dall’abuso sui minori alla violenza sulle donne… combattiamo il silenzio!

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Coordinatrice distrettuale Patrizia MARINI NOVARINA Dall’abuso sui minori alla violenza sulle donne… Combattiamo il silenzio! Tema Nazionale di Studio LIONS 108L Governatore Marco PAOLINI « Sidera Firiemus» 1

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Tema Nazionale di Studio LIONS 108L. Dall’abuso sui minori alla violenza sulle donne… Combattiamo il silenzio!. Governatore Marco PAOLINI « Sidera Firiemus ». LO STATO DELL’ARTE . I MALTRATTAMENTI E GLI ABUSI SUI MINORI. ASPETTI GENERALI. - PowerPoint PPT Presentation

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Coordinatrice distrettualePatrizia MARINI NOVARINA

Dall’abuso sui minori alla violenza sulle donne… Combattiamo il silenzio!

Tema Nazionale di Studio LIONS 108L

Governatore Marco PAOLINI

« Sidera Firiemus»

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Coordinatrice distrettualePatrizia MARINI NOVARINA

I MALTRATTAMENTI E GLI ABUSISUI MINORI

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LO STATO DELL’ARTE

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ASPETTI GENERALI

I maltrattamenti e le violenze ai bambini/e sono sempre esistiti senza che se ne avesse, però, la consapevolezza, sviluppatasi in tempi recenti grazie ai cambiamenti che si sono verificati a livello sociale (Romito 2001).

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Gli abusi e i maltrattamenti nella storia

Comportamenti abusanti compaiono nei miti e nelle fiabe che ci raccontano di figli divorati dai genitori, come :• nel mito di Krònos• o abbandonati, come Edipo lasciato su una

montagna con i piedi legati e feriti,• anche la Bibbia racconta di padri che

sacrificano i figli benché il sacrificio di Isacco da parte di Abramo sia fermato all’ultimo momento

• oppure di figli minacciati di morte o uccisi, come nella “strage degli innocenti” ordinata da Erode

• o come nelle fiabe di Pollicino e di Hansel e Gretel.

Dunque i miti raccontano una realtà che ha sempre accompagnato la storia dell’umanità (Correra e Martucci, 1988)

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In ogni epoca storica troviamo condotte che oggi non esiteremmo a definire abuso: pensiamo allo sfruttamento economico, al lavoro minorile, all’abbandono, all’incuria e all’esercizio di un potere pressoché assoluto, letteralmente di vita o di morte.

• In Inghilterra, ad esempio, non era raro che i bambini fossero accecati per impietosire le persone e ottenere elemosine;

• i bambini che attraverso l’evirazione potevano garantire una preziosa “voce bianca”, anch’essa fonte di notevole guadagno per la famiglia (Centro S. Maria Mater Domini, 1997; Abburrà et. al., 2000)

• alcune correnti del Protestantesimo Calvinista attive nel Nord America svilupparono la dottrina della “naturale depravazione” del fanciullo, per questo l’educazione doveva tendere, con un ampio uso di punizioni corporali, a sottomettere completamente la volontà dei bambini, vincendo le loro “inclinazioni malvagie” (Correra e Martucci, 1988).

Gli abusi e i maltrattamenti nella storia

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• Nel 1874 a New York un’infermiera scopre una bambina incatenata al letto con ematomi, ferite ed abrasioni su tutto il corpo. L’unico modo che trovò per aiutare la bambina fu denunciare il caso alla locale Società di Protezione degli Animali che, esaminato il caso, riconoscendo che rientrava nei compiti previsti dal proprio statuto, poté intervenire e salvare la bambina (Correra e Martucci, 1988).

Gli abusi e i maltrattamenti nella storiala consapevolezza collettiva del maltrattamento

• Nel 1875 a seguito di quel evento a New York fu fondata la prima Società di Protezione dell’Infanzia: la New York Society for the Prevention of Cruelty to Children, a dieci anni di distanza dalla fondazione della Society for the Prevention of Cruelty to Animals.

• Alla fine del 1800 i bambini erano considerati meno degni di attenzione e di difesa degli animali (Cofano, 1993).

Non dobbiamo pensare che oggi le cose siano molto diverse, ci sono moltissime associazioni in difesa degli animali, cani, gatti, cavalli o visoni, e nella sola zona di Liverpool ci sono 1500 rifugi per animali contro i 200 rifugi per donne maltrattate (Stoddart, 2002).

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Gli abusi e i maltrattamenti nella storiaLe prime segnalazioni della letteratura medico – legale e pediatrica

Risalgono a Tardieu, che nel 1852 a Parigi descrisse il caso di due bambine morte per le sevizie di un’istitutrice. Altre segnalazioni le troviamo nel :• 1929 da parte di Parisot e Cassaude,• 1946 un radiologo pediatra americano, Caffey,

riscontrò in vari bambini la presenza di ematomi subdurali associati di frequente a fratture multiple delle ossa lunghe dovute a cause non accidentali.

Queste osservazioni furono poi confermate successivamente dai Silverman (1953) Kempe e coll. (1962) che, con la definizione di “Battered Child Syndrome” (in italiano “Sindrome del Bambino Picchiato”), descrissero una precisa entità nosologica relativa alle diverse forme di maltrattamento fisico. Qualche tempo dopo viene sostituita la definizione precedente con quella più completa di “Child Abuse and Neglet” (in italiano “Abusi ed Incuria verso l’Infanzia”) che comprende l’intero quadro dei maltrattamenti, da quelli fisici, emotivi, all’incuria, all’abuso sessuale.

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Gli abusi e i maltrattamenti nella storia

Da questo momento in poi molte saranno le definizioni proposte e le precisazioni fatte in base alle diverse impostazioni, ma il termine, che sul piano internazionale viene maggiormente riconosciuto e usato, è “Child Abuse” (Correra e Martucci, 1988; Colesanti, 1995).

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IL BAMBINO COME SOGGETTO

Nel 1959 con la “Dichiarazione dei Diritti del Bambino” dell’ONU, il bambino comincia a diventare soggetto di diritto e non è più un oggetto del tutto sottomesso all’autorità parentale e degli adulti.

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IV Seminario Criminologico del Consiglio d'Europa(1978)

definisce gli abusi sessuali sui minori come "gli atti e le carenze che turbano gravemente i bambini e le bambine,

attentando alla loro integrità corporea, al suo sviluppo fisico, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono la trascuratezza e/o

lesioni di ordine fisico e/o psicologico e/o sessuale da parte di un familiare o di altri che hanno cura del bambino".

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Il National Center of Child Abuse and Neglect (1981)

lo definisce: " quella situazione in cui, attraverso atti

intenzionali o disattenzione grave nei riguardi dei bisogni di base del bambino, il

comportamento di un genitore (o di un suo sostituto, o di un altro adulto che si occupa di lui), abbia causato danni o menomazioni che potevano essere previsti o evitati, o abbia

contribuito materialmente al prolungamento o al peggioramento di un danno o di una

menomazione esistente".

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L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)

definisce l'abuso e il maltrattamento sui minori" tutte le forme di cattivo trattamento fisico e/o affettivo, abuso

sessuale, incuria o trattamento negligente nonché sfruttamento sessuale o di altro genere che provocano un danno reale o

potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità del bambino, nell’ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o

potere”.

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Convenzione Internazionale sui Diritti dell'InfanziaIl primo atto formale di una certa rilevanza che testimonia questa maggiore attenzione alla figura del minore è la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, sottoscritta a New York il 20.11.89 e ratificata dall'Italia con la Legge 176 del 1991.

l'articolo 3

sancisce chiaramente che "...in tutte le decisioni riguardanti i fanciulli che scaturiscano da istituzioni, di assistenza sociale,

private o pubbliche, tribunali, autorità amministrative o organi legislativi, "l 'interesse superiore del fanciullo deve costituire oggetto di primaria considerazione".

In particolare, l'articolo 9, comma 3,stabilisce che

"deve essere rispettato il diritto del fanciullo separato...omissis...da uno dei genitori di mantenere relazioni personali e contatti diretti in modo regolare con entrambi i genitori".

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Il 25 Gennaio 1996, a Strasburgo, viene sottoscritta la Convenzione Europea sull'Esercizio dei Diritti dei Fanciulli Focalizza l'attenzione sui minori che divengono oggetto di una particolare tutela.

comma 2 dell'articolo 1, la Convenzione stabilisce che, "nella tutela dell'interesse ottimale dei minori, gli Stati parti, devono garantire la promozione dei loro diritti, la garanzia dei loro diritti procedurali e la facilitazione

dell'esercizio degli stessi, l'assicurazione che i minori siano, essi stessi o attraverso altre persone, informati ed autorizzati a prendere parte alle procedure che li riguardano,

avviate dinanzi alle autorità giudiziarie".

all'art. 3, la Convenzione stabilisce il diritto dei minori di essere consultati e di esprimere i propri punti di vista; inoltre,

all'art. 4 è stabilito che, quando il giudicante reputi il minore privo di sufficiente capacità di comprensione (comma 2), questi avrà diritto di richiedere, personalmente o attraverso altre persone, un rappresentante speciale nei procedimenti dinanzi ad autorità giudiziarie

che lo coinvolgono (comma 1).

il ruolo dell'autorità giudiziaria, "prima di prendere una decisione, dovrà valutare se dispone di informazioni sufficienti per poter decidere nel migliore interesse del minore e, se necessario, dovrà ottenere ulteriori

informazioni consultando il minore personalmente; quindi dovrà dare il giusto peso al punto di vista del minore".

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fisicoè la forma più manifesta e facilmente

riconoscibile

CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIAIL MALTRATTAMENTO

psicologico:è forse l'abuso più difficile ad essere individuato, se non

quando ha già determinato gli effetti devastanti sullo sviluppo della personalità del bambino; in notevole incremento negli ultimi anni con lo stile di vita della società consumistica e

materialistica e la crisi della famiglia.

Secondo il Consiglio d’Europa si ha “quando il minore è oggetto di aggressione da parte dei familiari con conseguenze fisiche che vanno da lesioni come ecchimosi,

fratture e bruciature, fino alla morte”.

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CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIAPATOLOGIA DELLA FORNITURA DI CURE

Un tempo identificata nella incuria, in realtà viene individuata non solo nella carenza di cure, ma anche nella inadeguatezza delle cure fisiche e psicologiche offerte, considerandole sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.

Si possono distinguere le seguenti forme:

• INCURIA: cioè la carenza di cure fornite (la cosiddetta violenza per omissione);

• DISCURIA:quando le cure, seppur fornite, sono distorte ed inadeguate se rapportate al momento evolutivo del bambino;

• IPERCURA: quando viene offerto, in modo patologico, un eccesso di cure. In questo gruppo è compresa la sindrome di Münchhausen per procura, il medical shopping e il chemical abuse.

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CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIA: ABUSO SESSUALE

• Secondo la definizione del Consiglio d’Europa, “quando il minore è coinvolto da parte dei familiari in atti sessuali che presuppongono violenza o ai quali non può acconsentire con consapevolezza”.

• Secondo Kempe (1989) l’abuso sessuale è “il coinvolgimento di bambini e adolescenti, soggetti immaturi e dipendenti, in attività sessuali che essi non comprendono ancora completamente, alle quali non sono in grado di acconsentire con totale consapevolezza o che sono tali da violare tabù vigenti nella società circa i rapporti familiari”.

Con questo termine dobbiamo considerare tutti gli atti che sono volti all’eccitazione e alla gratificazione sessuale dell’adulto, compresi quelli che avvengono senza contatto fisico tra adulto e bambino, e indipendentemente dall’uso o meno di forza fisica.

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CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIAABUSO SESSUALE

Tale forma di abuso è onnicomprensiva di tutte le pratiche sessuali manifeste o mascherate a cui vengono sottoposti i minori e comprende:• abuso sessuale intrafamiliare

Non riguarda solo quello comunemente considerato tra padri o conviventi e figlie femmine, ma anche quello tra madri o padri e figli maschi, nonché forme mascherate in inconsuete pratiche igieniche; è attuato da membri della famiglia nucleare (genitori, compresi quelli adottivi e affidatari, patrigni, conviventi, fratelli) o da membri della famiglia allargata (nonni, zii, cugini ecc.; amici stretti della famiglia);

• abuso sessuale extrafamiliareInteressa indifferentemente maschi e femmine e riconosce spesso una condizione di trascuratezza intrafamiliare che porta il bambino ad aderire alle attenzioni affettive che trova al di fuori della famiglia; è attuato, di solito, da persone conosciute dal minore (vicini di casa, conoscenti ecc.).A questa classificazione si può aggiungere una distinzione ancora più ampia

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• ABUSO ISTITUZIONALEquando gli autori sono maestri, bidelli, educatori, assistenti di comunità, allenatori, medici, infermieri, religiosi, ecc., cioè tutti coloro ai quali i minori vengono affidati per ragioni di cura, custodia, educazione, gestione del tempo libero, all'interno delle diverse istituzioni e organizzazioni;

• ABUSO DA PARTE DI PERSONE SCONOSCIUTE(i cosiddetti "abusi di strada");

• SFRUTTAMENTO SESSUALE A FINI DI LUCROda parte di singoli o di gruppi criminali organizzati(quali le organizzazioni per la produzione di materiale pornografico, per lo sfruttamento della prostituzione, agenzie per il turismo sessuale);

• VIOLENZA DA PARTE DI GRUPPI ORGANIZZATI(sette, gruppi di pedofili, ecc.).

Non è affatto infrequente che vengano attuate da parte di più soggetti forme plurime di abuso (ad esempio, abuso intrafamiliare e contemporaneo sfruttamento sessuale a fini di lucro; abuso da parte di adulti della famiglia e di conoscenti, ecc.).

CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIA: ABUSO SESSUALE

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Chi e' il bambino maltrattato

• Per quanto riguarda l'età Si scatenano più facilmente nel caso di bambini della fascia da 0 a 3 anni. E’ un'età in cui il bambino vive un periodo in cui sono più complessi i problemi di adattamento e per cui esso ha poche capacità personali di sottrarsi alle percosse o comunque di denunciare il suo abusante.

• Per quanto riguarda il sessoVi è una assoluta parità nel maltrattamento tra i due sessi. Al più si può affermare che più frequentemente viene maltrattato il bambino del sesso opposto a quello desiderato dai genitori poiché la sua nascita delude le loro aspettative.

• Per quanto riguarda le caratteristiche specifiche del bambino maltrattatoVi sono dei fattori che più di altri possono far sì che il minore divenga vittima dell'episodio violento. Infatti, non tutti i bambini sono uguali:già al momento della nascita presentano caratteristiche proprie che vengono definite "personalità di base" o "differenze costituzionali".Naturalmente un bambino irrequieto, che piange, che ha difficoltà di alimentazione sarà più esposto al rischio di essere maltrattato rispetto ad un bambino che non crea problemi ai genitori. 20

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Coordinatrice distrettualePatrizia MARINI NOVARINA

Si è concordi nel ritenere che tutte le forme di abuso incidano sullo sviluppo fisico, psicologico, emotivo, comportamentale e relazionale del minore, condizionando l'assetto totale dell'intera personalità in fieri.Ogni forma di violenza ai danni di un minore, costituisce sempre un attacco confusivo che destabilizza la personalità in via di sviluppo, e provoca danni a breve, medio e lungo termine sul processo di crescita dell'individuo:il bambino abusato è prima di tutto

violato nella psiche.

DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE DEGLI ABUSI ALL'INFANZIA

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STATISTICHE SUI MALTRATTAMENTIE SUGLI ABUSIIN ITALIARilevazione statistica effettuate dal Centro del Bambino Maltrattato in riferimento al sesso delle vittime di abuso sessuale pervenute a conoscenza del Centro tra il 1985

e il giugno 1997

22Coordinatrice distrettuale Dott.ssa Patrizia MARINI NOVARINA

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La realtà dell'abuso

Più recentemente, la Commissione Scientifica "Monitoraggio del maltrattamento" del Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'Infanzia (CISMAI) ha realizzato nel 1999 una rilevazione del maltrattamento e dell'abuso sessuale sui minori sulla base dei dati raccolti da alcuni centri e servizi del CISMAI in relazione ai casi di maltrattamento e/o abuso sessuale segnalati o in carico a tali enti negli anni 1998 e 1999. Alla rilevazione hanno partecipato 7 centri o servizi aderenti al Coordinamento e, di questi, 2 sono servizi/centri pubblici, mentre 5 sono servizi/centri privati (che spesso hanno però convenzioni con gli enti pubblici per gestire l'intervento nei casi di abuso sessuale su minori).Il materiale raccolto è riferibile a 928 minori segnalati o in carico negli anni indicati .

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La realtà dell'abuso

Lo strumento per la rilevazione è stato una scheda specifica, elaborata in tre anni dalla Commissione.Riguardo alle varie tipologie di violenza, dal diagramma relativo (realizzato dalla ricerca del CENSIS) risulta che dopo le situazioni a rischio di violenza (oltre il 26%) e la trascuratezza (quasi il 22%) - situazioni queste in cui dovrebbe maggiormente operare l'attività di prevenzione - la tipologia di violenza percentualmente più commessa è l'abuso sessuale (circa il 20%).

Emerge, dunque, l'immagine di un bambino abbandonato a se stesso, non stimolato, non curato, isolato affettivamente e spettatore della conflittualità in famiglia che spesso arriva a coinvolgerlo.

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La realtà dell'abuso

Tali violenze, secondo questa ricerca , sono commesse, nella quasi totalità dei casi, in ambiente domestico (91%).

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La realtà dell'abuso

Anche da un'altra ricerca svolta nel 2002, dalla Scuola Romana Rorschach (Centro studi e intervento infanzia violata), sui dati raccolti da 35 audizioni protette di minori sessualmente abusati, è stato confermato quest'ultimo risultato.

L'abuso sessuale è stato distinto in abuso sessuale :• intrafamiliare ed intradomestico: quando l'abuso sessuale è commesso dal

genitore o comunque da un parente convivente con il minore;• intrafamiliare ed extradomestico: quando l'abuso è perpetuato da un parente

non convivente o da un amico di famiglia;• extrafamiliare: quando l'abuso è compiuto da un soggetto estraneo al minore e/o

alla famiglia.

Le tipologie dell'abuso

sessuale

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La realtà dell'abuso

È emerso che si ha un numero più elevato di casi di abuso sessuale intrafamiliare extradomestico. Considerando poi, oltre a questa, la percentuale dei casi di abuso sessuale intrafamiliare intradomestico, il numero dei casi di abuso intrafamiliare risulta fortemente maggiore rispetto a quello dei casi di abuso extrafamiliare.

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Dalla ricerca del CENSIS risulta infatti che chi ha compiuto violenza è in prevalenza il padre (autore principale o unico), seguito dalla madre (secondo autore).

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La realtà dell'abuso

Per quanto riguarda la composizione familiare, da un'ulteriore rilevazione sulla violenza all'infanzia, compiuta nel 2002 dalla Dott.ssa Celeste Pernisco, pedagogista, è emerso che la maggioranza dei bambini vittime di violenze vive in nuclei costituiti da entrambi i genitori biologici conviventi (il 56%) e la famiglia "normale" continua ad essere l'ambito in cui si verificano la maggior parte degli abusi.

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La realtà dell'abuso

Riguardo al sesso delle vittime di abuso sessuale, dalla ricerca svolta da Terragni risulta che si tratta soprattutto di soggetti di sesso femminile e di età media raramente al di sotto dei sei anni.Egli sostiene che "parlare di violenza nei confronti di bambini significa, nella grande maggioranza dei casi, parlare di violenze nei confronti di bambine e adolescenti“.Per i maschi è stato comunque registrato un notevole rischio di abuso sessuale extrafamiliare, a differenza delle femmine dove l'abuso avviene più frequentemente nell'ambito familiare.

29Coordinatrice distrettuale Dott.ssa Patrizia MARINI NOVARINA

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La realtà dell'abuso

Rilevazioni statistiche sul sesso ed età delle vittime di abuso sessuale compiute dal CISMAI nel 1999.

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La realtà dell'abuso

Rilevazione statistica compiuta dalla Scuola Romana Rorschach nel 2002 sull'incidenza degli abusi sessuali a seconda del sesso del minore e dell'età.

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La realtà dell'abuso

Dalla rilevazione compiuta dalla Dott.ssa Pernisco , maschi e femmine non risultano subire una quantità diversa di azioni abusanti per quanto riguarda la violenza sessuale "tradizionale" (come gli atti di libidine e i rapporti sessuali penetrativi o nell'avvio alla prostituzione), mentre nelle violenze connesse alle attività organizzate di pedofilia i maschi sono coinvolti in misura quasi doppia rispetto alle femmine.

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La realtà dell'abuso

È stato inoltre rilevato che i bambini stranieri subiscono maggiormente le varie forme di violenza sessuale rispetto ai minori italiani.

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La realtà dell'abuso

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TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO

Le tipologie di maltrattamento riscontrate fanno rilevare:• una alta percentuale di maltrattamento fisico (46%)• seguita da abuso sessuale (22%)• trascuratezza (16%) • maltrattamento psicologico (8%) e situazioni di pregiudizio (8%).

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TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO

In relazione all'autore della violenza possiamo osservare la irrilevanza dei membri della rete parentale e la netta prevalenza di due diverse modalità di maltrattamento: • quella che viene perpetrata da

entrambi i genitori (139 pari al 35%) all'interno di una situazione familiare fortemente conflittuale e critica nella quale viene progressivamente meno qualsivoglia relazione positiva con il bambino

• e quella che vede in un solo genitore, tendenzialmente nel padre (163 pari al 41%) più che nella madre (66 pari al 16%) il principale responsabile della violenza.

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TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO

L'età dei bambini si colloca prevalentemente nell'infanzia (6-10 anni) e nella prima infanzia (0-5 anni).Le misure di tutela già attuate prima dell'avvio del lavoro presso il CBM sottolineano la presenza di situazioni di alto rischio che hanno richiesto nella gran parte dei casi, il collocamento in ambienti eterofamiliari e solo nel 25% dei casi la permanenza nella famiglia di origine.Per quanto riguarda l'ambito dell'abuso sessuale sui minori, alcuni dati significativi arrivano dal Censis , secondo le cui ricerche, il perfetto estraneo rappresenta solo una minima parte della percentuale dei responsabili di abuso sessuale. In effetti, i procedimenti penali del Tribunale di Roma nell'anno 1996 dimostrano che (fig. 1), nel complesso:

– il 90% dei casi di abuso nei confronti dei minori avviene in famiglia, e vede nel ruolo di abusante il padre naturale, il patrigno o, più raramente, la madre/matrigna;

– l'8% avviene in ambito extrafamiliare, come la scuola o la palestra, e l'abusante risulta essere una persona conosciuta precedentemente dall'abusato, come l'insegnate, il personale scolastico, o altre figure professionali vicine al mondo dei minori;

– appena il 2% dei casi di abuso nei confronti dei minori chiama in causa abusanti che risultano del tutto sconosciuti al minore abusato.

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Rilevazione statistica sull'ambito dell'abuso sessuale sui minori compiuta dal Censis nel 1999

Per quanto riguarda i minori vittime di violenza sessuale (violenza carnale e molestie sessuali), il rapporto annuale del 1998 (tab. 1) del Censis, ha calcolato in Italia un numero oscillante tra i 10.500 e i 21.000 minorenni ogni anno. Secondo i dati forniti da tale rapporto, in Italia, su un totale di 470 denunce:

• 406 sono a carico di autori noti• mentre solo 64 sono a carico di autori ignoti.

Inoltre, circa due bambini su mille subirebbero, ogni anno, violenza sessuale con 1 caso ogni 400 minori, ogni 4 scuole (tra elementari e medie inferiori) e ogni 500 famiglie.

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Telefono AzzurroRilevazione statistica sull'ambito delle denunce per violazione sessuale su minori compiuta dal Censis dal 1993 al 1997

• Nel 1997, il servizio ha raccolto circa 135 segnalazioni di abuso sessuale sui minori, fra queste, solo il 9% risulta essere stato commesso da sconosciuti (viceversa, la maggior parte dei casi denunciati ha origine all'interno della struttura familiare (compresi i genitori acquisiti e i compagni dei genitori) o, in proporzioni inferiori, nell'ambito delle persone conosciute ai minori.

• Bisogna però tener presente che i riscontri di Telefono Azzurro provengono da un servizio di consulenza e di primo intervento, per cui se da un lato l'affidabilità statistica e metodologica andrebbe meglio verificata, dall'altra è verosimile pensare che siano maggiormente aderenti alla realtà, visto che si tratta di segnalazioni fatte ad un ente non giudiziario e come tale "libero" dalle "formalità" delle accuse da sporgere alle autorità pubbliche.

• Anche i dati nazionali relativi alle denunce presso le Forze dell'Ordine comunque, confermano la relativa esiguità delle denunce contro ignoti.

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TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO

I dati più recenti forniti dal Ministero dell'Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza , documentano che nel:

– 1999, su un totale di 522 persone denunciate, 357 erano conosciute dalla vittima– mentre nell'anno 2000, su un totale di 621 persone denunciate, 476 erano

conosciute dalla vittima.Rilevazione statistica sull'ambito delle denunce per violazione sessuale su minori fornita dal Ministero dell'Interno, anno 1999 e 2000

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TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO

Rilevazione statistica sull'ambito delle denunce per violazione sessuale su minori fornita dal Ministero dell'Interno, con comparazione del periodo gennaio-agosto 2001 e gennaio-

agosto 2002

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CONCLUSIONI

• L'abuso sessuale perpetrato ai danni dei minori si configura in Italia come un fenomeno essenzialmente domestico.

• Inoltre, uno studio più approfondito del fenomeno dell'abuso intrafamiliare , che tiene conto di un'analisi qualitativa dei casi e delle denunce presso le autorità di polizia, dimostra come la violenza si perpetri all'interno di tipologie di famiglie che non risultano connotate né in termini di ceto socioeconomico né in termini di collocazione geografica .

• Indipendentemente dal reddito, dal titolo di studio, dalla professione dei genitori, dalla città o regione di residenza, la violenza e l'abuso delle famiglie sono un fenomeno reale, le cui ragioni sono da rintracciarsi negli equilibri interni alle coppie e alle famiglie e nei loro sistemi di relazione, spesso incerti e problematici.

• Per quanto riguarda la composizione familiare, da una rilevazione sulla violenza all'infanzia compiuta dalla Dott.ssa Celeste Pernisco nel 2002 , è emerso che la maggioranza dei bambini vittime di violenze vive in nuclei costituiti da entrambi i genitori biologici conviventi (56%) e la famiglia "normale" continua ad essere l'ambito in cui si verificano la maggior parte degli abusi.

Rilevazione statistica compiuta dalla Dott.ssa Perisco sulla struttura familiare delle vittime di abuso sessuale, nel 2002.

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TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO

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TIPOLOGIE DI MALTRATTAMENTO

Rilevazione statistica compiuta dalla D3ott.ssa Perisco, con confronto dei sessi e nazionalità delle vittime in base alle caratteristiche dell'abuso sessuale, nel 20023

Le statistiche evidenziano, infatti, che i bambini extracomunitari sono, più spesso di quelli italiani, vittime di rapporti sessuali, indotti alla visione di pornografia ed avviati alla prostituzione .La causa, probabilmente, si può ricondurre alla loro stessa situazione di vita, caratterizzata da una quasi totale abbandono sia da parte delle istituzioni, sia da parte della famiglia (costretta a lottare per la sopravvivenza con un elevato numero di figli).

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STUDIO ONU SULLA VIOLENZA CONTRO I BAMBINI - STATISTICHE

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Studio ONU sulla violenza contro i bambini - Statistiche

Almeno 53.000 bambini sono stati assassinati nel 2002 in tutto il

mondo

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Tra il 20 e il 65% dei bambini in età scolare dichiarano d'esser stati vittime

di atti fisici o verbali di bullismo nei 30 giorni precedenti l'intervista

150 ml di bambine e 73 ml di bambini sotto i 18 anni sono stati sottoposti nel 2002 a

rapporti sessuali forzati o ad altre forme di violenza che includono il contatto fisico

molesto

Un numero variante tra 100 e 140 ml di donne e ragazze hanno subito, su scala

mondiale, una qualche forma di mutilazione o taglio dei genitali.

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Nel 2004218 milioni di bambini sono stati coinvolti nel lavoro

minorile, di cui 126 milioni in attività lavorative rischiose .

Stime del 2000 5,7 milioni di bambini risultavano coinvolti in attività

lavorative forzate o imposte loro per l'estinzione di un debito (bonded labour),

1,8 milioni nel giro della prostituzione e della pornografia, circa 1,2 milioni risultavano vittime

del traffico di minori

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Studio ONU sulla violenza contro i bambini - Statistiche

nel 2002 Il tasso di omicidi di bambini era due volte

maggiore nei paesi a basso reddito di quello registrato nei paesi ad alto reddito (ad es. 2,58

contro 1,21 su una popolazione di 100.000 persone).

I tassi più alti di omicidio si rilevano durante l'adolescenza - in particolar modo tra i ragazzi - in un età compresa tra i 15 e 17 anni (3,28 per le ragazze e 9,06 per i ragazzi) e nei bambini tra

0 e 4 anni (1,99 per le bambine e 2,06 tra i bambini)

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Un'insieme di studi condotti in 21 paesi (la maggior parte dei quali sviluppati) rileva che una percentuale variante tra il 7 e il 36% delle donne e il 3 e il 29%

degli uomini afferma d'esser stata vittima di abusi sessuali durante l'infanzia,

e la maggior parte degli studi ha riscontrato che il tasso di abusi tra le bambine è da una volta e mezzo a tre volte superiore a quello dei bambini.

La maggior parte degli abusi è avvenuta in ambito familiare

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Studio ONU sulla violenza contro i bambini - Statistiche

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Uno studio multi paese condotto dall'OMS, comprendente tanto paesi sviluppati che in via di sviluppo, indica che tra l'1 e il 21% delle donne ha denunciato di essere stata abusata sessualmente prima del 15° anno di età, nella maggior parte dei

casi da membri maschi della famiglia

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Studio ONU sulla violenza contro i bambini - Statistiche

La violenza tra conviventi accresce il rischio delle violenze in famiglia sui bambini, con studi dalla Cina, Colombia, Egitto, Messico, Filippine e Sud Africa che mostrano la correlazione più stretta tra violenza contro le

donne e violenza contro i bambini

Si stima che ogni anno, su scala mondiale, tra i 133 e i 275 milioni di bambini assistano a

violenze familiari . 

Uno studio effettuato in Indiaha riscontrato che la violenza

domestica raddoppia il rischio di violenza contro i bambini . 

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Almeno 8 milioni di bambini si trovano, su scala mondiale, in istituti

d'accoglienza . Relativamente pochi vi si trovano perché privi di

genitori, mentre la maggior parte dei bambini sono in istituto perché disabili, a causa della disintegrazione

della loro famiglia, di situazioni di violenza domestica e delle loro condizioni sociali ed economiche, povertà

inclusa

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Studio ONU sulla violenza contro i bambini - Statistiche

Lo sfruttamento di minori nella prostituzione, pornografia infantile e attività simili costituisce una

violenza. Si stima che 1 milione di bambini entrino ogni anno

nel giro di tali settori di sfruttamento

I bambini rinchiusi nei centri di detenzione sono frequentemente sottoposti a violenze commesse dal personale stesso degli istituti, sia come forma di controllo sia come punizione, spesso

per infrazioni minime.In almeno 77 paesi, le punizioni corporali e altre

punizioni violente sono accettate negli istituti penali come misure disciplinari legali

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La violenza sulle donne:una battaglia da vincere.

Governatore Marco PAOLINI

« Sidera Firiemus»

La violenza contro le donne è forse la più vergognosa violazione dei

diritti umani. E' forse la più diffusa.

Non conosce confini geografici, culturali o di stato sociale.

Finché continuerà, non potremo pretendere di realizzare un vero

progresso versol'uguaglianza, lo sviluppo e la pace.

Kofi AnnanSegretario Generale delle Nazioni Unite

8 marzo 1999

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Presentato dai Lions Club

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PRESUPPOSTI DEL SERVICE

La violenza sulle donne non ha tempo né confini, è endemica e non risparmia nessuna nazione o paese, industrializzato o in via di sviluppo che sia.Non conosce nemmeno differenze socio-culturali: vittime ed aggressori appartengono a tutte le classi sociali perché, al di là di quello che tutti i giorni viene mostrato dai media, il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici, dai vicini di casa, dai conoscenti stretti e dai colleghi di lavoro. Secondo l’Oms, una donna su cinque ha subito, nella sua vita, abusi fisici o sessuali da parte di un uomo.

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Bisogna considerare che da studi effettuati sulla violenza di genere risulta che da un quinto a un quarto di tutte le donne in Europa hanno subito atti di violenza fisica almeno una volta nelle loro vita adulta e che più di un decimo delle donne ha subito violenza sessuale che comportano l’uso della forza. La violenza contro le donne è un problema internazionale ed europeo e nonostante da decenni se ne parli , la comunità internazionale non è riuscita a porre fine a questa forma di criminalità estremamente distruttiva.” (tratto dalla relazione al Parlamento Europeo il 18.3.2011 Commissione per i diritti della donna e dell’uguaglianza di genere)

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L’OMICIDIO

È L’OMICIDIO.Il più delle volte, questo si consuma in famiglia, per mano di parenti, mariti, amanti, compagni, conoscenti. Il più delle volte il gesto è giustificato facendo leva sul movente passionale, sul contesto disagiato, sul fatto che avvenga in zone critiche del pianeta. Tuttavia, vi è un termine comune tra tutti questi omicidi, il fatto che la vittima sia donna e questo, spesso, viene calcolato come elemento secondario rispetto al fatto, alla violenza, alla morte.

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La prima causa di morte delle donne in Europa e nel mondo non sono gli incidenti stradali, i tumori, la fame o l’AIDS:

E’ noto che le società di matrice patriarcale e quelle divise in classi generano meccanismi ideologici per perpetrare e giustificare le relazioni di disuguaglianza, discriminazione, ingiustizia e tutti i tipi di violazioni dei diritti di quelle parti sociali che stanno in una posizione subordinata e marginale. Tali meccanismi vengono fatti propri e riprodotti non solo dalle classi che ne beneficiano, ma anche dalle classi che ne sono vittime, che si rassegnano al loro status e si sentono alienate. Un dato importante che ci preme segnalare è come spesso, oltre alla donna, altri soggetti restino coinvolti in queste drammatiche uccisioni: per lo più i figli e le figlie della vittima e dell’autore, amiche, conoscenti, spesso una parente, di frequente un’altra donna.

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Nel 1993

le Nazioni Unite hanno predisposto una Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne:

• riconoscendo il bisogno urgente di una universale applicazione alle donne dei diritti e dei principi con riguardo all'uguaglianza, alla sicurezza, alla libertà, all'integrità e alla dignità di tutte le persone umane;

• riconoscendo che la violenza contro le donne è una manifestazione delle relazioni di potere storicamente disuguali tra uomini e donne, che ha portato alla dominazione e alla discriminazione contro le donne da parte degli uomini e ha impedito il pieno avanzamento delle donne, e che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini;

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• richiamando la conclusione del paragrafo 23, in allegato alla risoluzione del Consiglio Economico e Sociale 1990/15 del 24 maggio 1990, in cui il riconoscimento che la violenza contro le donne in famiglia e nella società era diffusa e tagliava trasversalmente le linee di reddito, di classe e di cultura doveva essere affiancato da passi urgenti ed efficaci al fine di eliminarne l'incidenza

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Nel 1993

• richiamando la conclusione del paragrafo 23, in allegato alla risoluzione del Consiglio Economico e Sociale 1990/15 del 24 maggio 1990, in cui il riconoscimento che la violenza contro le donne in famiglia e nella società era diffusa e tagliava trasversalmente le linee di reddito, di classe e di cultura doveva essere affiancato da passi urgenti ed efficaci al fine di eliminarne l'incidenza;

• richiamando, inoltre, la risoluzione del Consiglio Economico e Sociale 1991/18 del 30 maggio 1991, in cui il Consiglio raccomandava lo sviluppo di uno schema di strumento giuridico internazionale che riguardasse esplicitamente la questione della violenza contro le donne.

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• La violenza contro la donna, che avvenga dentro o fuori le mura domestiche, è stata così definita dall’art. 1 della Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1993:

• « Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata ».

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TIPI DI VIOLENZA

Vi sono diversi tipi di violenza sulla donna:– violenza fisica– violenza psicologica– violenza sessuale– violenza economica– stalking

Le cifre parlano chiaro: oltre 14 milioni di italiane nel corso della propria vita sono state oggetto di violenza fisica, sessuale o psicologica. Secondo l’Istat, inoltre, un terzo delle vittime subisce violenza più volte e, nella quasi totalità dei casi, le violenze non vengono denunciate.La maggior parte degli abusi viene commesso da mariti e compagni, rendendo alle vittime ancora più difficile scardinare il ricatto psicologico messo in atto.(manuale “Donne italiane e straniere maltrattate in famiglia” pubblicato dalla Provincia di Milano).

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Grafico 1 Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un uomo o qualsiasi per tipo di violenza subita

Anno 2006 (per 100 donne con le stesse caratteristiche)

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TIPI DI VIOLENZA

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Tavola 1 - Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale per periodo in cui si è verificata, tipo di autore e tipo di violenza subita - Anno 2006 (per 100 donne con le stesse caratteristiche)

Nel corso della vita Negli ultimi 12 mesi

Un autore

qualsiasi

Partner o ex

partner

Un uomo non

qualsiasi

Un autore

qualsiasi

Partner o ex

partner

Un uomo non

qualsiasi

Violenza fisica o sessuale 31,9 14,3 24,7 5,4 2,4 3,4

Violenza fisica 18,8 12,0 9,8 2,7 1,7 1,1

Violenza sessuale 23,7 6,1 20,4 3,5 1,0 2,6

Stupro o tentato stupro 4,8 2,4 2,9 0,3 0,2 0,2

Stupro 2,3 1,6 0,8 0,2 0,1 0,0

Tentato stupro 3,3 1,3 2,3 0,2 0,1 0,2

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LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE DENTRO E FUORI LE MURA DOMESTICHE

Troppe volte, e non solo in Italia ma anche in tanti altri paesi occidentali e democratici, quando a subire una violenza, un maltrattamento o più semplicemente un'ingiustizia è una donna, si ricorre ad un relativismo culturale pericolosissimo e sbagliato, soprattutto se si parte dall'assunto che il rispetto dei diritti umani debba essere dato senza se e senza ma, uguale per tutti, a garanzia di ogni uomo o di ogni donna a prescindere dalla razza, dalla cultura, dalla religione, dall'orientamento sessuale. La violenza contro le donne, fuori e dentro le mura domestiche, è diffusa in tutto il mondo, è trasversale alle varie culture, alle varie etnie, età e classi sociali.

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La violenza si presenta spesso anche come violenza assistita da parte di minori, figli esposti, e completamente indifesi di fronte agli atti più aggressivi del proprio padre, o di figure comunque parentali che, al contempo, vanno a rappresentare qualcosa di minaccioso e di affettivamente significativo.

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LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE DENTRO E FUORI LE MURA DOMESTICHE

La complessità e la drammaticità del fenomeno in questione è tale per cui si rende indispensabile il confronto fra il “particolare” e il “generale”.La violenza subita dalla singola donna non è e non può essere considerata un fatto privato o specifico di quel contesto: è comunque e sempre una violazione dei diritti umani.I tipi di violenza subita vanno da quella fisica, alla sessuale, a quella psicologica.Confrontando le età dell’aggressore e della vittima, al tempo della violenza, emerge in generale che l’aggressore ha un’età maggiore della vittima ad eccezione del caso in cui l’autore è un amico, più frequentemente coetaneo.Considerando la violenza fisica, i tassi di vittimizzazione sono maggiori per le donne che hanno una vita di relazione e sociale esterna alle mura domestiche, almeno qualche volta.

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LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE DENTRO E FUORI LE MURA DOMESTICHE: Grafici Grafico 2:Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita in cui si è verificata, tipo di autore e tipo di violenza subita.Anno 2006 (per 100 donne con le stesse

caratteristiche)

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Grafico 3: Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale negli ultimi 12 mesi in cui si è verificata, tipo di autore e tipo di violenza subita.Anno 2006 (per 100 donne con le stesse caratteristiche)

*Per le violenze da non partner si considerano le violenze a partire dai 16 anni.

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Grafico 4: Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o da qualsiasi uomo per un periodo di accadimento e forme di violenza subita.

Anno 2006 (per 100 donne con le stesse caratteristiche)

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE DENTRO E FUORI LE MURA DOMESTICHE: Grafici

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Grafico 5: Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o da qualsiasi uomo per un periodo di accadimento e forme di violenza subita.

Anno 2006 (per 100 donne con le stesse caratteristiche)

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE DENTRO E FUORI LE MURA DOMESTICHE: Grafici

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

LA VIOLENZA FAMILIARERappresenta uno degli argomenti di maggiore attualità in Italia. Le principali ricerche sociologiche, psicologiche e giuridiche hanno posto una grande attenzione nei riguardi del fenomeno, ed è proprio negli ultimi trent’anni, infatti, che l’interesse politico sociale si è rivolto alla violenza domestica.La violenza perpetrata nell’ambito delle relazioni familiari non è una questione privata e non può essere considerata come un problema che non si possa risolvere, anzi, tale problematica deve porsi al primo posto di tutti i programmi educativi dei singoli paesi Europei.Le donne che subiscono violenza in famiglia difficilmente denunciano il loro aggressore, perdono la loro autostima e arrivano a sentirsi inutili.

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LA VIOLENZA FAMILIAREE’ importante innanzitutto sottolineare che sarebbe una reductio ad absurdum asserire che la famiglia sia un luogo necessariamente violento: sebbene, infatti, la violenza alberghi in alcune famiglie, una parte di esse è totalmente esente da maltrattamenti. Inoltre, sarebbe utile definire con chiarezza che cosa possa essere considerato come maltrattamento e cosa invece non rientri in questa categoria.La violenza subita da queste donne le porta ad un totale isolamento e spesso le stesse non riescono neanche a comunicare i propri bisogni di aiuto.Molto spesso queste donne hanno problemi economici di dipendenza che le rendono ancora più vulnerabili e, in tali difficoltà economiche, la loro più grande paura è quella di perdere i propri figli.Bisogna prendere atto che la violenza domestica sulle donne costituisce la causa principale di aborti spontanei e di parti di feti morti nonché di decessi della madre al momento del parto. Nell’ambito della violenza domestica prevalgono le violenze fisiche; le vittime di questo tipo di violenza sono, infatti, quasi il doppio delle donne vittime di violenza sessuale. 65

LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

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LA VIOLENZA FAMILIARE

All’interno del sistema familiare i cambiamenti sociali vengono intesi come evoluzione dei singoli individui e sono correlabili ai compiti evolutivi del gruppo familiare inteso come sistema, rappresentato dalla somma dei suoi componenti e dalle interazioni di questi ultimi tra loro.Pertanto, tale sistema familiare si trova a dover affrontare costantemente periodi di equilibrio e adattamento a periodi di squilibrio conseguenti a trasformazioni strutturali.

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Dopo un periodo, per così dire di disorganizzazione dovuto all’evento che scatena la crisi, la donna tende a crearsi una nuova organizzazione, frutto di un equilibrio diverso.I continui stress, che gli eventi inducono, possono destabilizzare la famiglia al punto che essa si può trovare nella condizione di non riuscire ad affrontare i problemi che quotidianamente si presentano.Pertanto, le difficoltà generate dagli eventi che i singoli componenti del sistema incontrano, richiedono la messa in atto di meccanismi di adattamento e di problem-solving.

LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

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LA VIOLENZA FAMILIAREIn una società competitiva ed in continua evoluzione, caratterizzata da continui conflitti per la conquista da parte delle donne dei propri diritti e di una condizione paritaria nei confronti degli uomini, la famiglia rappresenta il luogo atto a rifugiarsi, libero da conflitti, in cui ripararsi dalle frustrazioni esterne; non sempre però essa adempie a questo bisogno, acuendo e potenziando, il più delle volte, vecchie frustrazioni e creandone di nuove.In tale atmosfera la violenza trova il terreno fertile per svilupparsi ed il contesto, ovvero la casa, in cui il gruppo familiare si ritrova, diventa il luogo prescelto per l’aggressione.Le modalità con cui la violenza familiare si evolve, nell’ambito dei rapporti familiari, sono molteplici.Gli studi hanno dimostrato come gli abusi verbali, sessuali e fisici, spesso intervengono sequenzialmente o simultaneamente.

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

In tale atmosfera la violenza trova il terreno fertile per svilupparsi ed il contesto, ovvero la casa, in cui il gruppo familiare si ritrova, diventa il luogo prescelto per l’aggressione.Le modalità con cui la violenza familiare si evolve, nell’ambito dei rapporti familiari, sono molteplici.Gli studi hanno dimostrato come gli abusi verbali, sessuali e fisici, spesso intervengono sequenzialmente o simultaneamente.

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LA VIOLENZA FAMILIAREPossiamo affermare che, nei casi in cui la violenza interviene, questa non si manifesta come evento isolato nella vita della coppia, ma è parte integrante del processo di comunicazione interpersonale, che le persone usano per regolare le loro vite quotidiane.La letteratura dimostra che nelle famiglie abusive sono gli uomini più propensi ad usare calci, a strattonare o picchiare le donne, mentre queste ultime, wife beating or battered woman (moglie picchiata o donna battuta), più frequentemente si ritrovano nel ruolo di vittime.All’interno del comportamento abusivo, la “relazione” e “l’identità” sono determinati dallo scopo che si prefigge l’abusatore e sono fondamentali per comprendere in che modo la comunicazione funzioni in maniera differente se la famiglia è abusiva oppure no.

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

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LA VIOLENZA FAMILIARELa violenza, quale espressione di potere e di controllo, sembra riguardare l’abilità di imporre sull’altro volontà, desideri e necessità. A tal proposito alcuni autori argomentano che la violenza fisica e sessuale è auto-rinforzante in quanto intesa come modalità atta ad ottenere risultati attraverso atti verbali e non verbali o entrambi agiti in modo tale che si violino gli standards dal punto di vista sociale e portati avanti con l’intenzione di infliggere pene, ferite fisiche e psicologiche o entrambe.All’interno del comportamento abusivo, la “relazione” e “l’identità” sono determinati dallo scopo che si prefigge l’abusatore e sono fondamentali per comprendere in che modo la comunicazione funzioni in maniera differente se la famiglia è abusiva oppure no.La violenza, quale espressione di potere e di controllo, sembra riguardare l’abilità di imporre sull’altro volontà, desideri e necessità. A tal proposito alcuni autori argomentano che la violenza fisica e sessuale è auto-rinforzante in quanto intesa come modalità atta ad ottenere risultati attraverso atti verbali e non verbali o entrambi agiti in modo tale che si violino gli standards dal punto di vista sociale e portati avanti con l’intenzione di infliggere pene, ferite fisiche e psicologiche o entrambe.

LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZELA VIOLENZA FAMILIAREL’entrare in conflitto diventa un modo per soddisfare desideri e bisogni e se l’aggressione è concepita come vittoria, allora questa diventa più importante dello stato di benessere emozionale e fisico del partner. Una motivazione, ad esempio, sull’uso della violenza sembra risiedere nella diseguale distribuzione del potere nella relazione tra maschi e femmine, ciò non vuol dire che tutti gli uomini forti abusino delle donne ma che la violenza tende a gravitare verso il partner con il potere e la forza maggiori. Le teorie strutturali sociali sostengono che si riscontrano indici più alti di frustrazione, che possono condurre ad azioni violente, nelle famiglie a basso reddito, con preoccupazioni finanziarie, con problemi relativi alla salute.Un’altra teoria sull’uso della violenza, considera la stessa espressione di disordini mentali e di comportamenti anormali.

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

LA VIOLENZA FAMILIARETale teoria, infatti, presuppone che l’abuso sessuale infantile o l’abuso coniugale siano commessi da individui seriamente disturbati mentalmente o che presentino dei disturbi della personalità.La violenza familiare dunque rappresenta uno dei fenomeni più complessi e non può più essere compresa, oggi, all’interno di schemi di pensiero precostituiti, perché la complessità dei fenomeni attraverso cui si manifesta, richieda un’analisi che vada oltre le prospettive di studio parziali e ristrette. La violenza, pertanto, diventa oggetto privilegiato della psicologia giuridica, chiamata oggi in sinergia con le altri settori di ricerca ad occuparsi di relazioni interpersonali problematiche.Solo una modesta percentuale delle donne che hanno subito violenza fisica o sessuale in famiglia considera la violenza subita un reato.

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

VIOLENZA PSICOLOGICAL’esame più in dettaglio delle diverse forme di violenza psicologica mette in luce che i comportamenti di controllo economico (“controlla costantemente quanto e come spende”) e di limitazione dell’autonomia della donna (“cerca di limitare i suoi rapporti con la famiglia o con gli amici”, “le impedisce o cerca di impedirle di lavorare o di studiare”) sono decisamente i più diffusi, in particolare da parte del marito o del convivente .La gelosia e il controllo di come la donna si veste, si pettina o si comporta in pubblico rappresentano, invece, forme di violenza psicologica subite più frequentemente ad opera del fidanzato. Dai dati emerge che la quota di donne vittime di violenza psicologica attuata dal partner con cui hanno al momento una relazione, è maggiore fra le donne separate o divorziate.La quota di vittime di una o più forme di violenza psicologica è più elevata della media anche fra le donne in qualche modo più isolate, ovvero quelle donne che molto raramente o mai escono di sera per svago. 72

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

Analizzando le ragioni che scatenano la violenza nell’ambito della coppia, emerge come a provocare la scintilla del comportamento violento siano spesso un futile motivo, una banale discussione di coppia.La quota di donne che non reagiscono alla violenza è ancor più alta se l’episodio fa parte di una “storia di violenze”, ovvero quando tale evento costituisce l’ennesimo atto di violenza da parte del partner.Molte volte una madre non si rende conto, presa com’è dalla necessità di evitare le percosse quotidiane, del fatto che i bambini subiscono dei gravi danni psicologici quando, ad esempio, pur non vivendo delle aggressioni fisiche assistono alle aggressioni di cui è vittima la madre.

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZEGrafico 6: Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza psicologica dal patner nel corso

della vita, per tipo di violenza psicologica subita.Anno 2006 (per 100 donne con le stesse caratteristiche)

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

LA VIOLENZA DOMESTICALa famiglia, ancora oggi, riveste un ruolo essenziale nella vita delle singole persone ed è anche un’istituzione sociale. E' una triste realtà che la vergogna, la sudditanza, la prostrazione psicologica e la paura, che impregnano la vita della donna che subisce la violenza, rendano particolarmente difficile l’emergere di questi fenomeni e ciò fa sì che sia chi vive la violenza sia chi ne viene a conoscenza compia spesso dei meccanismi di negazione, per giustificare o minimizzare la gravità di quanto sta accadendo, lasciando tutti più tranquilli nelle proprie sicurezze o speranze che sia l’ultima volta.

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

LA VIOLENZA DOMESTICAL’assimilazione si riferisce al processo in cui l’informazione viene alterata o distorta per adattarsi (essere assimilata) allo schema esistente.L’accomodamento, d’altra parte, implica un cambiamento degli schemi esistenti per accettare nuove e incompatibili informazioni. Si osserva frequentemente, nelle vittime di stupro e violenza sessuale, un processo di assimilazione; quando, ad esempio, la donna o la bambina si colpevolizzano per essere state aggredite o per non aver resistito con successo allo stupro; oppure, quando si chiedono se l’accaduto sia davvero uno stupro o, ancora, quando sviluppano un’amnesia per tutto o parte dell’evento.

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZE

A differenza della violenza domestica, la cui forma più diffusa è quella fisica, la violenza da non partner è in primo luogo sessuale Vi sono vari studi (Finkelhor et al, 1990; Lundqvist et al, 2004; Barone, Maffei, 1997) che mettono in evidenza come tali esperienze rappresentino un fattore di rischio per i disturbi mentali in età adulta. Le conseguenze di tali abusi possono essere di vario tipo. Ad esempio, una reazione potrebbe consistere nel negare la gravità dell’evento, minimizzando l’accaduto, cercando di non pensarci più attraverso la soppressione di ricordi disturbanti.Un’altra strategia simile, ma che richiede un intervento più attivo del soggetto nella realtà, può consistere nel cercare di distrarsi, di sognare delle cose positive, in modo da scacciare il ricordo traumatico.

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La violenza da non partner riguarda 5 milioni 221 donne.

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZEOppure si può avere una reazione emotiva, esprimendo le proprie emozioni, o una reazione depressiva accettando l’accaduto come la prova della propria incapacità di affrontare la situazione stressante. Infine, si può mettere in atto una strategia focalizzata sul problema, che consiste nella ricerca di assistenza, consigli, informazioni, comprensione, supporto sociale, rassicurazioni. Attraverso un percorso psicoterapeutico, ad esempio, la donna che ha subito violenza può rielaborare l’esperienza traumatica in termini di crescita personale.Infine si segnala che, purtroppo, oltre il 50% delle donne, che si rivolgono alle Forze dell’ordine, non si ritiene soddisfatto di come venga trattato. Tanto si è fatto in tal senso, ma evidentemente il percorso è ancora impervio.Molte donne non hanno parlato con nessuno della violenza subita, anche nel caso di violenza effettuata da un uomo non partner.

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZEGrafico 7: Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un partner

negli ultimi 12 mesi, per tipo di autore, denuncia del fatto e persona con cui ne hanno parlato

Anno 2006 (composizione percentuale)

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LA VIOLENZA DOMESTICA:LUOGHI, DINAMICHE E CONSEGUENZETabella 1: Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un partner

per tipo di autore, periodo in cui si è verificata e tipo di violenza subita Anno 2006 (per 100 donne con le stesse caratteristiche)

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Partner attuale o

ex partner

Partner attuale

Un expartner

Marito/ convivente Fidanzato

Ex maritoex

convivente

Ex fidanzato

Violenza fisica o sessuale 14,3 7,2 17,4 7,5 5,9 22,4 13,7

Violenza fisica 12 5,9 14,6 6,2 4,5 20,5 10,8 Violenza sessuale 6,1 2,5 8,1 2,6 2 10,7 6,1

Stupro o tentato stupro 2,4 0,5 3,7 0,6 0,1 5,2 2,6 Stupro 1,6 0,4 2,4 0,5 0 4,2 1,5

Tentato stupro 1,3 0,3 2 0,3 0,1 2,5 1,6 Totale donne vittime di

violenza (v.a. in migliaia) 2,938 1,187 1,921 1 187 723 1,25

Violenza fisica o sessuale 2,4 2,3 1,1 1,9 3,8 0,9 1,1

Violenza fisica 1,7 1,5 0,9 1,3 2,6 0,8 0,9 Violenza sessuale 1 1 0,4 0,9 1,3 0,4 0,4

Totale donne vittime di violenza (v.a. in migliaia) 499 373 127 254 119 30 100

NEL CORSO DELLA VITA

NEGLI ULTIMI 12 MESI

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LA VIOLENZA FUORI DELLA FAMIGLIAI LUOGHI , LA DINAMICA, LE CONSEGUENZE

E’ stato chiaramente stabilito dalla letteratura socio psicologica corrente che le persone tendono a credere in un mondo giusto, dove le buone cose succedono alla brava gente e quelle brutte alla gente cattiva. Questa convinzione probabilmente esercita una funzione difensiva cosicché la gente si sente meno vulnerabile a eventi negativi casuali.L’accadere di un particolare evento negativo, quali uno stupro, un’improvvisa ed inaspettata aggressione sessuale nonché una molestia sessuale ad opera di una persona stimata degna di fiducia, é in contraddizione con la convinzione di un mondo giusto. Quando un individuo riceve nuove informazioni in contrasto con precedenti convinzioni o schemi, succedono di solito due cose: “l’assimilazione o l’accomodamento”.

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LA VIOLENZA FUORI DELLA FAMIGLIAI LUOGHI , LA DINAMICA, LE CONSEGUENZETabella 1: Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da

un partner per tipo di autore, periodo in cui si è verificata e tipo di violenza subita

Anno 2006 (per 100 donne con le stesse caratteristiche)

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LA VIOLENZA FUORI DELLA FAMIGLIAI LUOGHI , LA DINAMICA, LE CONSEGUENZEGrafico 8: Donne da 16 a 70 anni anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un

partner negli ultimi 12 mesi, per tipo di violenza subita, denuncia del fatto e persona con cui ne hanno parlato autore, denuncia del fatto e persona con cui ne hanno parlato

Anno 2006 (composizione percentuale)

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LA VIOLENZA FUORI DELLA FAMIGLIAI LUOGHI , LA DINAMICA, LE CONSEGUENZELa violenza è più spesso ripetuta quando l’autore è il patrigno, il fratello, il padre, il nonno, lo zio, un altro parente, l’amico di famiglia, il compagno di scuola, il docente/bidello. Interessante è notare, anche in questa analisi, come i maggiori pericoli di abuso derivino, per le bambine, dalla frequentazione dei parenti più prossimi o dei così detti ‘amici di famiglia’ mentre, come si vede, il pericolo derivante da persone sconosciute è, in confronto, piuttosto basso.Da alcuni anni, quindi, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha cominciato a lanciare l'allarme sulla violenza come fattore eziologico e di rischio in una serie di patologie di rilevanza per la popolazione femminile. Una particolare attenzione è stata riservata dall'OMS alle patologie mentali ed alla depressione, di cui le donne soffrono da due a tre volte più degli uomini. Su questo terreno, il legame tra condizioni di salute e violenza è ancora più forte.

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LA VIOLENZA FUORI DELLA FAMIGLIAI LUOGHI , LA DINAMICA, LE CONSEGUENZE

Si denunciano meno i mariti o i fidanzati attuali che gli ex mariti e gli ex fidanzati, anche negli ultimi 12 mesi.I ricercatori di diversi paesi osservano nelle vittime alcune costanti: lo stupro viene vissuto come evento minaccioso per la vita, la violenza sessuale viene associata a paure di mutilazione e di morte. Le violenze sessuali e gli stupri portano, in molti casi, a gravi conseguenze psico-fisiche: incubi, insonnia, nausea, vomito, batticuore, tremito, stato di eccitazione nervosa, delirio, uso di sostanze, quali alcool o droghe, depressione, crisi isteriche anche con ricoveri ospedalieri, disturbi alimentari.Queste ricerche portano alla definizione dello stupro come fattore scatenante del disturbo post-traumatico da stress e trasformano lo stupro da atto sessuale a crimine. 85

Solo il 7,3% della violenza in famiglia è stata denunciata, il 3,4% negli ultimi 12 mesi.Il 92,4% delle violenze fisiche e sessuali fanno parte del numero oscuro.Si denuncia meno la violenza sessuale da partner (4,7%) che la fisica (7,5%).

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LA VIOLENZA FUORI DELLA FAMIGLIAI LUOGHI , LA DINAMICA, LE CONSEGUENZE

La gravità della violenza non incide su un maggior ricorso alla denuncia. Più di un terzo delle donne non ne ha parlato con nessuno. E’, perciò, contro il silenzio che bisogna combattere, magari proprio facendo sentire ognidonna vittima di violenza mai sola, anzi convincendola di poter uscire dal proprio inferno personale contando sull’appoggio di strutture ed associazioni antiviolenza; inoltre, che bisogna spezzare la catena di soprusi ed aberrazioni compiuti da veri e propri “criminali”.

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Il tasso di denuncia è basso, anche se le donne ne parlano con i familiari; risulta, invece, più elevato nel caso in cui le donne si siano rivolte ad operatori del pronto soccorso, ad avvocati, a magistrati, alla polizia, ai Carabinieri, ad un medico o infermiere.

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LA VIOLENZA FUORI DELLA FAMIGLIAI LUOGHI , LA DINAMICA, LE CONSEGUENZE

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VIOLENZA FISICA O SESSUALE VIOLENZA FISICA VIOLENZA SESSUALE

STUPRO O

TENTATO STUPRO

Nel corsodella vita*

Ultimi12 mesi

Nel corsodella vita

Ultimi12 mesi

Nel corso della vita

Ultimi12 mesi

Nel corsodella vita

RIPARTIZIONE GEOGRAFICANord Ovest 34,5 5,2 19,7 2,5 25,9 3,1 5

Nord Est 35,5 6,1 20,9 2,2 27,1 4,5 6Centro 35,9 6 20,7 3,4 27,5 3,6 5,1

Sud 26,8 5,2 16,6 3 18,6 3,1 3,7Isole 24,3 4,7 14,5 2 17,5 3,3 3,6

Totale 31,9 5,4 18,8 2,7 23,7 3,5 4,8

Tabella 3: Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un qualsiasi uomo per tipo di violenza subita, nell’ambito nazionale.

* Per le violenze da non partner si considerano le violenze a partire dai 16 anni

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LA VIOLENZA FUORI DELLA FAMIGLIAI LUOGHI , LA DINAMICA, LE CONSEGUENZE

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L’IMPEGNO DEI LIONS NELLA SOCIETÀ PER CONTRASTARE TALI AZIONI

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Anche le norme scritte della nostra convivenza registrano, sia pure a fatica, questo cambiamento. L'affermarsi della libertà femminile non è una realtà delle sole società occidentali. Il moto di emancipazione e liberazione delle donne si è esteso, con forme, modalità e sensibilità diverse, in tutto il mondo.I Lions hanno un importante compito etico, che può incidere in maniera significativa nella società se il progetto educativo verrà affrontato con attenzione e tenacia.

La rivoluzione femminile che abbiamo conosciuto dalla seconda metà del secolo scorso ha cambiato radicalmente il mondo. Sono mutate prima di tutto le nostre vite, le relazioni familiari, l'amicizia e l'amore tra uomini e donne, il rapporto con figlie e figli; sono cambiate consuetudini e modi di sentire.

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L’IMPEGNO DEI LIONS NELLA SOCIETÀ PER CONTRASTARE TALI AZIONI

Il primo obiettivo dei Lions dovrà essere la conoscenza più ampia possibile del fenomeno della violenza sulle donne.Il secondo obiettivo sarà la prevenzione, attuata attraverso l'informazione alle donne, agli uomini, agli studenti, alla società tutta.Il Tema della Violenza sulle donne è un argomento che i club avranno modo di approfondire, nell'attuazione degli scopi del Lionismo, al fine di individuare ed indicare alla collettività in cui operano soluzioni di interesse generale.

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L’azione di tutti i Lions sarà quella di proporre tale tema come un progetto con valide soluzioni per il futuro, come quello di far comprendere alle donne e alle ragazze che hanno i loro diritti e che gli stessi vanno rivendicati, nonostante gli ostacoli che si incontrano nella vita. Le donne non devono più essere vittime passive ma cittadine attive e partecipi dei diritti umani. Educare alla legalità giovani donne e giovani uomini sarà il nostro scopo, perché costoro rappresentano il futuro che è intorno a noi e per loro noi abbiamo il dovere di lottare per credere in un mondo migliore, ove la violenza non esista più.

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La proposta dei nostri club si caratterizza per l'attualità dei contenuti, in quanto non c’è giorno dell’anno che non si segnalino azioni di violenza perpetrata nei confronti delle donne.

Inoltre, dobbiamo operare a favore della salute pubblica che, altrimenti, a causa dei dati OMS, andrebbe persa per molte donne in modo irreparabilmente

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Affrontare tale tematica non ci deve preoccupare, in quanto la conoscenza e la riflessione non hanno mai arrecato danno ad alcuno.È necessario un impegno costante delle autorità pubbliche e di tutta la comunità che non può declinarsi solo in una maggiore attenzione e controllo sul territorio ma deve essere finalizzato ad un cambiamento culturale e sociale in quanto, come più volte indicato nella nostra proposta, sussiste una relazione stretta tra discriminazione sessuale e casi di violenza di genere. Al termine del progetto verrà valutata l’azione educativa con appositi test di monitoraggio.

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I Lions potranno supportare e favorire anche la conoscenza dei comportamenti da adottare per rispondere all’iniziale richiesta d’aiuto delle donne e delle adolescenti.

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LINEE DI INTERVENTO DEI LIONS PROPOSTE DAL TEMA NAZIONALE

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Ci sono parole e comportamenti che nessuna legge punisce ma che possono uccidere psichicamente una persona o, almeno, ferirla in modo grave e spesso irreversibile.La provocazione continua, l'offesa, la disistima, la derisione, la svalutazione, la coercizione, il ricatto, la minaccia, il silenzio, la privazione della libertà, la menzogna e il tradimento della fiducia riposta, l'isolamento sono solo alcune delle forme in cui si manifesta la violenza psicologica.Le violenze sulle donne sono un flagello mondiale, una malattia sociale e rappresentano una grave negazione dei diritti umani fondamentali.Bisogna ricordare che i diritti delle donne sono diritti umani. Le violenze non sono mai un fatto individuale e privato, ne' solo un problema di sicurezza urbana, ma una responsabilità collettiva da assumere tutti.

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Questi strumenti sono certamente utili ma non bastano, è necessaria una politica a tutto tondo che, accanto alla prevenzione prima e alla protezione dopo la violenza, riesca a modificare due atteggiamenti che caratterizzano il fenomeno della violenza contro la donna.Innanzitutto far sviluppare l’idea della parità tra i sessi perché, fino a quando non si raggiungerà una totale parità, le violenze, in particolare quella domestica, saranno all’ordine del giorno; in secondo luogo occorre mettere in atto azioni forti e progetti che infondano maggiore fiducia e sicurezza alla donna vittima, favorendo in tal modo la denuncia delle violenze subite.

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LINEE DI INTERVENTO DEI LIONS PROPOSTE DAL TEMA NAZIONALE

La relazione esposta evidenzia la magnitudine e la gravità del fenomeno in esame. La violenza sulle donne non è un fenomeno da fronteggiare e combattere, visto i “numeri” che lo caratterizzano, ma è necessaria un’azione più profonda che non può essere circoscritta al controllo del territorio o a pene più severe.

Scopo principale dei Lions deve, perciò, essere quello di vincere questa battaglia etica, di dare speranza a chi non ne ha, di far vedere uno spiraglio di luce e di speranza in un mondo in cui i veri valori abbiano trovato la giusta collocazione.

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Le linee di intervento su cui puntare, a nostro avviso, sono essenzialmente di due tipi:

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EDUCATIVAstabilire un partenariato con il MIUR e quindi con gli Istituti d’istruzione, al fine di fornire la formazione sulla violenza di genere con professionisti del settore , le forze d’ordine, gli operatori del settore sanitario, dell’istruzione e il personale di sostegno alle vittime a volte inconsapevoli. Elaborare una carta Etica sviluppata insieme agli studenti delle scuole in una peer education che li coinvolga in toto. A tal fine sarò utile coinvolgere i discenti eletti nella Consulta degli Studenti, in quanto rappresentanti degli allievi di tutta Italia.Promuovere nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile, una cultura di genere che orienti alla valorizzazione delle differenze. Nel campo dell'informazione e della comunicazione, occorre diffondere la cultura del rispetto dell'immagine della donna, contrastando l'utilizzo di messaggi lesivi della dignità della stessa.Nelle scuole si organizzeranno incontri con maratone di letture sulla tematica della violenza di genere e verranno proiettati dei film dedicati. Inoltre, saranno realizzati dei seminari sui diritti umani.

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Diffondere il rispetto delle donne e la cultura della parità fra generi ovunque e con ogni mezzo: in famiglia, nelle scuole, nei posti di lavoro, nelle comunità immigrate, nella società.Per questo è necessario realizzare Convegni per sviluppare la prevenzione e la sensibilizzazione contro tutte le forme di violenza fisica, morale, psicologica e sessuale sulle donne.

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DI SUPPORTOmaggiore sarà la conoscenza relativa alla violenza di genere, maggiore potrà essere la consapevolezza dell’opinione pubblica a tale riguardo.

Bisogna comprendere, inoltre, che la violenza sulle donne ha una grave ricaduta e un grave impatto sui bambini che, perciò, devono essere tutelati, consapevoli che i bambini di oggi saranno gli adulti di domani.Per combattere questa violenza è importante agire sulle relazioni tra uomini e donne, rafforzando l’equilibrio e il rispetto reciproco, valori che possono e dovrebbero essere trasmessi dalla scuola, dalla famiglia e dalle altre istituzioni.

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Molti sono gli uomini che si sono prodigati in questa battaglia etica e tra loro Sandro Bellassai, Stefano Ciccone, Marco Deriu, Massimo Michele Greco, Alberto Leiss, Jones Mannino, Claudio Vedovati, è stato tratto l'appello « Violenza sulle donne, un problema maschile « che vogliamo citare:

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Chiediamo che si apra finalmente una riflessione pubblica tra gli uomini, nelle famiglie, nelle scuole e nelle università, nei luoghi della politica e dell'informazione, nel mondo del lavoro. Una riflessione comune capace di determinare una sempre più riconoscibile svolta nei comportamenti concreti di ciascuno di noi".

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TEMPI DI REALIZZAZIONE: DIAGRAMMA DI GANTT

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Dal momento dell’approvazione in tempi relativamente brevi, circa due mesi, lo stesso potrà essere diffuso con slide specifiche, filmati, spot e brochure informativa.Tenuto conto dell’utenza diretta, si suggerisce di utilizzare modalità innovative di diffusione; tali modalità avvicineranno in maniera più significativa i giovani ai nostri scopi precipui.

 Settembr

e

Ottobre

Novembre Dicembre

Gennaio febbraio marzo

Aprile Maggio

Predisposizione materiale            Relazione con il MIUR e scuole-sportelli CIC            

Convegni ed eventi nelle scuole            Valutazione Ex post            

Convegno Nazionale            

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COSTI

• In un momento di recessione economica come l’attuale, bisognerà raggiungere il massimo risultato nel minor tempo possibile e senza costi aggiuntivi.

• Si può fare molto con la forza delle idee e senza costi, quando si crede realmente nella forza di un tema che si presenta.

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VERIFICA

• E' prevista come verifica finale la presentazione, da parte di ciascun club partecipante, di una proposta (flow chart) compatibile con l’organizzazione del servizio rappresentato, di sensibilizzazione degli operatori scolastici, della Consulta degli studenti e delle donne utenti al tema della violenza.

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PROGRAMMAZIONE DIDATTICO- METODOLOGICAEssa prevede per ogni incontro una tematica da sviluppare con la presenza di due docenti e di un tutor.

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METODOLOGIA • relazioni su temi preordinati• confronto e discussioni di gruppo coordinato da un conduttore• presentazione di problemi e casi• lavoro a piccoli gruppi con produzioni di Raccomandazioni e /o Linee guida

STRUMENTI• smart board , filmati, drammatizzazione

MATERIALI • rapporti di ricerca

STATISTICHERACCOLTE DI CASI CLINICI

• Metodologie

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TEMATICHE E CORPO DOCENTE

• Le tipologie della violenza contro le donne• La violenza e le connessioni con la salute: statistiche ed epidemiologie• I percorsi delle donne ed i centri anti-violenza• Il maltrattamento familiare: la tipologia più frequente tra le violenze contro le donne• Gli indicatori della violenza familiare• Le leggi e la violenza contro le donne• Il punto di vista legale• Le procedure di valutazione del danno conseguente a maltrattamento: un campo da

esplorare• L’approccio alla violenza da parte del mondo scolastico: strategie di intervento• Come organizzare la prevenzioneDurante i workshop sviluppati con i ragazzi durante le riunioni-discussione verranno elaborati materiali informativi (filmati, depliant e locandine) e per completare tale presentazione abbiamo ritenuto utile segnalare una breve bibliografia e filmografia.

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BIBLIOGRAFIA

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Merete Amann Gainotti, Susanna Pallini, La Violenza Domestica. Testimonianze, interventi, riflessioni, Magi Edizioni Scientifiche, 2008

Elvira Reale, Maria Capalbo, Silvana Carloni, Clara Pappalardo, Annamaria Raimondi, Maltrattamento e violenza sulle donne,"Strumenti per il lavoro psico-sociale ed educativo", Vol. I: La risposta dei servizi sanitari, pp. 336, 2011; Vol. II: Criteri, metodi e strumenti dell'intervento clinico, pp. 384, 2011, .

Monica Vodarich (a cura di), Uscire dalla violenza si può, J ar Edizioni, 2008

AA.VV.: Addis Saba, Cristiana di San Marzano, Elena Doni, Paola Gaglianone, Claudia Galimberti, Elena Gianini Belotti, Lia Levi, Dacia

Maraini, Maria Serena Palieri, Francesca Sancin, Mirella Serri, Simona Tagliaventi, Chiara Valentini, Amorosi assassini. Storie di violenze sulle donne, 2008, "Robinson/ Letture"

Robin Norwood, Donne che amano troppo, Feltrinelli,

Rosalind B. Penfold, Le pantofole dell'orco. Storia di un amore crudele. Sperling & Kupfer

Robin Norwood, Lettere di donne che amano troppo, Feltrinelli

Concita De Gregorio, Malamore. Esercizi di resistenza al dolore, Mondadori,

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BIBLIOGRAFIA

104

Marie-France Hirigoyen, Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro, "ET Saggi", Einaudi, 2000

Sandra Filippini, Relazioni perverse. La violenza psicologica nella coppia, Franco Ange

Marie-France Hirigoyen, Sottomesse. La violenza sulle donne nella coppia, "Gli struzzi", Einaudi, 2006,

Silvia Ricci Lempen, Una famiglia perfetta, “Graffiti”, Iacobelli, 2010

Antonio Capolongo, Un incontro d'Amore, Arduino Sacco

Vera Slepoj, Le Ferite delle Donne, "Saggi", Mondadori, 2003

Sonia Reali Di Nardo, Il limone negli occhi, Elena De Michelis Ed., 2004

Laia Caputo, Mai devi dire, Tea Due, 1997

Elisabetta Bergamasco, Nel baratro della violenza, Eracle, "Eracle Narrativa", 2010

Maria Barresi, Non dire niente, Solfanelli Editore, 2007

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BIBLIOGRAFIA

105

Lara Cardella, Volevo i pantaloni, Mondadori, 2009

Gemma Tisci, Perché a me. Storie di ordinaria violenza, L'Isola dei ragazzi, 2010.

Amnesty International, Mai più: fermiamo la violenza sulle donne. EGA Editore, Torino, marzo 2004, Prefazione di Rita Levi Montalcini

Rosanna Rivas, La luce nel deserto, "Narrativa", Albus Edizioni, 2011

Daniela Di Benedetto, Il dono del diavolo, Tabula Fati, 2006

Somaly Mam, Il silenzio dell'innocenza, Corbaccio, 2006

Daniela Bertulu, Caduta libera, Iacobelli Editore, "Graffiti", 2009

Cate, R.M., Henton, J .M., Koval, J ., Christopher, F.S., & Lioyd, S. (1982), Premarital abuse: A social psychological perspective, J ournal of family Issue, 3(1), 79-90

De Turck, M. A. (1987), When communication fails: Physical aggression as a compliance-gaining strategy, Communication Monographs, 54 (1), 106-112

Gulotta, G. (1995), La scienza della vita quotidiana, Giuffrè, Milano

Gulotta, G. (1984), Famiglia e violenza, Giuffrè, Milano

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FILMOGRAFIA

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Titolo : Festen - Festa in famiglia Regia : Thomas Vinterberg

Cast : Ulrich Thomsen, Henning Moritzen, Thomas Bo Larsen, Paprika Steen Genere : Drammatico Nazionalità : Danimarca Anno : 1998

Titolo : Giglio infranto (Broken Blossoms) Regia : David Wark Griffith Cast : Richard Barthelmess, Donald Crisp, Lillian Gish Genere : Drammatico Nazionalità : USA Anno : 1919

Titolo : La bestia nel cuore Regia : Cristina Comencini. Cast : Giovanna Mezzogiorno, Alessio Boni, Stefania Rocca, Angela Finocchiaro, Giuseppe Battiston, Luigi Lo Cascio, Francesca Inaudi. Genere : Drammatico Nazionalità : Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna Anno : 2005

Titolo : L'ultima eclissi (Dolores Claiborne) Regia : Taylor Hackford. Cast : J ennifer J ason Leigh, David Strathairn, Kathy Bates, Christopher Plummer Genere : Drammatico Nazionalità : USA Anno : 1995

Titolo : Pomodori verdi fritti (alla fermata del treno) Regia : J on Avnet. Cast : Mary Stuart Masterson, J essica Tandy, Kathy Bates, Mary-Louise Parker. Genere : Commedia Nazionalità : USA Anno : 1991

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Coordinatrice distrettualePatrizia MARINI NOVARINA

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FILMOGRAFIA

Titolo : Terror at Home: Domestic Violence in America Regia : Maryann De Leo Genere : Documentario Nazionalità : Stati Uniti

Titolo : The Gift Regia : Sam Raimi

Cast : Cate Blanchett, Giovanni Ribisi, Keanu Reeves, Katie Holmes, Greg Kinnear, Hilary Swank, Michael J eter, Kim Dickens, Gary Cole, Rosemary Harris, J . K. Simmons, Chelcie Ross, J ohn Beasley, Lynnsee Provence, Hunter McGilvray

Genere : Thriller Nazionalità : USA Anno : 2000

Titolo : Ti do i miei occhi (Te doy mis ojos) Regia : Icíar Bollaín. Cast : Luis Tosar, Laia Marull, Candela Peña, Rosa María Sardá. Genere : Drammatico Nazionalità : Spagna Anno : 2003

Titolo : Tina - What's Love Got to Do With It Regia : Brian Gibson Cast : Laurence Fishburne, Angela Bassett, Tina Turner, Vanessa Bell Calloway Genere : Biografico Nazionalità : USA Anno : 1993

Titolo : Via dall'incubo (Enough) Regia : Michael Apted

Cast : J ennifer Lopez, Bill Campbell, Tessa Allen, J uliette Lewis, Dan Futterman, Coah Wyle, Fred Ward, Christopher Maher, J anet Carroll, Bill Cobbs

Genere : Drammatico/Thriller Sceneggiatura : Nicholas Kazan Anno : 2002

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Coordinatrice distrettualePatrizia MARINI NOVARINA

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FILMOGRAFIA

Titolo : Volver - Tornare Regia : Pedro Almodóvar

Cast : Penelope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave, Leandro Rivera

Genere : Drammatico Nazionalità : Spagna Anno : 2006

Titolo : Il segreto di Esma (Grbavica) Regia : J asmila Zbanic. Cast : Mirjana Karanovic, Luna Mijovic, Leon Lucev Genere : Drammatico Nazionalità : Bosnia-Herzegovina Anno : 2006 Titolo : Il Vestito da sposa Regia : Fiorella Infascelli Cast : Maya Sansa, Pierpaolo Lovino, Salvatore Lazzaro, Mauro Marchese, Pietro Faiella, Alberto Cracco, Chiara Conti, Lorenzo Branchetti Genere : Drammatico Nazionalità : Italia Anno : 2004

Titolo : Lajja Regia : Rajkumar Santoshi Genere : Drammatico Nazionalità : Kuwait Anno : 2001

Titolo : Non ti muovere Regia : Sergio Castellitto Cast : Penelope Cruz, Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Marco Giallini, Pietro De Silva, Elena Perino Genere : Drammatico Nazionalità : Italia Anno : 2004

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Coordinatrice distrettualePatrizia MARINI NOVARINA

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FILMOGRAFIA

Titolo : Oltre ogni limite Regia : Robert Malcolm Young Cast : Farrah Fawcett, J ames Russo, Diana Scarwid Genere : Drammatico Nazionalità : USA Anno : 1986 Titolo : Sotto accusa (The Acused)

Cast : Bernie Coulson, J odie Foster, Steve Antin, Carmen Argenziano, Ann Hearn, Leo Rossi

Regia : J onathan Kaplan Sceneggiatura : Tom Topor Genere : Thriller Anno : 1988 Titolo : Magdalene (The Magdalene Sisters) Regia : Peter Mullan Genere : Drammatico Cast : Nora-J ane Noone, Anne-Marie Duff, Dorothy Duffy, Eileen Walsh, Geraldine McEwan, Mary Murray, Britta Smith, Frances Healy, Eithne McGuinness, Phyllis McMahon, Rebecca Walsh, Eamonn Owens, Chris Simpson, Daniel Costello, Alison Goldie, Anita Hyslop, Leonna McGillian, Claire Murray, Mariann Taylor, Peter Mullan Nazionalità : Scozia - Gran Bretagna, Anno : 2002

Titolo : Mai senza mia figlia (Not Without my Daughter) Regia : Brian Gilbert Cast : Alfred Molina, Sally Field, Sheila Rosenthal Genere : Drammatico Nazionalità : USA Anno : 1991

Titolo : Moolaadè Regia : Sembene Ousmane Cast : Fatoumata Coulibaly, Maimouna Helene Diarra, Salimata Traore, Aminata Dao Nazionalità : Senegal/Francia Anno : 2004

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Coordinatrice distrettualePatrizia MARINI NOVARINA

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FILMOGRAFIA

Titolo : Vivantes Regia : Ould Khelifa Nazionalità : Algeria Anno : 2007

Titolo : Fire Regia : Deepa Mehta Genere : Drammatico Cast : Shabana Azmi, Nandita Das, J aaved J aferi Nazione : Canada/India Anno : 1997 Titolo : Earth Regia : Deepa Mehta Cast : Nandita Das, Maia Sethna, Aamir Khan Genere : Drammatico Nazione : Canada/India Anno : 1998

Titolo : Water Regia : Deepa Mehta Cast : Shakuntala Seema Biswas, Kulbhushan Kharbanda, Kalyani Lisa, Ray Bhagavati,Waheeda Rehman Genere : Drammatico Nazione : Canada/India Anno : 2005

Titolo : 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni Regia : Cristian Mungiu Cast : Anamaria Marinca, Laura Vasiliu, Vlad Ivanov, Alex Potocean, Luminita Gheorghiu, Adi Carauleanu Genere : Drammatico Nazionalità : Romania Anno : 2007

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Coordinatrice distrettualePatrizia MARINI NOVARINA

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FILMOGRAFIA

Titolo : La sconosciuta Regia : Giuseppe Tornatore Cast : Xenia Rappoport, Michele Placido, Claudia Gerini, Piera Degli Esposti,

Alessandro Haber, Clara Dossena, Angela Molina, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino

Genere : Drammatico Nazionalità : Italia Anno : 2006

Titolo : North Country - Storia di Josey Regia : Niki Caro Cast : Charlize Theron, Frances McDormand, Elle Peterson, Thomas Curtis, Sean Bean, Woody Harrelson, Richard J enkins, J eremy Renner, Sissy Spacek, Rusty Schwimmer, J ames Cada. Genere : Drammatico Nazionalità : USA Anno : 2005

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Coordinatrice distrettualePatrizia MARINI NOVARINA

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Titolo : 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni Regia : Cristian Mungiu Cast : Anamaria Marinca, Laura Vasiliu, Vlad Ivanov, Alex Potocean, Luminita Gheorghiu, Adi Carauleanu Genere : Drammatico Nazionalità : Romania Anno : 2007

Titolo : La sconosciuta Regia : Giuseppe Tornatore Cast : Xenia Rappoport, Michele Placido, Claudia Gerini, Piera Degli Esposti,

Alessandro Haber, Clara Dossena, Angela Molina, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino

Genere : Drammatico Nazionalità : Italia Anno : 2006

Titolo : North Country - Storia di Josey Regia : Niki Caro Cast : Charlize Theron, Frances McDormand, Elle Peterson, Thomas Curtis, Sean Bean, Woody Harrelson, Richard J enkins, J eremy Renner, Sissy Spacek, Rusty Schwimmer, J ames Cada. Genere : Drammatico Nazionalità : USA Anno : 2005

FILMOGRAFIA