corso tecnologie dei sistemi di controllo controllo...
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Corso
Tecnologie dei Sistemi di Controllo
Controllo PID
Ing. Valerio Scordamaglia
Università “Mediterranea” di Reggio Calabria,
Loc. Feo di Vito, 89060, RC, Italia
D.I.M.E.T. : Dipartimento di Informatica, Matematica, Elettronica e
Trasporti
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Lezione 17 Giugno 2009 Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Struttura PID ideale
Il controllo PID ha la seguente relazione ingresso-uscita:
0
( )( ) ( ) ( )
t
P I D
t
de tu t K e t K e d K
dt
KP , KI e KD sono costanti potenzialmente nulle
KP è detto coefficiente dell’azione proporzionale, KI è detto coefficiente dell’azione
integrale e KD è detto coefficiente dell’azione derivativa.
Un PID è un sistema SISO, lineare, stazionario, a tempo continuo, improprio.
Supponendo e(t0)=0 è possibile scrivere la relazione ingresso uscita nel dominio di
Laplace: 2
( ) I D P IPID P DK K s K s K
R s K K ss s
L’azione integrale garantisce errore nullo a fronte di segnali di riferimento costanti ,
mentre l’azione derivativa introduce uno zero, che a sua volta genera un anticipo di fase e
quindi una maggiore prontezza del sistema di controllo.
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Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Struttura PID ideale
Di seguito è riportato lo schema a blocchi di un PID ideale:
P P
II
D D
R K
KR
s
R K s
2 11( ) (1 ) I D IPID P D P
I I
T T s T sR s K T s K
T s T s
Una diversa rappresentazione dei PID è la seguente:
/I P IT K K /D D PT K Kè detto tempo integrale e è detto tempo derivativo
Lezione 17 Giugno 2009
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Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Struttura PID reale
Il PID ideale è un sistema con due zeri a parte reale negativa ed un solo polo
nell’origine (improprio). Per questo motivo nella pratica l’azione derivativa è
ottenuta per mezzo della seguente funzione di trasferimento:
1 1
a P D DD
D D
P
K T s K sR
T Ks s
N K N
dove N è scelta in modo che il polo , aggiunto per la realizzabilità, sia
all’esterno della banda di frequenze di interesse del controllo .
Valori tipici sono da 5 a 20. Il PID in forma reale ha la seguente struttura:
/ Ds N T
1( ) (1 )
1 1
a D I DPID P P
D DI
P
T K K sR s K s K
T KT s ss s
N K N
Lezione 17 Giugno 2009
-
0
10
20
30
40
50
60
Magnitu
de (
dB
)
10-2
10-1
100
101
102
103
-90
-45
0
45
90
Phase (
deg)
Bode Diagram
Frequency (rad/sec)
PID ideale
PID reale N=20
N=14
N=11
N=9
N=7
N=6.5
N=6
N=5
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Struttura PID reale
Di seguito è riportato il diagramma di bode del PID ideale (blu) e del PID reale al
variare di N.
Lezione 17 Giugno 2009
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Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Casi Particolari
1( ) (1 )
1 1
a D I DPID P P
D DI
P
T K K sR s K s K
T KT s ss s
N K N
Regolatore Proporzionale. Ponendo KI=KD=0 ,il PID può essere utilizzato come un
semplice regolatore proporzionale con funzione di trasferimento RP=KP . L’impiego di
un regolatore proporzionale è normalmente limitato al controllo di processi
asintoticamente stabili nel caso in cui le prestazioni non rendano necessario
l’inserimento di azioni integrali
Regolatore Integrale. Ponendo KP=KD=0 ,il PID esercita un’azione di tipo integrale.
Questi regolatori sono utilizzati quando è necessario un’azione integrale per il
soddisfacimento dei requisiti sull’errore a transitorio esaurito, ma non si richiedono
prestazioni elevate in termini di velocità di risposta del sistema.
Regolatore PI. Ponendo KD=0 il PID assume la seguente struttura (rete ritardatrice)
…….
1( ) P I IPI P
I
K s K T sR s K
s T s
Lezione 17 Giugno 2009
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Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Casi Particolari
….. con un polo nell’origine e uno zero in s=-1/TI.I regolatori PI vengono impiegati quando è indispensabile l’azione integrale per le
prestazioni statiche, ma è necessaria anche la presenza di uno zero per avere una
banda passante più ampia rispetto a quella ottenibile con un semplice regolatore
integrale.
Regolatore PD. Ponendo KI=0 , il PID assume la seguente struttura (rete
anticipatrice).
( )
1 1
P P DDPD P
K K K sK sR s K
s s
= D
P
K
K Ncon
In generale l’impiego di un simile controllore è tipico in quei casi in cui non vi siano
problemi di stabilità o di prestazioni statiche, ma sia necessario ottenere la banda
passante più ampia possibile
Regolatore PID. I PID hanno un polo nell’origine del piano complesso e nella loro
forma ideale , due zeri in posizione (particolare tipo di rete a sella):
( 4 )
2
I I I D
I D
T T T Ts
T T
Se TI≥4TD gli zeri sono reali. Quando TI =4TD gli zeri sono coincidenti
s=-1/2TD . Quest’ultima scelta è spesso effettuata per semplificare la
taratura automatica
Lezione 17 Giugno 2009
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Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Limitazione dell’azione derivativa
Nel classico schema di controllo in retroazione,
l’azione derivativa è effettuata sull’errore e. In
questo caso, in presenza di uno un riferimento
discontinuo (es. gradino), l’uscita del derivatore
e di conseguenza la variabile di controllo
assume un andamento di tipo impulsivo.
Per evitare possibili problemi, frequentemente
l’azione derivativa è esercitata sulla sola
variabile di uscita y.
Lezione 17 Giugno 2009
-
-100
-50
0
50
Magnitu
de (
dB
)
10-2
10-1
100
101
102
-180
-135
-90
Phase (
deg)
Bode Diagram
Gm = Inf dB (at Inf rad/sec) , Pm = 51.8 deg (at 0.786 rad/sec)
Frequency (rad/sec)
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Esempio (Bolzern Es. 14.1)
Si consideri la seguente f.d.t:
3
1( )
1G s
s
Siano:
221 1
1 ( ) ( ) ( ) ( )1
1
P
I PID PID
D
Ks
K R s L s R s G ss s s
K
Lezione 17 Giugno 2009
-
-150
-100
-50
0
50
Magnitu
de (
dB
)
10-2
10-1
100
101
102
103
-270
-225
-180
-135
-90
Phase (
deg)
Bode Diagram
Gm = 21.4 dB (at 3.53 rad/sec) , Pm = 51.4 deg (at 0.804 rad/sec)
Frequency (rad/sec)
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Esempio (Bolzern Es. 14.1)
2
1 1( ) 2 ...
1 1 0.1
5
P
I a
PID
D
K
K sR s
K s s
N
2
3
1.2 2.1 1... ( ) ( ) ( )
(1 0.1 )(1 )
a
PID
s sL s R s G s
s s s
Lezione 17 Giugno 2009
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Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Esempio (Bolzern Es. 14.1)
1( ) 2
1 0.1
a
PID
sR s
s s
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 200
2
4
6
8
10
12
Lezione 17 Giugno 2009
-
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Esempio (Bolzern Es. 14.1)
1( ) 2
1 0.1
a
PID
sR s
s s
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 200
5
10
15
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 200
0.5
1
1.5
Lezione 17 Giugno 2009
-
0
10
20
30
40
50
60
Magnitu
de (
dB
)
10-2
10-1
100
101
102
103
-90
-45
0
45
90
Phase (
deg)
Bode Diagram
Frequency (rad/sec)
PID ideale
PID reale N=20
N=14
N=11
N=9
N=7
N=6.5
N=6
N=5
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Limitazione dell’azione derivativa
Per quanto riguarda la scelta del parametro N , si osservi che al crescere di N il PID reale
tende al comportamento del PID ideale.
Assumendo che ad alte frequenze il modulo della funzione di anello sia piccolo, è
opportuno mantenere il modulo della f.d.t del PID il più basso possibile per evitare
problemi di amplificazione di possibili disturbi.
Per queste ragioni è preferibile individuare il più piccolo N possibile compatibile con
l’esigenza di porre il polo aggiuntivo fuori dalla banda di interesse
Lezione 17 Giugno 2009
-
0 5 10 15 20-2
0
2
4
N=5
0 5 10 15 20-0.5
0
0.5
1
1.5
0 5 10 15 20-10
-5
0
5
10
0 5 10 15 20-0.5
0
0.5
1
1.5
N=30
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Esempio (Bolzern Es. 14.2)
Si consideri la seguente f.d.t:
3
1( )
1G s
s
Siano:
221 1
1 ( ) ( ) ( ) ( )1
1
P
I PID PID
D
Ks
K R s L s R s G ss s s
K
Lezione 17 Giugno 2009
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Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Problema del Wind Up
La presenza combinata dell’azione integrale e di una saturazione dovuta all’attuatore
provoca un effetto di tipo non lineare** che può deteriorare le prestazioni del sistema di
controllo.
Sia G(s) la funzione di trasferimento del processo. Si consideri un controllore puramente
integrale interconnesso come in figura. Si supponga che l’attuatore con ingresso u e
uscita m sia descritto dalla relazione:
, ( )
( ) ( ), ( )
, ( )
M M
M
M M
u u t u
m t u t u t u
u u t u
Lezione 17 Giugno 2009
-
-100
-50
0
50
100
Magnitu
de (
dB
)
10-2
10-1
100
101
102
-180
-135
-90
Phase (
deg)
Bode Diagram
Gm = Inf dB (at Inf rad/sec) , Pm = 38.7 deg (at 1.25 rad/sec)
Frequency (rad/sec)
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Esempio (Bolzern Es. 14.3)
Si consideri la seguente f.d.t:
1( )
1G s
s
Siano:
2 22 ( ) ( ) ( ) ( )
1I PID PIDK R s L s R s G s
s s s
1.05, ( ) 1.05
( ) ( ), ( ) 1.05
1.05, ( ) 1.05
u t
m t u t u t
u t
In assenza di saturazione
Lezione 17 Giugno 2009
-
0 5 10 15 20 25 300
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
1.4
uM
=
uM
=1.05
riferimento
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Esempio (Bolzern Es. 14.3)
Lezione 17 Giugno 2009
-
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
0 5 10 15 20 25 30-0.5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
e
u
m
Esempio (Bolzern Es. 14.3)
Lezione 17 Giugno 2009
-
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Schema Anti Wind-Up
Il fenomeno del wind up può essere attenuato. La soluzione maggiormente utilizzata in
letteratura prevede di alimentare il regolatore anche con il segnale a valle della
saturazione.
Si consideri un attuatore con le seguenti saturazioni e lo schema di controllo in figura:
, ( )
( ) ( ), ( )
, ( )
M M
M
M M
u u t u
m t u t u t u
u u t u
PK
IK
K
Lezione 17 Giugno 2009
-
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Schema Anti Wind-Up
( ) Mu t uSe
0 Is PK
e u K es
( ) . M Mu t u es m u Se
1. Il terzo termine tende ad uM con dinamica del primo ordine
2. A transitorio esaurito se e cambia segno u rientra velocemente in zona lineare
...
...
I IP s P M
I IP M P M
K KK Ku K e e K e u u
s s s s
K KK K s Ku u K e u u K e e u
s s s s K s K s K
Lezione 17 Giugno 2009
-
0 2 4 6 8 10 120
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
1.4
1.6
1.8
2
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Esempio (Bolzern Es. 14.5)
Si consideri la seguente f.d.t:
1( )
1G s
s
Siano:2 2
( ) 22
P
PID
I
KR s
K s
1.05, ( ) 1.05
( ) ( ), ( ) 1.05
1.05, ( ) 1.05
u t
m t u t u t
u t
u e m al varioare di K nell’intervallo [0.1:10]
Al Crescere di K, il controllore esce prima dalla
condizione di non linearità dovuta al win-up
Lezione 17 Giugno 2009
-
0 2 4 6 8 10 120
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
1.4
Ing.Valerio ScordamagliaTecnologie dei Sistemi di Controllo
Esempio (Bolzern Es. 14.5)
y e r al varioare di K nell’intervallo [0.1:10]
Lezione 17 Giugno 2009
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Corso
Tecnologie dei Sistemi di Controllo
Controllo PID
Ing. Valerio Scordamaglia
Università “Mediterranea” di Reggio Calabria,
Loc. Feo di Vito, 89060, RC, Italia
D.I.M.E.T. : Dipartimento di Informatica, Matematica, Elettronica e
Trasporti