questo ci ha

ricordato che non faceva poi così caldo, ma dopo poco

è ritornato il sole! La nostra prima uscita in acqua è

stata una bella esperienza e dopo una birra fresca,

abbiamo preparato e mangiato da un barbeque

sull’isoletta che Wolf si è comprato. Avete capito bene,

sulla sua isola, abbiamo fatto un fuoco, comprato

carne e birre e abbiamo passato una bella serata tutti

assieme. Il ritorno alla barca non è stato altrettanto

bello per colpa di tutto il kelp che c’era, la piccola

lancia faceva davvero fatica a passare i banchi con 30

nodi di vento contrari.

NUOVA DESTINAZIONELa sfida seguente era passare la Bahia Nassau, che può

esser molto insidiosa, specialmente quando c’è una

perturbazione pesante in giro. Da questo punto in poi, il

canale non è più protetto dalle Ande che fermano le

maggiori depressioni, quindi esse si possono abbattere

sul canale di Beagle con tutta la loro potenza. Questa

volta ci è andata bene, dato che la nostra rotta verso

sud est non è stata per nulla ostacolata dai 20 nodi di

sud ovest che hanno soffiato per quasi tutto il giorno.

Dopo circa 9 ore di navigazione, siamo finalmente

arrivati a Porto Maxwell, una piccola baia ad est della

piccola isola di Hermite, uno dei due possibili posti di

ancoraggio nell’arcipelago meridionale. Questa baietta

era anche il nostro punto di partenza per esplorare

l’ambiente circostante quindi l’ansia stava salendo.

Prima di andare a letto abbiamo deciso di parlare col

capitano riguardo le previsioni, per pianificare la

nostra “giornatona”. Dato che le previsioni erano molto

promettenti, sui 15-20 nodi, abbiamo deciso di

muoverci.

CAPO HORNIl mattino seguente abbiamo armato lo stesso

materiale che avevamo usato qualche giorno prima.

Dopo aver indossato le nostre calde e spesse mute

Tine Slabe al timone della Santa Maria.Una delle session più radicali dellaloro vita: Tine e Ben a Capo Horn!

Page 76: Funboard 124

invernali, eravamo pronti. Saremmo prima dovuti

uscire dall’insenatura all’ombra dell’isola in cui non si

muoveva una foglia, per poi trovarci proprio di fronte

all’isola di Horn in tutta la sua gloria. Il vento

occidentale era già più forte di quanto avessero

previsto ed il cielo era coperto da nuvole scure e

minacciose. Col vento gelido in aumento e il mare che

s’ingrossava, la zona vicino ad Isla Hermite, era

davvero poco amichevole e invitante. L'adrenalina

pompava a manetta ma il desiderio di portare a

termine la nostra missione era più forte che mai. Dopo

una breve chiacchierata col capitano, Thomas, Ben e io

abbiamo deciso di far un tentativo, perchè le previsioni

per i giorni seguenti erano davvero pessime. La barca

ha orzato leggermente e mentre si prendeva un’onda

di 4 metri sulla prua io ho deciso di saltare in acqua nel

rabbioso mar del Sud. Thomas mi ha passato due

tavole, poi lui è saltato con la terza. Le vele armate si

muovevano parecchio sul ponte a causa del forte vento,

quindi Ben ha deciso di tirarcele in acqua, poi è saltato

dentro anche lui. Dovevamo ancora attaccarle alle

tavole, cosa che può sembrare molto più semplice da

dire che da fare, specialmente perchè stavamo

facendo windsurf sulla punta più meridionale del

continente Sud Americano. Nella zona più fatale per i

marinai nei secoli. Le condizioni erano molto

impegnative, perché le onde erano molto ripide e

disordinate e il vento continuava ad aumentare, ma

abbiamo continuato imperterriti. La Santa Maria

andava a spasso a 7 nodi di velocità e quindi le

abbiamo girato attorno il più a lungo possibile. Il vento

continuava ad aumentare ed era quasi arrivato a 40

nodi, mentre ci avvicinavamo a Capo Horn. Prima di

lanciarci nel lasco che ci avrebbe fatto superare il

capo, abbiamo fatto un briefing con l’esperto capitan

Wolf. A malincuore, abbiamo dovuto abbandonare la

nostra missione e tornare indietro. Il problema era che

se il vento fosse aumentato ancora, avremmo potuto

far windsurf ma se avessimo rotto qualcosa saremmo

scarrocciati più velocemente della velocità di punta

della Santa Maria… E quindi saremmo stati in balia dei

voraci mari del Sud. Un rischio troppo alto. Al ritorno ci

siamo riparati passando dietro all’isola di Hall, dove ci

siamo gustati la nostra zuppa calda sul ponte. Eravamo

davvero delusi, ma almeno ci avevamo provato.

LA FURIA DEI VENTIWolf aveva ragione, il vento è aumentato, impedendoci

perfino di continuare a risalire per arrivare a Puerto

Maxwell, abbiamo dovuto cambiare rotta per il

secondo porto, a Martial Bay, più ad est, dietro l’isola di

Herschel. Il vento che noi stavamo surfando era solo

l’inizio del sistema di bassa pressione che stava per

arrivare. La sera, sulla barca, ho misurato 50 nodi con

raffiche fino a 65 nodi! La barca si spostava a destra e

sinistra come se stesse cercando di scappare dal

vento nucleare. Avevamo buttato un’ancora di 85 kg e

più di 80 metri di catena… Sarebbe dovuta bastare.

Prima di andare a dormire però, Ben è andato a

ricontrollare che fosse tutto a posto perché ci

sembrava di scarrocciare. Abbiamo riferito la cosa a

Wolf e proprio in quel momento è partito l’allarme GPS

(sistema che controlla le coordinate di stazionamento

e quando ci si sposta, suona per avvertire). Fuori ha

cominciato a piovere e abbiamo dovuto gettare

un’altra ancora di sicurezza. Abbiamo dovuto far tutto74

Tine e Ben hanno navigato in paesaggi mozzafiatoin questa avventura, ma che freddo!

Tine Slabe.

Page 77: Funboard 124

velocemente e in condizioni estreme per evitare di guai

peggiori. Il capitano ha detto che deve essere arrivata

una raffica da più di 75 nodi per fare disancorare la

Santa Maria.

IL CALCOLO DEI RISCHILa mattina seguente abbiamo chiamato la base marina

di Capo Horn (la maggior parte delle isole limitrofe al

capo ha delle basi in cui i soldati della marina vengono

stanziati per passare un anno con la loro famiglia e

controllare le barche locali), ci hanno detto che hanno

registrato raffiche di vento oltre i 130 nodi quella sera

e che i venti di tempesta sarebbero continuati ancora

per un giorno o due. Con una previsione del genere,

sapevamo che avremmo dovuto passare due giorni

nella baia riparata dal vento, che spirava con ferocia

come la sera precedente. Thomas ha proposto a me e

a Ben di provare ad uscire col nostro materiale più

piccolo. Era una situazione molto delicata in quanto il

vento era rafficatissimo, forte e da terra e non

avremmo avuto soccorso in caso fosse successo

qualcosa, dato che la nave riusciva a fatica a restare

ormeggiata, con 2 ancore! Abbiamo esitato parecchio

anche perché c’erano 5°C e un windchill di 50 nodi di

vento (i calcoli riportano che la temperatura percepita

dalla pelle a causa del vento, a questa temperatura ed

intensità, corrisponde a -3°C), ma dopo un po’ non

abbiamo resistito alla tentazione di sfidare queste

condizioni così estreme e brutali. Con un piccolo

gommone, abbiamo portato a riva il materiale. Ben ha

armato la sua 6.4 e io ho preso la 5.9, entrambi sulle

tavole da 90 litri che usiamo in gara, dopo esserci

coperti dalla testa ai piedi con muta, guanti, calzari e

cappuccio di neoprene, siamo andati a farci un giro. Il

vento era davvero rafficato e fortissimo, a causa della

bassa temperatura. Riuscivamo a malapena ad andare

dritti, quando arrivava la raffica venivamo

letteralmente sollevati dall’acqua e dovevamo

aspettare che passasse per poter ripartire. Abbiamo

fatto windsurf per circa venti minuti, poi eravamo

completamente esausti, ma dopo una pausa siamo

rientrati per una seconda session. Abbiamo

combattuto per circa dieci minuti e quando siamo

usciti fuori dalla baia, è arrivata una raffica che è

durata per più di due minuti. Non abbiamo visto più

nulla, speravamo solo che finisse per poter rientrare.

Finalmente è passata. Siamo tornati immediatamente

a riva e non ci siamo più permessi di uscire. Per quel

giorno poteva bastare, abbiamo impacchettato il tutto,

ci siamo mangiati una squisita zuppa di zucca e ci

siamo rilassati sulla barca, sebbene si muovesse

ancora senza tregua, ma ormai ci sembrava di essere

su una sedia a dondolo.

LA FINE DELLA PERTURBAZIONELa perturbazione non era ancora passata e dietro

l’angolo le condizioni erano ancora così proibitive che

abbiamo dovuto aspettare un’altra giornata. Poi

finalmente il vento ha cominciato a calare e le

temperature si sono alzate un pochino. Abbiamo

armato il materiale grosso (Ben la 7.8, Thomas la 6.4 e

io la 7.0) e siamo andati a farci una session in relax con

acqua piatta come un biliardo. Finalmente ci siamo

goduti la bellezza incontaminata della natura che ci

circondava: arcobaleni, cime innevate, uccellini…

Tuttavia eravamo ancora in attesa delle condizioni

ideali per poter portare a termine la nostra missione.

La Santa Maria è una delle poche barche a vela a

noleggio della zona e quindi avevamo potuto

noleggiarla per un periodo limitato, che stava

lentamente ma inesorabilmente finendo. La nostra

ultima occasione si è presentata con la previsione di

15-20 nodi da ovest. Thomas ha deciso che solo Ben

sarebbe uscito, mentre Peter si sarebbe occupato di

riprenderlo alle prese col mare in tempesta. Abbiamo

attraversato il canale sopravvento, diretti verso Puerto

Maxwell per ripetere il nostro primo tentativo.

UNA NUOVA PERTURBAZIONEAppena usciti dalla baia, le condizioni sembravano

ripetersi. Ben però era davvero motivato questa volta,

perché ora sapeva come affrontarle, e quindi eravamo

disposti a rischiare di più per raggiungere il nostro

scopo. Wolf non sembrava troppo contento riguardo

alla situazione meteo e essendo il capitano, l’ultima

parola spettava comunque a lui. Ha voluto che

attendessimo ancora prima di entrare, in modo da

studiare l’evoluzione meteo. Ad alcuni ragazzi stava

venendo mal di mare e quindi abbiamo dovuto

prendere una decisione in fretta. Wolf ci ha detto che la

Santa Maria non avrebbe avuto problemi ad andare

fino al Capo, ma non sarebbe riuscita a fare manovre

di salvataggio e se il mare fosse peggiorato ancora,

avrebbe rischiato anche dei danni strutturali. “Se voi

ragazzi volete uscire, di sicuro non vi fermerò ma

sappiate da ora che è come se foste da soli!” ha detto.

75

Ben van der Steen, campione del mondo slalom IFCA 2008,tenta di domare le condizioni di Capo Horn.

Un altro momento del making off.

Page 78: Funboard 124

76

Ho guardato verso Ben e Thomas, tutti volevamo

assolutamente raggiungere l’obiettivo ma non

volevamo rischiare la vita. Credetemi, abbiamo fatto

davvero fatica a dire: “Ok non andiamo!” ma poi ci

siamo resi conto che è stato meglio così.

LA RINUNCIAL’atmosfera a questo punto era abbastanza triste e

cupa mentre doppiavamo il famoso Capo Horn con

vento sui 40 nodi e 6 metri d’onda. Non riuscivo

neanche a credere che il capitano della barca dovesse

usare il motore per passare, in quanto non c’era un

alito di vento. Era ormai pomeriggio inoltrato quando

siamo tornati a Martial Bay. Lì eravamo al riparo dalle

onde ed avremmo avuto un attracco molto facile dopo

una lunga e faticosa giornata, che però si è conclusa

diversamente. I motori si sono improvvisamente

fermati per la poca benzina, i filtri si erano sporcati.

Volevamo entrare a vela nella baia ma abbiamo

scoperto che la vela si era arrotolata intorno all’albero.

L’unica nostra possibilità era di continuare ad andare

con la vela al traverso avanti e indietro, aspettando di

sistemare il motore. Finalmente siamo ripartiti

riuscendo ad ormeggiarci nella baia, riuscendo poi a

slegare anche la cima che aveva arrotolato la vela

all’albero. E’ stata la fine di una giornata lunghissima.

Non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe

successo se fossimo andati a fare windsurf e la barca

avesse dovuto manovrare in quelle condizioni. Alla fine

abbiamo fatto la scelta giusta!

IL RITORNOLa Santa Maria stava finendo il carburante e i

prossimi passeggeri stavano già aspettando, quindi

siamo dovuti rientrare a Puerto Williams. Ci

mancavano ancora due interi giorni di navigazione.

Abbiamo avuto l’opportunità di passare Bahia

Nassau sospinti dal vento da sud est diretti a nord

est, verso Lennox Island dove abbiamo passato la

notte. Volevo sgombrare la mente da tutti i pensieri

che mi avevano perseguitato negli ultimi due giorni

e quindi sono stato al timone per 5 ore.

Improvvisamente ho cominciato a tremare. Wolf mi

ha visto, dicendomi di entrare immediatamente.

Sono stato a lungo fuori al vento e mi sono iper-

raffreddato (quando la temperatura corporea

scende sotto un certo limite). Heio mi ha coperto ma

non riuscivo a smettere di tremare, dopo poco mi è

anche venuto mal di mare e ho sofferto come un

cane finchè mi sono addormentato. Il giorno

seguente abbiamo attraversato il canale di Beagle e

siamo ritornati a Puerto Williams, dove siamo

sbarcati sotto un bel sole. Eravamo tutti felici di

essere di nuovo a terra e di poterci finalmente fare

una doccia, in quanto non c’era sulla barca. Il viaggio

è stato per tutti un’esperienza unica e sicuramente

non ce ne dimenticheremo mai. Abbiamo visto e

vissuto la natura incontaminata del nostro pianeta,

cosa che la maggior parte della gente normale non

vedrà mai e poi abbiamo sfidato la natura nella sua

forma più estrema. Abbiamo anche imparato che a

volte è più difficile dire no che sì, ma è più saggio.

Forse un giorno avremo la possibilità di tornare

nuovamente e di portare a termine la nostra

missione, ma personalmente non dimenticherò mai

le parole del nostro saggio Capitano Wolf, mentre

tornavamo: “Capo Horn non regala niente!”

La Santa Maria, la base di appoggiodi questa fantastica avventura.

Tine Slabe in piena potenza.

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78

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79

Page 82: Funboard 124

INTROVenerdi 19 e sabato 20 giugno si è svolta la terza

edizione della Shaka Bump&Jump sul Lago di Garda!

Si è sperato molto nel vento a Torbole, perché è una

gara completamente diversa da tutte le altre, dove lo

spirito competitivo lascia spazio al gioco. Il format è

molto semplice: una barca produce onde artificiali

sul lago e i rider devono eseguire le loro acrobazie

aeree utilizzando queste onde! Radicalità, altezza e

corretta esecuzione dei salti sono i parametri

fondamentali per vincere. Quest’anno ci sono stati

32 partecipanti, tutti esperti e agguerriti saltatori e

freestyler, provenienti da tutta l’Italia e oltre.

La Shaka Bump&Jump 2009 è stata un grande

successo e dimostra ancora una volta che il Lago di

Garda é uno dei laghi più affidabili per organizzare

eventi! Chi poteva prevedere che in questi giorni ci

sarebbe stato un tale vento? Le previsioni non erano

delle migliori! Mike, proprietario del negozio Shaka e

organizzatore di questa gara é sempre molto

fiducioso, ma un certo rischio c’è sempre,

comunque nonostante le previsioni incerte non si

poteva certo dare disdetta agli atleti all’ultimo

minuto, quindi l’avventura è cominciata!

SPONSORLa buona riuscita degli eventi dipende anche dagli

sponsor, che in questo momento non sono facili da

trovare ma per fortuna, Quiksilver, Naish e Cobian,

hanno sostenuto la 3° edizione della Shaka

Bump&Jump! Numerosi sono stati anche i premi da

parte di DC, Chiemsee e Dakine, Rip Curl & Smith.80

Page 83: Funboard 124

I GIUDICILa gara consiste nel saltare dietro l’onda del

motoscafo sia mure a sinistra che mure a dritta. I

salti più belli, alti, oppure tecnicamente più difficili,

vengono giudicati da una giuria indipendente.

Quest’anno i giudici sono stati, Andrea Pagan (Seatex

Boards Repair), Flavio, Andrea Righi e i fratelli Mattia

& Thomas della pizzeria Nuova Garda, che si sono

impegnati a prendere delle decisioni difficili.

DAY 1Il venerdì la gara è iniziata con l’iscrizione e lo

skipper’s meeting presso il negozio Shaka a

Torbole: 32 gli iscritti, un bel numero considerando

che non c’è molto spazio dietro l’onda dello Speedy

Gonzales, cosa che rende la gara non priva di

pericoli. Dopo le formalità, si è passati al

trasferimento all’Hotel Pier, ritrovo e sede della

prima giornata di competizioni. Alle 13.30 il vento

ha iniziato a soffiare, ed è partita la gara! Tutti gli

atleti pronti e gasati per prendere la prima onda

hanno offerto uno spettacolo incredibile ai

passeggeri dello Speedy. Robert Hofmann ha

aperto le danze per primo con un Forward. Un

fuoco d’artificio di salti con atterraggi buoni e molti

“wipe out” super spettacolari. Molto consistente

Federico la Croce, con perfetti Ponch One Hand,

molto pazzo Nikilas Slijk con i suoi Twister, anche

81

Page 84: Funboard 124

Fabio Calò che si è lanciato di brutto in evoluzioni

aeree puntando sull’altezza dei salti, purtroppo

all’atterraggio di una Hi Air Flaka, un po’ troppo

hard core, ha spezzato il piedino dell’albero ed è

rimasto fuori dai giochi per 30 minuti, fino a

quando la barca di soccorso dell’Hotel Pier non gli

ha portato un pezzo di ricambio. Alcuni incidenti ci

sono stati, come possono confermare Giacomo

Milani e Cesare Smania. Giacomo si è fratturato il

piede e Cesare è andato a sbattere con il mitico

Mario Bellani (senza conseguenze serie). Dopo 2

ore di session tutti i rider sono erano contenti e a

pezzi.

La serata si è aperta con un bell’aperitivo al

negozio Shaka, dove sono state proiettate le foto

della prima giornata, e poi tutti si sono trasferiti

alla cena offerta dall’organizzazione di Mikel, alla

pizzeria Nuova Garda, con Deejay session e partite

di calcetto.

DAY 2Il sabato, a causa della defezione inaspettata dello

Speedy, si è deciso di spostare il campo di gara

davanti alla Conca d’Oro. Ottima

location per offrire un po’ di

spettacolo al numeroso pubblico

dello spot. Anche se un po’ in

ritardo, ma in perfetto timing con

il ritorno della barca, verso le

14.00 l’Ora ha iniziato a soffiare

decisa, offrendo così uno

spettacolo incredibile ai turisti

sulla spiaggia. Questa volta non

c’era lo Speedy, ma il Superstar

di Malcesine che fa un po’ meno

onde, ma grazie alla bravura

degli atleti e al forte vento da

Sud, si sono comunque usate

vele da 5.0m, la differenza è stata

poca. Alla giuria, anche in quest’occasione è stato

offerto di tutto: Forward, Ponch, Air Chacho, Shaka,

Flaka, Shove-it e tante altre manovre spettacolari!

82

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PREMIAZIONIDurante la serata di sabato, presso il Beach Bar Conca d’Oro

si è svolta la premiazione, con Robert Hofmann in doppia

veste di speaker e atleta, classificatosi 1° seniores con un

programma classico ma radicale. Si è passati poi alla

premiazione dei primi 7 classificati, ad uno ad uno sono stati

chiamati da Robert a ritirare il loro premio. Per quanto

riguarda il podio in terza posizione si è classificato il

giovanissimo Nicholas Slijk, in seconda Fabio Calò, e sul

gradino più alto del podio a pari merito Federico La Croce e

Mattia Pedrani, quest’ultimo con manovre meno spettacolari

ma più tecniche. Da notare anche il 1° Junior di soli 12 anni,

Cesare Smania. Non sono mancati premi per tutti i

partecipanti ad estrazione e la proiezione di tutte le foto

scattate dal fotografo ufficiale Fiore. La chiusura della serata

con un’ottima pasta e il Beach Party è stata il modo migliore

per chiudere la giornata.

Tutti gli atleti si sono divertiti incredibilmente, per questo il

prossimo anno Mike di Shaka ha già in mente di riorganizzare

questa gara piena di adrenalina e forse trasformarla in

Shaka’s Bump & Jump King Size, con la partecipazione di

campioni internazionali, senza nulla togliere ai fantastici

Local Heroes! Salire sulla barca e vedere i salti da così vicino

è veramente un’esperienza da non perdere. Tante altre foto si

possono vedere sui siti www.shaka.it, www.seatex.it,

www.stehsegelrevue.de, e Facebook.

Appuntamento all’anno prossimo per la 4° edizione che

sicuramente non deluderà le aspettative….

NICHOLAS SLIJK,LA RIVELAZIONE DELLA GARA.Quanti anni hai e dove vivi?

Ho 14 anni e vivo ad Arco, vicino a Torbole.

Ti aspettavi questo risultato?

No, sono stato molto sorpreso di aver battuto dei rider italiani

forti come Mirko Braghieri, Simone Grezzi, Roberto

Dall’Oglio... Ma sapevo di essermi impegnato molto durante la

gara e di essermi piazzato bene.

Qual è stato il salto più spettacolare che hai fatto durante la

gara?

Questa è una bella domanda perché il salto più spettacolare

che ho fatto l’ho inventato io ma non è ancora conosciuto,

comunque l’ho chiamato “Twister” ed assomiglia molto ad un

Ponch.

Quello che ti ha permesso di ottenere il terzo posto?

Twister e Twister one hand.

E quello più alto?

Sicuramente il Forward.

Il salto più difficile che hai provato?

Air Flaka.

La caduta più divertente?

Credo tentativo di Air Flaka.

Davanti a te in classifica hai due eccellenti saltatori italiani,

Federico e Fabio, hai intenzione di batterli il prossimo anno?

Cercherò di impegnarmi al massimo e di allenarmi tutta

l’estate per riuscire a batterli, ma credo che sarà molto difficile

perché sono due rider fortissimi, ma ci proverò lo stesso.

Best Rookie: Cesare Smania

Best Senior: Robert Hofmann

Sponsor: Quiksilver, Cobian, Naish.

Local Sponsor: Hotel Residence Torbole, Hotel Santoni,

Conca d’Oro Beach Bar, Pizzeria Nuova Garda.

Grazie ai fornitori: DC, Protest, Chiemsee, Rip Curl, Freestyle,

Smith, Da Kine, Naish.83

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85

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86

INTROIl Misty Flip, anche conosciuto come Clew first Ponch

(anche se non c’entra nulla…) è una delle manovre

aeree più recenti ed estreme, presentata per la

prima volta dall’acrobata Kiri Thode, alla tappa di

coppa del mondo di Lanzarote nel 2007.

Dopo poco tutti hanno cominciato a provarla perché

significava veramente avere la vittoria in mano.

La rotazione ricorda vagamente una sorta di Air

Spock bugna in avanti.

Dopo averne chiusi un bel po’ normali, stavo

cominciando ad annoiarmi e quindi ho deciso di

rendere il mix un pochino più interessante, togliendo

il braccio posteriore, prima di staccare!

Gollito e Taty invece tolgono il braccio anteriore,

atterrando come una normale Spock One Hand.

HOW TO DOVai al traverso a tutta velocità, con buona potenza nella

vela ma preferibilmente non sovrainvelati. Per questo

trick, specialmente le prime volte, è necessario avere

una vela piccola e vento sostenuto, in modo che la

rotazione sia più veloce e che risulti più facile staccare,

anche con una sola mano sul boma. Poggia

leggermente ed esegui lo stesso movimento di una

Duck Jybe, girando la vela bugna avanti. Una volta che

la vela ha ripreso potenza, con le mani belle larghe sul

boma, continua ad andare al lasco a tutta velocità e

cerca un ripido choppino leggermente sopravento alla

tua posizione. Buttati bruscamente sui talloni come

uno Shove It per far in modo che la tavola orzi sulla

faccia del chop. Quando senti che stai per staccare,

togli la mano anteriore, di bugna, e distendila verso

l’alto e poi verso poppa, in modo che ti aiuti ad andare

più in alto. La difficoltà maggiore è il fatto di non poter

sfruttare la potenza della bugna, sia per staccare, che

per ruotare, quindi è opportuno saper fare i Misty Flip

normali ad occhi chiusi, in quanto la rotazione avviene

esclusivamente di fisico. Butta l’albero verso poppa

con il braccio posteriore e gira testa e spalle

sottovento, stendendo il braccio anteriore verso poppa

in modo che faccia da perno per il busto. Scalcia la

tavola sottovento ed una volta che sei nella fase

discendente della rotazione, rimetti la mano anteriore

sulla bugna, in modo da poter controllare meglio la

vela. Così facendo potrai spingere nuovamente sul

braccio posteriore (che nella fase precedente era

quello anteriore) in modo che la vela vi spinga

nuovamente in posizione eretta come per l’atterraggio

di uno Shove It. Ora non vi resta che restare centrali col

peso e potete o girare la vela e ripartire come una

Spock, oppure tenere il boma e ripartire come una

Spock 540. È anche possibile chiudere il Misty Flip ad

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87

una mano dall’inizio alla fine, ma bisogna veramente

provarne migliaia per riuscire a gestire l’atterraggio,

che, senza la spinta della vela, risulta anche molto

pesante e pericoloso.

STEP BY STEP

Foto 1: Sparati a manetta al lasco bugna in avanti e

cerca un ripido chop appena sopravento a te. Tieni il

fisico leggermente sbilanciato in avanti e preparati a

staccare flettendo le ginocchia.

Foto 2-3: Questa fase è davvero delicata ed è cruciale

per la corretta riuscita del trick. Orza bruscamente

buttandoti sui talloni e, contemporaneamente, molla la

mano di bugna portandola verso poppa ed aiutandoti a

spingere verso l’alto per lo stacco. Butta l’albero verso

il basso e verso poppa con il braccio posteriore,

girando testa e corpo verso poppa, per poi stendere le

gambe e sfruttare la spinta creata dall’orzata brusca,

come per uno Shove It. Porta il braccio verso poppa e

comincia a spingere la tavola sottovento.

Foto 4: A questo punto la fase aerea è all’apice ed il

braccio viene piegato in modo da massimizzare la

velocità di rotazione, che in questa manovra è

discriminante, specialmente con vento abbastanza

leggero. Continua a guardare verso poppa e scalcia la

tavola sottovento per farle completare la rotazione

aerea di 360 gradi.

Foto 5-6: Se hai fatto tutto correttamente, avrai ancora

abbastanza spazio e tempo per poter rimettere la

mano anteriore, che in questa fase diventa quella

posteriore, sul boma. Così facendo, puoi gestire la

potenza della bugna e spingere la vela controvento in

modo che ti porti nuovamente in posizione verticale,

come succede per un normale Shove It.

Foto 7-9: Ora non vi resta che gestire l’atterraggio e

la parte finale della rotazione che può essere di 360

o 540 gradi, come per una Spock. Cercate di

ammortizzare l’impatto flettendo le ginocchia,

perché questa fare può essere, specialmente le

prime volte, abbastanza brusca e traumatica. Rimani

centrale col peso ed aspetta che la vela riprenda

potenza per chiudere la manovra correttamente.

DRITTE ED ERRORILa difficoltà maggiore è riuscire ad avere abbastanza

spinta per riuscire a staccare e completare la fase

aerea senza intoppi. Lascia la mano quando senti che

la tavola sta già staccando e ricorda di buttare l’albero

verso poppa con il braccio posteriore.

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88

INTROIl windsurf è uno sport di grandi appassionati, e

ognuno di noi riesce, chi più chi meno, ad arrivare a

fare il grande passo: surfare un’onda.

Non c’è dubbio che la soddisfazione nel raidare,

ovvero far scivolare la tavola in basso e in alto su

quell onda, ti crei scompensi cerebrali per

settimane intere; purtroppo la tua vita ha subito il

drammatico punto di non ritorno… Ci sei entrato

dentro, diventi schiavo di questo bellissimo gioco: il

wave riding!

All’inizio ti accontenti, consapevole che ancora il tuo

livello non è eccelso, poi, desideri sempre di più,

onde sempre più perfette, lisce, grandi…

Per spadacciare come il migliore dei moschettieri!

Il wave riding richiede due movimenti base:

1) Bottom Turn

2) Cut Back

L’uno è complementare dell’altro, senza un buon

Bottom il Cut Back non sarà mai esaltante, al

contrario, la giusta esecuzione permette sinergia, ed

entrambe le manovre diventano una cosa sola, con

risultati eclatanti.

Ci sono due modi di affrontare il Bottom Turn,

vediamo quali sono.

FULL POWER CARVING È senza dubbio il Bottom Turn più bello da vedere,

quello che dà maggiori soddisfazioni. Lo si esegue

spesso con condizioni di onda ben formata, diciamo da

logo in su. La velocità è alla base della riuscita di questa

manovra. Sei sceso giù da una bella massa d’acqua con

ottimo tempismo, la parete davanti a te si sta formando

e tu decidi di darci dentro ed andare fino in fondo alla

base di quell’onda così bella con la massima velocità

disponibile, sfruttando anche, consapevolmente, la

lunga discesa. La pressione sui rails della tua tavola è

omogenea, per far si che la tavola non perda la

massima velocità, il corpo è completamente proiettato

in avanti con il braccio della mano dell’albero (quello

Page 91: Funboard 124

89

vicino alla maniglia del boma ) che si estende al suo

massimo, contemporaneamente la mano della vela

cazza la bugna, (quella posteriore, posizionata vicino

alla balumina della vela). In questa posizione devi

mantenere la velocità, senza indugi ne sforzi, la vela è

completamente scarica di vento, ben distesa sul pelo

dell’acqua, l’abbrivio della discesa e della posizione ti fa

carvare l’acqua con lo sguardo libero da ogni

impedimento e in “focus” sul lip dell’onda di fronte a te.

Successivamente devi alleggerire tutto il peso

cercando di far coincidere questo momento con una

elevazione del corpo e la conseguente apertura della

vela, ora sei pronto per il tuo miglior Cut Back.

Questo tipo di Bottom è estremamente consigliato con

tavole Single Fin.

STRAIGHT IN THE POCKETQuesto tipo di Bottom Turn lo si utilizza spesso su

onde medio piccole, dove il tempo di manovra è

molto ridotto. Se tra un Bottom e un altro il tempo di

break dell’onda è molto ridotto e non c’è abbastanza

tempo, devi aggredire! Questo è il Bottom da usare. È

un Bottom che si affronta con una certa disinvoltura.

Sei uscito da un’onda media e il lip di fronte a te si

sta già formando molto velocemente, per non

perdere tempo preziosissimo, resti sul “face”

dell’onda (in questo caso si parla di “pocket”), l’anca

interna del tuo corpo si sposta aggressivamente

verso la faccia dell’onda e la vela è bella carica di

vento, spingi sui rails cercando di indirizzare la prua

della tavola il più verticale possibile all’impatto con il

lip. Spesso in questi casi metà della tavola è

dentro l’acqua, e nelle tavole con twinzer una

delle pinnette è addirittura fuori dall’acqua. In

questo caso devi fare molta pressione con i piedi e

contemporaneamente cercare di allargare il più

possibile le mani sul boma. Il tuo sguardo è solo sul

lip… Vai e spaccalo in due! Questo tipo di Bottom è

consigliato con tavole Twinzer.

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90

Page 93: Funboard 124

GREAT SEASONLe uscite invernali di questo 2009 si sono sommate

una dietro l’altra come mai era successo. Nella mia

regione, il Lazio, gli spot sono veramente tanti e

sembra che in questa stagione ogni spot stia

regalando condizioni di rilievo! Conoscere a seconda

dei venti e delle perturbazioni gli spot giusti, può

cambiare la giornata da mediocre a perfetta. Per chi

non ha tanta esperienza di spot diversi la cosa

migliore è seguire chi ne ha di più; personalmente è

da un po’ che seguo uno dei personaggi e atleti tra i

più conosciuti, Raimondo Gasperini, sempre

disponibile e positivo con una passione infinita per il 91

Il Nut vola alto inBack Loop in un

giornatone con loscirocco.

Raimondo Gasperini in Cut Back a Off The Wall.

Una misura niente male!

Page 94: Funboard 124

nostro sport.

Il Gaspero nazionale, quest anno si sta dedicando

soprattutto alla ricerca di condizioni giuste per il

waveriding, e grazie alla sua libertà di movimento, è il

punto di riferimento per tanti surfisti laziali;

seguendo lui ti ritrovi sempre nello spot giusto al

momento giusto.

LA SINISTRA DI BANZAICarico la macchina come una molla tesa e alle 11.00

chiamo Raimondo, mi dice che oggi potrebbe essere

“la giornata perfetta” e che oltre a fare dell’ottimo

windsurf si potrebbe fare anche un bel reportage

fotografico!

Così, con la macchina carica, mi reco a Off The Wall,

l’onda sinistra di Banzai, Santa Marinella,

Civitavecchia.

Chiamo un mio amico, un “soul surfer” Cavallo Pazzo

e la conferma arriva anche da lui: “Quando il mare è

da ovest e tira il Maestrale, Off è lo spot giusto, vedrai

rompere quasi un albero con vento side off…

Condizioni Hawaiane!”.

LO SPOTPercorro l’Aurelia a manetta e l’unica cosa che vedo

da lontano è il sali e scendi di molte vele, sulle onde

tra il verde-blu di questo tratto di costa. Giro a

sinistra, alla fine della stradina sterrata che porta

sullo spot c’è il mare. Il benvenuto me lo dà

l’avvocato surfista Renato Vitale con un Aerial

staccato sulla bolla con un timing perfetto. Vedo

sopravvento, la Blade rossa piena di sponsor di Ray

e la Naish di Cerebelli, al largo a caccia delle onde

più grandi!

Ne arrivano in set da tre, impressionanti, potenti,

pronte per farti divertire domandole con Bottom e

Cut Back radicali, ma anche pronte a colpirti e

sbatterti in acqua vicino alle rocce se hai un timing

sbagliato… Raggiungono sicuramente i tre metri di

altezza! Capisco che oggi è troppo per una mezza

sega come me e armo la mia nuova 50D Canon con il

mio 300L e inizio a scattare tra una folla di curiosi

accorsi sulla ciottolosa riva, tra le case estive chiuse

per l’inverno.

ACTIONOltre ai già citati, ci sono in mare a spadacciare anche

tanti altri surfisti noti e meno noti come Andrea de

Cesaris, Carletto Wave, Niccolò Violati, Giordy,

Marcone, Luca Salvatore, Willy, Andrea Salce, ci sono

quasi tutti gli esponenti del migliore waveriding

laziale! E sono tutti assetati di onde… Credo e spero92

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che le foto parlino da sole, con tutto il repertorio di

manovre, pochi salti, soprattutto surfate, Cut Back

radicali, Aerial a manetta e Goiter mozzafiato vicino

alle rocce! Ma la cosa che mi ha divertito di più è stato

quando verso il tramonto, Ray è uscito dall’acqua,

entusiasta per le condizioni dicendomi: “ Hai mai visto

condizioni simili nel Lazio? Te lo anche avevo detto!”.

Poi mi ha chiesto come sono venute le foto. Gli ho

risposto che di lui avevo ancora poco perché era

rimasto sopravvento nella zona dove rompevano le

onde più grosse ma era assolutamente in contro sole,

e io che sono un perfezionista non scatto contro sole!

Determinato e concentrato si ricarica con una

RedBull e mi dice: “Va bene qui davanti?”. “ Qui? Qui è

ok!” rispondo io, “Allora io rientro e tu scatta”. Entra

in acqua come una furia, i capelli lunghi

accompagnano il movimento del corpo su tutte le

slashate, 3 Bottom su ogni onda, la sua Starboard

Twinzer passa più tempo con le pinne fuori che in

acqua, il monofilm rinforzato e specchiato della sua

Severne riflette il sole sul suo viso tra Goiter e Back

stellari, sembra la heat di una gara, contro se stesso!

Alla fine il risultato delle foto lo vedete da questo

articolo! A dare il meglio di sé anche molti altri rider

laziali che si presentano solo nelle grandi occasioni di

uscite wave come questa! 93

L’avvocato Renato Vitale in Aerial a Off The Wall,quando le condizioni sono buone lui c’è!

Nicolò Violati in azione sulle onde laziali.

Raimondo in Bottom pronto ad attaccare il lip.

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SUNSETÈ arrivato il tramonto, il vento rinforza ancora, rientra

Violati che con la sua 99 pettina le ultime onde, ma “la

giornata perfetta” è terminata. È finita unendo

condizioni rare ad atleti abituati a surfarsi le onde più

belle del pianeta, è finita con quasi 1000 foto fatte, è

finita con il parere unanime di tutti che quest anno ci

sta regalando delle condizioni perfette, due volte a

settimana, prima o dopo i pasti come le migliori cure

contro ogni male!

INFO• COME ARRIVARE

Distanza da Roma Nord circa 40 minuti.

Percorrendo l’Aurelia da Roma in direzione nord si

prende l’autostrada a Torreimpietra in direzione

Civitavecchia. Uscire dall’autostrada a S.Marinella-

S.Severa, proseguire sull’Aurelia in direzione nord

(per S.Marinella) e continuare per un chilometro.

Sulla destra ci sono una serie di cancelli di accesso a

strade private, prendetene una e vi ritroverete

davanti allo spot (al km 55. dell'Aurelia).

• LO SPOT

Off The Wall è tra gli spot laziali, insieme a Banzai e

pochi altri, che più si avvicina alle condizioni

d’oltreoceano. Le condizioni migliori sono con il

Ponente/Maestrale. Le onde, sia destre che sinistre,

sono di buona qualità, lunghe e potenti, raggiungono

in breve tempo altezze divertenti, e si riescono a

surfare bene fino ad altezze superiori ai tre metri.

L’entrata è impegnativa a causa del fondale basso e

roccioso, unita alla presenza di alcuni ricci marini sul

fondale, si consiglia quindi l’uso dei calzari.

Lo spot in condizioni di onda superiore ai 2 metri, è

indicato solo agli esperti e sconsigliato ai principianti

o al surfista medio.

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Un’entrata radicale per Raimondo.Sotto i piedi ha un twinzer!!!

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