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1 1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA SAPIENZA CORSO DI RAGIONERIA (E-M) ESERCIZI SUL BILANCIO, SULLE RICLASSIFICAZIONI DI BILANCIO E SUGLI INDICI ANNO ACCADEMICO 2014/2015 SILVIA SOLIMENE

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1

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA SAPIENZA

CORSO DI RAGIONERIA

(E-M)

ESERCIZI SUL BILANCIO, SULLE

RICLASSIFICAZIONI DI BILANCIO E SUGLI INDICI

ANNO ACCADEMICO 2014/2015

SILVIA SOLIMENE

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SCHEMI CIVILISTICI DI BILANCIO

SCHEMA STATO PATRIMONIALE ex art. 2424 Codice civile

ATTIVO

A) CREDITI VERSO I SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI

B) IMMOBILIZZAZIONI

I Immobilizzazioni immateriali (al netto del fondo ammortamento)

1) Costi di impianto e di ampliamento

2) Costi di Ricerca e Sviluppo (R&S) e di pubblicità

3) Diritti di brevetto industriale e diritti di sfruttamento di opere dell'ingegno

4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili

5) Avviamento

6) Immobilizzazioni in corso e acconti

7) Altre

II Immobilizzazioni materiali (al netto del fondo ammortamento)

1) Terreni e Fabbricati

2) Impianti e macchinario

3) Attrezzature industriali e commerciali

4) Altri beni

5) Immobilizzazioni in corso e acconti

III

Immobilizzazioni finanziarie con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi

esigibili entro l'esercizio successivo

1 Partecipazioni in

1 a) Partecipazioni in imprese controllate

1 b) Partecipazioni in imprese collegate

1 c) Partecipazioni in imprese controllanti

1 d) Altre imprese

2 Crediti

2a) Verso controllate

2b) Verso collegate

2c) Verso controllanti

2d) Verso altri

3 Altri titoli

al netto dei relativi fondi svalutazione

4 Azioni proprie con separata indicazione anche del valore nominale complessivo

TOTALE DELLE IMMOBILIZZAZIONI

C) ATTIVO CIRCOLANTE/CORRENTE

I Rimanenze

1) Materie prime, sussidiarie e di consumo

2) Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati

3) Lavori in corso su ordinazione

4) Prodotti finiti e merci

5) Acconti

II

Crediti con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre

l'esercizio successivo

1) Verso i clienti (al netto del fondo svalutazione crediti)

2) Verso imprese controllate (al netto del fondo svalutazione crediti)

3) Verso imprese collegate (al netto del fondo svalutazione crediti)

4) Verso controllanti (al netto del fondo svalutazione crediti)

4bis) Crediti tributari (al netto del fondo svalutazione crediti)

4 ter) Imposte anticipate

5) Verso altri

III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni

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1) Partecipazioni in imprese controllate (al netto del fondo svalutazione)

2) Partecipazioni in imprese collegate (al netto del fondo svalutazione)

3) Partecipazioni in imprese controllanti (al netto del fondo svalutazione)

4) Altre partecipazioni (al netto del fondo svalutazione)

5)

Azioni proprie con separata indicazione anche del valore nominale complessivo (al netto del

fondo svalutazione)

6) Altri titoli (al netto del fondo svalutazione)

IV Disponibilità liquide

1) Depositi bancari e postali

2) Assegni

3) Denaro e valori in cassa

D) RATEI E RISCONTI CON SEPARATA INDICAZIONE DEL DISAGGIO SUI

PRESTITI

Ratei attivi

Risconti attivi

TOTALE ATTIVO

PASSIVO

A) PATRIMONIO NETTO

I Capitale sociale

II Riserva da sovrapprezzo azioni

III Riserva di rivalutazione

IV Riserva legale

V Riserve statutarie

VI Riserva per azioni proprie in portafoglio

VII Altre riserve, distintamente indicate

VIII Utili (Perdite) portati a nuovo

IX Utile (Perdita) d'esercizio

B) FONDI PER RISCHI E ONERI

1) per trattamento di quiescenza e obblighi simili

2) per imposte, anche differite

3) altri

C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO

D) DEBITI con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre

l'esercizio successivo

1) Obbligazioni

2) Obbligazioni convertibili

3) Debiti verso soci per finanziamenti

4) Debiti verso banche

5) Debiti verso altri finanziatori

6) Acconti

7) Debiti verso fornitori

8) Debiti rappresentati da titoli di credito

9) Debiti verso imprese controllate

10) Debiti verso imprese collegate

11) Debiti verso imprese controllanti

12) Debiti tributari

13) Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale

14) Altri debiti

E) RATEI E RISCONTI CON SEPARATA INDICAZIONE DELL'AGGIO SUI

PRESTITI

Ratei passivi

Risconti passivi

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TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO NETTO

SCHEMA CONTO ECONOMICO ex art. 2425 Codice civile

A) Valore della produzione

1 Ricavi delle vendite

2 Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti

3 Variazioni dei lavori in corso su ordinazione

4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni

5 Altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio

Totale valore della produzione

B) Costi della produzione

6 Per materie prime

7 Per servizi

8 Per godimento beni di terzi

9 Per il personale

a salari e stipendi

b oneri sociali

c trattamento di fine rapporto

d trattamenti di quiescenza e simili

e altri costi

10 Ammortamenti e svalutazioni

a ammortamento delle immobilizzazioni immateriali

b ammortamento delle immobilizzazioni materiali

c altre svalutazioni delle immobilizzazioni

d svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità liquide

11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie

12 Accantonamenti per rischi

13 Altri accantonamenti

14 Oneri diversi di gestione

Totale costi della produzione

DIFFERENZA A-B

C) Proventi e Oneri finanziari

15 Proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e

collegate

16 Altri proventi e oneri

a da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese

controllate, collegate e di quelli relativi a controllanti

b da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non sono partecipazioni

c da titoli iscritti nell'attivo circolante che non sono partecipazioni

d proventi diversi dai precedenti

17 Interessi e oneri finanziari con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate,

collegate e di quelli da controllanti

Totale proventi e oneri finanziari

D) Rettifiche di valore di attività finanziarie

18 Rivalutazioni

a) di partecipazioni

b) di immobilizzazioni finanziarie

c) di titoli iscritti nell'attivo circolante

19 Svalutazioni

a) di partecipazioni

b) di immobilizzazioni finanziarie

c) di titoli iscritti nell'attivo circolante

Totale rettifiche di valore di attività finanziarie

E) Proventi e Oneri straordinari

20 Proventi, con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni

21 Oneri con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni e delle imposte relative a

esercizi precedenti

Totale delle partite straordinarie

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A-B)

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22 Imposte sul reddito d'esercizio

23 Utile d'esercizio

ALCUNE CONSIDERAZIONI NON ESAUSTIVE SUL CONTENUTO DI SP E DI CE

L’art. 2424 prevede uno schema di SP (forma) a sezioni contrapposte.

Per quanto riguarda i criteri di classificazione essi sono i seguenti.

Per l’ATTIVO il criterio principale è quello della DESTINAZIONE (l’art. 2424 – bis prevede che i beni

destinati a essere utilizzati durevolmente devono essere classificati tra le immobilizzazioni). Detto criterio

consente di distinguere le voci delle B) IMMOBILIZZAZIONI dalle voci dell’ATTIVO

CORRENTE/CIRCOLANTE (C), sulla base del ruolo svolto dalle diverse attività nell’ambito dell’attività

ordinaria. Il criterio in esame prevede, di massima, che le voci inserite nell’attivo corrente siano esigibili

entro l’ex successivo, mentre le immobilizzazioni oltre l’ex successivo (vi sono eccezioni che si esaminano

in seguito) Tale criterio consente quindi che voci aventi la medesima natura (es. le partecipazioni) si trovino

classificate sia nelle immobilizzazioni sia nell’attivo corrente/circolante. In ogni caso, è fatta presunzione che

le voci iscritte nelle immobilizzazioni abbiano esigibilità a lungo termine. Se così non fosse il Legislatore

chiede di evidenziare gli importi esigibili entro l’ex successivo nella medesima classe. Allo stesso modo si

presume che le voci iscritte nell’attivo corrente abbiano esigibilità a breve termine. Se così non fosse il

Legislatore chiede di evidenziare gli importi esigibili oltre l’ex successivo nella medesima classe.

Prima specificazione da fare.

I CREDITI, TUTTI I CREDITI NON seguono il criterio della destinazione ma quello della NATURA. I

crediti si classificano in funzione della natura del contratto che li ha generati. Infatti:

- tutti i crediti FINANZIARI, cioè quelli originano dall’attività di finanziamento che l’azienda

fa a terzi soggetti, a prescindere dalla loro esigibilità, si classificano nella voce B III)

Immobilizzazioni finanziarie. Per distinguere l’esigibilità degli importi (secondo il criterio

finanziario), peraltro, il Legislatore ha richiesto la separazione degli importi esigibili entro l’ex

successivo;

- tutti i crediti COMMERCIALI, cioè quelli originano dall’attività operativa, industriale

dell’azienda, a prescindere dalla loro esigibilità, si classificano nella voce C II) Crediti. Per

distinguere l’esigibilità degli importi (secondo il criterio finanziario), peraltro, il Legislatore ha

richiesto la separazione degli importi esigibili oltre l’ex successivo.

Seconda specificazione da fare.

Con riferimento alle partecipazioni (titoli rappresentativi dell’interesse dell’azienda nel patrimonio netto

di un’altra azienda1) il Legislatore ha elaborato una presunzione relativa (valida solo fino a prova contraria)

che distingue:

1 L’interesse nel PN di un’altra azienda si manifesta mediante l’acquisto di quote azionarie (che rappresentano il

capitale sociale) ad un prezzo che di solito diverge dal valore nominale del capitale sociale stesso. L’acquisto di

partecipazioni non comporta l’estinzione della società partecipata che rimane soggetto giuridico autonomo. Ciò che

cambia è la composizione degli assetti proprietari e del soggetto economico, eventualmente.

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- le partecipazioni di controllo/collegamento definite “strategiche” e di conseguenza

classificate nelle Immobilizzazioni finanziarie (B III), sulla considerazione che una partecipazione

importante in termini numerici identifica un intento di controllo strategico a lungo termine;

- le partecipazioni minoritarie definite “di investimento” e di conseguenza classificate

nell’attivo circolante (C III) Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, sulla

considerazione che esse sono detenute con l’intento di realizzo e di guadagno e destinate a essere

smobilizzate in breve tempo;

A proposito di questa presunzione, occorre precisare che nella realtà non è sempre così; le imprese

classificano le partecipazioni, a prescindere dal fatto che siano strategiche o meno, sia tra le

immobilizzazioni, sia nell’attivo circolante.

Terza specificazione da fare.

In virtù di quanto anticipato a proposito dei CREDITI e delle PARTECIPAZIONI, il Legislatore richiede

un’ulteriore evidenza dei rapporti di GRUPPO. Infatti, occorre sempre distinguere, a prescindere da dove

siano classificati, se gli importi siano verso società controllanti, controllate o collegate2.

Le classi A) e D) sono classificate per NATURA. Ciò significa che, a prescindere dalla esigibilità degli

importi, le voci si distinguono in funzione della natura dell’elemento che le ha generate (es. crediti vs i soci,

a prescindere dalla data di recupero dell’importo; ratei e risconti che sono quote di ricavi e di costi maturati

in ragione del tempo e riguardanti eventi che si svolgono a cavallo di due o più esercizi).

Per comprendere il contenuto dell’attivo di SP, occorre ricordare che tra le immobilizzazioni materiali e

immateriali (Macro classe B, classi I e II) è possibile, rispettivamente alle voci 5) e 6) trovare gli “acconti”.

Di cosa si tratta? Gli acconti vengono versati dall’impresa ai fornitori per la costruzione di cespiti aziendali.

Giuridicamente sono dei crediti che l’azienda vanta nei confronti di fornitori che si impegnano a consegnare

i beni commissionati. Da un punto di vista economico-aziendale essi vengono classificati per destinazione: in

tal senso, essi rappresentano un investimento fatto dall’azienda che si trasformerà nel tempo nel cespite

commissionato. Pertanto, essi sono destinati a tenere memoria che in futuro quell’acconto si trasformerà in

una immobilizzazione. Per tale motivo, sono rappresentati civilisticamente, anziché tra i crediti, tra le

immobilizzazioni in corso (B II 5, o B I 6). Per la stessa ragione ma opposta gli “anticipi” che l’azienda

riceve dai clienti per la realizzazione di commesse rappresentano giuridicamente un debito dato che la sua

prestazione di fare e consegnare non si è ancora realizzata al momento della redazione del bilancio. Il

legislatore chiede che essi siano evidenziati in modo separato tra i debiti alla voce (D 6).

Per il PASSIVO l’unico criterio di classificazione previsto è quello della NATURA. Pertanto, a

prescindere dalla esigibilità degli importi iscritti, le voci sono evidenziate in funzione della natura del

contratto/fattore produttivo che le ha generate. Detto criterio è funzionale a distinguere le fonti di

2 Secondo l’art. 2359 C.c. sono controllate le società sulle quali un’altra sia in grado di esercitare un’influenza dominante (perché

controlla la maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria). Sono collegate le società nelle quali un’altra esercita

un’influenza notevole. A tal proposito il Legislatore presume che sono collegate le società nelle quali si possa esercitare l’influenza

sul 20% del capitale sociale ovvero sul 10% se la società partecipata è una società quotata.

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finanziamento interne (Mezzi propri) da quelle esterne (Mezzi di terzi). La voce A) PATRIMONIO NETTO

è per natura una fonte interna all’azienda. Le altre fonti di finanziamento sono considerate invece esterne3.

Mentre nel bilancio contabile troviamo le poste rettificative (fondi ammortamento e fondi svalutazione in

genere), nel bilancio civilistico dette voci devono essere portate in diretta diminuzione delle corrispondenti

voci dell’attivo (es. il fondo ammortamento impianti nella riclassificazione deve essere portato in

diminuzione della voce “Impianti”). Il codice civile dispone che in Nota Integrativa si deve spiegare il valore

lordo e quello del fondo ammortamento; per tutti i fondi rettificativi (fondi svalutazione crediti, magazzino,

titoli, ecc.) non è previsto nulla, ma i Principi contabili e la migliore prassi estendono anche a queste ultime

voci rettificative la disciplina della evidenziazione in Nota Integrativa. L’obiettivo è di rendere quanto più

comprensibile ai lettori di bilancio il valore contabile netto delle voci rettificate. A tal proposito, occorre dire

che il totale di SP esposto secondo il codice civile non coincide con i valori desunti dalla contabilità, per

l’esistenza dei fondi rettificativi che contabilmente si trovano in avere di SP, ma civilisticamente vengono

portati in deduzione delle voci attive corrispondenti.

Vendendo al contenuto, la macro classe A) PATRIMONIO NETTO è suddivisa in numeri Romani ed

evidenzia il capitale sociale, le riserve di capitale (RSA), le riserve di rivalutazione (es. per deroghe per casi

eccezionali), le riserve di utili e utili (o perdite) di esercizi precedenti portati a nuovo; infine il risultato

economico dell’esercizio (utile o perdita).

I FONDI RISCHI E ONERI (B), divisi in numeri arabi, riportano solo i fondi destinati a coprire eventi

negativi futuri (perdite o debiti futuri) che al momento della chiusura dell’esercizio sono di natura

determinata, di esistenza certa o probabile, ma dei quali sono indeterminati l’ammontare preciso o la data di

manifestazione (secondo l’art. 2424-bis). Un esempio tipico è il fondo manutenzione impianti che

rappresenta spese future certe ma ancora non manifeste alla data di bilancio. In sostanza si tratta per

l’azienda di debiti presunti.

La macro classe TFR (C) rappresenta un debito presunto verso i dipendenti, in quanto le somme accolte

sono di spettanza dei dipendenti al momento della cessazione del rapporto di lavoro (per quiescenza o

licenziamento), anche se l’azienda non conosce il momento preciso in cui ciò accadrà.

La macro classe dei DEBITI (D) riporta i debiti organizzati per natura del soggetto nei confronti del quale

è sorto il rapporto (debiti verso banche, fornitori, stato, ecc.). Occorre fare una specificazione. Come avviene

per le partecipazioni e per i crediti viene richiesta dal Legislatore l’evidenziazione dei rapporti di Gruppo a

prescindere da dove siano classificati i debiti. Inoltre, per preservare il criterio finanziario, dato che i debiti

non sono esposti in funzione della loro esigibilità, lo stesso Legislatore ha previsto l’evidenziazione degli

importi esigibili oltre l’ex successivo.

3 In realtà questa è una semplificazione, in quanto alcune fonti che nello SP sono classificate come esterne vengono assimilate nella

letteratura a fonti di finanziamento interne (ad esempio le variazioni dei fondi rischi e spese future, le variazioni dei fondi

ammortamento, le variazioni dei fondi rettificativi e le variazioni dei risconti passivi) poiché non corrispondono ad alcuna fonte di

finanziamento esterna all’impresa.

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Sulla macro classe E) Ratei e Risconti passivi non vi è nulla da dire se non che si tratta di quote di costi

misurate da debiti presunti o di ricavi anticipati generati da rettifiche di ricavo relative a eventi che si

svolgono a cavallo di due o più esercizi e che sono maturati in ragione del tempo.

Occorre sapere che in calce allo stato patrimoniale, ma al di fuori della rappresentazione del patrimonio

aziendale, devono essere fornite delle informazioni sui conti d’ordine (ultimo comma dell’art. 2424). Si tratta

di conti di memoria per eventi che sono incerti sia nella manifestazione sia negli importi e nella data. In

particolare vengono registrati eventi che non possono essere considerati di competenza in quanto gli effetti

non insistono sul patrimonio alla data di bilancio (es. fideiussioni concesse, deposito titoli presso soggetti

terzi).

Altre considerazioni sul contenuto e sulla classificazione delle voci dello SP verranno effettuate nel

momento in cui si affronteranno i criteri particolari di valutazione delle singole poste di bilancio.

L’art. 2425 prevede uno schema di CE (forma) in forma scalare.

L’unico criterio di classificazione previsto è quello della NATURA dei fattori produttivi che hanno

generato i costi e di conseguenza anche i ricavi. Si badi che i componenti di reddito sono la contropartita

economica di eventi che modificano il patrimonio aziendale. Anzi, gli eventi possono essere registrati in P.D.

(aspetto derivato) solamente se vi è una manifestazione numeraria che riguarda grandezze patrimoniali.

Quando si guarda al CE si deve sempre considerare che esiste una contropartita nello SP. Così, quando si

guarda allo SP occorre considerare che dallo sfruttamento del patrimonio discendono costi e ricavi per

l’azienda. Il collegamento tra i due prospetti deve essere sempre considerato per razionalizzare la

comprensione delle molteplici voci ivi contemplate.

Il Legislatore ha voluto distinguere in sostanza la GESTIONE ORDINARIA da quella

STRAORDINARIA. La gestione ordinaria, a sua volta, sempre secondo le disposizioni legislative si

distingue in gestione operativa caratteristica e gestione finanziaria extra-caratteristica per identificare il

contributo delle diverse aree di gestione alla formazione del risultato economico dell’esercizio. Occorre

precisare che questo schema non coincide con le esigenze degli utilizzatori del bilancio, in quanto le voci

risultano essere aggregate troppo “genericamente”. Pertanto, la letteratura e la prassi economico aziendale

ritengono più significativi degli schemi riclassificati secondo criteri differenti che diano conto della gestione

effettivamente straordinaria, della gestione tipicamente industriale e di quella patrimoniale/accessoria/extra-

caratteristica.

Lo schema attribuisce alle macro classi A), B), C), D) la gestione ordinaria, in particolare alle macro

classi A) e B) la gestione operativa (rispettivamente sommatoria algebrica di componenti positive e di

componenti negative) e alle classi C) e D) il saldo della gestione finanziaria (proventi – oneri). Alla macro

classe E) viene attribuita il saldo gestione straordinaria (proventi – oneri). Viene evidenziata anche la

gestione tributaria (voce 22 del CE) che riporta le imposte effettivamente di competenza dell’ex. Il saldo

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della differenza (A ̶ B) rappresenta il risultato ordinario della gestione caratteristica operativa, prima di

attribuire le componenti finanziarie, straordinarie e tributarie. Il saldo delle grandezze (A – B ± C ± D), che il

Legislatore non evidenzia nella forma scalare, rappresenta il saldo della gestione ordinaria. Il saldo della

gestione A – B ± C ± D ± E restituisce il risultato ante imposte. Se si sottrae l’importo della voce 22 delle

imposte di competenza, si ottiene il risultato netto economico, che deve coincidere con i valori espressi nello

SP contabile.

Venendo al contenuto delle specifiche aree del conto economico, la macro classe A) rappresenta il

VALORE DELLA PRODUZIONE suddivisa in numeri arabi. Essa viene intesa in senso ampio, come

contributo dell’azienda alla produzione economica, senza considerare se questa produzione sia stata

effettivamente venduta o risulti ancora in giacenza presso l’azienda. Essa considera anche le produzioni in

corso di lavorazione che termineranno soltanto in futuro e che produrranno ricavi monetari solo in futuro ma

che rappresentano valori positivi per l’azienda al momento della chiusura del bilancio. Le voci sono 5 (anche

se l’art. 2423-ter ammette la possibilità di modificare dette voci) in somma algebrica e sono le seguenti in

sintesi:

1. Ricavi delle vendite e delle prestazioni. Sono compresi tutti i ricavi di competenza

economica derivanti dalle vendite di beni o di servizi dell’attività tipica dell’azienda (core business).

Essi sono ricavi che si verificano nella normale e caratteristica attività operativa dell’azienda e che

ne rappresentano la parte centrale e più rappresentativa. Detti ricavi devono essere esposti al netto di

eventuali sconti passivi che l’azienda ha applicato ai suoi clienti o di eventuali restituzioni (resi) che

abbia registrato e di imposte dirette che si applicano alle vendite.

2. Variazioni delle rimanenze dei prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti. Qui

viene rappresentato il saldo (avente segno positivo o negativo) della differenza tra le Rimanenze

finali e quelle iniziali di quei prodotti che hanno già subito o terminato il processo di lavorazione da

parte dell’azienda. Il saldo positivo aumenta il valore della produzione perché le rimanenze finali

sono maggiori di quelle iniziali; ciò significa che l’azienda ha prodotto più di ciò che ha venduto. Le

rimanenze finali evidenziano ciò che ha prodotto e non venduto; quelle iniziali rappresentano

prodotti acquistati negli ex precedenti che vengono utilizzati nell’esercizio in chiusura. Il saldo

negativo riduce il valore della produzione perché le rimanenze iniziali sono maggiori di quelle finali;

ciò significa che l’azienda ha prodotto meno di ciò che ha venduto. In questo caso il suo contributo

alla produzione è inferiore rispetto a ciò che ha effettivamente venduto. Per il principio della partita

doppia, al momento delle scritture di assestamento, la rettifica di costo (rimanenze finali) trova

accoglimento in questa voce; il costo sospeso è classificato in SP nell’Attivo corrente alla voce C) I)

2) Rimanenze di prodotti in corso di lavorazione e semilavorati.

3. Variazioni dei lavori in corso su ordinazione. Qui viene rappresentato il saldo (avente segno

positivo o negativo) della differenza tra le Rimanenze finali e quelle iniziali di quei prodotti che

l’azienda sta realizzando su commessa (es. costruzione di edifici su commissione di terzi). Le

rimanenze iniziali rappresentano costi sospesi negli ex precedenti e integrati nel CE dell’ex in

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chiusura4. Le rimanenze finali rappresentano indistintamente il complesso dei costi sostenuti nei

periodi della costruzione/fabbricazione e sospesi per il principio della competenza fino al momento

in cui i lavori non saranno terminati5. L’interpretazione del saldo delle rimanenze è identico alla voce

2). Per il principio della partita doppia, la rettifica di costo trova accoglimento in questa voce; il

costo sospeso è classificato in SP nell’Attivo corrente alla voce C) I) 3) Rimanenze di Lavori in

corso su ordinazione.

4. Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni. Detta voce accoglie tutte le rettifiche di

costi (che incrementano il valore della produzione) sostenute durante la fabbricazione di beni in

economia (cioè internamente all’azienda). Detti incrementi tengono idealmente memoria che

l’azienda sta costruendo per sé un cespite (materiale o immateriale). Solo al momento in cui sarà

terminata la fabbricazione il costo sarà interamente capitalizzato nello SP in una delle voci previste

per le immobilizzazioni (B). Per tutto il periodo della fabbricazione i costi sostenuti sono iscritti tra i

costi della produzione e poi sono rettificati con la tecnica della sospensione in modo indistinto (come

avviene per le rimanenze di magazzino). Per il principio della partita doppia, il costo rettificato trova

accoglimento in questa voce di CE; il costo sospeso trova accoglimento nello SP nella voce 6)

Immobilizzazioni in corso e acconti.

5. Altri ricavi e proventi. In questa voce residuale rientrano tutti quei proventi che non hanno

natura finanziaria o straordinaria e che non derivano dall’attività tipica dell’azienda. Sono ricavi

afferenti ad una gestione extra-caratteristica, ad esempio quella patrimoniale, seppur sempre

rientranti nella gestione ordinaria. Ritroviamo in questa voce, a titolo esemplificativo,:

- le plusvalenze derivanti dalla vendita di cespiti strumentali all’attività operativa dell’azienda;

- i fitti attivi se detta attività non rappresenta il core business dell’azienda (se l’azienda avesse come

oggetto sociale la locazione di immobili, detti ricavi rientrerebbero tra i ricavi operativi delle vendite

e andrebbero classificati nella voce 1) del Valore della produzione.

- le sopravvenienze e le plusvalenze derivanti dalla stima di accantonamenti o di valori stimati

(fatture da emettere, ecc) non derivanti da errori di chi li ha effettuati;

- i ripristini di valore successivi a svalutazioni effettuate sulle immobilizzazioni materiali e

immateriali secondo i criteri particolari di valutazione (art. 2426).

La macro classe B) COSTI DELLA PRODUZIONE è organizzata secondo la natura del fattore

produttivo che ha generato il costo. È divisa in numeri arabi e lettere minuscole. Sono qui classificati tutti i

costi aventi natura operativa, caratteristica ed extra caratteristica, in sostanza tutti i costi (industriali,

amministrativi, commerciali, ecc.) tranne quelli aventi natura finanziaria e straordinaria. Per il principio della

correlazione tra costi e ricavi sono da considerarsi tutti quei costi che l’azienda ha registrato nel periodo per

4 Se la lavorazione ancora non è terminata, detti costi verranno contabilmente alla fine dell’esercizio di nuovo rettificati

insieme ai nuovi costi che l’azienda ha sostenuto nell’ex in chiusura. In ogni caso nel conto economico contabile si

trovano le rimanenze iniziali e quelle finali evidenziate separatamente. 5 In quel momento i prodotti saranno consegnati al committente e solo in quel momento verranno sostenuti i ricavi;

pertanto, solo in quel momento tutti i costi che erano stati sostenuti e rinviati negli ex precedenti, per il principio di

correlazione verranno integrati nel conto economico come costi di competenza.

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ottenere quel determinato Valore della produzione. Pertanto, le due classi A) e B) sono omogenee per natura

ma contrapposte nel segno. La classe in oggetto è divisa in 8 numeri arabi dei quali di seguito si danno

alcune esemplificative indicazioni:

6) nei Costi per materie prime sussidiarie di consumo e merci sono inclusi tutti i costi di

acquisto di dette materie al netto di sconti, abbuoni e resi.

7) la voce Costi per servizi accoglie i costi per l’acquisto di servizi (prestazioni da terzi)

nello svolgimento della normale attività ordinaria (es. costi per utenze, per consulenze di esperti

esterni all’azienda, costi per manutenzioni, riparazioni, costi assicurativi, compensi agli organi di

controllo e agli amministratori, costi commerciali, costi di pubblicità, ecc.).

8) nei Costi per godimento beni di terzi sono iscritti gli importi pagati per i beni che non

sono di proprietà dell’azienda (fitti passivi, canoni di leasing, i premi pagati per l’utilizzo di marchi

non di proprietà, ecc.)

9) nel costo per il personale, diviso anche in numeri arabi, sono compresi tutti i costi che

l’azienda sostiene per il personale dipendente. Si tratta delle componenti di costo (salari e stipendi,

oneri sociali, ecc.) che figurano nella determinazione delle buste paga dei lavoratori dipendenti.

Nelle lettere c) e d) sono compresi gli accantonamenti che vengono effettuati al TFR e ai fondi di

quiescenza (pensione) diversi.

10) nel costo per ammortamenti e svalutazioni trovano collocazione alla lettera d) tutti gli

accantonamenti ai fondi svalutazione delle corrispondenti voci (crediti, titoli, rimanenze di

magazzino, ecc.).

11) Variazioni delle rimanenze di materie prime sussidiarie di consumo e merci. Qui viene

rappresentato il saldo (avente segno positivo o negativo) della differenza tra le Rimanenze iniziali e

quelle finali dei fattori produttivi che NON hanno ancora subito il processo di lavorazione da parte

dell’azienda6. Il saldo positivo aumenta i costi della produzione perché le rimanenze iniziali sono

maggiori di quelle finali; ciò significa che l’azienda ha consumato più di ciò che ha acquistato. Il

saldo negativo riduce i costi della produzione perché le rimanenze iniziali sono inferiori di quelle

finali; ciò significa che l’azienda ha consumato meno di ciò che ha acquistato7.

12) negli Accantonamenti per rischi l’azienda inserisce soltanto gli accantonamenti per rischi

effettivamente insistenti sul patrimonio (es. fondo contenziosi in corso, per il rischio di dover

risarcire danni e pagare spese legali). Le contropartite di questi costi si trovano nello SP nella voce

B) Fondi rischi e spese future.

13) negli Altri accantonamenti devono essere iscritti gli importi accantonati per spese future.

6 Il corrispondente costo di acquisto delle materie prime da parte dell’azienda viene contabilizzato nei costi

per acquisto di materie prime (B 6). 7 Le rimanenze iniziali rappresentano merci acquistate negli ex precedenti che vengono utilizzate

nell’esercizio in chiusura; quelle finali evidenziano ciò che l’azienda non ha consumato alla fine dell’ex.

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Con riguardo ai fondi rischi e spese future, è da precisare che non si possono iscrivere fondi per la

copertura di perdite di esercizio per le quali occorre procedere mediante le riserve di utili. Le

contropartite di questi costi si trovano nello SP nella voce B) Fondi rischi e spese future.

14) Oneri diversi di gestione. Questa è una voce residuale che accoglie tutti gli altri costi che

non sono compresi nelle altre voci, ma afferenti sempre alla gestione ordinaria, non finanziaria, e

non alla gestione straordinaria. Sono costi afferenti ad una gestione extra-caratteristica, ad esempio

quella patrimoniale. Rientrano in questa voce, a titolo esemplificativo,:

- le minusvalenze derivanti dalla vendita di cespiti strumentali all’attività operativa dell’azienda;

- le insussistenze e le minusvalenze derivanti dalla stima di accantonamenti o di valori stimati

(fatture da emettere, ecc) non derivanti da errori di chi li ha effettuati.

La macro classe C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI, suddivisa in numeri arabi e lettere minuscole,

accoglie il saldo dei proventi e degli oneri aventi natura finanziaria8. Per gestione finanziaria si intendono la

gestione di finanziamento (che l’azienda ha con terzi, sia per finanziamenti attivi concessi, sia per

finanziamenti passivi ottenuti dalle banche e altre istituzioni finanziarie) e la gestione di investimento (es., in

titoli e partecipazioni) come risultato del passato. La contropartita in SP di questi componenti di reddito

finanziari è rappresentata dagli investimenti o dai debiti finanziari che si trovano rispettivamente classificati

nel dare di SP (tra le immobilizzazioni o nell’attivo corrente) e nell’avere di SP distinti per natura.

In particolare, tra i proventi vi sono:

- gli interessi attivi sui finanziamenti concessi (classificati nella voce 16);

- i dividendi da partecipazioni (classificati nella voce 15);

- le plusvalenze derivanti da cessione di partecipazioni correnti (voce 15) e di titoli iscritti nell’attivo

corrente9 (voce 16).

Tra gli oneri vi sono:

- gli interessi passivi sui finanziamenti ottenuti;

- tutte le spese bancarie che l’azienda sostiene per i finanziamenti10;

- le minusvalenze sostenute per la vendita di titoli iscritti nell’attivo circolante11 (voce 17).

Questa macro classe classe restituisce il saldo di dette componenti.

Nella macro classe D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE sono incluse

solamente le rivalutazioni e le svalutazioni discendenti dall’applicazione dei criteri particolari di valutazione

previsti dal codice civile (art. 2426). Essa restituisce il saldo di dette componenti.

8 La gestione finanziaria produce componenti di reddito attinenti alla gestione operativa extra-caratteristica, cioè accessoria

all’attività principale aziendale. Nella prassi e nella letteratura economico-aziendale nella gestione extra-caratteristica rientrano anche

tutti i proventi patrimoniali accessori (es. i fitti attivi) che il legislatore invece inserisce nel valore della produzione. 9 Se i titoli e le partecipazioni ceduti sono iscritti nelle immobilizzazioni, le plusvalenze vanno iscritte nella macro classe E 20 dei

proventi straordinari. Ciò discende dal fatto che non era prevista la vendita di un titolo presunto strategico poiché iscritto nelle

immobilizzazioni. 10 I servizi che le banche prestano all’azienda (es. noleggio cassette di sicurezza, commissioni per domiciliazione utenze, ecc.)

completamente differenti per natura dagli interessi passivi e dalle spese su finanziamenti devono essere classificati nella voce B) 7)

Costi per servizi. 11 In merito alle minusvalenze valga quanto anticipato per le plusvalenze da vendita di titoli/partecipazioni iscritti nell’attivo

immobilizzato (da inserire nella voce E 21 degli oneri straordinari).

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13

Nella macro classe E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI è incluso il saldo delle componenti

positive e negative della gestione straordinaria, cioè del tutto estranea all’attività tipica operativa,

caratteristica ed extra-caratteristica. In via esemplificativa, sono iscritte in questa classe:

- le plus/minusvalenze derivanti dalla vendita di cespiti aziendali non strumentali per l’azienda;

- le svalutazioni dovute ad eventi climatici catastrofici (terremoti, incendi, ecc.);

- le plus/minusvalenze derivanti da operazioni che cambiano la struttura aziendale (cd. “operazioni

straordinarie”), quali conferimenti, fusioni, scissioni, ecc.

- errori nell’applicazione dei principi contabili;

- variazioni dei criteri particolari di valutazione nei limiti ammessi dalla legge.

Altre considerazioni sul contenuto e sulla classificazione delle voci del CE verranno effettuate nel

momento in cui si affronteranno i criteri particolari di valutazione delle singole poste di bilancio.

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14

ESEMPLIFICAZIONE DI RICONCILIAZIONE DA VALORI CONTABILI A CIVILISTICI

Es. 1

Siano dati i seguenti valori di SP contabile al 31/12/n e di Conto economico anno n.

Si proceda a individuare in quale aggregato civilistico le singole voci devono essere riclassificate, secondo

lo schema di riconciliazione.

Attività Passività e PN

Fabbricati Capitale sociale

Macchinari Riserva legale

Automezzi Riserva straordinaria

Immobilizzazioni in corso Riserva di rivalutazione partecipazioni

Fondo ammortamento fabbricati Utile d'esercizio

Fondo ammortamento macchinari Fondo manutenzione macchinari

Fondo ammortamento automezzi TFR

Partecipazioni in imprese collegate Mutui passivi

Crediti verso collegate Anticipazioni passive

Materie prime Debiti verso fornitori

Prodotti finiti Cambiali passive

Crediti verso clienti Fatture da ricevere

Fatture da emettere Debiti verso fornitori esteri

Fondo svalutazione crediti commerciali Debiti per IVA

Pronti contro termine in valuta Debiti verso INPS

Banca c/c Debiti tributari

Cassa contanti Ratei passivi

Ratei attivi Risconti passivi

Risconti attivi

Costi Ricavi

Merci c/acquisti Merci c/vendite

Resi su vendite merci Fitti attivi patrimoniali

Costi per servizi Abbuoni e sconti attivi su acquisti

Energia elettrica Provvigioni attive

Canoni di leasing Prodotti c/rimanenze finali

Spese per vigilanza Interessi attivi bancari

Oneri patrimoniali Plusvalenze su beni NON strumentali

Salari e stipendi Proventi da partecipazioni

Oneri sociali Costruzioni interne

Accantonamento TFR Interessi attivi da titoli

Ammortamento costi di pubblicità Proventi patrimoniali accessori

Ammortamento fabbricati Materie prime c/rimanenze finali

Ammortamento macchinari

Ammortamento automezzi

Svalutazione crediti commerciali

Interessi passivi su mutui

Spese bancarie

Minusvalenza ordinarie

Prodotti c/rimanenze iniziali

Materie prime c/rimanenze iniziali

Imposte dell'esercizio

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15

Soluzione SP:

Denominazione conto

(voce contabile)

Codice di

bilancio Aggregato del bilancio secondo il Codice civile

BII Immobilizzazioni materiali

Fabbricati 1 Terreni e fabbricati

Automezzi 3 Attrezzature industriali e commerciali

Immobilizzazioni in corso 5 Immobilizzazioni in corso e acconti

Fondo ammortamento fabbricati 1 Terreni e fabbricati (segno -)

Fondo ammortamento automezzi 3 Attrezzature industriali e commerciali (segno -)

BIII Immobilizzazioni finanziarie

Partecipazioni in imprese collegate 1b) Partecipazioni in imprese collegate

Crediti verso collegate 2 b) Crediti verso imprese collegate

C I Rimanenze

Materie prime 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo

Prodotti finiti 4) Prodotti finiti e merci

CII Crediti verso clienti

Crediti verso clienti 1) Verso clienti

Fatture da emettere 1) Verso clienti

Fondo svalutazione crediti commerciali 1) Verso clienti (segno -)

CIII Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni

Partecipazioni non strategiche 4) Altre partecipazioni

C IV Disponibilità liquide

Banca c/c 1) Depositi bancari e postali

Cassa contanti 3) Denaro e valori in cassa

D Ratei e risconti

Ratei attivi

Ratei attivi

Risconti attivi Risconti attivi

Totale attività Totale attività

A Patrimonio netto

Capitale sociale I Capitale sociale

Riserva legale IV Riserva legale

Riserva straordinaria VII Altre Riserve distintamente indicate

Riserva di rivalutazione partecipazioni VII Altre Riserve distintamente indicate

Utile d'esercizio IX Utile dell'esercizio

B Fondi per rischi e oneri

Fondo manutenzione macchinari 3) Altri titoli

C Trattamento di fine rapporto

TFR di cui a breve termine

D Debiti

Mutui passivi 4) Verso banche esigibili oltre l'ex successivo

Debiti verso fornitori 7) Verso fornitori

Cambiali passive 8) Rappresentati da titoli di credito esigibili entro l'ex successivo

Fatture da ricevere 7) Verso fornitori

Debiti per IVA 12) Tributari esigibili oltre l'ex successivo

Debiti verso INPS 13) Verso istituti di previdenza e sicurezza sociale esigibili oltre l'ex successivo

Debiti tributari 12) Tributari esigibili entro l'ex successivo

E Ratei e risconti

Ratei passivi

Ratei passivi

Risconti passivi Risconti passivi

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Totale passività + PN Totale passività + PN

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17

Soluzione CE:

Denominazione conto (voci contabili)

Codice

di

bilancio

Aggregato del bilancio d'ex

Merci c/vendite

1

A) Valore della Produzione

Provvigioni attive Ricavi delle vendite e delle prestazioni

Sconti passivi Ricavi delle vendite e delle prestazioni (SEGNO -)

Prodotti c/rimanenze iniziali 2 Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione e

finiti Prodotti c/rimanenze finali

Costruzioni interne 4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni

Fitti attivi patrimoniali 5 Altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi in

conto esercizio Proventi patrimoniali accessori

TOTALE A

6

B) Costi della produzione

Merci c/acquisti Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci

Abbuoni e sconti attivi su acquisti Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci SEGNO -)

Costi per servizi

7 Per servizi Energia elettrica

Spese per vigilanza

Canoni di leasing 8 Per godimento beni di terzi

9 Per il personale

Salari e stipendi a Salari e stipendi

Oneri sociali b Oneri sociali

Accantonamento TFR c Trattamento di fine rapporto

Ammortamento costi di pubblicità 10 a Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali

Ammortamento fabbricati

10 b Ammortamento delle immobilizzazioni materiali Ammortamento macchinari

Ammortamento automezzi

Svalutazione crediti commerciali 10 d Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante

Materie prime c/rimanenze iniziali 11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di

consumo e merci Materie prime c/rimanenze finali

Oneri patrimoniali 14 Oneri diversi di gestione

Minusvalenza ordinarie

TOTALE B

DIFFERENZA A-B

C) Proventi e Oneri finanziari

Proventi da partecipazioni 15 Proventi da partecipazioni

Interessi attivi da titoli 16 c Da titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono

partecipazioni

Interessi attivi bancari 16 d Proventi diversi dai precedenti

Spese bancarie 17 Interessi e altri oneri finanziari

Interessi passivi su mutui 17 Interessi e altri oneri finanziari

TOTALE C

E) Proventi e oneri straordinari

Plusvalenze su beni non strumentali 20 Plusvalenze da alienazioni

TOTALE E

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE

Imposte dell'esercizio 22 Imposte dell'esercizio

23 Utile dell'esercizio

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ESEMPIO DI RICLASSIFICAZIONE DI UN BILANCIO AL 31/12/200n (partendo dal bilancio contabile)

Codice conto Denominazione conto Importo Codice conto Denominazione conto Importo

20.10 Resi su vendite 5.970,00 20.01 Prodotti c/vendite 1.656.690,45

20.12 Premi su vendite 1.396,51 20.32 Prodotti c/rimanenze finali 104.900,00

20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali 94.198,00 20.50 Costruzioni interne 26.326,80

30.01 Materie prime c/acquisti 1.000.305,35 21.02 Proventi vari 9.464,09

31.00 Costi per servizi 122.895,00 21.20 Plusvalenze ordianrie 2.200,00

33.01 Salari e stipendi 246.007,56 30.11 Ribassi e abbuoni attivi 2.673,00

33.02 Oneri sociali 78.722,09 37.10 Materie prime c/rimanenze finali 68.073,00

33.03 Quota TFR 19.310,13 40.01 Proventi da partecipazioni 13.005,80

34.05 Ammortamento brevetti 5.826,80 40.31 Interessi attivi bancari 538,42

35.01 Ammortamento fabbricati 13.011,36

35.02 Ammortamento impianti e macchinari 58.244,86

36.10 Svalutazione crediti 5.752,86

37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 60.100,00

39.01 Oneri fiscali diversi 2.200,00

39.20 Minusvalenze ordinarie 4.000,00

41.10 Interessi passivi su mutui 6.300,00

70.01 Imposte dell'esercizio 63.553,00

1.787.793,52 1.883.871,56

Utile d'esercizio 96.078,04

Totale a pareggio 1.883.871,56 Totale a pareggio 1.883.871,56

TOTALE RICAVI DI ESERCIZIOTOTALE COSTI DI ESERCIZIO

Conto economico anno n

Codice conto Denominazione conto Importo Codice conto Denominazione conto Importo

01.05 Brevetti industriali 58.268,00 01.15 F.do amm.to brevetti 43.363,10

02.01 Terreni e fabbricati 425.284,00 02.11 F.do amm.to fabbricati 65.056,96

02.02 Impianti e macchinari 392.616,82 02.12 F.do amm.to impianti e macchinari 187.387,51

02.30 Immobilizzazioni in corso 46.326,80 05.40 F.do svalutazione crediti 4.600,00

03.02 Partecipazioni in collegate 121.280,00 12.01 Debiti per TFR 100.367,32

04.01 Materie prime 68.073,00 13.20 Mutui ipotecari 120.000,00

04.07 Prodotti finiti 104.900,00 14.10 Debiti v/fornitori 145.311,20

05.01 Crediti v/clienti 235.171,17 14.19 Fatture da ricevere 17.044,80

05.09 Fatture da emettere 21.600,00 15.02 Erario c/ritenute da versare 10.454,91

08.01 Banche c/c attivi 16.518,09 15.03 Debiti per imposte 6.485,95

08.30 Cassa 4.094,82 15.05 Erario c/IVA 5.518,35

09.02 Risconti attivi 1.800,00 15.10 Enti previdenziali e assistenziali 28.388,20

16.01 Ratei passivi 1.740,00

10.01 Capitale sociale 500.000,00

10.04 Riserva legale 100.000,00

10.05 Riserva statutaria 51.160,36

10.14 Riserva di rivalutazione partecipazioni 12.976,00

10.30 Utile d'esercizio 96.078,04

Totale a pareggio 1.495.932,70 Totale a pareggio 1.495.932,70

Stato patrimoniale 31/12/n

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Codice conto Denominazione conto Valore contabile Codice bilancio Aggregato bilancio d'esercizio Valore di bilancio

20.01 Prodotti c/vendite 1.656.690,45 A) Valore della produzione

20.10 Resi su vendite -5.970,00 1 Ricavi dalle vendite 1.649.324

20.12 Premi su vendite -1.396,51

20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali -94.198,00 3

Variazione delle rimanenze di prodotti in

lavorazione e finiti 10.702

20.32 Prodotti c/rimanenze finali 104.900,00

20.50 Costruzioni interne 26.326,80 4

Incrementi di immobilizzazioni per lavori

interni 26.327

21.02 Proventi vari 9.464,09 5 Altri ricavi e proventi 11.664

21.20 Plusvalenze ordinarie 2.200,00

TOTALE A 1.698.017

30.01 Materie prime c/acquisti 1.000.305,35 B) Costi della produzione

30.11 Ribassi e abbuoni attivi -2.673,00 6 Per materie prime 997.632

31.00 Costi per servizi 122.895,00 7 Per servizi 122.895

33.01 Salari e stipendi 246.007,56 9 Per il personale

33.02 Oneri sociali 78.722,09 a salari e stipendi 246.008

33.03 Quota TFR 19.310,13 b oneri sociali 78.722

c trattamento di fine rapporto 19.310

34.05 Ammortamento brevetti 5.826,80 10 a Amm.to immobilizzazioni immateriali 5.827

35.01 Ammortamento fabbricati 13.011,36 10 b Amm.to immobilizzazioni materiali 71.256

35.02 Ammortamento impianti e macchinari 58.244,86

36.10 Svalutazione crediti 5.752,86 10 d Svalutazione crediti dell'attivo corrente 5.753

37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 60.100,00 11 Variazione delle rimanenze di materie prime -7.973

37.10 Materie prime c/rimanenze finali -68.073,00

39.01 Oneri fiscali diversi 2.200,00 14 Oneri diversi di gestione 6.200

39.20 Minusvalenze ordinarie 4.000,00

TOTALE B 1.545.630

DIFFERENZA A - B 152.387

C) Proventi e oneri finanziari

40.01 Proventi da partecipazioni 13.005,80 15 Proventi da partecipazioni 13.006

40.31 Interessi attivi bancari 538,42 16 Proventi finanziari diversi 538

41.10 Interessi passivi su mutui -6.300,00 17 Interessi e oneri finanziari -6.300

TOTALE C 7.244

Risultato prima delle imposte 159.631

70.01 Imposte dell'esercizio 63.553,00 22 Imposte dell'esercizio 63.553

Utile d'esercizio 96.078

Prospetto di raccordo del conto economico dell'anno n

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Codice conto Denominazione conto Valore contabile Rettifiche Codice bilancio Aggregato del bilancio d'esercizio Valore di bilancio

01.05 Brevetti industriali 58.268,00 -43.363,10 B I Immobilizzazioni immateriali

01.15 F.do amm.to brevetti -43.363,10 43.363,10 3 Diritti di brevetto industriale 14.905

B II Immobilizzazioni materiali

02.01 Terreni e fabbricati 425.284,00 -65.056,96 1 Terreni e fabbricati 360.227

02.02 Impianti e macchinari 392.616,82 -187.387,51 2 Impianti e macchinari 205.229

02.11 F.do amm.to fabbricati -65.056,96 65.056,96 5 Immobilizzazioni in corso 46.327

02.12 F.do amm.to impianti e macchinari -187.387,51 187.387,51

02.30 Immobilizzazioni in corso 46.326,80

B III Immobilizzazioni finanziarie

03.02 Partecipazioni in collegate 121.280,00 1 b Partecipazioni in collegate 121.280

C I Rimanenze

04.01 Materie prime 68.073,00 1 Materie prime 68.073

04.07 Prodotti finiti 104.900,00 4 Prodotti finiti 104.900

C II Crediti

05.01 Crediti v/clienti 235.171,17 -4.600,00 1 Crediti v/clienti 252.171

05.09 Fatture da emettere 21.600,00

05.40 F.do svalutazione crediti -4.600,00 4.600,00

C IV Disponibilità liquide

08.01 Banche c/c attivi 16.518,09 1 Depositi bancari 16.518

08.30 Cassa 4.094,82 3 Denaro e valori in cassa 4.095

D Ratei e risconti attivi

09.02 Risconti attivi 1.800,00 Risconti attivi 1.800

TOTALE 1.180.620,23 TOTALE 1.195.525

A Patrimonio netto

10.01 Capitale sociale 500.000,00 I Capitale sociale 500.000

10.04 Riserva legale 100.000,00 IV Riserva legale 100.000

10.05 Riserva statutaria 51.160,36 V Riserva statutaria 51.160

10.14 Riserva di rivalutazione partecipazioni 12.976,00 VII Altre riserve 12.976

10.30 Utile d'esercizio 96.078,04 IX Utile d'esercizio 96.078

12.01 Debiti per TFR 100.367,32 C TFR 100.367

D Debiti

13.20 Mutui ipotecari 120.000,00 4 Debiti v/banche 120.000

14.10 Debiti v/fornitori 145.311,20 7 Debiti v/fornitori 162.356

14.19 Fatture da ricevere 17.044,80 12 Debiti tributari 22.459

15.02 Erario c/ritenute da versare 10.454,91 13 Debiti v/istitudi di previdenza 28.388

15.03 Debiti per imposte 6.485,95

15.05 Erario c/IVA 5.518,35

15.10 Enti previdenziali e assistenziali 28.388,20

E Ratei e risconti passivi

16.01 Ratei passivi 1.740,00 Ratei passivi 1.740

TOTALE 1.195.525,13 TOTALE 1.195.525

Stato patrimoniale 31/12/n

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21

21

SCHEMI CIVILISTICI DEL BILANCIO (CE E SP)

A) Valore della produzione

1 Ricavi dalle vendite 1.649.324

3 Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti 10.702

4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 26.327

5 Altri ricavi e proventi 11.664

Totale valore della produzione 1.698.017

B) Costi della produzione

6 Per materie prime 997.632

7 Per servizi 122.895

9 Per il personale

a salari e stipendi 246.008

b oneri sociali 78.722

c trattamento di fine rapporto 19.310

10 Ammortamenti e svalutazioni

a Amm.to immobilizzazioni immateriali 5.827

b Amm.to immobilizzazioni materiali 71.256

d Svalutazione crediti dell'attivo corrente 5.753

11 Variazione delle rimanenze di materie prime -7.973

14 Oneri diversi di gestione 6.200

Totale costi della produzione 1.545.630

DIFFERENZA A - B 152.387

C) Proventi e oneri finanziari

15 Proventi da partecipazioni 13.006

16 Proventi finanziari diversi 538

17 Interessi e oneri finanziari -6.300

Totale proventi e oneri finanziari 7.244

Risultato prima delle imposte (A - B + C + D + E) 159.631

22 Imposte dell'esercizio 63.553

Utile d'esercizio 96.078

Conto economico anno n

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22

22

B) Immobilizzazioni A) Patrimonio netto

I Immobilizzazioni immateriali I Capitale sociale 500.000

3 Diritti di brevetto industriale 14.905 IV Riserva legale 100.000

Totale immobilizzazioni immateriali 14.905 V Riserva statutaria 51.160

VII Altre riserve 12.976

IX Utile d'esercizio 96.078

II Immobilizzazioni materiali

1 Terreni e fabbricati 360.227 Totale patrimonio netto 760.214

2 Impianti e macchinari 205.229

5 Immobilizzazioni in corso 46.327

Totale immobilizzazioni materiali 611.783 C) TFR 100.367

III Immobilizzazioni finanziarie D) Debiti

1 b Partecipazioni in collegate 121.280 4 Debiti v/banche 120.000

Totale immobilizzazioni finanziarie 121.280 7 Debiti v/fornitori 162.356

12 Debiti tributari 22.459

Totale immobilizzazioni 747.968 13 Debiti v/istitudi di previdenza 28.388

Totale debiti 333.203

C) Attivo circolante

I Rimanenze

1 Materie prime 68.073 E) Ratei e risconti passivi

4 Prodotti finiti 104.900 Ratei passivi 1.740

Totale rimanenze 172.973 Totale ratei e risconti passivi 1.740

II Crediti

1 Crediti v/clienti 252.171

Totale crediti 252.171

IV Disponibilità liquide

1 Depositi bancari 16.518

3 Denaro e valori in cassa 4.095

Totale disponibilità liquide 20.613

Totale attivo circolante 445.757

D Ratei e risconti attivi

Risconti attivi 1.800

Totale ratei e risconti attivi 1.800

TOTALE ATTIVITA' 1.195.525 TOTALE PASSIVITA' E NETTO 1.195.525

Stato Patrimoniale 31/12/n

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ESERCIZI SULLE SINGOLE VOCI DI BILANCIO

(ART. 2426)

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24

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

ACQUISTO DI UNA IMMOBILIZZAZIONE MATERIALE DA TERZI CON ACCONTO

AL FORNITORE (punto 1, art. 2426)

Si faccia l’esempio dell’acquisto di una immobilizzazione materiale (macchinario) da un terzo

fornitore con il pagamento di un acconto in data 20/09/2014, tramite cassa per euro 120 + IVA al

20%. Il 25/09 si riceve la regolare fattura dell’acconto. In data 20/11/2014 si riceve la fattura

relativa all’acquisto del macchinario per euro 2.000 + IVA tutta detraibile. Il pagamento avviene

immediatamente tramite bonifico bancario.

Redigere le scritture in P.D.

Ricezione fattura su anticipo e pagamento immediato

Diversi a Debiti vs fornitori 120

Acconti

100

Iva ns credito

20

Debiti vs fornitori

Cassa

120

L’acconto versato è formalmente un credito dell’azienda verso il fornitore che si impegna a

consegnare il bene ordinato. Esso sostanzialmente è una voce a memoria di un prossimo

macchinario che entrerà a far parte dell’azienda. Da un punto di vista civilistico esso pertanto

confluisce nelle immobilizzazioni materiali (B) II) 5) Immobilizzazioni in corso e acconti.

N.B. I crediti si classificano sempre per natura. La natura dell’acconto è quella di essere una sorta di

immobilizzazione in attesa di essere consegnata all’azienda.

Ricezione fattura macchinario e storno dell’acconto

Diversi a Diversi 2.380

Macchinario

2.000

Iva ns credito

380

Acconti a fornitore 100 2.380

Debiti v/s fornitore 2.280

Debiti vs fornitori a Banca c/c 2.280

Al momento della ricezione della fattura completa del macchinario l’Iva deve essere calcolata

soltanto sull’imponibile effettivo (Prezzo del macchinario – Acconto già versato e su cui l’azienda

ha già pagato l’IVA) che ammonta a euro 1.900 = 2.000-100. In contropartita si chiude il conto

dell’anticipo e si rileva il debito residuo.

ACQUISTO DI UNA IMMOBILIZZAZIONE MATERIALE MEDIANTE COSTRUZIONI

INTERNE (punto 1, art. 2426)

Il costo di un bene strumentale realizzato in economia viene generalmente determinato extra-

contabilmente, facendo riferimento alle informazioni elaborate dalla contabilità analitica. Il valore

da attribuire al bene prodotto internamente è fornito da una scheda di lavorazione che riporta la

somma di tutti i costi dei fattori produttivi impiegati sia direttamente (materie prime, salari degli

operai, ecc.), sia indirettamente (materie sussidiarie, energia, altri servizi, spese di manutenzione e

riparazione dei beni usati per la costruzione interna, ecc.) per la costruzione del bene in economia.

Durante l’anno, i costi relativi ai fattori produttivi impiegati nella costruzione sono rilevati secondo

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la loro natura e sono riepilogati tra i costi della produzione a fine anno. I costi che riguardano la

costruzione interna, soltanto una parte di quelli registrati durante la lavorazione, essendo destinati

alla produzione di un bene a utilità ripetuta, al termine dell’esercizio devono essere sospesi dal

conto economico ed inclusi tra gli elementi attivi del patrimonio attraverso un processo di

capitalizzazione indiretta fino al momento in cui il bene sarà disponibile per l’uso e si trasformerà in

una delle classi delle immobilizzazioni materiali (Terreni, Fabbricati, Impianti e Macchinario, ecc.).

Nel caso di capitalizzazione indiretta, la quota dei costi di esercizio sostenuti per la realizzazione

dell’opera viene rettificata attraverso un conto economico di reddito acceso alle rettifiche di costi

d’esercizio che si chiama “Costruzioni in economia”. Esso afferisce tra i componenti positivi di

reddito nel conto economico, nella classe A) 4), Valore della produzione, “Incrementi di

immobilizzazioni per lavori interni”. I costi qui rettificati si troveranno opposti ai costi di esercizio

che confluiscono nell’aggregato B dei Costi della produzione che, essendosi manifestati

numerariamente, sono da rilevare sempre. In contropartita alla rettifica dei costi si registreranno dei

costi sospesi che vengono fatti confluire nell’aggregato attivo di SP a cui si riferiscono, in questo

caso B) II) 5) “Immobilizzazioni in corso e acconti”. Il conto “Impianti in costruzione”

contabilmente è un costo sospeso ma nella sostanza rappresenta un costo pluriennale e per detta

natura si classifica tra le immobilizzazioni.

IN LINEA TEORICA:

Si faccia l’esempio in cui di tutti i costi sostenuti in un esercizio (valore complessivo che in questa

sede non ci interessa) euro 1.000 non sono di competenza dell’esercizio in quanto relativi alla

lavorazione di una costruzione in economia. Redigere le scritture in P.D. al 31/12/n.

Impianti in costruzione a Costruzioni in Economia

1.000

COSTI DI DDN

COSTI MANODOPERA

COSTI ENERGIA

COSTI SERVIZI

COSTRUZIONI IN ECONOMIA

(rettifica dei costi che non sono di competenza)

IMPIANTI IN COSTRUZIONE

(Costo sospeso)

conto economico anno n

Stato Patrimoniale 31/12 anno n

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Costruzioni in Economia

CE

1.000

SP

Impianti in costruzione

1.000

Queste scritture devono essere effettuate alla fine di ogni esercizio di lavorazione del bene.

Al termine del processo di costruzione, ma sempre tra le scritture di assestamento, il bene,

supponiamo un impianto, si trasforma anche contabilmente in un costo pluriennale, come segue:

Macchinario a Impianti in costruzione

Importo X

Sul punto 2 dell’art. 2426 del Codice civile

AMMORTAMENTO DI IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

AMMORTAMENTO (PUNTO 2, ART. 2426)

L’ammortamento può avvenire secondo diversi criteri: 1. Quote costanti;

2. Quote variabili;

3. Quote crescenti;

4. Quote decrescenti

Il più utilizzato è l’ammortamento a quote costanti, anche perché raccomandato dai principi dei

dottori commercialisti (OIC). Di seguito si faranno soltanto esempi sull’ammortamento a quote

costanti, crescenti o decrescenti (il piano a quote variabili prevede la conoscenza di algoritmi

matematici).

Esempio

Valore originario cepsite = € 2.550

Valore residuo = € 150

Vita utile = 5 anni

Piano a quote costanti

Piano a quote crescenti e decrescenti

Si determina dapprima un coefficiente K che successivamente si moltiplica per il numero degli

anni di ammortamento in modo crescente o decrescente

Piano a quote costanti Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5

Valore originario 2.550 2.550 2.550 2.550 2.550

Quota di ammortamento 480 480 480 480 480

Fondo ammortamento 480 960 1.440 1.920 2.400

Valore contabile netto 2.070 1.590 1.110 630 150

4805

501 550.2

n

VnVoq

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27

Piano a quote crescenti:

q1 = 160 1 = 160

q2 = 160 × 2 = 320

q3 = 160 × 3 = 480

q4 = 160 × 4 = 640

q5 = 160 × 5 = 800

Piano a quote decrescenti:

q1 = 160 5 = 800

q2 = 160 × 4 = 640

q3 = 160 × 3 = 480

q4 = 160 × 2 = 320

q5 = 160 × 1 = 160

Piano a quote crescenti Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5

Valore originario 2.550 2.550 2.550 2.550 2.550

Quota di ammortamento 160 320 480 640 800

Fondo ammortamento 160 480 960 1.600 2.400

Valore contabile netto 2.390 2.070 1.590 950 150

Piano a quote decrescenti Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5

Valore originario 2.550 2.550 2.550 2.550 2.550

Quota di ammortamento 800 640 480 320 160

Fondo ammortamento 800 1.440 1.920 2.240 2.400

Valore contabile netto 1.750 1.110 630 310 150

16015

400.2

54321

150550.2

...21

n

VnVoK

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Esemplificazione completa sui punti 2 e 3 dell’art. 2426 del Codice civile

AMMORTAMENTO, SVALUTAZIONE E RIPRISTINO DI VALORE DI

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

Sia dato il caso che la società Buddy S.p.A. acquisti e predisponga per il funzionamento in data

1/01/2010 un impianto costituito da due linee di produzioni simili. Detto impianto viene acquistato

da terzi e viene pagato euro 1.200 + IVA. La vita utile del bene è stimata in 8 anni. La società nel

momento in cui lo ha predisposto per il funzionamento redige un piano di ammortamento di 8 anni

a quote costanti nel seguente modo. Al termine della vita utile l’impianto si ipotizza avente valore

finale pari a zero.

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200

Ammortamento annuo 150 150 150 150 150 150 150 150

Fondo ammortamento

cumulato -150 -300 -450 -600 -750 -900 -1.050 -1.200

Valore contabile netto

immobile 1.050 900 750 600 450 300 150 0

Non sono osservate le scritture contabili di ammortamento della immobilizzazione.

IL PIANO DI AMMORTAMENTO E I MOTIVI PER LE SUE MODIFICHE

Il piano di ammortamento nel corso del tempo può subire delle modificazioni a seguito di tre eventi

che si possono verificare:

I) Variazione del coefficiente di ammortamento che modifica la durata della vita utile dell’impianto.

Di dette modifiche occorre dare motivazione in nota integrativa;

II) Svalutazione dell’impianto, che comporta una modifica della quota di ammortamento e del

conseguente valore contabile netto del bene ma non della durata della vita utile;

III) Ripristino di una precedente svalutazione. Tale evento si può verificare se e solo se si è verificata

negli anni precedenti una svalutazione, soltanto nei limiti massimi della svalutazione, al fine di

riportare il piano di ammortamento ai valori originari.

Vediamo i singoli casi.

I) Variazione del coefficiente di ammortamento (richiamo al punto 2, art. 2426).

Si ipotizzi al 31/12/2014 di verificare che la vita utile residua giunga soltanto fino al 2015 per

ragioni che non spieghiamo in questa sede e che il valore netto che il bene presentava al termine

dell’anno precedente, cioè il 2013, pari a euro 600 deve essere ammortizzato soltanto per altri due

anni (2014 e 2015). Di conseguenza il nuovo ammortamento annuo da effettuarsi a partire dal 2014

sarà pari a euro 300 (600/2). Il piano di ammortamento, con il conseguente nuovo ammortamento

annuo, si modifica come segue:

2014 2015

Costo storico 1200 1200

Ammortamento annuo 300 300

Fondo ammortamento cumulato -90012 -1200

12 Il fondo ammortamento al 31/12/2014 ammonta al fondo dell’anno precedente (600) + il nuovo ammortamento

ricalcolato (300), cioè ammonta a euro 900.

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29

Valore contabile netto immobile 300 0

In tal modo il valore contabile netto del bene si annulla nel 2015 e non nel 2017 come previsto dal

piano di ammortamento teorico originario. La modifica dei criteri di ammortamento deve essere

motivata in nota integrativa, così come gli effetti economici e patrimoniali della stessa.

II) Svalutazione dell’impianto.

La svalutazione durevole viene disciplinata dall’art. 2426, punto 3 e dal principio OIC n. 16 che

mutua le previsioni dal principio contabile internazionale IAS/IFRS n. 36. Vengono esplicitate

alcune disposizioni in tema di IMPAIRMENT TEST. Il test si effettua se si ha il sospetto che una

immobilizzazione abbia un valore recuperabile inferiore al valore che viene riportato dal piano di

ammortamento originario. Questo evento si può verificare in qualsiasi momento della vita

aziendale, ma le correzioni e le modifiche al piano di ammortamento, così come le scritture

contabili, devono essere effettuate sempre in fase di assestamento (cioè al 31/12). Il valore contabile

netto deve essere confrontato con il valore recuperabile. Quest’ultimo viene inteso come il

maggiore tra:

- il prezzo netto di vendita del bene nelle condizioni in cui si trova alla data del test;

- il valore d’uso.

Il prezzo di vendita è una grandezza che viene fornita a chi effettua le valutazioni. Per noi è un dato

noto. Ciò che deve essere determinato è il VALORE D’USO. Esso rappresenta il valore che

l’azienda si aspetta di ottenere dall’uso del bene per la restante vita utile rispetto alla data in cui si

effettua il test. IL VALORE D’USO viene stimato in due modi:

- CAPACITA’ DI AMMORTAMENTO dell’azienda nei confronti del bene;

- VALORE ATTUALE dei flussi di cassa (in entrata, ricavi monetari, e in uscita, costi monetari)

che il bene sarà in grado di generare per il resto della sua vita utile.

Sia la capacità di ammortamento sia il valore attuale dei flussi futuri vengono stimati con

riferimento al bene oggetto di eventuale svalutazione non a livello di intero sistema aziendale e si

basano su valori previsionali congetturali e ipotizzati dall’azienda (valori previsionali economici e

finanziari).

Una volta che sia stato definito il valore d’uso, lo si confronta con il prezzo netto di vendita e infine

si sceglie il maggiore tra i due valori come rappresentativo del VALORE RECUPERABILE.

Se il valore recuperabile risulta maggiore del valore contabile netto, si DEVE

OBBLIGATORIAMENTE rilevare una svalutazione.

Di seguito si propongono due esemplificazioni di svalutazioni in cui il valore recuperabile viene

inteso come valore d’uso, rispettivamente come Capacità di ammortamento e come Valore attuale

dei flussi futuri.

Caso II) a). VALORE RECUPERABILE = VALORE D’USO = CAPACITA’ DI AMMORTAMENTO

DELL’IMPRESA.

Si intende per C.A. la capacità dell’azienda su base previsionale di sostenere nel futuro, per tutta la

durata della vita utile del bene, il costo derivante dall’ammortamento annuo. L’ammortamento,

infatti, rappresenta un costo di esercizio che misura il grado di utilizzo di un bene strumentale per

l’azienda. Per il principio di correlazione, il costo di esercizio si presenta contrapposto con i

corrispondenti ricavi delle vendite derivanti dal bene stesso. La C.A. è collegata, pertanto, con la

capacità dell’azienda di realizzare nel tempo un volume di ricavi dal bene tale da garantire la

remunerazione del costo di esercizio prodotto dal bene (ammortamento). Si parla, in sostanza, della

capacità dell’azienda di mantenere in equilibrio economico l’utilizzo del bene nel tempo.

Se non viene accertata sufficiente C.A., il bene deve essere svalutato.

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Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015

30

Si faccia il caso, sempre con riferimento al piano di ammortamento riportato in precedenza, che

l’azienda voglia misurare la capacità di ammortamento al 31/12/2012. Il piano di ammortamento a

cui si fa riferimento viene riportato di seguito solo a partire dall’epoca del 31/12/2012.

2012 2013 2014 2015 2016 2017

Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200

Ammortamento annuo 150 150 150 150 150 150

Fondo ammortamento cumulato -450 -600 -750 -900 -1.050 -1.200

Valore contabile netto immobile 750 600 450 300 150 0

Come si vede il valore contabile netto al 31/12/2012 ammonta a euro 750. L’azienda verifica il

sentore di una svalutazione possibile. Pertanto sottopone il bene ad impairment test e stima il valore

recuperabile come la capacità residua di ammortizzare detto impianto. Essa è misurata in modo

prospettico a partire dall’esercizio successivo e per tutta la durata della vita utile del bene, secondo

una particolare configurazione (si ipotizzano valori costanti per tutta la durata della vita utile

residua del bene):

CAPACITA' DI AMMORTAMENTO 2013 2014 2015 2016 2017 Valori Totali

Ricavi del bene 2.000 2.000 2.000 2.000 2.000 10.000

Costi di diretta derivazione numeraria -1.880 -1.880 -1.880 -1.880 -1.880 -9.400

Margine Lordo Industriale (capacità di

ammortamento) 120 120 120 120 120 600

Ammortamento -150 -150 -150 -150 -150 -750

Margine netto industriale del bene -30 -30 -30 -30 -30 -150

La C.A. dell’azienda per i prossimi anni consente di sostenere secondo le previsioni ammortamenti

complessivi per euro 600, anziché per 750, corrispondenti a euro 120 per ogni esercizio anziché

150. Così stante la situazione, l’azienda registrerebbe un margine negativo complessivo di euro 150,

distribuito come una perdita di economicità del bene di euro 30 per ogni esercizio. Il valore

recuperabile è inteso in questo caso come la sommatoria degli ammortamenti annui SOSTENIBILI

effettivamente nella realtà (120×5=600). Secondo il piano originario invece gli ammortamenti annui

residui complessivi ammontano a euro 750 (corrispondenti al valore contabile netto secondo il

piano di ammortamento). Il valore contabile NON PUO’ essere mantenuto in bilancio essendo

venuti meno i motivi. Pertanto l’azienda deve procedere ad effettuare una svalutazione per

l’importo pari alla differenza tra il valore recuperabile e il valore contabile netto (600-750= 150).

Dovrà pertanto modificare il piano di ammortamento secondo le nuove condizioni ed effettuare le

scritture in P.D.

Con riferimento alla P.D. si osserva che la scrittura di svalutazione avviene nel seguente modo:

Svalutazione impianti a Fondo svalutazione impianti 150

Il mastrino “Svalutazione impianti” è un costo di esercizio che viene riclassificato in bilancio tra i

COSTI DELLA PRODUZIONE (B) alla voce 10 b) Altre svalutazioni delle immobilizzazioni

materiali.

Il mastrino “Fondo svalutazione impianti” è una posta rettificativa che ha la stessa natura degli

impianti. Non trova una collocazione esplicita nello SP ma viene posto a diretta diminuzione della

voce a cui si riferisce. Viene quindi collocato nello SP dare nella macroclasse B II) 2)

Immobilizzazioni materiali – Impianti e Macchinario (esattamente come avviene per tutti i Fondi

ammortamento e tutti in fondi rettificativi in generale).

Il piano di ammortamento si modifica come segue:

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Dopo la svalutazione

2012 2013 2014 2015 2016 2017

Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200

Ammortamento annuo 150 120 120 120 120 120

Fondo ammortamento cumulato -450 -570 -690 -810 -930 -1.050

Fondo svalutazione -150 -150 -150 -150 -150 -150

Valore contabile netto immobile 600 480 360 240 120 0

Spieghiamo cosa è successo. Al 31/12/2012, al termine del teorico ammortamento originario di euro

150 euro ci si accorge che il valore recuperabile non è 750 ma solo 600. Occorre modificare il piano

di ammortamento a partire dall’epoca in cui si pone in essere la svalutazione cioè a partire dal

31/12/2012. Si deve agire per portare il VCN a euro 600. Come si può fare? Inserendo un fondo

svalutazione di euro 150. Detto fondo viene movimentato una tantum e viene riportato anche negli

anni successivi a tenere memoria che il bene ha subito a partire dal 31/12/2012 una svalutazione

DUREVOLE. Negli anni successivi la quota annua di ammortamento non sarà più 150 ma 120. Ciò

comporta una modifica del fondo ammortamento e del VCN per tutta la durata residua.

Caso II) b). VALORE RECUPERABILE = VALORE D’USO = VALORE ATTUALE DEI FLUSSI

FUTURI.

Sempre avendo a riferimento la data del 31/12/2012 si ipotizzi che la nostra azienda voglia

identificare il valore recuperabile come il valore attuale dei flussi di cassa futuri (in entrata e in

uscita) che il bene genererà per tutto il resto della sua vita utile (5 anni). Si intendono i flussi di

cassa come il saldo tra le entrate per i ricavi monetari che l’impianto genererà e i costi monetari

relativi al personale, alle materie prime usate, all’energia elettrica, idraulica, ecc., sempre generati

dall’impianto oggetto di Impairment test.

Una volta previsti i flussi di cassa futuri essi vengono attualizzati alla data di valutazione

(31/12/2012) secondo le regole della valutazione finanziaria degli investimenti in regime di

capitalizzazione composta (che non è oggetto di questo programma). La sommatoria dei flussi di

cassa attualizzati duranti la residua vita utile del bene rappresenta il Valore d’Uso e quindi il Valore

recuperabile dell’impianto. La previsione dei flussi viene effettuata a partire dall’anno successivo a

quello in cui si effettua il test di svalutazione, cioè a partire dai flussi stimati per il 2013.

Stima dei flussi di cassa attualizzati 2013 2014 2015 2016 2017 Valori Totali

Flussi di cassa futuri previsti 135 138 140 145 150 708

Flussi di cassa futuri attualizzati al

31/12/2012 130 125 120 115 110 600

Sommatoria dei flussi attualizzati 600

Il valore recuperabile è pertanto pari a euro 600. Il valore contabile netto desunto dal piano di

ammortamento originario ammonta invece a euro 750. Occorrerà pertanto effettuare una

svalutazione esattamente come nel caso precedente II) a) – al quale si fa rinvio.

Per determinare le quote di ammortamento corrette, gli amministratori dovranno anche stimare la

capacità di ammortamento dell’impresa. Il nuovo piano si presenterà come segue (caso II a):

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32

Dopo la svalutazione

2012 2013 2014 2015 2016 2017

Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200

Ammortamento annuo 150 120 120 120 120 120

Fondo ammortamento cumulato -450 -570 -690 -810 -930 -1.050

Fondo svalutazione -150 -150 -150 -150 -150 -150

Valore contabile netto immobile 600 480 360 240 120 0

La scrittura contabile è la seguente:

Svalutazione impianti a Fondo svalutazione impianti 150

III) Ripristino di valore a seguito di svalutazione durevole (punto 3, art. 2426)

Il codice civile e i principi contabili nazionali prevedono la possibilità di poter ripristinare il valore

di una immobilizzazione precedentemente svalutata. Il ripristino di valore consiste effettivamente in

una rivalutazione del cespite. Secondo il codice civile, che è improntato al principio della prudenza,

le rivalutazioni possono avvenire solo per deroghe per casi eccezionali e solo per ripristinare

(compensare) delle svalutazioni effettuate nel passato. Esistono infatti alcune condizioni di

prudenza da rispettare in modo inderogabile: 1. Mentre la svalutazione comporta un costo che deve essere obbligatoriamente registrato per il

principio della prudenza, il ripristino può essere effettuato soltanto se sono venuti meno i motivi per

mantenere in bilancio una immobilizzazione ad un valore svalutato;

2. Il ripristino può essere effettuata soltanto nel LIMITE MASSIMO della svalutazione

precedentemente effettuata (nel nostro caso di euro 150); in realtà il ripristino viene effettuato nei

limiti di quello che risulta necessario a riportare la situazione ai livelli originari;

3. Il ripristino può essere effettuato soltanto per riportare il piano di ammortamento ai valori precedenti

a quelli della svalutazione, come se detta svalutazione non fosse mai effettuata.

Quando l’azienda ha il sentore che il bene abbia subito un incremento di valore deve stimare il

valore recuperabile, da confrontarsi con il valore contabile netto risultante dal piano di

ammortamento come si presenta a seguito della svalutazione effettuata negli esercizi precedenti. Il

valore recuperabile viene scelto come il maggiore tra il prezzo di vendita e il valore d’uso, come lo

abbiamo spiegato nelle pagine precedenti. Una volta individuato il valore recuperabile lo si

confronta con il valore contabile netto e si verifica se esiste la possibilità di effettuare un ripristino

di valore.

Riprendendo il nostro esempio, a seguito della svalutazione effettuata il 31/12/2012, il piano di

ammortamento per la vita utile residua dell’impianto si presenta come segue:

Dopo la svalutazione

2012 2013 2014 2015 2016 2017

Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200

Ammortamento annuo 150 120 120 120 120 120

Fondo ammortamento cumulato -450 -570 -690 -810 -930 -1.050

Fondo svalutazione -150 -150 -150 -150 -150 -150

Valore contabile netto immobile 600 480 360 240 120 0

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Per ipotesi, al 31/12/2015, subito dopo aver effettuato l’ammortamento per euro 120 l’azienda si

accorge tramite test che il valore recuperabile del nostro impianto è ben diverso dal valore contabile

netto desunto dal piano di ammortamento. Il VCN desunto dal piano ammonta a euro 240. Il valore

recuperabile è di euro 400 (sempre per ipotesi).

Come prima cosa bisogna specificare che il valore può essere ripristinato solo nei limiti della

precedente svalutazione (150) o di meno. Occorre fare in modo di ripristinare il primo piano di

ammortamento, con la vecchia quota di ammortamento di euro 150 per gli anni residui di vita del

bene. Per fare questo dobbiamo riprendere il vecchissimo piano di ammortamento vigente prima

ancora di effettuare la svalutazione. Esso era il seguente:

Prima della svalutazione 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200

Ammortamento annuo 150 150 150 150 150 150 150 150

Fondo ammortamento cumulato -150 -300 -450 -600 -750 -900 -1.050 -1.200

Valore contabile netto immobile 1.050 900 750 600 450 300 150 0

Si pone in evidenza il 2015 perché è l’anno i cui valori sono presi a riferimento per effettuare il

ripristino. In sostanza il ripristino deve riportare il VCN a euro 300.

In realtà l’azienda Buddy si trova di fronte ad un piano di ammortamento modificato a seguito della

svalutazione di euro 150 effettuata in data 31/12/2012. Esso si presenta come segue:

Dopo la svalutazione del 31/12/2012

2012 2013 2014 2015 2016 2017

Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200

Ammortamento annuo 150 120 120 120 120 120

Fondo ammortamento cumulato -450 -570 -690 -810 -930 -1.050

Fondo svalutazione -150 -150 -150 -150 -150 -150

Valore contabile netto immobile 600 480 360 240 120 0

Si pone in evidenza il 2015 perché è l’anno i cui valori devono essere modificati per effettuare il

ripristino. In sostanza il ripristino deve riportare il VCN da euro 240 a euro 300.

Di quanto è possibile effettuare il ripristino?

Il limite massimo della rivalutazione è dato dal fondo di svalutazione che ammonta a euro 150. In

realtà non è possibile ripristinare tutto l’importo della precedente svalutazione ma soltanto una

parte, cioè di quella parte che rappresenta la differenza tra il valore contabile netto originario (300)

e il valore contabile netto a seguito della svalutazione (240). Pertanto sarà possibile ripristinare

soltanto euro 60 = 300-240.

Come si fa contabilmente?

Il ripristino si sostanzia in P.D. nella riduzione del fondo svalutazione fino al limite in cui il piano

di ammortamento viene riportato ai valori originari. La scrittura in P.D. è la seguente:

Fondo svalutazione impianti a Rivalutazione impianti 60

Il mastrino “Rivalutazione impianti” è un provento di esercizio che viene riclassificato in bilancio

nel VALORE DELLA DELLA PRODUZIONE (A) alla voce 5) “Altri ricavi e proventi”.

Come si modifica allora il piano di ammortamento a seguito del ripristino effettuato in data

31/12/2015?

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Si presenta di seguito il piano di ammortamento residuo per il 2015, 2016 e 2017, cioè per gli anni

di vita utile rimanenti:

Dopo il ripristino di valore

2015 2016 2017

Costo storico 1.200 1.200 1.200

Ammortamento annuo 120 150 150

Fondo ammortamento cumulato -810 -960 -1.110

Fondo svalutazione -150 -150 -150

Ripristino di valore 60 60 60

Valore contabile netto immobile 300 150 0

Come si vede il piano di ammortamento è tornato ai valori originari come se la svalutazione non

fosse mai stata effettuata.

Spieghiamo cosa è successo. Al 31/12/2015, al termine del teorico ammortamento di euro 120 euro

ci si accorge che il valore recuperabile non è 240 ma 300. Occorre modificare il piano di

ammortamento a partire dall’epoca in cui si pone in essere la rivalutazione cioè a partire dal

31/12/2015 (che è la data in cui ci si accorge che si può ripristinare). Si deve agire per riportare il

VCN a euro 300. Come si può fare? Inserendo un ripristino di valore sotto il Fondo svalutazione.

Detta rivalutazione viene effettuata una tantum e riportata anche negli anni successivi a tenere

memoria che il bene ha subito un ripristino di valore. L’effetto netto sarà pertanto dato dalla

differenza tra il fondo svalutazione (150) e il ripristino effettuato (60). Negli anni residui la quota

annua di ammortamento non sarà più 120 ma tornerà ad essere pari a euro 150.

ALTRI ESERCIZI SULL’AMMORTAMENTO DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

1. Redazione del piano di ammortamento

Sulla base dei seguenti dati riferiti a un impianto:

Valore originario = € 12.000

Valore residuo = € 0

Vita utile = 5 anni

Il candidato rediga il piano di ammortamento del bene nelle seguenti ipotesi:

a) piano a quote costanti;

b) piano a quote crescenti;

c) piano a quote decrescenti.

Soluzione:

Ammortamento costante I anno II anno III anno IV anno V anno

Costo storico 12.000 12.000 12.000 12.000 12.000

Quota di ammortamento 2.400 2.400 2.400 2.400 2.400

Fondo ammortamento 2.400 4.800 7.200 9.600 12.000

Valore contabile netto 9.600 7.200 4.800 2.400 -

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Ammortamento crescente I anno II anno III anno IV anno V anno

Costo storico 12.000 12.000 12.000 12.000 12.000

Quota di ammortamento 800 1.600 2.400 3.200 4.000

Fondo ammortamento 800 2.400 4.800 8.000 12.000

Valore contabile netto 11.200 9.600 7.200 4.000 -

Ammortamento decrescente I anno II anno III anno IV anno V anno

Costo storico 12.000 12.000 12.000 12.000 12.000

Quota di ammortamento 4.000 3.200 2.400 1.600 800

Fondo ammortamento 4.000 7.200 9.600 11.200 12.000

Valore contabile netto 8.000 4.800 2.400 800 -

2. Svalutazione durevole

La società Alfa presenta, con riferimento a un’immobilizzazione materiale, il seguente piano di

ammortamento:

Anni 20n1 20n2 20n3 20n4 20n5

Costo storico 100.000 100.000 100.000 100.000 100.000

Ammortamento 20.000 20.000 20.000 20.000 20.000

Fondo ammortamento -20.000 -40.000 -60.000 -80.000 -100.000

Valore contabile netto 80.000 60.000 40.000 20.000 0

Al 31/12/20n2 il valore di mercato ammonta a 54.000 e i flussi prospettici finanziari attualizzati

risultano ammontano a 53.460:

Il candidato indichi illustrando il procedimento adottato e i calcoli effettuati il valore contabile a

cui l’immobilizzazione deve essere iscritta in Stato Patrimoniale al 31/12/20n2 e il piano di

ammortamento del periodo residuo.

***

Soluzione:

20n3 20n4 20n5

Valore d'uso 18.867,92 17.799,93 16.792,39 53.460

Valore contabile 60.000

Valore recuperabile 54.000

Svalutazione durevole 6.000

Valore contabile 31/12/n2 54.000

Nuovo piano di ammortamento 20n2 20n3 20n4 20n5

Costo storico 100.000 100.000 100.000 100.000

Ammortamento 20.000 18.000 18.000 18.000

Fondo ammortamento -40.000 -58.000 -76.000 -94.000

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36

Fondo svalutazione -6.000 -6.000 -6.000 -6.000

Valore contabile netto 54.000 36.000 18.000 0

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37

3. Redazione del piano di ammortamento

Sulla base dei seguenti dati riferiti a un impianto:

Valore originario = € 2.400

Valore residuo = € 0

Vita utile = 5 anni

Il candidato rediga il piano di ammortamento del bene nelle seguenti ipotesi:

a) piano a quote costanti;

b) piano a quote crescenti;

c) piano a quote decrescenti.

Soluzione:

Ammortamento costante I anno II anno III anno IV anno V anno

Costo storico 2.400 2.400 2.400 2.400 2.400

Quota di ammortamento 480 480 480 480 480

Fondo ammortamento 480 960 1.440 1.920 2.400

Valore contabile netto 1.920 1.440 960 480 -

Ammortamento crescente I anno II anno III anno IV anno V anno

Costo storico 2.400 2.400 2.400 2.400 2.400

Quota di ammortamento 160 320 480 640 800

Fondo ammortamento 160 480 960 1.600 2.400

Valore contabile netto 2.240 1.920 1.440 800 -

Ammortamento decrescente I anno II anno III anno IV anno V anno

Costo storico 2.400 2.400 2.400 2.400 2.400

Quota di ammortamento 800 640 480 320 160

Fondo ammortamento 800 1.440 1.920 2.240 2.400

Valore contabile netto 1.600 960 480 160 -

4. Redazione del piano di ammortamento

Sulla base dei seguenti dati riferiti a un impianto:

Valore originario = € 30.000

Valore residuo = € 0

Vita utile = 5 anni

Il candidato rediga il piano di ammortamento del bene nelle seguenti ipotesi:

d) piano a quote costanti;

e) piano a quote crescenti;

f) piano a quote decrescenti.

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38

Soluzione:

Ammortamento costante I anno II anno III anno IV anno V anno

Costo storico 30.000 30.000 30.000 30.000 30.000

Quota di ammortamento 6.000 6.000 6.000 6.000 6.000

Fondo ammortamento 6.000 12.000 18.000 24.000 30.000

Valore contabile netto 24.000 18.000 12.000 6.000 -

Ammortamento crescente I anno II anno III anno IV anno V anno

Costo storico 30.000 30.000 30.000 30.000 30.000

Quota di ammortamento 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000

Fondo ammortamento 2.000 6.000 12.000 20.000 30.000

Valore contabile netto 28.000 24.000 18.000 10.000 -

Ammortamento decrescente I anno II anno III anno IV anno V anno

Costo storico 30.000 30.000 30.000 30.000 30.000

Quota di ammortamento 10.000 8.000 6.000 4.000 2.000

Fondo ammortamento 10.000 18.000 24.000 28.000 30.000

Valore contabile netto 20.000 12.000 6.000 2.000 -

5. Svalutazione durevole

La società Alfa presenta, con riferimento a un’immobilizzazione materiale, il seguente piano di

ammortamento:

Anni 20n1 20n2 20n3 20n4 20n5

Costo storico 200.000 200.000 200.000 200.000 200.000

Ammortamento 40.000 40.000 40.000 40.000 40.000

Fondo ammortamento -40.000 -80.000 -120.000 -160.000 -200.000

Valore contabile netto 160.000 120.000 80.000 40.000 0

Al 31/12/20n2 il valore di mercato ammonta a 75.000

Il candidato indichi illustrando il procedimento adottato e i calcoli effettuati il valore contabile a

cui l’immobilizzazione deve essere iscritta in Stato Patrimoniale al 31/12/20n2 e il piano di

ammortamento del periodo residuo.

Si ipotizzi che al 31/12/20n4 vengano meno i motivi dell’eventuale svalutazione effettuata.

Il candidato indichi il valore contabile a cui l’immobilizzazione deve essere iscritta in Stato

Patrimoniale al 31/12/20n4, evidenziando i passaggi effettuati sul piano di ammortamento.

Soluzione:

Valore recuperabile 75.000

Valore contabile 120.000

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Valore contabile 31/12/n2 75.000

Svalutazione durevole 45.000

Piano ammortamento dopo la svalutazione 20n2 20n3 20n4 20n5

Costo storico 200.000 200.000 200.000 200.000

Ammortamento 40.000 25.000 25.000 25.000

Fondo ammortamento -80.000 -105.000 -130.000 -155.000

Fondo svalutazione -45.000 -45.000 -45.000 -45.000

Valore contabile netto 75.000 50.000 25.000 0

A seguito del ripristino del valore:

Valore contabile 31/12/n4 25.000

Valore recuperabile 40.000

Ripristino di valore 15.000

Piano ammortamento dopo il ripristino 20n4 20n5

Costo storico 200.000 200.000

Ammortamento 25.000 40.000

Fondo ammortamento -130.000 -170.000

Fondo svalutazione -45.000 -45.000

Ripristino di valore 15.000 15.000

Valore contabile netto 40.000 0

6. Svalutazione durevole

La società Alfa presenta, con riferimento a un’immobilizzazione materiale, il seguente piano di

ammortamento:

Anni 20n1 20n2 20n3 20n4 20n5 20n6

Costo storico 240.000 240.000 240.000 240.000 240.000 240.000

Ammortamento 40.000 40.000 40.000 40.000 40.000 40.000

Fondo ammortamento -40.000 -80.000 -120.000 -160.000 -200.000 -240.000

Valore contabile netto 200.000 160.000 120.000 80.000 40.000 -

Al 31/12/20n4 il valore di mercato ammonta a 75.000 e i flussi prospettici attualizzati ammontano a

73.900. Il candidato indichi illustrando il procedimento adottato e i calcoli effettuati il valore

contabile a cui l’immobilizzazione deve essere iscritta in Stato Patrimoniale al 31/12/20n4 senza il

piano di ammortamento del periodo residuo.

Soluzione:

Valore d'uso 73.900

Valore di mercato 75.000

Valore recuperabile 75.000

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40

Svalutazione 5.000

Valore contabile netto 75.000

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41

ESERCIZI SULLE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI

Oneri pluriennali

Il candidato, sulla base dei seguenti dati, determini l’utile distribuibile.

STATO PATRIMONIALEt

Spese di impianto 5.000

….

Capitale sociale

Riserva legale

Riserva straordinaria

Utile d’esercizio

10.000

1.000

4.000

2.000

***

Soluzione:

-accantonamento a riserva legale: 100

Utile 2.000: - accantonamento a riserva straordinaria: 1.000

- utile distribuibile: 900

Oneri pluriennali (lezione del 27/04/2009)

Il candidato, sulla base dei seguenti dati, determini l’utile distribuibile.

STATO PATRIMONIALEt

Spese di impianto 2.000

….

Capitale sociale

Riserva legale

Riserva straordinaria

Utile d’esercizio

10.000

2.000

1.000

1.500

***

Soluzione:

-accantonamento a riserva straordinaria: 1.000

Utile 2.000: - utile distribuibile: 500

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42

Oneri pluriennali

Il candidato, sulla base dei seguenti dati, determini l’utile distribuibile.

STATO PATRIMONIALEt

Spese di impianto 30.000

….

Capitale sociale

Riserva legale

Riserva straordinaria

Utile d’esercizio

200.000

20.000

20.000

20.000

***

Soluzione:

-accantonamento a riserva legale: 0

Utile 20.000: - accantonamento a riserva straordinaria: 10.000

- utile distribuibile: 10.000

Oneri pluriennali

Il candidato, sulla base dei seguenti dati, determini l’utile distribuibile.

STATO PATRIMONIALEt

Spese di impianto 5.000

….

Capitale sociale

Riserva legale

Riserva straordinaria

Utile d’esercizio

100.000

5.000

4.000

2.000

***

Soluzione:

-accantonamento a riserva legale: 100

Utile 2.000: - accantonamento a riserva straordinaria: 1.000

- utile distribuibile: 900

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43

Avviamento nel caso di acquisto di partecipazione valutata con il METODO DEL COSTO

In data 31/12/n, la società Alfa acquista il 100% della società Beta, pagando un prezzo pari a euro

3.000.

La situazione patrimoniale a valori correnti della società Beta alla data di cessione è la seguente

(euro/migliaia):

Stato Patrimoniale Società Beta 31/12/n (data di acquisto)

Cassa

Crediti

Fabbricati

500

500

2.000

Debiti

K’

1.200

1.800

Totale attività 3.000 Totale passività + netto 3.000

1. Il candidato determini il valore del capitale economico della società Beta e determini il

valore dell’avviamento.

Si ipotizzi che al 31/12/n+1 a seguito di sentori si verifichi il test per effettuare l’esistenza di una

svalutazione durevole. Lo stato patrimoniale a valori correnti della società partecipata Beta alla data

di valutazione sia la seguente:

Stato Patrimoniale Società Beta 31/12/n+1 (data di Impairment Test)

Cassa

Crediti

Fabbricati

200

500

1.500

Debiti

K’

1.200

1.000

Totale attività 2.200 Totale passività + netto 2.200

2. Il candidato determini il valore di iscrizione in bilancio della partecipazione al 31/12/n+1.

Soluzione 1.

Il valore economico è rappresentato dal prezzo pagato al 100% dall’azienda, cioè 3.000 euro.

Il valore dell’avviamento si determina per differenza. Dato che W= K’+Avviamento,

Avviamento = W-K’ = 3.000-1.800 = 1.200.

Nel bilancio della società che acquista la partecipazione, l’avviamento non deve essere rilevato in

quanto, come si deduce, tale partecipazione viene contabilizzata con il METODO DEL COSTO E

NON CON IL METODO DEL PATRIMONIO NETTO (EQUITY METHOD).

Soluzione 2:

Il valore del patrimonio netto rettificato (K’) si è ridotto: da 1.800 a 1.000 euro.

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44

Nella sostanza occorre apportare una svalutazione alla partecipazione di euro 800 (1.800-1.000),

cioè della differenza tra il valore corrente del PN all’epoca del Test di svalutazione e il valore

corrente del PN all’epoca dell’acquisto della partecipazione. Ciò significa che l’azienda partecipata

ha perso redditività nel tempo e pertanto il valore originario di carico della partecipazione non è più

rappresentativo della realtà effettiva della società partecipata.

Avviamento nel caso di acquisto di partecipazione valutata con il METODO DEL COSTO In data 31/12/n, la società Alfa acquista il 100% della società Beta, pagando un prezzo pari al valore

economico della società pro-quota (in questo caso il 100%), per euro 12.500. Tale prezzo è

determinato come la somma del valore corrente del patrimonio netto (K’) e dell’avviamento. Il

valore corrente del patrimonio netto (K’) è stimato come differenza tra il valore corrente delle

attività e quello delle passività aziendali.

La situazione patrimoniale a valori di mercato (correnti) della società Beta alla data di cessione è la

seguente (euro/migliaia):

Stato Patrimoniale Società Beta 31/12/n

Cassa

Crediti

Rimanenze

Impianti

1.000

5.000

1.500

14.500

Debiti

K’

10.000

12.000

Totale attività 22.000 Totale passività + netto 22.000

Si determini il valore dell’avviamento e il valore di carico della partecipazione al 31/12/n

Soluzione:

K’ = Attivo corrente – Passività a valori correnti = 22.000-10.000 = 12.000.

Avviamento = Prezzo pagato – K’ = 12.500 – 12.000 = 500.

Il valore di carico della partecipazione è pari al prezzo pagato (euro 12.500).

L’avviamento si genera dalla differenza tra il prezzo pagato e il valore corrente del patrimonio netto

(K’). Nel bilancio della società che acquista la partecipazione, l’avviamento non deve essere

rilevato in quanto, come si deduce, tale partecipazione viene contabilizzata con il METODO DEL

COSTO E NON CON IL METODO DEL PATRIMONIO NETTO (EQUITY METHOD).

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45

Valutazione delle partecipazioni: metodo del costo

In data 2/01/n la società Alfa acquista il 100% della società Beta a un costo di acquisto di € 800.

Applicando il metodo del costo, individuare il valore contabile della partecipazioni alle date

indicate, le eventuali scritture in P.D. da redigere e le eventuali informazioni da fornire in Nota

integrativa, ipotizzando di avere i seguenti valori.

31/12/n valore economico di Beta € 800; PN di Beta 600.

31/12/n+1 valore economico di Beta € 1.000; PN di Beta 800.

31/12/n+2 valore economico di Beta € 700; PN di Beta 800.

31/12/n+3 valore economico di Beta € 1.000; PN di Beta 900.

***

Soluzione:

Partecipazione 31/12/n 31/12/n+1 31/12/n+2 31/12/n+3

Valore contabile iscritto in SP 800 800 700 800

Svalutazione/Ripristino di valore

inserita in CE 0 0 -100 +100

Informazioni da riportare in NI SI NO NO NO

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46

Valutazione delle partecipazioni: metodo del costo

In data 2/01/n la società Alfa acquista il 40% della società Beta a un costo di acquisto di € 800.000.

Applicando il metodo del costo, individuare il valore contabile della partecipazioni alle date

indicate, le eventuali scritture in P.D. da redigere e le eventuali informazioni da fornire in Nota

integrativa, ipotizzando di avere i seguenti valori.

31/12/n valore economico di Beta € 2.200.000; PN di Beta 1.800.000.

31/12/n+1 valore economico di Beta € 2.000.000; PN di Beta 1.850.000.

31/12/n+2 valore economico di Beta € 1.900.000; PN di Beta 1.850.000.

31/12/n+3 valore economico di Beta € 2.200.000; PN di Beta 2.000.000.

***

Partecipazione 31/12/n 31/12/n+1 31/12/n+2 31/12/n+3

Valore contabile iscritto in SP 800.000 800.000 760.000 800.000

Svalutazione/Ripristino di valore

inserita in CE 0 0 -40.000 +40.000

Informazioni da riportare in NI SI SI SI NO

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47

Valutazione delle partecipazioni: metodo del costo

In data 2/01/n la società Alfa acquista il 100% della società Beta a un costo di acquisto di €

5.000.000.

Applicando il metodo del costo, individuare il valore contabile della partecipazioni alle date

indicate, le eventuali scritture in P.D. da redigere e le eventuali informazioni da fornire in Nota

integrativa, ipotizzando di avere i seguenti valori.

31/12/n valore economico di Beta € 5.500.000; PN di Beta 5.000.000.

31/12/n+1 valore economico di Beta € 4.500.000; PN di Beta 5.200.000.

31/12/n+2 valore economico di Beta € 6.000.000; PN di Beta 5.500.000.

***

Soluzione:

Partecipazione 31/12/n 31/12/n+1 31/12/n+2

Valore contabile iscritto in SP 5.000.000 4.500.000 5.000.000

Svalutazione/Ripristino di valore

inserita in CE 0 -500.000 +500.000

Informazioni da riportare in NI NO NO NO

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48

Valutazione delle partecipazioni: metodo del patrimonio netto (svolto in aula 15_04_2015) Il 1° gennaio dell’esercizio n la Società Alfa acquista il 100% della Società Beta, per Euro 600.000.

All’atto dell’acquisto, il prezzo è stato determinato in base alla seguente perizia di stima:

W = PNC + Avviamento

600.000 = 500.000 + 100.000

In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società si presentano come segue (Euro/000).

Stato patrimoniale Alfa Stato patrimoniale Beta

Cassa 1.000 Debiti 1.600 Cassa 1.000 Debiti 500

Part. in Beta 600 Capitale netto 1.000 Capitale netto 500

Impianti 1.000

Totale 2.600 Totale 2.600 Totale 1.000 Totale 1.000

Durante l’esercizio n le società svolgono le seguenti operazioni (valori in migliaia di euro):

Azienda Beta

Acquisto di merci da terzi per euro 500 con pagamento in contanti

Vendita di tutte le merci ad Alfa per euro 460, con riscossione in contanti

Prestazione di servizi a terzi per euro 80, con riscossione del ricavo in contanti

Azienda Alfa

Acquisto merci da Beta per euro 460, con pagamento in contanti

Prestazione di servizi a terzi per euro 200 con riscossione in contanti

Valutazione delle rimanenze finali al costo per un importo pari a euro 460

Ammortamento dell’impianto del 10%

Sapendo che:

- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;

- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con il metodo del patrimonio netto (equity method);

- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;

- la società Beta distribuisce dividendi per euro 10;

- l’avviamento della società acquisita è ammortizzato in 5 anni.

Il candidato presenti:

- i conti economici delle società Alfa e Beta al 31/12/n;

- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;

lo stato patrimoniale finale di Alfa e di Beta al 31/12/n.

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49

Equity method – soluzione

Cassa 1.000 Capitale netto 1.000 Cassa 1.000 Debiti 500

Impianti 1.000 Debiti 1.600 -

Partecip. in Beta 600 - Capitale netto 500

Totale 2.600 2.600 Totale 1.000 Totale 1.000

Perizia - Vendita 460

W 500 0 100 Acquisto 500 Servizi 80

W totale 600 -

500 540

% partecipazione 100% Utile 40

Dividendi 10 540 540

EQUITY METHOD

CN 540 0 100

dividendi -10 0 20 Cassa 1.040 Debiti 500

rettifiche 40

570 0 80 Impianti - Capitale netto1/1 500

Valore Beta 100% 650 Utile 40

Valore partecipazione 650

Svalutazione/Rivalutazione 50 Totale 1.040 Totale 1.040

Cassa Alfa Cassa Beta

1.000 1.000

-460 460

200 80

0 -500

740 1.040

Acquisto Beta 460 Vendita 200 Cassa 740 Debiti 1600

Rimanenze 460 Impianti 900

Amm (20%) 100 Dividendi 10 Rimanenze 460 Capitale netto1/1 1.000

Svalutazione FALSO Rivalutazione 50 Crediti dividendi 10 Utile 160

560 720 Partecip. in B 650

Utile 160

Totale 720 Totale 720 Totale 2.760 Totale 2.760

CE Alfa Stato patrimoniale Alfa

Stato patrimoniale Alfa1/1 Stato patrimoniale Beta1/1

CE Beta31/12

Stato patrimoniale Beta31/12

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50

Valutazione delle partecipazioni: metodo del patrimonio netto (svolto in aula il 22_04_2015)

Il 1° gennaio dell’esercizio n la Società Alfa acquista il 60% della Società Beta, per Euro 900.000.

All’atto dell’acquisto, il prezzo è stato determinato in base alla seguente perizia di stima:

W = PNC + Rettifiche di valore assets + Avviamento

1.500.000 = 1.000.000 + 100.000 + 400.000

In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società si presentano come segue (Euro/000).

Stato patrimoniale Alfa Stato patrimoniale Beta

Cassa 1.100 Debiti 1.600 Cassa 1.000 Debiti 2.000

Part. in Beta 900 Capitale netto 1.400 Merci 1.000 Capitale netto 1.000

Impianti 1.000 Impianti 1.000

Totale 3.000 Totale 3.000 Totale 3.000 Totale 3.000

Durante l’esercizio n le società svolgono le seguenti operazioni (valori in migliaia di euro):

Azienda Alfa

Prestazione di servizi a terzi per euro 840 con riscossione in contanti

Acquisto merci da Beta per euro 1.200, con pagamento in contanti

Acquisto di servizi da terzi per euro 500 con pagamento in contanti

Valutazione delle rimanenze finali al costo per un importo pari a euro 1.200

Ammortamento dell’impianto del 20% (euro 200)

Azienda Beta

Acquisto di servizi da terzi per euro 800 con pagamento in contanti

Vendita di tutte le merci ad Alfa per euro 1.200, con riscossione in contanti

Prestazione di servizi a terzi per euro 1.200, con riscossione del ricavo in contanti

Ammortamento degli impianti del 20% (euro 200)

Sapendo che:

- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;

- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con il metodo del patrimonio netto (equity method);

- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;

- la società Beta distribuisce dividendi per euro 200;

- l’avviamento e le rettifiche di valore degli assets della società Beta sono ammortizzati in 5 anni (20%).

Il candidato presenti:

- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;

- i bilanci di Alfa e di Beta al 31/12/n.

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51

Equity method - soluzione

DI SEGUITO SONO PRESENTATI ALTRI 4 ESERCIZI MAI SVOLTI IN AULA SULLA

VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI CON EQUITY METHOD

Cassa 1.100 Capitale netto 1.400 Cassa 1.000 Debiti 2.000

Impianti 1.000 Debiti 1.600 Merci 1.000

Partecip. in Beta 900 Impianti 1.000 Capitale netto 1.000

Totale 3.000 3.000 Totale 3.000 Totale 3.000

Perizia Rimanenze 1.000 Vendita 1.200

W 1.000 100 400 Acquisto 800 Servizi 1.200

W totale 1.500 Amm (20%) 200

2.000 2.400

% partecipazione 60% Utile 400

Dividendi 200 2.400 2.400

EQUITY METHOD

CN 1.400 100 400

dividendi -200 20 80 Cassa 2.600 Debiti 2.000

rettifiche -200

1.000 80 320 Impianti 800 Capitale netto1/1 1.000

Valore Beta 100% 1.400 Utile 400

Valore partecipazione 840

Svalutazione/Rivalutazione -60 Totale 3.400 Totale 3.400

Cassa Alfa Cassa Beta

1.100 1.000

-1.200 1.200

840 1.200

-500 -800

240 2.600

Acquisto Beta 1.200 Vendita 840 Cassa 240 Debiti 1.600

Acquisto 500 Rimanenze 1.200 Impianti 800

Amm (20%) 200 Dividendi 120 Rimanenze 1.200 Capitale netto1/1 1.400

Svalutazione 60 Rivalutazione 0 Crediti dividendi 120 Utile 200

1.960 2.160 Partecip. in B 840

Utile 200

Totale 2.160 Totale 2.160 Totale 3.200 Totale 3.200

CE Alfa Stato patrimoniale Alfa

Stato patrimoniale Alfa1/1 Stato patrimoniale Beta1/1

CE Beta31/12

Stato patrimoniale Beta31/12

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52

Altri esercizi con soluzione su valutazione delle partecipazioni con Equity Method

Esercizio 1

Il 1° gennaio 2003 la Società Alfa acquista il 100% della Società Beta, per Euro 5.600 milioni.

In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società s presentano come segue (Euro/000).

STATO PATRIMONIALE ALFA

STATO PATRIMONIALE BETA

Cassa 4.400 Cassa 2.400 Debiti 4.000

Impianti 2.000 capitale netto 12.000 Merci 2.000

Partecip. in Beta 5.600 Impianti 4.000 Capitale netto 5.000

Totale 12.000 Totale 12.000 Totale 9.000 Totale 9.000

All’atto dell’acquisto, la perizia determinava il seguente valore dell’azienda Beta (100%):

W = K + Rivalutazione impianti + avviamento

5600 = 5.000 + 300 + 300

Durante l’esercizio si svolgono le seguenti operazioni (valori in euro/000):

Azienda Alfa

Acquisto merci da Beta per Euro 2.200.

Cessione servizi a terzi per Euro 1.500

Acquisto merci da terzi per Euro 800

Ammortamento impianti del 20%

Valutazione delle rimanenze finali in Euro 3.000

Azienda Beta

Vendita di tutte le merci a Alfa per Euro 2.200

Cessione servizi a terzi per Euro 1.800

Acquisto servizi da terzi per Euro 1.000

Ammortamento impianti del 20%

Dividendi complessivi da distribuire Euro 100

Sapendo che:

- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;

- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con l’equity method;

- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;

- l’ammortamento del maggior valore degli impianti e dell’avviamento avviene in 5 anni

Il candidato presenti:

- i conti economici delle società Alfa e Beta relativi all’esercizio 2003;

- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;

- lo stato patrimoniale finale di Alfa e di Beta al 31/12/2003

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53

Soluzione Esercizio 1

SP alfa iniziale

SP Beta iniziale

cassa 4400

cassa 3000 debiti 4000

impianti 2000 capitale netto 12000

impianti 4000 capitale netto 5000

partecipazione in Beta 5600

merci 2000

totale 12000 totale 12000

totale 9000 totale 9000

perizia PNC Rivalutazione Avviamento

W 5000 300 300

CE Beta

W 5600

Rim iniziali 2000 Ricavi 2200

Acquisto servizi 1000 Servizi 1800

Ammortamento 800

Dividendi da distribuire 100

totale 3800 totale 4000

Equity A B C

utile Beta 200

PN 5200 300 300

CE Alfa

Dividendi -100 -60 -60

Acquisto merci 800 Ricavi 1500

Rettifiche consolidam. -20013

Acquisto merci B 2200 rima finali 3000

rettifiche 2423 0

Ammortamento 400 dividendi 100

TOTALE Equity 4900 240 240

svalutazione 220

TOTALE Equity 5380

totale 3620 totale 4600

Svalutazione 220

utile Alfa 980

SP Beta finale

cassa Beta 3000

cassa 6000 debiti 4000

vendita a Alfa 2200

impianti 3200 capitale netto 5000

Cessione servizi a terzi 1800

merci 0 utile 200

Acquisto da terzi -1000

totale 9200 totale 9200

totale flusso cassa 6000

SP Alfa finale

Cassa Alfa 4400

cassa 2900 capitale netto 12000

Acquisto da Beta -2200

impianti 1600 utile 980

Vendita merci a terzi 1500

merci 3000

Acquisto merci terzi -800

partecipazione 5380

totale flusso cassa 2900

crediti dividendi 100

totale 12980 12980

13 Le rettifiche di consolidamento si originano solamente nel CE di Beta. Infatti, visto che alla data di acquisto

della partecipazione, Beta possiede nel suo SP iniziale Merci in rimanenza, esse devono essere considerate

come rimanenze iniziali di merci e integrate nel CE di Beta del nuovo anno. Dette merci hanno un costo di

euro 2.000. Nel momento in cui esse merci vengono vendute ad Alfa, per euro 2.200, si genera un utile

infragruppo a favore di Beta di euro 200. Tale utile infragruppo deve essere eliminato con il segno negativo.

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54

Esercizio 2

Il 1° gennaio 2003 la Società Alfa acquista l’80% della Società Beta, per Euro 1.600 milioni.

In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società s presentano come segue (Euro/000).

STATO PATRIMONIALE ALFA

STATO PATRIMONIALE BETA

Cassa 1560 Cassa 1000 Debiti 1400

Impianti 1000 capitale netto 4160 Merci 1000

Partecip. in Beta 1600 Impianti 1000 Capitale netto 1600

Totale 4160 Totale 4160 Totale 3000 Totale 3000

All’atto dell’acquisto, la perizia determinava il seguente valore dell’azienda Beta (100%):

W = K + Rivalutazione impianti + avviamento

2.000 = 1.600 + 100 + 300

Durante l’esercizio si svolgono le seguenti operazioni (valori in euro/000):

Azienda Alfa

Acquisto merci da Beta per Euro 1.300.

Vendita merci a terzi per Euro 2.000

Acquisto merci da terzi per Euro 800

Ammortamento impianti del 20%

Valutazione delle rimanenze finali in Euro 800

Azienda Beta

Vendita di tutte le merci a Alfa per Euro 1.300

Cessione servizi a terzi per Euro 1.100

Acquisto servizi da terzi per Euro 1.000

Ammortamento impianti del 20%

Dividendi complessivi da distribuire Euro 100

Sapendo che:

- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;

- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con l’equity method;

- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;

- l’ammortamento del maggior valore degli impianti e dell’avviamento avviene in 5 anni

Il candidato presenti:

- i conti economici delle società Alfa e Beta relativi all’esercizio 2003;

- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;

- lo stato patrimoniale finale di Alfa e di Beta al 31/12/2003

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55

Soluzione Esercizio 2

SP Alfa iniziale

Perizia W CN Beta Rivalut. Impianti Avviamento

Cassa 1560

Impianti 1000 Capitale netto 4160

2000 1600 100 300

Partecipazione 1600

Totale 4160 Totale 4160

Dividendi 100 % Partecipazione 80%

SP Beta iniziale

% dividendi 80

Cassa 1000 Debiti 1400

I dividendi sono calcolati in percentuale di partecipazione solo ai fini della determinazione del ricavo per dividendi che Alfa deve contabilizzare nel suo CE

Merci 1000 Capitale netto 1600

Impianti 1000

Equity A B Impianti C Avviamento

Totale 3000 Totale 3000

PN Beta 1800 100 300 Dividendi -100

CE Beta anno n

Rettifiche infragruppo -300 -20 -60

Riman. Iniziali 1000 Vendita Alfa 1300

Rettifiche 2423-2423-bis 0

Acq. Servizi 1000 Cess. Servizi 1100

Totale Equity 1400 80 240

Ammortamento 200

totale 2200 Totale 2400

Utile 200

Valore partecipazione (100%) 1720

Totale 2400 Totale 2400

% Partecipazione 80% Valore partecipazione (80%) 1376

SP Beta finale

Svalutazione/Rivalutazione -224

Cassa 2400 Debiti 1400

Merci 0 Capitale netto 1600

Cassa Beta

Impianti 800 utile n 200

Cassa iniziale 1000

Totale 3200 Totale 3200

Vendita a Alfa 1300 Cessione servizi 1100

CE Alfa anno n

Acquisto servizi -1000

Acquisto merci Beta

1300 vendita merci 2000

Totale cassa Beta 2400

Acquisto merci 800 Dividendi 80

Ammortamento 200 Rim finali 800

Cassa Alfa

Svalutazione Part.

224 Rivalutazione FALSO

Cassa iniziale 1560

Totale 2524

Acquisto da Beta -1300

Utile 356

vendita merci terzi 2000

Totale 2.880 Totale 2.880

Acquisto servizi -800 Totale cassa Alfa 1460

SP Alfa finale

Cassa 1460 Debiti 0

Merci 800 Capitale netto 4160

Impianti 800 utile n 356

Dividendi 80

Partecipazione 1376

Totale 4516 Totale 4516

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56

Esercizio 3

Il 1° gennaio 2003 la Società Alfa acquista l’80% della Società Beta, per Euro 3.520 milioni.

In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società s presentano come segue (Euro/000).

STATO PATRIMONIALE ALFA

STATO PATRIMONIALE BETA

Cassa 4.640 Cassa 2.000 Debiti 2.000

Impianti 2.000 capitale netto 10.160 Merci 2.000

Partecip. in Beta 3.520 Impianti 2.000 Capitale netto 4.000

Totale 10.160 Totale 10.160 Totale 6.000 Totale 6.000

All’atto dell’acquisto, la perizia determinava il seguente valore dell’azienda Beta (100%):

W = K + Rivalutazione impianti + avviamento

4400 = 4.000 + 200 + 200

Durante l’esercizio si svolgono le seguenti operazioni (valori in euro/000):

Azienda Alfa

Acquisto merci da Beta per Euro 1.800.

Vendita merci a terzi per Euro 2.400

Acquisto merci da terzi per Euro 1.000

Ammortamento impianti del 20%

Valutazione delle rimanenze finali in Euro 1.000

Azienda Beta

Vendita di tutte le merci a Alfa per Euro 1.800

Cessione servizi a terzi per Euro 1.800

Acquisto servizi da terzi per Euro 1.000

Ammortamento impianti del 20%

Dividendi complessivi da distribuire Euro 180

Sapendo che:

- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;

- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con l’equity method;

- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;

- l’ammortamento del maggior valore degli impianti e dell’avviamento avviene in 5 anni

Il candidato presenti:

- i conti economici delle società Alfa e Beta relativi all’esercizio 2003;

- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;

- lo stato patrimoniale finale di Alfa e di Beta al 31/12/2003

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57

SP Alfa iniziale

Perizia W CN Beta Rivalut. Impianti Avviamento

Cassa 4640

Impianti 2000 Capitale netto 10160

4400 4000 200 200

Partecipaz. In Beta 3520

Totale 10160 Totale 10160

Dividendi 180 % Partecipazione 80%

SP Beta iniziale

% dividendi 144

Cassa 2000 Debiti 2000

Merci 2000 Capitale netto 4000

Impianti 2000

Equity Impianti Avviamento

Totale 6000 Totale 6000

PN Beta 4200 200 200 Dividendi -180

CE Beta anno n

Rettifiche infragruppo 200 -40 -40

Riman. Iniziali 2000 Vendita Alfa 1800

Rettifiche 2423-2423-bis 0

Acq. Servizi terzi 1000 Cess. Servizi 1800

Totale Equity 4220 160 160

Ammortamento 400

totale 3400 Totale 3600

Utile 200

Valore partecipazione (100%) 4540

Totale 3600 Totale 3600

% Partecipazione 80% Valore partecipazione (80%) 3632

SP Beta finale

Svalutazione/Rivalutazione 112

Cassa 4600 Debiti 2000

Merci 0 Capitale netto 4000

Cassa Beta

Impianti 1600 utile n 200

Cassa iniziale 2000

Totale 6200 Totale 6200

Vendita a Alfa 1800 Cessione servizi 1800

CE Alfa anno n

Acquisto servizi -1000

Acquisto merci Beta 1800 vendita merci 2400

Totale cassa Beta 4600

Acquisto merci 1000 Dividendi 144

Ammortamento 400 Rim finali 1000

Cassa Alfa

Svalutazione FALSO Rivalutazione Part

112

Cassa iniziale 4640

Totale 3200 Acquisto da Beta -1800

Utile

456

vendita merci terzi 2400

Totale 3.656

Totale 3.656

Acquisto servizi -1000 Totale cassa Alfa 4240

SP Alfa finale

Cassa 4240 Debiti 0

Merci 1000 Capitale netto 10160

Impianti 1600 utile n

456

Dividendi

144

Partecipazione 3632

Totale 10616 Totale 10616

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58

Esercizio 4

Il 1° gennaio 2003 la Società Alfa acquista il 100% della Società Beta, per Euro 4.400 milioni.

In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società s presentano come segue (Euro/000).

STATO PATRIMONIALE ALFA STATO PATRIMONIALE BETA

Cassa 4.600 Cassa 2.000 Debiti 2.000

Impianti 2.000 Capitale netto 11.000 Merci 2.000

Partecip. in Beta 4.400 Impianti 2.000 Capitale netto 4.000

Totale 11.000 Totale 11.000 Totale 6.000 Totale 6.000

All’atto dell’acquisto, la perizia determinava il seguente valore dell’azienda Beta (100%):

W = K + Rivalutazione impianti + avviamento

4.400 = 4.000 + 200 + 200

Durante l’esercizio si svolgono le seguenti operazioni (valori in euro/000):

Azienda Alfa

Acquisto merci da Beta per Euro 1.800.

Vendita merci a terzi per Euro 2.400

Acquisto merci da terzi per Euro 1.000

Ammortamento impianti del 20%

Valutazione delle rimanenze finali al costo in Euro 1.000

Azienda Beta

Vendita di tutte le merci a Alfa per Euro 1.800

Cessione servizi a terzi per Euro 1.800

Acquisto servizi da terzi per Euro 1.000

Ammortamento impianti del 20%

Dividendi complessivi da distribuire Euro 180

Sapendo che:

- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;

- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con l’equity method;

- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;

- l’ammortamento del maggior valore degli impianti e dell’avviamento avviene in 5 anni

Il candidato presenti:

- i conti economici delle società Alfa e Beta relativi all’esercizio 2003;

- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;

- lo stato patrimoniale finale di Alfa e di Beta al 31/12/2003

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59

Soluzione Esercizio 4

SP alfa iniziale

SP Beta iniziale

cassa 4600

cassa 2000 debiti 2000

impianti 2000

capitale

netto 11000

impianti 2000 capitale netto 4000

partecipazione in Beta 4400

merci 2000

totale 11000 totale 11000

totale 6000 totale 6000

perizia

W 4000 200 200

CE Beta

W 4400

Rim iniziali 2000 Ricavi 1800

Acquisto servizi 1000 Servizi 1800

Ammortamento 400

dividendi 180

totale 3400 totale 3600

Equity

rivalutaz

imp avviamento

utile Beta 200

PN 4200 200 200

CE Alfa

Dividendi -180 -40 -40

Acquisto merci 1000 Ricavi 2400

Rettifiche

consolidam. 200

Acquisto mer B 1800 rima finali 1000

rettifiche 2423 0

Ammortamento 400 dividendi 180

TOTALE Equity 4220 160 160

rivalutazione

part. 140

TOTALE Equity 4540

totale 3200 totale 3720

Rivalutazione 140

utile Alfa 520

SP Beta finale

cassa Beta 2000

cassa 4600 debiti 2000

vendita a Alfa 1800

impianti 1600 capitale netto 4000

Cessione servizi a

terzi 1800

merci 0 utile 200

Acquisto da terzi -1000

totale 6200 totale 6200

totale flusso cassa 4600

SP Alfa finale

Cassa Alfa 4600

cassa 4200 capitale netto 11000

Acquisto da Beta -1800

impianti 1600 utile 520

Vendita merci a terzi 2400

merci 1000

Acquisto merci terzi -1000

partecipazione 4540

totale flusso cassa 4200

crediti dividendi 180

totale 11520 11520

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60

CONSIDERAZIONI SU ALCUNE VOCI DELL’ATTIVO CORRENTE/CIRCOLANTE

RIMANENZE DI MAGAZZINO

SINTESI DEL PRINCIPIO CONTABILE NAZIONALE OIC N. 13

Le rimanenze si espongono nello SP nella voce C) I) (vedere lo schema di SP ex art. 2424 C.C). Nel

CE si presentano nel valore della produzione (A), se relative a rimanenze di prodotti in corso di

lavorazione, semilavorati e prodotti finiti, mentre nei costi della produzione (B), se relative a

rimanenze di materie prime, sussidiarie e di consumo e merci. Nel CE si presentano nelle rispettive

classi A e B direttamente i saldi delle variazioni delle rimanenze.

La valutazione delle rimanenze di magazzino è legata al costo (di acquisto o di produzione), il

quale deve essere comparato con il valore di presunto realizzo desunto dal mercato al termine

di ogni esercizio. Come rappresentativo del valore a cui le rimanenze devono essere valutate,

occorre scegliere il minore.

Le valutazioni devono essere effettuate alla fine di ogni esercizio in fase di assestamento nonché

voce per voce in modo omogeneo. Dalla valutazione delle rimanenze può discendere soltanto una

svalutazione, MAI una rivalutazione. Negli esercizi successivi, possono essere ripristinati i valori

precedenti le svalutazioni, nei limiti massimi delle svalutazioni apportate.

Le svalutazioni e gli eventuali ripristini di valore che si effettuano negli ex successivi devono essere

portati a modifica diretta del valore delle rimanenze nell’attivo dello SP, dal momento che non

possono trovare esplicita collocazione nel CE e nello SP.

Il criterio che ispira le valutazioni di bilancio delle rimanenze alla fine di ogni esercizio, in fase di

assestamento, è quello generale del COSTO, come anticipato. Tuttavia il Legislatore, al punto 9

dell’art. 2426, precisa che il principio di valutazione delle rimanenze di magazzino del minore tra

costo e il valore di presumibile realizzo desunto dal mercato (o valore di mercato) si fonda sulla

teoria che quando l’utilità o la funzionalità originaria misurata dal costo originario di acquisto o di

produzione delle merci si riduce, per qualsiasi motivo, si rende necessario modificare detto valore.

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61

Definizione di COSTO

Il costo storico è costituito dal complesso dei costi sostenuto per ottenere la proprietà delle

rimanenze di magazzino nel loro attuale stato e condizione.

Il costo è rappresentato dal costo di acquisto per i prodotti finiti (essi rappresentano delle rimanenze

nel momento in cui sono acquisiti per essere rivenduti) o per i materiali che ancora non hanno

subito il processo di trasformazione, oppure è rappresentato dal costo di produzione per i prodotti

già trasformati e per i materiali in corso di lavorazione industriale.

Di seguito si espongono le definizioni di costo di acquisto e di produzione nel caso in cui i beni in

rimanenze sia sempre identificabili e infungibili (NON intercambiabili che non si possono

confondere)

Costo di acquisto

Per costo di acquisto si intende il prezzo effettivo di acquisto più gli oneri accessori (disciplina

identica all’art. 2426, punto1, per le immobilizzazioni materiali e immateriali).

Costo di produzione

Per costo di produzione/fabbricazione si intende il costo dei materiali per la fabbricazione + tutti gli

oneri industriali derivanti dalla lavorazione. Sono inclusi sia costi diretti che indiretti, ma solo se di

natura industriale. Tutti i costi di natura non industriale, anche se riferibili alla fabbricazione delle

rimanenze non possono essere computati (es, costi commerciali, di distribuzione, costi

amministrativi, ecc.).

Alcune precisazioni sul costo di acquisto e di produzione come sopra definiti

Una volta che sia stato stabilito il costo di ciascun bene che è entrato in magazzino (cosa facile in

quanto ciò che entra nel magazzino viene documentato da fatture di acquisto), alla fine

dell’esercizio è necessario verificare quali beni acquistati o prodotti durante l’esercizio sono ancora

giacenti in magazzino ovvero quali prodotti sono ancora in corso di lavorazione. Oltre al numero di

merci entrate nel magazzino, è necessario anche capire il costo (cioè il valore) di ogni singolo bene

giacente nel magazzino al termine dell’esercizio. Una volta che sia noto il costo delle rimanenze,

esso è oggetto di rettifica mediante le scritture di assestamento.

La valorizzazione dei beni in magazzino non è cosa semplice.

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62

Le sopra citate definizioni di costo di acquisto e di produzione presuppongono che la valutazione

delle rimanenze di magazzino avvenga dopo aver individuato e attribuito alle singole unità fisiche

in magazzino i costi specificamente sostenuti per le unità (partite di merci) medesime. Detto

processo di attribuzione del costo specifico e identificazione delle merci è possibile soltanto per i

beni INFUNGIBILI che vengono individuati sempre e comunque da quando entrano in magazzino

a quando escono dallo stesso (per essere venduti o trasformati). L’identificazione specifica del costo

può essere adottata SOLO SE le voci delle rimanenze non sono intercambiabili. Spesso le aziende

hanno a che fare con beni FUNGIBILI (beni di massa la cui rimanenza non è identificabile

rispetto ad un particolare acquisto). Per queste rimanenze, il criterio del costo specifico non può

essere utilizzato perché presuppone che a fine esercizio l’azienda conosca esattamente quali beni

giacciono in magazzino e quale sia il costo di ognuno di essi. Il criterio del costo specifico, inoltre,

non è di facile attuazione, e di fatto non viene applicato spesso, a causa dell’entità delle rimanenze e

della loro velocità di rotazione e del fatto che molte rimanenze sono di beni FUNGIBILI, cioè di

beni che nel momento in cui entrano nel magazzino si confondono con tutte gli altri.

Per tale motivo, dal punto di vista pratico, vengono effettuate delle assunzioni (ipotesi) sul flusso

delle rimanenze (in entrata e in uscita) e sul flusso dei costi generati da questi movimenti a cui

corrispondono altrettanti criteri alternativi di determinazione del costo oggetto di sospensione come

rimanenza. In sostanza, il Legislatore ammette, al punto 10 dell’art. 2426, che per la

determinazione del costo delle merci di beni fungibili SI POSSA determinare il costo delle stesse

rimanenze in modi alternativi, anziché mediante la specifica identificazione del costo, che risulta

impossibile.

I metodi alternativi di determinazione del COSTO dei beni fungibili sono i seguenti:

- PRIMO ENTRATO, PRIMO USCITO, detto anche metodo FIFO: gli acquisti più remoti

sono quelli che per primi fuoriescono dal magazzino;

- ULTIMO ENTRATO, PRIMO USCITO, detto anche metodo LIFO: gli acquisti più recenti

sono quelli che per primi fuoriescono dal magazzino;

- COSTO MEDIO PONDERATO (CMP): le quantità acquistate o prodotte non sono

individualmente identificabili e fanno parte di un insieme in cui i beni sono ugualmente

disponibili.

I metodi descritti sono usati per stimare le diverse modalità di scarico del magazzino, cioè il

costo dei beni/merci che sono usciti dal magazzino, non il valore delle rimanenze alla fine

dell’anno. Di conseguenza, il valore delle rimanenze si ottiene per differenza: ciò significa che il

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63

valore delle rimanenze di magazzino si determina come differenza tra il valore degli acquisti

(prezzo quantità entrata) effettuati nel corso dell’anno e disponibili all’azienda e il valore

ipoitizzato degli scarichi di magazzino (beni usciti dal magazzino). Infatti, mentre il valore degli

acquisti è un valore noto (nel corso dell’anno si sa quanti acquisti sono stati fatti), il valore degli

scarichi non è un valore noto per i beni fungibili, perché l’azienda non può sapere quali beni sono

usciti; per determinarlo si usano i tre criteri alternativi di valorizzazione degli scarichi del

magazzino, attribuendo alle quantità che escono dal magazzino valori differenti, in funzione degli

obiettivi della valutazione (prezzi recenti nel caso di LIFO; prezzo antichi nel caso FIFO; prezzi

medi nel caso CMP).

In un contesto di prezzi crescenti, usando il FIFO, visto che gli scarichi si valutano a prezzi più

antichi, il valore delle rimanenze è stimato con prezzi più recenti. Usando il LIFO, visto che gli

scarichi si valutano a prezzi più recenti, il valore delle rimanenze è stimato con prezzi più antichi.

Usando il CMP, il valore delle rimanenze è stimato con prezzi medi. In un contesto di prezzi

sostanzialmente stabili non vi è differenza tra i tre metodi alternativi.

N.B.: quando si parla di VALORE DELLE RIMANENZE non si parla di quantità fisicamente

entrate e uscite dal magazzino. Queste ultime grandezze sono sempre note all’azienda (si sa quante

tonnellate di pomodori sono uscite dal magazzino nel corso dell’anno per essere trasformate in

conserve di pomodoro). Ciò che deve essere determinato secondo queste tre tecniche differenti è il

“prezzo” al quale dette quantità vengono idealmente fatte uscire dal magazzino (la domanda da

porsi è, ad esempio, la seguente: a quale prezzo/valore la materia prima che l’azienda usa deve

essere valorizzata nel momento in cui esce dal magazzino?)

Dopo che sia stato individuato il costo delle rimanenze, utilizzando i sopradetti criteri di scarico di

magazzino, in ogni caso occorre confrontare detto valore di costo con il valore di presunto realizzo

e vedere il valore al quale iscrivere le rimanenze.

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64

Definizione di VALORE DI PRESUMIBILE REALIZZO DESUNTO DALL’ANDAMENTO

DEL MERCATO

Poiché le rimanenze di magazzino devono essere valutate al minore tra il costo storico ed il valore

di mercato, si rende necessario determinare quest’ultimo valore. Il valore di mercato è inteso nel

modo che segue per le diverse categorie di rimanenze di magazzino

Classe di rimanenze Regola generale del concetto di mercato

Materie prime, sussidiarie e di consumo

che partecipano alla fabbricazione dei

prodotti finiti

Costo di sostituzione/costo di riacquisto

Semilavorati

Valore netto di realizzo (prezzo di mercato al

netto degli oneri per il completamento della

produzione)

Prodotti finiti destinati alla vendita Valore netto di realizzo (prezzo di mercato)

praticato ai terzi soggetti

Il principio del minore tra costo e valore di mercato comporta delle stime, come tutti i procedimenti

contabili, e la sua applicazione richiede discernimento e giudizio.

La valutazione del magazzino al minore tra costo storico e valore di mercato deve avvenire

utilizzando sempre uniformità di giudizio. Nei casi eccezionali in cui si cambi il metodo di

applicazione del principio del minore tra costo e mercato (ad esempio, si decide di cambiare il

metodo del costo passando dal FIFO al LIFO), si deve determinare l’effetto di tale cambiamento sul

valore delle rimanenze e darne adeguata motivazione nella Nota Integrativa.

Nella NI deve essere sempre indicato il criterio di costo prescelto dall’azienda per determinare il

costo delle rimanenze di magazzino (criterio del costo specifico, criterio LIFO, FIFO o CMP).

Inoltre nella NI occorre sempre dare notizia dei criteri adottati per apportare eventuali svalutazioni

qualora si valutino le rimanenze a un valore di mercato inferiore rispetto al costo (bisogna

specificare se si è prescelto il costo di sostituzione, il valore netto di realizzo o il prezzo di mercato).

Gli esercizi sulla valutazione delle rimanenze sono pubblicati sulla pagina web del docente.

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Esercizi sulla Valutazione delle rimanenze

Il candidato determini il valore delle rimanenze, sulla base dei dati riportati nel seguito, applicando i

seguenti criteri di scarico del magazzino:

- FIFO

- LIFO

- CMP

DATA PARTITE DI MERCI QUANTITÀ PREZZO

Marzo Partita 1 200 10

Giugno Partita 2 200 12

Settembre Partita 3 200 15

Totale 600

Quantità venduta 300

***

Soluzione:

FIFO = 200 15 + 100 12 = 4.200

LIFO = 200 10 + 100 12 = 3.200

CMP = (200 10 + 200 12 + 200 15)/600 300 =12,33 300 = 3.700

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Valutazione delle rimanenze

Il candidato determini il valore delle rimanenze, sulla base dei dati riportati nel seguito, applicando i

seguenti criteri di scarico del magazzino:

- FIFO

- LIFO

- CMP

DATA PARTITE DI MERCI QUANTITÀ PREZZO

Marzo Partita 1 500 22

Giugno Partita 2 500 22

Settembre Partita 3 500 25

Novembre Partita 4 500 26

Totale 2.000

Quantità venduta 1.200

***

Soluzione:

FIFO = 500 26 + 300 25 = 20.500

LIFO = 500 22 + 300 22 = 17.600

CMP = (500 22 + 500 22 + 500 25+ 500 26)/2.000 800 =23,75 800 = 19.000

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RIMANENZE DI LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE

SINTESI DEL PRINCIPIO CONTABILE NAZIONALE OIC N. 23

Le rimanenze di lavori in corso su ordinazione rappresentano valutati alla fine di ogni esercizio

come non di competenza in quanto sostenuti durante il periodo di realizzazione di opere/servizi

PER CONTO TERZI (SU COMMESSA). La durata di queste opere è di tipo ultrannuale. Solo al

termine di periodo di lavorazione della commessa, il lavoro/opera/servizio viene ultimato e

consegnato al committente.

In questo tipo di lavorazione, i soggetti coinvolti sono due:

1. Il COMMITTENTE: è il soggetto che commissiona la realizzazione dell’opera secondo le

sue specifiche e secondo i tempi desiderati;

2. Il COMMISSIONATO: è il soggetto che realizza l’opera, che sostiene i costi per la

lavorazione e registra i ricavi per i corrispettivi che vengono erogati dal committente al

termine della lavorazione della commessa o durante il periodo (sottoforma di anticipo).

Occorre precisare che il soggetto commissionato deve contabilizzare i ricavi per corrispettivi

soltanto al termine della lavorazione. Durante la lavorazione è costretto a contabilizzare tutti

gli anticipi erogati come un debito per la consegna dell’opera al committente.

Il principio contabile n. 23 prende a riferimento il soggetto che realizza l’opera come prevalente

nella disciplina contabile, in quanto detto soggetto si trova a che fare con i costi della lavorazione

della commessa. Infatti chi realizza un’opera per conto terzi, registra i seguenti componenti

reddituali:

a. I costi per la lavorazione della commessa;

b. I ricavi per i corrispettivi della commessa.

Tra a e b vi è uno sfasamento temporale dovuto al fatto che i costi vengono registrati in diretta

derivazione numeraria durante tutto il periodo della lavorazione della commessa, mentre i ricavi

saranno contabilizzati come tali soltanto alla ultimazione della commessa (i ricavi sono

contabilizzati per competenza). Pertanto, se non intervenissero scritture di assestamento, il soggetto

commissionato non registrerebbe mai utili derivanti dalla commessa, ma solo perdite per il fatto che

durante i primi esercizi si registrano esclusivamente costi.

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Il principio n. 23 e il Legislatore hanno avuto riguardo alla corretta, veritiera imputazione dell’utile

derivante dalla commessa. Infatti, il Codice civile ammette la possibilità di suddividere la

competenza dei costi della commessa durante tutto il periodo di lavorazione della stessa, di

conseguenza di spalmare anche l’utile della stessa commessa durante gli esercizi, sempre peraltro

rispettando i criteri della COMPETENZA e della CORRELAZIONE TRA COSTI E RICAVI.

In sostanza, per effettuare la ripartizione dell’utile derivante dalla commessa, l’unico modo è quello

di effettuare, in fase di assestamento, le opportune scritture di rettifica e di sospensione dei costi che

non si intende imputare nell’esercizio in chiusura ma si intende rinviare agli esercizi successivi di

lavorazione della commessa. Si tratta di effettuare delle scritture esattamente identiche alle scritture

di rettifica già viste in sede di rimanenze di magazzino.

Quale criterio di usa per effettuare la rettifica?

Come si valutano gli importi dei costi da rettificare?

Per rispondere a queste domande, sono elaborati due criteri alternativi di valutazione del costo da

rettificare, del tutto funzionali alle modalità con le quali si intende ripartire negli esercizi di

lavorazione l’utile derivante dalla commessa. I due criteri sono i seguenti:

1. CRITERIO DEL COSTO;

2. CRITERIO DELLA PERCENTUALE DI COMPLETAMENTO (CORRISPETTIVI

MATURATI CON RAGIONEVOLE CERTEZZA)

La scelta di questi due metodi alternativi di valutazione della rimanenza di lavori in corso è legata

sempre alla elaborazione di alcune ipotesi/previsioni circa l’andamento della commessa.

Ogni commessa presenta un BUDGET riguardante il sostenimento di costi e la registrazione dei

ricavi, sia durante, sia al termine della lavorazione della commessa. Inoltre, al momento della

predisposizione dei budget che programmano costi e ricavi della commessa, sono previsti anche i

termini e le modalità di avanzamento dei lavori (fine di alcune fasi di lavorazione, consegna di

porzioni di commessa etc…). Sulla base di queste previsioni vengono stimati anche gli anticipi sui

corrispettivi che eventualmente il committente farà al soggetto commissionato durante la

lavorazione della commessa.

N.B.: per tutto il periodo di lavorazione il soggetto commissione non potrà registrare in PD dei

ricavi, se non alla fine della commessa e al termine dei lavori. Tutti gli anticipi a lui versati dal

committente DEVONO producono un incremento della liquidità del soggetto commissionato. A

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fronte di questo incremento della liquidità non si registrerà un ricavo ma un debito per acconto

ricevuto che tiene memoria della futura consegna della commessa.

A prescindere dal criterio scelto per la sospensione del costo, i ricavi derivanti dai corrispettivi della

commessa sono rinviati a fine lavori.

Ciò che può essere “manovrato”, al fine di ripartire l’utile della commessa sono pertanto solamente

i costi della commessa che, pur previsti a budget, possono essere “spostati”, “anticipati” o

“posticipati” secondo il criterio scelto.

Un esempio chiarirà le differenze tra i due metodi:

Sia data la società Bunny, commissionata dalla società Teddy della realizzazione di due palazzine

da costruirsi nell’arco di due anni.

Il budget della commessa elaborato per il soggetto commissionato è il seguente:

Valori previsti I

Esercizio

II

Esercizio Totale

Ricavi della commessa 0 200 200

Costi della commessa 100 0 100

Utile della commessa -100 200 100

L’utile totale della commessa è pari a euro 100 che si ripartiscono in modo disomogeneo nel corso

degli esercizi di lavorazione a seguito del fatto che i ricavi verranno contabilizzati dal soggetto

commissionato solamente al termine del secondo e ultimo esercizio di lavorazione. I costi invece

sono sostenuti sin dal primo esercizio. Dal budget, pertanto, risulta che il primo esercizio di

commessa chiude con una perdita, mentre il secondo con un utile.

Si faccia l’ipotesi che al termine del primo esercizio di lavorazione della commessa sia realizzata

una sola palazzina (lavorazione completata al 50%).

Dal budget, pertanto, risultano redditi molto altalenanti durante la lavorazione.

Con l’utilizzo dei due metodi concessi dal legislatore e dal principio contabile n. 23 tale disparità tra

un esercizio e l’altro viene annullata.

Vediamo gli effetti economici utilizzando le due tecniche di rettifica e sospensione dei costi.

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70

METODO DEL COSTO

Con questo metodo tutto l’utile della commessa viene rinviato all’esercizio di ultimazione della

stessa, in modo tale che la commessa registri utili specifici pari a zero (0) nel corso di tutti gli

esercizi di lavorazione della commessa, tranne l’ultimo in cui saranno scaricati tutti i costi sospesi

negli esercizi di lavorazione e saranno contabilizzati anche i relativi ricavi dei corrispettivi. Tutti i

costi che vengono sostenuti nel primo esercizio di lavorazione della commessa saranno sospesi e

rinviati all’esercizio in cui saranno contabilizzati i corrispettivi dei ricavi. Di seguito:

Ce 1 anno di lavorazione commessa

Ce 2 anno di lavorazione commessa

Costi

sostenuti 100

Rettifica dei costi

sostenuti 100

Integrazione costi

anno 1 100

Ricavi

della

commessa 200

Costi sostenuti 0

Utile

commessa 0

Utile commessa 100

METODO DEI CORRISPETTIVI MATURATI CON RAGIONEVOLE CERTEZZA

Per valutare le rimanenze in questo modo, occorre ricorrere alle ipotesi effettuate circa lo Stato di

Avanzamento dei lavori. Infatti, la ripartizione dell’utile della commessa, quindi la valutazione dei

costi da sospendere, dipende dalle ipotesi sull’avanzamento dei lavori14.

Con riguardo al nostro esercizio, si ricorda l’ipotesi che il 50% della lavorazione della commessa è

stato portato a termine alla fine del I esercizio. Secondo tale criterio anche l’utile totale della

14 In linea generale, occorre premettere che le ipotesi possono prendere a riferimento a riferimento:

- Misurazioni fisiche (i metri di strada realizzati a fronte di quanti ne sono stati previsti nel contratto);

- Cost to cost (le valutazioni sono effettuate sulla base della proporzione tra i costi sostenuti per la commessa

fino al momento della sospensione e i costi totali preventivati nel contratto;

- Ore lavorate (proporzioni in funzione delle ore lavorate e di quelle previste);

- Unità consegnate (proporzione tra le opere complessive oggetto di commessa e quelle consegnate al momento

della sospensione e della valutazione della commessa).

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commessa (euro 100 complessivi) deve essere spalmato usando lo stesso criterio (50% nel I

esercizio e 50% nel secondo esercizio). Di seguito:

Ce 1 anno di lavorazione commessa

Ce 2 anno di lavorazione commessa

Costi

sostenuti 100

Rettifica dei costi

sostenuti 150

Integrazione costi

anno 1 150

Ricavi

della

commessa 200

Costi sostenuti 0

Utile

commessa 50

Utile commessa 50

Si faccia un altro seguente esempio:

La società Buddy riceve una commessa per la costruzione di un edificio di durata biennale. Il

budget della commessa è il seguente:

I anno II anno Valori totali

Ricavi della commessa 0 15.000 15.000

Costi previsti della commessa 10.000 1.000 11.000

Utile della commessa -10.000 14.000 4.000

Occorre ripartire l’utile complessivo della commessa (4.000 euro) secondo i due criteri alternativi.

METODO DEL COSTO

Ce 1 anno di lavorazione commessa

Ce 2 anno di lavorazione commessa

Costi

sostenuti 10.000

Rettifica dei costi

sostenuti 10.000

Integrazione costi

anno 1 10.000

Ricavi

della

commessa 15.000

Costi sostenuti 1.000

Utile

commessa 0

Utile commessa 4.000

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Con il metodo del costo la rilevazione dell’utile della commessa è rinviata all’esercizio in cui si

avrà la registrazione dei ricavi della commessa.

METODO DEI CORRISPETTIVI MATURATI CON RAGIONEVOLE CERTEZZA

Si faccia l’ipotesi che lo stato di avanzamento dei lavori al 31/12/n sia stimato in funzione dei costi

sostenuti rispetto a quelli previsti nel budget della commessa. Pertanto, quando alla fine del I anno

si devono valutare i costi da sospendere, si deve effettuare una stima dei costi sostenuti fino a quel

momento. Al termine del primo anno, si faccia l’ipotesi che i costi sostenuti fino a quel momento

rispecchino esattamente le previsioni di budget e che su un totale di costi di euro 11.000, ne siano

stati sostenuti 10.000 (corrispondenti al 91%= 10.000/11.000). Per tale motivo, si desume che la

commessa sia avanzata al 91% (stato di avanzamento della commessa al 91%).

Per stimare l’importo dei costi da rettificare al termine del I anno, si applica la percentuale del 91%

al totale dei ricavi previsti dalla commessa al termine (pari a euro 15.000). Così, si individua il

valore di costo da rettificare. Infatti:

0.91×15.000 =13.636 euro.

Detto importo corrisponde alla quota di costi da rettificare al termine del I anno. Contabilmente,

esso di imputa con la tecnica della rettifica dei costi della commessa, come segue (importi

arrotondati):

Ce 1 anno di lavorazione commessa

Ce 2 anno di lavorazione commessa

Costi

sostenuti 10.000

Rettifica dei costi

sostenuti 13.636

Integrazione costi

anno 1 13.636

Ricavi

della

commessa 15.000

Costi sostenuti 1.000

Utile

commessa 3.640

Utile commessa 364

Come si vede, nel primo anno viene registrato un utile notevolmente superiore a quello del II anno.

Perché? Data l’ipotesi sulla percentuale di completamento, si capisce che già al termine del I anno

la commessa fosse avanzata per la quasi totalità (91%). Per tale motivo la distribuzione dell’utile

della commessa privilegia la sostanza della realtà. Infatti, l’utile del I anno ammonta a euro 3.636

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(pari al 91% dell’utile totale della commessa – di euro 4.000), mentre quello del II anno, nel quale

la commessa è oramai al termine della sua lavorazione, ammonta a euro 364 pari al 9,1% dell’utile

complessivo della commessa.

Dove devono essere inserite le rettifiche di costo e i costi sospesi che sono generati dalla

commessa?

Nel CE:

Nel Valore della Produzione, alla voce A) 3), “Variazione di Rimanenze di lavori in corso su

ordinazione”, deve essere inserito il saldo delle (Rimanenza finali – Rimanenze iniziali dei lavori in

corso), esattamente come nel caso delle rimanenze di magazzino.

Nello SP:

Il costo sospeso, corrispondente per importo alle rimanenze finali di lavori in corso, deve essere

inserito insieme alle altre rimanenze nell’Attivo Circolante, classe C) I) dello SP, nella voce 3)

“Rimanenze di lavori in corso”.

Tutti gli anticipi sui corrispettivi ricevuti dall’azienda che produce per terzi devono essere inseriti

tra i Debiti di SP, nella macroclasse D), voce 6), “Acconti”. Essi rappresentano un’obbligazione,

che la società deve ottemperare, di consegnare i beni che sono in produzione. Al momento in cui i

ricavi potranno essere contabilizzati come tali, si compenseranno gli acconti da clienti

eventualmente ricevuti.

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ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI FONDI RISCHI E SPESE FUTURE

Nella sezione dell’Avere di SP si collocano tra le passività le seguenti classi:

- Fondi Rischi;

- Fondi Spese Future;

- Debiti;

- TFR.

Occorre specificare che esiste una distinzione tra queste classi in funzione della natura e della

probabilità di manifestazione degli eventi che originano queste voci di bilancio. In particolare,

alcune specificazioni devono essere effettuate con riferimento ai fondi rischi e spese future. Essi

rappresentano dei debiti presunti che vengono generati dall’azienda al termine degli esercizi, in fase

di assestamento (integrazioni), per eventi che si verificheranno in futuro (o che è probabile che si

verifichino in futuro), ma di cui l’azienda viene a conoscenza ancora prima della loro

manifestazione.

La natura di questi eventi deve essere specifica. Il rischio o la spesa futura collegato al fondo

devono avere una natura autonoma e ben individuata. NON POSSONO TROVARE

ACCOGLIMENTO IN BILANCIO FONDI CHE ATTENGONO A RISCHI O SPESE

GENERICHE. Per il rischio generale dell’impresa sono stanziate infatti le Riserve di utili.

Di seguito viene riportata una tabella con gli attributi degli eventi e la conseguente classificazione

delle voci:

NATURA ESISTENZA AMMONTARE

DATA DI

MANIFESTAZIONE

FONDI RISCHI specifica probabile

incerto ma

determinabile ignota

FONDI SPESE

FUTURE specifica certa certo o determinabile nota o ignota

DEBITI specifica certa determinato nota

TFR specifica certa determinato ignota

In contabilità e nel bilancio trovano collocazione solo gli eventi la cui esistenza sia CERTA

(sicurezza) o PROBABILE (verosimile che accada). Se l’esistenza è REMOTA (difficile che si

verifichi) o solo POSSIBILE (evento lontano dalla verosimiglianza), le informazioni connesse a

questi eventi non devono trovare collocazione nello SP ma devono essere motivate solamente nella

NOTA INTEGRATIVA.

La classe dei debiti è differente dai FONDI per il fatto che essi sono caratterizzati dalla certezza

dell’esistenza, dell’ammontare e della data di manifestazione.

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Il TFR in passato veniva considerato tra i fondi spese. Attualmente, il nostro Legislatore lo tratta

come un debito verso i lavoratori, tendenzialmente a lungo termine15. Viene distinto per classe dai

debiti solamente per il fatto della data di sopravvenienza, in quanto l’azienda alla fine di ogni anno

non sa quanti dipendenti andranno in pensione o verranno licenziati o daranno le dimissioni (il TFR

è distinto dai debiti solo per l’ultimo attributo della data di sopravvenienza). Inoltre il TFR si

distingue anche per il fatto che viene classificato nell’aggregato C) TFR del passivo di SP.

Tutti i fondi specificamente appostati dalle imprese trovano collocazione dell’aggregato B del

passivo di SP e devono essere oggetto di spiegazione per la loro creazione e per la loro

movimentazione anche nella Nota Integrativa.

Di seguito sono riportati solo alcuni esempi di Fondi.

FONDI RISCHI SPECIFICI

Fondo Imposte: esso viene creato per fronteggiare i rischi di contenziosi tributari in essere o

probabili con l’Amministrazione finanziaria. Deve tenersi completamente distinto dalla voce dei

Debiti Tributari che rappresentano i debiti per le imposte di competenza dell’esercizio da pagare e

che non rappresentano un rischio che incombe sull’azienda.

Fondi contenziosi: qualsiasi sia la natura del contenzioso (legale, tributario, amministrativo), essi

rappresentano coperture di costi che si registrano quando si realizzano i rischi collegati con il

contenzioso.

Fondo garanzia prodotti: quando un’azienda fornisce ai propri clienti una assistenza per la

riparazione/sostituzione di prodotti danneggiati o malfunzionanti, le spese da sostenere per la

riparazione/sostituzione sono coperte economicamente dall’esistenza di questi fondi specifici.

Fondo svalutazione crediti: rappresenta la copertura dal rischio di registrare una perdita su crediti.

Esso però è anche un fondo rettificativo (prende la natura del conto che va a rettificare). In questo

caso, prevale la natura rettificativa del Fondo. Per tale motivo, il FSC non trova accoglimento

nell’aggregato B di SP ma si trova a riduzione del conto di credito specifico che va a rettificare. Ad

esempio, il “FS crediti verso clienti” si trova a riduzione del conto “crediti verso clienti” nel

corrispondente aggregato C dell’Attivo corrente/circolante.

Fondi svalutazione: qualsiasi fondo svalutazione (fondo svalutazione merci, fondo svalutazione

titoli, ecc.) rappresenta un fondo rischi che ha natura rettificativa. Vale quanto detto per il FSC.

FONDI SPESE SPECIFICI

Fondo manutenzione ciclica impianti: rappresenta la copertura per spese future che si devono

sostenere per la manutenzione ordinaria degli impianti aziendali.

15 Nonostante venga considerato a lungo termine, è possibile che siano previsti anche alcuni importi da liquidare a breve

termine ai lavoratori. In tal caso, il TFR viene classificato come un debito a breve termine per il valore segnalato.

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Fondo recupero ambientale: quando un’azienda deve smantellare e ripristinare i siti sui quali sono

situati impianti, sono da sostenere spese per il recupero ambientale che vanno coperte con questo

apposito fondo spese future.

Fondo per ristrutturazioni aziendali: quando l’azienda deve in futuro procedere a una

ristrutturazione sia operativa che organizzativa sostiene dei costi che vengono coperti con questi

appositi fondi spese future.

Da un punto di vista contabile, nel momento in cui si utilizza un fondo, significa che l’evento si

manifesta numerariamente e che la spesa futura o il rischio si sono avverati. L’importo utilizzato del

fondo stanziato precedentemente dipende dall’evento che si manifesta. Può darsi che il fondo non

sia sufficiente a coprire il costo registrato numerariamente, ovvero che sia abbondante rispetto a

quanto stimato in fase di accantonamento. In detti casi, rispettivamente, si devono registrare

componenti di costo e di ricavo che compensano l’ammontare dei fondi stanziati in contabilità. Da

un punto di vista della loro natura, questi sono costi e ricavi di natura accessoria a quella operativa

che rispettivamente devono essere riconciliati nelle voci B) 14 “Oneri diversi di gestione” e A 5)

“Altri proventi” nel CE civilistico.

Si faccia il seguente esempio.

L’azienda Alfa ha un fondo imposte stanziato in bilancio all’1/1 di euro 100. In data 10/03 vengono

accertate e sono pagate tramite banca imposte per euro 150. Le scritture contabili sono le seguenti:

Diversi a Diversi

Fondo imposte 100

Imposte a Banca 150

Diversi a Imposte

Fondo imposte

100 150

Sopravvenienza passiva16

50

Si faccia l’esempio opposto:

L’azienda Alfa ha un fondo imposte stanziato in bilancio all’1/1 di euro 100. In data 10/03 vengono

accertate e sono pagate tramite banca imposte per euro 80.

Diversi a Diversi

Fondo imposte 100

Imposte a Banca 80

Fondo imposte a Diversi 100

Imposte 80

Insussistenza del

passivo17 20

16 Il componente di costo che si genera serve per compensare il fondo che ormai è stato stanziato negli anni precedenti.

Esso prende il nome di sopravvenienza passiva per testimoniare la sopravvenienza imprevista di imposte per euro 50 le

quali non risultano coperte dal fondo stanziato. Questi componenti servono all’azienda per migliorare le stime in futuro,

perché testimoniano che la stessa impresa non è stata prudente negli accantonamenti degli esercizi precedenti. Detto

componente di reddito è un costo che rimane nel CE dell’esercizio in cui sono pagate le imposte.

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77

Approfondimento sul TFR

Come si stima l’accantonamento che l’azienda deve fare analiticamente per ogni dipendente alla

fine di ogni esercizio? Si ricorda che esso deve essere effettuato in sede di scritture di assestamento,

cioè al termine di ogni esercizio.

Ad eccezione del primo anno di assunzione, l’accantonamento per singolo dipendente si compone

di 3 elementi:

a) QUOTA ANNUA (pari circa a uno stipendio mensile). Essa viene fornita dal seguente

algoritmo.

𝑆𝑎𝑙𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑜 𝑙𝑜𝑟𝑑𝑜

13,5− 0,5% × 𝑆𝑎𝑙𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑜 𝑙𝑜𝑟𝑑𝑜

b) INTERESSI MATURATI SUL TFR esistente al momento della apertura del bilancio

(01/01). Essi si calcolano nel modo che segue:

1,5%× TFR01/01

c) RIVALUTAZIONE MONETARIA SUL TFR esistente al momento della apertura del

bilancio (01/01). Essa viene stimata nella misura del 75% del tasso di inflazione ISTAT

applicato al TFR all’1/01. Nel modo che segue:

75%× coefficiente istat × TFR01/01

Pertanto, gli elementi da conoscere per la determinazione dei tre elementi di cui sopra sono i

seguenti:

17 Il componente di ricavo che si genera serve per compensare il fondo stato stanziato negli anni precedenti. Esso prende

il nome di insussistenza del passivo (componente positivo di reddito) per testimoniare il venir meno di un fondo del

passivo per l’importo che eccede il pagamento delle imposte (euro 20). Questi componenti servono all’azienda per

migliorare le stime in futuro, perché testimoniano che la stessa impresa è stata forse troppo prudente negli

accantonamenti degli esercizi precedenti. Detto componente è un ricavo che rimane nel CE dell’esercizio in cui sono

pagate le imposte.

Ritenuta previdenziale a favore

dell’INPS trattenuta dall’azienda e poi

versata. Essa è una % fissa

Essa è una % fissa

Essa è una % fissa

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78

SALARI E STIPENDI LORDI

TASSO DI INFLAZIONE ISTAT

Le altre componenti dell’accantonamento sono note perché determinate.

Ogni anno, l’azienda effettua per ciascun dipendente l’accantonamento come sommatoria dei

componenti a)+b)+c).

Il primo anno di assunzione, il dipendente non ha TFR accumulato negli anni precedenti; pertanto la

quota da accantonare sarà pari soltanto ad a).

Si faccia un esempio. Ovviamente questo esempio risente di una serie di semplificazioni che si

trascurano.

Il giorno 01/01/n1 l’azienda Alfa assume il Sig. Rossi. Verificare gli accantonamenti da effettuare

per gli anni n1, n2, n3 da parte dell’azienda sapendo i dati che seguono:

n1 n2 n3

Salario lordo 6.075 12.500 13.500

tasso di inflazione

ISTAT 0,034 0,033 0,03

Il tasso di inflazione è espresso in decimali, ma può essere espresso anche in percentuale (3,4%,

3,3%, 3%).

Determinare:

- l’accantonamento che ogni anno deve fare l’azienda Alfa per il Signor Rossi;

- l’ammontare del fondo TFR che alla fine di ogni anno è maturato per il Sig. Rossi.

Soluzione:

n1 n2 n3

Salario lordo 6.075 13.500 13.500

tasso di inflazione ISTAT 0,034 0,033 0,03

I anno

Salari lordi/13,5 450

SP 31/12/n1

Ritenuta previdenziale 30,375

TFR 420

a) Quota annua 420

Accantonamento I anno 420

TFR alla fine del I anno 420

Nel I anno l’Acc.to coincide

con a)

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II anno

Salari lordi/13,5 1.000

SP 31/12/n2

Ritenuta previdenziale 67,5

TFR 1.369

a) Quota annua 933

Tasso di interesse 0,015

TFR al 1/1 420

b) Interessi su TFR 6,29

Tasso ISTAT 0,033

Tasso ISTAT al 75% 0,02475

TFR all'1/1 420

c) Rivalutazione monetaria 10,39

Accantonamento II anno

(a+b+c) 949

TFR al 31/12/n2 = 420 +949 1.369

III anno

SP 31/12/n3

Salari lordi/13,5 1.000

TFR 2.353

Ritenuta previdenziale 67,5

a) 933

Tasso di interesse 0,015

TFR al 1/1 1.369

b) Interessi su TFR 20,53

Tasso ISTAT 0,03

Tasso ISTAT al 75% 0,0225

TFR all'1/1 1.369

c) Rivalutazione monetaria 30,80

Accantonamento II anno

(a+b+c) 984

TFR al 31/12/n3 = 1.369 +984 =2.353

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80

Scritture di accantonamento al termine del I anno:

Accantonamento TFR a TFR 420

Scritture di accantonamento al termine del II anno:

Diversi a TFR 949

Quota TFR 933

Interessi su TFR 6.30

Rivalutazione TFR 10.39

Scritture di accantonamento al termine del III anno:

Diversi a TFR 984

Quota TFR 933

Interessi su TFR 20,53

Rivalutazione TFR 30,80

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1. ESEMPIO DI RICLASSIFICAZIONE DI UN BILANCIO AL 31/12/200n (partendo dal bilancio contabile)

CE anno 200n

codice

conto Costi per servizi Ricavi

codice

conto

30.01 Merci c/acquisti 50.000 Merci c/vendite 100.000 20.01

20.10 Resi su vendite merci 1.300 Fitti attivi patrimoniali 5.000 21.01

31.00 Costi per servizi 2.900 Abbuoni e sconti attivi su acquisti 2.000 30.11

31.11 Energia elettrica 4.400 Provvigioni attive 5.000 20.02

32.02 Canoni di leasing 20.000 Prodotti c/rimanenze finali 23.000 20.32

31.08 Spese per vigilanza 1.200 Interessi attivi bancari 500 40.31

32.01 Fitti passivi 10.000 Plusvalenze su beni non strumentali 2.000 21.20

33.01 Salari e stipendi 28.000 Proventi da partecipazioni 1.000 40.01

33.02 Oneri sociali 3.000 Costruzioni interne 20.000 20.50

33.03 Accantonamento TFR 1.800 Interessi attivi da titoli 500 40.20

34.04 Ammortamento costi di pubblicità 1.500 Proventi patrimoniali 12.000 21.02

35.01 Ammortamento fabbricati 15.000 Materie prime c/rimanenze finali 5.000 37.10

35.02 Ammortamento macchinari 8.000

35.03 Ammortamento automezzi 6.000

36.06 Svalutazione crediti commerciali 5.000

41.10 Interessi passivi su mutui 800

41.11 Spese bancarie 100

39.20 Minusvalenza ordinarie 3.000

20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali 6.000

37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 2.000

70.01 Imposte dell'esercizio 1.000

Totale costi d'esercizio 171.000 Totale ricavi d'esercizio 176.000

Utile d'esercizio 5.000

Totale a pareggio 176.000 Totale a pareggio 176.000

SP 31/12/200n

codice

conto Attività Passività e PN

codice

conto

02.01 Fabbricati 230.000

Fondo svalutazione crediti

commerciali 5.000 05.40

02.02 Macchinari 180.000 Fondo ammortamento macchinari 150.000 02.12

02.03 Automezzi 60.000 Fondo ammortamento fabbricati 80.000 02.11

02.05 Immobilizzazioni in corso 20.000 Fondo ammortamento automezzi 18.000 02.13

01.04 Costi di pubblicità 18.500 Fondo manutenzione macchinari 10.000 11.01

04.01 Materie prime 10.000 Debiti verso fornitori 121.500 14.10

04.07 Prodotti finiti 20.000 Cambiali passive 10.000 14.20

05.01 Crediti verso clienti 136.000 Mutui passivi 50.000 13.20

03.11 Crediti verso collegate 20.000 TFR 40.000 12.01

05.09 Fatture da emettere 15.000 Debiti per IVA 1.800 15.05

08.01 Banca c/c 56.000 Debiti verso INPS 15.000 15.10

08.30 Cassa contanti 5.000 Debiti tributari 6.500 15.03

03.02 Partecipazioni in imprese collegate 10.000 Anticipazioni passive 20.000 13.12

07.05 Pronti contro termine in valuta 5.000 Fatture da ricevere 16.000 14.19

09.01 Ratei attivi 8.500 Debiti verso fornitori esteri 2.000 14.11

09.02 Risconti attivi 6.000 Ratei passivi 200 16.01

Risconti passivi 3.000 16.02

Capitale sociale 171.000 10.01

Riserva legale 45.000 10.04

Riserva straordinaria 10.000 10.07

Riserva di rivalutazione

partecipazioni 20.000 10.22

Utile d'esercizio 5.000 10.30

Totale 800.000 Totale 800.000

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Prospetto di raccordo tra conto economico contabile e conto economico civilistico

codice

conto Denominazione conto

Valore

contabile

Codice

di

bilancio

Aggregato del bilancio d'ex Valore di

bilancio

20.01 Merci c/vendite 100.000

1 A) Valore della Produzione

20.02 Provvigioni attive 5.000 Ricavi delle vendite e delle prestazioni 103.700

20.10 Resi su vendite merci -1.300

20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali -6.000 2

Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione

e finiti

17.000

20.32 Prodotti c/rimanenze finali 23.000

20.50 Costruzioni interne 20.000 4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 20.000

21.01 Fitti attivi patrimoniali 5.000 5

Altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi

in conto esercizio

17.000

21.02 Proventi patrimoniali 12.000

TOTALE A 157.700

30.01 Merci c/acquisti 50.000 6

B) Costi della produzione

30.11 Abbuoni e sconti attivi su acquisti -2.000 Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 48.000

31.00 Costi per servizi 2.900

7 Per servizi 8500 31.11 Energia elettrica 4.400

31.08 Spese per vigilanza 1.200

32.02 Canoni di leasing 20.000 8 Per godimento beni di terzi 20.000

9 Per il personale

33.01 Salari e stipendi 28.000 a Salari e stipendi 28.000

33.02 Oneri sociali 3.000 b Oneri sociali 3.000

33.03 Accantonamento TFR 1.800 c Trattamento di fine rapporto 1.800

34.04 Ammortamento costi di pubblicità 1.500 10 a Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 1.500

35.01 Ammortamento fabbricati 15.000

10 b Ammortamento delle immobilizzazioni materiali 29.000 35.02 Ammortamento macchinari 8.000

35.03 Ammortamento automezzi 6.000

36.06 Svalutazione crediti commerciali 5.000 10 d Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 5.000

37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 2000 11

Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di

consumo e merci -3.000

37.10 Materie prime c/rimanenze finali -5.000

32.01 Fitti passivi 10.000 14 Oneri diversi di gestione 13.000

39.20 Minusvalenza ordinarie 3.000

TOTALE B 154.800

DIFFERENZA A-B 2.900

C) Proventi e Oneri finanziari

40.01 Proventi da partecipazioni 1.000 15 Proventi da partecipazioni 1.000

40.20 Interessi attivi da titoli 500 16 c Da titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono 500

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83

partecipazioni

40.31 Interessi attivi bancari 500 16 d Proventi diversi dai precedenti 500

41.11 Spese bancarie -100 17 Interessi e altri oneri finanziari -100

41.10 Interessi passivi su mutui -800 17 Interessi e altri oneri finanziari -800

TOTALE C 1.100

E) Proventi e oneri straordinari 2.000

21.20 Plusvalenze su beni non strumentali 2.000 20 Plusvalenze da alienazioni

TOTALE E 2.000

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 6.000

70.01 Imposte dell'esercizio 1.000 22 Imposte dell'esercizio 1.000

23 Utile dell'esercizio 5.000

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CE ESPOSTO SECONDO IL CODICE CIVILE DOPO LA RICONCILIAZIONE DI PP. 2-3

Conto economico anno 200n

A) Valore della produzione

1 Ricavi delle vendite 103.700

2 Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti 17.000

4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 20.000

5 Altri ricavi e proventi 17.000

Totale valore della produzione 157.700

B) Costi della produzione

6 Per materie prime 48.000

7 Per servizi 8.500

8 Per godimento beni di terzi 30.000

9 Per il personale

a Salari e stipendi 28.000

b Oneri sociali 3.000

c Trattamento di fine rapporto 1.800

10 Ammortamenti e svalutazioni

a ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 1.500

b ammortamento delle immobilizzazioni materiali 29.000

d svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 5.000

11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie -3.000

14 Oneri diversi di gestione 3.000

Totale costi della produzione 154.800

DIFFERENZA A-B 2.900

C) Proventi e Oneri finanziari

15 Proventi da partecipazioni 1.000

16 Altri proventi e oneri

c da titoli iscritti nell'attivo circolante che non sono partecipazioni 500

d proventi diversi dai precedenti 500

17 Interessi e oneri finanziari -900

Totale proventi e oneri finanziari 1.100

E) Proventi e Oneri straordinari

20 Plusvalenze da alienazione di beni non strumentali 2.000

Totale proventi e oneri straordinari 2.000

Risultato prima della imposte 6.000

22 Imposte sul reddito d'esercizio 1.000

23 Utile d'esercizio 5.000

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Prospetto di raccordo tra stato patrimoniale contabile e stato patrimoniale civilistico

codice

conto Denominazione conto

Valore

contabile Rettifiche

Codice di

bilancio Aggregato del bilancio d'ex

Valore di

bilancio

Valore

complessivo

BI Immobilizzazioni immateriali

01.04 Costi di pubblicità 18.500 2 Costi di ricerca, sviluppo e pubblicità 18.500 18.500

BII Immobilizzazioni materiali

02.01 Fabbricati 230.000 -80.000 1 Terreni e fabbricati 150.000 242.000

02.02 Macchinari 180.000 -150.000 2 Impianti e macchinario 30.000

02.03 Automezzi 60.000 -18.000 3 Attrezzature industriali e commerciali 42.000

02.05 Immobilizzazioni in corso 20.000 0 5 Immobilizzazioni in corso e acconti 20.000

02.11 Fondo ammortamento fabbricati -80.000 80.000 0

02.12 Fondo ammortamento macchinari -150.000 150.000 0

02.13 Fondo ammortamento automezzi -18.000 18.000 0

BIII Immobilizzazioni finanziarie

03.02 Partecipazioni in imprese collegate 10.000 1b) Partecipazioni in imprese collegate 10.000 30.000

03.11 Crediti verso collegate 20.000 2 b) Crediti verso imprese collegate 20.000

C I Rimanenze

04.01 Materie prime 10.000 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 10.000 30.000

04.07 Prodotti finiti 20.000 4) Prodotti finiti e merci 20.000

CII Crediti verso clienti

05.01 Crediti verso clienti 136.000 -5.000 1) Verso clienti 131.000 146.000

05.09 Fatture da emettere 15.000 1) Verso clienti 15.000

05.40

Fondo svalutazione crediti

commerciali -5.000 5.000 0

CIII

Attività finanziarie che non costituiscono

immobilizzazioni

07.05 Pronti contro termine in valuta 5.000 6) Altri titoli 5.000 5.000

C IV Disponibilità liquide

08.01 Banca c/c 56.000 1) Depositi bancari e postali 56.000 61.000

08.30 Cassa contanti 5.000 3) Denaro e valori in cassa 5.000

D Ratei e risconti

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09.01 Ratei attivi 8.500 Ratei attivi 8.500 14.500

09.02 Risconti attivi 6.000 Risconti attivi 6.000

Totale attività 527.000 Totale attività 547.000 547.000

A Patrimonio netto

10.01 Capitale sociale 171.000 I Capitale sociale 171.000

10.04 Riserva legale 45.000 IV Riserva legale 45.000

10.07 Riserva straordinaria 10.000 VII Altre Riserve distintamente indicate 10.000 251.000

10.22 Riserva di rivalutazione partecipazioni 20.000 VII Altre Riserve distintamente indicate 20.000

10.30 Utile d'esercizio 5.000 IX Utile dell'esercizio 5.000

B Fondi per rischi e oneri

11.01 Fondo manutenzione macchinari 10.000 3) Altri titoli 10.000 10.000

C Trattamento di fine rapporto

12.01 TFR 40.000 40.000 40.000

D Debiti

13.12 Mutui passivi 50.000 4) Verso banche esigibili oltre l'ex successivo 50.000 242.800

13.10 Anticipazioni passive 20.000 4) Verso banche esigibili entro l'ex successivo 20.000

14.10 Debiti verso fornitori 121.500 7) Verso fornitori 121.500

14.20 Cambiali passive 10.000 8)

Rappresentati da titoli di credito esigibili entro l'ex

successivo 10.000

14.19 Fatture da ricevere 16.000 7) Verso fornitori 16.000

14.11 Debiti verso fornitori esteri 2.000 7) Verso fornitori esigibili oltre l'esercizio successivo 2.000

15.05 Debiti per IVA 1.800 12) Tributari esigibili entro l'ex successivo 1.800

15.10 Debiti verso INPS 15.000 13)

Verso istituti di previdenza e sicurezza sociale

esigibili oltre l'ex successivo 15.000

15.03 Debiti tributari 6.500 12) Tributari esigibili oltre l'ex successivo 6.500

E Ratei e risconti

16.01 Ratei passivi 200 Ratei passivi 200 3.200

16.02 Risconti passivi 3.000 Risconti passivi 3.000

Totale passività + PN 547.000 Totale passività + PN 547.000 547.000

Il prospetto di raccordo deve riportare gli importi del bilancio contabile, al netto delle poste rettificative, quali i fondi ammortamento e i fondi

svalutazione. I totali del bilancio civilistico (547.000 euro) non corrispondono pertanto a quelli del bilancio contabile (800.000 euro). Il prospetto

previsto dal Codice civile è il seguente:

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87

SP ESPOSTO SECONDO IL CODICE CIVILE DOPO LA RICONCILIAZIONE DI PP. 5-6 SP al 31/12/200n

ATTIVO PASSIVO

A) PATRIMONIO NETTO 251.000

A) CREDITI VERSO I SOCI I Capitale sociale 171.000

IV Riserva legale 45.000

B) IMMOBILIZZAZIONI 290.500 VII Riserva straordinaria 10.000

I Immobilizzazioni immateriali 18.500 VII Riserva di rivalutazione partecipazioni 20.000

2) Costi di R&S e di pubblicità 18.500 IX Utile d'esercizio 5.000

II Immobilizzazioni materiali 242.000

1) Terreni e Fabbricati 150.000 B) FONDI PER RISCHI E ONERI 10.000

2) Impianti e macchinario 30.000 3) Fondo manutenzione macchinari 10.000

3) Attrezzature industriali e commerciali 42.000

5) Immobilizzazioni in corso e acconti 20.000

III Immobilizzazioni finanziarie 30.000 C) TFR 40.000

1

b) Partecipazioni in imprese collegate 10.000

2b) Crediti verso collegate 20.000 D) DEBITI 242.800

4) Debiti verso banche 70.000

C) ATTIVO CIRCOLANTE/CORRENTE 242.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 50.000

I Rimanenze 30.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 20.000

1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 10.000 7) Debiti verso fornitori 139.500

4) Prodotti finiti e merci 20.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 2.000

II Crediti 146.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 137.500

1) Verso i clienti 146.000

8) Debiti rappresentati da titoli di credito 10.000

Esigibili entro l'esercizio successivo 10.000

III Attività finanziarie che non costituiscono

immobilizzazioni 5.000 12) Debiti tributari 8.300

6) Altri titoli 5.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 6.500

IV Disponibilità liquide 61.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 1.800

1) Depositi bancari e postali 56.000

3) Denaro e valori in cassa 5.000 13) Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale 15.000

Esigibili oltre l'esercizio successivo 15.000

D) RATEI E RISCONTI 14.500 Esigibili entro l'esercizio successivo

Ratei attivi 8.500 E) RATEI E RISCONTI 3.200

Risconti attivi 6.000 Ratei passivi 200

Risconti passivi 3.000

TOTALE ATTIVO 547.000 TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO NETTO 547.000

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SP di pag 7 RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO

ATTIVO

A) ATTIVO FISSO 290.500

I Immobilizzazioni tecniche materiali

Terreni e Fabbricati 150.000 242.000

Impianti e macchinario 30.000

Attrezzature industriali e commerciali 42.000

Immobilizzazioni in corso e acconti 20.000

II Immobilizzazioni tecniche immateriali 18.500

Costi di R&S e di pubblicità 18.500

III Immobilizzazioni finanziarie 30.000

Partecipazioni in imprese collegate 10.000

Crediti verso i clienti a L/T

Crediti verso imprese collegate a L/T 20.000

B) ATTIVO CIRCOLANTE 253.500

1) Magazzino 33.000

Materie prime, sussidiarie e di consumo 10.000

Prodotti finiti e merci 20.000

Risconti attivi (al netto di quelli passivi) 3.000

2) Liquidità differite 159.500

Crediti verso i clienti a B/T 146.000

Ratei attivi 8.500

Altri titoli 5.000

3) Liquidità immediate 61.000

Depositi bancari e postali 56.000

Denaro e valori in cassa 5.000

TOTALE ATTIVO 544.00018

PASSIVO

A) MEZZI PROPRI 251.000

Capitale sociale 171.000

Riserva legale 45.000

Riserva straordinaria 10.000

Riserva di rivalutazione partecipazioni 20.000

Utile dell’esercizio 5.000

B) PASSIVITA' CONSOLIDATE 123.500

Fondo manutenzione macchinari 10.000

TFR 40.000

Debiti verso banche 50.000

Debiti verso fornitori 2.000

Debiti tributari 6.500

Debiti verso istituti di previdenza 15.000

C) PASSIVITA' CORRENTI 169.500

Debiti verso banche 20.000

Debiti verso fornitori 137.500

Debiti rappresentati da titoli 10.000

Debiti tributari 1.800

Ratei passivi 200

TOTALE PASSIVO + NETTO 544.00019

18Rispetto allo SP civilistico, la differenza di 3.000 deriva dai risconti passivi che sono sottratti a quelli attivi nell'attivo

circolante riclassificato. 19Rispetto allo SP civilistico la differenza di 3.000 deriva dai risconti passivi che sono sottratti a quelli attivi nell'attivo

circolante riclassificato.

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CE di pag. 4 RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO DEL VALORE AGGIUNTO

VALORE AGGIUNTO

Ricavi netti 103.700

Variazione delle rimanenze di prodotti finiti e in corso di lavorazione 17.000

Produzioni in economia 20.000

Produzione ottenuta dall'azienda 140.700

Spese per materie prime e sussidiarie 48.000

Variazione delle rimanenze di materie prime20 -3.000

Altre spese esterne 28.500

Costi esterni 73.500

Valore aggiunto 67.200

Spese per il personale 32.800

Margine operativo lordo (MOL) 34.400

Ammortamenti e accantonamenti 35.500

Reddito operativo -1.100

Risultato della gestione patrimoniale 5.000

Risultato della gestione finanziaria 100

Risultato di gestione 4.000

Risultato della gestione straordinaria 2.000

Reddito ante imposte 6.000

Imposte 1.000

Reddito netto (utile d'esercizio) 5.000

FINE ESEMPLIFICAZIONE 1

20 Le rimanenze finali in questo caso sono maggiori di quelle iniziali. Tra i costi il saldo viene esposto con il segno

negativo a significare che i costi esterni si riducono per effetto delle rimanenze finali.

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2. ANALISI DI BILANCIO CON RIFERIMENTO ALLO SP SP RICLASSIFICATO SECONDO IL

CRITERIO FINANZIARIO

Sia dato il seguente SP riclassificato secondo il criterio finanziario ATTIVO

A) ATTIVO FISSO 290.500

I Immobilizzazioni tecniche immateriali

Costi di R&S e di pubblicità 18.500 18.500

II Immobilizzazioni tecniche materiali 242.000

Terreni e fabbricati 150.000

Impianti e macchinario 30.000

Attrezzature industriali e commerciali 42.000

Immobilizzazioni in corso e acconti 20.000

III Immobilizzazioni finanziarie 30.000

Partecipazioni in imprese collegate 10.000

Crediti verso imprese collegate a L/T 20.000

B) ATTIVO CIRCOLANTE 253.500

1) Magazzino 33.000

Materie prime, sussidiarie e di consumo 10.000

Prodotti finiti e merci 20.000

Risconti attivi (al netto di quelli passivi) 3.000

2) Liquidità differite 159.500

Crediti verso i clienti a B/T 146.000

Ratei attivi 8.500

Altri titoli 5.000

3) Liquidità immediate 61.000

Depositi bancari e postali 56.000

Denaro e valori in cassa 5.000

TOTALE ATTIVO 544.000

PASSIVO

A) MEZZI PROPRI 246.400

Capitale sociale 171.000

Riserva legale 30.250

Riserva straordinaria 20.150

Riserva di rivalutazione 25.000

B) PASSIVITA' CONSOLIDATE 113.500

Fondo manutenzione macchinari 10.000

TFR 30.000

Debiti verso banche 50.000

Debiti verso fornitori 2.000

Debiti tributari 6.500

Debiti verso istituti di previdenza 15.000

C) PASSIVITA' CORRENTI 184.100

TFR 10.000

Debiti verso banche 20.000

Debiti verso fornitori 137.500

Debiti rappresentati da titoli 10.000

Debiti tributari 2.260

Ratei passivi 200

Debiti verso azionisti 4.140

TOTALE PASSIVO + NETTO 544.000

Si proceda a esporlo aggregando le voci in modo sintetico.

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Soluzione

SP RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO SINTETICO EDI CE SECONDO IL

CRITERIO DEL VALORE AGGIUNTO

Lo Stato Patrimoniale riclassificato secondo il criterio finanziario può essere sinteticamente

espresso nel modo che segue:

IMPIEGHI

Immobilizzazioni Immateriali 18.500

Immobilizzazioni Materiali 242.000

Immobilizzazioni Finanziarie 30.000

A) ATTIVO IMMOBILIZZATO 290.500

Scorte di Magazzino 33.000

Liquidità Differite 159.500

Liquidità Immediate 61.000

B) ATTIVO CIRCOLANTE 253.500

CAPITALE INVESTITO (A+B) 544.000

FONTI

A) Patrimonio Netto 246.400

B) Passività Consolidate 113.500

C) Passività Correnti 184.100

CAPITALE ACQUISITO (A+B+C) 544.000

Sulla base della riclassificazione sopra esposta, è possibile individuare anche gli indici di bilancio.

in particolare, di seguito sono esposti:

- gli indici di struttura/composizione degli impieghi e delle fonti di SP riclassificato;

- i quozienti di struttura/composizione degli impieghi e delle fonti di SP riclassificato;

- i quozienti e i margini di struttura relativi all’analisi sulla solidità patrimoniale dell’azienda;

- i quozienti e i margini di disponibilità e di tesoreria, compreso il capitale circolante netto

(CCN), relativi all’analisi sulla liquidità aziendale.

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92

INDICI DI STRUTTURA 2005

Indice di rigidità (AF/CI) 0,53

Indice di elasticità (AC/CI) 0,47

Indice di autonomia finanziaria (MP/CI) 0,45

Indice di indebitamento (PC+Pcorr)/CI 0,55

Indice di indebitamento permanente (PC+MP)/CI 0,66

QUOZIENTI E MARGINI DI STRUTTURA

Quoziente di struttura primario (MP/AF) 0,85

Quoziente di struttura secondario (MP+PC)/AF 1,24

Margine di struttura primario (MP-AF) -44.100

Margine di struttura secondario (MP+PC)-AF 69.400

QUOZIENTI E MARGINI DI DISPONIBILITA' E DI TESORERIA e IL CAPITALE

CIRCOLANTE NETTO

Margine di disponibilità (LI + LD + M)-Pcorr. 69.400

Margine di tesoreria (LI+LD)-P Corr 36.400

Capitale circolante netto (CCN)= Attivo corrente - Esigibilità 69.400

Quoziente di disponibilità (LI+LD+M)/Pcorr = Current Ratio 1,377

Quoziente di tesoreria (LI+LD)/Pcorr = Quick Ratio 1,198

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3. ESEMPIO DI RICLASSIFICAZIONE DAL BILANCIO CONTABILE AL BILANCIO CIVILISTICO

Si consideri il seguente bilancio contabile redatto al 31/12/n:

Ipotesi per la riconciliazione civilistica delle voci di bilancio

Si proceda alla riclassificazione del bilancio secondo i disposti del Codice civile, considerando che il bilancio civilistico

è redatto in unità di euro, secondo l’art. 2423 del Codice civile. Di seguito sono riportati i soli prospetti di raccordo. Si

ipotizzi che sono considerati esigibili entro l’esercizio successivo le seguenti voci di debito: “Debiti verso fornitori”;

“Fatture da ricevere”; “Erario c/ritenute da versare”; “Debiti per imposte”; “Erario c/IVA”; “Enti previdenziali e

assistenziali”. La voce “Mutui ipotecari” è considerata una voce di debito esigibile oltre l’esercizio successivo”.

Si ipotizzi, inoltre, che le fatture da ricevere siano classificate come Debiti Tributari.

.

Codice conto Denominazione conto Importo Codice conto Denominazione conto Importo

20.10 Resi su vendite 5.970,00 20.01 Prodotti c/vendite 1.656.690,45

20.12 Premi su vendite 1.396,51 20.32 Prodotti c/rimanenze finali 104.900,00

20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali 94.198,00 20.50 Costruzioni interne 26.326,80

30.01 Materie prime c/acquisti 1.000.305,35 21.02 Proventi vari 9.464,09

31.00 Costi per servizi 122.895,00 21.20 Plusvalenze ordianrie 2.200,00

33.01 Salari e stipendi 246.007,56 30.11 Ribassi e abbuoni attivi 2.673,00

33.02 Oneri sociali 78.722,09 37.10 Materie prime c/rimanenze finali 68.073,00

33.03 Quota TFR 19.310,13 40.01 Proventi da partecipazioni 13.005,80

34.05 Ammortamento brevetti 5.826,80 40.31 Interessi attivi bancari 538,42

35.01 Ammortamento fabbricati 13.011,36

35.02 Ammortamento impianti e macchinari 58.244,86

36.10 Svalutazione crediti 5.752,86

37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 60.100,00

39.01 Oneri fiscali diversi 2.200,00

39.20 Minusvalenze ordinarie 4.000,00

41.10 Interessi passivi su mutui 6.300,00

70.01 Imposte dell'esercizio 63.553,00

1.787.793,52 1.883.871,56

Utile d'esercizio 96.078,04

Totale a pareggio 1.883.871,56 Totale a pareggio 1.883.871,56

TOTALE RICAVI DI ESERCIZIOTOTALE COSTI DI ESERCIZIO

Conto economico anno n

Codice conto Denominazione conto Importo Codice conto Denominazione conto Importo

01.05 Brevetti industriali 58.268,00 01.15 F.do amm.to brevetti 43.363,10

02.01 Terreni e fabbricati 425.284,00 02.11 F.do amm.to fabbricati 65.056,96

02.02 Impianti e macchinari 392.616,82 02.12 F.do amm.to impianti e macchinari 187.387,51

02.30 Immobilizzazioni in corso 46.326,80 05.40 F.do svalutazione crediti 4.600,00

03.02 Partecipazioni in collegate 121.280,00 12.01 Debiti per TFR 100.367,32

04.01 Materie prime 68.073,00 13.20 Mutui ipotecari 120.000,00

04.07 Prodotti finiti 104.900,00 14.10 Debiti v/fornitori 145.311,20

05.01 Crediti v/clienti 235.171,17 14.19 Fatture da ricevere 17.044,80

05.09 Fatture da emettere 21.600,00 15.02 Erario c/ritenute da versare 10.454,91

08.01 Banche c/c attivi 16.518,09 15.03 Debiti per imposte 6.485,95

08.30 Cassa 4.094,82 15.05 Erario c/IVA 5.518,35

09.02 Risconti attivi 1.800,00 15.10 Enti previdenziali e assistenziali 28.388,20

16.01 Ratei passivi 1.740,00

10.01 Capitale sociale 500.000,00

10.04 Riserva legale 100.000,00

10.05 Riserva statutaria 51.160,36

10.14 Riserva di rivalutazione partecipazioni 12.976,00

10.30 Utile d'esercizio 96.078,04

Totale a pareggio 1.495.932,70 Totale a pareggio 1.495.932,70

Stato patrimoniale 31/12/n

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Codice conto Denominazione conto Valore contabile Codice bilancio Aggregato bilancio d'esercizio Valore di bilancio

20.01 Prodotti c/vendite 1.656.690,45 A) Valore della produzione

20.10 Resi su vendite -5.970,00 1 Ricavi dalle vendite 1.649.324

20.12 Premi su vendite -1.396,51

20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali -94.198,00 3

Variazione delle rimanenze di prodotti in

lavorazione e finiti 10.702

20.32 Prodotti c/rimanenze finali 104.900,00

20.50 Costruzioni interne 26.326,80 4

Incrementi di immobilizzazioni per lavori

interni 26.327

21.02 Proventi vari 9.464,09 5 Altri ricavi e proventi 11.664

21.20 Plusvalenze ordinarie 2.200,00

TOTALE A 1.698.017

30.01 Materie prime c/acquisti 1.000.305,35 B) Costi della produzione

30.11 Ribassi e abbuoni attivi -2.673,00 6 Per materie prime 997.632

31.00 Costi per servizi 122.895,00 7 Per servizi 122.895

33.01 Salari e stipendi 246.007,56 9 Per il personale

33.02 Oneri sociali 78.722,09 a salari e stipendi 246.008

33.03 Quota TFR 19.310,13 b oneri sociali 78.722

c trattamento di fine rapporto 19.310

34.05 Ammortamento brevetti 5.826,80 10 a Amm.to immobilizzazioni immateriali 5.827

35.01 Ammortamento fabbricati 13.011,36 10 b Amm.to immobilizzazioni materiali 71.256

35.02 Ammortamento impianti e macchinari 58.244,86

36.10 Svalutazione crediti 5.752,86 10 d Svalutazione crediti dell'attivo corrente 5.753

37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 60.100,00 11 Variazione delle rimanenze di materie prime -7.973

37.10 Materie prime c/rimanenze finali -68.073,00

39.01 Oneri fiscali diversi 2.200,00 14 Oneri diversi di gestione 6.200

39.20 Minusvalenze ordinarie 4.000,00

TOTALE B 1.545.630

DIFFERENZA A - B 152.387

C) Proventi e oneri finanziari

40.01 Proventi da partecipazioni 13.005,80 15 Proventi da partecipazioni 13.006

40.31 Interessi attivi bancari 538,42 16 Proventi finanziari diversi 538

41.10 Interessi passivi su mutui -6.300,00 17 Interessi e oneri finanziari -6.300

TOTALE C 7.244

Risultato prima delle imposte 159.631

70.01 Imposte dell'esercizio 63.553,00 22 Imposte dell'esercizio 63.553

Utile d'esercizio 96.078

Prospetto di raccordo del conto economico dell'anno n

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Codice conto Denominazione conto Valore contabile Rettifiche Codice bilancio Aggregato del bilancio d'esercizio Valore di bilancio

01.05 Brevetti industriali 58.268,00 -43.363,10 B I Immobilizzazioni immateriali

01.15 F.do amm.to brevetti -43.363,10 43.363,10 3 Diritti di brevetto industriale 14.905

B II Immobilizzazioni materiali

02.01 Terreni e fabbricati 425.284,00 -65.056,96 1 Terreni e fabbricati 360.227

02.02 Impianti e macchinari 392.616,82 -187.387,51 2 Impianti e macchinari 205.229

02.11 F.do amm.to fabbricati -65.056,96 65.056,96 5 Immobilizzazioni in corso 46.327

02.12 F.do amm.to impianti e macchinari -187.387,51 187.387,51

02.30 Immobilizzazioni in corso 46.326,80

B III Immobilizzazioni finanziarie

03.02 Partecipazioni in collegate 121.280,00 1 b Partecipazioni in collegate 121.280

C I Rimanenze

04.01 Materie prime 68.073,00 1 Materie prime 68.073

04.07 Prodotti finiti 104.900,00 4 Prodotti finiti 104.900

C II Crediti

05.01 Crediti v/clienti 235.171,17 -4.600,00 1 Crediti v/clienti 252.171

05.09 Fatture da emettere 21.600,00

05.40 F.do svalutazione crediti -4.600,00 4.600,00

C IV Disponibilità liquide

08.01 Banche c/c attivi 16.518,09 1 Depositi bancari 16.518

08.30 Cassa 4.094,82 3 Denaro e valori in cassa 4.095

D Ratei e risconti attivi

09.02 Risconti attivi 1.800,00 Risconti attivi 1.800

TOTALE 1.180.620,23 TOTALE 1.195.525

A Patrimonio netto

10.01 Capitale sociale 500.000,00 I Capitale sociale 500.000

10.04 Riserva legale 100.000,00 IV Riserva legale 100.000

10.05 Riserva statutaria 51.160,36 V Riserva statutaria 51.160

10.14 Riserva di rivalutazione partecipazioni 12.976,00 VII Altre riserve 12.976

10.30 Utile d'esercizio 96.078,04 IX Utile d'esercizio 96.078

12.01 Debiti per TFR 100.367,32 C TFR 100.367

D Debiti

13.20 Mutui ipotecari 120.000,00 4 Debiti v/banche 120.000

14.10 Debiti v/fornitori 145.311,20 7 Debiti v/fornitori 162.356

14.19 Fatture da ricevere 17.044,80 12 Debiti tributari 22.459

15.02 Erario c/ritenute da versare 10.454,91 13 Debiti v/istitudi di previdenza 28.388

15.03 Debiti per imposte 6.485,95

15.05 Erario c/IVA 5.518,35

15.10 Enti previdenziali e assistenziali 28.388,20

E Ratei e risconti passivi

16.01 Ratei passivi 1.740,00 Ratei passivi 1.740

TOTALE 1.195.525,13 TOTALE 1.195.525

Stato patrimoniale 31/12/n

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4. ESERCIZIO SULLA RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO PARTENDO DAL BILANCIO

CIVILISTICO

Si Consideri il seguente stato patrimoniale esposto secondo il Codice civile al 31/12/200n:

SP al 31/12/200n

ATTIVO PASSIVO

A) CREDITI VERSO I SOCI A) PATRIMONIO NETTO 28.200

I Capitale sociale 20.000

B) IMMOBILIZZAZIONI 51.150 II Riserva da sovrapprezzo azioni 1.200

I Immobilizzazioni immateriali 3.100 III Riserva da rivalutazione 5.000

2) Costi di R&S e di pubblicità 1.300 IV Riserva legale 800

3) Brevetti industriali 1800 IX Utile d'esercizio 1.200

II Immobilizzazioni materiali 47.300

1) Terreni e Fabbricati 7.000 B) FONDI PER RISCHI E ONERI 3.900

2) Impianti e macchinario 32.000 1)

Fondi per trattamento di quiescenza del

personale 3.900

3) Attrezzature industriali e commerciali 5.200

4) Mobili di ufficio 1.700

5) Immobilizzazioni in corso e acconti 1.400 C) TFR 5.500

III Immobilizzazioni finanziarie 750

1 b) Partecipazioni in imprese controllate 750 D) DEBITI 42.740

4) Debiti verso banche 16.690

C) ATTIVO

CIRCOLANTE/CORRENTE 29.110 Esigibili oltre l'esercizio successivo 15.900

I Rimanenze 9.500 Esigibili entro l'esercizio successivo 790

1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 2.000

4) Prodotti finiti e merci 7.000 7) Debiti verso fornitori 13.500

5) Acconti a fornitori 500 Esigibili oltre l'esercizio successivo 400

II Crediti 17.700 Esigibili entro l'esercizio successivo 13.100

1) Verso i clienti 17.700

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Esigibili oltre l'esercizio successivo 200 9) Debiti verso società controllate 10.000

Esigibili entro l'esercizio successivo 17.300 Esigibili entro l'esercizio successivo 2.000

5) Altri crediti 200 Esigibili oltre l'esercizio successivo 8.000

12) Debiti tributari 400

III Attività finanziarie che non

costituiscono immobilizzazioni 160 Esigibili entro l'esercizio successivo 400

6) Titolii di Stato 160

IV Disponibilità liquide 1.750 13)

Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza

sociale 1.100

1) Depositi bancari e postali 1.720 Esigibili entro l'esercizio successivo 1.100

3) Denaro e valori in cassa 30

14) Debiti diversi 1.050

D) RATEI E RISCONTI 220 Esigibili entro l'esercizio successivo 900

Ratei attivi 50 Esigibili oltre l'esercizio successivo 150

Risconti attivi 170 E) RATEI E RISCONTI 140

Ratei passivi 100

Risconti passivi 40

TOTALE ATTIVO 80.480 TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO

NETTO 80.480

Si proceda alla riclassificazione dello SP secondo il criterio finanziario.

Si proceda, inoltre, all’individuazione di quanto segue:

- indici di composizione degli impieghi, delle fonti e dei mezzi propri;

- quozienti e margini di struttura;

- indici e quozienti di liquidità.

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98

SOLUZIONE 4: STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO:

200n

IMPIEGHI

Immobilizzazioni Immateriali 3.100

Immobilizzazioni Materiali 47.300

Immobilizzazioni Finanziarie 950

A) ATTIVO IMMOBILIZZATO 51.350

Scorte di Magazzino 9.630

Liquidità Differite 17.710

Liquidità Immediate 1.750

B) ATTIVO CIRCOLANTE 29.090

CAPITALE INVESTITO (A+B) 80.440

FONTI

A) Patrimonio Netto 28.200

B) Passività Consolidate 33.850

C) Passività Correnti 18.390

CAPITALE ACQUISITO (A+B+C) 80.440

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99

INDICI DI STRUTTURA

Indice di rigidità (AF/CI) 0,64

Indice di elasticità (AC/CI) 0,36

QUOZIENTI E MARGINI DI STRUTTURA

Quoziente di struttura primario (MP/AF) 0,55

Indice di autonomia finanziaria (MP/CI) 0,35 Quoziente di struttura secondario (MP+PC)/AF 1,21

Indice di indebitamento (PC+Pcorr)/CI 0,65 Margine di struttura primario (MP-AF) -23.150

Margine di struttura secondario (MP+PC)-AF 10.700

QUOZIENTI E MARGINI DI DISPONIBILITA' E DI

TESORERIA e IL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO

Margine di disponibilità (LI + LD + M)-Pcorr. 10.700

Margine di tesoreria (LI+LD)-P Corr 1.070

Capitale circolante netto (CCN)= Attivo corrente - Esigibilità 10.700

Quoziente di disponibilità (LI+LD+M)/Pcorr = Current Ratio 1,582

Quoziente di tesoreria (LI+LD)/Pcorr = Quick Ratio 1,058

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100

5. ESERCIZIO SULL’ANALISI DI BILANCIO PER INDICI PER UNA STESSA AZIENDA NEL TEMPO

Sia dato il seguente prospetto di Stato Patrimoniale della società Alfa S.p.A. per gli anni 2005,

2006, 2007 riclassificato secondo il criterio finanziario.

Si proceda alla individuazione per tutti gli anni:

- degli indici di composizione/struttura degli impieghi e delle fonti di finanziamento;

- degli indici e dei margini relativi alla solidità dell’azienda;

- degli indici e dei margini della liquidità.

- Del valor medio di tutti gli indici individuati.

2005 2006 2007

IMPIEGHI

Immobilizzazioni Immateriali 200 400 1.500

Immobilizzazioni Materiali 800 1.600 2.000

Immobilizzazioni Finanziarie 200 500 700

A) ATTIVO IMMOBILIZZATO 1.200 2.500 4.200

Scorte di Magazzino 300 500 900

Liquidità Differite 300 700 1.000

Liquidità Immediate 200 300 400

B) ATTIVO CIRCOLANTE 800 1.500 2.300

CAPITALE INVESTITO (A+B) 2.000 4.000 6.500

FONTI

A) Patrimonio Netto 500 1.000 1.500

B) Passività Consolidate 1.100 2.500 3.000

C) Passività Correnti 400 500 2.000

CAPITALE ACQUISITO (A+B+C) 2.000 4.000 6.500

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101

SOLUZIONE 5:

INDICI DI STRUTTURA 2005 2006 2007 media

Indice di rigidità (AF/CI) 0,60 0,63 0,65 0,63

Indice di elasticità (AC/CI) 0,40 0,38 0,35 0,37

Indice di autonomia finanziaria (MP/CI) 0,25 0,25 0,23 0,24

Indice di indebitamento (PC+Pcorr)/CI 0,75 0,75 0,77 0,76

QUOZIENTI E MARGINI DI STRUTTURA 2005 2006 2007 Media

Quoziente di struttura primario (MP/AF) 0,42 0,40 0,36 0,38

Quoziente di struttura secondario (MP+PC)/AF 1,33 1,40 1,07 1,22

Margine di struttura primario (MP-AF) -700 -1.500 -2.700 -1.633

Margine di struttura secondario (MP+PC)-AF 400 1.000 300 567

QUOZIENTI E MARGINI DI DISPONIBILITA' E DI

TESORERIA 2005 2006 2007 Media

Margine di disponibilità (LI + LD + M)-Pcorr. 400 1.000 300 567

Margine di tesoreria (LI+LD)-P Corr 100 500 -600 0

Quoziente di disponibilità (LI+LD+M)/Pcorr = Current

Ratio 2 3 1,15 1,6

Quoziente di tesoreria (LI+LD)/Pcorr = Quick Ratio 1,25 2 0,7 1,0

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102

7. ESERCIZIO SULLA RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO SECONDO I CRITERI DEL

VALORE AGGIUNTO PARTENDO DAL BILANCIO CIVILISTICO

Si consideri il seguente conto economico esposto secondo il Codice civile al 31/12/200n:

Conto economico anno 200n

A) Valore della produzione

1 Ricavi delle vendite 274.000

2 Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti 6.000

5 Altri ricavi e proventi21 10.000

Totale valore della produzione 290.000

B) Costi della produzione

6 Per materie prime 70.000

7 Per servizi 62.000

8 Per godimento beni di terzi 35.000

9 Per il personale

a Salari e stipendi 40.000

b Oneri sociali 20.000

10 Ammortamenti e svalutazioni

b ammortamento delle immobilizzazioni materiali 15.500

d svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 2.000

11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie 5.000

13 Altri accantonamenti (Accantonamento al fondo per responsabilità civile) 500

14 Oneri diversi di gestione22 2.000

Totale costi della produzione 252.000

DIFFERENZA A-B (Risultato di gestione corrente) 38.000

C) Proventi e Oneri finanziari

15 Proventi da partecipazioni 2.000

16 Altri proventi e oneri

d proventi diversi dai precedenti 2.000

17 Interessi e oneri finanziari 10.000

Totale proventi e oneri finanziari -6.000

E) Proventi e Oneri straordinari

20 Plusvalenze da alienazione 5.500

21 Minusvalenze da alienazione 5.800

Totale proventi e oneri straordinari -300

Risultato prima della imposte 31.700

22 Imposte sul reddito d'esercizio -6.700

23 Utile d'esercizio 25.000

21 Tali ricavi hanno esclusivamente natura accessoria patrimoniale. 22 Tali costi hanno esclusivamente natura accessoria patrimoniale. Si riferiscono a oneri per manutenzioni di beni non

strumentali e pertanto affluiscono nella gestione patrimoniale accessoria.

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103

Ai fini della riclassificazione secondo il criterio del valore aggiunto è sufficiente prendere visione

del prospetto esposto secondo i criteri del Codice civile (art. 2425).

Soluzione 7:

VALORE AGGIUNTO

Ricavi netti 274.000

Variazione delle rimanenze di prodotti

finiti e in corso di lavorazione 6.000

Produzione ottenuta dall'azienda 280.000

Spese per materie prime e sussidiarie 70.000

Variazione delle rimanenze di materie

prime 5.000

Altre spese esterne 97.000

Valore aggiunto 108.000

Spese per il personale 60.000

Margine operativo lordo (MOL) 48.000

Ammortamenti e accantonamenti 18.000

Reddito operativo 30.000

Risultato della gestione patrimoniale 10.000

Risultato della gestione finanziaria -8.000

Risultato di gestione 32.000

Risultato della gestione straordinaria -300

Reddito ante imposte 31.700

Imposte -6.700

Reddito netto (utile d'esercizio) 25.000

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104

8. RICLASSIFICAZIONE DI UN BILANCIO AL 31/12/200n (partendo dal bilancio contabile) e indici di bilancio

Sia dato il seguente bilancio contabile finale, post-assestamento al 31/12/n:

CE anno 200n

codice

conto Costi per servizi Ricavi

codice

conto

30.01 Merci c/acquisti 2.000.000 Prodotti c/vendite 3.160.000 20.01

20.10 Resi su vendite merci 13.000 Resi su acquisti 25.000 30.10

20.11 Ribassi e abbuoni passivi 4.000 Abbuoni e sconti attivi su acquisti 5.000 30.11

20.12 Premi su vendite 3.000 Prodotti c/rimanenze finali 210.000 20.32

31.00 Costi per servizi 236.000 Interessi attivi bancari 4.000 40.31

33.01 Salari e stipendi 511.100 Plusvalenze straordinarie 40.000 60.61

33.02 Oneri sociali 206.275 Costruzioni interne 49.500 20.50

33.03 Accantonamento TFR 40.559 Interessi attivi da crediti v/ clienti 20.000 40.30

35.01 Ammortamento fabbricati 24.000 Proventi patrimoniali 20.000 21.02

35.02 Ammortamento macchinari 42.500 Materie prime c/rimanenze finali 130.000 37.10

35.03 Ammortamento attrezzature 65.000

35.06 Ammortamento arredamento 22.000

36.06 Svalutazione crediti commerciali 17.000

41.10 Interessi passivi su mutui 26.000

20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali 120.000

37.01 Materie prime c/rim. iniziali 235.000

70.01 Imposte dell'esercizio 35.000

Totale costi d'esercizio 3.600.434 Totale ricavi d'esercizio 3.663.500

Utile d'esercizio 63.066

Totale a pareggio 3.663.500 Totale a pareggio 3.663.500

SP 31/12/200n

codice

conto Attività Passività e PN

codice

conto

02.01 Fabbricati 600.000 Fondo svalut.crediti commerciali 19.000 05.40

02.02 Macchinari 250.000 Fondo amm. macchinari 136.500 02.12

02.03 Attrezzature industriali 400.000 Fondo ammortamento fabbricati 64.000 02.11

02.06 Arredamento 150.000 Fondo amm. attrezzature 205.000 02.13

02.20 Immobilizzazioni in corso 49.500 Fondo amm.to arredamento 88.000 02.16

04.01 Materie prime 130.000 Debiti verso fornitori 210.000 14.10

04.07 Prodotti finiti 250.000 Mutui passivi (esigibili a L/T) 300.000 13.20

05.01 Crediti verso clienti (a B/T) 380.000 TFR (a L/T) 138.262 12.01

06.90 Crediti verso altri (a B/T) 22.625 Debiti per IVA (esigibili a B/T) 5.000 15.05

08.01 Banca c/c 37.920 Debiti v/s INPS (esigibili a L/T) 26.000 15.10

08.30 Cassa contanti 5.000 Debiti tributari (esigibili a L/T) 3.920 15.03

09.02 Risconti attivi 4.000

Debiti per ritenute da versare

(esigibili a B/T) 14.297 15.02

Ratei passivi 6.000 16.01

Capitale sociale 900.000 10.01

Riserva legale 100.000 10.04

Utile d'esercizio 63.066 10.30

Totale 2.279.045 Totale 2.279.045

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105

Si proceda, al 31/12/n, a:

- redigere i prospetti di raccordo per il conto economico e per lo stato patrimoniale;

- redigere i prospetti civilistici di bilancio (conto economico e stato patrimoniale);

- riclassificare il conto economico secondo il criterio del valore aggiunto;

- riclassificare lo stato patrimoniale secondo il criterio finanziario, sulla base delle indicazioni fornite nel bilancio contabile.

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106

Soluzione 8

PROSPETTO DI RICONCILIAZIONE DEL CONTO ECONOMICO DI PAG. 24

codice

conto Denominazione conto

Valore

contabile

Codice di

bilancio Aggregato del bilancio d'ex

Valore di

bilancio

20.01 Prodotti c/vendite 3.160.000

1

A) Valore della Produzione

20.12 Premi su vendite -3.000 Ricavi delle vendite e delle prestazioni 3.140.000

20.11 Ribassi e abbuoni passivi -4.000

20.10 Resi su vendite merci -13.000

20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali -120.000 2

Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione e finiti

90.000

20.32 Prodotti c/rimanenze finali 210.000

20.50 Costruzioni interne 49.500 4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 49.500

21.02 Proventi patrimoniali 20.000 5

Altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi in conto

esercizio 20.000

TOTALE A 3.299.500

30.01 Merci c/acquisti 2.000.000

6

B) Costi della produzione

30.10 Resi su acquisti -25.000

30.11 Abbuoni e sconti attivi su acquisti -5.000 Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 1.970.000

31.00 Costi per servizi 236.000 7 Per servizi 236.000

9 Per il personale

33.01 Salari e stipendi 511.100 a Salari e stipendi 511.100

33.02 Oneri sociali 206.275 b Oneri sociali 206.275

33.03 Accantonamento TFR 40.559 c Trattamento di fine rapporto 40.559

35.01 Ammortamento fabbricati 24.000

10 b Ammortamento delle immobilizzazioni materiali 153.500 35.02 Ammortamento macchinari 42.500

35.06 Ammortamento arredamento 22.000

35.03 Ammortamento attrezzature 65.000

36.06 Svalutazione crediti commerciali 17.000 10 d Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 17.000

37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 235.000 11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e

merci 105.000

37.10 Materie prime c/rimanenze finali -130.000

TOTALE B 3.239.434

DIFFERENZA A-B (Risultato della gestione corrente) 60.066

C) Proventi e Oneri finanziari

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0,00 Proventi da partecipazioni 0 15 Proventi da partecipazioni 0

40.30 Interessi attivi da crediti v/ clienti 20.000 16 d Proventi diversi dai precedenti 20.000

40.31 Interessi attivi bancari 4.000 16 d Proventi diversi dai precedenti 4.000

41.10 Interessi passivi su mutui -26.000 17 Interessi e altri oneri finanziari -26.000

TOTALE C -2.000

E) Proventi e oneri straordinari

60.61 Plusvalenze straordinarie 40.000 20 Plusvalenze da alienazioni 40.000

TOTALE E 40.000

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 98.066

70.01 Imposte dell'esercizio 35.000 22 Imposte dell'esercizio 35.000

23 Utile dell'esercizio 63.066

PROSPETTO DI RICONCILIAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE DI PAG. 24

codice conto Denominazione conto Valore

contabile Rettifiche

Codice di

bilancio Aggregato del bilancio d'ex

Valore di

bilancio

BII Immobilizzazioni materiali

02.01 Fabbricati 600.000 -64.000 1 Terreni e fabbricati 536.000

02.02 Macchinari 250.000 -136.500 2 Impianti e macchinario 113.500

02.03 Attrezzature industriali 400.000 -205.000 3 Attrezzature industriali e commerciali 195.000

02.06 Arredamento 150.000 -88.000 3 Attrezzature industriali e commerciali 62.000

02.20 Immobilizzazioni in corso 49.500 0 5 Immobilizzazioni in corso e acconti 49.500

02.11 Fondo ammortamento fabbricati -64.000 64.000 0

02.12 Fondo ammortamento macchinari -136.500 136.500 0

02.13 Fondo ammortamento attrezzature -205.000 205.000

02.16 Fondo amm.to arredamento -88.000 88.000 0

C I Rimanenze

04.01 Materie prime 130.000 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 130.000

04.07 Prodotti finiti 250.000 4) Prodotti finiti e merci 250.000

CII Crediti verso clienti

05.01 Crediti verso clienti 380.000 -19.000 1) Verso clienti 361.000

esigibili oltre l'esercizio successivo 0

06.90 Crediti verso altri 22.625 5) Verso altri 22.625

05.40 Fondo svalutazione crediti -19.000 19.000 0

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108

commerciali

C IV Disponibilità liquide

08.01 Banca c/c 37.920 1) Depositi bancari e postali 37.920

08.30 Cassa contanti 5.000 3) Denaro e valori in cassa 5.000

D Ratei e risconti

09.02 Risconti attivi 4.000 Risconti attivi 4.000

Totale attività 1.766.545 Totale attività 1.766.545

A Patrimonio netto

10.01 Capitale sociale 900.000 I Capitale sociale 900.000

10.04 Riserva legale 100.000 IV Riserva legale 100.000

10.30 Utile d'esercizio 63.066 IX Utile dell'esercizio 63.066

C Trattamento di fine rapporto

12.01 TFR 138.262 138.262

D Debiti

13.12 Mutui passivi 300.000 4) Verso banche esigibili oltre l'ex successivo 300.000

13.10 Debiti per ritenute da versare 14.297 12) Debiti tributari esigibili entro l'esercizio successivo 14.297

14.10 Debiti verso fornitori 210.000 7) Verso fornitori 210.000

15.05 Debiti per IVA 5.000 12) Tributari esigibili entro l'ex successivo 5.000

15.10 Debiti verso INPS 26.000 13)

Verso istituti di previdenza e sicurezza sociale esigibili oltre

l'ex successivo 26.000

15.03 Debiti tributari 3.920 12) Tributari esigibili oltre l'ex successivo 3.920

E Ratei e risconti

16.01 Ratei passivi 6.000 Ratei passivi 6.000

Totale passività + PN 1.766.545 Totale passività + PN 1.766.545

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109

CONTO ECONOMICO CIVILISTICO DOPO LA RICONCILIAZIONE DI PP. 26-27

Conto economico anno 200n

A) Valore della produzione

Ricavi delle vendite 3.140.000

Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti 90.000

Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 49.500

Altri ricavi e proventi 20.000

Totale valore della produzione 3.299.500

B) Costi della produzione

Per materie prime 1.970.000

Per servizi 236.000

Per il personale

Salari e stipendi 511.100

Oneri sociali 206.275

Trattamento di fine rapporto 40.559

Ammortamenti e svalutazioni

ammortamento delle immobilizzazioni materiali 153.500

svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 17.000

Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie 105.000

Oneri diversi di gestione 0

Totale costi della produzione 3.239.434

DIFFERENZA A-B 60.066

C) Proventi e Oneri finanziari

Altri proventi e oneri

proventi diversi dai precedenti 24.000

Interessi e oneri finanziari -26.000

Totale proventi e oneri finanziari -2.000

E) Proventi e Oneri straordinari

Plusvalenze da alienazione 40.000

Totale proventi e oneri straordinari 40.000

Risultato prima della imposte 98.066

Imposte sul reddito d'esercizio 35.000

Utile d'esercizio 63.066

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110

RICLASSIFICAZIONE DAL CONTO ECONOMICO CIVILISTICO DI PAG. 29 AL CONTO ECONOMICO AL

VALORE AGGIUNTO

VALORE AGGIUNTO

Ricavi netti 3.140.000

Variazione delle rimanenze di prodotti finiti e in

corso di lavorazione 90.000

Produzioni in economia 49.500

Produzione ottenuta dall'azienda 3.279.500

Spese per materie prime e sussidiarie -2.075.000

Altre spese esterne -236.000

Valore aggiunto 968.500

Spese per il personale -757.934

Margine operativo lordo (MOL) 210.566

Ammortamenti e accantonamenti -170.500

Reddito operativo 40.066

Risultato della gestione patrimoniale 20.000

Risultato della gestione finanziaria -2.000

Risultato di gestione 58.066

Risultato della gestione straordinaria 40.000

Reddito ante imposte 98.066

Imposte -35.000

Reddito netto (utile d'esercizio) 63.066

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111

STATO PATRIMONIALE CIVILISTICO DOPO LA RICONCILIAZIONE DI PP. 27-28

SP al 31/12/200n

ATTIVO PASSIVO

A) PATRIMONIO NETTO 1.063.066

B) IMMOBILIZZAZIONI 956.000 I Capitale sociale 900.000

II Immobilizzazioni materiali 956.000 IV Riserva legale 100.000

1) Terreni e Fabbricati 536.000 IX Utile d'esercizio 63.066

2) Impianti e macchinario 113.500

3) Attrezzature industriali e commerciali 257.000 C) TFR 138.262

5) Immobilizzazioni in corso e acconti 49.500

D) DEBITI 559.217

C) ATTIVO CIRCOLANTE/CORRENTE 806.545 4) Debiti verso banche 300.000

I Rimanenze 380.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 300.000

1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 130.000 7) Debiti verso fornitori 210.000

4) Prodotti finiti e merci 250.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 210.000

II Crediti 383.625 12) Debiti tributari 23.217

1) Verso i clienti 361.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 3.920

Esigibili entro l'esercizio successivo 361.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 19.297

5) Verso altri 22.625 13)

Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza

sociale 26.000

IV Disponibilità liquide 42.920 Esigibili oltre l'esercizio successivo 26.000

1) Depositi bancari e postali 37.920 Esigibili entro l'esercizio successivo

3) Denaro e valori in cassa 5.000

D) RATEI E RISCONTI 4.000 E) RATEI E RISCONTI 6.000

Risconti attivi 4.000 Ratei passivi 6.000

TOTALE ATTIVO 1.766.545 TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO

NETTO 1.766.545

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RICLASSIFICAZIONE DELLO SP DI PAG. 31 SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO

ATTIVO

A) ATTIVO FISSO 956.000

II Immobilizzazioni tecniche materiali 956.000

Terreni e fabbricati 536.000

Impianti e macchinario 113.500

Attrezzature industriali e commerciali 257.000

Immobilizzazioni in corso e acconti 49.500

B) ATTIVO CIRCOLANTE 810.545

1) Magazzino 384.000

Materie prime, sussidiarie e di consumo 130.000

Prodotti finiti e merci 250.000

Risconti attivi (al netto di quelli passivi) 4.000

2) Liquidità differite 383.625

Crediti verso i clienti a B/T 383.625

3) Liquidità immediate 42.920

Depositi bancari e postali 37.920

Denaro e valori in cassa 5.000

TOTALE ATTIVO 1.766.545

PASSIVO

A) MEZZI PROPRI 1.063.066

Capitale sociale 900.000

Riserva legale 100.000

Utile dell'esercizio 63.066

B) PASSIVITA' CONSOLIDATE 468.182

TFR 138.262

Debiti verso banche 300.000

Debiti tributari 3.920

Debiti verso istituti di previdenza 26.000

C) PASSIVITA' CORRENTI 235.297

Debiti verso fornitori 210.000

Debiti tributari 19.297

Ratei passivi 6.000

TOTALE PASSIVO + NETTO 1.766.545

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9. RICLASSIFICAZIONE DEL CE AL VALORE AGGIUNTO

SIA DATO IL SEGUENTE CE CIVILISTICO

Conto economico anno 200n

A) Valore della produzione

1 Ricavi delle vendite 82.000

2 Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti 2.000

4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 1.000

5 Altri ricavi e proventi 20

Totale valore della produzione 85.020

B) Costi della produzione

6 Per materie prime 45.000

7 Per servizi 4.950

8 Per godimento beni di terzi 50

9 Per il personale

a Salari e stipendi 15.000

b Oneri sociali 3.750

10 Ammortamenti e svalutazioni

a ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 800

b ammortamento delle immobilizzazioni materiali 6.160

d svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 20

11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie -1.000

12 Accantonamento fondo imposte 20

13 Accantonamento TFR 1.250

14 Oneri diversi di gestione 20

Totale costi della produzione 76.020

DIFFERENZA A-B 9.000

15

16 C) Proventi e Oneri finanziari

d Proventi da partecipazioni 400

17 Altri proventi finanziari 500

Interessi e oneri finanziari -1.000

Totale proventi e oneri finanziari -100

20

21 E) Proventi e Oneri straordinari

Plusvalenze (da alienazione brevetti) 100

Oneri straordinari -50

Totale proventi e oneri straordinari 50

22

23 Risultato prima della imposte 8.950

Imposte sul reddito d'esercizio 3.000

Utile d'esercizio 5.950

Si proceda a riclassificarlo secondo il criterio del Valore Aggiunto

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114

SOLUZIONE 9:

VALORE AGGIUNTO

Ricavi netti 82.000

Variazione delle rimanenze di prodotti finiti e in corso di lavorazione 2.000

Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 1.000

Produzione ottenuta dall'azienda 85.000

Spese per materie prime e sussidiarie -45.000

Variazione delle rimanenze di materie prime 1.000

Altre spese esterne -5.000

Valore aggiunto 36.000

Spese per il personale -20.000

Margine operativo lordo (MOL) 16.000

Ammortamenti e accantonamenti -7.000

Reddito operativo 9.000

Risultato della gestione patrimoniale 400

Risultato della gestione finanziaria -500

Risultato di gestione 8.900

Risultato della gestione straordinaria 50

Reddito ante imposte 8.950

Imposte -3.000

Reddito netto (utile d'esercizio) 5.950

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10. RICLASSIFICAZIONE SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO DELLO SP AL 31/12/200N PARTENDO DAL BILANCIO CIVILISTICO

SP al 31/12/200n

ATTIVO PASSIVO

A) PATRIMONIO NETTO 102.000

A) CREDITI VERSO I SOCI I Capitale sociale 80.000

B) IMMOBILIZZAZIONI 52.000 II Riserva sovrapprezzo azioni 500

I Immobilizzazioni immateriali 5.000 IV Riserva legale 16.000

2) Costi di R&S e di pubblicità 3.000 VII Riserva straordinaria 1.500

3) Brevetti 2.000 VII Riserva di rivalutazione 100

II Immobilizzazioni materiali 45.000 IX Utile d'esercizio 3.900

1) Terreni e Fabbricati 25.000 B) FONDI PER RISCHI E ONERI 100

2) Impianti e macchinario 15.000 2) Fondo Imposte, anche differite 100

3) Attrezzature industriali e commerciali 5.000 C) TFR 5.720

5) Immobilizzazioni in corso e acconti 0 D) DEBITI 46.160

III Immobilizzazioni finanziarie 2.000 4) Debiti verso banche 25.000

1 b) Partecipazioni in imprese controllate 1.500 Esigibili oltre l'esercizio successivo 20.000

2 b) Crediti verso imprese controllate 500 Esigibili entro l'esercizio successivo 5.000

C) ATTIVO CIRCOLANTE/CORRENTE 102.000 7) Debiti verso fornitori 20.000

I Rimanenze 14.500 Esigibili oltre l'esercizio successivo 12.000

1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 7.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 8.000

4) Prodotti finiti e merci 7.500 8) Debiti rappresentati da titoli di credito 60

II Crediti 9.800 Esigibili entro l'esercizio successivo 60

1) Verso i clienti 9.800 12) Debiti tributari 800

Esigibili oltre l'esercizio successivo 1.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 400

Esigibili entro l'esercizio successivo 8.800 Esigibili entro l'esercizio successivo 400

5) Verso altri 0 13) Debiti verso istituti di previdenza 300

III Attività finanziarie non immobilizzate 200 Esigibili oltre l'esercizio successivo 100

6) Altri titoli 200 Esigibili entro l'esercizio successivo 200

IV Disponibilità liquide 77.500

1) Depositi bancari e postali 75.000 E) RATEI E RISCONTI 320

3) Denaro e valori in cassa 2.500 Ratei passivi 160

D) RATEI E RISCONTI 300 Risconti passivi 160

Ratei attivi 100

Risconti attivi 200

TOTALE ATTIVO 154.300 TOTALE PASSIVITA' E NETTO 154.300

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10. Soluzione: ATTIVO

A) ATTIVO FISSO 53.000

I Immobilizzazioni tecniche immateriali

Costi di R&S e di pubblicità 3.000 5.000

Brevetti 2000

II Immobilizzazioni tecniche materiali 45.000

Terreni e fabbricati 25.000

Impianti e macchinario 15.000

Attrezzature industriali e commerciali 5.000

Immobilizzazioni in corso e acconti 0

III Immobilizzazioni finanziarie 3.000

Partecipazioni in imprese controllate 1.500

Crediti verso imprese controllate a L/T 500

Verso i clienti 1.000

B) ATTIVO CIRCOLANTE 101.140

1) Magazzino 14.540

Materie prime, sussidiarie e di consumo 7.000

Prodotti finiti e merci 7.500

Risconti attivi (al netto di quelli passivi) 40

2) Liquidità differite 9.100

Crediti verso i clienti a B/T 8.800

Ratei attivi 100

Altri titoli 200

3) Liquidità immediate 77.500

Depositi bancari e postali 75.000

Denaro e valori in cassa 2.500

TOTALE ATTIVO 154.140

PASSIVO

A) MEZZI PROPRI 102.000

Capitale sociale 80.000

Riserva sovrapprezzo azioni 500

Riserva legale 16.000

Riserva straordinaria 1.500

Riserva di rivalutazione 100

Utile dell'esercizio 3.900

B) PASSIVITA' CONSOLIDATE 38.320

Fondo manutenzione macchinari 100

TFR 5.720

Debiti verso banche 20.000

Debiti verso fornitori 12.000

Debiti tributari 400

Debiti verso istituti di previdenza 100

C) PASSIVITA' CORRENTI 13.820

TFR 0

Debiti verso banche 5.000

Debiti verso fornitori 8.000

Debiti rappresentati da titoli 60

Debiti tributari 400

Debiti verso istituti di previdenza 200

Ratei passivi 160

TOTALE PASSIVO + NETTO 154.140

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118

TECNICHE DI DETERMINAZIONE DEI FLUSSI DI CASSA

Esistono due tipi di flussi di cassa:

FLUSSO DI CASSA NETTO DISPONIBILE = indica l’ammontare di denaro disponibile (prelevabile senza

pregiudicare l’equilibrio finanziario dell’impresa, denaro a

disposizione dei proprietari) complessivamente generato

dalla gestione aziendale.

E’ denominato anche flusso levered

FLUSSO DI CASSA LORDO = non considera la componente finanziaria (non tiene conto del flusso di

cassa generato dai debiti e, conseguentemente, dai proventi e dagli

oneri finanziari).

E’ denominato anche flusso unlevered.

I flussi di cassa netti disponibili (flussi levered)23 possono essere graficamente così rappresentati:

Attraverso la somma algebrica dei flussi in entrata e di quelli in uscita si ottiene l’incremento o il

decremento di cassa/banca nel periodo di riferimento (cash flow positivo o negativo).

Esistono differenti metodologie per calcolare i flussi di cassa netti disponibili.

23 I flussi di cassa netti disponibili sono i “flussi spendibili”, ovvero i flussi distribuibili ai soci sotto forma di dividendi,

senza incidere negativamente sulla funzionalità economico-finanziaria dell’impresa.

CASSA/BANCA

Apporti CS dai soci

Ricavi

(dai clienti)

Riscossione

crediti

funzionamento Entrate da finanziatori

(+ Debiti di finanziamento)

Pagamento fornitori (costi beni/servizi)

Rimborso debiti di finanziamento + pagamento

oneri finanziari

Lavoratori, Salari/stipendi

e Oneri sociali

Stato, Enti, Imposte e tasse

Rimborsi CS e Dividendi

CASH FLOW POSITIVI

CASH FLOW NEGATIVI

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119

Tecnica basata sui mastrini di cassa.

Se si trascura il fattore tributario (imposte e tasse) si ottiene il cash flow relativo al periodo

considerato.

Esempio: flussi di cassa relativi a 1 esercizio:

C/to Cassa e banca 1/1/200x – 31/12/200x

Saldo iniziale 100

Entrate per ricavi operativi

(ricavi)

2000 Uscite per costi operativi

(costi)

1000

Entrate per accensione

debiti finanziamento

200 Uscite rimborso debiti

finanziamento +

oneri finanziari

300

100

Entrate per apporti di CS 0 Rimborso CS +

Dividendi

100

100

TOTALE 2300 TOTALE 1600

Saldo finale 700

2300 2300

Δ Liquidità = Δ Cassa/banca = Saldo finale – Saldo iniziale = 600

FLUSSO

GEST.OPERATIVA

1000

+ FLUSSO

GEST. FINANZ.

–200

+ FLUSSO DA E PER

AZIONISTI

–200

Δ Ca/Ba

600

FLUSSO GESTIONE OPERATIVA =

Entrate operative – Uscite operative = 2000 – 1000 = +1000

FLUSSO GESTIONE FINANZIARIA =

Entrate accensione debiti – Uscite per rimborso debiti – Oneri Finanziari =

200 – 300 – 100 = - 200

FLUSSO DA E PER GLI AZIONISTI =

Entrate per apporti CS– Uscite per rimborso CS - Dividendi. =

0 – 100 - 100 = -200

Δ Ca/Ba =

600

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120

Sottraendo il flusso da e per gli azionisti e non considerando, come già detto, il fattore tributario, si

ottiene il Flusso di Cassa netto disponibile di periodo, distribuibile ai soci (FCND)

Δ Ca/Ba

600

– FLUSSO GESTIONE DA E PER

AZIONISTI

–200

= FLUSSO

GEST. OPERATIVA

1000

+ FLUSSO GEST.

FINANZIARIA

–200

Se si volesse ottenere il Flusso di cassa LORDO si otterrebbe la seguente formula:

Δ Ca/Ba

600

– FLUSSO GESTIONE DA E

PER AZIONISTI

–200

– FLUSSO

GEST..FINANZIARIA

–200

= FLUSSO

GEST. OPERATIVA

1000

Il flusso Lordo, infatti, non considera la gestione finanziaria; pertanto:

FLUSSO LORDO = FLUSSO NETTO – FLUSSO GESTIONE FINANZIARIA.

FCND FCND

FC LORDO FC LORDO

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Esercizio svolto in aula il 21_05_2015

Determinazione del Flusso di cassa aziendale attraverso il mastrino di cassa

La società Alfa presenta la seguente situazione patrimoniale al 31/12/n:

Stato patrimoniale Alfa 31/12/n

Banca 500.000 Capitale netto 2.000.000

Terreni 1.500.000

Totale 2.000.000 Totale 2.000.000

Durante l’anno n+1 effettua le seguenti operazioni:

20/01 acquisto di materie per euro 40.000 con pagamento a dilazione;

25/02 acquisto di impianti per euro 100.000 con pagamento immediato mediante bonifico;

31/03 pagamento mediante bonifico di stipendi per euro 10.000

20/04 pagamento mediante bonifico di spese per utenze di euro 10.000;

21/04 pagamento dividendi per euro 20.000;

30/05 pagamento mediante bonifico del debito contratto il 20/01;

30/06 accensione di un mutuo passivo, mediante accreditamento in banca di euro 200.000;

30/06 pagamento anticipato mediante bonifico bancario del fitto passivo annuo di euro 20.000;

10/07 vendita di prodotti per euro 200.000 con riscossione mediante bonifico;

20/10 vendita di prodotti per euro 50.000 con riscossione a 90 giorni;

20/11 acquisto di materie per euro 20.000 con pagamento a 90 giorni;

31/12 restituzione della prima rata del mutuo passivo, mediante c/c bancario, per euro 10.000 e

pagamento di interessi passivi di euro 1.000.

Al 31/12 la società rileva, inoltre, le seguenti operazioni di assestamento24;

- ammortamento degli impianti per euro 10.000;

- risconto attivo relativo al fitto passivo pagato in data 30/06 per euro 10.000;

- rimanenze finali di materie valutate al costo pari a euro 20.000.

Il candidato proceda a redigere il mastrino di banca, a determinare il flusso di cassa complessivo del

periodo considerato e la sua scomposizione in flusso dell’attività operativa, da e per gli azionisti e

di finanziamento.

24 Le scritture di assestamento incidono solo sulle grandezze economiche di costi e di ricavi nel CE, non sui flussi di

cassa. Tali scritture non devono pertanto essere considerate nella stima dei flussi di cassa aziendali.

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122

Flusso di cassa - Soluzione:

Banca c/c

Saldo iniziale 500

ENTRATE: USCITE:

Accensione mutuo passivo 200 Acquisto impianti 100

Vendita prodotti 200 Stipendi 10

Pagamento debiti 40

Fitti passivi 20

Spese per utenze 10

Pagamento dividendi 20

Restituzione prima rata mutuo 10

Oneri finanziari 1

TOT. ENTRATE 400 TOT. USCITE 211

Flusso di cassa 189

Saldo finale 689

Flusso di cassa anno n = saldo finale – saldo iniziale = 609 – 500 = 109

Flusso di cassa anno n = entrate anno n – uscite anno n = 300 – 191 = 109

Saldo finale = Saldo iniziale + Flusso di cassa di periodo = 500+189 = 689.000

Flusso di cassa Entrate Uscite Flusso

Attività operativa 200 180 20

Attività azionisti 0 20 -20

Attività finanziamento 200 11 189

Flusso di cassa 400 211 189

Δ Ca/Ba

189

– FLUSSO GESTIONE DA E PER

AZIONISTI

-20

= FLUSSO

GEST. OPERATIVA

20

+ FLUSSO GEST.

FINANZIARIA

+189

Se si volesse ottenere il Flusso di cassa LORDO si otterrebbe la seguente formula:

Δ Ca/Ba

189

– FLUSSO GESTIONE DA E

PER AZIONISTI

–20

– FLUSSO

GEST..FINANZIARIA

+189

= FLUSSO

GEST. OPERATIVA

+20

FCND = 209 FCND = 209

FC LORDO = 20 FC LORDO = 20

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123

TECNICA DI DETERMINAZIONE DEL FLUSSO DI CASSA BASATA SUL

CONFRONTO TRA STATI PATRIMONIALI SUCCESSIVI.

SP0 SP1 SP2

FCND1 FCND2

Analizziamo le voci che compongono lo Stato Patrimoniale.

SP31/12/t0 SP31/12/t1

Cassa

Banca

CCN25

Immobilizzazioni

CS

Riserve

Utile d’esercizio

F.do amm.to26

Fondi rischi5

Fondo TFR

Debiti tributari27

Debiti finanziari

Cassa

Banca

CCN4

Immobilizzazioni

CS

Riserve

Utile d’esercizio

F.do amm.to5

Fondi rischi5

Fondo TFR

Debiti tributari6

Debiti finanziari

CA/BA = CA/BA1 – CA/BA0

CA/BA =B – A

CA/BA = CS + Riserve + Utile + F.do amm.to + Fondi rischi + +F.do TFR + Debiti

tributari + Debiti finanziari + – CCN – Immobilizzazioni

Riserve = Rsa + Utili a riserva

Utili = U1–U0 = U1– (Utili a riserva + Dividendi)

Riserve + Utili = Rsa + Utili a riserva + U1 – Utili a riserva – Dividendi

Riserve + Utili = Rsa + U1 – Dividendi

sostituisco il risultato della somma nella precedente equazione

25 CCN = Capitale Circolante Netto = Rimanenze + Crediti commerciali – Debiti commerciali. 26 Il procedimento è analogo anche nel caso in cui le immobilizzazioni siano esposte al netto del fondo ammortamento e

il capitale circolante netto al netto dei fondi rischi (es. fondo svalutazione crediti, fondo svalutazione merci). 27 Debiti tributari = Fondo imposte.

A0

B0

A1

B1

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124

CA/BA = CS + Rsa + U1 – Dividendi + F.do amm.to + Fondi rischi + +F.do TFR +

Debiti tributari + Debiti finanziari + – CCN – Immobilizzazioni

CA/BA – CS – Rsa + Dividendi = U1 + F.do amm.to + Fondi rischi + F.do TFR + Debiti

tributari + Debiti finanziari – CCN – Immobilizzazioni

Concludendo:

FLUSSO DI CASSA NETTO: FLUSSO DI CASSA NETTO:

CA/BA

CS

Rsa

+Dividendi

U1

+F.do amm.to

+Fondi rischi

+F.do TFR

+Debiti tributari

+Debiti finanziari

CCN

Immobilizzazioni

I risultati raggiunti applicando le due formule delle due identità DEVONO coincidere.

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125

Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi)

La società BUDDY presenta i seguenti Stati Patrimoniali (valori espressi in euro/000):

S.P. 31/12/2003 S.P. 31/12/2004

Ca/Ba 100 CS 300 Ca/Ba 600 CS 500

CCN 400 Riserve 50 CCN 600 Riserve 120

Immobilizzazioni 500 Utile d’esercizio 50 Immobilizzazioni 800 Utile d’esercizio 150

F. amm.to 200 F. amm.to 250

FSC 13 FSC 23

F.do TFR 60 F.do TFR 80

Debiti tributari 27 Debiti tributari 77

Debiti finanziari 300 Debiti finanziari 800

Totale 1.000 Totale 1.000 Totale 2.000 Totale 2.000

Si consideri inoltre che:

- nell’esercizio 2004 l’incremento del capitale sociale è avvenuto sopra la pari cosicché:

CS = 200

Rsa = 50

- l’utile del 2003 è stato distribuito agli azionisti sotto forma di dividendi per euro 30.000.

Il candidato determini il flusso di cassa netto disponibile dell’anno 2004 applicando le tecniche

studiate durante il corso.

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Soluzione

Determiniamo il flusso di cassa netto disponibile generato dall’azienda nel periodo 1/1/04–31/12/04

TECNICA ANALITICA: 2004

Utile 150

+F.do amm.to 50

+Fondi rischi (FSC) 10

+F. TFR 20

+Debiti tributari 50

+Debiti finanziari 500

CCN 200

Immobilizzazioni 300

FCND 280

TECNICA SINTETICA: 2004

CA/BA 500

CS 200

Rsa 50

+Dividendi 30

FCND 280

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127

DISPENSE ESCLUSE DALLA PROGRAMMA DI RAGIONERIA

Si è detto che:

FLUSSO DI CASSA NETTO: FLUSSO DI CASSA NETTO:

CA/BA

CS

Rsa

+Dividendi

U1

+F.do amm.to

+Fondi rischi

+F.do TFR

+Debiti tributari

+Debiti finanziari

CCN

Immobilizzazioni

Dove si ricorda:

- U1 rappresenta l’utile dell’esercizio più recente in quanto confrontato con U0

- Tutte le variazioni servono per identificare di quanto è variata la liquidità da un esercizio ad un altro.

- Nelle formule si considera che si pongono a confronto due SP consecutivi e successivi (epoca 0, più lontana, e epoca 1, più recente).

Se concentriamo la nostra attenzione solo sulla formula di destra si avrà:

Formula 1)

FLUSSO DI CASSA NETTO:

U1

+F.do amm.to

+Fondi rischi

+F.do TFR

+Debiti tributari

+Debiti finanziari

CCN

Immobilizzazioni

Soffermare l’attenzione su questi elementi del flusso di cassa ci consente di effettuare un ulteriore

passaggio. In particolare, ci permette di suddividere il flusso di cassa generato dalla gestione

operativa (caratteristica ed extra caratteristica) e dalle altre gestioni (in particolare modo, quella

finanziaria). Si fa l’ipotesi che non esista mai la gestione straordinaria, per semplicità.

Per effettuare la scomposizione dei diversi flussi (flusso lordo/unlevered solo per la gestione

operativa e flusso di cassa netto/levered anche per le altre gestioni), occorre effettuare i seguenti

passaggi che derivano dalla semplice scomposizioni delle grandezze comprese nella formula del

flusso di cassa netto.

Se consideriamo le Immobilizzazioni al netto dei relativi fondi ammortamento e se mettiamo

insieme tutti i debiti prima distintamente indicati, si avrà:

Formula 2)

FLUSSO DI CASSA NETTO:

U1

+Debiti (tributari, finanziari, per fondi rischi e spese future,

per TFR)

CCN

Immobilizzazioni

Scomponiamo ora la grandezza della Variazione delle Immobilizzazioni (Immobilizzazioni):

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128

esse si riducono per effetto degli ammortamenti che incrementano i fondi ammortamento, tipicamente poste rettificative. Inoltre, l’ammortamento è una grandezza puramente economica che non ha natura finanziaria e che deve essere annullata nella determinazione del flusso di cassa. Da un punto di vista tecnico esso, che economicamente era stato sottratto all’utile come componente di costo, deve esservi riattribuito;

esse si riducono per effetto dei disinvestimenti (vendite); il flusso di cassa aumenta per il valore di realizzo. La vendita può anche avere generato plus/minusvalenze nella cessione rispetto al valore contabile netto. Detti componenti di reddito non hanno natura finanziaria in quanto sono ricompresi nel flusso di cassa generato dai disinvestimenti. Visto che sono già ricomprese nel flusso da disinvestimento, le plusvalenze devono essere eliminate dall’utile e le minusvalenze devono essere riattribuite all’utile stesso. Medesimo discorso deve essere effettuato con riferimento alle rivalutazioni che sono da eliminare e le svalutazioni che sono da riattribuire in quanto non hanno generato movimenti di denaro ma solo delle grandezze patrimoniali. Per semplicità queste non sono considerate.

esse aumentano in bilancio per eventuali nuovi investimenti che hanno provocato delle uscite monetarie dovute all’acquisto (flusso di cassa che si riduce);

Pertanto Immobilizzazioni = Nuovi investimenti – Disinvestimenti – Ammortamenti +

Plusvalenze – Minusvalenze

Nella formula, Immobilizzazioni sono riportate con il segno negativo davanti. Questo trasforma il

segno delle grandezze che compongono la variazione delle immobilizzazioni. Infatti:

−Immobilizzazioni = − Nuovi investimenti + Disinvestimenti + Ammortamenti − Plusvalenze +

Minusvalenze.

L’attenzione deve essere rivolta solo ai componenti che generano flusso di cassa e annullare tutti

quelli che non hanno generato flusso di cassa ma che hanno inciso sul reddito di esercizio. I nuovi

investimenti, che hanno assorbito denaro, si sottraggono come componenti negative del flusso di

cassa; i disinvestimenti, che hanno generato denaro nel periodo, sono sommati come componenti

positive del flusso di cassa; le plusvalenze si eliminano dal reddito di esercizio perché non hanno

apportato denaro; le minusvalenze, per la stessa ragione, si sommano.

Alla luce di quanto detto il flusso di cassa netto si modifica come segue:

Formula 3)

FLUSSO DI CASSA NETTO:

U1

+Ammortamenti

+Disinvestimenti (prezzo di vendita incassato)

−Investimenti (costo pagato per acquisto)

Plusvalenze

+ Minusvalenze

+Debiti (tributari, finanziari, per fondi rischi e spese future,

per TFR)

CCN

Per semplicità, ipotizziamo di conoscere il valore contabile netto dei beni che sono stati oggetto di

disinvestimento. Eliminiamo cioè dalla formula l’esistenza di plus e minusvalenze. La formula si

modifica come segue:

Formula 4)

FLUSSO DI CASSA NETTO:

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129

U1

+Ammortamenti

+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)

Investimenti (costo pagato per acquisto)

+Debiti (tributari, finanziari, per fondi rischi e spese future,

per TFR)

CCN

A) Per procedere, scomponiamo l’Utile della formula 4 (U1) come nello schema di riclassificazione

a Valore aggiunto, partendo, per praticità, direttamente dal MOL (EBITDA):

MOL

−ACCANTONAMENTI

−AMMORTAMENTI

REDDITO OPERATIVO

±GESTIONE ACCESSORIA

±GESTIONE FINANZIARIA

REDDITO LORDO DI GESTIONE OPERATIVA

−IMPOSTE

REDDITO NETTO (UTILE)

Abbiamo ipotizzato che non esista la gestione eccezionale/straordinaria e che non siano presenti

accantonamenti. Se facciamo anche l’ipotesi che la gestione finanziaria coincida solo con gli oneri

finanziari, e che non esista la gestione accessoria, lo schema è il seguente:

MARGINE OPERATIVO LORDO

−AMMORTAMENTI

REDDITO OPERATIVO

−ONERI FINANZIARI

REDDITO LORDO

−IMPOSTE

REDDITO NETTO (UTILE)

Ai fini dell’identificazione soltanto di quell’utile che deriva dalla gestione operativa (sia

caratteristica che non) prendiamo solo i seguenti componenti pertinenti dello schema a Valore

aggiunto:

MOL

−AMMORTAMENTI

REDDITO OPERATIVO

Che equivale a dire:

REDDITO OPERATIVO

+AMMORTAMENTI

MOL

Della gestione operativa consideriamo soltanto il reddito operativo e gli ammortamenti nel CE

come grandezze che incidono sul flusso di cassa operativo.

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130

B) Ora scomponiamo dalla formula 4 le grandezze dei debiti. Infatti, Debiti =

+Fondi rischi

+F.do TFR

+Debiti tributari

+Debiti finanziari

Ai fini dell’individuazione del flusso di cassa operativo dobbiamo considerare solo +Fondi rischi

+F.do TFR +Debiti tributari. I Debiti finanziari, infatti, fanno parte solo della gestione

finanziaria che non è operativa.

Se mettiamo insieme le scomposizioni fatte sull’utile (A) e sui debiti (B) otteniamo la seguente

modificazione della formula 4 per la identificazione del Flusso di cassa lordo:

FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED):

RO

+Ammortamenti

+Fondi rischi

+F.do TFR

+Debiti tributari

+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)

Investimenti (costo pagato per acquisto)

CCN

In sostanza:

FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED):

MOL

+Debiti operativi esclusi dal CCN

+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)

Investimenti (costo pagato per acquisto)

CCN

Per raggiungere il Flusso di cassa netto occorre considerare anche la gestione finanziaria.

Dal CE preleviamo gli oneri finanziari che hanno provocato una fuoriuscita di denaro e dalle

grandezze patrimoniale prendiamo a riferimento i debiti finanziari.

MOL

+Debiti operativi esclusi dal CCN

+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)

Investimenti (costo pagato per acquisto)

CCN

FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED)

Oneri finanziari

+ Debiti finanziari

FLUSSO DI CASSA NETTO (LEVERED)

Come anticipato per determinare i flussi di cassa (netti o lordi) basandoci sugli SP successivi si

devono mettere in confronto grandezze economiche e patrimoniali e considerare soltanto quei

componenti che hanno provocato nel periodo una variazione delle liquidità di cassa e di banca.

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131

1. Si parte dal CE e si considera il MOL che è una grandezze molto simile al flusso di cassa in quanto non risente delle politiche di ammortamento e di accantonamento.

2. Si aggiungono i componenti finanziari dei disinvestimenti che non si trovano nel CE. Se non si considerano le plus/minusvalenze nella dismissione dei beni aziendali non si originano componenti di reddito. La dismissione di un cespite, però, influisce sul flusso di cassa (che aumenta). Ecco perché bisogna fare un aggiustamento in aggiunta al MOL;

3. Per la stessa ragione si eliminano i componenti finanziari degli investimenti che non si trovano nel CE. Gli investimenti generano delle uscite di denaro che incidono sul flusso di cassa negativamente ma non provocano alcun costo di esercizio nel CE Ecco perché bisogna fare un aggiustamento in diminuzione al MOL;

4. Si sottraggono le variazioni del Capitale Circolante Netto (CCN), rappresentato da crediti e debiti commerciali, ratei, risconti e rimanenze di magazzino. Si ricorda in estrema sintesi che il CCN è una importante grandezza operativa che deve essere sottratto al flusso di cassa in quanto riguarda grandezze come le rimanenze finali che aumentano il reddito ma non comportano una movimentazione finanziaria (stessa cosa per i ratei e i risconti). Detti effetti devono essere eliminati dal reddito per renderlo quanto più vicino possibile al flusso di cassa. Inoltre, il CCN riporta le grandezze dei crediti e dei debiti e di come si muovono. Se i crediti sono aumentati nel tempo, significa che l’azienda ha registrato ricavi che non sono monetari però. Pertanto, questi effetti devono essere eliminati.

5. La somma algebrica di questi elementi ci fornisce il flusso operativo che serve all’azienda per remunerare il resto della gestione aziendale, tipicamente quella finanziaria e quella degli azionisti.

Non dobbiamo dimenticare che ci siamo soffermati solo sul secondo membro dell’identità di cui

alla pagine 5 di queste dispense.

L’identità di partenza è la seguente:

FLUSSO DI CASSA NETTO: FLUSSO DI CASSA NETTO:

CA/BA

CS

Rsa

+Dividendi

U1

+F.do amm.to

+Fondi rischi

+F.do TFR

+Debiti tributari

+Debiti finanziari

CCN

Immobilizzazioni

Essa ci consente di arrivare in due modi allo stesso risultato, sia partendo dai membri di destra

dell’identità, che da quelli di sinistra. In ogni caso, il risultato restituisce il flusso di cassa al netto

della gestione degli azionisti disponibile per remunerare la gestione operativa e finanziaria.

Se volessimo individuare il flusso della gestione operativa, dovremmo concentrarci solo sulla

porzione di destra dell’identità, partendo dal reddito, e apportando tutte le modifiche viste nelle

pagine precedenti.

Le formule riportate nelle precedenti pagine (da pag. 5 fino alla fine) NON sono parte del

programma di esame.

L’esemplificazione di seguito riportata è fuori dalla prova d’esame e serve solamente per

comprendere la formazione dei flussi di cassa:

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132

Sia data l’azienda Buddy. Essa riporta i seguenti SP secondo i criteri gestionali alle date del 31/12/n

e 31/12/n+1.

n n+1 Variazioni

LIQUIDITA' 100 665 565

CCN CORRENTE28 1.785 3.405 1.620

IMMOBILIZZAZIONI29 1.200 1.450 250

Totale attività 3.085 5.520

DEBITI OPERATIVI 30 300 300 0

DEBITI FINANZIARI 2.185 3.500 1.315

MEZZI PROPRI 600 1.720 1.120

Totale passività e PN 3.085 5.520

’azienda riporta anche il seguente CE riclassificato per l’anno n+1:

L’azienda riporta una variazione della liquidità pari a euro 565.

Per sapere la composizione dei flussi di cassa occorre mettere insieme grandezze economiche e

patrimoniali, nella individuazione del flusso di cassa netto e lordo.

N+1

MOL (EBITDA) 1.500

AMMORTAMENTI 200

REDDITO OPERATIVO 1.300

ONERI FINANZIARI 180

REDDITO OPERATIVO DI GESTIONE 1.120

IMPOSTE DI COMPETENZA31 335

REDDITO NETTO 785

Per procedere alla identificazione dei flussi di cassa, bisogna prendere alcune informazioni dalla

nota integrativa che aiutino a comprendere le variazioni di cassa avvenute.

La consistenza delle immobilizzazioni è aumentata di euro 250 (da euro 1.200 a euro 1.450). La

composizione durante l’anno n+1 deriva dalle seguenti attività. Gli investimenti in immobili

effettuati nel corso dell’anno n+1 ammontano a euro 1.550 per l’acquisto di un nuovo macchinario,

pagati nell’anno in contanti. L’azienda ha inoltre venduto un immobile del VCN di euro 1.100 per

euro 1.100. Tutto l’importo viene riscosso tramite cassa. Le immobilizzazioni infine sono diminuite

di euro 200 per ammortamenti. Pertanto 1.200 +1.550 – 1.100 – 200 = 1.450

FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED):

RO 1.300

+Ammortamenti 200

+Debiti operativi non correnti 0

28 Il CCN comprende crediti commerciali netti e rimanenze di magazzino, dal lato delle attività. Dal lato delle passività,

comprende i debiti verso i fornitori i debiti tributari a breve e i debiti per TFR a breve termine (in sostanza tutti i debiti a

breve termine). 29 Le immobilizzazioni sono da intendersi già al netto dei fondi ammortamento relativi. 30 I debiti operativi fanno parte della gestione operativa non corrente non finanziaria. In particolare si fa riferimento ai

fondi rischi e spese future, al TFR a lungo termine. 31 Le imposte sono quelle di competenza non pagate che non influiscono sulla determinazione del flusso di cassa.

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133

+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni) 1.100

Investimenti (costo pagato per l’acquisto) 1.550

CCN 1.620

Flusso di cassa unlevered -570

Oneri finanziari 180

+Variazione debiti finanziari 1.315

Flusso di cassa netto 565

Si ricorda che queste grandezze che incidono sul flusso di cassa sono tratte dalla variazione delle

grandezze dello SP da un anno all’altro e dal CE dell’anno n+1 (non sono inventate!!).

Il flusso di cassa netto infatti determinato in questo modo corrisponde alla variazione delle liquidità

tratta dagli SP.

Si aggiunge a ciò la determinazione del flusso di cassa lordo che in questo caso è negativo. La

gestione operativa ha assorbito troppe liquidità. Il flusso netto è positivo solo perché sono variati i

debiti finanziari (è aumentato il ricorso all’indebitamento bancario). Una situazione del genere non

è in equilibrio.

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134

1. Esercizio sui FCND (Tecnica dei mastrini di cassa)

Dati i seguenti mastrini di cassa e banca degli anni 2005, 2006 e 2007, si determini il flusso di cassa

generato nei periodi 2005-2006 e 2006-2007.

CASSA/BANCA2005 CASSA/BANCA2006 CASSA/BANCA 2007

Saldo iniz. 100

Entr.Op. 2000

Entr. Fin. 200

Apporti CS 0

Usc. Op. 1000

Usc. Fin. 400

Rimborsi CS 100

Dividendi 100

Saldo finale 700

Saldo iniz. 700

Entr. Op. 2500

Entr. Fin. 0

Apporti CS 800

Usc. Op. 1000

Usc. Fin. 500

Rimborsi CS 0

Dividendi 200

Saldo finale 2300

Saldo iniz. 2300

Entr. Op 2000

Entr. Fin. 0

Apporti CS 0

Usc. Op. 1500

Usc. Fin. 0

Rimborsi CS 200

Dividendi 200

Saldo finale 2400

Tot. 2300 Tot. 2300 Tot. 4000 Tot. 4000 Tot. 4300 Tot. 4300

LE ENTRATE E LE USCITE DELLA GESTIONE OPERATIVA SI INTENDONO IN SENSO LATO (TUTTI I

RICAVI + RISCOSSIONE DEI CREDITI DI FUNZIONAMENTO E TUTTI I COSTI + PAGAMENTO DEI DEBITI DI

FUNZIONAMENTO DELLA GESTIONE OPERATIVA); LE USCITE DELLA GESTIONE FINANZIARIA

INCLUDONO, OLTRE AL PAGAMENTO DEGLI ONERI FINANZIARI E AL RIMBORSO DEI DEBITI DI

FINANZIAMENTO, ANCHE L’EVENTUALE CONCESSIONE DI CREDITI DI FINANZIAMENTO; LE ENTRATE

DELLA GESTIONE FINANZIARIA INCLUDONO, OLTRE ALL’ACCENSIONE DI DEBITI DI FINANZIAMENTO,

ANCHE L’EVENTUALE RIMBORSO DI CREDITI DI FINANZIAMENTO; GLI APPORTI DI CS INCLUDONO

L’EVENTUALE RISERVA SOVRAPPREZZO AZIONI

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135

Soluzione 1

Determiniamo il FCND con entrambi i metodi

I Metodo

2005 2006 2007

CA/BA 600 1600 100

– Apporti di CS — (800) —

+ Rimborsi di CS 100 — 200

+ Dividendi 100 200 200

Flusso di cassa netto disponibile 800 1000 500

II Metodo

2005 2006 2007

Entrate operative 2000 2500 2000

– Uscite operative (1000) (1000) (1500)

+ Entrate gestione finanziaria 200 — —

– Uscite gestione finanziaria (400) (500) —

Flusso di cassa netto disponibile 800 1000 500

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2. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi) svolto in aula il 26/05/2015

La società BUDDY presenta i seguenti Stati Patrimoniali (valori espressi in euro/000):

S.P. 31/12/2003 S.P. 31/12/2004

Ca/Ba 100 CS 300 Ca/Ba 600 CS 500

CCN 400 Riserve 50 CCN 600 Riserve 120

Immobilizzazioni 500 Utile d’esercizio 50 Immobilizzazioni 800 Utile d’esercizio 150

F. amm.to 200 F. amm.to 250

FSC 13 FSC 23

F.do TFR 60 F.do TFR 80

Debiti tributari 27 Debiti tributari 77

Debiti finanziari 300 Debiti finanziari 800

Totale 1.000 Totale 1.000 Totale 2.000 Totale 2.000

Si consideri inoltre che:

- nell’esercizio 2004 l’incremento del capitale sociale è avvenuto sopra la pari cosicché:

CS = 200

Rsa = 50

- l’utile del 2003 è stato distribuito agli azionisti sotto forma di dividendi per euro 30.000.

Il candidato determini il flusso di cassa netto disponibile dell’anno 2004 applicando entrambi i

metodi conosciuti

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Soluzione 2

Determiniamo il flusso di cassa netto disponibile generato dall’azienda nel periodo 1/1/04–31/12/04

II METODO 2004

Utile2004 150

+F.do amm.to 50

+Fondi rischi (FSC) 10

+F. TFR 20

+Debiti tributari 50

+Debiti finanziari 500

CCN 200

Immobilizzazioni 300

FCND 280

I METODO: 2004

CA/BA 500

CS 200

Rsa 50 +Dividendi 30

FCND 280

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3. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi futuri)

La società BUDDY alla data del 31/12/2014 presenta il seguente budget finanziario futuro degli SP:

Voci di SP 2015 2016 2017 2018 2019

CA/BA 1.000 1.050 1.100 1.210 1.320

CCN 4.000 4.250 4.400 4.860 5.280

Immobilizzazioni 5.000 5.200 5.500 6.030 6.600

Totale dare 10.000 10.500 11.000 12.100 13.200

CS 3.000 3.000 3.000 3.000 3.000

Riserve 800 850 880 970 1.055

Utile d'esercizio 500 525 550 605 660

F.do ammortamento 1.000 1.190 1.400 1.768 2.140

FSC 200 210 222 245 265

F.do TFR 1.500 1.575 1.648 1.812 1.980

Debiti tributari 400 420 450 500 600

Debiti finanziari 2.600 2.730 2.850 3.200 3.500

Totale avere 10.000 10.500 11.000 12.100 13.200

La situazione patrimoniale della società al 31/21/2014 è la seguente32:

Voci di SP 2002

CA/BA 1.000

CCN 3.500

Immobilizzazioni 4.800

Totale dare 9.300

CS 3.000

Riserve 770

Utile d'esercizio 450

F.do ammortamento 800

FSC 180

F.do TFR 1.450

Debiti tributari 350

Debiti finanziari 2.300

Totale avere 9.300

Il candidato determini i flussi di cassa degli anni 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019 stimati in modo

puntuale usando il II metodo.

32 La situazione patrimoniale al 31/12/2014 serve per fare il confronto con lo SP successivo previsto del 31/12/2015 e

quindi per la determinazione del flusso di cassa dell’anno 2015.

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Soluzione 3

Previsione dei flussi di cassa

II METODO 2015 2016 2017 2018 2019

Utile 500 525 550 605 660

+F.do amm.to 200 190 210 368 372

+Fondi rischi(FSC) 20 10 12 23 20

+F. TFR 50 75 73 164 168

+ Debiti tributari 50 20 30 50 100

+ Debiti finanziari 300 130 120 350 300

CCN 500 250 150 460 420

Immobilizzazioni 200 200 300 530 570

Flusso di cassa 420 500 545 570 630

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4. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi)

La società BUDDY presenta i seguenti Stati Patrimoniali (valori espressi in euro/000):

S.P. 31/12/2004 S.P. 31/12/2005

Ca/Ba 100 CS 300 Ca/Ba 600 CS 500

CCN 400 Riserve 50 CCN 600 Riserve 120

Immobilizzazioni 500 Utile d’esercizio 50 Immobilizzazioni 800 Utile d’esercizio 150

F. amm.to 200 F. amm.to 250

FSC 13 FSC 23

F.do TFR 60 F.do TFR 80

Debiti tributari 27 Debiti tributari 77

Debiti finanziari 300 Debiti finanziari 800

Totale 1.000 Totale 1.000 Totale 2.000 Totale 2.000

Si consideri inoltre che:

- nell’esercizio 2005 l’incremento del capitale sociale è avvenuto sopra la pari cosicché:

CS = 200

Rsa = 50

- l’utile del 2004 è stato distribuito agli azionisti sotto forma di dividendi per euro 30.000.

Il candidato determini il flusso di cassa netto disponibile dell’anno 2005 scegliendo il metodo.

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Soluzione 4.

DETERMINAZIONE DEL FLUSSO DI CASSA DELL’ANNO 2005

II METODO 2005

Utile2005 150

+F.do ammortamento 50

+Fondi rischi 10

+Fondo TFR 20

+ Debiti tributari 50

+ Debiti finanziari 500

CCN (200)

Immobilizzazioni (300)

Flusso di cassa 280

Il risultato è analogo a quello risultante dall’applicazione del I metodo:

I METODO 2005

CA/BA 500

-CS (200)

-Rsa (50)

Dividendi 30

Flusso di cassa 280

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5. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi)

Siano dati i seguenti Stati Patrimoniali della società Spile S.p.A. (valori espressi in euro/000):

S.P. 31/12/2004 S.P. 31/12/2005

Ca/Ba 800 CS 2.000 Ca/Ba 1.000 CS 2.000

CCN 1.500 Riserve 200 CCN 2.000 Riserve 250

Immob. 2.500 Utile d’es 200 Immob. 2.000 Utile d’es 250

F. amm.to 500 F. amm.to 700

FSC 100 FSC 150

F.do TFR 400 F.do TFR 600

Debiti trib. 400 Debiti trib. 150

Debiti fin. 1.000 Debiti fin. 900

Totale 4.800 Totale 4.800 Totale 5.000 Totale 5.000

Il candidato determini il flusso di cassa generato dall’azienda nell’anno 2005 (1/1/2005–

31/12/2005), sapendo che durante l’anno 2005 non è stata registrata alcuna variazione della riserva

sovrapprezzo azioni e che i dividendi distribuiti agli azionisti ammontano a euro 150.000scegliendo

il metodo;

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SOLUZIONE 5

Determinazione del flusso

II METODO 2005

Utile2005 250

+F.do ammortamento 200

+FSC 50

+Fondo TFR 200

+ Debiti tributari (250)

+ Debiti finanziari (100)

CCN (500)

Immobilizzazioni 500

Flusso di cassa 350

I METODO 2005

CA/BA 200

-CS -

-Rsa -

Dividendi 150

Flusso di cassa 350

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6. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi futuri)

La società DODY presenta il seguente budget finanziario futuro degli SP:

Voci di SP 2015 2016 2017 2018

CA/BA 2.000 2.100 2.150 2.300

CCN 5.000 5.250 5.500 5.700

Immobilizzazioni 5.500 5.200 5.600 5.750

Totale dare 12.500 12.550 13.250 13.750

CS 5.000 5.000 5.000 5.000

Riserve 700 750 780 870

Utile d'esercizio 400 480 480 520

F.do ammortamento 1.000 1.190 1.400 1.768

FSC 400 410 450 460

F.do TFR 1.400 1.570 1.648 1.732

Debiti tributari 410 420 450 400

Debiti finanziari 3.190 2.730 3.042 3.000

Totale avere 12.500 12.550 13.250 13.750

La situazione patrimoniale della società al 31/21/2014 è la seguente:

Voci di SP 2005

CA/BA 2.000

CCN 4.500

Immobilizzazioni 4.800

Totale dare 11.500

CS 5.000

Riserve 800

Utile d'esercizio 450

F.do ammortamento 850

FSC 300

F.do TFR 1.450

Debiti tributari 350

Debiti finanziari 2.300

Totale avere 11.500

Il candidato determini i flussi di cassa degli anni 2015, 2016, 2017, 2018 stimati in modo

puntuale mediante la tecnica di previsione basata sugli SP consecutivi e usando il II metodo

noto;

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Soluzione 6

Determinazionedei flussi di cassa

II metodo 2015 2016 2017 2018

Utile 400 480 480 520

+Δ F.do amm.to 150 190 210 368

+ Δ Fondi rischi(FSC) 100 10 40 10

+ Δ F. TFR 50 170 78 84

+ Δ Debiti tributari 60 10 30 -50

+ Δ Debiti finanziari 890 -460 312 -42

-Δ CCN 500 250 250 200

-Δimmobilizzazioni 700 -300 400 150

Flusso di cassa 420 500 545 570

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7. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi)

Il flusso di cassa dell’anno 2005 sia calcolato sulla base delle seguenti situazioni patrimoniali:

S.P. 31/12/2004 S.P. 31/12/2005

Ca/Ba 500 CS 1.000 Ca/Ba 900 CS 1.000

CCN 1.000 Riserve 150 CCN 800 Riserve 200

Immobilizzazioni 1.500 Utile d’esercizio 100 Immobilizzazioni 1.900 Utile d’esercizio 200

F. amm.to 500 F. amm.to 700

FSC 50 FSC 40

F.do TFR 200 F.do TFR 300

Debiti tributari 70 Debiti tributari 100

Debiti finanziari 930 Debiti finanziari 1.060

Totale 3.000 Totale 3.000 Totale 3.600 Totale 3.600

Il candidato individui i flussi di cassa dell’anno usando il II metodo noto.

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SOLUZIONE 7

Determinazione del flusso di cassa

Si può utilizzare solo la tecnica analitica perché non ci sono dati disponibili sulla variazione del

capitale sociale e della riserva sovrapprezzo azioni.

TECNICA ANALITICA 2005

Utile2005 200

+F.do ammortamento 200

+FSC (10)

+Fondo TFR 100

+ Debiti tributari 30

+ Debiti finanziari 130

CCN 200

Immobilizzazioni (400)

Flusso di cassa 450