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EDITORIALE Sanità, una cura che uccide CONTRIBUTI Imparare a fare ricerca ATTUALITÀ Caso Idi-San Carlo Interviene il Collegio FOCUS Annual Report del Centro di Eccellenza ISSN 2037-4364 Anno XXII - N. 4 - ottobre/dicembre 2012 - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro. Poste italiane SpA - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n°46) art.1. comma2. DCB Roma

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EDITORIALESanità, una cura che uccide

CONTRIBUTIImpararea fare ricerca

ATTUALITÀCaso Idi-San Carlo

Interviene il Collegio

FOCUSAnnual Report

del Centro di Eccellenza

ISSN 2037-4364

Anno XXII - N. 4 - ottobre/dicembre 2012 - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro. Poste italiane SpA - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n°46) art.1. comma2. DCB Roma

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Organo Ufficiale di Stampadel Collegio IPASVI di RomaAnno XXII - N. 4 - OTTOBRE-DICEMBRE 2012Rivista Trimestrale registrata al Tribunale di Roman. 90 del 09/02/1990

Direzione - Redazione - AmministrazioneViale Giulio Cesare, 78 - 00192 ROMATel. 06.37511597 - Fax 06.45437034

Direttore responsabileGennaro Rocco

Segreteria di redazioneNicola Barbato, Stefano Casciato, Mario Esposito,Matilde Napolano, Carlo Turci

Comitato di redazioneAngela Basile, Bertilla Cipolloni, Stefano Di Carlo,Gianfranco Del Ferraro, Maurizio Fiorda, Natascia Mazzitelli,Francesca Premoselli, Maria Grazia Proietti, Angelina Palumbo,Ausilia M.L. Pulimeno, Alessandro Stievano, Marco Tosini

StampaArtigrafiche Boccia SpAVia Tiberio Claudio Felice, 7 - 84131 Salernoe-mail: [email protected] grafico: EDS RomaImpaginazione: Madì Studio di D. Cirillo - Salerno - per Artigrafiche Boccia Foto: Mario Esposito; Shutterstock

Finito di stampare: dicembre 2012

Tiratura: 31.000 copie

Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A.Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003(conv. in. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Roma

„Infermiere Oggi‰ pubblica articoli inediti di interesse infermieristico, previa ap-provazione del Comitato di Redazione. LÊarticolo è sotto la responsabilità dellÊAu-tore o degli Autori, che devono dichiarare: nome, cognome, qualifica professionale,ente di appartenenza, recapito postale e telefonico. Il contenuto non riflette ne-cessariamente le opinioni del Comitato di Redazione e dei Consigli Direttivi.Quando il contenuto esprime o può coinvolgere la responsabilità di un Ente, oquando gli Autori parlano a suo nome, dovrà essere fornita anche lÊautorizzazionedei rispettivi responsabili.Il testo deve essere il più conciso possibile, compatibilmente con la chiarezza diesposizione. Le bozze verranno corrette in redazione. I lavori non richiesti e nonpubblicati non verranno restituiti.Le citazioni bibliografiche devono essere strettamente pertinenti e riferirsi a tuttigli Autori citati nel testo.Le citazioni da periodici devono comprendere: il cognome e lÊiniziale del nomedellÊAutore o dei primi due Autori, nel caso di più di due Autori, verrà indicato ilnome del primo, seguito da „et al‰; il titolo originale dellÊarticolo, il titolo del perio-dico; lÊanno di pubblicazione, il numero del volume, il numero della pagina iniziale.Le citazioni di libri comprendono: il cognome e lÊiniziale del nome degli Autori, il ti-tolo del libro (eventualmente il numero del volume e della pagina, se la citazionesi riferisce ad un passo particolare), lÊeditore, il luogo e lÊanno di pubblicazione. GliAutori che desiderano la riserva di un certo numero di copie del numero contenenteil loro articolo, devono farne richiesta esplicita al momento dellÊinvio del testo.Tutto il materiale deve essere spedito o recapitato al Collegio IPASVI di Roma,Viale Giulio Cesare, 78 - 00192 Roma.

SOMMARIOEDITORIALE

1 Sanità, una cura che uccidedi Gennaro Rocco

CONTRIBUTI3 Imparare a fare ricerca

di Maria Grazia Proietti, Teresa Compagnone

7 Come migliorare la qualità di vita nel paziente affetto da Sclerodermia Sistemica di Nicoletta Di Gravio, Viola Risi

13 Unità operative di Riabilitazione SpecialisticaRiorganizzazione delle unità operative di Gabriele Trioni

16 Pratica infermieristica nel mondo occidentale e cure complementari Un intervento educativodi Giulia Quattrone, Teresa Compagnone, Giuseppina Carovillano

21 Il “Risveglio dei cinque sensi” Ricerca del professionista attraverso l’uomodi Annamaria Santandrea, Angela Infante

25 Etica della professione, etica nella professione, etica del professionistadi Gennaro Rocco, Alessandro Stievano

29 Indagine conoscitiva sul livello di burn out tra gli infermieri cheoperano nella Salute Mentale del Distretto sanitario Asl Rm/Adi Adriana Costa, Ione Moriconi

FOCUS37 ANNUAL REPORT DEL CENTRO DI ECCELLENZA

PER LA CULTURA E LA RICERCA INFERMIERISTICA

DICONO DI NOI46 Quando la sanità locale si fa con il salvadanaio

NOTIZIE DAL COLLEGIO50 Aperte le iscrizioni Ipasvi Cup51 Posta elettronica certificata. È tempo di attivarla gratis!

NOTIZIE DALLA REGIONE52 Bondi nuovo Commissario per la sanità.

L'Ipasvi interviene sul caso Idi-San Carlo54 L’infermiere al centro delle celebrazioni del IV centenario della morte

di San Camillo de Lellis

PILLOLE DI STORIA55 “Quelli che servono gli infermi”. Caratteri generali sull’organizzazione

dell’assistenza a Roma nella prima età della Controriforma59 La storia del Policlinico Umberto I

LETTO PER VOI61 Un panorama completo sulle tecniche anestesiologiche62 Nursing transculturale. Risultati di una ricerca del Centro di Eccellenza

per la Cultura e la Ricerca Infermieristica

64 LA VIGNETTA DEL MESE

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Sanità,una cura che uccide

E D I T O R I A L E

di Gennaro Rocco

Noi infermieri, che pure ne abbiamo viste di tutti i colori, in untrattamento così bislacco e scriteriato per un malato grave nonci eravamo mai imbattuti. ˚ proprio vero: al peggio non cÊèfine. Il nostro Servizio sanitario barcolla in modo impressio-nante sotto una raffica di tagli: via i posti letto, chiudono repartie interi ospedali, niente investimenti e addio perfino agli sti-pendi, con il personale sempre più precario, stanco e demoti-vato.

Nella nostra Regione, travolta da una crisi finanziaria e politicasenza precedenti, il malato rischia grosso. Al capezzale dellanostra sanità corrono solo chirurghi che procedono a colpi dibisturi. Non cÊè un vero piano terapeutico, non si capisce comeil paziente possa riprendersi dopo lÊintervento. Manca un pro-getto di cura chiaro e sostenibile, che riabiliti il malato senzamenomarlo ogni volta di un pezzo.

Non si riesce a scorgere nella Regione Lazio alcun barlume diprogettualità, neanche un orizzonte di speranza per il rilanciodi una sanità che soffre molto. E che tanto fa soffrire cittadinie operatori. Soltanto colpi di cesoia e tagli lineari, così tutti isacrifici di chi lotta in prima linea vanno in fumo. La rotta è sba-gliata, anzi inesistente. Attenzione, qui sÊè perso il timoniere!

LÊassenza di una strategia si svela soprattutto nei confronti delpersonale sanitario, mai così tanto bistrattato come in questitempi di spending review. Eppure, in un periodo di grande cri-ticità per il sistema sanitario, con reparti e servizi tenuti in piedifaticosamente solo grazie allÊabnegazione di tanti colleghi, ilpersonale andrebbe agevolato, motivato, incoraggiato ad im-pegnarsi nonostante le avversità perché lÊuscita dal tunnel po-trebbe essere finalmente a portata di mano.

Ma in questa direzione non si scorge nulla, ormai neppure inprospettiva. La crisi in cui è sprofondata la nostra sanità sem-bra non avere fine, come avvitata in una spirale perversa di au-tolesionismo e non si intravede alcun piano per fermare ilpericoloso vortice al ribasso. ˚ inevitabile perciò che fra gli

operatori il malessere continui a crescere fino a dilagare.

La percezione generale, sempre più concreta, è che ci si af-fanni a gestire la quotidianità di una complessa quanto sgan-gherata macchina sanitaria, senza che nessuno tenga in manoil volante e guardi al di là del parabrezza per condurla alla meta.Non è certo il modo per andare lontano.

La necessità di correggere e migliorare la spesa sanitaria nonpuò tradursi unicamente nella riduzione dei servizi ai cittadinie di garanzie, persino le più elementari, ai dipendenti. La sof-ferenza è ormai eclatante per entrambi i soggetti sui quali sifonda il nostro sistema sanitario, sempre meno sensibile allasua natura solidale e universalistica.

La scure finanziaria calata su molti servizi e il mancato rinnovodei contratti al personale precario formano una miscela esplo-siva. Si rischiano ricadute gravissime su aree di assistenza es-senziali come quelle della riabilitazione, della disabilità, dellacronicità. Servizi ridotti allÊosso per la popolazione, operatorimaltrattati con stipendi bloccati da mesi e nessuna opportunitàdi carriera: come si può pensare di andare avanti così? E so-prattutto: dove si va?

Da tempo gli infermieri lanciano inascoltati questo allarme. Lasanità vive una condizione non più compatibile con la tenutadegli operatori e della stessa cittadinanza. Ecco che quei se-gnali negativi che denunciavamo in passato sono oggi divenutidei fenomeni sociali davvero preoccupanti, come lÊaumentodella spesa per i ticket. Sono in tanti, specialmente anziani eindigenti, a non potersi più permettere cure adeguate. E unnumero crescente di famiglie, che hanno perso uno o più sti-pendi per la crisi, rinuncia addirittura a sottoporsi a controlli oalle terapie. ˚ un sintomo terribile per un Paese che voglia con-siderarsi avanzato e civile. Il dato, del resto, è stato evidenziatoda una ricerca del Censis dalla quale risulta che più di nove mi-lioni di italiani dichiarano di non aver potuto accedere a presta-zioni sanitarie di cui avevano bisogno, per ragioni economiche.

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Il peggio è che non si vede la fine di questa stagione buia perla nostra sanità. Altri tagli sono in arrivo dallo Stato, con chissàquali ulteriori conseguenze.

Risorse sforbiciate di oltre 34 miliardi di euro entro il 2015,compresi i 2,6 miliardi decurtati già nel 2013 dal Ddl di stabilità,per effetto delle manovre che dal 2010 in poi hanno impostorisparmi forzati al Servizio Sanitario Nazionale. Tagli difficil-mente sostenibili per le Regioni, tanto meno per la RegioneLazio, indebitata fino al collo e sottoposta al Piano di rientro.

Con tali premesse, il nuovo Patto per la salute con cui Stato eRegioni fissano le risorse per il prossimo triennio è destinatoa saltare.

Sarebbe un altro grave elemento di incertezza, potenzialmenteletale per la sanità.

Siamo tutti piuttosto scoraggiati e non vediamo la fine del tun-nel in cui una pessima politica ha spinto il nostro servizio sa-nitario. Grandi e piccole strutture di cura sono in crisi profondae il sistema complessivo si svilisce allÊaumentare della preca-rietà. A Roma e nel Lazio si annunciano nuove mazzate: quasiduemila posti letto in meno negli ospedali pubblici e un taglioconsistente di quelli delle strutture convenzionate.

Attenzione, il circolo è vizioso. Siamo sullÊorlo del baratro estavolta se si sbaglia ci finiremo dentro. Tutti.

Ci vuole una svolta decisa. Serve un piano credibile per soste-nere il modello delle cure universali e rilanciarlo. Proprio ciòche questa classe dirigente non ha fatto, meritandosi un defi-nitivo colpo di spugna.

Abbiamo assistito sbigottiti ad una disgustosa escalation degliscandali, esempi sfacciati di una politica che se ne infischiadel benessere della collettività, capace di esprimere solo inte-ressi di parte se non addirittura strettamente personali.

Niente è stato fatto per ridurre gli inaccettabili privilegi accu-mulati negli anni speculando sulla sicurezza dei cittadini e deglioperatori sanitari.Nonostante i ripetuti proclami, non è cambiato nulla, nessunsegno di un reale mutamento.

Noi cittadini e operatori, però, non abbiamo alternativa.

Il servizio sanitario va difeso, riorganizzato e implementatosulla base di una domanda di salute sempre più elevata e com-plessa da parte della comunità.

Non possiamo consentire che lÊevidente fallimento della poli-tica distrugga lÊunico sistema di protezione socio-sanitaria cheabbiamo.Lo dobbiamo ai nostri anziani, ai nostri figli, alle nostre famiglie.

Adesso tocca a noi prendere in mano le redini del gioco.

In tanti verranno a chiederci il voto per ricostruire la RegioneLazio dalle macerie politiche sotto cui è franata.Bene, stiamo molto attenti a scegliere le persone giuste.

Non si può sbagliare unÊaltra volta.

Alla Pisana e in Giunta regionale servono rappresentanti nuovisoprattutto per interesse e lealtà verso il bene comune.Nelle loro mani affideremo lÊultima chance di salvezza del ser-vizio sanitario, stavolta senza appello.

EDITORIALE

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Imparare a fare ricerca

di Maria Grazia Proietti, Teresa Compagnone

INTRODUZIONEIl Centro di Eccellenza per la Cultura e laRicerca Infermieristica è costruito sullasinergia tra ricerca e cultura ed è basatosul concetto di „conoscenza scientifica‰(la scholarship).La sinergia tra ricerca e cultura forniscelÊenergia necessaria a sostenere le atti-vità del Centro. La prospettiva di un approccio scienti-fico configura, per gli infermieri, lÊoppor-tunità di acquisire le conoscenze e leabilità che li renderanno protagonisti diprogetti finalizzati a trovare soluzioninuove ai problemi assistenziali e a rea-lizzare nuove scoperte.DÊaltra parte, la crescita culturale so-stiene e motiva alla ricerca dell'eccel-lenza. Secondo i principi che ispirano il Centrodi Eccellenza, come in un circolo vir-tuoso, la costruzione di una nuova cul-tura infermieristica apre la strada adattività significative, che, a loro volta,danno significato al nursing.La „conoscenza scientifica‰ rappresental'obiettivo del Centro di Eccellenza, inlinea con lÊorientamento internazionalealla ricerca e alla cultura del nursing delXXI secolo. Il modello di scholarship di Boyer con-sente di definire lo scopo del Centro diEccellenza e il concetto di cultura infer-mieristica basata sulla conoscenza esulla ricerca, finalizzata a formare i futuricultori del nursing in Italia. DÊaltra parte, la ricerca infermieristica siafferma solo se sono gli stessi infermieriad assumere lÊiniziativa di progettare econdurre studi sui fenomeni riguardantila salute e lÊassistenza.

Metodologia della ricerca infermieristicablended online è, pertanto, un corso pro-gettato e realizzato dal Polo della forma-zione dei ricercatori del Centro diEccellenza per la Cultura e la Ricerca In-fermieristica allo scopo di fornire gli stru-menti teorici e pratici per descrivere espiegare i fenomeni riguardanti la clinicainfermieristica, attraverso la ricerca, inquesto caso quantitativa.Nelle previsioni del Comitato scientifico(probabilmente, un poÊ ambiziose), altermine del corso, i discenti avrebberodovuto essere in grado di progettare, inmodo autonomo, una ricerca empiricanel campo dellÊassistenza infermieri-stica, di procedere alla rilevazione deidati, alla loro elaborazione e alla reda-zione del rapporto finale. Tale obiettivo si inscrive nella missiondel III Polo: „migliorare le abilità degli in-

fermieri nellÊindividuazione delle prioritàe nellÊapplicazione delle tecniche e deglistrumenti di metodologia della ricerca,per lÊelaborazione di nuovi progetti e perlÊincremento delle conoscenze scientifi-che nellÊinfermieristica‰. (Documento diprogramma Polo III, approvato con la de-liberazione del Consiglio Direttivo n. 211del 22.12.2009). In effetti, uno dei traguardi operativi delPolo in questione consiste proprio nellÊ„Organizzazione di corsi di formazioneteorico-pratica sulla metodologia della ri-cerca infermieristica, che tengano contodei diversi livelli di competenza dei di-scenti e che si concludano con la realiz-zazione di ricerche scientifiche su temipredefiniti‰.Il Corso di formazione teorico-praticablended online in Metodologia della ri-cerca infermieristica è rivolto a tutti gli

La presidente onoraria del Centro di Eccellenza, Dyanne Affonso, nel corso di un re-cente convegno

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infermieri che, a qualsiasi livello e in ognicontesto, aspirino a risolvere i problemiriguardanti la salute e lÊassistenza, utiliz-zando un approccio scientifico.Si tratta di un corso di formazione dibase, su un progetto di ricerca semplice(campo di indagine limitato e poche va-riabili osservate), con approccio esclusi-vamente quantitativo. La valutazione deirequisiti di accesso, oltre che sui titoli,verte sulla conoscenza dellÊinglese,dellÊepidemiologia e della statistica,anche se, nella prima fase, si ritiene op-portuno privilegiare la partecipazione diinfermieri docenti nei corsi di laurea inInfermieristica, affinché possano, a lorovolta, trasmettere agli studenti le com-petenze metodologiche. La nostra professione è in rapido cam-biamento sospinta dalle innumerevoli in-novazioni di carattere legislativo,formativo, tecnologico e dal costante econtinuo consolidarsi delle conoscenzescientifiche che sostengono la disci-plina, il cui oggetto di studio è rappre-sentato dai bisogni di assistenzainfermieristica della persona e della fa-miglia, nelle loro dimensioni bio-fisiolo-giche, psicologiche e socioculturali. Da tempo, l'International Council of Nur-ses (Icn) sottolinea l'importanza dellafunzione di ricerca (che rientra nel ruolodell'infermiere).La connotazione infermieristica della ri-cerca è legata alla prospettiva con cui cisi relaziona all'ad-sistere: è nelle dimen-sioni fisica (bio-fisiologica), psichica esocio-culturale dei bisogni di assistenza

infermieristica della persona assistitache risiede il punto di partenza - e quellodi arrivo - della ricerca infermieristica.La complessità che ne consegue è le-gata, dunque, anche ai pregi e ai limitidegli approcci e delle tecniche utilizzabiliper lo studio delle diverse dimensioni. Le connotazioni delle attività di ricerca(qualitativa e quantitativa) e i diversi di-segni di ricerca (non sperimentale, semi-sperimentale, sperimentale), definisco-no un panorama complesso, sia di na-tura teorico-concettuale che metodolo-gica.Lo sviluppo della ricerca infermieristica,nei diversi Paesi, passa generalmenteda una fase iniziale di studio delle di-verse aree dell'esercizio professionale(management, formazione, professione)a fasi successive, in cui si realizzano pre-valentemente studi clinici che riguar-dano l'assistenza infermieristica direttaalle persone e al loro entourage. Anchein Italia l'evoluzione della ricerca infer-mieristica ha visto, in linea con le ten-denze generali, progetti di ricercainizialmente più rivolti allo studio dellaprofessione. Solo negli ultimi 20 anni si è assistito adun graduale aumento del numero di pub-blicazioni infermieristiche.

MATERIALI E METODIIl percorso di strutturazione del Corsoper diventare quello che è oggi è iniziatonel 2010, con lÊavvio del Corso residen-ziale e il supporto di una piattaformaMoodle (Modular Object-Oriented Dyna-

mic Learning Environment) per la condi-visione del materiale didattico, al qualehanno partecipato 24 colleghi (prevalen-temente, docenti e dirigenti infermieri).Il corso è articolato in cinque moduli e lametodologia didattica prevede che i par-tecipanti siano organizzati in quattrogruppi, a ciascuno dei quali viene asse-gnato un tutor. Il corpo insegnante è co-stituito da soli docenti universitari.Questa prima esperienza è servita permettere a punto programma e metodo-logia. Moodle è una piattaforma web gratuitae disponibile per lÊe-learning (LearningManagement System), progettata perpermettere agli insegnanti e agli educa-tori di creare e gestire corsi online conampie possibilità di interazione tra stu-dente e docente. LÊopen source è utilizzata per supportareunÊepistemologia sociale e costruzioni-sta dell'insegnamento e dell'apprendi-mento nelle comunità di internet (MartinDougiamas, Curtin University–Australia).La scelta di privilegiare la partecipazioneal primo corso residenziale di colleghiprevalentemente impegnati nella forma-zione (tantÊè che, il primo avviso è statorivolto ai direttori dei Corsi di laurea in In-fermieristica affinché designassero i lorodocenti infermieri) è sostenuta da dueprincipali motivi:1. lÊopportunità di utilizzare le conoscen-

ze acquisite per la formazione deglistudenti;

2. lÊesigenza di reclutare tutor per le suc-cessive edizioni.

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La realizzazione dellÊedizione 2011 ha ri-chiesto che il team dei docenti analiz-zasse e rivedesse la struttura del Corso,ma soprattutto ha visto un radicale cam-biamento: la metodologia blended on-line che permette di integrare lezionionline e lezioni residenziali. Ciascun mo-dulo residenziale (della durata di tregiorni) è stato trasformato in una se-zione residenziale di un giorno (di circaotto ore), integrato da attività didattiche,individuali e di gruppo, da fruire online,attraverso la piattaforma moodle. Per consentire ai partecipanti di pren-dere confidenza con la piattaforma, aicinque moduli della precedente edizionene è stato aggiunto uno introduttivo.LÊammissione alla formazione residen-ziale richiedeva il superamento di un testdi apprendimento relativo ai contenutidistribuiti online. I learning objects sono rappresentatidagli audio/video dei docenti, sincroniz-zati con animazioni ad hoc, realizzati conla collaborazione di Giunti Organizzazionispeciali. I partecipanti al corso, di nuovo organiz-zati in gruppi di cinque/sei persone, sonostati guidati da un tutor, sia nelle eserci-tazioni pratiche e nel lavoro effettuato informa residenziale, sia nella parte onlinedel corso effettuata sulla piattaforma. Ciascun gruppo ha dovuto consegnare,entro un termine stabilito, il rapporto fi-nale di ricerca. In considerazione della provenienza piut-tosto eterogenea dei partecipanti (quan-to a formazione ed esperienza nellametodologia della ricerca), le lezioni on-line hanno avuto il principale obiettivo direndere il più possibile omogenee le co-noscenze del gruppo.I discenti hanno potuto auto-sommini-strarsi, più volte, ogni elemento didatticofino ad ottenere un apprendimento sod-disfacente che li metteva in condizioni disuperare il test e di interagire efficace-mente nel gruppo di appartenenza. Le domande di chiarimento e le richiestedi approfondimento, poi risolte in aula odonline, registrate in modo sistematico(assieme allÊesito dei test di apprendi-mento), hanno consentito di individuaregli aspetti su cui intervenire per miglio-rare lÊefficacia didattica delle lezioni.

RISULTATI E DISCUSSIONEIn ogni caso, proprio lÊincremento deipunteggi di apprendimento dei post-testrispetto ai pre-test, depone per unÊim-portante acquisizione di conoscenze ri-spetto ai temi trattati nel corso.La scelta di realizzare una parte della di-dattica usando lo strumento della forma-zione online è in linea con lÊesigenza di

innovazione che caratterizza sia i metodidella ricerca che quelli della formazione. LÊinnovazione non è, dunque, lÊobiettivo,ma lo strumento che facilita il persegui-mento degli obiettivi didattici e scienti-fici. Nel caso del corso di formazione teorico-pratico blended online, più che di forma-zione a distanza (Fad, espressione che

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sottolinea la lontananza tra docenti e di-scenti), vorremmo sempre più parlare diformazione in rete che permette diusare gli strumenti e le tecnologie dellarete per avvicinare, e mettere in con-tatto, i colleghi coinvolti nella forma-zione, che, molto spesso, hanno tempied esigenze difficili da conciliare. LÊobiettivo è proprio quello di facilitare lafrequenza al corso, ampliando le oppor-tunità di partecipazione: le edizioni 2011sono state tre, per un totale di 51 colle-ghi che hanno completato il percorsoformativo, realizzando una ricerca sulcampo dal titolo „La domanda dÊassi-stenza dellÊanziano dimesso dallÊospe-dale‰ presentata al III Workshop delCentro di Eccellenza per la Cultura infer-mieristica e la Ricerca Infermieristica daltitolo: „Centro di Eccellenza per la Cul-tura e la Ricerca Infermieristica: una re-visione a medio termine della suastruttura e dei progetti di ricerca‰, svol-tosi il 23 ottobre 2012 al ministero dellaSalute, in via Lungotevere Ripa.UnÊulteriore messa a punto e, poi, anchenel 2012 il corso è stato replicato in cin-que edizioni a cui hanno partecipato 100colleghi. QuestÊanno, però, la ricerca non è unicaper tutte le edizioni, come nel 2011;anche se il tema centrale è lo stesso:lÊaderenza alla cura.Ora, i partecipanti di ogni edizione inda-

gano su diversi tipi di pazienti.I risultati saranno pronti per il 2013.Considerata lÊutilità del corso per lo svi-luppo della disciplina infermieristica, lerisorse utilizzate per realizzarlo, lÊapprez-zamento e le richieste di partecipazione,il Consiglio direttivo ha deliberato di rea-lizzare, per il 2013, altre quattro edizioni.Il web, con i suoi strumenti di accessoalle informazioni e di interazione tra i pro-fessionisti, è - e sarà sempre di più - unambiente privilegiato per il nursing: fre-quentare un corso di formazione che in-clude componenti online aiuta ad

accrescere lÊabitudine e lÊattitudine alnetworking, come base per lo sviluppodi una professional community.

AUTORI:Maria Grazia Proietti, direttore Polo For-mazione dei Ricercatori del CdE, segre-taria del Collegio Ipasvi di Roma, docentedi Metodologia della ricerca infermieri-stica presso lÊUniversità di „Tor Vergata‰,Roma;Teresa Compagnone, docente di Meto-dologia della ricerca infermieristica pres-so lÊUniversità „Tor Vergata‰, Roma.

Bellingeri A, Dalfino S, Falli F, Malinverno E, Origlia A, Piccoli M, Proietti M.G, Rasero L, Suzzi R, La ricerca infermieristica in Italia. Linee-guida perla ricerca infermieristica. Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, Collana Metodi e Strumenti; Roma. 2003.Chiari P, Mosci D, Naldi E (a cura di), LÊinfermieristica basata su prove di efficacia. Guida operativa per lÊevidence based nursing. Mc Graw-Hill,Milano. 2006.Fain J.A, La ricerca infermieristica: leggerla, comprenderla e applicarla. Mc Graw-Hill, Milano. 2004. Hamer S, Collison G, Evidence based practice. Mc Graw-Hill, Milano. 2002. (Edizione italiana a cura di Chiari P, Santullo A). Lo Biondo-Wood G, Haber J, Metodologia della ricerca infermieristica. Mc Graw-Hill, Milano. 1997.Lo Palco P.L, Tozzi A.E, Epidemiologia facile. Il Pensiero Scientifico Editore, Torino. 2003.Nebuloni G, Introduzione alla ricerca per infermieri ed altri operatori sanitari. Sorbona, Milano. 1995.Sackett D.L, Straus S.E, Richardson S.W, Rosemberg W, Haynes B.R, La medicina basata sulle evidenze scientifiche. Centro Scientifico Editore, To-rino. 2002.Vellone E, Piredda M, La ricerca bibliografica. Strumenti e metodi per trovare e utilizzare la letteratura sanitaria. Mc Graw-Hill, Milano. 2009.Vellone E, Sciuto M, La ricerca bibliografica. Applicazione nel nursing e nelle scienze sanitarie. Mc Graw-Hill, Milano. 2001.

BIBLIOGRAFIA

La sede della Biblioteca del Collegio Ipasvi di Roma

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Come migliorare la qualità di vita nel paziente affetto da Sclerodermia Sistemica di Nicoletta Di Gravio, Viola Risi

ABSTRACTScopo di questo lavoro è condurreunÊindagine conoscitiva sulla qualità divita dei pazienti affetti da SclerodermiaSistemica. A tal fine, è stato utilizzato il questiona-rio 36 (SF-36), composto da 36 doman-de che possono essere raggruppate inotto campi:1. funzionalità fisiche;2. ruolo fisico;3. sofferenze corporee;4. salute generale;5. vitalità;6. funzioni sociali;7. ruolo emozionale;8. salute mentale. Ad ognuno di questi campi può essereassegnato un punteggio con un rangeda 0-100, dove 0 indica la „peggiorequalità di vita‰ e 100 la „migliore‰.I punteggi dei vari campi possono es-sere combinati in due sotto-punteggi: lacomponente fisica e la componentementale.Da gennaio a luglio 2011, il campo dÊin-dagine della ricerca è stata lÊUnità Ope-rativa di Immunodermatologia dellÊIrccsIdi (Istituto Dermopatico dellÊImmaco-lata) di Roma.Da questo studio emerge lÊimportanzae la necessità di promuovere una piùampia conoscenza e preparazione, siadel personale infermieristico che dei pa-zienti, della Sclerodermia Sistemica, alfine di migliorare la qualità di vita di que-st'ultimi, rendendoli autonomi nella ge-stione della patologia e delle problema-tiche che ne conseguono.

INTRODUZIONELa Sclerodermia Sistemica o Sclerosi Si-stemica (SSc) è una patologia rara,multi-sistemica, del tessuto connettivo,caratterizzata da patologie micro-vasco-lari. Colpisce la pelle e la maggior parte degliorgani interni quali, cuore, polmoni, renie tratto gastrointestinale, attivando il si-stema immunitario che culmina nella fi-brosi di tali organi.La SSc può provocare diversi sintomiquali: dolore articolare, dispnea, disfa-gia, ridotta forza fisica, ispessimentosimmetrico della pelle, fenomeno diRaynaud che progredisce inizialmentecon il gonfiore di mani e piedi e, succes-sivamente, delle dita, facendogli assu-

mere il tipico aspetto noto come „trico-lore francese‰ che è caratteristico diquesta patologia. La SSc colpisce i pazienti non solo sottolÊaspetto fisico, ma compromette, inmodo rilevante, anche il lato psicologicoe psicosociale: non a caso, questa ma-lattia si traduce spesso in problemi diaspetto, di ansia e depressione. Nonostante siano stati fatti progressinella terapia, gli interventi sanitari,hanno ancora un effetto limitato sullaprogressione della malattia ed è, quindi,inevitabile che i sintomi e le conse-guenze psicologiche vadano ad influirenegativamente sulla qualità di vita deimalati. In merito a questo, recenti studihanno dimostrato che lÊassistenza sani-

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taria risulta „insoddisfacente‰ per i pa-zienti affetti da SSc a causa della scarsa- o totale - mancanza di conoscenze e/oinformazioni su tale patologia.Nel 1988, LeRoy et al proposero unaclassificazione della SSc utilizzata ancoraoggi.La classificazione comprende due sotto-tipi: il tipo limitato o localizzato e il tipodiffuso.Nel primo caso, si ha il coinvolgimentodella pelle distale dalle ginocchia ai go-miti, mentre nel secondo, la SSc siestende alle zone prossimali e al tronco. Si sa poco circa lÊesperienza delle per-sone di vivere con una patologia rara edevastante coma la SSc e di come i pa-zienti debbano affrontare non solo la ma-lattia ma anche le sfide, sempre piùcritiche, che la vita gli propone quotidia-namente.

IL CAMPIONELa popolazione studiata è rappresentatada tutti gli adulti ricoverati nel periodo tralÊ11 gennaio e il 30 gennaio 2011 pressolÊUnità Operativa di Immunodermatolo-gia dellÊIrccs Idi di Roma.Dopo aver accettato di partecipare allostudio, ai soggetti coinvolti è stato con-segnato il questionario Short Form 36.I pazienti sono stati informati sullo stu-dio al fine di motivarli attraverso una mi-gliore comprensione dei questionari echiarendo eventuali dubbi. Sono stati in-coraggiati a porre domande ed è statasottolineata lÊimportanza del loro contri-buto. Sono stati somministrati allÊingresso 50questionari e, di questi, ne sono stati ri-tirati lo stesso numero. Tutti i questionarisono risultati utili perché completi ai finidella ricerca.Criteri dÊinclusione• Capacità di scrivere e comprenderelÊitaliano;• aver raggiunto la maggiore età.Tempi dello studioLo studio si è svolto nellÊarco di seimesi, da gennaio a giugno 2011. La raccolta dei dati è avvenuta nei mesidi gennaio/febbraio, mentre i mesi suc-cessivi sono stati dedicati alla „pulitura‰dei dati e allÊinserimento degli stessi al-lÊinterno del database; da aprile a mag-

gio è stata effettuata lÊanalisi statistica.Materiali e metodiPer lo studio è stato usato il questionarioSF-36 con una scheda anagrafica. La distribuzione del questionario è avve-nuta al momento dellÊaccoglienza all'Idi:qui gli è stata sottolineata lÊimportanzadella partecipazione ai fini dello studio. Gli è stato sottolineato che potevano es-sere aiutati nell'eventuale comprensionedelle domande non perfettamente capite.La raccolta dei dati demografici (età,sesso e titolo di studio) è stata eseguitaattraverso una scheda anagrafica conse-gnata a parte; mentre, la valutazionedello stato di salute per la tesi è statacondotta unicamente condotta attra-verso il questionario SF-36.Analisi statisticaLÊanalisi statistica è stata effettuata conil programma Stata versione 9.Sono state calcolate le percentuali dellecaratteristiche del campione, la mediadegli indici Pcs (stato di salute fisico) e

Mcs (stato di salute mentale) e dei valoridelle scale dello SF-36.

RISULTATIIl campione di studio risulta essere com-posto da 48 femmine e due maschi, conunÊetà media di 61,6 anni.Il 36% del campione possiede la licenzamedia superiore, il 34% quella elemen-tare e il 12% dei pazienti la laurea. Per effettuare lo studio, il campione èstato suddiviso in fasce di età: il 46% haun età compresa tra i 64-83 anni; il 44%tra i 43-63 anni e il 10% tra i 22-42 anni(Tabella 1).I valori medi del Pcs e Mcs del livellodÊistruzione dei pazienti sclerodermici ri-sulta essere di 29,9 e 40,6 nelle personecon età tra i 64-83 anni; di 35,4 e 43,1nelle persone con età tra i 43-63 e di47,1 e 50,6 in quelle tra i 22-42 anni. Dai dati emerge che i valori del Pcs eMcs ottenuti risulta essere di 50 e 46,6per la popolazione normale e di 33,9 e

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Tabella 1. Valori medi

dellÊindice Pcs eMcs dellÊinterapopolazione e

varie patologiedermatologiche

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42,7 per i pazienti sclerodermici (Ta-bella1).Nella tabella 2, invece, sono riportati ivalori medi del Pcs e Mcs relativi allÊetàed al livello dÊistruzione del campione. I dati relativi allÊetà corrispondono a 22-42 con un Pcs e Mcs di 47,1 e 50,6; 43-63 con un Pcs e Mcs di 35,4 e 43,1;64-83 con un Pcs di 29,6 e 40,6.Nel livello di istruzione invece, risultanovalori molto bassi del Pcs e Mcs in co-loro che hanno conseguito la licenzadella scuola primaria di primo grado (i va-lori medi sono di 31,1 e 47,7); mentre ivalori della scuola secondaria di primogrado sono, rispettivamente: 32,2 e40,3 (scuola secondaria di secondogrado 35,2 e 43,6) e in coloro che sonoin possesso del diploma di laurea, i dati

emersi equivalgono a: 39,3 e 43,9 (Ta-bella 2).Nella tabella seguente sono riportate ledistribuzione dei punteggi delle scale nelcampione di riferimento della popola-zione normale e dei pazienti scleroder-mici.

Mettendo a confronto ivalori medi delle ottoscale della popolazionenormale e dei pazientisclerodermici, si è vistoche i risultati inferiori di

questi ultimi corrispondono allÊattività fi-sica (Af) con un punteggio pari a 46.8), ilruolo e stato fisico (Rf) e dolore fisico(Df) corrispondente a 50.5 e 57, mentrelo stato di salute generale (Sg) risulta es-sere di 36.8 (Tabella 3).

Nella tabella 4 sono riportate le fre-quenze e le percentuali delle risposte alladomanda 3: „Le seguenti domande ri-guardano alcune attività che potrebbesvolgere nel corso di una qualsiasi gior-nata. La Sua salute la limita, attualmente,nello svolgimento di queste attività?‰Nella tabella 5 sono riportate le rispostealla domanda 4: „Nelle ultime 4 setti-mane, ha riscontrato i seguenti problemisul lavoro o nelle altre attività quotidiane,a causa della Sua salute fisica?‰

Tabella 2. Valori medi del Pcs-Mcs in relazione allÊetàed al livello di istruzione dei pazienti sclerodermici

Tabella 4. Le seguenti domande riguardanoalcune attività che potrebbe svolgere nelcorso di una qualsiasi giornata.La Sua salute La limita attualmente nellosvolgimento di queste attività?

Tabella 5.Nelle ultime 4 settimane, ha riscontrato i seguenti problemi sul lavoroo nelle altre attività quotidiane, a causa della Sua salute fisica?

Tabella 3. Distribuzionedei punteggi delle scale

nel campione diriferimento della

popolazione normale edei pazienti sclerodermici

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I dati emersi evidenziano che il 68% deipazienti ha dovuto limitare alcuni tipi dilavoro o di altre attività (c) e lo stesso va-lore lo ritroviamo nella domanda dovemolti pazienti rispondo che hanno avutodifficoltà nellÊeseguire il lavoro o altre at-tività (d). Un 60% invece, ha risposto che ha resomeno di quanto avrebbe voluto (b).

DISCUSSIONELo studio effettuato ha evidenziato chela malattia sclerodermica incide enorme-mente sullo stato di salute fisico dei pa-zienti, riducendo così la loro qualità divita. I dati emersi con lÊSF-36 mostrano chia-ramente che i valori medi ottenuti inquesti pazienti sono notevolmente piùbassi rispetto ai valori della popolazionenormale.I pazienti sclerodermici stanno peggio fi-sicamente rispetto a tutti gli altri pazientidermatologici, soprattutto psoriasici,anche se, rispetto a questi, stanno me-glio psicologicamente.Come è stato possibile dimostrare, in al-cuni casi può avere un maggiore impattosulla qualità di vita dello stato di salutefisico una malattia come la Scleroder-mia, piuttosto che una come la Psoriasiche, al contrario, incide di più sulla qua-lità di vita dello stato psichico.Ciò è supportato dal fatto che, spesso,le cure di alcune patologie dermatologi-che, non portano a nessun risultato sod-disfacente, facendo sentire i pazientisconfitti dalla malattia LÊapproccio che gli infermieri devonoavere con questa tipologia di pazienti èdi non concentrarsi sullÊorgano, bensìsul paziente inteso come unità bio-psico-sociale: questo vuol dire che la profes-sione infermieristica non deve trascura-re lÊimportanza dei fattori psichici deter-minanti lo stato di salute malattia-per-sona.Tra le malattie dermatologiche, risultache le patologie di tipo cronico hanno unimportante impatto sulla qualità di vitadei malati che, essendo bisognosi dicure lunghe e spesso non risolutive, fi-niscono col perdere la fiducia.Dai risultati ottenuti sugli indici Pcs, ipunteggi più alti appartengono a coloro

tra i 22-42 anni e in chi è in possesso deldiploma di laurea, mentre i punteggi piùbassi appartengono ai pazienti che announ età compresa tra i 64-83 anni e in chiha la licenza di scuola elementare. Per quanto riguarda lÊMcs i dati più altiappartengono a chi è in possesso di undiploma di laurea, mentre i dati più bassiappartengono a chi rientra nella fascia dietà tra i 64-83 anni e in chi è in possessodella licenza media. LÊinfermiere si deve far carico soprat-tutto di questo gruppo di pazienti chesembrerebbero più „fragili‰ fisicamente. Sarebbe opportuno educare/informareanche con appositi strumenti (depliantinformativi) tali pazienti al fine di fornireconsigli utili su come prendersi curadella propria malattia una volta tornati acasa. Tale patologia determina una limitazionedellÊattività fisica, che se non adeguata-mente sostenuta, potrebbe portare il pa-ziente ad uno stato di dipendenza daglialtri, con conseguenti ripercussioni ne-gative sia sulla persona stessa che suicaregiver.Mettendo a paragone i dati ottenuti diPcs e Mcs dei pazienti sclerodermici edi quelli affetti da altre patologie derma-tologiche (come psoriasi, acne, nevi eneoplasie cutanee benigne), è risultatoche i pazienti sclerodermici hanno unPcs notevolmente inferiore rispetto aipazienti psoriasici, mentre un Mcs note-volmente migliore. Si può, quindi, concludere che i pazientisclerodermici, con unÊetà compresa trai 64-83 anni e che, fra questi, è in pos-sesso di una licenza elementare, hannouna salute fisica e mentale peggiore deipazienti che hanno un'età compresa trai 22-42 anni e che sono in possesso diun diploma di laurea. Risultano, invece, differenti le conclu-sioni che vengono fatte con i pazientisclerodermici messi a confronto con lealtre tipologie di pazienti dermatologici,in quanto risulta un Pcs notevolmentepeggiore rispetto ai pazienti psoriasici eun Mcs migliore da parte dei pazientisclerodermici.Inoltre, dai dati analizzati risulta che laSclerodermia è una patologia che colpi-sce maggiormente il sesso femminile:

una verità resa palesata dalla distribu-zione dellÊSF-36. Su 50 pazienti a cui èstato somministrato in test, infatti, solodue sono risultati essere uomini, men-tre, a conti fatti, le donne erano 48.In base a questo è, dunque, spiegato ilmotivo per il quale parecchie rispostealla domanda 3, si siano riscontrate allarisposta „c‰, in quanto „sollevare labuste della spesa‰ è in genere unÊazio-ne tipicamente femminile.Un altro dato che fa capire quanto i pa-zienti sclerodermici soffrano di disturbifisici articolari terribilmente invalidantista nella risposta „e‰, dove un alto in-dice risponde che „ha difficoltà nel cam-minare per qualche chilometro‰.I dati più bassi si sono ottenuti nella ri-sposta „i‰: „camminare per circa 100metri‰ e nella risposta „l‰, „farsi ilbagno‰ o „vestirsi da solo‰.Riguardo ai problemi che la Scleroder-mia causa sul lavoro o nelle altre attivitàquotidiane, il punteggio più basso lo ri-scontriamo alla domanda 4 alla risposta:„Ha ridotto il tempo dedicato al lavoro oad altre attività‰. Troviamo, invece, il punteggio maggioreed equivalente alla risposta „c‰: „ho do-vuto limitare alcuni tipi di lavoro o di altreattività‰ e alla risposta „d‰: „ho avutodifficoltà nellÊeseguire il lavoro o altre at-tività‰ (ad esempio, ha fatto più fatica).Nella pratica clinica, malgrado le dimen-sioni del problema che vengono consi-derate in molti studi, viene data pocaimportanza al rilevamento dello stato disalute e della qualità di vita dei pazientidermatologici.Per questa ragione, occorre moltiplicaregli sforzi per contribuire ad aumentare laconsapevolezza dellÊimportanza deglistrumenti in grado di rilevare i soggettia rischio che necessitano di unÊassi-stenza infermieristica orientata al miglio-ramento delle attività quotidiane. ˚ auspicabile che lÊuso degli strumentidi valutazione della qualità di vita ven-gano introdotti nella pratica clinica e uti-lizzati di routine. ˚ intenzione del presente lavoro contri-buire alla riflessione su come migliorarelÊassistenza infermieristica per i pazientisclerodermici e quali strumenti siano utilifornire ai pazienti con limitazioni fisiche.

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CONCLUSIONI˚ importante individuare i bisogni assi-stenziali in un soggetto con SSc, perpoter poi pianificare - ed attuare - inter-venti infermieristici idonei mirati a:• ridurre dolore e malessere;• ridurre l'affaticamento,• aumentare l'indipendenza nell'autoge-stione della malattia (self-care);

• ampliare le conoscenze sul trattamen-to della patologia;

• migliorare l'immagine di sé.Una volta accertato il grado di dipen-denza dell'individuo, bisogna stabilirequali siano gli atti infermieristici che pro-muovano, mantengano e ristabiliscanoil grado d'indipendenza perduto.Uno dei problemi assistenziali maggior-mente riferito dai pazienti è il dolore as-sociato a poliartralgie diffuse ed aidisturbi del microcircolo.In merito al dolore, occorre ricordare cheil problema è di tipo „collaborativo‰ e larisoluzione prevede l'intervento del me-dico con la prescrizione di terapia anti-dolorifica, tenendo conto dello stato disalute del paziente. In questo caso, la competenza infermie-ristica si esprime nella corretta sommi-nistrazione dei farmaci prescritti dalmedico e nella valutazione della rispostaal trattamento. Le competenze infermieristiche sono:� Educare il paziente nei riguardi dellasua malattia. Ciò risulta essere un aspetto importanteperché è evidente che la conoscenzadella malattia facilita lÊapproccio terapeu-tico, migliora la compliance (aderenzadel paziente ai controlli della terapia) ed,in sostanza, migliora lÊandamento clinicoe la qualità della vita. Molto spesso è importante anche il so-stegno psicologico di chi si trova alleprese con una malattia cronica, spessocon presenza di dolore.In caso di alcune patologie, lÊinfermiereaiuta il medico a rilevare la disabilità delpaziente con questionari auto-sommini-strati al paziente. Ai pazienti che accusano dolore lombareo dolore alle spalle legato a periartrite,lÊinfermiere consiglia gli esercizi fisici daeseguire gradualmente e con regolarità.I piccoli gesti ripetitivi della vita quoti-

diana (tenere una pentola o i piatti,aprire un rubinetto, sbrigare faccende dicasa, vestirsi, etc) possono diventare unproblema ed è proprio a questi pazientiche si possono insegnare una serie digestualità da effettuare, in maniera piùcorretta, per risparmiare le articolazioni.� Educare il paziente nellÊassunzionedella terapia farmacologica.LÊinfermiere controlla se il paziente hacapito bene come assumere la terapia,se ha compreso il trattamento, il dosag-gio e lÊorario di assunzione. In caso di nuovi farmaci (specie se sitratta di immunosoppressori), lÊinfer-miere rinforza la spiegazione data dalmedico, sui possibili effetti indesideratie sulla modalità di controllo. Inoltre lÊin-fermiere contribuisce nel chiarire al pa-ziente quando dovrà sottoporsi a prelieviematici per il monitoraggio di eventualieffetti collaterali od ad altre procedure. � Fornire mezzi di conforto per alleviareil dolore.Ovvero, insegnargli le applicazioni caldee fredde, le tecniche di rilassamento, leattività di svago, il cambiamento di posi-zione, gli impacchi con pomate per trat-tare la cute edematosa e massaggi concreme emollienti per proteggere la cutea rischio di rottura e, quindi, d'infezione.� Fornire misure di sostegno.Per ridurre la fatica, l'infermiere inse-gnerà ai pazienti come definire, nell'arcodella giornata, periodi di riposo nel pro-gramma di attività fisica, aiutandolo astabilire le priorità.� Informare il paziente.Parlare dell'esistenza di mezzi di sup-porto, di deambulazione e di come adat-tare gli oggetti di uso comune in modoche egli stesso possa usarli autonoma-mente nelle attività quotidiane. Il paziente va inoltre informato sulla esi-stenza di „ausili‰ capaci di permettergliil ripristino di una manualità discreta(come posate con manici più grossi edaltri presidi, che gli consentiranno cosìdi acquisire i principi della „economia ar-ticolare‰). � Fornire al paziente le conoscenze sultrattamento necessario.Dargli informazioni sulla sua patologia ediscutere con lui delle reazioni alla pato-logia (rabbia, paura, ansietà, timore, ri-

fiuto) ed identificare meccanismi di rea-zione efficaci.L'attività infermieristica non si concludenel solo ambito ospedaliero, ma deveessere garantita anche a livello domici-liare con una rete di servizi adeguati.Per questo motivo, l'infermiere devecoinvolgere il paziente nel piano assi-stenziale, educarlo, assieme ai familiari,sui vari presidi e sulle tecniche, for-nendo adeguate informazioni in meritoalle strategie da adottare per prevenirel'insorgenza di complicanze e garantirela continuità degli interventi assisten-ziali, volti a promuovere l'autonomia del-l'individuo.In base allo studio effettuato si è potutoconstatare che i pazienti anziani, quellidi età compresa tra i 64 e gli 83 anni,hanno una qualità di vita decisamentescadente sotto lÊaspetto mentale, masoprattutto fisico, e, in merito a questo,il paziente sclerodermico deve impararea saper gestire il dolore articolare che èrisultato essere lÊelemento di disturboper eccellenza. La proposta, quindi, è quella di intro-durre, come supporto, un libretto edu-cativo ideato appositamente per ipazienti sclerodermici che propone, alsuo interno, una serie di esercizi che eglistesso può compiere quotidianamente,nella tranquillità della sua casa, visto chelÊimportanza di saper educare il pazienteallÊinterno dellÊUnità Operativa è haquale fine renderlo autonomo al mo-mento della dimissione. Avere a portata di mano una guida chespieghi, passo passo, cosa fare, al finedi poter gestire la patologia e conviverecon essa il meglio possibile, rende il pa-ziente molto più tranquillo e sicuro e nonlo farà sentire abbandonato a se stesso.Inoltre, la guida fornisce spiegazionianche su come praticare lÊeconomia ar-ticolare e su come è possibile effettuarlacon lÊutilizzo di semplici utensili che sipossono trovare facilmente in commer-cio.Al suo interno sarà possibile trovare no-zioni educative riguardo lÊalimentazione,lÊallenamento fisico e tutto quello cheserve per poter compiere, nel modo piùsemplice, una ginnastica facciale al finedi rendere più semplice lÊapertura del

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cavo orale (poiché è un problema in chiè affetto da parecchio tempo da Sclero-dermia Sistemica) e tutti i consigli perpoter mantenere una corretta puliziaorale.Il libretto è semplice e facilmente com-prensibile, alla portata di tutti.

Anche i familiari possono avvalersene,al fine di aiutare i pazienti nella gestionedi una patologia così difficile - e spessodevastante - come la Sclerodermia Si-stemica.

AUTORI:Nicoletta Di Gravio, infermiera pressol'ospedale San Carlo di Nancy di Roma;Viola Risi, infermiera, segretaria presso ilpolo Universitario Padre Luigi Monti.

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BIBLIOGRAFIA

PRECISAZIONEElena Valeri, Laura Lombardi e Umberto Tulli, autori dell'articolo "Risk management in emodialisi ed il coordinatore infermieristico",pubblicato a pagina 32 del n.3 di questa rivista, specificano che l'equipe infermieristica citata nel contributo in oggetto non corri-sponde all'effettivo personale della Uoc di Nefrologia e Dialisi del presidio ospedaliero di Tivoli, ma si riferisce ad una equipe"ideale, ipotetica", che potrebbe essere sottoposta ad un percorso di formazione analogo a quello dello studio presentato.

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Unità operative diRiabilitazione Specialistica

di Gabriele Trioni

ABSTRACTQuesto progetto ha lo scopo diriorganizzare lÊazienda per aree di-stinte per intensità di cura e di-versa complessità nellÊassistenza.Nello specifico: alta, media ebassa.Nella fattispecie, la proposta di ri-progettazione interesserà le unitàoperative di Riabilitazione SpecialisticaallÊinterno del dipartimento ortopedico-riabilitativo della „Clinica Ortopedica Fi-sioterapica‰ di Lanzo D'Intelvi.Con lÊelaborato, il progetto vuole essere,quindi, un'opportunità per lÊazienda di ri-pensare lÊorganizzazione, ponendo alcentro del suo processo di cura la per-sona.Si tratta di superare la frammentarietàdelle cure e dellÊassistenza tipica dellasocietà moderna in cui la progressivaspecializzazione - sia scientifica che or-ganizzativa - ha tolto, in parte, quella vi-sione olistica della persona a cui, invece,è opportuno fare riferimento.Per restituire tale genere di approccio(diciamo così, personalizzato) alle curemediche e allÊassistenza, una delle solu-zioni più innovative è la strutturazione edorganizzazione dei reparti di degenza per„intensità di cura‰ e, per realizzare ciò,ci siamo ispirati allÊorganizzazione dimolti ospedali statunitensi e ai cinque,nuovi ospedali della Regione Lombardiache hanno recepito questo nuovo mo-dello.Credo che il continuo processo di cam-biamento in corso nel nostro Paese e, inparticolar modo, nel panorama sanitario

avvenga oggi con una rapidità, un im-patto e una modificazione senza prece-denti.Vi è sempre un continuo sviluppo dicose ed opportunità. E, in questo momento, lÊopportunità èquesta.

PREMESSAIl progetto propone una riorganizzazionedelle unità operative di Riabilitazione

Specialistica secondo il modelloorganizzativo per intensità dicure e complessità assisten-ziale.Il contesto organizzativo-sanita-rio, ma anche socio-economicoe culturale, in cui il progetto sisviluppa è la „Clinica Ortope-dica Fisioterapica‰ di Lanzo

DÊIntelvi (Cof Lanzo Hospital), nato nellontano 1951 e divenuto, nel corso deltempo, una struttura di riferimento perle attività ortopedico-traumatologiche eriabilitative sul territorio comasco.Dal 2009, la struttura ha adottato il mo-dello dipartimentale che, come si sa, fa-vorisce - e può quindi rappresentare - sulpiano organizzativo la naturale evolu-zione verso il modello per intensità dicura.

„La vecchia teoria dellÊorganizzazione scientifica del lavoroconsisteva nel concepire il pensiero organizzativo

solo attraverso strutture e procedure;si scopre ora che lo spirito umano è il migliore

strumento di integrazione che permette di affrontare la complessità‰.

Michel Crozier

La „Clinica Ortopedica Fisioterapica‰ nel comasco

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Il settore sanitario, in Italia come in moltiPaesi, sta cambiando, sotto la spintadellÊevoluzione della pratica medica,delle innovazioni tecnologiche, della ri-duzione delle risorse disponibili e dellamaggiore consapevolezza dei cittadinicirca il loro ruolo di clienti/utenti.Inoltre, fattori di criticità interni alla strut-tura (la suddivisione delle aree di de-genza dimensionate sulla base dellapatologia; la frammentarietà dei percorsidi cura; lo scarso utilizzo di Pdtra), unita-mente a fattori di criticità esterni al si-stema organizzativo (la collocazionegeografica molto decentrata rispetto allacittà; la presenza di altri competitor e ilconfigurarsi di nuove politiche sanitarie)rappresentano, da un'attenta analisi, unapressione tale da promuovere, necessa-riamente, un cambiamento e spingerciverso un nuovo modello da tutti consi-derato la „nuova frontiera‰ dellÊorganiz-zazione ospedaliera.Il modello organizzativo strutturato peraree dedicate ad utenti omogenei (sottoil profilo del fabbisogno assistenzialegraduato) a cui dobbiamo tendere nondeve far dimenticare che esiste un mo-dello originario che deve adattarsi alle re-altà locali e i cui principi cardine sono:1. centralità del paziente-centralità della

persona;2. integrazione delle risorse-supera-

mento della suddivisione dei repartisecondo le differenti specialità scien-tifiche;

3. integrazione clinica e coinvolgimentodei clinici. Ossia, lavorare per processiad alta integrazione multidisciplinare.

In merito al modello di intensità le indi-cazioni normative sono molteplici sia alivello nazionale che regionale.In particolar modo, voglio citare la Re-gione Toscana che, dal 2005, con lÊisti-tuzione della Legge 40 „Disciplina delServizio Sanitario Regionale‰ che rap-presenta uno dei riferimenti principali sultema dellÊintensità di cura.Ma anche degna di nota è la Deliberadella Giunta della Regione Lombardian.351 del 28 luglio 2010 che disponelÊintroduzione, in via sperimentale, di unaccreditamento per „aree di intensità dicura‰ da applicarsi in relazione allÊattiva-zione delle nuove strutture di ricovero e

cura.Delibera che denota una forte volontàpolitica di implementare in tutto il terri-torio il modello in questione.La definizione che, secondo la mia opi-nione, si presta meglio a descrivere ilmodello di intensità di cura è la se-guente: „Livello di cura richiesto dalcaso conseguente ad una valutazione diinstabilità clinica (associata ad altera-zione di parametri vitali) e complessitàassistenziale (medica e infermieristica)‰.Di fatto, lÊintensità di cura e la comples-sità assistenziale sono due facce di unastessa medaglia.Pensare di implementare il modello or-ganizzativo per intensità di cure significaquindi, rivedere completamente la pro-pria organizzazione ed apportare un pro-fondo cambiamento non solo negliassetti di potere ma, soprattutto, nelmodo di pensare e di lavorare dei pro-fessionisti.L'obbiettivo principale „è mettere al cen-tro del sistema-salute il paziente e nonla malattia‰.Sotto-obbiettivi del progetto sono:1. superare la suddivisione dei reparti

sulla base delle specialità/patologia;2. effettuare una divisione delle unità

operative in aree omogenee per in-tensità di cura;

3. attribuire a ciascuna area i contingenti

di personale sanitario medico e nonmedico;

4. formazione ed istruzione del perso-nale sanitario ed amministrativo;

5. introdurre dei meccanismi operativiche documentino allÊingresso la valu-tazione delle condizioni del paziente(es. scale di valutazione);

6. identificazione del team di riferimentoper la presa in carico del paziente;

7. uniformare i modelli clinici ed assi-stenziali delle Riabilitazioni Specialisti-che sulla base dei Pdtra;

8. migliorare il processo di ricovero nellesue fasi di accoglienza, gestione e di-missione.

Il modello organizzativo qui propostomantiene separate le due unità opera-tive di Riabilitazione Specialistica, cia-scuna diretta da un dirigente medico diII livello, a costituzione di un proprio cen-tro di responsabilità, a sua volta diviso indue reparti.Per quanto concerne il layout, ogni unitàoperativa prevede tre aree di degenzache, secondo il bisogno assistenziale,sono articolate in: alta (colore azzurro),media (colore verde) e bassa intensità(colore giallo). (Figura 1)I tre gradi di intensità di cura sono distin-guibili in base a caratteristiche tecnolo-giche, quantità e qualità e, dunque,competenze del personale presente.

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Figura 1. Articolazione delle aree di degenza in ciascuna unità operativa

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IPOTESI DI MODELLO ORGANIZZATIVOCentrale è la componente clinica, quindi,il percorso di cura che, una volta stabilitoattraverso „scale visionate‰, orienterà ilpaziente ad un preciso livello nel qualeesso riceverà le cure prescritte secondolo specifico grado di intensità.Le necessità clinico-assistenziali e riabi-litative vengono realizzate con modalitàinterprofessionale da parte del teamdella riabilitazione composto da: fisiatra,neurologo, pneumologo, cardiologo, psi-cologo clinico, infermiere, operatoresocio-sanitario, fisioterapista, logopedi-sta e terapista occupazionale.Per i pazienti che giungono da altrestrutture, il percorso inizia con lÊinviodella „Scheda di prenotazione ricovero‰presso lÊUfficio Accettazione del Cof cheprovvederà ad inoltrarle ad una delle dueRiabilitazioni Specialistiche, a secondadellÊoccupazione dei posti letto e della ti-pologia di paziente.In questa fase, il paziente viene sottopo-sto a valutazione da parte dellÊequipemultidisciplinare: essa rappresenta unadelle fasi cruciali dellÊintero processo, edè proprio attraverso la valutazione che sistabilisce se il ricovero è appropriato ese il paziente va assegnato ad un'areapiuttosto che ad unÊaltra.Ciascuna Riabilitazione Specialistica va-luta bi-settimanalmente o, secondo lenecessità, i pazienti candidati al ricovero.La „Scheda di prenotazione ricovero‰ èstrutturata in una piccola parte dedicataallÊanagrafica, allÊanamnesi clinica e allaraccolta dati ed integrata con una valu-tazione fisiatrica (o sono specificati gliobiettivi riabilitativi).

Inoltre, da questa deve risultare la datadi compilazione, i sanitari compilatori edil giorno in cui il paziente diviene dimis-sibile.La „scheda di prenotazione ricovero‰ hacome obiettivo quello di fornire unagamma di informazioni atte a determi-nare un punteggio secondo cui viene de-finita la pesatura della complessitàassistenziale in alta, media e bassa.La scheda potrebbe essere così struttu-rata con i seguenti indicatori:- indice Barthel/Fim;- indice di comorbidità (Cirs);- indice di severità (Cirs);- Sic;- Glasgow Coma Scale;- Asia Scale;- Mmse;- comunicazione;- ausili;- carico;- Ldd/lesioni vascolari;- ambito sociale;- Indice Complessità Assistenziale.LÊequipe, in base alle informazioni otte-nute dalla „Scheda di prenotazione rico-vero‰, compila una griglia che possiamochiamare di „Pesatura della complessitàassistenziale‰, in cui si raccolgono, ana-liticamente, tutti gli indicatori sopra de-finiti e, con essa, si giunge ad attribuireal paziente la categoria di riferimento re-lativa alla alta, media e bassa intensità eassegna, contestualmente, il team di ri-ferimento.Questa valutazione, basata su una me-todologia e su criteri scientifici, permette,quindi, di assegnare il paziente al setting-modulo di degenza più idoneo e agli spe-cialisti della patologia di cui è affetto che

lo seguiranno durante il ricovero.La stessa modalità valutativa viene som-ministrata anche per le altre tipologie dipazienti, sia essi provenienti dallÊunitàoperativa di ortopedia sia dallÊambulatorio. Il paziente che viene assegnato allÊareaomogenea di degenza viene ad esserepreso in carico e seguito mediante per-corsi clinici specifici (Pdtra) sino alle di-missioni.

CONCLUSIONIIn conclusione voglio citare una frasetratta dal Pssr: „...Dalla cura al prendersicura...‰.In essa si riassume tutta la filosofia delmodello proposto e, con essa, emergela convinzione di aver intrapreso unastrada „sfidante e necessaria‰, auspi-cando che ciò possa determinare uncambiamento e uno sviluppo reale, ade-rendo alle linee date dalla pianificazioneRegionale in cui il paziente è al centro diquest'innovativa organizzazione, con-temperando, al contempo, alle neces-sità del contenimento della spesa eallÊutilizzo razionale delle risorse.Senza farci dimenticare che processi dicambiamento di questa portata deb-bono essere fortemente voluti da co-loro che hanno le responsabilità strate-giche aziendali e ricordandoci che:

„UnÊazienda non è né migliore né peg-giore di chi ci lavora dentro‰.

AUTORE:Gabriele Trioni, responsabile Servizi sa-nitari Cof Lanzo Hospital.

Un ringraziamento al professor AntonioPignatto.

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Yogurt magro, rischia il bebèIl consumo prolungato di yogurt a basso contenuto di grassi in gravidanza può aumentare il rischio che il bambino, una volta venuto al mondo,sviluppi asma infantile e rinite allergica. A rivelarlo, uno studio presentato ad Amsterdam in occasione del congresso della European Respiratory Society che mirava a valutare se gli acidigrassi che si trovano nei latticini possano proteggere contro lo sviluppo di malattie allergiche nei bambini. I ricercatori hanno valutato lÊassunzione di latte e latticini durante la gravidanza e monitorato la prevalenza di asma e rinite allergica attraverso iregistri e i questionari utilizzati nella Danish National Birth Cohort.Ne è scaturito che le donne che mangiano yogurt magro alla frutta almeno una volta al giorno hanno 1,6 volte più probabilità di avere bambini chesviluppano asma allÊetà di 7 anni, rispetto a quelle che non ne consumano.

NOTIZIE IN PILLOLE

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Pratica infermieristica nel mondooccidentale e cure complementariUn intervento educativo di Giulia Quattrone, Teresa Compagnone, Giuseppina Carovillano

ABSTRACTLÊaspetto olistico è un principio fonda-mentale della formazione infermieristicache promuove la considerazione dellÊin-dividuo nella sua globalità e unicità diessere umano. LÊapproccio olistico rap-presenta la rivisitazione occidentaledellÊapproccio al paziente proprio dellemedicine orientali.

MATERIALI E METODIRevisione della letteratura su banchedati nazionali ed internazionali. Presentazione dei risultati agli studentidel primo anno attraverso la prepara-zione e la realizzazione di un interventoeducativo con il metodo della lezionefrontale integrata dalla discussione.Questo allo scopo di divulgare le infor-mazioni raccolte e sollecitare semprepiù lÊinteresse a tener conto - seria-mente - dellÊapprofondimento culturaleaggiornato e cura della propria spiritua-lità, considerando che ciò contribuisceallÊevoluzione del pensiero umano voltoad accogliere il cambiamento, osandooltre i limiti della conoscenza scolastica.

RISULTATI LÊesito di quest'intervento educativo siè dimostrato positivo, visti i risultati ot-tenuti dal questionario valutativo delpost-test (che ha permesso di osservarecome la lezione abbia avuto successo,sebbene lÊargomento sia nel suo genere,complesso).Gli studenti hanno accolto con interesseil tema olistico trattato con profondità ele informazioni culturali che pongono in

discussione la propria crescita spiritualein relazione alla scelta della propria pro-fessione.

CONCLUSIONIDai risultati ottenuti dal questionario èstato possibile attestare lÊefficacia del-lÊintervento che ha sollecitato lÊinteressedi giovani studenti allÊinizio di un nuovopercorso formativo così ricco di aspetta-tive.

INTRODUZIONENella tradizione occidentale, la filosofiadel pensiero rimarca il metodo analitico,capace di solide dimostrazioni e verifi-che quantitative. L'oriente, invece, da sempre ha privile-giato il metodo analogico, che è allusivo,prospettico, empatico nelle sue moda-lità descrittive e sintetico nelle sue con-clusioni. Un popolo come quello orientale (che

abita un continente sterminato) deditoall'agricoltura come principale fonte disopravvivenza, non possiede altro chel'osservazione della natura, dei ritmidella terra e del cielo con le sue costel-lazioni per orientare la propria vita e co-struire la propria metafisica. LÊapproccio olistico rappresenta la rivisi-tazione occidentale dellÊapproccio al pa-ziente proprio delle medicine orientali,ma è anche un principio fondamentaledella formazione infermieristica che pro-muove la considerazione dellÊindividuonella sua globalità e unicità di essereumano.LÊattenzione rivolta alla pratica infermie-ristica di questa natura, è stata rivalutatasuccessivamente alla riapertura del di-battito sullÊintegrazione tra le cosiddettecure complementari e l'assistenza infer-mieristica. Il concetto di „olismo‰ è centrato sultutto e lÊintero e rinasce dalla continua

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evoluzione dellÊapproccioculturale con le cure com-plementari di assistenza. Questa tematica è, da tem-po, affrontata a livello inter-nazionale, mentre lÊItaliaesordisce riconoscendola - esperimentandola - solo nel-lÊultimo decennio, come puòdimostrare il documento sti-pulato dalla Federazione deiCollegi Ipasvi nel settembredel 2002, attraverso il qualeviene stimata la possibile in-tegrazione tra lÊinfermieri-stica e le cure complemen-tari. Con ciò non si pretende diopporsi alle tecniche preesi-stenti, ma di integrare iltutto, incentivando profes-sionalità e competenza. In pratica, si concilierebbelÊevidenza scientifica (Evi-denced based Nursing) conla considerazione olisticadella persona, della sua piùprofonda essenza e dellesue dimensioni psicologichee socio-culturali. ˚ stato preparato - ed at-tuato - un intervento educa-tivo per gli studenti infer-mieri in forma di breve lezio-ne teorica il cui scopo consi-steva nel sollecitare le nuo-ve generazioni di infermieria prestare maggior attenzione ad unpossibile approccio alle tecniche com-plementari nello svolgimento della pro-fessione.

IL PROGETTO EDUCATIVONella programmazione dellÊinterventoeducativo si è tenuto conto del terminedelle lezioni di Antropologia che hannoreso agli studenti le nozioni necessarieper raggiungere la sufficiente cono-scenza degli argomenti trattati nello stu-dio. Destinatari: 42 studenti del primo annodi corso di Scienze Infermieristiche diTor Vergata, con sede presso lÊospedaleSan Giovanni Battista Acismom.La loro età è compresa tra i 19 e 25 anni,

uno solo ha 32 anni.La lezione ha preceduto lÊattività delprimo tirocinio che avrebbe avuto inizionel mese di febbraio 2012.

OBIETTIVI LÊobiettivo generale consiste nel divul-gare maggiori informazioni riguardo lecure complementari e alternative, solle-citando le nuove generazioni di infer-mieri verso un' integrazione dei diversiapprocci.Gli obiettivi di apprendimento specificiche si intende raggiungere con la lezionesono:obiettivi cognitivi:≠ conoscere la distinzione tra i diversi

metodi diagnostici e terapeutici;

≠ sapere i principi base delle filosofieorientali da cui ha origine il modelloolistico di assistenza;

≠ distinguere le tecniche infermieristi-che da quelle mediche secondo lapratica orientale;

obiettivi affettivo relazionali:≠ ragionare sulla possibile interazione

di diversi approcci;≠ comprendere lÊimportanza di un co-

stante aggiornamento professionale.Pianificazione della valutazioneLa valutazione è stata effettuata permezzo di un questionario anonimo, se-gnato da un codice dÊidentificazione, dasomministrare prima e dopo lÊinterventoeducativo, per valutare il raggiungi-mento degli obiettivi cognitivi, affinché

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si possa confrontare ciò che gli studentisapevano in precedenza e quello chehanno appreso con la lezione.Contenuti: i contenuti sono stati scelti inbase allo studio effettuato, ma riguarda-vano, sostanzialmente, i principi filoso-fici orientali di base applicati alla tecnicae teoria prettamente infermieristica dacui essa ha origine. Metodo: lezione frontale e discussione.Strumenti: uso del computer con video-proiettore, questionario di apprendi-mento appositamente elaborato suicontenuti della lezione. (Allegato n.1)Valutazione di risultato e di processo: lavalutazione di risultato sarà effettuataper mezzo del questionario pre e post-test. La valutazione di processo terrà contodellÊinteresse e partecipazione degli stu-denti.

Attuazione dellÊintervento educativoPreparazione˚ stata attuata una revisione della lette-ratura su banche dati nazionali ed inter-nazionali e, dopo aver selezionato gliargomenti più rilevanti dello studio per ilraggiungimento degli obiettivi cognitivi,sono state preparate slide animate daproiettare durante la lezione e il questio-nario per valutare lÊefficacia dellÊinter-vento educativo (composto da 15domande a risposta multipla sommini-strato prima e dopo la lezione).Presentazione Il giorno programmato per lÊinterventoeducativo è stato lunedì 16 gennaio2012, dalle ore 11 alle 12, nella tenso-struttura dellÊospedale San GiovanniBattista Acismom. Inizialmente, è stato presentato lÊopera-tore che ha spiegato lo scopo della le-zione, gli obiettivi, la sua attuazione e lasuccessiva valutazione, chiarendo lÊusodel pre e del post-test. Dopo la compilazione del pre-test la le-zione ha avuto inizio.PartecipazioneDurante la presentazione delle slide, glistudenti hanno mostrato interesse, po-nendo domande prima, durante e dopola lezione.Nel corso dellÊesposizione, gli studentihanno raccolto appunti e osservato con

attenzione le immagini più significativepresentate nelle slide.ValutazioneLa valutazione dellÊefficacia della lezioneè stata effettuata ex-ante (effettuata conla supervisione delle dottoresse Giusep-

pina Carovillano e Teresa Compagnone),in itinere, ed ex-post. La valutazione in itinere è stata rivelataattraverso lÊattenzione allÊascolto ed al-lÊosservazione promossa dagli stessistudenti.

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1. Cosa sÊintende per „modello olistico‰?Deriva dalla parola greca ÂolosÊ e significa „unanimità‰;dogma filosofico dellÊassistenza medica orientale; esempio di assistenza clinica basato sulla teoria che le proprietàdi un sistema non possono essere spiegate singolarmente;antica tecnica infermieristica non più in voga.

2. Cosa sÊintende per salute secondo lÊaspetto olistico?Benessere globale psicofisico;benessere totale in assenza di malattia;benessere in relazione alla dimensione ambientale in cui si vive;benessere spirituale.

3. Qual è la definizione di corpo secondo la tradizione occidentale?Insieme di parti che funzionano singolarmente per mantenere efficiente lo stato generale dellÊindividuo;insieme di parti che compongono la totalità di un sistema la cui funzione è data dalla continua relazione tra i diversi organi;sistema meccanico il cui funzionamento è dato dallÊequilibrio tra psiche e materia;insieme di organi il cui funzionamento è indipendente dai fattoriesterni ambientali.

4. Come si chiama la filosofia orientale cinese?Maoista;buddista;filosofia zen;taoista.

5. Qual è la teoria su cui si basa la filosofia orientale cinese?Teoria dello Zang-Fu;teoria dello Yin Yang;teoria dello Xue Shen;teoria dello Zen.

6. Cosa sono Yin e Yang secondo la tradizione orientale cinese?entità complementari;categorie che identificano il processo di mutamento in natura;polarità positive;entità sovrannaturali.

7. CosÊè la moxibustione?introduzione di sottili aghi in punti specifici dei meridiani;una tecnica prettamente infermieristica che consiste nel posi-zionamento di coppette in punti specifici della cute del pazienteal cui interno viene riscaldata lÊaria, creando una pressione nega-tiva che determina il sollevamento della cute;attraverso il calore di un cannello di erbe infiammato, vengono stimolati punti specifici dei meridiani.

8. Cosa sono i meridiani?canali attraverso cui scorre il flusso energetico determinando la continua relazione tra i diversi organi;influssi energetici;canali di comunicazione tra cuore e cervello;punti specifici di rilevamento della pressione.

9. In principale modo, con quale metodo agisce la medicina Ayur-vedica?Riabilitativo;preventivo;palliativo;tutte e tre le risposte precedenti.

10. CosÊè lo yoga?esercizio fisico specifico meditativo, mirato alla tonificazione dei muscoli delle gambe e dellÊaddome;disciplina fisica con cui sÊimpara a respirare profondamente;disciplina profonda di meditazione che ha lo scopo di concen-trare lÊ attenzione sulla consapevolezza di sé;disciplina attraverso la quale si elimina il problema a livello cor-poreo e poi psichico.

11. CosÊè la cromoterapia?terapia basata sul riconoscimento dei colori primari in presenza di luce soffusa;terapia basata sullÊutilizzo dei colori associati a proprietà speci-fiche, basate su semplici analogie psicologiche ;terapia basata sullÊutilizzo dei colori associati allÊemozioni posi-tive;terapia basata sullÊindossare esclusivamente vestiti di colori as-sociati allÊemozioni positive.

12. Quali sono gli elementi essenziali di base di una corretta cura del proprio spirito, secondo la medicina indiana?Aria e acqua;fuoco e aria;terra e acqua;acqua e fuoco.

13. Cosa sÊintende con la sigla Cam?Medicina Ayurvedica Complementare;Medicina Alternativa Cinese;Medicina Complementare Allopatica;Medicina Alternativa Complementare.

14. Cosa ha dichiarato lÊOms riguardo la formazione professionale degli infermieri volta alle Cam?„non sono ufficialmente riconosciute come tecniche e approcciterapeutici efficienti, perciò si consiglia agli infermieri di non te-nerne ancora particolare conto‰;„la formazione dovrebbe mettere gli infermieri in condizioni di capire i diversi approcci‰; lÊOms non ha dichiarato nulla riguardo i diversi approcci assi-stenziali, dato che si trovano ancora in fase sperimentale;„la formazione dovrebbe integrare, negli anni avvenire, materie di filosofia per incentivare la cultura medica anche nelle classi infermieristiche‰.

15. Secondo quanto appreso, è possibile una futura integrazione tra i diversi approcci assistenziali?Sì;no

Allegato 1

QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI COGNITIVI

n. identificativo _____________________________________________ Data __________________________________________________

Gentile Collega, il presente questionario serve per verificare il raggiungimento degli obiettivi cognitivi. Ti preghiamo di rispondere alle seguentidomande apponendo una X sulla risposta che ritieni esatta.Al termine dellÊattività formativa ti sarà somministrato lo stesso questionario per poter confrontare i risultati. Per questo motivo, ti preghiamodi annotare il numero identificativo ed apporlo sul test finale. Buon lavoro. Grazie per la collaborazione.Giulia Quattrone

DOMANDE:

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La valutazione ex-post è stata effettuatasomministrando lo stesso questionariovalutativo distribuito precedentemente,verificando lÊaumento delle conoscenzeverso i nuovi approcci assistenziali dellapropria professione dopo la lezione. Analisi dei risultati dellÊinterventoeducativoPer valutare il raggiungimento degliobiettivi specifici cognitivi sono staticonfrontati i dati rilevati, prima e dopolÊevento formativo, relativi a tutte le 15domande delle quali se ne riportano soloalcune, ed il dato globale. La prima domanda posta nel questiona-rio: „Cosa sÊintende per modello oli-stico?‰ si riferisce ad una conoscenzaelementare dellÊargomento, conside-rando che il significato di „modello oli-stico‰ è stato già anticipato dalle lezioniaffrontate nei primi mesi del corso. Si prospettavano risposte giuste almenodalla metà della classe e cosi è stato,come mostra il grafico n.1. La domanda n.2 chiedeva: „Cosa sÊin-tende per salute secondo lÊaspetto oli-stico?‰. Dalle risposte riportate nelgrafico n.2, si evince che gli studentihanno abbastanza chiaro il concetto disalute inteso come „benessere globalepsicofisico‰ e non come semplice as-senza di malattia. La risposta globale della classe allÊinter-vento educativo è ben valutabile dal gra-fico n.3 che rappresenta le risposteesatte per ognuna delle domande deltest di apprendimento, sia prima chedopo la lezione.Risulta un particolare importante nelle

domande n.1 („Cosa sÊintende per mo-dello olistico?‰) e n.2 („Cosa sÊintendeper salute secondo lÊaspetto olistico?‰),per le quali il 23,52% risponde esatta-mente nel pre-test, ma sbaglia nel post.Dato che le risposte racchiudono infor-mazioni divulgate dai docenti durante iprimi mesi del corso di studi, sembrache gli studenti abbiano le loro certezze,ma una volta poste in discussione, nonsappiano „trattenerle‰ e facilmente pos-sono essere frammentate.Nella domanda n.13: „Cosa sÊintendecon la sigla Cam?‰, nel post-test cÊèstato un miglioramento del solo 0,84%,dimostrando come il risvolto tecnico didefinizioni sia risultato meno allettantedi nozioni più pratiche e di significato spi-rituale. Dalla domanda n.15: „Secondo quantoappreso, è possibile una futura integra-zione tra i diversi approcci?‰ si nota lÊau-mento del 4,62% della consapevolezzadegli studenti allorchè hanno ricevutochiarimenti sui metodi pratici di legametra le diverse dinamiche tecniche e ap-procci culturali.Anche analizzando le risposte dei parte-cipanti si nota un notevole migliora-mento delle conoscenze rispetto lÊargo-mento della lezione (grafico n.4): infatti,ogni studente ha risposto correttamen-te a più della metà delle domande nelpost-test.Anche il 15esimo partecipante, che nelpre-test aveva risposto in maniera cor-retta a sole tre domande, nel post-testdimostra di aver seguito, in gran parte,lÊintera lezione.

CONCLUSIONELÊesito di questo intervento educativo siè dimostrato positivo, dati i risultati ot-tenuti dal questionario valutativo delpost-test (che ha permesso di osservarecome la lezione abbia avuto successo,sebbene lÊargomento sia nel suo genere,così complesso).Gli studenti hanno accolto con interesseil tema olistico trattato con profondità ele informazioni culturali che pongono indiscussione la propria crescita spiritualein relazione alla scelta della propria pro-fessione.In questo ambito, si necessita di cer-tezze e concretezza e, in questo, lÊinfor-mazione assume una responsabilitàfondamentale. LÊevento della lezione dimostrativa rap-presenta quanto sia rilevante iniziare adiscutere in sede universitaria, luogo diformazione ed educazione professionale,di un argomento così innovativo che,probabilmente, un domani verrà affron-tato quotidianamente. La classe infermieristica ha il potere dirivelare un aspetto di sé represso datroppo tempo, differenziandosi per pro-fondità e tecnica completa ed evolutaautonomamente.

AUTORI:Giulia Quattrone, laureata in Infermieri-stica, Università Tor Vergata - sedeSmom;Teresa Compagnone, professore a con-tratto Med 45 Tor Vergata; Giuseppina Carovillano, professore acontratto Med 45 Tor Vergata.

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BIBLIOGRAFIA

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Il “Risveglio dei cinque sensi” Ricerca del professionistaattraverso l’uomodi Annamaria Santandrea, Angela Infante

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ABSTRACTI cinque sensi ci consentono di entrarein sintonia con la vita, con gli altri e conil mondo. Attraverso i sensi sperimentiamo la vitae proviamo emozioni: lÊascolto di unbrano musicale rievoca in noi momenticarichi di emotività; sentire lÊodore di uncibo gustoso provoca appetito; quandoriceviamo una carezza sentiamo caloree affetto; guardare un film ci fa piangero ridere, facendo emergere emozioni;mangiare qualcosa che ci piace ci fa sen-tire appagati. Queste sono alcune delle sensazioniche proviamo attraverso i sensi; sensa-zioni ed emozioni che coinvolgono tuttala persona e tanto più le emozioni rie-scono a stimolarci tanto più le sensa-zioni conseguenti saranno vivide e forti. Da qui, la nostra proposta di sensibiliz-zare la raffinata funzione dei sensi peraprirsi alla vita e sen-tire il piacere e lÊinten-sità di percepire sestessi e il mondo circo-stante, perché il con-tatto con il propriomondo delle emozioniè il primo passo che ciconsente di porre lefondamenta di una re-lazione umana equili-brata e che ci soddisfa.

INTRODUZIONE Il progetto formativosul „Risveglio dei Cin-que Sensi‰ nasce dal-lÊidea di voler realizzare

in un contesto sanitario, un percorso ca-pace di risvegliare quei sensi che ci con-sentono di entrare in contatto con ilmondo e con lÊaltro. Tale esigenza è stata alla base di quelloche è divenuto uno dei più affascinantiprogetti realizzati presso il Policlinico uni-versitario Tor Vergata di Roma, la cui di-rezione è stata seguita dai coordinatoridella Terapia Intensiva del Dea e dalcounselor della direzione Sanitaria diPresidio.

Riscoprire se stessi e ciò che ci circondaattraverso lÊutilizzo dei sensi è spessoun qualcosa di dimenticato che nonsiamo più in grado di fare o che, forse,trascuriamo poiché troppo impegnati acorrere verso una meta che non sap-piamo neppure definire.Le emozioni, le sensazioni, le paure che,naturalmente, proviamo vengono spes-so mascherate dietro formalità che ci di-fendono dallÊinevitabile attacco che lanostra sfera emotiva subirebbe.

E allora perché risve-gliare i sensi? In realtà, lÊidea è quelladi „educare‰ al risve-glio dei sensi per impa-rare a gestire il coinvol-gimento emotivo chespesso ci spaventa. Il contesto sanitario,più di qualsiasi altra re-altà, è ricco di situazionicapaci di stimolare lepiù recondite emotivitàche non è corretto re-primere. Bisognerebbe avere lacapacità e lÊonestà diaccettare ciò che ci sol-

„...Gli uomini hanno reazioni diverse nei confronti delle forme espressive: uno è più sensibile alla musica⁄,

un altro alla pittura, il terzo alla letteratura, ecc. Inoltre, le energie racchiuse nelle varie arti

sono fondamentalmente diverse e quindi la loro somma rafforza il loro influsso sullÊuomo,

anche se agiscono isolatamente‰. (Kandinsky, Lo spirituale nellÊarte, 1912)

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letica nel momentostesso in cui questoaccade, evitando inu-tili rinvii capaci solo diposticipare ad un fu-turo indefinito la ge-stione delle nostreemozioni e sensazioni.Saper riconoscere - egestire - unÊemozionesignifica saper „en-trare in connessione‰con se stessi, elabo-rare il proprio statodÊanimo per poi ripor-tare allÊesterno ciòche i nostri sensi han-no prodotto. Da que-ste riflessioni parte,dunque, lÊidea di realizzare un percorsoformativo strutturato fatto di insegna-menti teorici e di attività di laboratoriocapaci di „insegnare a sentire e a rac-contare‰ con gli occhi, il naso, la bocca,lÊorecchio e le mani. Il progetto formativoIl progetto formativo si è articolato susette giornate/incontro: una di prepara-zione, cinque dedicate a ciascuno deisensi e lÊultima di conclusione per dareuna cornice definita allÊesperienza. Le cinque giornate relative ai sensi sonostate articolate su una parte teorico/scientifica (I parte) che introduce e faci-lita „lÊingresso‰ nella parte artistica,esperenziale e riflessiva (II parte).

MATERIALI E METODIPrimo incontroIn questa giornata è stato illustratocome utilizzare i vari linguaggi artistici(collage, manipolazione, disegno, mu-sica, danza, espressione corporea) espiegato come ogni tecnica fosse stataabbinata ad un singolo senso. Dopo aver approfondito tutte le possibi-lità di lavoro nei diversi linguaggi si sonogettate solide basi per i lavori di gruppoche sono stati realizzati negli incontrisuccessivi.Secondo incontro „L'olfatto‰Gli odori gradevoli e sgradevoli che ci cir-condano, le loro qualità e differenze,sono stati i protagonisti del secondo in-

contro. Attraverso il riconoscimento e lÊutilizzodi fragranze e profumi, gli operatorihanno avuto la possibilità di „decorarecon lÊolfatto‰ allontanandosi, così, dalleesperienze olfattive quotidiane caratte-rizzate principalmente dagli effluvi cor-porei. ˚ il senso che permette di riconoscere"il buono e il cattivo" senza entrare incon-tatto con lÊoggetto preso in conside-razione; infatti, prima ancora di vederegli oggetti è possibile percepirne lÊodore.Laboratorio esperenziale: è stata propo-sta una gamma di essenze naturali e ar-tificiali che lÊinfermiere doveva ricono-scere e segnalare su un'apposita scheda. Lo scopo non era solo quello di ricono-scere lÊessenza ed il prodotto di prove-nienza, ma le caratteristiche proprie del-lÊodore annusato.Considerazioni finali: il gruppo ha parte-cipato attivamente coinvolgendosi inuna sorta di competizione giocosa cheha consentito di palesare le proprie emo-zioni.Elaborato finale: è stato realizzato un col-lage di immagini associative ed evoca-tive dellÊolfatto ritagliate da riviste, èstata inserita una tabella con una sceltadi sinonimi del verbo „annusare‰; il col-lage è stato corredato di una favola tra-scritta sulla quale bisognava inserire leparole mancanti legate allÊolfatto. Il la-voro è stato ovviamente esplicitato inunÊottica del tutto soggettiva.

Feedback: in plena-ria.Terzo incontro„Il tatto‰Oggetti e materiali divario genere hannodato lÊopportunità alpartecipante di spe-rimentare il tatto/con-tatto. La scelta ricaduta sumateriali „grossola-ni‰ non è casuale,visto che gli infer-mieri sono abituatiad utilizzare presididi alta precisione. Laboratorio esperen-ziale: è stata conse-

gnata ad ogni partecipante un sacchettocontenente oggetti di vario genere, for-ma e consistenza. Gli infermieri sono stati bendati ed invi-tati a prendere e riconoscere il conte-nuto del sacchetto attraverso unÊattentamanipolazione in un tempo definito. Il tutor ha annotato su di una scheda i ri-sultati ottenuti.Considerazioni finali: prendere cono-scenza attraverso il tatto di un qualcosache non si ha la possibilità di vedere, haconsentito agli infermieri di esprimerecon le mani le proprie emozioni.Elaborato finale: la riproduzione dellÊim-pronta della propria mano è stata la baseda cui partire per la successiva realizza-zione del collage contenente immaginiassociative ed evocative del tatto rita-gliate da riviste; è stata, poi, inserita unatabella con una scelta di sinonimi delverbo „toccare‰.Feedback: in plenaria.Quarto incontro „L'udito‰Giocare con i suoni, i rumori, il silenzio,la voce ha fatto riaffiorare emozioni pri-mordiali. Percepirsi e raccontarsi attraverso lÊuti-lizzo di questo senso ha permesso di„udire‰ con lÊorecchio ed „ascoltare‰con il cuore dando la possibilità allÊinfer-miere di sintonizzarsi su frequenze di-verse da quelle comunemente uditeallÊinterno delle proprie unità operative.Laboratorio esperenziale: è stato propo-

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sto allÊorecchio, al cuore ealla mente del partecipanteun brano di Maurice Raveldal titolo „Bolero‰ che ge-nera sollecitazioni per le suecaratteristiche innovative eprovocatorie. Dopo lÊascolto ripetuto delbrano è stato chiesto agli in-fermieri di mettere le pro-prie emozioni su una super-ficie bianca impiegando unagamma di colori da usareesclusivamente con le mani(come note su uno spartitovergine). Considerazioni finali: men-tre lÊascolto del brano èstato un momento indivi-duale, lÊuso del colore ha of-ferto ai partecipanti lÊoppor-tunità di creare uno spirito digruppo. Gli infermieri hanno espres-so le loro emozioni con dise-gni di senso compiuto oastratto riconoscendosi la possibilità diintervenire lÊuno sul lavoro dellÊaltrosenza chiedersi il permesso e cercandodi gestire lÊancestrale frustrazione perqualcuno che mette disordine dove or-dine era stato creato. Elaborato finale: è stato prodotto un di-segno rappresentativo delle emozioni edei sentimenti evocati dal brano ascol-tato durante il laboratorio; su di unagrande superficie bianca di stoffa di circa25 mq sono stati realizzati disegniastratti e significativi utilizzando esclusi-vamente il colore e le mani. Ognuno poiha tagliato e scelto di portare con sé unpezzo dellÊarte appena espressa.Feedback: in plenaria.Quinto incontro„Il gusto‰Un cibo semplice come il pane prende„vita‰ e diventa protagonista non solodel palato, ma anche dellÊesperienza pra-tica di laboratorio. LÊassaporare elementi naturali ha fattosperimentare la soggettività del gusto edel disgusto e fatto affiorare emozionipiù o meno antiche legate ai ricordi. Laboratorio esperenziale: è stato chiestoagli infermieri lÊassaggio repentino di ali-

menti confezionati appositamente per illaboratorio, con caratteristiche discor-danti tra colore e sapore al fine di sinto-nizzare due sensi utilizzati durante losvolgimento dei laboratori precedenti(olfatto e tatto, ingannando e meravi-gliando il senso della vista). Considerazioni finali: il tutor ha distri-buito una tovaglietta di „carta paglia‰chiedendo ai partecipanti di esprimere leproprie emozioni attraverso lÊutilizzodella tecnica del collage. Alcuni infermieri fantasiosi non si sonolimitati allÊuso di materiali classici, mahanno inserito nei propri lavori sia il panesia gli altri elementi naturali dando cosìun tocco originale e „appetitoso‰ al col-lage. Elaborato finale: la possibilità di utilizzarealtri materiali oltre la carta è stato ilpunto di partenza per questo collage cheha avuto come supporto una tovagliettadi „carta paglia‰ per uso alimentare.Marmellata, pane e salse sono stati ele-menti originali con i quali cimentarsi. Anche in questo caso è stata inserita latabella dei sinonimi relativi al verbo „gu-stare‰.Feedback: in plenaria.

Sesto incontro„La vista‰LÊiniziale scelta dellÊuso del colore èstata poi sostituita dal bicromatismo(bianco-nero) per dare uno stimolo di-verso a questo senso che ha dovuto di-rottare le sue capacità sullÊindividua-zione delle forme piuttosto che sullascelta del colore. Il passaggio successivo è stato quello disostituire „allÊinquadratura a tuttocampo‰ del mondo circostante, la„messa a fuoco‰ sul particolare. LÊuso di questi due vincoli (il bicromati-smo e la messa a fuoco) ha consentitoagli infermieri di guardare la realtà conocchi più attenti a ricordare che ogni in-dividuo è unico ed irripetibile al fine disottrarsi allÊinevitabile sovrapposizionedi immagini che quotidianamente bom-barda lÊocchio e la mente. Si è preso spunto per il lavoro proposto,dal testo di Bruno Munari „Alla faccia‰,eccellente esempio di come il gioco le-gato agli occhi diventi possibilità diversadi vedere.Laboratorio esperenziale: dopo la pre-sentazione agli infermieri del testo diMunari, si è consegnato un foglio bianco

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come base di lavoro e alcuni carton-cini neri necessari per la realizza-zione del collage estemporaneo.Infatti, è stato chiesto di visualizzarementalmente i particolari di volti si-gnificativi e di trasferirli sul fogliobianco solo il tempo necessario peressere fotografati. La velocità con cui i volti hannopreso forma è stata la risposta ade-guata alla domanda del tutor: „darevolto ad un volto‰. Considerazioni finali: il testo di Mu-nari ha suscitato iniziale curiosità ediffidenza e il gruppo, poi, si è allon-tanato dallÊidea dellÊautore per pro-durre un qualcosa di originale edautobiografico. Elaborato finale: è stato realizzato unpercorso di collage in movimentorappresentante una serie di volti inmodalità bicromatica (bianco /nero)come omaggio allÊartista Munari. Feedback: in plenaria.Settimo incontro„Condivisione‰ Nel settimo incontro si è presentatalÊidea di fare un „tableau‰, una parola diorigine francese che sta a significare„quadro‰.Fare „tableau‰ significa stare immobili,generalmente alla fine di un atto o diunÊopera, per pochi istanti, proprio comeun quadro, di modo che il pubblicopossa apprezzarne scenografia, coreo-grafia, costumi e poi applaudire.

Quindi, si è proposto attraverso questatecnica di interpretare i sensi utilizzandole espressioni e la gestualità del corpo.Si sono formati cinque gruppi, uno perogni senso, ed è stato chiesto loro didare una loro personale interpretazione. Caratteristiche del „tableau‰ sono il la-vorare in gruppo, la comunicatività e lacreatività, poiché i componenti dei grup-pi non sanno cosa faranno i loro compa-gni durante la esibizione.Importante è anche la rapidità nel pren-dere contatto con la propria emozioneed adattarla alla presentazione per il pub-

blico. LÊincontro si è concluso con unagrande „tableau‰ comune a tutti gli„attori‰: mettere in scena i cinquesensi contemporaneamente. La restituzione in plenaria delleemozioni provate nellÊesecuzionedellÊesibizione ha dato ragione allagenialità degli ideatori e degli inter-preti.

CONCLUSIONICosa dire⁄ Siamo operativi per laseconda edizione e ne abbiamouna terza in preparazione.

AUTORI: Annamaria Santandrea, infermieraPronto Soccorso-Dipartimento Emer-genza/Urgenza Policlinico Tor Ver-gata di Roma;Angela Infante, counselor Dire-zione Sanitaria di Presidio Policli-nico Tor Vergata di Roma.

GRUPPO DI STUDIO: Federico DÊEmilio, infermiere Dea; Giro-lamo De Andreis, coordinatore infermie-ristico Dipartimento Dea; Silvana DiFlorio, coordinatore gestionale Dea;Maddalena Galizio, direttore servizio in-fermieristico e professioni sanitarie; An-gela Infante, counselor; Marco Romani,coordinatore clinico Dea; AnnamariaSantandrea, infermiera Dea e GiuseppeVisconti, direttore sanitario di presidio

Amati U, LÊincantesimo della creazione. Ed. Alpes, Roma. 2008.Bunt L, Musicoterapia. Ed. Kappa, Roma. 1999.Campbell J, Attività artistiche in gruppo. Ed. Erickson, Trento. 1996.Dei P, Gambarini C, Tra gioco e arte. Armando Editore, Roma. 2000.Demetrio D, Raccontarsi. LÊAutobiografia come cura di sé, 1996, Cortina, Milano.Edelstein C, Il counseling sistemico pluralista. Centro Studi Erickson, Trento. 2007.Giusti E, Piombo I, Artiterapie e Counseling espressivo. Aspic, Roma. 2004.Goleman D, Lavorare con lÊintelligenza emotiva. Bur Rizzoli, Milano. 2000.Goleman D, LÊintelligenza emotiva. Bur Rizzoli, Milano. 1999.Landa N, Giochiamo con tutti i sensi. Editrice Elledici, Leumann, Torino. 2000.Molteni R, LÊarteterapia. Xenia, Milano. 2007.Piccini F, Ri-Vedersi. Edizioni Red!, Milano. 2008.Pizzol G, Aguzzini L, Il senso dei cinque sensi. Itaca Libri, Castel Bolognese, Ravenna. 2007.Restelli B, Giocare con tatto. F.Angeli Editore, Milano. 2002.Widmann C, Il simbolismo dei colori. Edizione Magi, Roma. 2006.

BIBLIOGRAFIA

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Etica della professione, etica nella professione, etica del professionista

di Gennaro Rocco, Alessandro Stievano

INTRODUZIONENella società post-moderna (Bauman2005) la professione infermieristica si in-terroga sul ruolo che le caratteristichevaloriali della persona assumono: il„saper essere‰, infatti, sta avendo unruolo-chiave nella condotta di tutte lepersone impegnate nellÊarena sociale eciò è tanto più importante per chi, tutti igiorni, dialoga con il bisogno sanitariodegli individui. Nella prospettiva neo-aristotelica (Ma-cIntyre 2001; Mocellin 2006) o, più ingenerale, del pensiero classico, lÊetica siconfigura come una ricerca sul bene glo-bale dellÊuomo, cioè sul bene e i progettidella vita umana presa come un tutto. Tale riflessione prende in esame, per-tanto, diversi stili di vita e non singoleazioni, o meglio, giudica queste solo inrapporto e alla luce della continuità bio-grafica del singolo infermiere. Per comprendere lÊimportanza di essereuna „buona persona‰ bisogna fare chia-rezza su alcuni concetti dibattuti in filo-sofia morale. Con il termine di „etica della prima per-sona‰ si indica un approccio alla con-dotta dellÊuomo che non si concentra suicriteri e i principi per lÊazione giusta, ma,piuttosto, sul soggetto che agisce e chesi pone la domanda: „Che tipo di per-sona voglio essere?‰. „LÊetica della prima persona‰ - o etica

delle virtù - si propone come compitoetico fondamentale lÊeducazione del de-siderio, in modo tale che la forza delletendenze e dellÊaffettività possa dare ilsuo contributo essenziale alla realizza-zione del bene umano. Questo presuppone che lÊetica debba in-nanzitutto tracciare unÊimmagine del be-ne umano, e capire come i diversi benie le diverse attività si integrano nel benedella vita umana presa olisticamente. Tale prospettiva si orienta a delineare,non solo che cosa si debba fare o omet-tere, ma piuttosto ad affermare checosa sia bene desiderare, quale tipo divita sia desiderabile e buona (Peláez2007).Si tratta di tutte quelle concezioni che siriferiscono al bene inteso come essenzateleologica dellÊuomo retto. Da Aristotele, passando da San Tom-maso DÊAquino fino ad arrivare a MacIn-tyre, lÊetica delle virtù o „della primapersona‰ inquadra le tre istanze fonda-mentali dellÊetica, beni, virtù e normecome intimamente articolate e opera-tive. NellÊetica della prima persona, le normenon sono predominanti: sono collocateentro uno schema più vasto, dove levarie virtù occupano un posto centrale. Le virtù, infatti sono sorgente privilegiatadi conoscenza del bene morale.„⁄La vita secondo le virtù è la vita

buona, quella che tende allÊeudaimonia(che in greco si traduce oltre che con fe-licità anche come vita riuscita, vita buo-na), la migliore vita che il soggetto agen-te etico possa condurre, in cui non devemancare⁄⁄alcunché di importante‰(ibidem).Per chiarire ulteriormente la nozione di„etica della prima persona‰, occorreanalizzare il concetto di virtù elaboratodal pensiero classico, in particolare daAristotele. Il termine „virtù‰ deriva dal greco aretè,che era il marchio dellÊuomo eticamentecoltivato. Mentre Platone sosteneva che la virtùaveva un valore di per se stessa, indi-pendentemente dal raggiungimento del-la vita felice, Aristotele sosteneva che:„la felicità (eudaimonía) consisteva nel-lÊesercizio concreto della ragione, nellÊ'attività dellÊanima conforme a virtù'‰.1

LÊetica teleologica aristotelica non siorienta, quindi, al raggiungimento delmassimo bene futuro, ma è intesa comeun modo di vivere la vita, un modo vir-tuoso che permette di superare gli osta-coli di cui è costellata. La virtù ha una struttura stabile o costi-tutiva, una sua struttura intellettuale euna dimensione affettiva costituita dalla„medietà‰ o „giusto mezzo‰, una dispo-sizione stabile o costitutiva che si strut-tura come habitus; non è innata, ma si

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sviluppa con lÊeducazione, con lÊespe-rienza, con il tempo e con lÊabitudine. Nessuna virtù etica secondo Aristotelenasce in noi per natura, né contro natura,ma per natura il soggetto umano è orien-tato a sviluppare la virtù, come perfezio-namento delle sue facoltà operative.Per ciò che concerne la dimensione in-tellettuale della virtù, la virtù possiedeuna struttura razionale e continuativa neltempo. Le scelte etiche hanno carattere diacro-nico e guardano anche al passato, lavirtù rende lÊuomo capace di giudicarerettamente ciò che dovrebbe compiere.La disposizione intellettuale della virtùprende a prestito la regola dÊoro „nonfare agli altri ciò che non vuoi che gli altriche facciano a te‰, in pratica si può af-fermare che il punto di vista intellettivodella virtù si fonda sulla conoscenza deiprincipi primi della ragione. La parte intellettuale della virtù è, per pa-rafrasare San Tommaso DÊAquino, lavirtù che deve essere coniugata: la vo-lontà guidata dalla recta ratio. Le virtù, infatti, sono il risultato dellacompenetrazione tra dimensione razio-nale e dimensione affettiva e si costitui-scono in riferimento alle passioni.Annas (1997) sottolinea il concetto ari-stotelico di medietà o affettività della

virtù e anche la partecipazione delle pas-sioni nel compimento dellÊatto virtuoso. La parte affettiva della virtù è rappresen-tata dalla gioia dellÊagire virtuoso.La virtù, allora, non si configura sola-mente come imperativo morale, se-condo lÊapproccio Kantiano, ma contieneanche un elemento di soddisfazione per-sonale nel suo raggiungimento. Questa è una delle differenze più impor-tanti dellÊetica delle virtù rispetto allÊeticanormativa, dove le norme morali sonoprincipi o proposizioni astratte e imper-sonali che ciascun agente razionale deveapplicare deduttivamente, nel suo ragio-namento pratico, alla situazione con-creta e alle sue particolari circostanzepersonali; applicazione resa pressochéimpossibile dallÊastrattezza della pro-spettiva di tali norme e principi. Questa è lÊetica che si può definire „del-la terza persona‰, in quanto assume ilpunto di vista dellÊosservatore esternoche ricerca quale sia il miglior assettosociale per la convivenza civile, ma la-scia passare in secondo piano la que-stione del progetto di vita buona.2

La virtù al contrario, non reprime le pas-sioni, piuttosto se ne serve orientandolein modo che influiscano positivamente„nella scelta gioiosa dellÊazione buona‰. La medietà - o giusto mezzo - si riferisce

alla posizione intermedia da assumerenella guida delle passioni in concreto. Anche Taylor (2006) afferma che, nellasocietà contemporanea, sembra preva-lere lÊindividualismo dell'autorealizzazio-ne, che spinge l'io alla ricerca della felici-tà individuale, chiudendosi nella raziona-lità logica di una società sempre più so-cialmente atomistica e strumentale,sempre più frammentata dove i membritrovano molta difficoltà a riconoscersicomunitariamente nellÊarena politica. Taylor si orienta a recuperare lÊautenti-cità delle passioni, contro lÊautenticitàmorbida del soggettivismo contempora-neo per far sì che gli esseri umani esca-no dalle pastoie dei „petits et vulgairesplaisirs‰ di Tocquevilliana memoria. La sua lotta contro lÊindividualismo del-lÊautorealizzazione (in cui la perdita di unorizzonte tradizionale comporta una con-dizione di pura e semplice anomia) èportata a termine attraverso il recuperodel senso profondo dellÊautenticità. Per unÊetica dellÊautenticità, sono neces-sari tre elementi, oggi controversi e inti-mamente connessi: (Peláez, 2007):1. che lÊautenticità sia un ideale valido di-

verso dalla libertà che si autodeter-mina;

2. che si rifiuti il soggettivismo morale(cioè che le posizioni morali non siano

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in nessun modo fondate esclusiva-mente sulla ragione disincarnatapost-cartesiana o sulla natura dellecose ma siano adottate dagli individuiper la loro attrazione);

3. che non si cerchino nella cultura mo-derna del sistema politico dominante(post-industriale, capitalista) le giusti-ficazioni per un comportamento nonmorale.

Per cercare lÊautenticità nelle cure, al-lora, Taylor (2006) rimanda alla famosateorica del nursing Patricia Benner che,insieme alla Wrubel (1989) nel suo te-sto: „The primacy of caring: stress andcoping in health and illness‰, enfatizzacome il paziente debba essere conside-rato nella sua interezza, come un sog-getto che ha alle spalle un vissutoesperienziale di interconnessioni socio-storiche e non solo come il luogo doveesiste un problema tecnico. LÊautrice, formatasi alla McGill Univer-sity, aggiunge: „... Non di rado, la so-cietà e lÊestablishment medico sottova-lutano gli infermieri, cui spetta il più dellevolte di fornire questo trattamento uma-namente sensibile, rispetto a quellodegli specialisti provvisti di un saperetecnologicamente avanzato‰ (Taylor2006). Nella riflessione sulla modernità, Taylor(2006) sottolinea il rapporto tra il sog-getto morale e lÊeredità della modernità,che è il risultato dei seguenti elementi:rivoluzione scientifica;1. secolarizzazione; 2. individualismo.Secondo il filosofo, unÊetica della moder-nità post-radicale (Giddens 1990), do-vrebbe favorire il recupero di un contattomorale autentico con noi stessi e con glialtri a cui Rousseau, ad esempio, avevagià attribuito il nome di „le sentiment delÊexistence‰.Come altri filosofi neo-aristotelici (cheenfatizzano lÊimportanza della società edei valori comuni ereditati da una tradi-zione per la comprensione di se stessi edella propria identità), Taylor (2006) so-stiene che la tradizionale teoria liberaledellÊidentità personale è troppo astratta,strumentale e ad una dimensione. Essa produce un atomismo individuali-sta poiché frammenta le coscienze e

tale frammentazione cresce in manieraesponenziale nella misura in cui gli indi-vidui non si identificano più con la lorocomunità politica.La società, dunque, è vista in base agliinteressi strumentali del singolo e gli in-dividui sono sempre meno legati ai loroconcittadini da una comunanza di pro-getti e di fedeltà. Per Taylor, il mondo liberale frammentatoporta a dimenticare la dimensione comu-nitaria in cui lÊessere umano si trova. LÊuomo vive sempre in una comunitàcomposta da suoi simili ed è, in questosenso, un „animale comunitario‰, comegià era stato colto da Aristotele, cheaveva definito lÊuomo un „animale so-cievole‰ (zoòn politikòn), destinato allavita comunitaria.

VIRTÙ FONDAMENTALI NELLA VITA PROFESSIONALECon il concetto di virtù, centrale nel-lÊetica „della prima persona‰, si intende,quindi, una disposizione, un habitus, unaqualità buona. Questa etica considera lÊareteicità, cioè,primariamente, quelle qualità legate allepersone ed al loro essere piuttosto cheall'azione.Quindi, per l'etica dei valori la moralitànon ha a che fare con la deonticità del-l'azione; per essere morali bisogna esse-re „un certo tipo di persona‰, bisogna„saper essere‰, non semplicementeagire in un certo modo. Già Platone identificava le quattro fonda-mentali virtù morali in: 1. saggezza pratica o prudenza;2. fortezza o coraggio;3. giustizia;4. temperanza.Alasdair MacIntyre ha riproposto, nelnoto saggio del 1981, „After virtue. Astudy in moral theory‰, un ritorno al con-cetto classico di virtù. Le singole virtù contengono i criteri se-condo cui avviene la valutazione moraledelle scelte nei tempi e nei luoghi. Queste quattro virtù (chiamate poi daSantÊAmbrogio, cardinali), hanno costi-tuito il sostegno per tutte le altre virtù:ad esempio, la fedeltà o la dignità si ri-fanno alla giustizia. La phronesis aristotelica, così come la

prudenza (auriga virtutum) costituiscequel connubio tra sapere conoscitivo eti-co e prassi morale che conduce allÊazio-ne virtuosa e saggia. La prudenza configura le scelte profes-sionali eticamente fondate e costituisceun anello di raccordo tra attività specu-lativa e prassi morale, come afferma Pe-láez (1995): „... le qualità di un professio-nista sono⁄saggezza, dottrina, equili-brio interiore, misura (anche nel manife-stare le emozioni), imparzialità ed equitànel giudicare e nel considerare problemie situazioni, nel risolverli e nel dare con-sigli: capacità, quindi di prendere deci-sioni sagge ed opportune‰. „... LÊattoprudente è composto di conoscenza,giudizio e comando‰ (ibidem). Per ciò che concerne la conoscenza, siparla di „conoscenza morale‰ applicataal caso professionale utilizzando la me-moria ed il consiglio. Non si parla allora, in questo ambito, diquella conoscenza meramente tecnicalegata al professionista, ma di quellaparte di conoscenza morale che formaun tutto inestricabile con la conoscenzaontologica. Il giudizio, non ostinato, che deve far te-soro degli errori e dei quasi-errori, allora,deve essere ben ponderato, effettuatocon discrezione: „... termine che sta ap-punto per giudizio pratico, frutto di at-tenta riflessione e proprio perciò dipersone responsabili‰ (ibidem).Una volta, comunque, ben ponderato,lÊatto prudente deve essere effettuatocon rapidità, prontezza, caratteristichefondamentali per rendere la decisioneconcreta. Sempre parlando di virtù etiche fonda-mentali caratterizzanti il professionista,ci piace sottolineare, oltre alla veracità ealla fedeltà di comportamento, valorispesso dimenticati e spesso persi nellenebbie dellÊindividualismo e dellÊegoi-smo ambizioso, della magnanimità, par-ticolare forma di fortezza che si coniugabene con le virtù della magnificenza (siesercita quella professione pensandosoprattutto al bene rispetto ad altre con-siderazioni) e della liberalità.Con il termine „magnanimo‰, invece, sivuole indicare quella virtù acquisitrice emoderatrice di onori e fama.

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Magnanimo è, dunque, chi si stimadegno di grandi cose, ma è anche chi,senza presunzione, si rende disponibilee generoso nei confronti degli altri.˚ il professionista operoso che osa conuna forma sana di competizione che nondeve mai sfociare nellÊambizione egoi-stica. La magnanimità è, allora, una peculiareinteriorità morale intrisa di perseveranza,che rifugge lÊadulazione e la simula-zione, che ama la verità, la dedizione, ladisciplina, la generosità, la modestia, lalotta contro lo scoramento e si rivela nelclima di collaborazione che sa suscitaresia per i fatti professionali piccoli che perquelli più grandi: „⁄ Come ogni virtùmorale essa permea la vita ordinaria‰(ibidem), e proprio i vizi contrari alla ma-gnanimità la fanno ancor più risplenderecome virtù forte della persona e, nel no-stro caso, del professionista infermiere. Tra i vizi del non magnanimo si possonosenza dubbio annoverare la presunzioneconiugata in arroganza e prepotenza (fo-riera di quel carrierismo antimorale, ca-ratteristico del vanaglorioso).Tra le manifestazioni contrarie alla ma-gnanimità vanno, infatti, annoverate lamillanteria e lÊipocrisia; antivirtù che pos-sono ritrovarsi nei rapporti umani in al-cune organizzazioni sanitarie. Anche il li-tigio, la pertinacia eccessiva, lÊimmobili-smo del proprio volere e la disobbedienza

possono configurarsi come dei veri e pro-pri mali morali che caratterizzano i rap-porti di lavoro dei professionisti sanitarisia in senso interprofessionale che versoil fruitore dei servizi: la persona.Ma come arriviamo a conoscere i valorimorali fondamentali?Anche qui lÊinsegnamento da solo nonbasta. Come ci illustra Peláez (2007) „... La ve-rità etica è pratica, non si raggiunge me-diante una semplice conoscenza deivalori ottenuta attraverso lÊistruzione, laquale rimane sempre conoscenza di se-conda mano. ˚ necessario un contattodiretto con la realtà con la vita, fornitadalla propria esperienza dei valori.LÊistruzione successiva svolge allora unruolo importante, quello di fornirci i con-cetti ed il linguaggio che ci rendono ca-paci di trarre profitto dal contatto direttocon le cose e con le persone; capaci,cioè, di una profonda riflessione etica.LÊistruzione migliora solamente se unitaallÊesperienza riflessiva‰.Quindi, in campo sanitario un infermiere- o un medico - eccellente deve posse-dere la virtù della sollertia, cioè quella ri-flessività nella prassi che permette ditrovare soluzioni immediate a problemicomplessi.Il quid ulteriore che caratterizza il profes-sionista eccellente dal professionistapuro e semplice.

Concludendo si può affermare chelÊetica „della prima persona‰ ritiene cheorientare e giudicare le scelte che riguar-dano il bene globale della vita è il com-pito fondamentale dellÊetica e, soprat-tutto, che un sapere riflessivo non puònon porsi la domanda sul bene della vitapresa come un tutto, perché ogni nostrascelta presuppone una visione dellepriorità da assegnare alle nostre attivitàe ai nostri beni (famiglia, professione,posizione economica, riposo, religione,ecc.) e, pertanto, una concezione praticadella vita umana e del suo bene.Se il dovere di fare - o di omettere - delleazioni venisse assunto come punto dipartenza (etica „della terza persona‰), e,quindi, senza indicare previamente unfine globale positivo e desiderabile,lÊetica non potrebbe essere altro che uninsieme di doveri e divieti in funzione diuno scopo che, pur nobile, sarebbesempre parziale, limitato e limitante, sulquale una persona potrebbe semprechiedersi se vale veramente la pena ri-spettarlo.

AUTORI:Gennaro Rocco, direttore Centro di Ec-cellenza per la Cultura e la Ricerca Infer-mieristica;Alessandro Stievano, Centro di Eccel-lenza per la Cultura e la Ricerca Infer-mieristica.

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2 Si veda tra gli altri: Rhonheimer M. (1994), La prospettiva della morale.Fondamenti dell'etica filosofica, Armando, Roma.

NOTE

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Indagine conoscitiva sul livellodi burn out tra gli infermieri cheoperano nella Salute Mentaledel Distretto sanitario Asl Rm/Adi Adriana Costa, Ione Moriconi

ABSTRACTIl burn out è una sindrome da esauri-mento emozionale, depersonalizzazionee riduzione delle capacità personali di ri-sposta emotiva che può presentarsi inpersone che espletano la „professionedÊaiuto‰.Questo articolo si propone di individuarei livelli di potenziale burn out esistentetra gli infermieri che operano allÊinternodella Salute Mentale ed, in particolarmodo, tra quelli delle Comunità Terapeu-tiche (Ct) e gli infermieri dei Centri di Sa-lute Mentale (Csm) della Asl Rm/A.Per comprendere meglio il fenomeno èstata effettuata una ricerca bibliograficacon fonti tradizionali ed informatiche, uti-lizzando un metodo di ricerca quantita-tiva, attraverso lÊutilizzo del questionario„Potential Burn out Inventory‰ di Potter.Il campione preso in considerazione ècaratterizzato da 50 infermieri facentiparte di queste specifiche aree, ed èstato „di convenienza‰. I risultati della ricerca hanno dimostratoche il 26% della popolazione analizzataha riscontrato un potenziale livello me-dio di burn out.

Parole-chiave: burn out; stress occupa-zionale; stress psicofisico; infermieri psi-chiatrici; infermieri salute mentale.

INTRODUZIONE Con lÊintroduzione, in ambito psicolo-

gico, del concetto di burn out, si è avutoun forte interesse anche in Italia per talefenomeno, ma ancora troppo scarsesono le ricerche effettuate a tal propo-sito.Questo tema ha ottenuto, al contrario,unÊattenta considerazione da parte deglipsicologi dei Paesi di influenza anglosas-sone, dove la riflessione, attiva già daglianni Â70, conta numerosi interventi par-ticolarmente focalizzati sullo studio di al-cune professioni a maggiore rischio diburn out.Il vocabolo italiano che meglio potrebbeindicare cosa si intende per operatore inburn out è „bruciato‰. Gli infermieri vivono più a stretto con-tatto con il paziente, sia in termini ditempo, sia in termini di emotività, ragionper cui sono, fra quegli operatori sanitari,quelli che rischiano maggiormente ilburn out. Il termine burn out indica una sindromecaratterizzata da una reazione allo stresssperimentata dagli operatori sanitari, chesi trovano costantemente ad avere rap-porti con pazienti affetti da patologiegravi o che comunque sperimentano si-tuazioni reiteranti come angoscia dimorte, disabilità, sofferenza. La multidimensionalità della sindromedel burn out è ormai ampiamente rico-nosciuta da quanti si occupano del pro-blema.Non esiste una sola causa, è più natu-

rale pensare al burn out come lÊepilogodi complesse vicende personali e lavo-rative; mentre, per ciò che concerne lanatura lavorativa essa può riferirsi sia allastruttura organizzativa che alla specifi-cità della professione svolta. Individuo ed ambiente interagiscono co-stantemente e lÊanalisi di qualsiasi con-testo professionale non può prescinderedalla conoscenza:• della personalità del singolo soggetto,

delle sue motivazioni e dei sui inte-ressi;

• della struttura organizzativa;• del tipo di attività che viene svolta (per

calcolare l'eventuale stress addizio-nale).

Per poter meglio affrontare questa ri-cerca è stata eseguita una revisione bi-bliografica includendo articoli pubblicatidal 2006 al 2011, ricercando allÊinternodei database elettronici della bibliotecadel Collegio Ipasvi di Roma e nelle ban-che dati: Cinhal ed Ilisi. Tra gli articoli individuati attraverso la ri-cerca (in tutto, 11), solo cinque sono sta-ti ritenuti appropriati allÊargomento cheintendo affrontare. La tabella 1 illustra in maniera sintetica inostri articoli.

MATERIALI E METODIPer effettuare questa ricerca è stato se-guito un approccio quantitativo. ˚ stato individuato il „Burn out Potential

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Inventory‰ di Potter come strumento diraccolta ed elaborazione dei dati. AllÊin-terno del questionario vengono indagate12 specifiche aree:mancanza di potere; assenza di informa-zioni; conflitto; equipe inefficace; strari-pamento; noia; scarsi feedback; punizio-ni; alienazione; ambiguità; scarsità di ri-compense e conflitti di valore.Tutto, tramite 48 item (quattro per ogniarea) al quale lÊinfermiere può attribuireun punteggio da 1 a 9 rispetto allÊinten-sità con la quale egli riscontra la situa-zione lavorativa percepita. ˚ stata integrata una breve scheda de-mografica volta a conoscere dellÊintervi-stato il sesso, lÊetà, lo stato civile, il titolodi studio, lÊanzianità di servizio nel set-

tore socio-sanitario e da quanto tempolavora in quel determinato settore. NellÊoriginale questionario di Potter, lascheda demografica non è presente;queste domande sono state inserite peravere un quadro più preciso della vitaprofessionale dellÊinfermiere e permet-tono di capire un pò meglio la situazioneextra lavorativa.Il „Burn out Potential Inventory‰ indivi-dua tre fasce di risultato:punteggio compreso tra 48 e 168 =basso rischio di burn out;punteggio compreso tra 169 e 312 =medio rischio di burn out;punteggio compreso tra 312 e 432 =alto rischio di burn out;Il questionario, così completato, è stato

distribuito a 62 infermieri che lavoranonei Csm (h12) e nelle Ct (h24), previa au-torizzazione della Direzione Sanitaria delDsm e del Servizio Infermieristico.Il campione sottoposto a indagine in-clude la popolazione facente parte di seiCsm e di tre Ct del Dsm della Asl Rm/A.LÊadesione è stata molto buona, vistoche, dei questionari distribuiti, ne sonostati raccolti 54 (solo quattro dei qualisono risultati nulli a causa dellÊerratacompilazione).I questionari (anche se non tutti compi-lati o compilati in maniera errata) hannoreso possibile il sondaggio dellÊ82% del-la popolazione iniziale. La somministrazione è sempre statapreceduta da una breve presentazionedella ricerca e dei suoi scopi, per poi pro-cedere con una rapida illustrazione delquestionario, di come è articolato, coneventuali chiarimenti sulla modalità dicompilazione e sui vari item.I dati sono stati trattati secondo le nor-me vigenti sulla privacy e lÊanonimato.

RISULTATIAnalizziamo dapprima le caratteristichedemografiche del nostro campione. La distribuzione dei due sessi è così rap-presentata: 36% uomini e 64% donne. Nello specifico, gli operatori delle Ctsono rappresentati per il 52% dagli uo-mini, e il restante 48% dalle donne;mentre per i Csm abbiamo solo il 20%di uomini e il restante 80% di donne.(Grafico 1)Consideriamo ora la suddivisione per fa-scia dÊetà: nessun infermiere risulta ave-re meno di 30 anni e la maggior parte di

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Tabella 1. Revisione della letteratura

Grafico 1. Distribuzione degli infermieri per sesso: confronto fra Csm e Ct

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essi - il 60% - ricopre la fascia dÊetà com-presa tra i 40 e i 49 anni; i restanti 16%e 24% corrispondono, rispettivamente,agli infermieri con età compresa tra i 30e i 39 anni, e a quelli con età superioreai 50 anni. (Grafico 2)Un altro dato rilevante può essere de-scritto analizzando gli anni di serviziosvolti nellÊattività attuale.Ne deriva che il 54% degli infermieri chehanno partecipato alla ricerca svolgonoda meno di 10 anni lÊattività professio-nale nellÊarea specifica di Salute Men-tale.Per ciò che riguarda, invece, i titoli di stu-dio conseguiti da chi ha partecipato allaricerca è interessante notare che solo il10% possiede un master o una laureaspecialistica e che, di questa minoranza,il 40% ha manifestato un livello poten-ziale medio di burn out.

Passiamo ora allÊelaborazione dei datidel nostro questionario. Ne risulta la seguente suddivisione degliinfermieri per fascia di rischio:

• basso rischio di burn out = 37 unità(74%)

• medio rischio di burn out = 13 unità(26%)

• alto rischio di burn out = 0 unità (0%)Considerando, quindi, i dati complessivisi evidenzia come 13 infermieri (corri-spondenti al 26% del campione com-plessivo) presentino un livello medio diburn out potenziale. Utile è invece evidenziare lÊassenza dicasi di alto livello di burn out.Nel grafico 3 viene riportata la fotografiadel rischio potenziale di burn out sul to-tale degli infermieri oggetto di studio.Dai dati non emerge una differenza si-gnificativa tra i livelli di potenziale burnout tra le realtà allÊinterno dei Csm edelle Ct.Nei Csm, il 72% (18 unità) presenta unbasso rischio di burn out, contro il 76%(19 unità) delle Ct; nella fascia di rischiomedio, invece, rientra il 28% (sette uni-tà) degli infermieri dei Csm, in rapportoad un 24% (sei unità) di quelli delle Ct.Dal momento che lÊetà media del totaledegli infermieri corrisponde a 45 anni, èstato analizzato il rischio potenziale diburn out prima negli infermieri con etàuguale o inferiore ai 45 anni (che rappre-sentano il 50% del totale) e poi in quellicon età superiore ai 45 anni.DellÊintero campione, risultano con li-vello potenziale medio di burn out il 12%degli infermieri con età uguale o infe-riore ai 45 anni, e il 14% di quelli con etàsuperiore ai 45 anni. Analizzando, inoltre, il livello di burn out

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Grafico 2. Distribuzione del totale degli infermieri per età

Grafico 3. Livello potenziale di burn out: confronto fra Csm e Ct

Grafico 4. Distribuzione degli infermieri in base al sesso e al livello di burn out

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in relazione al sesso, il risultato è statoche il 18% di coloro che hanno mostratoun livello medio di burn out sono donne,il restante 8% uomini. (Grafico 4)Un ulteriore analisi effettuata prende inconsiderazione le singole aree propostenel questionario. Cioè, si è indagata la possibilità che unquestionario con esito di basso o mediorischio di burn out possa, comunque,contenere al suo interno qualche areacon alto livello di rischio.In particolare, è stata calcolata dapprima

la somma dei punteggi per ogni area ditutti i questionari, successivamente, i ri-sultati ottenuti sono stati classificati inbasso, medio e alto rischio:• basso rischio = da 4 a 13 • medio rischio = da 14 a 25• alto rischio = da 26 a 36 Successivamente, abbiamo introdottoquesti risultati in un grafico, riportandolÊintensità per ogni area di basso, medioo alto rischio del nostro campione. (Gra-fico 5)Dal grafico 5 si evince che tre infermieri

sul campione totale che ha partecipatoalla compilazione del questionario pre-senta un livello alto di rischio per quantoriguarda le aree „noia‰ e „ambiguità‰. Non trascurabili sono anche gli infer-mieri che dimostrano in queste aree unlivello medio di rischio, rappresentati da15 unità nellÊarea „noia‰ e 11 per quantoriguarda lÊarea „ambiguità‰.Ciò indica che il personale, spesso, si ri-trova immerso nei soliti lavori di routine,non ricevendo stimoli dallÊambiente la-vorativo e che, inoltre, potrebbe riscon-trare delle difficoltà nella chiarezza delproprio ruolo. A livello generale, appaiono in manierasignificativa anche le aree „mancanza dipotere‰, „assenza di informazioni‰,„equipe inefficace‰, „straripamento‰,„scarsi feedback‰, „punizioni‰ dove dueinfermieri sul totale raggiungono dei li-velli alti di rischio. Questo sta ad indicare che gli infermierispesso si ritrovano a non poter risolverei problemi che si presentano sul postodi lavoro, non possiedono le informa-zioni necessarie - o anche il tempo - perlo svolgimento di determinate attività, ilrapporto con i colleghi non permette dilavorare in maniera efficace, o non si rie-scono a vedere i risultati del proprio la-voro.

Grafico 5. Fascia bassa, media e alta per area specifica

Grafico 6. Livello di rischio medio per area specifica

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Delle aree indicate, in particolare „scarsifeedback‰ e „assenza di informazioni‰riscontrano anche una buona percen-tuale degli infermieri a medio rischio, ri-spettivamente rappresentate dal 32%(ovvero 16 unità) per „scarsi feedback‰e dal 22% (11 unità) per „assenza dÊin-formazioni‰.Nei grafici 6 e 7, riportati di seguito, èpossibile avere una visione dÊinsiemedella situazione inerente ai livelli di ri-schio medio e alto per singola area, ef-fettuando un confronto tra gli infermieridel Csm e quelli delle Ct.Nel grafico 6 lÊarea „scarsi feedback‰ ri-sulta particolarmente manifesta nelle Ctdove dieci unità registrano un livellomedio di rischio rispetto alle sei presentinei Csm; qui, invece, lÊarea dominante

risulta la „noia‰, contando nove unità (ri-spetto alle sei delle Ct).Possiamo notare come nelle aree „man-canza di potere‰, „punizioni‰, „conflittidi valore‰ e „scarsità di ricompense‰ cisiano grandi differenze tra i due servizi,con rilevanza maggiore nei Csm. Nel grafico 7 possiamo notare che il li-vello di rischio alto nelle aree „mancanzadi potere‰ e „scarsità di ricompense‰ ri-sulta assente tra gli infermieri dei Csm,così come nellÊarea „equipe ineffi-ciente‰ e „conflitto‰ risulta assente nel-le Ct.Assente in entrambi i servizi i livello di ri-schio alto per quanto riguarda le aree„alienazione‰ e „conflitti di valore‰.Una differenza notevole si riscontranelle aree „noia‰ e „ambiguità‰ dov'è

maggiore nelle Ct.Sullo stesso piano, si mantengono learee „assenza dÊinformazioni‰, „strari-pamento‰, „scarsi feedback‰ e „puni-zioni‰.Successivamente, si è analizzata anchelÊintensità delle risposte relative ad ognisingolo item, confrontando quelle rica-vate dai Csm e quelle dalle Ct. Di seguito, saranno riportati due grafici(grafico 8 e 9), il primo riguardante le ri-sposte date dai soggetti dei Csm, e lÊal-tro da quelli delle Ct. Questi grafici sono stati rappresentatitenendo conto che le ascisse indicano iln. dei singoli item (48) e le ordinate lÊin-tensità rilevata dai punteggi dei singoli.Tale intensità, quindi, viene data som-mando i punteggi registrati per ciascunitem preso singolarmente.Considerando che i soggetti dei Csm equelli delle Ct sono 25 per ciascun grup-po, e dato che ciascuna unità ha dato unpunteggio per item che va da 1 a 9, pos-siamo individuare come massima inten-sità riscontrabile il valore 225 (25 x 9 =225), che è appunto quello massimodelle nostre ordinate.Nel grafico 7 possiamo notare che il li-vello di rischio alto nelle aree „mancanzadi potere‰ e „scarsità di ricompense‰ ri-sulta assente tra gli infermieri dei Csm,così come nellÊarea „equipe inefficien-te‰ e „conflitto‰ risulta assente nelle Ct.Assente in entrambi i servizi i livello di ri-schio alto per quanto riguarda le aree„alienazione‰ e „conflitti di valore‰.

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Grafico 7. Livello di rischio alto per area specifica

Grafico 8. Csm: intensità punteggio per singolo item

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Una differenza notevole si riscontra nel-le aree „noia‰ e „ambiguità‰ dov'è mag-giore nelle Ct.Sullo stesso piano, si mantengono learee „assenza dÊinformazioni‰, „strari-pamento‰, „scarsi feedback‰ e „puni-zioni‰.Successivamente, si è analizzata anchelÊintensità delle risposte relative ad ognisingolo item, confrontando quelle rica-vate dai Csm e quelle dalle Ct. Di seguito, saranno riportati due grafici(grafico 8 e 9), il primo riguardante le ri-sposte date dai soggetti dei Csm, e lÊal-tro da quelli delle Ct. Questi grafici sono stati rappresentatitenendo conto che le ascisse indicano iln. dei singoli items (48) e le ordinate lÊin-tensità rilevata dai punteggi dei singoli.Tale intensità, quindi, viene data som-mando i punteggi registrati per ciascunitem preso singolarmente.Considerando che i soggetti dei Csm equelli delle Ct sono 25 per ciascungruppo, e dato che ciascuna unità hadato un punteggio per item che va da 1a 9, possiamo individuare come mas-sima intensità riscontrabile il valore 225(25 x 9 = 225), che è appunto quellomassimo delle nostre ordinate.NellÊanalisi dei risultati dei singoli item,possiamo notare che alcuni di essi pre-sentano unÊintensità maggiore rispettoad altri. Tuttavia, bisogna tener presente chequesti punteggi non riportano il livello di

burn out, bensì mostrano in maniera piùdettagliata, dove si potrebbe eventual-mente intervenire, valutando appuntolÊintensità. Nel dettaglio, possiamo notare lÊitemn.15, „La burocrazia interferisce con ilmio lavoro‰, dellÊarea „equipe ineffi-ciente‰ con intensità per gli infermieridelle Ct (126) maggiore rispetto a quellidelle Ct (81). O anche lÊitem n.24 dellÊarea „noia‰,„La maggior parte del mio tempo èspesa in lavori di routine‰ che presentaunÊintensità non indifferente per i Csme le Ct, ed, in particolar modo, nei Csm(103) rispetto alle Ct (90). Oltre agli item appena elencati, che co-munque risultano maggiormente rile-vanti, non meno importanti, anche secon intensità relativamente minore, ri-sultano anche lÊitem n.5, „Le responsa-bilità legate al mio lavoro non sonochiare‰ dellÊarea „assenza di informa-zioni‰, che presenta unÊintensità mag-giore nei Csm (92) rispetto ai Ct (75);nuovamente nellÊarea „noia‰ il n.23, „Illavoro non offre nessuna sfida‰, dove ri-troviamo unÊintensità maggiore nelle Ct(91) rispetto ai Csm (74); lÊitem n.26, „Ilmio capo non dice mai nulla di quelloche faccio‰, in cui lÊintensità rilevate so-no per Csm (99) e per le Ct (81) facentedellÊarea „scarsi feedback‰ e lÊitemn.39, „Non cÊè relazione fra prestazionee successo‰, dellÊarea „ambiguità‰ cherisulta essere dÊintensità maggiore nei

Csm (92) rispetto ai Ct (77).

CONCLUSIONIConsiderate le competenze richieste al-lÊinfermiere di Salute Mentale (escritteanche nella molteplice bibliografia esi-stente), ci si rende conto di quanto siacomplesso, lungo e „costoso‰ il pro-cesso formativo di questo tipo di profes-sionista. Questo tipo di lavoro, nel quale è neces-sario coniugare allÊestrema competenzaprofessionale anche una buona compe-tenza relazionale ed emozionale, potreb-be risultare molto stressante a causadelle numerose ed imprevedibili situa-zioni di forte impatto psicologico edemotivo cui lÊinfermiere è sottoposto.LÊobiettivo di analizzare il livello di burnout sul campione è stato raggiunto: si èriusciti ad individuare e definire la situa-zione di burn out nelle due aree propo-ste: allÊinterno dei Csm e delle Ct delDsm della Asl Rm/A.I livelli di potenziale burn out registrati at-traverso lÊanalisi del questionario „Burnout Potential Inventory‰ sono tuttÊaltroche indifferenti: infatti, circa un quartodel campione complessivo presenta unlivello potenziale medio di burn out, e ciòci permette di fare alcune considera-zioni.Per esempio, si potrebbe pensare aquanto possa essere conveniente per leAziende Sanitarie, ed in particolare per ilDsm, prevenire il rischio di burn out

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Grafico 9. Ct: intensità punteggio per singolo item

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negli operatori, dal momento che questasindrome può avere conseguenze dele-terie che vanno ben oltre la sua azionecorrosiva dellÊanima. A fronte di impegni umani ed economicida mettere in campo per supportare iprofessionisti della Salute Mentale aprevenire o risolvere queste difficoltàprofessionali, occorre considerare le ri-cadute economiche derivanti dalle situa-zioni precedentemente descritte, didisagio sul lavoro (in termini di malattie,assenze, scarsa qualità del servizio o,addirittura, in trasferimenti o dimissioni)di persone caratterizzate da una profes-sionalità elevata, costata tempo, faticaed investimenti economici. Si può imparare a lavorare meglio in ter-mini qualitativi anziché quantitativi. Le raccomandazioni per ridurre lo stressper gli infermieri allÊinterno di questaarea specialistica potrebbero essere: • i membri dello staff dovrebbero avere

facile accesso ai sistemi di supporto,tra cui supervisione clinica;

• i dirigenti dovrebbero favorire unÊapertae onesta cultura per consentire aimembri dello staff di esprimere i lorosentimenti apertamente o in confi-denza e imparare a trattare con le lorofrustrazioni;

• il personale dovrebbe essere incorag-giato alla rotazione dei reparti per au-mentare lo sviluppo personale eprofessionale e ridurre la noia e lÊapa-tia;

• lo staff deve essere dotato, e incorag-giato ad intraprendere, lo sviluppo pro-fessionale continuo, che può includere

interventi di formazione psicosociale(come viene suggerito anche nello stu-dio „Stress and burn out in forensicmental health nursing: a literature re-view‰) .

Molto interessante, a questo proposito,potrebbe risultare anche lo studio con-dotto in Italia „Workplace empower-ment, jod satisfaction and job stressamong italian mental health nurses: anexploration study‰ che dimostra che il„workplace empowered‰ permette unamaggiore soddisfazione e motivazionenel proprio lavoro e aumenta la qualità ela performance assistenziale, dal mo-mento che lÊinsoddisfazione lavorativa ri-sulta la prima causa di turn over. LÊempowerment è un processo indivi-duale e organizzativo attraverso il qualele persone, a partire da una qualche si-tuazione di svantaggio e di dipendenzanon emancipante, vengono rese piùforti, più ricche e, perciò, più „potenti‰(empowered, appunto); permette di ot-timizzare le competenze e le abilità in-fermieristiche dove lÊattuale scarsitàdelle risorse economiche e la carenza dipersonale possono compromettere laqualità assistenziale. Ciò permetterebbe di prevenire lo stressed il burn out tra gli infermieri. I limiti dello studio possono essere datidalla grandezza del campione e dallÊareain cui è stata eseguita la ricerca: ciò, in-fatti, non permette una generalizzazionedei risultati, ma potrebbe rappresentareuno spunto per eventuali approfondi-menti futuri.Da quanto esposto, emerge che il burn

out può essere sconfitto e non deve di-ventare un inevitabile pedaggio che lÊin-fermiere deve pagare per assisterequesto tipo particolare di pazienti. Riuscire a superare, ridurre o prevenireil burn out negli operatori delle helpingprofessions, ma soprattutto negli opera-tori di Salute Mentale (che possono con-siderarsi, anche da quanto detto dallenostre fonti letterarie, a maggior rischioburn out) significa aiutarli a tessere rela-zioni sociali e professionali più significa-tive e profonde non solo verso chisoffre, ma anche verso chi è prepostoallÊorganizzazione delle strutture. A tuttÊoggi, la sindrome da burn out, daimonitoraggi effettuati in modo non sem-pre sistematico e periodico, non è stataapprofondita quale fenomeno generaliz-zato nel mondo del lavoro, per cui pre-senta lati ed aspetti ancora oscuri e tuttida scoprire. Pertanto, solo attraverso un minuziosolavoro di un team multidisciplinare ca-pace di mettere in atto strategie specifi-che si può raggiungere un proficuorisultato nella sua gestione e controllo. Importante, in tal senso, potrebbe risul-tare anche lÊottimizzazione e la valorizza-zione delle risorse umane inteso comela cura e lÊattenzione alle persone.

AUTORI:Adriana Costa, infermiera laureata c/oUniversità "Sapienza" Roma;Ione Moriconi, laurea Magistrale inScienze Infermiristiche, responsabileAssistenza Infermieristica Dsm AslRm/A.

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BIBLIOGRAFIA

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La Bpl, agenzia di reclutamento specializzata nel settore sanita-rio con sede in Irlanda, in collaborazione con il Nhl Trust (Natio-nal Health Service del Regno Unito) e la rete Eures italiana,ricerca diversi profili nel settore infermieristico per lavorare inInghilterra.La ricerca è finalizzata all'inserimento di 30 infermieri professio-nali con diverse specializzazioni nel Servizio Sanitario nazionaled'oltremanica.Tutte le posizioni sono a tempo indeterminato, per un full timedi 40 ore settimanali. La retribuzione è regolata dal Nhs, sulla base dell'esperienza edel livello di specializzazione.Le candidature saranno preselezionate dai Consulenti Eures diciascuna regione/provincia, quindi inoltrate alla Best PersonnelLtd che selezionerà i candidati da invitare ad un colloquio inizialein lingua inglese via Skype.La stessa Best Personnel Ltd assisterà, gratuitamente, i candi-

dati durante il loro iter di selezione, assunzione ed inserimento.I requisiti richiesti sono: cittadinanza comunitaria; completa-mento degli studi in un Paese della Comunità Europea; cono-scenza dellÊinglese, parlata e scritta, almeno di livello B2; titolodi studio: possesso del titolo abilitante all'esercizio della profes-sione di infermiere ed iscrizione al relativo Collegio Ipasvi.Chi è interessato a partecipare deve inviare un curriculum vitae(modello Europass), in lingua inglese, al servizio Eures della pro-pria regione/provincia di residenza/domicilio. L'elenco dei servizi Eures attivi sul territorio nazionale potrà es-sere consultato al seguente link: http://www.cliclavoro.gov.it/servizi/eures/Pagine/default.aspx, cliccando su „Trova l'EU-RES Adviser più vicino a te‰.I candidati laziali interessati a partecipare alla selezione potrannoinviare un curriculum modello Europass, in lingua Inglese, al se-guente indirizzo di posta elettronica: [email protected]

Eures seleziona personale sanitario per il Regno Unito

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Annual Report del Centro di Eccellenzaper la Cultura e la Ricerca Infermieristica

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Presentato il terzo Scientific Annual Reportalla presenza del ministro Balduzzi

Workshop di mid term, all'audito-rium del ministero della Salute,per il Centro di Eccellenza per la

Cultura e la Ricerca Infermieristica, natonel 2010 in seno al Collegio Ipasvi di Roma.Il presidente del Collegio capitolino, Gen-naro Rocco, in qualità di direttore del Cen-tro, ha orgogliosamente presentato allaplatea il terzo Scientific Annual Reportche dà conto dei 43 progetti di ricerca av-viati e in parte conclusi durante i primidue anni e mezzo di attività. Studi nati grazie alla collaborazione conatenei italiani e stranieri, coinvolgendo

migliaia, tra infermieri e ricercatori. „Tutte testimonianze - ha commentatoRocco - che danno il senso del lavoro chestiamo portando avanti, pur in un conte-sto economico certamente non favore-vole, soprattutto quando si parla diinvestire in cultura e innovazione‰. Rocco, inoltre, ha presentato nuovi ser-vizi riservati agli iscritti, in nome dellÊinno-vazione culturale della professione infer-mieristica attraverso le nuove piattaformedigitali di libero accesso alla letteraturascientifica e alle pratiche migliori.La presidente della Federazione nazionale

dei Collegi Ipasvi, Annalisa Silvestro, nelsuo saluto iniziale, ha tenuto a sottoli-neare proprio il valore intrinseco del Cen-tro di Eccellenza in questo particolaremomento storico del Paese. „Solo chi hauna mente piccola può criticare, in ma-niera miope, questo tipo di attività - ha di-chiarato -. Invece, è proprio questa l'occa-sione per ripensare al futuro della nostraprofessione, e ripensarlo in grande, muo-vendoci a testa alta anche nel campo del-la ricerca, così come abbiamo saputo farenel corso degli ultimi due decenni sulfronte della formazione e del riconosci-

Il direttore del Centro di Eccellenza, Gennaro Rocco, tra la presidente nazionale Ipasvi, Annalisa Silvestro,e la professoressa Dyanne Affonso

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WORKSHOP DI "MID TERM" DEL CENTRO DI ECCELLENZAPER LA CULTURA E LA RICERCA INFERMIERISTICA

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mento della professione. Oggi più chemai - ha concluso - abbiamo bisogno diinfermieri specializzati, capaci di dare ri-sposte innovative ai crescenti bisogni deicittadini, in corsia come sul territorio‰.Apprezzamenti al lavoro svolto anchedalla presidente onoraria del Centro, laprofessoressa statunitense Dyanne Af-fonso, che ha rimarcato l'unicità di questaesperienza italiana nel panorama euro-peo, considerandola „una banca delle co-noscenze infermieristiche, che mai e poimai dovrà essere messa sull'altare deisacrifici economici pur necessari peruscire dalla crisi, proprio per non restareancora una volta indietro nel panorama in-ternazionale‰.Al workshop ha presenziato il ministrodella Salute, Renato Balduzzi, che ha con-statato il grande progresso professionalee scientifico compiuto in questi anni dallaprofessione infermieristica, la categoriapiù numerosa e presente allÊinterno delSistema sanitario nazionale, la cui evolu-zione scientifica e culturale produce unimpatto diretto sulla qualità dei servizi. Il meeting si è chiuso con un partecipato

questioning time che ha approfondito leproblematiche legate ai rapporti fra i Co-mitati Etici coinvolti nelle ricerche ed haaffidato le conclusioni tecniche al boardinternazionale del Centro di Eccellenza,

dal quale è giunto un corale apprezza-mento per gli studi conclusi e per quelliin corso, con lÊincoraggiamento a svilup-pare ulteriormente le attività di ricerca.(approfondimento a pagina 43).

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L'intervento del vice capo di Gabinetto del ministro della Salute, Giovanni Leonardi

Il direttore Gennaro Rocco con il ministro Renato Balduzzi

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“L’incoraggiamento e il vostro sostegnoci forniscono le energie per proseguire!”

In questi ultimi due decenni, lÊInfermie-ristica italiana ha vissuto un radicaleprocesso evolutivo sul fronte della for-

mazione e dellÊesercizio professionale. Siamo passati, in pochi anni, dalle Scuoleprofessionali ai Diplomi universitari (dal1992), per approdare finalmente alla Lau-rea (dal 2001), alla Lau-rea magistrale (dal2004) e ai dottorati inScienze infermieristiche(dal 2007). UnÊanaloga cavalcata èstata compiuta con ladefinizione del profiloprofessionale (1994),lÊabrogazione del man-sionario e lÊinclusionetra le professioni intel-lettuali (1999), fino adarrivare al riconosci-mento della dirigenza in-fermieristica, della car-riera clinica ed organiz-zativa, delle cattedreuniversitarie affinchéfossero gli infermieri aformare gli infermieri,per poi arrivare allanuova normativa con-corsuale sulla dirigenza,datata 2008. Passi da gigante, noncÊè che dire.Ma, ad essere precisi,sul fronte della ricercainfermieristica il nostropercorso evolutivo nonè stato altrettanto ra-pido. ˚ anche partendo daquesta considerazione

che abbiamo deciso, nel 2010, di darevita al Centro di Eccellenza per la Culturae la Ricerca Infermieristica - prima espe-rienza del genere in Italia - al fine di con-tribuire a costruire una cultura infer-mieristica fondata sulla formazione, la ri-cerca e la pratica permeata dal sapere

scientifico, creando una rodata rete dicontatti internazionali a riguardo. Obiettivi ben esplicitati dai quattro „pila-stri‰ su cui regge il Centro: il Polo perlÊIstruzione, il Polo per la Ricerca, il Poloper la Formazione dei ricercatori, il Polodella Pratica clinica.

Pilastri autonomi ma intercon-nessi, come evidenziato dallogo istituzionale.I risultati dei primi tre anni diattività premiano la scom-messa fatta dal Collegio Ipasvidi Roma. Sono stati oltre 7.000 gli infer-mieri che hanno partecipato aiprogetti di ricerca partecipan-do alla raccolta dati, rispon-dendo a questionari, parteci-pando a focus group. Oltre 350 i colleghi che hannopartecipato personalmente aiprogetti del Centro di Eccel-lenza tra ricercatori, rilevatori,docenti e tutor delle attivitàpreviste; circa 730 sono statigli infermieri che hanno parte-cipato al reclutamento di pa-zienti e dei loro caregiver, oalla raccolta dei dati previstiper i vari progetti (tra questioltre 350 studenti dei corsi dibase, dei master e della lau-rea magistrale). Sono stati oltre 800 i dirigenti,i coordinatori, gli infermieriche hanno partecipato ai corsiproposti dal Centro; oltre 50gli ospedali, le aziende sanita-rie, gli Irccs, e le altre strutturesanitarie coinvolte; ben 7 leUniversità partner.

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE ROCCO

Il direttore Gennaro Rocco presenta l'Annual Reportdel Centro di Eccellenza

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A due anni dal loro avvio, i progetti delCentro cominciano a dare i primi impor-tanti frutti.Grazie al coinvolgimento attivo di tantis-simi infermieri nello sviluppo delle strate-gie e nella stesura dei programmi, tra il2010 e il 2011 il Centro ha dato il via a 25progetti, parte dei quali di durata bien-nale.Alcune di queste ricerche sono giunte aconclusione, altre lo saranno nei prossimimesi. Basta scorrere i titoli di questi progettiper comprenderne da subito la valenza elÊelemento di novità che ciascuno di essiporta con sé:- Costruzione di un modello per la valuta-zione del Core Competence infermieri-stico nellÊesame di abilitazione professio-nale;- Ricerca multicentrica sul Benessere Or-ganizzativo degli infermieri in serviziopresso le Aziende Sanitarie di Roma eprovincia;- La sicurezza nellÊarea dellÊemergenza: irequisiti quali quantitativi della comunica-zione a supporto della diminuzione del ri-schio di errore e della qualità delle cure;- Il rispetto dellÊetica della dignità nei rap-porti interprofessionali unÊanalisi multi-centrica Italia - Gran Bretagna;

- La continuità assistenziale nella croni-cità: definizione dei bisogni educativi deipazienti e dei caregiver per la riduzionedei riaccessi impropri e lÊaumento dellaadesione al trattamento;- Studio descrittivo dei servizi di Cure Pal-liative e terapie del dolore in Italia finaliz-zato a individuare le forme attivate eattivabili di riduzione della sofferenza allafine della vita;- Qualità di vita nelle famiglie italiane col-pite da Stroke;- Ascoltare il silenzio – il vissuto delledonne vittime di violenza che si rivolgonoalle strutture sanitarie;- Corso di formazione teorico pratica„Metodologia della ricerca infermieri-stica‰;- Corso di formazione teorico-pratica blen-ded on line „Metodologia della ricerca in-fermieristica‰;- Corso di formazione teorico pratica „Bi-bliografia e ricerca bibliografica nellescienze infermieristiche: teoria e prassiper le procedure tecniche di ricerca e ac-cesso alle risorse‰;- La responsabilità educativa nei percorsiclinico-assistenziali dei pazienti in stoma-terapia: formazione sul campo allÊutilizzodella scheda di diagnosi educativa.; - Autovalutare lo sviluppo delle Core

Competence „in progress‰: ilbilancio di competenza, for-mazione sul campo;- Installazione presso leaziende sanitarie di unità diNursing risk management;- Progetto di ricerca multicen-trica sulla presa in carico delpaziente nel percorso perio-peratorio presso le aziendesanitarie di Roma e provincia;- Linee di indirizzo per il mi-glioramento dellÊintegrazionetra infermieri stranieri prove-nienti dallÊarea sud-americanae figure professionali socio-sanitarie autoctone in una so-cietà plurale;- Rights and Duties in HealthCare: NursesÊ Rights;- Self care nel paziente con

scompenso cardiaco;- Individuazione di uno strumento finaliz-zato alla riduzione degli errori da sommi-nistrazione di farmaci attraverso un ab-bigliamento dedicato e una cartellonisti-ca di „non disturbo‰;- Progetto di ricerca sullÊimpatto dellenuove tecnologie della simulazione nel-lÊapprendimento delle competenze nelcorso di laurea in infermieristica;- Corso di inglese generico 5 livelli;- Corso di fonetica e conversazione in-glese;- Corso di inglese per la ricerca bibliogra-fica;- Miglioramento della pratica assistenzialeattraverso lÊutilizzo di infermieri cliniciesperti in Evidence Based Practice.Con quelli approvati nel 2012 siamo aquota 43 progetti. Un patrimonio culturale e professionalemai raggiunto prima; un „tesoretto‰ (co-me ama definirlo la presidente onoraria,Dyanne Affonso) cui attingere nella pra-tica quotidiana, per rendere sempre mi-gliore il servizio reso al cittadino.DÊaltra parte, la bontà dei risultati rag-giunti finora dal Centro è testimoniata, inmodo oggettivo e disinteressato, dallÊin-teresse suscitato dalle nostre attivitàpresso case editrici e riviste specializzate

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nazionali e internazionali.Articoli completi o abstract sono già statipubblicati sulla rivista della Federazionenazionale Ipasvi, su International NursingPerspectives, su Assistenza Infermieri-stica e Ricerca e sullÊEuropean Journal ofCardiovascular Nursing. Altri progetti di ricerca sono confluiti inesperienze editoriali di successo: FrancoAngeli editore ha recentemente dato allestampe il libro„Lettere dal silenzio: storiedi accoglienza e assistenza sanitaria didonne che hanno subito violenza‰, ba-sato sul progetto „Ascoltare il silenzio‰.A breve, ulteriori volumi saranno pubbli-cati dal medesimo editore, come quellosul miglioramento dellÊintegrazione trainfermieri stranieri provenienti dallÊareasudamericana e figure professionalisocio-sanitarie autoctone. Le nostre ricerche sulle cure palliativehanno poi costituito la base per ben tretesi di laurea magistrale.Chi conosce il nostro Collegio sa quantoci siamo spesi - e ci spendiamo - per fa-vorire la ricerca, lÊaggiornamento profes-sionale e il continuo accrescimento dellecompetenze e delle conoscenze. La Biblioteca digitale on line è infatti gra-tuita per tutti i 30mila infermieri iscrittiallÊIpasvi di Roma, con oltre 700 rivistefruibili on line con full text (Cinahl, Ovid,etc.). Dal 2013 tale servizio sarà esteso aglioltre 400mila infermieri italiani, a riprovadel fatto che, ancora una volta, ci ave-vamo visto giusto. In più, ulteriori nuovi servizi, legati al Cen-tro di Eccellenza, saranno offerti gratuita-mente agli iscritti al Collegio di Roma. Il Nursing Reference Center è il più auto-revole ed avanzato sistema di supportoalla pratica clinica progettato per gli infer-mieri che operano sul campo e consentedi accedere alle sintesi delle migliori evi-denze infermieristiche prodotte nelcampo della ricerca e pubblicate in oltre3.000 riviste specialistiche peer revie-wed. Il Nursing Reference Center consente diaccedere ad oltre 3.000 quick lessons,skills, moduli di educazione continua,

testi di manuali, evidence based caresheet, health news, linee guida, protocollied informazioni farmaceutiche.La Health Library e la Consumer HealthComplete (tradotta in esclusiva in linguaItaliana), sono le risorse più autorevoli inambito di patient education e conten-gono migliaia di schede di educazione pa-ziente su patologie, procedure ed altriargomenti di interesse clinico. Sono anche disponibili video su interventichirurgici ed altri contenuti multimediali. Sono inoltre in dirittura dÊarrivo il portalededicato per la pubblicazione delle evi-denze scientifiche, protocolli, linee guida,

procedure, raccomandazioni ecc. di inte-resse professionale; e il progetto di unarivista scientifica dedicata, da indicizzarenegli index internazionali. Tutto, nellÊottica di ampliare la rete dicollaborazioni di sostenere in tutti i modilÊaccesso ai finanziamenti per tutti gli in-fermieri che hanno proposte di ricercheinteressanti ed originali.Investire nella ricerca richiede un gra-nde impegno e rappresenta una grandesfida. LÊincoraggiamento che viene dal vostrosostegno ci fornisce le energie per pro-seguire!

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I NUOVI PROGETTI APPROVATI NEL 2012- Costruzione di un modello per la valu-

tazione del Core Competence infer-mieristico nellÊesame di abilitazioneprofessionale (fase 2)

- Da Panacea a Igea: „Il potere della re-lazione di aiuto‰. Strumenti relazionalie professione infermieristica

- La professionalità del care infermieri-stico. Seconda indagine nazionale.

- Assistenza infermieristica e diversitàreligiosa dei pazienti nelle strutture no-socomiali

- Qualità di vita nelle famiglie italiane col-pite da Stroke (fase 2)

- Nursing professional dignity: a meta-synthesis

- Self care nel paziente con scompensocardiaco (fase 2)

- Professional Assessment Instrument(Sistema informatico di supporto deci-sionale per lÊassistenza infermieristica)

- LÊinfermiere case manager nel Dsm- Efficacia di un programma di dimis-

sione infermieristica per il migliora-men-to dellÊaderenza farmacologicadel paziente ricoverato in Spdc

- Il disimpegno morale e i comporta-menti controproduttivi degli infermieri.Uno studio multicentrico longitudinale

- La ricerca dei comportamenti non ade-renti nei soggetti sottoposti a tra-pianto di organi solidi

- Corso di formazione teorico-praticablended on line in „Metodologia dellaricerca infermieristica (5 edizioni)

- Strumenti e strategie per la ricerca bi-bliografica nelle Scienze infermieristi-che (3 edizioni)

- Corso di inglese scientifico per il nur-sing in 5 livelli (base, pre-intermedio,intermedio, avanzato, post avanzato)

- Fonetica e conversazione inglese (4edizioni)

- LÊinfermiere e la ricerca bibliograficanel mondo dellÊinformazione digitale(4 edizioni)

- LÊindicizzazione della letteratura scien-tifica nelle scienze infermieristiche

- Miglioramento della pratica assisten-ziale attraverso la formazione di infer-mieri clinici esperti in Evidence BasedPractice (seconda edizione)

- Analisi della documentazione infermie-ristica e relazione con lÊoutcome assi-stenziale

- Interventi infermieristici informativi/educativi per lÊautogestione dellÊaper-tura della bocca nei pazienti scleroder-mici: trial randomizzato a due bracci

- Aumentare la capacità dei pazienticon scompenso cardiaco di eseguireesercizi fisici mediante lÊuso dei vi-deogames: uno studio controllatorandomizzato

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Il workshop del 23 ottobre scorso si èchiuso con la promozione, a pieni voti,dei progetti di ricerca presentati da

parte dello straordinario board scientificointernazionale che ha esaminato i lavori. Un plauso corale e, con esso, un potenteincoraggiamento alle attività del Centro diEccellenza, è arrivato da tre fra i più sti-mati esperti mondiali di ricerca infermie-ristica: le statunitensi Dyanne Affonso eLinda Jane Mayberry e lÊinglese MartinJohnson che, insieme al direttore delCentro, Gennaro Rocco, hanno animato ilconfronto conclusivo della giornata, mo-

derato dal giornalista medico-scientificoPaolo Romano, con la puntuale tradu-zione di Giuseppe Aleo.Un confronto aperto fino a sera, conditoda contributi interessanti offerti dai relatorie dai tanti colleghi che si sono dati appun-tamento presso la sala convegni del mini-stero della Salute di Lungotevere Ripa. Subito il punto è caduto su uno degliaspetti più delicati e critici della ricerca in-fermieristica, quello etico. Lo spunto lo ha fornito il nuovo portaleweb del Centro di Eccellenza. Uno strumento che Linda Mayberry ha

definito molto utile per implementare icontatti in rete: „Servirà anche a misurarelÊinteresse degli infermieri italiani verso laricerca – ha aggiunto – ma, proprio per lesue forti potenzialità, il portale ha bisognodella massima attenzione sul fronte deltrattamento dei dati sensibili e di quelli ri-servati. Sui dati che vengono inseriti inrete serve, perciò, il controllo preventivodel Comitato Etico, un lavoro impegna-tivo ma assolutamente necessario‰. Da qui il suo autorevole consiglio: „Sug-gerisco ai responsabili dei singoli progettidi ricerca di anticipare al Comitato Etico i

Apprezzamenti e consiglidel board internazionale

LA TAVOLA ROTONDA

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dati che andranno inseriti nel portale, cosìda abbreviare i tempi attraverso una sortadi autorizzazione preventiva. E aggiungo:è importante informare correttamente ecompletamente sullÊutilizzo dei dati glistessi pazienti dai quali sono stati rac-colti‰.Sui potenziali effetti di una cattiva ge-stione dei dati sensibili legati alla ricercainfermieristica si è soffermato in partico-lare Martin Johnson.„In Gran Bretagna – ha spiegato il do-cente inglese – abbiamo vissuto diversiscandali che hanno scosso fortementelÊopinione pubblica. E, nella maggior partedei casi, la reazione allo scandalo si è ri-velata molto esagerata rispetto ai dannieffettivamente causati. ˚ accaduto, adesempio, per alcune biopsie utilizzate poiper fini di ricerca scientifica allÊinsaputadei pazienti e delle loro famiglie. Alla lucedi casi come questi, è bene quindi, affron-tare il problema prima che si crei. EccolÊutilità dei Comitati Etici che devono va-lutare gli aspetti più critici dei lavori anchein unÊottica di risk management‰.Sul concetto di „scienza responsabile‰ siè soffermata Dyanne Affonso, dalla qualeè giunto un incoraggiamento che suonacome un prezioso riconoscimento dellosviluppo del Centro di Eccellenza. „Il Centro ha un buon progetto di piatta-forma su internet, adatto per inserire cor-rettamente il criterio della responsabilitàscientifica dei lavori. Negli Stati Uniti que-sta materia la controllano i medici, conComitati Etici divenuti oggi molto selettivie, talvolta, intransigenti. A questo punto– ha aggiunto – suggerisco allÊIpasvi direalizzare un apposito prospetto di linee-guida di riferimento, uno strumento chepuò risultare molto utile per prevenirepossibili criticità. Se gli infermieri assu-mono la leadership su questo tema in Ita-lia – è stata la sua sfida – costringerannoanche i medici italiani ad adeguarsi. IlCentro di Eccellenza può aprire questapista, innovare e dare lÊesempio‰.Il direttore, Gennaro Rocco, ha ripercorsobrevemente lÊattività svolta in questo de-licatissimo campo ed ha aggiunto la suaraccomandazione ai ricercatori impegnati

La vice presidente del Collegio Ipasvi di Roma, Ausilia Pulimeno,introduce gli ospiti del workshop

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nei vari progetti: „La valutazione e la re-visione operata dal Comitato Etico in-terno non ci esime dal presentare iprogetti ai Comitati Etici delle strutturesanitarie in cui vengono effettuate le ri-cerche. Un conflitto fra i due soggetti, in-fatti, potrebbe ostacolare il programmafino ad impedirne materialmente lo svi-luppo‰.Quanto ai progetti di ricerca, conclusi oancora in corso, presentati nel workshopdel 23 ottobre, il giudizio finale del boardinternazionale del Centro di Eccellenza èstato unanime quanto lusinghiero. „Ilmassimo dei voti per tutti i lavori – hadetto Linda Mayberry nel suo interventodi chiusura – per la qualità molto signifi-cativa delle ipotesi di ricerca e per le im-portanti applicazioni che potranno avere‰. Quindi, i suoi consigli per proseguire sullastrada intrapresa: „Con lÊaumento del nu-mero degli studi vanno rimodulati anchei finanziamenti. Inoltre, si possono preve-

dere premi per i ricercatori delle categoriesenior e junior. E poi insistere sulla ri-cerca transnazionale, anche per ricevereun importante feedback da altri ricercatoridi tutto il mondo, magari afflitti daglistessi problemi‰.Martin Johnson si è detto „affascinatodal numero e dalla qualità degli studi pro-posti‰ nel workshop, sottolineando i ri-schi paradossali di unÊattenzioneeccessivamente sbilanciata sulla figuraprofessionale e dunque un poÊ autorefe-renziale. „Il rischio è quello di studiare piùnoi stessi che i pazienti – ha detto – ma ilavori che ho visto qui sono di ottima qua-lità anche sotto questo aspetto e sarannomolto utili al benessere dei pazienti‰.„Anche io do il massimo dei voti ai pro-getti e al Centro di Eccellenza di Roma –ha aggiunto Dyanne Affonso –. In soli treanni, è riuscito a realizzare diversi filoni diricerca che destano attenzione in tutta lacomunità infermieristica internazionale,

con una buona organizzazione fondatasulla piattaforma a quattro pilastri. LÊori-ginalità dei suoi progetti sta distinguendola ricerca infermieristica italiana da quelladi altri Paesi. Avanti così!‰.Ringraziando per i brillanti voti ricevuti,Gennaro Rocco ha chiosato sulla dose diulteriore e vitale entusiasmo che lÊassi-stenza del board internazionale infonde intutti gli operatori coinvolti nelle attività delCentro di Eccellenza. „CÊè ancora molto da fare – ha avvertitoRocco – ma le valutazioni di Affonso, May-berry e Johnson ci confermano che siamosulla strada giusta. Si tratta ora di metterein rete le nostre esperienze e di affrontareil problema del finanziamento dei progetti,anche se la grande voglia di fare e la ge-nerosa disponibilità di così tanti colleghivale ben più dei soldi. Ora al Centro serveun passo ulteriore e lÊesito del confrontodi oggi con i nostri esperti ci induce a rite-nere che lo stiamo compiendo‰.

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La presidente della Federazione Annalisa Silvestro con i consiglieri (da sinistra) Napolano, Fiorda e Tosini

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UnÊequazione che fa venire i brividi: sanità uguale eco-nomia. Eppure, domina sempre più le cronache giornalistiche

in questi maledetti tempi di crisi.LÊaspetto finanziario, nellÊepoca della spending review, sovra-sta ogni considerazione sullÊassistenza ai cittadini e sulle con-dizioni di lavoro del personale.Nel Lazio, con la Regione strangolata da un deficit spaventosoe da un piano di rientro sanitario tutto lacrime e sangue, la si-tuazione si fa esplosiva. Così, fra tagli e stipendi bloccati, anche prestigiose strutturedi cura finiscono col riempire i titoli di giornali e tg. A Roma fa scalpore il caso dellÊIdi-San Carlo, dove il personaleè in fermento.

Il Messaggero (1/9/2012) titola„LÊIdi aspetta un miracolo. 'Si

sopravvive alla giornata'‰. Si legge: „NellÊIstituto DermopaticodellÊImmacolata, in via Monti di Creta, è il deserto. I pazienti ri-posano, le macchine della radiologia per il momento funzio-nano, a volte mancano dei farmaci, ma il personale anche seridotto, è stato sempre presente. Insomma tutto è a posto. Eniente in ordine. 'Non abbiamo ricevuto il saldo di agosto cheaspettavamo. E i sindacati dicono che anche a settembre nonriceveremo lo stipendio, è un caos qui dentro, si sopravvivealla giornata'. Medici, paramedici, infermieri non sanno cosaaccadrà domani, eppure mostrano una calma che forse è partedel mestiere. In passato, non hanno ricevuto due stipendi, poine hanno visti tre in ritardo tutti insieme, ora la voce che giraè che per settembre 'non c'è liquidità''‰. Il reportage del quotidiano romano conclude: „Liquidità, sti-pendi, allÊIdi aspettano fiduciosi. Tutto questo non arriva ai pa-zienti, che non hanno di che lamentarsi, che si affacciano fuorialla stanza e si meravigliano della domanda: 'Qui? Va tuttobene, sono tanto gentili' ‰.Non solo Roma, però. I tagli di spesa falcidiano posti letto e servizi in tutta lÊarea me-tropolitana della capitale.

Il Tempo (2/9/12) lancia lÊallarme: „Sit-in di protesta contro i tagli negli ospe-

dali. I nosocomi di Subiaco, Palombara e Monterotondo sicoalizzano per evitare altre penalizzazioni‰.Si annunciano proteste fragorose: „Cresce la mobilitazionecontro il trasferimento del personale dallÊospedale di Monte-rotondo e la protesta torna a montare anche negli altri due no-

socomi dellÊAsl RmG avviati alla riconversione: Subiaco e Pa-lombara. Mercoledì i sindacati allestiranno un presidio davantial 'Santissimo Gonfalone' dopo il 'no all'ennesimo taglio al per-sonale' gridato dal sindaco che venerdì ha 'diffidato formal-mente la Asl ad annullare il trasferimento di altri tre infermieridel nosocomio'. Anche perché 'a Monterotondo già mancano20 infermieri, con gli operatori costretti a coprire fino a 12 orecontinuative' ‰.Il Tempo (21/9/12) rilancia anche da Palestrina lÊallarme sullecondizioni di lavoro degli infermieri: „II sit-in degli infermieristremati‰, è il titolo. Si legge: „LÊospedale di Palestrina continua a crescere ma ilpersonale è sempre meno. La denuncia: pochi e costretti a la-vorare anche 15 ore al giorno‰.Il Messaggero (26/10/12) fa eco da Albano: „Pronto soccorsoal tracollo, un medico per 150 degenti‰. Il quotidiano spiega:„Al pronto soccorso dell'ospedale di Albano è emergenza infi-nita. Gli amministratori si muovono e chiedono alla Regione in-terventi rapidi a tutela dei lavoratori e degli utenti. Ieri, intanto,si è verificato un caso che ha dellÊincredibile: cÊera soltanto unmedico per 150 pazienti perché lÊaltro dottore in servizio eradovuto andare con lÊautoambulanza per soccorrere un uomocolpito da infarto‰. E ancora: „Si è proposto alla dirigenza del-lÊAsl RmH di favorire un trattamento accessorio per gli infer-mieri che si rendono disponibili a sacrificarsi con turnistraordinari‰.Intanto, il Governo lavora al decreto sulla sanità, subito ribat-tezzato dai media „decreto Balduzzi‰. La governatrice delLazio, Renata Polverini, prefigura scenari apocalittici per fineanno e si appella al ministro.

LÊagenzia Asca (4/9/12) dirama il dispaccio:„Sanità: Polverini, dl garantisca lavoratori

Regioni in piano di rientro‰. E spiega: „La Regione Lazio hachiesto nellÊambito della discussione sul decreto Balduzzi lagaranzia dei lavoratori precari della sanità nelle regioni in pianodi rientro. 'Una questione che riteniamo rappresenti elementodi urgenza, anche alla luce del rischio di completa paralisi a di-cembre del servizio sanitario pubblico'. Lo dichiara in una notala presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. 'Si tratta diun tema che ho posto in tutti i precedenti incontri allÊattenzionedel ministro Balduzzi, così come del Governo - prosegue - per-ché in un momento in cui si pensa ai precari della scuola e aquelli di tanti altri settori del comparto pubblico, è doverosopreoccuparsi anche dei tanti medici e infermieri che da anni si

Quando la sanità localesi fa con il salvadanaio

DICONO NOI

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DICONO NOI

impegnano quotidianamente seppur nella precarietà. La Re-gione Lazio - conclude la Polverini - è già intervenuta, nei limiticonsentiti dallo sblocco del 10% del turn over all'interno deivincoli del piano di rientro, ma occorre un impegno forte delGoverno' ‰.Tempi duri per la sanità e per gli infermieri. Eppure, la professione attrae sempre di più i giovani, nono-stante che le difficoltà di accesso al corso di studi finiscano perscoraggiare molti di loro.

Il Corriere della Sera(2/9/12) titola „LÊin-

fermiere è una professione che ora piace ai giovani‰. Il serviziospiega: „Aumenta il numero di ragazzi che hanno presentatodomanda per il corso di laurea in Scienze Infermieristiche. Dal2008 al 2011 si è passati da 12 mila a 16.500 richieste e anchequest'anno la proiezione è in crescita. Non solo. Tra il 2007 e il2011 la quota di laureati con meno di 25 anni è cresciuta dal45,6% al 57,8%. Segno di un percorso universitario che reggee di unÊattrattiva ritrovata nei confronti della professione daparte dei giovani‰.Le lunghe code ai test di ammissione confermano lÊinteressedei ragazzi verso la professione infermieristica e le altre pro-fessioni sanitarie.

Il Corriere di Viterbo(6/9/12) riferisce delboom di domande al-

lÊuniversità Cattolica di Roma: „In 4mila per le professioni sa-nitarie, 1700 le domande per la sede di Roma. Tra i corsi piùgettonati: Fisioterapia, con 517 domande per 35 posti, Infer-mieristica con 211 domande per 75 posti, Logopedia con 182domande per 20 posti e Ostetricia con 90 domande per 10posti‰.

Il Giornale (3/9/12) pubblica unasorta di manuale destinato ai gio-

vani in cerca di occupazione suggerendogli alcune regole dÊoroper fare centro. „Ecco cinque idee per trovare un impiego‰, èil titolo. E fra le figure maggiormente richieste dal mercato dellavoro il quotidiano milanese segnala proprio quelle sanitarie:„In ambito sanitario non esistono solo i medici: cresce infattila domanda di infermieri e tecnici di radiologia medica, già oggisottodimensionati rispetto alle esigenze‰.Cresce lÊattenzione dei giovani verso le professioni sanitarie,ma aumenta anche la disillusione di molti. La selettività dei testdi ingresso negli atenei finisce per scoraggiare tanti neodiplo-mati.

Il Sole24Ore-Sanità (12/9/12) dedica unampio servizio a questo aspetto e pubblicagli ultimi dati. Il titolo è: „Lauree sanitarie:

domande in calo‰. Si legge: „Stabili a Medicina, le domande per i corsi di laureacalano nelle 22 professioni sanitarie del 3,1%, soprattutto perinfermieri e tecnici di radiologia. Si interrompe il trend positivo

delle domande sulle lauree per le professioni sanitarie. Da que-stÊanno si verifica una lieve flessione (-3,1%) sulle 123.419 do-mande dello scorso anno su 27.368 posti a bando. Il calo didomande nelle università private (-25%) è superiore a quelledelle statali (-2%)‰.Il ministro Balduzzi prova, intanto, a dare corpo allÊimpegno peruna sanità più territoriale e vicina ai cittadini. Sul via libera agli ambulatori (aperti 24 ore al giorno), però, siimbatte subito nellÊaltolà dei medici. E la stampa si scatena. Alla vigilia del Consiglio dei ministri che si annuncia decisivo, IlCorriere della Sera (4/9/12) scrive: „I medici protestano controle Regioni. Verso lo sciopero per l'idea di usare gli ospedalierinegli ambulatori‰. Ancora: „I medici di famiglia della Federa-zione Fimmg hanno dichiarato lo stato di agitazione e minac-ciano lo sciopero se il governo accetterà le modifiche propostedalle Regioni sulla riforma della medicina territoriale (studiaperti 24 ore su 24). Gli assessori chiedono che le Asl possanoorganizzare i servizi utilizzando anche i dipendenti del serviziosanitario. Un esempio: un medico ospedaliero potrebbe esserespostato in ambulatorio. Altro punto contestato è quello del nu-mero ottimale di pazienti per ciascun professionista, che oggiè di mille soggetti. Le Regioni vorrebbero avere la possibilitàdi eliminarlo o modificarlo‰.

Avvenire (4/9/12) aggiunge: „Caos sanità, medicidi base in rivolta‰. E spiega che „Fimmg, Sumaie Fimp, i tre maggiori sindacati, paventano 'ef-fetti devastanti sui livelli e sulla qualità dellÊassi-

stenza' e minacciano azioni di lotta 'senza escludere losciopero' ‰.

Da parte sua il ministro tieneduro e dichiara al Secolo XIX

(6/9/12): „ 'Un decreto che vedrà medici di famiglia impegnati7 giorni su 7, 24 ore su 24, in una nuova alleanza tra utente emedici di famiglia che richiede unÊorganizzazione integrata dellamedicina di famiglia' ‰. Fra i vari punti contenuti nel decreto Balduzzi, i riflettori deimass media si accendono soprattutto sugli ambulatori h24.

La Repubblica (7/9/12) titola: „Taskforce di medici e infermieri, labora-

tori per analisi ed ecografie: così funzionerà lÊambulatorio h24‰,spiegando che la novità „Servirà ad alleggerire lÊassedio aiPronto soccorso dove solo il 5% dei 20 milioni di utenti è incodice rosso ha bisogno delle strutture di un ospedale‰. E ag-giunge: „Saranno aperti 24 ore al giorno tutta la settimana eavranno, a seconda del luogo, della densità abitativa, dai dieciai trenta tra medici, infermieri, tecnici e segreteria per la tele-medicina. Ancora non è deciso ma si ipotizza in media un ba-cino di utenza trai i 10 e i 20mila pazienti per centro‰. Lo stesso quotidiano, però, mette in risalto il tallone dÊAchilledel piano: „La nota dolente del progetto, che è piaciuto ai più,è la mancanza di fondi che rischia di fare restare il tutto letteramorta. Non sono previsti finanziamenti e le Regioni, che do-

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vrebbero mettere i soldi visto che gestiscono la sanità, sono asecco‰.

Sulla vicenda Blitz Quotidiano (6/9/12) mostratutto il suo scetticismo e taglia corto: „De-creto sanità: medici h24 solo se paga la Re-gione. Fino al 2015 tutto bloccato‰.

Qualche giorno dopo Libero (8/9/12) svela: „Già da rifare il de-creto sui medici di base. Tempi più lunghidel previsto per il decreto sanità. Il provve-

dimento andrà nel Patto della salute e sarà aperto al massimoconfronto con le Regioni, ha annunciato il ministro della Salute,Renato Balduzzi‰. Anche gli infermieri fanno sentire al loro voce e prendono po-sizione attraverso la presidente della Federazione Ipasvi.

Quotidianosanità (13/9/12) riassume così lÊinter-vento di Annalisa Silvestro: „Senza gli infermieri,nessuna riforma delle cure primarie. Il ministroconvochi le rappresentanze professionali e provi

a valutare le loro proposte, diversamente da quanto ha ritenutodi fare nella fase di elaborazione del provvedimento. Noi infer-mieri sappiamo di essere capaci di dare un contributo decisivoche vada oltre le fumose formule generiche della riforma‰.Nel frattempo, la crisi politica alla Regione Lazio, travolta dagliscandali, precipita.La governatrice, Polverini, si dimette proprio mentre la stamparilancia gli ultimi dati nazionali, in crescita, sulla spesa sanitaria. Avvenire (30/9/12) titola: „Regioni, esplodono i costi della sa-nità‰. Nel servizio si legge: „In Italia, più che nel resto d Eu-ropa, ammalarsi non conviene, avverte un rapporto diConfartigianato presentato ieri al Festival della Persona diArezzo. Nel nostro Paese, tra luglio 2007 e luglio 2012, i prezzidei servizi e dei prodotti sanitari sono cresciuti del 14,1%, valea dire 5,7 punti in più rispetto allÊaumento dell'8,4% nell'Euro-zona, e la spesa sanitaria tra il 2000 e il 2011 è cresciuta il dop-pio del Pil‰. A Roma e nel Lazio lÊincertezza della situazione politica si tra-duce subito in emergenza.

La Repubblica (3/10/12) scrive:„Sanità, il lascito Polverini: a ri-

schio tremila precari e via altri 947 posti letto‰. LÊarticolospiega che „sono in pericolo i contratti di tremila camici bianchiprecari. Rischiano di sparire altri 947 posti letto negli ospedalipubblici e negli accreditamenti con i privati (oltre ai 2.900 giàcancellati). E lÊoccupazione in sanità, scesa di 5 mila addettinegli ultimi quattro anni, vacilla ancora con il ricorso alla cassaintegrazione per 1.500 dipendenti dei centri privati. I sommo-vimenti seguiti a sprechi e saccheggi dei consiglieri regionalipreoccupano Cgil, Cisl, Uil‰.

Il Sole24Ore (3/10/12) titola: „Lazio, lacrisi travolge il risanamento‰. E com-menta: „Il terremoto che ha scosso

alle fondamenta la politica ha il sapore del colpo di grazia sul

bilancio pubblico del settore, già gravemente fiaccato da unpiano di rientro durissimo e che nonostante il commissaria-mento dei conti non riesce a vedere la luce alla fine del tunnel.Con lo scandalo dei fondi che ha travolto l'amministrazione re-gionale, per il delicato capitolo del piano di rientro sono dolori‰.Con le dimissioni, nel Lazio arriva il nuovo commissario gover-nativo per la sanità, Enrico Bondi.

Il Messaggero (17/10/12) riferi-sce le parole pronunciate, per

lÊoccasione, dalla presidente Polverini: „ 'Consegniamo al com-missario Bondi una sanità sulla via della guarigione, con un di-savanzo ridotto a 600 milioni che è circa un terzo di quello cheabbiamo ereditato dalla giunta Montino-Marrazzo' ‰. Negli stessi giorni, il decreto Balduzzi supera la sua prima tappaparlamentare.

Italia Oggi (19/10/12) titola: „Am-bulatori 24 ore su 24, la Camera

approva il decreto Balduzzi‰.Il quotidiano economico riassume così i tratti salienti del de-creto: „Restyling della medicina territoriale (diventerà un ser-vizio offerto a ogni ora del giorno e della notte), nuove regoleper le nomine dei direttori generali delle Asl che le Regioni at-tingeranno da elenchi aggiornati costantemente. E ancora,multe da 250 a 1.000 euro per chi venderà alcol e tabacchi aminorenni, mentre il gioco online sarà vietato nei pubblici eser-cizi. Taglia il primo traguardo (con voto di fiducia) il decretolegge 158/2012 sulla tutela della salute del ministro RenatoBalduzzi, che ottiene 380 sì e 85 no in unÊaula della Cameracon molti scranni del centrodestra vuoti (assenti 126 deputatisu 208 del Pdl). Il testo passa ora allÊesame di Palazzo Ma-dama‰. Tre settimane più tardi, il decreto riceve anche lÊapprovazionedel Senato.

LÊUnità (1/11/12) titola: „Ambulatori e intra-moenia, il decreto sanità è legge‰. Il servizio

riferisce: „˚ servita la quarantaduesima fiducia della breve sto-ria del Governo Monti, ma da ieri il decreto sanità del ministroBalduzzi è legge con le sue norme che contengono numerosenovità, dall'assistenza h24 all'intramoenia, dalla stretta sulfumo a quella sui giochi. Una riforma passata al Senato con181 voti a favore, 43 contrari e 23 astenuti‰.Nei palazzi della politica si discute, mentre fuori la protesta di-vampa. A Roma le situazioni più esplosive fanno finalmente notizia. La Repubblica (22/10/12) riferisce: „Idi, lavoratori ancora senzastipendio: giornata di presidi e contestazioni‰. E annuncia unafiaccolata di protesta dei dipendenti a piazza San Pietro.

Tre settimane dopo, Il Tempo(14/11/12) aggiunge: „La crisi dellÊIdi-

San Carlo arriva in Parlamento‰. E spiega: „Lavoratori senzastipendio da agosto. La Commissione dÊinchiesta sul Serviziosanitario nazionale ha deciso di aprire un'istruttoria sulla situa-

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DICONO NOI

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DICONO NOI

zione drammatica dellÊIdi-San Carlo di Nancy-Villa Paola‰.Le crescenti incertezze esasperano gli animi dei professionistisanitari nelle più grandi strutture sanitarie romane.

Avvenire (6/11/12) scrive: „Infermieri del Ge-melli contro la cassa integrazione‰. Racconta della singolare protesta inscenata daicolleghi del Gemelli: „Hanno passeggiato sulle

strisce pedonali di fronte al proprio ospedale per unÊora, bloc-cando il traffico a intermittenza. ˚ stata questa la protesta delpersonale sanitario, soprattutto infermieri, del Policlinico Ge-melli di Roma, che ieri ha deciso di lasciare i reparti e scenderein strada per chiedere 'visibilità sulla situazione del nosocomio,dove dalla scorsa estate è partita una cassa integrazione perottanta lavoratori'. L'accordo firmato dal Gemelli con i sindacatiprevede la cassa integrazione straordinaria per 196 dipendentia rotazione, per due anni, a partire dallÊinizio del 2013‰.

Il Tempo (7/11/12) si aggiunge allalista, dedicando ampio risalto alla pro-

testa dei colleghi di Tor Vergata, con il titolo: „Protesta di in-fermieri e medici al Policlinico‰.Non basta. Dal Governo, per gli effetti della spending review,

arrivano altri taglisugli ospedali.

Il Corriere della Sera (8/11/12) annuncia: „Trentamila posti lettoin meno nel 2015, tagli record in Molise, Lazio e Trentino‰. Ilservizio spiega: „Entro il 31 dicembre le Regioni dovranno in-dicare dove e come ridurre 30 mila posti letto negli ospedaliche saranno riutilizzati per altre funzioni. Si punta sullÊefficienzae sullÊeliminazione dei doppioni. A Roma, per esempio, solouna cardiochirurgia delle 8 presenti rispetta i nuovi criteri‰. Silegge ancora: „Si dovrà passare nel prossimo triennio 2013-2015 a un rapporto di 3,7 letti ogni mille abitanti dallÊattuale 4,2della media nazionale. Lo 0,7% devono essere dedicati a riabi-

litazione e lungodegenza di malati che hanno superato la faseacuta. Alcune Regioni, come Emilia Romagna, Veneto, Toscanao Lombardia, hanno già avviato questa operazione, altre invecedevono cominciare quasi da zero e non a caso sono quelle conmaggior deficit, sotto piano di rientro. Il Molise è quella chedeve ridurre di più (-33,2%), seguita dalla Provincia autonomadi Trento (-20,9%) e Lazio (-19,9%). Le parole chiave: menoospedali (molto costosi e fonte di sprechi), più servizi territo-riali, più appropriatezza‰.Sarà, ma qui a furia di tagliare senza cucire il servizio sanitariofinisce a brandelli. La vicenda del più grande ospedale italiano è emblematica dicome le cose si complichino anche se i soldi ci sono.

La racconta Il Messaggero(15/11/12) rilanciando lÊappello

del direttore generale del Policlinico Umberto I con il titolo:„'Rischiamo di chiudere'‰. Si legge: „LÊUmberto I rischia dichiudere se non saranno sbloccati i 104 milioni di euro stanziatidalle legge 448 del 1998 per la riqualificazione del più grandeospedale universitario dÊEuropa. LÊallarme arriva da DomenicoAlessio, direttore generale del Policlinico. Il manager sottoli-nea: 'Si tratta di fondi fermi da 14 anni mentre lÊUmberto I lan-gue nel degrado. Visto che i fondi ci sono, cosa si aspetta inRegione?'‰.In uno scenario tanto desolante per la sanità regionale, unanota positiva spicca come una fulgida eccezione. Per fortuna!Sempre Il Messaggero (25/10/12) riferisce: „Inaugurato ilnuovo Bambino Gesù‰. Scrive: „Circondato da mamme e bam-bini, infermieri e politici, il cardinale Tarcisio Bertone benediceil nuovo Centro dellÊospedale Bambino Gesù a San Paolo. Lastruttura porterà il nome di Benedetto XVI e dal 2013 diventeràil più grande centro dÊEuropa dedicato alla ricerca pediatrica‰. Come dire: meglio affidarsi allÊintervento divino!...

AVVISOPartecipa al sondaggio on line sulla qualità dell'assistenza

Il Coordinamento regionale Collegi Ipasvi del Lazio sta conducendo una ricerca sulla percezione degli infermieri sulla qualitàdellÊassistenza infermieristica effettuata. Con questa iniziativa, il Coordinamento vuole dare vita ad una serie di iniziative cheperseguono lo scopo di indagare in maniera oggettiva e rigorosa le opinioni degli infermieri iscritti ai Collegi Ipasvi su alcuniaspetti dellÊassistenza infermieristica effettuata in attività dipendente o libero professionale.Per fare ciò, inviatiamo i nostri iscritti a rispondere in modo completo a questa veloce survey/questionario disponibile sullahomepage del sito www.ipasvi.roma.it che permetterà di implementare la qualità dei servizi offerti a favore della qualità del-lÊassistenza offerta al cittadino.I risultati saranno pubblicati a fine indagine sui siti web dei rispettivi Collegi provinciali del Lazio.

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NOTIZIE COLLEGIO

Aperte le iscrizioni Ipasvi CupPer i migliori infermieri calciatori

torneo nazionale a giugno

Anche questÊannosiamo pronti adiniziare lÊIpasvi

Cup. Si tratta della sestaedizione del Torneo, conalcune novità rispetto aglianni precedenti, neces-sarie soprattutto per evi-tare di perdere squadredurante la competizione.Per prima cosa, abbiamodeciso di svolgere lacompetizione in unÊunicasessione primaverile: siinizierà a metà febbraio esi giocherà tutte le setti-mane, fino a fine maggio. Abolita quindi la pausa in-vernale che, nellÊultimoanno, ha fatto „ritirare‰quattro squadre su 11.A seconda del numero disquadre iscritte, si gio-cherà su un campo unico (fino a sette squadre, girone unico eplay off), o su due campi (fino ad 11 squadre, girone unico conpartite in „casa‰ e „fuori casa‰, quindi play off in casa delle mi-gliori classificate). Nel caso si iscrivano almeno 12 squadre, si giocheranno due gi-roni separati (Nord e Sud), quindi i play off sempre in casa deimeglio piazzati.Si tornerà al pagamento settimanale della quota campo: verrà ri-chiesta una quota iniziale per partecipante (20 euro) per le tes-sere associative/assicurative, quindi, le squadre pagheranno 45euro per ogni partita giocata, comprensiva di quota campo ed ar-

bitro.Ogni squadra potrà iscri-vere un numero illimitatodi infermieri e studenti in-fermieri, e, inoltre, potràaggiungere in rosa fino atre operatori sanitari noninfermieri. Le iscrizioni saranno aper-te da inizio dicembre atutto il mese di gennaio.Per giugno 2013 (dal 17 al20), stiamo organizzandopure il primo Torneo na-zionale di calcio a 7 per in-fermieri: abbiamo invitatoi Collegi Ipasvi di tutt'Ita-lia e già fissati campo edalbergo. Inoltre, la Fede-razione nazionale ha con-cesso il patrocinio gra-tuito allÊiniziativa. Per confermare lo svol-

gimento del torneo dobbiamo raggiungere il numero di 6squadre.La compagine di Roma sarà rappresentata dai migliori 15 infer-mieri (il torneo nazionale è aperto esclusivamente agli infer-mieri, sarà richiesto certificato di iscrizione allÊAlbo) iscrittiallÊIpasvi Cup 2013. La classifica terrà conto, soprattutto, della „disciplina‰ dei par-tecipanti, intesa come presenza alle partite, correttezza incampo, regolarizzazione dei pagamenti e consegna dei docu-menti richiesti (identità e certificato medico).Info: 339/7326143.

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COLLEGIONOTIZIE

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Posta elettronica certificataÈ tempo di attivarla gratis!

Cari Colleghi, è scaduto il 30 novembre scorso il termineultimo per comunicare al Collegio la propria casella diposta elettronica certificata (PEC), obbligatoria per tutti

i professionisti. Con lÊintento di promuovere fra gli iscritti la più ampia diffusionedella PEC e per incentivarne quanto più possibile lÊutilizzo, il Col-legio di Roma ha deciso di venire in soccorso dei Colleghi chenon lÊabbiano ancora attivata, offrendo gratuitamente una nuovacasella PEC (con dominio @PEC.IPASVI.ROMA.IT), a tutti coloroche ne faranno richiesta.Per chiedere lÊattivazione della nuova casella di posta elettronicacertificata basta seguire alcune sem-plici istruzioni descritte successiva-mente. Il sistema richiederà oltre al codice fi-scale, il numero di iscrizione allÊAlbo,necessario per poter procedere. Perchi non lo ricordasse, il numero è ri-portato sulla tessera dÊiscrizione. Chinon avesse ancora ritirato la tessera(i nuovi iscritti la ricevono a casa) puòfarlo in ogni momento presso la sededel Collegio (Viale Giulio Cesare, 78).Tutti gli iscritti possono avere lanuova tessera elettronica corredandola richiesta di due fotografie formatotessera uguali. In ogni caso, il nu-mero dÊiscrizione allÊAlbo sarà indicato anche nella lettera diconvocazione della prossima Assemblea Ordinaria Annuale(prevista per il 18 marzo 2010) che gli iscritti riceveranno entrola fine di febbraio, assieme ad unÊinformativa più completa sullaPEC.La PEC rappresenta la nuova frontiera della comunicazione pro-fessionale. Va utilizzata per ricevere e spedire documenti, do-mande, certificati e ogni tipo di informazione in modo sicuro edirettamente da casa propria. La posta elettronica certificata consente di inviare e-mail convalore legale equiparato ad una raccomandata con ricevuta diritorno.Il sistema garantisce la sicurezza del contenuto di ogni comu-nicazione, impedendo modifiche ai messaggi e ai relativi alle-

gati. Attesta inoltre data e ora esatta della spedizione e del- lÊav-venuto ricevimento attraverso unÊapposita ricevuta, che costi-tuisce a tutti gli effetti prova legale dellÊinvio/ricevimento. Incaso di smarrimento della ricevuta, la traccia informatica delleoperazioni svolte viene conservata dal gestore del servizio per30 mesi e consente la riproduzione della ricevuta con lo stessovalore giuridico dellÊoriginale.La Posta Elettronica Certificata offre una nuova grande oppor-tunità di crescita professionale. Il Collegio Ipasvi di Roma è lieto di offrirla a sua volta a tutti gliiscritti.

Come richiederlacollegarsi al sito internet dedicato perla richiesta, ovvero http://www.giga-pec.it/wrapper/convenzioni.html eseguire le istruzioni a video. Ti verranno chiesti inizialmente il Co-dice Fiscale e il numero di iscrizioneallÊAlbo di Roma (solo i numeri. Es:IP-77890 sarà 77890)Successivamente saranno necessari:i tuoi dati completi, un documento diidentità valido, e un indirizzo di postaelettronica tradizionale (o personale/aziendale) dove Ti verranno recapitatii moduli di adesione al servizio che

successivamente andranno rispediti via fax al gestore, datati efirmati, assieme alla fotocopia del Tuo documento di Identitàprecedentemente comunicato.Terminato il flusso di attivazione, riceverai 2 (due) email: una diavvenuta attivazione contenenti i parametri tecnici per usare latua nuova mailbox, ed un'altra contenente la modulistica dacompilare e spedire via fax. La nuova mailbox sarà subito fun-zionante, ma disattivata se non inviati i moduli al gestore.Ricordiamo che, essendo una mailbox certificata, è strutturataper essere utilizzata solamente inviando e ricevendo da altremailbox certificate; se vuoi utilizzarla anche come posta elettro-nica tradizionale, puoi farlo attivando lÊopzione attraverso il pan-nello di controllo dedicato, chiamato „gestionemail‰ allÊindirizzodescritto nella lettera di attivazione.

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Su proposta del ministro dellÊEconomia e delle Finanze edel ministro della Salute, Enrico Bondi, è stato nominatonuovo Commissario ad acta per la sanità nel Lazio in so-

stituzione della presidente Renata Polverini, dimissionaria dallacarica.Bondi era stato scelto dal Governo Monti anche come Commis-sario per la realizzazione del programma di spending review. Acommento della nomina, Renata Polverini ha dichiarato ÂacaldoÊ: „Consegniamo al Commissario Bondi una sanità sullavia della guarigione, con un disavanzo ridotto a 600 milioni, cioècirca un terzo di quello che abbiamo ereditato‰.„In due anni e mezzo - aggiunge - siamo infatti passati dai 1,5miliardi di deficit del 2010 ai 610 milioni previsti per il 2012, inbase alle stime avallate dalla società di revisione del Governo,grazie alla riduzione dei costi e alla razionalizzazione della reteospedaliera. Abbiamo anche trovato, grazie ai controlli introdotti,un ulteriore buco di bilancio di 1,5 miliardi che abbiamo copertononostante i continui tagli delle varie manovre governative chehanno inciso, ovviamente, anche sulla sanità‰. Il 17 ottobre ilnuovo commissario ha varcato il cancello del palazzo della Re-gione per il passaggio diconsegne.Lo scenario che deve af-frontare Enrico Bondi è dif-ficile, in una Regione chedeve fare i conti con ilPiano di rientro e la dura re-altà della Spending Review.Fondi. Novecento milioni dieuro. A tanto ammontano ifondi statali destinati allaRegione Lazio dopo lÊultimariunione del tavolo di veri-fica sullÊapplicazione delpiano di rientro. Tavolo eComitato di valutazioneconfermano „che non èpossibile procedere ad ero-gare spettanze fino aquando le struttura com-missariale non porrà in es-sere tutte le iniziative alfine di dare concreta e pun-tuale attuazione di quanto

evidenziato‰, in particolare rilevano il „grave ritardo con cui lastruttura commissariale sta procedendo a definire i rapporti congli erogatori privati per il 2012‰ e le „criticità presenti in alcuniaccordi-contratti siglati nel 2011‰. Ospedali. Per applicare ilpiano di rientro, la Giunta Polverini è stata costretta a tagliare2.700 posti letto. In totale, considerata anche la gestione Mar-razzo, sono stati eliminati circa 6.000 posti. Ma si prevedono ul-teriori tagli perché il decreto sulla spending review indica diraggiungere il rapporto di 3,7 posti letto per mille abitanti, conalcuni paletti precisi: 3 posti letto sono per acuti e 0,7 per la ria-bilitazione e la lungodegenza. Alcune proiezioni stimano chequesto comporterà nel Lazio la perdita di altri 716 posti letto.Ci sono inoltre le questioni aperte che coinvolgono le strutturedella sanità privata e cattolica, come il Gemelli, il Santa Lucia eil gruppo San Raffaele. Pur differenti tra loro, tali vicende si ri-flettono anche sulla riduzione del personale e dei posti letto.Occupazione. Con il blocco del turn over, nel Lazio, come nellealtre Regioni sottoposte a piano di rientro, non si possono so-stituire i dipendenti che lasciano il loro posto. Questa limita-zione, pur con le limitate deroghe che sono state concesse negli

anni, ha causato la difficoltàa coprire anche i servizi piùimportanti e vi sono alcunireparti, che reggono solograzie alla presenza dei pre-cari. Inoltre, per la fine del-lÊanno, si delinea lÊincognitadi 3.000 contratti di precariin scadenza, senza i quali gliospedali romani si ferme-rebbero. La situazione dell'Idi - SanCarlo. Il 7 novembre scorso,il presidente del CollegioIpasvi di Roma, GennaroRocco, ha inviato una let-tera urgente al nuovo com-missario sulla gravissimadifficoltà vissuta in da mi-gliaia di infermieri romaniche non hanno ricevuto il re-golare stipendio per mesi.Vi proponiamo il testo inte-grale della missiva.

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NOTIZIE REGIONE

Bondi nuovo Commissario per la sanitàL'Ipasvi interviene sul caso Idi-San Carlo

Enrico Bondi

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Egr. Prof. Enrico BondiCommissario Straordinario alla Sanità

Regione LazioEsimio Professore,il Collegio Ipasvi di Roma, facendosi interprete della con-

dizione di gravissima difficoltà vissuta in queste settimaneda migliaia di infermieri romani che continuano a non rice-vere lo stipendio, sollecita il Suo più autorevole e rapido in-tervento affinché si ponga fine allo stillicidio di rinvii che stamettendo in ginocchio tante famiglie e pregiudica forte-mente la qualità dei servizi sanitari erogati ai cittadini.

Si ribadisce pertanto quanto segnalato in precedenti co-municazioni con il Suo Ufficio e si invita caldamente la S.V.ad assumere iniziative utili a fermare lÊincrescioso ritardoche, ormai da alcuni mesi, va accumulandosi nel pagamentodegli stipendi del personale in alcune strutture sanitarie ro-mane tra le più importanti e qualificate per la qualità dellecure e dellÊassistenza.

Il perdurante blocco degli stipendi, come nel caso ecla-tante dellÊIdi-San Carlo, sta causando gravissime ripercus-sioni su migliaia di infermieri e sui bilanci delle loro famiglie,in forti difficoltà nel fronteggiare le spese incomprimibilicome il mutuo, lÊaffitto, le utenze, lo studio dei figli.

Lo spirito di sacrificio con cui gli infermieri operano re-sponsabilmente per evitare che i disservizi del SSR ricadano

sui cittadini viene profondamente tradito da questo inaccet-tabile trattamento, che prevarica il diritto fondamentale allaregolarità della retribuzione e svilisce quanti, ogni giorno emolto faticosamente, garantiscono lÊoperatività dei repartiospedalieri e dei servizi ambulatoriali nonostante la gravis-sima carenza di personale che impone loro sforzi fisici e psi-cologici rilevanti.

A tal riguardo, il Collegio Ipasvi di Roma torna a manife-stare viva preoccupazione per la condizione di ulteriorestress che la situazione riversa su ciascun operatore, infon-dendo un senso di sfiducia e incidendo negativamente sullemotivazioni professionali nonché sui rischi di errore sanitario.

Nel ribadire tutta la vicinanza e la solidarietà ai lavoratoriingiustamente penalizzati da questa assurda situazione, ilCollegio Ipasvi di Roma La invita ad attivare con la massimaurgenza ogni azione in Suo potere per scongiurare ulterioriritardi nella corresponsione degli stipendi ed allontanare cosìdallÊorizzonte personale e familiare di tanti bravi professioni-sti lo spettro dellÊindigenza.

Confidando in un riscontro risolutore di una situazionetanto angosciante, si conferma la massima disponibilità alla col-laborazione con il Suo Ufficio e si inviano i più cordiali saluti.

Il Presidentedott. Gennaro Rocco

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NOTIZIE REGIONE

Osteoporosi, milioni di italiani ne soffrono. Peggio, le donne Cinque milioni di italiani soffrono di osteoporosi, la malattia delle ossa fragili che causa, nelmondo, una frattura ogni tre secondi. La probabilità di incorrervi, per le donne, è superiore al rischio complessivo di tumore del seno, delle ovaie e dell'utero. A rilanciare il monito sull'importanza di prevenzione, diagnosi precoce e terapie tempestive e mirate sono gli esperti della Società italiana di ortopediae traumatologia, riuniti a Roma per il 97esimo Congresso nazionale Siot.Le proiezioni confermano come l'osteoporosi sia da considerarsi una patologia in continua crescita nel nostro Paese e, più in generale, in tutto ilmondo occidentale, a causa del progressivo e costante invecchiamento della popolazione. L'osteoporosi non presenta sintomi - spiega la Siot – ma, causando un progressivo indebolimento dello scheletro, si manifesta con la frattura chemolto spesso non viene riconosciuta come, conseguenza della malattia e il paziente non viene prontamente sottoposto ad un'adeguata terapia."Le fratture da fragilità possono avvenire a carico di qualsiasi segmento scheletrico, ma più frequentemente sono interessati il femore prossimale,le vertebre, il polso e l'omero prossimale. L'ortopedico - evidenzia Paolo Cherubino, neoeletto presidente Siot - è spesso il primo e unico medicospecialista a cui il paziente con osteoporosi si rivolge. Nostro è il compito quindi di affrontare il problema dell'osteoporosi con trattamenti specificinon solo chirurgici, ma anche farmacologici per prevenire gli eventi fratturativi".La Siot, nei prossimi anni, "proseguirà la sua attività di studio e formazione, per sensibilizzare i chirurghi ortopedici come affrontare al meglio lagestione del paziente con fratture da fragilità".Le fratture da osteoporosi hanno un elevato impatto sociale, avvertono ancora gli specialisti: entro un anno dall'evento, infatti, circa il 20% dei pazientimuore; il 40% non è in grado di camminareautonomamente, il 60% è limitato in attività quali mangiare, vestirsi e lavarsi, e l'80% è limitato in attività come fare la spesa, giardinaggio, salire oscendere le scale. I costi derivanti dalle fratture da fragilità ossea e dalle loro conseguenze (ricoveri, pensioni ed invalidità) saliranno nella sola Unione europea dai 31miliardi di euro del 2000 a circa 76 miliardi nel 2050.

NOTIZIE IN PILLOLE

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L’infermiere al centro delle celebrazioni del IV centenario della morte

di San Camillo de Lellis

Procedono i preparativi per le celebrazioni delIV Centenario della morte di San Camillo deLellis, patrono universale degli infermieri e di

tutti gli operatori sanitari, nonché degli infermi, degliospedali e della Sanità Militare.Importanti iniziative si stanno già svolgendo in tuttele province Camilliane, in Italia e nel mondo. Mentresi sono da poco riuniti diversi comitati per stabilirecome festeggiare degnamente lÊanno giubilare a li-vello territoriale, a Roma, nella Casa GeneraliziadellÊOrdine dei Ministri degli Infermi, presso la chiesadi Santa Maria Maddalena in Campo Marzio, sistanno ultimando i lavori di rinnovamento del museo,ricco di testimonianze storico-artistiche (risalenti allaseconda metà del XVI secolo, epoca in cui visse eoperò San Camillo, e dei secoli successivi).Oltre a preziose reliquie del Santo, infatti, il museocustodisce documenti storici fondamentali e alcunecuriosità, come una cartolina spedita da un infer-miere camilliano dalla nave su cui Guglielmo Marconistava compiendo alcuni esperimenti.Le sale del museo sono state completamente restaurate, am-pliate e dotate di nuovi contenuti esplicativi e multimediali (non-ché multilingue) che coinvolgeranno i visitatori nellÊappas-sionante vicenda biografica del Santo che ha rivoluzionato ilmondo della sanità e nella fondamentale opera svolta dai Ca-milliani ancora oggi. Basti pensare alla Camillian Task Force, organizzazione interna-zionale di più gruppi (formati da infermieri e medici sia religiosiche laici) che soccorre i più bisognosi di cure in tutte le zonedÊemergenza nel mondo.La chiesa di Santa Maria Maddalena, inoltre, si prepara ad ospi-tare una nuova, splendida urna per le spoglie di San Camillo deLellis. LÊopera, realizzata dallo scultore Alessandro Romano è in avan-zata fase di creazione e andrà a sostituire quella esistente ametà del prossimo anno, poco prima dellÊapertura ufficiale del-lÊanno giubilare che avverrà il 14 luglio 2013 a Bucchianico, inAbruzzo, città natale di San Camillo.Il monumento è unÊimponente - ma dinamica - costruzione inbronzo con lamine dÊoro, che ben si sposa con lo stile barocco-rococò della basilica, incentrata simbolicamente proprio sulla

totale dedizione allÊassistenza e al sostegno, fisico e psicolo-gico, dei sofferenti e degli ammalati (missione avviata e perse-guita da San Camillo e poi proseguita da tutti gli infermieri delmondo).Per approfondire la conoscenza dei luoghi camilliani dÊItalia, inparticolare quelli di Roma che hanno fatto da scenario alla na-scita di una nuova idea di assistenza al malato (e al suo sviluppoe diffusione), è stata creata lÊApp iCamilliani, in italiano e in in-glese, totalmente gratuita e disponibile per iPhone, iPad, An-droid e BlackBerry. L'anno giubilare avrà un occhio speciale per gli „eredi moderni‰di una grande scuola di assistenza ai malati che è iniziata conSan Camillo, padre fondatore dellÊassistenza infermieristica.Le attività e le iniziative saranno sempre più volte ad intensifi-care il coinvolgimento diretto degli infermieri, discendenti direttidel Santo di Bucchianico. Se volete essere aggiornati su tutti gli eventi in corso o in pro-gramma nei prossimi mesi, potete visitare il sito ufficiale:www.camillodelellis.org o seguendoci su twitter (@San_Ca-millo) o su facebook, www.facebook.com/camillodelellis.org

Giorgio TrasartiUfficio Comunicazione per le attività del IV Centenario

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NOTIZIE REGIONE

Interno della chiesa della Maddalena a Roma

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Tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinque-cento, il mondo cristiano fu investito da una delle sue crisipiù profonde che minò le basi del Cattolicesimo stesso,

costringendo i vertici ecclesiastici a considerare nuovi modellispirituali e riorganizzare lo stesso governo temporale.I movimenti riformatori (nati per lo più nelle ricche nazioni cen-troeuropee), avevano posto al centro dellÊazione apostolica il„ruolo religioso dellÊindividuo‰ 2 e - fatto innovativo - al postodel latino, nelle preghiere, nelle letture e nelle funzioni fu intro-dotto lÊuso della lingua volgare per avvicinare il sentimento reli-gioso anche allÊuomo più umile.Il movimento eretico più diffuso e travolgente (nonché di mag-gior impatto per il mondo cattolico) fu la Riforma protestantedella quale Martin Lutero fu il principale animatore.Roma, sede della cattedra di Pietro, fu lÊepicentro di questi pro-fondi disagi: qui, forte e diffuso, si avvertì, più che altrove, unsentimento dÊinquietudine. „Colpita dallÊeresia, dalle critiche e confrontata dal dilagare delmale, la Chiesa riorganizza le proprie forze. Non senza tensioniinterne, ci si orienta a impegnarsi nella pratica sociale. Si aprecosì un fermento di iniziative assistenziali... Eventi lacerantihanno scosso le certezze e alimentano le inquietudini. Di frontealle insidie che sÊaddensano, la Chiesa riflette, riunisce il Conci-lio di Trento.‰ 3 (F.M. Ferro, p. 27).La Chiesa secolare reagì, infatti, serrando le fila e dando vita aduna vera e propria ondata di trasformazioni ed interventi cor-rettivi miranti a costruire nuovi assetti organizzativi delle istitu-zioni ecclesiali e delle magistrature pontificie nella prospettivasia di una capillare presenza in ogni settore della società, sia diun rinnovato fervore spirituale che passava attraverso la disci-plina, la morale e le azioni caritatevoli. Gli obiettivi di questa „risvegliata religiosità‰ furono individuatinelle opere di carità ed assistenza indirizzate ai rappresentantidi quella vasta area di umanità povera, malata, derelitta.Le principali protagoniste di questa operazione furono le con-fraternite (affiancate da nuovi ordini e compagnie religiose): li-bere associazioni di uomini e donne, regolate da norme estatuti, dedicate alla cura, salvezza e carità di poveri ed infermi. I nuovi assetti organizzativi dellÊassistenza abbandonano lÊideadi interventi sporadici e volontaristici per assumere ruoli impor-tanti allÊinterno di un disegno strategico più articolato che por-terà allÊistituzione di luoghi istituzionali ed assistenziali specifici.

Gli scopi perseguiti da queste nuove comunità erano quelle disoccorrere e aiutare gli ammalati, di sfamare la carne con lacarne e di mondare lo spirito con la preghiera di recuperare leanime a Dio. Solo attraverso la salvezza del singolo si potevagiungere alla propria: „salvezza di chi riceve e di chi dona‰ 4

(Black p. 30). La variegata umanità presente nella città eterna presentavacomponenti diverse: vagabondi, pellegrini, e gruppi sociali ap-partenenti alle varie nationi (fiorentini, bergamaschi, lombardi,boemi) e costituì „materia prima‰ per quella specializzazionedelle opere caritatevoli delle varie confraternite, determinan-done lo „scopo sociale‰.Nacquero così le confraternite dedicate allÊassistenza dei car-cerati, dei condannati a morte, dei poveri e, soprattutto, per im-portanza e per numero, le confraternite dedicate allÊassistenzadegli infermi.

SANITÀ E CARITÀ PUBBLICA A ROMA NEI SECOLI XVI E XVIIAlquanto complessa appare lÊorganizzazione della sanità pub-blica nella città del vicario di Cristo.Proveremo ad offrire un quadro, seppur sommario, della fittarete dei ricoveri e degli ospedali nel periodo preso in esame.Uno sguardo indietro...Nel Medioevo, non esisteva una specialità nellÊassistere gli in-

“Quelli che servono gli infermi”1

Caratteri generali sull’organizzazione dell’assistenza a Roma nella prima età della Controriforma

PILLOLE STORIA

Porto di Ripetta 1858

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fermi, spesso assimilati ai poveri ed erano oggetto di „hospi-talitas disinteressata, espressione civile della Charitas‰ 5 (Cos-macini p. 49). LÊassistenza e lÊaccoglienza era fornita in modo incondizionatoai poveri, ai malati, a chi aveva bisogno di aiuto, ai pellegrini eagli orfani. Tutti potevano essere accolti nelle strutture degli ordini religiosi(ovvero, negli alberghi dei poveri) che, via via, si trasformerannoin fondazioni ospedaliere. Chi veniva accolto nei ricoveri era oggetto di un'assistenza ge-nerica senza diversificazione di cure. La storica Saunier 6 (p. 235)ricostruisce stralci di vita quotidiana negli ospedali medievali etardo medievali: normalmente gestiti da enti religiosi, questi luo-ghi fruivano di personale di assistenza specialmente femminile– le suore ospedaliere – a cui era affidata lÊassistenza dei malatiper ciò che concerneva la pulizia e lÊigiene, lÊalimentazione, lacustodia, mentre, per lÊespletamento dei lavori pesanti, c'eranoi „servi‰. Fatte le dovute eccezioni, il medico quasi mai costituiva partedel personale stipendiato, pur rivestendo, spesso, un ruolo diconsulente che impartiva disposizioni alle suore.La formazione „assistenziale‰ delle religiose rimane ancora daindagare: con ogni probabilità, le giovani suore ricevevano una„formazione empirica‰ al loro ingresso in ospedale trasmessadal personale più anziano. Anche lÊestrazione sociale rimane mal conosciuta: lÊunico puntofermo sembra essere la vocazione assistenziale 7 (p. 236) e pro-babilmente, la sicurezza di luogo „dove potranno vivere finoalla loro morte. NellÊattesa, ognuna si vota al servizio di Dio, at-traverso il sentiero dellÊamore per il malato, un servizio attivo,interamente dominato dallÊumiltà, dalla carità e della povertà‰ 8

(ibid.).˚ a loro che verrà affidata, ancora per qualche secolo, la cura e,come diremmo oggi, la presa in carico del malato nella totalitàdei suoi bisogni.La maggior parte degli ospedali medievali erano gestiti da fon-dazioni religiose 9 (cfr. Cosmacini, p. 51), ma esistevano anchemodelli di ospedali a gestione mista „lÊamministrazione è laicaretta da un collegio civico, lÊassistenza è religiosa, retta da unprelato o 'ministro'⁄ AllÊinterno, il 'ministro' è coadiuvato dapersone pie dellÊuno e dellÊaltro sesso, che non sono propria-mente frati e suore ma⁄afferiscono in qualche modo allo statoreligioso, col titolo di 'conversi', affiancati nei lavori più umilidellÊassistenza da servitori‰ 10 (ibid.). Il modello trecentesco, poi, entra in crisi per due ordini di motivi,individuabili nella dilagante diffusione del morbo della peste(che assume anche l'accezione di „castigo divino‰) e della con-sapevolezza scientifica della necessità di diversificare la curasecondo le differenti patologie. Si avvia così una riforma delle istituzioni sanitarie: intorno alla

metà del Quattrocento nascono nei vari Stati, ducati e signorieitaliane gli Ospedali Maggiori nati su accordo congiunto tra isti-tuzioni laiche ed ecclesiastiche.

I luoghi della sofferenzae gli uomini che la curanoIntorno alla metà del Cinquecento, si contavano a Roma circauna ventina di istituzioni ospedaliere gestite da ordini religiosi odalle varie „nazioni‰ straniere presenti in città.Alcune erano di nuova istituzione, nate in seguito allÊopera pro-pulsiva delle Congregazioni.Gli ospedali, alcuni di lunga tradizione, vennero specializzandosinella cura specifica di singole malattie per offrire quella carità,cura e salvezza che era tanto più incisiva quanto più numeroseerano le anime e i corpi malati bisognosi di considerazione .I lebbrosi, i „tignosi‰ e i „rognosi‰ venivano accolti allÊospedaleSan Lazzaro, alle pendici di Monte Mario. La cura di queste pa-tologie passò poi al San Gallicano.Ai „febbricitanti‰ e ai „feriti‰ erano deputati lÊospedale di SantaMaria in Portico, l'ospedale di San Giovanni in Laterano, lÊospe-dale San Giovanni di Dio dei Fatebenefratelli.LÊospedale Santo Spirito in Saxia, il più imponente, edificato nelXII secolo, aveva vocazione di ospedale generale che potevaaccogliere poveri, infermi, esposti e pellegrini. Il gravoso impegno della gestione economica dellÊospedale fusostenuto dalla Confraternita di Santo Spirito che annoveravatra i propri sodali alte cariche pontificie come il papa Sisto IV, epersonaggi di spicco dellÊaristocrazia e della mercatura. LÊospedale di San Rocco, edificato nei pressi del porto di Ri-petta, fu deputato alle partorienti bisognose „sia oneste che nu-bili‰. Le nubili accolte in un reparto speciale godevano di una

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PILLOLE STORIA

Pietro da Cortona, San Filippo Neri guarisce Clemente VIIIdalla gotta.

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PILLOLE STORIA

privacy particolare: „questo settoredellÊospedale era detto delle ÂcelateÊ⁄con i letti nascosti da una tenda era as-solutamente inviolabile. LÊingresso eravietato perfino ai rappresentanti dellagiustizia‰.11 (Quelli⁄ p. 29). LÊospedale della SS. Trinità dei pelle-grini e dei convalescenti fu eretto nel1548-49 con il fattivo apporto di San Fi-lippo Neri.Inizialmente dedicato allÊospitalità delpellegrini arrivati per il Giubileo, fuaperto contestualmente a quanti biso-gnosi di aiuto ed assistenza nella con-valescenza. Buona parte delle istituzioni ospeda-liere romane erano di proprietà dellerappresentanze delle Paesi stranieripiù ricchi e numerosi: esse avevano fa-coltà di erigere i propri ricoveri dovepotevano ricevere cure e ospitalità inumerosi pellegrini appartenenti allanazione e a quanti ricoprivano qualcheimpiego in città.Tra i ricoveri più importanti, si annoverano lÊospizio-ospedale diSan Giovanni dei Fiorentini, lÊospedale dei Lombardi, lÊospedaledei Lucchesi, lÊospedale dei Francesi e lÊospedale dei Boemi.Alla metà del Cinquecento, poi, nasce una nuova e importanteistituzione dedicata ai sofferenti di disagi mentali: lÊospedale diSanta Maria dei poveri pazzi.Nel 1548, due spagnoli, Ferrante Ruiz e Angelo Bruno, inizia-rono ad accogliere poveri e pellegrini che presentavano patolo-gie mentali prima nella loro casa, Santa Caterina dei Funari, epoi, in seguito ad una donazione, in un edificio a piazza Colonna.Nel 1561, dopo lÊapprovazione della Confraternita di SantaMaria della Pietà dei Pazzarelli, il luogo si costituì in vera e pro-pria istituzione ospedaliera con statuti che ne regolavano lÊor-ganizzazione. Tra i suoi benefattori, anche San Carlo Borromeoe San Filippo Neri.12

Altra categoria sulla quale si concentrarono gli sforzi della nuovaspiritualità furono le prostitute e le cortigiane. Per loro vennero edificati luoghi destinati alla redenzione edespiazione dei peccati e a loro si dedicò dapprima la Compagniadel Divino Amore che aveva la propria sede a Santa Dorotea aTrastevere13 (libro p. 331). Inizialmente impegnata nella cura dei sifilitici poi, per „naturale‰associazione, la Compagnia si convertì al soccorso delle mere-trici pentite ed affidò, successivamente, alla Congregazione diSan Gerolamo della Carità le cure delle prostitute presso lachiesa di Santa Lucia al Corso.

Questo intenso movimento spirituale ecaritatevole, che vede nelle opere di as-sistenza la propria espressione tangi-bile, è vivificato dalla presenza, a Roma,di personalità religiose di altissimo li-vello: SantÊIgnazio di Loyola, a cui sideve la fondazione della Compagnia deipoveri preti pellegrini, arriva nel 1537;San Filippo Neri, promotore della Con-fraternita della SS. Trinità dei Pellegrinie ideatore dello splendido oratorio apiazza della Chiesa Nuova, arriva qual-che anno più tardi.Faranno seguito, San Carlo Borromeo eSan Camillo De Lellis.A questÊultimo, in particolare, si deveun intervento organico del piano di ri-forma attuato attraverso le sue „Re-gole della Compagnia dei Servi degliInfermi‰ che aveva la sua sede al-lÊospedale di San Giacomo degli Incura-bili.Le regole erano indirizzate alla crea-zione e formazione della figura dellÊIn-

fermiere, agli ordini e modi di servire i malati, nonché allacostituzione interna della Compagnia14 (San Giacomo, p. 111).

San Giacomo degli Incurabili e le „Regole della Compagnia deiServi degli Infermi‰ di Camillo De LellisLÊesigenza di sistematizzare tutte le operazioni destinate allÊas-sistenza si rivelò una necessità nellÊambito della riorganizza-zione generale della riforma assistenziale.Il caso delle Regole redatte da Camillo De Lellis risulta emble-matico sia per comprendere i nuovi dettami tridentini indirizzatialla nuova configurazione della rete assistenziale sia per la crea-zione e la formazione della figura che curava gli infermi.Le Regole15 (Asv) vengono scritte dal religioso tra il 1584 e il1585, probabilmente nellÊospedale di San Giacomo degli incu-rabili che era destinato alla cura della sifilide, conosciuta, altempo, come il mal francese, in quanto apparso in forma epi-demica dopo la discesa delle truppe di Carlo VIII nel territorioitaliano tra il 1494 e il 1496.La sifilide, malattia trasmessa per via venerea, assumeva il si-gnificato di castigo divino per coloro che ne erano stati conta-giati, quasi una giusta punizione per comportamenti licenziosi,per gli atti contro natura e quelli di mal costume.La malattia, ritenuta incurabile, suscitava disgusto e paura siaper il la degenerazione fisica che ne derivava, sia per il giudiziomorale che accompagnava la malattia, motivi per i quali il sifili-tico rappresentava una delle categorie più emarginate.

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Le norme portano il titolo originale di „Libellus regularum so-cietatis servientum infirmis cum adnotationibus‰16 (ovvero, „Leregole della Compagnia dei servi degli infermi‰).Indirizzate a coloro che entravano a far parte della Compagnidei Servi degli Infermi i cui aderenti dovevano osservare comeprimo insegnamento le opere di „Povertà Carità e Obedientiae Hospitalità perpetua‰, la prima parte delle Regole era dedicataalla costituzione e alla organizzazione interna della Compagnia,la seconda agli „Ordini e modi di servire i malati‰, dove si evi-denziano le istruzioni e la formazione per la cura del malato.17

Possiamo facilmente individuare una prima parte dedicata aicomportamenti etici („non lasciarsi ⁄ ad haver ⁄ maneggi didenari e dÊaltre robbe‰): il comportamento degli infermieri, in-fatti, doveva essere probo e onesto.A questo seguivano compiti meramente assistenziali: gli infer-mieri si dovevano trovare al capezzale del malato quando il me-dico veniva a fare visita per poter „pigliare informatione‰ sullaterapia e la cura.Si doveva quindi aiutare i malati a mangiare, e controllare sequesti mangiassero a sufficienza e farli mangiare „a testa alta‰.Inoltre, occorreva usare diligenza nel medicare le piaghe ed eraopportuno accompagnare lÊoperazione con esortazioni alla pre-ghiera, alla „pazienza e alla confessione‰. Un capitolo importante era dedicato allÊigiene personale del ma-lato. Nella regola XXXIIII viene imposto il cambio delle lenzuolae del vestiario quando questo era lordo. Importante era lÊatten-zione che si doveva prestare ai malati quando dovevano esserespostati o alzati „ognuno avvertisca di levarli⁄ procurando dinon farli far troppo moto, non farli pigliare freddo⁄e che stianoa testa alta‰. LÊinfermiere doveva accompagnare il malato morente verso il

trapasso, quando „sarà in agonia si metta la diligentia possibilein aiutarlo a ben morire‰.Il servizio prevedeva il controllo periodico giornaliero dei malatie se il guardiano „vederà che alcuno infermo haverà bisogno diqualche cosa non resti di servirlo subito‰. Il malato doveva essere sempre al centro dellÊopera di carità edi assistenza si „guarderà di non trattare li poveri infermi conmali portamenti e male parole‰ (comportamenti sicuramente ri-scontrati dal De Lellis in numerose occasioni).Da sottolineare che la formazione dellÊinfermiere doveva arric-chirsi di esperienze comuni come prescritto dalla regola X„OgnÊotto giorni⁄facciano conferentia delle bisogni dellÊin-fermi, e trattino anco delle cose che giovano alla loro perfet-tione‰.La cura spirituale e la cura corporale costituivano un unico uffi-cio per i Servi degli Infermi: lÊanima e il corpo dovevano esseresanate con lo stesso amore e la stessa premura e affetto comeuna madre fa con il proprio figlio. Dalle norme di Camillo de Lellis si delinea, in modo chiaro e uni-voco, quale fosse il punto di forza dellÊassistenza e del gravosoimpegno di chi doveva assistere gli infermi: la sistematica at-tenzione ai bisogni degli ammalati che si concretizzavano in spi-rituali e corporali. Paradigma quanto mai attuale.Solo attraverso la piena risposta a tali bisogni si rivelava „lÊistintodivino‰ e la naturale - e conseguente - salvezza in Cristo.

Carlo Turci

RingraziamentiSi ringrazia la dottoressa Alessandra Bonfigli, bibliotecaria, giàredattrice ed autrice di voci del Dbi dellÊEnciclopedia Italiana,per i consigli e per le ricerche bibliografiche e storiche.

PILLOLE STORIA

1 Il titolo si riferisce alla mostra bibliografica Quelli che servono gli infermi.Assistenza e medicina a Roma nei secoli XVI e XVII, tenutasi a Roma dal18 maggio al 18 giugno 1987 presso la Biblioteca Vallicelliana.

2 C.F. Black, Le confraternite italiane del Cinquecento, Milano, Rizzoli, 1992,p. 20

3 F.M. Ferro, Il gran teatro della romana Pietà, in LÊospedale dei pazzi diRoma dai papi al Â900, II, a cura di F. Fedeli Bernardini, A. Iaria, A. Bonfigli,Bari, Dedalo, 1994, p. 27.

4 Black, cit. p. 305 G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia. Dalla peste eu-

ropea alla guerra mondiale. 1348-1918, Bari, Laterza, 1988, p. 49.6 A. Saunier, La vita quotidiana negli ospedali del Medioevo, in Per una storia

delle malattie, a cura di J. Le Goff e J.C. Sournia, Bari, Dedalo, 1986, p.235

7 Ibid., p. 237.8 Ibid.9 Cosmacini, cit., p. 51

10 Ibid.11 Quelli che servono gli infermi. Assistenza e medicina a Roma nei secoli

XVI e XVII. Catalogo della mostra. Roma [1987], p. 29.12 La storia di questa istituzione sarà oggetto di una successivo articolo.13 D. Matteucci, „Se è mossa intrar in religione, o ero in questa casa, per

passione o disperationi, o vero da qual spirito è guidata‰. Gli ospizi di S.Maria Maddalena e S. Marta, in LÊospedale dei pazzi di Roma dai papi alÂ900, II, a cura di F. Fedeli Bernardini, A. Iaria, A. Bonfigli, Bari, Dedalo,1994, p. 331

14 M. Vanti, S. Giacomo degli Incurabili di Roma nel Cinquecento, Roma1991, p. 111.

15 Le Regole sono conservate presso, LÊArchivio segreto vaticano, la ripro-duzione è in M. Vanti, S. Giacomo degli Incurabili di Roma nel Cinque-cento, Roma 1991, pp. 129-135.

16 Ibid., p. 129.17 Ibid., p. 132.

NOTE

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PILLOLE STORIA

Raccontare la storia del Policlinico Umberto I, par-tendo dall'idea di progettazione e di costruzione,nel clima culturale e sociale legato al grande

evento di Roma capitale. Questo il senso del libro 'IlPoliclinico Umberto I di Roma. Nella storia dello Statounitario italiano' presentato il 15 novembre scorso inSenato. Il volume, realizzato da Silvio Messinetti e Piero Barto-lucci (ed edito dall'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato- Libreria dello Stato) si presenta come un'opera riccadi documenti originali e inediti, legati anche a grandieventi nazionali come il terremoto della Marsica nel1915, la prima e la seconda guerra mondiale, il bom-bardamento di Roma nel 1943. Grazie all'innovativaidea di Guido Baccelli, clinico e ministro, che ebbe l'in-tuizione di raccogliere in un unico perimetro ospeda-liero tutte le cliniche universitarie sparse nel territoriocittadino, il Policlinico Umberto I divenne prototipo diospedale a padiglioni, rendendo superata l'architetturadell'ospedale massiccio Filaretiano e diventando protagonistadella svolta storica dell'architettura sanitaria che interessò tuttal'Europa nella seconda metà dell'Ottocento.In quegli anni, il Policlinico Umberto I divenne prototipo insupe-rato di ospedale a padiglioni, oltre ad essere considerato sicuroprotagonista della svolta storica dell'architettura sanitaria checoinvolse tutta l'Europa nella seconda metà dell'Ottocento. IlMagistero di Baccelli improntò l'attivitàsvolta nel Policlinico dalla sua fondazione finoal tempo odierno, tale attività vide protagoni-ste le gloriose Scuole Mediche che, dalgrande ospedale romano, scandirono ininter-rottamente i tempi del progresso, dellascienza e della tecnica in campo medico,come descritto, per merito di allievi degni deigrandi maestri, nella seconda parte del testodedicata alle scuole mediche. Il volume, cor-redato da un ampio apparato fotograficovuole „dedicare un messaggio ai giovani: lememorie, custodite e trasmesse attraversoquesto volume, vanno tramandate alle nuovegenerazioni per ricordare le tappe di un pas-sato che costituisce la radice storica e cultu-

rale del loro sapere‰. LÊidea di costruire un grande ospedale in Roma si evidenziò prin-cipalmente dal fatto, comune del resto ai grandi ospedali dÊItaliaesistenti nel tempo, che le vecchie costruzioni ospedaliere ri-salenti in gran parte al sorgere delle confraternite, nonostantemodifiche e miglioramenti, non rispondevano più alle esigenzedei progressi della medicina di fine 1800 in rapida evoluzione,specialmente nellÊindirizzo preventivo, curativo e specialistico,

oltre alla insufficiente recettività dei locali,per lo più malsani.Primitivo concetto del policlinico come è in-dicato dalla sua denominazione, fu quello riu-nire in un unico grandioso stabilimento leCliniche della Facoltà di Medicina di Romache si trovavano sparse in varie località edaggregate ai diversi ospedali esistenti nellacittà.Con alla guida del Ministero della PubblicaIstruzione, Guido Baccelli, venne quindi ban-dito un concorso per architetti in base alquale lÊarchitetto Giulio Podesti venne inca-ricato di redigere il progetto del Policlinicostesso (1883).Successivamente il progetto subì diverse

La storia del Policlinico Umberto IPresentato al Senato un volume edito

dalla Zecca dello Stato

Il Policlinico Umberto I di Roma

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modifiche, anche per adeguarlo alla zonaprescelta per la costruzione, il quartiereCastro Pretorio, fino ad arrivare alla ste-sura definitiva presentata il 23 dicembredel 1888 al Consiglio Superiore dei La-vori Pubblici. Il progetto copriva circa160.000 metri quadrati di cui 10.000 co-perti dagli edifici e circondata da lunghiviali della larghezza di 30 metri.

Il Policlinico inizialmente concepito comeesclusiva sede universitaria, venne adot-tato anche ad uso ospedaliero di assi-stenza. La prima pietra del Policlinico fuposta il 19 gennaio 1888 alla presenzadel Re Umberto I e della Regina Marghe-rita, però fu verso il settembre dellÊannosuccessivo che i lavori di costruzione

presero effettivo sviluppo, dopocioè che furono completati i pro-getti definitivi dei diversi edifici. Ilavori proseguirono fino a tuttolÊanno 1902 e nellÊagosto del 1904il Policlinico cominciò a funzionarecon una capacità complessiva di1650 letti.Il costo complessivo della spesaper la costruzione fu di 18.348.400lire. Nel 1937 la Regia Università e ilPio Istituto di Santo Spirito stipula-rono una convenzione per regola-mentare i loro rapporti allÊinternodel Policlinico (fonte: Ufficio Stam-pa e Comunicazione interna delPoliclinico).

PILLOLE STORIA

Monumento a Guido Baccelli in via Bari, Roma

Il 6 novembre, presso la Sala Assunta del „San Gio-vanni Calibita‰ dellÊIsola Tiberina, si è svolta lÊinaugu-razione dellÊAnno Accademico 2012/2013 del Polo

Didattico dellÊospedale.Questo, convenzionato con l'ateneo Roma 2 „Tor Ver-gata", appartiene allÊordine dei Fratelli di San Giovanni diDio e, ad esso, afferiscono il corso di Laurea per IgienistiDentali, quello in Infermieristica e in Ostetricia.Per l'occasione, erano presenti: gli studenti; la coordina-trice del profilo professionale delle ostetriche, la dotto-ressa Maria Grazia Pellegrini; le coordinatrici responsabilidei corsi di Laurea, le dottoresse Giovanna Finocchi e ValeriaOlivieri; i coordinatori Giovanni Agopovich, Massimiliano Ca-rioti, Elisabetta Forti, Sandra Giacchetti e suor Mary Thaliath.La cerimonia ha avuto inizio alle ore 9, con lÊaccoglienza deipartecipanti, cui è seguito il saluto delle diverse personalitàpresenti: per l'Ipasvi, ha partecipato la dottoressa Angela Ba-sile, uno dei consiglieri del locale Collegio, che ha attirato l'at-tenzione dei partecipanti con una relazione sul significato diessere „un professionista della salute‰, affrontando il temasotto molteplici punti di vista.Interessante pure lÊintervento della dottoressa Luciana Passi,responsabile della segreteria amministrativa, che ha esposto idati statistici dellÊAnno Accademico appena trascorso, com-pletando la sua esposizione con un excursus storico del Polo

Didattico dell'ospedale, dalla nascita allÊattuale configurazioneche ha visto lÊassegnazione di un Centro di Costo e la nominadi un direttore, nella persona della dottoressa Addolorata Vas-sallo.A seguire, la Vassallo stessa ha illustrato la storia e lÊevoluzionedel „San Giovanni Calibita‰, sottolineando le innovazioni chelo hanno reso uno dei luoghi di riferimento dell'assistenza ca-pitolina; mentre, le riflessioni sullÊassistenza secondo lo stiledi San Giovanni di Dio, da parte del Dai fra Nemesio VargasOH, hanno suscitato grande interesse da parte della platea.Al termine, è stato proiettato un filmato realizzato dagli stu-denti per accogliere le matricole; quindi, la mattinata si è con-clusa con un buffet offerto e „confezionato‰ dai membri delPolo Didattico in uno dei cortili del nosocomio.

Inaugurazione del Polo Didattico del “San Giovanni Calibita”Una giornata particolare

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Lo scopo di questo libro è quello di pre-sentare un panorama completo delletecniche anestesiologiche e dei macchi-

nari con una particolare attenzione allÊusodelle immagini, che stimola lÊattenzione e lastessa capacità di apprendimento di chi si ci-menta nello studio di una materia altamentecomplessa. Uno strumento che per il suo rigore scientificoe lÊapproccio innovativo alla didattica clinicapuò risultare di grande utilità anche per i lau-reandi in Medicina che intendano approfon-dire gli aspetti più avvincenti della modernaanestesiologia. Dalla presentazione di Gennaro Rocco: „Nonsempre unÊopera rispecchia fedelmente il suo autore e la suaesperienza. Accade spesso che le competenze professionalimaturate pure con grande merito non riescano a trapassare il'filtro' invisibile quanto stretto della comunicazione didattica.Una prerogativa che invece il volume 'Anestesiologia e terapiaantalgica' di Alberto Igino Bernini esalta, mettendo a disposi-zione dei professionisti sanitari e degli studenti nelle disciplineconnesse, ma anche dellÊintera comunità sanitaria italiana, unostrumento di qualità per scandagliare un campo così difficile edelicato come quello dellÊanestesiologia.Conosco bene la storia professionale dellÊautore, con cui hoavuto il pregio di condividere parte della mia storia professio-nale, e ne testimonio lÊimpegno incessante verso lÊacquisizionedi nuove conoscenze, unitamente ad una spiccata abilità nel tra-smetterle ai discenti. In questa pregevole pubblicazione, egli esprime con preziosasemplicità la sua esperienza trentennale in sala operatoria, a cuiaggiunge una sapiente capacità di coinvolgere lo studente nel-lÊapprendimento delle tecniche più aggiornate di anestesia eanalgesia superando il linguaggio tipico di una certa cultura ac-cademica che più propriamente potremmo definire cattedratica. In questa chiave, lÊopera ha il grande merito di presentare unpanorama completo delle tecniche anestesiologiche e dei mac-chinari con una particolare attenzione allÊuso delle immagini, chestimola lÊattenzione e la stessa capacità di apprendimento di chisi cimenta nello studio di una materia altamente complessa. Uno strumento che per il suo rigore scientifico e lÊapproccio in-novativo alla didattica clinica può risultare di grande utilità ancheper i laureandi in Medicina che intendano approfondire gli aspet-

ti più avvincenti della moderna anestesiologia.Frutto di un lungo e approfondito lavoro di ri-cerca, il volume propone un approccio votatoallÊevidence based practice, saldamente anco-rato alla necessità di assicurare, a chi è in con-dizioni di criticità vitale, unÊassistenza ispirataai criteri di centralità della persona, globalità econtinuità del processo assistenziale. I contenuti, lÊapproccio riflessivo, il rigorescientifico e la praticità di consultazione con cuilÊautore ha articolato lÊopera, offrono allÊinfer-miere un utile strumento di lavoro, una guidaefficace e ben organizzata a cui riferirsi in tuttoil percorso di continuum dellÊassistenza. Il volume è diviso in 14 capitoli che definiscono

dapprima le generalità dellÊanestesia e dellÊapparecchio per ef-fettuare lÊanestesia stessa. Inoltre, sono presentati lo strumen-tario ed i presidi per il controllo delle vie aeree, il monitoraggioe le fasi del paziente in anestesia. Nel testo vengono, indi, esaminate: lÊanestesia generale inala-toria e quella endovenosa dando particolare risalto alle tecnichecorrette ed aggiornate di intubazione anche in setting altamentecomplessi come la sala operatoria.Il volume parla di anestesia e anestesiologia per le professioni sa-nitarie in generale ma anche per quello che concerne il posizio-namento del paziente sul tavolo operatorio, la gestione del dolorepost-operatorio e lÊanestesia e la terapia antalgica in ostetricia. In conclusione, si può ben affermare che questo libro raccoglielÊesigenza dellÊinfermiere esperto in area critica di saper rilevare,interpretandoli, i bisogni della persona sottoposta ad anestesiagenerale o loco regionale, coglierne con rapidità i mutamenti cli-nici e le necessità assistenziali che emergono numerosi, in que-sto ambito come in nessun altro. Tale testo costituisce, quindi, uno strumento importante nel pa-norama editoriale di settore, in grado di promuovere la figura in-fermieristica dellÊesperto clinico quale elemento determinantedi coordinamento tra il contesto sanitario ed il nuovo pazientesempre più esigente e consapevole dei suoi diritti e di ciò chesi deve attendere da unÊassistenza anestesiologica di qualità at-tenta ai suoi bisogni‰.

Alberto Igino BerniniAnestesiologia e Terapia Antalgica

Edizioni Nuova Cultura, 2012, pp. 296 (40 €)

Un panorama completosulle tecniche anestesiologiche

LETTO VOI

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LETTO VOI

Il volume presenta i risultati diuna ricerca condotta su infer-mieri italiani e stranieri prove-

nienti dal continente sud-ame-ricano e intende offrire un ap-porto conoscitivo al complessotema dei cambiamenti del si-stema di cure ed assistenza inuna società multiculturale. Anche in Italia, i mutamenti inter-venuti nel contesto sociale si ri-flettono inevitabilmente sul siste-ma sanitario, che è chiamato adaffrontare bisogni sanitari semprepiù complessi verso gli assistitiche provengono, talvolta, dai di-versi angoli del pianeta e a pro-porre soluzioni organizzative eassistenziali innovative.LÊincontro fra culture richiedelÊadozione di un approccio plurali-sta rispetto ai valori e alle pratichesociali che si radicano nella vitaquotidiana. Il pluralismo assunto a livello epi-stemologico dovrebbe caratteriz-zare il lavoro degli operatori sanitari e, nel nostro caso, diinfermieri eclettici (fuzzy), che sappiano muoversi in ambientiassistenziali ibridi, dove la diversità di approccio assistenzialedovrebbe diventare un valore aggiunto alle pratiche profes-sionali.In particolare, tra tutti gli operatori del sistema sanitario, gliinfermieri costituiscono una delle figure più coinvolte nel rap-porto con le persone straniere.

Si tratta di un rapporto che hauna duplice dimensione: da unlato, la continua crescita della po-polazione straniera fa sì che gliinfermieri entrino in relazionecon un numero crescente di pa-zienti appartenenti a differenticulture; dallÊaltro, la sempremaggiore pre senza di personalesanitario straniero è ormai un fe-nomeno di assoluta rilevanza, inmodo particolare per quanto con-cerne la professione infermieri-stica (mediamente, a livello na-zionale, un in fermiere su dieci èstraniero).LÊindagine, realizzata con il sup-porto del Centro di Eccellenzaper la Cultura e la Ricerca Infer-mieristica (Cecri), rappresentauno dei primi contributi euristicinel nostro Paese riguardanti ilnursing transculturale – brancafondata oltre 50 anni fa da Made-leine Leininger – e, più che unpunto di arrivo, vuole essere una

base di partenza per ulteriori iniziative che si potranno svilup-pare in un campo di azione in continua evoluzione.

Alessandro Stievano, Alessia Bertolazzi, a cura diNursing transculturale

Un confronto tra infermieri italiani e sudamericani

FrancoAngeli editore, 2012 pp. 176, (22 €)

Nursing transculturaleRisultati di una ricerca del Centro di Eccellenza

per la Cultura e la Ricerca Infermieristica

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LETTERA REDAZIONE

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In Italia, abbiamo normative tra le migliori al mondo, a cominciare dell'articolo 32 dellanostra Costituzione che tutela il diritto alla salute per tutti i cittadini. La legge n.833 del1978 che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale e contiene deiprincipi di uguaglianza

di trattamento, decentramento di gestione e unificazione di intervento su tutto il territorionazionale, contiene anche degli obiettivi di prevenzione, cura e riabilitazione, non ha, però,garantito come rispettare questi principi. Per raggiungere questi obiettivi ci vorrebbe unaprogrammazione seria, con un Piano Sanitario Nazionale che risponda al meglio ai bisognidi salute dei cittadini e, di conseguenza, anche un Piano Sanitario Regionale che sappiaorganizzare con efficienza - ed efficacia - tutte le strutture sanitarie e convenzionate delterritorio, eliminando anche tanti sprechi, le Aziende Ospedaliere e le Aziende SanitarieLocali (che sia fatto un serio Piano Sanitario Locale ed Ospedaliero), i servizi alle personein base ai loro bisogni. A livello nazionale dico: „basta ai tagli alla Sanità‰, anche se nonspendiamo troppo visto il 9,5% del Prodotto Interno Lordo confrontato all'11,5% dellaGermania. Semmai, bisogna spendere meglio! I tagli bisognerebbe farli sulle spese militari ed armamenti, strumenti di morte e con uncosto veramente spaventoso, investendo in salute e difendendo il valore della vita. Daparte delle Regioni bisognerà organizzare meglio tutte le strutture, eliminare gli sprechi,superare doppioni, consulenze costose, gli appalti poco trasparenti, e che siano nominatiDirettori Generali di Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere con criteri di base quali capa-cità, preparazione, responsabilità, merito. I Direttori Generali siano in grado di organizzareal meglio i servizi alle persone bisognose di salute. Ci vorrebbe meno personale dipen-dente precario, infermieri professionali a sufficienza, superando la cronica carenza, faretutto il possibile per arginare liste di attesa troppo lunghe per le prestazioni sanitarie edeliminare tante altre disfunzioni. I medici di base vanno organizzati meglio: raggrupparli;se è il caso, affiancarli anche al pediatra ed al geriatra, aprirli più ore al giorno, potenziarela qualità del servizio e fare da „filtro‰ per tante prestazioni, evitando di andare ad intasarei pronto soccorso come si legge spesso sui giornali, potenziare l'assistenza domiciliare. Ilpersonale dipendente del Ssn lavora con professionalità, umanità, con scienza e co-scienza, e, nonostante la carenza di programmazione da parte della classe dirigente, riescea garantire una sanità che è fra le migliori al mondo. Il punto vero, secondo me, è a livellogovernativo che non fa a sufficienza per eliminare i disservizi e le disuguaglianze di tratta-mento, venendo meno al principio del diritto alla salute „uguale per tutti‰. Ad esempio,chi ha una malattia rara, per arrivare ad una diagnosi, affronta tempi troppo lunghi e, unavolta diagnosticata, deve spostarsi da una regione all'altra per trovare una cura appropriata,quando, invece, ci vorrebbe almeno un centro ad hoc in ogni regione. Per questo motivo,sono da incoraggiare, aiutare ed ammirare le associazioni di volontariato che fanno tantisacrifici, lavorando gratis, elaborando progetti per la ricerca, organizzando convegni, in-contri, feste, manifestazioni, per farsi conoscere, per autofinanziarsi e finanziare dei pro-getti. In particolare, vorrei incoraggiare pubblicamente un'associazione di volontariato natada pochi anni: si chiama Simba e si occupa della malattia di Behcet. Sono in pochi, ma de-terminati, stanno lavorando bene, con entusiasmo e tenacia, hanno incominciato anchead elaborare progetti di ricerca e altri su questa malattia, ma hanno bisogno di sostegno.A tutti i cittadini chiedo di interessarsi di più e meglio dell'universo del volontariato, di en-trare in associazioni, nelle istituzioni ad ogni livello, nei sindacati, per portare avanti le pro-poste, con un impegno serio e costante.Se faremo tutti la nostra parte per migliorare la sanità, l'obiettivo del diritto alla salute saràdavvero garantito a tutti in eguale misura.

Quel diritto alla salute non sempre “uguale per tutti”

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento del collega Francesco Lena che invita tutti ad avvicinarsi di più al mondo del volontariato,sempre più spesso presente nei vuoti lasciati dalle istituzioni. Specie se si tratta delle cosiddette „malattie rare‰...

POESIAL'attesa per la diagnosi di una malattia raraL'attesa è, come essere dentro leturbolenze di un temporale, non vedi l'ora che possa cessare.L'attesa mette ansia e ti devi incamminare,da una struttura sanitaria all'altraper fare esami e pazientare. L'attesa è, immergersi dentroun mare di notizie e cercare,quelle che al meglio ti possono aiutare. L'attesa è, quella di mettersi a guardaretanti ammalati e osservare,quei sintomi che ai tuoipossono somigliare. L'attesa è, con attenzione epazienza mettersi ad ascoltare,le informazioni date con gentilezzadai specialisti e sperare che ti sappiano ben indirizzare. L'attesa è, con le proprie paure e raffinataattenzione verificare,dentro il labirinto della burocrazia,di trovare lo sbocco, che alla diagnosi ti possa portare. L'attesa è, infilarsi in una ricerca di sette-mila malattie rare e immaginare,quella che non avresti mai voluto trovare. L'attesa è, con un sempliceottimismo a sperare,in un futuro sereno, guardando alla vitache è il valore più alto e neanche un secondo si deve sprecare. L'attesa è, con lucidità pensare, con l'aiutodella scienza, della ricerca, anche le malat-tie rare si possono ben curare. Arrivata la diagnosi della malattia rara, l'attesa è finita, con la sua dolce compagnia,ho incominciato una nuova vita. In questo percorso, ho incontrato etrovato nella gente tanta solidarietà,ed è molto bello sentirsi parte diuna comunità, piena di umanità. In una comunità di brave persone chehanno portato dentro di me la luce, la voglia di vivere la mia vitacon coraggio e intensità,in un mondo in cui esiste veramente an-cora tanti valori e tanta bontà.Francesco Lena

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LA VIGNETTA MESE

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LÊacronimo è un genere particolare di abbreviazione. La prima volta che si incontra un acronimo in un testo è sempre necessario citareper esteso tutti i termini della locuzione, facendoli seguire dallÊacronimo tra parentesi - ad es. Associazione Raffredati dÊItalia (Ari).Evidentemente, ciò non vale per sigle oramai entrate nellÊuso comune, come tv, Usa, Aids, Fiat, Cgil, Ecm. Gli acronimi non conter-ranno mai punti – ad es. Usa e non U.S.A.

DATE E NUMERILe date vanno sempre scritte per esteso, per evitare incomprensioni nella lettura. Ad es. lunedì 28 luglio 2006 e 1° gennaio (non Igennaio o 1 gennaio). I giorni e i mesi hanno sempre la prima lettera minuscola.I numeri da uno a dieci vanno scritti in lettere (tranne che nelle date!). Per tutti gli altri, lÊimportante è separare sempre con un puntoi gruppi di tre cifre. Per le grosse cifre „tonde‰, usare „mila‰, „milioni‰ e „miliardi‰ invece di „000‰, „000.000‰, „000.000.000‰.

PAROLE STRANIERELe parole straniere vanno sempre indicate in corsivo, soprattutto se non sono ancora entrate nellÊuso comune italiano. Se si decidedi usare un termine straniero, è bene ricordare che non si declina mai (ad es. i computer e non i computers).

MODALIT¤ E TERMINI PER LÊINVIO DEI LAVORIGli autori che desiderano la riserva di un certo numero di copie del numero contenente il loro articolo, devono farne richiesta esplici-ta al momento dellÊinvio del testo.Tutto il materiale (una copia in formato elettronico, una copia in formato cartaceo) deve essere spedito o recapitato al Collegio Ipasvidi Roma, viale Giulio Cesare, 78 - 00192 Roma.

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COLLEGIO PROVINCIALE IPASVI DI ROMA

viale Giulio Cesare, 78 - 00192 Roma - metro OttavianoTel. 06.37511597 r.a. - Fax 06.45437034

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