funboard 124
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Il più prestigioso mensile italiano di windsurf.TRANSCRIPT
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ANNO XV - NUMERO 124LUGLIO 2009
DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]
REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]
ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]
GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]
IN REDAZIONEMichele Ivaldi • [email protected] Melloni • [email protected] de Letteriis • [email protected]
FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi:John Benamati, Fabio Calò, Michele Cicerone, Valentina Crugnola, Sylvain
Demercastel, Niels Patrick Geisselbrecht, Robert Hofmann, Massimo
Mannucci, Scott McKercher, Mattia Pedrani, Simone Pierini, Jason Polakow,
Francesco Prati, Matt Pritchard, Emiliano Ridolfini, Tine Slabe, Ross Williams.
immagini: John Carter, Sylvain Demercastel, Remi Duffour, FotoFiore, Alberto
Guglielmi, Jacqueline Herrmann, Thorsten Indra, Sebastien Joffard, Sjaak
van der Linden, Giordano Masala, Liz Metcalfe, Valerio Pedrani,
Photodingo.com, Axel Reese, Kerstin Reiger, Darrell Wong, Simone Vellekoop.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it
AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]
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ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234
STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
>ECCETERA
Dedichiamo la cover di questo numero ad una dellenovità 2010 più chiacchierate di questo periodo, latavola di serie con 4 pinne di Starboard, il Quad. Il riderin volo è un forte atleta francese, Cyril Moussilmani, diMarsiglia, ottimo racer e waver.
RIDER Cyril Moussilmani | PLACE Hookipa
MOVE Jump One Hand | FOTO DI John Carter
Siamo entrati nel pieno della stagione agonistica, e ovunque mi giri vedo gare portate a termine.
Alberto Menegatti ha appena vinto la tappa unica del circuito italiano slalom (ma come una sola
tappa…?) ed è diventato Campione Italiano 2009, come lo era l’anno scorso, confermando la sua
superiorità in termini di velocità. La bellissima Sardegna è stata sede in questo ventoso mese di
giugno di diversi eventi, come l’European Freestyle Pro Tour, il Campionato Juniores, il Capo del
Capo e i Campionati Mondiali Giovanili di Freestyle. Ci sono state poi le numerose regate AICW,
le gare di velocità e di salti al Lago di Garda; insomma un gran numero di competizioni e tutte
in Italia. Tutto questo non può che farmi pensare che il nostro sport, il windsurf, è vivo più che
mai, al di là del mercato un po’ in calo, da questo fermento un sentimento di fiducia ci deve
allietare. Poi ci sono anche loro, le giovani leve, che confermano ancora una volta che questo
sentimento deve essere forte. In ogni classifica che guardo vedo dei nuovi appassionati,
ragazzini che stanno scalando le classifiche e si incitano a vicenda ad alzare il livello, in
qualunque campo e settore. Dal PWA con Matteo Iacchino e Malte Reuscher, giovanissimi e già
in grado di fare bene nelle gare slalom a Mattia Fabrizi, fresco Campione Italiano Freestyle
Juniores, ancora minorenne ma che in acqua spacca già alla grande. Oppure il quattordicenne
Nicholas Slijk che ha ottenuto uno splendido podio alla Shaka Bump&Jump in mezzo a tante
gente con molta più esperienza di lui. L’età media dei windsurfisti negli ultimi anni si è
notevolmente abbassata, e questo mi riempie di gioia, come mi fa sorridere trovarmi sulla
spiaggia della Coluccia in Sardegna durante la recente tappa dell’EFPT, ammirare i ragazzi in
acqua e non conoscerne nemmeno uno, perché fino all’altro giorno erano ancora dei poppanti,
e trovarmi Andre Paskowski di fianco che mi dice che è rimasto solo lui della “vecchia guardia”,
e ha solo 27 anni! Tutto questo mi dà speranza per il futuro del windsurf.
Fabio I-720
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Prendete un bel po’ di gioia di vivere, un perenne
sorriso, una contagiosa allegria, tanta profonda e
sincera generosità, un amore irrefrenabile per il
mare e, proprio come il mare, mettetegli due occhi
azzurrissimi. Infine provate a dargli un nome.
Davide Beverino. Per chi lo conosceva bene è facile
tracciare un ricordo di lui che abbia questi tratti.
Ma questo era Davide.
I tratti della semplicità, della disponibilità verso il
prossimo, amici ed avversari di turno,
dell’attaccamento ad Andrea, a mamma Loredana e
a papà Roberto, alla sua famiglia, e ai suoi valori.
Erano i suoi tratti.
Davide infondeva in tutti coloro che lo circondavano
una sana allegria, trasmetteva a chi lo conosceva un
entusiasmo vivo, verso qualsiasi cosa facesse o
avesse intenzione di fare.
Quella risata fragorosa, quelle idee a volte geniali, a
volte strampalate, a volte davvero improponibili,
sono i più bei ricordi che ci ha lasciato.
Noi “elbani” eravamo contenti di averlo accolto nel
nostro gruppo, con un’amicizia forte e sincera
dettata forse anche da quella comune propensione
all’allegria, alla misurata follia, al fare gruppo e al
“chissenefrega com’è andata la regata l’importante
è stare insieme e divertirsi” (tanto lui comunque
avrebbe vinto).
Ci piaceva stare a sentire i suoi consigli, le sue
strategie di gara, le sue idee per migliorarsi e
migliorarci, a volte anche i suoi rimproveri (ricordo
le memorabili litigate per montare sempre e
comunque tutto il materiale stazzato o che avevamo
a disposizione, oppure per cercare la giusta
concentrazione prima di ogni prova).
Per i giovani era un esempio, un campione da
emulare.
E da fortissimo atleta quale era, si trasformava in un
maniaco della preparazione tecnica e atletica, e
prima di ogni gara era davvero difficile distogliere la
sua attenzione da quella che, come sempre, sarebbe
stata per lui una prova da vincere.
Perché Davide il mare lo conosceva davvero,
conosceva il modo migliore per regatare, in ogni
condizione di vento.
Proprio il mare ci ha regalato il suo sorriso e la sua
amicizia, una profonda amicizia che proseguiva fuori
dai campi di regata, nei progetti di lavoro, nelle
vacanze e paradossalmente, quasi come una beffa
del destino, proprio il mare ha voluto riprendersi
tutto.
Ha voluto riprendersi quel disordinatissimo furgone
blu, durante uno di quegli interminabili viaggi per
raggiungere i campi di gara, in estate senza aria
condizionata e in inverno col riscaldamento rotto, le
memorabili mangiate di carne o di pesce e poi le
“battaglie” per chi mostrava il fisico meno
“ciccione”.
Si è ripreso le sudate in palestra, le dormite
chiudendolo da solo in una stanza perché russava –
e poi dava la colpa agli altri -, si è ripreso un famoso
viaggio con Emanuele (Arciprete), bevendo thè
freddo, per poi scoprire che non era proprio thè… E
ancora il testa o croce per chi doveva scegliere la
mora e chi la bionda, prima di tornare con Marta, il
suo primo, unico e vero grande amore di sempre.
E come ci ha detto proprio Marta, ci piace pensare
che forse in cielo avevano bisogno di un angelo
speciale per proteggere noi quaggiù: e Qualcuno ha
pensato a Davide.
E lassù ci piace immaginarlo anche oggi, in una
bellissima giornata di mare a Chiessi, Isola d’Elba,
che insieme alla sua Sardegna amava tanto, mentre,
per la tappa inaugurale del Campionato Toscano di
Formula Windsurfing, si prende gioco di noi poveri
regatanti, lasciandoci in attesa del vento.
E ci piace immaginarlo ancora così, con il suo
impeccabile stile e la sua bellissima andatura…
Con il vento nelle mani…
Ci mancherai tantissimo
Ciao Davide.
©fo
tofio
re/C
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SEATEX REPAIR CENTER, TORBOLEDa quest’anno lo storico laboratorio Seatex di Torbole sul Garda, oltre al servizio
di riparazione vele windsurf e kite, tavole, grippaggio boma e nose protection,
offre anche il servizio di riparazione e produzione mute e accessori in neoprene.
Accanto a Seatexsails di Luca Gavioli e Seatexboards di Andrea Pagan, ora c’è
anche Mermaid di Rita Unterhauser, nel settore della produzione mute da oltre
trent’anni. Seatex è anche surf-shop, tutto per il rig e garantisce il servizio
spedizione in tutta Italia. Seatex Repair Center - Via Strada Granda n. 87 – 38069
Torbole sul Garda (Tn).
Seatexsails:
mobile +39.335.5274455;
Fax +39.0464.506050.
Mermaid: mobile +39.338.2084628;
Fax +39.0464.506050
www.seatexsails.com
Seatexboards:
mobile +39.347.7274782;
+39.0464.548178
www.seatexboards.com
NOVITA’ DA TECNO LIMITSDal 2009 i modelli XTR180 e XTR200 diametro 30 sono stati sostituiti dai più
moderni XTRPRO nelle misure 180, 200 e 220 con diametro 28. Per chi fosse
interessato, ricordiamo anche il Race 250-310. Pertanto i prezzi esposti sul
catalogo Surfing non corrispondono al nuovo modello.
I prezzi corretti sono:
XTRPRO180: euro 760.00
XTRPRO200: euro 780.00
XTRPRO220: euro 800.00
XTRPRO250: euro 860.0018
KITE SEGNANANovità assoluta per la stagione 2009 al SurfSegnana: il Kite! Da quest'anno
infatti il centro di Marco Segnana di Torbole sul Lago di Garda, offre ai
propri clienti anche la possibilità di effettuare corsi e noleggi per il Kite, con
l'esclusiva e professionale assistenza di istruttori IKO, e con l'ausilio di una
nuova barca KiteSegnana studia e progettata appositamente per migliorare
il trasporto, lancio e recupero dei kiter.
Diversificate e complete come al solito le offerte del SurfSegnana per il kite:
partendo dal corso prova (in land – a terra) del 1° livello, con 2 ore e mezza
di lezione al costo di 60 Euro; oppure con la lezione normale in acqua, con il
supporto della barca, per il lancio, assistenza e recupero, di 3 ore e mezza
al costo di 95 Euro. C'è anche la possibilità di acquistare i famosi pacchetti
by SurfSegnana come 3 lezioni (escluso il corso prova) da 3 ore mezza
ciascuna suddivise in 3 giorni al costo di 270 Euro. Coloro invece che sono
già dei kiter provetti e non hanno bisogno del corso ma vogliono divertirsi
sfruttando la famosa Ora del Lago di Garda, il vento termico da Sud del
pomeriggio, oppure il fresco Peler del mattino, Il SurfSegnana mette a
disposizione la “kite-barca” per il lift assistito (supporto continuo della
barca), il tutto ad un costo di 35 Euro. E per finire c'è anche la possibilità di
noleggiare presso il SurfSegnana le nuovissime ali Passion della RRD e le
tavole kite RRD. Il costo del lift assistito (2 ore) più il noleggio è di 65 Euro.
Per maggiori informazioni e per prenotarvi il vostro corso kite potete
contattare tutti i giorni dalle 8.30 alle 18.30 la segreteria del SurfSegnana al
0464.50 5963 (3 linee), oppure mandare una e-mail a [email protected], o
anche visitare il sito www.surfsegnana.itNUOVO CENTRO STARBOARDA MONDELLO, PALERMONella meravigliosa baia di Mondello è stato aperto per il secondo anno consecutivo
il centro Starboard/Simmer/Quiksilver di Giangaspare Carta e Riccardo Belli. A
disposizione di tutti i surfisti tanto materiale appena spacchettato, tavole
Starboard, vele Simmer dalla 1,5 alla 8,2 mq. e mute Quiksilver. Tra le particolarità
della scuola c’è la possibilità di provare l’ebbrezza di navigare in due sulla stessa
tavola con il tandem Gemini, tavola meravigliosa per l’apprendimento super rapido
con il vostro istruttore di fiducia, ma anche una tavola velocissima, pensate sono
stati toccati i 27 nodi in due sulla stessa tavola! Altra particolarità della nuova
scuola, nelle giornate di calma saranno a disposizione i nuovissimi Padule Board
Starboard, che con soli 20 cm. d’onda fanno provare l’ebbrezza del surf. Corsi di
tutti i tipi e per tutte le età, personalizzati secondo ogni minima esigenza, e
noleggio con possibilità di abbonamenti anche stagionali. Il golfo di Mondello,
conosciuto in tutto il mondo per il mare meraviglioso, facilmente raggiungibile
anche dal centro città, si trova infatti a soli 5 km. dal centro di Palermo ed è l’ideale
quindi per una splendida vacanza sportivo-culturale. Soffia molto spesso una bella
brezza termica da est dai 10 ai 15 nodi e non è rara qualche bella ponentata oltre
i 20 nodi. La scuola si trova c/o il Cubino Del Mare in viale regina Elena 95.
Tel 091.455530. Per qualsiasi info: Giangaspare, tel: 329.4935571; Riccardo,
tel: 388.1293333; e-mail: [email protected]
DROPS NEWSGIORGIO GIORGI CON DROPSLa squadra di Italiani che porteranno in alto il vessillo del marchio Drops si allarga nella categoria racing. Mentre Francisco
Porcella continua a mietere risultati eccellenti in wave la squadra racing si avvantaggia dell’esperienza del forte atleta
Giorgio Giorgi. I nuovi Kranz sono arrivati a Giorgio, il quale dopo averli pesati ha constato una leggerezza estrema delle
tavole, una differenza di ben un chilo in meno di qualsiasi tavola della concorrenza. In acqua le prime impressioni hanno
comunicato un’estrema rigidità e reattività delle tavole. In attesa di due nuovi modelli più piccoli da 110 e 100 litri, Giorgio si
sta allenando con i due Kranz da 85 e 75 litri.
SUP IN MONTAGNA PER PATRICECosa ne pensereste di una bella vacanza in montagna in estate? Se questa frase ha inorridito qualsiasi surfista fino ad oggi,
guardate cosa è riuscito a fare il grande Patrice Guènolè, trasformando in una divertentissima avventura l’incubo di molti
di noi. Armato di un fiammante 12 piedi Drops ha attraversato un pezzo di bosco per poi scendere per un torrente di
montagna. L’esperienza è risultata estremamente divertente tanto da far promettere ad altre avventure simili, magari
ancora più lunghe ed estreme. Un modo inedito per surfare in alta quota, un’esperienza che potrebbe piacere anche noi.
DROPS 8’10, IL SEGRETO DEL VOLUMEIl sup più veloce e radicale della gamma Drops, galleggia magicamente sotto il peso di un gigante da oltre 100 kg. Le
sorprendenti performance della tavola sono state testimoniate in una uscita fatta con poca onda da Patrice che ha dichiarato
di essere riuscito a conciliare equilibrio e reattività grazie ad una riuscitissima distribuzione delle forme e dei volumi. Il
piccolo furios ha infatti un volume ragguardevole, ben 138 litri concentrati in soli 270 cm di lunghezza e 73,5 cm di larghezza.
Le dimensioni infatti tradiscono il reale volume della tavola che si rivela solo in condizioni critiche.
Se pensavate che il piccolo di casa Drops fosse troppo estremo per voi resterete sorpresi, provare per credere. Per info:
Drops Board; tel.: +39.075.841542; fax: +39.075.841477; www.drops.net
SURFSEGNANA & VOLVO FOR LIFEL’ormai consolidato accordo tra SurfSegnana e Volvo Italia continua, per il quinto anno consecutivo, all’insegna del comfort e della sicurezza su strada. Lo slogan
“Volvo for life” della famosa casa automobilistica svedese è decisamente azzeccato per una realtà dinamica e ricca di costanti iniziative come SurfSegnana! E per
abbinare l’emozione delle vostre uscite sul lago
ad un test drive Volvo basterà contattare la
Segreteria SurfSegnana e prenotare una prova
scegliendo magari la sportiva C30, l’auto adatta
agli spiriti che vogliono essere liberi di
esprimersi, o la V50, station wagon compatta, o
ancora la rivisitata XC70, station wagon
elegante e possente che grazie alla sua trazione
integrale vi permetterà di raggiungere gli spot
più selvaggi, oppure la nuovissima XC60, il
modello in dotazione al SurfSegnana, la nuova
crossover Volvo con City Safety di serie,
l'innovativo sistema che frena l'auto per
evitare collisioni a basse velocità. Contattate la
segreteria SurfSegnana per ogni informazione
su questa iniziativa o per saperne di più sui
convenientissimi pacchetti tutto compreso
“Blue Week” e “Week End” a partire
rispettivamente da soli 299 Euro e 169 Euro.
Info: SurfSegnana – Foci del Sarca
38069 Torbole sul Garda (TN)
www.surfsegnana.it - [email protected]
Tel. 0464-505963 – www.volvocars.it
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VASCO RENNA ONLINE È in linea il nuovissimo sito del Vasco Renna Professional Surf Center. Con un solo clic
potrai avere tutte le info sui servizi, le novità, i last minute, le offerte, le news, gli eventi,
i video, la web cam e, novità assoluta, il tuo preventivo on line per la tua vacanza
windsurf. Potrai così scegliere tra diverse soluzioni di soggiorno in hotel o
appartamento e avere subito, in linea sul tuo computer, il preventivo della tua vacanza.
Inoltre il Vasco Renna Professional Surf Center ha aperto anche una finestra su
facebook a cui puoi accedere direttamente dal sito. Quindi se vuoi il windsurf dentro
casa non dimenticare di fare un bordo nel sito di Vasco. Per info: Vasco Renna
Professional Surf Center – Parco Pavese, 1 – 38069 Torbole sul Garda (TN) – Tel.
0464/505993 – Fax 0464/ 506254; E-mail: [email protected] - www.vascorenna.com.
BIC, BACK TO THE “BEACH”Per rispondere alla sempre crescente domanda di tavole da scuola durature
ed economiche, e soprattutto a seguito della discontinuità del marchio HiFly,
Bic windsurf sta ora lavorando su una nuova gamma di tavole da scuola per il
2010 chiamata “Beach”. Le tavole della nuova gamma inizieranno ad uscire sul
mercato da fine 2009 con la prospettiva di completare l’intera collezione per
la primavera 2010. La gamma “Beach” sarà un innovativo mix tecnologico Bic
Sport in grado di offrire un prodotto che sia allo stesso tempo duraturo ed
economico. Lo strato esterno della tavola sarà in Polietilene, simile a quello
utilizzato per i Kayak Bic e già testato in termini di solidità. L’interno della
tavola prenderà invece spunto dalla tecnologia solida e leggera della gamma
Bic Surf in ASA. Bic Windsurf ha una storia di oltre 30 anni nell’ambito delle
tavole scuola per principianti e pertanto è fiduciosa che il prodotto finale avrà
uno standard di qualità che il mercato delle scuole di windsurf aspetta da
anni. Bic Sport:Tel. 3395256730 / 3389142827. Info [email protected]
CAMPIONE TO PRA – LONG DISTANCESabato 19 luglio ci sarà la terza edizione della Long Distance Campione-Pra organizzata
dall’associazione Windsurf Garda Lake. La gara consiste nel partire dalla spiaggia di
Campione del Garda ed arrivare fino al famoso spot del Pra, non ci sono boe, ne
percorsi, e vale tutto, rimanendo comunque sulla propria tavola. Vince chi arriva per
primo sulla spiaggia del Pra. Verranno premiate due categorie, una per i rider che
utilizzeranno vele superiori alla 6.0, e una per le vele inferiori alla 6.0. Lo skipper’s
meeting è per sabato 19 luglio in spiaggia a Campione.
Per info: www.windsurfer.it
Fabio Calò, ITA 720, entra da questo mese ufficialmente nel team Fox. L’azienda americana, leader nel settore
del motocross con accessori ed abbigliamento, ha trovato nella persona di Fabio il giusto rider per
diffondere il marchio anche nell’ambito del windsurf. Infatti da sempre Fabio è uno specialista del freestyle
ma anche un vero amante delle onde e dei salti, e continua ad allenarsi molto nel wave scegliendo di
passare gli inverni a surfare le onde piuttosto che manovrare nel chop.
Dagli ultimi risultati ottenuti (II nella supersession RedBull Ramp in Sardegna, e II alla Shaka Bump&Jump
sul Lago di Garda), Fabio si sta
dimostrando uno dei migliori
saltatori italiani e il Team Fox gli
augura di volare sempre più alto.
Fabio a proposito della sua nuova
sponsorizzazione dice: “Sono
molto contento di poter
collaborare con Fox,
l’abbigliamento è tecnico,
aggressivo e colorato, come
piace a me. La collezione Fox è
completa e varia con t-shirt, felpe,
boardshort, cappellini, infradito e
pure scarpe, c’è l’imbarazzo della
scelta! Sono sicuro che questo
marchio ben presto entrerà
anche nello style dei windsurfisti,
come lo è già saldamente in altri
board sport come lo skate e il
surf. Per tutto questo ringrazio
Edmondo, manager Fox Italia, con
cui spero di instaurare una
duratura collaborazione.”
DOMANI PLANO ANCHE IO…FORSE EDIZIONE 2009, IL REPORT Grande successo per il corso principianti organizzato da iParassiti.com Asd che per il quarto anno
consecutivo hanno organizzato un week end dedicato a chi non è mai salito su una tavola da windsurf o ai
principianti che vogliono migliorare la loro tecnica per avvicinarsi alla loro prima planata. Cinquanta adulti
e ben 12 under 10 si sono quindi ritrovati sul magnifico prato di SurfSegnana alle Foci del Sarca a Torbole.
Un nutrito staff composto da ben 12 ParaIstruttori si è messo a disposizione del gruppone di nuovi associati
che ha accettato la sfida. Lezioni teoriche e prove pratiche in acqua sono stati intercalati da momenti di
svago e divertimento tra aperitivi, party al sabato sera e momenti di aggregazione in un clima festoso in cui
sono stati coinvolti accompagnatori, mogli, fidanzate, mamme e papà dei partecipanti. Neppure il previsto
mal tempo è riuscito a fermare l’iniziativa che fortunatamente è stata bagnata solo da poche gocce d’acqua.
Il direttivo dell’associazione sportiva dilettantistica è rimasto molto soddisfatto dal successo dell’iniziativa
puntualizzando che eventi di questo genere fanno bene al windsurf e alla sua promozione: “È del grande
pubblico e di nuove leve che ha bisogno il nostro nobile sport!” ha dichiarato nel saluto conclusivo il
presidente. Un grande grazie va a SurfSegnana che anche quest’anno ha supportato, e sopportato,
l’iniziativa. Un altro alle aziende supporter de iParassiti.com: 100-One, MacCom, Nuova Garda, Ssito e
Surfplanet senza il cui contributo l’associazione difficilmente potrebbe operare… Senza poi dimenticare la
vasta schiera di Parassiti che si è adoperato nell’organizzazione di un evento per nuovi Fan’s di
Funboard!Per info: wwwiparassiti.com
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FOX SCEGLIE FABIO CALO’
BIC SURF JUNGLE, SUP
Che sia per scivolare su acqua calme o per surfare onde gigantesche, la nuova
Stand Up Jungle permette di godere al massimo di una sensazione del tutto
nuova per il surf, facile da imparare. Sulla Stand up è possibile surfare grandi
onde, rimanendo alti sull’acqua e questo significa poter vedere subito le onde,
molto più facilmente di quando si è sdraiati sulla tavola. La nuova Jungle è
stata progettata per permette di divertirsi sia con onde sia con la calma
piatta. Lo shape rappresenta un eccellente compromesso tra manovrabilità e
stabilità. Il suo volume considerevole permettere un veloce take-off, anche con
pochissima onda. La sua forma influenzata particolarmente dal surf, con un
kick posteriore piuttosto grande ed un lift accentuato, permette un’eccellente
manovrabilità per le sue dimensioni. Con la sua larghezza limitata, anche il
paddling è semplice, indipendentemente dalla propria corporatura.
Istantaneo divertimento per tutti! Per info: www.bicsport.com
MISTRAL WINDSURFING CAMBIA PROPRIETA’
Come è già stato comunicato lo scorso anno, il gruppo Boards&More, di
proprietà di Airesis SA Svizzera, ha venduto il marchio Mistral di Mistral
International con sede in Olanda. Mistral International è guidata da Mr. Ado
Huisman, manager Mistral-Textile in Europa. Boards&More ha continuato il
suo windsurf business con il marchio Mistral. Dopo la negoziazione degli
ultimi mesi, si è deciso che Mistral International lavorerà con una nuova
licenza per Mistral Windsurfing, a partire dalla collezione 2010. La nuova
licenza è stata acquistata da Anders Bringdal, il famoso e conosciuto
windsurfer.
CERCO IL VENTO… PER FOTOGRAFARLO
Prima mostra personale fotografica e di audiovisivi di Cataldo Albano. Con la
collaborazione del Circolo Surf Torbole esporrà dal 11 al 13 settembre presso i
locali del Circolo durante la manifestazione annuale SURFESTIVAL. Con la
collaborazione del Circolo Ufficiali di Verona esporrà dal 29 settembre all’11
ottobre in Castelvecchio sede del Circolo. Contenuti: saranno esposte 36 stampe e
su tre monitor in Full HD audiovisivi (video e presentazioni fotografiche) attinenti
lo sport della vela. La
mostra avrà la preziosa
collaborazione per il design
e il corredo coreografico
della “Società della Forma”
che all’esterno e all’interno
della Mostra presenterà
“Graffiti” attinenti al tema.
In entrambe le sedi di
esposizione sabato 12
settembre per Torbole e
venerdì 2 ottobre a Verona i
Writers della Società della
Forma cureranno una Live
Performance. Sempre il 2
ottobre nella sede del
Circolo Ufficiali
contribuiranno alla serata
live anche due palestre di
danza Hipop e un gruppo
musicale.
Per il 2010 Maui Sails introduce una
nuova vela speciale, in Technora (sia nei
pannelli che nelle tasche delle stecche),
ulta leggera, espressamente dedicata al
wave nelle condizioni di vento leggero, la
Ghost xt. Il nome dice già tutto, una vela
manovrabile, compatta, maneggevole e
che trasmette un feeling davvero leggero
con una buona potenza per le session
wave light wind. Il co-designer Art
Szpunar commenta questa nuova vela:
“Dopo aver utilizzato il Technora nella
nostra serie XT per le vele da race negli
ultimi due anni constatando l’eccellente
combinazione tra leggerezza e una buona
resistenza, non siamo resistiti alla
tentazione di creare qualche prototipo
per il wave. Ho iniziato ad usare una 5.3
Ghost XT con onde grandi e vento leggero
durante lo scorso inverno, e me ne sono
innamorato!”.
La Ghost XT è la vela perfetta per i giorni
di vento leggero per un waveriding
“smooth”, sarà disponibile nelle misure
5.0, 5.3, 5.7 e 6.1.
Per info: www.mauisails.com; White Reef,
tel: 0547.22756.
Size Mast IMCS Luff Head ext. Downhaul Boom
5,0 400 19 419 - 19 168
5,3 400 19 429 - 29 175
5,7 430 21 443 - 13 183
6,1 430 21 455 - 25 191
6,7 460 25 467 - 7 202
MAUI SAILS GHOSTxt 2010
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Mau
i Sai
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Il team di ricerca e sviluppo di Starboard arriva sempre per primo, cercando di creare
reali nuove emozioni che sono alla base dello sviluppo del windsurf verso nuove
prestazioni. Il team Starboard, capitanato da Scott McKercher, ha iniziato a sviluppare
i Quad circa due anni fa, notando subito l’istantaneo miglioramento del waveriding dei
vari rider che utilizzavano queste tavole innovative. Come ama definire Scott, lo sviluppo
del Twin Fin degli ultimi anni è stato “ una grande variazione del tema”, ma il Quad
fornisce una reale differenza, basta metterlo sotto i piedi per capire immediatamente
di cosa si sta parlando. Il nuovo Quad di Starboard utilizza scasse Surfinz e Mini Tuttle,
questo per garantire lo stesso peso di una tavola single fin normale con la scassa US.
Mentre per la versione convertibile, utilizzabile anche con una sola pinna, la tavola avrà
lo stesso peso dei twinzer. Chiediamo ora direttamente a Scott McKercher qualche
informazione in più su queste nuove tavole.
Da dove è nata l’idea del Quad?
Scott McKercher: “Nell’industria del surf da onda, le tavole a quattro pinne o Quads,
hanno avuto una piccola resurrezione, e con il lavoro di sviluppo fatto sulle tavole da
stand up paddle, abbiamo sperimentato un po’ di combinazioni inusuali che però danno
sensazioni spettacolari. Il commento che mi ha particolarmente intrigato è stato quello
di Kelly Slater, la cui sperimentazione con le quads è stata ampiamente pubblicizzata,
che affermava che erano più maneggevoli anche alle alte velocità e mantenevano la
spinta anche disegnando curve più lunghe. Il commento sulle “curve più lunghe” mi ha
colpito particolarmente, specialmente vedendo i risultati ottenuti dopo vari test con la
configurazione a tre pinne. Il TriFin ha degli aspetti positivi, tra cui un’accelerazione
esplosiva sia in partenza che in curva con onda piccola, ma poi diventavano difficili da
gestire con onde più formate e potenti, tracciando linee più lunghe.
Perché Quad windsurfing?
L’aspetto che io reputo mancante nelle tavole da windsurf è quello di produrre
portanza, spinta ed accelerazione mediante le pinne, come per le tavole da surf da
onda. I single ed i twin sono stati introdotti puramente per gestire la velocità e la curva,
ma non per produrre portanza e proiezione. Questi nuovi Quads che abbiamo realizzato,
invece, consegnano il perfetto mix tra curve pulite e lunghe quando necessario ed
accelerazione fulmina con la poppa che fa scoppiare il lip con curve strette sui rails.
Come avete sviluppato la tavola Quad per il windsur?
Ovviamente, non ci siamo arrivati al primo colpo. Abbiamo provato ogni possibile
combinazione per quanto riguarda la posizione delle pinne, le dimensioni e le forme,
con risultati sempre diversi e più o meno soddisfacenti. Per certi aspetti alcune
erano perfette, mentre scarse per altri e così via. Ho poi provato, quasi per scherzo,
a mettere un altro set di pinne davanti ad esse e, sebbene fossi scettico, sono
rimasto esterrefatto dalla sensazione. Ho quindi giocherellato un po’ con la
dimensione delle pinne posteriori, che regola in maniera critica la troppo poca o
troppa manovrabilità della tavola.
Cosa si prova quando la si usa, anche in andatura?
Si potrebbe pensare che con così tante pinne ci sia troppo attrito in acqua quando
si plana in linea retta, ma effettivamente, è l’esatto contrario! Alle basse velocità, c’è
così tanta superficie di appoggio delle pinne che la partenza in planata della tavola
è notevolmente anticipata. Ciò offre anche impressionanti capacità di risalita
sopravento quasi come se si fosse sulle rotaie, che può sembrare strano dato che
le pinne sono comunque corte.
Com’è la surfata?
In condizioni non perfette, dove magari bisogna anche schivare sezioni collassate
dell’onda, l’accelerazione che si ottiene applicando una piccola pressione sul rail è
davvero fenomenale, e ciò rende il waveriding accessibile anche ai riders meno esperti,
che non devono più preoccuparsi come prima di mantenere e generare velocità
utilizzando tecniche precise. Semplicemente, va dove tu vuoi mandarla, senza la minima
difficoltà. Quello che adoro di queste tavole è la risposta immediata, accelerazione e
spinta che si mantengono vive durante tutta la curva, con una sensazione di essere
molto più vicini alla potenza dell’onda. Ovviamente però si riesce a far partire le pinne
in ogni momento si voglia far uno slash sulla parete dell’onda. Ho cominciato a testare
i quad a Margaret River, uno spot in cui è necessaria un sacco di spinta per arrivare in
cima all’onda con vento sideshore. La tavola poi deve anche riuscire a mantenere
un’ottima velocità anche con vento sideoff, senza però diventare difficile da controllare.
L’ho provata in tutte le condizioni e l’ho sempre adorata. Gnaraloo è anche un ottimo
spot per testare le tavole in quanto le onde sono lunghe e si possono fare molti turns,
capendo bene cosa funzioni e cosa debba essere sistemato, per poi non parlare delle
diverse condizioni a seconda della parte del reef che viene surfata. Geraldton è stato
poi lo spot ideale per testare con condizioni di vento side onshore con onda piccola, ed
ancora una volta le tavole sono state impressionanti. Siamo praticamente riusciti a
trovare una combinazione che si adatta ad ogni livello del waverider, da principiante ad
esperto, e che da il meglio in ogni condizione immaginabile!
• programma di utilizzo: wave • importatore:Link Distribution, 0362.337568
• shaper: Tiesda You • website: www.star-board.com
24
STARBOARD QUAD 2010
QUAD 66misure: 223 cm x 53 cm x 66 ltsail range: da 2.3 a 4.7
QUAD 70misure: 229 cm x 55.5 cm x 70 ltsail range: da 3.0 a 5.0
QUAD 74misure: 228 cm x 57.5 cm x 74 ltsail range: da 3.5 a 5.5
QUAD 80misure: 233 cm x 58 cm x 80 ltsail range: da 4.0 a 6.0
QUAD 87misure: 234 cm x 60.5 cm x 87 ltsail range: da 4.0 a 6.0
Starboard sorprende tutti e scommette sul Quad! La Starboard è nota per le sue idee rivoluzionarie che anticipano i tempi,come l’Evo, la tavola da Formula, l’I-Sonic, il Go, e ora arrivano le 4 pinne! Il Quad Fins sarà disponibile in due costruzioni, Woode Wood Carbon e in 5 differenti volumi: 66, 70, 74, 80 e 87. Sarà anche possibile avere il Quad convertibile, ovvero utilizzabile sia
single fin, per le session “bum&jump”, o con le 4 pinne, per un puro orientamento al waveriding.TESTO DI Scott McKercher • FOTO DI courtesy Starboard
SEVERNE - VELE WAVE 2010BLADE
Potenza, controllo e hardcore performance.S1
Leggerezza e manovrabilità.
• configurazione: 5 stecche
• programma di utilizzo: wave
• misure: 3.0/3.3/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/5.3/5.7/6.2
• designer: Ben Severne
• importatore: Link Distribution, 0362.337568
• website: www.severnesails.com
• configurazione: 5 stecche
• programma di utilizzo: wave-freestyle
• misure: 3.7/4.0/4.3/4.5/4.7/5.0/5.3/5.6/5.9/6.3
• designer: Ben Severne
• importatore: Link Distribution, 0362.337568
• website: www.severnesails.com
• rider: Scott McKercher
• spot: Hookipa, Maui
• tavole: Starboard Quad 74, 2010
• vela: Severne Blade, 2010
• foto: John Carter
La caratteristica principale di questi nuovi freeride è l’utilizzo della nuova tecnologia di
costruzione più leggera che ha permesso di aumentare enormemente il potenziale di
planate e di velocità di punta. Outline più corto e compatto, grazie ai bordi pieni da prua
a poppa. La nuova linea scoop rocker è più dritta, specialmente in corrispondenza della
zona del piede d’albero con lo scopo di migliorare l’entrata in planata e ridurre
l’impatto coi chop. La carena è caratterizzata da una V che aumenta nella zona di poppa,
caratteristica tipica delle classiche tavole freeride, che permette di ottenere una
propensione eccezionale alla carvata e grande facilità di controllo col piede posteriore.
Le strap si trovano in posizione più interna, per permettere un inserimento più
semplice dei piedi e un miglior bilanciamento, che rende molto più confortevole la
posizione in andatura e piacevole l’uscita.
• programma di utilizzo: freeride • importatore: Ricci International, 0564.455786
• shaper: Aurelio Verdi, Roberto Ricci • website: www.robertoriccidesign.com
RRD FIRERIDE W-TECH 2010La linea di tavole RRD freeride 2010 è stata completamente ridisegnata mixando sapientemente velocità e facilità di
controllo, il tutto accompagnato da una impareggiabile sensazione di accelerazione e facilità di carvata. “Plug and play”è la prima cosa che vi verrà in mente quando appoggerete i vostri piedi su una di queste tavole.
TESTO DI Ovidio Ferrari • FOTO DI courtesy RRD
FIRERIDE 125 W-TECH misure: 245 cm x 69 cm x 125 lt x 7,5 kgpinna: MFC 40 RC2 CNC G-10 (PB)sail range: da 5.4 a 7.5
FIRERIDE 135 W-TECH misure: 248 cm x 72 cm x 135 lt x 8 kgpinna: MFC 44 RC2 CNC G-10 (PB)sail range: da 6.0 a 8.5
FIRERIDE 145 W-TECH misure: 249 cm x 75 cm x 145 lt x 8,4 kgpinna: MFC 46 RC2 CNC G-10 (PB)sail range: da 6.5 a 9.0
FIRERIDE 155 W-TECH misure: 251 cm x 78 cm x 155 lt x 8,6 kgpinna: MFC 48 RC2 CNC G-10 (PB)sail range: da 7.0 a 9.3
rider: Kevin Mevissenfoto: courtesy RRD
SKATE TE 90 232cm x 60cm x 90lt Best Sail 4.0-6.6
SKATE TE 100 235cm x 63,5cm x 100lt Best Sail 4.5-7.0
SKATE TE 110 237cm x 66,5cm x 110lt Best Sail 5.0-7.5
NEW WAVE TWIN TE 72 230cm x 53,5cm x 72lt Best Sail 3.7-5.3
NEW WAVE TWIN TE 79 232cm x 55,5cm x 79lt Best Sail 4.0-5.8
NEW WAVE TWIN TE 86 234cm x 57,5cm x 86lt Best Sail 4.2-6.2
NEW WAVE TWIN TE 93 236cm x 59,5cm x 93lt Best Sail 4.5-6.6
NORTH SAILS DUKE, BlackBerry
Misure:
4.2/4.5/4.7/5.0/5.4/5.9/6.4/6.9
NORTH SAILS EGO, BlackBerry
Misure:
3.0/3.4/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/
5.3/5.6/5.9/6.3
NORTH SAILS ICE, BlackBerry
Misure:
3.4/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/5.3/5.7
FANATIC 2010
NORTH SAILS 2010
SKATE TE NEW WAVE TWIN TE
MISSION
Misure:
3.0/3.3/3.7/4.0/4.2/4.5/
4.7/5.0/5.3/5.6/6.1
BLACKTIP
Misure:
4.2/4.5/4.8/5.1/5.4/
5.7/6.0/6.4
Misure K-ONDA:
3.3/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/5.3/5.7/6.1
SIMMER 2010 CHALLENGER 2010MISSION
La classica di casa Simmer dedicata
alle condizioni wave side shore, made in
Hookipa.
BLACKTIPLa nuova vela X-Over di Simmer, ideale
per gli standard della nuova generazione
con un misto fra freestyle e wave.
K-ONDAK-Onda resta l’infaticabile Wave-Side-Extreme di casa Challenger. Un riferimento
consolidato nelle condizioni wave più estreme; stabile, neutra, affidabile, permette
di affrontare le condizioni più impegnative senza alcun timore. Maggiormente
rinforzata nei punti critici, migliorata nella visibilità “through-window” e nel
“feeling” in manovra. Costruita completamente in X-Tra colorato e di varie
grammature in base ai punti di maggior stress, semplificata nel trim, aumentata
di potenza (nelle misure più grandi per non penalizzare i rider più pesanti).
Robustezza ed affidabilità sono quindi i suoi punti di forza.
Fanatic presenta per il 2010 la sua nuova linea di tavole SUP Fly. Due anni di attenta
ricerca e approfondita analisi del background hanno data vita ai 3 nuovi shape di
Fanatic per il SUP. Progettati principalmente pensando alle prestazioni del surf, i Fly
hanno uno shape compatto con una linea rocker dedicata al waveriding, ma con la
distribuzione del volume adatto ad assicurare il divertimento anche su acqua piatta
e laghi. La possibilità di poter utilizzare anche la vela amplia a 360° l’utilizzo di questi
SUP. Due modelli sono dedicati ai rider di qualunque livello, mentre uno è più indicato
ai rider avanzati, e permetteranno di divertirsi quando il vento non è abbastanza
forte. I Fly SUP di Fanatic saranno disponibili in due costruzioni per accontentare
tutti: la robusta High Resistance Skin (HRS), oppure l’elegante versione in legno Wood
Sandwich. Entrambe le costruzioni utilizzano un comodo Softdeck no-slip pad. La
linea si completa con una vasta offerta di pagaie, dalla versione base per i
principianti (Fly Paddle “Standard”), alla versione comfort per gli intermedi (Fly
Paddle “Comfort”), alla linea top di gamma con il modello in carbonio per i rider
esperti (Fly Paddle “Carbon”). Misure: Fly 9’6”, Fly 10’0”, Fly 10’6”
Fly HRS 10’0’’ Fly WOOD 10’0’’ SUP CARBON PADDLE
FANATIC SUP FLY 2010
Rider: Andre PaskowskiFoto: John Carter
Come si usa dire: “Meglio tardi che mai!”. L’Ora ritardataria ed in malattia durante il
periodo primaverile, sta finalmente entrando con una buona intensità e consistenza,
proprio nei mesi in cui dovrebbe già cominciare a calare... Le varie perturbazioni di
bora ed i venti meridionali sull’Europa, hanno fatto impazzire il Lago di Garda,
increspandolo dalle direzioni più disparate ed inusuali. Malcesine con 30 nodi vento
e chopponi di 2 metri?! Che c’è di strano?! I bei Peler di un tempo erano spesso così...
Questo però non era Peler, ma l’esatto opposto! Il medesimo giorno, la medesima
Ora di perturbazione che ha spezzato le piante a Malcesine, ha toccato i 42 nodi in
Porfina, con uno shorebreak di circa 1.5 metri!!! Ovviamente, essendo uno scenario
inusuale, sono riuscito a farmi riprendere alcuni tricks che finiranno puntualmente
nel mio prossimo video: “Burner$ 'n' Choppers”!
Finalmente ho anche avuto un po’ di tempo per allenarmi ed ora chiudo abbastanza
bene sia le choppers, cioè le Airfunnel ad una mano, che Kono switch e normali,
quasi su entrambe le mure. Giusto in tempo per non fare proprio la figura del
pellegrino alla prima tappa di Coppa del Mondo freestyle a Lanzarote, che si svolgerà
a fine giugno.
Nel frattempo, il meteo è impazzito talmente qui al Lago che sono perfino entrate le
onde!!! Scherzi a parte, le onde non sono mancate, ma erano quelle dello Speedy che
passava avanti ed indietro davanti al Pier ed alla Conca, in occasione della Shaka
Bump&Jump. Le condizioni non sono state ideali, ma comunque l’organizzazione e
l’evento sono stati davvero impeccabili e sono anche riuscito a guadagnare una
vittoria, del tutto inaspettata, a parimerito con Fede la Croce.
Grazie ancora a Shaka per l’organizzazione, per ora è tutto dal 464.
464 on My B@cK
Peler furiosi ma soprattutto Ora forte su tutto l’Alto Lago di Garda in questo mese di giugno.Qui al lago in questo inizio d’estate non ci si può proprio lamentare per il vento, anche quando le previsionisono avverse, ecco che dal cilindro spuntano fuori giornate epiche! Come quella di sabato 6 giugno con 40
nodi in Porfina e le onde, con alcuni local e Fabio Calò che facevano salti come se fossero al mare!TESTO DI Mattia Pedrani • FOTO DI Valerio Pedrani
GIUGNO 2009
Mattia in Kono.
32
MATTIA FABRIZI VINCE L’ITALIAN FREEST YLE JUNIOR CUP La gara è giunta a coronamento ed a chiusura dell’XRay Talent Factory, lo stage
ideato e sviluppato da Raimondo Gasperini, organizzatore nonché Race Director del
campionato, con il supporto del Comune di Olbia, dell’Assessorato all’Ambiente e
dell’Assessorato allo Sport e Politiche Giovanili per la scoperta dei campioni del
futuro e la crescita del windsurf nella zona di Olbia. I vincitori si sono portati a casa
un biglietto aereo per Fortaleza, in Brasile, offerto dal Main Sponsor Air Italy. Altri
numerosi premi sono stati distribuiti a tutti i partecipanti grazie al sostegno delle
aziende di settore Starboard/Severne, Rrd che ha messo in palio una tavola Wave
Joy, JP e Gaastra con una vela Echo, NeilPryde con una vela The Fly, Naish con una
vela Ripper, oltre a Tecnolimts, Amex, Pat Love, Tabou con boma, prolunghe, trapezi
ed accessori. Un ringraziamento speciale anche alla Volkswagen che con la
concessione di un Multivan ha permesso ogni tipo di spostamento dei ragazzi per i
vari spot dell’isola ed alla Red Bull per il supporto energetico fornito ai ragazzi per
sostenere ulteriormente le proprie prestazioni in acqua. La competizione è partita
venerdì con il primo Single Elimination disputato presso la spiaggia di Coluccia,
ospiti del carismatico Stefano “Steddu” Pisciotti nella sede alternativa al campo di
regata originale di Murta Maria, vinto da Mazzocca che ha guidato la classifica
davanti a Fabrizi fino al giorno successivo approfittando di una finale con poco vento.
Il biondo romano ha scelto il lato migliore della baia che sorge a nord della Sardegna
per chiudere nove manovre pulite al cospetto delle difficoltà incontrate dal suo
avversario sul bordo sopra vento. La giornata di sabato invece è stata da brividi. Il
maestrale ha soffiato con grande violenza permettendo altre due Single Elimination
presso il centro surf Marina Maria. La prima gara ha permesso a Fabrizi di tornare
in lotta per il successo finale grazie alla vittoria ottenuta contro il radicalissimo
Fabrizio Emmanuele, autore comunque di un paio di manovre incredibili a due passi
dalla riva tra cui una Shaka potentissima. La costanza e l’esperienza del ragazzo
bresciano ha però fatto la differenza presentandolo alla terza prova in vantaggio,
frutto anche del terzo posto ottenuto da Mazzocca, sconfitto in semifinale dagli
Speed Loop dello stesso Emmanuele. Il confronto tra i due talenti più lucenti della
disciplina più estrema del windsurf si è poi materializzato con la straordinaria Heat
finale della terza prova. Il vento ha continuato a soffiare oltre i 30 nodi permettendo
a Fabrizi e Mazzocca di esprimersi al meglio. Ai Chachoo Switch del primo rispondeva
con il Funnel il secondo. Con il passare dei secondi però Fabrizi costruiva una delle
più belle session della sua breve carriera infilando 12 manovre in soli 5 minuti
lasciando a bocca aperta giuria e pubblico presente. Un urlo ha infatti
accompagnato la perfetta realizzazione del Misty Flip, uno dei trick più radicali della
giornata eseguito proprio di fronte ai giudici, del Ponch e di tutte le varianti dello
Spock. Seppur bravo Vittorio Mazzocca, autore comunque di una batteria di assoluta
qualità, ha dovuto inchinarsi alla superba prestazione del neo campione italiano
juniores. Nella finalina che ha assegnato il gradino più basso del podio Fabrizio
Emmanuele ha confermato di essere uno dei riders con più talento e coraggio in
circolazione relegando dietro di sé Jacopo Testa, sfortunato ad eseguire una
bellissima Clock fuori dal tempo di gara. Una menzione particolare va anche
riservata per l’altro siciliano Fulvio Lombardo autore con una rabbiosissima Toad,
degna del miglior Kiri Thode, della più bella manovra di tutta la competizione. Intensa
anche la gara femminile, organizzata proprio per lanciare e diffondere il freestyle tra
le donne, con la vittoria della 21enne già due volte campionessa italiana Annamaria
Zollet. La “piccola” molisana è riuscita nella Heat conclusiva ad avere la meglio sulla
temibile sarda Francesca Floris mettendo in mostra con assoluta naturalezza trick
della old school, come Duck Jibe e Body Drag, oltre al Vulkan, manovra basilare
punto di partenza per tutte le evoluzioni successive. Terza si è classificata la nordica
Eva Ciochetti che ha esaltato i presenti chiudendo per la prima volta nella sua vita
proprio il Vulkan e riuscendo a mettersi alle spalle l’aggressiva local Adriana Attardi.
Tra le categorie dei più giovani l’affermazione per gli Junior è andata a Matteo
Romeo che ha sconfitto Matteo Todeschi. Terzo stilosissimo Matteo Testa, fratello
minore di Jacopo. Nei Minim invece vittoria netta per il 12ennne Francesco Capuzzo,
giovane campioncino dal futuro già scritto scoperto e cresciuto dalla scuola XRay
Talent Factory di Raimondo Gasperini. Altro prossimo fuoriclasse allevato da “Ray”
nei Kids è stato l’11enne Andrea De Lillo che ha sconfitto il tenace Max Suchetet.
Spettacolo e grandissimo livello in Sardegna per la tappa unica dell’Italian Freestyle Junior e Women Cup (AICW e FIV) che haassegnato la vittoria per la categoria Youth maschile al 18enne Mattia Fabrizi (Starboard/Simmer) davanti al romano Vittorio
Mazzocca (Rrd) ed al siciliano Fabrizio Emmanuele (Jp/Gaastra). Alla molisana Annamaria Zollet (F2/North Sails), che hasconfitto la sarda Francesca Floris (Rrd/Simmer), va invece il gradino più alto del podio femminile.
TESTO DI Simone Pierini • FOTO DI Daniele Stanisci
ITALIAN FREESTYLE JUNIOR EWOMAN CUP, X-RAY TALENT
FACTORY - SARDEGNA
Mattia Fabrizi, Campione Italiano AICW Juniores 2009. Vittorio Mazzocca,II classificato
degli Juniores.
33
XRAY TALENT FACTORY 2009 - CONTINUA IL SUCCESSODELLA FABBRICA DI TALENTI DI RAIMONDO GASPERINI.PROSSIMA TAPPA... JERICOACOARA!Vedere un campionato nazionale di Freestyle giovanile con quasi 30 partecipanti di
cui almeno 20 nati e prodotti dall’XRay Talent Factory rappresenta in assoluto il
miglior risultato possibile ed immaginabile per il lavoro di anni messo in atto da
Raimondo Gasperini. Vedere principianti mai saliti su una tavola da windsurf
chiudere la settimana iniziando ad attaccarsi al trapezio e chiudendo la virata
elicottero in condizioni di vento leggero, ragazzi provare e riuscire a realizzare
manovre di grande difficoltà come Vulkan, Spock, Grubby, addirittura Flaka e Speed
Loop trasforma l’orgoglio in qualcosa di più, avvicinandolo quasi alla commozione. Il
tutto frutto della passione di Ray e del suo Team composto dal laziale Nicola Spadea
(Starboard/Severne), terzo nelle classifiche italiane e quinto nell’ultima tappa
italiana del campionato europeo, di Gabriele Varrucciu (Naish) che proprio insieme
a Nicola ha condiviso il piazzamento all’europeo, di Annamaria Zollet che prima di
confermarsi al vertice in Italia nella categoria femminile ha messo a disposizione le
sue conoscenze per aumentare ulteriormente il numero e le potenzialità delle
ragazze che praticano questo sport. I quattro giorni di stage si sono svolti presso il
centro surf di Marina Maria gestito da Antoine Garrucciu, spot splendido per la
pratica del freestyle grazie alle condizioni di acqua piatta e per la costante presenza
del vento termico, ad eccezione del day 3 dove il “groppone” composto dai 18 allievi
della scuola si è spostato presso il centro Sailboard di Nicola Campus sulla spiaggia
dello Squalo nella località di Pittulongu. Per l’occasione si sono svolte delle gare
interne, una di long distance ed una di trick freestyle. La premiazione finale è stata
effettuata all’interno del prestigioso Yacht Club di Olbia alla presenza dell’Asssessore
Marco Piro insieme a tutti i componenti dell’Xray Talent Factory ed agli atleti che si
sono sfidati nella Italian Freestyle Junior e Women Cup. Il miglior Rookie è stato
Francesco Capuzzo che si è aggiudicato come Mattia Fabrizi un biglietto aereo per
Fortaleza, da consumare in occasione del XRay WindJeri Windsurf Camp 2009, il
prossimo evento promosso da Raimondo Gasperini previsto da metà novembre inizio
dicembre a Jericoacoara, la “Mecca” del Windsurf. Scoperto da Raimondo Gasperini
il siciliano si è presentato in gran forma e già dopo il primo giorno ha realizzato ciò
per cui era partito alla vigilia: la Flaka, alla tenera età di 12 anni! Un fenomeno quasi
annunciato che con la sua costante presenza in acqua in qualunque condizione di
vento continua a migliorarsi a vista d’occhio. Bravissimi anche tutti gli altri a partire
da Luca Del Pero, arrivato forse tardi all’appuntamento con le competizioni ma dotato
di uno stile da molti riconosciuto come il migliore della truppa, per passare poi per
Stefano Caldarone, che nello zainetto riporterà a casa la conoscenza dello Spock e
dello Speed Loop, fino ad arrivare ai neofiti del windsurf come Felice De Ruggieri e
Gabriele Della Vedova. Il premio di miglior Attitude è andato invece a Riccardo Lapi,
per la dedizione, l’impegno e l’educazione mostrata nel corso di tutta la settimana.
Un esempio da seguire per tutti coloro che avranno l’opportunità di ripetere o
affrontare per la prima volta uno stage di questo livello. Durante la manifestazione i
ragazzi hanno potuto deliziarsi e prendere coscienza dell’atteggiamento da gara con
la visione di una super session di atleti del calibro di Gianmario Pischedda
(Fanatic/Ezzy), campione italiano wave, Andrea Mariotti (Jp/NeilPryde), terzo nel
ranking italiano, Luigi Madeddu (Tabou/North), Nicola Spadea Stefano Como
(Starboard/Gaastra) e Gabriele Varrucciu (Naish), che hanno messo a disposizione
la loro presenza a dimostrazione dell'importanza, il prestigio e la qualità dell’evento.
RAMPA RED BULL: IN VOLO DAVANTI A MARINA MARIA! Protagonista della settimana non poteva non essere la Rampa Red Bull. Una volta
messa in acqua di fronte alla spiaggia di Murta Maria l’effetto che ne è conseguito è
stato rapidissimo. Persone in piedi, urla di stupore e soprattutto atleti in fila per poter
provare l’ebbrezza di un Forward di due metri in acqua piatta. Il successo, come si
attendeva, è stato incredibile. Lo show è partito subito con Raimondo Gasperini che
volava filmando il tutto con una telecamera Go Pro on board riposta nel caschetto per
immortalare immagini ad alto contenuto spettacolare. Con lui anche Nicola Spadea,
che si è esibito nella figura denominata “Superman” togliendo i piedi dalla tavola al
momento dello stacco, Luigi Madeddu, Fabrizio Emmanuele, Mattia Fabrizi, e molti altri.
Evento storico è stato anche il primo salto assoluto di una donna con la campionessa
italiana Annamaria Zollet che non ha mostrato alcun timore lanciandosi a grande
velocità verso la Rampa staccando altissima. Coraggiosi anche i partecipanti all’XRay
Talent Factory 2009 Gianluca Giuliano, che ha esordito provando immediatamente un
Forward, Stefano Caldarone e il giovanissimo Francesco Capuzzo.
Fabrizio Emmanuele, il giovanesiciliano e sempre super radicale!
Annamaria Zollet,la prima donna italiana a
saltare sulla rampa RedBull.
Capuzzo Francesco, Best RokieXRay 2009 e Vincitore categoria
Minin Italian Junior Cup.
Raimondo Gasperini in Forward sulla Rampacon la telecamera Go Pro sul casco.
34
Anne Marie dove sei cresciuta?
Nella provincia di Friesland al nord dell’Olanda.
Come hai scoperto il windsurf?
Ho iniziato insieme a mio padre quando ha voluto imparare. Io e mia madre salivamo
sulla sua attrezzatura ogni qualvolta prendeva una pausa, molto velocemente ce ne
siamo impossessate!
Le onde ti sono piaciute sin dall’inizio?
Non sapevo nulla del wave all’inizio. Ho cominciato con il race, lo slalom e la classe
Mistral. Quando ho compiuto 19 anni mi sono spostata sulla costa tedesca, e lì ho
scoperto le onde locali. Presto ho cominciato a viaggiare verso mete più esotiche (Sud
Africa, Hawaii) per scoprire ed imparare di più riguardo queste impressionanti onde…
Sei eccezionale nel windsurf, surf e Stand up Paddle. Qualcuno in particolare che ti
piace? Quale tra questi sport pensi sia più difficile da imparare?
Il surf per me è stato il più difficile da imparare. Faccio windsurf da quando ho 12
anni, quindi ho molta più esperienza in questo sport… Penso serva molto muovere i
primi passi in giovane età. Comunque con le onde ho preso confidenza più tardi.
Sicuramente per imparare salti e cose un po’ più matte è meglio farlo quando si è
adolescenti e un po’ incoscienti. Lo Stand Up Paddle tra le onde richiede un po’ di
tempo per trovare l’equilibrio e capire come sono le onde. Ma sicuramente su acqua
piatta è facilissimo: immediatamente si ha successo riuscendo a percepire le
splendide sensazioni che si provano stando sull’acqua! Il surf è la disciplina per me
più dura. Imparare a salire perfettamente sulla tavola al momento giusto e nel modo
giusto non è così semplice. Nel windsurf e nel SUP si è già in piedi sulla tavola!!!
Quindi quando inizi a cavalcare un’onda sei già nella buona posizione.
Anne Marie in Perù.
35
Come mai hai deciso di trasferirti a Maui?
Ho scoperto Maui nel 1998, mi sono subito sentita a casa. Da quella volta ci sono
ritornata due volte l’anno; ed ora ne ho fatto la mia “base”, il posto da cui partire e
verso cui tornare. Amo vivere lì. L’oceano è stupendo, in più la gente che vive lì forma
una piccola comunità. È davvero speciale far parte di tutto ciò.
Com’è far windsurf ad Hookipa?
Hookipa è così divertente! Ci si può mettere un po’ per fare amicizia con le rocce!!!
Haha! Lo adoro. Poi fare qualche Bottom, gli Aerial ed infine ti trovi nel canale per
tornare oltre i set. L’onda non è mai uguale. Mareggiate da est, da ovest, da nord…
Combinazioni di mare… Ti sorprende ogni volta, mostrandoti quanto sorprendente
possa essere. Amo far windsurf ad Hookipa insieme con tartarughe, delfini e balene,
sotto un arcobaleno che brilla alto nel cielo… Alooooha.
Mai avuto problemi sullo spot tra windsurfer, kiter e surfer? Pensi sia possibile
essere tutti insieme pacificamente in mare?
Si certamente. In mare ed a terra; provare a mettersi al posto dell’altro atleta:
immagina l’orribile sensazione di un surfista quando un windsurfista gli passa
sopravento quasi attaccato. Magari mostrare un po’ di rispetto verso l’altro, dandogli
un po’ di spazio, sarebbe meglio. Quando c’è tantissimo vento, non è bello per i
surfisti, quindi magari per loro sarebbe più opportuno attendere che il vento cali, ed
entrare in acqua in serata, piuttosto che passare la giornata a “mollo” dando fastidio
ai sailers! I kiter non hanno proprio il “diritto” di surfare Hookipa: le linee sono troppo
lunghe ed il posto troppo piccolo. Va bene quando sullo spot non c’è troppa gente ed
i kiter sono rispettosi ed esperti. Quando c’è troppa gente normalmente si spostano
su Lanes (giusto poco sottovento). Bisogna cercare di “non possedere” l’oceano! È di
tutti, è libero, ed è bello poterlo condividere nel modo in cui ognuno di noi più lo ama.
Se si comincia a pensare: ”questo sport è meglio di quest’altro”… Questo unico
scambio di emozioni con il mare verrà immediatamente rovinato.
Ho visto tue splendide foto di surfate in spot australiani davvero radicali, com’è fare
windsurf laggiù?
La costa Ovest dell’Australia è semplicemente incredibile! Sperdute coste ed onde
sono ancora tutte da trovare. Devi guidare moltissimo per raggiungere ed
individuare la condizione perfetta, ma una volta raggiunta… È il massimo!
Sino ad ora qual è lo spot più bello che hai mai surfato?
Hookipa e Margaret River.
Cosa rappresentano per te le onde?
Per me significano libertà: le onde vanno e vengono; ci sono e non ci sono… Non puoi
obbligarle ad esserci. È una corrente libera, creata dalla Natura. Le onde ti mostrano
la via. Non puoi sempre sapere cosa farai su un’onda, è l’onda che decide secondo
la tua capacità. Qualche volta chiude … Così puoi salire verticalmente e poi atterrare
davanti a lei. Qualche volta resta aperta, lasciandoti la possibilità di “cavalcarla” a
lungo. Qualche volta, riesci a vedere sotto la linea una sezione che si sta per
chiudere, perfetta per essere raggiunta a tutta velocità e impostare un Aerial. Le
onde mi danno energia; la loro altezza, talvolta spaventosa, la massa d’acqua che si
forma e costruisce una rampa o una parete tutta per te. Le onde sono dinamiche,
non sono mai uguali. Le onde sono parte di me ora.
Senza cosa non potresti vivere?
Senza amore. L’amore felice è sempre dentro ed intorno, sarei grata di non dover
vivere senza amore.
Anne Marie “spadaccia” a Hookipa, il suo home spot.
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Tra i pro del windsurf, qualcuno in particolare significa molto per te?
Ho instaurato splendidi rapporti con molti windsurfer professionisti del Tour. Sono
molto contenta per questo. È come una famiglia; abbiamo tutti la stessa passione da
cui ne abbiamo fatto il nostro lavoro, una professione inusuale … Con Scott
Mckercher ho trascorso molti anni viaggiando come amici e come compagni. È
tutt’ora uno dei miei più prossimi amici nella vita. Credo che sperimentiamo il
mondo e le onde, questo crea legami difficilmente spiegabili a parole.
C’è qualcosa che rimpiangi sino ad ora, guardando le decisioni prese?
No, nessun rimpianto. Ho imparato da alcune azioni e situazioni. Certo reagirei
diversamente ora, rispetto il passato. Felice di dire che anche fronte di fatti negativi,
sono riuscita a guardare da un punto di vista più ottimista, trasformando tutto in
esperienze da cui apprendere positivamente.
La più grossa difficoltà incontrata sino ad ora?
Perdonare e lasciare ”passare”, così da poter veramente e liberamente abbracciare
la vita.
Qualche consiglio per chi muove i primi passi tra le onde?
Cominciare tra le onde in un giorno di mare piccolo. Non avere il primo approccio
con swell esagerato! Cominciare con mare piccolo per avere comunque un margine
di divertimento è per me l’ideale. Leggere qualche articolo su internet, o sulle riviste,
su come prendere le prime onde. Prepararsi prefiggendosi piccoli obiettivi: così le
piccole soddisfazioni serviranno da motore per i passi successivi! Cercare anche di
pianificare come arrangiarsi in caso di imprevisti, per esempio la rottura di un
albero, piede d’albero etc… Può davvero servire a non cadere nel panico più assoluto
e cavarsela in caso di bisogno. L’altro consiglio è di non arrendersi mai! Ci saranno
giorni buoni e giorni pessimi, condizioni facili e condizioni dure. “Senza cadere non
si può tornare sul cavallo.” E per questo cavallo (la tavola da wave) vale davvero la
pena “combattere”. Le onde daranno emozioni che solo loro sono in grado di
trasmettere.
Qualche sogno che vorresti realizzare?
Al momento sto lavorando ad uno dei miei sogni: sto organizzando un tour Stand Up
Paddle di 11 eventi in Olanda, Friesland (www.supfryslan.nl). Sto faticando per
trovare fondi, atleti, stampa… È il mio sogno poter raggruppare atleti da tutto il
mondo ed avvicinarli a questo sport di cui mi sono innamorata a Maui. Al tour delle
11 città risale una centenaria Maratona, a lei sono quindi legati molti riferimenti
storici, culturali e valori che intendo condividere con il resto del mondo.
Sei stata per anni un’icona del marchio Naish, come mai questo cambiamento verso
Starboard?
La vita è proprio come l’acqua: in movimento. Il movimento porta con se
cambiamento ed opportunità. Non è sempre facile relazionarsi con questo, e talvolta
lasciare qualcosa a cui si è da lungo abituati è ancora più complicato. Così era il caso
della mia situazione con gli sponsor. Per me far parte del Team Starboard è
un’opportunità incredibile. Lavoro con loro per ogni sorta di progetto, sono
felicissima! Naish occuperà sempre un posto speciale nel mio cuore: con loro ho
collaborato per anni e sono davvero grata del supporto che mi hanno sempre dato!
Il ricordo più divertente durante una tappa del PWA?
A Grand Canaria; dopo la lunga settimana di gare abbiamo sempre un pre-incontro
di sole ragazze prima della premiazione. Non posso raccontare altro… Infrangerei
alcuni codici…
Il più bel ragazzo sul circuito?
Perchè posso sceglierne solo uno???! Kauli è un dolce sexy brasiliano. Jason Polakov
ha un corpo spettacolare! Brawzinho è una “hot new entry” anche se sicuramente
troppo giovane per me! Comunque la lista sarebbe interminabile: trovo tratti belli in
ognuno di loro.
Qualcuno o qualcosa ti ha davvero fatta arrabbiare durante il circuito?
Delle scelte sono state fatte discriminando totalmente le ragazze. Era il nostro turno
per disputare le heat, avevo la seconda opportunità per tornare nella “double
elimination”. Qualche “uomo” ha deciso che la sessione maschile fosse più
importante rispetto quella femminile, così noi siamo state tutte mandate a casa. Non
faccio nomi qui, ma sono stata davvero più che arrabbiata.
Qualche wave spot estivo da consigliare?
Se si vuole essere certi del vento e non viaggiare per troppo tempo le Canarie sono
una buona scelta. A Fuerte o Gran Canaria si possono trovare molti wave spot estivi.
Altrimenti direi il Sud del Pacifico: è pieno di isole con un po’ meno vento e tantissimi
posti con onde perfette per il wave riding.
Surf o windsurfing: windsurf
Freestyle o wave: wave
Mure a destra o sinistra: destra
Tavola e vela preferite: piccola tavola wave (55 litri),
con vela 4.0 (Simmer MissionX)
Cibo preferito: vegetariano
Un “must” per il tuo compagno: deve amare l’oceano
Musica preferita: tutta!
Libro preferito: Brida di Paulo Coel
Film preferito: L’uomo ancora di Will Farrel
Idioma preferito: Tedesco/Inglese… ah… non so!
Rider preferito: Jason Polakov
Hobbies: dipingere, yoga, mangiare, ridere, camminare, nuotare,
uscire la sera, ammirare la luna piena ed i tramonti.
Movimento artistico preferito: adoro Gaugain come pittore, per
il modo di usare i colori. E l’Espressionismo per il periodo
storico e culturale che rappresentavano gli artisti.
Anne Marie si prepara a staccare l’Aerial.
Linkdistribution - tel. +39 0362 337568 - [email protected] - www.simmersails.net
Come quasi tutti saprete, la partenza gioca un ruolo fondamentale in una gara
slalom downwind. Chi parte bene e riesce ad arrivare alla prima strambata nei
primi, ha praticamente vinto. Questo è perchè una regata dura 3-5 minuti e tutto si
gioca in partenza e nella prima strambata proprio come in Formula1. È invece
differente per una regata con percorso ins&out che magari può durare molto di più
come per esempio la One Hour, dove non conta molto la partenza. Ma se parliamo di
coppa del mondo, campionati italiani, e altre regate importanti, i percorsi saranno
sempre downwind e molto corti.
Per partire bene come prima cosa bisogna ascoltare attentamente lo skipper’s
meeting prima della gara per capire come sarà disposta la partenza, i segnali di
partenza, le bandiere ecc.
Una volta che sapete queste cose, uscite in acqua e controllate la posizione e
l’orientamento della linea di partenza rispetto alla prima boa. Se la prima boa di
percorso risulta molto lascata (sotto vento) rispetto alla partenza, conviene partire
in boa, mentre se la prima boa risulta al traverso allora è meglio partire in barca
giuria, senza dover rischiare di bolinare. Come si può vedere in foto la partenza è tra
la barca giuria e una boa posta sottovento. Questa boa è generalmente sempre un
po’ avanzata rispetto alla barca giuria, questo per non svantaggiare chi parte
sottovento per non essere coperti da tutti gli altri. La bravura di un atleta sta nel
passare la linea di partenza a tutta velocità allo scadere del conto alla rovescia. Per
prima cosa un orologio con i numeri grandi aiuta sicuramente, avvicinatevi dunque
alla barca giuria per prendere il tempo giusto del count-down e appena preso
voltatevi e percorrete circa 1 minuto in direzione opposta alla partenza cercando di
bolinare. Una volta girati vi troverete leggermente sopravento alla partenza e
abbastanza distanti. Allo scadere dell’ultimo minuto iniziate a partire, assicurandovi
di non essere troppo vicini alla partenza. La cosa migliore sarebbe di riuscire a
spingere al massimo negli ultimi 30 secondi, in modo da arrivare sulla linea alla
massima velocità (state attenti a non essere troppo in anticipo). Gli ultimi 5 secondi
contateli pure a mente e cercate di immaginarvi il più possibile la linea di partenza.
PARTIRE VICINO ALLA BARCA GIURIA
Vantaggi: vento pulito, nessuno ti può coprire, traiettoria primo bordo sicuramente
al lasco, controllo sugli avversari, possibilità di vedere le bandiere e quindi di partire
con timing perfetto.
Svantaggi:più strada da percorrere se la boa di percorso è posta molto al lasco, più
affollato e quindi più difficile trovare un buon posto, più possibilità di essere beccati
fuori dai giudici.
PARTIRE VICINO ALLA BOA
Vantaggi: primo bordo più corto, arrivo alla prima strambata su una traiettoria
interna rispetto a chi è sopravento, meno casino.
Svantaggi: se non siete veloci sarete coperti dagli altri perdendo tutti i vantaggi, più
rischioso.
PARTIRE A CENTRO LINEA
Vantaggi: poche persone partono in centro linea e quindi per un non esperto
potrebbe essere un buon compromesso.
Svantaggi: pochi punti di riferimento e quindi è difficile partire bene.
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Una partenza dello slalom PWA di Fuerteventura.
Come già preannunciato sui numeri precedenti di Funboard, si è svolta nelle acque delLago di Garda la prima edizione della GPS Slalom Rally. Raduno per tutti gliappassionati di slalom, di velocità, e per chiunque possegga un gps in grado dimisurare la massima velocità raggiunta. Sul Lago di Garda è da qualche anno che sivedono sempre più slalomari sfrecciare sul pelo dell’acqua armati di gps, chelanciandosi al lasco cercano di raggiungere velocità impressionanti. Certo nonsaranno quelle che si possono raggiungere in un canale con 50 nodi, ma comunquesono velocità ben al di sopra della normale “surfata”. Questa prima edizione si èrivelata un successo, 30 atleti, ognuno dei quali con il proprio gps, tra i quali campionidi livello internazionale, come Patrick Diethelm, Alberto Menegatti, Thomas Fauster,Andrea Cucchi e molti altri. Il format della “gara” è molto semplice. Nessuna boa.Nessun giudice. Nessun arrivo. Ognuno poteva uscire in acqua quando voleva eprovare a raggiungere la massima velocità. Con qualsiasi vela e tavola, e naturalmentecon qualsiasi vento. Ma la giornata più ventosa si è rivelata il sabato, con vento dai 17ai 25 nodi e poca onda, condizioni perfette per buttarsi al lasco e spingere al massimo.
I più veloci sono risultati i campioni già nominati, che hanno superato anche i 35 nodidi punta (64km/h). Domenica invece il vento è stato abbastanza leggero e nessuno èriuscito a battere il proprio record del giorno precedente. Il più veloce? ThomasFauster con 35,53 nodi!!! Seguito da Menegatti e Diethelm. Un complimento a tutti ipartecipanti che si sono battuti fino all’ultima raffica! L’appuntamento è per leprossime tappe. Per info e classifiche complete andate sul sito www.torbolewind.come www.gps-lariospeed.it; per ulteriori informazioni sulle prossime tappe state inveceattenti alle prossime uscite di Funboard.
Gabriele (Billy) Santoni in veste di organizzatore dell’evento commenta: “Prima ditutto vorrei ringraziare Ivan per l’idea ed il lavoro fatto, è stato un piacerecollaborare con lui. Siamo stati fortunati con il vento che sabato ha soffiatoparecchio forte... Basta dare un occhio alla velocità raggiunte! Ringrazio anche tuttii partecipanti e vi anticipo che per il prossimo anno abbiamo tante idee in cantiere.Vi faremmo sapere.”
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Andrea Cucchi
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Parto per la Costa Brava sabato 6 giugno. Grazie alla
crisi i prezzi dei biglietti aerei sono
considerevolmente diminuiti, il rapporto però tra
questo costo e quello dell’extrabagaglio è
considerevolmente aumentato... La regola
matematica che pur cambiando posizione ai fattori il
risultato rimane inalterato sembra proprio essere
vera. Arrivo a Barcellona nel modernissimo t1 nella
tarda serata… Un consiglio: se volete sopravvivere con
le vostre sacche in Spagna evitate come la peste
questo nuovo terminal dell’aeroporto di Barcellona.
Raggiungo l’agenzia di autonoleggio grazie a dei
passanti impietositi che mi aiutano a superare i vari
ostacoli: scale mobili, ascensori troppo piccoli, paletti,
barriere architettoniche, fossati anticarro. Il pensiero
rassicurante di conoscere la lingua per fortuna mi
sostiene psicologicamente... Peccato che qui si parli
catalano che con lo spagnolo ha veramente poco in
comune, sembra sardo, ed una pecora si farebbe
capire meglio di me. Durante il tragitto verso lo spot
dove si svolgerà la regata incontro incredibili
difficoltà con il mio navigatore satellitare: i cartelli
sono scritti in sardo ma i nomi delle località sono tutti
francesi e io non trovo il modo di inserire gli accenti…
In un eccesso di entusiasmo strappo lo strumento dal
suo supporto e lo scaravento dal finestrino in uno
specchio d’acqua materializzatosi quasi per incanto.
Chissa che ora non sia più utile come casetta a
qualche mollusco. Arrivo a notte inoltrata al camping
La Ballena Alegre, sponsor principale della
manifestazione e base logistica situata nel mezzo del
Gulf of Roses, la famosa spiaggia di 12 km sulla quale
sorgono i villaggi Roses, Castelló d'Empúries-
Empuriabrava, Sant Pere Pescador e L’Escala.
DOMENICA 7 GIUGNO
Fin dal mattino sono convinto che la gara inizi domani,
e questo la dice lunga sul mio stato di salute mentale.
Mi stupisco infatti di essere uno dei pochi atleti
presenti. Per fortuna arrivano i Reuscher (miei
compagni di bungalow) che mi dicono che mancano
ancora due giorni alle iscrizioni ufficiali…
LUNEDÌ 8 GIUGNO
Oggi prime prove in acqua, vento da terra rafficato che
si potrebbe definire tra i 3 ed i 33 nodi e dall’angolo
mutevole, diciamo capriccioso. Si armano vele tra la
7,5 e la 8,3. Io e Malte passiamo il pomeriggio con gli
slalom medi e le 8,0. Obiettivo del giorno: la regolazione
delle vele e una gara di catapulte. Vinco io 2 a 1 (nelle
catapulte). I big entrano in acqua con vele più piccole
delle nostre, qualcosa mi dice che la nostra
attrezzatura è esagerata…
MARTEDÌ 9 GIUGNO
Primo giorno di gare. Vento da est sui 12 nodi,
onshore, leggera risacca che non infastidisce più di
tanto. Le opzioni sono poche, vele da 9,0 o più, tavole
di almeno 125 litri con pinne sopra la 48. Svolgere le
batterie è a volte veramente difficile a causa del vento
che cambia costantemente angolo. I gommoni
corrono avanti e indietro sul campo di gara per
regolare le boe. Begalli, nella batteria numero 3,
passa il turno 2 volte… Ma il risultato viene sempre
annullato dal giudice di gara che applica la regola per
la quale almeno la metà più uno dei concorrenti deve
riuscire a terminare la prova planando (in queste
circostanze capita spesso che chi è ultimo e
penultimo faccia finta di affondare per impressionare
i giudici... ). Andrea Rosati (Gigolino per gli amici), e
Malte Reuscher passano agevolmente il turno ai
danni del forte sloveno Tine Slabe. Il papa di Malte,
Massimo Colombi, dimostra di avere classe e fegato
da vendere, stacca tutti in partenza ed arriva primo in
boa. Viene squalificato per partenza anticipata,
(sinceramente io vorrei avere il suo tempismo). Dopo
4 ore in acqua ed innumerevoli partenze ed
annullamenti solo tre batterie vengono considerate
valide. Lo slalom è rinviato al giorno seguente. La sera
siamo tutti “invitati” (multa di 100euro per gli assenti)
all’opening party nel centro del paese Sant Pere
Pescador. Dieci spettatori, tra cui una vecchia local,
un paio di gatti, ed un sacco di prodotti alimentari
catalani che scompaiono in fretta nelle mani delle
cavallette del pwa.
Antoine Albeau e Ross Williams,i dominatori di Costa Brava.
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MERCOLEDÌ 10 GIUGNO
Vento da sud sui 15 nodi (dichiarati), ma le condizioni
sono incredibili: la 8,0 è piccola, la 9,0 grande. Le
raffiche sono violente ed inaspettate, la prima boa è
di poppa e in bolina allo stesso tempo, dipende da
quanto sole hai preso nel corso della mattinata. Non
si contano le false partenze e gli spostamenti di
campo. Gareggiare è anche una grande prova di
tenuta psicologica. La mia è la batteria numero 7, quel
numero sembra non arrivare mai. Mi presento in
partenza nel pallone più completo: crampi alle
braccia, manie di persecuzione, miraggi… Quando poi
finalmente è il mio turno e sbaglio a prendere il
tempo e parto due secondi dopo… Che in pwa significa
ultimo dieci metri dietro il penultimo: pazzesco.
Recupero un po’, strambo bene, ma con la 9,0 sembro
una capra al pascolo e non riesco ad agguantare il
quarto. Sono fuori di un pelo ma va bene cosi. È il mio
miglior risultato fino ad ora. A Begalli e Iachino
succede praticamente la stessa cosa, Matteo ha pure
la fortuna di farsi abbattere dal turco Yilmazer in boa.
Patrik Diethelm sfodera la propria classe, con la 9,0
ed il 130 F2 parte sottovento ed ultimo ma recupera
incredibilmente sul bordo e si presenta terzo in boa.
Incredibile cosa riesce a fare lo svizzero italiano (con
tavole che non sono nemmeno più in commercio).
Alberto Menegatti vola nella sua batteria e conclude
secondo, accedendo meritatamente ai quarti. Malte e
Gigolino purtroppo non riescono a proseguire nella
semifinale, peccato, si accontentano di un 24 e 28
posto che a me fa una gola… Bravi! Anche Alberto
viene fermato, ed è costretto ad “accontentarsi” di un
18,5 parziale! Siamo alle semifinali: il vento a volte
aumenta sotto raffica, tenere la 9,0 per i più leggeri
diventa un problema, qualcuno opta per le 8,0 ma è
una lotteria perchè si rischia di restare impiantati in
boa. In semifinale colpo di scena, Bjorn arriva quinto
di un soffio e non accede alla finale. Antoine Albeau
con la sua 9,9 è sempre primo. Ormai ci si dimentica
di lui. Secondo Ross Williams. Terzo Steve Allen,
quest’anno senza sponsor e con l’attrezzatura mista
pagata di tasca propria…
GIOVEDÌ 11 GIUGNO
No race.
VENERDÌ 12 GIUGNO
Le previsioni per oggi sono poco promettenti, ma
nelle prime ore del pomeriggio, complice anche il
forte sole che scalda l’entroterra catalano, si alza
una brezza di mare che a me ricorda in tutto e per
tutto l’òra di Torbole. L’intensità del vento è sempre
vicino al limite minimo, e i più pesanti sono
costretti a sfoggiare attrezzature da semi formula.
Albeau e Finian entrano in acqua con le 9,9 ed i
135litri, le pinne sono dalla 50 in su. Arnon Dagan
tenta addirittura qualche bordo con l’Akashi (la
famosa pinna da formula), poi resosi conto che
nello slalom far angolo di bolina non è poi
questione così vitale, opta saggiamente per una più
tranquilla 54... Il nostro Alberto Menegatti mi
guarda e sorridendo mi chiede se non ho una vela
da catamarano. In questi contesti ci si rende conto
come il consiglio direttivo del pwa stia lentamente
sfatando il mito che in coppa del mondo si fanno le
gare soltanto col vento medio-forte. Mentre aspetto
il mio turno navigando sulla linea di partenza ho
modo di vedere le batterie che precedono la mia:
Gigolino è sfortunato, essendo stato estratto
nell’unica da 8 persone si vede costretto a forzare
e parte qualche metro anticipato (secondo me in
compagnia anche di qualcun’altro) e viene
squalificato. Begalli parte veramente forte, arriva
primo in boa e di colpo rallenta, si ferma, scende in
acqua e toglie un sacchetto delle immondizie nero
dalla pinna. Reuscher parte altrettanto bene e
come di consuetudine se ne va al turno successivo.
Finalmente tocca a me. Sono in batteria con
personaggi come Finian, Diethelm e Polterstein.
Questa volta parto quasi perfetto, sono quarto alla
prima boa, ma purtroppo il tedesco Schliemann e il
francese Denel mi superano nei restanti tre bordi…
Mi manca velocità… Per fortuna vengo dallo speed…
Che vergogna! Matteo Iachino si difende bene nella
sua batteria, è quinto e si prende il lusso di battere
un campione come Cedric Bordes. Menegatti parte
a cannone, ma viene squalificato per partenza
anticipata insieme a Tine Slabe e Llop. Questa
batteria mi fa proprio gola, peccato non sia la mia:
partono in quattro e la qualificazione è a prova di
idiota. Talvolta nello slalom si ha bisogno anche di
un po’ di fortuna.
SABATO 13 GIUGNO
No race.
DOMENICA 14 GIUGNO
Le previsioni sono di vento forte dal mattino presto.
Ovviamente solo dopo mezzogiorno una brezzolina
sugli 8 nodi si alza dalla parte opposta a quella
prevista, mettendo inutilmente gli atleti in stato di
agitazione. L’unico che riesce a planare è il
francese Juliene Quentel, che in questi contesti
attinge a risorse oscure quasi mistiche,
(nell’ambiente si vocifera che conosca la formula
della levitazione). Subito dopo, la brezzolina ricala
per poi rimanere titubante fino al termine della
giornata. Sfortunatamente non si riesce a
completare il tabellone dopo un milione e mezzo di
prove annullate. Termina così la seconda tappa del
pwa slalom in Costa Brava. Il vincitore è, come
sempre ormai, Antoine Albeau, secondo Ross
William, terzo Steve Allen. Solo ottavo Bjorn
Dunkerbeck. Tra gli italiani inizia a brillare la
giovane stella dell’isola d’Elba Malte Reuscher. Ita-
7777 si dimostra essere un atleta regolare e
costante. Con i suoi 20 anni e la sua voglia di
sfondare ha tutte le carte in regola per diventare
un nome di riferimento dello slalom italiano nel
mondo. Bravo Malte, continua cosi! (Il bonifico me
lo puoi fare sul conto corrente…). Il pwa slalom ora
si sposta alle isole canarie, con le famose tappe di
Pozo Izquierdo a Gran Canaria e Costa Calma a
Fuerteventura.
Restate sintonizzati.
Il ventenne Malte Reuscher, dopoPatrick Diethelm, è il migliore
degli italiani. Bravo!
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Il passaggio chiave!
IL PASSAGGIO DUCK TACKProprio come il Twinzer, abbiamo un altro ritorno al passato, che però viene
nuovamente elevato ad un altro livello. Il passaggio basilare di ognuna di queste
manovre è proprio quello della Duck Tack. Una delle manovre old school più
complesse in circolazione, ormai in giro da più di 15 anni, in cui, dopo essersi
messi con piedi al contrario fuori dalle straps, si passa sottovento alla vela, per
poi chiudere la manovra come una normale virata. La parte critica, ovviamente,
è quella del passaggio che si può dividere in due fasi.
Nella prima fase, bisogna girare i piedi e pesarsi sulle punte in modo da far
orzare la tavola. Spingi l’albero verso prua e sopravento con la mano posteriore
e molla quella anteriore, andando a prendere la bugna il più vicino possibile al
terminale, in modo da aver maggior controllo e spinta quando si passa
sottovento. Una volta impugnato il terminale, molla la mano posteriore e
continua a spingere l’albero sopravento e verso prua con la mano anteriore, che
ora è sul terminale.
Una volta che la bugna ti è passata davanti alla faccia, comincia la seconda fase
della manovra, quella in cui la vela viene tirata bruscamente verso poppa ed il
terminale verso il basso, il tutto sempre ad una mano. Così facendo, la vela
fluttuerà magicamente nell’aria e ti tornerà in mano sulle nuove mure e non ti
resterà che orzare per completare la manovra. Ricorda di tirare il terminale
verso poppa e verso il basso, in modo che l’albero possa nuovamente risalire
una volta controvento.
DUCK TACK CON I PIEDI NELLE STRAPUna volta che hai imparato bene il passaggio della Duck Tack normale, puoi
cominciare a fare questo esercizio propedeutico per tutte le manovre new school in
Duck, come Funnel, Kono switch e perfino la Burner. La manovra è sostanzialmente
identica, solo che ti dovrai mettere in switch, ma questa volta coi piedi nelle straps,
rendendo il mix più complesso, perché sei col peso più arretrato. Appena stai
iniziando la manovra, ricordati di spostare il peso sulle punte, in modo da far
pressione sul rail sopravento, facendo orzare la tavola e facilitando il passaggio
dell’albero del vento. Sbilanciati leggermente sopravento e spingi l’albero verso prua
e sopravento con la mano posteriore, portando quella anteriore sul terminale. Molla
la mano posteriore e, una volta che la bugna è passata, tira con forza il terminale
verso poppa e verso il basso, sbilanciandoti verso prua. In questo modo potrai
prendere la vela sulle nuove mure con la mano anteriore più vicina all’albero,
potendo gestire meglio la spinta controvento. Rimani sbilanciato in avanti e sempre
sulle punte, e quando stai per passare nel vento, spingi sul braccio di bugna in modo
che la vela, controvento, mandi la prua magicamente sottovento e ti faccia
concludere la rotazione. Ora cazza la vela e riparti normale coi piedi nelle straps.
Vediamo ora quale esempio di manovra con il passaggio in Duck.
FUNNEL ONE HANDLa prima tappa verso le manovre new school più devastanti, è proprio la Funnel.
Una Funnel eseguita correttamente si riconosce con facilità, in quanto, al
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momento dello stacco, bisogna essere ancora sottovento alla vela e la bugna non
deve essere aperta come per una Puneta bugna avanti. Per risolvere questo
problema, ecco la Funnel one hand, in cui è praticamente impossibile staccare
se non si sfrutta correttamente la potenza della vela quando essa è controvento.
Una volta che sei al traverso-lasco ed hai effettuato il passaggio Duck, ti
ritroverai in switch, sottovento alla vela. Le prime volte puoi anche rimettere
entrambe le mani sul boma e poi togliere quella anteriore allo stacco, oppure
riprendere il boma direttamente con la mano posteriore come faccio io. Il
posizionamento della mano posteriore è vitale per la buona riuscita dello stacco,
che va messa a circa 20 cm dalle cime del trapezio, verso la bugna. Così facendo
si riesce a spingere la bugna controvento ed a sfruttare la spinta della vela per
creare esplosività allo stacco. Nel frattempo, spingi l’albero verso prua e spingi
sulle punte per staccare. Stendi il braccio anteriore verso prua ed usalo come
perno per aiutarti a staccare. Gira poi testa e spalle verso prua, in modo che la
bugna sfili nel vento e che ti tiri nella seconda parte della rotazione, che è
identica a quella di una Flaka o di una Puneta bugna avanti. Resta centrale col
peso ed ora puoi rimettere anche il braccio anteriore sul boma per controllare
meglio la potenza della vela e continua a girare la testa nel senso di rotazione,
chiudendo la manovra come una Backwind Jybe.Il primo passo è fatto!
BURNER ONE HANDLa Burner… Funnel into Ponch… Ossia un Goyter in acqua piatta, iniziato però in switch
e da sottovento alla vela. Come si capisce dalla premessa, qui la situazione comincia
ad essere abbastanza seria ed infatti questo trick è stato inventato circa 3 anni fa
dall’attuale campione del mondo freestyle, Gollito Estredo. È praticamente
un’estremizzazione della Funnel, in cui la rotazione, anziché essere slashata, è
completamente aerea, come per un Ponch. Dopo aver effettuato il passaggio in Duck,
leggermente più al lasco, bisogna spingere con violenza sul braccio posteriore in
modo che la spinta contraria del vento nella vela ti sollevi dall’acqua. Una volta fatto
questo, bisogna togliere il braccio posteriore e stenderlo verso l’alto, buttando
l’albero verso poppa con il braccio anteriore, seguendo la penna della vela con la
testa e le spalle in modo da innescare la rotazione aerea. Scalcia la tavola sottovento
come per un Ponch e, una volta che siete nuovamente sottovento alla vela, rimettete
il braccio posteriore sul boma, in modo che la vela, alla fine della fase aerea, ti aiuti
a tornare verticale in modo da poter atterrare la manovra correttamente. Ora non ti
resta che stare centrale con il peso ed aspettare che la bugna passi nel vento,
riprendendo potenza e completando così una delle manovre decisive in batterie di
coppa del mondo!
KONO SWITCHEccoci arrivati ad una delle ultime perle inventate dallo spavaldo prodigio di
Bonaire, Mr Kiri Thode, anche conosciuto come Smoke. Kiri ha denominato
questa manovra in onore del suo cuginetto Kono, che è mancato in un tragico
incidente. La versione coi piedi normali è nettamente più difficile, ma anche
questo trick, se eseguito bene, è spettacolare ed impressiona sempre pubblico
e giudici. La parte iniziale è in tutto e per tutto identica alla Duck Tack coi piedi
nelle straps, però cerca di iniziarla con maggior velocità in modo che poi la vela
abbia più potenza controvento, e che ti faccia staccare più alto.
La differenza principale dalla Duck Tack con i piedi nelle straps è che la parte di
orzata che ti permette di raddrizzarti, è completamente aerea. Per far ciò, devi
spingere con violenza il terminale verso l’acqua con il braccio posteriore e
spingere l’albero in avanti con quello anteriore. Contemporaneamente, sposta il
peso sulle punte in modo che la tavola orzi bruscamente e gira la testa e le spalle
verso poppa. Questo movimento fa sì che tu venga sbalzato verso l’alto e
sottovento dalla vela, sollevandoti completamente fuori dall’acqua. Una volta in
aria, continua a spingere l’albero verso prua e rannicchia le gambe, tirandoti la
poppa sotto il sedere, per atterrare come un Forward, cercando di restare
abbastanza sbilanciato verso prua, per poter continuare la seconda parte della
manovra, cioè la rotazione dei restanti 180 gradi (o 90 come in questo caso, in
cui ho fatto quasi 270 gradi aerei) per completare la rotazione di 360 gradi.
Riparti bugna avanti in switch oppure gira la vela. Complimenti, ormai le
manovre in Duck non hanno più segreti per te!!!
ANTOINE ALBEAU FRA 192
GENERATION V – SET TO WIN
ANTOINE ALBEAU: “Scegliere JP e stata unadecisione molto importante ed è per questoche ho testato accuratamente la 5° genera-zione delle tavole slalom e devo affermareche sono entusiasta. Planano veramente conanticipo, accelerano super veloci e sono facilida controllare. Con queste tavole JP sonopronto per il 2009 e non vedo l'ora di partirecon la nuova stagione!”
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Dati anagrafici?
Mi chiamo Federico Infantino, ho 19 anni, e sono
nato a Bordighera (IM) il 11/06/1990.
Dove vivi?
Bordighera (IM), my home spot!
Quando e perché hai iniziato a fare windsurf?
Ho scoperto la scuola di windsurf “NST ” di
Bordighera gestita da Paolo Ghigne e ho deciso di
fare il mio primo corso nell’inverno del 98’…
Dall’ora non ne sono più uscito.
Dove ti alleni principalmente?
Principalmente a Bordighera ma spesso capita di
spostarci in Francia alla “Coudù” o altri spot liguri
vicini, come Imperia ed Andora.
Parteciperai alle gare freestyle e wave italiane? Hai
già fatto qualche gara?
Ho fatto molti anni di regate con la vecchia tavola
“Aloha” ma ho mollato il tutto per dedicarmi
pienamente al wave. Spero di poter partecipare al
più presto a qualche gara nelle onde.
Secondo te, perchè in un posto abbastanza ventoso
come la Liguria e molto vicino agli spot
ventosissimi del Sud della Francia emergono così
pochi nuovi talenti?
Perché la maggior parte dei miei coetanei
preferisce “correre dietro un pallone” o non
sbattersi per niente. Inoltre in questo nostro sport
prima di arrivare ad un buon livello ci vuole tempo
e tanta passione che purtroppo in pochi hanno.
Se prendiamo come punto di riferimento lo spot
della Coudouliere, in giornate ventose ci sono
sempre più local che stranieri; invece in Liguria,
per esempio ad Andora, in un week end ventoso,
sono molto più le persone che arrivano da Torino o
Milano, che i liguri. Ti sei mai chiesto il perché?
Sinceramente mi sono sempre chiesto: “come
fanno ad essere così tanti”… Comunque, non
saprei… Posso avere l’aiuto del pubblico…?
So che il centro windsurf che avete a Bordighera è
molto attivo, ci sono nuove persone che iniziano a
fare windsurf oppure noti che è sempre il solito
gruppo?
Esatto, l’NST è più attivo che mai infatti dagli ultimi
2 anni sta crescendo un nuovo gruppetto di “gagni”
che promette bene tra cui: Fizzo, Pier, Goku, Ludo,
Mara… “bravi ragazzi, continuate così!”. Non
dimentichiamo comunque i “local-veterani” con i
quali, sfottendoci un po’ a vicenda, ci sproniamo a
migliorare. The Best: Iaia, Frank, Adi…!
Torniamo a te, un viaggio che vorresti fare e il tuo
sogno nel cassetto?
Sono stato a Pozo nell’estate 2008… Ci tornerò! Ma
il prossimo viaggio in programma è a gennaio in
Sud Africa (spero con i “The Best”)… Un mio sogno
nel cassetto invece è surfare a Ho’okipa con i miei
idoli!
Obiettivi futuri?
Trasferirmi in un posto dove posso surfare e
“lavoricchiare” tranquillamente… Una possibile
meta per adesso è Pozo, inoltre voglio imparare più
manovre possibili, per chissà… Vincere magari un
giorno qualche gara wave.
Che materiale stai utilizzando, sei sponsorizzato?
Negli ultimi 2 anni ho usato sempre vele Neil Pryde
e tavole Tabou, da quest’anno sono passato a North
Sail, ma non ho mollato Tabou (di cui sono
innamorato). Non sono sponsorizzato ma ne sono
in cerca quindi…. Approfittate!
Largo ai giovani e finalmente siamo venuti a conoscenza di un nuovo talento emergente dallaLiguria. Vi presentiamo un giovane rider di 19 anni di Bordighera, che ha iniziato con la
classe Aloha e ora si sta dedicando principalmente al wave. Gli impegnativi quanto distruttivishore break degli spot dell’estremo ponente ligure sono un’ottima palestra per Federico, e
dalle foto che possiamo vedere sembra proprio che sia a suo agio in queste condizioni!INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò
FEDERICO INFANTINO
Federico sulle onde di casa sua a Bordighera. Che entrata!
Federico se la cava bene su entrambe le mura.
La torretta dei giudici direttamente sopra l'action!
49
Era da Podersdorf 2007 che non mi
presentavo ad una tappa del Tour
Europeo di Freestyle. Quando
finalmente è stato riorganizzato
l’evento EFPT in Italia, grazie
all’impegno del CIWF, non vedevo l’ora
di andare in Sardegna per
parteciparvi, se poi aggiungiamo che
la rampa Red Bull, costruita dal
nostro Pino Bucci, avrebbe fatto parte
dei giochi in una super session di
salti, si presentava per me
un’occasione molto invitante, sia
come rider che come giornalista.
A causa di vari impegni lavorativi
tardo a prenotare il traghetto, (a volte
avrei bisogno di sdoppiarmi), e
scopro a malincuore che per venerdì
29 maggio tutte le navi sono piene,
niente posti auto e prezzi dei biglietti
passaggio ponte esorbitanti. Decido
quindi di partire per la Sardegna un
Steven Van Broeckhoven, ilvincitore. Questo ragazzo olandeseè davvero forte, sarà un sicuropretendente al titolo EFPT diquest’anno. Le sue Kono a 1 cmdalla spiaggia sono statel’attrazione dell’intero evento.
giorno prima. Giovedì 28 maggio, dopo aver chiuso il
numero di giugno di Funboard, parto dalla redazione
in centro a Milano in direzione di Genova e mi
imbarco per Olbia, pagando 1/10 del costo del
biglietto previsto per il giorno successivo!
THE DAY BEFORESbarcato a Olbia mi dirigo velocemente a San
Pasquale dove ho appuntamento con i miei amici, i
ragazzi di Detour, sponsor dell’evento, capitanati dal
mitico Matteo, e con l’organizzazione, per prendere
possesso dell’alloggio. Svolte le pratiche di routine
ci sistemiamo nello splendido appartamento in cima
al paese di San Pasquale, in linea d’aria esattamente
sopra lo spot (peccato che la strada sia un po’ più
lunga…), con una vista sul mare mozzafiato! Una
volta sceso in spiaggia noto con piacere che quasi
tutti i rider sono arrivati anche loro con un giorno in
anticipo. Mi aggiro per Coluccia ma non vedo facce
conosciute, sono tutti ragazzini nuovi. Dopo un po’
incontro Andre Paskowski che mi dice: “ Rispetto a 3-
4 anni fa, quando ancora la “Italian Gang”
partecipava al Tour, sono rimasto solo io del nostro
gruppo a continuare a fare gare, sono tutti rider
nuovi e giovanissimi! In questi anni l’età media si è
spostata indietro di 5 anni, sono tutti dei ventenni, e
il livello sta salendo vertiginosamente!”.
Tutti i rider armano le proprie attrezzature e alla
spicciolata arrivano anche i local, come il mitico Gigi
Madeddu, i ragazzi di Porto Pollo, e i boys del lago,
Mattia Fabrizi, Filippo Bestetti e tanti altri. Poi, ci
riuniamo per la cena di benvenuto offerta
dall’organizzazione.
DAY 1 - ACTION TIMELa Sardegna accoglie gli atleti dello European
Freestyle Pro Tour con un sole brillante e un leggero
vento orientale a rinfrescare le operazioni di
registrazione. Una volta chiuse le iscrizioni, il
conteggio ci informa che ci sono 29 atleti in
rappresentanza di 9 paesi: Francia, Germania,
Olanda, Belgio, Grecia, Estonia, Israele, Slovenia,
Brasile e ovviamente Italia. Tra le teste di serie
spiccano i nomi di Thomas Traversa, Nicolas
Akgazcyan, Steven Van Broeckhoven e André
Paskowski. Ma anche la pattuglia italiana è di tutto
rispetto, e schiera fra gli altri il due volte
vicecampione italiano Stefano Lorioli, il campione
europeo juniores in carica Filippo Bestetti e il
campione italiano juniores Mattia Fabrizi.
Il primo atto del Toshiba Freestyle Grand Prix è in
memoria di Davide Beverino, il giovane atleta di
Formula Windsurfinge Slalom, vicecampione della
specialità, scomparso in mare nei giorni scorsi.
Davide non era solo un ottimo regatante ma anche
un ragazzo positivo, benvoluto da tutti. La tristezza e
il rammarico per la sua scomparsa sono sentiti in
tutta la comunità windsurfistica.
Atleti e organizzatori del Toshiba Freestyle Grand
Prix hanno voluto dedicargli questa prima giornata
di competizione, salutandolo come fanno i surfisti
hawaiiani, formando un grande cerchio con le tavole
in acqua.
Come da previsioni, verso le undici di mattina il
vento comincia a ruotare verso nord fino a disporsi
da grecale aumentando progressivamente di
intensità. Poco dopo le 13.00 il vento diventa
planabile e in acqua si cominciano a vedere cose
decisamente interessanti. Alle 14.00 finalmente
l’atteso annuncio: il race director Tom Hartmann
comunica che di lì a mezz’ora comincerà il conto alla
50
La cerimonia in ricordo di Davide, il forte atleta tragicamentescomparso a Cagliari qualche giorno prima della gara.
Davy Scheffers,II classificato, anche lui
olandese, 17 anni, unnuovo talento del
freestyle europeo.
rovescia per la prima batteria.
Alle tre meno un quarto scocca un’ora storica per
Coluccia: inizia la prima batteria del primo contest
EFPT di questo magnifico spot. Subito in acqua gli
italiani: Stefano Lorioli contro il brasilianino Edvan
Sousa de Pedro e Gabriele Varrucciu contro
l’israeliano Yarden Meir. Nella migliore tradizione,
come inizia la competizione il vento comincia a
tossicchiare. Gabriele Varrucciu se la sbriga
benissimo con una heat perfetta e tecnica
eseguendo anche un Ponch da manuale in queste
“condizioni marginali”, conquistando il passaggio al
secondo turno, mentre Stefano Lorioli viene
eliminato nonostante un’ottima prestazione, che
lascia l’amaro in bocca per una decisione molto
sofferta. Nella batteria numero due Texeira ha la
meglio su Sude e sfiderà al turno successivo André
Paskowski, beneficiario di uno dei tre bye.
A questo punto il vento da tossicchiante diventa
asmatico, e dopo un paio di ripetizioni delle batterie
numero 3 il contest viene sospeso. Ma la giornata è
splendida, il sole caldo, e alle 18.00 ci godiamo tutti
una abbondante merenda a base di prodotti tipici
sardi e vino rosso offerto dall’organizzazione.
L’ultimo atto si svolge al Free Jazz Cafè prima e al
Maracanà disco bar poi, dove atleti e
accompagnatori godono dell'ospitalità di Armando
Soro e Ugo Mela, una serata perfetta che chiude nel
migliore dei modi la prima giornata del Toshiba
Freestyle Grand Prix.
DAY 2 - ASPETTANDO IL VENTOCome da previsioni meteorologiche, la seconda
giornata del Toshiba Freestyle Grand Prix è
all’insegna dell’attesa. Il caldo sole primaverile e una
leggera brezza da nord accolgono gli atleti, reduci
dalla serata brava al Marcanà della sera
precedente. Gli sguardi stanchi sono la prova
inequivocabile che il party è stato divertente e
protratto a lungo nella notte: i più resistenti hanno
visto l’alba sorgere mentre guidavano verso casa.
Thomas Traversa, ha dormito nel suo furgone, con il
portellone aperto davanti all’alloggio, sembrava
svenuto, ha ripreso a muoversi verso le due del
pomeriggio!
La giornata è dunque l’occasione buona per
riprendere le forze, studiare da vicino come è fatta
la Red Bull Windsurf Ramp, e godere della
confortevole ospitalità di Stefano Pisciottu e delle
"veline" del Club Porto Liscia.
Il clou della giornata diventa il festival rock della
sera a San Paquale. In previsione della pioggia lo
stage è allestito sotto un tendone rustico, in una
scenografia estemporanea ma quanto mai
suggestiva. In apertura si esibiscono le The Cocos, il
trio punk rock tutto al femminile di Milano che
subito scalda l’atmosfera. Il palco passa poi in mano
ai Radiodays, ma dopo solo due pezzi l’acqua
comincia a scrosciare in modalità "niagara" e un
fulmine fa saltare l’erogazione di corrente elettrica,
ponendo fine all’esibizione. La serata in ogni caso è
stata bellissima, grazie alla cena a base di pasta e
cannonau offerta dalla comunità di San Pasquale.
DAY 3 - SESSIONE AL TRAMONTOIl terzo giorno del Toshiba Freestyle Grand Prix è
un’altalena di emozioni. La giornata inizia nel
peggiore dei modi: zero vento e scrosci di pioggia
torrenziale. Anche i ragazzi della scuola media
Ruzittu di Arzachena, venuti per conoscere di
persona i campioni europei del freestyle, si sono
dovuti rifugiare presso la struttura del Club Porto
Liscia in attesa che smettesse di piovere. Verso l’ora
di pranzo la pioggia cessa ma il vento continua a
latitare. Mentre in mezza Sardegna soffia il
maestrale a Coluccia il vento gira un po’ in tutte le
direzioni tranne che in quella giusta. Verso le 18.00 il
race director Tom Hartmann ferma tutto,
rimandando all’indomani. Molti rider si dirigono a
Porto Pollo per un aperitivo allo Sporting Club
Sardinia.
Ma alle 20.00 c’è il colpo di scena: improvvisamente
arriva l’atteso maestrale. Gli atleti, ormai sulla via di
casa o del ristorante, tornano velocemente in
Andre Paskowski (a sinistra), III classificato, uno dei pochi rimasti della “vecchia guardia”,Nicolas Agkazcyan (a destra), IV classificato, atleta polivalente in grado di fare sempre bene.
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Lo show di Capoeira di Chico Bento.
spiaggia; non sono tutti, ma comunque molti. Il
primo ad entrare in acqua è Mattia Fabrizi, che nella
fretta non si mette nemmeno lo shorty. Roba da
avere freddo solo a guardarlo.
Uno alla volta entrano in acqua gli italiani Spadea,
Bestetti, Calò, insieme a molti dei migliori stranieri:
Traversa, Akgazcyan, Ruenes, Scheffers sono quelli
che impressionano di più, ma la palma del migliore
va senza dubbio a Steven Van Broeckhoven, che
spara Burner, Kulo e Kono praticamente sul
bagnasciuga, fino a quando ne atterra uno
direttamente in spiaggia.
La sessione si protrae ben oltre il tramonto, e
quando gli atleti escono dall’acqua è ormai buio. Ma
il livello è stato stellare, esattamente lo spettacolo
che tutti aspettavano di vedere, con la speranza che
fosse solo l’antipasto dell'ultimo giorno di gara del
Toshiba Freestyle Grand Prix.
DAY 4 – FINALMENTE GARAAnche se si è fatto attendere quattro giorni, il vento
della Sardegna non ha tradito le aspettative,
soffiando con intensità crescente nell’ultimo
pomeriggio di competizioni, tanto da consentire il
completamento del primo tabellone del single
elimination.
In attesa che il vento raggiunga la massima intensità
viene messa in acqua la Red Bull Windsurfing Ramp,
per una super session di salti che vede prevalere
Nicolas Agkazcyan con un Forward Table Top, davanti
agli italiani Fabio Calò e Stefano Lorioli, maestri
indiscussi del Forward Loop.
Con le prime due batterie archiviate nella prima
giornata di gare, appena il vento sale abbastanza si
riprende dalla terza batteria. Dopo un inizio un po’
asmatico con poche raffiche planabili, il ponente si
mette a soffiare deciso e il primo round vola via
veloce, qualificando ben sei italiani: Spadea, Bestetti,
Fabrizi, Varrucciu, Mazzocca Gamba e Madeddu. Il
52
I due italiani V classificati, autori di un’ottima performance,a sinistra Nicola Spadea, a destra Gabriele Varrucciu.
Da sinistra: Mattia Fabrizi, Filippo Bestetti e Stefano Lorioli; hanno fatto del loro meglio sfidando i più forti atleti europei.
secondo turno si apre con un’ottima prestazione di
Gabriele Varrucciu che elimina Sousa Da Pedro.
L’unico altro italiano a guadagnare gli ottavi di finale
è Nicola Spadea, che ha la meglio sul greco Nico
Athanasiu. Molto bene Mattia Fabrizi, che con una
batteria ai suoi massimi livelli mette in seria
difficoltà il suo coetaneo olandese, Davy Scheffers. Il
giovane Mattia è autore di una heat da finale del
Campionato Italiano, il giovane rider del Lago d’Iseo
sta diventando sempre più forte, in grado di fare 10-
12 manovre a heat con i classici switch ma anche di
aumentare lo score con manovroni aerei. Da poco ha
imparato il Misty Flip e in questa heat, con poco
vento e rafficato ne ha eseguito uno alla perfezione
in planata con la 5.6, facendo esultare la spiaggia!
Ciò nonostante il turno lo passa il suo rivale per un
maggior numero di manovre aeree come Kono,
Shaka e Burner, ma Mattia ha fatto una heat davvero
ottima.
Chi impressiona maggiormente è Steven Van
Broeckhoven, che già nei giorni di allenamento che
hanno proceduto la gara aveva dimostrato di essere
in forma strepitosa, riuscendo ad eseguire manovre
come Kulo e Burner a pochi centimetri dalla
spiaggia, perfettamente in planata, nonostante le
condizioni da “Willy Skipper”.
Il primo quarto di finale è tra il due volte campione
europeo André Paskowski e Gabriele Varrucciu: il
tedesco parte fortissimo mettendo sotto pressione
Gabriele, che subisce sbagliando più del solito in una
batteria in cui già il pronostico era contro di lui.
Negli altri quarti Van Broeckhoven letteralmente
divora il povero Da Silva, Davy Scheffers riscrive le
gerarchie mondiali eliminando Traversa e Agkazcyan
non lascia scampo a Nicola Spadea.
Le semifinali si rivelano le batterie più combattute
dell’intero contest, ma dopo una sofferta decisione i
giudici decidono che la finale per il primo e secondo
posto sarà una questione tutta olandese. Quando i
due tulipani entrano in acqua il vento sta dando il
proprio meglio, mostrando lo spot di Coluccia nel
suo migliore aspetto. Van Broeckhoven entra in
acqua dando una dimostrazione di superiorità
manifesta: per lui è la prima vittoria nel circuito EFPT
che lo proietta al primo posto della classifica
generale.
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Nicolas Agkazcyan, I classificato nella RedBull Jump Super Sessiongrazie ad un perfetto Table Top Forward.
Fabio Calò, II classificato sulla rampaRed Bull con un Forward One Foot.
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CLASSIFICA FINALETOSHIBA FREEST YLE GRAND PRIX
1. Steven Van Broeckhoven – Ned (F2, Maui Sails)
2. Davy Scheffers – Ned (Tabou, Gaastra)
3. André Paskowski – Ger (Fanatic, North Sails)
4. Nicolas Agkazcyan – Fra (Starboard, Gun Sails)
5. Gabriele Varrucciu – Ita (Naish)
5. Nicola Spadea – Ita (Starboard, Severne)
5. Thomas Traversa – Fra (Tabou, Gaastra)
5. Danilo Menez Da Silva – Bra (Fanatic, North Sails)
seguono altri 21 concorrenti
CLASSIFICA SUPER SESSIONRED BULL WINDSURFING RAMP
1. Nicolas Agkazcyan – Fra (Starboard, Gun Sails)
2. Fabio Calò – Ita (Starboard, Severne)
3. Stefano Lorioli – Ita (RRD)
Ecco un paio di consigli su dove soggiornare per la vostra ventosa vacanza a Porto Pollo.
HOTEL LE DUNEIl Paradiso dei Surfisti e non solo...! È situato a pochi metri dalla famosa Spiaggia di
Porto Pollo - Isola dei Gabbiani; dispone di 27 camere dotate di ogni comfort. Il suo
ottimo ristorante-pizzeria con forno a legna e con una magica terrazza sul mare vi
faranno ammirare la bellezza mozzafiato dell’Arcipelago della Maddalena. In oltre
parcheggio gratuito, Diving Center e Wi Fi Hotspot.
Per info: [email protected], web: www.hotelledune.it,
tel: 0789.704013, fax: 0789.704113.
WINDSURF VILLAGEIl Residence Baia dei Delfini prende il nome dall’omonima baia adiacente, che a sua
volta è così chiamata per la frequente presenza dei simpatici mammiferi acquatici
che amano solcare le aree marine più pure. Il Residence è costruito in stile pueblo
messicano e dispone di appartamenti da 2 a 6 persone dotati di cucina e ampia
terrazza. Alcuni degli appartamenti al piano terra dispongono anche di un proprio
giardino. All’interno del Windsurf Village si trova il nuovo Pro Center di Michiel
Bouwmeester con attrezzatura JP/Neil Pryde e RRD. Essendo la scuola situata
all’interno di una piccola baia, continuamente controllata, gli sport sul mare
risultano particolarmente sicuri, quindi affrontabili con tranquillità anche dai meno
esperti. La particolare posizione del centro, in una zona così protetta determina un
mare praticamente sempre piatto.
Per info: [email protected], web: windsurfvillage.it,
tel: 0789.704074/85, fax: 0789.704066.
I primi 4 classificati del Toshiba Freestyle Grand Prix.
Vista aerea dell’Hotel Le Dune.
La terrazza dell’Hotel Le Dune.
Esempio di appartamento del Windsurf Village.La splendida vista da uno degli appartamenti del Windsurf Village.
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Quando hai iniziato a fare windsurf e quando sei
diventato un professionista?
Ho iniziato a fare windsurf quando avevo solo 5 anni.
I miei genitori e il fratello di mio papà avevano un
centro di sport acquatici sull’isola di Wight, dove
sono cresciuto. Ogni estate volevo passare tutti i
giorni in acqua, sia in surf che in windsurf che con
la vela. Sono stato abbastanza fortunato a vivere in
un posto così bello. Ho sempre voluto diventare un
windsurfista professionista. Ma è stato un duro
lavoro trovare gli sponsor e abbastanza soldi per
inseguire il mio sogno. Mi pare che sia stato nel
2002, quando avevo 22 anni, che non ho più dovuto
chiedere un aiuto ai miei genitori per tirare avanti.
Ho fatto quasi sempre buoni risultati, ma nessuno
sapeva veramente chi ero all’inizio. È stato un lungo
percorso e non è sempre stato facile come si può
pensare, ma adesso sono ancora qui!
Raccontaci qualcosa sulla tua vita: famiglia, hobbie,
lavoro, viaggi?
Non sono mai stato bravo a scuola, ero sempre in
difficoltà. L’unica cosa in cui volevo impegnarmi
erano gli sport. Sono stato in molte squadre
scolastiche e locali. Mentre il resto del tempo lo
passavo in marina o andavo a donne. Io e la mia
famiglia, ci siamo sempre divertiti con gli sport
d’acqua, tranne mia mamma, che non sa nuotare. La
sua passione era l’equitazione. Piaceva molto pure a
me, ho avuto anche un cavallo e ho partecipato a
qualche gara con lei. Quando avevo 17 anni ho
iniziato a lavorare durante le vacanze estive, ho
lavorato molto nelle campagne dell’isola,
raccogliendo mais, pomodori e aglio. Con i soldi che
ho guadagnato mi sono preso una macchina, così
potevo andare a surfare dove volevo. Mi è sempre
piaciuto molto anche viaggiare. Ogni inverno andavo
via per allenarmi, prima alle Canarie, poi in Sud
Africa e poi a Maui, e devo dire che mi ha molto
aiutato a diventare il surfista che sono adesso.
Dove ti trovi ora e qual è la tua prossima gara?
Adesso sono a Gran Canaria, non c’è vento al
momento ma sono voluto venire qui molto presto
per allenarmi duramente in vista della tappa PWA
slalom e wave di Pozo. Sono qui con Peter Volwater
e Robby Swift, sono dei bravi ragazzi sia per
allenarsi insieme, sia fuori dall’acqua. Il loro livello è
alto e questo mi aiuta molto a migliorare.
Come fai ad essere nei primi 10 al mondo in wave,
slalom e formula? Sei l’unico.
Immagino che sia perchè ho vissuto sull’isola di Wight.
Essendo una piccola isola era facile trovare tutte le
condizioni per allenarsi bene. Se c’era molto vento
potevo andare in posti vicini e trovare onde sia mure a
dritta che a sinistra. Sicuramente poi è perchè ho
iniziato a far gare sin da piccolo. Ho incominciato a
regatare sui longboard, prima con il Tiga Aloha, poi col
Mistral One Design, per poi spostarmi sulle tavole
corte. Mi piace davvero molto surfare, e mi sento
fortunato a poter fare questo come lavoro, ciò mi
spinge sempre a dare il meglio di me stesso. Voglio
essere un surfista completo, qualcuno che riesce ad
andare in acqua in qualsiasi condizione e con qualsiasi
attrezzatura e dare il massimo.
Ross Williams in azione a Maui durante ilphotoshoting Tabou/Gaastra 2010.
59
Quanto e come ti alleni in FW, slalom e wave?
Mi alleno sempre, tutti i giorni. Dipende da dove
sono nel mondo, ma sono sempre in acqua a
surfare se c’è vento. Penso che più conosci il tuo
materiale e meno ci devi pensare. Devi solo andare
in acqua e spingere te stesso. Quindi il mio
consiglio è, esci con un amico e spingiti al limite
delle tue possibilità. Impara a trimmare la tua
attrezzatura, e allenati sulle cose che sai fare
meno, che siano strambate, salti o tutto il resto.
Goditi le tue surfate e divertititi.
Ti alleni anche fuori dall’acqua? Come?
Beh se non c’è vento vado in palestra, o a correre o
a fare un altro sport come tennis o golf.
Cosa bisogna avere per vincere? La mente gioca un
ruolo importante?
Di sicuro ti serve una mente forte, devi essere
sempre positivo, e non perdere la testa anche se le
cose non vanno come previsto. Devi anche
conoscere molto bene la tua attrezzatura, e come ho
già detto, più tempo passi in acqua, più chance avrai
per vincere.
Qual è la disciplina più importante per te? Wave,
slalom o FW?
Qualsiasi cosa paghi le bollette. Mi piace regatare
in tutte le specialità di questo sport, e sono
fortunato ad essere bravo in tutte queste
discipline, quindi non ho una vera preferenza.
Quando faccio freesailing ovviamente è differente.
Ma posso dire che il wave è quasi sicuramente la
cosa più bella, più grandi sono le onde e meglio è,
mi piace spingere me stesso e la mia attrezzatura
al massimo in condizioni difficili.
Dopo un primo posto a Podersdorf e un secondo in
Costa Brava, a cosa punti quest anno in slalom?
Beh non so proprio come finirò quest anno. Ho già
fatto i miei due risultati migliori in assoluto in
slalom, e sono troppo contento. Sarebbe bello finire
nei primi 3, darò il 100% in ogni evento per far si che
succeda. Sono pronto e in attesa di vedere che cosa
accadrà.
Quest anno sei arrivato sesto a Capo Verde nella
prima tappa del PWA wave. Ti sei preparato tanto per
raggiungere questo obbiettivo?
Non avevo fatto molto wave con le condizioni trovate a
Capo Verde, ma avevo comunque passato molto tempo
a surfare onde durante l’inverno, e questo forse mi ha
aiutato a capire quali onde andavano bene e quali no.
Inoltre sapevo che dovevo dare il massimo in ogni
heat, se solo mi fossi tirato un po’ indietro o mi fossi
rilassato di sicuro sarei stato buttato fuori molto
presto. Così sono uscito e ho dato tutto me stesso e
sono riuscito a battere alcuni dei migliori surfisti wave
al mondo. È stato un giorno incredibile per me ed è
Ross Williams è uno degli atleti del PWA piùcompleti, competitivo sia in wave che in slalom.
stato bello vedere un sacco di ragazzi che sono venuti
a dirmi quanto bene ho surfato. Mi sono sentito
proprio bene, fiero di me stesso.
Qual è il tuo segreto per vincere una gara slalom?
E di wave?
In slalom penso che sia avere l’attrezzatura
trimmata alla perfezione e naturalmente partire
bene. In wave è pratica, pratica, e ancora pratica.
In inverno cosa fai?
In inverno vado a Maui a testare i nuovi materiali, e
mi piace surfare in quelle giornate dove ci sono
condizioni estreme. Vado anche in Sud Africa, Chile,
ovunque ci sia vento. Mi piace stare anche con la mia
famiglia, la mia ragazza e andare molto in palestra.
Ma quando il vento soffia voglio sempre andare in
acqua. È più forte di me. Non posso fermarmi.
Esci mai in winsurf solo per divertimento?
Andare in acqua è sempre un divertimento. Non devi
pensarlo come un lavoro. A volte è veramente
stancante, quando lo senti troppo devi prenderti una
pausa e riposarti, ricaricarti, poi starai nuovamente
bene.
Come ti vedi fra 10 anni?
Fra 10 anni mi piacerebbe fare ancora quello che sto
facendo ora. Magari avere una famiglia, godermi
ancora la vita e surfare ogni giorno.
IDNome: ROSS DANIEL WILLIAMSAnni: 29Nazionalità: INGLESEPeso: 88 KgAltezza: 187 CmResidenza: OVUNQUE CI SIA VENTOMiglior spot: CAPO VERDE O JAVADisciplina: FORMULA, SLALOM, WAVEMiglior manovra: TACKERMassima velocità: BOH?Sponsor: GAASTRA, TABOU, O’NEILL
BEST AND WORST:Slalom o Wave: WAVEGara o freesailing: GARASud Africa o Maui: MAUIPiatto o onde grosse: ONDE GROSSEVento leggero o forte: ENTRAMBIParty o letto: ENTRAMBI, DIPENDE CON CHI SONOBionde o more: MORECulo o tette: CULO
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Ross durante la gara di Capo Verde di quest’anno,ha ottenuto un prestigioso 6° posto!
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Non è facile capire cosa spinga certi atleti a flirtare
con il pericolo degli sport estremi, mentre gli altri se
ne stanno tranquilli a godersi lo spettacolo… Perchè
mai una persona dovrebbe farsi trainare col
windsurf da un jetski, andando incontro alla
distruzione sicura, per surfare Teahupoo mettendo a
rischio la propria incolumità… Perchè spingere i
propri limiti su una moto da cross saltando via gap
enormi da una rampa all’altra? Un solo errore e le
ossa si spezzano come fiammiferi... Perchè partire
più interni di tutti gli altri a Jaws, rischiando di
annegare in caso di caduta? Sin dalla tenera età,
Jason Polakow, è stato uno dei quei pazzi furiosi
sempre alla ricerca della scarica di adrenalina,
anche se è riuscito a sviluppare la capacità di
gestire alla grande le situazioni di pericolo. La
necessità di ricercare il rischio attraverso le sue
passioni lo ha portato a surfare le onde più grosse
che riuscisse a trovare, a saltare più in alto, andare
più veloce o fare acrobazie da stuntman sulla sua
moto da cross. Qualsiasi cosa per divertirsi e
sentirsi vivo! Come capita però in tutti gli sport
estremi, il prezzo da pagare quando si va troppo
oltre, cercando di esorcizzare la propria paura, è
tutta una serie di infortuni… Proprio come dice il
proverbio: “Niente dolore, niente gloria!”. “Pozza” ha
pagato spesso a caro prezzo per aver fatto tutte
quelle pazzie. Dopo un infortunio grave, la maggior
parte dei comuni mortali sarebbe tentato di gettare
la spugna rinunciando a farsi nuovamente del male
sfidando il pericolo. “Pozza” però, dopo aver rotto
quasi ogni singolo osso del suo corpo, continua a
mettersi alla prova e a spingersi nelle situazioni più
estreme e impensabili. Durante l’intervista nel
“Windsurf Movie” gli viene chiesto se ha dei
rimpianti, e lui senza la minima esitazione e con un
enorme sorriso in faccia, replica: ”Se dovessi rifare
tutto da capo, non cambierei una virgola!”
Ecco la descrizione di tutti i peggiori infortuni avuti
fino ad oggi… Anche uno solo di questi basta per
rabbrividire… Come abbia fatto a tornare sano dopo
ogni infortunio è impossibile da sapere!
1: ROTTURA DELLA ROTULADue interventi chirurgici. Inizialmente non ha
funzionato il filo metallico a forma di 8. Nella
seconda operazione hanno aggiunto 3 viti. Incidente
in moto.
Stavo partecipando ad una gara di super-cross race
Jason Polakow a Hookipa con i nuovi materiali JP/NeilPryde 2010.Il suo stile verticale ha fatto scuola.
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a Bendigo Australia a metà anni ‘90. Stavo facendo
un po’ di giri nel warm up e passando tra cunette e
whoops, la mia ruota anteriore si è ingavonata, io
sono partito in avanti e il mio ginocchio ha colpito la
vite che tiene la leva del freno anteriore. Non sono
neanche caduto dalla moto ma sapevo che c’era
qualcosa che non andava perché sentivo un dolore
lancinante al ginocchio. Sono uscito dal circuito per
tornare alla macchina ma quando sono sceso dalla
moto la gamba è semplicemente collassata sotto il
mio peso e sono caduto per terra. Mi sono tolto i
pantaloni e ho visto che non avevo più la rotula! Era
scomparsa! Metà era stata spinta a metà gamba dal
quadricipite femorale, che è attaccato in cima ad
essa. Il mio quadricipite era tutto floscio, con in
fondo attaccato un pezzo d’osso. L’altra metà della
rotula invece era vicina al polpaccio e se ne stava
tranquilla lì. La mia gamba sembrava uno scherzo
della natura. Avrei dovuto farmi una foto alla gamba
ma avevo un po’ troppo dolore per pensarci.
Sono andato subito in ospedale e mi hanno operato
la sera stessa inserendo due asticelle di acciaio
attraverso l’osso, poi hanno aggiunto un lungo pezzo
di filo alle estremità, esse uscivano fuori dall’osso
della rotula e formavano un disegno ad 8, facendo un
giro all’estremità in modo che, una volta in tensione,
la mia rotula si potesse risaldare.
Dopo 3 mesi, mentre facevo riabilitazione, ho
caricato troppo il ginocchio, rompendo il filo. Le
asticelle sono partite fuori dall’osso e la rotula si è
divisa in due pezzi di nuovo. Ho dovuto farmi
rioperare. Questa volta hanno optato per 3 viti
d’acciaio, finora hanno funzionato alla grande.
2: ROTTURA DELLA MASCELLAHo perso i denti dell’arcata superiore. Ho subito una
chirurgia dentale per rimettere i denti al loro posto.
Incidente in moto.
Ero nel mio campo privato da super-cross nel 1999,
mentre stavano costruendo dei nuovi salti con una
scavatrice. Nessuno aveva ancora provato a saltarli
e io volevo essere il primo a provarci a tutti i costi.
Ho preso la rampa in terza piena ma sono atterrato
un pelo corto. Normalmente ce l’avrei fatta ma
siccome era appena stato fatto, il terreno era più
morbido e cedevole. All’atterraggio sono stato
schiacciato verso il basso sulla moto e la mia
mascella ha sbattuto contro il manubrio,
spezzandosi e facendomi saltare 5 denti del palato
superiore. Il sangue continuava a zampillare
ovunque, non sembrava fermarsi mai. Ai tempi
Jason vola con la sua moto da cross!
portavo anche l’apparecchio, quindi i denti sono
rimasti attaccati a penzolarmi in bocca. Era una
vista davvero raccapricciante. Magari avessi una
foto per farvi vedere.
Non sentivo tanto dolore, il vero problema era
fermare il sangue. I miei amici mi hanno portato
d’urgenza all’ospedale dentistico, dove mi hanno
drogato a manetta e poi risistemato. Il dentista ha
detto che i miei denti sono rimasti intatti solo grazie
all’apparecchio. Praticamente ha solo preso
l’apparecchio ed ha rispinto i denti dentro al loro
posto. Ha detto che c’era una probabilità del 50%
che i denti morissero ma penso mi sia andata bene,
si è sistemato tutto. Chi ha detto che aver
l’apparecchio è da sfigati?
3: FRATTURA CONTEMPORANEA DIENTRAMBI I POLSI Mi hanno messo una vite nel polso sinistro. Il destro è
stato solo ingessato. Incidente in moto.
Ero a Maui verso il 2001 e ridavo in un circuito locale,
sono caduto oltre il manubrio e mi sono piantato di
faccia per terra. La moto mi è caduta sopra e mi ha
schiacciato. Inizialmente sono risaltato in piedi
pensando che fosse tutto ok, ma dopo un po’ ho
cominciato a sentire dolore ai polsi e allo stomaco. Mat
Prichard e Nik Baker mi hanno portato dal Chiropratico
per fare alcuni test e vedere se mi fossi rotto i polsi.
Aveva questo strumento affusolato con una maniglia da
una parte, lo faceva vibrare, andando sulla zona
interessata. Se l’osso fosse stato rotto o incrinato,
avrei sentito dolore. Mi ha fatto questo test ma non
sentendo tanto male gli ho detto che era tutto a posto.
Quella stessa notte però ho cominciato a sentire un
forte dolore alla stomaco e alla zona addominale. Verso
le due di mattina non riuscivo più a sopportare il
dolore, così Nik, che al tempo era il mio compagno di
stanza, mi ha portato alla macchina in braccio perché
non riuscivo neanche ad alzarmi dal dolore. Appena
siamo arrivati al pronto soccorso mi hanno detto che
avevo una piccola emorragia interna ma non molto
grave. Ricordo che Nik ha chiesto al medico di farmi le
lastre mentre io sostenevo di essere a posto. Nik ha
insistito, già che eravamo lì… Quindi le ho fatte. Ho fatto
la lastra solo al polso sinistro e sorpresa, lo scafoide
era rotto. Sono tornato in Australia e mi hanno messo
una vite nel polso sinistro. Dopo circa due settimane
dall’operazione, sono andato a giocare a bowling con la
mia ragazza e mi sono accorto che non riuscivo a
sollevare la palla da bowling perché faceva troppo
male. Allora ho deciso di fare la lastra al polso destro
ed ecco che c’era un altro osso rotto. Anzi era proprio
frantumato… Troppo danneggiato per fare l’operazione,
quindi mi hanno ingessato anche il polso destro per un
paio di mesi. Sono stati i due mesi più lunghi della mia
vita, mentre me ne andavo in giro con due polsi rotti. Il
problema non era tanto fare la cacca ma pulirsi una
volta finito!
4: ROTTURA DEL PIEDE DESTROHo frantumato tutte le ossa nel piede. Ho subito
un’operazione per fondere e sistemare tutti i metatarsi
al loro posto e rimuovere la cartilagine articolare. Mi
hanno dovuto prelevare delle strisce di osso dal bacino
per poter sostituire le ossa frantumate del piede. Mi
hanno anche messo 3 viti. Incidente in moto.66
Jason estremizza sempre qualunque suo gesto atletico,sia in acqua che sulla terra.
Stavo facendo motocross a Los Angeles con i Prichard
in un circuito di supercross locale. C’era un grosso
salto triplo che volevo provare da tutto il giorno. Ho
preso la rampa a manetta in quarta ma la mia moto ha
rallentato un pochino durante il cambio. Sapevo che
non ce l’avrei fatta. Mentre ero in volo ho mollato la
moto e sono atterrato di piedi sulla salita dell’ultimo
salto. Sono caduto da circa 8metri. L’impatto mi ha
fatto perdere conoscenza, quando mi sono svegliato i
medici mi avevano già portato in ospedale. Il mio piede
destro era completamente distrutto. La maggior parte
delle ossa nella parte alta del piede non potevano
essere sistemate. Ho deciso di volare in Australia il
giorno seguente, il dottore che non mi voleva operare
però non voleva neanche che salissi sull’aereo perchè
c’era un rischio altissimo di trombosi, sarei potuto
morire. Sebbene non avessi il nullaosta del medico, ho
preso l’aereo comunque. Mi hanno fatto un sacco di
operazioni nei sei mesi seguenti. Praticamente hanno
preso dei frammenti di osso dal mio bacino e li hanno
modellati in modo da inserirli all’interno del piede, per
poi togliere la cartilagine articolare e unire il tutto con
tre lunghe viti. Ho perso il 20% di mobilità laterale del
mio piede.
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Jason nella sua casa di Maui.
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5: ROTTURA DEI METATARSI DELLAMANO DESTRAHo rotto tutti i metatarsi della mano destra. Sono stato
ingessato. Incidente in moto.
Ero in Inghilterra con Nik Baker su una moto da
corsa a tutta velocità, era il 2002. C’era un raccordo
per entrare nell’autostrada M25. Una macchina si è
infilata nella corsia pensando che noi andassimo
dritti. Dopo avermi tagliato la strada ha frenato
bruscamente e io l’ho tamponata a circa 120 km/h,
volando via come superman sopra alla macchina
per poi cadere a terra. Mi ricordo di aver guardato
la strada dall’alto mentre volavo, pensando: ”Mi sa
che farà un po’ male.” Sono atterrato e scivolato per
metri e metri, andando a sbattere contro il guard
rail che mi ha impedito di cadere di sotto. Sarebbe
stato un volo di 25 metri se non mi fossi incastrato
nella barriera. La tuta di pelle con rinforzi da 7mm si
è squagliata sopra al mio braccio destro e mi si sono
rotte tutte le ossa delle dita della mano destra. La
moto si è incastrata nella macchina, era una scena
molto divertente! Quando l’ho guardata era
diventata lunga poco più di 1 metro, penso che
l’essere stato sbalzato sia stata una fortuna,
altrimenti non avrei più le gambe.
6: ROTTURA DEL TENDINEDEL PIEDE DESTROHo rotto il tendine principale del piede destro. Caduta
in Windsurf.
Il mio piede è rimasto incastrato nella strap mentre
venivo frullato da un bombolone ad Hookipa. Ho sentito
un rumore strano e secco, sapevo di essermi fatto
qualcosa. Mi hanno diagnostico un lizfrank rotto, che è
il tendine principale che supporta la pianta del piede.
Senza di esso si può incorrere in serie complicazioni
più avanti con l’età.
7: ROTTURA DEL NASOHo rotto il naso 3 volte.
È abbastanza comune rompersi il naso. La prima volta
mi è successo in moto, la ruota anteriore è slittata in
curva e mi sono piantato in terra di faccia.
La seconda volta ho fatto un Goiter e sono arrivato
troppo davanti all’onda, sul piatto, poi mi ha frullato
facendomi sbattere il naso contro il boma.
La terza volta è stata durante una rissa. Avevo appena
accettato il trofeo per il primo posto alla O’Neill
Invitational a metà anni ‘90 e ho visto Josh Angulo
spingere il buttafuori nel corridoio. Dopo essere sceso
dal palco sono andato a vedere cosa stesse
succedendo. In quel momento i bouncers avevano
afferrato Josh e stavano cominciando a menarlo
quindi mi sono messo a correre e sono saltato in spalla
a uno di loro. Pesava circa 102 kg e ce n’erano tre come
lui. Praticamente mi hanno rotto il culo, poi sono
scappato nel giardino con loro che m’inseguivano.
Dopo un mese mi sono fatto operare in Australia per
raddrizzare il setto nasale e togliere dei frammenti di
osso che mi ostruivano le narici.
8: ROTTURA DEL DITODELLA MANO SINISTRAHo rotto un dito della mano sinistra. Caduta in
Skateboard.
Stavo facendo Skateboard in rampa all’inizio degli anni
‘90 e sono caduto, rompendomi il dito. Me l’hanno
steccato… Niente di che!
9: STIRAMENTO DEL CROCIATOLATERALE SINISTROHo stirato il crociato laterale del ginocchio sinistro…
Caduta in Windsurf.
Ho stirato i legamenti di entrambe le ginocchia un po’
di volte. Tutte in windsurf. A molti windsurfisti capita ad
un certo punto, o alle caviglie o alle ginocchia, ma se lo
paragoniamo al resto direi che non è niente di che.
Una delle cadute più devastanti della carrierawindsurfistica di Jason Polakow: Tahiti, Teahapoo.
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THE CREWCirca un anno fa, ad un evento in Austria, ho ascoltato
l’idea di questo avventuroso surfista di nome Thomas
Miklautsch. Sembrava a tutti gli effetti un’avventura
memorabile, qualcosa uscito direttamente dal mondo
dei sogni. Un’avventura che nessuno aveva mai
affrontato prima e che non sarebbe stata facile da
portare a termine. Dopo svariati incontri, avevamo già
sistemato quasi tutto ed eravamo pronti a partire.
Thomas voleva che un altro windsurfista si unisse alla
crew, in quanto non era sicuro di entrare in acqua,
dovendo tener d’occhio l’attrezzatura fotografica. Dopo
aver passato quasi due mesi a Maui assieme a Ben van
der Steen, lo scorso inverno, sapevo che lui sarebbe
stato disponibile. Dopo qualche e-mail infatti, si è unito
al nostro gruppo e tutto è cominciato.
Capo Horn adventure,making off.
Tine Slabe, a sinistra, eBen van der Steen, a destra,i due giganti che hannotentato di sfidare le acquedi Capo Horn.
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TEST SESSIONSantiago del Chile è stato il primo punto d’incontro per
la nostra spedizione. Da lì siamo andati un paio di
giorni lungo la costa per abituarci alla compagnia e
testare un po’ il nostro materiale. Abbiamo trovato
delle buone condizioni ma, non essendo quello il nostro
obiettivo, dopo poco siamo partiti per la vera
destinazione. Era giunto il momento di volare verso Sud
e verso il freddo. Prima di iniziare però, dovevamo
fermarci ancora in un posto. Abbiamo surfato con i
venti costanti della Patagonia per abituarci al freddo,
facendo foto e windsurf in contesti mozzafiato. Siamo
stati per più di una settimana nella zona settentrionale
di Punta Arenas, alla ricerca dei laghi di acqua
assolutamente cristallina, circondati dai paesaggi più
incredibili, e vi posso assicurare che ne abbiamo
trovati un sacco. Ora, eravamo abituati ai bruschi e
repentini cambi climatici, eravamo finalmente pronti.
MEETING POINTEra venerdì quando siamo atterrati assieme a Ben
all’aeroporto più meridionale del Sud America, ad
Ushuaia in Argentina. Stavamo cercando di organizzare
un transfer col taxi per arrivare al porto quando Peter,
il nostro secondo cameraman, è sbucato dal nulla. A
quanto pare, era sul nostro stesso volo, ma non
essendoci mai visti prima, ci ha riconosciuti solo a
causa delle nostre enormi valigie, una vista inusuale in
questi piccoli villaggi. Thomas e la sua ragazza Anja,
che era incaricata di documentare fotograficamente
tutto il nostro viaggio, erano già pronti ed avevano già
organizzato tutto in anticipo. Quando finalmente tutto è
stato sistemato, siamo partiti per la nostra avventura:
cercare di surfare le acque ostili di Capo Horn con le
moderne tavole da slalom. Nel 1980 un windsurfista
francese aveva già sfidato l’oceano ma con una tavola
longboard classica.
LA PARTENZAI 15 metri della chiglia d’acciaio della Santa Maria ci
stavano già aspettando al porto di Ushuaia, questa
barca ci avrebbe ospitato a bordo per più di 10 giorni.
Il nostro quartier generale e punto d’appoggio per
poter surfare svariati spot e posti selvaggi nella Tierra
del Fuego. Dopo aver impacchettato tutti i vestiti
necessari, le provviste, il materiale fotografico e aver
stivato il tutto, finalmente salpavamo. La tanta attesa
partenza era arrivata e potevamo lasciarci alle spalle i
problemi e la pazzia del mondo moderno. Eravamo una
cosa sola con la natura, mentre scivolavamo sulle onde
con un solo obiettivo: circumnavigare l’isola di Horn.
Per prima cosa dovevamo attraversare il canale di
Beagle dalla parte cilena, in quanto tutte le isole
dell’arcipelago sono cilene e bisogna registrare un
permesso di visita a Puerto Williams, dove c’è anche
una grossa stazione della guardia costiera. Ci siamo
dovuti andare anche per cambiare il capitano della
barca, Wolf Kloss, proprietario della Santa Maria e
capitano più rispettato ed esperto della zona. Ha
navigato nelle acque di Capo Horn per più di 100 volte
e con la sua barca ha perfino attraversato l’Atlantico
un paio di volte andando fino in Antartico, era dunque
assolutamente degno di tutto la nostra fiducia.
Il nostro viaggio verso sud è continuato attraverso il
canale di Murray in quanto questa rotta è più veloce
per raggiungere le isole Wollaston tra cui si trovaTine Slabe, un passato da freestyler, ora al 100% sullo slalom.
Vola con la sua attrezzatura nelle gelide acque di Capo Horn.
73
anche l’isola di Horn, ma eravamo autorizzati a farlo
solo con la bandiera cilena ammainata (solo navi
cilene possono passare questo canale). Già dal
secondo giorno abbiamo constatato che la zona era
molto ventosa. Abbiamo fatto windsurf scortati dalla
Santa Maria, tra l’isola di Navarino e quella di Bertrand
con oltre 20 nodi di vento, quello che ci preoccupava
maggiormente erano i venti freddi e rafficati, ma siamo
comunque entrati in acqua quello stesso pomeriggio,
per la prima volta così a Sud.
FIRST SESSIONSulla plancia, disponevamo di 5 tavole slalom, 6 vele da
slalom, 6 alberi e 4 boma da condividere. L’acqua in
questa zona è a circa 7°C quindi avevamo bisogno di
ottime mute. La prima scelta per me e Ben era per
materiale abbastanza grosso, 6.4 e tavola voluminosa,
in modo da non restare ammollo dietro all’isola.
Thomas invece ha preso la 5.9 e una tavola media. La
Santa Maria è stata ancorata in una baietta riparata
dietro l’isola di Navarino e proprio lì vicino abbiamo
fatto la prima uscita. Il vento spingeva bene e sotto
raffica arrivava anche a venti nodi, condizioni perfette
per fare slalom, a volte perfino il sole faceva capolino
illuminando la meravigliosa natura selvaggia che ci
circondava. Dopo aver fatto un bel po’ di windsurf, è
arrivata una nuvola nera enorme che ha dapprima
scaricato pioggia e poi anche neve! Questo ci ha
ricordato che non faceva poi così caldo, ma dopo poco
è ritornato il sole! La nostra prima uscita in acqua è
stata una bella esperienza e dopo una birra fresca,
abbiamo preparato e mangiato da un barbeque
sull’isoletta che Wolf si è comprato. Avete capito bene,
sulla sua isola, abbiamo fatto un fuoco, comprato
carne e birre e abbiamo passato una bella serata tutti
assieme. Il ritorno alla barca non è stato altrettanto
bello per colpa di tutto il kelp che c’era, la piccola
lancia faceva davvero fatica a passare i banchi con 30
nodi di vento contrari.
NUOVA DESTINAZIONELa sfida seguente era passare la Bahia Nassau, che può
esser molto insidiosa, specialmente quando c’è una
perturbazione pesante in giro. Da questo punto in poi, il
canale non è più protetto dalle Ande che fermano le
maggiori depressioni, quindi esse si possono abbattere
sul canale di Beagle con tutta la loro potenza. Questa
volta ci è andata bene, dato che la nostra rotta verso
sud est non è stata per nulla ostacolata dai 20 nodi di
sud ovest che hanno soffiato per quasi tutto il giorno.
Dopo circa 9 ore di navigazione, siamo finalmente
arrivati a Porto Maxwell, una piccola baia ad est della
piccola isola di Hermite, uno dei due possibili posti di
ancoraggio nell’arcipelago meridionale. Questa baietta
era anche il nostro punto di partenza per esplorare
l’ambiente circostante quindi l’ansia stava salendo.
Prima di andare a letto abbiamo deciso di parlare col
capitano riguardo le previsioni, per pianificare la
nostra “giornatona”. Dato che le previsioni erano molto
promettenti, sui 15-20 nodi, abbiamo deciso di
muoverci.
CAPO HORNIl mattino seguente abbiamo armato lo stesso
materiale che avevamo usato qualche giorno prima.
Dopo aver indossato le nostre calde e spesse mute
Tine Slabe al timone della Santa Maria.Una delle session più radicali dellaloro vita: Tine e Ben a Capo Horn!
invernali, eravamo pronti. Saremmo prima dovuti
uscire dall’insenatura all’ombra dell’isola in cui non si
muoveva una foglia, per poi trovarci proprio di fronte
all’isola di Horn in tutta la sua gloria. Il vento
occidentale era già più forte di quanto avessero
previsto ed il cielo era coperto da nuvole scure e
minacciose. Col vento gelido in aumento e il mare che
s’ingrossava, la zona vicino ad Isla Hermite, era
davvero poco amichevole e invitante. L'adrenalina
pompava a manetta ma il desiderio di portare a
termine la nostra missione era più forte che mai. Dopo
una breve chiacchierata col capitano, Thomas, Ben e io
abbiamo deciso di far un tentativo, perchè le previsioni
per i giorni seguenti erano davvero pessime. La barca
ha orzato leggermente e mentre si prendeva un’onda
di 4 metri sulla prua io ho deciso di saltare in acqua nel
rabbioso mar del Sud. Thomas mi ha passato due
tavole, poi lui è saltato con la terza. Le vele armate si
muovevano parecchio sul ponte a causa del forte vento,
quindi Ben ha deciso di tirarcele in acqua, poi è saltato
dentro anche lui. Dovevamo ancora attaccarle alle
tavole, cosa che può sembrare molto più semplice da
dire che da fare, specialmente perchè stavamo
facendo windsurf sulla punta più meridionale del
continente Sud Americano. Nella zona più fatale per i
marinai nei secoli. Le condizioni erano molto
impegnative, perché le onde erano molto ripide e
disordinate e il vento continuava ad aumentare, ma
abbiamo continuato imperterriti. La Santa Maria
andava a spasso a 7 nodi di velocità e quindi le
abbiamo girato attorno il più a lungo possibile. Il vento
continuava ad aumentare ed era quasi arrivato a 40
nodi, mentre ci avvicinavamo a Capo Horn. Prima di
lanciarci nel lasco che ci avrebbe fatto superare il
capo, abbiamo fatto un briefing con l’esperto capitan
Wolf. A malincuore, abbiamo dovuto abbandonare la
nostra missione e tornare indietro. Il problema era che
se il vento fosse aumentato ancora, avremmo potuto
far windsurf ma se avessimo rotto qualcosa saremmo
scarrocciati più velocemente della velocità di punta
della Santa Maria… E quindi saremmo stati in balia dei
voraci mari del Sud. Un rischio troppo alto. Al ritorno ci
siamo riparati passando dietro all’isola di Hall, dove ci
siamo gustati la nostra zuppa calda sul ponte. Eravamo
davvero delusi, ma almeno ci avevamo provato.
LA FURIA DEI VENTIWolf aveva ragione, il vento è aumentato, impedendoci
perfino di continuare a risalire per arrivare a Puerto
Maxwell, abbiamo dovuto cambiare rotta per il
secondo porto, a Martial Bay, più ad est, dietro l’isola di
Herschel. Il vento che noi stavamo surfando era solo
l’inizio del sistema di bassa pressione che stava per
arrivare. La sera, sulla barca, ho misurato 50 nodi con
raffiche fino a 65 nodi! La barca si spostava a destra e
sinistra come se stesse cercando di scappare dal
vento nucleare. Avevamo buttato un’ancora di 85 kg e
più di 80 metri di catena… Sarebbe dovuta bastare.
Prima di andare a dormire però, Ben è andato a
ricontrollare che fosse tutto a posto perché ci
sembrava di scarrocciare. Abbiamo riferito la cosa a
Wolf e proprio in quel momento è partito l’allarme GPS
(sistema che controlla le coordinate di stazionamento
e quando ci si sposta, suona per avvertire). Fuori ha
cominciato a piovere e abbiamo dovuto gettare
un’altra ancora di sicurezza. Abbiamo dovuto far tutto74
Tine e Ben hanno navigato in paesaggi mozzafiatoin questa avventura, ma che freddo!
Tine Slabe.
velocemente e in condizioni estreme per evitare di guai
peggiori. Il capitano ha detto che deve essere arrivata
una raffica da più di 75 nodi per fare disancorare la
Santa Maria.
IL CALCOLO DEI RISCHILa mattina seguente abbiamo chiamato la base marina
di Capo Horn (la maggior parte delle isole limitrofe al
capo ha delle basi in cui i soldati della marina vengono
stanziati per passare un anno con la loro famiglia e
controllare le barche locali), ci hanno detto che hanno
registrato raffiche di vento oltre i 130 nodi quella sera
e che i venti di tempesta sarebbero continuati ancora
per un giorno o due. Con una previsione del genere,
sapevamo che avremmo dovuto passare due giorni
nella baia riparata dal vento, che spirava con ferocia
come la sera precedente. Thomas ha proposto a me e
a Ben di provare ad uscire col nostro materiale più
piccolo. Era una situazione molto delicata in quanto il
vento era rafficatissimo, forte e da terra e non
avremmo avuto soccorso in caso fosse successo
qualcosa, dato che la nave riusciva a fatica a restare
ormeggiata, con 2 ancore! Abbiamo esitato parecchio
anche perché c’erano 5°C e un windchill di 50 nodi di
vento (i calcoli riportano che la temperatura percepita
dalla pelle a causa del vento, a questa temperatura ed
intensità, corrisponde a -3°C), ma dopo un po’ non
abbiamo resistito alla tentazione di sfidare queste
condizioni così estreme e brutali. Con un piccolo
gommone, abbiamo portato a riva il materiale. Ben ha
armato la sua 6.4 e io ho preso la 5.9, entrambi sulle
tavole da 90 litri che usiamo in gara, dopo esserci
coperti dalla testa ai piedi con muta, guanti, calzari e
cappuccio di neoprene, siamo andati a farci un giro. Il
vento era davvero rafficato e fortissimo, a causa della
bassa temperatura. Riuscivamo a malapena ad andare
dritti, quando arrivava la raffica venivamo
letteralmente sollevati dall’acqua e dovevamo
aspettare che passasse per poter ripartire. Abbiamo
fatto windsurf per circa venti minuti, poi eravamo
completamente esausti, ma dopo una pausa siamo
rientrati per una seconda session. Abbiamo
combattuto per circa dieci minuti e quando siamo
usciti fuori dalla baia, è arrivata una raffica che è
durata per più di due minuti. Non abbiamo visto più
nulla, speravamo solo che finisse per poter rientrare.
Finalmente è passata. Siamo tornati immediatamente
a riva e non ci siamo più permessi di uscire. Per quel
giorno poteva bastare, abbiamo impacchettato il tutto,
ci siamo mangiati una squisita zuppa di zucca e ci
siamo rilassati sulla barca, sebbene si muovesse
ancora senza tregua, ma ormai ci sembrava di essere
su una sedia a dondolo.
LA FINE DELLA PERTURBAZIONELa perturbazione non era ancora passata e dietro
l’angolo le condizioni erano ancora così proibitive che
abbiamo dovuto aspettare un’altra giornata. Poi
finalmente il vento ha cominciato a calare e le
temperature si sono alzate un pochino. Abbiamo
armato il materiale grosso (Ben la 7.8, Thomas la 6.4 e
io la 7.0) e siamo andati a farci una session in relax con
acqua piatta come un biliardo. Finalmente ci siamo
goduti la bellezza incontaminata della natura che ci
circondava: arcobaleni, cime innevate, uccellini…
Tuttavia eravamo ancora in attesa delle condizioni
ideali per poter portare a termine la nostra missione.
La Santa Maria è una delle poche barche a vela a
noleggio della zona e quindi avevamo potuto
noleggiarla per un periodo limitato, che stava
lentamente ma inesorabilmente finendo. La nostra
ultima occasione si è presentata con la previsione di
15-20 nodi da ovest. Thomas ha deciso che solo Ben
sarebbe uscito, mentre Peter si sarebbe occupato di
riprenderlo alle prese col mare in tempesta. Abbiamo
attraversato il canale sopravvento, diretti verso Puerto
Maxwell per ripetere il nostro primo tentativo.
UNA NUOVA PERTURBAZIONEAppena usciti dalla baia, le condizioni sembravano
ripetersi. Ben però era davvero motivato questa volta,
perché ora sapeva come affrontarle, e quindi eravamo
disposti a rischiare di più per raggiungere il nostro
scopo. Wolf non sembrava troppo contento riguardo
alla situazione meteo e essendo il capitano, l’ultima
parola spettava comunque a lui. Ha voluto che
attendessimo ancora prima di entrare, in modo da
studiare l’evoluzione meteo. Ad alcuni ragazzi stava
venendo mal di mare e quindi abbiamo dovuto
prendere una decisione in fretta. Wolf ci ha detto che la
Santa Maria non avrebbe avuto problemi ad andare
fino al Capo, ma non sarebbe riuscita a fare manovre
di salvataggio e se il mare fosse peggiorato ancora,
avrebbe rischiato anche dei danni strutturali. “Se voi
ragazzi volete uscire, di sicuro non vi fermerò ma
sappiate da ora che è come se foste da soli!” ha detto.
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Ben van der Steen, campione del mondo slalom IFCA 2008,tenta di domare le condizioni di Capo Horn.
Un altro momento del making off.
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Ho guardato verso Ben e Thomas, tutti volevamo
assolutamente raggiungere l’obiettivo ma non
volevamo rischiare la vita. Credetemi, abbiamo fatto
davvero fatica a dire: “Ok non andiamo!” ma poi ci
siamo resi conto che è stato meglio così.
LA RINUNCIAL’atmosfera a questo punto era abbastanza triste e
cupa mentre doppiavamo il famoso Capo Horn con
vento sui 40 nodi e 6 metri d’onda. Non riuscivo
neanche a credere che il capitano della barca dovesse
usare il motore per passare, in quanto non c’era un
alito di vento. Era ormai pomeriggio inoltrato quando
siamo tornati a Martial Bay. Lì eravamo al riparo dalle
onde ed avremmo avuto un attracco molto facile dopo
una lunga e faticosa giornata, che però si è conclusa
diversamente. I motori si sono improvvisamente
fermati per la poca benzina, i filtri si erano sporcati.
Volevamo entrare a vela nella baia ma abbiamo
scoperto che la vela si era arrotolata intorno all’albero.
L’unica nostra possibilità era di continuare ad andare
con la vela al traverso avanti e indietro, aspettando di
sistemare il motore. Finalmente siamo ripartiti
riuscendo ad ormeggiarci nella baia, riuscendo poi a
slegare anche la cima che aveva arrotolato la vela
all’albero. E’ stata la fine di una giornata lunghissima.
Non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe
successo se fossimo andati a fare windsurf e la barca
avesse dovuto manovrare in quelle condizioni. Alla fine
abbiamo fatto la scelta giusta!
IL RITORNOLa Santa Maria stava finendo il carburante e i
prossimi passeggeri stavano già aspettando, quindi
siamo dovuti rientrare a Puerto Williams. Ci
mancavano ancora due interi giorni di navigazione.
Abbiamo avuto l’opportunità di passare Bahia
Nassau sospinti dal vento da sud est diretti a nord
est, verso Lennox Island dove abbiamo passato la
notte. Volevo sgombrare la mente da tutti i pensieri
che mi avevano perseguitato negli ultimi due giorni
e quindi sono stato al timone per 5 ore.
Improvvisamente ho cominciato a tremare. Wolf mi
ha visto, dicendomi di entrare immediatamente.
Sono stato a lungo fuori al vento e mi sono iper-
raffreddato (quando la temperatura corporea
scende sotto un certo limite). Heio mi ha coperto ma
non riuscivo a smettere di tremare, dopo poco mi è
anche venuto mal di mare e ho sofferto come un
cane finchè mi sono addormentato. Il giorno
seguente abbiamo attraversato il canale di Beagle e
siamo ritornati a Puerto Williams, dove siamo
sbarcati sotto un bel sole. Eravamo tutti felici di
essere di nuovo a terra e di poterci finalmente fare
una doccia, in quanto non c’era sulla barca. Il viaggio
è stato per tutti un’esperienza unica e sicuramente
non ce ne dimenticheremo mai. Abbiamo visto e
vissuto la natura incontaminata del nostro pianeta,
cosa che la maggior parte della gente normale non
vedrà mai e poi abbiamo sfidato la natura nella sua
forma più estrema. Abbiamo anche imparato che a
volte è più difficile dire no che sì, ma è più saggio.
Forse un giorno avremo la possibilità di tornare
nuovamente e di portare a termine la nostra
missione, ma personalmente non dimenticherò mai
le parole del nostro saggio Capitano Wolf, mentre
tornavamo: “Capo Horn non regala niente!”
La Santa Maria, la base di appoggiodi questa fantastica avventura.
Tine Slabe in piena potenza.
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INTROVenerdi 19 e sabato 20 giugno si è svolta la terza
edizione della Shaka Bump&Jump sul Lago di Garda!
Si è sperato molto nel vento a Torbole, perché è una
gara completamente diversa da tutte le altre, dove lo
spirito competitivo lascia spazio al gioco. Il format è
molto semplice: una barca produce onde artificiali
sul lago e i rider devono eseguire le loro acrobazie
aeree utilizzando queste onde! Radicalità, altezza e
corretta esecuzione dei salti sono i parametri
fondamentali per vincere. Quest’anno ci sono stati
32 partecipanti, tutti esperti e agguerriti saltatori e
freestyler, provenienti da tutta l’Italia e oltre.
La Shaka Bump&Jump 2009 è stata un grande
successo e dimostra ancora una volta che il Lago di
Garda é uno dei laghi più affidabili per organizzare
eventi! Chi poteva prevedere che in questi giorni ci
sarebbe stato un tale vento? Le previsioni non erano
delle migliori! Mike, proprietario del negozio Shaka e
organizzatore di questa gara é sempre molto
fiducioso, ma un certo rischio c’è sempre,
comunque nonostante le previsioni incerte non si
poteva certo dare disdetta agli atleti all’ultimo
minuto, quindi l’avventura è cominciata!
SPONSORLa buona riuscita degli eventi dipende anche dagli
sponsor, che in questo momento non sono facili da
trovare ma per fortuna, Quiksilver, Naish e Cobian,
hanno sostenuto la 3° edizione della Shaka
Bump&Jump! Numerosi sono stati anche i premi da
parte di DC, Chiemsee e Dakine, Rip Curl & Smith.80
I GIUDICILa gara consiste nel saltare dietro l’onda del
motoscafo sia mure a sinistra che mure a dritta. I
salti più belli, alti, oppure tecnicamente più difficili,
vengono giudicati da una giuria indipendente.
Quest’anno i giudici sono stati, Andrea Pagan (Seatex
Boards Repair), Flavio, Andrea Righi e i fratelli Mattia
& Thomas della pizzeria Nuova Garda, che si sono
impegnati a prendere delle decisioni difficili.
DAY 1Il venerdì la gara è iniziata con l’iscrizione e lo
skipper’s meeting presso il negozio Shaka a
Torbole: 32 gli iscritti, un bel numero considerando
che non c’è molto spazio dietro l’onda dello Speedy
Gonzales, cosa che rende la gara non priva di
pericoli. Dopo le formalità, si è passati al
trasferimento all’Hotel Pier, ritrovo e sede della
prima giornata di competizioni. Alle 13.30 il vento
ha iniziato a soffiare, ed è partita la gara! Tutti gli
atleti pronti e gasati per prendere la prima onda
hanno offerto uno spettacolo incredibile ai
passeggeri dello Speedy. Robert Hofmann ha
aperto le danze per primo con un Forward. Un
fuoco d’artificio di salti con atterraggi buoni e molti
“wipe out” super spettacolari. Molto consistente
Federico la Croce, con perfetti Ponch One Hand,
molto pazzo Nikilas Slijk con i suoi Twister, anche
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Fabio Calò che si è lanciato di brutto in evoluzioni
aeree puntando sull’altezza dei salti, purtroppo
all’atterraggio di una Hi Air Flaka, un po’ troppo
hard core, ha spezzato il piedino dell’albero ed è
rimasto fuori dai giochi per 30 minuti, fino a
quando la barca di soccorso dell’Hotel Pier non gli
ha portato un pezzo di ricambio. Alcuni incidenti ci
sono stati, come possono confermare Giacomo
Milani e Cesare Smania. Giacomo si è fratturato il
piede e Cesare è andato a sbattere con il mitico
Mario Bellani (senza conseguenze serie). Dopo 2
ore di session tutti i rider sono erano contenti e a
pezzi.
La serata si è aperta con un bell’aperitivo al
negozio Shaka, dove sono state proiettate le foto
della prima giornata, e poi tutti si sono trasferiti
alla cena offerta dall’organizzazione di Mikel, alla
pizzeria Nuova Garda, con Deejay session e partite
di calcetto.
DAY 2Il sabato, a causa della defezione inaspettata dello
Speedy, si è deciso di spostare il campo di gara
davanti alla Conca d’Oro. Ottima
location per offrire un po’ di
spettacolo al numeroso pubblico
dello spot. Anche se un po’ in
ritardo, ma in perfetto timing con
il ritorno della barca, verso le
14.00 l’Ora ha iniziato a soffiare
decisa, offrendo così uno
spettacolo incredibile ai turisti
sulla spiaggia. Questa volta non
c’era lo Speedy, ma il Superstar
di Malcesine che fa un po’ meno
onde, ma grazie alla bravura
degli atleti e al forte vento da
Sud, si sono comunque usate
vele da 5.0m, la differenza è stata
poca. Alla giuria, anche in quest’occasione è stato
offerto di tutto: Forward, Ponch, Air Chacho, Shaka,
Flaka, Shove-it e tante altre manovre spettacolari!
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PREMIAZIONIDurante la serata di sabato, presso il Beach Bar Conca d’Oro
si è svolta la premiazione, con Robert Hofmann in doppia
veste di speaker e atleta, classificatosi 1° seniores con un
programma classico ma radicale. Si è passati poi alla
premiazione dei primi 7 classificati, ad uno ad uno sono stati
chiamati da Robert a ritirare il loro premio. Per quanto
riguarda il podio in terza posizione si è classificato il
giovanissimo Nicholas Slijk, in seconda Fabio Calò, e sul
gradino più alto del podio a pari merito Federico La Croce e
Mattia Pedrani, quest’ultimo con manovre meno spettacolari
ma più tecniche. Da notare anche il 1° Junior di soli 12 anni,
Cesare Smania. Non sono mancati premi per tutti i
partecipanti ad estrazione e la proiezione di tutte le foto
scattate dal fotografo ufficiale Fiore. La chiusura della serata
con un’ottima pasta e il Beach Party è stata il modo migliore
per chiudere la giornata.
Tutti gli atleti si sono divertiti incredibilmente, per questo il
prossimo anno Mike di Shaka ha già in mente di riorganizzare
questa gara piena di adrenalina e forse trasformarla in
Shaka’s Bump & Jump King Size, con la partecipazione di
campioni internazionali, senza nulla togliere ai fantastici
Local Heroes! Salire sulla barca e vedere i salti da così vicino
è veramente un’esperienza da non perdere. Tante altre foto si
possono vedere sui siti www.shaka.it, www.seatex.it,
www.stehsegelrevue.de, e Facebook.
Appuntamento all’anno prossimo per la 4° edizione che
sicuramente non deluderà le aspettative….
NICHOLAS SLIJK,LA RIVELAZIONE DELLA GARA.Quanti anni hai e dove vivi?
Ho 14 anni e vivo ad Arco, vicino a Torbole.
Ti aspettavi questo risultato?
No, sono stato molto sorpreso di aver battuto dei rider italiani
forti come Mirko Braghieri, Simone Grezzi, Roberto
Dall’Oglio... Ma sapevo di essermi impegnato molto durante la
gara e di essermi piazzato bene.
Qual è stato il salto più spettacolare che hai fatto durante la
gara?
Questa è una bella domanda perché il salto più spettacolare
che ho fatto l’ho inventato io ma non è ancora conosciuto,
comunque l’ho chiamato “Twister” ed assomiglia molto ad un
Ponch.
Quello che ti ha permesso di ottenere il terzo posto?
Twister e Twister one hand.
E quello più alto?
Sicuramente il Forward.
Il salto più difficile che hai provato?
Air Flaka.
La caduta più divertente?
Credo tentativo di Air Flaka.
Davanti a te in classifica hai due eccellenti saltatori italiani,
Federico e Fabio, hai intenzione di batterli il prossimo anno?
Cercherò di impegnarmi al massimo e di allenarmi tutta
l’estate per riuscire a batterli, ma credo che sarà molto difficile
perché sono due rider fortissimi, ma ci proverò lo stesso.
Best Rookie: Cesare Smania
Best Senior: Robert Hofmann
Sponsor: Quiksilver, Cobian, Naish.
Local Sponsor: Hotel Residence Torbole, Hotel Santoni,
Conca d’Oro Beach Bar, Pizzeria Nuova Garda.
Grazie ai fornitori: DC, Protest, Chiemsee, Rip Curl, Freestyle,
Smith, Da Kine, Naish.83
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INTROIl Misty Flip, anche conosciuto come Clew first Ponch
(anche se non c’entra nulla…) è una delle manovre
aeree più recenti ed estreme, presentata per la
prima volta dall’acrobata Kiri Thode, alla tappa di
coppa del mondo di Lanzarote nel 2007.
Dopo poco tutti hanno cominciato a provarla perché
significava veramente avere la vittoria in mano.
La rotazione ricorda vagamente una sorta di Air
Spock bugna in avanti.
Dopo averne chiusi un bel po’ normali, stavo
cominciando ad annoiarmi e quindi ho deciso di
rendere il mix un pochino più interessante, togliendo
il braccio posteriore, prima di staccare!
Gollito e Taty invece tolgono il braccio anteriore,
atterrando come una normale Spock One Hand.
HOW TO DOVai al traverso a tutta velocità, con buona potenza nella
vela ma preferibilmente non sovrainvelati. Per questo
trick, specialmente le prime volte, è necessario avere
una vela piccola e vento sostenuto, in modo che la
rotazione sia più veloce e che risulti più facile staccare,
anche con una sola mano sul boma. Poggia
leggermente ed esegui lo stesso movimento di una
Duck Jybe, girando la vela bugna avanti. Una volta che
la vela ha ripreso potenza, con le mani belle larghe sul
boma, continua ad andare al lasco a tutta velocità e
cerca un ripido choppino leggermente sopravento alla
tua posizione. Buttati bruscamente sui talloni come
uno Shove It per far in modo che la tavola orzi sulla
faccia del chop. Quando senti che stai per staccare,
togli la mano anteriore, di bugna, e distendila verso
l’alto e poi verso poppa, in modo che ti aiuti ad andare
più in alto. La difficoltà maggiore è il fatto di non poter
sfruttare la potenza della bugna, sia per staccare, che
per ruotare, quindi è opportuno saper fare i Misty Flip
normali ad occhi chiusi, in quanto la rotazione avviene
esclusivamente di fisico. Butta l’albero verso poppa
con il braccio posteriore e gira testa e spalle
sottovento, stendendo il braccio anteriore verso poppa
in modo che faccia da perno per il busto. Scalcia la
tavola sottovento ed una volta che sei nella fase
discendente della rotazione, rimetti la mano anteriore
sulla bugna, in modo da poter controllare meglio la
vela. Così facendo potrai spingere nuovamente sul
braccio posteriore (che nella fase precedente era
quello anteriore) in modo che la vela vi spinga
nuovamente in posizione eretta come per l’atterraggio
di uno Shove It. Ora non vi resta che restare centrali col
peso e potete o girare la vela e ripartire come una
Spock, oppure tenere il boma e ripartire come una
Spock 540. È anche possibile chiudere il Misty Flip ad
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una mano dall’inizio alla fine, ma bisogna veramente
provarne migliaia per riuscire a gestire l’atterraggio,
che, senza la spinta della vela, risulta anche molto
pesante e pericoloso.
STEP BY STEP
Foto 1: Sparati a manetta al lasco bugna in avanti e
cerca un ripido chop appena sopravento a te. Tieni il
fisico leggermente sbilanciato in avanti e preparati a
staccare flettendo le ginocchia.
Foto 2-3: Questa fase è davvero delicata ed è cruciale
per la corretta riuscita del trick. Orza bruscamente
buttandoti sui talloni e, contemporaneamente, molla la
mano di bugna portandola verso poppa ed aiutandoti a
spingere verso l’alto per lo stacco. Butta l’albero verso
il basso e verso poppa con il braccio posteriore,
girando testa e corpo verso poppa, per poi stendere le
gambe e sfruttare la spinta creata dall’orzata brusca,
come per uno Shove It. Porta il braccio verso poppa e
comincia a spingere la tavola sottovento.
Foto 4: A questo punto la fase aerea è all’apice ed il
braccio viene piegato in modo da massimizzare la
velocità di rotazione, che in questa manovra è
discriminante, specialmente con vento abbastanza
leggero. Continua a guardare verso poppa e scalcia la
tavola sottovento per farle completare la rotazione
aerea di 360 gradi.
Foto 5-6: Se hai fatto tutto correttamente, avrai ancora
abbastanza spazio e tempo per poter rimettere la
mano anteriore, che in questa fase diventa quella
posteriore, sul boma. Così facendo, puoi gestire la
potenza della bugna e spingere la vela controvento in
modo che ti porti nuovamente in posizione verticale,
come succede per un normale Shove It.
Foto 7-9: Ora non vi resta che gestire l’atterraggio e
la parte finale della rotazione che può essere di 360
o 540 gradi, come per una Spock. Cercate di
ammortizzare l’impatto flettendo le ginocchia,
perché questa fare può essere, specialmente le
prime volte, abbastanza brusca e traumatica. Rimani
centrale col peso ed aspetta che la vela riprenda
potenza per chiudere la manovra correttamente.
DRITTE ED ERRORILa difficoltà maggiore è riuscire ad avere abbastanza
spinta per riuscire a staccare e completare la fase
aerea senza intoppi. Lascia la mano quando senti che
la tavola sta già staccando e ricorda di buttare l’albero
verso poppa con il braccio posteriore.
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INTROIl windsurf è uno sport di grandi appassionati, e
ognuno di noi riesce, chi più chi meno, ad arrivare a
fare il grande passo: surfare un’onda.
Non c’è dubbio che la soddisfazione nel raidare,
ovvero far scivolare la tavola in basso e in alto su
quell onda, ti crei scompensi cerebrali per
settimane intere; purtroppo la tua vita ha subito il
drammatico punto di non ritorno… Ci sei entrato
dentro, diventi schiavo di questo bellissimo gioco: il
wave riding!
All’inizio ti accontenti, consapevole che ancora il tuo
livello non è eccelso, poi, desideri sempre di più,
onde sempre più perfette, lisce, grandi…
Per spadacciare come il migliore dei moschettieri!
Il wave riding richiede due movimenti base:
1) Bottom Turn
2) Cut Back
L’uno è complementare dell’altro, senza un buon
Bottom il Cut Back non sarà mai esaltante, al
contrario, la giusta esecuzione permette sinergia, ed
entrambe le manovre diventano una cosa sola, con
risultati eclatanti.
Ci sono due modi di affrontare il Bottom Turn,
vediamo quali sono.
FULL POWER CARVING È senza dubbio il Bottom Turn più bello da vedere,
quello che dà maggiori soddisfazioni. Lo si esegue
spesso con condizioni di onda ben formata, diciamo da
logo in su. La velocità è alla base della riuscita di questa
manovra. Sei sceso giù da una bella massa d’acqua con
ottimo tempismo, la parete davanti a te si sta formando
e tu decidi di darci dentro ed andare fino in fondo alla
base di quell’onda così bella con la massima velocità
disponibile, sfruttando anche, consapevolmente, la
lunga discesa. La pressione sui rails della tua tavola è
omogenea, per far si che la tavola non perda la
massima velocità, il corpo è completamente proiettato
in avanti con il braccio della mano dell’albero (quello
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vicino alla maniglia del boma ) che si estende al suo
massimo, contemporaneamente la mano della vela
cazza la bugna, (quella posteriore, posizionata vicino
alla balumina della vela). In questa posizione devi
mantenere la velocità, senza indugi ne sforzi, la vela è
completamente scarica di vento, ben distesa sul pelo
dell’acqua, l’abbrivio della discesa e della posizione ti fa
carvare l’acqua con lo sguardo libero da ogni
impedimento e in “focus” sul lip dell’onda di fronte a te.
Successivamente devi alleggerire tutto il peso
cercando di far coincidere questo momento con una
elevazione del corpo e la conseguente apertura della
vela, ora sei pronto per il tuo miglior Cut Back.
Questo tipo di Bottom è estremamente consigliato con
tavole Single Fin.
STRAIGHT IN THE POCKETQuesto tipo di Bottom Turn lo si utilizza spesso su
onde medio piccole, dove il tempo di manovra è
molto ridotto. Se tra un Bottom e un altro il tempo di
break dell’onda è molto ridotto e non c’è abbastanza
tempo, devi aggredire! Questo è il Bottom da usare. È
un Bottom che si affronta con una certa disinvoltura.
Sei uscito da un’onda media e il lip di fronte a te si
sta già formando molto velocemente, per non
perdere tempo preziosissimo, resti sul “face”
dell’onda (in questo caso si parla di “pocket”), l’anca
interna del tuo corpo si sposta aggressivamente
verso la faccia dell’onda e la vela è bella carica di
vento, spingi sui rails cercando di indirizzare la prua
della tavola il più verticale possibile all’impatto con il
lip. Spesso in questi casi metà della tavola è
dentro l’acqua, e nelle tavole con twinzer una
delle pinnette è addirittura fuori dall’acqua. In
questo caso devi fare molta pressione con i piedi e
contemporaneamente cercare di allargare il più
possibile le mani sul boma. Il tuo sguardo è solo sul
lip… Vai e spaccalo in due! Questo tipo di Bottom è
consigliato con tavole Twinzer.
90
GREAT SEASONLe uscite invernali di questo 2009 si sono sommate
una dietro l’altra come mai era successo. Nella mia
regione, il Lazio, gli spot sono veramente tanti e
sembra che in questa stagione ogni spot stia
regalando condizioni di rilievo! Conoscere a seconda
dei venti e delle perturbazioni gli spot giusti, può
cambiare la giornata da mediocre a perfetta. Per chi
non ha tanta esperienza di spot diversi la cosa
migliore è seguire chi ne ha di più; personalmente è
da un po’ che seguo uno dei personaggi e atleti tra i
più conosciuti, Raimondo Gasperini, sempre
disponibile e positivo con una passione infinita per il 91
Il Nut vola alto inBack Loop in un
giornatone con loscirocco.
Raimondo Gasperini in Cut Back a Off The Wall.
Una misura niente male!
nostro sport.
Il Gaspero nazionale, quest anno si sta dedicando
soprattutto alla ricerca di condizioni giuste per il
waveriding, e grazie alla sua libertà di movimento, è il
punto di riferimento per tanti surfisti laziali;
seguendo lui ti ritrovi sempre nello spot giusto al
momento giusto.
LA SINISTRA DI BANZAICarico la macchina come una molla tesa e alle 11.00
chiamo Raimondo, mi dice che oggi potrebbe essere
“la giornata perfetta” e che oltre a fare dell’ottimo
windsurf si potrebbe fare anche un bel reportage
fotografico!
Così, con la macchina carica, mi reco a Off The Wall,
l’onda sinistra di Banzai, Santa Marinella,
Civitavecchia.
Chiamo un mio amico, un “soul surfer” Cavallo Pazzo
e la conferma arriva anche da lui: “Quando il mare è
da ovest e tira il Maestrale, Off è lo spot giusto, vedrai
rompere quasi un albero con vento side off…
Condizioni Hawaiane!”.
LO SPOTPercorro l’Aurelia a manetta e l’unica cosa che vedo
da lontano è il sali e scendi di molte vele, sulle onde
tra il verde-blu di questo tratto di costa. Giro a
sinistra, alla fine della stradina sterrata che porta
sullo spot c’è il mare. Il benvenuto me lo dà
l’avvocato surfista Renato Vitale con un Aerial
staccato sulla bolla con un timing perfetto. Vedo
sopravvento, la Blade rossa piena di sponsor di Ray
e la Naish di Cerebelli, al largo a caccia delle onde
più grandi!
Ne arrivano in set da tre, impressionanti, potenti,
pronte per farti divertire domandole con Bottom e
Cut Back radicali, ma anche pronte a colpirti e
sbatterti in acqua vicino alle rocce se hai un timing
sbagliato… Raggiungono sicuramente i tre metri di
altezza! Capisco che oggi è troppo per una mezza
sega come me e armo la mia nuova 50D Canon con il
mio 300L e inizio a scattare tra una folla di curiosi
accorsi sulla ciottolosa riva, tra le case estive chiuse
per l’inverno.
ACTIONOltre ai già citati, ci sono in mare a spadacciare anche
tanti altri surfisti noti e meno noti come Andrea de
Cesaris, Carletto Wave, Niccolò Violati, Giordy,
Marcone, Luca Salvatore, Willy, Andrea Salce, ci sono
quasi tutti gli esponenti del migliore waveriding
laziale! E sono tutti assetati di onde… Credo e spero92
che le foto parlino da sole, con tutto il repertorio di
manovre, pochi salti, soprattutto surfate, Cut Back
radicali, Aerial a manetta e Goiter mozzafiato vicino
alle rocce! Ma la cosa che mi ha divertito di più è stato
quando verso il tramonto, Ray è uscito dall’acqua,
entusiasta per le condizioni dicendomi: “ Hai mai visto
condizioni simili nel Lazio? Te lo anche avevo detto!”.
Poi mi ha chiesto come sono venute le foto. Gli ho
risposto che di lui avevo ancora poco perché era
rimasto sopravvento nella zona dove rompevano le
onde più grosse ma era assolutamente in contro sole,
e io che sono un perfezionista non scatto contro sole!
Determinato e concentrato si ricarica con una
RedBull e mi dice: “Va bene qui davanti?”. “ Qui? Qui è
ok!” rispondo io, “Allora io rientro e tu scatta”. Entra
in acqua come una furia, i capelli lunghi
accompagnano il movimento del corpo su tutte le
slashate, 3 Bottom su ogni onda, la sua Starboard
Twinzer passa più tempo con le pinne fuori che in
acqua, il monofilm rinforzato e specchiato della sua
Severne riflette il sole sul suo viso tra Goiter e Back
stellari, sembra la heat di una gara, contro se stesso!
Alla fine il risultato delle foto lo vedete da questo
articolo! A dare il meglio di sé anche molti altri rider
laziali che si presentano solo nelle grandi occasioni di
uscite wave come questa! 93
L’avvocato Renato Vitale in Aerial a Off The Wall,quando le condizioni sono buone lui c’è!
Nicolò Violati in azione sulle onde laziali.
Raimondo in Bottom pronto ad attaccare il lip.
SUNSETÈ arrivato il tramonto, il vento rinforza ancora, rientra
Violati che con la sua 99 pettina le ultime onde, ma “la
giornata perfetta” è terminata. È finita unendo
condizioni rare ad atleti abituati a surfarsi le onde più
belle del pianeta, è finita con quasi 1000 foto fatte, è
finita con il parere unanime di tutti che quest anno ci
sta regalando delle condizioni perfette, due volte a
settimana, prima o dopo i pasti come le migliori cure
contro ogni male!
INFO• COME ARRIVARE
Distanza da Roma Nord circa 40 minuti.
Percorrendo l’Aurelia da Roma in direzione nord si
prende l’autostrada a Torreimpietra in direzione
Civitavecchia. Uscire dall’autostrada a S.Marinella-
S.Severa, proseguire sull’Aurelia in direzione nord
(per S.Marinella) e continuare per un chilometro.
Sulla destra ci sono una serie di cancelli di accesso a
strade private, prendetene una e vi ritroverete
davanti allo spot (al km 55. dell'Aurelia).
• LO SPOT
Off The Wall è tra gli spot laziali, insieme a Banzai e
pochi altri, che più si avvicina alle condizioni
d’oltreoceano. Le condizioni migliori sono con il
Ponente/Maestrale. Le onde, sia destre che sinistre,
sono di buona qualità, lunghe e potenti, raggiungono
in breve tempo altezze divertenti, e si riescono a
surfare bene fino ad altezze superiori ai tre metri.
L’entrata è impegnativa a causa del fondale basso e
roccioso, unita alla presenza di alcuni ricci marini sul
fondale, si consiglia quindi l’uso dei calzari.
Lo spot in condizioni di onda superiore ai 2 metri, è
indicato solo agli esperti e sconsigliato ai principianti
o al surfista medio.
94
Un’entrata radicale per Raimondo.Sotto i piedi ha un twinzer!!!