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Miei cari amici,vorremmo in queste poche pagine entusiasmarvi, raccontando con parole e immagini : storia, cultura, folklore, religiosità e gastronomia del nostro incantevole paese : Riace.

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È un piccolo borgo,il suo territorio è di tipo collinare, il rilievo principale è costituito dal monte Pilazza (Palazzo) che raggiunge i 390 metri, dove sorge una piccola chiesetta dedicata alla “Madonna e Pilazza” .

Il clima è quello tipico dei paesi mediterranei :non molto freddo d’ inverno e non troppo caldo d’ estate

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Secondo la leggenda dello storico Theodorus di Riachi , le origini di Riace risalgono all’ anno 1000 . Si chiamava Ryakion (ruscello) poi Riacedal latino:Rio jacet cioè giacente sul Rio.Fu sede del monachesimo basiliano e centro della Magna Grecia .I primi abitanti furono pastori nomadi , che costruirono le loro abitazioni nel rione Tripo, oggi S.Anna.

Riace capoluogo conserva ancora le caratteristiche di borgo medieovale. Molto suggestiva è la parte vecchia del paese con un labirinto di piccole vie , costellate di case vecchie e nuove, addossate le une alle altre .

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Il centro storico comprende una cinta muraria,delle torri e delle porte, in corrispondenza dei 4 punti cardinali.

In prossimità delle porte c’erano delle chiese, esistono ancora i ruderi delle mura di fortificazione con le porte di:S. Caterina, S. Anna dell’Acqua e dello Spirito Santo.

Lungo queste mura e all’interno c’erano 11 chiese. Interessanti da vedere sono la chiesa basiliana di S.Nicola con il bellissimo portale e parte del campanile,la chiesa di S. Giacomo, attuale Chiesa Matrice , dove si trova una campana in bronzo.

La più antica, andata completamente distrutta e poi ricostruita nello stesso luogo dalla famiglia Alvaro è la chiesa dello Spirito Santo. Vicino a questa esisteva la chiesa della Madonna del Carmelo, la chiesa di S.Caterinae S.Anna. Fuori dal paese si trovano i ruderi delle chiese di S. Lucia, e di S.Biagio e la chiesa dell’Annunziata e il Santuario dei Santi Cosimo e Damiano.Questi Santi, nati in Siria, erano medici e furono martiri sotto Diocleziano, in seguito furono proclamati protettori della città di Riace che ogni anno è meta di pellegrinaggi nei giorni 25-26-27 Settembre e la seconda domenica di maggioSul monte Pilazza sorge la chiesa della “Madonna e Pilazza” ma si pensa che anticamente quello fosse un palazzo dove si assegnava il potere.

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A Riace nel 1756 su mille e uno abitanti vi erano trenta sacerdoti e diciotto suore.I cenobi e le “lauree”dei Monaci Basiliani costituirono centri di raccolta urbana,via, via sempre più organizzate, con muri di cinta,torri e con le chiese stesse facenti funzioni di roccaforti.Cinque di queste chiese si elevano sulla cinta muraria medievale integrandola. Esse rappresentano punti di avvistamento con i campanili e roccaforti di difesa.

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Chiesa dello Spirito SantoForse la più antica e di sicuro di origine

Basiliana. Questa si trova in località“Torretta”. Il nome del luogo indica come una torre e la stessa chiesa costituissero punto di difesa nella zona nord del Paese. L’attuale edificio è ad un’unica navata con volta a botte decorata con stucchi settecenteschi ormai semidistrutti. Alla fine dell’800 diviene proprietà privata di una delle famiglie più ricche del Paese: la famiglia Alvaro. Il decadimento di questa ricca famiglia terriera porta anche all’abbandono della chiesa che negli anni subisce ripetuti saccheggi.

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Chiesa di San GiacomoLa chiesa di San Giacomo intitolata successivamente a Santa Maria Assunta, èl’attuale Chiesa Matrice. Anche questo edificio è strategico per la difesa del lato Nord-Est dell’abitato,a ridosso della Porta dell’Acqua, con la sua torre campanaria che domina tutta la vallata verso la marina. Una delle sue imponenti 4 campane porta la data di fusione del 1596, su richiesta della confraternita dei SS. Sacramenti. Sull’altare maggiore sono esposte le statue dei SS. Cosma e Damiano protettori della comunità riacese. Il suolo della chiesa ha accolto fino al 1871 quasi tutti i defunti del Paese.

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Chiesa di Santa Caterina La chiesa di Santa Caterina fu un altro luogo strategico per la difesa del borgo. Sorge infatti all’estremità Sud-Est del Paese,punto di confluenza dei due torrenti che delimitano l’abitato. Domina l’ingresso della porta omonima che è la più vicina alla Marina. Il terremoto del 1783 distrusse la chiesa. Fino agli anni sessanta restava l’impronta di alcuni archi e della torre. Oggi si può ancora scorgere il perimetro della pianta con l’abside e la torre.

Chiesa Sant’ Anna

Questa chiesa è stata completamente distrutta, oggi resta solo il nome della “ruga” Sant’ Anna con piazza a gradoni e i ruderi dell’ antica porta omonima che si apriva verso Sud, seconda via del mare.

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Chiesa San NicolaSicuro insediamento basiliano con portale gotico-

normanno. Il magazzino a destra nasconde i ruderi di un antico cenobio. Sulla sinistra rimangono ancora resti dell’ antica torre Normanna che doveva svolgere la funzione di avamposto di guardia per il centro abitato. Essa fu abbattuta con le corde tirate dai buoi negli anni 30 perché pericolanti. La chiesa ha svolto la funzione di cimitero tra il 1872 e 1886, anno di apertura dell’ attuale cimitero . Fino ai primi anni del 900 era abitata da eremiti.

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Santuario S.S. Cosma e Damiano

In un luogo più appartato a due chilometri dall’abitato verso il mare, sorge la chiesa dei S.S. martiri Cosma e Damiano. E’ il Santuario più importante esistente nel territorio di Riace sia per la festa religiosa che si svolge dal 24 al 27 settembre, richiamando migliaia di pellegrini da tutta Italia, sia per la sua origine molto antica .Già nell’anno 1100 era meta di pellegrinaggio. Nel 1523 il convento annesso alla chiesa era conservatorio di donne. Nel 1637 Mons.Della Cornia, Vescovo di Squillace istituiva la confraternita dei S.S.Cosma e Damiano. La pianta della chiesa è basilicale, a tre navate, con la facciata principale obliqua e rivolta ad occidente come vuole la tradizione delle chiese basiliane. La navata centrale e l’abside sono state decorate all’inizio del 900, con scene raffiguranti il Martirio dei S.S.Cosma e Damiano dei maestri pittori Zimatore e Grillo di Pizzo-Calabro.

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Itinerario turisticoPer visitare il borgo antico si può partire dalla piazzetta di fronte al Municipio, da qui si attraversa Via Roma e si arriva in Piazza Vittorio Emanuele, dove si trova la Chiesa Matrice. Continuando verso sud incontriamo il “Laboratorio tipico di Ceramica” con accanto la tipica trattoria “Donna Rosa”. Scendendo ancora, si arriva nella parte più vecchia e suggestiva del Paese disseminata di vie, viuzze: ”rughe” e “vinedi” e di case addossate le une alle altre. In questo borgo antico possiamo ammirare i quattro palazzi che appartennero alle famiglie più nobili del paese: Palazzo Alvaro, Campoliti, Petrolo e Pinnarò. I palazzi sono di stile settecentesco con portale in pietra intagliato a mano dai maestri scalpellini di Stignano dove anticamente si lavorava la pietra. Il palazzo Pinnarò inoltre è sede dell’ Associazione Città Futura “G.Puglisi”, luogo di accoglienza per scambi culturali, rifugiati politici, vittime del disagio sociale. Dispone di 10 posti letto e all’interno è allestito un piccolo “Museo Permanente”della storia e delle tradizioni popolari di Riace, con libri, documentazioni, fotografie, oggetti e strumenti di lavoro della civiltà contadina.

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Per valorizzare le risorse tipiche del centro storico diRiace,alcuni anni fa,un gruppo di giovani Italiani e Kurdi

hanno istituito "Riace Village" un'iniziativa per conservare tradizioni e folklore, incrementando così il turismo nel nostro paese. Le vecchie case abbandonate sono state ristrutturate

diventando case-albergo oppure laboratori artigianali sparsi tra i vicoli del centro storico. Tra i laboratori ricordiamo:

laboratorio per le conserve alimentari, laboratorio di ceramica, laboratorio del casaro, laboratorio di filatura della lana e della ginestra, bottega dell'artigianato locale, frantoio oleario con

antiche macine in pietra.

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“VINEDA”

“CATOJU”

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Riace è un paese prevalentemente agricolo. Si coltivano soprattutto viti e ulivi. Sul territorio esistono frantoi e palmenti per la lavorazione e la trasformazione delle olive e dell’ uva. La natura del nostro terreno è adatta alle coltivazioni di fave e piselli in primavera e meloni in estate.La pastorizia è un’altra attività economica del paese ma rispetto al passato è diminuita tantissimo.E’ abbastanza sviluppato il settore imprenditoriale, infatti ci sono molti imprese edili.Molte persone si dedicano al commercio, ci sono negozi alimentari, di abbigliamento, di fiori, bar, supermercato, giornalaio, ferramenta, macelleria, negozi di materiali edili e farmacie.Ultimamente si sta sviluppando l’artigianato: falegnameria, laboratorio tessile, laboratorio di oreficeria e laboratorio per la lavorazione dell’ alluminio.

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Nel territorio di Riace sono presenti diversi esemplari di fauna e flora. Per quanto riguarda la fauna dobbiamo distiunguere: i rettili, i volatili, la fauna acquatica e i mammiferi. I rettili più comuni sono: lucertole, salamandre, bisce, vipere e serpenti. I volatili possiamo distinguerli in: stanziali e migratori. I volatili stanziali sono: fagiani, coturnici, passeri, ghiandaie, gazze ladre, ballerine, cinciallegre, aquile, gufi e civette. Quelli migratori sono: tortore, quaglie, merli, tordi, fringuelli, allodole, pettirossi e rondini. Invece per quanto riguarda la fauna acquatica, le specie che più abitualmente popolano il nostro mare sono: seppie, polipi, cefali, tracine pesci luna, sogliole, mormore, spigole, sgombri, ricciole, triglie, pesce azzurro e “surici”. Infine tra i mammiferi più comuni troviamo: ricci, volpi, lepri, pipistrelli, faine e tassi. Tra le piante spontanee piùdiffuse e conosciute troviamo: margherite, viole, anemoni, “a paparina”, “u maiu”, “a camumida”, “a suda” e “a jjnestra”, un tempo raccolta dalle nostre nonne e lavorata per fare coperte, tappeti e asciugamani.

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Per valorizzare e recuperare le tradizioni artigianali, la cooperativa “Il borgo e il cielo”, a Riace da qualche anno, dal 26 giugno al 6 luglio, organizza “la festa della ginestra” esponendo i prodotti fatti al telaio. In questa occasione si può assistere alla dimostrazione dell’intero ciclo della lavorazione della ginestra, dalla raccolta alla tessitura e infine al prodotto finito. Tra gli alberi secolari, quelli che occupano un posto importante sono: olivi, querce, acacie, oleandri e corbezzoli. Nella campagna si coltivano diversi alberi da frutta come: agrumi, peschi, fichi, meli, ciliegi, melograni, susini, albicocchi, peri, gelsi e kaki, In primavera si coltivano fave e piselli e in estate una grande varietà di ortaggi.

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Gli abitanti di Riace sono tenacemente e amorosamente attaccati alle proprie abitudini .Lehanno conservati negli usi e nei costumi nel linguaggio e nei campi , nelle danze , nella musica e nella festa , nella poesia e nella leggenda .E’ una terra tenacemente legata al proprio passato molte tradizioni sussistono ancora e continuano a conservare il loro fascino anche agli occhi dei giovani.

CAPODANNOA Riace la notte di Capodanno c’è la festa in piazza con il tradizionale falò : nel centro della piazza, si prepara con ”frasche” e legna , che i ragazzi vanno a trovare nelle campagne vicine ,un grande rogo su cui vengono posti a bruciare gli oggetti in disuso .

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CARNEVALEParticolare è la festa del Carnevale con la sfilata di mascherine per le vie del centro e la rappresentazione di una scenetta comica incentrato sulla vita e la morte di “ Carnalavari” , sconcia figura di beone, interpretata da giovani del paese, per lo più di sesso maschile. La festa si conclude con il tradizionale fuoco acceso in piazza .

LE SAGRENel mese di Agosto la comunità organizza le le sagre e dei percorsi gastronomici che costituiscono delle specialità e piatti tipici locali: soppressate, zeppole, “ laci” e “vermituri”.

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FESTA DELLA GINESTRA Da qualche anno si svolge a Riace dal 28 Giugno al 6 Luglio, la festa della ginestra con l’esposizioni di prodotti fatti al telaio dalla tessitrice della cooperativa “ Il borgo e il cielo “, diretta da Giuseppina Sgrò. Si può assistere alla dimostrazione, che la direttrice esibisce, dell’intero ciclo di lavorazione della ginestra: raccolta, bollitura dei fasci, battitura dei “pani“, filatura è tessitura.

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TRADIZIONI ALIMENTARIForte è tra la gente di Riace la tradizione delle conserve alimentari: sughi di pomodori, rosamarina salata, soppressata, capicollo e “nduie”. Questi ultimi vengono ricavati dalla carne di maiale di produzione propria .Ancora oggi infatti c’è l’usanza di uccidere il maiale in casa

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TRADIZIONI RELIGIOSEMolto suggestiva è a Riace la funzione della via Crucis il venerdì Santo .L’inizio della cerimonia viene annunciato dal suono della “trocta” (tavolette di legno che sbattendo emettono dei suoni ritmici ). Dopo la lettura della passione di Cristo si svolge in chiesa il “Romitorio“ durante il quale per tradizione, dodici giovani del paese indossando abiti scuri e con una corona di spine in capo, si legano tra di loro con una lunga corda e partendo dalla piazzetta antistante la chiesa, strisciano sulle ginocchia fino ad arrivare davanti all’altare battendosi il petto con delle catene e chiedendo perdono a Gesù per averlo crocifisso.A Natale e a Pasqua altri usi creano un’atmosfera di festa nelle cose: si preparano particolari dolci come i “zzippuli”, i “laci “, i pitti e San Martinu,infine i”nguti”,a forma di cuore, di pupazzi con sopra uno o più uova sode, si cuociono nel forno a legna .

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Le fe s t e “p a e s a n e ”c o n s e rv a n o a n c o ra c a ra t t e r is t ic h e d e i t e m p i a n tic h i. Pa r tic o la rm e n t e s e n t ita fra la g e n t e è la fe s ta in o n o r e d e i Sa n ti C o s m a e Dam ia n o , p a t ro n i d i Ria c e .Ciò c h e s i ra c c o n ta s u lla lo ro v i ta è fru t to d i d e v o ta fa n ta s ia e n u lla è s t o r ic am e n t e d o c u m e n ta b ile .Es s i s o n o fe s t e g g ia ti d u e v o l t e l’a n n o :a Ma g g io e a Se t t e m b re . A Se tt e m b re la d u ra ta d e lla fe s ta è d i t r e g io rn i: 25-26-27. N o v e g io rn i p rim a , in c h ie s a in iz ia la n o v e n a , a lla q u a le p a r t e c ip a u n g ra n n u m e ro d i fe d e li, in s e g n o d i p ro fo n d a d e v o z io n e v e r s o i Sa n ti Me d ic i. La fe s ta è d a v v e r o e n tu s ia s m a n t e p e r la r ic c h e z z a d e g li a v v e n im e n ti e n e l lo s t e s s o t e m p o c o m m o v e n t e p e r i l p ro fo n d o s p irit o r e l ig io s o c h e i Sa n ti in fo n d o n o n e l n o s t r o c u o r e .

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Il giorno che precede la festa,una lunga fila di bancarelle con oggetti di vario genere si dispongono lungo la strada che inizia dalla piazza principale e termina al Santuario. La mattina del 25 fin dalle prime luci dell’alba, incominciano ad arrivare i pellegrini da ogni parte della Calabria per portare il loro voto per grazia ricevuta.La chiesa è una casa di preghiera e nello stesso tempo luogo di riposo dei fedeli che arrivano a piedi dai paesi vicini. Entrando in chiesa si resta colpiti dalle manifestazioni di profonda religiosità di alcuni devoti:si osservano uomini e donne a piedi nudi che pietosamente strisciano le ginocchia cantando e battendosi il petto. Molti fanno la “nottata” trascorrono cioè la notte in chiesa tra preghiere canti e invocazioni di salvezza dell’anima e del corpo. E’questa manifestazione di grande fede che si perpetua negli anni.La mattina del 26,tutti in piazza aspettano l’uscita dalla Chiesa Matrice dei Santi,mentre piovono dall’alto volantini con messaggi di pace e di fede.Inizia la grande processione che accompagna le statue dei Santi portate a spalla al Santuario. Questa èanche la festa degli Zingari.

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Per l’occasione, infatti, si riuniscono a Riacegli Zingari della Calabria e per tutta la durata della processione con ritmo frenetico a suon di tamburo, cantano e danzano la tarantella davanti alla “vara” dei Santi. La sera del 27 le statue dei Santi fanno il percorso inverso, per rientrare nella Chiesa Matrice accompagnati da una folla di fedeli che portano una fiaccola accesa. La festa si conclude con il tradizionale spettacolo dei fuochi d’artificio e l’esibizione di un cantante famoso.

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A Maggio la festa dei Santi Medici si svolge la seconda domenica del mese. Sabato, vigilia della festa, viene ripresa l’’antica tradizione popolare di portare la Reliquia dei Santi, racchiusa in un braccio massiccio artistico d’argento, in processione fino al mare, seguendo l’itinerario campestre interno. Arrivati al mare, dove si trova lo scoglio dei Santi, si invoca la benedizione propiziatrice di Dio, chiedendo la grazia della pioggia contro la siccità. La domenica c’è la solenne processione delle statue e della Reliquia per le vie del paese fino al Santuario. Le statue vengono messe in chiesa e la Reliquia viene portata in località Castello, dove si narra abbiano sostato i Santi prima di venire a Riace. L’intera giornata si svolge al Santuario fino all’ imbrunire, quando con una fiaccolata si rientra tutti in processione in Chiesa Matrice, dove, col bacio alla Reliquia ci si congeda.

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Riace Marina è un Paese moderno poiché è stata distrutta nel secolo x dai Saraceni. E’ risorta in seguito all’immigrazione, cominciata circa 40 anni fa, di alcune famiglie emigranti da Riace Superiore e da altri paesi di montagna. Il nostro paese è bagnato da un mare bello e pulito, con spiagge immense e sabbiose, e, nella stagione estiva arrivano molti turisti, grazie ai celebri Bronzi di Riace rinvenuti nel Mar Ionio che l’hanno resa famosa. A Riace Marina non esistono fabbriche e industrie che possono inquinare l’acqua marina che si mantiene abbastanza pulita e cristallina. Sul tratto litorale esistono attrezzati lidi balneari che offrono anche servizi ricettivi e lunghi spazi liberi con sabbia finissima che al sole sembra dorata.Gli esercizi commerciali operanti a Riace Marina sono circa 20 e sono gestiti da aziende familiari, pertanto prevalgono quelleal minuto che sono dislocate nel centro e lungo la via Nazionale dove si trovano anche un supermercato, diverse pizzerie, una farmacia, una discoteca, alcune strutture ricettive: uno stabilimento balneare e tre alberghi ristoranti.

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I BRONZI DI RIACE.Nel caldo pomeriggio del 16 Agosto del 1972 a Riace Marina, nel Mar Ionio e precisamente presso Porto Forticchio a circa 300 mt dalla costa e a 7,8 mt di profondità furono ritrovati i famosissimi "Bronzi di Riace ". Riposarono in questo Mare per circa 24 lunghissimi secoli, e finalmente quel 16 Agosto furono ritrovati. Ci furono molte polemiche sul ritrovamento di queste statue di cui furono protagonisti un sub romano Stefano Mariottini e 4 ragazzi di Riace: Antonio e Cosimo Alì, Giuseppe Sgrò e Domenico Campagna. I 4 ragazzi di Riace contestarono Mariottini dicendo di aver visto le statue giorno 14/08/1972 cioè 2 giorni prima .

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Il Tribunale di Roma favorì con un verdetto Mariottini che così ottenne dal Ministero dei Beni Culturali 92 milioni di lire. A partire dal gennaio 1975 furono portati a Firenze dove rimasero per 5 anni al centro di restauro Toscano e infine al Museo Nazionale di Reggio Calabria. I Bronzi di Riace oggi si trovano al Museo Nazionale di Reggio Calabria. Il valore artistico è inestimabile, si tratta delle piùbelle opere in Bronzo fatte da artisti Greci a noi pervenute. Le due statue rappresentano 2 figure maschili nude di superba bellezza, sono alte più di 2 metri e sono denominate statua A e statua B. La statua A raffigura un eroe con la capigliatura folta, trattenuta da una fascia, la statua B raffigura un guerriero con l'elmo. Le sopracciglia e la barba sono di rame, i denti sono di avorio e vetro. Autore dei Bronzi pare sia stato Fidia, un grande artista Greco.

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Il Lido Giovanna è uno stabilimento balneare. E’ dotato di un bar, un ristorante con ampie e raffinate sale, un bellissimo giardino con una attrezzata discoteca, dove nelle sere d’estate i giovani si scatenano a ballare, dispone inoltre di una spiaggia privata per i clienti che desiderano usufruire di questo servizio.

La gastronomia è varia ma sempre ricercata e raffigurata. In estate si svolgono importanti manifestazioni folkloristiche e interessanti sfilate di moda. La calorosa ospitalità attrae molti turisti italiani e stranieri.

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L’Hotel Federica*** situato nella Riviera dei Gelsomini vuol dire entrare in un locale dove la natura e la storia sono inestricabilmente intrecciate: da un lato la bellezza del panorama è spettacolare e la natura mostra colori intensissimi, dall’ altra le pietre, il mare, le costruzioni dell’uomo sono monumento della civiltà che nei secoli qui sono fioriti. Offre ambienti arredati ed eleganti. Le camere sono accoglienti e spaziose, dispongono di un balcone o di terrazzo che affacciano su quel mare dove, negli anni 70 furono ritrovati i famosi Bronzi di Riace. Dispone inoltre di una spiaggia privata, molto attrezzata. La cucina coniuga la ricchezza della tradizione locale con la raffinatezza di menù internazionali.

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L’Hotel Stella Marina *** è situato sul mare. Questo albergo ha 31 camere e può ospitare 62 persone. Può offrire una disponibilità di 80 posti letto con sistemazione in camere triple. Queste camere sono dotate di tv color, servizi privati e aria condizionata. I clienti possono inoltre scegliere la camera esposta al mare o in collina. L’hotel è fornito anche di camere per i disabili.

La struttura ospita anche 6 bilocali attrezzati con bagno autonomo, camera da letto, angolo cottura e veranda. Offre ancora molti servizi tra cui: sala da ballo, sala giochi, accoglienza gruppi, ristorante, sala banchetti, giardini e parcheggio.

Il ristorante è composto da 2 sale che possono contenere fino a 250 persone ed è dotato anche di un’ampia terrazza e di spiaggia privata.

L’albergo offre inoltre molte escursioni nei paesi di : Riace, Gerace, Stilo, Bivongi, Stignano, Monasterace e Roccella Jonica.

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Canta u gadu, spacca l’ arbaSugnu arzatu, ancora è scuruGuardu u tempu, partu e presciaCa sinnò perdu u lavuru

Tippi, tappi vota a terra u zappaturiSpacca u cori e i vrazzaA cudida è già a circhiuniPenzu a chidi chi riposanu nta chiazza

Tippi, tappi u suli scinda M’appuntidu adu marruggiuU mi sbenta a cudidaMa u patruni prestu grida

Jamu, jamu vacabundifaccia tosta senza zcornu eu mi sporzu e m’ammazu Pemmu tornu appressu jornu

Ma pecchi, pecchi, sta vita,mara, affritta, senza scampu Aiu u zzappu pemmu u moru O aiu u zzappu pemmu u campu?

E’ già notta, trappa,trappaMi ricogghiu a du mbatuniRaghu u corpu,l’ anchi, i vrazzaE on servu nu bbuttuni.

Per concludere vogliamo ricordare il famoso poeta contadino Riacese: Vincenzo Franco che attraverso il suo canto che poi diventa lamento, ci vuole trasmettere come anticamente i contadini venivano sfruttati e sottomessi dalle nobiltà del paese.

….aju u zzappu pemmu u moru o aju u zzappupemmu u campu?

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ESTENSIONE: Km2 16.05POPOLAZIONE: Ab 1600DISTANZA DA RC: Km165ALTITUDINE: 300m s.m.PATRONI: SS. COSMA E DAMIANOFESTEGGIAMENTI: 25-26-27 SETTEMBRE

2^ DOMENICA DI MAGGIO

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ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTOALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTOHANNO PARTECIPATO:HANNO PARTECIPATO:GLI ALUNNI DELLE CLASSI 4^ E 5^ GLI ALUNNI DELLE CLASSI 4^ E 5^

E GLI INSEGNANTI: E GLI INSEGNANTI:

ARMOCIDA MARIAARMOCIDA MARIA

BOMBARDIERI DOMENICOBOMBARDIERI DOMENICO

DOCIMO CONCETTADOCIMO CONCETTA

MAMMONE ALDAMAMMONE ALDA

URSINO ANTONIETTAURSINO ANTONIETTA

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PresentazioneTerritorioRiace ieri e oggiItinerari religiosiItinerario turisticoEconomia

Tradizioni e sagreFesta patronaleRIACE MARINA I BronziStrutture recettiveConclusione