"diciamo" - il quindicinale indipendente

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di Rita De Iaco Continua a pag. 4 4 4 Continua a pag. 3 3 3 Continua a pag. 2 2 2 Continua a pag.6 6 6 di Laura Longo di Annibale Elia di Lucio Vergari In questo numero In questo numero In questo numero In questo numero a pag. 4 4 4 SALENTO INTERNATIO- NAL FILM FESTIVAL INTERVISTA A SILVANO AGOSTI a pag. 10 10 10 10 a pag. 11 11 11 11 IL TRICASE STECCA LA PRIMA a pag. 12 12 12 12 a pag. 9 9 9 MESCIU MARIU SCARA- SCIA RACCONTA LA STORIA DELLA SUA FAMIGLIA a pag. 7 7 7 LA GALLINA CONTINUA A NON FARE UOVA Scrivi a: [email protected] per ricevere in formato PDF copia del nostro giornale o per proporre le tue newsletter Quindicinale Indipendente Anno III n. 75 12 SETTEMBRE 2009 VINCI SUBITO UN BUONO PIZZA E BIRRA PER 2 PERSONE CON I NOSTRI DICICRUCI a pag. 8 8 8 ANTONIO DE MARINI, UN MODO NUOVO DI FAR POLITICA a pag. 6 6 6 LA NOSTRA SANITA’ POLITICA E SOCIETA’ Assassinio mediatico Nuova Trigel S.r.l. Sede e Stabilimento: Via Aldo Moro, s.n. - 73039 Tricase (Le) Italy www.nuovatrigel.it - [email protected] IL FIGLIO AMERICANO DI AL BANO All'età di 85 anni, mentre era in vacan- za a Montecarlo, si è spento Mike Bongior- no: il Sig. “Allegria” è stato stroncato da un infarto all'Hotel Me- tropole. Muore il padre della televisione italiana, perché il piccolo schermo è nato con lui, con la prima trasmissione di cui ne è stato il presentatore, in quel famoso 3 gennaio del 1954, “Arrivi e partenze”. Dino Boffo si è dimesso. Il direttore del giornale cat- tolico L’Avvenire, giornale dei Vescovi, non ha retto al fango che proditoriamente è stato lanciato su di lui da parte de Il Giornale di pro- prietà della fami- glia Berlusconi. I nostri lettori nella grandissima mag- gioranza non leggono altri gior- nali, pertanto formano i loro convincimenti sulla base delle notizie che i media televisivi danno. LA TV SALUTA PER SEMPRE IL SUO PAPA’ LE RICETTE DI FRANCY CROCCHETTE DI ME- LANZANE a pag. 8 8 8 METTERSI IN PROPRIO SFRUTTANDO LA CRISI a pag. 11 11 11 11 DEBUTTO A RETI BIANCHE, MA IL CASA- RANO C’E’ PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA FRANGILLO MARCELLO FRANGILLO MARCELLO FRANGILLO MARCELLO FRANGILLO MARCELLO FRANGILLO MARCELLO FRANGILLO MARCELLO FRANGILLO MARCELLO FRANGILLO MARCELLO di FRANGILLO NADIA di FRANGILLO NADIA di FRANGILLO NADIA di FRANGILLO NADIA PANE E PRODOTTI TIPICI SALENTINI SANTA CESAREA TERME via Roma c/o Mercato Coperto Incontriamo Yari, figlio della celebre coppia Power- Carrisi al Salento Film Festival. Fotografo, compositore e sceneggiatore si presenta a Tricase con il corto “Upaya”, film che inaugura la prima giornata di questa manifestazione. In questo cortometraggio sono affrontati temi spiri- tuali. Qual è il messaggio che si vuole trasmettere? «“Upaya” significa letteralmente “mezzo” e il mio in- tento è promuovere il viaggio esteriore e interiore con tutte le sue sfumature, bellezze e sofferenze che può procurare questo tipo di esperienza». VENITE A VISITARCI SU WWW.DICIAMO.IT Dino Boffo di Roberto Molentino a pag. 3 3 3 TERESA SARTI, VOCE DELL’UMANITA’ INCIPIT... La ripresa della pubblicazione del nostro giornale alla fine di ogni estate comporta immancabilmente una valutazione oggettiva dei problemi della nostra economia e delle capacità naturali del nostro territorio di sop- perire alla occupazione soprattutto giovani- le. Sono considerazioni che si fanno sponta- neamente soprattutto nei momenti di mag- giore bisogno di manovalanza ma anche di figure professionali qualificate nel settore turistico la cui soluzione dista da noi ancora anni luce. Di tale necessità si avvede soprattutto l’operatore del settore, costretto se più ad accaparrarsi le poche figure professionali esistenti sul territorio ed impegnandole in periodi vuoti per averle disponibili in quelli pieni.

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sport, cultura, tricase, economia, salento, cinema, politca, società

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Page 1: "Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

di Rita De Iaco

Continua a pag. 4444

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Continua a pag.6666

di Laura Longo

di Annibale Elia di Lucio Vergari

In questo numeroIn questo numeroIn questo numeroIn questo numero

a pag. 4444

SALENTO INTERNATIO-NAL FILM FESTIVAL INTERVISTA A SILVANO AGOSTI

a pag. 10101010

a pag. 11111111

IL TRICASE STECCA LA PRIMA

a pag. 12121212

a pag. 9999

MESCIU MARIU SCARA-SCIA RACCONTA LA STORIA DELLA SUA FAMIGLIA

a pag. 7777

LA GALLINA CONTINUA A NON FARE UOVA

Scrivi a: [email protected] per ricevere in formato PDF copia del nostro giornale o per proporre le tue newsletter

Quindicinale Indipendente Anno III n. 75 12 SETTEMBRE 2009

VINCI SUBITO UN BUONO PIZZA E BIRRA PER 2 PERSONE CON I NOSTRI DICICRUCI

a pag. 8888

ANTONIO DE MARINI, UN MODO NUOVO DI FAR POLITICA

a pag. 6666

LA NOSTRA SANITA’

POLITICA E SOCIETA’

Assassinio mediatico

Nuova Trigel S.r.l. Sede e Stabilimento:

Via Aldo Moro, s.n. - 73039 Tricase (Le) Italy www.nuovatrigel.it - [email protected]

IL FIGLIO AMERICANO DI AL BANO

All'età di 85 anni, mentre era in vacan-za a Montecarlo, si è spento Mike Bongior-no: il Sig. “Allegria” è stato stroncato da un infarto all'Hotel Me-tropole. Muore il padre della televisione italiana,

perché il piccolo schermo è nato con lui, con la prima trasmissione di cui ne è stato il presentatore, in quel famoso 3 gennaio del 1954, “Arrivi e partenze”.

Dino Boffo si è dimesso. Il direttore del giornale cat-t o l i c o L ’Av v en i r e , giornale dei Vescovi, non ha retto al fango che proditoriamente è stato lanciato su di lui da parte de Il Giornale di pro-

prietà della fami-glia Berlusconi. I nostri lettori nella grandissima mag-gioranza non leggono altri gior-nali, pertanto formano i loro c o n v i n c i m e n t i

sulla base delle notizie che i media televisivi danno.

LA TV SALUTA PER SEMPRE IL SUO PAPA’

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LE RICETTE DI FRANCY CROCCHETTE DI ME-LANZANE

a pag. 8888

METTERSI IN PROPRIO SFRUTTANDO LA CRISI

a pag. 11111111

DEBUTTO A RETI BIANCHE, MA IL CASA-RANO C’E’

PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA PANETTERIA

FRANGILLO MARCELLOFRANGILLO MARCELLOFRANGILLO MARCELLOFRANGILLO MARCELLOFRANGILLO MARCELLOFRANGILLO MARCELLOFRANGILLO MARCELLOFRANGILLO MARCELLO di FRANGILLO NADIAdi FRANGILLO NADIAdi FRANGILLO NADIAdi FRANGILLO NADIA

PANE E PRODOTTI TIPICI SALENTINI SANTA CESAREA TERME

via Roma c/o Mercato Coperto

Incontriamo Yari, figlio della celebre coppia Power-Carrisi al Salento Film Festival. Fotografo, compositore e sceneggiatore si presenta a Tricase con il corto “Upaya”, film che inaugura la prima giornata di questa manifestazione.

In questo cortometraggio sono affrontati temi spiri-

tuali. Qual è il messaggio che si vuole trasmettere? «“Upaya” significa letteralmente “mezzo” e il mio in-tento è promuovere il viaggio esteriore e interiore con tutte le sue sfumature, bellezze e sofferenze che può procurare questo tipo di esperienza».

VEN I T E A V I S I T A RC I S U

WWW. D I C I AMO . I T

Dino Boffo

di Roberto Molentino

a pag. 3333

TERESA SARTI, VOCE DELL’UMANITA’

INCIPIT...

La ripresa della pubblicazione del nostro giornale alla fine di ogni estate comporta immancabilmente una valutazione oggettiva dei problemi della nostra economia e delle capacità naturali del nostro territorio di sop-perire alla occupazione soprattutto giovani-le. Sono considerazioni che si fanno sponta-neamente soprattutto nei momenti di mag-giore bisogno di manovalanza ma anche di figure professionali qualificate nel settore turistico la cui soluzione dista da noi ancora anni luce. Di tale necessità si avvede soprattutto l’operatore del settore, costretto se più ad accaparrarsi le poche figure professionali esistenti sul territorio ed impegnandole in periodi vuoti per averle disponibili in quelli pieni.

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pag. 2 dalla Prima dalla Prima dalla Prima dalla Prima segue da pag. 1

Annibale Elia

POLITICA E SOCIETA’

Sud: giovani e migrazione

Per mantenere fede al motto stampato

sul nostro giornale, e quindi per sollecita-

re i nostri lettori a porsi delle domande,

vogliamo riassumere i fatti, cercando di

rispettare la cronologia del loro svolgi-

mento.

Lo scandalo che coinvolge il Presidente

del Consiglio sulla frequentazione di mi-

norenni e sui festini nelle sue residenze

frequentate da escort, spinge diversi

lettori del quotidiano ad esprimere il loro

disappunto, la loro condanna, a sollecita-

re una presa di posizione decisa da parte

della gerarchia, specie in considerazione

che a talune di esse era stato promesso

l’elezione al Parlamento Europeo a com-

penso della loro disponibilità. Il direttore

di Avvenire aveva “portato alla luce, con

toni pungenti, ma senza l’accanimento

rimproveratogli, l’acrimonia di una parte

consistente del mondo delle diocesi ver-

so la vita licenziosa di un primo ministro

sotto assalto, che ha deciso di rotolarsi

nel fango con i suoi nemici” così Giuliano

Ferrara sul Foglio. E Giuliano Ferrara ed Il

Foglio appartengono all’entourage del

Presidente del Consiglio.

Nel frattempo Berlusconi fa causa alle 10

domande che Repubblica ripropone da

tempo ed a cui lui non risponde.

Letta combina una cena tra Berlusconi ed

il cardinal Bagnasco, segretario di stato

vaticano, in occasione della festa della

Perdonanza a L’Aquila. La mattina Il

Giornale spara a tutta pagina: Il super-

moralista condannato per molestie.

“Dino Boffo, alla guida del giornale dei

vescovi e impegnato nell’accesa campa-

gna di stampa contro i peccati del

premier, intimidiva la moglie dell’uomo

con il quale aveva una relazione” E poi

più avanti “ Il Boffo è stato a

suo tempo querelato da una

signora di Terni destinataria di

telefonate sconcie e offensive e

di pedinamenti volti ad intimi-

dirla, onde lasciasse libero il

marito con il quale il Boffo, noto

omosessuale attenzionato dalla

Polizia di Stato per questo gene-

re di frequentazioni, aveva una

relazione”.

Bertone cancella la cena con

Berlusconi. L’Avvenire titola:

Killeraggio allo stato puro.

Presto si scopre che il concla-

mato atto giudiziario su cui si

basa la rivelazione è una patac-

ca. Un falso che serve però a

fare disinformazione, perché c’è nella

“velina” un pizzico di verità. Boffo ha

accettato una condanna per molestie,

ma non c’è alcun atto in cui lo si indichi

come omosessuale attenzionato dalla

polizia. Come comunicato da una dichia-

razione ufficiale del tribunale di Terni il

procedimento contro Dino Boffo, inizial-

mente avviato su denuncia di parte per i

reati di molestie alle persone e di ingiurie

contro una donna (poi c’è stata una re-

missione di querela per le ingiurie, per le

molestie si è proceduto d’ufficio come

vuole la legge) si è concluso il primo otto-

bre 2004 con un decreto penale di con-

danna davanti al giudice Augusto Fornaci

con una pena pecuniaria di euro 516.

Feltri, direttore del Giornale, ha montato

“una vicenda inverosimile, capziosa e

assurda”. Una “polpettona avvelenata”.

Feltri continua nell’imbroglio e dichiara

che quella velina viene dalla Gendarmeri-

a vaticana. Subito smentito nel modo più

categorico per questa infondata afferma-

zione dal portavoce del Papa.

Giovedì 3 settembre il direttore di Avve-

nire si dimette e accusa “la mia vita è

stata violentata”. Le accuse di Feltri le

definisce un “attacco smisurato, capzio-

so, irritualmente feroce… lo scandalo

sessuale inizialmente sventagliato contro

di me e propagandato come fosse verità

affermata si è rivelata una colossale

montatura romanzata e diabolicamente

congegnata, come è stato dimostrato per

l’onestà intellettuale dal ministro Maroni

e dai magistrati di Terni…”

Io non c’entro nulla – dichiara subito

Berlusconi. Ragiona Buttiglione: “quando

ha nominato Feltri direttore, ha certa-

mente concordato una linea e gli ha dato

un mandato. E se il cane morde, la re-

sponsabilità è sempre del padrone”

Il giorno dopo la “disgustosa aggressio-

ne” i vescovi reagiscono: “non ci faremo

intimidire”.

Boffo, dopo Mieli liquidato dal Corriere

della Sera, dopo Anselmi dalla Stampa,

dopo lo stesso Giordano dal Giornale, e

ancor prima dopo Mentana. E ancora

Minzolini al Tg1.

La strategia del premier è illuminata

dall’”adesso passiamo al contrattacco”

dichiarato all’inizio di agosto, ma ancor

più dalla dichiarazione di Giordano il 21

agosto, accomiatandosi dai suoi lettori:

“Nelle battaglie politiche non ci siamo

certo tirati indietro…siamo convinti che i

lettori non apprezzerebbero una batta-

glia politica che non riuscisse a fermare

la barbarie e si trasformasse nel gioco

dello sputtanamento delle rispettive al-

cove” E Luca Telese, giornalista del Gior-

nale, andato via, racconta nel suo blog di

dossier e schifezze già pronte al Giornale

contro “giornalisti o parenti di giornalisti

di Repubblica”

Abbiamo cercato di fare un’analisi di

verità perché non vogliamo essere com-

plici di chi vuole raccontare esclusiva-

mente la sua realtà, magari non vera,

magari fittizia, magari inventata. Voglia-

mo che chi non vuole conformarsi sia

libero di esprimersi, come garantisce la

Costituzione repubblicana.

Vittorio Feltri

è su...

Page 3: "Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

pag. 3 dalla Prima dalla Prima dalla Prima dalla Prima segue da pag. 1

Lucio Vergari

LA TV SALUTA PER SEMPRE IL SUO PAPA’

da pag. 1

Il primo settembre si è spenta dopo una lunga malattia Teresa Sarti, presidente e fondatrice, insieme al marito Gino Strada, della ONG Emer-gency. Emergency, dal 1994 ad oggi, ha costruito e ge-stito in diverse parti del mondo ospedali per i feriti di guerra e per emergenze chirurgiche, centri per la riabilitazione fisica e sociale delle vittime di mine antiuomo e altri traumi di guer-ra, un centro per la maternità, posti di primo soccorso per il trattamento immediato dei feriti, centri sanitari per l'assistenza medica di base. A questa straordinaria italiana, che già ci manca moltissimo, è dedicata questa poesia. Ciao, Te-resa!

A TERESAA TERESAA TERESAA TERESA Il vento profuma ancora d’estate e il ricordo dei tuoi

occhi mi porta lontano.

I deserti si dimenano in cerca delle onde;

le montagne di fango si addormentano sornione.

L’acqua è un miraggio che uccide la pace; rimpiango i

miei ricordi,

ridotti a brandelli dal boato degli incubi.

Un fiore sembra ingiallire sotto i miei occhi;

la nave del tempo si allontana e mi ferisce.

Il biglietto per l’anima è sporco di vino: la carta è

già ubriaca, le parole sono storpie.

La mia testa crolla sul tavolo, tra le molliche di un

amore consumato.

Il mio coraggio se n’è andato sbattendo la porta: non

l’ho rincorso.

Ho fatto l’amore con la paura e non mi è piaciuto.

Il silenzio mi ha raccontato una favola senza una goc-

cia di lieto fine.

Sulla strada del mio affannato respiro una sconosciu-

ta emozione mi ha sussurrato:

“Che cos’è un uomo senza la sua umanità?”.

L’ho abbracciata insieme a un soffio di sole: eri tu.

C’è un treno che parte alla Stazione delle Eterne Ri-

nascite.

Ho fatto le valigie lasciandole vuote.

Troverò strada facendo ciò di cui ho sempre avuto bi-

sogno.

Roberto Molentino

TERESA SARTI, VOCE DELL’UMANITA’

Con il padre, se ne va anche l'amico di tutti, quel magnifico conduttore di quiz che entrava con una facilità disarmante nelle case di tutti, di generazione in generazione, con la sua semplicità e con le sue imman-cabili gaffes e se ne va proprio ora, quando a distanza di 54 anni dalla sua prima edizione, andava nuovamente a presentare agli italiani il fa-moso quiz “Rischiatutto”, una versione rinnovata del celeberrimo “Lascia o raddoppia”.

Mai uno scoop, mai una maldicenza sul suo conto, ma solo tanta professionalità e serietà al servizio della gente, la sua gente, quella che lui adorava far diverti-re. Se n'è andato per sempre, lasciando sua moglie Daniela e i tre figli Michele, Ni-colò e Leonardo; riceverà il suo ultimo saluto prima di essere sepolto ad Aro-na, sul lago Maggiore in Piemonte, su suo desiderio. Mike nasce a New York il 26 maggio del 1924 da madre torinese e padre italoa-mericano; da bambino si trasferisce in Italia, ma la sua vita e' ardua sin dalla prima giovinezza.

Lascia gli studi durante la seconda guerra mondiale per unirsi ai parti-giani, ma viene catturato dai nazisti, viene trasportato nel carcere di San Vittore, dove per 7 mesi è vicino di cella di Montanelli, per poi esse-re trasferito nel campo di concentramento di Bolzano e, in seguito, in quello di Mauthausen. Salvandosi grazie ad uno scambio di prigionieri, ritorna in America dove inizia a lavorare per una radio, ma nel 1953 si trasferisce definitivamen-te in Italia, dove da lì ad un anno inizia la sua intramontabile carriera. Lascia tanti ricordi di sé, come non poteva essere altrimenti; è stato un uomo che in televisione ha ricoperto tutti i ruoli, ha presentato ben 11 volte Sanremo, ha condotto un numero elevatissimo di quiz, ma anche nel privato non è stato da meno, andando a partecipa-re nel 2001, all'età di 77 an-ni, ad una spedizione diretta al Polo Nord. Tanti i riconoscimenti, tra tutti quello del 2004, quando l'allora Presidente della Re-pubblica, Carlo Azeglio Ciam-pi, gli conferisce l'onorificen-za di Grande Ufficiale dell'or-dine al merito della Repub-blica. Mike, di te potremmo parla-

re all'infinito, tante sono le

cose che hai fatto che vor-

remmo ricordare, ma ora ti

salutiamo in silenzio, rispet-

tando il nostro dolore e quel-

lo dei tuoi cari e ci perdone-

rai se, salutandoti, invece di

“Allegria”, ti diciamo: “CIAO

MIKE”.

PERIODICO ISCRITTO AL NR. 1005 DEL REGISTRO DELLA STAMPA DEL

TRIBUNALE DI LECCE IN DATA 26.11.2008

Direttore Editoriale Salvatore Giannuzzi

[email protected]

Redazione Salvatore D’Elia, Cesare Lia, Barbara Ferrari,

Rita De Iaco, Antonio Baglivo, Daniele Baglivo, Vito Accogli, Rosanna Mastria, Rocco Chirivì,

Maria Soledad Laraia, Roberto Molentino, Francesca Cesari, Annibale Elia, Laura Longo, Donato Nuzzaci, Lucio Vergari, Pietro Russo, Salvatore Errico, Carlo Pasca, Attilio Palma,

Rita Lia, Francesco Elia.

Stampato c/o Associazione Culturale Diciamo in Tricase, alla via G. Garibaldi, 60

Tel./Fax: 0833/784126 [email protected]

Distribuito gratuitamente in una tiratura di 20.000 copie

La collaborazione a questa rivista sotto qualsiasi forma è gratuita. La direzione si riserva di rifiutare insindacabilmente qualsiasi testo e qualsiasi inserzio-ne. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Page 4: "Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

pag. 4 Tricase Tricase Tricase Tricase

Ci può raccontare brevemente la trama?

«Un giovane infermiere è il protagonista principale della storia. Capi-ta un giorno che un paziente poco prima di morire decide di conse-gnargli una lettera. Il ricevente della missiva è un uomo che si trova in India. Il nostro protagonista, ligio al dovere, parte immediatamente alla ricerca di questo destinatario misterioso che si dice che sia diven-tato un baba [ndr un santo]. L’intento di ritrovarlo fallisce perché non riesce mai a scovarlo. Sconsolato, pensa allora di essere caduto in un tranello. Tuttavia il giovane infermiere rimane in India. La permanenza in que-sto paese gli si rivela straordinariamente benefica. Questo viaggio lo porterà a una sorta di illuminazione spirituale dove scoprirà un’infinità di cose di se stesso e della realtà che lo circonda».

Madre regista. Lei fotografo. Com’è il rapporto lavorativo tra Lei e

sua madre?

«Fantastico. Entrambi siamo una fucina di idee e c’è una perfetta corrispondenza di intenti. Lei mi ha commissionato il film, io ho scelto le location, la musica, la fotografia e la sceneggiatura. Ho personal-mente scelto anche l’attore, protagonista principale del film. Sia io che mia madre concordavamo sul fatto che dovevamo affidare la parte a un attore non professionista. Durante un mio viaggio in Tibet ho incontrato per caso Axel Schmidt, che aveva e ha molte affinità con il personaggio della nostra storia: un uomo impegnato nel sociale e allo stesso tempo un “gran” viaggia-tore. Andava a pennello con le nostre intenzioni e gli abbiamo conse-gnato il canovaccio».

Per questo film, che genere di musica ha ideato?

«Una musica sperimentale fatta con sonorità indiane a ritmo di batte-ria. Personalmente preferisco lavorare per le colonne sonore di un film che sono più libere dagli schemi piuttosto che concepire musica

segue da pag. 1 IL FIGLIO AMERICANO

SALENTO INTERNATIONAL Silvano Agosti, regista/scrittore,

ci invita a riflettere sulla straordinaria “L’essere umano è il più grande

Si chiama Silvano Agosti, è un regista-scrittore del bresciano, anche se vuole definirsi semplicemente un “essere uma-no”, ed è qui a Tricase, alla sesta edizio-ne del Salento International Film Festival, in qualità di componente della giuria nominata dal direttore Gigi Campanile. Torno a casa e comincio ad informarmi sul web. Scopro un mondo incredibile che ruota intorno a quel signore. Mi intri-ga il suo presente, il passato ricco di spunti, decido che sarà lui la prima “stella” ad essere intervistata. La sera del giorno dopo intanto, torniamo sul

suolo tricasino e Agostino caricata già la mac-chinetta fotografica al collo, mi dice di “spiantonare” al più presto Silvano dal presi-dio del cortile dove si proiettano le pellicole in concorso, di portarlo all’aperto sotto i ri-flessi dorati delle luci della bellissima Piazza Pisanelli e di farlo sedere proprio sugli scalini del sagrato della Chiesa dei Domenicani, na-turale ed incantevole quinta per un’intervista da fare ad un importante maestro del cinema

italiano. E così in punta di piedi mi avvicino, gli metto la mano sul braccio e gli dico: “Maestro, pos-siamo andare di là?”.

Su internet gira un tuo video dal titolo “Discorso tipico di uno schiavo”, il più getto-nato, in cui affronti dei temi attuali tra cui

quello del lavoro che tu consideri quasi una maledizione per l’uomo. Il lavoro insomma “libera” dalla vita? «No, il lavoro non libera dalla vita. Però il lavoro praticato per nove ore al giorno è una forma di bulimia produttiva e, naturalmente, così come il bulimico mangiando tutto il gior-no ad un certo punto vomita, chi lavora nove ore al giorno ad un certo punto invece di produrre, distrugge. Io propongo una dose di lavoro davvero pro-duttiva: tre ore al giorno è una quantità enor-me di tempo, sono 180 minuti. Uno produce l’ira di Dio in tre ore se è felice, mentre se è infelice anche in 10 ore non produce quasi niente».

Vallo a dire alla classe dirigente attuale…

«Vedi, queste che ti faccio sono semplice-mente considerazioni di buon senso e basta. Ma siccome nel potere non c’è un minimo di buon senso, perché al potere ci sono solo le persone meno intelligenti del Paese. Tu leggi il mio libro “Lettere dalla Kirghisia” e lì vedrai che io ho descritto un paese dove siccome i politici fanno del volontariato e non vengono pagati, sono le persone automaticamente migliori del paese e quindi essendo migliori sono anche capaci di gestire per davvero il paese».

Restando sempre in tema di lavoro, Silvano,

addirittura la nostra società esalta il lavoro in un giorno stranamente di “festa”… «Intanto anche per i testi sacri il lavoro è una maledizione. La Bibbia dice: “hai commesso un errore terribile e adesso dovrai lavorare”. Il lavoro è una punizione. Invece la creatività, la produttività sono tutti sentimenti e realtà straordinarie che la natura offre. Obbligare le persone a lavorare nove ore al giorno, è come toglierli la possibilità di vivere e quando tu vuoi dominare davvero il mondo, lo domini

sull’esistenza non sulla vita. La vita non si fa dominare, l’esistenza sì purtroppo. La stessa cosa succede a scuola. In un mio libro che si chiama “Il genocidio invisibile” ho cercato di dimostrare che le scuole in Occi-dente sono sostanzialmente una imitazione specifica dei campi di sterminio dove oggetto dello sterminio non è più il corpo come ad Auschwitz Birkenau, ma è la personalità. Un ragazzo entra che è unico, irripetibile nella storia intera dell’umanità ed esce che è un “ragioniere”, “tecnico”, “dottore”…»

Insomma, omologato al sistema? «Uguale! Non è più lui e allora gli danno il diploma di maturità o la laurea. Dove tu sei maturo per essere sottomesso e non sei più te stesso».

Il sistema ti boicotta? Ti boicottano? «Ma no, non mi boicottano, diciamo. La tassa che pago però è che i miei film non li ha visti mai nessuno in Italia. La Rai li ha comprati tutti per non farli vedere. Ne ha programma-to uno solo su undici alle 2.40 di notte, “D’Amore si vive”. E io però non mi lamento di questo, anzi ciò mi fa capire che sono sulla strada giusta, io amo moltissimo essere emar-ginato dalla mafia. Sai qual è stata l’idea stra-ordinaria di Berlusconi? È stata questa: gli americani hanno vinto facendo un accordo con la mafia, faccio anche io un accordo con la mafia e vinco, è così semplice».

Ma non è che lui sia invece espressione di

quel sistema? «No, lui non ne ha bisogno. Non è che gli americani sono espressione della mafia, però hanno usato la mafia per sbarcare in Sicilia o smantellare l’Unione Sovietica, e Berlusconi sta usando la mafia per smantellare la demo-crazia in questo paese. Ma non c’è problema, tanto ormai è difficile riuscire a fermare un movimento che è stato determinato attraver-so i secoli. Per fortuna che l’Italia si trova nell’Unione europea».

A meno che la Ue non sia essa stessa una aggregazione totalitaria, visto l’ultimo prov-

vedimento che vuole imporre 60 ore setti-manali ai lavoratori… «Ti dico una cosa, ieri tutte le scuole inglesi

Silvano Agosti

Page 5: "Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

SIFFSIFFSIFFSIFF pag. 5

Laura Longo

Intervista di Donato Nuzzaci al regista Agosti in occasione del suo arrivo al SIFF dello scorso anno

FILM FESTIVAL componente della giuria del Siff di Tricase, potenza insita in ognuno di noi: capolavoro dell’Universo…e non lo sa” hanno eliminato dal programma la Shoah, dicendo che è lesiva della sensibilità araba, perché gli arabi sostengono che non è mai esistito…, sono tutte porcherie queste».

Stanno privatizzando tutti i beni pubblici. «Ma sai, in Italia non sono mai esistiti i beni pubblici perché lo Stato è sempre appartenu-to ai privati. La Fiat si è tenuta in piedi quan-do la produzione diminuiva, metteva gli ope-rai in cassa integrazione con i soldi dello Sta-to. La Fiat è sempre stata dei capitalisti».

Parlami del tuo prossimo film, quale sarà? «Ma io non ho mai avuto un prossimo film, ho una prossima vita. Io non vivo nella condi-zione che ci siano tante vite, vivo nella certez-za che ce ne sia una sola in tutto l’arco dell’eternità. Mi pregio nella mia esistenza vitale di aver disobbedito con amore a tutte le norme di questa cultura, che è una cultura sostanzialmente criminale e truffaldina, per cui la gente anche la migliore, fa degli errori uno dietro l’altro, si sposa, fuma, va a lavora-re nove ore al giorno. Tutte cose che produ-cono una profonda infelicità dell’anima. Inve-ce se tu sei, solamente, contento di vivere e non fai niente, stai meglio, anche perché credo che le persone debbano avere il diritto a non fare niente, all’otium e non solo al ne-

gotium. Io vedo, per esempio, a Roma in via Ottaviano centinaia di negozi sempre vuoti. Sono aperti tutto il giorno e se qualcuno si affaccia verso le 5 del pomeriggio vede tutte queste povere commesse che stanno lì 9 ore al giorno a far niente…qualche volta mi verrebbe da dire ad una di loro: “ma apri alle cinque!, che te ne frega!”. Tutto questo lo chiamo regime, per-ché noi ci troviamo a vivere in una feroce dittatura democratica e l’economia non è che uno scudo dentro cui si nasconde una classe politica che non è capace non dico di gestire la realtà, ma neanche di capirla. Quindi io sostengo che le persone devono avere la forza di modificare se stesse, a co-minciare dalle parole che usano. Mi spiego: se ognuno di noi anziché dire “mia moglie” dicessimo “Anna”, faremmo una delle più grandi rivoluzioni perché “Anna” è una don-

na, mentre l’espressione “mia moglie” è un fossile, non è niente, non ha identità. [Agosti qui all’improvviso si rivolge ancora all’artista-fotografo di Vignacastrisi che nel frattempo aveva acceso furtivamente una sigaretta, e sbotta: “Non sei sposato, però fumi??”. “Mi piace…”, risponde pacato Ago-stino].

Perché Silvano del fumo cosa pensi? «Sul fumo io dico sempre che il numero di sigarette che una persona fuma è esattamen-te il numero degli amori di cui avrebbe biso-gno e che non è capace di avere per ragioni etniche, culturali, personali».

E un non fumatore non sposato?

«Beh, un non fumatore non sposato ha buo-ne probabilità di diventare un essere umano. E quando diventa un essere umano ha tutto quello che gli serve perché l’essere umano è il più grande capolavoro che la natura abbia mai concepito. Solo che non lo sa nessuno. Io adesso voglio proporre alle Nazioni Unite di dichiarare Patrimonio dell’umanità, l’Essere Umano. Patrimonio dell’umanità non dovreb-be essere il campanile di Giotto che comun-que è bellissimo, ma l’essere umano lo batte da tutti i punti di vista. Qualsiasi essere uma-no, si intende».

Gli animali, le piante, non sono anch’essi un capolavoro? «Sono anch’essi interessanti, ma non come l’uomo perché lui diversamente dagli animali, si esprime attraverso un linguaggio che è proprio misteriosamente suo e di nessun altro. Invece gli animali hanno un linguaggio standardizzato. Tutti i canarini cantano da canarini, tutti gli usignoli cantano da usignoli. Invece gli uomini se fossero lasciati in pace a crescere spontaneamente, ognuno avrebbe la sua lingua, il suo mondo, la sua visione della realtà. Sarebbe una fioritura straordinaria. Nel mio libro che sto scrivendo adesso “Il ritorno di Pinocchio”, Pinocchio per spiegare ad un bambino i danni che fa la scuola gli dice: “sai se gli alberi andassero a scuola, li farebbero diventare tutti pali della luce”».

Silvano, cambiamo argomento, dimmi qual-cosa su questo territorio. Il Salento si sta

omologando ai sistemi urbani del Nord Italia ed europei? «Ma no, guarda che i bambini nascono non omologati…Io nel Sud eliminerei qualsiasi fenomeno industriale, meno il turismo. Il Sud dovrebbe essere un giardino straordinario dove quelli del Nord che hanno le industrie vengono a portare i soldi d’estate e poi basta. Così il Sud potrebbe ballare».

Della Lega che mi dici? A Brescia, il tuo paese natale, che aria tira?

«La Lega è un fenomeno previsto a livello etnico, perché quando ci sono le grandi unio-ni, come si stanno verificando ora, accade che si formino delle piccole disgregazioni, quindi è tutto previsto. Nel momento in cui l’Europa andrà ad unire tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, la Russia e tutti i paesi dell’Europa, ci saranno sempre fenomeni locali di intransigenze e scissioni. Se tu osservi bene il globo terracqueo, noti che all’origine c’era un grande triangolo che si è spaccato in mezzo e ha formato altri conti-nenti. Ma è un fenomeno insignificante. Il problema della politica in Italia è che essa è sottomessa quasi completamente all’America e quindi i politici locali non hanno quasi nes-sun potere e quindi possono discutere di cose tipo l’Alitalia ecc, miserie così…Non possono mica mettersi a discutere di posti di lavoro che durano massimo 3 ore al giorno…»

Cos’hai visitato di questa terra? Tricase, Leuca?

«Ho visto tutto, lo conosco bene questo po-sto. Il Sud se vuoi è molto simile alle donne, è sempre stato emarginato per paura della sua straordinaria potenza culturale. Purtroppo essendo emarginato, si sente impotente. Anche per le donne la stessa cosa, hanno dentro una potenza straordinaria, che però si affievolisce quando vengono trasformate in mogli così come il Sud viene trasformato in un luogo islamico, di sottomessi. Lo sai, la parola Islam vuol dire letteralmente “i sotto-messi”... Basta, altrimenti mi arrestano…»

Alla fine di tutto questo dire, lasciamo andare l’Essere Umano Silvano Agosti, impegnato a vivere la sua unica e irripetibile Vita.

DI AL BANO radiofonica secondo determinati parametri. Inoltre per realizzare le mie musiche ho compiuto una serie di viaggi per trovare l’ispirazione. Mi sono recato negli ashram indiani, luoghi in cui i Beatles hanno lavorato e creato la propria musica. Sono dei caseggiati molto particolari che han-no il pregio di essere simili a delle camere sonore. L’emozione è stata molto forte quando mi è capitato di studiare e di trovare le mie armonie proprio nell’ashram n°9 appartenuto a John Lennon».

Quanto c’è di salentino nel tuo film?

«Il Salento è terra più vicina all’Oriente. È antropologicamente e cul-turalmente vicina all’India, al Marocco, alla Spagna, alla Grecia. Quan-do sono qui mi sento come se fossi in India. E viceversa. Il Salento è sempre nel mio cuore anche quando sono a Goha. Tra i due luoghi ci sono molte analogie: i siti di bauxite, gli ambienti, persi-no il prefisso telefonico mi mantiene vivo il ricordo del Salento».

Progetti futuri?

«Sto lavorando per un nuovo disco. La base sarà prevalentemente rock con alcuni arrangiamenti etnici. Poi io e mia madre abbiamo pensato di sviluppare il film “Upaya” in un lungometraggio. C’è anche in cantiere l’intenzione di mettere su un altro film, ma, credetemi non posso anticiparvi niente. Posso dirvi solo che prima uscirà un libro e poi si cercherà di portare la storia sul grande schermo».

Yari

Page 6: "Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

pag. 6 dalla Prima dalla Prima dalla Prima dalla Prima

Una struttura ospedaliera affetta (come qualcuno in confidenza riferisce) da "psoriasi generale", cioè da quella pato-logia cronica che colpisce con macchie in tutto il corpo. E' il "Francesco Pispico" di Poggiardo, divenuto in questi ultimi anni teatro di scontro tra le varie forze politiche in campo e di recente al centro di una ri-chiesta di potenzia-mento avanzata da vari Consigli comu-nali del bacino, fina-lizzata a valorizzare le professionalità presenti all'interno. Ora il problema più che dentro all'ospe-dale, si presenta all'esterno. Non sono stati pochi i cittadini "impressionati" dalla situazione di fati-scenza che si può notare sulle varie facciate del nosoco-mio, una volta varca-

to il portone di ingresso. Lesioni sul solaio, pareti "mozzicate" e prive spesso di intonaco; tondini delle travi lasciati ad ossidare con l'aria e l'ac-qua, pezzi di cornicione mancanti, un'ar-matura in ferro complessiva che sta ar-rugginendo lentamente.

E c'è chi accanto a tutto questo ci ag-giunge delle folate nauseabonde che si levano dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata sia dal biostabilizzatore SudGas, situato nel-la periferia del pae-se, sia da qualche altro sito con spaz-zatura all'aria aper-ta, riuscendo a by-passare persino il più attrezzato dei condizionatori d'a-ria. La domanda è: sia-mo sicuri che da un momento all'altro qualcosa non venga

giù all'improvviso? A respingere gli allarmi è Franco Sanapo, Direttore sanitario Asl Lecce il quale, interpellato, spiega lo stato dei fatti e assicura che in breve tempo verrà avvia-ta la ristrutturazione: «Possiamo affer-mare che lungo il perimetro esterno del Pispico non sussistono rischi di alcun tipo. A fine luglio scorso - afferma Sana-po - durante una riunione con il direttore generale dell'area tecnica, della direzio-ne medica del presidio, dell'amministra-zione comunale di Poggiardo, alla pre-senza anche del consigliere regionale Aurelio Gianfreda, abbiamo deciso di avviare un intervento tampone volto al miglioramento urbano dell'intera struttu-ra attraverso una protezione mediante delle reti speciali. Tutto ciò, in attesa della cantierizzazione per il rifacimento delle facciate, per la quale è stato previ-sto dalla Regione e dal Governo, secondo l'art. 20 della legge finanziaria 1987, un investimento di un milione di euro. In-tanto, ricorda e conclude Sanapo, nei mesi scorsi il complesso era stato messo in sicurezza, attraverso l'asportazione di tutte le parti pericolanti». Si attende ora l'avvio del lavori.

LA NOSTRA SANITA’

Eppure si parla di disoccupazione sempre più grave, di una situazione sempre più incontrollabile dopo il fallimento del TAC. Trovare un cameriere, una donna di puli-zia, un manutentore, un giardiniere, un artigiano, diventa sempre più difficile e, se non ci fosse da noi l’extracomunitario regolare o clandestino, trovare un lava-piatti (intendiamoci non come un tempo ma un addetto alla lavastoviglie) sarebbe un’impresa impossibile. Né è facile, pas-sando a settori professionali di più alta qualificazione, trovare tecnici, avvocati, commercialisti pronti a sopperire alle necessità contingenti: Vi sono carenze ataviche che vanno de-bellate e superate dalla nuova visione del mondo del lavoro e dalla nuove figure professionali che mettono in discussione ogni antica valutazione e convinzione sulle attività. Oggi, fare la cameriera in un albergo non significa fare la “serva” di un tempo, prestare la propria opera nel mondo del turismo, non significa come nel passato, essere soggetti ad un padro-ne incontestabile ed incontrastato ma prestare il proprio contributo di operato-

re in un settore destinato a sostituire i vecchi schemi del lavoro campagnolo. Siamo in una nuova era in cui il lavoro che un tempo poteva sembrare umilian-te (a parte la considerazione che il lavoro non è mai umiliante) oggi diviene essen-ziale per una società postindustriale, in cerca di nuove mete economiche e,quindi, di nuove figure per attuarle. Una stagione turistica, che pure sembra-va inizialmente negativa, risulta, a conti fatti, alquanto positiva nei risultati con la sola negatività di carenza di personale locale addetto al settore. E’ per questo che occorre ancora una volta ringraziare extracomunitari e cittadini rumeni che, sfidando anche le leggi sulla clandestini-tà, hanno assicurato con la loro presenza e la loro opera un servizio alquanto effi-ciente. Diversamente avremmo avuto d i ff icoltà ser ie nel l ’assicurare l’accoglienza a quanti, macinando kilo-metri su kilometri, ci hanno raggiunti in “Finibus terrae”. La situazione deve, però, lasciarci riflet-tere. Se questa è la strada maestra, se il turismo continua a crescere di stagione in stagione, se finalmente il mondo guar-

da al Capo di Leuca come ad una meta che valga la pena di visitare e di godere, credo che occorra lasciare da parte vec-chie convinzioni, abbandonare vecchie e stantie professionalità e rivolgersi ad un nuovo impegno che consentirà di svilup-pare idee e metodi nuovi che potranno assicurare in futuro un lavoro certo e sicuro. Se, poi, alle attuali strutture, si riesce a farne sorgere altre, se alle strutture ri-cettizie e della ristorazione, si riesce a far comprendere che il turista, oltre al mare, intende godere altre bellezze, passare il tempo libero in divertimento non smo-dato ma comunque vario e distraente, allora avremo raggiunto un traguardo che la nostra società sino a qualche anno fa non immaginava e alla stessa sembra-va irraggiungibile. Se a questo si aggiunge ancora una mag-giore considerazione di molti enti pubbli-ci oggi assenti, allora possiamo dire che la lezione è servita,che ce l’abbiamo fat-ta, che finalmente possiamo marciare con fiducia, assicurando ai nostri giovani un futuro certo ed a sentirci meno diver-si da quelli di altre parti d’Italia

di Rita De Iaco

INCIPIT...

da Poggiardoda Poggiardoda Poggiardoda Poggiardo

Page 7: "Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

Termalismo: un’opportunità per il territorio. Così il Convegno tenutosi a S. Cesarea Terme il 29 agosto. Vogliamo analizzare il bilancio 2008 prima di riferire sul tema del convegno. Per il secondo anno consecutivo un bilancio che si chiude in perdita: € 182.517, che aggiunti ai 202.073 dell’anno precedente fanno la bella cifra di € 384.590. Se volessimo riferirci al vecchio co-nio, per ripetere un felice slogan televisivo di qualche tempo fa, sono circa 750 milioni di lire. Quando il PIL di una nazione per due trimestri consecutivi è negativo, si parla di recessione; quando una società presenta per due anni consecutivi un bilancio in perdita non si può che parlare di crisi. La gallina non fa più uova, dicevamo analizzan-do il bilancio precedente; oggi dovremmo dire che la gallina è diventata vorace: mangia le uova che altri volatili hanno depo-sitato nel pollaio. Ad onor del vero, il Presidente del CdA della Terme di S. Cesa-rea SpA nell’intervista concessaci ci aveva preannunciato la perdita, affermando che “stiamo ponendo le premesse per una redditività futura che renda sempre più solida la struttura societaria”. Siamo andati alla ricerca delle premesse annunciate ed abbia-mo trovato investimenti in immobilizzazioni per 1.555.422, di cui 210.528 ancora per costi di impianto e ampliamento. A proposito di questa voce che complessivamente è pervenuta alla notevolissima somma di € 1.264.522, forse abbiamo capito il vero significato: è quanto è costato alla società e quindi a tutti noi l’interessamento di Sviluppo Italia alla Terme di S. Cesarea SpA. Un interessamento pagato a peso d’oro! Il riverbero degli investimenti sul conto economico è dato dall’analisi degli ammortamenti che si sono incrementati di circa 102.000 €. C’è da cercare ancora; quanto agli investimen-ti torneremo ad analizzarli. Ancora quest’anno – incre-dibile dictu – diminuiscono i ricavi delle vendite e delle prestazioni di circa 96.000 €. Non vediamo le premes-se per la redditività futura, signor Presidente Serra. E se vogliamo guardare con occhi vigili il conto econo-mico e depurare il tutto da proventi straordinari e finanziari, il risultato ope-rativo lordo è in rosso di ben 313.844 €, quasi tripli-cato in negativo rispetto all’anno precedente. E si chiedono sempre nuove risorse a Regione e Comu-ne: una gestione che ci deve far riflettere. Si è costretto il Comune ad indebitarsi per versare l’aumento di capitale sot-toscritto per poi tenerlo in banca… come cittadini

paghiamo interessi passivi notevoli alle banche, per poi vedere remunerato il deposito dei quei denari a tassi minimi nel bilan-cio della Spa. Signori del Consiglio di Amministrazione, voi ave-te imbellettato un tantino il vostro bilancio, le banche hanno lucrato sulla differenza di operazioni, noi cittadini abbiamo pagato per le vostre diatribe… Il nodo principale è nel personale, complessivamente aumen-tato rispetto all’anno precedente di circa 156.000 euro e che già l’anno ancora precedente era aumentato di 65.000. Nè trova giustificazione, se non parziale per € 96.443, nei lavori in economia. Annotiamo infine maggiori oneri diversi per 52.757: maggiori imposte e tasse ed altri (?) indicati come transazione con Svi-luppo Italia (ancora..) Quello che ci preoccupa, come cittadini, sono le risultanze degli indicatori economici: tutti negativi. Ora sappiamo che un’impresa ha ragion d’essere in quanto coordinazione econo-mica, vale a dire produttrice di ricchezza, dei fattori della pro-duzione. Ci fa pensare che anche la logica del business plan, dopo un investimento di 13.600.000 euro, preveda per gli anni 2009-2010 una perdita complessiva di circa 2 milioni di euro. A partire dal 2011 prevede un aumento di ricavi di 2,4 volte, vale a dire i ricavi perverranno a circa 9 milioni di euro, mentre non si parla dell’andamento dei costi. Ci piacerebbe capire come si perviene a quell’aumento di ricavi. Infine rileviamo come non ci si possa accontentare di un Margine Operativo Lordo positi-vo, ma va perseguito almeno un Risultato Operativo Lordo positivo, altrimenti significherebbe che la gestione non genera ricchezza pari all’usura degli impianti. Ne parleremo più avan-ti… 1 - continua

pag. 7 da Santa Cesarea Termeda Santa Cesarea Termeda Santa Cesarea Termeda Santa Cesarea Terme LA GALLINA CONTINUA A NON FARE UOVA

di A.E.

Page 8: "Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

pag. 8 Cronaca Cronaca Cronaca Cronaca ---- Economia Economia Economia Economia

Preparare un piano di riserva e cogliere le opportunità della prossima ripresa. Vendere oggetti online, costruire pipe, aprire un bed&breakfast.. Reinventarsi il futuro se si teme di finire sulla lista nera degli esuberi, ricordandosi che la crisi può essere anche l'oopor-tunità per riscoprire una vecchia passione. Vediamo sinteticamente come fare ad apire un'impresa individuale Una delle scelte da effettuare quando si decide di intraprendere un'attività è quella della forma giuridica. Questa è una scelta molto importante perché variano in maniera significativa il capitale di investimento, le modalità di costituzione dell'impresa, le responsabilità legate alle obbligazioni sociali, gli a-dempimenti amministrativi e fiscali. Di seguito sono indicate le principali tappe per iniziare un'attività in forma di impresa individuale. PRIMO PASSO Richiedere all'Agenzia delle Entrate della Provincia in cui si risiede l'attribuzione del numero di partita IVA. Questa procedura non implica alcun tipo di costo e viene effettuata in maniera immediata. SECONDO PASSO Nell'ambito delle attività di carattere commerciale, è possibile effet-tuare una distinzione fra attività che richiedono esclusivamente una Denuncia di Inizio Attività (DIA) e attività che, invece, necessitano di un'autorizzazione amministrativa/licenza. Denuncia di inizio attività (DIA) È una denuncia che viene effettuata presso il Comune in cui si svolge l'attività secondo un apposito modello che in genere è disponibile presso gli Uffici Commercio del Comune. È possibile iniziare l'attività solo dopo che siano trascorsi trenta giorni a partire dalla data di ricevimento della denuncia da parte del Comu-ne, salvo che il Comune non si esprima negativamente.

In seguito, quando l'attività ha inizio effettivo si dovrebbe dare comu-nicazione al Comune (L. 80/2005, art.3, comma 2). A questo proposi-to suggeriamo di rivolgersi all'Ufficio Commercio del Comune. Autorizzazione amministrativa/licenza L'autorizzazione amministrativa/licenza viene concessa in seguito ad un'apposita domanda. In relazione al tipo di attività esiste un determinato modello e l'indi-cazione esatta dell'amministrazione competente a cui presentare la domanda. In questo caso è possibile iniziare l'attività solo se l'autorizzazione/licenza è stata concessa. TERZO PASSO Iscrizione nel Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio della Provincia in cui l'impresa ha sede legale una volta iniziata l'atti-vità. Il modulo I1 per la presentazione della domanda di iscrizione al Regi-stro delle Imprese è scaricabile da internet: MODULISTICA REGISTRO IMPRESE - Modulo I1 Denuncia Inizio Attività (DIA) Per la registrazione occorre presentare anche una copia della denun-cia di inizio attività protocollato dal Comune. Se il Comune richiede anche la comunicazione di inizio effettivo dell'attività, occorre presentare anche una copia di questa protocolla-ta dal Comune. Autorizzazione amministrativa/licenza Per la registrazione occorre presentare anche una copia dell'autorizzazione/licenza concessa dall'autorità amministrativa competente. Per aprire una società i passaggi sono simili, occorre però fare molta attenzione al tipo di forma societaria da sciegliere e per questo è bene farsi seguire da consulenti esperti.

Combattivo e genuino. Poche parole per defi-nire Antonio De Mari-ni. Giornalista, scritto-re, impegnato nel so-ciale. Attualmente è consigliere provinciale dell’Associazione Na-zionale dei Mutilati Invalidi Civili (ANMIC) e membro delle commis-sione provinciale per le politiche del lavoro della provincia di Lec-ce. «Diciamo» ha chie-sto maggiori informa-zioni sulle disposizioni specifiche previste per gli invalidi in campo professionale e formati-vo.

Consigliere, i giovani non hanno più voglia di sposarsi e il tasso di natalità è giunto a livelli bassissimi. Nel caso che una giovane coppia abbia, purtroppo, dei figli con gravi problemi di salute, in che modo può chiedere allo stato un sostegno economico? «È prevista un’indennità mensile di frequenza erogato dall’Inps a favore degli invalidi civili minori. L’obiettivo è di non lasciare indietro questi ragazzi. L’assegno di circa 240 euro al mese, è volto a agevolare l’inserimento dei ragazzi affetti di gravi patologie in centri di formazione professionale e educativi. La concessione è subordinata però a alcune condizioni: frequentare un asilo pubblico o strutture riabilitative pubbliche e avere un

limite di reddito annuo pari a 5151,50 euro, e naturalmente presentare la domanda dopo l’avvenuta iscrizione ai corsi o ai centri riabilitativi».

A quale ufficio precisamente bisogna rivolgersi? «Basta presentare in carta sem-plice la domanda per l’indennità presso l’Ufficio invalidi civili della propria asl di riferimento inte-grata con un certificato medico che attesta la patologia del mi-nore. Due mesi più tardi ti chia-mano per accertare la patologia dopodiché si può usufruire men-silmente della concessione».

Mi parli della sua associazione e delle sue attività. «Appartengo all’ANMIC di Salve e sono consi-gliere provinciale da molti anni. La mia asso-ciazione è diffusissima in tutto il territorio italiano: circa 103 sono le sedi, di cui 8 si tro-vano nella nostra provincia. In più sono anche presidente delle commissione provinciale per le politiche del lavoro della provincia di Lecce. Conosco molto bene le difficoltà che sono costrette a sobbarcarsi sia le imprese che i singoli cittadini. Nel mio piccolo cerco di a-scoltare e aiutare il prossimo, segnalando a esempio le famiglie più disagiate alla Caritas».

Mi parli dei corsi disposti a favore degli inva-lidi. «Esistono dei corsi speciali creati apposita-mente per la categoria ma preferisco perso-nalmente non parlarne».

Il motivo? «Attraverso questi corsi, secondo legge le ditte possono usufruire dei finanziamenti non appena decidono di assumere l’eventuale lavoratore invalido civile a data indetermina-ta. Purtroppo però non tute le ciambelle e-scono con il buco. Il datore di lavoro assume per pochi mesi l’invalido per metterlo poi in condizione di mandarlo via. L’invalido licen-ziato viene da noi per ottenere rivalsa. Imme-diatamente noi facciamo causa, ma si sa che i tempi della giustizia sono enormemente lun-ghi e nel frattempo l’invalido è ancora disoc-cupato. Per questo non parlo di corsi perché so che siamo perdenti già in partenza».

Com’è invece la situazione nella Pubblica Amministrazione? «Decisamente migliore. Nella gran parte dei comuni della provincia di Lecce, si è provve-duto a istituire bandi a favore delle categorie protette. Pochi enti pubblici, si contano sulla dita di una mano, non hanno adempito alla legge, ma stanno già provvedendo a indire concorsi di assunzione».

Pensioni e diritti. Cosa dice la legge per i lavoratori invalidi civili? «La legge finanziaria del 2001 ha stabilito che a decorrere dal 2002 i lavoratori con percen-tuale di invalidità pari o superiore al 74% può usufruire su richiesta il beneficio dei contri-buiti figurativi di due mesi per ogni anni di lavoro fino a un massimo di 5 anni. Un ottimo risultato raggiunto grazie alle insistenze dell’ANMIC. Per qualche dubbio consiglio agli interessati di recarsi presso la nostra sede che si trova in via Marsini 65, a Salve».

ANTONIO DE MARINI, UN MODO NUOVO DI FAR POLITICA di Laura Longo

METTERSI IN PROPRIO SFRUTTANDO LA CRISI di Marco Sponziello

Page 9: "Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

(Prima Parte)

pag. 9

di Salvatore Errico

Storie Storie Storie Storie

Da un po’ di tempo avevo in mente di intervistare “mesciu Mariu” Scarascia, ma tutto pre-so da altri impegni avevo sempre riman-dato. L’occasione giusta mi si è presentata qualche gior-no fa, quando, andando in piazza Cap-puccini a com-prare un quo-tidiano all’edicola di Carmine D’Aversa, ho visto “mesciu Mariu” seduto da solo ad una panchina, a pochi metri dalla sua abitazione. Mi sono avvicinato e gli ho chiesto se gli andava di raccontarmi la storia della sua famiglia ed ha accettato volentieri. E così, come per incanto, con le sue parole, mi ha portato indietro nel tempo, agli inizi degli anni ’30, in piena epoca fascista, quando l’agricoltura era il fulcro dell’economia locale e il paese, staccato dagli attuali rioni di Tutino, Sant’Eufemia e Caprarica, pullulava di tante botteghe artigiane piene di disce-poli desiderosi di apprendere il mestiere del padre o “du mesciu”, e le strade, non asfaltate, erano percorse da mezzi di trasporto trainati da cavalli, muli o asini e la vita scorreva lenta al ritmo del duro lavoro ma con relazioni umane molto forti e curate. Ma lasciamo ora la parola a “mesciu Mariu”. “Mio padre Tommaso (nato a Tricase il

13 aprile del 1891) lavorava presso le

Ferrovie Sud –Est con la qualifica di capo-

squadra. Dopo il matrimonio con De Iaco

Maria Grazia, la sua famiglia in pochi

anni venne allietata dalla nascita di 4

figli maschi. La sua vita scorreva tranquil-

la, poi un giorno riportò un brutto infor-

tunio sul lavoro e decise di abbandonare

l’impiego in ferrovia e di fare il carpentie-

re, “u carradore”, “u giusta traine”; lavo-

ro che aveva appreso dal padre Floriano.

Aprì la sua “puteca” nei locali in cui oggi

c’è l’esposizione di oggetti di antiquaria-

to di Fernando Baglivo e portò lì tutti i

figli (ad eccezione di Gino che frequenta-

va una bottega di sarto) per avviarli a

questa attività. In quegli anni l’odierna

piazza Cappuccini si chiamava della Vit-

toria ed era divisa in due parti: quella

intorno alla chiesa di Sant’Antonio da

Padova era demanio comunale e l’ altra

di circa 75 are, denominata San Demetrio

o S. Maria di

Leuca, apparte-

neva alla Princi-

pessa Gallone.

Qui si svolgevano

fiere ed esercita-

zioni paramilitari

e anche partite di

pallone. Poco

distante

dall’officina di

mio padre vi era-

no due negozi di

alimentari: uno

gestito dai Miner-

va e l’altro da

Nunzio

Dell’Abate.

Quest’ultimo aveva, accanto all’esercizio

commerciale, una fabbrica di pasta e

possedeva un mulino nel comune di Mig-

giano. Gli attuali rioni di Tutino,

Sant’Eufemia e Caprarica erano netta-

mente separati da Tricase. Papà Tom-

maso rimase in quella sede per diversi

anni, poi, quando quei locali toccarono

allo zio Peppino, si trasferì qualche metro

più avanti, subito dopo l’attuale bar. Ave-

vo 7 anni quando iniziai a lavorare con

mio padre (oggi ne ho 83). Nell’officina di

papà Tommaso si lavorava sia il ferro che

il legno, si realizzavano e si riparavano i

traini, le carrozze, le sciarrette, gli sciara-

bà, i birocci ( ma anche presse per i fran-

toi oleari). A quei tempi, se si esclude il

treno, questi erano gli unici mezzi di tra-

sporto che esistevano e che venivano

utilizzati dai contadini, dai commercianti

e dagli artigiani, dai professionisti. Nu-

merosi erano i

carrettieri presenti

nella nostra citta-

dina che usavano i

loro mezzi per tra-

sportare non solo

prodotti agricoli

(cereali, tabacco,

farina, melloni,

uva, ecc.), ma an-

che i “piezzi dalle

“taiate”, breccia,

“tufu”, legname,

mobili, merce varia

per i negozi, ecc.

Le carrozze erano

pochissime e pos-

sedute solo da

nobili o da grandi

possidenti ( don Peppino Cortese, la Prin-

cipessa Donna Bianca Gallone, Don Nico-

la Resci, Don Donato Antonaci Dell’Abate

e qualcun altro); i birocci e gli sciarabà si

utilizzavano solitamente per trasportare

poca merce e soprattutto persone. Du-

rante il periodo estivo i proprietari di

birocci trasportavano nelle marine le

famiglie che potevano permettersi il lus-

so di fare il bagno.

Ricordo che nell’immediato secondo do-

poguerra mio padre realizzò, in ferro, i

finestroni della Chiesa Matrice di Tricase,

su commissione dell’arciprete Mons.

Tommaso Stefanachi.

Il nonno paterno si chiamava Floriano,

era nato a Tricase il 3 giugno del 1859,

ed aveva 9 fratelli, ma solo lui faceva il

carpentiere e lo svolgeva anche molto

bene, tanto è vero che i suoi clienti erano

non solo del Capo di Leuca ma anche

stranieri. Egli, infatti, verso la fine

dell ’800, riceveva commissioni

dall’Albania per fare i torchi dei frantoi e

li realizzava nel suo laboratorio a Tricase,

poi si recava in quei luoghi per montarli e

per effettuare riparazioni: rimaneva

all’estero per alcuni mesi. In Albania, in

quel periodo, per far girare la macina che

spreme le olive utilizzavano persone. Mio

nonno Floriano insegnò loro a sostituire il

lavoro umano con i cavalli o con i muli:

prese un asino, gli mise un paio di oc-

chialoni e iniziò a fargli spingere la maci-

na. Dimostrò loro al termine del lavoro di

spremitura delle olive che l’animale, pur

girando tante volte su sé stesso, non

vedendo il percorso, manteneva tran-

quillamente il senso dell’equilibrio senza

cadere per terra. “E sia ca ci lli fice

all’Albanesi, percei prima nc’erene doi,

trei ristiani ca spincivene e naturalmente

se straccavene primu”. …

MESCIU MARIU SCARASCIA RACCONTA LA STORIA DELLA SUA FAMIGLIA

(Sul prossimo numero la seconda parte della storia)

su www.diciamo.it nella sezione “Storie”, l’intero racconto

Page 10: "Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

pag. 10 Che passione la cucina!Che passione la cucina!Che passione la cucina!Che passione la cucina!

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IL PIATTO PRONTO

PREPARAZIONE

Scrivete a [email protected] per dare un giudizio alle ricette pubblicate e per contribuire alla rubrica con le vostre ricette.

circa 25 minuti

Tempo di cottura:

15 minuti

Le ricette di Francy

a cura di Pietro Russo

HANNO UN GUSTO DELICATO E SONO APPETITOSE

per 4 persone

• 2 kg di melanzane;

• Sale;

• Parmigiano grattugiato;

• Pangrattato;

• Un uovo;

• Foglie di menta romana;

• Wurstel o Pancetta affumicata;

• Scamorza o Sottilette.

CROCCHETTE DI MELANZANE

Alla PIZZERIA “JONICA” del PICCHIOHOTEL

di Marina di Pescoluse di Salve

OGNI SERA OTTIME PIZZE

A prezzi eccezionalmente contenuti.

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1. Lavate le melanzane, togliete la buccia e tagliatele in piccoli pezzi.

2.Mettete i pezzetti di melanzana a bollire in acqua sa-lata, a fine cottura, scolatele e lasciatele raffreddare.

3.Quando le melanzane saranno fredde, impastatele con parmigiano grattugiato, pangrattato, un uovo inte-ro, sale e foglie di menta romana.

4.A piacere, l’impasto può essere arricchito con pezzet-tini di Wurstel o Pancetta affumicata

5.Dall’impasto ricavatane delle crocchette di forma al-lungata o delle polpettine arrotondate, che farcirete all’interno con dei piccoli pezzi di scamorza o di sottilet-te (di sapore più delicato).

6. Dopo aver passato le crocchette di melanzane nel pangrattato, mettetele a friggere in una padella con abbondante olio. Il piatto è pronto!

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di Carlo Pasca

Tanto su cui lavorare per il giovane gruppo guidato da mister Pierluigi Orlandini. La squadra, all’esordio stagionale in quel di Nardò durante l’incontro forse più sospirato dalla tifoseria tricasina, ha mostrato un certo affanno in difesa e nei reparti predisposti alle ripartenze offensive per le punte. E così non è bastato l’estro di Ruberto e Striano, assistiti dalla fantasia del veterano Mitri, per domane un blaso-ne neretino con una rosa rinforzata ri-spetto all’anno scorso e galvanizzato dal nuovo corso in Eccellenza. Ora, steccata la prima l’Asd Tricase è già al lavoro per riprendere la forma migliore e la concentrazione ottimale per affronta-re al San Vito domenica prossima il Ma-glie di Zeman jr. volato già in testa alla classifica. «E’ una squadra rinnovata rispetto all’anno scorso - spiega Orlandini - sono

rimasti solo 2-3 elementi, mentre molti sono del posto tranne quattro-cinque che vengono da fuori. Con Mitri, Ruberto, Montanaro in attacco e con due ragazzi interessanti del Galli-poli e del Taranto, ci faremo senz’altro valere». Anche il pre-

sidente Michele Dell’Abate, affiancato dai vice-presidenti Alfredo Stefanelli e Vito

De Iaco, e dal direttore sportivo Angelo

Sanapo si dice fiducioso: «Tricase calcio è ancora vivo, lo voglio dire con tutto il cuo-re, - sono le parole di Dell’Abate - il calcio nella città stava per scomparire ma non doveva accadere perché non me lo sarei perdonato per tutta la vita. Sarebbe stato brutto distruggere tutto quello che abbia-mo costruito in cinque anni e di questa rinascita devo ringraziare il senatore Sal-

vatore Ruggeri, grazie al quale ho rifiutato tantissime offerte provenienti da svariati club».

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L’avventura del Casarano nel campionato nazionale dilettanti inizia con un pareg-gio a reti bianche. Ad Angri, contro una formazione ritenuta papabile di promo-zione in Seconda Divisione, i rossoazzurri strappano un punto che per come si eran messe le cose va più che bene. L’espulsione di D’Anna a mezz’ora, infat-ti, dalla fine rischiava di far soffrire più del dovuto il Casarano, ma così non è stato e, anzi, la squadra di Bianchetti ha dimostrato di avere le carte in regola per disputare un campionato di vertice. Ad impressionare maggiormente sono stati gli under, i ragazzi terribili che già nella scorsa stagione sono stati tra i trascinatori del Casarano verso il salto in serie D: D’Anna che fino all’espulsione ha macina-to chilometri sulla corsia sinistra, e poi i nuovi Palazzo e il piccolo Cen-ciarelli, furetto imprendi-bile proveniente dalle giovanili della Fiorentina. Ottime le prove anche di Fazio, Palma e Presicce. L’avvio di gara è tutto di marca rossoazzurra, con Presicce che al quarto d’ora manca d’un soffio la deviazione vincente su un calcio di punizione

battuto da Villa. Il capocannoniere della passata stagione in Eccellenza ci riprova al minuto ventuno: il suo tiro viene bloc-cato a terra da Inserra. Esce dal guscio l’Angri che con Ferraioli spaventa Leopiz-zi, ma la conclusione del numero dieci grigio rosso si spegne alta sulla traversa. In avvio di ripresa è l’Angri ad avere le occasioni migliori per passare in vantag-gio, ma prima Della Femina e poi Incoro-nato falliscono le conclusioni. Poi, dopo l’espulsione di D’Anna è il Casarano ad andare vicinissimo al gol: Palazzo, lancia-to a rete, viene fermato da Inserra in uscita disperata, e infine Contino che,

imbeccato da un pregevole cross di Cen-ciarelli, spaventa i locali con un colpo di testa di poco a lato. A fine partita il tecnico Bianchetti espri-me la propria soddisfazione per la prova offerta dai suoi sia pur in difficili condi-zioni. Il terreno di gioco che penalizza la squadra più tecnica, la condizione fisica non ancora al top, l’inferiorità numerica nella mezz’ora finale: ostacolo che il Ca-sarano ha superato con scioltezza, pro-vando fino all’ultimo minuto a vincere e portare a casa i tre punti. Ora c’è il debutto al “Capozza”, non più contro il Francavilla Fontana. A seguito

del ripescaggio del Grottaglie, infatti, il calendario ha subìto una rivoluzione: av-versario dei rossoaz-zurri sarà il Matera. E finalmente i numero-si e calorosi tifosi della Virtus potranno fornire il proprio sup-porto alla squadra, dopo l’assurda deci-sione degli organi competenti di vietare loro la trasferta in terra campana. Al “Capozza” sarà un pomeriggio di grande festa.

DEBUTTO A RETI BIANCHE, MA IL CASARANO C’E’ ad Angri, nella prima giornata di campionato, i rossoazzurri, in 10 per buona parte

dell’incontro, hanno dimostrato di essere da vertice.

di D.N, IL TRICASE STECCA LA PRIMA

Ruberto Maurizio

Page 12: "Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

DICICRUCI di S. Laraia

Orizzontali

1. Infiorescenza simile al mais; 9. Delfino fluviale; 13. Il Bo di Palazzeschi; 14.

Insieme a pic..nelle scampagnate; 15. Olezzi, aromi; 17. Emile, scrittore francese autore di Nanà; 20. In provincia di Catania; 21. Il Gillespie trombet-tsta USA; 22. Quelle di Verne erano ventimila; 24. Le estremità dell'asse; 25.

Pronome poetico; 26. Una poliedrica Amanda; 27. La Aulenti architetto milanese; 29. Sigla di Savona; 32. Osso lungo dell'avambraccio; 33. Tipica danza salentina; 36. Un accenno d'aiuto; 37. Il Fleming 007; 39. Scalata finan-ziaria; 40. Sigla di Nuoro; 41. Gatti inglesi..senza testa; 43. Introduce un dubbio; 44. Preghiera breve e reiterata; 47. Riccardo.. per gli amici; 48. E' triste percorrere quello del tramonto; 49. Corrente mese; 50. Inizio di gara; 51. Codice bancario; 53. Attrezzo da pesca; 55. Attiva, laboriosa; 59. Pulsante di spegnimento; 61. L'ingegnere che gestisce "Repubblica"; 66. Lui e la sua signorina stavano bene insieme; 68. Gas nobile, quasi inerte; 69. Dispari in nona; 70. Il direttore di " Repubblica"; 71. Arbusto da cui si produce un otti-mo liquore.

Verticali

1. Attitudine, tendenza; 2. Fine dei guai; 3. Nella lirica si celebrano quelle di Figaro; 4. Il soltanto americano; 5. L'Intelligence made in USA; 6. Conto Corrente; 7. Una parte di ieri; 8. Vi stazionano nostri cintingenti militari; 9.

Raganella arborea; 10. Torri fortezza tipiche dell'architettura sarda; 11.

Grosso centro in provincia di Torino; 12. Spazi per animali da cortile; 16. A Bari, quella del Levante; 18. Foraggiano la pogrizia; 19. Piero, ex Litfiba; 23.

Artigiani molto attivi in estate; 28. Sovrasta Catania; 30. Tipettini da gossip; 31. Maneggiano botti; 34. Insieme a zig è un modo pericoloso di procedere; 35. Rimorchiare..per i ragazzi; 38. Giaciglio..oscillante; 41. Cadamosto, navi-gatore e d esploratore italiano; 42. Il Marte greco; 45. Imposta regionale; 46.

Fenomeno da stadio; 50. Ridicoli, impacciati; 52. Il Geldof menestrello; 54.

Nel tennis, si compone di games; 56. Cittadina a nord-ovest di Amsterdam; 57. Il vecchio, lo si saluta a San Silvestro; 58. Gattuso in forza al Milan; 60.

Copricapo marocchino; 62. La fine delle maree; 63. Il perignon pregiato champagne; 64. Il gioiello di E. Mattei; 65. Il tritolo (simbolo); 67. Dario di "Mistero Buffo".

Le soluzioni sul prossimo numero con il nome del vincitore

3 settembre 1939 - Seconda guerra

mondiale: due giorni dopo

l’invasione della Polonia da parte

delle truppe tedesche, Francia e

Gran Bretagna dichiarano guerra

alla Germania.

5 settembre 1958 - Martin Luther

King viene arrestato per bighello-

naggio. Nel 1959, attraverso mani-

festazioni non violente, ottiene

l’abolizione della segregazione raz-

ziale in Alabama.

7 settembre 1860 - Le “Camicie

rosse” guidate da Garibaldi entra-

no trionfalmente a Napoli sconfig-

gendo le truppe borboniche.

11 settembre 2001 - Attacchi ter-

roristici scuotono gli Stati Uniti:

due aerei dirottati distruggono le

torri gemelle del World Trade

Center di New York e un terzo pre-

cipita contro il Pentagono. Le vitti-

me sono migliaia. Data storica per

l’economia, la politica e la cultura

mondiale.

AVVENNE Sotto le soluzioni del cruciverba del numero prece-dente con cui è stata premiato il sig. Antonio Tempesta

REGOLAMENTO

Il primo, che da martedì

15.09.2009 dalle ore 9.00,

invierà a:

[email protected]

la soluzione del cruciver-

ba, riceverà in premio un

buono pizza e birra per 2

persone offerto dal

“PICCHIO HOTEL” di Pe-

scoluse. Non sono am-

messi gli stessi vincitori

per almeno 3 concorsi

consecutivi.

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