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~ILlABARW PER I BAMBINI
DELf,F. Jlfo,A?J rtft°. f SEZIONI INFERIORI URBANi--{ RURALI .
COMPJLA'l'O DAL MAESTRO
8ALDA88ARRE SERRA
PAR T E SECO,NDA
i;; sta to pubblicato il mctod\I pratico per l'insegnamento della scrittura contemporanra alla lcttul'a del Sillabarlo, lavoro dello stesso autore, dlYlsa In due quaderol.
Prezzo Cent. 10.
PERSICETO Tipografia Gue1·zoni
1884.
NOTE DEL L' EDITORE
Sul primo quaderno del metoùo di s t.: rittura si possono far eseguire :
1.0 Esercizi di asteggiamento con traecia. 2.0 Esercizi con e senza traccia. 3° Le cinque vocali. 4.0 Esercizi preparatori per la formazione delle lettere dell'alfabeto. 5.0 Lettere e parole per imitazione e per de tta to, (scomponendo s~mprn
le parole in sillabe ed appoggiando queste alle a ste preparate) compren· dendo tutti gli esercizi sulle sillabe semplici dirette ed inverse e sulle complesse più facili proposte nella prima pa rte de l sillabario.
Il 2.0 quaderno serve all\ apprendimento g raduato , rapido e sicuro, delle maiuscole.
Tale metodo di letture. e scrittura, può servire ancora alle scuole ,eerali o demenicali per gli adulti; alle scuole reggimentali, giacchè gli analfabeti in poche lezioni sono condotti a leggere ed a seri vere perfettamente.
Proprietà letteraria
3 ALFABETO
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1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27' 28, 29, 30.
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A An lo nio N Napo leo 11e
B Biagio o () li vie ro e Ce sa re p Paolo D Oie go Q Qui ri no E Er rni nio Il Ra i nie ro F Fede ri co s Severi 110
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G Giu lio 1, rl'i zio I I re ne o u Urbano ·L Le o 11i (la V Va le rio M ~la rio z Zosimo
31, 32 33, 34, . 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 4 7' 48, 49, 50.
Esposiz. con ~ ar er ir Or Ur metodo fonico P I ra re ri ro ru
(dcbfl)
~r te, par te, Pirro_, porro, pur ~a prato, pretore_, prigione_, prora_, prn gna.
Dar se na_, derra te_, .Dir ce_, dormi re. drago ne_, padre, padri no, padrone, .druido.
5
Ca ·ro, car ro _, cer re ta 110, cir co lo_,
(}i ro _, cir ro , cu ro _, cur rò . · Cra te re, ere ta_, criniera, cro·ce, era de le.
Bar ba, berta_, birro, borra, burro.
B1·a che, breve_, bri na_, bro do_, bru n1a. Farmaco, far ma eia, ferro, firn1a, forza
far to, fra te, fre ne sia, frigo ri f ero, fro de.
Lar do, ler cio, po Iir si, lordura, lor co.
Imparare un' arte e porla a parte. I ladri si chiudono in prigione. Sette giorni formano una settimana e sono : domenica , lunedì, martedì, n1ercoledì, giovedì, venerdì e sabato.
1 più 1 == 2 2 più 1 == 3 3 più 1 == 4 4 più 1 == 5 5 più 1 == 6 6 più 1 == 7
7 più 1 == 8 8 più 1 == 9.
Jiff ta, ~tta, ~11Ct?R'a, tf!toéùa. <itMt!ra ab bah, ef bef, og pog, el sel , am.
' .
tain, in cin, os pos, es ses, it pit, av dav, iz tiz.
Bab bo, ba beo, beffa, buffo, pog gio,
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peggio, selva, silvano, tempo, timpa no cin que, sol fo, sul fu re o. pos se de re, pessimo , sessa g'e si mo, posses-so, pit tu ra, putto, avverti re, av versione.
Obbedisci il tuo babbo. Onora la mamma tua. Ije belve hanno le tane nelle selve. lì pittore dipinse dei bei puttini. Ricorda di non attizza~e il fuoco accanto al fienile.
51 52 53 54 55 56 57 58 Arg·ia ama teneramente i Sl1oi parenti
e li obbedisce. Vl1ol molto bene anche al suo fratellino Erminio. Lavorano e si divertono sempre i11sieme. Ohe piacere si prova ad amarsi di cuore l'un coll' altro tra fratelli e sorelle! 9 più 1 == 1 o 1 o più 1 === 11 11 più 1 === 12
• l2 più 1 == 13 13 più 1 == 14 14 più 1 == 15
;p;;;,&~a, Ye(t/retta, 3Z, S&t-ia. ub, bub, ·ec, bec, i i dif, ol fql,
Esposizione Ug giug, an han, er per, US fonica.
rus, ot lot, il vil, ez . tez, ar ;
qua.r, er quer.
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B:ub bo 1a, bec co, bec ca ta, boe ca, fol le, fol to, g·iug gio le, anno , han no, lettera, bam bi i1a ia, per cuo· te re, ros so, r~s sa re, cal le , collo , cul la re , col la ret to , lot to, lotte ria, altezza, fortezza, quarto, quer eia.
Gli uccelletti han110 becco ali e penne, Le giuggiole piacciono ai ragazzetti. Enrichetto compone g·ia lettere per bene.
Favoletta
Una buoria donn-a aveva una galti·na_, che le faceva un uovo al dì. Per averne due, fSSa
diede molto becchi~nie alla galtina_, la quale irzgrassò tanto che ·non fece pi·ù uova. Olti vuol troppo_, perde tutto.
59, 60, 61 , 62, 63, 64, 65, 66, 67' 68, 69, 70, 71 , 72, 73, 74, 75.
15 più 1 ::=: 16 16 più 1 == 17 17più1 == 18
18 più 1 == 19 19 più 1 == 20_. .
..A'latt!~J .5if~t?zaJ &n()t(aJ P!klaccta ~r-tt~taltt
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ta sta, ra sra~ -;ve sve, ba sba, lo slo, ga sga, go sgo, ge sge, car scar, cor scor, cuf scuf, sche, schi, . schia, . schie, scher, scer, scin, scian, sciut; fla, gla, gle, glia, glio. .
scor.'ta, scuffia, scher ni re, scl1ian ta re, discer ne re, scin til la, scian ca to, g'la eia le, in gle si, fla i1el la.
Lo statuario forma statl1e assai belle.
Devi procurare di non isbagliare il compito. i bambini sgarbati non si fanno onore. Custodisci i fiammiferi, chè una scintilla può cagionare grave incendio.
Mi'o caro Pz'er/no _, \
.. · Renzo ieri mii ven1ie. a vi'si'tare. Entrato in ~ala, sulla tavola, vide un panierino di frutte. Egli' allurtgò la mano per prenderle dz·cendo : ·Qui 11iessurto mii· vede I M et , riflettuto UrJ .. tratto_, .no no, soggi'unse: . E e' è lddio che
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tutto vede~ e poi qua:t dolore ragionerei 1·0 ai mi·ei genitori ed al mio educatoreJ se mi sapessero un ladrino ? No) no J e voleva fuggire. Ma la mi'a. norina. Raffaella che era di·etro al paravento) chi.amò i·l buon fanciullo J ed in premi·o di aver saputo v1:ncere la tentazi·one gli regalò la pan,i'erinct delle frutte. E se Renzo le rubavaJ che sarebbe stato di lui? Qui c' è un poco da pensare.
Addi'o amarni come ti ania
il tuo Erminio
Un dì Carletto, un ragazzo da strada un vero monello, s' introdusse nell' orto di . Argia e di Erminio, s' inerpicò su pel prugno e staccate molte frutte s'apprestava a discendere ed a fugg~ire. Ma il ramo sul quale egli si era appoggiato, si ruppe. Carletto cadde a terra e si slogò un braccio. Alle grida dolorose accorsero Argia ed Erminio
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coi loro genitori. Il ~piccolo ladro fu raccolto e curato, ma egli . è rimasto storpio_, e lo sarà per tutta la vita. Non si . deve toccare la roba altrui. · ~ ,
76, 77' 78, 79, 80, 81, 82, 83, 84, 85, 86, 87' 88, 89, 90, 91, 92, 93, 94, 95, 96, 97' 98, 99 100.
3 più 2 == 5
12 più 8 == 20
15 -:-- 7 == 8
11 - 4 == 7
6 più 3 == 9 . 12 più 4 === 16
3 più 7 == 10 8 più 9 più 3 == 20
14 - 6 == 8 10 - 3 == 7
15 - 9 == 6 20 - 8 == 12
'!ftotJt?za, .5?t,a, :%'&e1Zt, ~/a/a{?ia,
~ttJtt?t, fc.
Metodo S fonico
gar, goin, gra, gre, brai, bruf prez , -trac, plen, trut, cran, . crit, cla, fran, chiac, chian~
\ chiet, chiop.
Sgarbo) sgarra re, sga vaz zare) sgher roJ sgru g11a re_, sgretola re.
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Sbraita re_, sgra di re_, sgrup pa re_, sbruffo_,
sbruffa re, sbru ca re.
Spreca re, spre ge vole, spruzzo_, disprezzo. spezza re, sprofonda re _, spruzza n1en to.
Trac eia_, strac eia_, strac eia re_, splen de re_,
scranna, sere an za to_, sere dente, scritto_, scrit tu ra_, strutto, struttura) sfra cel la re_,
sfran gia re, sfre g'ia re, schiac eia re, scl1ianta re, schiaffo, schiaf f eg' g'ia re, schiop po,
schiop pet ta te , scl1ie na , schia maz za re, schidione.
L' esercito prima della battaglia era , schierato in bell' ordinanza. I bersag'lieri spin
ti all'assalto fecero una sgradita sorpresa al
nemico. A chi sviene si spruzza acqua fresca
in volto. In conversazione, non si volta mai la schiena alle persone, che sono presenti. Non macchiate d' inchiostro le scrittt1re. Il coscritto parte a servire la sua patria nel-
1' esercito. Nostra patria è l' Italia e noi ci diciamo italiani.
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Le stagioni sono quattro: Primavera,
estate, autunno, inverno. I mesi dell'anno
sono dodici: gennaio, febbraio, marzo, aprile,
maggio , giugno , luglio, agosto, settembre,
ottobre, novembre, dicembre.
~·ma,, ~· e:>< 'OUt-
u?tak, Jlnaina, }a1a.
Argia ed Erminio, pregarono la nonna perchè contasse loro una favoletta, ed essa perchè erano sempre buoni e studiosi, narrò la seguente.
Il leone dor·n1.iva nel bosco~ Un topo gli entrò in un' oreccliia. Si riscosse il leone i~nfu
rla(o, e voleva sch1lacciare lo sgraziato topolino. Se non che) alle umili preghiere di lui ) con fare altero e sprezzante il lasciò anqare. Poco di poi avvenne che il leone cadde sprovveduta-
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n1ente nel lacclo del cacci·atore_, e 11ton potendosi svincolare ruggiva terribilme1ite.
Trasse i"t topolino_, e co' s·uoi acutissi·mi cl enti_, in itn attin10 rose le funi_, ecl a sua volta li'berò i'l leone da certa morte.
Ag'g'iunse la nonna che non si deve mai disprezzare alcuno, poicl1è anche i ricchi ed i potenti hanno bisogno dei deboli e dei poverelli.
P/t':fna, ~~~a, ~~ftatt ·, PJ!a&~,
~~ntova,, fflttJÙ!tci, Y notJa, JPajoft; · Jhw/a.
RICAPITOLAZIONE
Il n'lattino
Argia ed Erminio al mattino si alzano per tempo.
Benchè piccini si vestono da sè. Si la vano la faccia e le
mani ancorchè sia d' inverno e l'acqua molto fredda ; si
spazzolano gli abiti, curano che le scarpe siano lucide , i
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capelli ravviati e pettinati. Recitano brevi preghiere divo
tamente, poi s'imprimono nella mente le lezioni che avevano
scorse la sera innanzi. V anno ad augurare un buon giorno
ai genitori, fanno colazione; e . salutata la mamma, con
bel garbo escono di casa.
Per la via camminano con compostezza, Erminio ac
compagna la sorellina fino all' uscio della scuola, poi entra
esso pure nella sua. Questi due bravi ragazzini incominciano
assai bene la giornata.
A scuola
.Quando Erminio entra in iscuola saluta gentilmente il
suo maestro dicendo : Buon giorno, signor maestro ; e bene
spesso gli chiede ancora : Come sta ? - Il maestro gli ri
sponde, facendogli una carezza; ed Erminio prende posto nei
banchi. È sempre dei primi ad entrare , sta fermo ed at
tento a ciò che s'insegna. Non sgualcisce nè sgorbia i qua
derni, non fa scricchiolare i panchi, non dà noia ad alcuno.
Che caro fanciullo ! Egli è il primo di classe, ed il maestro
lo addita agli altri come un bell' esempio da imitare. Argia
non si di porta altrimenti colla signora maestra.
Dopo scuola
Terminata la lezione, Erminio saluta con rispetto il
signor maestro ; ed accompagnato da alcuni buoni com-
15 pagni, va ad aspettare che la sorellina esca essa pure di
scuola. Senza schiamazzare , senza urlare o lanciar sassi ,
anche al ritorno si mostrano garbatissimi; e rientrati in
casa salutano la mamma, dopo di che si ricreano un po'
nel prato. Si danno subito a seri vere i compiti as$egnati a
scuola, escono a passeggiare colla mamma e nei giorni di
Yacanza vanno in campagna. Si corrono appresso l'un l' al
tro, saltellano e si divertono, ma sempre con regola e giu
dizio. In tal modo si mantengono sani e contenti.
A tavola e dopo il pasto
Tornato, a sera, il babbo, gli corrono incontro facendo
e ricevendo tante carezze. È una gara fra loro due in nar
rare ciò che hanno appreso a scuola, ciò che ha detto il
signor maestro ; e bene spesso mostrano regalucci e note di
merito ricevute in premio dei loro buoni portamenti.
Seduti a mensa sono paghi di ciò che si pone loro
dinanzi e mangiano e bevono solo tanto che basti. Non
imbrattano le tovaglie, non rovesciano il vino ; e prima di
porsi il bicrhiere alla bocca si forbiscono le labbra col to
vag1iuolo. Non si dimenano sulle seggiole, ma si mostrano
in tutto sempre ben educati.
Dopo il pranzo, se il tempo lo permette , escono coi
genitori all' aperto , se no 1 ascoltano la nonnina contare
loro racconti e favole. Scorrono alcune Yolte la lezione a
' .. r •
emoria, poscia salutato il bab o ed ·auguratogli una notte
felice, seguono la mamma che li accompagna alla éamera
da letto. I vi giunti ringraziano il buon Dio della giornata
trasc9rsa, lo pregano perchè conservi loro i genitori, e faccia
crescere essi utili alla famiglia ed al paese.
. Sono già coricati e dormono. · ·La mamma imprime un
bacio sulla loro fronte innocente , esclamando fra sè : Nel · .
placido sonno , voi sognate il vostro buon angelo ; egli vi
sorride, e voi sorridete con lui !
Fanciulli, chi è di voi, che non possa imitare Argia
ed Erminio?