envenuti a corte !! envenuti a corte !! stiamo per presentarvi la condizione della donna nelletà...

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Page 1: envenuti a corte !! envenuti a corte !! Stiamo per presentarvi la condizione della donna nelletà Medievale. Ma signori, prima di procedere nel nostro
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envenuti a envenuti a corte !!corte !!

Stiamo per presentarvi la Stiamo per presentarvi la condizione della donna nell’età condizione della donna nell’età Medievale.Medievale.

Ma signori, prima di procedere Ma signori, prima di procedere nel nostro cammino, sarà nel nostro cammino, sarà opportuno conoscere il nostro opportuno conoscere il nostro mondo, fatto di fantasia e realtà.mondo, fatto di fantasia e realtà.

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Il Medioevo si sviluppa tra 476 Il Medioevo si sviluppa tra 476 a.C. e il 1492 d.C.. Molte sono le a.C. e il 1492 d.C.. Molte sono le ombre che caratterizzano il ombre che caratterizzano il nostro periodo, infatti non da nostro periodo, infatti non da tutti è stato visto con una valenza tutti è stato visto con una valenza positiva, perché confrontato con positiva, perché confrontato con l’età tardo-antica.l’età tardo-antica.

L’anno Mille divide il Medioevo in L’anno Mille divide il Medioevo in due parti: Alto e Basso due parti: Alto e Basso Medioevo.Medioevo.

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L’Alto Medioevo è caratterizzato L’Alto Medioevo è caratterizzato dallo sviluppo della nobiltà dallo sviluppo della nobiltà terriera, quindi, mentre nelle terriera, quindi, mentre nelle campagne noi popolane campagne noi popolane badiamo alla famiglia, nelle corti badiamo alla famiglia, nelle corti noi dame tra lussi e balli noi dame tra lussi e balli trascorriamo le giornate di festa. trascorriamo le giornate di festa. Non crediate però che la nostra Non crediate però che la nostra vita a corte sia così facile, infatti vita a corte sia così facile, infatti organizziamo il lavoro dei servi e organizziamo il lavoro dei servi e dobbiamo avere sempre il sorriso dobbiamo avere sempre il sorriso sulle labbra dinanzi ai nostri sulle labbra dinanzi ai nostri mariti, anche se nascondiamo il mariti, anche se nascondiamo il cuor triste.cuor triste.

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L’unica nostra fortuna è se L’unica nostra fortuna è se rimaniamo vedove, infatti rimaniamo vedove, infatti l’eredità del nostro marito, passa l’eredità del nostro marito, passa in mano nostra salvo però che in mano nostra salvo però che non ci siano di mezzo i figli!!! non ci siano di mezzo i figli!!! ...e allora dopo vai con i ...e allora dopo vai con i Circoli Culturali...come no!? ...vai Circoli Culturali...come no!? ...vai con i messeri...!! con i messeri...!! Tutte...ehm...cortigiane!!!Tutte...ehm...cortigiane!!!

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Il Basso Medioevo è Il Basso Medioevo è caratterizzato invece dalla caratterizzato invece dalla nascita della borghesia e quindi nascita della borghesia e quindi l’economia agricola, si trasforma l’economia agricola, si trasforma in un’economia commerciale. in un’economia commerciale. Un punto di incontro Un punto di incontro tra la popolazione è il tra la popolazione è il Cristianesimo.In questo mondo Cristianesimo.In questo mondo pio, viviamo noi monache pio, viviamo noi monache rinchiuse nei monasteri... Come rinchiuse nei monasteri... Come no, anche voi circondate da no, anche voi circondate da messeri!! Spesso noi siamo messeri!! Spesso noi siamo obbligate a prendere i voti dalla obbligate a prendere i voti dalla nostra famiglia.nostra famiglia.

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Purtroppo però il Cristianesimo Purtroppo però il Cristianesimo non per tutti è positivo...e ce lo non per tutti è positivo...e ce lo vengono a dire a noi che vengono a dire a noi che possiamo finire da un momento possiamo finire da un momento all’altro bruciate! Ecco come ci all’altro bruciate! Ecco come ci chiamano: Le Streghe! Fortuna chiamano: Le Streghe! Fortuna che ai tempi vostri esiste la tinta che ai tempi vostri esiste la tinta perché da noi, chi nasce con i perché da noi, chi nasce con i capelli rossi, è condannato a capelli rossi, è condannato a vita!!!vita!!!

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Ma bando alle ciance, se nella Ma bando alle ciance, se nella nostra presentazione vi abbiamo nostra presentazione vi abbiamo fatto almeno un po’ divertire, fatto almeno un po’ divertire, siate gentili messeri, vogliate siate gentili messeri, vogliate andare avanti...andare avanti...

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Difficile è delineare l’immagine della donna nel Medioevo, l’intero genere femminile è visto come il peggior nemico dell’uomo. Le donne altro non erano che l’incarnazione della loro progenitrice, Eva, colei che aveva ceduto alle lusinghe del demonio. Il concepimento rende la donna peccatrice.

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Un modello diverso lo si ha in campo religioso, infatti i chierici considerano Maria la Vergine, l’antitesi di Eva. Ed è così che si attua la rivincita delle donne: da peccatrici a Sante.

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La Nobile

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Nel Medioevo all’età di 7-8 anni le figlie dei castellani e dei cavalieri venivano separate dai bambini con i quali fino ad allora avevano giocato, per diventare buone castellane. Venivano istruite dalla madre ad usare l’ago ed il telaio e con l’aiuto di un religioso a pregare. Tutti questi insegnamenti avevano un unico scopo: preparare le ragazze al matrimonio. Le nozze avvenivano al dodicesimo anno di età, ed il fine di questo era quello della procreazione e della trasmissione del nome e del patrimonio.

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Importante era avere figli, perché rappresentava la fusione del sangue delle due famiglie. Le donne pur non volendolo dovevano essere generose con il marito e non dovevano mai lamentarsi. Per le donne nobili la vedovanza poteva rappresentare l’acquisizione dell’indipendenza.

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La Cortigiana

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Il potere delle donne poteva discendere dalla loro ricchezza o santità, ma anche dalla loro bellezza e dalle passioni che esse erano in grado di generare negli uomini, come appunto le cortigiane. Secondo il modello della letteratura cortese, la cortigiana è al centro della vita dell’uomo.

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Ella diventa l’unica fonte dei suoi desideri e ne detta ogni azione, mettendo continuamente alla prova l’autenticità della passione del suo amante. Queste donne erano sempre di nobili origini già sposate oppure rimaste vedove.

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“ La cortigiana deve avere alcune qualità, come la virtù d’animo dell’uomo, mentre, altre devono essere estranee. La donna che vive nella corte deve essere affabile e piacevole e con la sua grazia deve saper intrattenere ogni tipo di uomo.”

Tratto da: “Il III libro del

Cortigiano” di Castiglione della Casa Cellini

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La Monaca

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Nel tredicesimo secolo i conventi femminili erano sempre stati centri di preghiera, al tempo stesso di dottrina religiosa e di cultura. Le religiose erano ragazze colte: d’altronde l’entrata in convento era la via normale delle donne, ma non era una decisione propria, anzi erano costrette dalla famiglia a prendere i voti. Inoltre le badesse poste a capo del monastero erano autentici signori feudali e amministravano vasti territori che includevano anche villaggi e parrocchie.

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ELOISA DEL PARACLETO

Eloisa nacque in Francia nel 1101 e nel 1131 si rifugiò in una comunità monastica, dopo la drammatica conclusione del suo legame con Abelardo. Abelardo era un filosofo, professore di Eloisa all’università di Parigi. Tra i due si instaurò immediatamente una relazione che, però, venne scoperta da Fulberto. Abelardo per placare la sua ira sposò in segreto Eloisa nel 1119.

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I due si erano sposati in segreto perché l’etica professorale imponeva la totale dedizione al pensiero e alla spiritualità, cosicché Eloisa potesse risultare solo una concubina. In seguito, però, i due amanti pur sposati si dovettero separare così Eloisa si chiuse nel convento a Parigi, causando l’ira di Fulberto. Abelardo nello scandalo generale che seguì, lasciò Parigi e finì i suoi giorni vagando per la Francia.

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La Poetessa

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Compiuta Donzella

Non abbiamo alcuna notizia di questa poetessa. Ci sono rimasti di lei solo 3 sonetti limpidi e gentili scritti in uno stile tenue e aggraziato di cui ne riportiamo uno.

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A LA STAGION CHE’L MONDO FOGLIA E

FIORA

A la stagion che’l mondo foglia e fiora acresce gioia a tutti fin’amanti: vanno insieme a li giardini alora che gli auscelletti fanno dolzi canti; la franca gente tutta s’inamora, ed ogni damigella in gioia dimora; e me, n’abbondan marrimenti e pianti.

Ca lo mi padre m’a messa’n errore, e tenemi sovente in forte doglia: donar mi vole a mia fora segnore, ed io di ciò non ho disio ne voglia, e’n gran tormento vivo a tutte l’ore; però non mi rallegra fior ne foglia.

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Il tema è quello del rifiorire dolce della primavera in contrasto con la tristezza dell’anima della poetessa, cui il padre vuole dare come marito un uomo ch’ella dispregia. Per Bondie Dietaiuti, il dolore nasce invece dal fatto che la sua donna lo respinge in ambedue i sonetti il dolore si stempera, quasi, nella dolcezza della primavera: ne risulta un senso di malinconia vaga e squisita.

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Gaspara Stampa

“Novella Saffa” è stata definita l’unica poetessa che troviamo nel periodo rinascimentale: la nobile Gaspara Stampa. Il suo Canzoniere presenta liriche per la maggior parte vicine al modello petrarchesco e che si allontanano quasi sempre dalla retorica usata dai suoi contemporanei. Il tema prevalente è comunque quello dell’amore, eco dell’esperienze vissute dalla poetessa.

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VOI, CH’ASCOLTATE IN QUESTE MESTE RIME

Voi, ch’ascoltate in queste meste rime, in questi mesti, in questi oscuri accenti il suon degli amorosi mie lamenti e de le pene mie tra l’altre prime,

ove fia chi valor apprezzi e stime, gloria, non che perdon, de’miei lamenti spero trovar fra le ben nate genti, poi che la lor cagione è si sublime.

E spero ancor che debba dir qualcuna: - Felicissima lei, da che sostenne per si chiara cagion danno si chiaro!

Deh, perché tant’amor, tanta fortuna per si nobil signor a me non venne, ch’anch’io n’andrei con tanta donna a paro?

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La Popolana

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Le popolane erano state educate per divenire un giorno mogli, nella semplicità del lavoro domestico o artigianale svolto in casa. Trovavano la loro unica realizzazione nell’educare i propri figli. Per le popolane le occasioni di indipendenza erano sostanzialmente nulle, a meno che decidessero di prendere i voti. Se rimaste vedove, avevano una vita tutt’altro che semplice, visto che non avevano la protezione familiare.

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Inoltre rischiavano di finire sulle strade a mendicare. L’unica fonte di ricchezza era quella di cominciare a prostituirsi, facendole diventare così, vere e proprie schiave dei loro protettori. Per aiutarle, a volte, venivano accolte in apposite case oppure in convento.

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La Strega

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Fin dall’epoca dell’antica Roma, queste creature della notte spaventavano la semplice gente intrufolandosi nelle case, per bere il sangue dei neonati. Oltre a fare questo, con i bambini in fasce, le streghe giocavano a palla, ovvero si divertivano tra di loro lanciando i neonati. Venivano chiamate con differenti nomi: strix, baggiue e lammie, per evidenziare la loro presenza malefica, infatti erano legate all’arte della stregoneria.

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Si pensava che le streghe fossero adulatrici del demonio, e che con questo, avessero dei rapporti carnali. Infatti la Santa Inquisizione le mandò al rogo, dopo averle sottoposte ad una strenuante tortura, per aver avuto relazioni con il diavolo. Le torture più frequenti erano il cavalletto e la veglia. Il primo consisteva nel denudare e depilare completamente la donna e stenderla sopra una lunga tavola. Mani e piedi venivano legati da delle catene che tirate portavano alla frattura degl’arti.

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La veglia invece, era un interrogatorio che durava 45 ore, durante le quali la strega non poteva chiudere gli occhi. Se non si arrivava alla confessione, queste venivano uccise. Un’altra frequente tortura era la bruciatura dei piedi.

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A notte fonda il castello brilla di mille fiammelle. Donne non dormite mescete il vino agli eroi. Canti, risa, danze. La notte di festa ha inizio. I bardi, con le loro arpe intonano canti epici, poi minuetti escono dalle corde dei loro strumenti. Dame e cavalieri mano nella mano e il ballo ha inizio...

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Avanti, un inchino, la mano. Un passo di lato poi di nuovo di fronte e via con lo scambio di dama. Tutta la sala freme e freme la fiamma vivace nel focolare. Gli stemmi brillano in alto le vesti delle donne frusciano. Bisbigli, segreti alla corte del nobile ospite. La musica inebria i cuori.

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Un saltello, un inchino di nuovo. Milady, Messere, un bacio fugace, mani che si sfiorano. All’alba i vini hanno inebriato ormai gli animi. Ognuno si avvia alla sua stanza, un cero in mano, un risolino felice. Al mattino solo ricordi. La guerra attende nuovi eroi, ma non saranno soli; lui porterà con sé il profumo di lei... E una rosa.

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FineIl lavoro è stato realizzato da: Classe III A SS