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erattivo eractive eractivo eractif eraktiv UNITI Nello SPIRITo e Nella MISSIoNe Ordine di Sant’Agostino Order of Saint Augustine Orden de San Agustín 2 – 2012

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UNITI Nello SPIRITo

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Nº 2 – 2012

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OSA INTerATTIvO

2-2012

Direttore:

Michael Di Gregorio, OSA

Robert Guessetto, OSA

Melchor Mirador, OSA

Collaboratori:

Manuel Calderon, OSAKolawole Chabi, OSASr. Anne Marie DauguetPaolo Del Bianco, OSAPasquale Di Lernia, OSAJosé Gallardo, OSAAntonio Gaytan, OSARoger Ivan Guerra, OSAChristian Iorio, OSAMatchado Jean, OSAMiguel Angel Juarez, OSAFranz Klein, OSAClaudia KockRobert Marsh, OSAS. Suzzane Mottu, ANDPBrian O’Sullivan, OSAMauricio Saavedra, OSA Rafael Santana, OSAElia Taban, OSAVeronica Vandonii

Grafica, impaginazione

e stampa:

Tipolitografia 2000 sas

De Magistris R. & C.

Via Trento 46, Grottaferrata (Rm)

CURIA GENERALIZIAAGOSTINIANA

Via Paolo VI, 25 – Roma (Italia)Tel. +39.06.680061

Fax +39.06.68006299Email: [email protected]

Sommario

primo piano:

3. Editoriale

3. Il corso di Spiritualità Agostiniana

famiglia agostiniana:

5. Il mistero come antidoto allo spettacolo

6. I promotori vocazionali dell’Ordine si incontrano a Roma

8. Congresso di educatori e scuole agostiniane

10. Convegno mondiale dei laici agostiniani a Roma

11. Visita in Corea del Cardinale Prospero Grech O.S.A.

12. Assemblea internazionale delle monache agostiniane contemplative

14. Crescere nella comunione: un nuovo slancio alla vita comunitaria

16. Alla conquista di vasti territori in Asia Pacifico

18. Una nuova era per la presenza agostiniana a l’Avana-Cuba.

19. L’eredità agostiniana continua a vivere! Inaugurazione di una nuova scuola primaria

20. Il Beato Simone torna a Firenze

22. Il primo incontro degli agostiniani di vita contemplativa nelle Filippine

23. Pubblicazione: Il cuore di Padre Marco racconta : 26 anni in Apurimacsulle Ande del Perù

Prima di copertina:

1. I partecipanti al Congresso dei promotori vocazionali dell’Ordine, tenutosi dal 2 al 7 luglioscorso, presso l’Istituto Patristico Agostiniano di Roma

2. I partecipanti al Congresso sui laici agostiniani tenutosi dall’11 al 17 luglio scorso, pressol’Istituto Patristico Agostiniano

Quarta di copertina:

1. Alcuni dei partecipanti all’Assemblea internazionale delle suore di vita contemplativaagostiniane, tenutasi dal 1° al 5 ottobre scorso a Guadarrama, in Spagna

2. Pausa caffè per i partecipanti al Corso di spiritualità agostiniana tenutosi a Roma laprimavera scorsa

OSA Interattivo e www.augustinians.net Rete informativa dell’Ordine di Sant’Agostino

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prim

opiano

Per il secondo anno si è tenuto a Roma il corso di Spiritualità Ago -stiniana, quest'anno in lingua inglese. Il corso, al termine del quale vienerilasciato un diploma, è offerto dall’Istituto di Spiritualità Agostiniana del-l’Ordine, in collaborazione con l’“Institutum Patristicum Augustinianum”, inattuazione del programma del Capitolo Generale del 2007.

L’obiettivo del corso è quello di trasmettere ai partecipanti di unasolida formazione, a livello accademico, storico, culturale e spirituale, sulpensiero di Sant’Agostino, sulla Scuola Teologica Agostiniana e sullatradizione dell’Ordine attraverso il suo sviluppo nella storia. In aggiuntaall’arricchimento personale dei partecipanti, il corso mira anche adaccompagnare frati e suore nell’acquisizione di una più profondacomprensione della spiritualità agostiniana, perché, meglio formati sullospecifico del carisma agostiniano, posano più efficacemente operare alservizio del Vangelo.

L’elemento essenziale per la riuscita del corso è stata la partecipazio-ne di religiosi e religiose di tutta la famiglia agostiniana: i diciannove parte-cipanti, di diverse età e provenienti da diversi paesi e addirittura da diversicontinenti - con una rappresentanza africana particolarmente nutrita -hanno portato avanti con gioia il loro impegno fino alla fine del corso. Tragli iscritti vi erano 13 frati, 4 suore agostiniane missionarie e 2 suore educa-trici di Notre Dame. Lo spirito di fraternità che si è diffuso fra i frati e lesuore ha rappresentato un valore aggiunto, assai apprezzato, del corso.Tutti gli iscritti hanno partecipato molto attivamente alle lezioni tenutepresso la Curia e alle visite ai luoghi di interesse agostiniano e ad altri luo-ghi, in Italia, di particolare importanza storica o ecclesiastica e, per l’otte-nimento del diploma, hanno dovuto sostenere un esame finale, presentan-do ciascuno una propria tesina di ricerca su uno dei vari temi proposti.

In occasione dell’inaugurazione del corso, P. Robert Prevost, Prioregenerale, ha celebrato l’eucaristia assieme ai partecipanti nella Chiesa diSant’Agostino in Campo Marzio, a Roma, mentre la celebrazione conclusivaè stata celebrata, sempre a Roma, nella Chiesa di Santa Maria del Popolo,dove è stato consegnato a tutti gli iscritti un certificato di partecipazione.

IL CORSO DI SPIRITUALITÀ AGOSTINIANA

I partecipanti a Roccaporena, nel corso del loro ritiro a Cascia

EditorialeMentre l’anno accademico 2011-

2012 stava volgendo al termine nella

città di Roma, all’immagine degli stu-

denti e dei professori che salivano e

discendevano la scalinata dell’Istituto

Patristico si andava pian piano sosti-

tuendo quella dei frati e dei laici venu-

ti per partecipare ad uno dei due

Convegni Internazionali, che si sono

svolti nella città eterna durante il

mese di luglio. Il primo era quello dei

Promotori Vocazionali Agostiniani,

convegno che ha raccolto 38 frati, ve-

nuti da diverse circoscrizioni dell’Or-

dine, per prendere parte a cinque

giornate di conferenze, discussioni,

momenti di condivisione fraterna, di

preghiera e di scambio di vedute sulle

speranze e i problemi che si trovano

ad affrontare quotidianamente nello

svolgimento dell’importante ministero

che è stato affidato loro dall’Ordine. Il

secondo incontro è stato quello orga-

nizzato per i laici agostiniani.

Circa 150 laici, uomini e donne, ol-

tre ad un piccolo gruppo di frati che

collaborano con loro nelle diverse re-

gioni di provenienza, si sono ritrovati

per discutere sul tema “Essere corpo di

Cristo per il mondo di oggi” e riflettere

sull’importante sfida che si trovano a

vivere, comunicando al mondo il cari-

sma agostiniano, come uomini e don-

ne impegnati del XXI secolo. Nono-

stante la generale desolazione che

pervade normalmente la città durante

l’esodo estivo, via Paolo VI e l’Istituto

Augustinianum erano carichi di ener-

gia, entusiasmo e fervore in queste

giornate di condivisione fraterna, di ri-

flessione e di preghiera.

A diverse centinaia di chilometri di

distanza, un altro gruppo, anch’esso

tenuto insieme dai valori e dai principi

agostiniani, si è incontrato a Lima,

Perù, tra la fine di luglio e i primi di

agosto, per discutere sul tema della

formazione agostiniana. Circa 200 fra-

ti e i loro colleghi laici, provenienti da

diversi centri di formazione dell’Ordi-

ne, si sono dunque incontrati per par-

lare della comunità formativa, della

sua missione e di coloro che ne fanno

parte, dal punto di vista del Vangelo e

dei valori agostiniani. Il fatto che qua-

si 400 persone, tra frati e laici, si siano

ritrovati in occasione di questi diversi

incontri, durante i quali si stringono e

si approfondiscono le amicizie, si

esprimono e si scambiano le idee, si

vivono e si condividono le esperienze,

non può che contribuire a rinnovare

e rafforzare i valori che condividiamo

come fratelli e sorelle in Agostino. Da

ognuno di questi incontri i parteci-

panti hanno fatto ritorno a casa raf-

forzati negli ideali che professano e

nell’impegno a continuare a viverli e a

proclamarli con rinnovato slancio.

P. MIChAEL DI GREGORIO, OSA

Coordinatore delle comunicazioni

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Il corso richiama la nostra attenzione sullanatura ecclesiale della spiritualità agostiniana:la spiritualità di un cuore inquieto al serviziodel Vangelo di Gesù Cristo, che indica il cam-mino verso la pienezza della “Città di Dio”.“La spiritualità dell’Ordine... proviene dalla sequeladi Cristo, secondo gli insegnamenti del Vangelo el’azione dello Spirito Santo. Principale punto di rife-rimento è il magistero e l’esempio di Sant’Agostino,completato con la tradizione dell’Ordine. Codice fon-damentale di questa spiritualità è la Regola che deveorientare la vita e la nostra azione. La spiritualitàagostiniana, sviluppata nel corso dei tempi e arric-chita dall'esempio e dalla dottrina dei nostri predeces-sori, si deve adattare alle circostanze di tempo, luogoe cultura, in conformità al dettame del carisma del-l’Ordine” (Costituzioni OSA, n. 16).

Mettere in pratica quanto si legge nellecostituzioni ha offerto l’occasione di offrirespunti e direttive sul modo in cui dare, proprioa partire dalla spiritualità agostiniana, risposteadeguiate alle sollecitazioni provenienti dagliambienti in cui ciascuno vive la propria consa-crazione. Il corso si è strutturato a partire dadue elementi complementari:

– La dimensione più prettamente spiritua-le, cha ha incluso attività come il ritiro spi-rituale ed alcune visite a luoghi storiciparticolarmente significativi in virtù delloro valore spirituale e culturale per l’Or-dine agostiniano.

– La dimensione accademica, articolata indiverse lezioni e conferenze, ad esempiosulla Lectio Augustini, la Teologia spiritua-le agostiniana ed il suo contesto, la Storia,la tradizione e la realtà attuale dell’Ordi-ne, la Scuola di teologia agostiniana ecc.

La professionalità dei docenti e dei relato-ri è stata un ulteriore arricchimento per il cor-so di spiritualità agostiniana. Quasi tutte leconferenze sono state seguite da momenti dicondivisione delle esperienze personali, da di-scussioni e workshop su temi pertinenti, mo-menti che senza alcun dubbio hanno rappre-sentato l’elemento di maggior arricchimentoofferto dal Corso sulla spiritualità agostiniana.I frati hanno mostrato anche grande apprezza-mento e riconoscenza per la generosa ospitali-tà offerta dalla comunità del Collegio SantaMonica.

Il corso ha rappresentato un’importanteopportunità di discernimento e di assimilazio-ne di quelle che sono le ricchezze della spiri-tualità agostiniana. Un’ulteriore opportunità,in questo senso, verrà messa a disposizione ilprossimo anno, in lingua italiana, per tutticoloro che desidereranno fare un’esperienzaanaloga.

P. PETER PAUL CACHIA

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I partecipanti durante un pellegrinaggio a Ostia Antica, assieme alla guida P. Brian Lowery O.S.A.

Foto di gruppo al termine di una celebrazione eucaristica

Pausa pranzo dopo il pellegrinaggio a Ostia Antica

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Il mistero come antidoto allo spettacoloBrano tratto dal discorso del Priore Generale, P. Robert Prevost, O.S.A.,

al Sinodo dei Vescovi, tenutosi a Roma dal 7 al 28 ottobre scorso

Se non proprio nel mondo intero, almeno nel mondooccidentale contemporaneo, l’immaginario umano relativosia alla fede religiosa sia all’etica è largamente modellato daimass media, in particolare dalla televisione e dal cinema. Imass media occidentali sono straordinariamente efficaci nelsuscitare, tra il pubblico, grande interesse per credenze epratiche che sono in contrasto con il Vangelo (per esempio,l’aborto, lo stile di vita omosessuale, l’eutanasia). La religio-ne è, al massimo, tollerata dai mezzi di comunicazione dimassa come “insulsa” o “antiquata”, quando invece non è fat-ta oggetto di un’opposizione aperta riguardo ai temi etici chei mass media hanno fatto propri. Così, quando in opposizio-ne a queste prese di posizione si alzano voci espressive di unpunto di vista religioso, i mass media possono fare della reli-gione il proprio bersaglio, tacciandola di essere ideologica-mente schierata e insensibile riguardo ai cosiddetti bisognivitali della gente nel mondo contemporaneo.

Tuttavia, l’aperta opposizione al cristianesimo da partedei mass media è solo un aspetto del problema. La simpatia,alimentata dai mass media, per la scelta di stili di vita oppostial cristianesimo viene inculcata nel pubblico con tanta abilitàe astuzia che, quando le persone ascoltano il messaggio cri-stiano, esso appare inevitabilmente ideologico ed emotiva-mente crudele rispetto all’apparente umanità della prospetti-va anti-cristiana. I pastori della chiesa cattolica che predicanocontro la legalizzazione dell’aborto o la ridefinizione del ma-trimonio vengono rappresentati come persone guidate daun’ideologia, severi e insensibili, non per quello che dicono,ma perché i loro ascoltatori mettono a confronto il loro mes-saggio con i toni comprensivi delle immagini prodotte daimedia, quelle di esseri umani che, trovandosi in situazioni divita moralmente complesse, operano scelte che sono mostra-te come salutari e buone. Si pensi, per esempio, a come sonorappresentate benevolmente e con simpatia, nei prodotti te-levisivi e cinematografici dei nostri giorni, le famiglie alterna-tive, anche quelle omosessuali, e i Ioro figli adottivi. Se lanuova evangelizzazione vuole contrastare con successo que-ste distorsioni della realtà etica e religiosa prodotte dai massmedia, allora i pastori, i predicatori, gli insegnanti e i catechi-sti devono essere molto più informati circa la sfida costituitadall’evangelizzare in un mondo dominato dai mass media.L’insegnamento magisteriale può essere di grande aiuto inquesto ambito, ed è dunque necessario che conosca ulteriorisviluppi. Degno di nota è il documento post-conciliare Aetatisnovae (1992), soprattutto per la sua attenzione all’evangeliz-zazione nel contesto della comunicazione di massa. Questodocumento evidenzia che i moderni mezzi di comunicazionedistorcono la realtà non solo dicendoci cosa pensare, ma an-che su cosa pensare; l’inclusione o l’esclusione di argomenticonsiderati degni di rilievo da parte dei mass media è uno de-gli strumenti più subdoli per formare l’immaginario etico edeterminare l’opinione pubblica.

I padri della Chiesa, compreso sant’Agostino, possonooffrire un’importante guida per la Chiesa riguardo a questoaspetto della nuova evangelizzazione, proprio perche sonostati maestri dell’arte della retorica. Con la formazione reto-rica, che per molti di loro era il miglior corso di studi accessi-bile nell’età tardoantica, i Padri della Chiesa hanno dato unarisposta formidabile alle forze retoriche e letterarie, non cri-stiane a anti-cristiane, attivamente impegnate nell’impero ro-mano per formare l’immaginario religioso ed etico di queitempi. Le Confessioni di sant’Agostino, con la centralità asse-gnata all’immagine dell’inquietum cor, ha forgiato il modo incui i cristiani e i non cristiani d’occidente hanno reinterpre-

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tato la conversione religiosa. Ne La citta di Dio Agostino si èservito del racconto del colloquio tra Alessandro Magno e unpirata preso prigioniero per ironizzare sulla pretesa legittimi-tà morale dell’Impero Romano. I padri della Chiesa, e tra diloro Giovanni Crisostomo, Ambrogio, Leone Magno e Gre-gorio di Nissa, non erano dei grandi retori in quanto grandipredicatori, ma erano grandi predicatori perché erano, an-cor prima, grandi retori. La loro evangelizzazione ha avutosuccesso in gran parte perche conoscevano i fondamenti del-la comunicazione sociale adeguata al mondo in cui vivevano.Pertanto essi capivano con enorme precisione le tecniche at-traverso le quali l’immaginario etico e religioso dei loro tem-pi era manipolato, in quel contesto, dai centri del potere se-colare. Al fine di contrastare con successo il dominio deimass media sull’immaginario popolare religioso e morale,non basta che la Chiesa possieda le sue proprie stazioni tele-visive o sponsorizzi film religiosi. I media secolari sarannosempre più forti in questo campo, e se da una parte è neces-sario che la Chiesa sia impegnata nei e con i suoi mezzi di co-municazione, non potremo gareggiare con successo controquelli secolari. Inoltre la Chiesa dovrebbe resistere alla tenta-zione di credere di poter competere con i moderni mass me-dia trasformando la liturgia in uno spettacolo. Anche qui iPadri della Chiesa, come Tertulliano, ci ricordano che lospettacolo visivo appartiene al saeculum.

La vera missione della Chiesa è di far conoscere allepersone la natura del mistero come antidoto contro lo spetta-colo. Agostino, ne La città di Dio, insegna che il mistero foca-lizza l’immaginazione sull’oscurità che circonda la morte, especialmente sull’oscurità della crocifissione di Cristo chesant’Agostino vede riecheggiata nella morte dei martiri cri-stiani. D’altra parte lo spettacolo, con tutto quello che lo ac-compagna, pone in evidenza la fama e l’eroismo e offre allagente una fallace consolazione distogliendola la mente dal-l’istintivo timore della morte dal pensiero. Agostino vede lapresenza di questa falsa consolazione nel teatro romano, ne-gli eventi sportivi, nelle feste civili e nelle parate militari.L’argomentazione di Agostino è molto significativa per lacultura contemporanea, nella quale quelle Antiche forme dispettacolo sono state amplificate dai moderni mezzi di comu-nicazione di massa in false accezioni di celebrità e di eroi-smo. Il secolarismo, una forza anticristiana, deve molto allasua capacità di presa che i media hanno sulla cultura contem-poranea e, di conseguenza, sull’immaginario religioso ed eti-co. Ne consegue che nel mondo moderno l’evangelizzazionedeve trovare i mezzi appropriati per distogliere l’attenzionedel pubblico dallo spettacolo e volgerla al mistero.

I tre membriagostiniani del Sinodo: P. Robert Prevost(Priore generale),Rev.mo JoséUlloa Mendieta(arcivescovo diPanama), Rev.mo MichaelCampbell(vescovo diLancaster,Inghilterra)

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I promotori vocazionali dell’Ordine si incontrano a Roma

Il Collegio Internazionale “Santa Monica” el’Istituto Patristico Augustinianum di Roma hannoospitato, quest’estate, un incontro a cui hannopartecipato 40 frati, che si sono ritrovati per studia-re e discutere il tema delle vocazioni e della pro-mozione vocazionale. I frati, venuti in rappresen-tanza di 23 circoscrizioni dell’Ordine, sono iresponsabili nelle loro zone di provenienza di que-sto particolare ministero, così fondamentale per laChiesa e per l’Ordine.

Durante il discorso di benvenuto, in occasionedell’apertura del workshop, lunedì 2 luglio, il PrioreGenerale Robert Prevost ha voluto ricordare le pa-role rivolte dal Santo Padre Benedetto XVI ad ungruppo di Vescovi nordamericani, nel corso dellaloro visita ad limina apostolorum: “L’urgente neces-sità, al presente, di una testimonianza credibile eattraente del potere di redenzione e di trasforma-zione del Vangelo, rende fondamentale riconqui-stare il senso della sublime dignità e bellezza dellavita consacrata, pregare per le vocazioni religiosee promuoverle attivamente, rafforzando al con-tempo i canali di comunicazione e cooperazioneesistenti…” (18 maggio 2012).

Il workshop, che si è articolato per cinque inte-re giornate in una serie di conferenze, discussioni digruppo, scambi di esperienze e di buone pratichepastorali tra i partecipanti, era incentrato sulla pro-mozione di una più evidente e dinamica cultura

delle vocazioni all’interno di ciascuna circoscrizio-ne e addirittura di ogni comunità locale. I cinquegiorni di programma si sono svolti in un’atmosferadi fraterna ospitalità e di dialogo aperto, a confer-ma dell’importanza di rinnovare la vita agostiniananelle nostre diverse comunità e circoscrizioni, qualecomponente fondamentale del ministero delle vo-cazioni. La necessità e il desiderio di dare maggio-re visibilità alla vita agostiniana, di condividerel’esperienza dei fratelli impegnati a vivere e svolge-re il proprio ministero in unità, sono diventati l’invitoe la sfida che i frati stessi hanno deciso di affronta-re. Il convegno internazionale è stato voluto dalCapitolo generale del 2007 ed organizzato dallaCommissione Agostiniana Internazionale per la pro-mozione vocazionale, con lo scopo di fornireun’opportunità di riflessione comune su questo im-portante ministero e creare un legame forte tra ipromotori vocazionali delle diverse circoscrizionidell’Ordine, per garantire un fecondo scambio diinformazioni sui programmi e le iniziative attualmen-te in corso.

“Vogliamo che la gente veda che noi agosti-niani siamo uomini dediti al servizio, che siamo fra-telli, frati, che vivono nella carità, persone felici chevivono nell’amore di Dio” ha detto uno dei parteci-panti.

Tra i frati incaricati di svolgere le diverse rela-zioni vi erano P. Luis Marín OSA, che ha offerto ai

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I promotori vocazionali agostiniani mentre attraversano piazza S. Pietro, nella città del Vaticano

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Famiglia

Agostiniana

partecipanti una riflessione sulla teologia della vo-cazione e sulle caratteristiche specifiche del cari-sma agostiniano; i PP. Joseph Farrell OSA e KevinDe Prinzio OSA che hanno tenuto svariate sessioni,affrontando il tema dell’identità del Promotore Vo-cazionale ed il ruolo di accompagnamento deicandidati, nel percorso di scoperta della vocazio-ne religiosa. Facendo ricorso all’immagine biblicadell’incontro di Pietro e Giovanni con il mendicantepresso la porta Bella del tempio, hanno guidato ipartecipanti nella meditazione, nell’esplorazione enell’analisi dei diversi elementi che fanno parte delministero vocazionale.

P. Isaac Estevez OSA si è invece dedicato al-l’esame della questione di una Cultura della Voca-zione che provenga dall’interno o dall’esterno,analizzando le diverse implicazioni e suggerendodelle vere e proprie strategie per vivere concreta-mente l’esperienza della vita agostiniana.

Parallelamente ai lavori del workshop vero eproprio, i partecipanti hanno condiviso ogni giorno– in diversi gruppi di lavoro a seconda della linguadi appartenenza – la responsabilità della prepara-zione della preghiera del mattino, della preghieraserale e dell’Eucaristia. È stata anche offerta a tut-ti la possibilità di visitare la Cappella Sistina e, al ter-mine della settimana, di celebrare insieme l’Eucari-stia nella cappella che ospita la tomba di SanPietro. La comunità di Sant’Agostino ha inoltre of-ferto ai partecipanti un pasto sul meraviglioso ter-razzo che sovrasta il convento, un tempo parte delGeneralato dell’Ordine.

Mentre i partecipanti si apprestavano a fare ri-torno ciascuno alla propria comunità, si percepivanell’aria un senso di generale ottimismo ed entusia-smo nel riprendere quei compiti che l’Ordine ave-va affidato ad ognuno di loro. Un frate in particola-re, che aveva già preso parte alle due precedentiConferenze per le Vocazioni, organizzate negli anniscorsi, ha osservato che “ciò che mi è piaciuto par-ticolarmente in quest’occasione, rispetto alle dueprecedenti, è che non si è voluto tanto sottolinearel’importanza dei metodi o dei materiali, quantol’importanza della figura del promotore vocaziona-le e del suo rapporto con i candidati e con i frati al-l’interno della Provincia”.

I promotori vocazionali durante una messa celebrata nella cappella del Collegio internazionale di Santa Monica

Materiale di lettura sulle vocazioni religiose

I partecipanti durante la condivisione dei pastiI partecipanti mentre assistono a conferenze e relazioni

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CONGRESSO DI EDUCATORI E SCUOLE AGOSTINIANECollegio “San Agustín”, LIM A, PERÚ 30 luglio – 3 agosto

Dal 30 luglio al 3 agosto si è tenuto nella cittàdi Lima, in Perù, il Congresso mondiale degli edu-catori e delle scuole agostiniane, dall’interessante ti-tolo: “LA SCUOLA AGOSTINIANA: PORTA PER IL VANGELO E

CAMMINO VERSO IL REGNO”. Come è evidente, il con-gresso era fortemente improntato alla Nuova Evan-

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gelizzazione, tema che richiama l’attenzione sul-l’importanza dell’apostolato educativo degli agosti-niani che insegnano nelle nostre scuole, nelle uni-versità ed in altri ambiti educativi all’interno dellacultura e della società contemporanea. Questi mini-steri che ci sono stati affidati dalla Chiesa si colloca-no all’interno del contesto delle “piazze pubbliche”del mondo attuale ed hanno progressivamente ac-quisito sempre maggior valore e importanza, poichésono divenuti sempre più necessari in un mondo incui abbondano invece le “ideologie a buon prezzo”,carenti di impegno e di valori esistenziali. Il con-gresso, con più di 200 partecipanti, ha avuto ungrande successo in termini di affluenza. I relatori e itemi affrontati hanno proposto nuovi punti di vistasui valori agostiniani dell’interiorità e della comuni-tà, sulla ricerca della verità e sul Vangelo. Abbiamoavuto la fortuna di avere con noi il Priore Generaledell’Ordine, P. Robert Prevost, che ha preso parte atutti gli eventi del congresso, aprendo i lavori conuna magnifica relazione introduttiva, molto apprez-zata da tutti i partecipanti, dal titolo “Vangelo, Re-

Messa celebrata dal Priore generale, P. Robert Prevost, O.S.A.

Il Priore generale, Rev. P. Robert F. Prevost, O.S.A., si rivolge ai partecipanti del Congresso

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gno di Dio e scuole agostiniane”. Anche il ilnostro amatissimo vescovo agostiniano diChulucanas, Rev.mo Daniel Turley, si è unitoa noi: con la sua profonda generosità d’ani-mo è riuscito a trovare il modo di interrom-pere gli esercizi spirituali e di venire a par-larci dell’interiorità e della pedagogia delMaestro Interiore, un metodo sempre validoper i nostri giovani, per far sentire loro inmodo chiaro la presenza di Gesù, il MaestroInteriore. Con noi c’era anche P. FranciscoGalende che ha svolto una relazione sultema “La comunità in cerca della Verità”,mentre un altro relatore è stato P. John So-tak, che ha parlato della “comunità comeluogo di crescita e di sviluppo del cuore edell’anima”, spronandoci a dare più valorealle nostre vite. Dopo queste premesse, si èpassato ad affrontare il tema di Giustizia ePace. Due frati, P. Emeka Obiezu, rappresen-tante della ONG dell’Ordine presso le Na-zioni Unite, e P. Alejandro Moral, AssistenteGenerale dell’Ordine, hanno illustrato quel-lo che l’Ordine sta facendo come “comunitàal servizio di una nuova fraternità universa-le”. Il programma del congresso è stato ar-ricchito da una serie di workshop e attivitàper i partecipanti e si è concluso con il salu-to di P. Rommel Par, Presidente del comitatoorganizzatore del congresso, con il ringrazia-mento rivolto dal Priore Generale a tutti ipartecipanti e in particolare alla Provinciadel Perù, ed infine con una celebrazione eu-caristica presieduta dal Priore Provinciale, P.Alex Lam, esempio di vocazione nata nelCollegio “San Agustín”, dove si è tenuto ilcongresso.

In chiusura di questo articolo, deside-riamo ringraziare tutti coloro che hannopreso parte attivamente alla realizzazionedel congresso, i membri della Commissionedegli educatori e delle scuole dell’Ordine,tutti i relatori e P. Elías Neira, Preside delCollegio “San Agustín”, che, assieme al suoteam, ha fatto in modo che, nei cinque gior-ni del congresso, tutto funzionasse alla per-fezione.

P. Alejandro Moral, OSAMembro della Commissione per gli educatori e le scuole dell’Ordine.

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1. I partecipanti mentre assistono alle conferenze

2. I partecipanti durante i lavori

3. I partecipanti riuniti in una sessione di lavoro

4. I partecipanti al momento della partenza, assiemeal Priore generale, P. Robert F. Prevost, O.S.A.

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CONVEGNO MONDIALE DEI LAICI AGOSTINIANI A ROMA

(11 – 17 Luglio 2012)

dell’Ordine. Alcuni di essi erano già stati eletti, altrisono stati eletti proprio durante questi incontri, men-tre i restanti saranno eletti nel corso di incontri regio-nali. La visita a Cascia, organizzata come giornata dipreghiera e di penitenza, e la Messa celebrata nellaChiesa di Sant’Agostino a Roma, presieduta dal Prioregenerale dell’Ordine, P. Robert Prevost, hanno rap-presentato due importanti momenti spirituali per tut-to il gruppo dei partecipanti.

Desideriamo esprimere la nostra più sincera gra-titudine a tutti i membri dell’Ordine, responsabili del-l’organizzazione del convegno, che hanno dedicatotutto il loro impegno affinché questo importante even-to si potesse realizzare. Siamo grati anche della parte-cipazione dei nostri giovani: la presenza e la testimo-nianza dei nostri laici agostiniani più giovani ci hafornito un’importante occasione di riflessione e ha in-fuso uno spirito di gioia e di ottimismo alle attività diogni giornata dell’incontro.

P. ALEJANDRO MORAL ANTÓN, OSA

Si è tenuto a Roma il terzo convegno internazio-nale dei laici agostiniani, sul tema “ESSERE CORPODI CRISTO PER IL MONDO DI OGGI”. I circa 150partecipanti hanno avuto l’occasione di riflettere sucosa significhi essere agostiniani, come possiamo cioè

essere, vivere e comunicare nel mondo di oggiche siamo “corpo di Cristo”. Gli interventi deiprincipali relatori del convegno, il vescovo Gio-vanni Scanavino (OSA) e il Dr. Joseph T. Kelley,sono stati connotati da una forte base scrittura-le, con numerosi riferimenti ai testi del nostrosanto padre Agostino. Oltre a questi interventisono state svolte alcune presentazioni di grupposul tema dell’esperienza degli agostiniani laiciall’interno del contesto familiare, del laicato nelmondo moderno e della gioventù agostiniana:tre relazioni che ci hanno aiutato a conosceremeglio il mondo dei laici agostiniani, costituitosia dalle fraternità laiche agostiniane dell’Ordi-ne che da altri gruppi di laici molto vicini all’Or-dine, ma che non hanno una specifica connota-zione giuridica.

L’esperienza di comunione tra entrambequeste realtà ha permesso di superare le diffe-renze e ciò che possiamo realmente testimonia-re è un senso di vera unione tra tutti i parteci-panti. È questa la strada da seguire per il futuroanche se certamente ci saranno molte difficoltàda affrontare se vogliamo davvero essere il cor-po di Cristo per il mondo di oggi.

Un importante aspetto dell’incontro è sta-to rappresentato dal metodo proposto dai diver-si gruppi regionali per l’elezione dei coordina-tori che continueranno a lavorare con i frati

Cerimonia di offertorio durante la celebrazione conclusivanella Basilica di Sant’Agostino presieduta dal Priore generale,

P. Robert F. Prevost, O.S.A.

I partecipanti mentre assistono ad una conferenza presso l’Auditorium dell’Augustinianum

I partecipanti presentano le bandiere dei rispettivi Paesi di appartenenza

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pato alla tipica messa parrocchiale coreana delle 11, re-stando profondamente colpito dalla grande dignità delservizio liturgico e dai meravigliosi canti eseguiti dal coro,con la partecipazione di tutta la congregazione.

Nella giornata di lunedì 10 settembre, nella cattedra-le cattolica di Incheon, il Cardinale Grech ha ordinato alsacerdozio Matteo Cho Woo-Hyeong O.S.A., di 32 anni, edanche in questo caso si è trattato della prima ordinazioneper il cardinale. A presenziare alla cerimonia, in una catte-drale gremita di gente, vi era anche il vescovo di Incheon,mons. Boniface Choi.

Il Cardinale Grech si considera a buon diritto unmissionario, almeno indirettamente, dal momento chemolti dei giovani che, nel corso degli anni, sono stati suoistudenti venivano da paesi di missione. Tra questi natural-mente anche la Corea, dove, nel corso dei 10 giorni dellasua visita, ha avuto modo di incontrare numerosi suoi exstudenti, diventati ormai vescovi, rettori di seminari e pro-fessori essi stessi. Uno di questi è mons. Lazzaro You, Ve-scovo di Daejeon, che per il Cardinale Grech ha organizza-to una visita a due diversi santuari martiriali presenti nellasua diocesi. La chiesa cattolica è presente in Corea da soli230 anni, ma nei suoi primi 100 anni di vita ha subito ben

cinque grandi persecuzioni. Oltre ai 103 martiriufficialmente canonizzati, molti furono i martiriignoti che vennero uccisi sommariamente e getta-ti nelle fosse comuni. È stato proprio questo unodei siti visitati dal Cardinale, mentre l’altro era illuogo dove nacque il primo sacerdote coreano,Kim Dae-Gon, martirizzato all’età di 24 anni. Nel-le restanti giornate, il Cardinale ha avuto modo dirivolgere un discorso di contenuto spirituale aipiù di 100 seminaristi presenti nel seminario cat-tolico di Incheon, di visitare le altre 2 case agosti-niane e i siti culturali di Seul e dei suoi dintorni,in particolare i due famosi templi buddisti.

Nel corso degli ultimi 2 anni, la delegazione di Co-rea, che conta appena 11 frati coreani di voti solenni, halavorato ad un progetto per la costruzione di una strutturada dedicare agli esercizi spirituali nella diocesi di Uijon-gbu, a nord di Seul. Per le celebrazioni organizzate in oc-casione del completamento della prima fase di realizzazio-ne del progetto, la delegazione ha voluto invitare ilCardinale Prospero Grech che ha accettato volentieri dipartecipare.

Nella giornata di sabato 8 settembre si è svolta la ce-rimonia di consacrazione della nuova chiesa e del nuovomonastero, cerimonia presieduta dal Vescovo di Uijongbu,sua eccellenza monsignor Peter Lee, alla presenza del Car-dinale Grech, del nunzio apostolico in Corea mons. Osval-do Padilla, del Provinciale di Australia, P. Tony Banks e diP. Armando Dayao, in rappresentanza della Provincia diCebu. Ad accogliere gli ospiti e i circa 500 amici degli ago-stiniani intervenuti alla cerimonia c’era il superiore delladelegazione, P. Jacobo Seo.

La Chiesa ha una capienza di circa 120 posti a sede-re, mentre il monastero, che servirà anche come noviziato,è dotato di 10 stanze per i frati, i novizi e per gli esterniche partecipano ai ritiri. Anche le fondamenta della verae propria casa per i ritiri sono state già gettate. Il comple-tamento di quest’ultimo edificio, che avrà 14 stanze dop-pie e potrà accogliere fino a 30 persone, costituirà la fase 2del progetto di costruzione, e rappresenta l’obiettivo fissa-to per il 2013.

Nella mattina della stessa giornata, il CardinaleGrech ha battezzato il settantottenne Augustine Park Jong-Geun, uno dei più grandi benefattori dell’Ordine in Co-rea, l’uomo che ha donato il terreno su cui sorgono i nuo-vi edifici e che ha contribuito in larga parte allacostruzione della chiesa. Per il Cardinale Grech si è tratta-to del primo battesimo amministrato ad un adulto. In Co-rea, di fatto, dove solo il 10 per cento della popolazione èdi religione cattolica, mentre una percentuale maggiore èprotestante e l’altra religione principale è il buddismo,vengono battezzate prevalentemente persone adulte.

La domenica mattina il Cardinale Grech ha parteci-

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Visita in Corea del Cardinale Prospero Grech O.S.A.

La nuova chiesa consacrata l’8 settembre 2012

Sua Eminenza Cardinale Grech, O.S.A., assieme al vescovo diIncheon, Mons. Boniface Choi, il Priore Provinciale d’Australia,Rev. P. Tony Banks, O.S.A., con alcuni membri dell’Ordine ed alcuni sacerdoti coreani

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A Guadarrama, (nella casa dispiritualità “Fray Luis de León”della Provincia di Castiglia, a Ma-drid) si è tenuta dal 30 settembreal 5 ottobre l’Assemblea interna-zionale delle suore agostiniane divita contemplativa, dal titolo “Con-templare il tuo volto nel silenzio,celebrare il tuo amore nella comu-nione”.

Convocate dal Priore Genera-le, P. Robert F. Prevost, e dai Presi-denti delle Federazioni, M. RitaPiccione della Federazione italia-na, M. Maria Inés Dias e M. Nativi-dad Salvador delle Federazioni diSpagna, nel corso della prima setti-mana di ottobre si sono incontratea Guadarrama un centinaio di suo-re agostiniane di vita contemplati-va, provenienti da diversi Paesi:Spagna, Italia, Filippine, Romania,Kenya, Stati Uniti, Canada, Ecua-dor, Perú, Cile, Panama e Bolivia,in rappresentanza di tutti i mona-steri dell’Ordine.

In preparazione di questoevento, come compito preliminareper il lavoro di queste giornate, le

diverse comunità sierano già confrontatee avevano riflettutoinsieme su alcunitemi particolari: voceinteriore, preghiera,lectio divina, vita fra-terna, formazione,comunione ed eccle-sialità, nella certezzache un ritorno allenostre radici possarappresentare unafonte di rinnovamen-to e di autenticità ealimentare nuova-mente con la gioia la nostra identi-tà.

Gli obiettivi principali dell’in-contro erano quello di acquisireuna maggior conoscenza dei diver-si percorsi intrapresi, per vivere ap-pieno la vocazione contemplativaagostiniana e condividere le espe-rienze vissute, cercando contem-poraneamente di stringere legamidi amicizia e fraternità tra i diversimonasteri e le diverse federazioni.L’incontro ha fornito anche

un’opportunità di arricchimentoreciproco, grazie agli elementi didiversità e di molteplicità delle cul-ture presenti all’interno dell’Ordi-ne, rafforzando al tempo stesso lospirito di comunione tra sorelle efratelli agostiniani e divenendo se-gni concreti di unità al servizio delVangelo.

Il 30 settembre, il Priore Ge-nerale ha aperto l’Assemblea conuna celebrazione eucaristica, sotto-lineando nella sua omelia l’impor-

ASSEMBLEA INTERNAZIONALE DELLE MONACHEAGOSTINIANE CONTEMPLATIVE

(Guadarrama, 30 settembre 2012)

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tanza dei valori dell’UNITÀ e dellaCOMUNIONE pur nella diversitàdelle nostre culture, delle nostrecomunità e dei modi di pensare edi sentire che tutti noi abbiamo.

Nel corso della settimana,un’intera giornata è stata dedicataalla pratica della contemplazione ead una riflessione sulla spiritualitàdi Sant’Agostino e su alcune dellevirtù principali, come l’umiltà e lacarità, così necessarie per la vitacomunitaria. Un’altra giornata èstata invece dedicata alla condivi-sione dei diversi punti di vista sultema della vita apostolica e con-templativa all’interno della comu-nità. Altro tema centrale dell’As-semblea è stato il significatodell’appartenenza all’Ordine diSant’Agostino. Nella sua omelia,pronunciata in occasione dellaMessa di ringraziamento del 5 ot-tobre, l’ultima giornata dell’incon-tro, il Priore Generale ha volutosottolineare che “ci sono elementicomuni nelle vite di noi religiosi ereligiose, elementi che ci unisco-no, al di sopra e al di là di qualun-que differenza e di qualunquecambiamento, e questi elementirappresentano il dono dell’UNI-

TÀ: qualcosa che riceviamo comeuna grazia e che dobbiamo conti-nuamente rafforzare e coltivare, inmodo da essere capaci di trasfor-marci e diventare segni viventi dicomunione nell’unità del corpo diCristo, valore questo che, comeevidente dagli Atti degli Apostoli,era davvero fondamentale nellavita della prima comunità di cri-stiani”.

L’ultima giornata di incontrodell’Assemblea internazionale, conle sue conclusioni e proposte, èstata una giornata di approfondi-mento del tema indicato dal titolostesso del convegno: Contemplareil tuo volto nel silenzio, celebrare iltuo amore nella comunione. Il si-lenzio, la preghiera, la voce inte-riore, insieme alla comunione nel-la carità (“in Deum”), nella vitacomunitaria, rappresentano im-

portanti obiettivi per il futuro,obiettivi che ci pongono sfide sem-pre nuove che ogni comunità edogni suora deve imparare ad ama-re in modo concreto.

Questa Assemblea, la primache si sia mai tenuta nell’Ordine aquesti livelli, ha fornito un contri-buto inestimabile nel gettare lucesulla situazione attuale delle nostrecomunità e dei nostri monasteri.Ma non è ancora abbastanza. Met-tiamoci in cammino su una nuovastrada, rispettando e portandoavanti ciò che abbiamo di assolutoe definitivo, ma restando apertialla luce e alla guida dello Spirito,così da imparare a leggere i segnidei tempi e a vivere pienamente ilnostro carisma con rinnovato im-pegno.

P. ALEJANDRO MORAL ANTÓN, OSA

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1. Celebrazione eucaristica nel corsodell’Assemblea

2. I partecipanti alla prima assembleainternazionale delle suore di vitacontemplativa agostiniane, assieme al Priore generale dell’Ordine,Rev. P. Robert F. Prevost, O.S.A.

3. I partecipanti mentre scattano alcunefoto ricordo

4. I partecipanti riuniti in una sessione di lavoro

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Crescere nella comunione: un nuovo slancio alla vita comunitaria

Dal 16 al 21 aprile di quest'anno si è tenuto, presso ilCentro di spiritualità del Santo Niño di Tolotoli, Consola-cion, a Cebù, l'8° Capitolo provinciale della Provincia diCebù, sul tema Crescere nella comunione: un nuovo slancioalla vita comunitaria.

Per ventotto anni, dalla sua solenne inaugurazioneavvenuta il 15 gennaio del 1984, la Provincia ha lavoratoper realizzare la sua visione di una “comunità di fratelli eamici che vivono in armonia con un cuore solo ed una solamente rivolti a Dio, nella condivisione dei beni e al serviziodel popolo di Dio”. Nonostante le molte difficoltà incon-trate e le diverse sfide che ha dovuto affrontare, la Provin-cia ha portato avanti il suo impegno di incarnare lo stile divita agostiniano nelle diverse aree del proprio apostolato,crescendo nella comunione e rispondendo alle necessitàdella Chiesa e dell'Ordine; in previsione delle nuove sfideche dovrà affrontare nel prossimo futuro, si sta ora prepa-rando con importanti programmi per i prossimi quattroanni (2012-2016).

Il ritiro spirituale precapitolare

Tutti i membri della Provincia hanno partecipato allagiornata di ritiro spirituale assieme al Priore Generale, P.Robert F. Prevost, OSA, il 16 aprile; il ritiro era stato orga-nizzato in preparazione del Capitolo e del nuovo quadrien-nio. La giornata si è aperta con l'intronizzazione delle sa-cre immagini del Santo Niño de Cebu, di Nostra Signoradel Buon Consiglio e di Sant'Agostino, infondendo così dasubito un'atmosfera adatta alla preghiera e alla meditazio-ne.

La sessione mattutina è stata guidata da P. CornelioAlpuerto SVD, ex Priore Provinciale della Società del Ver-bo Divino (Provincia centrale delle Filippine). Il predicato-

re ha invitato i frati a riflettere sulla condizione di discepo-li, risposta a una chiamata e sfida che determina un rap-porto sempre più profondo con il Signore. Il punto centra-le del suo messaggio era che ogni incontro con il Signore,nella vita religiosa in particolare, o comunque nella vita ingenerale, è un'esperienza corroborante, che porta ad unaprofonda trasformazione della vita ed è essa stessa apporta-trice di nuova vita. È dunque un'esperienza necessaria perqualunque tipo di crescita nella comunione e in questosenso crescere nella comunione significa crescere nellacondizione di discepoli e viceversa. P. Alpuerto ha ancheguidato i frati in una riflessione sulla natura della Santissi-ma Trinità quale prototipo dell'amore, della condivisione,dell'atto di donare sé stessi e dello svuotamento di sé, maanche come modello di solidarietà, cooperazione e fratel-lanza, che sono valori essenziali per infondere nuovo slan-cio alla vita comunitaria.

P. Prevost ha invece guidato la sessione pomeridianadell'incontro, aprendo il suo intervento con un collega-mento tra il tema del Capitolo e il versetto degli Atti degliApostoli in cui si dice che la comunità dei fratelli aveva “uncuore solo e un'anima sola”, notando, a questo proposito,che l'atto più potente operato dallo Spirito Santo è statoproprio la creazione della prima comunità cristiana e che,di conseguenza, la vita comune è fondamentale per la vitacristiana. Citando il suo predecessore, P. Theodore Tack, P.Prevost ha sottolineato che, secondo la nostra tradizioneagostiniana “la comunità è il nostro primo apostolato” edha incoraggiato tutti i fratelli a riflettere sulla natura profe-tica della vita comunitaria: una vita che dovrebbe portare isegni della fraternità, della solidarietà, del rispetto per glialtri, ed essere radicata nella carità. Ciò significa che peressere profetici, i membri della comunità devono essereuomini di Dio, ovvero radicati in Lui è formati costante-

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mente nella Sua parola. È stata dunque questa la sfida lan-ciata a tutti i confratelli al momento dell'apertura ufficialedel Capitolo.

Messa di apertura

La messa di inaugurazione del Capitolo, presiedutada P. Prevost, è stata celebrata nella Basilica Minore delSanto Niño. Nella sua omelia, P. Prevost ha voluto sottoli-neare che la comunione si ha là dove i fratelli comprendo-no di avere una comune identità come persone chiamate avivere insieme e ad essere profondamente radicate in Dio.Egli ha incoraggiato i frati a continuare a credere nell'im-portanza della comunione al momento di intraprendere illoro cammino per i prossimi quattro anni. L'insediamentoe la conferma del nuovo Priore Provinciale si sono svoltinell'ambito della celebrazione stessa. P. Eusebio B. Berdonè stato rieletto Priore provinciale, mentre i quattro membridel Consiglio sono risultati P. Andrew P. Batayola, P. JonasMejares, P. Frederick C. Commendador e P. Victor Gonza-ga. Nel desiderio di continuare a condividere i beni spiritualidell'Ordine, diciassette collaboratori laici, appartenenti aquattro diverse comunità della Provincia, sono stati affiliatiall'Ordine in questa stessa occasione. Prima della benedi-zione finale il Priore Provinciale ha svolto il suo discorsoinaugurale, raccomandando a tutti i confratelli di guardareal futuro con speranza e ad avviare con ottimismo il nuovoquadriennio: un periodo che si preannuncia pieno di nuo-ve sfide, ma anche di opportunità per dare un rinnovatoslancio alla vita comunitaria.

Il Capitolo

Il Capitolo vero e proprio è iniziato con quarantacin-que membri ufficiali, guidati da P. Prevost che era anchepresidente del Capitolo stesso. Era presente anche l'Assi-stente generale, P. Rommel Par. Nel suo discorso di apertu-ra P. Prevost ha messo in evidenza alcuni importanti spuntidi riflessione: la dimensione contemplativa del nostro stiledi vita agostiniano, la necessità di prendersi cura ognunodella vocazione dell'altro e quelle che sono le aspettativedell'Ordine riguardo al contributo della Provincia perl'evangelizzazione nei Paesi del continente asiatico.

Dopo l'elezione dei delegati al Capi-tolo ed altre procedure preliminari, ilPriore provinciale ha fatto il punto dellasituazione sullo stato della Provincia. In se-guito si sono svolte le votazioni del Segre-tario e del Tesoriere provinciali; l’esitodello scrutinio ha visto l'elezione di P.Dante O. Juloc, OSA, come segretario e larielezione di P. Rodolfo Bugna come teso-riere. Il Capitolo è proseguito quindi conla presentazione dei resoconti delle quin-dici comunità e dei diversi istituti presentiall'interno della Provincia.

I membri del Consiglio Provinciale assieme al Priore generale, Rev. P. Robert F. Prevost, O.S.A.

A sinistra: I membri della Provincia assieme al Priore generale, dopo la messa di apertura del Capitolo Provinciale celebrata nella Basilica del Santo Niño a Cebu

I partecipanti al Capitolo Provinciale Ordinario che si è tenuto nell’aprile scorso a Cebu

I membri del Capitolo, con rinnovato fervore per lavita agostiniana, si sono impegnati attivamente per la piani-ficazione dei prossimi quattro anni, esprimendo ciascunole proprie idee e proposte per il futuro con convinzione econ tutte le migliori intenzioni. Uno dei punti essenzialidel Capitolo, espressione dell'intenzione della Provincia diampliare i suoi ministeri e del suo fervore missionario, è lacreazione di tre nuove comunità o aree di apostolato. Sitratta della comunità istituita presso l'Università di San-t'Agostino - Campus di Sambag a Iloilo City, la sede subpar-rocchiale di Sant'Anna a Burgos, isola di Siargao, Surigaodel Norte ed una parrocchia missionaria nella diocesi diBayombong, nella città di Saguday, Quirino. La Provinciaha inoltre riaffermato il proprio supporto a quelle chesono le necessità dell'Ordine, esprimendo il desiderio diimpegnarsi a favore di altre province.

Uno sguardo al futuro

L'8° Capitolo provinciale ordinario, con tutti i suoi proget-ti e programmi per il prossimo quadriennio e con la rinno-vata fede e convinzione di tutti i suoi membri, ha indirizza-to la Provincia sulla strada che porta alla realizzazionedella sua visione per il futuro. Il Capitolo ha inoltre fornitoa tutti i frati buoni motivi per guardare con ottimismo adun futuro luminoso e per celebrare il profondo impegnodella Provincia a favore della vita comunitaria e del servizioverso il popolo di Dio.

P. DANTE O. JULOC, OSASegretario Provinciale

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ta in volta, su uno dei seguenti temi: la spiritualitàagostiniana, la giustizia sociale e la coscienza ecologi-ca, la formazione dei religiosi, il sostegno ai formato-ri e le vocazioni agostiniane. Oltre a questi, sono sta-ti organizzati altri eventi di più ampia portata, qualil’incontro biennale per i novizi (della durata di quat-tordici giorni), al quale hanno partecipato i novizi dialmeno sei differenti congregazioni religiose, ma-schili e femminili, ed un raduno vocazionale annualein stile jamboree, durato tutta una notte, che ha con-tato più di 2.700 partecipanti. Da più di dodici anni,inoltre, viene pubblicato un bollettino semestraledell’APAC.

Dal 1980, con cadenza triennale, si sono tenuti icongressi APAC; da più di dieci anni a questi si af-fianca, immediatamente prima o dopo, l’incontrodei sette superiori dell’Ordine agostiniano della re-gione Asia-Pacifico. Questi incontri, dapprima infor-mali, sono stati successivamente istituzionalizzati suiniziativa di P. Patrick Fahey O.S.A., allora Provincia-le di Australia; l’insieme delle le istituzione che nefanno parte si riconoscono sotto il nome di Ordinedi Sant’Agostino nella regione Asia Pacifico (OSA-

AP). Da allora i membridell’OSAAP hanno con-tinuato ad incontrarsi,di solito una volta al-l’anno invece che ognitre anni.

Partendo dal pro-gramma di rinnova-mento adottato dal-l’OALA, l’OSAAP hafatto tesoro dei consiglidi P. Art Purcaro O.S.A.(Perù) per elaborareun analogo programmadi rinnovamento adatta-to all’Ordine agostinia-no nella regione Asia-Pacifico, che è statoeffettivamente avviatodue anni fa. Il program-ma di rinnovamentodeve ora affrontaregrandi sfide che vengo-no dall’esterno: le settegiurisdizioni agostinia-ne che hanno aderito alprogramma sono situa-te su un territorio chericopre un terzo dellasuperficie del pianeta,si trovano in due diversi

L’Ordine di Sant’Agostino e, più in generale,l’ampia famiglia agostiniana, costituita da numerosiordini e congregazioni religiose è presente e attivanella vasta regione dell’Asia oceanica.

Il 13 settembre del 1977 è stata istituita a Roma,nel corso del Capitolo Generale agostiniano, la Con-ferenza degli agostiniani in Asia-Pacifico (APAC); inseguito sono confluite in questa istituzione altre fa-miglie maschili e femminili agostiniane, sicché at-tualmente l’APAC raccoglie più di venti congregazio-ni religiose, con un numero stimato di circa 2.500membri professi in tutta la regione dell’Asia oceani-ca, che svolgono il proprio ministero nelle Filippine,in India, Indonesia, Australia, Giappone, Corea, Tai-landia, Vietnam, Taiwan, Cina e Nuova Zelanda.

Ogni anno vengono organizzati una serie dieventi APAC dai vari sottocomitati o Commissioni(cinque in tutto): si tratta di eventi che si svolgonoquasi sempre nelle Filippine, in virtù della loro posi-zione piuttosto centrale rispetto a tutta la regioneAsia-Pacifico, sebbene occasionalmente vengano or-ganizzati anche in India. Questi incontri, che di soli-to durano di cinque giorni, si sono soffermati, di vol-

alla conquista di vasti territori in asia Pacifico

I delegati dell’Assemblea APAC, tenutasi dal 27 al 29 febbraio 2012, presso la Casa di ritiro Villa Consuelo, nella suddivizione di Del Rey Ville,

a Camarin Novaliches, Caloocan City, (non lontano da Manila), nelle Filippine.Dietro (da sinistra a destra): P. Tetsuya Hirano O.S.A. (Giappone), P. Willy Arana O.S.A. (Vicariato d’Oriente),

P. Bernard Holzer A.A. (Filippine), Sr. Imelda Mora ASOLC (Filippine), P. Tony Banks O.S.A. (Australia), P. Dave Austin O.S.A. (Australia), P. Salesio Lee O.S.A. (Corea), P. Hiroyuki Shibata O.S.A. (Giappone).Davanti (da sinistra a destra): P. Victor Gonzaga O.S.A. (Cebu), Sr. Ma. Luz Mijares ASOLC (Filippine),

P. Anson Joseph O.S.A. (India), P. Conrad Ngadur O.S.A. (Papua, Indonesia), P. Andrew Batayola O.S.A. (Cebu),P. Bernard Baru O.S.A. (Papua, Indonesia), P. Eusebio Berdon O.S.A. (Cebu), Sr. Ignatia Tuti delle Suore Agostiniane della Divina Misericordia (Indonesia), P. Suh In-Seok Jacobo O.S.A. (Corea),

Sr. Felisitas Noli delle Suore Agostiniane della Divina Misericordia (Indonesia), Bernadina Abuan (Segretario emerito dell’APAC), e Sr. Jocy Widwid ASOLC (Filippine).

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continenti e sono sparpagliate tra due differentioceani. Per viaggiare da un paese all’altro è quasisempre necessario ricorrere a costosi voli interna -zionali, che possono durare anche dieci ore, ed ilviaggio è spesso complicato dalle normative naziona-li riguardanti i visti d’ingresso, con l’ulteriore aggra-vante delle differenze linguistiche, tenuto presenteche le giurisdizioni coinvolte abbracciano un totaledi sei lingue diverse: inglese, tagalog, malayalam (sta-to indiano del Kerala), indonesiano, giapponese ecoreano. La mediazione di un interprete è quasisempre necessaria perché gli ospiti stranieri possanocomunicare con i loro ascoltatori.

Nell’organizzazione di OSAAP sono coinvolte leProvince di Australia e Cebu, il Vicariato dei Martiriagostiniani del Giappone, il Vicariato d’Oriente e leDelegazioni di Corea, India e Papua (Indonesia).Dallo scorso febbraio 2012 il presidente di OSAAP èP. Tony Banks O.S.A. (Australia), che ha preso il po-sto di P. Eusebio Berdon O.S.A. (Cebu). In quellastessa settimana, a P. Banks è succeduto, come Presi-dente dell’APAC, P. Bernard Holzer A.A., che è quin-di divenuto il primo assunzionista a guidare l’APAC e

una delle uniche quattro persone che, pur non es-sendo membri dell’Ordine di Sant’Agostino, hannorivestito questa carica, alla quale si sono succeduti,nei trentacinque anni di storia dell’APAC, quattordi-ci diversi presidenti.

MICHAEL ENDICOTT O.S.A.

P. Tony Banks O.S.A.(Priore Provinciale dellaProvincia d’Australia),Presidente dell’OSAAP

di recente nomina e Presidente emerito

dell’APAC

PROVINCIA D’ITALIA: (2012-2016)

Priore Provinciale: - P. Luciano DE MIChIELI

Consiglieri: - P. Bernardino PINCIAROLI - P. Giuseppe PAGANO

- P. Gabriele PEDICINO - P. Pasquale CORMIO

Economo: - P. Domenico GIACOMOBELLO

Segretario: - P. Francesco GIULIANI

PROVINCIA DI POLONIA: (2012-2016)

Superiore Provinciale - P. Wieslaw DAWIDOWSKI

Consiglieri: - P. Piotr Szymon JANKOWSKI - P. Przemyslaw PLATA

Economo: - Fr. Jan Michal LEGOCKI

Segretario: - P. Lukasz Beniamin KUCZALA

PROVINCIA DELLA NIGERIA: (2012-2016)

Priore Provinciale: - P. John ABUBAKAR

Consiglieri: - P. Raymond hICKEY - P. Modestus ONUOhA

- P. Augustine GARBA - P. Joel OKOJIE

Economo: - P. Peter MEDUGU

Segretario: - P. Anthony Ikechukwu KANU

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Una nuova era per la presenza agostiniana a l’Avana-Cuba.

L’Istituto di studi ecclesiastici del Centro di cultura Felix Varela.

Durante la recente visita del Santo Padre Bene-detto XVI, dal 26 al 28 dello scorso mese di marzo, iriflettori di tutto il mondo si sono accesi su Cuba eper un momento fugace le donne e gli uomini dei di-versi continenti hanno potuto essere testimone di ciòche accade in questo paese e vedere quello che laChiesa cattolica cubana sta facendo per dare formaconcreta alla sua missione evangelizzatrice. Dopo unlungo periodo di persecuzioni e di vita segreta nellecatacombe, con l’evento storico e memorabile dellavisita del Beato Giovanni Paolo II nel 1998, la Chiesadi Cuba ha iniziato la sua rinascita ad una vita purifi-cata e rinnovata. A partire da quella data, la Chiesacubana ha iniziato a recuperare la sua collocazionenaturale all’interno della società, collocazione cheaveva mantenuto per diversi secoli e che le era statainvece negata dalla rivoluzione castrista e comunistadel 1959.

Giovanni Paolo II si recò in visita sull’isola auspi-cando che Cuba “si apra al mondo e il mondo aCuba”. Sono passati tredici anni da allora e Benedet-to XVI ha voluto ripetere quel viaggio per conferma-re ai cattolici di Cuba e a tutti coloro che vivono sul-l’isola la loro fede e proclamare che: “la verità è unanelito dell’essere umano, e cercarla suppone sem-pre un esercizio di autentica libertà.... Fede e ragionesono necessarie e complementari nella ricerca dellaverità. ... Certamente non è l’irrazionalità, ma l’ansiadella verità quello che promuove la fede cristiana. ...”(Omelia del santo padre Benedetto XVI nella Plaza de la Re-volución di La Habana, mercoledì 28 marzo 2012). Coe-rentemente con il pensiero espresso in modo inequi -vocabile nella sua ultima opera, Gesù di Nazaret.Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, inquella stessa omelia il Papa ha affermato con vigore ecoraggio che “il diritto alla libertà religiosa, sia nellasua dimensione individuale sia in quella comunitaria,manifesta l’unità della persona umana che è, nel me-desimo tempo, cittadino e credente”. Parlando dellamissione che la Chiesa deve svolgere a Cuba, Bene-detto XVI, con la sua calma proverbiale e con unavoce che, sebbene non così potente, riesce ad arriva-re nel profondo della mente e del cuore delle perso-ne, al termine della sua omelia, ha esclamato con au-dacia, come conseguenza logica del suo pensiero: “Èda sperare che presto giunga anche qui il momentoin cui la Chiesa possa portare nei vari campi del sape-re i benefici della missione che il suo Signore le haaffidato e che non può mai trascurare”.

Nel presentare questa notizia sull’Istituto di studiecclesiastici del Centro di cultura Félix Varela e sul-

l’impegno della nostra comunità agostiniana dell’Ava-na, ho preferito evitare di ripercorrere la storia dellanascita di questo Istituto e della collaborazione di noiagostiniani, impegno che il cardinale arcivescovo del-l’Avana Jaime Lucas Ortega Alamino ci aveva richiesto.Al contrario, preferisco concentrarmi sul presente, sul-la grande avventura che il Santo Padre Benedetto XVI,con la sua presenza in mezzo a noi e con la sua omeliadel 28 marzo 2012, non solo ha benedetto, ma ha ad-dirittura proposto come uno dei compiti più urgentied importanti della Chiesa di Cuba.

L’Istituto e nostra collaborazione con questa re-altà non sono nati in modo spontaneo e ex nihilo, masono il frutto di un lento processo di maturazione.L’arcidiocesi dell’Avana e il suo Seminario di San Car-los y San Ambrosio sono intimamente collegati allaformazione della nazione cubana. In questo semina-rio, che nacque come collegio dei padri gesuiti nelXVIII secolo, studiarono diversi padri della patria cu-bana e fu docente il famoso Félix Varela, conosciutocome colui che insegnò ai cubani a pensare da cuba-ni, e che è stato dichiarato venerabile nello scorsomese di marzo. L’edificio che ospitava originariamen-te il seminario non era più nelle condizioni necessarieper garantire un’adeguata e corretta formazione deiseminaristi e per questo motivo, alcuni anni fa, il Car-dinale Jaime decise di far costruire un nuovo semina-rio fuori dalla città dell’Avana, dove i seminaristi pos-sono formarsi in un contesto rispondente alleesigenze della vita di oggi. È sorta a questo punto ladomanda di cosa farne del vecchio seminario, comeviene oggi chiamata l’originaria struttura del semina-rio di San Carlos y San Ambrosio.

Progressivamente si andò sviluppando l’idea ditrasformare questo edificio e questa istituzione eccle-siastica nel Centro di cultura Félix Varela. Nel corsodi un’intervista recentemente concessa alla rivista di-gitale Progreso Semanal, dal titolo “Per una dialettica deldialogo e della riconciliazione”, il rettore del Centro edell’Istituto di studi ecclesiastici, P. Yosvany CarvajalSureda, ha parlato in questi termini riguardo alla fina-lità di entrambe le iniziative: “In questo nuovo Centrodi cultura desideriamo continuare a stimolare il dialo-go, finora assai fruttuoso, con il mondo della culturae con le sue diverse manifestazioni. ... Un altro ruolodi importanza fondamentale che avrà il Centro èquello della formazione del laicato cattolico attraver-so un Istituto di studi ecclesiastici che opererà all’in-terno del medesimo Centro e che sarà indissolubil-mente collegato alla funzione pastorale dello stesso.Attraverso questo Istituto desideriamo formare quei

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stiniano, che i nostri fratelli della Provincia di Villano-va di Philadelphia (USA) avevano avviato negli anni1953-1960 con l’Università di San Tommaso di Villa-nova dell’Avana. Da allora le condizioni di lavorosono mutate, ma lo spirito che siamo chiamati a dif-fondere con la nostra presenza e collaborazione comeagostiniani all’interno dell’Istituto di studi ecclesiasti-ci e del Centro di cultura Félix Varela è lo stesso disempre: con Sant’Agostino e con il nostro carisma an-dremo alla ricerca della verità, una verità che permet-terà ai cubani di essere uomini e donne liberi, veri cit-tadini e rinnovatori del proprio paese e, a quelli diloro che sono cristiani, di essere discepoli autentici edimpegnati del Signore. È proprio questa la missioneche il nostro arcivescovo, cardinale Jaime, sta affidan-do a noi agostiniani. Ci auguriamo che la sua fiduciapossa tradursi in un solido e fermo impegno da partenostra!

P. LUCIANO BORG OSA

laici che sono impegnati all’interno della società, par-tendo da un’impostazione prettamente cristiano-cat-tolica e continuando a tendere nuovi ponti versoquella che è l’impostazione del pensiero del Paese.Credo che tutto questo possa essere realizzato graziealla forza di attrazione che questo edificio esercita invirtù del suo valore storico e culturale” (in “EspacioLaical”, edizione digitale, giugno, n° 183).

Questa definizione di quella che dovrà essere lafunzione dell’Istituto di studi ecclesiastici, ben inseri-ta nel quadro della politica generale del Centro dicultura Félix Varela, è molto chiara ed esprime senzaambiguità la missione culturale, pastorale ed evange-lizzatrice di questo Istituto per il quale il nostro Ordi-ne agostiniano si sta oggi impegnando. In quest’otti-ca, i membri della nostra comunità agostinianadell’Avana avranno la possibilità di continuare, sebbe-ne in un nuovo contesto religioso e politico-culturale,l’opera di evangelizzazione, ispirata dal carisma ago-

Il 27 agosto di quest’anno si è svolta la cerimonia diinaugurazione del nuovo istituto del Colegio San Agustin(CSA) a Baranggay Tungkong Mangga, San Jose delMonte, Bulacan. La tradizionale cerimonia della posadella prima pietra ha voluto essere un simbolo dell’avviodei lavori di costruzione dell’intero edificio scolastico.

Monsignor Andres S. Valera, H.P., Vicario generaledi Malolos, ha benedetto il terreno su cui sorgerà lastruttura e la capsula del tempo che è stata prepara-ta per essere aperta fra 25 anni. Gli agostinia-ni erano guidati da P. Peter Casino OSA,del Vicariato d’Oriente, P. Horacio R.Rodriguez, OSA, rettore del ColegioSan Agustin di Makati, P. Julian C.Mazana, OSA, vice rettore, e Suor Ce-cilia Ibana, OSA, delle suore agosti-niane di Nostra Signora della Conso-lazione. Si sono infine uniti allacerimonia Arturo Robes, membro delCongresso delle Filippine, e sua mo-glie Florida Perez-Robes, in rappre-sentanza del sindaco di San Jose delMonte, Reynaldo San Pedro.

La struttura del Colegio San Agu-stin-San Jose del Monte (CSA-SJDM),che si estenderà su una superficie di20 ettari, offrirà un percorso di forma-zione di livello internazionale, rivolto astudenti di ogni razza, colore e credo.Mantenendo il livello culturale di asso-

L’eredità agostiniana continua a vivere!Inaugurazione di una nuova scuola primaria

Da sinistra a destra: il vice rettore P. Julian C. Mazana, OSA, il pro vicario del Vicariato di Oriente P. Peter Casino, OSA, Irene Marcos Araneta, Gregorio Araneta III,

il rettore P. Horacio R. Rodriguez, OSA, il presidente del consiglio locale Margarita Cojuangco,e i membri del consiglio Antonio Cumagun e Eduardo Lopez, il capitano del Barangay

Bernardo Medina, il vicario generale dell’ASOLC Sr. Cecilia Ibana, OSA ed infine l’architetto Ireneo Jasareno

luta eccellenza del CSA di Makati, il nuovo campus offri-rà: un regolare programma di studi (dalla scuola mater-na alle superiori), un programma di istruzione a domici-lio, un programma di istruzione speciale per disabili, unprogramma di formazione multiculturale, nonché diversicorsi di sport ed arte. L’istituto CSA-SJDM aprirà nelmese di giugno del 2014.

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IL BEATO SIMONE

TORNA A FIRENZE

Dal 14 al 29 aprile di quest’anno, la città di Firenze ha ospitato uno deisuoi più famosi cittadini d’adozione, noto appunto come “l’apostolo di Firen-ze”, il Beato Simone Fidati da Cascia. Per l’occasione sono state organizza-te presso la nostra Basilica di Santo Spirito una serie di conferenze, liturgie ecelebrazioni, che si sono protratte per un paio di settimane. Le reliquie delBeato Simone, e quelle del Miracolo Eucaristico a lui collegato, da Cascia,dove abitualmente sono conservate e venerate all’interno della cripta dellaBasilica di Santa Rita, sono state portate nella città che Simone visitò più vol-te e dove fu amato predicatore.

Il corpo del santo e le reliquie del Miracolo Eucaristico sono arrivate aFirenze nel pomeriggio di sabato 14 aprile, sotto una leggera pioggia, solen-nemente accolti nella piazza antistante la Basilica, dove l’Arcivescovo di Fi-renze, il Cardinale Giuseppe Betori, ha celebrato poco dopo la Messa. Nelcorso dell’Omelia il Cardinale ha detto: “Siamo felici – e siamo grati alla co-

munità agostiniana di questa basilica – di accogliere questa sera tra noi il

corpo di un beato che ha dato alta testimonianza di tutto ciò nella propria vita

e ha portato un forte richiamo al Vangelo nella nostra città, il beato Simone

Fidati da Cascia. Noi conosciamo come l’esemplarità della sua vita e la forza

della sua predicazione abbia immesso nella vita della Firenze del Trecento un

richiamo forte alla conversione, per una società in cui allignavano molteplici

vizi, un appello al ritorno al Vangelo e una dimostrazione di come da esso

possa scaturire una profonda armonia della vita personale e una costruzione

ordinata della vita civile. Voglia questa presenza risvegliare in noi quell’impul-

so missionario che guidò la sua opera missionaria a Firenze e che ha le sue

radici nelle parole che abbiamo ascoltato nel Vangelo rivolte da Gesù ai suoi

discepoli: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20,21).È la missione dei credenti, l’annuncio della riconciliazione e della pace”.

Per tutto il periodo delle celebrazioni, sono state tenute conferenze daparte di diversi frati ed esperti. P. Willigis Eckermann OSA è intervenuto conuna conferenza dal titolo “Il Beato Simone come promotore della fede attra-verso l’annuncio del Vangelo”, mentre nel corso della speciale giornata dedi-cata ai sacerdoti e alla preghiera per le vocazioni il Vescovo Giovanni Scana-vino OSA ha tenuto una conferenza sul tema “Beato Simone: Sacerdozio edEucaristia”. Nel corso della giornata dedicata alla vita consacrata, P. RemoPiccolomini OSA, si è ispirato alla frase “Sono stato crocifisso con Cristo, enon vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,19b-20a), mentre, nella stessagiornata, il Professor Francesco Santi ha affrontato il tema “Clausura ed ere-mo. Simone Fidati da Cascia e le nuove forme della vita religiosa all’inizio delsecolo XIV”. [Molte di queste conferenze possono essere scaricate in italianodalla pagina web della Basilica: http://www.basilicasantospirito.it/category/pubblicazioni-e-contributi/].

Simone nacque a Cascia verso la fine del XIII secolo all’interno dell’illu-stre famiglia dei Fidati. Dopo essersi dedicato all’inizio con grande impegnoallo studio delle scienze naturali, cambiò radicalmente interesse decidendo diabbracciare la vita religiosa e di dedicarsi alla scienza della grazia. A vent’an-ni entrò nell’Ordine agostiniano, all’interno del quale portò avanti i suoi studie la sua formazione, divenendo un apprezzato predicatore e uno dei piùgrandi maestri di vita spirituale in Italia. La sua opera principale, Le azioni del

Signore nostro Salvatore, ebbe molto seguito durante il Medioevo, mentre il

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suo epistolario documenta il suo particolare carisma come guida spirituale. Ilsuo pensiero acuto e profondo ed il suo stile particolarmente persuasivocome predicatore erano associati ad un profondo amore per la semplicità el’umiltà nella vita religiosa che lo portarono a rifiutare ogni onorificenza, caricae titolo che gli vennero offerti nel corso della sua vita, preferendo a questi unavita di contemplazione nella solitudine. Pur essendo profondamente convintodell’importanza dell’obbedienza, continuò a mettere i suoi doni al diretto ser-vizio degli altri. Fondò due monasteri femminili: il monastero di Santa Elisa-betta, per le donne di cattiva reputazione che si convertirono in massa graziealla sua opera di predicazione, e quello di San Gaggio. Simone morì a Firen-ze il 2 febbraio del 1348, vittima della peste che stava devastando l’Europaintera in quegli anni. Il culto a lui tributato ebbe l’approvazione di Gregorio XVInel 1833. Nel calendario, la sua memoria liturgica ricorre il 16 febbraio.

Il Miracolo Eucaristico si riferisce ad un evento occorso a Siena, doveSimone era stato inviato come predicatore. Ne fu protagonista un sacerdoteche, chiamato per portare la comunione ad un malato, invece di mettere ilsacramento in una pisside, nella fretta mise l’ostia tra le pagine del suo bre-viario che, misteriosamente, si macchiarono di sangue. Quando il sacerdote andò da Simone a confessarsi per lasua irriverenza, questi si fece consegnare le pagine macchiate e le portò una al convento di Perugia e l’altra al pro-prio convento di Cascia. La prima delle due sparì nel periodo delle soppressioni napoleoniche, la seconda invece èstata conservata a Cascia fino ad oggi come oggetto di devozione, e qui viene portata ogni anno in processionedurante la festa del Corpus Domini.

NUOVO POSTULATORE GENERALE

P. Josef SCIBERRAS (Prv. MEL)

NUOVO ECONOMO GENERALE

P. Matthias HECHT (Prv. GER)

Notizie flash

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NUOVO ASSISTENTE GENERALE

P. Martín MICALLEF (Prv. MEL)

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Dal 31 gennaio al 4 febbraio del 2012, nel Mona-

stero agostiniano di Nostra Signora del Buon Consiglio

a Bulacan, si è tenuto il primo incontro delle agostiniani

di vita contemplativa nelle Filippine. A questo raduno,

hanno partecipato tutte le madri badesse e le superiore

delegate dei cinque monasteri agostiniani di vita con-

templativa presenti nelle Filippine, più la superiora dele-

gata del monastero agostiniano della Santissima Trinità di

Puerto Bello, Merida, Leyte, Filippine.

Il tema dell'incontro è stato:

“CAMMINARE E CRESCERE IN-

SIEME. Una memoria da celebrare,

un futuro da costruire insieme”; lo

scopo principale quello di “dare

avvio ad una serie di incontri an-

nuali, al fine di approfondire la co-

noscenza reciproca, consolidare lo

spirito di comunione e concen-

trarci sugli aspetti più importanti

per una presenza contemplativa

agostiniana, che sia chiara nella sua

identità”. Le monache si sono

dunque incontrate per imparare a

conoscersi sempre di più e per

approfondire alcuni aspetti impor-

tanti del loro carisma specifico, in

modo da poter dare una testimo-

nianza trasparente di quello che

esse sono, della loro vita e di ciò in

cui credono come agostiniane.

Le attività sono iniziate con una celebrazione euca-

ristica presieduta da P. Eusebio Berdon, Priore provincia-

le della Provincia di Cebu, alla quale hanno fatto seguito

le diverse conferenze, tenute dai relatori invitati a parla-

re, sia durante la mattinata che nel pomeriggio di tutte

le giornate. Questi sono stati gli argomenti trattati:

Primo giorno: (mattina) – Mons. Bart Santos, bibli-

sta e vicario della Diocesi di Malolos, a Bulacan, ha svol-

to un breve intervento introduttivo sul passaggio degli

Atti degli Apostoli (4,32 ss) relativo alla prima comunità

cristiana di Gerusalemme; (pomeriggio) - il canossiano

P. Carlo Bittante FDCC , ha affrontato il tema della fe-

deltà creativa al carisma e alla formazione permanente.

Secondo giorno: (mattina) – P. Lauro Larlar, OAR,

ha svolto un intervento sull'introduzione alla Ratio For-

mationis; (pomeriggio) – P. Andrew Batayola, ha parlato

della spiritualità dell'amore in Sant'Agostino e in San

Giovanni.

Terzo giorno: (mattina) – P. Eusebio Berdon è in-

tervenuto per parlare delle suore di vita contemplativa

nei documenti dell'Ordine; (pomeriggio) – Il pomeriggio

dell'ultima giornata dell'incontro è stato dedicato alla

condivisione e alla narrazione dell’esordio, spesso molto

semplice e povero, di ciascuna fondazione monastica e

del successivo sviluppo, nonché delle prospettive future

di ciascun monastero. Le monache hanno anche iniziato

a programmare il prossimo incontro, che dovrebbe te-

nersi intorno al mese di gennaio 2013, valutando gli ar-

gomenti da trattare, ma anche quelle che saranno le

spese previste e la possibile sede.

La condivisione fraterna delle esperienze vissute

nel corso di questo primo incontro delle monache ago-

stiniane, per la prima volta organizzato sul suolo filippi-

no, ha avuto la piena partecipazione di tutti i presenti.

Al loro ritorno a casa, le suore hanno portato, ciascuna

nel proprio cuore, le buone notizie da condividere nelle

loro rispettive comunità. Attendiamo dunque con ansia

il prossimo incontro di gennaio 2013, che si terrà nel

monastero agostiniano del Santo Niño de Cebu, a

Mohon, Talisay City.

SR. MA. ELIZABETh MONTUYA, OSA

Madre Priora, Monastero agostiniano del Santo Niño

IL PRIMO INCONTRO DEGLI AGOSTINIANI

DI VITA CONTEMPLATIVA NELLE FILIPPINE

I partecipanti al primo incontro degli Agostiniani di vita contemplativa tenutosi nelle Filippine,assieme al Priore Provinciale di Cebu, P. Eusebio B. Berdon, O.S.A.

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PUBBLICAZIONE:

Il cuore di Padre Marco racconta : 26 anni in Apurimac sulle Ande del Perùedizioni Apurimac onlus, Roma 2011, 158 pp. con illustrazioni.

da Marco Morasca, OSA

L’autore di questo volume, l’agostiniano P. Marco Morasca, è stato missionario per 26 anni, dal 1977 al2003, in Apurimac, una regione delle Ande peruviane, a sud di Cusco, uno degli angoli più isolati del continen-te americano. In quel territorio, in cui tutto sembra ancestrale, dalle montagne agli animali, alle popolazioni, P.Marco ha profuso le sue migliori energie, ha realizzato i suoi sogni, ha trascorso gli anni più creativi della suavita. Sarebbe ancora lì, se non avesse dovuto pagare anche lui il tributo all’altitudine, essendo l’Apurimac un ter-ritorio che va dai 2.800 ai 5.500 metri sul livello del mare, che a lungo andare logora chi non è nativo di lì. Nel2003 è dovuto rientrare in Italia per motivi di salute. Ma il suo cuore è rimasto lassù, nella terra del condor e dellama. Come possiamo considerare allora questo scritto? Forse come un “canto del cuore” per la terra e la genteche ha dovuto lasciare, che è insieme memoria, nostalgia, gratitudine, testamento, speranza … un accavallarsidi memorie e di emozioni che ritornano, ma senza tempo e, quasi, senza spazio.

Estratto dalla presentazione di Pietro Bellini.

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