eleonora daquitania domina dominante, amante amata informatica umanistica studentessa marina...
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Eleonora d’AquitaniaDomina dominante , amante
amata
Informatica Umanistica
Studentessa Marina Abatista
Corso di Storia 2003/04
Prof.ssa Enrica Salvatori
IndiceLa condizione della donna al tempo
di Eleonora (XII–XIII sec.)
Una vita d’eccezione
Domina dominante, amante amata
L’amor cortese
La moda di Eleonora
Bibliografia
links
La condizione della donna al tempo di Eleonora ( XII / XIII
sec. )La donna nelle teorizzazioni
In ambito teologico l’immagine della donna risultava sempre condizionata da due modelli dominanti ed opposti, quello di
Eva e quello di Maria, anche se spesso a prevalere era quello di Eva, peccatrice e causa dei mali dell’umanità. Questa concezione, sulla scia di San Gerolamo – che le aveva
attribuito appellativi come “porta del demonio, via della perfidia, aculeo dello scorpione” fu espressa esemplarmente, fra i numerosi altri teologi e scrittori, dallo pseudo-Bernardo di
Chiaravalle, che in una sua lettera all’Abate di Cardillon raccoglieva tutti i luoghi comuni della misoginia medioevale, vedendo nella donna la causa della confusione dell’uomo, un impedimento alla castità, un essere quasi bestiale, contro il quale l’uomo era costretto ad una battaglia senza fine per difendersi dalla sua fragilità e dalla sua natura tendente al
peccato.
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La condizione della donna al tempo di Eleonora ( XII / XIII
sec. )Questa concezione misogina, che aveva le sua radici nelle opere di scrittori greci e latini come Pitagora, Aristotele,
Eschilo, Esiodo , Cicerone, Terenzio e molti altri, oltre che nei padri della Chiesa, trovava terreno fertile in una società come quella medioevale, caratterizzata da una spiritualità di matrice
monastica, per cui la bellezza femminile non poteva non essere considerata come il turbamento più istintivo della
coscienza maschile e rientrava comunque nel più generale “contemptus mundi” di cui tratta ampiamente Lotario
Diacono, poi papa Innocenzo III (1198 – 1216), nel suo “De miseria humanae conditionis”, noto anche col titolo “De
contemptu mundi”. Di tutto ciò si avrà poi una formulazione completa nel “Malleus Maleficarum”, enciclopedico trattato di demonologia scritto nel 1486 dagli inquisitori tedeschi Institor
e Sprenger, una vera e propria summa delle immagini medioevali della donna.
2La donna nelle teorizzazioni
La condizione della donna al tempo di Eleonora ( XII / XIII
sec. )La donna nelle teorizzazioni 3E non è un caso che nel Malleus trovi spazio
anche la figura della donna collegata a Maria, anche se ciò viene considerato una sorta di
privilegio concessole da Dio per contrastare la sua natura debole. D’altra parte a sostegno di
questa immagine potevano essere citate numerose figure di spose, madri, donne
comunque esemplari di virtù, in alcuni casi anche santificate, e delle quali un interessante
esempio si può ritrovare nella storia, raccontata da Georges Duby in “Medioevo
Maschio”, di Ida di Boulogne. In alcuni casi, però, la donna, più che come male, venne vista come necessaria all’uomo per la riproduzione e per la conservazione della specie umana (San
Tommaso) e, sulla scia di quanto teorizzato da Ugo di San Vittore nel “De sacramentis christianae fides”, le si assegnò il ruolo di
compagna dell’uomo, creata dal suo fianco e, quindi “nec domina, nec ancilla, sed socia”.
La condizione della donna al tempo di Eleonora ( XII / XIII
sec. )La donna nella società
Nella societas, nella vita di tutti i giorni, la via più semplice per una donna appartenente alle classi elevate era
probabilmente quella della carriera ecclesiastica, in cui ella aveva la possibilità di studiare e ampliare la propria cultura e addirittura emergere, come nel caso di Herrada di Londsberg, autrice della più nota enciclopedia del XII sec. All’interno del matrimonio invece, la donna, pur assicurandosi la stabilità
economica, era comunque subordinata all’autorità maschile e talvolta addirittura vista come un essere demoniaco da
segregare in un’area del castello che divenisse esclusivamente di dominio femminile, la camera, sottratta al
potere di qualunque uomo ad eccezione del capofamiglia. Poiché l’ozio era considerato pericoloso per questi esseri
troppo deboli, l’ideale era un impiego utile del tempo, che si divideva così tra preghiera e lavoro tessile.
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La donna nella società
La condizione della donna al tempo di Eleonora ( XII / XIII
sec. )Per il resto della corte, la sposa del signore era un oggetto del
desiderio ma doveva rimanere intoccabile perché il signore non fosse disonorato; il che comunque avveniva non di rado. In ogni caso, quando possedeva virtù come la verginità e la fedeltà, la moglie era profondamente rispettata e, in quanto madre degli eredi del pater familias, poteva essere domina
della casa e gestire tutto ciò che rientrava in ambito squisitamente femminile.
In conclusione, la donna, qualunque ruolo rivestisse nella società, rimaneva oggetto dell’azione dell’uomo, delle sue
persecuzioni come dei suoi corteggiamenti. Solo alcune donne riuscirono ad emergere e a dominare un Medioevo “maschio” con le armi, con l’astuzia o con la bontà: una di
queste fu Eleonora d’Aquitania.
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Una vita d’eccezioneInfanzia e adolescenza
Nata intorno al 1122, Eleonora era nipote di Guglielmo IX d’Aquitania (1070-1127) , valoroso guerriero, che partecipò
alla I Crociata, amante della poesia e primo trovatore, e figlia di Guglielmo X conte d’Aquitania (1099-1137). Alla corte del
nonno, centro della cultura europea, ella ricevette un’eccellente educazione e si rivelò un’ottima studentessa. La sua infanzia felice terminò tuttavia con la morte della madre,
di suo fratello minore e, nel 1137, anche di suo padre. Rimasta orfana, a soli quindici anni, si ritrovò erede della contea di
Poitou, dei ducati di Aquitania e di Guascogna e di altri territori(Saintogne, Marche, Limousin, Périgord e Angounois – o Angoulème) e quindi partito ideale per il re di Francia Luigi VII (1121-1180). Il sedicenne Luigi, che era stato cresciuto per la
carriera ecclesiastica, ma che, dopo la morte del fratello maggiore, aveva ereditato il trono di Francia, era debole,
triste, austero e molto pio, per cui il matrimonio con la vivace Eleonora, avvenuto nel 1137, risultò da subito mal combinato.
Regina di Francia
Una vita d’eccezione
Comunque Luigi, che pure non capì mai la complessa personalità della moglie, “bruciava di amore ardente per la giovincella”, come scrisse Guglielmo di Newburg. Eleonora, che nel 1145 aveva dato alla luce la prima figlia, Maria, si
mostrò subito impaziente di occuparsi del governo dei suoi possedimenti e in particolare della turbolenta Aquitania, che
lei conosceva meglio di chiunque altro; ma incontrò l’opposizione del consigliere di Luigi, l’Abate Sugar, che non tollerava, perché disdicevole, l’influenza di una donna nelle
questioni di governo. Intanto, in seguito alla caduta di Edessa in mano turca, nel 1144, il Papa Eugenio III aveva
bandito la II Crociata (1147-1149), che vide la partecipazione dell’imperatore Corrado III e di Luigi VII.
La partecipazione alla Crociata
Una vita d’eccezione
Eleonora dimostrò di volersi impegnare personalmente in questa impresa; infatti si recò a Vézelay, dove si dice che sia entrata vestita da amazzone, galoppando tra la folla su un cavallo bianco e incitando tutti a partecipare alla Crociata,e che si sia inginocchiata davanti all’Abate Bernard de Clairvaux, mettendo a disposizione migliaia dei suoi uomini. L’offerta di Eleonora fu molto apprezzata dalla Chiesa, che però non accolse con lo stesso favore la sua decisione di partecipare alla spedizione in prima persona, accompagnata da trecento delle sue dame, con la missione specifica di occuparsi dei feriti.
“V’erano fra di loro numerose donne, che cavalcavano come gli uomini, vestite con costumi
mascolini, con lance e armi, spudoratamente a cavalcioni su cavalli, come gli uomini. Una per gli ori che le ornavano le vesti,
spiccava tra di loro”
[L’entrata di Eleonora in Costantinopoli secondo un
cronista greco]
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Questo piccolo esercito di donne, vestite e armate come soldati, e con al seguito una nutrita schiera di serve, fu molto
criticato nelle cronache del tempo, anche perché non combatterono mai. Giunta con Luigi ad Antiochia, Eleonora fu accolta calorosamente dallo zio Raimondo, principe della città,
col quale aveva vissuto un’infanzia felice a Poitiers e che, di poco più grande di lei, era molto più interessante e attraente di Luigi. Elemento, questo, che, aggiunto al fatto che Eleonora si dichiarò favorevole alla strategia proposta da Raimondo di
riconquistare Edessa, in contrasto con quella di Luigi e di Corrado, decisi a puntare su Gerusalemme, alimentò le dicerie
su una presunta relazione incestuosa fra Eleonora e lo zio. Certamente Luigi sospettò qualcosa, tanto che la costrinse a
seguirlo a Gerusalemme, incrinando ulteriormente la loro unione, come confermò il fatto che, dopo l’infausta
conclusione della Crociata, tornarono su navi separate.
Una vita d’eccezioneLa partecipazione alla Crociata 2
Il divorzio da Luigi e il matrimonio con Enrico
Una vita d’eccezione
Sulla strada del ritorno Luigi ed Eleonora si recarono dal Papa per chiedere il divorzio; ma il Papa li spinse a
riconciliarsi e a dormire di nuovo nello stesso letto. Tornati in Francia, la loro crisi matrimoniale si acuì, nonostante la nascita di una seconda figlia nel 1150; ma fu solo dopo la
morte del Primo Ministro di Luigi, che, essendo i due consenzienti, nel 1152 il matrimonio fu sciolto con il pretesto della consanguineità. Sulla via del ritorno a
Poitiers, Eleonora, tra i molti pretendenti, si invaghì di Enrico Plantageneto duca di Normandia (1133-1189), più
giovane di lei di ben undici anni, con il quale si sposò appena otto settimane dopo il divorzio da Luigi. Enrico, che
in seguito al matrimonio con Eleonora si trovava ormai a capo di gran parte della Francia, con l’appoggio della
moglie divenne anche re d’Inghilterra nel 1154.
Regina d’Inghilterra
Una vita d’eccezione
Eleonora, ormai regina d’Inghilterra, durante i seguenti quindici anni diede alla luce cinque figli e tre figlie
(Guglielmo, Enrico, Riccardo, Goffredo, Giovanni, Matilda, Eleonora e Giovanna) e con astute alleanze e una serie di
guerre creò insieme con il marito un vasto e potente impero. Tuttavia il loro matrimonio non si rivelò dei più felici,
soprattutto a causa delle numerose amanti di Enrico e della smania di indipendenza di Eleonora. Forse per queste ragioni
nel 1169 Eleonora fu mandata a restaurare l’ordine nel ducato d’Aquitania e risedette a Poitiers. Riconciliatasi nel 1170 con la sua prima figlia, Maria di Francia, contessa di Champagne, si circondò di una corte brillante di giovani cavalieri, intellettuali, letterati, musicisti ed artisti, che divenne il centro della definitiva codificazione e della
diffusione dell’ amor cortese. Ma nel Natale del 1172 Enrico richiamò a corte Eleonora e i suoi figli, tre dei quali dopo breve tempo gli si rivolsero contro con l’appoggio della
madre.
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2Una vita d’eccezione
Regina d’Inghilterra
La ribellione di Eleonora, dati i tempi, risultò estremamente scandalosa: “La
moglie è colpevole quando si allontana dal marito…ritorna da tuo marito, altrimenti, con il diritto canonico, ti costringeremo a
tornare da lui.” – così le intimò l’Arcivescovo di Rouen. E fu così che Enrico II riuscì a domare la rivolta. Ma ormai si era
alla rottura ed Eleonora venne catturata mentre, in abiti maschili
(altra grave infrazione della legge), tentava di rifugiarsi presso il suo primo marito, Luigi VII di Francia. Allora Enrico la fece rinchiudere in prigione, dove Eleonora restò per i seguenti
quindici anni, fino alla morte dello stesso Enrico, avvenuta nel 1189. A quel tempo tre dei figli erano già morti e a salire al
trono fu il preferito di Eleonora, Riccardo I Cuor di Leone (1157-1199), che però presto dovette partire per la III Crociata (1189-
1192), lasciando quindi alla madre la reggenza del regno nel 1991.
Riccardo I Cuor di Leone
Una vita d’eccezioneRegina d’Inghilterra 3
Comunque si poneva il problema di assicurare eredi al trono, per cui, nonostante l’omosessualità di Riccardo, Eleonora si
attivò per trovargli una degna moglie: la scelta cadde su Berengaria, figlia del re Sancho il Saggio di Navarra, che fu
condotta fino in Sicilia, da dove partì per raggiungere il futuro marito Riccardo a Cipro. Quindi nel 1191 furono celebrate le
nozze a Limossol. In assenza di Riccardo, Eleonora dovette far fronte a vari tentativi di usurpazione del trono, fra cui quello dell’altro figlio, Giovanni Senzaterra, che tramava con l’aiuto
diFilippo II di Francia. Di ritorno dalla Crociata
Riccardo fu arrestato dal duca Leopoldo d’Austria e consegnato all’imperatore
Enrico VI, suo nemico. Nel 1194 Eleonora riuscì, grazie alla sua influenza e pagando
una ingente somma ad ottenerne la liberazione. Tornato in Inghilterra, Riccardo si riconciliò con il fratello Giovanni, che alla
sua morte(1199) gli subentrò sul trono.
Gli ultimi anni
Una vita d’eccezione
Negli ultimi anni della sua vita Eleonora si ritirò nell’abbazia di Fontevrault, in Aquitania, dove rimase comunque attiva, tanto da organizzare anche il matrimonio di sua nipote Bianca di Castiglia
con Luigi, figlio di Filippo II Augusto e nipote di Luigi VII e che diventerà re di Francia nel 1223 col nome di Luigi VIII il Leone.
Dopo una vita intensa ed incredibilmente lunga, soprattutto per quei tempi, Eleonora si spense nel 1204, all’età di circa
ottantadue anni.
L’abbazia di Fontevrault
Domina dominante, amante amata
La vita di Eleonora, eccezionale per durata e intensità, fu materia non solo di maldicenze o di elogi, ma anche di studi e
di racconti storici, che spesso, essendo opera di monaci e canonici, la presentavano in una luce oscura, alimentando, già
quando ella era ancora in vita, il mito di questa leggendaria protagonista di quasi un intero secolo. Comunque i dati
biografici e le notizie in nostro possesso ci parlano di una donna dotata di una personalità forte e complessa, di una
volontà incrollabile, di una intelligenza vivace e di una determinazione virile; il che bastava, dati i tempi, a suscitare
l’alone di scandalo che sempre la accompagnò e che caratterizzò alcuni episodi e avvenimenti particolari della sua vita. Scandaloso era innanzitutto che una donna si occupasse
così tanto delle faccende di governo. Scandaloso fu il suo ingresso armata e a cavallo nella citta di Vézelay, così come la
sua partecipazione alla II Crociata con tutte quelle dame in armi e tutta quella servitù, e all’interno della quale ancora più scandalosi risultarono il suo appoggio alla strategia di suo zio
Raimondo e il suo presunto rapporto incestuoso con lui.
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2Domina dominante, amante
amataScandaloso fu il suo divorzio dal re Luigi VII, come le sue
immediate nozze con colui che sarebbe diventato Enrico II d’Inghilterra. Scandaloso il suo appoggio alla ribellione dei figli
nei confronti del padre. Scandalosa infine la sua “corte d’amore” a Poitiers.
Tutto ciò si prestava a fare di lei un perfetto modello della pericolosità delle donne e addirittura una campionessa dell’
“indomabile propensione alla lussuria propria del suo sesso”; difatti il monaco Alberico scrive: ”Luigi l’aveva lasciata per la sua incontinenza, infatti questa donna non si comportava da
regina ma piuttosto da puttana”. Ad alimentare le dicerie sulla sua presunta irrefrenabile lussuria contribuì anche il fatto che fosse nipote del famoso Guglielmo IX d’Aquitania, del quale si
diceva che in un monastero di suore avesse creato un harem di belle fanciulle per soddisfare i suoi piaceri.
Ci fu tuttavia chi vide Eleonora anche sotto un’altra luce, definendola una tenera vittima, prima della freddezza di Luigi,
insufficiente e limitato, e poi della brutalità e dei numerosi tradimenti di Enrico.
Domina dominante, amante amata 3
In realtà Eleonora sfidò tutte le convenzioni dei suoi tempi: padrona del proprio corpo, in grado di tener testa ai preti e di
sfidare la moralità dei bigotti, raffinata ed affascinante mecenate, amata regina dei trovatori che per lei scrissero
versi d’amore, punto di riferimento per la moda, abile diplomatica e tessitrice di rapporti fra potenti, anche tramite
opportuni matrimoni, fu regina di due nazioni e giunse ad assumere in prima persona l’esercizio del potere, per il quale
aveva un’attitudine naturale. Per tutto ciò è giusto assegnare ad Eleonora un posto di assoluto rilievo, oltre che nella storia della letteratura e della cultura, nella
storia politica d’Europa e, se si vuole, in quella dell’evoluzione della condizione
femminile.
L’amor corteseDue importanti modelli di comportamento nella società medioevale e in particolare dei secc.XII e XIII furono quello del cavaliere e quello della dama, che si incontrarono e si diffusero principalmente nella corte del castello, il luogo, fisico e culturale insieme, in cui si sviluppò, grazie al mecenatismo dei signori tardo-medioevali, uno stile di vita sempre più raffinato e lussuoso, caratterizzato sia dall’ostentazione della ricchezza sia dagli interessi artistico-letterari. Della vita mondana che vi si svolgeva furono protagonisti le dame e i cavalieri, su cui si incentrarono due generi letterari di enorme successo e diffusione, quello del romanzo cavalleresco
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e quello della lirica d’amore. Le numerosissime opere, raccontate o cantate, più che lette, costituirono uno dei più importanti motivi di svago della società nobiliare, trasmettendo valori e modelli di comportamento. Innanzitutto quelli relativi ai cavalieri, contenuti nei romanzi cortesi del cosiddetto “ciclo bretone”, diffusosi a partire dalla Francia settentrionale e dal XII sec. e che ebbe in Chrètien de Troyes il più illustre esponente.
Lancelot, Perceval e gli altri protagonisti dei romanzi cortesi sono uomini alla continua ricerca di se stessi e le loro avventure
sono sottese da uno sforzo costante di autosuperamento e di perfezionamento interiore: coraggiosi, forti, gentili e generosi,
capaci di fedeltà e coerenza, debbono sapersi controllare e non lasciarsi travolgere dalle passioni, specie dalla più
sconvolgente, l’amore.
L’amore, oltre che secondo importante modello culturale, fu il tema dominante della lirica cortese, che vide la sua prima fioritura in lingua d’oc nelle corti di Provenza, nella Francia
meridionale e che ebbe nel duca Guglielmo IX di Aquitania il suo promotore. L’amore cantato nella poesia trobadorica, fin’amor in lingua d’oc, poi definito con la fortunata espressione amor
cortese a partire dall’800, legava un uomo, quasi sempre appartenente al ceto signorile, ad una donna, anch’essa nobile,
spesso la domina del castello, nei confronti della quale l’innamorato, in una posizione fortemente subordinata,
assumeva il ruolo di servo d’amore, obbligato alla fedeltà assoluta, nonostante si trattasse di un amore potenzialmente
adultero.
L’amor cortese 2
E’ da sottolineare come questo modello d’amore contrastasse sia con la morale religiosa e la cultura
ecclesiastica del tempo sia con una società complessivamente e tradizionalmente misogina,
nella quale la posizione femminile era normalmente subordinata a quella maschile. Ancora oggi riesce
difficile stabilire una volta per tutte se quello dell’amor cortese sia stato solo
L’amor cortese
un modello di finzione letteraria, di cui erano consapevoli autori e fruitori e che perciò risultava fonte di un godimento
esclusivamente estetico, oppure se abbia costituito un concreto modello di comportamento, sia pure come pura
convenzione e moda raffinata, senza alcun coinvolgimento sentimentale, o se, infine, almeno in alcuni casi, abbia
costituito la codificazione di un’autentica passione amorosa.
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L’amor corteseComunque, il modello dell’amore cortese, sia nelle forme di una lirica raffinata nelle tematiche e complessa nella versificazione,
sia nelle forme del romanzo, si diffuse nel nord della Francia ed in Inghilterra, passando in seguito anche nel resto d’Europa, grazie
soprattutto alla splendente corte di Eleonora d’Aquitania a Poitiers, dove, fra gli altri intellettuali, ecclesiastici e cavalieri, si
riunirono poeti come R.Wace, Benedetto di Sainte-Maure, Bernart de Ventadorn, che scrisse versi d’amore per Eleonora, e lo stesso
Chrètien de Troyes, al quale la figlia di Eleonora, Maria di Champagne, pare abbia ispirato la storia di “Lancillotto e
Ginevra”. “You have been the first among my joys
And you shall be the last,
So long as there is life in me.”
Versi cantati da Bernart de Ventadour, famoso trovatore
innamorato di Eleonora
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Alcuni studiosi ritengono che la corte di Eleonora sia stata influenzata dalle corti spagnole dei Mori e che abbia ospitato anche delle “trovatoresse”, le trobairitz, ed inoltre descrivono una particolare usanza: nel tentativo di “innalzare” i modi non
proprio regali di cavalieri a volte rozzi, Eleonora aveva inscenato un tribunale in cui le donne, sedendo su un palco rialzato, giudicavano gli uomini, che si esibivano recitando
poesie e sfoggiando le loro tecniche di corteggiamento. Nascevano così le mitiche corti d’amore, di un amore raffinato
ed esclusivo e regolato da un rituale rispondente a precisi canoni, rigorosamente fissato da Andrea Cappellano nel suo
celebre trattato “De amore”, un libro condannato dalla Chiesa, ma che godette di grandissima fortuna e diffusione,
contribuendo decisamente all’affermazione dell’amor cortese sia come modello letterario sia come modello
comportamentale per le classi elevate e per le persone colte e sensibili. Seguirono l’esempio di Eleonora, oltre a Maria di
Champagne, l’altra figlia Alice di Blois e i figli Riccardo Cuor di Leone, Enrico dal Corto Mantello ( il Re Giovane) e Goffredo di
Bretagna.
L’amor cortese 5
La moda di EleonoraEleonora fu la prima ad adottare l’abito con lo strascico
con maniche larghissime: spesso lunghe fino a terra, imponevano l’uso di moltissimi metri di velluto, dando
così risalto alla ricchezza e alla nobiltà di chi li indossava. Anche il tessuto era impreziosito da ricami e
pietre preziose: le cuciture erano nascoste da fili di perle, le raffinate acconciature erano formate da veli fluttuanti e retine dorate. Forse proprio per questo anche gli uomini alla corte di Eleonora indossavano
fantasiosi vestiti con abbondanti maniche e scarpe a punta e tenevano i capelli lunghi.
Bibliografia• Opere generali
- P.Ariés - G.Duby (a cura di), La vita privata dal Feudalesimo al Rinascimento, Laterza, Bari, 1988
- A.Brancati, Popoli e civiltà, vol. I, La Nuova Italia, Firenze, 1989
- F.Cardini, Le Crociate tra il mito e la storia, Istituto di Cultura Nova Civitas, Roma, 1984
- G.Duby, Medioevo maschio – Amore e matrimonio, Laterza, Bari, 1988
- F.Gaeta – P.Villani, Documenti e testimonianze, Principato, Milano, 1978
- J.Le Goff, L’immaginario medioevale, Laterza, Bari, 1988
- E.Pasquini – A.Quaglio, Le Origini e la Scuola Siciliana, in Letteratura Italiana, Laterza, Bari, 1981
Bibliografia• Opere su Eleonora d’Aquitania
- R.Cavendish, Eleanor of Aquitaine marries Henry of Anjou : May 18th, 1152, su History Today, vol.52, Maggio 2002
- E.Edith, Le donne nel Medioevo, Laterza, Roma-Bari, 1991
- F.Harris Stoertz, Young Women in France and England, 1500-1300, in Journal of Women’s History, vol.12, 2001
- J.Markale, Eleonora d’Aquitania, la Regina dei trovatori, Rusconi, Milano, 1990
- S.Nowiki, Eleonor of Aquitaine, University of Carolina Press, 1950
- R.Pernoud, Eleonora d’Aquitania, Jaca Book
Links- www.womeninworldhistory.com
- www.annomille.it
- www.pbmstoria.it/dizionari/storia_ant/e/e022.htm
- www.fordham.edu/halsall/sbook.html
-web.infinito.it/utenti/e/enigmegalgano/Medioevo_in_Rete/personaggi/eleonora.html
-www.ipsiacastigliano.it/signori_e_castelli/percorso19/dentro6a_testo.html
- digilander.libero.it/ginoboari