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Page 1: Filo Diretto Maggio
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MONREALE E LA CRISI

Si fa sempre più difficile la situazione economica a Monreale.E’ sotto gli occhi di tutti la grave crisi che sta af-

fliggendo il settore commerciale. Tanti eser-centi hanno abbassato le saracinesche e nessuno sembra più interessato a rialzarle. Si assiste a questo fenomeno anche nelle zone più centrali e potenzialmente redditi-zie del paese, dove spuntano giornalmen-te nuovi vendesi e affittasi. L’apprensione comincia a diffondersi anche tra alcuni di-pendenti comunali che vedono mettere a repentaglio la sicurezza del loro posto di lavoro. Sono i precari, appartenenti allo stuolo di quei circa 27mila lavoratori impie-gati nei Comuni dell’isola. Dipendenti oggi indispensabili per il corretto funzionamento della macchina comunale, avendo prima collaborato e poi sostituito i colleghi andati in pensione. Non si può immaginare un ef-ficiente funzionamento della macchina co-munale senza il loro apporto. A minacciare il loro posto di lavoro è il governo centrale, che chiede alla Sicilia un taglio netto ai costi di gestione degli enti pubblici. Difatti, quasi l’intero costo dei loro stipendi è sostenuto dalla Regione Siciliana. Il contratto, per al-cuni di essi a breve scadenza, è stato pro-rogato dall’ARS, nella finanziaria appena

approvata, fino a dicembre 2012. E’ sta-to il grande risultato portato a casa,

o forse sarebbe meglio dire in Comune, dai nostri de-

putati regionali.

Questa temporanea soluzione avrebbe consentito ai nostri politici di affrontare più serenamente le am-ministrative di maggio, ma il Commissario dello Stato ha impugnato la stabilizzazione dei precari. Altro fronte caldo a Monreale è quello del personale della Polizia Mu-nicipale. Quello aderente al sindacato CISL ha proclamato lo stato di agitazione a decorrere dal 23 aprile. Altri dipen-denti comunali che richiedono al Sindaco di Monreale impegni precisi e formali per giungere al pagamento di una parte delle spettanze economiche vantate sin dal 2009, tra salari acces-sori, produttività, straordinari, buoni pasto. In mancanza di atti concreti si asterranno dallo svolgere prestazioni straordinarie. Potremmo continuare, in questa disamina del quadro lavorati-vo monrealese, aggiungendo gli enormi problemi finanziari che gravano sull’ATO e di cui abbiamo già abbondantemente scritto. Viene fuori una situazione di enorme e drammatica instabilità, sia sul piano dei servizi resi al cittadino, sia sul piano economico per molte famiglie monrealesi. Come se non bastasse, il decreto Sal-va Italia ha introdotto con l’articolo 13 l’Imu, l’Imposta Municipale Unica, un’ulteriore batosta per le finanze dei cittadini. L’Imu pre-vede due aliquote “base”: lo 0,4% sulla rendita catastale per la prima casa, lo 0,76% per le altre abitazioni e per gli immobi-li urbani non residenziali. Perché base? Perché ai Comuni viene riconosciuta la possibilità di modificare l’importo delle aliquote base, appunto, alzandole o abbassandole dello 0,2% (per le abitazioni principali) e dello 0,3% (per gli al-tri immobili). Cosa farà il comune di Monreale? Si farà prendere dall’allettante tentazione di fare cassa, e ve n’è un grande bisogno, basta considerare i pigno-ramenti che stanno arrivando sul patrimonio del comune, o affrancherà i cittadini dall’ennesi-mo balzello fiscale che sta contribuendo ad incrinare i bilanci familiari? Entro il 30 settembre la decisione.

L’EDITORIALEL’EDITORIALEdi Luigi Gullo

SOMMARIOLa “Casa del Sorriso onlus” di

Monreale perde €400.000 della tabella H

di Luigi Gullo 03

Al Mercato del Contadino di Piera Autovino 04

Monreale Città medievaledi Giovanni Bucceri 05

La parola ai lettori 07Alex Corlazzoli Presenta “L’Eredità“

di Giacomo Messina 08Le(G)Ali al Sud

di Piera Autovino 09Un Giro Turistico “Fuori Porta”

a cura di Piera Autovino 10

Filo Diretto: Direttore Editoriale: Luigi Gullo | Direttore Responsabile: Alex Corlazzoli | Redattori: Piera Autovino | Impaginazione e Grafica: Mauro Gulì, Nino Carlotta, Luciano Busicchia | Fotografie: Piera Autovino | Hanno collaborato: Valentina Lucchesi, Officine Ricerca e Comitato Pioppo Comune.

Contatti: [email protected] | filodirettoblog.wordpress.com

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H.R.Y.O. HUMAN RIGHTS YOUTH ORGANIZATIONBorn To Talk, la memoria, i racconti... di Marco Farina

Continua il progetto Born To Talk, progetto che vede un gruppo di ragazzi impegnati in una serie di attività volte allo sviluppo delle capacità personali e di inda-gine sul fenomeno della mafia, dei pregiudizi e degli stereotipi; progetto che si sta appunto sviluppando a Monreale e che ci ha dato modo di conoscere anco-ra meglio la nostra realtà; camminando per le stra-de del nostro Comune molte delle storie di Mafia, i grandi nomi e avvenimenti del passato, sembrano

essere lontani da questa realtà, lontana sembra essere la memoria che sopravvive grazie allo spirito di iniziativa di insegnanti, come quelle del Pietro Novelli che organizzano e sviluppano progetti per la legalità, oppure come i ragazzi del circolo Arci Link, che fra le tante iniziative, organizzano degli eventi che con la memoria e l’im-pegno a livello locale hanno molto a che fare, peccato però che la cittadinanza sembra essere un po’ sorda di fronte a queste cose, il difficile è riuscire a coinvolgere e motivare quei giovani che vivono e poi forse abbandonano il territorio monrealese, ed è per questo motivo che proviamo ad impegnaci e a sacrificare molte ore del nostro tempo, perché ci sentiamo di esserci e far vedere che esiste un modo diverso di vivere la propria comunità.Il primo di Maggio per molti è la sola Festa del Lavoro, altri ancora lo ricordano per la strage di Portella della Ginestra, ma forse per molti monrealesi è solo l’inizio della festa più attesa, quella del san-tissimo crocifisso, delle parate, le giostre e i giochi di artificio; per noi, come associazione, è il ricordo di due grandi uomini, il primo Pio La Torre e il secondo Emanuele Basile, entrambi barbaramente uccisi dalla Mafia a cavallo fra il 30 Aprile e il 4 Maggio.Forse non tutti sanno che l’onorevole Pio la Torre ha seduto all’inter-no della nostra aula consiliare; un consigliere dell’amministrazione del Comune di Monreale, un uomo al quale l’Italia, le associazioni, i movimenti pacifisti e i lavoratori devono molto; gli devono molto non per il semplice motivo di essere una vittima della mafia, ma perché con il suo impegno e le sue capacità è riuscito per primo ad avviare un vero percorso di indebolimento delle forze mafiose, forze basate sull’accumulo del capitale. La Mafia esiste in ragione di un arric-chimento economico e non ha alcun altro tipo di giustificazione sul

piano sociale, meri capitalisti dell’illecito che sfruttano le debolezze di tanti fra commercianti, lavoratori e imprese, che soccombono al fenomeno del racket; per non parlare dei proventi derivanti dallo sfruttamento della prostituzione e dei traffici di droga.La legge Rognoni/La Torre pone l’accento proprio su questo aspet-to ed indirizza la lotta alla mafia sul campo legislativo, una lotta che prevede ad esempio il sequestro dei beni ai mafiosi che vengono quindi restituiti alla collettività per fini sociali. Certo resta ancora molto da fare ed è fondamentale soprattutto raccontare, indagare e far conoscere il nostro territorio per permettere ai giovani, o co-munque a tutti i cittadini, di vivere in un contesto dove rispettando le regole si possa insegnare e vivere il bello della nostra terra.Grazie al progetto Born To talk e agli incontri avuti durante lo svilup-po di questo, stiamo avendo la possibilità di conoscere molte del-le esperienze che hanno caratterizzato il nostro territorio; a breve pubblicheremo, sul sito dedicato al progetto www.borntotalk.altervi-sta.org, del materiale video e tanto altro, utile a conoscere le varie realtà ed invitiamo tutti a prendere parte a questo percorso che abbiamo avviato affinché non resti uno dei tanti progetti, ma possa incanalare le migliori realtà presenti a Monreale.

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LA “CASA DEL SORRISO ONLUS” DI MONRE-ALE PERDE €400 000 DELLA TABELLA HIl Commissario dello Stato impugna i contributi ad enti ed associazioni

Anche la “Casa del sorriso onlus” di Monreale avrebbe dovuto ricevere un congruo contributo elargito da Sala d’Ercole. L’Assemblea Regio-nale Siciliana, come ogni anno, anche per il 2012 non intendeva fare mancare il proprio aiuto economico alle associazioni, enti e fondazioni che si occupano di promozione umana, culturale, sociale. E’ la famo-sa tabella H, tanto vituperata e ritenuta scandalosa da alcuni quanto abbondantemente elogiata da altri. Nonostante il periodo di vacche magre, con la pressione fiscale in aumento, i redditi reali delle famiglie erosi dall’inflazione, aziende che chiudono i battenti con conseguenti perdite di posti di lavoro, i nostri parlamentari regionali avrebbero pre-ferito destinare risorse economiche alla tabella H che, come un de-miurgo, riesce a riunire intorno ad un tavolo e a mettere d’accordo quasi tutte le forze politiche presenti all’ARS in questa benefica opera di distribuzione di contributi. Non è ben chiaro il criterio sottostante la elargizione di questo tesoretto. Sembra che sia riconducibile al giudi-

zio e all’apprezzamento dei singoli deputati regionali che hanno una conoscenza diretta delle attività svolte da tali enti nel territorio, ne per-cepiscono quindi la valenza, e li dichiarano degni e meritevoli di una assistenza pubblica. La tabella ospita un po’ di tutto: dalla Missione di Biagio Conte al Centro di accoglienza Padre Nostro di Brancaccio, dall’Unione italiana ciechi a Telefono arcobaleno. Ancora, Il Cerisdi la Fondazione Federico II, l’Orchestra Sinfonica, il Teatro Massimo, l’ER-SU, la Galleria d’arte moderna di Bagheria, l’Istituto Gramsci. Sono più di cento gli enti interessati. L’importo destinato alla tabella H, per un ammontare iniziale di € 51.000.000, era già stato ridotto del 10% per andare incontro al finanziamento di altri capitoli di bilancio.E così, anche a Monreale, dove l’ARS non riesce a trovare una so-luzione per il pagamento degli stipendi dei dipendenti dell’Opera Pia Benedetto Balsamo in attesa da 15 mesi, o dove il CRES (compar-tecipato dalla Regione Siciliana) chiude lasciando senza lavoro circa 40 dipendenti, la “Casa del sorriso” avrebbe goduto comunque di un grosso contributo regionale. Circa 400 000 euro. Ma il commissario dello stato ci ha messo lo zampino, e tutti i contributi previsti all’interno della tabella H sono saltati. Al momento. Si attende la prossima mossa dell’ARS per far rientrare dalla finestra ció che é uscito dalla porta.

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AL MERCATO DEL CONTADINO:22 APRILE 2012 di Piera Autovino Anche stamattina problemi al “Mercato del Contadino”, in Piazza Ignazio Florio, Contrada Cirba.Il comandante dei vigili urbani di Monreale ha fatto visita agli stand, non per acquistare i prodotti degli agricoltori, ma per comunicare loro, prendendo le generalità dei presenti, che non aveva ricevuto nessun avviso che li autorizzasse ad esporre e vendere.Molti cittadini monrealesi hanno letto all’albo pretorio, qual-che mese fa, una delibera che autorizzava il “Mercato del Contadino”, con la denominazione di “sagra”, per quattro do-meniche, e questa, per l’appunto, è la quarta domenica.Antefatto recente:L’8 marzo del 2012 il sindaco, riferendosi ad ordinanze di so-spensioni risalenti al 15/10/2011, al 20/10/2011 e all’8/11/2011, emette una ulteriore ordinanza di “Sospensione a tempo in-determinato e revoca di ogni autorizzazione inerente le re-lative attività commerciali, del Mercato del Contadino”. Tra le motivazioni leggiamo: “Viste le reiterate segnalazioni ed esposti con le quali si metteva in evidenza la presenza di nu-

merosi rivenditori abu-sivi, nelle immediate vicinanze dell’area de-stinata a tale attività”.Con una successi-va delibera di giun-ta, l’amministrazione autorizzava la “mani-festazione”, denomi-nandola “Sagra”, per quattro domeniche, in attesa che si pro-nunciasse il consiglio comunale.Cosa sarà successo, nel frattempo? Cosa succederà dopo?

Il mercato, infatti, non si effettuerà per le prossime due do-meniche per dare spazio ai giostrai, alcuni dei quali già occu-pano aree urbane. Tra parentesi: ciò significa che molti mon-realesi potranno usufruire allegramente e gratuitamente, per diverse notti di seguito, di belle musiche e animazione che allieteranno le loro noiose serate. Intanto le centinaia di cittadini, che hanno firmato perché il mercato abbia luoghi e tempi stabiliti, si chiedono ancora: quando finirà questa “sagra”?

Proverbi del contadino:

• Iccarisi a zzappa nne peri• Cui mali simina, mali arricogghi• Lu fumeri fa miraculi• Si bonu puti, la tò sorti muti

Piazza Ignazio Florio “Mercato del Contadino” 22 Aprile 2012. Attenti al buco

Porta Venero, Piazza Emanuele Basile 21 aprile 2012. E’ qui la festa?

LA FESTA DEL PAESEdi Donna Rosa

La festa del 3 maggio a Monreale ha tradizioni antiche e le persone, avanti negli anni, hanno avuto la possibilità di vederne le trasfor-mazioni.Quando ero bambina la festa era una manifestazione folkloristica, piena di colori, odori e suoni, dall’alba sino a notte fonda, per tre giorni. Si andava continuamente da un posto all’altro per vedere cosa succedeva nei vari punti del paese ed una cosa sorprendente era la “salita” dei palermitani a Monreale, con qualsiasi mezzo fos-se possibile. Alcuni venivano a piedi; se la famiglia era numerosa, salivano con carretti pieni di bambini, altri, in gruppi meno cospi-cui, utilizzavano il tram, che si inerpicava lungo quello che oggi è il marciapiedi della Via B. D’Acquisto. Era uno spettacolo vedere la locomotiva che si arrampicava sulla nostra collina!Ricordo, come qualcosa che oggi non comprendo, il nostro sguar-do un po’ snob e molto divertito nei confronti di queste orde popolari di folla che accorrevano, in maniera festosa e rumorosa. E in tutto questo i monrealesi ne accettavano di buon grado l’invasione, nella consapevolezza che i palermitani avrebbero comunque speso dei soldi e molti ne avrebbero potuto trarre guadagno.Ad ogni angolo delle strade, donne e uomini improvvisavano ristori, vendendo carne arrostita, pane di paese e vino. Spesso qualcuno si ubriacava, nascevano dei disaccordi e delle liti improvvise ed allora, se qualcuno si faceva male, si correva al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Caterina, o in casi più gravi a Palermo al Ci-vico, se invece si voleva semplicemente denunciare un’offesa, si andava al Comando dei Carabinieri. Questi cortei improvvisati, cui via via per strada si aggregava sempre più gente, erano per noi che stavamo ai balconi, fonte di ilarità e buon umore. Scene simili sono state ben descritte nella commedia popolare napoletana.

Le case erano tutte aperte e durante i giorni della festa era un via vai continuo nelle abitazioni di amici, parenti e conoscenti, che ave-vano dei balconi in centro, sulle strade più frequentate e comunque con una visuale privilegiata sulla processione e sulle “corse dei ca-valli”. A lungo andare, però, il desiderio di assistere a questo evento si è affievolito in quanto quasi sempre i cavalli si imbizzarrivano e c’era sempre qualcuno che pagava facendosi veramente male. Conclusasi la “processione” molta gente, che aveva già preparato il carretto, traslocava verso le campagne, anche la notte stessa, tra il tre e il quattro, con tutta la famiglia, per far fronte ai lavori della terra che sarebbero durati tutta l’estate fino all’autunno inoltrato. Queste immagini confermavano l’esistenza di un tessuto sociale, fitto di relazioni e di incontri solidali, che la modernità ha molto ridimensionato.In paese dopo la tramvia è arrivato il filobus. Poi anche questo è stato soppiantato per qualcosa di più moderno e funzionale. Que-sta corsa alla modernità, dimenticando le radici, ha tradito l’identità monrealese e questo è il dramma di questo paese.

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OPERA PIA BENEDETTO BALSAMO, L’ODISSEA CONTINUAContinua l’odissea dei dipendenti dell’Opera Pia Benedetto Balsa-mo. L’ultimo stipendio riscosso, lo scorso mese di Aprile, riguar-da le competenze di Gennaio 2011, mantenendo a 15 il numero delle mensilità arretrate. Continuiamo a riportarlo su queste pagi-ne. Non ci si può rassegnare né assistere inermi dinanzi a vere e proprie tragedie familiari. Molte delle famiglie dei dipendenti sono monoreddito, ricorrono a prestiti di amici e parenti per tirare avanti. I dipendenti rimangono increduli che l’insolvenza possa riguardare un Ente pubblico. Continuano a svolgere con regolarità il proprio lavoro, come tanti di loro svolgono già da 20 anni, garantendo la normale assistenza agli ospiti della casa di cura. Si sentono feriti, lo vogliono sottolineare, dall’indifferenza che la classe politica sta dimostrando dinanzi al loro dramma. Sperano che il pignoramento avviato nei confronti degli immobili dell’Ente possa consentire loro un momento di respiro.

MONREALE CITTÀ MEDIEVALEdi Giovanni Bucceri

Credo di poter dire con orgoglio che Monreale vanta una delle piaz-ze più belle d’Italia. E’ molto piacevole passeggiare attorno alla magnifica statua del Rutelli ed è anche molto suggestivo aggirarsi fra le vie che portano al “Pozzillo”. Qui, prima della fondazione del-la cattedrale, viveva una comunità araba, la sorgente dava acqua fresca in abbondanza per alimentazione e per irrigare gli orti anti-stanti le abitazioni. Tutto attorno vi era una rigogliosa vegetazione formata principalmente da alberi di carrubo, vera pianta autoctona, alle volte imponente per dimensioni, sotto la quale grugnivano i cin-ghiali ghiottissimi di carrube. Vi erano anche mandorli portati dai greci e gelsi portati dai bizantini. Probabilmente vi erano anche dei pini domestici portati dai romani che amavano moltissimo questa pianta. L’olivo era coltivato presso le abitazioni, introdotto dai fenici ed esportato dai romani in tutti i territori conquistati, era così pre-giato che perfino i tributi potevano essere pagati con olio. Dopo la caduta dell’impero romano la coltivazione dell’olivo decadde verti-ginosamente e al tempo del re Guglielmo l’olio era una merce pre-ziosa come l’oro. Il luogo era da sogno e sicuramente avrà inebriato la mente di re Guglielmo la prima volta che varcò la futura “porta cappuccini” (dietro le absidi) limite ultimo del solo sentiero che da Palermo conduceva al casolare arabo. Il nostro fu un medioevo fulgido come pochissime città al mondo hanno avuto. La storia del nostro abitato inizia “a cattedrale condita”, la gente comincia a co-struire attorno al magnifico tempio gestito da preti guerrieri (questo si pensa fossero i frati della chiesa). La posizione strategica dava sicurezza e il prestigio della diocesi con il suo immenso territorio dava certezza di benessere e prosperità. Tutto questo sarà una costante nei secoli a venire fino alla discesa dei predoni piemontesi che hanno ridotto tutta la regione in condizioni simili a una pro-vincia africana. 750 scalcinati (non erano 1.000) hanno sconfitto

uno degli eserciti più forti d’Europa formato da 100.000 regolari ec-cellentemente equipaggiati ed addestrati (che pessima favola). In quella occasione i mafiosi, che erano stati messi a ferro e a fuoco dai Borboni, collaborando con i conquistatori, ebbero l’occasione d’impadronirsi della nostra regione. Da allora è iniziato il nostro medioevo più cupo. Per prima cosa hanno distrutto buona parte del nostro immenso patrimonio architettonico dando di fatto inizio a una speculazione edilizia inarrestabile anche ai nostri giorni. E poi lo scempio fatto a molte costruzioni antiche come per esempio il monastero di san Castrenze. Una volta era un unico corpo con l’odierno comando dei vigili urbani e con gli uffici della pretura. E’ stato tutto smembrato e adibito ad uffici comunali. Persino il com-plesso che include la chiesa è oggetto di modifiche da ogni parroco che ne prende la custodia. Oggi ha più l’aria di un grosso scatolone di cemento viste le ultime modifiche apportate. Anche la bellissi-ma campana è stata intonacata come una moderna costruzione. Antistante a questo capolavoro ormai irrimediabilmente distrutto vi è la cinquecentesca “via Venero” sistemata magistralmente, nel 1873, dal grande architetto Basile (quello che ha progettato il teatro Massimo), con ampi marciapiedi e maestosi alberi. Adesso è com-pletamente trasfigurata da urbanisti incolti che, nel corso del tem-po, hanno prima distrutto l’antico abitato a valle della strada e poi hanno costruito palazzoni. Oggi con l’ultima risistemata della strada si evince un solo criterio, dare sempre e comunque la priorità alle macchine e non ai pedoni. Questa strada dovrebbe essere consi-derata come la via Ruggero Settimo di Palermo, con la macchina ci puoi passare ma con divieto di sosta permanente per chiunque, residenti e non. Voglio ancora aggiungere che prima dell’unificazio-ne Palermo e Monreale erano inseriti nei tour europei dei giovani laureati londinesi, Palermo era considerata una delle città più belle del mondo e da ammirare per la sua organizzazione sociale. Alcuni anni dopo l’unificazione la regina d’Inghilterra, venuta in visita nella nostra regione, ebbe a dire che la Sicilia era in condizioni peggiori dell’Africa e vi viveva una umanità indecente.

“LE MIE IDEE CAMMINERANNO SULLE VOSTRE GAMBE”di Giovanna Granà

Celebre frase di un uomo morto perché credeva nella legalità. Gio-vanni Falcone.Si, la legalità a cui tutti dovremmo lavorare per alimentarla e insegnarla a chi per un verso o per l’altro non la conosce. Attraver-so la cultura.Chi vi parla è una persona che crede molto in questo “valore”, col quale è cresciuta e che ha cercato di “passare” ai figli: vivere nella legalità. Sono convinta che tutti noi possiamo fare molto, anzi moltissimo, per creare e mantenere una cultura della lega-lità. E i libri sono uno strumento.E, a proposito di cultura della legalità, qui a Monreale è nata, negli anni 2007/2008 una biblioteca, nell’ex ospedale S. Caterina, co-stituitasi sotto il “governo Gullo”, coordinata dall’insegnante Lo Piano Rosalia e portata

avanti da due volontarie, di cui una sono io. E’ stata per circa due anni il punto di incontro per giovani, bambini, anziani, casalinghe, di Monreale e non solo, che ogni giorno, spezzando la routine quoti-diana, venivano a trovarci, contenti di scambiare quattro chiacchie-re tra la scelta di un libro o un altro.L’abbiamo alimentata con amore, cercando di rendere l’ambiente più familiare possibile, dove ognuno poteva sentirsi a proprio agio.

Nessuna gratitudine, nessuna riconoscen-za da parte delle autorità sia del “governo Gullo” che di quello odierno.Oggi, quando la gente mi incontra, mi chie-de: “Che fine ha fatto la biblioteca? Sono andato per un libro, ma mi è stato detto che è chiusa, non funziona più”.Mi vengono le lacrime agli occhi. Non so cosa rispondere. So solo che tutto è finito, tutto si è spento senza un perché. So solo che la targa “Biblioteca alla legalità” è rima-sta, ma senza legalità.Spero che chi di dovere si premuri a dare una risposta esauriente a tutti quelli che credevano in questo progetto di crescita culturale per il nostro paese.

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ENERGIA E AMBIENTEdi Girolamo Mirto

Prendendo spunto dall’ultimo referendum che in Italia ha bocciato l’uso del nucleare, è da incentivare la diffusione delle cosiddette energie alternative. Bisogna implementare l’uso di fonti energetiche rinnovabili per sostituire i carburanti fossili, le cui emissioni di CO2 sono la fonte del surriscaldamento globale e causa di inondazioni e siccità nel mondo. La chiave per ridurre il livello di emissioni di CO2 consiste nel promuovere l’uso di fonti di energia rinnovabili: solare, eolica, idroelettrica, termica, biomasse. L’energia solare è l’ener-gia associata alla radiazione solare e rappresenta la fonte primaria di energia sulla Terra e rende possibile la Vita. Dal punto di vista energetico si tratta di un’energia alternativa ai classici combustibili fossili, rinnovabile e pulita. La quantità di energia solare che arriva sulla Terra è enorme, circa 10000 volte superiore a tutta l’energia utilizzata dall’umanità nel suo complesso. Si tratta di migliorarne e renderne più accessibile l’uso. Per il suo sfruttamento occorrono prodotti tecnologici (pannelli fotovoltaici, pannelli solari a concen-trazione) in genere di costo elevato ed è necessario utilizzare aree molto vaste per averne quantità significative. Quindi, è indispen-sabile procedere velocemente con le ricerche scientifiche, che ne possano in prossimo futuro ridurre i costi e migliorare l’efficienza. La Germania produce circa il 20% del suo fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili, così distribuito: 8% eolico, 6% biomas-se, 3% idroelettrico, 3% solare. La Germania ha come obiettivo quello di raggiungere nel 2020 (fra soli 8 anni) il 10% di energia prodotta da fotovoltaico e di affrancarsi dal nucleare.L’Italia è molto più indietro!Eppure la Germania non è certo fra i Paesi più assolati d’Europa!Tutto questo è scandaloso. C’è qualcosa che non quadra in Italia.Bisogna avere il coraggio di fuoriuscire dalla perversa spirale delle multinazionali del petrolio, che impongono e imporranno l’uso del petrolio finché ci sarà greggio da pompare.Bisogna avere il coraggio in Italia di allontanarsi da queste logiche e progettare un domani energetico più rispettoso dell’ambiente e meno dipendente dall’importazione di materie prime.E’ più che mai necessario e urgente investire nella ricerca, cosa che in Italia negli ultimi decenni non si è più garantita, provocando l’emigrazione di numerosi ricercatori.La Sicilia è la Regione d’Italia con il più alto coefficiente di esposi-zione solare. Questa dovrebbe essere per Noi Siciliani una enorme ricchezza. Ma lo sviluppo del fotovoltaico incontra numerose resi-stenze anche in Sicilia.Inoltre, la Sicilia è il primo punto di approdo italiano ed europeo del metanodotto proveniente dall’Algeria. Il gas algerino, trasportato in Sicilia, si sarebbe dovuto porre al servizio di un piano di sviluppo industriale e civile in Sicilia. Ma così non è stato! La Sicilia è, in realtà, solo un approdo, un territorio di transito.Infatti, basta osservare che la Sicilia ha una pressoché inesistente rete di distribuzione territoriale di metano per autotrazione, tanto da rendere improponibile l’acquisto di un automezzo a metano. La Regione Sicilia fatica a sostenere lo sviluppo dei carburanti alterna-tivi, soprattutto per la mancanza di una politica energetica regionale orientata al “verde”. La Valle d’Aosta ha una rete di servizio di me-tano per autotrazione più capillare rispetto alla Sicilia!Il risparmio economico, a parità di percorrenza, con un’auto a meta-no è di circa il 60% rispetto alla benzina. Inoltre, dalla combustione del metano, fra tutti i combustibili fossili, deriva la più bassa emis-sione di CO2.La Sicilia gode di una posizione geografica favorevole anche per l’uso dell’energia eolica. Sono sorti negli ultimi anni in Sicilia di-versi impianti eolici. Una pala che gira produce energia elettrica necessaria per far funzionare circa 1000 elettrodomestici. La Sicilia è la maggiore produttrice nazionale di energia eolica, con circa ¼ dell’intera potenza nazionale. L’Italia è terza in Europa, dopo Ger-mania e Spagna.L’aspetto negativo di questi impianti è dovuto al fatto che le torri hanno un notevole impatto ambientale. Ma ritengo che, nell’ottica di una riduzione dell’emissione di CO2 e dell’importazione di materie prime, sia un piccolo prezzo da pagare.Nei Paesi Scandinavi, addirittura, esistono parchi eolici cosiddetti “off-shore”, cioè allocati in mare.Probabilmente, poiché sono Paesi famosi per i mulini a vento han-no accettato questa soluzione senza eccessivi pregiudizi negativi.L’unica domanda da porsi è di natura economica: se l’impianto eo-lico fa risparmiare sull’importazione di petrolio e sulla emissione di CO2 e se la Sicilia è la prima produttrice nazionale, quale risparmio ne potrà derivare per i Cittadini Siciliani? Che tipo di benefici ne potrà avere la Sicilia, che vive già l’esperienza del prezzo della ben-zina alto, nonostante sia una regione produttrice e di raffinazione dei prodotto petroliferi?

Ancora, per l’Italia, ma soprattutto per la Sicilia, dove sono ubicati l’Etna e il vulcano sottomarino Marsili, vicino alle Isole Eolie, sem-bra una assoluta utopia, un sogno ciò che è già realtà in Islanda: l’utilizzo dell’energia geotermica sprigionata dai vulcani.Se in Italia non ci si decide ad investire nella ricerca non si avrà futuro.Ed arriviamo, infine, a parlare di rifiuti urbani. Nell’ambito dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, pur avallando l’idea che è ne-cessario implementare la raccolta differenziata e, se percorribile, premiare i cittadini più virtuosi con sconti sulla TARSU, bisogna an-che considerare che i rifiuti non riciclabili potrebbero essere usati come combustibile per produrre energia.Esistono tante esperienze sia in Europa che in Italia di termova-lorizzatori che producono energia elettrica e riscaldamento dalla combustione dei rifiuti. L’uso di questi impianti, a mio avviso, è da preferire alle discariche indifferenziate.In Europa i rifiuti vengono inceneriti con percentuali diverse: in Sve-zia circa il 45% dei rifiuti viene incenerito, in Svizzera circa il 100%, in Danimarca circa il 50%, in Germania circa il 35%; in Italia solo il 10%.A Brescia esiste uno dei termovalorizzatori più grandi d’Europa che soddisfa da solo circa 1/3 del fabbisogno di calore e di energia elettrica dell’intera città. Nel Meridione d’Italia e in Sicilia la gestione dei rifiuti è problematica. L’infiltrazione della criminalità e la cattiva gestione del problema da parte degli Enti pubblici preposti rendo-no difficile la gestione del problema rifiuti. Gli interessi sono tali da impedire qualunque soluzione diversa dalle discariche, mal gestite e poco controllate: quindi, sia la raccolta differenziata che l’uso di termovalorizzatori sono a tutt’oggi a livelli marginali o solo ipotetici.Diverse Regioni del Sud Italia, saturate le loro discariche si sono trovate costrette ad esportare i loro rifiuti verso altre Nazioni Eu-ropee, ovviamente pagando lautamente il servizio. Nazioni che accettano ben volentieri di assolvere questo compito, sia perché pagate sia perché ricevono “rifiuti-combustibile” gratuitamente, uti-lizzati per la produzione di energia elettrica. Quindi, hanno un dop-pio ritorno economico.Pongo una domanda: ”E’ più inquinante un termovalorizzatore di ultima generazione o una discarica spesso mal controllata e i cui percolati rischiano di inquinare le sottostanti falde acquifere”?E il nostro territorio monrealese, soprattutto le zone periferiche, sono zeppe di minidiscariche. E’ uno scempio sotto gli occhi di tut-ti. Noi Cittadini Monrealesi siamo doppiamente penalizzati: primo perché sottoposti al pagamento di una elevata TARSU, secondo per un servizio molto approssimativo, precario, che nelle periferie sfiora il disastro ambientale.La fattura della TARSU che noi Cittadini riceviamo e regolarmente paghiamo viene emessa dal Comune di Monreale. Quindi, l’interlo-cutore del Cittadino è il Comune di Monreale e non l’ATO, che è un semplice esecutore del servizio e che come tale andrebbe vigilato e valutato da parte del Comune. L’Amministrazione Comunale di Monreale non può ritenersi estranea a questo disservizio, a questo disastro ambientale. E’ doveroso da parte di ogni Cittadino pagare la TARSU, ma è altrettanto doveroso da parte dell’Amministrazione Comunale di Monreale vigilare che il servizio venga regolarmente effettuato. La TARSU, come qualsiasi tassa, è dovuta per un ser-vizio che dovrebbe essere reso per 365 giorni l’anno. Se ciò non avviene sarebbe lecito da parte dei Cittadini chiedere una riduzione della TARSU, corrispondente al servizio realmente reso.Spero umilmente di aver dato un piccolo contributo al dibattito che investe una così vasta e delicata problematica, nell’interesse delle future generazioni.

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LETTERA PASQUALE Egr. direttore,sono la madre di una bambina che frequenta una scuola elementare di Monreale. Utilizzo il Suo giornale per esprimere il mio disappun-to nei confronti di un costume che si ripete annualmente in molte scuole monrealesi. In occasione della Pasqua i bambini della scuola elementare sono stati invitati a partecipare al precetto pasquale, du-rante le ore curriculari. Io ritengo che la scuola, essendo laica, non dovrebbe curarsi dell’aspetto spirituale degli alunni. Questo compor-tamento, inoltre, comporta inevitabilmente molto disagio tra quei po-chi alunni che, per differente credo religioso, rinunciano a partecipa-re alle attività proposte dalla scuola, sentendosi così differenti dagli altri bambini. lettera firmata

Questa lettera è giunta in redazione assieme ad altre inviate dai nostri lettori che desiderano aprire una discussione sul contenuto laico che la scuola pubblica, e nella fattispecie quella mon-realese, deve avere. E vengono sottolineati dei comportamenti che sembrano contraddire la giusta interpretazione della legge. A dare una esauriente risposta ai quesiti posti viene in aiu-to la sentenza del T.A.R. dell’Emilia Romagna n. 250/93, della quale riporto alcuni stralci. Secon-do la sentenza, “lo Stato italiano riafferma la pro-

pria laicità nell’art. 7 della Costituzione laddove «lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». I loro rapporti sono regolati dai patti lateranensi (...) poi divenuti leggi ordinarie, che come tali non possono porsi in contrasto con i principi e i precetti della Costituzione dello Stato. Tali leggi assicurano l’inse-gnamento della religione cattolica nelle scuole statali, partendo dal presupposto del riconoscimento del valore della cultura religiosa e dalla considerazione che i principi della religione cattolica fanno par-te del patrimonio storico del popolo italiano. (...) Altrettanto non vale per gli atti di culto, le celebrazioni di riti e le pratiche religiose, che non sono “cultura religiosa”, (...) ma un fatto di fede individuale. (...) Per-tanto, ogni attività squisitamente religiosa (atti di culto, celebrazioni) non è prevista e non è consentita nelle aule scolastiche e meno an-cora in orario di lezione e in luogo dell’insegnamento delle materie di programma”. La sentenza sottolinea come “immaginare che il com-pimento di atti di culto possa rientrare nella categoria e nel quadro

delle attività extra-scolastiche è una evidente violazione della legge. (...) Ad-dirittura, eliminare l’insegnamento del-la materia curricula-re e la normale ora di lezione, a essa sostituendo un atto di culto o la cele-brazione di un rito religioso o una visita pastorale, nulla han-no a che fare con la formazione scolasti-ca dello studente e con la didattica sco-lastica e nulla hanno a che fare neanche con l’insegnamento della religione. La Chiesa è libera di svolgere queste attività nelle scuole che essa stessa istituisce; non può però svolgerle nelle scuo-le dello Stato e nell’ambito di esse, e gli organi pubblici che questo consentano commettono senza dubbio una illegittimità”. Il Tribunale sottolinea che “in una situazione di adesione, anche di un solo stu-dente o anche di un solo docente alla celebrazione del rito religioso o al compimento dell’atto di culto o alla visita pastorale, durante le normali ore di lezione, avverrebbe che lo studente aderente rinunce-rebbe all’insegnamento di una materia curriculare - e non potrebbe neanche farlo - oppure, nel caso di allontanamento dalla classe del docente, si avrebbe lo stesso effetto per tutti gli studenti della classe, i quali verrebbero così privati dell’insegnamento della materia per quell’orario prevista nel calendario scolastico. In ogni caso un turba-mento e un disordinamento, un intralcio e un pregiudizio all’ordinato e normale andamento dell’attività scolastica, formativa ed educativa, con ovvio, evidente danno per la formazione culturale degli studenti, che è la primaria finalità della scuola”.Invito quei lettori interessati ad approfondire ulteriormente l’argomen-to a leggere la sentenza del T.A.R. dell’Emilia Romagna n. 250/93 presso il nostro blog, all’indirizzo: filodirettoblog.wordpress.com. Luigi Gullo

FILO DIRETTO … CON IL LETTOREAnche nel prossimo numero, in questa rubrica, daremo spazio alle Vostre proposte ed ai Vostri suggerimenti, e potrete rac-contare o denunciare inefficienze, disfunzioni e disservizi relativi alle Vostre esperienze quotidiane. InviaTe le e-mail al seguente indirizzo: [email protected]

6° “TORNEO INTERPARROCCHIALE” MONREALE 2012 di Giuseppe Nicolosi

Finalmente si ricomincia con uno degli sport più amati dai ragazzi monrealesi: il Calcetto. La parrocchia Santa Teresa nella persona di Lorenzo Federico, in collaborazione con l’Associazione “Il Quartiere Monreale”, orga-nizza la 6° edizione del “Torneo Interparrocchiale” di Monreale di calcio A/5 per bambini classe 98-99-00 (Categoria Esordienti) e ra-gazzi classe 95-96-97 (Categoria Giovanissimi/Allievi). L’evento, che è iniziato la settimana successiva alla Santa Pasqua e proseguirà fino a metà Giugno, vede impegnate diverse realtà lo-

cali, quali gruppi parrocchiali, Associazio-ni, Gruppi di quartiere che, settimanalmen-te, si incontrano in partite entusiasmanti, presso il campo sportivo di Santa Teresa e presso il Campo sportivo “Caritas Antonel-la Messina” sito a Tre Canali. In entrambe le categorie si sono iscritte 7 squadre: per la Categoria Esordienti vi sono il Punto Snai Conca d’Oro guidato da Mister Gaspare Tallilli, la “Madonna dell’Orto” guidata dal Mister Salvatore Ni-colosi, l’Associazione “Il Quartiere” guida-ta da Mister Luciano Busicchia, collabora-to da diversi volontari, inoltre vi sono due

squadre di Borgo Molara guidate da Francesco Gnoffo, e infine l’O-limpia, l’Olimpiacos gruppi formati dagli stessi ragazzi. Per quanto ri-guarda la categoria Giovanissimi/Allievi difende il titolo conquistato nel torneo precedente la Conca d’Oro Monreale guidata da Mister Marcello Lupo, seguono il Borgo Molara guidata da Mister Gioac-chino Gnoffo, l’Associazione “Il Quartiere” guidata dai Mister Sa-muele Busicchia e Luciano Lo Cicero, la Parrocchia San Francesco guidata da Mister Giuseppe Nicolosi, il quartiere San Vito guidato da Mister Tony Schiera, e le squadre del Pioppo United e del Fo-otball time create e gestite dagli stessi ragazzini che partecipano; senz’altro un bel modo e un simbolo di auto aggregazione e socia-lizzazione. Per gli arbitraggi e la gestione delle strutture sportive si ringrazia l’impegno settimanale profuso da tutti i volontari che si prestano a dette attività, tra i quali il Signori Marcello Lupo, Giuseppe Nicolosi, e Lorenzo Federi-co.La manifestazione, come suddetto, terminerà in prossimità degli Europei di Calcio, intorno alla metà di Giugno, e si concluderà, al Cam-po Sportivo Tre Canali, con una grande festa che vedrà premiati tutti i partecipanti, un bel modo per far promuovere e tutelare lo Sport e l’aggregazione nonché la socializzazione dei ragazzi monrealesi.

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ALEX CORLAZZOLI PRESENTA “L’EREDITÀ”di Giacomo Messina, Collettivo Arci Link

Sabato 14 aprile, il Circolo Arci Link ha organizzato, presso i locali del Circolo Italia, la presentazione del libro “L’eredità” di Alex Corlazzoli, giornalista e collaboratore de “Il Fatto Quotidiano”. In questo libro, usci-to per i tipi di Altreconomia, l’autore, a vent’anni dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio, ha voluto raccogliere le voci di donne e uomini che hanno raccolto dai due magistrati barbaramente assassinati il testimo-ne della lotta alla mafia. Durante la serata, hanno partecipato, oltre all’autore, il presidente di Arci Palermo Salvo Lipari, e il Procuratore Aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. L’incontro è stato inoltre l’occa-sione per fare il punto su vari temi; in primo luogo si è discusso dell’im-portanza dell’associazionismo come strumento di antimafia “sociale”, e quindi del lavoro di organizzazioni come Arci, che, con iniziative come la Carovana Antimafie, o i campi di lavoro nei terreni confiscati, si propongono come eredi di quella “resistenza antimafia” che in Sicilia è presente sin da fine Ottocento, dai tempi del Movimento dei Fasci Si-ciliani”, afferma Salvo Lipari. Si è inoltre discusso sul tema dei rapporti tra mafia e politica: Corlazzoli, in particolare, si è soffermato su quelle che, in un capitolo del suo volume, chiama efficacemente “passerelle”, le apparizioni di coloro che presenziano in Via D’Amelio, o a Capaci e che si professano “professionisti dell’antimafia per un giorno”; l’autore prosegue facendo, tra gli altri, i nomi di Veltroni e Franceschini, che fanno la loro apparizione nel 2009, poco prima delle primarie del PD,

per arrivare al clamoroso fatto di Cuffaro, passato dal deporre la corona d’alloro nel 2006 in via D’Amelio, all’essere condannato, pochi anni dopo, per concorso esterno in associazione mafio-sa. Duro ed appassionato anche l’intervento del Dott. Ingroia, che, nel ricordare i suoi due colleghi, ricorda come l’atteggiamento nei confronti di Falcone e Bor-sellino sia cambiato dopo la loro morte, e “come più volte sono stati osteggiati, nonché bersa-glio di critiche”. Il magistrato ha inoltre ricordato come Falcone e Borsellino fossero tutt’altro che “magistrati muti”, consci invece dell’importanza di instaurare un rapporto con i media, tanto che “Borsellino fu l’inventore delle conferenze stampa a seguito di operazioni importanti”, e ha ricordato come “la mafia non si vince solo con la repressione, ma avendo un dialogo forte e costante con la so-cietà”, e conclude dicendo come “la classe politica non ha recepito e raccolto la loro eredità”.

MONREALE TORNA BELLISSIMAIl titolo non è diretto a coglionare* i cittadini Monrealesi, anzi qui mi sa che non c’è più nessuno da prendere in giro perchè la gente è oltremo-do stufa di quello che ha sotto gli occhi ... e se quello che abbiamo sot-to gli occhi è lo specchio di come viene amministrata la citta c’è poco (appunto!) da coglionare. Ritornando al titolo, forse non lo sapete ma questo è stato lo slogan dell’attuale Sindaco durante la campagna elet-torale del 2009 e chi ha la fortuna di possedere quel programma può verificarlo di persona. Sotto l’ormai malaugurante slogan campeggiava anche la bellissima cattedrale di Monreale e all’interno chiaramente IL PROGRAMMA! Già perchè tutti hanno un programma durante la cam-pagna elettorale; pochi durante il periodo in cui si amministra. All’inter-no di questo programma alla voce tutela ambientale noi di Summacco non abbiamo potuto fare a meno di notare il preciso impegno a difen-dere il “nostro splendido territorio”. Peccato dover osservare però che a distanza di qualche anno il “nostro territorio” è sempre meno splendi-do e sempre più deturpato. L’elenco è presto fatto: Rifiuti e discariche abusive aumentate in maniera terrificante, rischio eternit ad ogni ango-lo di campagna, strade dissestate, marciapiedi in attesa di essere rifatti al prossimo cantiere regionale, campagne nel degrado, randagismo dilagante (prego recarsi a Pioppo). Già a Pioppo dove, a proposito di discariche abusive, in via pg19 (solo per fare un esempio) è” attiva” da diversi anni una discarica nella quale potete trovare oltre all’eternit, tanto caro alla salute, materiale di ogni genere ed anche una bella carcassa d’auto; tutto ciò senza che il comune abbia mai mosso un dito per fermarne l’avanzata. Per non parlare poi della tutela del bosco: Sempre a Pioppo infatti, per chi non lo sapesse, nonostante un gruppo di associazioni si fosse impegnato a piantare degli alberi nelle zone colpite da incendi, il comune, ampiamente al corrente dell’iniziativa, ha comunicato (tre giorni prima della data concordata) che non avrebbe potuto disporre di mezzi promessi per quel giorno perchè il sabato è giorno libero per i dipendenti del comune, che avrebbero perciò dovuto vedersi pagato lo straordinario e che chiaramente il comune non pote-va garantire ... . Quindi niente di fatto; cose che capitano. Ad onor del vero bisogna sottolineare anche che, per vari motivi, l’iniziativa non è stata poi più ripresa (per quest’anno); ma il prossimo inverno il comu-ne sarà in grado di garantirci qualcosa o troverà qualche altra scusa all’ultimo minuto? Intanto l’estate si avvicina e il rischio incendi anche, e la domanda sorge spontanea: che cosa ha fatto intanto il comune per tutelare, promuovere e rilanciare il territorio?Monreale torna Bellissima, Monreale torna Bellissima, Monreale torna bellissima sembrava quasi il ritorno di Guglielmo ed invece sembra un misto tra il ritorno di Heidi e quello di Cagliostro.Si vede che è trascorso del tempo da quando lo storico Fazello nel suo testo “Storie di Sicilia” dedicava a Monreale queste parole:“... Questo luogo per l’amenità dei giardini, per la comodità delle fon-tane e per la bella veduta, ch’egli ha di tutta la pianura di Palermo e del mar Tirreno, per la bontà dell’aria e per lo spesso andarvi dai Re a sollazzo, ed a ricreazione, fu chiamato MERITATAMENTE MONTE-REALE.”(Tommaso Fazello 1558 ca)

Monreale torna Bellissima!

*Coglionare: senza offesa per nessuno è termine italiano che rende molto l’idea

NTO ME’ PAISIC’è cu nesci a matina e, pi farisi rispittari,

“l’amicu” o’ cellulari avi bisognu ri chiamari.C’è cu nesci a matina pi ghiri a travagghiari

e ca Costituzioni n’manu u viri caminari.

C’è cu ti parra a “sussurrari”e ti cunsigghia ri lassari stari.C’è cu canusci bona a liggi

e voli nesciri ri sti ‘mbrogghi.

C’è cu t’avi a fari scantari e rici ca “satana” s’aggira pi lu paisi.C’è cu, contru a superstizioni,porta a scienza e a ragiuni.

C’è cu ci metti ne’ posti ri responsabilità chistiani ‘ncompetenti e quaquaraqua.

C’è cui, pi fari funzionari a società,criri nna competenza e democraticità

C’è cu t’avverti, prega pi ttia e ti ricica t’avi a convèrtiri entru a fini ru misi.C’è cu pensa ca pi stari nna società,e’ rispittari l’avutru accussì comu sta.

C’è cu ti voli fari stari zittu,e u cuddaru ti vulissi teniri strittu.

C’è cu voli parrari e scriviri,pi’ truvari corcarunu ca vulissi cundividiri.

C’è cu ti fici cririri, finu a oggi, ca u’ precettu pasquali nna scola pubblica è liggi.

C’è cu sapi ca sti pratichi e sti celebrazioni vannu contru a liggi e a Costituzioni.

C’è cu avi ‘n testa a legalità, c’è cu, ‘nveci, mancu sapi unni sta!

Nuvoletta

GIOCO DI PIERAAnagramma e scopri cos’è. (Nel prossimo numero le soluzioni)

DILAGANO TENERUMI:_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

1) Pompilio Difetta _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _2) Azzannerà Salomone _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _3) Ingorga Aeroscali _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _4) Lucrano Vigilando _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _5) Eppure Gesticola _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _6) Ormai Incartava _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _7) Supplì Aerofagie _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

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VITTORIO TERESI: “PIÙ SIAMO MEGLIO È”LE(G)ALI AL SUD: “UN PROGETTO PER LA LEGALITÀ IN OGNI SCUOLA”“Sui sentieri della speranza 2”

di Piera Autovino

Mercoledì 18 aprile si è concluso, con un incon-tro in aula consiliare, il progetto PON “Le(g)ali al Sud” finanziato dall’Unione Europea e realizzato dalla scuola primaria Pietro Novelli di Monreale. Il progetto ha visto protagonisti i bambini delle clas-si quarte, guidati dalle insegnanti Sara Cacioppo, Alessandra Di Benedetto e Anna Maria Di Liberto. Hanno collaborato l’insegnante Giuliana Barone e la tutor Angela Visconti.In aula consiliare erano presenti tra gli altri, il pro-

curatore aggiunto Vittorio Teresi e il giornalista Giulio Francese.Il dirigente scolastico, Stefano Gorgone, ha aperto l’incontro evi-denziando la funzione educativa della scuola primaria nell’educa-zione alla cittadinanza e alla legalità.

In occasione del ventennale della ricorrenza delle stragi di Capaci e via D’Amelio, i bambini hanno ripercorso i luoghi di stragi e ricostru-zioni, ricordando e ricomponendo i temi drammatici di quel periodo storico che ha dato una svolta anche all’educazione e all’insegna-mento all’interno delle istituzioni scolastiche; istituzioni che ancora negli anni ’70 si mantenevano neutre e indifferenti nei confronti del fenomeno e della cultura mafiosa.Il Magistrato Vittorio Teresi, avvezzo agli incontri con gli studenti, ha evidenziato la troppa “apparenza” e la poca concretezza da parte di chi si occupa di trattare queste problematiche a tutti i livelli.<<La mafia non è un cancro che aggredisce un corpo sano, ma è l’aggravarsi di una malattia sempre presente in quel corpo>> ha detto, rispondendo alle domande della platea.<<La mafia pretende di essere uno Stato dentro lo Stato, è un “sistema sociale criminale”, intende governare su un territorio. Lo “Stato” mafioso ha, infatti, un territorio, un popolo e un ordinamento giuridico. Quando la mafia chiede il pizzo, esercita il proprio potere impositivo: intende far pagare le tasse. Ha il controllo della società e mantenere il popolo nell’ignoranza è funzionale al mantenimento del controllo. La scuola, che educa e istruisce, quindi, è simbolo dell’antimafia, e la cultura è “lo strumento” contro la mafia>>.Il procuratore ha raccontato ai bambini un aneddoto che riguarda-va la moglie di un mafioso di Cerda la quale è stata convinta dalle figlie, che avevano partecipato ad un progetto sulla legalità, a scuo-la, a denunciare il proprio marito mafioso.<<Il ruolo della scuola è basilare, fondamentale, insostituibile>> ha

aggiunto, <<per dimostrare che l’antimafia conviene: in un mondo senza mafia il lavoro è diffuso, c’è per tutti. Non dobbiamo vedere le azioni delle vittime della mafia come esempi di vita irraggiungibili; sono invece esempi imitabili, raggiungibili e virtuosi a cui possia-mo tendere, ogni giorno, cominciando dalle nostre semplici azioni quotidiane, riconoscendo, emarginando e rifiutando anche solo di avere rapporti con i mafiosi che molta gente conosce all’interno di piccole realtà paesane. Proprio questa omertà da parte dei cittadi-ni, permette alla mafia di tenere in ginocchio interi paesi>>.Il giornalista Giulio Francese, figlio di Mario Francese, cronista del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979 per avere scritto pagine e pagine di scomode verità - alla ricerca di fatti e noti-zie che hanno inciso profondamente nella storia della Sicilia - dopo aver raccontato la propria tragica esperienza familiare (anche il fra-tello, suicidandosi, indirettamente venne ucciso da mafiosi), invita gli astanti (bambini, insegnanti, amministratori comunali e genitori) a lavorare all’Educazione alla Responsabilità; <<scuole e famiglie devono “fare sistema”. Abbiamo gli anticorpi per debellare la ma-fia>>, ha detto. Conclude Vittorio Teresi: <<Imparate a giudicare le persone dai fatti che sono chiamati a porre in essere. Non vi fate confondere dai fumi delle belle parole>>.Il video, proiettato all’inizio dell’incontro, realizzato da Alessandro Spinnato, sulle esperienze dei bambini, ha commosso la platea, dimostrando che oggi la scuola è pronta a porsi come interlocutore privilegiato, come punto di partenza, insieme alle famiglie, e in rete con le istituzioni presenti sul territorio, “facendo sistema”, nella lotta alla mafia.Cominciamo a lavorarci?

SCUOLA PRIMARIA PIETRO NOVELLI DI MONREALE: CRONACA “FUORI CLASSE” DEGLI ALUNNI DI IV BIl progetto Legalità al quale abbiamo partecipato è stato molto in-teressante perché abbiamo fatto molte visite guidate: Addio Pizzo, Casa della Memoria, Casa di Badalamenti, Telejato, Corleone, Por-tella della Ginestra. Ciò che mi ha colpito di più però è stato andare a Portella della Ginestra ad ascoltare i testimoni della strage. Ci hanno detto precisamente cosa è successo, ed è tutta un’altra cosa sentire la storia da chi era presente.A piazza della Memoria, davanti al Palazzo di Giustizia di Paler-mo, abbiamo incontrato Marco, che ci ha parlato dei magistrati i cui nomi sono scritti sugli scalini, tra questi, Rocco Chinnici che era un magistrato che inventò il “Pool Antimafia” insieme a Giovan-ni Falcone e Paolo Borsellino e capì che da soli è più difficile sconfiggere la Mafia, ma insieme si può sconfiggere. Poi con il pullman siamo andati all’Associazione “Addio Pizzo”. La sede è in un ap-partamento confiscato ad un mafioso. Là abbiamo trovato una signora che ci ha spiegato la scritta sul tetto: ”Un intero popolo che paga il pizzo è un po-polo senza dignità” e ci ha detto che è entrata in questa associazione attraverso internet.Siamo andati anche a Corleone dove, dentro il mu-seo della legalità, abbiamo visto l’auto bruciata di Pino Maniaci, conduttore della TV privata “Telejato” di Partinico, che eravamo andati già a trovare. Pino Maniaci a forza di denunciare è stato picchiato e

minacciato tante volte dai mafiosi. E’ un uomo coraggioso e noi siciliani dobbiamo essere fieri di lui.A Corleone, il museo della legalità è in una casa confiscata a Ber-nardo Provenzano. Al piano di sopra la guida ci ha spiegato i vari dipinti tra cui uno sulla morte di Placido Rizzotto, uno di Turiddu Carnevale e un altro di Portella della Ginestra, dove siamo andati dopo aver mangiato le lasagne in un agriturismo. A Portella della Ginestra abbiamo incontrato due signori che sono stati testimoni della strage di Portella il primo maggio 1947. Ci han-no raccontato che a quei tempi l’Italia era “tornata” dalla guerra e in giro c’era la povertà. Loro andavano a scuola con un solo quaderno e quando tornavano a casa aiutavano i padri a lavorare la terra e a pranzo mangiavano un pezzo di pane. L’uno maggio era l’unico giorno in cui potevano festeggiare e brindare, ma ad un certo pun-to, quel giorno, Giuliano e la sua banda scesero dalla montagna e cominciarono a sparare. Le prime raffiche vennero prese per giochi

d’artificio e i cavalli si imbizzarrirono, le seconde raffiche colpirono 11 persone che morirono, tra cui un bambino di 9 anni. Quei due signori si sono andati a nascondere: uno dietro un sasso, e gli spari arrivarono a così poco da lui che gli arrivò la polvere in faccia, e l’altro si nascose sulla strada. Poi ci raccontarono che lì morì anche Barbato, un dottore che faceva sconti ai pazienti e certe volte non si faceva neanche pagare e quando qualcu-no gli dava dei soldi, lui li dava ai poveri. Poi ci dissero di scrivere su un grande cartellone i nomi di coloro che sono morti e di appenderlo a scuola, in modo che tutti i passanti li possano leggere per capire che cosa è successo.

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UN GIRO TURISTICO “FUORI PORTA” Alla “scoperta” delle meravigliose periferie ...

a cura di Piera Autovino

Via Aquino, dalla Frazione verso le periferie.La Frazione di Aquino si forma a partire dl 1740 accanto alla cartiera.

Via Pezzingoli, nota località di villeggiatura, sulla strada per il noto “Parco acquatico”.

Sullo sfondo Pioppo, una delle incantevoli frazioni: Si forma alla fine dell’Ottocento conseguentemente al frazionamento del feudo Renda dei benedettini e all’insediamento stabile di famiglie contadine lungo la strada che attraversa il territorio di Monreale da tramontana a mezzogiorno. Al 1928 la comunità che vi risiede, ha raggiunto i tre-mila abitanti, mentre un decremento si registra nel 1960.

Sulla strada per Giacalone, oggi rinomata località di villeggiatura. E’ una borgata prossima a Pioppo, nell’omonimo feudo, a m 625 sul livello del mare, al 1871 presenta un piccolo agglomerato di appena 24 case, lungo la strada che conduce a S. Giuseppe Iato.

Il Castellaccio, Castel-lo di San Benedetto, sulla strada per S. Mar-tino, frazione che si sviluppa verso la metà del XIX secolo attorno all’omonima abbazia. Il Castello è ritenuto da alcuni studiosi già esi-stente all’atto dell’im-pianto dell’abbazia di Santa Maria La Nuo-va, è, quindi presumi-bilmente, di origine araba, da altri è inve-ce considerato coevo all’abbazia stessa. E’ comunque documen-tato il suo utilizzo alla fine del XII secolo qua-le infermeria per i benedettini di Monreale. Localizzato sulla vetta del monte Caputo, ha pianta rettangolare con quattro torri angolari e tre intermedie. Saccheggiato dai chiaramontani, nel 1370 è abitato soltanto da un monaco e un converso mantenuti dal monastero di San Martino delle Scale. Alla fine del Cinquecento è abbandonato definitivamente per l’accesa controversia tra l’arcivescovo di Mon-reale e l’abate di San Martino delle Scale in relazione all’autonomia pretesa da quest’ultimo. Da tale data inizia un lento e irreversibile degrado. Nel 1889, quando molti lo ritengono “ultimo rifugio” dei briganti siciliani, è restaurato dall’architetto Patricolo e dopo qual-che anno diviene sede del Club Alpino Siciliano.

RICETTA: TORTA CON FARINA DI COCCO E NUTELLA

Ingredienti: 4 uova, 200 gr zucchero, 100 ml di olio di semi, 200 gr di farina 00, 200 gr di farina di cocco, 200 ml di latte, 1 bustina di lievito, 200 g di nutella.

Preparazione: montate le uova con lo zucchero fino a farle raddop-piare di volume, aggiungete l’olio a filo continuando a montare, poi aggiungete la farina 00 e la farina di cocco infine versate nell’impa-sto il latte con all’interno il lievito per dolci. Versate il composto in uno stampo.Aggiungete la nutella a cucchiaiate sulla superficie della torta.Infornate la torta a 180° C e fate cuocere per 30 minuti. Lasciate intiepidire e servite.

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