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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 15 -16 giorni.

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Tutto l’anno.

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Vi consigliamo di usufruire sia per l’andata che per

il ritorno degli scali aeroportuali di Parigi Orly o Parigi

Charles de Gaulle. Alternativamente potrete sempre

adoperare lo scalo di Beauvais.

FUSO ORARIO: Stessa ora dell’Italia.

DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità.

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.

MONETA: EURO.

TASSO DI CAMBIO: ///

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Descrizione del viaggio:

1° - 2° - 3° - 4° - 5° - 6° - 7° - 8° - 9° giorno: PARIGI

Rimanere attoniti di fronte alla sagoma della Tour Eiffel illuminata con luci caleidoscopiche la notte, perdersi per gli infiniti corridoi del

Louvre e dei numerosi e splendidi musei della città, raccogliersi in preghiera tra le solenni navate della Cathédrale de Notre Dame, lasciarsi

andare a qualche tentazione nelle raffinate boutique e atelier della Rive Droite e passare poi agli spettacoli degli artisti di strada che

affollano la Rive Gauche, concedersi a infiniti peccati di gola tra le sue boulangerie, creperie, restaurants e café degustando il prelibato

menù della sofisticata cucina d’oltralpe, rimanere incantati dalla soave parlata transalpina mentre adocchierete i passanti tradizionalmente

noti per il loro savoir faire e un tocco di charme che emanano nel loro incedere. Tutto questo e molto, molto altro ancora è Parigi, una città

stampigliata nella memoria collettiva sia per il fatto che qui è stata fatta una buona fetta della storia occidentale, sia per i monumenti

eccezionali, una realtà poliedrica e impossibile da incasellare, una metropoli che negli ultimi 200 anni si è espansa oltre ogni immaginazione

andando ben oltre la cerchia storica dei primi 10 classici arrondissement (quartieri) mutando profondamente anche la sua composizione

etnica passata da monsieur et filles della Paris classica e dalle sue eccentriche frequentazioni di artisti dediti all’alcool e agli eccessi di

Montmartre ad un melting pot che presenta pochi eguali, almeno in ambito europeo. Oggi non solo le sue banlieue sono popolate da seconde

e terze generazioni di migranti di discendenza africana e medio orientale ma tutto il tessuto sociale è diventato un pot-pourri di culture,

tradizioni e credi religiosi, facendone una delle più feconde ed elaborate fucine sociali al mondo. Insomma non vi resta che mettervi in

viaggio per andare alla scoperta di quello che è diventata oggi Parigi, realtà complessa figlia di un mondo globalizzato in cui si vanno

elaborando i nuovi equilibri e tendenze del futuro, un luogo incredibilmente vivace e complesso che dapprima vi stordirà per poi conquistarvi

perdutamente.

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Poche viste hanno eguali al mondo di quella che si può ammirare dai Jardins du Trocadero volgendo lo sguardo a meridione oltre la

Senna: imperiosa ardita immutabile e imperscrutabile la sagoma della Tour Eiffel si staglia nel cielo di Parigi definendone uno degli

scenari più famosi non solo della Francia intera ma anche del nostro pianeta in chiave urbana. Mettete in conto che ci vorranno

diversi minuti (e decine di fotografie) prima che vi concediate di tirare il fiato e iniziare a gustare questo eccezionale panorama in

pace, con serenità, appoggiati ai parapetti del Trocadero in contemplazione. Prima di oltrepassare il Pont d’Iena verso la sponda

sinistra della Senna soffermatevi però almeno un poco sul complesso architettonico a doppie ali curvilinee del Palais de Chaillot,

costruito in occasione del Esposizione Universale di Parigi del 1937 (come i Jardins de Trocadero) e rimasto poi permanente in loco

grazie alla sua efficacissima caratteristica di saper completare al meglio questo scorcio incantato di Parigi contrapponendo alla

verticalità della Tour Eiffel l’orizzontalità del suo sviluppo.

Discendete quindi le scalinate che vi condurranno alle enormi vasche ornate da potenti getti d’acqua delle piscine del Trocadero e

senza esitazioni ulteriori portatevi sotto gli imponenti archi della Tour Eiffel, il monumento per antonomasia della capitale francese,

che dà splendido sfoggio di sé dal 1889, allorquando venne innalzato come principale richiamo per la più vasta ed articolata

Esposizione Universale che fosse mai stata organizzata nella storia dell’umanità. La torre venne ultimata in poco più di due anni di

lavori (25 mesi) grazie al fervente lavoro di circa 300 acrobati operai e nonostante il fatto che subì pesanti critiche all’epoca della sua

costruzione e fosse inizialmente destinata allo smantellamento nel 1909 si attestò in breve come uno dei punti di riferimento dello

skyline parigino. Alta 320m ma appositamente studiata da Gustave Eiffel per resistere alle intemperie (anche nelle giornate più

ventose oscilla al massimo di soli 15cm) la Tour Eiffel presenta tre livelli distinti (i più bassi adibiti a bar e ristoranti, mentre il più

alto è la terrazza panoramica più impressionante e memorabile di Parigi intera), tutti raggiungibili mediante appositi ascensori. La

visita in sé non è lunghissima ma dovrete organizzarvi per tempo acquistando i biglietti in anticipo e presentandovi abbastanza presto

al mattino (pena attendere moltissimo in coda) oppure in tarda serata quando la torre viene illuminata con straordinarie luci

artificiali dai colori caleidoscopici e ammantata da giochi di luce.

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Una spettacolare vista dell’inconfondibile Tour Eiffel, simbolo di Parigi dal 1889, così come scenograficamente appare

dall’Esplanade du Trocadero, sulla sponda opposta della Senna. Quindi un’istantanea delle magnifiche illuminazioni della stessa

Tour Eiffel in veste serale, che svetta elegante sullo skyline notturno parigino.

Qualora foste in zona in mattinata potreste sempre pensare di completare la prima parte della giornata visitando il vicino (poco a

monte lungo la Rive Gauche della Senna) Musée du Quai Branly che dal 2006 costituisce uno dei poli espositivi a carattere

etnografico e artigianale più completi al mondo spaziando tra collezioni inerenti a popolazioni europee, africane, oceaniche,

asiatiche, amerinde e persino polari. Passeggiare per queste sale vi aprirà spesso la mente a scenari, usanze e manufatti di cui

ignoravate completamente esistenza e complessità creativa.

Fattasi quindi l’ora di pranzo vi consigliamo di riportarviin vista della Tour Eiffel e da qui di spingervi poco oltre tra le vastissime

aree verdi degli Champ de Mars, storicamente nato come terreno atto alle manovre militari dei soldati dell’aggettante Ecole Militaire

(voluta direttamente dal re Luigi XV per la formazione dei cadetti dell’esercito transalpino) e poi passata alla storia dapprima per i

numerosi avvenimenti che vi si svolsero durante la Rivoluzione Francese (sia giuramenti alla nazione che esecuzioni pubbliche),

quindi per le sontuose parate militari di epoca imperiale e napoleonica per finire quindi scelto come luogo classico in cui organizzare

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i mirabolanti padiglioni delle Esposizioni Universali di fine ‘800 e inizi ‘900 che tanto plasmarono l’anima e la fisionomia parigina.

Oggi questo spazio aperto nel cuore di Parigi è uno dei luoghi perfetti in cui concedersi un pic-nic all’aria aperta, rimanendo in vista

dell’indimenticabile Tour Eiffel che sorveglia ormai da quasi 150 anni gli Champ de Mars. Per chi invece preferisse gustarsi qualche

prelibatezza della cucina francese da asporto preparata da bancarelle alimentari di qualità potrà sempre dirigersi al poco distante

Marché Edgar Quinet, avvicinandosi già al quartiere storico di Montparnasse.

Ancora una meravigliosa sulla svettante Tour Eiffel vista in questa occasione dagli smeraldini Champ de Mars, sul cui lato opposto

troneggia la mole dell’Ecole Militaire voluta da Luigi XV per l’addestramento e l’educazione delle giovani leve dell’esercito francese.

Dopo i fasti che nell’800 toccarono l’area di Montmartre a nord della Senna subito dopo la prima guerra mondiale il fulcro

dell’attività artistica di Parigi mutò improvvisamente residenza trasferendosi nei pressi del Boulevard de Montparnasse lungo il quale

ad inizi ‘900 non era infrequente vedere aggirarsi maestri della pittura come Chagall, Mirò, Max Ernst o Picasso, della scultura come

Rodin o romanzieri rimasti nella storia della letteratura come Balzac. Café brasserie e bistrot sono gli ultimi romantici lasciti di

quell’epoca bohémien così feconda per la storia dell’arte moderna che declinò bruscamente al termine degli anni ’30 in seguito allo

scoppio della seconda guerra mondiale. Se l’epicentro della vita andata e moderna di Montparnasse è il suo Boulevard il monumento

più significativo della zona è la sua Tour omonima, ardita opera terminata nel 1973 che raggiunge i 210m in fronte alla stazione

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ferroviaria e da cui si godono splendide viste aeree sul centro di Parigi. Altra attrattiva imperdibile è il Cimetière de Montparnasse,

aperto nel 1824 ed articolato su 19 ettari coperti da aceri, frassini e conifere, e divenuto luogo di riposo di molte delle più influenti

personalità del quartiere bohémien e degli inizi del XX secolo come Charles Baudelaire, André Citroen, Samuel Beckett, Alfred

Dreyfus o Jean Paul Sartre. Nulla nell’area di Montparnasse regge però il confronto con una visita alle Catacombes de Paris,

accessibili da un anonimo palazzo art decò collocato al margine sud-orientale del Cimetière de Montparnasse. Dopo essere scesi di

oltre 20m sotto il livello stradale moderno si entra in un dedalo di cunicoli articolati su oltre 2km di lunghezza in cui sono posti dal

1785 milioni e milioni di ossa riesumate dagli antichi cimiteri parigini che stavano letteralmente scoppiando per il sovraffollamento.

Adoperate anche dalla Resistenza Francese durante la seconda guerra mondiale Les Catacombes sono uno dei luoghi più lubgubri ma

al contempo toccanti di tutta Parigi e consentono di fare un tuffo nel passato fosco della capitale transalpina. Giunta quindi quasi la

sera vi consigliamo di fare il percorso a ritroso verso il centro di Montparnasse e concedervi un rigenerante e sfizioso aperitivo

condito da qualche bevuta dai gusti retrò presso i magnifici café art nouveau del suo Boulevard, lasciandovi trasportare

dall’immaginazione fino ai gloriosi anni ’20.

Uno scorcio dello storico Cimetière de Montparnasse che accoglie le spoglie di alcune delle più eminenti personalità che lo abitarono

agli inizi del XX secolo (con sullo sfondo la moderna Tour de Montparnasse). Quindi due immagini delle lugubri e riflessive

Catacombes de Paris, stipate all’inverosimile di ossa di persone decedute prima della ripulitura dei cimiteri cittadini del 1785.

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La seconda giornata di visita a Parigi incentra la sua attenzione sui siiti di interesse che ornano l’immenso vialone scenografico

dell’Avenue des Champs-Elysées e sul XVI arrondissement che si estende ad occidente dell’Arc de Triomphe fino a lambire e

comprende il vasto Bois de Boulogne. Vi consigliamo di iniziare la vostra giornata dalla centralissima Place de la Concorde,

delineata nelle forme odierne per volere reale di Luigi XV nel 1755 che si legò molto all’opera e che proprio per questo divenne uno

dei luoghi simbolo della Rivoluzione Francese dove furono ghigliottinate 1343 persone tra cui Luigi XVI, Maria Antonietta, Danton e

Robespierre. Proprio a seguito di queste nefandezze, come per riabilitarla, assunse il suo nome attuale che inneggia alal concordia e

alla fratellanza. Laddove un tempo lavorava incessantemente il boia oggi si innalza maestoso un obelisco egizio ricco di geroglifici

trasportato qui dal Tempio di Ramses II di Tebe nel 1831, mentre agli angoli della piazza si trovano otto statue che rappresentano le

otto principali città di Francia. Le viste che si aprono da questo vasto slargo urbano da Place de la Concorde sono davvero uniche: a

est si estendo i Jardin des Tuileries con la sagoma del Louvre sullo sfondo, a sud campeggia maestoso il palazzo dell’Assemblée

Nationale e il possente incedere della Senna, verso nord lo sguardo spazia sulle monumentali colonne della Madeleine, mentre ad est

si allunga imperiosa l Avenue des Champs-Elysées che si risolve visivamente nell’Arc de Triomphe.

L’Avenue des Champs-Elysée, lunga circa 7km, deve il suo nome al mito greco dei Campi Elisi, ossia il luogo dove dopo la morte

avrebbero dimorato per l’eternità nella felicità. La genesi di questa imponente arteria stradale si dipana nel corso della storia: per

primo fu il Re Sole a voler vedere nascere questa strada incaricando l’architetto Le Notre di modificare la sezione occidentale dei

Jardin des Tuileries, Napoleone poi volle aggiungere il maestoso Arc de Triomphe al termine del suo incedere, ed infine Mitterrand

più recentemente avallò la costruzione del Grande Arche della Défense che si intravvede in lontananza e visivamente completa questa

possente arteria stradale di Parigi che ogni capodanno diventa l’epicentro della baldoria della capitale francese. Nella sezione più

prossimale al centro parigino si diramano poi a fianco degli Champs-Elysées i giardini omonimi, iniziati da Le Notre nel 1667 e che

vennero messi poi a punto nell’800 con ampi viali sinuosi, illuminatori con candelabri in bronzo, aiuole fiorite ed eleganti padiglioni

divenendo uno dei poli di aggregazione prediletti dai parigini che venivano qui in massa per assistere a spettacoli di artisti di strada e

a rifocillarsi nei vari chioschi presenti. Proprio nella sezione dei Jardin degli Champs-Elysées, quella verso la Senna, si collocano

quindi due possenti monumenti: il Grand e il Petit Palais due splendidi edifici eretti in occasione dell’esposizione universale del 1900

in stile neoclassico che grazie alla loro splendida fisionomia sono stati poi risparmiati dall’essere smantellati alla fine dell’evento. Il

Grand Palais è sicuramente il più interessante tra i due con la sua gigantesca volta in vetro che ricorda i canoni dell’art nouveau

pesante circa 8,5 tonnellate. Oggi entrambi i palazzi ospitano musei minori ma il Grand Palais ha ampie sezioni dedicate a mostre

temporanee di livello eccelso che a rotazione prendono forma a seconda della committenza. Sempre nell’isolato vedrete anche

apparire il grande Palais de la Découverte, oggi sede di un museo della scienza dedicato ai bambini.

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Una vista sul cuore di Place de la Concorde, piazza intrisa di storia legata alla Rivoluzione Francese e uno degli epicentri del traffico

e della vita parigina, quindi un’immagine che rende l’idea della lunghezza imperiosa dell’Avenue des Champs-Elysées che si allunga

verso la periferia di Parigi, ed infine la copertura in vetro e acciaio del Grand Palais collocato nei pressi della Senna dal 1900.

A completamento della mattinata potrete quindi percorrere tutto (o più probabilmente una porzione, utilizzate poi la linea 1 della

metropolitana fino alla fermate Etoile) dell’infinita Avenue des Champs-Elysées in direzione esterna (tra numerosi alberghi di alto

livello e boutique d’alta moda) fino a raggiungere un altro dei simboli di Parigi: l’Arc de Triomphe. Costruito nel 1836 per

commemorare la clamorosa vittoria militare ottenuta da Napoleone ad Austerlitz nel 1805 ha fattezza classicheggianti ma forse lo

spettacolo maggiore viene offerto dalle grandiose viste che si aprono dalla sua sommità posta a 50m da terra e raggiungibile con

l’ausilio di 284 gradini: avrete modo di vedere l’impianto a 12 strade che convergono su Place de l’Etoile e l’Arco. Ai piedi dello

stesso arde perennemente poi la sacra fiamma che rende omaggio alla Statua del Milite Ignoto francese, che commemora i 1.300.000

soldati transalpini caduti nella Prima Guerra Mondiale.

Fattasi quindi l’ora di pranzo avrete modo di apprezzare come il XVI arrondissement di Parigi sia davvero molto ricco di ristorazioni

di alto livello che esacerbano i dettami della nouvelle cuisine à la française e nei quali potrete gustarvi prelibatezze tipiche della

cucina d’oltralpe come i macarons al pistacchio, consommé al pomodoro, tagliate di bouef bourguignon o l squisito formaggio

Camembert. Ripresisi dal succulento pasto nel primo pomeriggio vi suggeriamo di percorrere Avenue Marceau da Place de l’Etoile

fino a raggiungere il corso della Senna in Place de l’Alma (tristemente nota per il tunnel che sottopassa la Senna nel quale si verificò

il 31 agosto 1997 il tragico incidente stradale dove persero la vita Dodi-al-Fayed e la principessa Diana d’Inghilterra).

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Una vista aerea che rende giustizia della disposizione dodecagonale di Place de l’Etoile con un nugolo di strade che convergono verso

l’Arc de Triomphe, quindi un immagine pittoresca dello stesso così come appare da un’agghindata a festa Avenue des Champs-Elysées

Non è tanto per questo luogo lugubre però che vi consigliamo di venire in questa zona di Parigi bensì perché giusto a ovest della

piazza si torvano due interessanti musei: il Musée Guimet des Arts Asiatiques che consiste nella collezione più completa di arte

asiatica (dall’Afghanistan al Giappone) di Francia con numerosi richiami alla tradizione buddhista ma soprattutto nel Muséee

National de l’Art Moderne ospitato presso il magnifico Palais de Tokyo, realizzato per l’esposizione universale del 1937. I suoi interni

in cemento levigato e acciaio sono perfetti per ospitare le collezioni a rotazione di arte moderna che qui trovano un loro naturale

palcoscenico oltre alla sezione fissa che consta di 30.000 pezzi comprendenti capolavori come L’Algerienne di Henri Matisse,

L’Homme à la Guitarre di Georges Braque, Portrait de Jeune Fille di Picasso e realizzazioni di Kandinskij, Paul Klee, Mondrian,

Mies Van der Rohe, Salvador Dalì, Max Ernst, René Magritte, Modigliani, Bonnard e Lucio Fontana tra gli altri. Per i cultori del

genere la giornata potrà tranquillamente risolversi nella visita a questo autentico tempio dell’arte mentre per chi dopo qualche ora

sentirà la necessità di tornare all’aria aperta la risoluzione ai vostri progetti è indubbiamente l’enorme Bois de Boulogne

(raggiungibile con la linea metropolitana numero 9), uno dei parchi pubblici urbani più grandi del mondo estendendosi su 845 ettari

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nel cuore di Parigi sulla base di un progetto ottocentesco portato avanti dl barone Haussmann. Tra foreste e camminamenti qui avrete

a disposizione chilometri di piste ciclabili, uscite di un paio d’ore a cavallo, noleggi di barche a remi da far scivolare sulle acque dei

laghi artificiali che circonda. Per gli amanti della racchetta poi imperdibile è una visita agli stadi del tennis del centro Roland Garros,

tempio di questo sport da secoli e che annualmente i maggio e giugno ospita una delle tappe del Circuito del Grande Slam del tennis

internazionale. Visitando il Tenniseum Musée de Roland Garros potrete approfondire le gesta del campioni del presente e del passato

oltre a varcare le soglie del mitico campo centrale: il Court Philippe Chatrier.

Uno scorcio dei fantasiosi interni del Musée de l’Art Moderne di Parigi ospitato dentro il Palais de Tokyo, vero tempio dell’arte

contemporanea internazionale, quindi scorci bucolici nel vastissimo parco urbano de Bois de Boulogne ed infine il Court Philippe

Chatrier gremito in ogni ordine di posto per un match del Roland Garros, uno dei trofei più ambiti del tennis mondiale.

Con la terza giornata parigina ci si inoltra alla scoperta dei quartieri più chic e raffinati della Rive Droite della capitale francese,

dove il glamour e lo snob transalpino raggiungono vette difficilmente eguagliabili e dove ad ogni angolo vi parrà di potervi aspettare

boutique o monumenti di livello internazionale. Anche in questo caso è una buona idea iniziare la giornata da Place de la Concorde,

dirigendosi però in questo caso verso nord lungo la Rue Royale fino a pervenire alla Place de la Madeleine che deve il suo appellativo

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dall’omonima Eglise (chiesa) in stile spiccatamente neoclassico consacrata nel 1842 dopo circa cent’anni di travagliato cantiere.

Eretta per assomigliare a un tempio greco antico su 52 colonne corinzie l’Eglise de la Madeleine ospita ciclicamente grandiosi

concerti di musica classica (talvolta persino gratuiti) che inebriano con magiche note le serate di Parigi.

Una volta terminato questo primo approccio con i quartieri della Rive Droite vi consigliamo di infilare la ricercata Rue Saint Honoré

che si insinua nel fitto e pomposo tessuto urbano nel centro di Parigi dirigendosi verso est. Si tratta di uno dei templi del gusto della

capitale transalpina con negozi di alto livello di antiquariato, gioiellerie e numerose vetrine di pret-a-porter che tradiscono l’animo

nobile della zona. Proprio a metà del suo percorso avrete quindi modo di intravvedere e facilmente raggiungere Place de la Vendome,

ottagonale in pianta e ornata di colonnati sul perimetro eretti tra il 1687 e il 1721. Anche qui sfarzo e opulenza non lesinano la scena

con hotel straordinari entrati nel mito parigino (come il Ritz frequentato in passato da personaggi come Proust, Hemingway e Scott

Fitzgerald) alternati a sede di banche prestigiose e oreficerie tra le più rinomate di Francia. Sebbene per i più le sistemazioni

alberghiere e i negozi siano preclusi a causa dei loro listini vale però davvero la pena di soffermarsi a guardare l’incedere dei ricconi

che popolano la zona, magari sotto la gigantesca colonna centrale della piazza voluta da Napoleone nel 1806 per commemorare la

vittoria di Austerlitz ricoperta del bronzo recuperato dai cannoni russi e austriaci sottratti ai nemici.

L’Eglise de la Madeleine con la sua foggia squisitamente neoclassica che richiama alla mente le fattezze di un teatro greco antico e

una vista panoramica su Place de la Vendome, tempio del lusso e dell’opulenza nel cuore di Parigi.

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Proseguendo sempre in direzione est su Rue Saint Honoré (entrate almeno per una vista nella chiesa di Saint Roch, ricchissima

intermini di sculture al suo interno) in breve arriverete quindi in vista del Palais Royal,edificio pubblico voluto nel 1640 dal cardinale

Richelieu e oggi sede del consiglio di stato francese. L’aspetto più interessante dell’isolato è però quello di possedere magnifiche

gallerie commerciali (Galerie de Valois e Galerie de Montpensier) che costituiscono uno dei cuori dell’alta moda parigina che si

irradiano attorno al protetto e ameno Jardin du Palais Royal, un’oasi di pace fiancheggiata da colonnati nel cuore di Parigi dove non

è insolito vedere persino bambini giocare liberi nei suoi spazi verdi. Verso la conclusione della mattinata vi suggeriamo infine di

spingervi ancora un poco ad est fino a raggiungere il parco de Les Halles, zona verde nella quale negli ultimi anni si sono svolti

moltissimi lavori di riqualificazione donando sia al parco che al vetusto Forum nuova linfa vitale. L’inconfondibile profilo modernista

de Le Canopée dalla volta in vetro curvilinea domina ora infatti la zona e il vecchio centro commerciale del Forum è stato

completamente rivisto per tornare ad essere uno dei poli commerciali principi di Parigi, peraltro strategicamente posto sopra lo snodo

centrale delle metropolitane parigine. Qui potrete trovare ogni tipo di negozio e ristorazione e pertanto si propone anche come luogo

tattico in cui fermarsi per il pranzo.

Nel primo pomeriggio, una volta smaltito il pranzo e dopo esservi concessi un poco di shopping presso l’area di Les Halles merita,

prima di spostarsi altrove, una visita sicuramente anche l’Eglise Saint Eustache (al limite nord del parco), maestosa e tra i profili

dominanti del centro parigino costruita tra il 1532 e il 1637 con fattezze gotiche e facciata neoclassica , mentre all’interno colpiscono

gli arditi archi rampanti che sostengono il soffitto del presbiterio oltre al gigantesco organo a oltre 8000 canne del 1854, tuttora

suonato durante le messe domenicali. Proprio sul retro della Eglise Saint Eustache, in zona absidale, si stacca quindi verso nord una

delle vie più pittoresche di Parigi: la pedonale Rue Montorgueil ancora oggi zeppa di bancarelle e attività commerciali al dettaglio

che riportano alla mente degli anziani autoctoni i tempi in cui (fino al 1971) il Forum Les Halles fu lo storico mercato alimentare

della città, primato che possedeva da ormai otto secoli di radicata tradizione.

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Commercio moderno e tradizionale coesistono ancora fianco a fianco presso la zona di Les Halles: laddove storicamente si svolgeva il

mercato alimentare più famoso di Parigi oggi il Forum e Le Canopée hanno rivisto con architetture luminose e moderne gli spazi

espositivi, mentre Rue Montorgueil resiste con il suo fascino sospeso nel tempo. Al centro invece l’Eglise Saint Eustache, maestoso

profilo che domina lo skyline di questa porzione di Parigi dal 1637.

Nel vostro peregrinare senza meta tra questi viottoli pedonali fate poi attenzione a spostarvi man mano verso ovest fino a raggiungere

e superare dapprima Place des Victoires con l’aggettante palazzo della borsa francese e da qui rapidamente raggiungere la limitrofa

Bibliothèque Nationale de France, storica sede della principale biblioteca della nazione (che oggi ha spostato buona parte delle sue

collezioni in altra struttura) ma che continua a serbare al suo interno il meraviglioso Cabinet des Médailles et Antiques che propone

pezzi unici di straordinaria fattura dell’oreficeria e dei manufatti antichi.

Ancora una volta poi, uscendo dalla Bibliothèque Nationale in direzione nord, vi inoltrerete in un ennesimo quartiere dedito al

commercio di qualità e all’alta moda, questa volta a caratterizzazione più retrò che si dirama tra i Passage Couverts che si aprono

lungo Boulevard de Montmartre, miracolosamente rimasti come sospesi nel tempo da quando vennero aperti nel 1800 e illuminati e

ampliati nei decenni successivi. Anche le attività commerciali qui presenti sono per lo più di articoli vetusti o con gusti classici. Se

però a questo genere di oggettistica preferiste qualcosa di più moderno non abbiate timore, basta fare poche centinaia di metri verso

ovest lungo Boulevard Haussmann per raggiungere le notissime Galeries Lafayette , il più ricercato ed esclusivo centro commerciale

di Parigi che si articola su ben tre palazzi distinti.

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Giunta quindi la serata l’VIII arrondissement paleserà poi ancora qualche piacevolissima sorpresa per voi: giusto al di là del

Boulevard Haussmann rispetto alle Galeries Lafayette trova infatti ubicazione l’Opéra, per grandezza e ricchezza di decorazioni

sicuramente uno dei simboli del Secondo Impero, tanto che stupì chiunque partecipò alla sua inaugurazione nel 1875. Noto anche

come Palais Garnier vanta interni mirabolanti come lo Scalone d’Onore, la Biblioteca-Museo al primo piano (con locandine d’epoca

e spartiti originali dei maestri della musica classica) e soprattutto uno straordinario Auditorium decorato con dipinti di Marc Chagall,

enormi lampadari e dai colori raffinatissimi: dorature con poltrone in velluto rosso. Inutile dire che coronare la giornata assistendo a

sera a un’opera in calendario in questo tempio del teatro e della musica internazionale sarebbe il degno coronamento a un giorno

indimenticabile.

Il mirabolante interno del salone centrale delle Galeries Lafayette agghindato a festa che si propone come il centro commerciale più

in vista ed esclusivo di Parigi. Quindi il sontuoso esterno e l’eccezionale Auditorium de l’Opéra Garnier, tempio dell’arte dal 1875.

Ancora un volta, anche in quarta giornata, vi consigliamo di iniziare il vostro tour giornaliero muovendo le mosse da Place de la

Concorde, questa volta però ponendo attenzione e sguardo rivolti verso est, laddove si allungano gli scenografici Jardin de la

Tuileries che si risolvono otticamente sullo sfondo dell’imperioso Palace du Louvre. I Jardin de Tuileries sono una vera oasi verde nel

cuore di Parigi, un luogo dove i bambini giocano spensierati tra giostre e chioschi che vengono prelibatezze e zucchero filato e da cui

si godono le celeberrime viste degli Champs-Elysées che si allungano maestosi verso nord-ovest. La matita da cui sbocciò il progetto

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dei Jardin de Tuileries fu quella del famoso architetto paesaggista Le Notre, nel 1664, che ammantò questi 28 ettari posti lungo la

Senna di una profusione di statue, tanto da farlo apparire un po’ un museo open air e da richiamare in passato quotidianamente l’alta

borghesia parigina che voleva dare sfoggio dei suoi abiti più ricercati. La sezione più interessante dei Jardin de Tuileries è quella

adiacente a Place de la Concorde: qui infatti si collocano sugli angoli occidentali la Galerie Nationale Jeu de Paume (angolo Rue de

Rivoli) che ospita il centro nazionale della fotografia, ma soprattutto sull’angolo vista Senna il Musée de l’Orangerie che ospita otto

delle famose tele delle Ninfee di Monet oltre ad altri quadri del maestro e opere di Renoir, Cézanne, Gauguin, Picasso, Matisse e

Modigliani, vere e proprie perle dell’impressionismo.

Se l’ambiente bucolico dei Jardin de Tuileries e le opere dell’Orangerie vi riempiranno la prima parte della mattinata già verso metà

di questa sarebbe ottima cosa cominciare a dirigersi verso Place du Carrousel, già cinta dalle ali più lunghe del Palais du Louvre che

si risolve nella facciata principale di quello che è uno dei primissimi musei al mondo per fama e qualità e quantità delle opere esposte.

Vi danno il benvenuto in questo tempio dell’arte mondiale la celebre Grande Pyramide du Louvre, struttura in vetro e acciaio

inossidabile alta 21m disegnata dall’architetto cinese Pei che si protende nella Pyramide Inversée verso il basso (dove sorge il grande

centro commerciale Carrousel du Louvre) e l’Arc de Triomphe du Carrousel voluto nel 1808 da Napoleone . Il palazzo del Louvre è il

più grande di tutta Parigi e fu eretto a più riprese sotto diversi sovrani in modo da simboleggiare il potere della nazione francese. Il

primo nucleo del palazzo fu voluto da Francesco I nel 1528, quando il sovrano di ritorno dall’Italia voleva che in Francia sorgesse

qualcosa che poteva rivaleggiare col Vaticano in termini di grandiosità e appariscenza e il progetto venne dato in carico all’umanista

Pierre Lescot. Tra alterne ristrutturazioni e ricostruzioni in seguito ad incendi e devastazioni iniziò ad essere usato come museo nel

1793 (primo museo nazionale di Francia) ma fu solo nel 1981 sotto il governo Mitterrand che infine tutto lo sviluppo del Louvre fu

consacrato a museo. I numeri della collezione sono davvero strabilianti: si parla di 35.000 opere esposte (che si è calcolato che anche

solo per una rapida occhiata meriterebbero mesi di permanenza) ma sia per amor di fruibilità che per guidare i visitatori altrimenti

spersi in questo oceano d’arte in esposizione ci sono numerose piantine ed itinerari tematici che vi guideranno nelle sezioni più note.

L’unica, imperiosa, avvertenza che dovrete avere prima di approcciarvi con il Louvre è però l’insindacabile necessità di procurarvi

anticipatamente i biglietti di ingresso, pena di passare quasi tutta la giornata in coda e rimanere cocentemente delusi dall’esperienza.

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Un romantico scorcio dei Jardin de Tuileries, sempre perfettamente curati, che si aprono tra gli aristocratici palazzi della Rive Droite

e il corso della Senna e tra il Louvre e Place de la Concorde. Quindi scorcio della facciata principale del Louvre con la sua Grande

Pyramide, capolavoro dell’architetto cinese Pei.

A titolo riassuntivo di elenchiamo ora quelle che sono i principali tesori che potrete ammirare al Louvre, suddivisi per piano, che con

una visita di una giornata intera riuscirete verosimilmente a godervi senza eccessivo stress. Dirigendovi dalle biglietterie verso l’Ala

Richelieu nel mezzazino vi approccerete subito alle Cour Marly e Cour Puget, sale piena di sculture di artisti francesi (Coysevox,

Coustou, Goujon, Puget e Pigalle). Proseguendo entrerete quindi nelle sezioni dedicate all’arte islamica (tappeti moghul, Piatto con

Pavone, piatto con Tulipani e Rose) e dell’arte egiziana (Ritratti di El-Fayum, Statua e sarcofagi di Ramses II). Risalendo quindi al

pianterreno comincerete a scorgere capolavori di maestri italiani come lo Schiavo Morente di Michelangelo o il famosissimo gruppo

scultoreo Amore e Psiche del Canova. Dopo questo excursus più prossimo ai nostri tempi ecco riapparire tesori lontani risalenti alla

Grecia antica (Testa Cicladica, Hera di Samos, Testa del Cavaliere, Testa Kaufmann, Venere di Milo e il fregio delle Panatenee

strappato al Partenone di Atene), ai tempi etruschi (Sarcofago degli Sposi) e all’epoca romana (Marcello come Hermes, il fregio

dell’Ara Pacis Corteo Imperiale, Gladiatore Borghese e i ritratti di Adriano ed Ettore Attico).

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Alcuni dei capolavori esposti al pianterreno del Louvre: la statua di Ramses II rinvenuta in Egitto, il gruppo scultoreo Amore e Psiche

del Canova, la famosissima Venere di Milo di astrazione greca antica e il Sarcofago degli Sposi rinvenuto in una necropoli etrusca.

Spostandosi poi al primo piano del Louvre avrete modo di entrare negli appartamenti appartenuti a Napoleone III e di nuovo di

calarvi tra le meraviglie recuperata dall’antico Egitto (Stele funeraria del Dio Serpente, Gruppo degli Sposi, Nefertiti, busto di

Amenophis IV) oltre alla famosissima Nike di Samotracia. Incomincia quindi la vasta sezione pittorica del Louvre con dipinti italiani

dei primi maestri tardo medievali (Cimabue [Madonna in Trono], Giotto [San Francesco riceve le Stimmate], fino a pervenire a

quella che è forse la sezione più celebrata del Louvre: la Grand Galerie dove si possono ammirare a stretto giro di vite Il Giuramento

degli Orazi di Jacques Louis David , la Morte di Sardanapaolo di Eugène Delacroix, La Morte della Vergine di Caravaggio e i due

capolavori pittorici assoluti di Leonardo da Vinci: La Vergine delle Rocce e l’universalmente nota Gioconda. Al secondo piano infine

c’è una nutrita pinacoteca inerente le scuole del nord Europa: Jan Van Eyck, Durer (Autoritratto), Rubens, Jan Vermeer

(L’Astronomo), oltre a un’apparentemente infinita collezione di tele dei maestri francesi più in vista che si sono succeduti nel corso

dei secoli.

La visita al Louvre, come intuibile vi porterà via tutta la giornata e solo nel tardo pomeriggio rivedrete la luce del sole calante

illuminare di tonalità intense e calde l’incedere della Senna. Se ve la sentiste il nostro consiglio è quello di seguire i Quai (lungofiume)

della Rive Droite fino al Pont Neuf che la collega alla Ile de la Cité, passeggiata romantica e ricostituente. Anche se probabilmente ne

avrete a sufficienza di tesori artistici per la giornata meritano però almeno una rapida occhiata la chiesa di Saint Germain

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l’Auxerrois, possente opera religiosa divenuta per secoli la parrocchia dei re di Francia finché stettero in pianta stabile al Louvre e la

Tour de Saint Jacques che troneggia solitaria (unica porzione risparmiata dell’antica chiesa durante i moti del 1797) al centro della

Place du Chatelet, una delle più movimentate piazze parigine, snodo fondamentale delle metropolitane della città e del costante flusso

turistico del centro della capitale francese. Qui potrete concedervi un lauto aperitivo e poi da qui muovervi in direzione del vostro

hotel prima di passare alla cena e alla serata divertente che vi aspettano.

Altri inestimabili capolavori che potrete apprezzare passeggiando per le infinite sale del Louvre: da sinistra a destra la Nike di

Samotracia, Il Giuramento degli Orazi di J.L.David e le due opere pittoriche per antonomasia di Leonardo da Vinci: l’enigmatica

Gioconda e l’altrettanto suggestiva Vergine delle Rocce.

Con la quinta giornata di permanenza a Parigi si abbandona per un dì la centralissima Rive Droite per spingersi fino alla prima

cintola esterna del centro cittadino (arrondissement XIX, X e IX) per andare alla scoperta del moderno quartiere della Villette e dello

storico covo di artisti di Montmartre. Vi suggeriamo di iniziare la giornata partendo da La Villette (facilmente raggiungibile dal

centro con le linee metropolitane 7 o 5), un grande parco pubblico sapientemente plasmato dalla mano dell’uomo che presenta alcune

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architetture stravaganti come la Géode, colossale sfera a specchio che ospita sale cinematografiche, padiglioni cubici rosso scarlatto

detti Folies e parchi a tema che faranno la gioia dei bambini. Sempre nel medesimo perimetro del parco de La Villette trovano poi

collocazione anche la Cité de la Musique con la sua enorme sala per concerti di forma triangolare e l’annesso museo che mostra una

gamma di 900 strumenti diversi che vi faranno conoscere tonalità e suoni di cui probabilmente ignoravate l’esistenza, e la Cité des

Sciences, piena di attrazioni a pagamento interattive pensate per lo più per i più piccoli e gli adolescenti. Giunta quindi l’ora di

pranzo un viatico interessante è quello proposto dal Marché Couvert Saint Quentin, ospitato in una struttura in ferro e vetro del 1866,

in cui potrete reperire prodotti di alta qualità e diverse preparazioni take away da gustare sulle panchine vicine (il mercato si

raggiunge con le sopraccitate linee metropolitane scendendo alla fermata Gare de l’Est). Alternativamente comunque la zona

compresa tra Gare de l’Est e Gare du Nord è ricolma di una serie di ottimi bistrot, economici e di qualità.

Uno scorcio dell’avveniristico Parc de La Villette all’estremità nord-orientale del centro di Parigi con in primo piano la Géode e sullo

sfondo la Cité des Sciences. In seguito uno spaccato dell’offerta street food reperibile allo storico Marché Couvert Saint Quentin.

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Non appena finito il pasto non intrattenetevi però oltre in zona e anzi puntate rapidamente verso la fermata della metropolitana 2 di

Anvers che costituisce l’ingresso più ovvio e scenografico al quartiere di Montmartre, una zona nota a tutti per essere stata in passato

un covo fecondo di artisti di assoluto livello e per la sua irrimediabile dissolutezza. Nonostante l’afflusso turistico imponete la zona ha

però saputo mantenere quasi intatto il suo charme e la sua autenticità con le sue viuzze sinuose e le case sghembe coperte di edera.

Monumento iconico di Montmartre è sicuramente la Basilique du Sacré-Coeur, appollaiata sulla sommità della collina della Butte,

vetta di Montmartre che risplende candida grazie al fatto di essere stata eretta usando con la particolare pietra calcarea di Chateau –

Landon che non trattiene la polvere. Costruita con le offerte pervenute dai fedeli dopo la sconfitta patita dai francesi nella guerra

franco-prussiana del 1870-1871 la chiesa ebbe una genesi travagliata che si concluse solo nel 1919. L’esito di questo lungo cantiere è

però davvero incredibile unendo un’atmosfera solenne e sacra a una delle viste più grandiose su tutta Parigi ammirabile dalla sua

cupola (si raggiungono nelle giornate giuste visuali di oltre 30km sulle vicinanze). Da menzionare sono anche la vasta cripta intrisa di

suggestività e cappellette votive e il campanile che custodisce La Savoyarde, con le sua 19 tonnellate, la campana più imponente di

tutta la Francia. Vi suggeriamo caldamente di proseguire la vostra esplorazione di Montmartre scendendo dal lato occidentale delal

Basilique du Sacré-Coeur verso Place du Tertre, uno dei luoghi più caratteristici del quartiere dove si esibiscono una profusione di

suonatori ambulanti, caricaturisti, clown, mimi, acrobati e ogni genere di artista improvvisato che vi richiedono solo un simbolico

compenso per i loro numeri, il luogo è perfetto anche per una sana merenda pomeridiana. Assolutamente da non mancare per

completare la visita del quartiere sono poi il Musée de Montmartre ospitato nella più antica dimora della zona, una casa signorile del

XII secolo poco a nord di Place du Tertre (fu residenza tra gli altri di Renoir), attraverso il quale potrete conoscere meglio le

sfaccettature e la vita bohémien degli artisti che la plasmarono a partire dall’800, e il Cimitière de Montmartre, fondato nel 1798 e

distribuito su 11 ettari nei quali riposano per l’eternità personalità come Emile Zola, Alexandre Dumas, Edgar Degas e Stendhal e che

colpisce per la sua atmosfera intima e raccolta.

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Uno dei numerosi viottoli stracolmi di negozi di souvenir e atelier di artisti di Montmartre in vista della candida e maestosa Basilique

du Sacré-Coeur, nel dettaglio in seguito. Quindi la romantica Place du Tertre sempre zeppa di cavalletti di pittorici dilettanti e di

artisti di strada che racimolano qualche soldo allietandovi la giornata.

Ovviamente non appena scenderanno le tenebre l’area di Montmartre comincia a dare il meglio di sé e parimenti va inondandosi di

gente il limitrofo quartiere della Pigalle da sempre il fulcro della vita notturna più osé di Parigi con locali entrati ormai nel mito e

diversi locali a luci rosse che riflettono l’anima libertina della zona. Oggi Pigalle è probabilmente intaccata nell’animo dal traffico

spesso impetuoso che la affligge ma si sentono ancora riecheggiare talvolta le note del cancan e della polka nei café-chantant, tanto

da farvi credere per un attimo di essere tornati ai tempi della dissolutezza che Toulouse-Lautrec nelle sue opere immortalò così

straordinariamente. Locale simbolo della Pigalle è ovviamente il Moulin Rouge (che fu anche ispiratore dell’omonimo celebre film di

Baz Luhrmann) sormontato dalle pale rosso fuoco del mulino con cui si identifica, Serpeggiando per le strade della Pigalle potrete poi

entrare in contatto con il Musée dell’Erotisme, una vera istituzione in materia con una collezione di oltre 2000 strumenti di piacere

che vanno ben oltre la normale immaginazione, il Moulin de la Galette, meravigliosamente dipinto da Renoir nel 1876 e la casa in cui

dimorò dal 1886 al 1888 Vincent Van Gogh. Inutile dirvi che una serata alla Pigalle costituirà un impegnativo ma memorabile

diversivo nella vostra esplorazione di Parigi, e potrete tanto innamorarvene da utilizzarla come base fissa poi per le successive serate

nella capitale transalpina.

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Due dei locali più iconici del quartiere del divertimento e dell’eccesso notturno della Pigalle: il Moulin Rouge e il Moulin de la

Galette, sapientemente ritratti dai pittori ottocenteschi cha abitarono l’enclave artistica di Montmartre.

La sesta giornata di visita a Parigi si articola in una porzione urbana molto contenuta (comprendente per lo più solo i territori del IV

e V arrondissement) e si struttura con una dicotomia assai accentuata: la mattinata è infatti appannaggio della scoperta delle Ile de la

Cité e della Ile Saint Louis, storici isolotti fluviali sulla Senna, mentre nel pomeriggio ci si trasferisce sulla Rive Guache per

approcciarsi con il pittoresco ed esuberante Quartier Latin. Vi consigliamo di iniziare la giornata portandovi in Place du Chatelet e

da qui, attraversando i ponti sulla Senna pervenire immediatamente alla Ile de la Cité, primo storico insediamento nato nell’area

dell’odierna Parigi nel 300 a.C. circa e poi anche perno della cittadina romana di Lutetia. Da sempre epicentro della vita religiosa di

Parigi la Ile de la Cité possiede sulla sua area uno dei monumenti più noti di tutta Parigi: la Cathédrale de Notre Dame, gemma

indiscussa del gotico francese nella capitale e uno dei monumenti più visitati di Francia (si contano mediamente 14 milioni di accessi

l’anno). La possente costruzione odierna vide la sua genesi nel 1163 laddove un tempo sorse anche un tempio gallo-romano e ci

vollero circa trecento anni per portarla a completamento. Nonostante gli ingenti danni subiti durante la Rivoluzione Francese sotto

l’attenta guida dell’architetto Viollet-le-Duc tra il 1845 e il 1864 Notre Dame ritrovò immediatamente lustro e solennità, tanto da

assumere la sua sagoma attuale: quella di una gigantesca chiesa capace di accogliere contemporaneamente oltre 6000 fedeli nei suoi

130m di lunghezza. Dall’esterno la Cathédrale de Notre Dame è tutto un susseguirsi di contrafforti, archi rampanti e statue dalle

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sembianze sinistre, mentre spiccano in facciata i tre portali principali lievemente diversi l’uno dall’altro, le due torri gemelle risalibili

mediante ardite scale a chiocciola che offrono grandiose viste sul centro di Parigi e i tre rosoni istoriati del transetto aventi diametri

di diversi metri. Una volta varcato il suo ingresso sarete sopraffatti dalle dimensioni e dalla solennità della cattedrale avente un

organo a 7800 canne del ‘200, magnifiche statue dei re Luigi XIV e Luigi XIII inginocchiati ai lati dell’altare maggiore e una sezione

distaccata dalle navate principali in cui è custodito il Trésor della Cattedrale che tra monili e preziosissime opere di arte sacra antica

annovera al suo interno anche la Sainte Couronne che si dica sia stata la corona di spine che venne posta sulla testa di Gesù Cristo

prima della crocifissione. Una volta finita la visita della Cathédrale soffermatevi ancora qualche minuto anche sull’antistante Place

du Parvis Notre Dame in cui la chiesa dà sfoggio di tutte le sue beltà e che tradizionalmente è reputato essere il centro geografico di

Parigi e il luogo da cui tutte le strade di Francia si diramano (c’è una stella in bronzo incastonata nella pavimentazione nota come

Point Zéro des Routes de France).

Tre immagini che ritraggono la grandiosa Cathédrale de Notre Dame di Parigi: un dettaglio della facciata così come ammirabile da

Place du Parvis, la silhouette gotica della stessa ricca di archi rampanti vista di lato e un’istantanea dei suoi solenni interni.

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Spingendosi nella sezione occidentale della Ile de la Cité immancabile è l’entrata presso la Sainte Chapelle, la cappella sicuramente

più strabiliante di Parigi in termini di spettacolo visivo poiché appare completamente rivestita da vetrate multicolore che fanno

filtrare al suo interno una luce caleidoscopica e ammaliante. L’opera risale al 1242 per volere di Luigi IX e venne riservata solo per

la famiglia reale e per gli alti ufficiali francesi del passato. L’iconografia delle vetrate si articola su ben 1134 scene (circa 700 delle

quali risalenti direttamente al ‘200), spicca poi per maestosità il rosone centrale descrivente scene dell’Apocalisse. Altra struttura da

non mancare nell’Ile de la Cité, poco a nord della Sainte Chapelle, è la Conciergerie, ideata nel ‘300 come palazzo reale ma

velocemente abbandonata per tale scopo, riscoprendosi poi durante il Periodo del Terrore una delle più famigerate prigioni di

Francia. Qui tra il 1793 e il 1794 vennero stipati 2800 prigionieri prima di essere condotti alla ghigliottina tra cui personalità di

spicco come la regina Maria Antonietta ma anche ex leader della rivoluzione come Danton e Robespierre. Particolarmente grandiosa

all’interno risulta la Salle des Gens d’Armes, il più grande salone di epoca medievale (1301-1315) rimasto integro in tutta Europa.

Giunto quindi il termine della mattinata vi consigliamo di spingervi fino al limite settentrionale della Ile de la Cité per concedervi uno

sguardo sullo storico Pont Neuf, che a discapito del nome è il più antico attraversamento stabile sulla Senna di Parigi, datato 1607

che tanto ispirò nel passato artisti come Callot e Pissarro.

Quando infine i morsi della fame cominceranno a farsi insistenti vi suggeriamo di convergere mediante il Pont Saint Louis dalla Ile

de la Cité alla Ile Saint Louis, che appare completamente diversa dalla sua gemella. Prettamente residenziale e quasi del tutto priva di

monumenti di interesse è invece completamente pedonalizzata, squisitamente composta da un’omogenea architettura in pietra grigia

del ’600 in cui si affollano negozi tipici, ristorazioni e la mitica gelateria Berthillon.

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L’incredibile interno dai riflessi dai mille colori della Sainte Chapelle, indubbiamente una delle opere architettoniche più estasianti di

tutta Parigi. Quindi l’immensa trecentesca Salle des Gens d’Armes presso l’antica prigione della Conciergerie sull’Ile de la Cité e uno

scorcio del primo ponte sulla Senna di Parigi: il Pont Neuf del 1607.

Dopo esservi ripresi dalla scorpacciata mattutina di tesori artistici visionati nel primo pomeriggio vi suggeriamo di spostarvi sulla

Rive Gauche ripassando per la Ile de la Cité e, non appena metterete piede su questa sponda della Senna, avvertirete istantaneamente

l’aura colta e vivace del Quartier Latin , fin dal Medioevo il cuore del sapere e la sede storica dei più prestigiosi atenei parigini. Folle

di studenti, accademici e professori animano ancora questa enclave dell’alta cultura posta nel cuore di Parigi, che deve il suo nome al

fatto che anticamente qua veniva diffusamente parlato il latino come status symbol di cultura tra docenti e laureandi. Primo

monumento degno di nota che incrocerete seguendo la centrale Rue Saint Jacques verso sud è la duecentesca chiesa di Saint Severin

che si contraddistingue per il deambulatorio e le volte quattrocentesche in puro stile gotico fiammante. Questo però è solo un

antipasto delle bellezze che vi attendono: attraversato Boulevard Saint Germain vi apparirà dinnanzi il Musée National du Moyen Age

ospitato sia in ciò che rimane delle antiche terme romane del 200 d.C. che nel magnifico Hotel des Abbés de Cluny , considerato uno

dei migliori esempi di architettura civile medievale di Parigi. Se non siete cultori dell’arte medievale potrete anche soprassedere la

visita degli interni ma qualche scatto fotografico dei palazzi in sé appare davvero notevole. Ancora poche centinaia di metri oltre

verso meridione poi vi troverete dinnanzi ad una delle istituzioni educative più note di tutto il mondo: sarete infatti arrivati in

prossimità degli edifici della Sorbonne, un’università dove si concentra la crème de la crème della gioventù parigina e alcune delle

menti più brillanti di tutto il globo che animano l’ateneo che controlla la maggior parte delle 13 università autonome della capitale

francese. Vale davvero la pena di intrufolarsi al suo interno e vedere in che condizioni propizie e stimolanti si svolge la vita dei suoi

35.000 studenti sin dal 1253 (anno della sua fondazione). Immancabile è poi una deviazione per ammirare la sua Chapelle del 1635

che ospita il monumento funebre del cardinal Richelieu. La piazza e le viuzze che si diramano dalla Sorbonne sono tra le più animate

di Parigi e non capita di rado che si svolga in queste strade qualche manifestazione o qualche spettacolo improvvisato di artisti di

strada. Inoltre la zona è rinomata in tutta la capitale per essere uno dei poli della cucina etnica di Parigi: non farete infatti alcuna

difficoltà a trovare specialità cinesi, nordafricane, indiane, pakistane, bengalesi, giapponesi ed ebraiche, ideali magari per uno

sfizioso snack pomeridiano. Prima di lasciarvi però completamente andare al vizio e ai peccati di gola riservate ancora un’oretta di

attenzione per la visita alle adiacenti strutture ecclesiastiche del Panthéon e di Saint Etiénne du Mont. La seconda fu uno dei cantieri

più elaborati e raffinati del ‘500 parigino e merita almeno una vista degli esterni che presentano una commistione unica di stili gotico

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e rinascimentale, mentre il Panthéon è l’emblema stesso dello stile neoclassico del ‘700. Purtroppo nata come chiesa per volere di

Luigi XV venne ultimata nel 1789 e subito dopo, a causa dei postumi della Rivoluzione Francese venne secolarizzata trasformandola

in un mausoleo. Nonostante tentativi di riconsacrazione nel 1885 si optò per il suo definitivo utilizzo come luogo di riposo eterno per

alcune delle più eminenti personalità di Francia. Tra le tombe più celebri si ricordano le tumulazioni di Voltaire, Rousseau, Marat,

Braille, Emile Zola e Pierre e Marie Curie. Conclusa anche quest’ultima visita vi suggeriamo infine di lasciarvi trasportare della

vitalità e dalla contagiosa sfrenatezza del quartiere, seguendo i flussi degli universitari che lo animano e che contagiosamente

finiranno per coinvolgervi con i loro ardori. Una via particolarmente propizia per questa digressione nel mondo giovanile è la vicina

Rue Mouffetard, considerata da molti la più fotogenica via commerciale di Parigi con mercati all’aperto, locali e ristorazioni di ogni

tipo. Ovviamente vi consigliamo di intrattenervi nel Quartier Latin anche per la serata che risulta sempre inebriante e un po’ sopra le

righe.

Una vista d’insieme sugli storici palazzi che ospitano la sede principale della Sorbona, l’università per antonomasia di Francia e di

Parigi dove da secoli si tracciano le nuove vie del sapere umano. Quindi una vista sul neoclassico Panthéon, uno dei mausolei delle

personalità di Francia più importanti e uno scorcio delle animate e vibranti vie del Quartier Latin, baldanzosa area studentesca.

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La settima giornata di stanza a Parigi si concentra sul quartiere residenziale e progressista di Saint Germain, una splendida area

abitata da artisti, scrittori, attori e musicisti sulla Rive Gauche dove si concentrano le principali attrattive poste a meridione della

Senna della capitale transalpina (eccezion fatta per la Tour Eiffel). Anche in questo caso vi consigliamo di iniziare la vostra giornata

da Place de la Concorde ma in quest’occasione di attraversare immediatamente l’omonimo ponte che si stacca a sud e oltrepassa la

Senna fino a raggiungere il Palais Bourbon, grandioso esempio di architettura civile settecentesca di Parigi, che oggi come un tempo

accoglie la camera dei deputati transalpini che sono soliti riunirsi nella meravigliosa Salle de l’Assemblée Nationale ornata da dipinti

di Delacroix. Una volta dopo aver scattato qualche foto di rito svoltate quindi a sinistra percorrendo un tratto dei Quai a ritroso lungo

il corso della Senna fino a pervenire al celeberrimo Musée d’Orsay, un vero e proprio tempio dell’arte per quanto concerne

l’impressionismo e l’art nouveau a livello internazionale e che appare collocato in una ex stazione ferroviaria essa stessa architettura

di spicco per quanto riguarda i primi anni del ‘900 (fu realizzata per l’Esposizione Universale del 1900). Qui dal 1977, anno di

apertura del complesso, fanno sfoggio della loro grandezza capolavori immortali dell’arte del XX secolo come Caccia ai Leoni di

Delacroix, L’Assenzio di Degas, La Blanchisseuse di Daumier, L’Atelier di Corot dello stesso maestro, Funerali di Ornans e

L’Origine del Mondo di Courbet, Le déjouner sur l’Erbe di Manet, Le Ninfee e I Tulipani di Claude Monet, La Spiaggia di Trouville

di Boudin, La Galée Blanche di Pissarro, Bal du Moulin de la Galette di Renoir o Autoritratto di Van Gogh. Come logico attendersi

da una tale concentrazione di capolavori l’estensione del Musée d’Orsay è davvero importante e anche solo per una visita sommaria

vi occuperà buona parte della mattinata (procuratevi i tagliandi di ingresso in anticipo).

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Lo splendido edificio della Gare d’Orsay, una delle perle dell’art nouveau parigine, che ospita dal 1977 il museo omonimo, tempio

indiscusso dell’impressionismo pittorico a livello mondiale. In seguito alcuni tra i più famosi capolavori custoditi nelle sue sale da

L’Assenzio di Degas al Bal du Moulin de la Galette di Renoir per concludersi con il celeberrimo Autoritratto di Vincent Van Gogh.

Giunti quindi in prossimità di mezzogiorno vi suggeriamo di percorrere a ritroso i vostri passi lungo la Senna fino ad incrociare i

vasti prati perfettamente curati dell’Esplande des Invalides, un’enorme area verde che si allunga dalle rive della Senna fino all’Hotel

des Invalides, un complesso voluto da Luigi XIV nel 1671 per offrire riparo e cure a oltre 3000 reduci delle sua campagne belliche. Il

sito visse il 14 luglio 1789 il suo momento di apice nella storia francese allorquando una folla di migliaia di inferociti cittadini lo

espugnarono combattendo ferocemente le guardie che lo presidiavano per saccheggiare le armerie presenti e con questi

equipaggiamenti andare dritti alla conquista della Bastiglia, ponendo di fatto inizio alla Rivoluzione Francese. Oltre a una serie di

musei minori oggi qui ospitati meritano una veloce visita sicuramente la sua Eglise du Dome caratterizzata dalle sue tre cupole

sovrapposte (la più esterna è laminata in oro) che fu poi usata come ispiratrice per la costruzione del Campidoglio di Washington e

che custodisce l’elaborata Tomba di Napoleone composta da sei sarcofagi incastonati l’uno nell’altro fino al più esterno in porfido

rosso di Finlandia dove riposano per l’eternità le ceneri del grande condottiero pervenute a Parigi nel 1840 dall’esilio di Sant’Elena.

Una volta usciti dagli Invalides potrete poi oziare per qualche tempo e concedervi un pic-nic sui prati dell’Esplanade antistante.

Dopo esservi rilassati a sufficienza sul morbido manto erboso degli Invalides nel primo pomeriggio vi proponiamo quindi di prendere

un paio di linee metropolitane e di scendere alla fermata dell’Eglise Saint Germain des Près, cuore pulsante della vita religiosa

parigina e del quartiere omonimo. Si tratta dell’edificio di culto più antico di tutta Parigi, in stile squisitamente romanico, risalente

all’XI secolo e fino alla costruzione della Cathédrale di Notre Dame anche della più luminosa tra le chiese della capitale transalpina.

Al suo interno si serba la Chapelle de Saint Symphorien che faceva parte di un’abbazia altomedievale nella quale riposano le spoglie

di San Germano, santo patrono di Parigi, morto nel lontano 576 d.C. Una volta usciti dalla chiesa non potrete poi fare a meno di

notare la straordinaria concentrazione di café letterari, bistrot tradizionali e bar d’epoca della zona, uno dei punti di aggregazione

prediletti di Saint Germain già da inizi ‘900 quando tra questi tavolini Jean Paul Sartre, Albert Camus e Simone de Beauvoir

affinarono la corrente filosofica dell’esistenzialismo. Proprio seguendo una di queste pittoresche strade di Saint Germain, la Rue

Bonaparte, verso sud in brevissimo tempo sarete quindi in vista dell’Eglise de Saint Sulpice, una curiosa chiesa in cui coabitano stile

italiano e neoclassicismo nota sia per gli affreschi di Delacroix che per le famose scene qui girate del thriller capolavoro Il Codice da

Vinci, ispirato dai romanzi di Dan Brown.

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Una panoramica dell’Hotel des Invalides con l’antistante Esplanade che costituisce una delle aree verde più estese della Rive Gauche

parigina e una storica tappa dei primi avvenimenti della Rivoluzione Francese. Quindi la Tomba di Napoleone nell’Eglise du Dome

all’interno del complesso. Infine le vibranti e affollatissime rue di Saint Germain, uno degli epicentri della bella vita della capitale.

Camminando poi ancora per qualche centinaio di metri verso meridione, come per incanto, si apriranno davanti ai vostri occhi i

grandissimi Jardin du Luxembourg, articolati su terrazzamenti, prati e castagneti, che costituisce una delle aree verdi più amate dai

parigini e dai numerosi campanelli di studenti che quotidianamente lo percorrono per recarsi alle proprie lezioni universitarie presso

gli atenei del Quartier Latin. L’idea primigenia di questo parco la si deve a Napoleone in persona che aveva pensato la ozna come un

ampio spazio ricreativo per i bambini dell’epoca, con bacini in cui poterli far giocare con le loro barche a vela giocattolo, dove

andare a spasso sul dorso di pony ammaestrati oppure in cui deliziarsi gli occhi assistendo a spettacoli di marionette (tutte cose che

ancora oggi caratterizzano i Jardin du Luxembourg). Monumento che focalizza l’attenzione della zona è però ovviamente il Palais du

Luxembourg, costruito a partire dal 1615 da Enrico IV per la moglie Maria de’Medici che soffriva di nostalgia per il suo Palazzo Pitti

fiorentino, e che oggi ospita stabilmente la camera alta (Senato) del Parlamento Francese. Un modo alternativo e congeniale agli

amanti dello shopping per concludere la giornata può essere infine quello di raggiungere il centro commerciale Le Bon Marché (poco

oltre Boulevard Raspail verso ovest dai Jardin du Luxembourg), il più antico shopping mall parigino, ideato e costruito sui dettami e i

disegni di Gustave Eiffel nel 1852. Anche se il nome tradisce opportunità di acquisti a buon mercato non fatevi fuorviare, qui si

concentrano boutique, sartorie e gioiellerie tra le più esclusive di Parigi ma è comunque un’esperienza curiosare in questo tempio del

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lusso d’oltralpe. Per la serata infine vi consigliamo di non spostarvi dal cuore di Saint Germain (compreso tra Saint Germain des Près

e Saint Sulpice) dove si trovano una serie di lounge bar per aperitivi e locali notturni tra i più aggraziati e spensierati di tutta la

capitale francese.

Un ameno scorcio dei curatissimi e bucolici Jardin du Luxembourg, dai tempi napoleonici luogo di svago prediletto dai parigini, con

sullo sfondo il suo Palais oggi sede del Senato d’oltralpe e quindi l’architettura del centro commerciale Le bon Marché, il più antico

di tutta Parigi, del 1852, realizzato su ispirazione di Gustave Eiffel.

Bonificato nel XII secolo dalle sue paludi il Marais è sin dal ‘600 un elegante quartiere residenziale nel cuore di Parigi dove tra

palazzi storici e hotel particuliers sfarzosi eretti dai nobili del passato si respira ancora un’atmosfera vagamente medievale scalfita

solo negli ultimi decenni dalla proliferazione di bar di tendenza, ristoranti etnici e boutique rinomate che lo collocano tra le aree più

appetibili per vivere nella capitale francese, specialmente la sua sezione nord, l’Haut Marais interessato da un fervore edilizio e

terziario davvero strabiliante. Qui inoltre si incentra il fulcro tradizionale della vita notturna omosessuale di Parigi (soprattutto tra

Rue des Archives e Rue Vieille du Temple) e la concentrazione probabilmente più elevata di locali serali e ristorazioni tipiche della

capitale transalpina che trasformano il Marais in una irresistibile calamita sia per gli autoctoni che per i turisti.

Vi suggeriamo di iniziare il vostro tour giornaliero da Place du Chatelet portandovi rapidamente dapprima in vista dal vicino Hotel

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de Ville, municipio parigino ricostruito in puro stile neorinascimentale tra il 1874 e il 1882 ornato in facciata da 108 statue che

ricordano eminenti personalità locali del passato, per poi raggiungere il famosissimo Centre Nationale Georges Pompidou.

Inaugurato nel 1977 su un progetto congiunto di Renzo Piano e Richard Rogers si attesta tuttora come il centro culturale più

entusiasmante di Parigi: una struttura nata e concepita per creare splendidi spazi espositivi luminosi e ariosi in cui ammirare la

crème de la crème dell’arte moderna e contemporanea internazionale sia essa pittorica, visiva, scultorea, cinematografica o musicale.

Rimodernato sempre da Renzo Piano nel 2000 il Centre Pompidou si articola oggi su cinque piani più due seminterrati che ospitano lo

straordinario Musée National d’Art Moderne con migliaia di capolavori esposti che faranno la felicità dei cultori del genere e

stimoleranno la curiosità di neofiti e meno avvezzi. Tra i pezzi di maggior prestigio della collezione si ricordano lavori di Braque

(L’Homme à la Guitarre), Matisse (L’Algerienne), Picasso (Portrait de Jeune Fille), Matisse, Kandinskij, Paul Klee, Mondrian,

Fernand Leger, Salvador Dalì, Joan Mirò, Max Ernst, Magritte, Giacometti, Modigliani, Lucio Fontana, Christo. Vista l’entità e

l’estensione della collezione presente tenete conto che la visita vi assorbirà buona parte della mattinata.

Una volta terminato il peregrinare per le sale del Centre Pompidou potrete iniziare a dirigervi verso est nel cuore del Marais,

oltrepassare gli storici hotel particuliers che compongono gli Archives Nationales de France che raccolgono tutti i documenti

principali della storia transalpina e il magnifico Hotel Carnavalet (uno dei migliori esempi di architettura rinascimentale

cinquecentesca di Parigi) che oggi accoglie un fornitissimo museo sulla storia della città, per giungere infine in vista di Place des

Vosges, la più antica piazza reale di Parigi, composta da uno spiazzo quadrangolare abbellito da un giardino e quattro fontane su cui

si affacciano 36 eleganti case simmetriche porticate al pian terreno con caratteristici tetti spioventi in ardesia. Inutile dirvi che la

scenograficità del posto è assai elevata (forse anche per questo il romanziere Victor Hugo decise di abitarvi dal 1832 al 1848) e che si

tratta di una delle cartoline più romantiche ed esclusive di Parigi sulla quale troverete una profusione di negozi di lusso e costosissime

e raffinatissime ristorazioni.

Per chi desiderasse qualcosa di meno dispendioso è più alla portata per pranzo tuttavia non abbia a disperarsi: scattata qualche foto

di rito in Place des Vosges non vi resterà altro da fare che spingervi ancora per qualche isolato a est fino a raggiungere la vasta e

trafficata Place de la Bastille che introduce al quartiere omonimo e ricorda come qui un tempo sorgesse la famigerata prigione voluta

dal cardinal Richelieu (in cui vennero rinchiusi tra gli altri Voltaire, il marchese de Sade e la Maschera di Ferro) poi andata distrutta

in seguito ai moti che scatenarono la Rivoluzione Francese il 14 luglio del 1789. Purtroppo dell’antica costruzione non rimane

pressoché nulla (se non una tripla fila di pietre annegate nell’asfalto che ne segua l’antico perimetro) ma è un luogo ancora molto

caro ai francesi e l’accesso più comodo al Marché Bastille, a detta di molti il migliori mercato alimentare all’aperto della capitale

francese in cui potretet trovare diverse prelibatezze della cucina d’oltralpe a prezzi davvero contenuti.

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Il futuristico Centre National Georges Pompidou realizzato in stile quasi neoindustriale da Renzo Piano e Richard Rogers nel 1977,

sede di uno dei musei più prestigiosi della capitale francese: il Musée National d’Art Moderne che accoglie grandiose opere come

L’Homme à la Guitarre di Braque (in seguito). Quindi la raffinatissima e altezzosa Place des Vosges, salotto bene del Marais.

Per smaltire il pranzo vi suggiamo poi di spingervi verso la vicina Promenade Plantée, una spettacolare area verde sopraelevata che

segue il vecchio tracciato della ferrovia di Vincennes tra aiuole fiorite ed accattivanti panchine su cui riposarsi, godendosi le

splendide viste aeree che si aprono sul cuore di Parigi. Scendendo poi al livello del manto stradale sarete qui accolti da una serie

quasi infinta di negozi di artigianato e atelier note come Viaduct des Arts.

Giunta quindi la metà del pomeriggio vi consigliamo poi di spostarvi con la metropolitana 5 dalla Bastille fino a Place de la

République, strategicamente collocata tra il Musée des Arts et Métiers (a ovest) che consta del più antico museo europeo dedicato alla

scienza e alla tecnologia con otre 3000 strumenti e macchinari antichi, il Marché aux Enfants Rouge, il più antico mercato coperto di

Parigi ed il pittoresco Canal Saint Martin dove tuttora si spostano placide chiatte sulle acque del canale aperto per i commerci fluviali

di Parigi nel 1825. Qui tra ponti girevoli e angoli che ricordano scenari bucolici si respira un’atmosfera retrò e bohémien facilmente

assaporabile frequentano i suoi café-bar sempre zeppi di gente del posto intenta a sorseggiare qualche bevanda a cui potrete unirvi

per uno spensierato aperitivo.

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Come precedentemente accennato infine il Marais risulta essere uno dei templi parigini della bella vita notturna e quindi non dovrete

far altro che farvi trasportare dalla fiumana di gente verso i centri di aggregazione più in voga del quartiere. Un’alternativa più colta

per la serata può invece essere quella di andare a vedere una rappresentazione teatrale alla gigantesca Opéra Bastille (sita

nell’omonima piazza) priva di andare a scatenarvi tra i festosi locali dell’adiacente Rue de Lappe.

Alcune immagini simbolo della parte orientale del centro di Parigi: chiatte che si muovono lemmi lungo le placide acque del Canal

Saint Martin, ritrovo dei moderni bohémien della capitale, quindi il modernissimo profilo dell’Opéra Bastille e una delle animatissime

Rue del quartiere di Marais, vero e proprio tempio del divertimento diurno e notturno di Parigi.

La nona e ultima giornata parigina risulta infine essere appannaggio dei siti di interesse posti al limitare orientale e meridionale della

storica cerchia primigenia della città. Il nostro consiglio è quello di portarvi di prima mattina fino al capolinea della linea

metropolitana 1 presso la fermata di Chateau de Vincennes dalla quale immediatamente sarete in vista del mastio voluto da Carlo V

nel 1360 con torri quadrate, un perimetro di mura di oltre un chilometro e un fossato delimitante che nel corso dei secoli venne poi

riadattato a prigione di massima sicurezza in cui venne rinchiuso anche Diderot. La porzione più interessante del castello è

indubbiamente quella della Sainte Chapelle, in stile flamboyant, eretta nel 1552 ma quello che colpisce di più la vista del turista sono

sicuramente i limitrofi ed estesissimi spazi verdi del Bois de Vincennes, uno dei parchi pubblici cittadini più grandi del mondo.

Pedalare per i suoi chilometri di percorsi, pagaiare sui suoi laghetti artificiali o concedersi un’uscita a cavallo di un paio d’ore tra i

suoi alberi esotici, laghetti e cascatelle artificiale è davvero un modo diverso di iniziare la giornata a Parigi e, dopo tanta

antropizzazione, un diversivo interessante per rientrare in contatto con la natura.

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La fisionomia compatta e turrita dello Chateau de Vincennes che fa da preludio agli immensi spazi verdi punteggiati di specchi

d’acqua del Bois de Vincennes, uno dei parchi pubblici urbani più grandi del mondo (nel dettaglio barche a remi nel medesimo).

Verso metà mattinata fate quindi rientro allo Chateau de Vincennes e da qui mediante il bus 318 portatevi in prossimità del Marché

aux Puces de Montreuil, uno dei mercatini delle pulci più in voga sin dall’800 di tutta la capitale francese dove potrete vedere uno

splendido spaccato del mondo sommerso e antico dell’oggettistica di seconda mano transalpina. Si tratta di un posto assai pittoresco

che non mancherà di stupirvi e in cui finirete irrimediabilmente per fermarvi molto più del preventivato.

Giunta quindi l’ora del pranzo il consiglio che vi diamo è quello di raggiungere mediante le linee metropolitane 9 e poi 2 (fermata

Couronnes) il suggestivo e pittoresco Marché de Belleville, con ogni probabilità il mercato che più di ogni altro a Parigi vi farà

entrare in contatto con la tradizione culinaria e le usanze tipiche dei migranti nordafricani, asiatici e mediorientali che affollano

soprattutto gli arrondissement orientali della capitale francese. Sebbene il primo colpo d’occhio possa apparire di impatto con folle di

etnie non autoctone che perpetrano le loro usanze (spesso chiassose) come stile di vendita è un luogo sicuro e costituisce davvero

un’esperienza immancabile per capire a fondo la nuova società multiculturale che oggi anima e plasma la realtà di Parigi (oltre a un

posto dove si possono assaporare mille gusti esotici).

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Un modo singolare per smaltire il pranzo è poi quello di recarsi mediante la metro 2 al vicino Cimetière du Père-Lachaise, un vero e

proprio giardino riadattato a camposanto in cui nodose radici di alberi secolari sono diventate un tutt’uno con le tombe e le lapidi

presenti e in cui si possono vedere tutta una serie di gamme di esternazioni che provoca nell’essere umano il contatto con la morte.

Statue equestri, castelli, piramidi e persino una tumulazione a forma di faro contraddistinguono questa sorta di città nella città con le

sue 69.000 e Père-Lachaise risulta anche essere il cimitero statisticamente più vistato del mondo . Il luogo si presta ad

un’esplorazione rapida ma non superficiale, magari seguendo le indicazioni che portano alle tumulazioni più famose (qui riposano tra

gli altri Balzac, Chopin, Bizet, Oscar Wilde, Molière, Delacroix, Modigliani e Jim Morrison), rimanendo sorpresi ad ogni angolo da

ciò che ammirerete lungo il percorso.

A completamento della giornata infine vi esortiamo poi a raggiungere mediante il bus 61 i Musées National d’Histoire Naturelle

(facilmente identificabili per la riproduzione di uno stegosauro posta all’entrata principale), un polo museale di grandissimo interesse

posto al limitare degli orti botanici e dei giardini alpini dei Jardin des Plantes, sulla Rive Gauche subito a nord della Gare

d’Austerlitz. In questi monumentali palazzi potrete avvicinarvi a collezioni di paleontologia (Galerie d’anatomie Comparée et de

Paléontologie) comprendenti circa 2.000.000 di scheletri ed esemplari di animali odierni ed estinti nelle epoche passate, di

gemmologia (Galerie de Géologie et de Minéralogie) con oltre 500.000 pietre catalogate ed esposte (alcune delle quali sono gemme

che appartennero al tesoro dei re di Francia) e a una esposizione che tratta il tema dell’evoluzione nella storia animale (Grand

Galerie de l’Evolution). Vista l’estensione delle collezioni e il limitato tempo a disposizione non potrete che fare un assaggio del

materiale presente ma nonostante questo aspetto le mostre cattureranno l’attenzione vostra e dei vostri bambini.

A sera infine potrete dirigervi verso zone di Parigi più consone al divertimento notturno, prima tra tutte l’adiacente area del Quartier

Latin.

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Una delle numerosissime bancarelle del Marché de Belleville, uno dei mercati alimentari più spiccatamente etnici di tutta Parigi,

luogo prediletto per entrare in contatto con l’elaborata composizione umana della Parigi odierna. Quindi alcune tumulazioni immerse

nel verde tipiche del Cimetière du Père-Lachaise e alcuni scheletri di dinosauri all’interno dei Musées National d’Histoire Naturelle.

10° giorno: LA DEFENSE, SAINT DENIS

Con la decima giornata di esplorazione parigina ci si inizia a muovere volgendo l’attenzione ai siti di interesse che sorgono nell’immediato

periplo della capitale francese. Questa tappa del viaggio consta di due sezioni separate che vi impegneranno rispettivamente la mattinata e il

pomeriggio interamente e si snodano nella prima cerchia esterna di Parigi. In mattinata prendete la linea metropolitana 1 e seguitela in

direzione del capolinea esterno fino a raggiungere l’avveniristico quartiere de La Défense, una sorta di selva di grattacieli di astrazione

americana che pare essere stato erroneamente trapiantato in prossimità del cuore della storica capitale transalpina. Realizzata a partire

dagli anni ’50 ed estesa su 160 ettari si propose al tempo come uno dei progetti urbanistici più ambiziosi al mondo e, sebbene le prime

installazioni come il CNIT inaugurato nel 1958 (e poi ampiamente restaurato) appaiono ormai già decisamente superate, bisogna dare atto

che la verve edilizia in zona non si è mai esaurita tanto che avanguardie architettoniche vengono ancora oggi erette a La Défense facendola

rimanere una sorta di laboratorio a cielo aperto dell’industria edilizia moderna. Palazzi come il Couer Défense (del 2001), la Tour T1, la

Tour Granite e la Tour Phare alta oltre 300m sono al momento gli edifici più appariscenti della Défense, ma come predetto non si sa mai

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cosa potrà apparire in questo skyline in un prossimo futuro. Economicamente il ruolo della Défense è poi predominante in Francia essendo

sede di tre quarti delle prime 20 società per fatturato del paese e di 1.500 aziende che solo qui danno da lavorare a 150.000 impiegati che

quotidianamente affollano la zona di giorno e la lasciano semideserta la notte facendo rientro a Parigi come pendolari. Tra i siti di maggior

spicco per un visitatore a La Défense si ricordano ovviamente il Grande Arche, enorme struttura cubica in marmo di Carrara, granito grigio

e vetro degli anni ’80 che funge da punto di riferimento dell’area, idealmente posto sulla prosecuzione geografica dell’asse viario che si

spinge esternamente da Parigi come prosecuzione degli Champs Elysées e il Musée de La Défense che ripercorre la storia del quartiere con

modellini e mostre.

Uno scorcio iconico del quartiere dei grattacieli de La Défense, peraltro uno dei centri economico commerciali basilari dell’economia

transalpina. In seguito il simbolo stesso della Défense, il Grande Arche, sapientemente illuminato a sera e ornato da fontane e giochi di luce.

A meno che non siate cultori dei fast food il panorama culinario della Dèfense vi apparirà alquanto desolante, pertanto il consiglio è di

muovere a ritroso verso mezzogiorno puntando il cuore di Parigi, consumare un veloce pasto e raggiungere una stazione della linea

ferroviaria della RER D in modo tale che possiate poi agilmente muovervi in direzione dell’antica cittadina indipendente, oggi

completamente assorbita dal tentacolare sviluppo urbano parigino, di Saint Denis. Saint Denis è stato per 1200 il luogo prediletto per la

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sepoltura dei reali di Francia e doveva un tempo apparire come un contesto bucolico e sereno perfetto per un riposo eterno in pace ma i

sovrani defunti non potevano di certo aspettarsi che il boom edilizio di Parigi sarebbe stato così esplosivo da farne un quartiere integrante,

nemmeno troppo esterno, della capitale transalpina. La popolazione locale è multietnica e variegata oggi, come in tutta la periferia di Parigi,

ma sussistono ancora angoli davvero gloriosi che tradiscono il fulgido passato. Fulcro di un’escursione a Saint Denis è ovviamente la visita

alla Basilique de Saint Denis in cui riposano le salme di 43 re e 32 regine di Francia, dal Clodoveo I spirato nel 511 d.C. fino a Luigi XVIII

che trapassò nel 1824, rendendola uno dei mausolei più importanti del mondo. La costruzione visionabile oggi venne iniziata nel 1136 e fu un

prototipo del gotico francese, sebbene abbia una sola torre campanaria, ma presenti già raffinate vetrate istoriate. Purtroppo durante la

Rivoluzione Francese e nel successivo Periodo del Terrore la Basilique de Saint Denis subì gravi danni: le spoglie dei vari re e regine furono

esumate e gettate in fosse comuni e i monumenti funebri trasferiti a Parigi. Sotto Napoleone si decise però di recuperare questo

importantissimo pezzo di storia francese e pian piano sotto la guida dell’architetto Viollet-le-Duc Saint Denis venne restaurata, i resti reali

ricollocati nelle loro tumulazioni e man mano vennero riportati in loco i monumenti funebri (che peraltro sono ognuno a grandezza naturale

del defunto che ospita). Il risultato è nuovamente una composizione di grandissimo respiro artistico e una chiesa carica di atmosfera regale e

solennità, tanto che chiunque vi entri sentirà come il peso della storia transalpina travolgerlo e permearlo. Una volta usciti dalla Basilique

potrete poi passare un paio d’ore di relax nel vasto Parc de la Légion d’Honneur che si estende a est del complesso ecclesiastico. Una

modalità interessante per concludere questa escursione a Saint Denis è infine quella di assistere ad uno dei match sportivi che ciclicamente

vengono svolti nel vicino Stade de France, l’enorme stadio dalla capienza di 80.000 spettatori che venne costruito in occasione dei Mondiali

di Calcio che la nazione transalpina ospitò nel 1998. Oltre che la casa dei Blues (così sono soprannominati i calciatori della nazionale

francese) con gli anni lo Stade de France è divenuto anche il tempo della nazionale di rugby, secondo sport nazionale per seguito e si è

caricato di un’aura di rispetto e venerazione. Lo stadio è visitabile al suo interno (spogliatoi, palco presidenziale, tunnel di accesso al campo

ecc) mediante una visita guidata, ma nulla è ugualmente coinvolgente che assistere ad una partita di calcio o rugby allorquando lo sfrenato

tifo locale vi contagerà e verrete rapiti dalle gesta dei campioni del pallone e della palla ovale (informatevi per tempo sui vari avvenimenti in

programma e premunitevi di biglietti per tempo!). A sera infine potrete rapidamente e comodamente fare rientro dallo stadio direttamente al

centro di Parigi adoperando la linea ferroviaria RER B.

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Una vista panoramica sulla Basilique de Saint Denis, mausoleo per oltre un millennio della famiglia reale francese, quindi un dettaglio dei

suoi interni dove si affollano i monumenti funebri dei vari sovrani e regine. Infine uno scorcio di un gremito e caldo Stade de Franche che

ribolle di tifo in occasione di un match della nazionale transalpina di rugby.

11° - 12° giorno: DISNEYLAND PARIS

Benvenuti nel regno della fantasia e del divertimento dove i grandi tornano ad essere piccini e i bambini entrano in un vero e proprio sogno

ad occhi aperti. Nessun parco dei divertimenti a livello europeo è infatti nemmeno paragonabile per grandiosità, offerta di intrattenimenti e

afflusso annuale di turisti (in genere attorno ai 14 milioni) all’immane progetto realizzato su una superficie di otre 707 ettari con una spesa

di 4,6 miliardi di euro equivalenti e aperto nel 1992 che si colloca nel comune di Marne-la-Vallée, un sobborgo parigino comodamente

raggiungibile con la linea ferroviaria della RER A dal centro della capitale in circa 45 minuti. L’area del parco comprende una serie di hotel

(perfetti per chi volesse spalmare la permanenza su due giorni, consigliabile), campi da golf, il Disney Village (un pomposo complesso di

ristoranti, sale giochi e negozi a tema Disney) e le due vere attrattive del parco: il Walt Disney Studios Park e il Disneyland Park. Il

Disneyland Park costituisce il complesso storico degli intrattenimenti ed è completamente ispirato ai personaggi della filmografia Disney

comprendendo attrazioni adatte sia ai bimbi più piccoli che ad adulti in cerca di emozioni adrenaliniche. Passeggiare mano nella mano con i

vostri figli vedendogli ciclicamente illuminarsi gli occhi ogniqualvolta incontreranno figuranti vestiti come la Bella e la Bestia, Topolino,

Cenerentola ecc. sarà davvero un’emozione per voi e un ricordo indelebile per loro e, anche se inizialmente cercherete di non farlo trapelare,

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finirete per tornare bambini anche voi facendovi un poco rapire da questo mondo incantato. Il Walt Disney Studios Park è invece il secondo

parco a tema di Disneyland Paris e dispone di diversi set con effetti audio, la possibilità di aggirarsi nei backstage degli studi cinematografici

di animazione e di fare una vera e propria immersione sensoriale su una serie di attrazioni ideate per stupirvi con i loro effetti speciali. Vista

la vastità del complesso e l’infinità di attrazioni a disposizione vi consigliamo caldamente di dedicare a Disneyland Paris non meno di due

giorni (pena andarsene con rimorsi o con l’impressione di aver fatto solo una gita mordi e fuggi, decisamente riduttiva). L’offerta degli

alberghi a tema completa poi la sensazione di trovarsi davvero in un mondo delle fiabe dove l’impossibile diviene realtà e in cui tutti, ma

davvero tutti, tornano a essere sognatori e spensierati almeno per qualche ora.

Il corso principale all’interno del Disneyland Park tra attrazioni, ricostruzioni del mondo incantato Disney e con sullo sfondo il castello della

Bella Addormentata, simbolo del parco. Quindi uno scorcio del Walt Disney Studios Park incentrato sugli effetti speciali e l’ingresso in veste

serale al Disney Village: polo della ristorazione e dei negozi a tema di Disneyland Paris.

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13° giorno: FONTAINEBLEAU

Incastonata al centro di una delle aree boschive più fitte e storiche di Francia la cittadina di Fontainebleau e i suoi tesosi artistici vi saranno

più che sufficienti per riempire la vostra tredicesima tappa del viaggio. Per raggiungere questa località vi consigliamo però di organizzarvi

logisticamente affittando un’automobile presso Disneyland di prima mattina e di coprire più velocemente possibile la distanza tra il parco

divertimenti e Fontainebleau (70km, 1 ora). Non appena vi approccerete al borgo verrete circondati da questa selva impenetrabile che si

estende per 200kmq e che oggi come un tempo rappresenta un vero e proprio paradiso per i jogger, gli amanti delle due ruote e dei patiti

delle escursioni a cavallo che possono essere un perfetto diversivo nel pomeriggio per completare la giornata. Fulcro di una visita a

Fontainebleau è ovviamente la visita al suo Chateau che sin dalla sua creazione nel ‘500 s attestò come uno dei più grandiosi e opulenti

palazzi signorili di tutta la Francia, un luogo in cui converse tutta la nobiltà antica di Francia nel corso dei secoli ospitata man mano in una

delle 1900 stanze del castello. Il nucleo primigenio dello Chateau de Fontainebleau era un mastio del XII secolo ampliato poi da Luigi IX ma

fu sotto il regno di Francesco I che il sito venne completamente rimodernato, ampliato e reso immortale grazie al lavoro dei più dotati tra gli

artigiani del ‘500 di Francia ed Italia che qui poterono sbizzarrire la loro verve creativa impostando addirittura un proprio stile compositivo

che passò alla storia come Scuola di Fontainebleau. Nella seconda metà del ‘500 sull’onda di questa esplosione creativa anche Enrico II,

Caterina dè Medici ed Enrico IV vollero legare indissolubilmente il proprio nome al complesso, decorandolo e rendendolo ancora più

mirabolante, questa volta però coadiuvati dall’aiuto di maestri di origine per lo più fiamminga e francese che delinearono la Seconda Scuola

di Fontainebleau. Il risultato è uno degli ambienti più opulenti, sfarzosi e di impatto visivo di tutto il mondo, con interni sofisticati, magnifici

giardini e un’atmosfera unica che stregò persino il pragmatico Napoleone Bonaparte che diede nuova linfa al complesso. Addirittura in

tempo di guerra la bellezza di Fontainebleau fu tanto persuasiva da indurre i nazisti ad usufruirne solo come sede del comando tedesco di

zona e poi dopo il conflitto ad essere scelta come sede del quartier generale della NATO dal 1945 al 1965.

La visita guidata al castello di Fontainebleau trova il suo naturale inizio dagli spettacolari Grand Apartements che costruiscono l’epicentro

dello sfarzo del castello con sale riempite all’inverosimile di mobili preziosi, giganteschi caminetti, suppellettili frutto del sapiente lavoro

manuale di artigiani antichi e stucchi bianco-dorati, il tutto sempre con vista sulla Cour Ovale (corte ovale), spiazzo interno che fa da

baricentro dello Chateau. Da rimarcare sono poi la Chapelle de la Trinité, seicentesca, dove si sposò Luigi XV, la Galerie François 1er,

gioiello rinascimentale del ‘500 decorata da Rosso Fiorentino uno dei più illustri allievi di Michelangelo, la Salle de Bal lunga 30m con

pavimenti intarsiati e splendidi affreschi a tema mitologico, la Salle du Trone con decorazioni dorate e verdi adoperata da Napoleone e la

Chambre de l’Impératrice ideata ma mai usata in realtà da Maria Antonietta. Interssante è anche all’interno delle sale del castello il Musée

Napoléon 1er che comprende uniformi, spade, cappelli e una serie di oggetti appartenuti all’ultimo grande condottiero europeo.

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L’ingresso allo Chateau de Fontainebleau dal Cour du Cheval Blanc al cui termine si nota la magnifica doppia scalinata a ferro di cavallo

da cui nel 1814 Napoleone salutò per l’ultima volta le sue truppe prima dell’esilio forzato all’Elba, quindi dettagli dell’incredibile sfarzo

degli Grand Apartements e della Salle de Bal del castello.

Visto il continuo ampliarsi del castello nel ‘500 e nei secoli successivi oggi la sua pianta appare abbastanza priva di un’omogeneità

compositiva e solo le varie ali del palazzo delimitano altre quattro corti di grande bellezza: la Cour des Offices, la Cour des Princes, la Cour

du Cheval Blanc con una magnifica doppia scalinata a ferro di cavallo e la Cour de la Fontaine che funge da scenografico accesso ai

giardini di Fontainebleau. Pochi altri giardini riescono in Europa a competere per eccezionalità con quelli di Fontainebleau che si

compongono di tre sezioni principali: i Jardin de Diane, all’italiana, i Jardin Français, ideati da Le Notre (il medesimo architetto che curò i

giardini di Versailles) e i Jardin Anglais, ottocenteschi. Muovendosi in queste curatissime aree verdi potrete davvero ritornare in simbiosi

con la natura e avrete modo di passare da uno specchio d’acqua all’altro, tra fontane e canali che ammantano di un’aura quasi paradisiaca i

suoi camminamenti. Come precedentemente accennato poi, se vi avanzasse sufficiente tempo a disposizione, una modalità rilassante per

ocnludere la giornata può essere quella di un’uscita a cavallo o in bicicletta sui sentieri della Foret de Fontainebleau, dove magari potrete

adocchiare dei capi selvatici intenti a brucare nel sottobosco. Per la serata fermatevi tranquillamente nel piccolo borgo di Fontainebleau che

sorprendentemente nonostante le dimensioni è ricco di ristorazioni di livello (Place Napoléon Bonaparte è zeppa di bar con dehors sulla

piazza, mentre Rue de la Corne, Rue des Sablons e Rue Grande sono l’epicentro dell’offerta culinaria di livello e delle rinomate fromagerie

locali) e di diversi locali per l’intrattenimento notturno.

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L’interno della Chapelle de la Trinité in cui nel 1725 si sposò Luigi XV e in cui nel 1810 fu battezzato Napoleone III, quindi un dettaglio della

fastosa Salle du Trone e una splendida vista bucolica dello Chateau così come appare dai suoi giardini, punteggiati di placidi laghetti.

14° giorno: VAUX LE VICOMTE

Il quattordicesimo giorno di tour nell’Ile de France va alla scoperta del meno conosciuto tra i grandi castelli che attorniano Parigi: la reggia

di Vaux-le-Vicomte (25km, 30 minuti da Fontainebleau), fortemente voluta dal ministro delle finanze del Re Sole Luigi XIV Nicolas Fouquet

al quale però la realizzazione di questa meraviglia andò particolarmente indigesta causandone sia un dissesto finanziario personale dal

quale non si riprese mai e la successiva incarcerazione che lo condusse alla morte nel 1680 a quanto si dice poiché il monarca non apprezzò

affatto la sua festa inaugurale durante la quale venne messo decisamente in secondo piano. Va detto che dopo la sciagurata morte di Fouquet

il re non si fece pregare per confiscare beni, mobili, libri e sculture del castello per trasferirli in manieri di propria proprietà. Vaux-le-

Vicomte fu disegnato e realizzato da tre dei principali architetti anche di Versailles (Le Vau, Le Notre e Le Brun) che lo adoperarono come

una sorta di prova generale per il loro successivo capolavoro e fu frequentato nel primo periodo della sua esistenza da personalità di spicco

dell’élite transalpina come Molière e Voltaire. Oggi Vaux-le-Vicomte è una residenza privata e pertanto le visite si possono intraprendere

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solo in determinati orari prestabiliti (splendide quelle serali a lume di candela) con guida e previa prenotazione. L’edificio principale del

complesso è stato costruito su di una piattaforma circondata da un canale e vi si può accedere solo mediante ponti levatoi e risulta davvero

scenografico per le continue variazioni di forma in facciata e di piani di riferimento visivo. Una volta all’interno l’ambiente più d’impatto è

la Grande Salle a forma ellittica che si innalza su più piani a costituire un enorme antro spettacolare con cui si dava il benvenuto agli ospiti.

Le diverse sale che si diramano dalla Grande Salle furono poi ideate come stanze reali o per i ricevimenti da parte dei padroni di casa e

appaiono grandiose nelle proporzioni, sebbene talvolta incompiute a causa della bancarotta a cui andò incontro Fouquet durante la

realizzazione di Vaux-le-Vicomte. Molto scenografici sono anche i giardini ricchi di grotte e fontane in cui quotidianamente si tiene uno

spettacolo di giochi d’acqua (Jet d’Eau). Anche qui la mente ideatrice fu quella di Le Notre che si avvalse per abbellire questi spazi aperto di

diverse sculture disegnate da Le Brun.Vi suggeriamo di prendervi tutto il tempo necessario per l’esplorazione di questo castello (mgari

davvero prendendo parte alla visita degli interni solo in conclusione illuminati dalle fioche e romantiche luci calde delle candele) e solo in

seguito di dirigervi verso Versailles (70km, 1 ora), località in cui vi consigliamo di trovare una location per la notte.

Una vista aerea e panoramica dell’esteso complesso del castello di Vaux-le-Vicomte, uno dei palazzi nobiliari più grandiosi mai costruiti

oltralpe. Quindi un dettaglio della sua Grande Salle disposta su più piani e raffinatissima con la sua pianta ellittica e il suo pavimento

bicromo, infine la facciata dell’edificio principale a sera poco prima che partano le romantiche visite a lume di candela.

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15° giorno: VERSAILLES

Si legge Versailles e anche alla mente di chi è meno avvezzo ai viaggi o alla conoscenza di territori lontani non può che balenare

immediatamente tra i pensieri un’idea di sfarzo, grandiosità ed estrema raffinatezza per uno di quei castelli che sono entrati di diritto nelle

storia dell’umanità e nell’immaginario collettivo. Voluto come evoluzione di un modesto casino di caccia ereditato dal padre alla periferia

occidentale di Parigi da Luigi XIV, che legò indissolubilmente il suo nome all’opera, lo Chateau de Versailles è uno dei primissimi

monumenti per fama di Francia e fu dal 1682 al 1789 anche il fulcro della vita politica e mondana transalpina, anno in cui i rivoluzionari

massacrarono le guardie del palazzo e costrinsero Luigi XVI e la consorte Maria Antonietta a trasferirsi a Parigi prima della condanna a

morte mediante pena capitale per ghigliottinamento. Lo Chateau de Versailles è un vero colosso del suo genere è fu costruito con queste

sembianze incredibilmente pompose proprio per celebrare tangibilmente il potere assoluto della monarchi francese che nel ‘600 aveva

raggiunto l’apice della sua ascesa. Il suo arredamento e le finiture del complesso riflettono appieno la grandeur del Re Sole per i merito ai

suoi malcelati istinti di autocelebrazione, basti pensare che per la costruzione di Versailles furono ingaggiati 30.000 bottegai, artigiani e

muratori che diedero vita al nucleo urbano di Versailles adiacente e che l’opera finì quasi per prosciugare le apparentemente infinite riserve

di cassa statali. Per la fortuna di ognuno nel corso dei secoli l’impianto originale di Versailles non subì né grosse modifiche né devastazioni,

nemmeno nel periodo in cui infuriarono le rivolte contro la monarchia della Rivoluzione Francese e del successivo Periodo del Terrore.

Padri ideatori del progetto che ebbe inizio nel 1661 furono tre figure di spicco nella storia dell’arte transalpina: l’architetto Le Vau, il pittore

e arredatore Le Vau e l’architetto paesaggista Le Notre, sotto la guida dei quali si bonificarono ampi stagni e paludi che qui sorgevano in

passato, si deforestarono grandi porzioni di antiche foreste e si livellarono ondulazioni anche pronunciate del terreno. Dato l’immane

afflusso di visitatori che lo raggiungono annualmente (circa 5.000.000 le presenze annue medie) e per il fatto che chiunque visiti Parigi non

può prescindere scientemente di depennare Versailles dalle opzioni da vedere per forza, vi consigliamo caldamente di prepararvi per tempo a

questa giornata acquistando online i biglietti di ingresso in anticipo (buona norma sarebbe quella di prendere parte alle visite guidate in

genere di un’ora e mezzo che vi permetteranno anche di entrare in ambienti altrimenti preclusi) e scegliendo possibilmente di evitare le

congestionate giornate di martedì, sabato e domenica. Inoltre è fondamentale arrivare presto in mattinata altrimenti finirete per ingorgarvi in

estenuanti e lunghissime code. Meritano un minimo di organizzazione giornaliera per quanto concerne gli orari anche i Grandes Eaux

Musicales e i Grandes Eaux Nocturnes, spettacoli di giochi d’acqua a ritmo di musica che si svolgono quotidianamente a orari prestabiliti

nei giardini di Versailles (straordinari quelli con le luci artificiali in notturna).

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Una vista panoramica del complesso centrale dello Chateau de Versailles con i suoi curatissimi giardini adiacenti, quindi due istantanee che

catturano la romantica meraviglia del castello in notturna tra giochi d’acqua e pirotecnici durante i Grandes Eaux Nocturnes.

Una volta che entrerete nel cuore dello Chateau de Versailles sarete irrimediabilmente come sopraffatti dallo stupore per la spasmodica

ricerca dei suoi ideatori di far divenire ogni angolo e particolare del palazzo un pezzo d’arte unico e raffinatissimo. Marmi, affreschi,

dorature, intagli, spesso con motivi in onore dei miti greci e romani sono disseminati ovunque nel castello dando un’idea di apparente di

onnipotenza di quella che fu la corte reale francese del ‘600. Tra gli ambienti più grandiosi si ricordano i Grands Appartements de Roi et de

la Reine, con marmi, arazzi, statue mitologiche, boiserie elaborate secondo un gusto italiano, il Salon de la Guerre (1678-1680) con pitture

che raffigurano i trionfi militari transalpini su Spagna, Olanda e Germania, la Galerie des Glaces, una mirabolante sala da ballo lunga 75m

con una moltitudine di specchiere e maestose vetrate affacciate sui giardini, l’Opéra, teatro interno a pianta ovoidale con scalinate che

offrivano sedute per 700 persone e la Chapelle Saint Louis, bianca e dorata con forte sviluppo verticale e una foggia che ricorda lo stile

gotico.

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Alcuni degli scorci più straordinari degli interni dello Chateau de Versailles: il Salon de la Guerre, la luccicante Galerie des Glaces e il

teatro privato denominato l’Opéra, icone perfette che rendono fede alla diceria che volel Versailles prigione dorata della nobiltà

francese del ‘600 e ‘700.

Una volta concluso il tour degli interni dello Chateau potrete quindi approcciarvi ai suoi vastissimi giardini che hanno inizio sul retro del

castello in stile prettamente francese con terrazze allineate geometricamente, aiuole fiorite, camminamenti delimitati da filari di alberi,

fontane e laghetti tutti alternati a oltre 400 sculture realizzate dagli artisti più in voga del ‘600 francese. Una volta attraversati si raggiunge

quindi l’enorme bacino artificiale detto Grand Canal, lungo 1,6km e largo 62m che è orientato in modo da riflettere sapientemente i raggi del

sole e che si interseca a circa metà del suo percorso con il Petit Canal. Nelle vicinanze di questi bacini artificiali si collocano poi le maestose

fontane del Bassin de Neptune, composta da 99 ugelli, e del Bassin d’Apollon, del 1688. Svoltando a destra all’intersezione con il Petit Canal

e seguendone poi il corso avrete modo di approcciarvi poi con il Domaine de Marie Antoniette che si compone di tre palazzi principali: il

Grand Trianon, edificio del 1687 voluto da Luigi XIV in persona come luogo di svago dalla rigida etichetta di corte, il Petit Trianon,

settecentesco e oggi arredato sfarzosamente, e l’Hameau de la Reine, ricostruzione di un villaggio settecentesco con le case dal tetto in paglia

e un pittoresco mulino voluto a scopi ricreativi nel 1784 da Maria Antonietta.

Dopo aver passato buona parte della giornata nell’esplorazione dello Chateau e dei Jardins del palazzo di Versailles verso il tardo

pomeriggio vi converrà infine ritornare verso gli ingressi principali del complesso e da qui spingervi un poco verso il moderno centro di

Versailles. Nel volgere di poche centinaia di metri verso est si collocano infatti sia le Grandes Ecuries (grandi scuderie), ancora oggi adibite

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a tale scopo e gestite dall’Académie du Spectacle Equestre che organizza giochi ed esibizioni equestri sempre richiestissimi, e la Salle du Jeu

de Paume (sala della pallacorda), del 1686, che passò alla storia allorquando nel 1789 venne scelta come luogo di raduno spontaneo dai

rappresentanti del Terzo Stato a cui era stato negato di prender parte agli Stati Generali che si erano riuniti per discutere come uscire dalla

delicata posizione politica e finanziaria in cui si trovava il regno di Francia dell’epoca. Quell’evento fu il primo di una serie di rivolte e

disubbidienze pubbliche che portarono nel giro di un mese allo scoppio della Rivoluzione Francese con la Presa della Bastiglia.

Per la serata ovviamente vi consigliamo di fermarvi ancora una notte presso Versailles e di usufruire dei suoi numerosi ristoranti di buon

livello che sono sorti negli anni per assecondare la sempre crescente richiesta turistica. Inoltre così avrete modo di gustarvi un’ultima serata

in terra di Francia prima che l’indomani mattina raggiungiate gli aeroporti di Parigi Orly (25km, 30 minuti) o Parigi Charles de Gaulle

(50km, 50 minuti) per fare rientro in Italia e terminare così il vostro viaggio.

Uno scorcio bucolico degli immensi e raffinatissimi giardini del castello di Versailles dominati dai bacini lacustri artificiali del Grand e del

Petit Canal. Quindi dettaglio sulla fontana Bassin d’Apollon e sull’interno della Salle du Jeu de Paume, la sala della pallacorda, dove i

rappresentanti del Terzo Stato si riunirono nel 1789 e decisero di non seguire più i dettami reali dando così avvio agli avvenimenti che

avrebbero di lì a poco scatenato la Rivoluzione Francese.