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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA SAPIENZA
CORSO DI RAGIONERIA
(E-M)
ESERCIZI SUL BILANCIO, SULLE
RICLASSIFICAZIONI DI BILANCIO E SUGLI INDICI
ANNO ACCADEMICO 2014/2015
SILVIA SOLIMENE
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SCHEMI CIVILISTICI DI BILANCIO
SCHEMA STATO PATRIMONIALE ex art. 2424 Codice civile
ATTIVO
A) CREDITI VERSO I SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI
B) IMMOBILIZZAZIONI
I Immobilizzazioni immateriali (al netto del fondo ammortamento)
1) Costi di impianto e di ampliamento
2) Costi di Ricerca e Sviluppo (R&S) e di pubblicità
3) Diritti di brevetto industriale e diritti di sfruttamento di opere dell'ingegno
4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
5) Avviamento
6) Immobilizzazioni in corso e acconti
7) Altre
II Immobilizzazioni materiali (al netto del fondo ammortamento)
1) Terreni e Fabbricati
2) Impianti e macchinario
3) Attrezzature industriali e commerciali
4) Altri beni
5) Immobilizzazioni in corso e acconti
III
Immobilizzazioni finanziarie con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi
esigibili entro l'esercizio successivo
1 Partecipazioni in
1 a) Partecipazioni in imprese controllate
1 b) Partecipazioni in imprese collegate
1 c) Partecipazioni in imprese controllanti
1 d) Altre imprese
2 Crediti
2a) Verso controllate
2b) Verso collegate
2c) Verso controllanti
2d) Verso altri
3 Altri titoli
al netto dei relativi fondi svalutazione
4 Azioni proprie con separata indicazione anche del valore nominale complessivo
TOTALE DELLE IMMOBILIZZAZIONI
C) ATTIVO CIRCOLANTE/CORRENTE
I Rimanenze
1) Materie prime, sussidiarie e di consumo
2) Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati
3) Lavori in corso su ordinazione
4) Prodotti finiti e merci
5) Acconti
II
Crediti con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre
l'esercizio successivo
1) Verso i clienti (al netto del fondo svalutazione crediti)
2) Verso imprese controllate (al netto del fondo svalutazione crediti)
3) Verso imprese collegate (al netto del fondo svalutazione crediti)
4) Verso controllanti (al netto del fondo svalutazione crediti)
4bis) Crediti tributari (al netto del fondo svalutazione crediti)
4 ter) Imposte anticipate
5) Verso altri
III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
3
3
1) Partecipazioni in imprese controllate (al netto del fondo svalutazione)
2) Partecipazioni in imprese collegate (al netto del fondo svalutazione)
3) Partecipazioni in imprese controllanti (al netto del fondo svalutazione)
4) Altre partecipazioni (al netto del fondo svalutazione)
5)
Azioni proprie con separata indicazione anche del valore nominale complessivo (al netto del
fondo svalutazione)
6) Altri titoli (al netto del fondo svalutazione)
IV Disponibilità liquide
1) Depositi bancari e postali
2) Assegni
3) Denaro e valori in cassa
D) RATEI E RISCONTI CON SEPARATA INDICAZIONE DEL DISAGGIO SUI
PRESTITI
Ratei attivi
Risconti attivi
TOTALE ATTIVO
PASSIVO
A) PATRIMONIO NETTO
I Capitale sociale
II Riserva da sovrapprezzo azioni
III Riserva di rivalutazione
IV Riserva legale
V Riserve statutarie
VI Riserva per azioni proprie in portafoglio
VII Altre riserve, distintamente indicate
VIII Utili (Perdite) portati a nuovo
IX Utile (Perdita) d'esercizio
B) FONDI PER RISCHI E ONERI
1) per trattamento di quiescenza e obblighi simili
2) per imposte, anche differite
3) altri
C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO
D) DEBITI con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre
l'esercizio successivo
1) Obbligazioni
2) Obbligazioni convertibili
3) Debiti verso soci per finanziamenti
4) Debiti verso banche
5) Debiti verso altri finanziatori
6) Acconti
7) Debiti verso fornitori
8) Debiti rappresentati da titoli di credito
9) Debiti verso imprese controllate
10) Debiti verso imprese collegate
11) Debiti verso imprese controllanti
12) Debiti tributari
13) Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale
14) Altri debiti
E) RATEI E RISCONTI CON SEPARATA INDICAZIONE DELL'AGGIO SUI
PRESTITI
Ratei passivi
Risconti passivi
4
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TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO NETTO
SCHEMA CONTO ECONOMICO ex art. 2425 Codice civile
A) Valore della produzione
1 Ricavi delle vendite
2 Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti
3 Variazioni dei lavori in corso su ordinazione
4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
5 Altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio
Totale valore della produzione
B) Costi della produzione
6 Per materie prime
7 Per servizi
8 Per godimento beni di terzi
9 Per il personale
a salari e stipendi
b oneri sociali
c trattamento di fine rapporto
d trattamenti di quiescenza e simili
e altri costi
10 Ammortamenti e svalutazioni
a ammortamento delle immobilizzazioni immateriali
b ammortamento delle immobilizzazioni materiali
c altre svalutazioni delle immobilizzazioni
d svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità liquide
11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie
12 Accantonamenti per rischi
13 Altri accantonamenti
14 Oneri diversi di gestione
Totale costi della produzione
DIFFERENZA A-B
C) Proventi e Oneri finanziari
15 Proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e
collegate
16 Altri proventi e oneri
a da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese
controllate, collegate e di quelli relativi a controllanti
b da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non sono partecipazioni
c da titoli iscritti nell'attivo circolante che non sono partecipazioni
d proventi diversi dai precedenti
17 Interessi e oneri finanziari con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate,
collegate e di quelli da controllanti
Totale proventi e oneri finanziari
D) Rettifiche di valore di attività finanziarie
18 Rivalutazioni
a) di partecipazioni
b) di immobilizzazioni finanziarie
c) di titoli iscritti nell'attivo circolante
19 Svalutazioni
a) di partecipazioni
b) di immobilizzazioni finanziarie
c) di titoli iscritti nell'attivo circolante
Totale rettifiche di valore di attività finanziarie
E) Proventi e Oneri straordinari
20 Proventi, con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni
21 Oneri con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni e delle imposte relative a
esercizi precedenti
Totale delle partite straordinarie
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A-B)
5
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22 Imposte sul reddito d'esercizio
23 Utile d'esercizio
ALCUNE CONSIDERAZIONI NON ESAUSTIVE SUL CONTENUTO DI SP E DI CE
L’art. 2424 prevede uno schema di SP (forma) a sezioni contrapposte.
Per quanto riguarda i criteri di classificazione essi sono i seguenti.
Per l’ATTIVO il criterio principale è quello della DESTINAZIONE (l’art. 2424 – bis prevede che i beni
destinati a essere utilizzati durevolmente devono essere classificati tra le immobilizzazioni). Detto criterio
consente di distinguere le voci delle B) IMMOBILIZZAZIONI dalle voci dell’ATTIVO
CORRENTE/CIRCOLANTE (C), sulla base del ruolo svolto dalle diverse attività nell’ambito dell’attività
ordinaria. Il criterio in esame prevede, di massima, che le voci inserite nell’attivo corrente siano esigibili
entro l’ex successivo, mentre le immobilizzazioni oltre l’ex successivo (vi sono eccezioni che si esaminano
in seguito) Tale criterio consente quindi che voci aventi la medesima natura (es. le partecipazioni) si trovino
classificate sia nelle immobilizzazioni sia nell’attivo corrente/circolante. In ogni caso, è fatta presunzione che
le voci iscritte nelle immobilizzazioni abbiano esigibilità a lungo termine. Se così non fosse il Legislatore
chiede di evidenziare gli importi esigibili entro l’ex successivo nella medesima classe. Allo stesso modo si
presume che le voci iscritte nell’attivo corrente abbiano esigibilità a breve termine. Se così non fosse il
Legislatore chiede di evidenziare gli importi esigibili oltre l’ex successivo nella medesima classe.
Prima specificazione da fare.
I CREDITI, TUTTI I CREDITI NON seguono il criterio della destinazione ma quello della NATURA. I
crediti si classificano in funzione della natura del contratto che li ha generati. Infatti:
- tutti i crediti FINANZIARI, cioè quelli originano dall’attività di finanziamento che l’azienda
fa a terzi soggetti, a prescindere dalla loro esigibilità, si classificano nella voce B III)
Immobilizzazioni finanziarie. Per distinguere l’esigibilità degli importi (secondo il criterio
finanziario), peraltro, il Legislatore ha richiesto la separazione degli importi esigibili entro l’ex
successivo;
- tutti i crediti COMMERCIALI, cioè quelli originano dall’attività operativa, industriale
dell’azienda, a prescindere dalla loro esigibilità, si classificano nella voce C II) Crediti. Per
distinguere l’esigibilità degli importi (secondo il criterio finanziario), peraltro, il Legislatore ha
richiesto la separazione degli importi esigibili oltre l’ex successivo.
Seconda specificazione da fare.
Con riferimento alle partecipazioni (titoli rappresentativi dell’interesse dell’azienda nel patrimonio netto
di un’altra azienda1) il Legislatore ha elaborato una presunzione relativa (valida solo fino a prova contraria)
che distingue:
1 L’interesse nel PN di un’altra azienda si manifesta mediante l’acquisto di quote azionarie (che rappresentano il
capitale sociale) ad un prezzo che di solito diverge dal valore nominale del capitale sociale stesso. L’acquisto di
partecipazioni non comporta l’estinzione della società partecipata che rimane soggetto giuridico autonomo. Ciò che
cambia è la composizione degli assetti proprietari e del soggetto economico, eventualmente.
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- le partecipazioni di controllo/collegamento definite “strategiche” e di conseguenza
classificate nelle Immobilizzazioni finanziarie (B III), sulla considerazione che una partecipazione
importante in termini numerici identifica un intento di controllo strategico a lungo termine;
- le partecipazioni minoritarie definite “di investimento” e di conseguenza classificate
nell’attivo circolante (C III) Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, sulla
considerazione che esse sono detenute con l’intento di realizzo e di guadagno e destinate a essere
smobilizzate in breve tempo;
A proposito di questa presunzione, occorre precisare che nella realtà non è sempre così; le imprese
classificano le partecipazioni, a prescindere dal fatto che siano strategiche o meno, sia tra le
immobilizzazioni, sia nell’attivo circolante.
Terza specificazione da fare.
In virtù di quanto anticipato a proposito dei CREDITI e delle PARTECIPAZIONI, il Legislatore richiede
un’ulteriore evidenza dei rapporti di GRUPPO. Infatti, occorre sempre distinguere, a prescindere da dove
siano classificati, se gli importi siano verso società controllanti, controllate o collegate2.
Le classi A) e D) sono classificate per NATURA. Ciò significa che, a prescindere dalla esigibilità degli
importi, le voci si distinguono in funzione della natura dell’elemento che le ha generate (es. crediti vs i soci,
a prescindere dalla data di recupero dell’importo; ratei e risconti che sono quote di ricavi e di costi maturati
in ragione del tempo e riguardanti eventi che si svolgono a cavallo di due o più esercizi).
Per comprendere il contenuto dell’attivo di SP, occorre ricordare che tra le immobilizzazioni materiali e
immateriali (Macro classe B, classi I e II) è possibile, rispettivamente alle voci 5) e 6) trovare gli “acconti”.
Di cosa si tratta? Gli acconti vengono versati dall’impresa ai fornitori per la costruzione di cespiti aziendali.
Giuridicamente sono dei crediti che l’azienda vanta nei confronti di fornitori che si impegnano a consegnare
i beni commissionati. Da un punto di vista economico-aziendale essi vengono classificati per destinazione: in
tal senso, essi rappresentano un investimento fatto dall’azienda che si trasformerà nel tempo nel cespite
commissionato. Pertanto, essi sono destinati a tenere memoria che in futuro quell’acconto si trasformerà in
una immobilizzazione. Per tale motivo, sono rappresentati civilisticamente, anziché tra i crediti, tra le
immobilizzazioni in corso (B II 5, o B I 6). Per la stessa ragione ma opposta gli “anticipi” che l’azienda
riceve dai clienti per la realizzazione di commesse rappresentano giuridicamente un debito dato che la sua
prestazione di fare e consegnare non si è ancora realizzata al momento della redazione del bilancio. Il
legislatore chiede che essi siano evidenziati in modo separato tra i debiti alla voce (D 6).
Per il PASSIVO l’unico criterio di classificazione previsto è quello della NATURA. Pertanto, a
prescindere dalla esigibilità degli importi iscritti, le voci sono evidenziate in funzione della natura del
contratto/fattore produttivo che le ha generate. Detto criterio è funzionale a distinguere le fonti di
2 Secondo l’art. 2359 C.c. sono controllate le società sulle quali un’altra sia in grado di esercitare un’influenza dominante (perché
controlla la maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria). Sono collegate le società nelle quali un’altra esercita
un’influenza notevole. A tal proposito il Legislatore presume che sono collegate le società nelle quali si possa esercitare l’influenza
sul 20% del capitale sociale ovvero sul 10% se la società partecipata è una società quotata.
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finanziamento interne (Mezzi propri) da quelle esterne (Mezzi di terzi). La voce A) PATRIMONIO NETTO
è per natura una fonte interna all’azienda. Le altre fonti di finanziamento sono considerate invece esterne3.
Mentre nel bilancio contabile troviamo le poste rettificative (fondi ammortamento e fondi svalutazione in
genere), nel bilancio civilistico dette voci devono essere portate in diretta diminuzione delle corrispondenti
voci dell’attivo (es. il fondo ammortamento impianti nella riclassificazione deve essere portato in
diminuzione della voce “Impianti”). Il codice civile dispone che in Nota Integrativa si deve spiegare il valore
lordo e quello del fondo ammortamento; per tutti i fondi rettificativi (fondi svalutazione crediti, magazzino,
titoli, ecc.) non è previsto nulla, ma i Principi contabili e la migliore prassi estendono anche a queste ultime
voci rettificative la disciplina della evidenziazione in Nota Integrativa. L’obiettivo è di rendere quanto più
comprensibile ai lettori di bilancio il valore contabile netto delle voci rettificate. A tal proposito, occorre dire
che il totale di SP esposto secondo il codice civile non coincide con i valori desunti dalla contabilità, per
l’esistenza dei fondi rettificativi che contabilmente si trovano in avere di SP, ma civilisticamente vengono
portati in deduzione delle voci attive corrispondenti.
Vendendo al contenuto, la macro classe A) PATRIMONIO NETTO è suddivisa in numeri Romani ed
evidenzia il capitale sociale, le riserve di capitale (RSA), le riserve di rivalutazione (es. per deroghe per casi
eccezionali), le riserve di utili e utili (o perdite) di esercizi precedenti portati a nuovo; infine il risultato
economico dell’esercizio (utile o perdita).
I FONDI RISCHI E ONERI (B), divisi in numeri arabi, riportano solo i fondi destinati a coprire eventi
negativi futuri (perdite o debiti futuri) che al momento della chiusura dell’esercizio sono di natura
determinata, di esistenza certa o probabile, ma dei quali sono indeterminati l’ammontare preciso o la data di
manifestazione (secondo l’art. 2424-bis). Un esempio tipico è il fondo manutenzione impianti che
rappresenta spese future certe ma ancora non manifeste alla data di bilancio. In sostanza si tratta per
l’azienda di debiti presunti.
La macro classe TFR (C) rappresenta un debito presunto verso i dipendenti, in quanto le somme accolte
sono di spettanza dei dipendenti al momento della cessazione del rapporto di lavoro (per quiescenza o
licenziamento), anche se l’azienda non conosce il momento preciso in cui ciò accadrà.
La macro classe dei DEBITI (D) riporta i debiti organizzati per natura del soggetto nei confronti del quale
è sorto il rapporto (debiti verso banche, fornitori, stato, ecc.). Occorre fare una specificazione. Come avviene
per le partecipazioni e per i crediti viene richiesta dal Legislatore l’evidenziazione dei rapporti di Gruppo a
prescindere da dove siano classificati i debiti. Inoltre, per preservare il criterio finanziario, dato che i debiti
non sono esposti in funzione della loro esigibilità, lo stesso Legislatore ha previsto l’evidenziazione degli
importi esigibili oltre l’ex successivo.
3 In realtà questa è una semplificazione, in quanto alcune fonti che nello SP sono classificate come esterne vengono assimilate nella
letteratura a fonti di finanziamento interne (ad esempio le variazioni dei fondi rischi e spese future, le variazioni dei fondi
ammortamento, le variazioni dei fondi rettificativi e le variazioni dei risconti passivi) poiché non corrispondono ad alcuna fonte di
finanziamento esterna all’impresa.
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Sulla macro classe E) Ratei e Risconti passivi non vi è nulla da dire se non che si tratta di quote di costi
misurate da debiti presunti o di ricavi anticipati generati da rettifiche di ricavo relative a eventi che si
svolgono a cavallo di due o più esercizi e che sono maturati in ragione del tempo.
Occorre sapere che in calce allo stato patrimoniale, ma al di fuori della rappresentazione del patrimonio
aziendale, devono essere fornite delle informazioni sui conti d’ordine (ultimo comma dell’art. 2424). Si tratta
di conti di memoria per eventi che sono incerti sia nella manifestazione sia negli importi e nella data. In
particolare vengono registrati eventi che non possono essere considerati di competenza in quanto gli effetti
non insistono sul patrimonio alla data di bilancio (es. fideiussioni concesse, deposito titoli presso soggetti
terzi).
Altre considerazioni sul contenuto e sulla classificazione delle voci dello SP verranno effettuate nel
momento in cui si affronteranno i criteri particolari di valutazione delle singole poste di bilancio.
L’art. 2425 prevede uno schema di CE (forma) in forma scalare.
L’unico criterio di classificazione previsto è quello della NATURA dei fattori produttivi che hanno
generato i costi e di conseguenza anche i ricavi. Si badi che i componenti di reddito sono la contropartita
economica di eventi che modificano il patrimonio aziendale. Anzi, gli eventi possono essere registrati in P.D.
(aspetto derivato) solamente se vi è una manifestazione numeraria che riguarda grandezze patrimoniali.
Quando si guarda al CE si deve sempre considerare che esiste una contropartita nello SP. Così, quando si
guarda allo SP occorre considerare che dallo sfruttamento del patrimonio discendono costi e ricavi per
l’azienda. Il collegamento tra i due prospetti deve essere sempre considerato per razionalizzare la
comprensione delle molteplici voci ivi contemplate.
Il Legislatore ha voluto distinguere in sostanza la GESTIONE ORDINARIA da quella
STRAORDINARIA. La gestione ordinaria, a sua volta, sempre secondo le disposizioni legislative si
distingue in gestione operativa caratteristica e gestione finanziaria extra-caratteristica per identificare il
contributo delle diverse aree di gestione alla formazione del risultato economico dell’esercizio. Occorre
precisare che questo schema non coincide con le esigenze degli utilizzatori del bilancio, in quanto le voci
risultano essere aggregate troppo “genericamente”. Pertanto, la letteratura e la prassi economico aziendale
ritengono più significativi degli schemi riclassificati secondo criteri differenti che diano conto della gestione
effettivamente straordinaria, della gestione tipicamente industriale e di quella patrimoniale/accessoria/extra-
caratteristica.
Lo schema attribuisce alle macro classi A), B), C), D) la gestione ordinaria, in particolare alle macro
classi A) e B) la gestione operativa (rispettivamente sommatoria algebrica di componenti positive e di
componenti negative) e alle classi C) e D) il saldo della gestione finanziaria (proventi – oneri). Alla macro
classe E) viene attribuita il saldo gestione straordinaria (proventi – oneri). Viene evidenziata anche la
gestione tributaria (voce 22 del CE) che riporta le imposte effettivamente di competenza dell’ex. Il saldo
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della differenza (A ̶ B) rappresenta il risultato ordinario della gestione caratteristica operativa, prima di
attribuire le componenti finanziarie, straordinarie e tributarie. Il saldo delle grandezze (A – B ± C ± D), che il
Legislatore non evidenzia nella forma scalare, rappresenta il saldo della gestione ordinaria. Il saldo della
gestione A – B ± C ± D ± E restituisce il risultato ante imposte. Se si sottrae l’importo della voce 22 delle
imposte di competenza, si ottiene il risultato netto economico, che deve coincidere con i valori espressi nello
SP contabile.
Venendo al contenuto delle specifiche aree del conto economico, la macro classe A) rappresenta il
VALORE DELLA PRODUZIONE suddivisa in numeri arabi. Essa viene intesa in senso ampio, come
contributo dell’azienda alla produzione economica, senza considerare se questa produzione sia stata
effettivamente venduta o risulti ancora in giacenza presso l’azienda. Essa considera anche le produzioni in
corso di lavorazione che termineranno soltanto in futuro e che produrranno ricavi monetari solo in futuro ma
che rappresentano valori positivi per l’azienda al momento della chiusura del bilancio. Le voci sono 5 (anche
se l’art. 2423-ter ammette la possibilità di modificare dette voci) in somma algebrica e sono le seguenti in
sintesi:
1. Ricavi delle vendite e delle prestazioni. Sono compresi tutti i ricavi di competenza
economica derivanti dalle vendite di beni o di servizi dell’attività tipica dell’azienda (core business).
Essi sono ricavi che si verificano nella normale e caratteristica attività operativa dell’azienda e che
ne rappresentano la parte centrale e più rappresentativa. Detti ricavi devono essere esposti al netto di
eventuali sconti passivi che l’azienda ha applicato ai suoi clienti o di eventuali restituzioni (resi) che
abbia registrato e di imposte dirette che si applicano alle vendite.
2. Variazioni delle rimanenze dei prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti. Qui
viene rappresentato il saldo (avente segno positivo o negativo) della differenza tra le Rimanenze
finali e quelle iniziali di quei prodotti che hanno già subito o terminato il processo di lavorazione da
parte dell’azienda. Il saldo positivo aumenta il valore della produzione perché le rimanenze finali
sono maggiori di quelle iniziali; ciò significa che l’azienda ha prodotto più di ciò che ha venduto. Le
rimanenze finali evidenziano ciò che ha prodotto e non venduto; quelle iniziali rappresentano
prodotti acquistati negli ex precedenti che vengono utilizzati nell’esercizio in chiusura. Il saldo
negativo riduce il valore della produzione perché le rimanenze iniziali sono maggiori di quelle finali;
ciò significa che l’azienda ha prodotto meno di ciò che ha venduto. In questo caso il suo contributo
alla produzione è inferiore rispetto a ciò che ha effettivamente venduto. Per il principio della partita
doppia, al momento delle scritture di assestamento, la rettifica di costo (rimanenze finali) trova
accoglimento in questa voce; il costo sospeso è classificato in SP nell’Attivo corrente alla voce C) I)
2) Rimanenze di prodotti in corso di lavorazione e semilavorati.
3. Variazioni dei lavori in corso su ordinazione. Qui viene rappresentato il saldo (avente segno
positivo o negativo) della differenza tra le Rimanenze finali e quelle iniziali di quei prodotti che
l’azienda sta realizzando su commessa (es. costruzione di edifici su commissione di terzi). Le
rimanenze iniziali rappresentano costi sospesi negli ex precedenti e integrati nel CE dell’ex in
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chiusura4. Le rimanenze finali rappresentano indistintamente il complesso dei costi sostenuti nei
periodi della costruzione/fabbricazione e sospesi per il principio della competenza fino al momento
in cui i lavori non saranno terminati5. L’interpretazione del saldo delle rimanenze è identico alla voce
2). Per il principio della partita doppia, la rettifica di costo trova accoglimento in questa voce; il
costo sospeso è classificato in SP nell’Attivo corrente alla voce C) I) 3) Rimanenze di Lavori in
corso su ordinazione.
4. Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni. Detta voce accoglie tutte le rettifiche di
costi (che incrementano il valore della produzione) sostenute durante la fabbricazione di beni in
economia (cioè internamente all’azienda). Detti incrementi tengono idealmente memoria che
l’azienda sta costruendo per sé un cespite (materiale o immateriale). Solo al momento in cui sarà
terminata la fabbricazione il costo sarà interamente capitalizzato nello SP in una delle voci previste
per le immobilizzazioni (B). Per tutto il periodo della fabbricazione i costi sostenuti sono iscritti tra i
costi della produzione e poi sono rettificati con la tecnica della sospensione in modo indistinto (come
avviene per le rimanenze di magazzino). Per il principio della partita doppia, il costo rettificato trova
accoglimento in questa voce di CE; il costo sospeso trova accoglimento nello SP nella voce 6)
Immobilizzazioni in corso e acconti.
5. Altri ricavi e proventi. In questa voce residuale rientrano tutti quei proventi che non hanno
natura finanziaria o straordinaria e che non derivano dall’attività tipica dell’azienda. Sono ricavi
afferenti ad una gestione extra-caratteristica, ad esempio quella patrimoniale, seppur sempre
rientranti nella gestione ordinaria. Ritroviamo in questa voce, a titolo esemplificativo,:
- le plusvalenze derivanti dalla vendita di cespiti strumentali all’attività operativa dell’azienda;
- i fitti attivi se detta attività non rappresenta il core business dell’azienda (se l’azienda avesse come
oggetto sociale la locazione di immobili, detti ricavi rientrerebbero tra i ricavi operativi delle vendite
e andrebbero classificati nella voce 1) del Valore della produzione.
- le sopravvenienze e le plusvalenze derivanti dalla stima di accantonamenti o di valori stimati
(fatture da emettere, ecc) non derivanti da errori di chi li ha effettuati;
- i ripristini di valore successivi a svalutazioni effettuate sulle immobilizzazioni materiali e
immateriali secondo i criteri particolari di valutazione (art. 2426).
La macro classe B) COSTI DELLA PRODUZIONE è organizzata secondo la natura del fattore
produttivo che ha generato il costo. È divisa in numeri arabi e lettere minuscole. Sono qui classificati tutti i
costi aventi natura operativa, caratteristica ed extra caratteristica, in sostanza tutti i costi (industriali,
amministrativi, commerciali, ecc.) tranne quelli aventi natura finanziaria e straordinaria. Per il principio della
correlazione tra costi e ricavi sono da considerarsi tutti quei costi che l’azienda ha registrato nel periodo per
4 Se la lavorazione ancora non è terminata, detti costi verranno contabilmente alla fine dell’esercizio di nuovo rettificati
insieme ai nuovi costi che l’azienda ha sostenuto nell’ex in chiusura. In ogni caso nel conto economico contabile si
trovano le rimanenze iniziali e quelle finali evidenziate separatamente. 5 In quel momento i prodotti saranno consegnati al committente e solo in quel momento verranno sostenuti i ricavi;
pertanto, solo in quel momento tutti i costi che erano stati sostenuti e rinviati negli ex precedenti, per il principio di
correlazione verranno integrati nel conto economico come costi di competenza.
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ottenere quel determinato Valore della produzione. Pertanto, le due classi A) e B) sono omogenee per natura
ma contrapposte nel segno. La classe in oggetto è divisa in 8 numeri arabi dei quali di seguito si danno
alcune esemplificative indicazioni:
6) nei Costi per materie prime sussidiarie di consumo e merci sono inclusi tutti i costi di
acquisto di dette materie al netto di sconti, abbuoni e resi.
7) la voce Costi per servizi accoglie i costi per l’acquisto di servizi (prestazioni da terzi)
nello svolgimento della normale attività ordinaria (es. costi per utenze, per consulenze di esperti
esterni all’azienda, costi per manutenzioni, riparazioni, costi assicurativi, compensi agli organi di
controllo e agli amministratori, costi commerciali, costi di pubblicità, ecc.).
8) nei Costi per godimento beni di terzi sono iscritti gli importi pagati per i beni che non
sono di proprietà dell’azienda (fitti passivi, canoni di leasing, i premi pagati per l’utilizzo di marchi
non di proprietà, ecc.)
9) nel costo per il personale, diviso anche in numeri arabi, sono compresi tutti i costi che
l’azienda sostiene per il personale dipendente. Si tratta delle componenti di costo (salari e stipendi,
oneri sociali, ecc.) che figurano nella determinazione delle buste paga dei lavoratori dipendenti.
Nelle lettere c) e d) sono compresi gli accantonamenti che vengono effettuati al TFR e ai fondi di
quiescenza (pensione) diversi.
10) nel costo per ammortamenti e svalutazioni trovano collocazione alla lettera d) tutti gli
accantonamenti ai fondi svalutazione delle corrispondenti voci (crediti, titoli, rimanenze di
magazzino, ecc.).
11) Variazioni delle rimanenze di materie prime sussidiarie di consumo e merci. Qui viene
rappresentato il saldo (avente segno positivo o negativo) della differenza tra le Rimanenze iniziali e
quelle finali dei fattori produttivi che NON hanno ancora subito il processo di lavorazione da parte
dell’azienda6. Il saldo positivo aumenta i costi della produzione perché le rimanenze iniziali sono
maggiori di quelle finali; ciò significa che l’azienda ha consumato più di ciò che ha acquistato. Il
saldo negativo riduce i costi della produzione perché le rimanenze iniziali sono inferiori di quelle
finali; ciò significa che l’azienda ha consumato meno di ciò che ha acquistato7.
12) negli Accantonamenti per rischi l’azienda inserisce soltanto gli accantonamenti per rischi
effettivamente insistenti sul patrimonio (es. fondo contenziosi in corso, per il rischio di dover
risarcire danni e pagare spese legali). Le contropartite di questi costi si trovano nello SP nella voce
B) Fondi rischi e spese future.
13) negli Altri accantonamenti devono essere iscritti gli importi accantonati per spese future.
6 Il corrispondente costo di acquisto delle materie prime da parte dell’azienda viene contabilizzato nei costi
per acquisto di materie prime (B 6). 7 Le rimanenze iniziali rappresentano merci acquistate negli ex precedenti che vengono utilizzate
nell’esercizio in chiusura; quelle finali evidenziano ciò che l’azienda non ha consumato alla fine dell’ex.
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Con riguardo ai fondi rischi e spese future, è da precisare che non si possono iscrivere fondi per la
copertura di perdite di esercizio per le quali occorre procedere mediante le riserve di utili. Le
contropartite di questi costi si trovano nello SP nella voce B) Fondi rischi e spese future.
14) Oneri diversi di gestione. Questa è una voce residuale che accoglie tutti gli altri costi che
non sono compresi nelle altre voci, ma afferenti sempre alla gestione ordinaria, non finanziaria, e
non alla gestione straordinaria. Sono costi afferenti ad una gestione extra-caratteristica, ad esempio
quella patrimoniale. Rientrano in questa voce, a titolo esemplificativo,:
- le minusvalenze derivanti dalla vendita di cespiti strumentali all’attività operativa dell’azienda;
- le insussistenze e le minusvalenze derivanti dalla stima di accantonamenti o di valori stimati
(fatture da emettere, ecc) non derivanti da errori di chi li ha effettuati.
La macro classe C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI, suddivisa in numeri arabi e lettere minuscole,
accoglie il saldo dei proventi e degli oneri aventi natura finanziaria8. Per gestione finanziaria si intendono la
gestione di finanziamento (che l’azienda ha con terzi, sia per finanziamenti attivi concessi, sia per
finanziamenti passivi ottenuti dalle banche e altre istituzioni finanziarie) e la gestione di investimento (es., in
titoli e partecipazioni) come risultato del passato. La contropartita in SP di questi componenti di reddito
finanziari è rappresentata dagli investimenti o dai debiti finanziari che si trovano rispettivamente classificati
nel dare di SP (tra le immobilizzazioni o nell’attivo corrente) e nell’avere di SP distinti per natura.
In particolare, tra i proventi vi sono:
- gli interessi attivi sui finanziamenti concessi (classificati nella voce 16);
- i dividendi da partecipazioni (classificati nella voce 15);
- le plusvalenze derivanti da cessione di partecipazioni correnti (voce 15) e di titoli iscritti nell’attivo
corrente9 (voce 16).
Tra gli oneri vi sono:
- gli interessi passivi sui finanziamenti ottenuti;
- tutte le spese bancarie che l’azienda sostiene per i finanziamenti10;
- le minusvalenze sostenute per la vendita di titoli iscritti nell’attivo circolante11 (voce 17).
Questa macro classe classe restituisce il saldo di dette componenti.
Nella macro classe D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE sono incluse
solamente le rivalutazioni e le svalutazioni discendenti dall’applicazione dei criteri particolari di valutazione
previsti dal codice civile (art. 2426). Essa restituisce il saldo di dette componenti.
8 La gestione finanziaria produce componenti di reddito attinenti alla gestione operativa extra-caratteristica, cioè accessoria
all’attività principale aziendale. Nella prassi e nella letteratura economico-aziendale nella gestione extra-caratteristica rientrano anche
tutti i proventi patrimoniali accessori (es. i fitti attivi) che il legislatore invece inserisce nel valore della produzione. 9 Se i titoli e le partecipazioni ceduti sono iscritti nelle immobilizzazioni, le plusvalenze vanno iscritte nella macro classe E 20 dei
proventi straordinari. Ciò discende dal fatto che non era prevista la vendita di un titolo presunto strategico poiché iscritto nelle
immobilizzazioni. 10 I servizi che le banche prestano all’azienda (es. noleggio cassette di sicurezza, commissioni per domiciliazione utenze, ecc.)
completamente differenti per natura dagli interessi passivi e dalle spese su finanziamenti devono essere classificati nella voce B) 7)
Costi per servizi. 11 In merito alle minusvalenze valga quanto anticipato per le plusvalenze da vendita di titoli/partecipazioni iscritti nell’attivo
immobilizzato (da inserire nella voce E 21 degli oneri straordinari).
13
13
Nella macro classe E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI è incluso il saldo delle componenti
positive e negative della gestione straordinaria, cioè del tutto estranea all’attività tipica operativa,
caratteristica ed extra-caratteristica. In via esemplificativa, sono iscritte in questa classe:
- le plus/minusvalenze derivanti dalla vendita di cespiti aziendali non strumentali per l’azienda;
- le svalutazioni dovute ad eventi climatici catastrofici (terremoti, incendi, ecc.);
- le plus/minusvalenze derivanti da operazioni che cambiano la struttura aziendale (cd. “operazioni
straordinarie”), quali conferimenti, fusioni, scissioni, ecc.
- errori nell’applicazione dei principi contabili;
- variazioni dei criteri particolari di valutazione nei limiti ammessi dalla legge.
Altre considerazioni sul contenuto e sulla classificazione delle voci del CE verranno effettuate nel
momento in cui si affronteranno i criteri particolari di valutazione delle singole poste di bilancio.
14
14
ESEMPLIFICAZIONE DI RICONCILIAZIONE DA VALORI CONTABILI A CIVILISTICI
Es. 1
Siano dati i seguenti valori di SP contabile al 31/12/n e di Conto economico anno n.
Si proceda a individuare in quale aggregato civilistico le singole voci devono essere riclassificate, secondo
lo schema di riconciliazione.
Attività Passività e PN
Fabbricati Capitale sociale
Macchinari Riserva legale
Automezzi Riserva straordinaria
Immobilizzazioni in corso Riserva di rivalutazione partecipazioni
Fondo ammortamento fabbricati Utile d'esercizio
Fondo ammortamento macchinari Fondo manutenzione macchinari
Fondo ammortamento automezzi TFR
Partecipazioni in imprese collegate Mutui passivi
Crediti verso collegate Anticipazioni passive
Materie prime Debiti verso fornitori
Prodotti finiti Cambiali passive
Crediti verso clienti Fatture da ricevere
Fatture da emettere Debiti verso fornitori esteri
Fondo svalutazione crediti commerciali Debiti per IVA
Pronti contro termine in valuta Debiti verso INPS
Banca c/c Debiti tributari
Cassa contanti Ratei passivi
Ratei attivi Risconti passivi
Risconti attivi
Costi Ricavi
Merci c/acquisti Merci c/vendite
Resi su vendite merci Fitti attivi patrimoniali
Costi per servizi Abbuoni e sconti attivi su acquisti
Energia elettrica Provvigioni attive
Canoni di leasing Prodotti c/rimanenze finali
Spese per vigilanza Interessi attivi bancari
Oneri patrimoniali Plusvalenze su beni NON strumentali
Salari e stipendi Proventi da partecipazioni
Oneri sociali Costruzioni interne
Accantonamento TFR Interessi attivi da titoli
Ammortamento costi di pubblicità Proventi patrimoniali accessori
Ammortamento fabbricati Materie prime c/rimanenze finali
Ammortamento macchinari
Ammortamento automezzi
Svalutazione crediti commerciali
Interessi passivi su mutui
Spese bancarie
Minusvalenza ordinarie
Prodotti c/rimanenze iniziali
Materie prime c/rimanenze iniziali
Imposte dell'esercizio
15
15
Soluzione SP:
Denominazione conto
(voce contabile)
Codice di
bilancio Aggregato del bilancio secondo il Codice civile
BII Immobilizzazioni materiali
Fabbricati 1 Terreni e fabbricati
Automezzi 3 Attrezzature industriali e commerciali
Immobilizzazioni in corso 5 Immobilizzazioni in corso e acconti
Fondo ammortamento fabbricati 1 Terreni e fabbricati (segno -)
Fondo ammortamento automezzi 3 Attrezzature industriali e commerciali (segno -)
BIII Immobilizzazioni finanziarie
Partecipazioni in imprese collegate 1b) Partecipazioni in imprese collegate
Crediti verso collegate 2 b) Crediti verso imprese collegate
C I Rimanenze
Materie prime 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo
Prodotti finiti 4) Prodotti finiti e merci
CII Crediti verso clienti
Crediti verso clienti 1) Verso clienti
Fatture da emettere 1) Verso clienti
Fondo svalutazione crediti commerciali 1) Verso clienti (segno -)
CIII Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
Partecipazioni non strategiche 4) Altre partecipazioni
C IV Disponibilità liquide
Banca c/c 1) Depositi bancari e postali
Cassa contanti 3) Denaro e valori in cassa
D Ratei e risconti
Ratei attivi
Ratei attivi
Risconti attivi Risconti attivi
Totale attività Totale attività
A Patrimonio netto
Capitale sociale I Capitale sociale
Riserva legale IV Riserva legale
Riserva straordinaria VII Altre Riserve distintamente indicate
Riserva di rivalutazione partecipazioni VII Altre Riserve distintamente indicate
Utile d'esercizio IX Utile dell'esercizio
B Fondi per rischi e oneri
Fondo manutenzione macchinari 3) Altri titoli
C Trattamento di fine rapporto
TFR di cui a breve termine
D Debiti
Mutui passivi 4) Verso banche esigibili oltre l'ex successivo
Debiti verso fornitori 7) Verso fornitori
Cambiali passive 8) Rappresentati da titoli di credito esigibili entro l'ex successivo
Fatture da ricevere 7) Verso fornitori
Debiti per IVA 12) Tributari esigibili oltre l'ex successivo
Debiti verso INPS 13) Verso istituti di previdenza e sicurezza sociale esigibili oltre l'ex successivo
Debiti tributari 12) Tributari esigibili entro l'ex successivo
E Ratei e risconti
Ratei passivi
Ratei passivi
Risconti passivi Risconti passivi
16
16
Totale passività + PN Totale passività + PN
17
17
Soluzione CE:
Denominazione conto (voci contabili)
Codice
di
bilancio
Aggregato del bilancio d'ex
Merci c/vendite
1
A) Valore della Produzione
Provvigioni attive Ricavi delle vendite e delle prestazioni
Sconti passivi Ricavi delle vendite e delle prestazioni (SEGNO -)
Prodotti c/rimanenze iniziali 2 Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione e
finiti Prodotti c/rimanenze finali
Costruzioni interne 4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
Fitti attivi patrimoniali 5 Altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi in
conto esercizio Proventi patrimoniali accessori
TOTALE A
6
B) Costi della produzione
Merci c/acquisti Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci
Abbuoni e sconti attivi su acquisti Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci SEGNO -)
Costi per servizi
7 Per servizi Energia elettrica
Spese per vigilanza
Canoni di leasing 8 Per godimento beni di terzi
9 Per il personale
Salari e stipendi a Salari e stipendi
Oneri sociali b Oneri sociali
Accantonamento TFR c Trattamento di fine rapporto
Ammortamento costi di pubblicità 10 a Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali
Ammortamento fabbricati
10 b Ammortamento delle immobilizzazioni materiali Ammortamento macchinari
Ammortamento automezzi
Svalutazione crediti commerciali 10 d Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante
Materie prime c/rimanenze iniziali 11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di
consumo e merci Materie prime c/rimanenze finali
Oneri patrimoniali 14 Oneri diversi di gestione
Minusvalenza ordinarie
TOTALE B
DIFFERENZA A-B
C) Proventi e Oneri finanziari
Proventi da partecipazioni 15 Proventi da partecipazioni
Interessi attivi da titoli 16 c Da titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono
partecipazioni
Interessi attivi bancari 16 d Proventi diversi dai precedenti
Spese bancarie 17 Interessi e altri oneri finanziari
Interessi passivi su mutui 17 Interessi e altri oneri finanziari
TOTALE C
E) Proventi e oneri straordinari
Plusvalenze su beni non strumentali 20 Plusvalenze da alienazioni
TOTALE E
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE
Imposte dell'esercizio 22 Imposte dell'esercizio
23 Utile dell'esercizio
18
18
ESEMPIO DI RICLASSIFICAZIONE DI UN BILANCIO AL 31/12/200n (partendo dal bilancio contabile)
Codice conto Denominazione conto Importo Codice conto Denominazione conto Importo
20.10 Resi su vendite 5.970,00 20.01 Prodotti c/vendite 1.656.690,45
20.12 Premi su vendite 1.396,51 20.32 Prodotti c/rimanenze finali 104.900,00
20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali 94.198,00 20.50 Costruzioni interne 26.326,80
30.01 Materie prime c/acquisti 1.000.305,35 21.02 Proventi vari 9.464,09
31.00 Costi per servizi 122.895,00 21.20 Plusvalenze ordianrie 2.200,00
33.01 Salari e stipendi 246.007,56 30.11 Ribassi e abbuoni attivi 2.673,00
33.02 Oneri sociali 78.722,09 37.10 Materie prime c/rimanenze finali 68.073,00
33.03 Quota TFR 19.310,13 40.01 Proventi da partecipazioni 13.005,80
34.05 Ammortamento brevetti 5.826,80 40.31 Interessi attivi bancari 538,42
35.01 Ammortamento fabbricati 13.011,36
35.02 Ammortamento impianti e macchinari 58.244,86
36.10 Svalutazione crediti 5.752,86
37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 60.100,00
39.01 Oneri fiscali diversi 2.200,00
39.20 Minusvalenze ordinarie 4.000,00
41.10 Interessi passivi su mutui 6.300,00
70.01 Imposte dell'esercizio 63.553,00
1.787.793,52 1.883.871,56
Utile d'esercizio 96.078,04
Totale a pareggio 1.883.871,56 Totale a pareggio 1.883.871,56
TOTALE RICAVI DI ESERCIZIOTOTALE COSTI DI ESERCIZIO
Conto economico anno n
Codice conto Denominazione conto Importo Codice conto Denominazione conto Importo
01.05 Brevetti industriali 58.268,00 01.15 F.do amm.to brevetti 43.363,10
02.01 Terreni e fabbricati 425.284,00 02.11 F.do amm.to fabbricati 65.056,96
02.02 Impianti e macchinari 392.616,82 02.12 F.do amm.to impianti e macchinari 187.387,51
02.30 Immobilizzazioni in corso 46.326,80 05.40 F.do svalutazione crediti 4.600,00
03.02 Partecipazioni in collegate 121.280,00 12.01 Debiti per TFR 100.367,32
04.01 Materie prime 68.073,00 13.20 Mutui ipotecari 120.000,00
04.07 Prodotti finiti 104.900,00 14.10 Debiti v/fornitori 145.311,20
05.01 Crediti v/clienti 235.171,17 14.19 Fatture da ricevere 17.044,80
05.09 Fatture da emettere 21.600,00 15.02 Erario c/ritenute da versare 10.454,91
08.01 Banche c/c attivi 16.518,09 15.03 Debiti per imposte 6.485,95
08.30 Cassa 4.094,82 15.05 Erario c/IVA 5.518,35
09.02 Risconti attivi 1.800,00 15.10 Enti previdenziali e assistenziali 28.388,20
16.01 Ratei passivi 1.740,00
10.01 Capitale sociale 500.000,00
10.04 Riserva legale 100.000,00
10.05 Riserva statutaria 51.160,36
10.14 Riserva di rivalutazione partecipazioni 12.976,00
10.30 Utile d'esercizio 96.078,04
Totale a pareggio 1.495.932,70 Totale a pareggio 1.495.932,70
Stato patrimoniale 31/12/n
19
19
Codice conto Denominazione conto Valore contabile Codice bilancio Aggregato bilancio d'esercizio Valore di bilancio
20.01 Prodotti c/vendite 1.656.690,45 A) Valore della produzione
20.10 Resi su vendite -5.970,00 1 Ricavi dalle vendite 1.649.324
20.12 Premi su vendite -1.396,51
20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali -94.198,00 3
Variazione delle rimanenze di prodotti in
lavorazione e finiti 10.702
20.32 Prodotti c/rimanenze finali 104.900,00
20.50 Costruzioni interne 26.326,80 4
Incrementi di immobilizzazioni per lavori
interni 26.327
21.02 Proventi vari 9.464,09 5 Altri ricavi e proventi 11.664
21.20 Plusvalenze ordinarie 2.200,00
TOTALE A 1.698.017
30.01 Materie prime c/acquisti 1.000.305,35 B) Costi della produzione
30.11 Ribassi e abbuoni attivi -2.673,00 6 Per materie prime 997.632
31.00 Costi per servizi 122.895,00 7 Per servizi 122.895
33.01 Salari e stipendi 246.007,56 9 Per il personale
33.02 Oneri sociali 78.722,09 a salari e stipendi 246.008
33.03 Quota TFR 19.310,13 b oneri sociali 78.722
c trattamento di fine rapporto 19.310
34.05 Ammortamento brevetti 5.826,80 10 a Amm.to immobilizzazioni immateriali 5.827
35.01 Ammortamento fabbricati 13.011,36 10 b Amm.to immobilizzazioni materiali 71.256
35.02 Ammortamento impianti e macchinari 58.244,86
36.10 Svalutazione crediti 5.752,86 10 d Svalutazione crediti dell'attivo corrente 5.753
37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 60.100,00 11 Variazione delle rimanenze di materie prime -7.973
37.10 Materie prime c/rimanenze finali -68.073,00
39.01 Oneri fiscali diversi 2.200,00 14 Oneri diversi di gestione 6.200
39.20 Minusvalenze ordinarie 4.000,00
TOTALE B 1.545.630
DIFFERENZA A - B 152.387
C) Proventi e oneri finanziari
40.01 Proventi da partecipazioni 13.005,80 15 Proventi da partecipazioni 13.006
40.31 Interessi attivi bancari 538,42 16 Proventi finanziari diversi 538
41.10 Interessi passivi su mutui -6.300,00 17 Interessi e oneri finanziari -6.300
TOTALE C 7.244
Risultato prima delle imposte 159.631
70.01 Imposte dell'esercizio 63.553,00 22 Imposte dell'esercizio 63.553
Utile d'esercizio 96.078
Prospetto di raccordo del conto economico dell'anno n
20
20
Codice conto Denominazione conto Valore contabile Rettifiche Codice bilancio Aggregato del bilancio d'esercizio Valore di bilancio
01.05 Brevetti industriali 58.268,00 -43.363,10 B I Immobilizzazioni immateriali
01.15 F.do amm.to brevetti -43.363,10 43.363,10 3 Diritti di brevetto industriale 14.905
B II Immobilizzazioni materiali
02.01 Terreni e fabbricati 425.284,00 -65.056,96 1 Terreni e fabbricati 360.227
02.02 Impianti e macchinari 392.616,82 -187.387,51 2 Impianti e macchinari 205.229
02.11 F.do amm.to fabbricati -65.056,96 65.056,96 5 Immobilizzazioni in corso 46.327
02.12 F.do amm.to impianti e macchinari -187.387,51 187.387,51
02.30 Immobilizzazioni in corso 46.326,80
B III Immobilizzazioni finanziarie
03.02 Partecipazioni in collegate 121.280,00 1 b Partecipazioni in collegate 121.280
C I Rimanenze
04.01 Materie prime 68.073,00 1 Materie prime 68.073
04.07 Prodotti finiti 104.900,00 4 Prodotti finiti 104.900
C II Crediti
05.01 Crediti v/clienti 235.171,17 -4.600,00 1 Crediti v/clienti 252.171
05.09 Fatture da emettere 21.600,00
05.40 F.do svalutazione crediti -4.600,00 4.600,00
C IV Disponibilità liquide
08.01 Banche c/c attivi 16.518,09 1 Depositi bancari 16.518
08.30 Cassa 4.094,82 3 Denaro e valori in cassa 4.095
D Ratei e risconti attivi
09.02 Risconti attivi 1.800,00 Risconti attivi 1.800
TOTALE 1.180.620,23 TOTALE 1.195.525
A Patrimonio netto
10.01 Capitale sociale 500.000,00 I Capitale sociale 500.000
10.04 Riserva legale 100.000,00 IV Riserva legale 100.000
10.05 Riserva statutaria 51.160,36 V Riserva statutaria 51.160
10.14 Riserva di rivalutazione partecipazioni 12.976,00 VII Altre riserve 12.976
10.30 Utile d'esercizio 96.078,04 IX Utile d'esercizio 96.078
12.01 Debiti per TFR 100.367,32 C TFR 100.367
D Debiti
13.20 Mutui ipotecari 120.000,00 4 Debiti v/banche 120.000
14.10 Debiti v/fornitori 145.311,20 7 Debiti v/fornitori 162.356
14.19 Fatture da ricevere 17.044,80 12 Debiti tributari 22.459
15.02 Erario c/ritenute da versare 10.454,91 13 Debiti v/istitudi di previdenza 28.388
15.03 Debiti per imposte 6.485,95
15.05 Erario c/IVA 5.518,35
15.10 Enti previdenziali e assistenziali 28.388,20
E Ratei e risconti passivi
16.01 Ratei passivi 1.740,00 Ratei passivi 1.740
TOTALE 1.195.525,13 TOTALE 1.195.525
Stato patrimoniale 31/12/n
21
21
SCHEMI CIVILISTICI DEL BILANCIO (CE E SP)
A) Valore della produzione
1 Ricavi dalle vendite 1.649.324
3 Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti 10.702
4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 26.327
5 Altri ricavi e proventi 11.664
Totale valore della produzione 1.698.017
B) Costi della produzione
6 Per materie prime 997.632
7 Per servizi 122.895
9 Per il personale
a salari e stipendi 246.008
b oneri sociali 78.722
c trattamento di fine rapporto 19.310
10 Ammortamenti e svalutazioni
a Amm.to immobilizzazioni immateriali 5.827
b Amm.to immobilizzazioni materiali 71.256
d Svalutazione crediti dell'attivo corrente 5.753
11 Variazione delle rimanenze di materie prime -7.973
14 Oneri diversi di gestione 6.200
Totale costi della produzione 1.545.630
DIFFERENZA A - B 152.387
C) Proventi e oneri finanziari
15 Proventi da partecipazioni 13.006
16 Proventi finanziari diversi 538
17 Interessi e oneri finanziari -6.300
Totale proventi e oneri finanziari 7.244
Risultato prima delle imposte (A - B + C + D + E) 159.631
22 Imposte dell'esercizio 63.553
Utile d'esercizio 96.078
Conto economico anno n
22
22
B) Immobilizzazioni A) Patrimonio netto
I Immobilizzazioni immateriali I Capitale sociale 500.000
3 Diritti di brevetto industriale 14.905 IV Riserva legale 100.000
Totale immobilizzazioni immateriali 14.905 V Riserva statutaria 51.160
VII Altre riserve 12.976
IX Utile d'esercizio 96.078
II Immobilizzazioni materiali
1 Terreni e fabbricati 360.227 Totale patrimonio netto 760.214
2 Impianti e macchinari 205.229
5 Immobilizzazioni in corso 46.327
Totale immobilizzazioni materiali 611.783 C) TFR 100.367
III Immobilizzazioni finanziarie D) Debiti
1 b Partecipazioni in collegate 121.280 4 Debiti v/banche 120.000
Totale immobilizzazioni finanziarie 121.280 7 Debiti v/fornitori 162.356
12 Debiti tributari 22.459
Totale immobilizzazioni 747.968 13 Debiti v/istitudi di previdenza 28.388
Totale debiti 333.203
C) Attivo circolante
I Rimanenze
1 Materie prime 68.073 E) Ratei e risconti passivi
4 Prodotti finiti 104.900 Ratei passivi 1.740
Totale rimanenze 172.973 Totale ratei e risconti passivi 1.740
II Crediti
1 Crediti v/clienti 252.171
Totale crediti 252.171
IV Disponibilità liquide
1 Depositi bancari 16.518
3 Denaro e valori in cassa 4.095
Totale disponibilità liquide 20.613
Totale attivo circolante 445.757
D Ratei e risconti attivi
Risconti attivi 1.800
Totale ratei e risconti attivi 1.800
TOTALE ATTIVITA' 1.195.525 TOTALE PASSIVITA' E NETTO 1.195.525
Stato Patrimoniale 31/12/n
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ESERCIZI SULLE SINGOLE VOCI DI BILANCIO
(ART. 2426)
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IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
ACQUISTO DI UNA IMMOBILIZZAZIONE MATERIALE DA TERZI CON ACCONTO
AL FORNITORE (punto 1, art. 2426)
Si faccia l’esempio dell’acquisto di una immobilizzazione materiale (macchinario) da un terzo
fornitore con il pagamento di un acconto in data 20/09/2014, tramite cassa per euro 120 + IVA al
20%. Il 25/09 si riceve la regolare fattura dell’acconto. In data 20/11/2014 si riceve la fattura
relativa all’acquisto del macchinario per euro 2.000 + IVA tutta detraibile. Il pagamento avviene
immediatamente tramite bonifico bancario.
Redigere le scritture in P.D.
Ricezione fattura su anticipo e pagamento immediato
Diversi a Debiti vs fornitori 120
Acconti
100
Iva ns credito
20
Debiti vs fornitori
Cassa
120
L’acconto versato è formalmente un credito dell’azienda verso il fornitore che si impegna a
consegnare il bene ordinato. Esso sostanzialmente è una voce a memoria di un prossimo
macchinario che entrerà a far parte dell’azienda. Da un punto di vista civilistico esso pertanto
confluisce nelle immobilizzazioni materiali (B) II) 5) Immobilizzazioni in corso e acconti.
N.B. I crediti si classificano sempre per natura. La natura dell’acconto è quella di essere una sorta di
immobilizzazione in attesa di essere consegnata all’azienda.
Ricezione fattura macchinario e storno dell’acconto
Diversi a Diversi 2.380
Macchinario
2.000
Iva ns credito
380
Acconti a fornitore 100 2.380
Debiti v/s fornitore 2.280
Debiti vs fornitori a Banca c/c 2.280
Al momento della ricezione della fattura completa del macchinario l’Iva deve essere calcolata
soltanto sull’imponibile effettivo (Prezzo del macchinario – Acconto già versato e su cui l’azienda
ha già pagato l’IVA) che ammonta a euro 1.900 = 2.000-100. In contropartita si chiude il conto
dell’anticipo e si rileva il debito residuo.
ACQUISTO DI UNA IMMOBILIZZAZIONE MATERIALE MEDIANTE COSTRUZIONI
INTERNE (punto 1, art. 2426)
Il costo di un bene strumentale realizzato in economia viene generalmente determinato extra-
contabilmente, facendo riferimento alle informazioni elaborate dalla contabilità analitica. Il valore
da attribuire al bene prodotto internamente è fornito da una scheda di lavorazione che riporta la
somma di tutti i costi dei fattori produttivi impiegati sia direttamente (materie prime, salari degli
operai, ecc.), sia indirettamente (materie sussidiarie, energia, altri servizi, spese di manutenzione e
riparazione dei beni usati per la costruzione interna, ecc.) per la costruzione del bene in economia.
Durante l’anno, i costi relativi ai fattori produttivi impiegati nella costruzione sono rilevati secondo
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la loro natura e sono riepilogati tra i costi della produzione a fine anno. I costi che riguardano la
costruzione interna, soltanto una parte di quelli registrati durante la lavorazione, essendo destinati
alla produzione di un bene a utilità ripetuta, al termine dell’esercizio devono essere sospesi dal
conto economico ed inclusi tra gli elementi attivi del patrimonio attraverso un processo di
capitalizzazione indiretta fino al momento in cui il bene sarà disponibile per l’uso e si trasformerà in
una delle classi delle immobilizzazioni materiali (Terreni, Fabbricati, Impianti e Macchinario, ecc.).
Nel caso di capitalizzazione indiretta, la quota dei costi di esercizio sostenuti per la realizzazione
dell’opera viene rettificata attraverso un conto economico di reddito acceso alle rettifiche di costi
d’esercizio che si chiama “Costruzioni in economia”. Esso afferisce tra i componenti positivi di
reddito nel conto economico, nella classe A) 4), Valore della produzione, “Incrementi di
immobilizzazioni per lavori interni”. I costi qui rettificati si troveranno opposti ai costi di esercizio
che confluiscono nell’aggregato B dei Costi della produzione che, essendosi manifestati
numerariamente, sono da rilevare sempre. In contropartita alla rettifica dei costi si registreranno dei
costi sospesi che vengono fatti confluire nell’aggregato attivo di SP a cui si riferiscono, in questo
caso B) II) 5) “Immobilizzazioni in corso e acconti”. Il conto “Impianti in costruzione”
contabilmente è un costo sospeso ma nella sostanza rappresenta un costo pluriennale e per detta
natura si classifica tra le immobilizzazioni.
IN LINEA TEORICA:
Si faccia l’esempio in cui di tutti i costi sostenuti in un esercizio (valore complessivo che in questa
sede non ci interessa) euro 1.000 non sono di competenza dell’esercizio in quanto relativi alla
lavorazione di una costruzione in economia. Redigere le scritture in P.D. al 31/12/n.
Impianti in costruzione a Costruzioni in Economia
1.000
COSTI DI DDN
COSTI MANODOPERA
COSTI ENERGIA
COSTI SERVIZI
…
…
COSTRUZIONI IN ECONOMIA
(rettifica dei costi che non sono di competenza)
IMPIANTI IN COSTRUZIONE
(Costo sospeso)
conto economico anno n
Stato Patrimoniale 31/12 anno n
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Costruzioni in Economia
CE
1.000
SP
Impianti in costruzione
1.000
Queste scritture devono essere effettuate alla fine di ogni esercizio di lavorazione del bene.
Al termine del processo di costruzione, ma sempre tra le scritture di assestamento, il bene,
supponiamo un impianto, si trasforma anche contabilmente in un costo pluriennale, come segue:
Macchinario a Impianti in costruzione
Importo X
Sul punto 2 dell’art. 2426 del Codice civile
AMMORTAMENTO DI IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
AMMORTAMENTO (PUNTO 2, ART. 2426)
L’ammortamento può avvenire secondo diversi criteri: 1. Quote costanti;
2. Quote variabili;
3. Quote crescenti;
4. Quote decrescenti
Il più utilizzato è l’ammortamento a quote costanti, anche perché raccomandato dai principi dei
dottori commercialisti (OIC). Di seguito si faranno soltanto esempi sull’ammortamento a quote
costanti, crescenti o decrescenti (il piano a quote variabili prevede la conoscenza di algoritmi
matematici).
Esempio
Valore originario cepsite = € 2.550
Valore residuo = € 150
Vita utile = 5 anni
Piano a quote costanti
Piano a quote crescenti e decrescenti
Si determina dapprima un coefficiente K che successivamente si moltiplica per il numero degli
anni di ammortamento in modo crescente o decrescente
Piano a quote costanti Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5
Valore originario 2.550 2.550 2.550 2.550 2.550
Quota di ammortamento 480 480 480 480 480
Fondo ammortamento 480 960 1.440 1.920 2.400
Valore contabile netto 2.070 1.590 1.110 630 150
4805
501 550.2
n
VnVoq
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Piano a quote crescenti:
q1 = 160 1 = 160
q2 = 160 × 2 = 320
q3 = 160 × 3 = 480
q4 = 160 × 4 = 640
q5 = 160 × 5 = 800
Piano a quote decrescenti:
q1 = 160 5 = 800
q2 = 160 × 4 = 640
q3 = 160 × 3 = 480
q4 = 160 × 2 = 320
q5 = 160 × 1 = 160
Piano a quote crescenti Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5
Valore originario 2.550 2.550 2.550 2.550 2.550
Quota di ammortamento 160 320 480 640 800
Fondo ammortamento 160 480 960 1.600 2.400
Valore contabile netto 2.390 2.070 1.590 950 150
Piano a quote decrescenti Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5
Valore originario 2.550 2.550 2.550 2.550 2.550
Quota di ammortamento 800 640 480 320 160
Fondo ammortamento 800 1.440 1.920 2.240 2.400
Valore contabile netto 1.750 1.110 630 310 150
16015
400.2
54321
150550.2
...21
n
VnVoK
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Esemplificazione completa sui punti 2 e 3 dell’art. 2426 del Codice civile
AMMORTAMENTO, SVALUTAZIONE E RIPRISTINO DI VALORE DI
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Sia dato il caso che la società Buddy S.p.A. acquisti e predisponga per il funzionamento in data
1/01/2010 un impianto costituito da due linee di produzioni simili. Detto impianto viene acquistato
da terzi e viene pagato euro 1.200 + IVA. La vita utile del bene è stimata in 8 anni. La società nel
momento in cui lo ha predisposto per il funzionamento redige un piano di ammortamento di 8 anni
a quote costanti nel seguente modo. Al termine della vita utile l’impianto si ipotizza avente valore
finale pari a zero.
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200
Ammortamento annuo 150 150 150 150 150 150 150 150
Fondo ammortamento
cumulato -150 -300 -450 -600 -750 -900 -1.050 -1.200
Valore contabile netto
immobile 1.050 900 750 600 450 300 150 0
Non sono osservate le scritture contabili di ammortamento della immobilizzazione.
IL PIANO DI AMMORTAMENTO E I MOTIVI PER LE SUE MODIFICHE
Il piano di ammortamento nel corso del tempo può subire delle modificazioni a seguito di tre eventi
che si possono verificare:
I) Variazione del coefficiente di ammortamento che modifica la durata della vita utile dell’impianto.
Di dette modifiche occorre dare motivazione in nota integrativa;
II) Svalutazione dell’impianto, che comporta una modifica della quota di ammortamento e del
conseguente valore contabile netto del bene ma non della durata della vita utile;
III) Ripristino di una precedente svalutazione. Tale evento si può verificare se e solo se si è verificata
negli anni precedenti una svalutazione, soltanto nei limiti massimi della svalutazione, al fine di
riportare il piano di ammortamento ai valori originari.
Vediamo i singoli casi.
I) Variazione del coefficiente di ammortamento (richiamo al punto 2, art. 2426).
Si ipotizzi al 31/12/2014 di verificare che la vita utile residua giunga soltanto fino al 2015 per
ragioni che non spieghiamo in questa sede e che il valore netto che il bene presentava al termine
dell’anno precedente, cioè il 2013, pari a euro 600 deve essere ammortizzato soltanto per altri due
anni (2014 e 2015). Di conseguenza il nuovo ammortamento annuo da effettuarsi a partire dal 2014
sarà pari a euro 300 (600/2). Il piano di ammortamento, con il conseguente nuovo ammortamento
annuo, si modifica come segue:
2014 2015
Costo storico 1200 1200
Ammortamento annuo 300 300
Fondo ammortamento cumulato -90012 -1200
12 Il fondo ammortamento al 31/12/2014 ammonta al fondo dell’anno precedente (600) + il nuovo ammortamento
ricalcolato (300), cioè ammonta a euro 900.
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Valore contabile netto immobile 300 0
In tal modo il valore contabile netto del bene si annulla nel 2015 e non nel 2017 come previsto dal
piano di ammortamento teorico originario. La modifica dei criteri di ammortamento deve essere
motivata in nota integrativa, così come gli effetti economici e patrimoniali della stessa.
II) Svalutazione dell’impianto.
La svalutazione durevole viene disciplinata dall’art. 2426, punto 3 e dal principio OIC n. 16 che
mutua le previsioni dal principio contabile internazionale IAS/IFRS n. 36. Vengono esplicitate
alcune disposizioni in tema di IMPAIRMENT TEST. Il test si effettua se si ha il sospetto che una
immobilizzazione abbia un valore recuperabile inferiore al valore che viene riportato dal piano di
ammortamento originario. Questo evento si può verificare in qualsiasi momento della vita
aziendale, ma le correzioni e le modifiche al piano di ammortamento, così come le scritture
contabili, devono essere effettuate sempre in fase di assestamento (cioè al 31/12). Il valore contabile
netto deve essere confrontato con il valore recuperabile. Quest’ultimo viene inteso come il
maggiore tra:
- il prezzo netto di vendita del bene nelle condizioni in cui si trova alla data del test;
- il valore d’uso.
Il prezzo di vendita è una grandezza che viene fornita a chi effettua le valutazioni. Per noi è un dato
noto. Ciò che deve essere determinato è il VALORE D’USO. Esso rappresenta il valore che
l’azienda si aspetta di ottenere dall’uso del bene per la restante vita utile rispetto alla data in cui si
effettua il test. IL VALORE D’USO viene stimato in due modi:
- CAPACITA’ DI AMMORTAMENTO dell’azienda nei confronti del bene;
- VALORE ATTUALE dei flussi di cassa (in entrata, ricavi monetari, e in uscita, costi monetari)
che il bene sarà in grado di generare per il resto della sua vita utile.
Sia la capacità di ammortamento sia il valore attuale dei flussi futuri vengono stimati con
riferimento al bene oggetto di eventuale svalutazione non a livello di intero sistema aziendale e si
basano su valori previsionali congetturali e ipotizzati dall’azienda (valori previsionali economici e
finanziari).
Una volta che sia stato definito il valore d’uso, lo si confronta con il prezzo netto di vendita e infine
si sceglie il maggiore tra i due valori come rappresentativo del VALORE RECUPERABILE.
Se il valore recuperabile risulta maggiore del valore contabile netto, si DEVE
OBBLIGATORIAMENTE rilevare una svalutazione.
Di seguito si propongono due esemplificazioni di svalutazioni in cui il valore recuperabile viene
inteso come valore d’uso, rispettivamente come Capacità di ammortamento e come Valore attuale
dei flussi futuri.
Caso II) a). VALORE RECUPERABILE = VALORE D’USO = CAPACITA’ DI AMMORTAMENTO
DELL’IMPRESA.
Si intende per C.A. la capacità dell’azienda su base previsionale di sostenere nel futuro, per tutta la
durata della vita utile del bene, il costo derivante dall’ammortamento annuo. L’ammortamento,
infatti, rappresenta un costo di esercizio che misura il grado di utilizzo di un bene strumentale per
l’azienda. Per il principio di correlazione, il costo di esercizio si presenta contrapposto con i
corrispondenti ricavi delle vendite derivanti dal bene stesso. La C.A. è collegata, pertanto, con la
capacità dell’azienda di realizzare nel tempo un volume di ricavi dal bene tale da garantire la
remunerazione del costo di esercizio prodotto dal bene (ammortamento). Si parla, in sostanza, della
capacità dell’azienda di mantenere in equilibrio economico l’utilizzo del bene nel tempo.
Se non viene accertata sufficiente C.A., il bene deve essere svalutato.
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Si faccia il caso, sempre con riferimento al piano di ammortamento riportato in precedenza, che
l’azienda voglia misurare la capacità di ammortamento al 31/12/2012. Il piano di ammortamento a
cui si fa riferimento viene riportato di seguito solo a partire dall’epoca del 31/12/2012.
2012 2013 2014 2015 2016 2017
Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200
Ammortamento annuo 150 150 150 150 150 150
Fondo ammortamento cumulato -450 -600 -750 -900 -1.050 -1.200
Valore contabile netto immobile 750 600 450 300 150 0
Come si vede il valore contabile netto al 31/12/2012 ammonta a euro 750. L’azienda verifica il
sentore di una svalutazione possibile. Pertanto sottopone il bene ad impairment test e stima il valore
recuperabile come la capacità residua di ammortizzare detto impianto. Essa è misurata in modo
prospettico a partire dall’esercizio successivo e per tutta la durata della vita utile del bene, secondo
una particolare configurazione (si ipotizzano valori costanti per tutta la durata della vita utile
residua del bene):
CAPACITA' DI AMMORTAMENTO 2013 2014 2015 2016 2017 Valori Totali
Ricavi del bene 2.000 2.000 2.000 2.000 2.000 10.000
Costi di diretta derivazione numeraria -1.880 -1.880 -1.880 -1.880 -1.880 -9.400
Margine Lordo Industriale (capacità di
ammortamento) 120 120 120 120 120 600
Ammortamento -150 -150 -150 -150 -150 -750
Margine netto industriale del bene -30 -30 -30 -30 -30 -150
La C.A. dell’azienda per i prossimi anni consente di sostenere secondo le previsioni ammortamenti
complessivi per euro 600, anziché per 750, corrispondenti a euro 120 per ogni esercizio anziché
150. Così stante la situazione, l’azienda registrerebbe un margine negativo complessivo di euro 150,
distribuito come una perdita di economicità del bene di euro 30 per ogni esercizio. Il valore
recuperabile è inteso in questo caso come la sommatoria degli ammortamenti annui SOSTENIBILI
effettivamente nella realtà (120×5=600). Secondo il piano originario invece gli ammortamenti annui
residui complessivi ammontano a euro 750 (corrispondenti al valore contabile netto secondo il
piano di ammortamento). Il valore contabile NON PUO’ essere mantenuto in bilancio essendo
venuti meno i motivi. Pertanto l’azienda deve procedere ad effettuare una svalutazione per
l’importo pari alla differenza tra il valore recuperabile e il valore contabile netto (600-750= 150).
Dovrà pertanto modificare il piano di ammortamento secondo le nuove condizioni ed effettuare le
scritture in P.D.
Con riferimento alla P.D. si osserva che la scrittura di svalutazione avviene nel seguente modo:
Svalutazione impianti a Fondo svalutazione impianti 150
Il mastrino “Svalutazione impianti” è un costo di esercizio che viene riclassificato in bilancio tra i
COSTI DELLA PRODUZIONE (B) alla voce 10 b) Altre svalutazioni delle immobilizzazioni
materiali.
Il mastrino “Fondo svalutazione impianti” è una posta rettificativa che ha la stessa natura degli
impianti. Non trova una collocazione esplicita nello SP ma viene posto a diretta diminuzione della
voce a cui si riferisce. Viene quindi collocato nello SP dare nella macroclasse B II) 2)
Immobilizzazioni materiali – Impianti e Macchinario (esattamente come avviene per tutti i Fondi
ammortamento e tutti in fondi rettificativi in generale).
Il piano di ammortamento si modifica come segue:
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Dopo la svalutazione
2012 2013 2014 2015 2016 2017
Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200
Ammortamento annuo 150 120 120 120 120 120
Fondo ammortamento cumulato -450 -570 -690 -810 -930 -1.050
Fondo svalutazione -150 -150 -150 -150 -150 -150
Valore contabile netto immobile 600 480 360 240 120 0
Spieghiamo cosa è successo. Al 31/12/2012, al termine del teorico ammortamento originario di euro
150 euro ci si accorge che il valore recuperabile non è 750 ma solo 600. Occorre modificare il piano
di ammortamento a partire dall’epoca in cui si pone in essere la svalutazione cioè a partire dal
31/12/2012. Si deve agire per portare il VCN a euro 600. Come si può fare? Inserendo un fondo
svalutazione di euro 150. Detto fondo viene movimentato una tantum e viene riportato anche negli
anni successivi a tenere memoria che il bene ha subito a partire dal 31/12/2012 una svalutazione
DUREVOLE. Negli anni successivi la quota annua di ammortamento non sarà più 150 ma 120. Ciò
comporta una modifica del fondo ammortamento e del VCN per tutta la durata residua.
Caso II) b). VALORE RECUPERABILE = VALORE D’USO = VALORE ATTUALE DEI FLUSSI
FUTURI.
Sempre avendo a riferimento la data del 31/12/2012 si ipotizzi che la nostra azienda voglia
identificare il valore recuperabile come il valore attuale dei flussi di cassa futuri (in entrata e in
uscita) che il bene genererà per tutto il resto della sua vita utile (5 anni). Si intendono i flussi di
cassa come il saldo tra le entrate per i ricavi monetari che l’impianto genererà e i costi monetari
relativi al personale, alle materie prime usate, all’energia elettrica, idraulica, ecc., sempre generati
dall’impianto oggetto di Impairment test.
Una volta previsti i flussi di cassa futuri essi vengono attualizzati alla data di valutazione
(31/12/2012) secondo le regole della valutazione finanziaria degli investimenti in regime di
capitalizzazione composta (che non è oggetto di questo programma). La sommatoria dei flussi di
cassa attualizzati duranti la residua vita utile del bene rappresenta il Valore d’Uso e quindi il Valore
recuperabile dell’impianto. La previsione dei flussi viene effettuata a partire dall’anno successivo a
quello in cui si effettua il test di svalutazione, cioè a partire dai flussi stimati per il 2013.
Stima dei flussi di cassa attualizzati 2013 2014 2015 2016 2017 Valori Totali
Flussi di cassa futuri previsti 135 138 140 145 150 708
Flussi di cassa futuri attualizzati al
31/12/2012 130 125 120 115 110 600
Sommatoria dei flussi attualizzati 600
Il valore recuperabile è pertanto pari a euro 600. Il valore contabile netto desunto dal piano di
ammortamento originario ammonta invece a euro 750. Occorrerà pertanto effettuare una
svalutazione esattamente come nel caso precedente II) a) – al quale si fa rinvio.
Per determinare le quote di ammortamento corrette, gli amministratori dovranno anche stimare la
capacità di ammortamento dell’impresa. Il nuovo piano si presenterà come segue (caso II a):
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32
Dopo la svalutazione
2012 2013 2014 2015 2016 2017
Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200
Ammortamento annuo 150 120 120 120 120 120
Fondo ammortamento cumulato -450 -570 -690 -810 -930 -1.050
Fondo svalutazione -150 -150 -150 -150 -150 -150
Valore contabile netto immobile 600 480 360 240 120 0
La scrittura contabile è la seguente:
Svalutazione impianti a Fondo svalutazione impianti 150
III) Ripristino di valore a seguito di svalutazione durevole (punto 3, art. 2426)
Il codice civile e i principi contabili nazionali prevedono la possibilità di poter ripristinare il valore
di una immobilizzazione precedentemente svalutata. Il ripristino di valore consiste effettivamente in
una rivalutazione del cespite. Secondo il codice civile, che è improntato al principio della prudenza,
le rivalutazioni possono avvenire solo per deroghe per casi eccezionali e solo per ripristinare
(compensare) delle svalutazioni effettuate nel passato. Esistono infatti alcune condizioni di
prudenza da rispettare in modo inderogabile: 1. Mentre la svalutazione comporta un costo che deve essere obbligatoriamente registrato per il
principio della prudenza, il ripristino può essere effettuato soltanto se sono venuti meno i motivi per
mantenere in bilancio una immobilizzazione ad un valore svalutato;
2. Il ripristino può essere effettuata soltanto nel LIMITE MASSIMO della svalutazione
precedentemente effettuata (nel nostro caso di euro 150); in realtà il ripristino viene effettuato nei
limiti di quello che risulta necessario a riportare la situazione ai livelli originari;
3. Il ripristino può essere effettuato soltanto per riportare il piano di ammortamento ai valori precedenti
a quelli della svalutazione, come se detta svalutazione non fosse mai effettuata.
Quando l’azienda ha il sentore che il bene abbia subito un incremento di valore deve stimare il
valore recuperabile, da confrontarsi con il valore contabile netto risultante dal piano di
ammortamento come si presenta a seguito della svalutazione effettuata negli esercizi precedenti. Il
valore recuperabile viene scelto come il maggiore tra il prezzo di vendita e il valore d’uso, come lo
abbiamo spiegato nelle pagine precedenti. Una volta individuato il valore recuperabile lo si
confronta con il valore contabile netto e si verifica se esiste la possibilità di effettuare un ripristino
di valore.
Riprendendo il nostro esempio, a seguito della svalutazione effettuata il 31/12/2012, il piano di
ammortamento per la vita utile residua dell’impianto si presenta come segue:
Dopo la svalutazione
2012 2013 2014 2015 2016 2017
Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200
Ammortamento annuo 150 120 120 120 120 120
Fondo ammortamento cumulato -450 -570 -690 -810 -930 -1.050
Fondo svalutazione -150 -150 -150 -150 -150 -150
Valore contabile netto immobile 600 480 360 240 120 0
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33
Per ipotesi, al 31/12/2015, subito dopo aver effettuato l’ammortamento per euro 120 l’azienda si
accorge tramite test che il valore recuperabile del nostro impianto è ben diverso dal valore contabile
netto desunto dal piano di ammortamento. Il VCN desunto dal piano ammonta a euro 240. Il valore
recuperabile è di euro 400 (sempre per ipotesi).
Come prima cosa bisogna specificare che il valore può essere ripristinato solo nei limiti della
precedente svalutazione (150) o di meno. Occorre fare in modo di ripristinare il primo piano di
ammortamento, con la vecchia quota di ammortamento di euro 150 per gli anni residui di vita del
bene. Per fare questo dobbiamo riprendere il vecchissimo piano di ammortamento vigente prima
ancora di effettuare la svalutazione. Esso era il seguente:
Prima della svalutazione 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200
Ammortamento annuo 150 150 150 150 150 150 150 150
Fondo ammortamento cumulato -150 -300 -450 -600 -750 -900 -1.050 -1.200
Valore contabile netto immobile 1.050 900 750 600 450 300 150 0
Si pone in evidenza il 2015 perché è l’anno i cui valori sono presi a riferimento per effettuare il
ripristino. In sostanza il ripristino deve riportare il VCN a euro 300.
In realtà l’azienda Buddy si trova di fronte ad un piano di ammortamento modificato a seguito della
svalutazione di euro 150 effettuata in data 31/12/2012. Esso si presenta come segue:
Dopo la svalutazione del 31/12/2012
2012 2013 2014 2015 2016 2017
Costo storico 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200 1.200
Ammortamento annuo 150 120 120 120 120 120
Fondo ammortamento cumulato -450 -570 -690 -810 -930 -1.050
Fondo svalutazione -150 -150 -150 -150 -150 -150
Valore contabile netto immobile 600 480 360 240 120 0
Si pone in evidenza il 2015 perché è l’anno i cui valori devono essere modificati per effettuare il
ripristino. In sostanza il ripristino deve riportare il VCN da euro 240 a euro 300.
Di quanto è possibile effettuare il ripristino?
Il limite massimo della rivalutazione è dato dal fondo di svalutazione che ammonta a euro 150. In
realtà non è possibile ripristinare tutto l’importo della precedente svalutazione ma soltanto una
parte, cioè di quella parte che rappresenta la differenza tra il valore contabile netto originario (300)
e il valore contabile netto a seguito della svalutazione (240). Pertanto sarà possibile ripristinare
soltanto euro 60 = 300-240.
Come si fa contabilmente?
Il ripristino si sostanzia in P.D. nella riduzione del fondo svalutazione fino al limite in cui il piano
di ammortamento viene riportato ai valori originari. La scrittura in P.D. è la seguente:
Fondo svalutazione impianti a Rivalutazione impianti 60
Il mastrino “Rivalutazione impianti” è un provento di esercizio che viene riclassificato in bilancio
nel VALORE DELLA DELLA PRODUZIONE (A) alla voce 5) “Altri ricavi e proventi”.
Come si modifica allora il piano di ammortamento a seguito del ripristino effettuato in data
31/12/2015?
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
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Si presenta di seguito il piano di ammortamento residuo per il 2015, 2016 e 2017, cioè per gli anni
di vita utile rimanenti:
Dopo il ripristino di valore
2015 2016 2017
Costo storico 1.200 1.200 1.200
Ammortamento annuo 120 150 150
Fondo ammortamento cumulato -810 -960 -1.110
Fondo svalutazione -150 -150 -150
Ripristino di valore 60 60 60
Valore contabile netto immobile 300 150 0
Come si vede il piano di ammortamento è tornato ai valori originari come se la svalutazione non
fosse mai stata effettuata.
Spieghiamo cosa è successo. Al 31/12/2015, al termine del teorico ammortamento di euro 120 euro
ci si accorge che il valore recuperabile non è 240 ma 300. Occorre modificare il piano di
ammortamento a partire dall’epoca in cui si pone in essere la rivalutazione cioè a partire dal
31/12/2015 (che è la data in cui ci si accorge che si può ripristinare). Si deve agire per riportare il
VCN a euro 300. Come si può fare? Inserendo un ripristino di valore sotto il Fondo svalutazione.
Detta rivalutazione viene effettuata una tantum e riportata anche negli anni successivi a tenere
memoria che il bene ha subito un ripristino di valore. L’effetto netto sarà pertanto dato dalla
differenza tra il fondo svalutazione (150) e il ripristino effettuato (60). Negli anni residui la quota
annua di ammortamento non sarà più 120 ma tornerà ad essere pari a euro 150.
ALTRI ESERCIZI SULL’AMMORTAMENTO DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
1. Redazione del piano di ammortamento
Sulla base dei seguenti dati riferiti a un impianto:
Valore originario = € 12.000
Valore residuo = € 0
Vita utile = 5 anni
Il candidato rediga il piano di ammortamento del bene nelle seguenti ipotesi:
a) piano a quote costanti;
b) piano a quote crescenti;
c) piano a quote decrescenti.
Soluzione:
Ammortamento costante I anno II anno III anno IV anno V anno
Costo storico 12.000 12.000 12.000 12.000 12.000
Quota di ammortamento 2.400 2.400 2.400 2.400 2.400
Fondo ammortamento 2.400 4.800 7.200 9.600 12.000
Valore contabile netto 9.600 7.200 4.800 2.400 -
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
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Ammortamento crescente I anno II anno III anno IV anno V anno
Costo storico 12.000 12.000 12.000 12.000 12.000
Quota di ammortamento 800 1.600 2.400 3.200 4.000
Fondo ammortamento 800 2.400 4.800 8.000 12.000
Valore contabile netto 11.200 9.600 7.200 4.000 -
Ammortamento decrescente I anno II anno III anno IV anno V anno
Costo storico 12.000 12.000 12.000 12.000 12.000
Quota di ammortamento 4.000 3.200 2.400 1.600 800
Fondo ammortamento 4.000 7.200 9.600 11.200 12.000
Valore contabile netto 8.000 4.800 2.400 800 -
2. Svalutazione durevole
La società Alfa presenta, con riferimento a un’immobilizzazione materiale, il seguente piano di
ammortamento:
Anni 20n1 20n2 20n3 20n4 20n5
Costo storico 100.000 100.000 100.000 100.000 100.000
Ammortamento 20.000 20.000 20.000 20.000 20.000
Fondo ammortamento -20.000 -40.000 -60.000 -80.000 -100.000
Valore contabile netto 80.000 60.000 40.000 20.000 0
Al 31/12/20n2 il valore di mercato ammonta a 54.000 e i flussi prospettici finanziari attualizzati
risultano ammontano a 53.460:
Il candidato indichi illustrando il procedimento adottato e i calcoli effettuati il valore contabile a
cui l’immobilizzazione deve essere iscritta in Stato Patrimoniale al 31/12/20n2 e il piano di
ammortamento del periodo residuo.
***
Soluzione:
20n3 20n4 20n5
Valore d'uso 18.867,92 17.799,93 16.792,39 53.460
Valore contabile 60.000
Valore recuperabile 54.000
Svalutazione durevole 6.000
Valore contabile 31/12/n2 54.000
Nuovo piano di ammortamento 20n2 20n3 20n4 20n5
Costo storico 100.000 100.000 100.000 100.000
Ammortamento 20.000 18.000 18.000 18.000
Fondo ammortamento -40.000 -58.000 -76.000 -94.000
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Fondo svalutazione -6.000 -6.000 -6.000 -6.000
Valore contabile netto 54.000 36.000 18.000 0
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
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3. Redazione del piano di ammortamento
Sulla base dei seguenti dati riferiti a un impianto:
Valore originario = € 2.400
Valore residuo = € 0
Vita utile = 5 anni
Il candidato rediga il piano di ammortamento del bene nelle seguenti ipotesi:
a) piano a quote costanti;
b) piano a quote crescenti;
c) piano a quote decrescenti.
Soluzione:
Ammortamento costante I anno II anno III anno IV anno V anno
Costo storico 2.400 2.400 2.400 2.400 2.400
Quota di ammortamento 480 480 480 480 480
Fondo ammortamento 480 960 1.440 1.920 2.400
Valore contabile netto 1.920 1.440 960 480 -
Ammortamento crescente I anno II anno III anno IV anno V anno
Costo storico 2.400 2.400 2.400 2.400 2.400
Quota di ammortamento 160 320 480 640 800
Fondo ammortamento 160 480 960 1.600 2.400
Valore contabile netto 2.240 1.920 1.440 800 -
Ammortamento decrescente I anno II anno III anno IV anno V anno
Costo storico 2.400 2.400 2.400 2.400 2.400
Quota di ammortamento 800 640 480 320 160
Fondo ammortamento 800 1.440 1.920 2.240 2.400
Valore contabile netto 1.600 960 480 160 -
4. Redazione del piano di ammortamento
Sulla base dei seguenti dati riferiti a un impianto:
Valore originario = € 30.000
Valore residuo = € 0
Vita utile = 5 anni
Il candidato rediga il piano di ammortamento del bene nelle seguenti ipotesi:
d) piano a quote costanti;
e) piano a quote crescenti;
f) piano a quote decrescenti.
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Soluzione:
Ammortamento costante I anno II anno III anno IV anno V anno
Costo storico 30.000 30.000 30.000 30.000 30.000
Quota di ammortamento 6.000 6.000 6.000 6.000 6.000
Fondo ammortamento 6.000 12.000 18.000 24.000 30.000
Valore contabile netto 24.000 18.000 12.000 6.000 -
Ammortamento crescente I anno II anno III anno IV anno V anno
Costo storico 30.000 30.000 30.000 30.000 30.000
Quota di ammortamento 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000
Fondo ammortamento 2.000 6.000 12.000 20.000 30.000
Valore contabile netto 28.000 24.000 18.000 10.000 -
Ammortamento decrescente I anno II anno III anno IV anno V anno
Costo storico 30.000 30.000 30.000 30.000 30.000
Quota di ammortamento 10.000 8.000 6.000 4.000 2.000
Fondo ammortamento 10.000 18.000 24.000 28.000 30.000
Valore contabile netto 20.000 12.000 6.000 2.000 -
5. Svalutazione durevole
La società Alfa presenta, con riferimento a un’immobilizzazione materiale, il seguente piano di
ammortamento:
Anni 20n1 20n2 20n3 20n4 20n5
Costo storico 200.000 200.000 200.000 200.000 200.000
Ammortamento 40.000 40.000 40.000 40.000 40.000
Fondo ammortamento -40.000 -80.000 -120.000 -160.000 -200.000
Valore contabile netto 160.000 120.000 80.000 40.000 0
Al 31/12/20n2 il valore di mercato ammonta a 75.000
Il candidato indichi illustrando il procedimento adottato e i calcoli effettuati il valore contabile a
cui l’immobilizzazione deve essere iscritta in Stato Patrimoniale al 31/12/20n2 e il piano di
ammortamento del periodo residuo.
Si ipotizzi che al 31/12/20n4 vengano meno i motivi dell’eventuale svalutazione effettuata.
Il candidato indichi il valore contabile a cui l’immobilizzazione deve essere iscritta in Stato
Patrimoniale al 31/12/20n4, evidenziando i passaggi effettuati sul piano di ammortamento.
Soluzione:
Valore recuperabile 75.000
Valore contabile 120.000
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
39
Valore contabile 31/12/n2 75.000
Svalutazione durevole 45.000
Piano ammortamento dopo la svalutazione 20n2 20n3 20n4 20n5
Costo storico 200.000 200.000 200.000 200.000
Ammortamento 40.000 25.000 25.000 25.000
Fondo ammortamento -80.000 -105.000 -130.000 -155.000
Fondo svalutazione -45.000 -45.000 -45.000 -45.000
Valore contabile netto 75.000 50.000 25.000 0
A seguito del ripristino del valore:
Valore contabile 31/12/n4 25.000
Valore recuperabile 40.000
Ripristino di valore 15.000
Piano ammortamento dopo il ripristino 20n4 20n5
Costo storico 200.000 200.000
Ammortamento 25.000 40.000
Fondo ammortamento -130.000 -170.000
Fondo svalutazione -45.000 -45.000
Ripristino di valore 15.000 15.000
Valore contabile netto 40.000 0
6. Svalutazione durevole
La società Alfa presenta, con riferimento a un’immobilizzazione materiale, il seguente piano di
ammortamento:
Anni 20n1 20n2 20n3 20n4 20n5 20n6
Costo storico 240.000 240.000 240.000 240.000 240.000 240.000
Ammortamento 40.000 40.000 40.000 40.000 40.000 40.000
Fondo ammortamento -40.000 -80.000 -120.000 -160.000 -200.000 -240.000
Valore contabile netto 200.000 160.000 120.000 80.000 40.000 -
Al 31/12/20n4 il valore di mercato ammonta a 75.000 e i flussi prospettici attualizzati ammontano a
73.900. Il candidato indichi illustrando il procedimento adottato e i calcoli effettuati il valore
contabile a cui l’immobilizzazione deve essere iscritta in Stato Patrimoniale al 31/12/20n4 senza il
piano di ammortamento del periodo residuo.
Soluzione:
Valore d'uso 73.900
Valore di mercato 75.000
Valore recuperabile 75.000
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
40
Svalutazione 5.000
Valore contabile netto 75.000
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
41
ESERCIZI SULLE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
Oneri pluriennali
Il candidato, sulla base dei seguenti dati, determini l’utile distribuibile.
STATO PATRIMONIALEt
Spese di impianto 5.000
….
…
Capitale sociale
Riserva legale
Riserva straordinaria
Utile d’esercizio
…
10.000
1.000
4.000
2.000
***
Soluzione:
-accantonamento a riserva legale: 100
Utile 2.000: - accantonamento a riserva straordinaria: 1.000
- utile distribuibile: 900
Oneri pluriennali (lezione del 27/04/2009)
Il candidato, sulla base dei seguenti dati, determini l’utile distribuibile.
STATO PATRIMONIALEt
Spese di impianto 2.000
….
…
Capitale sociale
Riserva legale
Riserva straordinaria
Utile d’esercizio
…
10.000
2.000
1.000
1.500
***
Soluzione:
-accantonamento a riserva straordinaria: 1.000
Utile 2.000: - utile distribuibile: 500
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
42
Oneri pluriennali
Il candidato, sulla base dei seguenti dati, determini l’utile distribuibile.
STATO PATRIMONIALEt
Spese di impianto 30.000
….
…
Capitale sociale
Riserva legale
Riserva straordinaria
Utile d’esercizio
…
200.000
20.000
20.000
20.000
***
Soluzione:
-accantonamento a riserva legale: 0
Utile 20.000: - accantonamento a riserva straordinaria: 10.000
- utile distribuibile: 10.000
Oneri pluriennali
Il candidato, sulla base dei seguenti dati, determini l’utile distribuibile.
STATO PATRIMONIALEt
Spese di impianto 5.000
….
…
Capitale sociale
Riserva legale
Riserva straordinaria
Utile d’esercizio
…
100.000
5.000
4.000
2.000
***
Soluzione:
-accantonamento a riserva legale: 100
Utile 2.000: - accantonamento a riserva straordinaria: 1.000
- utile distribuibile: 900
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
43
Avviamento nel caso di acquisto di partecipazione valutata con il METODO DEL COSTO
In data 31/12/n, la società Alfa acquista il 100% della società Beta, pagando un prezzo pari a euro
3.000.
La situazione patrimoniale a valori correnti della società Beta alla data di cessione è la seguente
(euro/migliaia):
Stato Patrimoniale Società Beta 31/12/n (data di acquisto)
Cassa
Crediti
Fabbricati
500
500
2.000
Debiti
K’
1.200
1.800
Totale attività 3.000 Totale passività + netto 3.000
1. Il candidato determini il valore del capitale economico della società Beta e determini il
valore dell’avviamento.
Si ipotizzi che al 31/12/n+1 a seguito di sentori si verifichi il test per effettuare l’esistenza di una
svalutazione durevole. Lo stato patrimoniale a valori correnti della società partecipata Beta alla data
di valutazione sia la seguente:
Stato Patrimoniale Società Beta 31/12/n+1 (data di Impairment Test)
Cassa
Crediti
Fabbricati
200
500
1.500
Debiti
K’
1.200
1.000
Totale attività 2.200 Totale passività + netto 2.200
2. Il candidato determini il valore di iscrizione in bilancio della partecipazione al 31/12/n+1.
Soluzione 1.
Il valore economico è rappresentato dal prezzo pagato al 100% dall’azienda, cioè 3.000 euro.
Il valore dell’avviamento si determina per differenza. Dato che W= K’+Avviamento,
Avviamento = W-K’ = 3.000-1.800 = 1.200.
Nel bilancio della società che acquista la partecipazione, l’avviamento non deve essere rilevato in
quanto, come si deduce, tale partecipazione viene contabilizzata con il METODO DEL COSTO E
NON CON IL METODO DEL PATRIMONIO NETTO (EQUITY METHOD).
Soluzione 2:
Il valore del patrimonio netto rettificato (K’) si è ridotto: da 1.800 a 1.000 euro.
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
44
Nella sostanza occorre apportare una svalutazione alla partecipazione di euro 800 (1.800-1.000),
cioè della differenza tra il valore corrente del PN all’epoca del Test di svalutazione e il valore
corrente del PN all’epoca dell’acquisto della partecipazione. Ciò significa che l’azienda partecipata
ha perso redditività nel tempo e pertanto il valore originario di carico della partecipazione non è più
rappresentativo della realtà effettiva della società partecipata.
Avviamento nel caso di acquisto di partecipazione valutata con il METODO DEL COSTO In data 31/12/n, la società Alfa acquista il 100% della società Beta, pagando un prezzo pari al valore
economico della società pro-quota (in questo caso il 100%), per euro 12.500. Tale prezzo è
determinato come la somma del valore corrente del patrimonio netto (K’) e dell’avviamento. Il
valore corrente del patrimonio netto (K’) è stimato come differenza tra il valore corrente delle
attività e quello delle passività aziendali.
La situazione patrimoniale a valori di mercato (correnti) della società Beta alla data di cessione è la
seguente (euro/migliaia):
Stato Patrimoniale Società Beta 31/12/n
Cassa
Crediti
Rimanenze
Impianti
1.000
5.000
1.500
14.500
Debiti
K’
10.000
12.000
Totale attività 22.000 Totale passività + netto 22.000
Si determini il valore dell’avviamento e il valore di carico della partecipazione al 31/12/n
Soluzione:
K’ = Attivo corrente – Passività a valori correnti = 22.000-10.000 = 12.000.
Avviamento = Prezzo pagato – K’ = 12.500 – 12.000 = 500.
Il valore di carico della partecipazione è pari al prezzo pagato (euro 12.500).
L’avviamento si genera dalla differenza tra il prezzo pagato e il valore corrente del patrimonio netto
(K’). Nel bilancio della società che acquista la partecipazione, l’avviamento non deve essere
rilevato in quanto, come si deduce, tale partecipazione viene contabilizzata con il METODO DEL
COSTO E NON CON IL METODO DEL PATRIMONIO NETTO (EQUITY METHOD).
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
45
Valutazione delle partecipazioni: metodo del costo
In data 2/01/n la società Alfa acquista il 100% della società Beta a un costo di acquisto di € 800.
Applicando il metodo del costo, individuare il valore contabile della partecipazioni alle date
indicate, le eventuali scritture in P.D. da redigere e le eventuali informazioni da fornire in Nota
integrativa, ipotizzando di avere i seguenti valori.
31/12/n valore economico di Beta € 800; PN di Beta 600.
31/12/n+1 valore economico di Beta € 1.000; PN di Beta 800.
31/12/n+2 valore economico di Beta € 700; PN di Beta 800.
31/12/n+3 valore economico di Beta € 1.000; PN di Beta 900.
***
Soluzione:
Partecipazione 31/12/n 31/12/n+1 31/12/n+2 31/12/n+3
Valore contabile iscritto in SP 800 800 700 800
Svalutazione/Ripristino di valore
inserita in CE 0 0 -100 +100
Informazioni da riportare in NI SI NO NO NO
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46
Valutazione delle partecipazioni: metodo del costo
In data 2/01/n la società Alfa acquista il 40% della società Beta a un costo di acquisto di € 800.000.
Applicando il metodo del costo, individuare il valore contabile della partecipazioni alle date
indicate, le eventuali scritture in P.D. da redigere e le eventuali informazioni da fornire in Nota
integrativa, ipotizzando di avere i seguenti valori.
31/12/n valore economico di Beta € 2.200.000; PN di Beta 1.800.000.
31/12/n+1 valore economico di Beta € 2.000.000; PN di Beta 1.850.000.
31/12/n+2 valore economico di Beta € 1.900.000; PN di Beta 1.850.000.
31/12/n+3 valore economico di Beta € 2.200.000; PN di Beta 2.000.000.
***
Partecipazione 31/12/n 31/12/n+1 31/12/n+2 31/12/n+3
Valore contabile iscritto in SP 800.000 800.000 760.000 800.000
Svalutazione/Ripristino di valore
inserita in CE 0 0 -40.000 +40.000
Informazioni da riportare in NI SI SI SI NO
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47
Valutazione delle partecipazioni: metodo del costo
In data 2/01/n la società Alfa acquista il 100% della società Beta a un costo di acquisto di €
5.000.000.
Applicando il metodo del costo, individuare il valore contabile della partecipazioni alle date
indicate, le eventuali scritture in P.D. da redigere e le eventuali informazioni da fornire in Nota
integrativa, ipotizzando di avere i seguenti valori.
31/12/n valore economico di Beta € 5.500.000; PN di Beta 5.000.000.
31/12/n+1 valore economico di Beta € 4.500.000; PN di Beta 5.200.000.
31/12/n+2 valore economico di Beta € 6.000.000; PN di Beta 5.500.000.
***
Soluzione:
Partecipazione 31/12/n 31/12/n+1 31/12/n+2
Valore contabile iscritto in SP 5.000.000 4.500.000 5.000.000
Svalutazione/Ripristino di valore
inserita in CE 0 -500.000 +500.000
Informazioni da riportare in NI NO NO NO
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48
Valutazione delle partecipazioni: metodo del patrimonio netto (svolto in aula 15_04_2015) Il 1° gennaio dell’esercizio n la Società Alfa acquista il 100% della Società Beta, per Euro 600.000.
All’atto dell’acquisto, il prezzo è stato determinato in base alla seguente perizia di stima:
W = PNC + Avviamento
600.000 = 500.000 + 100.000
In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società si presentano come segue (Euro/000).
Stato patrimoniale Alfa Stato patrimoniale Beta
Cassa 1.000 Debiti 1.600 Cassa 1.000 Debiti 500
Part. in Beta 600 Capitale netto 1.000 Capitale netto 500
Impianti 1.000
Totale 2.600 Totale 2.600 Totale 1.000 Totale 1.000
Durante l’esercizio n le società svolgono le seguenti operazioni (valori in migliaia di euro):
Azienda Beta
Acquisto di merci da terzi per euro 500 con pagamento in contanti
Vendita di tutte le merci ad Alfa per euro 460, con riscossione in contanti
Prestazione di servizi a terzi per euro 80, con riscossione del ricavo in contanti
Azienda Alfa
Acquisto merci da Beta per euro 460, con pagamento in contanti
Prestazione di servizi a terzi per euro 200 con riscossione in contanti
Valutazione delle rimanenze finali al costo per un importo pari a euro 460
Ammortamento dell’impianto del 10%
Sapendo che:
- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;
- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con il metodo del patrimonio netto (equity method);
- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;
- la società Beta distribuisce dividendi per euro 10;
- l’avviamento della società acquisita è ammortizzato in 5 anni.
Il candidato presenti:
- i conti economici delle società Alfa e Beta al 31/12/n;
- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;
lo stato patrimoniale finale di Alfa e di Beta al 31/12/n.
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Equity method – soluzione
Cassa 1.000 Capitale netto 1.000 Cassa 1.000 Debiti 500
Impianti 1.000 Debiti 1.600 -
Partecip. in Beta 600 - Capitale netto 500
Totale 2.600 2.600 Totale 1.000 Totale 1.000
Perizia - Vendita 460
W 500 0 100 Acquisto 500 Servizi 80
W totale 600 -
500 540
% partecipazione 100% Utile 40
Dividendi 10 540 540
EQUITY METHOD
CN 540 0 100
dividendi -10 0 20 Cassa 1.040 Debiti 500
rettifiche 40
570 0 80 Impianti - Capitale netto1/1 500
Valore Beta 100% 650 Utile 40
Valore partecipazione 650
Svalutazione/Rivalutazione 50 Totale 1.040 Totale 1.040
Cassa Alfa Cassa Beta
1.000 1.000
-460 460
200 80
0 -500
740 1.040
Acquisto Beta 460 Vendita 200 Cassa 740 Debiti 1600
Rimanenze 460 Impianti 900
Amm (20%) 100 Dividendi 10 Rimanenze 460 Capitale netto1/1 1.000
Svalutazione FALSO Rivalutazione 50 Crediti dividendi 10 Utile 160
560 720 Partecip. in B 650
Utile 160
Totale 720 Totale 720 Totale 2.760 Totale 2.760
CE Alfa Stato patrimoniale Alfa
Stato patrimoniale Alfa1/1 Stato patrimoniale Beta1/1
CE Beta31/12
Stato patrimoniale Beta31/12
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50
Valutazione delle partecipazioni: metodo del patrimonio netto (svolto in aula il 22_04_2015)
Il 1° gennaio dell’esercizio n la Società Alfa acquista il 60% della Società Beta, per Euro 900.000.
All’atto dell’acquisto, il prezzo è stato determinato in base alla seguente perizia di stima:
W = PNC + Rettifiche di valore assets + Avviamento
1.500.000 = 1.000.000 + 100.000 + 400.000
In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società si presentano come segue (Euro/000).
Stato patrimoniale Alfa Stato patrimoniale Beta
Cassa 1.100 Debiti 1.600 Cassa 1.000 Debiti 2.000
Part. in Beta 900 Capitale netto 1.400 Merci 1.000 Capitale netto 1.000
Impianti 1.000 Impianti 1.000
Totale 3.000 Totale 3.000 Totale 3.000 Totale 3.000
Durante l’esercizio n le società svolgono le seguenti operazioni (valori in migliaia di euro):
Azienda Alfa
Prestazione di servizi a terzi per euro 840 con riscossione in contanti
Acquisto merci da Beta per euro 1.200, con pagamento in contanti
Acquisto di servizi da terzi per euro 500 con pagamento in contanti
Valutazione delle rimanenze finali al costo per un importo pari a euro 1.200
Ammortamento dell’impianto del 20% (euro 200)
Azienda Beta
Acquisto di servizi da terzi per euro 800 con pagamento in contanti
Vendita di tutte le merci ad Alfa per euro 1.200, con riscossione in contanti
Prestazione di servizi a terzi per euro 1.200, con riscossione del ricavo in contanti
Ammortamento degli impianti del 20% (euro 200)
Sapendo che:
- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;
- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con il metodo del patrimonio netto (equity method);
- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;
- la società Beta distribuisce dividendi per euro 200;
- l’avviamento e le rettifiche di valore degli assets della società Beta sono ammortizzati in 5 anni (20%).
Il candidato presenti:
- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;
- i bilanci di Alfa e di Beta al 31/12/n.
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51
Equity method - soluzione
DI SEGUITO SONO PRESENTATI ALTRI 4 ESERCIZI MAI SVOLTI IN AULA SULLA
VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI CON EQUITY METHOD
Cassa 1.100 Capitale netto 1.400 Cassa 1.000 Debiti 2.000
Impianti 1.000 Debiti 1.600 Merci 1.000
Partecip. in Beta 900 Impianti 1.000 Capitale netto 1.000
Totale 3.000 3.000 Totale 3.000 Totale 3.000
Perizia Rimanenze 1.000 Vendita 1.200
W 1.000 100 400 Acquisto 800 Servizi 1.200
W totale 1.500 Amm (20%) 200
2.000 2.400
% partecipazione 60% Utile 400
Dividendi 200 2.400 2.400
EQUITY METHOD
CN 1.400 100 400
dividendi -200 20 80 Cassa 2.600 Debiti 2.000
rettifiche -200
1.000 80 320 Impianti 800 Capitale netto1/1 1.000
Valore Beta 100% 1.400 Utile 400
Valore partecipazione 840
Svalutazione/Rivalutazione -60 Totale 3.400 Totale 3.400
Cassa Alfa Cassa Beta
1.100 1.000
-1.200 1.200
840 1.200
-500 -800
240 2.600
Acquisto Beta 1.200 Vendita 840 Cassa 240 Debiti 1.600
Acquisto 500 Rimanenze 1.200 Impianti 800
Amm (20%) 200 Dividendi 120 Rimanenze 1.200 Capitale netto1/1 1.400
Svalutazione 60 Rivalutazione 0 Crediti dividendi 120 Utile 200
1.960 2.160 Partecip. in B 840
Utile 200
Totale 2.160 Totale 2.160 Totale 3.200 Totale 3.200
CE Alfa Stato patrimoniale Alfa
Stato patrimoniale Alfa1/1 Stato patrimoniale Beta1/1
CE Beta31/12
Stato patrimoniale Beta31/12
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Altri esercizi con soluzione su valutazione delle partecipazioni con Equity Method
Esercizio 1
Il 1° gennaio 2003 la Società Alfa acquista il 100% della Società Beta, per Euro 5.600 milioni.
In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società s presentano come segue (Euro/000).
STATO PATRIMONIALE ALFA
STATO PATRIMONIALE BETA
Cassa 4.400 Cassa 2.400 Debiti 4.000
Impianti 2.000 capitale netto 12.000 Merci 2.000
Partecip. in Beta 5.600 Impianti 4.000 Capitale netto 5.000
Totale 12.000 Totale 12.000 Totale 9.000 Totale 9.000
All’atto dell’acquisto, la perizia determinava il seguente valore dell’azienda Beta (100%):
W = K + Rivalutazione impianti + avviamento
5600 = 5.000 + 300 + 300
Durante l’esercizio si svolgono le seguenti operazioni (valori in euro/000):
Azienda Alfa
Acquisto merci da Beta per Euro 2.200.
Cessione servizi a terzi per Euro 1.500
Acquisto merci da terzi per Euro 800
Ammortamento impianti del 20%
Valutazione delle rimanenze finali in Euro 3.000
Azienda Beta
Vendita di tutte le merci a Alfa per Euro 2.200
Cessione servizi a terzi per Euro 1.800
Acquisto servizi da terzi per Euro 1.000
Ammortamento impianti del 20%
Dividendi complessivi da distribuire Euro 100
Sapendo che:
- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;
- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con l’equity method;
- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;
- l’ammortamento del maggior valore degli impianti e dell’avviamento avviene in 5 anni
Il candidato presenti:
- i conti economici delle società Alfa e Beta relativi all’esercizio 2003;
- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;
- lo stato patrimoniale finale di Alfa e di Beta al 31/12/2003
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Soluzione Esercizio 1
SP alfa iniziale
SP Beta iniziale
cassa 4400
cassa 3000 debiti 4000
impianti 2000 capitale netto 12000
impianti 4000 capitale netto 5000
partecipazione in Beta 5600
merci 2000
totale 12000 totale 12000
totale 9000 totale 9000
perizia PNC Rivalutazione Avviamento
W 5000 300 300
CE Beta
W 5600
Rim iniziali 2000 Ricavi 2200
Acquisto servizi 1000 Servizi 1800
Ammortamento 800
Dividendi da distribuire 100
totale 3800 totale 4000
Equity A B C
utile Beta 200
PN 5200 300 300
CE Alfa
Dividendi -100 -60 -60
Acquisto merci 800 Ricavi 1500
Rettifiche consolidam. -20013
Acquisto merci B 2200 rima finali 3000
rettifiche 2423 0
Ammortamento 400 dividendi 100
TOTALE Equity 4900 240 240
svalutazione 220
TOTALE Equity 5380
totale 3620 totale 4600
Svalutazione 220
utile Alfa 980
SP Beta finale
cassa Beta 3000
cassa 6000 debiti 4000
vendita a Alfa 2200
impianti 3200 capitale netto 5000
Cessione servizi a terzi 1800
merci 0 utile 200
Acquisto da terzi -1000
totale 9200 totale 9200
totale flusso cassa 6000
SP Alfa finale
Cassa Alfa 4400
cassa 2900 capitale netto 12000
Acquisto da Beta -2200
impianti 1600 utile 980
Vendita merci a terzi 1500
merci 3000
Acquisto merci terzi -800
partecipazione 5380
totale flusso cassa 2900
crediti dividendi 100
totale 12980 12980
13 Le rettifiche di consolidamento si originano solamente nel CE di Beta. Infatti, visto che alla data di acquisto
della partecipazione, Beta possiede nel suo SP iniziale Merci in rimanenza, esse devono essere considerate
come rimanenze iniziali di merci e integrate nel CE di Beta del nuovo anno. Dette merci hanno un costo di
euro 2.000. Nel momento in cui esse merci vengono vendute ad Alfa, per euro 2.200, si genera un utile
infragruppo a favore di Beta di euro 200. Tale utile infragruppo deve essere eliminato con il segno negativo.
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Esercizio 2
Il 1° gennaio 2003 la Società Alfa acquista l’80% della Società Beta, per Euro 1.600 milioni.
In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società s presentano come segue (Euro/000).
STATO PATRIMONIALE ALFA
STATO PATRIMONIALE BETA
Cassa 1560 Cassa 1000 Debiti 1400
Impianti 1000 capitale netto 4160 Merci 1000
Partecip. in Beta 1600 Impianti 1000 Capitale netto 1600
Totale 4160 Totale 4160 Totale 3000 Totale 3000
All’atto dell’acquisto, la perizia determinava il seguente valore dell’azienda Beta (100%):
W = K + Rivalutazione impianti + avviamento
2.000 = 1.600 + 100 + 300
Durante l’esercizio si svolgono le seguenti operazioni (valori in euro/000):
Azienda Alfa
Acquisto merci da Beta per Euro 1.300.
Vendita merci a terzi per Euro 2.000
Acquisto merci da terzi per Euro 800
Ammortamento impianti del 20%
Valutazione delle rimanenze finali in Euro 800
Azienda Beta
Vendita di tutte le merci a Alfa per Euro 1.300
Cessione servizi a terzi per Euro 1.100
Acquisto servizi da terzi per Euro 1.000
Ammortamento impianti del 20%
Dividendi complessivi da distribuire Euro 100
Sapendo che:
- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;
- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con l’equity method;
- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;
- l’ammortamento del maggior valore degli impianti e dell’avviamento avviene in 5 anni
Il candidato presenti:
- i conti economici delle società Alfa e Beta relativi all’esercizio 2003;
- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;
- lo stato patrimoniale finale di Alfa e di Beta al 31/12/2003
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Soluzione Esercizio 2
SP Alfa iniziale
Perizia W CN Beta Rivalut. Impianti Avviamento
Cassa 1560
Impianti 1000 Capitale netto 4160
2000 1600 100 300
Partecipazione 1600
Totale 4160 Totale 4160
Dividendi 100 % Partecipazione 80%
SP Beta iniziale
% dividendi 80
Cassa 1000 Debiti 1400
I dividendi sono calcolati in percentuale di partecipazione solo ai fini della determinazione del ricavo per dividendi che Alfa deve contabilizzare nel suo CE
Merci 1000 Capitale netto 1600
Impianti 1000
Equity A B Impianti C Avviamento
Totale 3000 Totale 3000
PN Beta 1800 100 300 Dividendi -100
CE Beta anno n
Rettifiche infragruppo -300 -20 -60
Riman. Iniziali 1000 Vendita Alfa 1300
Rettifiche 2423-2423-bis 0
Acq. Servizi 1000 Cess. Servizi 1100
Totale Equity 1400 80 240
Ammortamento 200
totale 2200 Totale 2400
Utile 200
Valore partecipazione (100%) 1720
Totale 2400 Totale 2400
% Partecipazione 80% Valore partecipazione (80%) 1376
SP Beta finale
Svalutazione/Rivalutazione -224
Cassa 2400 Debiti 1400
Merci 0 Capitale netto 1600
Cassa Beta
Impianti 800 utile n 200
Cassa iniziale 1000
Totale 3200 Totale 3200
Vendita a Alfa 1300 Cessione servizi 1100
CE Alfa anno n
Acquisto servizi -1000
Acquisto merci Beta
1300 vendita merci 2000
Totale cassa Beta 2400
Acquisto merci 800 Dividendi 80
Ammortamento 200 Rim finali 800
Cassa Alfa
Svalutazione Part.
224 Rivalutazione FALSO
Cassa iniziale 1560
Totale 2524
Acquisto da Beta -1300
Utile 356
vendita merci terzi 2000
Totale 2.880 Totale 2.880
Acquisto servizi -800 Totale cassa Alfa 1460
SP Alfa finale
Cassa 1460 Debiti 0
Merci 800 Capitale netto 4160
Impianti 800 utile n 356
Dividendi 80
Partecipazione 1376
Totale 4516 Totale 4516
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56
Esercizio 3
Il 1° gennaio 2003 la Società Alfa acquista l’80% della Società Beta, per Euro 3.520 milioni.
In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società s presentano come segue (Euro/000).
STATO PATRIMONIALE ALFA
STATO PATRIMONIALE BETA
Cassa 4.640 Cassa 2.000 Debiti 2.000
Impianti 2.000 capitale netto 10.160 Merci 2.000
Partecip. in Beta 3.520 Impianti 2.000 Capitale netto 4.000
Totale 10.160 Totale 10.160 Totale 6.000 Totale 6.000
All’atto dell’acquisto, la perizia determinava il seguente valore dell’azienda Beta (100%):
W = K + Rivalutazione impianti + avviamento
4400 = 4.000 + 200 + 200
Durante l’esercizio si svolgono le seguenti operazioni (valori in euro/000):
Azienda Alfa
Acquisto merci da Beta per Euro 1.800.
Vendita merci a terzi per Euro 2.400
Acquisto merci da terzi per Euro 1.000
Ammortamento impianti del 20%
Valutazione delle rimanenze finali in Euro 1.000
Azienda Beta
Vendita di tutte le merci a Alfa per Euro 1.800
Cessione servizi a terzi per Euro 1.800
Acquisto servizi da terzi per Euro 1.000
Ammortamento impianti del 20%
Dividendi complessivi da distribuire Euro 180
Sapendo che:
- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;
- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con l’equity method;
- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;
- l’ammortamento del maggior valore degli impianti e dell’avviamento avviene in 5 anni
Il candidato presenti:
- i conti economici delle società Alfa e Beta relativi all’esercizio 2003;
- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;
- lo stato patrimoniale finale di Alfa e di Beta al 31/12/2003
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
57
SP Alfa iniziale
Perizia W CN Beta Rivalut. Impianti Avviamento
Cassa 4640
Impianti 2000 Capitale netto 10160
4400 4000 200 200
Partecipaz. In Beta 3520
Totale 10160 Totale 10160
Dividendi 180 % Partecipazione 80%
SP Beta iniziale
% dividendi 144
Cassa 2000 Debiti 2000
Merci 2000 Capitale netto 4000
Impianti 2000
Equity Impianti Avviamento
Totale 6000 Totale 6000
PN Beta 4200 200 200 Dividendi -180
CE Beta anno n
Rettifiche infragruppo 200 -40 -40
Riman. Iniziali 2000 Vendita Alfa 1800
Rettifiche 2423-2423-bis 0
Acq. Servizi terzi 1000 Cess. Servizi 1800
Totale Equity 4220 160 160
Ammortamento 400
totale 3400 Totale 3600
Utile 200
Valore partecipazione (100%) 4540
Totale 3600 Totale 3600
% Partecipazione 80% Valore partecipazione (80%) 3632
SP Beta finale
Svalutazione/Rivalutazione 112
Cassa 4600 Debiti 2000
Merci 0 Capitale netto 4000
Cassa Beta
Impianti 1600 utile n 200
Cassa iniziale 2000
Totale 6200 Totale 6200
Vendita a Alfa 1800 Cessione servizi 1800
CE Alfa anno n
Acquisto servizi -1000
Acquisto merci Beta 1800 vendita merci 2400
Totale cassa Beta 4600
Acquisto merci 1000 Dividendi 144
Ammortamento 400 Rim finali 1000
Cassa Alfa
Svalutazione FALSO Rivalutazione Part
112
Cassa iniziale 4640
Totale 3200 Acquisto da Beta -1800
Utile
456
vendita merci terzi 2400
Totale 3.656
Totale 3.656
Acquisto servizi -1000 Totale cassa Alfa 4240
SP Alfa finale
Cassa 4240 Debiti 0
Merci 1000 Capitale netto 10160
Impianti 1600 utile n
456
Dividendi
144
Partecipazione 3632
Totale 10616 Totale 10616
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58
Esercizio 4
Il 1° gennaio 2003 la Società Alfa acquista il 100% della Società Beta, per Euro 4.400 milioni.
In seguito all’acquisto, gli S.P. delle due Società s presentano come segue (Euro/000).
STATO PATRIMONIALE ALFA STATO PATRIMONIALE BETA
Cassa 4.600 Cassa 2.000 Debiti 2.000
Impianti 2.000 Capitale netto 11.000 Merci 2.000
Partecip. in Beta 4.400 Impianti 2.000 Capitale netto 4.000
Totale 11.000 Totale 11.000 Totale 6.000 Totale 6.000
All’atto dell’acquisto, la perizia determinava il seguente valore dell’azienda Beta (100%):
W = K + Rivalutazione impianti + avviamento
4.400 = 4.000 + 200 + 200
Durante l’esercizio si svolgono le seguenti operazioni (valori in euro/000):
Azienda Alfa
Acquisto merci da Beta per Euro 1.800.
Vendita merci a terzi per Euro 2.400
Acquisto merci da terzi per Euro 1.000
Ammortamento impianti del 20%
Valutazione delle rimanenze finali al costo in Euro 1.000
Azienda Beta
Vendita di tutte le merci a Alfa per Euro 1.800
Cessione servizi a terzi per Euro 1.800
Acquisto servizi da terzi per Euro 1.000
Ammortamento impianti del 20%
Dividendi complessivi da distribuire Euro 180
Sapendo che:
- tutte le operazioni di incasso e pagamento sono effettuate in contanti;
- la società Alfa valuta le partecipazioni in Beta con l’equity method;
- non ci sono rettifiche di cui agli artt.2423 e 2423 bis del c.c.;
- l’ammortamento del maggior valore degli impianti e dell’avviamento avviene in 5 anni
Il candidato presenti:
- i conti economici delle società Alfa e Beta relativi all’esercizio 2003;
- i calcoli per la determinazione del valore delle partecipazioni con l’equity method;
- lo stato patrimoniale finale di Alfa e di Beta al 31/12/2003
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Soluzione Esercizio 4
SP alfa iniziale
SP Beta iniziale
cassa 4600
cassa 2000 debiti 2000
impianti 2000
capitale
netto 11000
impianti 2000 capitale netto 4000
partecipazione in Beta 4400
merci 2000
totale 11000 totale 11000
totale 6000 totale 6000
perizia
W 4000 200 200
CE Beta
W 4400
Rim iniziali 2000 Ricavi 1800
Acquisto servizi 1000 Servizi 1800
Ammortamento 400
dividendi 180
totale 3400 totale 3600
Equity
rivalutaz
imp avviamento
utile Beta 200
PN 4200 200 200
CE Alfa
Dividendi -180 -40 -40
Acquisto merci 1000 Ricavi 2400
Rettifiche
consolidam. 200
Acquisto mer B 1800 rima finali 1000
rettifiche 2423 0
Ammortamento 400 dividendi 180
TOTALE Equity 4220 160 160
rivalutazione
part. 140
TOTALE Equity 4540
totale 3200 totale 3720
Rivalutazione 140
utile Alfa 520
SP Beta finale
cassa Beta 2000
cassa 4600 debiti 2000
vendita a Alfa 1800
impianti 1600 capitale netto 4000
Cessione servizi a
terzi 1800
merci 0 utile 200
Acquisto da terzi -1000
totale 6200 totale 6200
totale flusso cassa 4600
SP Alfa finale
Cassa Alfa 4600
cassa 4200 capitale netto 11000
Acquisto da Beta -1800
impianti 1600 utile 520
Vendita merci a terzi 2400
merci 1000
Acquisto merci terzi -1000
partecipazione 4540
totale flusso cassa 4200
crediti dividendi 180
totale 11520 11520
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60
CONSIDERAZIONI SU ALCUNE VOCI DELL’ATTIVO CORRENTE/CIRCOLANTE
RIMANENZE DI MAGAZZINO
SINTESI DEL PRINCIPIO CONTABILE NAZIONALE OIC N. 13
Le rimanenze si espongono nello SP nella voce C) I) (vedere lo schema di SP ex art. 2424 C.C). Nel
CE si presentano nel valore della produzione (A), se relative a rimanenze di prodotti in corso di
lavorazione, semilavorati e prodotti finiti, mentre nei costi della produzione (B), se relative a
rimanenze di materie prime, sussidiarie e di consumo e merci. Nel CE si presentano nelle rispettive
classi A e B direttamente i saldi delle variazioni delle rimanenze.
La valutazione delle rimanenze di magazzino è legata al costo (di acquisto o di produzione), il
quale deve essere comparato con il valore di presunto realizzo desunto dal mercato al termine
di ogni esercizio. Come rappresentativo del valore a cui le rimanenze devono essere valutate,
occorre scegliere il minore.
Le valutazioni devono essere effettuate alla fine di ogni esercizio in fase di assestamento nonché
voce per voce in modo omogeneo. Dalla valutazione delle rimanenze può discendere soltanto una
svalutazione, MAI una rivalutazione. Negli esercizi successivi, possono essere ripristinati i valori
precedenti le svalutazioni, nei limiti massimi delle svalutazioni apportate.
Le svalutazioni e gli eventuali ripristini di valore che si effettuano negli ex successivi devono essere
portati a modifica diretta del valore delle rimanenze nell’attivo dello SP, dal momento che non
possono trovare esplicita collocazione nel CE e nello SP.
Il criterio che ispira le valutazioni di bilancio delle rimanenze alla fine di ogni esercizio, in fase di
assestamento, è quello generale del COSTO, come anticipato. Tuttavia il Legislatore, al punto 9
dell’art. 2426, precisa che il principio di valutazione delle rimanenze di magazzino del minore tra
costo e il valore di presumibile realizzo desunto dal mercato (o valore di mercato) si fonda sulla
teoria che quando l’utilità o la funzionalità originaria misurata dal costo originario di acquisto o di
produzione delle merci si riduce, per qualsiasi motivo, si rende necessario modificare detto valore.
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61
Definizione di COSTO
Il costo storico è costituito dal complesso dei costi sostenuto per ottenere la proprietà delle
rimanenze di magazzino nel loro attuale stato e condizione.
Il costo è rappresentato dal costo di acquisto per i prodotti finiti (essi rappresentano delle rimanenze
nel momento in cui sono acquisiti per essere rivenduti) o per i materiali che ancora non hanno
subito il processo di trasformazione, oppure è rappresentato dal costo di produzione per i prodotti
già trasformati e per i materiali in corso di lavorazione industriale.
Di seguito si espongono le definizioni di costo di acquisto e di produzione nel caso in cui i beni in
rimanenze sia sempre identificabili e infungibili (NON intercambiabili che non si possono
confondere)
Costo di acquisto
Per costo di acquisto si intende il prezzo effettivo di acquisto più gli oneri accessori (disciplina
identica all’art. 2426, punto1, per le immobilizzazioni materiali e immateriali).
Costo di produzione
Per costo di produzione/fabbricazione si intende il costo dei materiali per la fabbricazione + tutti gli
oneri industriali derivanti dalla lavorazione. Sono inclusi sia costi diretti che indiretti, ma solo se di
natura industriale. Tutti i costi di natura non industriale, anche se riferibili alla fabbricazione delle
rimanenze non possono essere computati (es, costi commerciali, di distribuzione, costi
amministrativi, ecc.).
Alcune precisazioni sul costo di acquisto e di produzione come sopra definiti
Una volta che sia stato stabilito il costo di ciascun bene che è entrato in magazzino (cosa facile in
quanto ciò che entra nel magazzino viene documentato da fatture di acquisto), alla fine
dell’esercizio è necessario verificare quali beni acquistati o prodotti durante l’esercizio sono ancora
giacenti in magazzino ovvero quali prodotti sono ancora in corso di lavorazione. Oltre al numero di
merci entrate nel magazzino, è necessario anche capire il costo (cioè il valore) di ogni singolo bene
giacente nel magazzino al termine dell’esercizio. Una volta che sia noto il costo delle rimanenze,
esso è oggetto di rettifica mediante le scritture di assestamento.
La valorizzazione dei beni in magazzino non è cosa semplice.
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62
Le sopra citate definizioni di costo di acquisto e di produzione presuppongono che la valutazione
delle rimanenze di magazzino avvenga dopo aver individuato e attribuito alle singole unità fisiche
in magazzino i costi specificamente sostenuti per le unità (partite di merci) medesime. Detto
processo di attribuzione del costo specifico e identificazione delle merci è possibile soltanto per i
beni INFUNGIBILI che vengono individuati sempre e comunque da quando entrano in magazzino
a quando escono dallo stesso (per essere venduti o trasformati). L’identificazione specifica del costo
può essere adottata SOLO SE le voci delle rimanenze non sono intercambiabili. Spesso le aziende
hanno a che fare con beni FUNGIBILI (beni di massa la cui rimanenza non è identificabile
rispetto ad un particolare acquisto). Per queste rimanenze, il criterio del costo specifico non può
essere utilizzato perché presuppone che a fine esercizio l’azienda conosca esattamente quali beni
giacciono in magazzino e quale sia il costo di ognuno di essi. Il criterio del costo specifico, inoltre,
non è di facile attuazione, e di fatto non viene applicato spesso, a causa dell’entità delle rimanenze e
della loro velocità di rotazione e del fatto che molte rimanenze sono di beni FUNGIBILI, cioè di
beni che nel momento in cui entrano nel magazzino si confondono con tutte gli altri.
Per tale motivo, dal punto di vista pratico, vengono effettuate delle assunzioni (ipotesi) sul flusso
delle rimanenze (in entrata e in uscita) e sul flusso dei costi generati da questi movimenti a cui
corrispondono altrettanti criteri alternativi di determinazione del costo oggetto di sospensione come
rimanenza. In sostanza, il Legislatore ammette, al punto 10 dell’art. 2426, che per la
determinazione del costo delle merci di beni fungibili SI POSSA determinare il costo delle stesse
rimanenze in modi alternativi, anziché mediante la specifica identificazione del costo, che risulta
impossibile.
I metodi alternativi di determinazione del COSTO dei beni fungibili sono i seguenti:
- PRIMO ENTRATO, PRIMO USCITO, detto anche metodo FIFO: gli acquisti più remoti
sono quelli che per primi fuoriescono dal magazzino;
- ULTIMO ENTRATO, PRIMO USCITO, detto anche metodo LIFO: gli acquisti più recenti
sono quelli che per primi fuoriescono dal magazzino;
- COSTO MEDIO PONDERATO (CMP): le quantità acquistate o prodotte non sono
individualmente identificabili e fanno parte di un insieme in cui i beni sono ugualmente
disponibili.
I metodi descritti sono usati per stimare le diverse modalità di scarico del magazzino, cioè il
costo dei beni/merci che sono usciti dal magazzino, non il valore delle rimanenze alla fine
dell’anno. Di conseguenza, il valore delle rimanenze si ottiene per differenza: ciò significa che il
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63
valore delle rimanenze di magazzino si determina come differenza tra il valore degli acquisti
(prezzo quantità entrata) effettuati nel corso dell’anno e disponibili all’azienda e il valore
ipoitizzato degli scarichi di magazzino (beni usciti dal magazzino). Infatti, mentre il valore degli
acquisti è un valore noto (nel corso dell’anno si sa quanti acquisti sono stati fatti), il valore degli
scarichi non è un valore noto per i beni fungibili, perché l’azienda non può sapere quali beni sono
usciti; per determinarlo si usano i tre criteri alternativi di valorizzazione degli scarichi del
magazzino, attribuendo alle quantità che escono dal magazzino valori differenti, in funzione degli
obiettivi della valutazione (prezzi recenti nel caso di LIFO; prezzo antichi nel caso FIFO; prezzi
medi nel caso CMP).
In un contesto di prezzi crescenti, usando il FIFO, visto che gli scarichi si valutano a prezzi più
antichi, il valore delle rimanenze è stimato con prezzi più recenti. Usando il LIFO, visto che gli
scarichi si valutano a prezzi più recenti, il valore delle rimanenze è stimato con prezzi più antichi.
Usando il CMP, il valore delle rimanenze è stimato con prezzi medi. In un contesto di prezzi
sostanzialmente stabili non vi è differenza tra i tre metodi alternativi.
N.B.: quando si parla di VALORE DELLE RIMANENZE non si parla di quantità fisicamente
entrate e uscite dal magazzino. Queste ultime grandezze sono sempre note all’azienda (si sa quante
tonnellate di pomodori sono uscite dal magazzino nel corso dell’anno per essere trasformate in
conserve di pomodoro). Ciò che deve essere determinato secondo queste tre tecniche differenti è il
“prezzo” al quale dette quantità vengono idealmente fatte uscire dal magazzino (la domanda da
porsi è, ad esempio, la seguente: a quale prezzo/valore la materia prima che l’azienda usa deve
essere valorizzata nel momento in cui esce dal magazzino?)
Dopo che sia stato individuato il costo delle rimanenze, utilizzando i sopradetti criteri di scarico di
magazzino, in ogni caso occorre confrontare detto valore di costo con il valore di presunto realizzo
e vedere il valore al quale iscrivere le rimanenze.
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Definizione di VALORE DI PRESUMIBILE REALIZZO DESUNTO DALL’ANDAMENTO
DEL MERCATO
Poiché le rimanenze di magazzino devono essere valutate al minore tra il costo storico ed il valore
di mercato, si rende necessario determinare quest’ultimo valore. Il valore di mercato è inteso nel
modo che segue per le diverse categorie di rimanenze di magazzino
Classe di rimanenze Regola generale del concetto di mercato
Materie prime, sussidiarie e di consumo
che partecipano alla fabbricazione dei
prodotti finiti
Costo di sostituzione/costo di riacquisto
Semilavorati
Valore netto di realizzo (prezzo di mercato al
netto degli oneri per il completamento della
produzione)
Prodotti finiti destinati alla vendita Valore netto di realizzo (prezzo di mercato)
praticato ai terzi soggetti
Il principio del minore tra costo e valore di mercato comporta delle stime, come tutti i procedimenti
contabili, e la sua applicazione richiede discernimento e giudizio.
La valutazione del magazzino al minore tra costo storico e valore di mercato deve avvenire
utilizzando sempre uniformità di giudizio. Nei casi eccezionali in cui si cambi il metodo di
applicazione del principio del minore tra costo e mercato (ad esempio, si decide di cambiare il
metodo del costo passando dal FIFO al LIFO), si deve determinare l’effetto di tale cambiamento sul
valore delle rimanenze e darne adeguata motivazione nella Nota Integrativa.
Nella NI deve essere sempre indicato il criterio di costo prescelto dall’azienda per determinare il
costo delle rimanenze di magazzino (criterio del costo specifico, criterio LIFO, FIFO o CMP).
Inoltre nella NI occorre sempre dare notizia dei criteri adottati per apportare eventuali svalutazioni
qualora si valutino le rimanenze a un valore di mercato inferiore rispetto al costo (bisogna
specificare se si è prescelto il costo di sostituzione, il valore netto di realizzo o il prezzo di mercato).
Gli esercizi sulla valutazione delle rimanenze sono pubblicati sulla pagina web del docente.
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Esercizi sulla Valutazione delle rimanenze
Il candidato determini il valore delle rimanenze, sulla base dei dati riportati nel seguito, applicando i
seguenti criteri di scarico del magazzino:
- FIFO
- LIFO
- CMP
DATA PARTITE DI MERCI QUANTITÀ PREZZO
Marzo Partita 1 200 10
Giugno Partita 2 200 12
Settembre Partita 3 200 15
Totale 600
Quantità venduta 300
***
Soluzione:
FIFO = 200 15 + 100 12 = 4.200
LIFO = 200 10 + 100 12 = 3.200
CMP = (200 10 + 200 12 + 200 15)/600 300 =12,33 300 = 3.700
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66
Valutazione delle rimanenze
Il candidato determini il valore delle rimanenze, sulla base dei dati riportati nel seguito, applicando i
seguenti criteri di scarico del magazzino:
- FIFO
- LIFO
- CMP
DATA PARTITE DI MERCI QUANTITÀ PREZZO
Marzo Partita 1 500 22
Giugno Partita 2 500 22
Settembre Partita 3 500 25
Novembre Partita 4 500 26
Totale 2.000
Quantità venduta 1.200
***
Soluzione:
FIFO = 500 26 + 300 25 = 20.500
LIFO = 500 22 + 300 22 = 17.600
CMP = (500 22 + 500 22 + 500 25+ 500 26)/2.000 800 =23,75 800 = 19.000
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RIMANENZE DI LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE
SINTESI DEL PRINCIPIO CONTABILE NAZIONALE OIC N. 23
Le rimanenze di lavori in corso su ordinazione rappresentano valutati alla fine di ogni esercizio
come non di competenza in quanto sostenuti durante il periodo di realizzazione di opere/servizi
PER CONTO TERZI (SU COMMESSA). La durata di queste opere è di tipo ultrannuale. Solo al
termine di periodo di lavorazione della commessa, il lavoro/opera/servizio viene ultimato e
consegnato al committente.
In questo tipo di lavorazione, i soggetti coinvolti sono due:
1. Il COMMITTENTE: è il soggetto che commissiona la realizzazione dell’opera secondo le
sue specifiche e secondo i tempi desiderati;
2. Il COMMISSIONATO: è il soggetto che realizza l’opera, che sostiene i costi per la
lavorazione e registra i ricavi per i corrispettivi che vengono erogati dal committente al
termine della lavorazione della commessa o durante il periodo (sottoforma di anticipo).
Occorre precisare che il soggetto commissionato deve contabilizzare i ricavi per corrispettivi
soltanto al termine della lavorazione. Durante la lavorazione è costretto a contabilizzare tutti
gli anticipi erogati come un debito per la consegna dell’opera al committente.
Il principio contabile n. 23 prende a riferimento il soggetto che realizza l’opera come prevalente
nella disciplina contabile, in quanto detto soggetto si trova a che fare con i costi della lavorazione
della commessa. Infatti chi realizza un’opera per conto terzi, registra i seguenti componenti
reddituali:
a. I costi per la lavorazione della commessa;
b. I ricavi per i corrispettivi della commessa.
Tra a e b vi è uno sfasamento temporale dovuto al fatto che i costi vengono registrati in diretta
derivazione numeraria durante tutto il periodo della lavorazione della commessa, mentre i ricavi
saranno contabilizzati come tali soltanto alla ultimazione della commessa (i ricavi sono
contabilizzati per competenza). Pertanto, se non intervenissero scritture di assestamento, il soggetto
commissionato non registrerebbe mai utili derivanti dalla commessa, ma solo perdite per il fatto che
durante i primi esercizi si registrano esclusivamente costi.
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Il principio n. 23 e il Legislatore hanno avuto riguardo alla corretta, veritiera imputazione dell’utile
derivante dalla commessa. Infatti, il Codice civile ammette la possibilità di suddividere la
competenza dei costi della commessa durante tutto il periodo di lavorazione della stessa, di
conseguenza di spalmare anche l’utile della stessa commessa durante gli esercizi, sempre peraltro
rispettando i criteri della COMPETENZA e della CORRELAZIONE TRA COSTI E RICAVI.
In sostanza, per effettuare la ripartizione dell’utile derivante dalla commessa, l’unico modo è quello
di effettuare, in fase di assestamento, le opportune scritture di rettifica e di sospensione dei costi che
non si intende imputare nell’esercizio in chiusura ma si intende rinviare agli esercizi successivi di
lavorazione della commessa. Si tratta di effettuare delle scritture esattamente identiche alle scritture
di rettifica già viste in sede di rimanenze di magazzino.
Quale criterio di usa per effettuare la rettifica?
Come si valutano gli importi dei costi da rettificare?
Per rispondere a queste domande, sono elaborati due criteri alternativi di valutazione del costo da
rettificare, del tutto funzionali alle modalità con le quali si intende ripartire negli esercizi di
lavorazione l’utile derivante dalla commessa. I due criteri sono i seguenti:
1. CRITERIO DEL COSTO;
2. CRITERIO DELLA PERCENTUALE DI COMPLETAMENTO (CORRISPETTIVI
MATURATI CON RAGIONEVOLE CERTEZZA)
La scelta di questi due metodi alternativi di valutazione della rimanenza di lavori in corso è legata
sempre alla elaborazione di alcune ipotesi/previsioni circa l’andamento della commessa.
Ogni commessa presenta un BUDGET riguardante il sostenimento di costi e la registrazione dei
ricavi, sia durante, sia al termine della lavorazione della commessa. Inoltre, al momento della
predisposizione dei budget che programmano costi e ricavi della commessa, sono previsti anche i
termini e le modalità di avanzamento dei lavori (fine di alcune fasi di lavorazione, consegna di
porzioni di commessa etc…). Sulla base di queste previsioni vengono stimati anche gli anticipi sui
corrispettivi che eventualmente il committente farà al soggetto commissionato durante la
lavorazione della commessa.
N.B.: per tutto il periodo di lavorazione il soggetto commissione non potrà registrare in PD dei
ricavi, se non alla fine della commessa e al termine dei lavori. Tutti gli anticipi a lui versati dal
committente DEVONO producono un incremento della liquidità del soggetto commissionato. A
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
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fronte di questo incremento della liquidità non si registrerà un ricavo ma un debito per acconto
ricevuto che tiene memoria della futura consegna della commessa.
A prescindere dal criterio scelto per la sospensione del costo, i ricavi derivanti dai corrispettivi della
commessa sono rinviati a fine lavori.
Ciò che può essere “manovrato”, al fine di ripartire l’utile della commessa sono pertanto solamente
i costi della commessa che, pur previsti a budget, possono essere “spostati”, “anticipati” o
“posticipati” secondo il criterio scelto.
Un esempio chiarirà le differenze tra i due metodi:
Sia data la società Bunny, commissionata dalla società Teddy della realizzazione di due palazzine
da costruirsi nell’arco di due anni.
Il budget della commessa elaborato per il soggetto commissionato è il seguente:
Valori previsti I
Esercizio
II
Esercizio Totale
Ricavi della commessa 0 200 200
Costi della commessa 100 0 100
Utile della commessa -100 200 100
L’utile totale della commessa è pari a euro 100 che si ripartiscono in modo disomogeneo nel corso
degli esercizi di lavorazione a seguito del fatto che i ricavi verranno contabilizzati dal soggetto
commissionato solamente al termine del secondo e ultimo esercizio di lavorazione. I costi invece
sono sostenuti sin dal primo esercizio. Dal budget, pertanto, risulta che il primo esercizio di
commessa chiude con una perdita, mentre il secondo con un utile.
Si faccia l’ipotesi che al termine del primo esercizio di lavorazione della commessa sia realizzata
una sola palazzina (lavorazione completata al 50%).
Dal budget, pertanto, risultano redditi molto altalenanti durante la lavorazione.
Con l’utilizzo dei due metodi concessi dal legislatore e dal principio contabile n. 23 tale disparità tra
un esercizio e l’altro viene annullata.
Vediamo gli effetti economici utilizzando le due tecniche di rettifica e sospensione dei costi.
Ragioneria (canale E-M) Silvia Solimene a.a. 2014/2015
70
METODO DEL COSTO
Con questo metodo tutto l’utile della commessa viene rinviato all’esercizio di ultimazione della
stessa, in modo tale che la commessa registri utili specifici pari a zero (0) nel corso di tutti gli
esercizi di lavorazione della commessa, tranne l’ultimo in cui saranno scaricati tutti i costi sospesi
negli esercizi di lavorazione e saranno contabilizzati anche i relativi ricavi dei corrispettivi. Tutti i
costi che vengono sostenuti nel primo esercizio di lavorazione della commessa saranno sospesi e
rinviati all’esercizio in cui saranno contabilizzati i corrispettivi dei ricavi. Di seguito:
Ce 1 anno di lavorazione commessa
Ce 2 anno di lavorazione commessa
Costi
sostenuti 100
Rettifica dei costi
sostenuti 100
Integrazione costi
anno 1 100
Ricavi
della
commessa 200
Costi sostenuti 0
Utile
commessa 0
Utile commessa 100
METODO DEI CORRISPETTIVI MATURATI CON RAGIONEVOLE CERTEZZA
Per valutare le rimanenze in questo modo, occorre ricorrere alle ipotesi effettuate circa lo Stato di
Avanzamento dei lavori. Infatti, la ripartizione dell’utile della commessa, quindi la valutazione dei
costi da sospendere, dipende dalle ipotesi sull’avanzamento dei lavori14.
Con riguardo al nostro esercizio, si ricorda l’ipotesi che il 50% della lavorazione della commessa è
stato portato a termine alla fine del I esercizio. Secondo tale criterio anche l’utile totale della
14 In linea generale, occorre premettere che le ipotesi possono prendere a riferimento a riferimento:
- Misurazioni fisiche (i metri di strada realizzati a fronte di quanti ne sono stati previsti nel contratto);
- Cost to cost (le valutazioni sono effettuate sulla base della proporzione tra i costi sostenuti per la commessa
fino al momento della sospensione e i costi totali preventivati nel contratto;
- Ore lavorate (proporzioni in funzione delle ore lavorate e di quelle previste);
- Unità consegnate (proporzione tra le opere complessive oggetto di commessa e quelle consegnate al momento
della sospensione e della valutazione della commessa).
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commessa (euro 100 complessivi) deve essere spalmato usando lo stesso criterio (50% nel I
esercizio e 50% nel secondo esercizio). Di seguito:
Ce 1 anno di lavorazione commessa
Ce 2 anno di lavorazione commessa
Costi
sostenuti 100
Rettifica dei costi
sostenuti 150
Integrazione costi
anno 1 150
Ricavi
della
commessa 200
Costi sostenuti 0
Utile
commessa 50
Utile commessa 50
Si faccia un altro seguente esempio:
La società Buddy riceve una commessa per la costruzione di un edificio di durata biennale. Il
budget della commessa è il seguente:
I anno II anno Valori totali
Ricavi della commessa 0 15.000 15.000
Costi previsti della commessa 10.000 1.000 11.000
Utile della commessa -10.000 14.000 4.000
Occorre ripartire l’utile complessivo della commessa (4.000 euro) secondo i due criteri alternativi.
METODO DEL COSTO
Ce 1 anno di lavorazione commessa
Ce 2 anno di lavorazione commessa
Costi
sostenuti 10.000
Rettifica dei costi
sostenuti 10.000
Integrazione costi
anno 1 10.000
Ricavi
della
commessa 15.000
Costi sostenuti 1.000
Utile
commessa 0
Utile commessa 4.000
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72
Con il metodo del costo la rilevazione dell’utile della commessa è rinviata all’esercizio in cui si
avrà la registrazione dei ricavi della commessa.
METODO DEI CORRISPETTIVI MATURATI CON RAGIONEVOLE CERTEZZA
Si faccia l’ipotesi che lo stato di avanzamento dei lavori al 31/12/n sia stimato in funzione dei costi
sostenuti rispetto a quelli previsti nel budget della commessa. Pertanto, quando alla fine del I anno
si devono valutare i costi da sospendere, si deve effettuare una stima dei costi sostenuti fino a quel
momento. Al termine del primo anno, si faccia l’ipotesi che i costi sostenuti fino a quel momento
rispecchino esattamente le previsioni di budget e che su un totale di costi di euro 11.000, ne siano
stati sostenuti 10.000 (corrispondenti al 91%= 10.000/11.000). Per tale motivo, si desume che la
commessa sia avanzata al 91% (stato di avanzamento della commessa al 91%).
Per stimare l’importo dei costi da rettificare al termine del I anno, si applica la percentuale del 91%
al totale dei ricavi previsti dalla commessa al termine (pari a euro 15.000). Così, si individua il
valore di costo da rettificare. Infatti:
0.91×15.000 =13.636 euro.
Detto importo corrisponde alla quota di costi da rettificare al termine del I anno. Contabilmente,
esso di imputa con la tecnica della rettifica dei costi della commessa, come segue (importi
arrotondati):
Ce 1 anno di lavorazione commessa
Ce 2 anno di lavorazione commessa
Costi
sostenuti 10.000
Rettifica dei costi
sostenuti 13.636
Integrazione costi
anno 1 13.636
Ricavi
della
commessa 15.000
Costi sostenuti 1.000
Utile
commessa 3.640
Utile commessa 364
Come si vede, nel primo anno viene registrato un utile notevolmente superiore a quello del II anno.
Perché? Data l’ipotesi sulla percentuale di completamento, si capisce che già al termine del I anno
la commessa fosse avanzata per la quasi totalità (91%). Per tale motivo la distribuzione dell’utile
della commessa privilegia la sostanza della realtà. Infatti, l’utile del I anno ammonta a euro 3.636
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73
(pari al 91% dell’utile totale della commessa – di euro 4.000), mentre quello del II anno, nel quale
la commessa è oramai al termine della sua lavorazione, ammonta a euro 364 pari al 9,1% dell’utile
complessivo della commessa.
Dove devono essere inserite le rettifiche di costo e i costi sospesi che sono generati dalla
commessa?
Nel CE:
Nel Valore della Produzione, alla voce A) 3), “Variazione di Rimanenze di lavori in corso su
ordinazione”, deve essere inserito il saldo delle (Rimanenza finali – Rimanenze iniziali dei lavori in
corso), esattamente come nel caso delle rimanenze di magazzino.
Nello SP:
Il costo sospeso, corrispondente per importo alle rimanenze finali di lavori in corso, deve essere
inserito insieme alle altre rimanenze nell’Attivo Circolante, classe C) I) dello SP, nella voce 3)
“Rimanenze di lavori in corso”.
Tutti gli anticipi sui corrispettivi ricevuti dall’azienda che produce per terzi devono essere inseriti
tra i Debiti di SP, nella macroclasse D), voce 6), “Acconti”. Essi rappresentano un’obbligazione,
che la società deve ottemperare, di consegnare i beni che sono in produzione. Al momento in cui i
ricavi potranno essere contabilizzati come tali, si compenseranno gli acconti da clienti
eventualmente ricevuti.
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74
ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI FONDI RISCHI E SPESE FUTURE
Nella sezione dell’Avere di SP si collocano tra le passività le seguenti classi:
- Fondi Rischi;
- Fondi Spese Future;
- Debiti;
- TFR.
Occorre specificare che esiste una distinzione tra queste classi in funzione della natura e della
probabilità di manifestazione degli eventi che originano queste voci di bilancio. In particolare,
alcune specificazioni devono essere effettuate con riferimento ai fondi rischi e spese future. Essi
rappresentano dei debiti presunti che vengono generati dall’azienda al termine degli esercizi, in fase
di assestamento (integrazioni), per eventi che si verificheranno in futuro (o che è probabile che si
verifichino in futuro), ma di cui l’azienda viene a conoscenza ancora prima della loro
manifestazione.
La natura di questi eventi deve essere specifica. Il rischio o la spesa futura collegato al fondo
devono avere una natura autonoma e ben individuata. NON POSSONO TROVARE
ACCOGLIMENTO IN BILANCIO FONDI CHE ATTENGONO A RISCHI O SPESE
GENERICHE. Per il rischio generale dell’impresa sono stanziate infatti le Riserve di utili.
Di seguito viene riportata una tabella con gli attributi degli eventi e la conseguente classificazione
delle voci:
NATURA ESISTENZA AMMONTARE
DATA DI
MANIFESTAZIONE
FONDI RISCHI specifica probabile
incerto ma
determinabile ignota
FONDI SPESE
FUTURE specifica certa certo o determinabile nota o ignota
DEBITI specifica certa determinato nota
TFR specifica certa determinato ignota
In contabilità e nel bilancio trovano collocazione solo gli eventi la cui esistenza sia CERTA
(sicurezza) o PROBABILE (verosimile che accada). Se l’esistenza è REMOTA (difficile che si
verifichi) o solo POSSIBILE (evento lontano dalla verosimiglianza), le informazioni connesse a
questi eventi non devono trovare collocazione nello SP ma devono essere motivate solamente nella
NOTA INTEGRATIVA.
La classe dei debiti è differente dai FONDI per il fatto che essi sono caratterizzati dalla certezza
dell’esistenza, dell’ammontare e della data di manifestazione.
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75
Il TFR in passato veniva considerato tra i fondi spese. Attualmente, il nostro Legislatore lo tratta
come un debito verso i lavoratori, tendenzialmente a lungo termine15. Viene distinto per classe dai
debiti solamente per il fatto della data di sopravvenienza, in quanto l’azienda alla fine di ogni anno
non sa quanti dipendenti andranno in pensione o verranno licenziati o daranno le dimissioni (il TFR
è distinto dai debiti solo per l’ultimo attributo della data di sopravvenienza). Inoltre il TFR si
distingue anche per il fatto che viene classificato nell’aggregato C) TFR del passivo di SP.
Tutti i fondi specificamente appostati dalle imprese trovano collocazione dell’aggregato B del
passivo di SP e devono essere oggetto di spiegazione per la loro creazione e per la loro
movimentazione anche nella Nota Integrativa.
Di seguito sono riportati solo alcuni esempi di Fondi.
FONDI RISCHI SPECIFICI
Fondo Imposte: esso viene creato per fronteggiare i rischi di contenziosi tributari in essere o
probabili con l’Amministrazione finanziaria. Deve tenersi completamente distinto dalla voce dei
Debiti Tributari che rappresentano i debiti per le imposte di competenza dell’esercizio da pagare e
che non rappresentano un rischio che incombe sull’azienda.
Fondi contenziosi: qualsiasi sia la natura del contenzioso (legale, tributario, amministrativo), essi
rappresentano coperture di costi che si registrano quando si realizzano i rischi collegati con il
contenzioso.
Fondo garanzia prodotti: quando un’azienda fornisce ai propri clienti una assistenza per la
riparazione/sostituzione di prodotti danneggiati o malfunzionanti, le spese da sostenere per la
riparazione/sostituzione sono coperte economicamente dall’esistenza di questi fondi specifici.
Fondo svalutazione crediti: rappresenta la copertura dal rischio di registrare una perdita su crediti.
Esso però è anche un fondo rettificativo (prende la natura del conto che va a rettificare). In questo
caso, prevale la natura rettificativa del Fondo. Per tale motivo, il FSC non trova accoglimento
nell’aggregato B di SP ma si trova a riduzione del conto di credito specifico che va a rettificare. Ad
esempio, il “FS crediti verso clienti” si trova a riduzione del conto “crediti verso clienti” nel
corrispondente aggregato C dell’Attivo corrente/circolante.
Fondi svalutazione: qualsiasi fondo svalutazione (fondo svalutazione merci, fondo svalutazione
titoli, ecc.) rappresenta un fondo rischi che ha natura rettificativa. Vale quanto detto per il FSC.
FONDI SPESE SPECIFICI
Fondo manutenzione ciclica impianti: rappresenta la copertura per spese future che si devono
sostenere per la manutenzione ordinaria degli impianti aziendali.
15 Nonostante venga considerato a lungo termine, è possibile che siano previsti anche alcuni importi da liquidare a breve
termine ai lavoratori. In tal caso, il TFR viene classificato come un debito a breve termine per il valore segnalato.
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76
Fondo recupero ambientale: quando un’azienda deve smantellare e ripristinare i siti sui quali sono
situati impianti, sono da sostenere spese per il recupero ambientale che vanno coperte con questo
apposito fondo spese future.
Fondo per ristrutturazioni aziendali: quando l’azienda deve in futuro procedere a una
ristrutturazione sia operativa che organizzativa sostiene dei costi che vengono coperti con questi
appositi fondi spese future.
Da un punto di vista contabile, nel momento in cui si utilizza un fondo, significa che l’evento si
manifesta numerariamente e che la spesa futura o il rischio si sono avverati. L’importo utilizzato del
fondo stanziato precedentemente dipende dall’evento che si manifesta. Può darsi che il fondo non
sia sufficiente a coprire il costo registrato numerariamente, ovvero che sia abbondante rispetto a
quanto stimato in fase di accantonamento. In detti casi, rispettivamente, si devono registrare
componenti di costo e di ricavo che compensano l’ammontare dei fondi stanziati in contabilità. Da
un punto di vista della loro natura, questi sono costi e ricavi di natura accessoria a quella operativa
che rispettivamente devono essere riconciliati nelle voci B) 14 “Oneri diversi di gestione” e A 5)
“Altri proventi” nel CE civilistico.
Si faccia il seguente esempio.
L’azienda Alfa ha un fondo imposte stanziato in bilancio all’1/1 di euro 100. In data 10/03 vengono
accertate e sono pagate tramite banca imposte per euro 150. Le scritture contabili sono le seguenti:
Diversi a Diversi
Fondo imposte 100
Imposte a Banca 150
Diversi a Imposte
Fondo imposte
100 150
Sopravvenienza passiva16
50
Si faccia l’esempio opposto:
L’azienda Alfa ha un fondo imposte stanziato in bilancio all’1/1 di euro 100. In data 10/03 vengono
accertate e sono pagate tramite banca imposte per euro 80.
Diversi a Diversi
Fondo imposte 100
Imposte a Banca 80
Fondo imposte a Diversi 100
Imposte 80
Insussistenza del
passivo17 20
16 Il componente di costo che si genera serve per compensare il fondo che ormai è stato stanziato negli anni precedenti.
Esso prende il nome di sopravvenienza passiva per testimoniare la sopravvenienza imprevista di imposte per euro 50 le
quali non risultano coperte dal fondo stanziato. Questi componenti servono all’azienda per migliorare le stime in futuro,
perché testimoniano che la stessa impresa non è stata prudente negli accantonamenti degli esercizi precedenti. Detto
componente di reddito è un costo che rimane nel CE dell’esercizio in cui sono pagate le imposte.
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77
Approfondimento sul TFR
Come si stima l’accantonamento che l’azienda deve fare analiticamente per ogni dipendente alla
fine di ogni esercizio? Si ricorda che esso deve essere effettuato in sede di scritture di assestamento,
cioè al termine di ogni esercizio.
Ad eccezione del primo anno di assunzione, l’accantonamento per singolo dipendente si compone
di 3 elementi:
a) QUOTA ANNUA (pari circa a uno stipendio mensile). Essa viene fornita dal seguente
algoritmo.
𝑆𝑎𝑙𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑜 𝑙𝑜𝑟𝑑𝑜
13,5− 0,5% × 𝑆𝑎𝑙𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑜 𝑙𝑜𝑟𝑑𝑜
b) INTERESSI MATURATI SUL TFR esistente al momento della apertura del bilancio
(01/01). Essi si calcolano nel modo che segue:
1,5%× TFR01/01
c) RIVALUTAZIONE MONETARIA SUL TFR esistente al momento della apertura del
bilancio (01/01). Essa viene stimata nella misura del 75% del tasso di inflazione ISTAT
applicato al TFR all’1/01. Nel modo che segue:
75%× coefficiente istat × TFR01/01
Pertanto, gli elementi da conoscere per la determinazione dei tre elementi di cui sopra sono i
seguenti:
17 Il componente di ricavo che si genera serve per compensare il fondo stato stanziato negli anni precedenti. Esso prende
il nome di insussistenza del passivo (componente positivo di reddito) per testimoniare il venir meno di un fondo del
passivo per l’importo che eccede il pagamento delle imposte (euro 20). Questi componenti servono all’azienda per
migliorare le stime in futuro, perché testimoniano che la stessa impresa è stata forse troppo prudente negli
accantonamenti degli esercizi precedenti. Detto componente è un ricavo che rimane nel CE dell’esercizio in cui sono
pagate le imposte.
Ritenuta previdenziale a favore
dell’INPS trattenuta dall’azienda e poi
versata. Essa è una % fissa
Essa è una % fissa
Essa è una % fissa
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78
SALARI E STIPENDI LORDI
TASSO DI INFLAZIONE ISTAT
Le altre componenti dell’accantonamento sono note perché determinate.
Ogni anno, l’azienda effettua per ciascun dipendente l’accantonamento come sommatoria dei
componenti a)+b)+c).
Il primo anno di assunzione, il dipendente non ha TFR accumulato negli anni precedenti; pertanto la
quota da accantonare sarà pari soltanto ad a).
Si faccia un esempio. Ovviamente questo esempio risente di una serie di semplificazioni che si
trascurano.
Il giorno 01/01/n1 l’azienda Alfa assume il Sig. Rossi. Verificare gli accantonamenti da effettuare
per gli anni n1, n2, n3 da parte dell’azienda sapendo i dati che seguono:
n1 n2 n3
Salario lordo 6.075 12.500 13.500
tasso di inflazione
ISTAT 0,034 0,033 0,03
Il tasso di inflazione è espresso in decimali, ma può essere espresso anche in percentuale (3,4%,
3,3%, 3%).
Determinare:
- l’accantonamento che ogni anno deve fare l’azienda Alfa per il Signor Rossi;
- l’ammontare del fondo TFR che alla fine di ogni anno è maturato per il Sig. Rossi.
Soluzione:
n1 n2 n3
Salario lordo 6.075 13.500 13.500
tasso di inflazione ISTAT 0,034 0,033 0,03
I anno
Salari lordi/13,5 450
SP 31/12/n1
Ritenuta previdenziale 30,375
TFR 420
a) Quota annua 420
Accantonamento I anno 420
TFR alla fine del I anno 420
Nel I anno l’Acc.to coincide
con a)
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79
II anno
Salari lordi/13,5 1.000
SP 31/12/n2
Ritenuta previdenziale 67,5
TFR 1.369
a) Quota annua 933
Tasso di interesse 0,015
TFR al 1/1 420
b) Interessi su TFR 6,29
Tasso ISTAT 0,033
Tasso ISTAT al 75% 0,02475
TFR all'1/1 420
c) Rivalutazione monetaria 10,39
Accantonamento II anno
(a+b+c) 949
TFR al 31/12/n2 = 420 +949 1.369
III anno
SP 31/12/n3
Salari lordi/13,5 1.000
TFR 2.353
Ritenuta previdenziale 67,5
a) 933
Tasso di interesse 0,015
TFR al 1/1 1.369
b) Interessi su TFR 20,53
Tasso ISTAT 0,03
Tasso ISTAT al 75% 0,0225
TFR all'1/1 1.369
c) Rivalutazione monetaria 30,80
Accantonamento II anno
(a+b+c) 984
TFR al 31/12/n3 = 1.369 +984 =2.353
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80
Scritture di accantonamento al termine del I anno:
Accantonamento TFR a TFR 420
Scritture di accantonamento al termine del II anno:
Diversi a TFR 949
Quota TFR 933
Interessi su TFR 6.30
Rivalutazione TFR 10.39
Scritture di accantonamento al termine del III anno:
Diversi a TFR 984
Quota TFR 933
Interessi su TFR 20,53
Rivalutazione TFR 30,80
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81
1. ESEMPIO DI RICLASSIFICAZIONE DI UN BILANCIO AL 31/12/200n (partendo dal bilancio contabile)
CE anno 200n
codice
conto Costi per servizi Ricavi
codice
conto
30.01 Merci c/acquisti 50.000 Merci c/vendite 100.000 20.01
20.10 Resi su vendite merci 1.300 Fitti attivi patrimoniali 5.000 21.01
31.00 Costi per servizi 2.900 Abbuoni e sconti attivi su acquisti 2.000 30.11
31.11 Energia elettrica 4.400 Provvigioni attive 5.000 20.02
32.02 Canoni di leasing 20.000 Prodotti c/rimanenze finali 23.000 20.32
31.08 Spese per vigilanza 1.200 Interessi attivi bancari 500 40.31
32.01 Fitti passivi 10.000 Plusvalenze su beni non strumentali 2.000 21.20
33.01 Salari e stipendi 28.000 Proventi da partecipazioni 1.000 40.01
33.02 Oneri sociali 3.000 Costruzioni interne 20.000 20.50
33.03 Accantonamento TFR 1.800 Interessi attivi da titoli 500 40.20
34.04 Ammortamento costi di pubblicità 1.500 Proventi patrimoniali 12.000 21.02
35.01 Ammortamento fabbricati 15.000 Materie prime c/rimanenze finali 5.000 37.10
35.02 Ammortamento macchinari 8.000
35.03 Ammortamento automezzi 6.000
36.06 Svalutazione crediti commerciali 5.000
41.10 Interessi passivi su mutui 800
41.11 Spese bancarie 100
39.20 Minusvalenza ordinarie 3.000
20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali 6.000
37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 2.000
70.01 Imposte dell'esercizio 1.000
Totale costi d'esercizio 171.000 Totale ricavi d'esercizio 176.000
Utile d'esercizio 5.000
Totale a pareggio 176.000 Totale a pareggio 176.000
SP 31/12/200n
codice
conto Attività Passività e PN
codice
conto
02.01 Fabbricati 230.000
Fondo svalutazione crediti
commerciali 5.000 05.40
02.02 Macchinari 180.000 Fondo ammortamento macchinari 150.000 02.12
02.03 Automezzi 60.000 Fondo ammortamento fabbricati 80.000 02.11
02.05 Immobilizzazioni in corso 20.000 Fondo ammortamento automezzi 18.000 02.13
01.04 Costi di pubblicità 18.500 Fondo manutenzione macchinari 10.000 11.01
04.01 Materie prime 10.000 Debiti verso fornitori 121.500 14.10
04.07 Prodotti finiti 20.000 Cambiali passive 10.000 14.20
05.01 Crediti verso clienti 136.000 Mutui passivi 50.000 13.20
03.11 Crediti verso collegate 20.000 TFR 40.000 12.01
05.09 Fatture da emettere 15.000 Debiti per IVA 1.800 15.05
08.01 Banca c/c 56.000 Debiti verso INPS 15.000 15.10
08.30 Cassa contanti 5.000 Debiti tributari 6.500 15.03
03.02 Partecipazioni in imprese collegate 10.000 Anticipazioni passive 20.000 13.12
07.05 Pronti contro termine in valuta 5.000 Fatture da ricevere 16.000 14.19
09.01 Ratei attivi 8.500 Debiti verso fornitori esteri 2.000 14.11
09.02 Risconti attivi 6.000 Ratei passivi 200 16.01
Risconti passivi 3.000 16.02
Capitale sociale 171.000 10.01
Riserva legale 45.000 10.04
Riserva straordinaria 10.000 10.07
Riserva di rivalutazione
partecipazioni 20.000 10.22
Utile d'esercizio 5.000 10.30
Totale 800.000 Totale 800.000
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82
Prospetto di raccordo tra conto economico contabile e conto economico civilistico
codice
conto Denominazione conto
Valore
contabile
Codice
di
bilancio
Aggregato del bilancio d'ex Valore di
bilancio
20.01 Merci c/vendite 100.000
1 A) Valore della Produzione
20.02 Provvigioni attive 5.000 Ricavi delle vendite e delle prestazioni 103.700
20.10 Resi su vendite merci -1.300
20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali -6.000 2
Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione
e finiti
17.000
20.32 Prodotti c/rimanenze finali 23.000
20.50 Costruzioni interne 20.000 4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 20.000
21.01 Fitti attivi patrimoniali 5.000 5
Altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi
in conto esercizio
17.000
21.02 Proventi patrimoniali 12.000
TOTALE A 157.700
30.01 Merci c/acquisti 50.000 6
B) Costi della produzione
30.11 Abbuoni e sconti attivi su acquisti -2.000 Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 48.000
31.00 Costi per servizi 2.900
7 Per servizi 8500 31.11 Energia elettrica 4.400
31.08 Spese per vigilanza 1.200
32.02 Canoni di leasing 20.000 8 Per godimento beni di terzi 20.000
9 Per il personale
33.01 Salari e stipendi 28.000 a Salari e stipendi 28.000
33.02 Oneri sociali 3.000 b Oneri sociali 3.000
33.03 Accantonamento TFR 1.800 c Trattamento di fine rapporto 1.800
34.04 Ammortamento costi di pubblicità 1.500 10 a Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 1.500
35.01 Ammortamento fabbricati 15.000
10 b Ammortamento delle immobilizzazioni materiali 29.000 35.02 Ammortamento macchinari 8.000
35.03 Ammortamento automezzi 6.000
36.06 Svalutazione crediti commerciali 5.000 10 d Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 5.000
37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 2000 11
Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di
consumo e merci -3.000
37.10 Materie prime c/rimanenze finali -5.000
32.01 Fitti passivi 10.000 14 Oneri diversi di gestione 13.000
39.20 Minusvalenza ordinarie 3.000
TOTALE B 154.800
DIFFERENZA A-B 2.900
C) Proventi e Oneri finanziari
40.01 Proventi da partecipazioni 1.000 15 Proventi da partecipazioni 1.000
40.20 Interessi attivi da titoli 500 16 c Da titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono 500
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partecipazioni
40.31 Interessi attivi bancari 500 16 d Proventi diversi dai precedenti 500
41.11 Spese bancarie -100 17 Interessi e altri oneri finanziari -100
41.10 Interessi passivi su mutui -800 17 Interessi e altri oneri finanziari -800
TOTALE C 1.100
E) Proventi e oneri straordinari 2.000
21.20 Plusvalenze su beni non strumentali 2.000 20 Plusvalenze da alienazioni
TOTALE E 2.000
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 6.000
70.01 Imposte dell'esercizio 1.000 22 Imposte dell'esercizio 1.000
23 Utile dell'esercizio 5.000
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84
CE ESPOSTO SECONDO IL CODICE CIVILE DOPO LA RICONCILIAZIONE DI PP. 2-3
Conto economico anno 200n
A) Valore della produzione
1 Ricavi delle vendite 103.700
2 Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti 17.000
4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 20.000
5 Altri ricavi e proventi 17.000
Totale valore della produzione 157.700
B) Costi della produzione
6 Per materie prime 48.000
7 Per servizi 8.500
8 Per godimento beni di terzi 30.000
9 Per il personale
a Salari e stipendi 28.000
b Oneri sociali 3.000
c Trattamento di fine rapporto 1.800
10 Ammortamenti e svalutazioni
a ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 1.500
b ammortamento delle immobilizzazioni materiali 29.000
d svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 5.000
11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie -3.000
14 Oneri diversi di gestione 3.000
Totale costi della produzione 154.800
DIFFERENZA A-B 2.900
C) Proventi e Oneri finanziari
15 Proventi da partecipazioni 1.000
16 Altri proventi e oneri
c da titoli iscritti nell'attivo circolante che non sono partecipazioni 500
d proventi diversi dai precedenti 500
17 Interessi e oneri finanziari -900
Totale proventi e oneri finanziari 1.100
E) Proventi e Oneri straordinari
20 Plusvalenze da alienazione di beni non strumentali 2.000
Totale proventi e oneri straordinari 2.000
Risultato prima della imposte 6.000
22 Imposte sul reddito d'esercizio 1.000
23 Utile d'esercizio 5.000
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Prospetto di raccordo tra stato patrimoniale contabile e stato patrimoniale civilistico
codice
conto Denominazione conto
Valore
contabile Rettifiche
Codice di
bilancio Aggregato del bilancio d'ex
Valore di
bilancio
Valore
complessivo
BI Immobilizzazioni immateriali
01.04 Costi di pubblicità 18.500 2 Costi di ricerca, sviluppo e pubblicità 18.500 18.500
BII Immobilizzazioni materiali
02.01 Fabbricati 230.000 -80.000 1 Terreni e fabbricati 150.000 242.000
02.02 Macchinari 180.000 -150.000 2 Impianti e macchinario 30.000
02.03 Automezzi 60.000 -18.000 3 Attrezzature industriali e commerciali 42.000
02.05 Immobilizzazioni in corso 20.000 0 5 Immobilizzazioni in corso e acconti 20.000
02.11 Fondo ammortamento fabbricati -80.000 80.000 0
02.12 Fondo ammortamento macchinari -150.000 150.000 0
02.13 Fondo ammortamento automezzi -18.000 18.000 0
BIII Immobilizzazioni finanziarie
03.02 Partecipazioni in imprese collegate 10.000 1b) Partecipazioni in imprese collegate 10.000 30.000
03.11 Crediti verso collegate 20.000 2 b) Crediti verso imprese collegate 20.000
C I Rimanenze
04.01 Materie prime 10.000 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 10.000 30.000
04.07 Prodotti finiti 20.000 4) Prodotti finiti e merci 20.000
CII Crediti verso clienti
05.01 Crediti verso clienti 136.000 -5.000 1) Verso clienti 131.000 146.000
05.09 Fatture da emettere 15.000 1) Verso clienti 15.000
05.40
Fondo svalutazione crediti
commerciali -5.000 5.000 0
CIII
Attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazioni
07.05 Pronti contro termine in valuta 5.000 6) Altri titoli 5.000 5.000
C IV Disponibilità liquide
08.01 Banca c/c 56.000 1) Depositi bancari e postali 56.000 61.000
08.30 Cassa contanti 5.000 3) Denaro e valori in cassa 5.000
D Ratei e risconti
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09.01 Ratei attivi 8.500 Ratei attivi 8.500 14.500
09.02 Risconti attivi 6.000 Risconti attivi 6.000
Totale attività 527.000 Totale attività 547.000 547.000
A Patrimonio netto
10.01 Capitale sociale 171.000 I Capitale sociale 171.000
10.04 Riserva legale 45.000 IV Riserva legale 45.000
10.07 Riserva straordinaria 10.000 VII Altre Riserve distintamente indicate 10.000 251.000
10.22 Riserva di rivalutazione partecipazioni 20.000 VII Altre Riserve distintamente indicate 20.000
10.30 Utile d'esercizio 5.000 IX Utile dell'esercizio 5.000
B Fondi per rischi e oneri
11.01 Fondo manutenzione macchinari 10.000 3) Altri titoli 10.000 10.000
C Trattamento di fine rapporto
12.01 TFR 40.000 40.000 40.000
D Debiti
13.12 Mutui passivi 50.000 4) Verso banche esigibili oltre l'ex successivo 50.000 242.800
13.10 Anticipazioni passive 20.000 4) Verso banche esigibili entro l'ex successivo 20.000
14.10 Debiti verso fornitori 121.500 7) Verso fornitori 121.500
14.20 Cambiali passive 10.000 8)
Rappresentati da titoli di credito esigibili entro l'ex
successivo 10.000
14.19 Fatture da ricevere 16.000 7) Verso fornitori 16.000
14.11 Debiti verso fornitori esteri 2.000 7) Verso fornitori esigibili oltre l'esercizio successivo 2.000
15.05 Debiti per IVA 1.800 12) Tributari esigibili entro l'ex successivo 1.800
15.10 Debiti verso INPS 15.000 13)
Verso istituti di previdenza e sicurezza sociale
esigibili oltre l'ex successivo 15.000
15.03 Debiti tributari 6.500 12) Tributari esigibili oltre l'ex successivo 6.500
E Ratei e risconti
16.01 Ratei passivi 200 Ratei passivi 200 3.200
16.02 Risconti passivi 3.000 Risconti passivi 3.000
Totale passività + PN 547.000 Totale passività + PN 547.000 547.000
Il prospetto di raccordo deve riportare gli importi del bilancio contabile, al netto delle poste rettificative, quali i fondi ammortamento e i fondi
svalutazione. I totali del bilancio civilistico (547.000 euro) non corrispondono pertanto a quelli del bilancio contabile (800.000 euro). Il prospetto
previsto dal Codice civile è il seguente:
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SP ESPOSTO SECONDO IL CODICE CIVILE DOPO LA RICONCILIAZIONE DI PP. 5-6 SP al 31/12/200n
ATTIVO PASSIVO
A) PATRIMONIO NETTO 251.000
A) CREDITI VERSO I SOCI I Capitale sociale 171.000
IV Riserva legale 45.000
B) IMMOBILIZZAZIONI 290.500 VII Riserva straordinaria 10.000
I Immobilizzazioni immateriali 18.500 VII Riserva di rivalutazione partecipazioni 20.000
2) Costi di R&S e di pubblicità 18.500 IX Utile d'esercizio 5.000
II Immobilizzazioni materiali 242.000
1) Terreni e Fabbricati 150.000 B) FONDI PER RISCHI E ONERI 10.000
2) Impianti e macchinario 30.000 3) Fondo manutenzione macchinari 10.000
3) Attrezzature industriali e commerciali 42.000
5) Immobilizzazioni in corso e acconti 20.000
III Immobilizzazioni finanziarie 30.000 C) TFR 40.000
1
b) Partecipazioni in imprese collegate 10.000
2b) Crediti verso collegate 20.000 D) DEBITI 242.800
4) Debiti verso banche 70.000
C) ATTIVO CIRCOLANTE/CORRENTE 242.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 50.000
I Rimanenze 30.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 20.000
1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 10.000 7) Debiti verso fornitori 139.500
4) Prodotti finiti e merci 20.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 2.000
II Crediti 146.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 137.500
1) Verso i clienti 146.000
8) Debiti rappresentati da titoli di credito 10.000
Esigibili entro l'esercizio successivo 10.000
III Attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazioni 5.000 12) Debiti tributari 8.300
6) Altri titoli 5.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 6.500
IV Disponibilità liquide 61.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 1.800
1) Depositi bancari e postali 56.000
3) Denaro e valori in cassa 5.000 13) Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale 15.000
Esigibili oltre l'esercizio successivo 15.000
D) RATEI E RISCONTI 14.500 Esigibili entro l'esercizio successivo
Ratei attivi 8.500 E) RATEI E RISCONTI 3.200
Risconti attivi 6.000 Ratei passivi 200
Risconti passivi 3.000
TOTALE ATTIVO 547.000 TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO NETTO 547.000
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SP di pag 7 RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO
ATTIVO
A) ATTIVO FISSO 290.500
I Immobilizzazioni tecniche materiali
Terreni e Fabbricati 150.000 242.000
Impianti e macchinario 30.000
Attrezzature industriali e commerciali 42.000
Immobilizzazioni in corso e acconti 20.000
II Immobilizzazioni tecniche immateriali 18.500
Costi di R&S e di pubblicità 18.500
III Immobilizzazioni finanziarie 30.000
Partecipazioni in imprese collegate 10.000
Crediti verso i clienti a L/T
Crediti verso imprese collegate a L/T 20.000
B) ATTIVO CIRCOLANTE 253.500
1) Magazzino 33.000
Materie prime, sussidiarie e di consumo 10.000
Prodotti finiti e merci 20.000
Risconti attivi (al netto di quelli passivi) 3.000
2) Liquidità differite 159.500
Crediti verso i clienti a B/T 146.000
Ratei attivi 8.500
Altri titoli 5.000
3) Liquidità immediate 61.000
Depositi bancari e postali 56.000
Denaro e valori in cassa 5.000
TOTALE ATTIVO 544.00018
PASSIVO
A) MEZZI PROPRI 251.000
Capitale sociale 171.000
Riserva legale 45.000
Riserva straordinaria 10.000
Riserva di rivalutazione partecipazioni 20.000
Utile dell’esercizio 5.000
B) PASSIVITA' CONSOLIDATE 123.500
Fondo manutenzione macchinari 10.000
TFR 40.000
Debiti verso banche 50.000
Debiti verso fornitori 2.000
Debiti tributari 6.500
Debiti verso istituti di previdenza 15.000
C) PASSIVITA' CORRENTI 169.500
Debiti verso banche 20.000
Debiti verso fornitori 137.500
Debiti rappresentati da titoli 10.000
Debiti tributari 1.800
Ratei passivi 200
TOTALE PASSIVO + NETTO 544.00019
18Rispetto allo SP civilistico, la differenza di 3.000 deriva dai risconti passivi che sono sottratti a quelli attivi nell'attivo
circolante riclassificato. 19Rispetto allo SP civilistico la differenza di 3.000 deriva dai risconti passivi che sono sottratti a quelli attivi nell'attivo
circolante riclassificato.
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CE di pag. 4 RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO DEL VALORE AGGIUNTO
VALORE AGGIUNTO
Ricavi netti 103.700
Variazione delle rimanenze di prodotti finiti e in corso di lavorazione 17.000
Produzioni in economia 20.000
Produzione ottenuta dall'azienda 140.700
Spese per materie prime e sussidiarie 48.000
Variazione delle rimanenze di materie prime20 -3.000
Altre spese esterne 28.500
Costi esterni 73.500
Valore aggiunto 67.200
Spese per il personale 32.800
Margine operativo lordo (MOL) 34.400
Ammortamenti e accantonamenti 35.500
Reddito operativo -1.100
Risultato della gestione patrimoniale 5.000
Risultato della gestione finanziaria 100
Risultato di gestione 4.000
Risultato della gestione straordinaria 2.000
Reddito ante imposte 6.000
Imposte 1.000
Reddito netto (utile d'esercizio) 5.000
FINE ESEMPLIFICAZIONE 1
20 Le rimanenze finali in questo caso sono maggiori di quelle iniziali. Tra i costi il saldo viene esposto con il segno
negativo a significare che i costi esterni si riducono per effetto delle rimanenze finali.
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2. ANALISI DI BILANCIO CON RIFERIMENTO ALLO SP SP RICLASSIFICATO SECONDO IL
CRITERIO FINANZIARIO
Sia dato il seguente SP riclassificato secondo il criterio finanziario ATTIVO
A) ATTIVO FISSO 290.500
I Immobilizzazioni tecniche immateriali
Costi di R&S e di pubblicità 18.500 18.500
II Immobilizzazioni tecniche materiali 242.000
Terreni e fabbricati 150.000
Impianti e macchinario 30.000
Attrezzature industriali e commerciali 42.000
Immobilizzazioni in corso e acconti 20.000
III Immobilizzazioni finanziarie 30.000
Partecipazioni in imprese collegate 10.000
Crediti verso imprese collegate a L/T 20.000
B) ATTIVO CIRCOLANTE 253.500
1) Magazzino 33.000
Materie prime, sussidiarie e di consumo 10.000
Prodotti finiti e merci 20.000
Risconti attivi (al netto di quelli passivi) 3.000
2) Liquidità differite 159.500
Crediti verso i clienti a B/T 146.000
Ratei attivi 8.500
Altri titoli 5.000
3) Liquidità immediate 61.000
Depositi bancari e postali 56.000
Denaro e valori in cassa 5.000
TOTALE ATTIVO 544.000
PASSIVO
A) MEZZI PROPRI 246.400
Capitale sociale 171.000
Riserva legale 30.250
Riserva straordinaria 20.150
Riserva di rivalutazione 25.000
B) PASSIVITA' CONSOLIDATE 113.500
Fondo manutenzione macchinari 10.000
TFR 30.000
Debiti verso banche 50.000
Debiti verso fornitori 2.000
Debiti tributari 6.500
Debiti verso istituti di previdenza 15.000
C) PASSIVITA' CORRENTI 184.100
TFR 10.000
Debiti verso banche 20.000
Debiti verso fornitori 137.500
Debiti rappresentati da titoli 10.000
Debiti tributari 2.260
Ratei passivi 200
Debiti verso azionisti 4.140
TOTALE PASSIVO + NETTO 544.000
Si proceda a esporlo aggregando le voci in modo sintetico.
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Soluzione
SP RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO SINTETICO EDI CE SECONDO IL
CRITERIO DEL VALORE AGGIUNTO
Lo Stato Patrimoniale riclassificato secondo il criterio finanziario può essere sinteticamente
espresso nel modo che segue:
IMPIEGHI
Immobilizzazioni Immateriali 18.500
Immobilizzazioni Materiali 242.000
Immobilizzazioni Finanziarie 30.000
A) ATTIVO IMMOBILIZZATO 290.500
Scorte di Magazzino 33.000
Liquidità Differite 159.500
Liquidità Immediate 61.000
B) ATTIVO CIRCOLANTE 253.500
CAPITALE INVESTITO (A+B) 544.000
FONTI
A) Patrimonio Netto 246.400
B) Passività Consolidate 113.500
C) Passività Correnti 184.100
CAPITALE ACQUISITO (A+B+C) 544.000
Sulla base della riclassificazione sopra esposta, è possibile individuare anche gli indici di bilancio.
in particolare, di seguito sono esposti:
- gli indici di struttura/composizione degli impieghi e delle fonti di SP riclassificato;
- i quozienti di struttura/composizione degli impieghi e delle fonti di SP riclassificato;
- i quozienti e i margini di struttura relativi all’analisi sulla solidità patrimoniale dell’azienda;
- i quozienti e i margini di disponibilità e di tesoreria, compreso il capitale circolante netto
(CCN), relativi all’analisi sulla liquidità aziendale.
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92
INDICI DI STRUTTURA 2005
Indice di rigidità (AF/CI) 0,53
Indice di elasticità (AC/CI) 0,47
Indice di autonomia finanziaria (MP/CI) 0,45
Indice di indebitamento (PC+Pcorr)/CI 0,55
Indice di indebitamento permanente (PC+MP)/CI 0,66
QUOZIENTI E MARGINI DI STRUTTURA
Quoziente di struttura primario (MP/AF) 0,85
Quoziente di struttura secondario (MP+PC)/AF 1,24
Margine di struttura primario (MP-AF) -44.100
Margine di struttura secondario (MP+PC)-AF 69.400
QUOZIENTI E MARGINI DI DISPONIBILITA' E DI TESORERIA e IL CAPITALE
CIRCOLANTE NETTO
Margine di disponibilità (LI + LD + M)-Pcorr. 69.400
Margine di tesoreria (LI+LD)-P Corr 36.400
Capitale circolante netto (CCN)= Attivo corrente - Esigibilità 69.400
Quoziente di disponibilità (LI+LD+M)/Pcorr = Current Ratio 1,377
Quoziente di tesoreria (LI+LD)/Pcorr = Quick Ratio 1,198
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3. ESEMPIO DI RICLASSIFICAZIONE DAL BILANCIO CONTABILE AL BILANCIO CIVILISTICO
Si consideri il seguente bilancio contabile redatto al 31/12/n:
Ipotesi per la riconciliazione civilistica delle voci di bilancio
Si proceda alla riclassificazione del bilancio secondo i disposti del Codice civile, considerando che il bilancio civilistico
è redatto in unità di euro, secondo l’art. 2423 del Codice civile. Di seguito sono riportati i soli prospetti di raccordo. Si
ipotizzi che sono considerati esigibili entro l’esercizio successivo le seguenti voci di debito: “Debiti verso fornitori”;
“Fatture da ricevere”; “Erario c/ritenute da versare”; “Debiti per imposte”; “Erario c/IVA”; “Enti previdenziali e
assistenziali”. La voce “Mutui ipotecari” è considerata una voce di debito esigibile oltre l’esercizio successivo”.
Si ipotizzi, inoltre, che le fatture da ricevere siano classificate come Debiti Tributari.
.
Codice conto Denominazione conto Importo Codice conto Denominazione conto Importo
20.10 Resi su vendite 5.970,00 20.01 Prodotti c/vendite 1.656.690,45
20.12 Premi su vendite 1.396,51 20.32 Prodotti c/rimanenze finali 104.900,00
20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali 94.198,00 20.50 Costruzioni interne 26.326,80
30.01 Materie prime c/acquisti 1.000.305,35 21.02 Proventi vari 9.464,09
31.00 Costi per servizi 122.895,00 21.20 Plusvalenze ordianrie 2.200,00
33.01 Salari e stipendi 246.007,56 30.11 Ribassi e abbuoni attivi 2.673,00
33.02 Oneri sociali 78.722,09 37.10 Materie prime c/rimanenze finali 68.073,00
33.03 Quota TFR 19.310,13 40.01 Proventi da partecipazioni 13.005,80
34.05 Ammortamento brevetti 5.826,80 40.31 Interessi attivi bancari 538,42
35.01 Ammortamento fabbricati 13.011,36
35.02 Ammortamento impianti e macchinari 58.244,86
36.10 Svalutazione crediti 5.752,86
37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 60.100,00
39.01 Oneri fiscali diversi 2.200,00
39.20 Minusvalenze ordinarie 4.000,00
41.10 Interessi passivi su mutui 6.300,00
70.01 Imposte dell'esercizio 63.553,00
1.787.793,52 1.883.871,56
Utile d'esercizio 96.078,04
Totale a pareggio 1.883.871,56 Totale a pareggio 1.883.871,56
TOTALE RICAVI DI ESERCIZIOTOTALE COSTI DI ESERCIZIO
Conto economico anno n
Codice conto Denominazione conto Importo Codice conto Denominazione conto Importo
01.05 Brevetti industriali 58.268,00 01.15 F.do amm.to brevetti 43.363,10
02.01 Terreni e fabbricati 425.284,00 02.11 F.do amm.to fabbricati 65.056,96
02.02 Impianti e macchinari 392.616,82 02.12 F.do amm.to impianti e macchinari 187.387,51
02.30 Immobilizzazioni in corso 46.326,80 05.40 F.do svalutazione crediti 4.600,00
03.02 Partecipazioni in collegate 121.280,00 12.01 Debiti per TFR 100.367,32
04.01 Materie prime 68.073,00 13.20 Mutui ipotecari 120.000,00
04.07 Prodotti finiti 104.900,00 14.10 Debiti v/fornitori 145.311,20
05.01 Crediti v/clienti 235.171,17 14.19 Fatture da ricevere 17.044,80
05.09 Fatture da emettere 21.600,00 15.02 Erario c/ritenute da versare 10.454,91
08.01 Banche c/c attivi 16.518,09 15.03 Debiti per imposte 6.485,95
08.30 Cassa 4.094,82 15.05 Erario c/IVA 5.518,35
09.02 Risconti attivi 1.800,00 15.10 Enti previdenziali e assistenziali 28.388,20
16.01 Ratei passivi 1.740,00
10.01 Capitale sociale 500.000,00
10.04 Riserva legale 100.000,00
10.05 Riserva statutaria 51.160,36
10.14 Riserva di rivalutazione partecipazioni 12.976,00
10.30 Utile d'esercizio 96.078,04
Totale a pareggio 1.495.932,70 Totale a pareggio 1.495.932,70
Stato patrimoniale 31/12/n
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Codice conto Denominazione conto Valore contabile Codice bilancio Aggregato bilancio d'esercizio Valore di bilancio
20.01 Prodotti c/vendite 1.656.690,45 A) Valore della produzione
20.10 Resi su vendite -5.970,00 1 Ricavi dalle vendite 1.649.324
20.12 Premi su vendite -1.396,51
20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali -94.198,00 3
Variazione delle rimanenze di prodotti in
lavorazione e finiti 10.702
20.32 Prodotti c/rimanenze finali 104.900,00
20.50 Costruzioni interne 26.326,80 4
Incrementi di immobilizzazioni per lavori
interni 26.327
21.02 Proventi vari 9.464,09 5 Altri ricavi e proventi 11.664
21.20 Plusvalenze ordinarie 2.200,00
TOTALE A 1.698.017
30.01 Materie prime c/acquisti 1.000.305,35 B) Costi della produzione
30.11 Ribassi e abbuoni attivi -2.673,00 6 Per materie prime 997.632
31.00 Costi per servizi 122.895,00 7 Per servizi 122.895
33.01 Salari e stipendi 246.007,56 9 Per il personale
33.02 Oneri sociali 78.722,09 a salari e stipendi 246.008
33.03 Quota TFR 19.310,13 b oneri sociali 78.722
c trattamento di fine rapporto 19.310
34.05 Ammortamento brevetti 5.826,80 10 a Amm.to immobilizzazioni immateriali 5.827
35.01 Ammortamento fabbricati 13.011,36 10 b Amm.to immobilizzazioni materiali 71.256
35.02 Ammortamento impianti e macchinari 58.244,86
36.10 Svalutazione crediti 5.752,86 10 d Svalutazione crediti dell'attivo corrente 5.753
37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 60.100,00 11 Variazione delle rimanenze di materie prime -7.973
37.10 Materie prime c/rimanenze finali -68.073,00
39.01 Oneri fiscali diversi 2.200,00 14 Oneri diversi di gestione 6.200
39.20 Minusvalenze ordinarie 4.000,00
TOTALE B 1.545.630
DIFFERENZA A - B 152.387
C) Proventi e oneri finanziari
40.01 Proventi da partecipazioni 13.005,80 15 Proventi da partecipazioni 13.006
40.31 Interessi attivi bancari 538,42 16 Proventi finanziari diversi 538
41.10 Interessi passivi su mutui -6.300,00 17 Interessi e oneri finanziari -6.300
TOTALE C 7.244
Risultato prima delle imposte 159.631
70.01 Imposte dell'esercizio 63.553,00 22 Imposte dell'esercizio 63.553
Utile d'esercizio 96.078
Prospetto di raccordo del conto economico dell'anno n
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95
Codice conto Denominazione conto Valore contabile Rettifiche Codice bilancio Aggregato del bilancio d'esercizio Valore di bilancio
01.05 Brevetti industriali 58.268,00 -43.363,10 B I Immobilizzazioni immateriali
01.15 F.do amm.to brevetti -43.363,10 43.363,10 3 Diritti di brevetto industriale 14.905
B II Immobilizzazioni materiali
02.01 Terreni e fabbricati 425.284,00 -65.056,96 1 Terreni e fabbricati 360.227
02.02 Impianti e macchinari 392.616,82 -187.387,51 2 Impianti e macchinari 205.229
02.11 F.do amm.to fabbricati -65.056,96 65.056,96 5 Immobilizzazioni in corso 46.327
02.12 F.do amm.to impianti e macchinari -187.387,51 187.387,51
02.30 Immobilizzazioni in corso 46.326,80
B III Immobilizzazioni finanziarie
03.02 Partecipazioni in collegate 121.280,00 1 b Partecipazioni in collegate 121.280
C I Rimanenze
04.01 Materie prime 68.073,00 1 Materie prime 68.073
04.07 Prodotti finiti 104.900,00 4 Prodotti finiti 104.900
C II Crediti
05.01 Crediti v/clienti 235.171,17 -4.600,00 1 Crediti v/clienti 252.171
05.09 Fatture da emettere 21.600,00
05.40 F.do svalutazione crediti -4.600,00 4.600,00
C IV Disponibilità liquide
08.01 Banche c/c attivi 16.518,09 1 Depositi bancari 16.518
08.30 Cassa 4.094,82 3 Denaro e valori in cassa 4.095
D Ratei e risconti attivi
09.02 Risconti attivi 1.800,00 Risconti attivi 1.800
TOTALE 1.180.620,23 TOTALE 1.195.525
A Patrimonio netto
10.01 Capitale sociale 500.000,00 I Capitale sociale 500.000
10.04 Riserva legale 100.000,00 IV Riserva legale 100.000
10.05 Riserva statutaria 51.160,36 V Riserva statutaria 51.160
10.14 Riserva di rivalutazione partecipazioni 12.976,00 VII Altre riserve 12.976
10.30 Utile d'esercizio 96.078,04 IX Utile d'esercizio 96.078
12.01 Debiti per TFR 100.367,32 C TFR 100.367
D Debiti
13.20 Mutui ipotecari 120.000,00 4 Debiti v/banche 120.000
14.10 Debiti v/fornitori 145.311,20 7 Debiti v/fornitori 162.356
14.19 Fatture da ricevere 17.044,80 12 Debiti tributari 22.459
15.02 Erario c/ritenute da versare 10.454,91 13 Debiti v/istitudi di previdenza 28.388
15.03 Debiti per imposte 6.485,95
15.05 Erario c/IVA 5.518,35
15.10 Enti previdenziali e assistenziali 28.388,20
E Ratei e risconti passivi
16.01 Ratei passivi 1.740,00 Ratei passivi 1.740
TOTALE 1.195.525,13 TOTALE 1.195.525
Stato patrimoniale 31/12/n
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96
4. ESERCIZIO SULLA RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO PARTENDO DAL BILANCIO
CIVILISTICO
Si Consideri il seguente stato patrimoniale esposto secondo il Codice civile al 31/12/200n:
SP al 31/12/200n
ATTIVO PASSIVO
A) CREDITI VERSO I SOCI A) PATRIMONIO NETTO 28.200
I Capitale sociale 20.000
B) IMMOBILIZZAZIONI 51.150 II Riserva da sovrapprezzo azioni 1.200
I Immobilizzazioni immateriali 3.100 III Riserva da rivalutazione 5.000
2) Costi di R&S e di pubblicità 1.300 IV Riserva legale 800
3) Brevetti industriali 1800 IX Utile d'esercizio 1.200
II Immobilizzazioni materiali 47.300
1) Terreni e Fabbricati 7.000 B) FONDI PER RISCHI E ONERI 3.900
2) Impianti e macchinario 32.000 1)
Fondi per trattamento di quiescenza del
personale 3.900
3) Attrezzature industriali e commerciali 5.200
4) Mobili di ufficio 1.700
5) Immobilizzazioni in corso e acconti 1.400 C) TFR 5.500
III Immobilizzazioni finanziarie 750
1 b) Partecipazioni in imprese controllate 750 D) DEBITI 42.740
4) Debiti verso banche 16.690
C) ATTIVO
CIRCOLANTE/CORRENTE 29.110 Esigibili oltre l'esercizio successivo 15.900
I Rimanenze 9.500 Esigibili entro l'esercizio successivo 790
1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 2.000
4) Prodotti finiti e merci 7.000 7) Debiti verso fornitori 13.500
5) Acconti a fornitori 500 Esigibili oltre l'esercizio successivo 400
II Crediti 17.700 Esigibili entro l'esercizio successivo 13.100
1) Verso i clienti 17.700
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97
Esigibili oltre l'esercizio successivo 200 9) Debiti verso società controllate 10.000
Esigibili entro l'esercizio successivo 17.300 Esigibili entro l'esercizio successivo 2.000
5) Altri crediti 200 Esigibili oltre l'esercizio successivo 8.000
12) Debiti tributari 400
III Attività finanziarie che non
costituiscono immobilizzazioni 160 Esigibili entro l'esercizio successivo 400
6) Titolii di Stato 160
IV Disponibilità liquide 1.750 13)
Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza
sociale 1.100
1) Depositi bancari e postali 1.720 Esigibili entro l'esercizio successivo 1.100
3) Denaro e valori in cassa 30
14) Debiti diversi 1.050
D) RATEI E RISCONTI 220 Esigibili entro l'esercizio successivo 900
Ratei attivi 50 Esigibili oltre l'esercizio successivo 150
Risconti attivi 170 E) RATEI E RISCONTI 140
Ratei passivi 100
Risconti passivi 40
TOTALE ATTIVO 80.480 TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO
NETTO 80.480
Si proceda alla riclassificazione dello SP secondo il criterio finanziario.
Si proceda, inoltre, all’individuazione di quanto segue:
- indici di composizione degli impieghi, delle fonti e dei mezzi propri;
- quozienti e margini di struttura;
- indici e quozienti di liquidità.
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98
SOLUZIONE 4: STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO:
200n
IMPIEGHI
Immobilizzazioni Immateriali 3.100
Immobilizzazioni Materiali 47.300
Immobilizzazioni Finanziarie 950
A) ATTIVO IMMOBILIZZATO 51.350
Scorte di Magazzino 9.630
Liquidità Differite 17.710
Liquidità Immediate 1.750
B) ATTIVO CIRCOLANTE 29.090
CAPITALE INVESTITO (A+B) 80.440
FONTI
A) Patrimonio Netto 28.200
B) Passività Consolidate 33.850
C) Passività Correnti 18.390
CAPITALE ACQUISITO (A+B+C) 80.440
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99
INDICI DI STRUTTURA
Indice di rigidità (AF/CI) 0,64
Indice di elasticità (AC/CI) 0,36
QUOZIENTI E MARGINI DI STRUTTURA
Quoziente di struttura primario (MP/AF) 0,55
Indice di autonomia finanziaria (MP/CI) 0,35 Quoziente di struttura secondario (MP+PC)/AF 1,21
Indice di indebitamento (PC+Pcorr)/CI 0,65 Margine di struttura primario (MP-AF) -23.150
Margine di struttura secondario (MP+PC)-AF 10.700
QUOZIENTI E MARGINI DI DISPONIBILITA' E DI
TESORERIA e IL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
Margine di disponibilità (LI + LD + M)-Pcorr. 10.700
Margine di tesoreria (LI+LD)-P Corr 1.070
Capitale circolante netto (CCN)= Attivo corrente - Esigibilità 10.700
Quoziente di disponibilità (LI+LD+M)/Pcorr = Current Ratio 1,582
Quoziente di tesoreria (LI+LD)/Pcorr = Quick Ratio 1,058
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100
5. ESERCIZIO SULL’ANALISI DI BILANCIO PER INDICI PER UNA STESSA AZIENDA NEL TEMPO
Sia dato il seguente prospetto di Stato Patrimoniale della società Alfa S.p.A. per gli anni 2005,
2006, 2007 riclassificato secondo il criterio finanziario.
Si proceda alla individuazione per tutti gli anni:
- degli indici di composizione/struttura degli impieghi e delle fonti di finanziamento;
- degli indici e dei margini relativi alla solidità dell’azienda;
- degli indici e dei margini della liquidità.
- Del valor medio di tutti gli indici individuati.
2005 2006 2007
IMPIEGHI
Immobilizzazioni Immateriali 200 400 1.500
Immobilizzazioni Materiali 800 1.600 2.000
Immobilizzazioni Finanziarie 200 500 700
A) ATTIVO IMMOBILIZZATO 1.200 2.500 4.200
Scorte di Magazzino 300 500 900
Liquidità Differite 300 700 1.000
Liquidità Immediate 200 300 400
B) ATTIVO CIRCOLANTE 800 1.500 2.300
CAPITALE INVESTITO (A+B) 2.000 4.000 6.500
FONTI
A) Patrimonio Netto 500 1.000 1.500
B) Passività Consolidate 1.100 2.500 3.000
C) Passività Correnti 400 500 2.000
CAPITALE ACQUISITO (A+B+C) 2.000 4.000 6.500
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101
SOLUZIONE 5:
INDICI DI STRUTTURA 2005 2006 2007 media
Indice di rigidità (AF/CI) 0,60 0,63 0,65 0,63
Indice di elasticità (AC/CI) 0,40 0,38 0,35 0,37
Indice di autonomia finanziaria (MP/CI) 0,25 0,25 0,23 0,24
Indice di indebitamento (PC+Pcorr)/CI 0,75 0,75 0,77 0,76
QUOZIENTI E MARGINI DI STRUTTURA 2005 2006 2007 Media
Quoziente di struttura primario (MP/AF) 0,42 0,40 0,36 0,38
Quoziente di struttura secondario (MP+PC)/AF 1,33 1,40 1,07 1,22
Margine di struttura primario (MP-AF) -700 -1.500 -2.700 -1.633
Margine di struttura secondario (MP+PC)-AF 400 1.000 300 567
QUOZIENTI E MARGINI DI DISPONIBILITA' E DI
TESORERIA 2005 2006 2007 Media
Margine di disponibilità (LI + LD + M)-Pcorr. 400 1.000 300 567
Margine di tesoreria (LI+LD)-P Corr 100 500 -600 0
Quoziente di disponibilità (LI+LD+M)/Pcorr = Current
Ratio 2 3 1,15 1,6
Quoziente di tesoreria (LI+LD)/Pcorr = Quick Ratio 1,25 2 0,7 1,0
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102
7. ESERCIZIO SULLA RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO SECONDO I CRITERI DEL
VALORE AGGIUNTO PARTENDO DAL BILANCIO CIVILISTICO
Si consideri il seguente conto economico esposto secondo il Codice civile al 31/12/200n:
Conto economico anno 200n
A) Valore della produzione
1 Ricavi delle vendite 274.000
2 Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti 6.000
5 Altri ricavi e proventi21 10.000
Totale valore della produzione 290.000
B) Costi della produzione
6 Per materie prime 70.000
7 Per servizi 62.000
8 Per godimento beni di terzi 35.000
9 Per il personale
a Salari e stipendi 40.000
b Oneri sociali 20.000
10 Ammortamenti e svalutazioni
b ammortamento delle immobilizzazioni materiali 15.500
d svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 2.000
11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie 5.000
13 Altri accantonamenti (Accantonamento al fondo per responsabilità civile) 500
14 Oneri diversi di gestione22 2.000
Totale costi della produzione 252.000
DIFFERENZA A-B (Risultato di gestione corrente) 38.000
C) Proventi e Oneri finanziari
15 Proventi da partecipazioni 2.000
16 Altri proventi e oneri
d proventi diversi dai precedenti 2.000
17 Interessi e oneri finanziari 10.000
Totale proventi e oneri finanziari -6.000
E) Proventi e Oneri straordinari
20 Plusvalenze da alienazione 5.500
21 Minusvalenze da alienazione 5.800
Totale proventi e oneri straordinari -300
Risultato prima della imposte 31.700
22 Imposte sul reddito d'esercizio -6.700
23 Utile d'esercizio 25.000
21 Tali ricavi hanno esclusivamente natura accessoria patrimoniale. 22 Tali costi hanno esclusivamente natura accessoria patrimoniale. Si riferiscono a oneri per manutenzioni di beni non
strumentali e pertanto affluiscono nella gestione patrimoniale accessoria.
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103
Ai fini della riclassificazione secondo il criterio del valore aggiunto è sufficiente prendere visione
del prospetto esposto secondo i criteri del Codice civile (art. 2425).
Soluzione 7:
VALORE AGGIUNTO
Ricavi netti 274.000
Variazione delle rimanenze di prodotti
finiti e in corso di lavorazione 6.000
Produzione ottenuta dall'azienda 280.000
Spese per materie prime e sussidiarie 70.000
Variazione delle rimanenze di materie
prime 5.000
Altre spese esterne 97.000
Valore aggiunto 108.000
Spese per il personale 60.000
Margine operativo lordo (MOL) 48.000
Ammortamenti e accantonamenti 18.000
Reddito operativo 30.000
Risultato della gestione patrimoniale 10.000
Risultato della gestione finanziaria -8.000
Risultato di gestione 32.000
Risultato della gestione straordinaria -300
Reddito ante imposte 31.700
Imposte -6.700
Reddito netto (utile d'esercizio) 25.000
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104
8. RICLASSIFICAZIONE DI UN BILANCIO AL 31/12/200n (partendo dal bilancio contabile) e indici di bilancio
Sia dato il seguente bilancio contabile finale, post-assestamento al 31/12/n:
CE anno 200n
codice
conto Costi per servizi Ricavi
codice
conto
30.01 Merci c/acquisti 2.000.000 Prodotti c/vendite 3.160.000 20.01
20.10 Resi su vendite merci 13.000 Resi su acquisti 25.000 30.10
20.11 Ribassi e abbuoni passivi 4.000 Abbuoni e sconti attivi su acquisti 5.000 30.11
20.12 Premi su vendite 3.000 Prodotti c/rimanenze finali 210.000 20.32
31.00 Costi per servizi 236.000 Interessi attivi bancari 4.000 40.31
33.01 Salari e stipendi 511.100 Plusvalenze straordinarie 40.000 60.61
33.02 Oneri sociali 206.275 Costruzioni interne 49.500 20.50
33.03 Accantonamento TFR 40.559 Interessi attivi da crediti v/ clienti 20.000 40.30
35.01 Ammortamento fabbricati 24.000 Proventi patrimoniali 20.000 21.02
35.02 Ammortamento macchinari 42.500 Materie prime c/rimanenze finali 130.000 37.10
35.03 Ammortamento attrezzature 65.000
35.06 Ammortamento arredamento 22.000
36.06 Svalutazione crediti commerciali 17.000
41.10 Interessi passivi su mutui 26.000
20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali 120.000
37.01 Materie prime c/rim. iniziali 235.000
70.01 Imposte dell'esercizio 35.000
Totale costi d'esercizio 3.600.434 Totale ricavi d'esercizio 3.663.500
Utile d'esercizio 63.066
Totale a pareggio 3.663.500 Totale a pareggio 3.663.500
SP 31/12/200n
codice
conto Attività Passività e PN
codice
conto
02.01 Fabbricati 600.000 Fondo svalut.crediti commerciali 19.000 05.40
02.02 Macchinari 250.000 Fondo amm. macchinari 136.500 02.12
02.03 Attrezzature industriali 400.000 Fondo ammortamento fabbricati 64.000 02.11
02.06 Arredamento 150.000 Fondo amm. attrezzature 205.000 02.13
02.20 Immobilizzazioni in corso 49.500 Fondo amm.to arredamento 88.000 02.16
04.01 Materie prime 130.000 Debiti verso fornitori 210.000 14.10
04.07 Prodotti finiti 250.000 Mutui passivi (esigibili a L/T) 300.000 13.20
05.01 Crediti verso clienti (a B/T) 380.000 TFR (a L/T) 138.262 12.01
06.90 Crediti verso altri (a B/T) 22.625 Debiti per IVA (esigibili a B/T) 5.000 15.05
08.01 Banca c/c 37.920 Debiti v/s INPS (esigibili a L/T) 26.000 15.10
08.30 Cassa contanti 5.000 Debiti tributari (esigibili a L/T) 3.920 15.03
09.02 Risconti attivi 4.000
Debiti per ritenute da versare
(esigibili a B/T) 14.297 15.02
Ratei passivi 6.000 16.01
Capitale sociale 900.000 10.01
Riserva legale 100.000 10.04
Utile d'esercizio 63.066 10.30
Totale 2.279.045 Totale 2.279.045
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105
Si proceda, al 31/12/n, a:
- redigere i prospetti di raccordo per il conto economico e per lo stato patrimoniale;
- redigere i prospetti civilistici di bilancio (conto economico e stato patrimoniale);
- riclassificare il conto economico secondo il criterio del valore aggiunto;
- riclassificare lo stato patrimoniale secondo il criterio finanziario, sulla base delle indicazioni fornite nel bilancio contabile.
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106
Soluzione 8
PROSPETTO DI RICONCILIAZIONE DEL CONTO ECONOMICO DI PAG. 24
codice
conto Denominazione conto
Valore
contabile
Codice di
bilancio Aggregato del bilancio d'ex
Valore di
bilancio
20.01 Prodotti c/vendite 3.160.000
1
A) Valore della Produzione
20.12 Premi su vendite -3.000 Ricavi delle vendite e delle prestazioni 3.140.000
20.11 Ribassi e abbuoni passivi -4.000
20.10 Resi su vendite merci -13.000
20.22 Prodotti c/rimanenze iniziali -120.000 2
Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione e finiti
90.000
20.32 Prodotti c/rimanenze finali 210.000
20.50 Costruzioni interne 49.500 4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 49.500
21.02 Proventi patrimoniali 20.000 5
Altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi in conto
esercizio 20.000
TOTALE A 3.299.500
30.01 Merci c/acquisti 2.000.000
6
B) Costi della produzione
30.10 Resi su acquisti -25.000
30.11 Abbuoni e sconti attivi su acquisti -5.000 Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 1.970.000
31.00 Costi per servizi 236.000 7 Per servizi 236.000
9 Per il personale
33.01 Salari e stipendi 511.100 a Salari e stipendi 511.100
33.02 Oneri sociali 206.275 b Oneri sociali 206.275
33.03 Accantonamento TFR 40.559 c Trattamento di fine rapporto 40.559
35.01 Ammortamento fabbricati 24.000
10 b Ammortamento delle immobilizzazioni materiali 153.500 35.02 Ammortamento macchinari 42.500
35.06 Ammortamento arredamento 22.000
35.03 Ammortamento attrezzature 65.000
36.06 Svalutazione crediti commerciali 17.000 10 d Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 17.000
37.01 Materie prime c/rimanenze iniziali 235.000 11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e
merci 105.000
37.10 Materie prime c/rimanenze finali -130.000
TOTALE B 3.239.434
DIFFERENZA A-B (Risultato della gestione corrente) 60.066
C) Proventi e Oneri finanziari
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107
0,00 Proventi da partecipazioni 0 15 Proventi da partecipazioni 0
40.30 Interessi attivi da crediti v/ clienti 20.000 16 d Proventi diversi dai precedenti 20.000
40.31 Interessi attivi bancari 4.000 16 d Proventi diversi dai precedenti 4.000
41.10 Interessi passivi su mutui -26.000 17 Interessi e altri oneri finanziari -26.000
TOTALE C -2.000
E) Proventi e oneri straordinari
60.61 Plusvalenze straordinarie 40.000 20 Plusvalenze da alienazioni 40.000
TOTALE E 40.000
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 98.066
70.01 Imposte dell'esercizio 35.000 22 Imposte dell'esercizio 35.000
23 Utile dell'esercizio 63.066
PROSPETTO DI RICONCILIAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE DI PAG. 24
codice conto Denominazione conto Valore
contabile Rettifiche
Codice di
bilancio Aggregato del bilancio d'ex
Valore di
bilancio
BII Immobilizzazioni materiali
02.01 Fabbricati 600.000 -64.000 1 Terreni e fabbricati 536.000
02.02 Macchinari 250.000 -136.500 2 Impianti e macchinario 113.500
02.03 Attrezzature industriali 400.000 -205.000 3 Attrezzature industriali e commerciali 195.000
02.06 Arredamento 150.000 -88.000 3 Attrezzature industriali e commerciali 62.000
02.20 Immobilizzazioni in corso 49.500 0 5 Immobilizzazioni in corso e acconti 49.500
02.11 Fondo ammortamento fabbricati -64.000 64.000 0
02.12 Fondo ammortamento macchinari -136.500 136.500 0
02.13 Fondo ammortamento attrezzature -205.000 205.000
02.16 Fondo amm.to arredamento -88.000 88.000 0
C I Rimanenze
04.01 Materie prime 130.000 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 130.000
04.07 Prodotti finiti 250.000 4) Prodotti finiti e merci 250.000
CII Crediti verso clienti
05.01 Crediti verso clienti 380.000 -19.000 1) Verso clienti 361.000
esigibili oltre l'esercizio successivo 0
06.90 Crediti verso altri 22.625 5) Verso altri 22.625
05.40 Fondo svalutazione crediti -19.000 19.000 0
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108
commerciali
C IV Disponibilità liquide
08.01 Banca c/c 37.920 1) Depositi bancari e postali 37.920
08.30 Cassa contanti 5.000 3) Denaro e valori in cassa 5.000
D Ratei e risconti
09.02 Risconti attivi 4.000 Risconti attivi 4.000
Totale attività 1.766.545 Totale attività 1.766.545
A Patrimonio netto
10.01 Capitale sociale 900.000 I Capitale sociale 900.000
10.04 Riserva legale 100.000 IV Riserva legale 100.000
10.30 Utile d'esercizio 63.066 IX Utile dell'esercizio 63.066
C Trattamento di fine rapporto
12.01 TFR 138.262 138.262
D Debiti
13.12 Mutui passivi 300.000 4) Verso banche esigibili oltre l'ex successivo 300.000
13.10 Debiti per ritenute da versare 14.297 12) Debiti tributari esigibili entro l'esercizio successivo 14.297
14.10 Debiti verso fornitori 210.000 7) Verso fornitori 210.000
15.05 Debiti per IVA 5.000 12) Tributari esigibili entro l'ex successivo 5.000
15.10 Debiti verso INPS 26.000 13)
Verso istituti di previdenza e sicurezza sociale esigibili oltre
l'ex successivo 26.000
15.03 Debiti tributari 3.920 12) Tributari esigibili oltre l'ex successivo 3.920
E Ratei e risconti
16.01 Ratei passivi 6.000 Ratei passivi 6.000
Totale passività + PN 1.766.545 Totale passività + PN 1.766.545
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109
CONTO ECONOMICO CIVILISTICO DOPO LA RICONCILIAZIONE DI PP. 26-27
Conto economico anno 200n
A) Valore della produzione
Ricavi delle vendite 3.140.000
Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti 90.000
Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 49.500
Altri ricavi e proventi 20.000
Totale valore della produzione 3.299.500
B) Costi della produzione
Per materie prime 1.970.000
Per servizi 236.000
Per il personale
Salari e stipendi 511.100
Oneri sociali 206.275
Trattamento di fine rapporto 40.559
Ammortamenti e svalutazioni
ammortamento delle immobilizzazioni materiali 153.500
svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 17.000
Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie 105.000
Oneri diversi di gestione 0
Totale costi della produzione 3.239.434
DIFFERENZA A-B 60.066
C) Proventi e Oneri finanziari
Altri proventi e oneri
proventi diversi dai precedenti 24.000
Interessi e oneri finanziari -26.000
Totale proventi e oneri finanziari -2.000
E) Proventi e Oneri straordinari
Plusvalenze da alienazione 40.000
Totale proventi e oneri straordinari 40.000
Risultato prima della imposte 98.066
Imposte sul reddito d'esercizio 35.000
Utile d'esercizio 63.066
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110
RICLASSIFICAZIONE DAL CONTO ECONOMICO CIVILISTICO DI PAG. 29 AL CONTO ECONOMICO AL
VALORE AGGIUNTO
VALORE AGGIUNTO
Ricavi netti 3.140.000
Variazione delle rimanenze di prodotti finiti e in
corso di lavorazione 90.000
Produzioni in economia 49.500
Produzione ottenuta dall'azienda 3.279.500
Spese per materie prime e sussidiarie -2.075.000
Altre spese esterne -236.000
Valore aggiunto 968.500
Spese per il personale -757.934
Margine operativo lordo (MOL) 210.566
Ammortamenti e accantonamenti -170.500
Reddito operativo 40.066
Risultato della gestione patrimoniale 20.000
Risultato della gestione finanziaria -2.000
Risultato di gestione 58.066
Risultato della gestione straordinaria 40.000
Reddito ante imposte 98.066
Imposte -35.000
Reddito netto (utile d'esercizio) 63.066
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111
STATO PATRIMONIALE CIVILISTICO DOPO LA RICONCILIAZIONE DI PP. 27-28
SP al 31/12/200n
ATTIVO PASSIVO
A) PATRIMONIO NETTO 1.063.066
B) IMMOBILIZZAZIONI 956.000 I Capitale sociale 900.000
II Immobilizzazioni materiali 956.000 IV Riserva legale 100.000
1) Terreni e Fabbricati 536.000 IX Utile d'esercizio 63.066
2) Impianti e macchinario 113.500
3) Attrezzature industriali e commerciali 257.000 C) TFR 138.262
5) Immobilizzazioni in corso e acconti 49.500
D) DEBITI 559.217
C) ATTIVO CIRCOLANTE/CORRENTE 806.545 4) Debiti verso banche 300.000
I Rimanenze 380.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 300.000
1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 130.000 7) Debiti verso fornitori 210.000
4) Prodotti finiti e merci 250.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 210.000
II Crediti 383.625 12) Debiti tributari 23.217
1) Verso i clienti 361.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 3.920
Esigibili entro l'esercizio successivo 361.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 19.297
5) Verso altri 22.625 13)
Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza
sociale 26.000
IV Disponibilità liquide 42.920 Esigibili oltre l'esercizio successivo 26.000
1) Depositi bancari e postali 37.920 Esigibili entro l'esercizio successivo
3) Denaro e valori in cassa 5.000
D) RATEI E RISCONTI 4.000 E) RATEI E RISCONTI 6.000
Risconti attivi 4.000 Ratei passivi 6.000
TOTALE ATTIVO 1.766.545 TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO
NETTO 1.766.545
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112
RICLASSIFICAZIONE DELLO SP DI PAG. 31 SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO
ATTIVO
A) ATTIVO FISSO 956.000
II Immobilizzazioni tecniche materiali 956.000
Terreni e fabbricati 536.000
Impianti e macchinario 113.500
Attrezzature industriali e commerciali 257.000
Immobilizzazioni in corso e acconti 49.500
B) ATTIVO CIRCOLANTE 810.545
1) Magazzino 384.000
Materie prime, sussidiarie e di consumo 130.000
Prodotti finiti e merci 250.000
Risconti attivi (al netto di quelli passivi) 4.000
2) Liquidità differite 383.625
Crediti verso i clienti a B/T 383.625
3) Liquidità immediate 42.920
Depositi bancari e postali 37.920
Denaro e valori in cassa 5.000
TOTALE ATTIVO 1.766.545
PASSIVO
A) MEZZI PROPRI 1.063.066
Capitale sociale 900.000
Riserva legale 100.000
Utile dell'esercizio 63.066
B) PASSIVITA' CONSOLIDATE 468.182
TFR 138.262
Debiti verso banche 300.000
Debiti tributari 3.920
Debiti verso istituti di previdenza 26.000
C) PASSIVITA' CORRENTI 235.297
Debiti verso fornitori 210.000
Debiti tributari 19.297
Ratei passivi 6.000
TOTALE PASSIVO + NETTO 1.766.545
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113
9. RICLASSIFICAZIONE DEL CE AL VALORE AGGIUNTO
SIA DATO IL SEGUENTE CE CIVILISTICO
Conto economico anno 200n
A) Valore della produzione
1 Ricavi delle vendite 82.000
2 Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione e finiti 2.000
4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 1.000
5 Altri ricavi e proventi 20
Totale valore della produzione 85.020
B) Costi della produzione
6 Per materie prime 45.000
7 Per servizi 4.950
8 Per godimento beni di terzi 50
9 Per il personale
a Salari e stipendi 15.000
b Oneri sociali 3.750
10 Ammortamenti e svalutazioni
a ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 800
b ammortamento delle immobilizzazioni materiali 6.160
d svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante 20
11 Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie -1.000
12 Accantonamento fondo imposte 20
13 Accantonamento TFR 1.250
14 Oneri diversi di gestione 20
Totale costi della produzione 76.020
DIFFERENZA A-B 9.000
15
16 C) Proventi e Oneri finanziari
d Proventi da partecipazioni 400
17 Altri proventi finanziari 500
Interessi e oneri finanziari -1.000
Totale proventi e oneri finanziari -100
20
21 E) Proventi e Oneri straordinari
Plusvalenze (da alienazione brevetti) 100
Oneri straordinari -50
Totale proventi e oneri straordinari 50
22
23 Risultato prima della imposte 8.950
Imposte sul reddito d'esercizio 3.000
Utile d'esercizio 5.950
Si proceda a riclassificarlo secondo il criterio del Valore Aggiunto
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114
SOLUZIONE 9:
VALORE AGGIUNTO
Ricavi netti 82.000
Variazione delle rimanenze di prodotti finiti e in corso di lavorazione 2.000
Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 1.000
Produzione ottenuta dall'azienda 85.000
Spese per materie prime e sussidiarie -45.000
Variazione delle rimanenze di materie prime 1.000
Altre spese esterne -5.000
Valore aggiunto 36.000
Spese per il personale -20.000
Margine operativo lordo (MOL) 16.000
Ammortamenti e accantonamenti -7.000
Reddito operativo 9.000
Risultato della gestione patrimoniale 400
Risultato della gestione finanziaria -500
Risultato di gestione 8.900
Risultato della gestione straordinaria 50
Reddito ante imposte 8.950
Imposte -3.000
Reddito netto (utile d'esercizio) 5.950
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115
10. RICLASSIFICAZIONE SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO DELLO SP AL 31/12/200N PARTENDO DAL BILANCIO CIVILISTICO
SP al 31/12/200n
ATTIVO PASSIVO
A) PATRIMONIO NETTO 102.000
A) CREDITI VERSO I SOCI I Capitale sociale 80.000
B) IMMOBILIZZAZIONI 52.000 II Riserva sovrapprezzo azioni 500
I Immobilizzazioni immateriali 5.000 IV Riserva legale 16.000
2) Costi di R&S e di pubblicità 3.000 VII Riserva straordinaria 1.500
3) Brevetti 2.000 VII Riserva di rivalutazione 100
II Immobilizzazioni materiali 45.000 IX Utile d'esercizio 3.900
1) Terreni e Fabbricati 25.000 B) FONDI PER RISCHI E ONERI 100
2) Impianti e macchinario 15.000 2) Fondo Imposte, anche differite 100
3) Attrezzature industriali e commerciali 5.000 C) TFR 5.720
5) Immobilizzazioni in corso e acconti 0 D) DEBITI 46.160
III Immobilizzazioni finanziarie 2.000 4) Debiti verso banche 25.000
1 b) Partecipazioni in imprese controllate 1.500 Esigibili oltre l'esercizio successivo 20.000
2 b) Crediti verso imprese controllate 500 Esigibili entro l'esercizio successivo 5.000
C) ATTIVO CIRCOLANTE/CORRENTE 102.000 7) Debiti verso fornitori 20.000
I Rimanenze 14.500 Esigibili oltre l'esercizio successivo 12.000
1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 7.000 Esigibili entro l'esercizio successivo 8.000
4) Prodotti finiti e merci 7.500 8) Debiti rappresentati da titoli di credito 60
II Crediti 9.800 Esigibili entro l'esercizio successivo 60
1) Verso i clienti 9.800 12) Debiti tributari 800
Esigibili oltre l'esercizio successivo 1.000 Esigibili oltre l'esercizio successivo 400
Esigibili entro l'esercizio successivo 8.800 Esigibili entro l'esercizio successivo 400
5) Verso altri 0 13) Debiti verso istituti di previdenza 300
III Attività finanziarie non immobilizzate 200 Esigibili oltre l'esercizio successivo 100
6) Altri titoli 200 Esigibili entro l'esercizio successivo 200
IV Disponibilità liquide 77.500
1) Depositi bancari e postali 75.000 E) RATEI E RISCONTI 320
3) Denaro e valori in cassa 2.500 Ratei passivi 160
D) RATEI E RISCONTI 300 Risconti passivi 160
Ratei attivi 100
Risconti attivi 200
TOTALE ATTIVO 154.300 TOTALE PASSIVITA' E NETTO 154.300
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116
10. Soluzione: ATTIVO
A) ATTIVO FISSO 53.000
I Immobilizzazioni tecniche immateriali
Costi di R&S e di pubblicità 3.000 5.000
Brevetti 2000
II Immobilizzazioni tecniche materiali 45.000
Terreni e fabbricati 25.000
Impianti e macchinario 15.000
Attrezzature industriali e commerciali 5.000
Immobilizzazioni in corso e acconti 0
III Immobilizzazioni finanziarie 3.000
Partecipazioni in imprese controllate 1.500
Crediti verso imprese controllate a L/T 500
Verso i clienti 1.000
B) ATTIVO CIRCOLANTE 101.140
1) Magazzino 14.540
Materie prime, sussidiarie e di consumo 7.000
Prodotti finiti e merci 7.500
Risconti attivi (al netto di quelli passivi) 40
2) Liquidità differite 9.100
Crediti verso i clienti a B/T 8.800
Ratei attivi 100
Altri titoli 200
3) Liquidità immediate 77.500
Depositi bancari e postali 75.000
Denaro e valori in cassa 2.500
TOTALE ATTIVO 154.140
PASSIVO
A) MEZZI PROPRI 102.000
Capitale sociale 80.000
Riserva sovrapprezzo azioni 500
Riserva legale 16.000
Riserva straordinaria 1.500
Riserva di rivalutazione 100
Utile dell'esercizio 3.900
B) PASSIVITA' CONSOLIDATE 38.320
Fondo manutenzione macchinari 100
TFR 5.720
Debiti verso banche 20.000
Debiti verso fornitori 12.000
Debiti tributari 400
Debiti verso istituti di previdenza 100
C) PASSIVITA' CORRENTI 13.820
TFR 0
Debiti verso banche 5.000
Debiti verso fornitori 8.000
Debiti rappresentati da titoli 60
Debiti tributari 400
Debiti verso istituti di previdenza 200
Ratei passivi 160
TOTALE PASSIVO + NETTO 154.140
Silvia Solimene a.a. 2014/2015 Ragioneria (E-M)
117
Silvia Solimene a.a. 2014/2015 Ragioneria (E-M)
118
TECNICHE DI DETERMINAZIONE DEI FLUSSI DI CASSA
Esistono due tipi di flussi di cassa:
FLUSSO DI CASSA NETTO DISPONIBILE = indica l’ammontare di denaro disponibile (prelevabile senza
pregiudicare l’equilibrio finanziario dell’impresa, denaro a
disposizione dei proprietari) complessivamente generato
dalla gestione aziendale.
E’ denominato anche flusso levered
FLUSSO DI CASSA LORDO = non considera la componente finanziaria (non tiene conto del flusso di
cassa generato dai debiti e, conseguentemente, dai proventi e dagli
oneri finanziari).
E’ denominato anche flusso unlevered.
I flussi di cassa netti disponibili (flussi levered)23 possono essere graficamente così rappresentati:
Attraverso la somma algebrica dei flussi in entrata e di quelli in uscita si ottiene l’incremento o il
decremento di cassa/banca nel periodo di riferimento (cash flow positivo o negativo).
Esistono differenti metodologie per calcolare i flussi di cassa netti disponibili.
23 I flussi di cassa netti disponibili sono i “flussi spendibili”, ovvero i flussi distribuibili ai soci sotto forma di dividendi,
senza incidere negativamente sulla funzionalità economico-finanziaria dell’impresa.
CASSA/BANCA
Apporti CS dai soci
Ricavi
(dai clienti)
Riscossione
crediti
funzionamento Entrate da finanziatori
(+ Debiti di finanziamento)
Pagamento fornitori (costi beni/servizi)
Rimborso debiti di finanziamento + pagamento
oneri finanziari
Lavoratori, Salari/stipendi
e Oneri sociali
Stato, Enti, Imposte e tasse
Rimborsi CS e Dividendi
CASH FLOW POSITIVI
CASH FLOW NEGATIVI
Silvia Solimene a.a. 2014/2015 Ragioneria (E-M)
119
Tecnica basata sui mastrini di cassa.
Se si trascura il fattore tributario (imposte e tasse) si ottiene il cash flow relativo al periodo
considerato.
Esempio: flussi di cassa relativi a 1 esercizio:
C/to Cassa e banca 1/1/200x – 31/12/200x
Saldo iniziale 100
Entrate per ricavi operativi
(ricavi)
2000 Uscite per costi operativi
(costi)
1000
Entrate per accensione
debiti finanziamento
200 Uscite rimborso debiti
finanziamento +
oneri finanziari
300
100
Entrate per apporti di CS 0 Rimborso CS +
Dividendi
100
100
TOTALE 2300 TOTALE 1600
Saldo finale 700
2300 2300
Δ Liquidità = Δ Cassa/banca = Saldo finale – Saldo iniziale = 600
FLUSSO
GEST.OPERATIVA
1000
+ FLUSSO
GEST. FINANZ.
–200
+ FLUSSO DA E PER
AZIONISTI
–200
Δ Ca/Ba
600
FLUSSO GESTIONE OPERATIVA =
Entrate operative – Uscite operative = 2000 – 1000 = +1000
FLUSSO GESTIONE FINANZIARIA =
Entrate accensione debiti – Uscite per rimborso debiti – Oneri Finanziari =
200 – 300 – 100 = - 200
FLUSSO DA E PER GLI AZIONISTI =
Entrate per apporti CS– Uscite per rimborso CS - Dividendi. =
0 – 100 - 100 = -200
Δ Ca/Ba =
600
Silvia Solimene a.a. 2014/2015 Ragioneria (E-M)
120
Sottraendo il flusso da e per gli azionisti e non considerando, come già detto, il fattore tributario, si
ottiene il Flusso di Cassa netto disponibile di periodo, distribuibile ai soci (FCND)
Δ Ca/Ba
600
– FLUSSO GESTIONE DA E PER
AZIONISTI
–200
= FLUSSO
GEST. OPERATIVA
1000
+ FLUSSO GEST.
FINANZIARIA
–200
Se si volesse ottenere il Flusso di cassa LORDO si otterrebbe la seguente formula:
Δ Ca/Ba
600
– FLUSSO GESTIONE DA E
PER AZIONISTI
–200
– FLUSSO
GEST..FINANZIARIA
–200
= FLUSSO
GEST. OPERATIVA
1000
Il flusso Lordo, infatti, non considera la gestione finanziaria; pertanto:
FLUSSO LORDO = FLUSSO NETTO – FLUSSO GESTIONE FINANZIARIA.
FCND FCND
FC LORDO FC LORDO
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121
Esercizio svolto in aula il 21_05_2015
Determinazione del Flusso di cassa aziendale attraverso il mastrino di cassa
La società Alfa presenta la seguente situazione patrimoniale al 31/12/n:
Stato patrimoniale Alfa 31/12/n
Banca 500.000 Capitale netto 2.000.000
Terreni 1.500.000
Totale 2.000.000 Totale 2.000.000
Durante l’anno n+1 effettua le seguenti operazioni:
20/01 acquisto di materie per euro 40.000 con pagamento a dilazione;
25/02 acquisto di impianti per euro 100.000 con pagamento immediato mediante bonifico;
31/03 pagamento mediante bonifico di stipendi per euro 10.000
20/04 pagamento mediante bonifico di spese per utenze di euro 10.000;
21/04 pagamento dividendi per euro 20.000;
30/05 pagamento mediante bonifico del debito contratto il 20/01;
30/06 accensione di un mutuo passivo, mediante accreditamento in banca di euro 200.000;
30/06 pagamento anticipato mediante bonifico bancario del fitto passivo annuo di euro 20.000;
10/07 vendita di prodotti per euro 200.000 con riscossione mediante bonifico;
20/10 vendita di prodotti per euro 50.000 con riscossione a 90 giorni;
20/11 acquisto di materie per euro 20.000 con pagamento a 90 giorni;
31/12 restituzione della prima rata del mutuo passivo, mediante c/c bancario, per euro 10.000 e
pagamento di interessi passivi di euro 1.000.
Al 31/12 la società rileva, inoltre, le seguenti operazioni di assestamento24;
- ammortamento degli impianti per euro 10.000;
- risconto attivo relativo al fitto passivo pagato in data 30/06 per euro 10.000;
- rimanenze finali di materie valutate al costo pari a euro 20.000.
Il candidato proceda a redigere il mastrino di banca, a determinare il flusso di cassa complessivo del
periodo considerato e la sua scomposizione in flusso dell’attività operativa, da e per gli azionisti e
di finanziamento.
24 Le scritture di assestamento incidono solo sulle grandezze economiche di costi e di ricavi nel CE, non sui flussi di
cassa. Tali scritture non devono pertanto essere considerate nella stima dei flussi di cassa aziendali.
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122
Flusso di cassa - Soluzione:
Banca c/c
Saldo iniziale 500
ENTRATE: USCITE:
Accensione mutuo passivo 200 Acquisto impianti 100
Vendita prodotti 200 Stipendi 10
Pagamento debiti 40
Fitti passivi 20
Spese per utenze 10
Pagamento dividendi 20
Restituzione prima rata mutuo 10
Oneri finanziari 1
TOT. ENTRATE 400 TOT. USCITE 211
Flusso di cassa 189
Saldo finale 689
Flusso di cassa anno n = saldo finale – saldo iniziale = 609 – 500 = 109
Flusso di cassa anno n = entrate anno n – uscite anno n = 300 – 191 = 109
Saldo finale = Saldo iniziale + Flusso di cassa di periodo = 500+189 = 689.000
Flusso di cassa Entrate Uscite Flusso
Attività operativa 200 180 20
Attività azionisti 0 20 -20
Attività finanziamento 200 11 189
Flusso di cassa 400 211 189
Δ Ca/Ba
189
– FLUSSO GESTIONE DA E PER
AZIONISTI
-20
= FLUSSO
GEST. OPERATIVA
20
+ FLUSSO GEST.
FINANZIARIA
+189
Se si volesse ottenere il Flusso di cassa LORDO si otterrebbe la seguente formula:
Δ Ca/Ba
189
– FLUSSO GESTIONE DA E
PER AZIONISTI
–20
– FLUSSO
GEST..FINANZIARIA
+189
= FLUSSO
GEST. OPERATIVA
+20
FCND = 209 FCND = 209
FC LORDO = 20 FC LORDO = 20
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123
TECNICA DI DETERMINAZIONE DEL FLUSSO DI CASSA BASATA SUL
CONFRONTO TRA STATI PATRIMONIALI SUCCESSIVI.
SP0 SP1 SP2
FCND1 FCND2
Analizziamo le voci che compongono lo Stato Patrimoniale.
SP31/12/t0 SP31/12/t1
Cassa
Banca
CCN25
Immobilizzazioni
CS
Riserve
Utile d’esercizio
F.do amm.to26
Fondi rischi5
Fondo TFR
Debiti tributari27
Debiti finanziari
Cassa
Banca
CCN4
Immobilizzazioni
CS
Riserve
Utile d’esercizio
F.do amm.to5
Fondi rischi5
Fondo TFR
Debiti tributari6
Debiti finanziari
CA/BA = CA/BA1 – CA/BA0
CA/BA =B – A
CA/BA = CS + Riserve + Utile + F.do amm.to + Fondi rischi + +F.do TFR + Debiti
tributari + Debiti finanziari + – CCN – Immobilizzazioni
Riserve = Rsa + Utili a riserva
Utili = U1–U0 = U1– (Utili a riserva + Dividendi)
Riserve + Utili = Rsa + Utili a riserva + U1 – Utili a riserva – Dividendi
Riserve + Utili = Rsa + U1 – Dividendi
sostituisco il risultato della somma nella precedente equazione
25 CCN = Capitale Circolante Netto = Rimanenze + Crediti commerciali – Debiti commerciali. 26 Il procedimento è analogo anche nel caso in cui le immobilizzazioni siano esposte al netto del fondo ammortamento e
il capitale circolante netto al netto dei fondi rischi (es. fondo svalutazione crediti, fondo svalutazione merci). 27 Debiti tributari = Fondo imposte.
A0
B0
A1
B1
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124
CA/BA = CS + Rsa + U1 – Dividendi + F.do amm.to + Fondi rischi + +F.do TFR +
Debiti tributari + Debiti finanziari + – CCN – Immobilizzazioni
CA/BA – CS – Rsa + Dividendi = U1 + F.do amm.to + Fondi rischi + F.do TFR + Debiti
tributari + Debiti finanziari – CCN – Immobilizzazioni
Concludendo:
FLUSSO DI CASSA NETTO: FLUSSO DI CASSA NETTO:
CA/BA
CS
Rsa
+Dividendi
U1
+F.do amm.to
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
CCN
Immobilizzazioni
I risultati raggiunti applicando le due formule delle due identità DEVONO coincidere.
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125
Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi)
La società BUDDY presenta i seguenti Stati Patrimoniali (valori espressi in euro/000):
S.P. 31/12/2003 S.P. 31/12/2004
Ca/Ba 100 CS 300 Ca/Ba 600 CS 500
CCN 400 Riserve 50 CCN 600 Riserve 120
Immobilizzazioni 500 Utile d’esercizio 50 Immobilizzazioni 800 Utile d’esercizio 150
F. amm.to 200 F. amm.to 250
FSC 13 FSC 23
F.do TFR 60 F.do TFR 80
Debiti tributari 27 Debiti tributari 77
Debiti finanziari 300 Debiti finanziari 800
Totale 1.000 Totale 1.000 Totale 2.000 Totale 2.000
Si consideri inoltre che:
- nell’esercizio 2004 l’incremento del capitale sociale è avvenuto sopra la pari cosicché:
CS = 200
Rsa = 50
- l’utile del 2003 è stato distribuito agli azionisti sotto forma di dividendi per euro 30.000.
Il candidato determini il flusso di cassa netto disponibile dell’anno 2004 applicando le tecniche
studiate durante il corso.
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126
Soluzione
Determiniamo il flusso di cassa netto disponibile generato dall’azienda nel periodo 1/1/04–31/12/04
TECNICA ANALITICA: 2004
Utile 150
+F.do amm.to 50
+Fondi rischi (FSC) 10
+F. TFR 20
+Debiti tributari 50
+Debiti finanziari 500
CCN 200
Immobilizzazioni 300
FCND 280
TECNICA SINTETICA: 2004
CA/BA 500
CS 200
Rsa 50
+Dividendi 30
FCND 280
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127
DISPENSE ESCLUSE DALLA PROGRAMMA DI RAGIONERIA
Si è detto che:
FLUSSO DI CASSA NETTO: FLUSSO DI CASSA NETTO:
CA/BA
CS
Rsa
+Dividendi
U1
+F.do amm.to
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
CCN
Immobilizzazioni
Dove si ricorda:
- U1 rappresenta l’utile dell’esercizio più recente in quanto confrontato con U0
- Tutte le variazioni servono per identificare di quanto è variata la liquidità da un esercizio ad un altro.
- Nelle formule si considera che si pongono a confronto due SP consecutivi e successivi (epoca 0, più lontana, e epoca 1, più recente).
Se concentriamo la nostra attenzione solo sulla formula di destra si avrà:
Formula 1)
FLUSSO DI CASSA NETTO:
U1
+F.do amm.to
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
CCN
Immobilizzazioni
Soffermare l’attenzione su questi elementi del flusso di cassa ci consente di effettuare un ulteriore
passaggio. In particolare, ci permette di suddividere il flusso di cassa generato dalla gestione
operativa (caratteristica ed extra caratteristica) e dalle altre gestioni (in particolare modo, quella
finanziaria). Si fa l’ipotesi che non esista mai la gestione straordinaria, per semplicità.
Per effettuare la scomposizione dei diversi flussi (flusso lordo/unlevered solo per la gestione
operativa e flusso di cassa netto/levered anche per le altre gestioni), occorre effettuare i seguenti
passaggi che derivano dalla semplice scomposizioni delle grandezze comprese nella formula del
flusso di cassa netto.
Se consideriamo le Immobilizzazioni al netto dei relativi fondi ammortamento e se mettiamo
insieme tutti i debiti prima distintamente indicati, si avrà:
Formula 2)
FLUSSO DI CASSA NETTO:
U1
+Debiti (tributari, finanziari, per fondi rischi e spese future,
per TFR)
CCN
Immobilizzazioni
Scomponiamo ora la grandezza della Variazione delle Immobilizzazioni (Immobilizzazioni):
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128
esse si riducono per effetto degli ammortamenti che incrementano i fondi ammortamento, tipicamente poste rettificative. Inoltre, l’ammortamento è una grandezza puramente economica che non ha natura finanziaria e che deve essere annullata nella determinazione del flusso di cassa. Da un punto di vista tecnico esso, che economicamente era stato sottratto all’utile come componente di costo, deve esservi riattribuito;
esse si riducono per effetto dei disinvestimenti (vendite); il flusso di cassa aumenta per il valore di realizzo. La vendita può anche avere generato plus/minusvalenze nella cessione rispetto al valore contabile netto. Detti componenti di reddito non hanno natura finanziaria in quanto sono ricompresi nel flusso di cassa generato dai disinvestimenti. Visto che sono già ricomprese nel flusso da disinvestimento, le plusvalenze devono essere eliminate dall’utile e le minusvalenze devono essere riattribuite all’utile stesso. Medesimo discorso deve essere effettuato con riferimento alle rivalutazioni che sono da eliminare e le svalutazioni che sono da riattribuire in quanto non hanno generato movimenti di denaro ma solo delle grandezze patrimoniali. Per semplicità queste non sono considerate.
esse aumentano in bilancio per eventuali nuovi investimenti che hanno provocato delle uscite monetarie dovute all’acquisto (flusso di cassa che si riduce);
Pertanto Immobilizzazioni = Nuovi investimenti – Disinvestimenti – Ammortamenti +
Plusvalenze – Minusvalenze
Nella formula, Immobilizzazioni sono riportate con il segno negativo davanti. Questo trasforma il
segno delle grandezze che compongono la variazione delle immobilizzazioni. Infatti:
−Immobilizzazioni = − Nuovi investimenti + Disinvestimenti + Ammortamenti − Plusvalenze +
Minusvalenze.
L’attenzione deve essere rivolta solo ai componenti che generano flusso di cassa e annullare tutti
quelli che non hanno generato flusso di cassa ma che hanno inciso sul reddito di esercizio. I nuovi
investimenti, che hanno assorbito denaro, si sottraggono come componenti negative del flusso di
cassa; i disinvestimenti, che hanno generato denaro nel periodo, sono sommati come componenti
positive del flusso di cassa; le plusvalenze si eliminano dal reddito di esercizio perché non hanno
apportato denaro; le minusvalenze, per la stessa ragione, si sommano.
Alla luce di quanto detto il flusso di cassa netto si modifica come segue:
Formula 3)
FLUSSO DI CASSA NETTO:
U1
+Ammortamenti
+Disinvestimenti (prezzo di vendita incassato)
−Investimenti (costo pagato per acquisto)
Plusvalenze
+ Minusvalenze
+Debiti (tributari, finanziari, per fondi rischi e spese future,
per TFR)
CCN
Per semplicità, ipotizziamo di conoscere il valore contabile netto dei beni che sono stati oggetto di
disinvestimento. Eliminiamo cioè dalla formula l’esistenza di plus e minusvalenze. La formula si
modifica come segue:
Formula 4)
FLUSSO DI CASSA NETTO:
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129
U1
+Ammortamenti
+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)
Investimenti (costo pagato per acquisto)
+Debiti (tributari, finanziari, per fondi rischi e spese future,
per TFR)
CCN
A) Per procedere, scomponiamo l’Utile della formula 4 (U1) come nello schema di riclassificazione
a Valore aggiunto, partendo, per praticità, direttamente dal MOL (EBITDA):
MOL
−ACCANTONAMENTI
−AMMORTAMENTI
REDDITO OPERATIVO
±GESTIONE ACCESSORIA
±GESTIONE FINANZIARIA
REDDITO LORDO DI GESTIONE OPERATIVA
−IMPOSTE
REDDITO NETTO (UTILE)
Abbiamo ipotizzato che non esista la gestione eccezionale/straordinaria e che non siano presenti
accantonamenti. Se facciamo anche l’ipotesi che la gestione finanziaria coincida solo con gli oneri
finanziari, e che non esista la gestione accessoria, lo schema è il seguente:
MARGINE OPERATIVO LORDO
−AMMORTAMENTI
REDDITO OPERATIVO
−ONERI FINANZIARI
REDDITO LORDO
−IMPOSTE
REDDITO NETTO (UTILE)
Ai fini dell’identificazione soltanto di quell’utile che deriva dalla gestione operativa (sia
caratteristica che non) prendiamo solo i seguenti componenti pertinenti dello schema a Valore
aggiunto:
MOL
−AMMORTAMENTI
REDDITO OPERATIVO
Che equivale a dire:
REDDITO OPERATIVO
+AMMORTAMENTI
MOL
Della gestione operativa consideriamo soltanto il reddito operativo e gli ammortamenti nel CE
come grandezze che incidono sul flusso di cassa operativo.
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130
B) Ora scomponiamo dalla formula 4 le grandezze dei debiti. Infatti, Debiti =
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
Ai fini dell’individuazione del flusso di cassa operativo dobbiamo considerare solo +Fondi rischi
+F.do TFR +Debiti tributari. I Debiti finanziari, infatti, fanno parte solo della gestione
finanziaria che non è operativa.
Se mettiamo insieme le scomposizioni fatte sull’utile (A) e sui debiti (B) otteniamo la seguente
modificazione della formula 4 per la identificazione del Flusso di cassa lordo:
FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED):
RO
+Ammortamenti
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)
Investimenti (costo pagato per acquisto)
CCN
In sostanza:
FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED):
MOL
+Debiti operativi esclusi dal CCN
+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)
Investimenti (costo pagato per acquisto)
CCN
Per raggiungere il Flusso di cassa netto occorre considerare anche la gestione finanziaria.
Dal CE preleviamo gli oneri finanziari che hanno provocato una fuoriuscita di denaro e dalle
grandezze patrimoniale prendiamo a riferimento i debiti finanziari.
MOL
+Debiti operativi esclusi dal CCN
+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)
Investimenti (costo pagato per acquisto)
CCN
FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED)
Oneri finanziari
+ Debiti finanziari
FLUSSO DI CASSA NETTO (LEVERED)
Come anticipato per determinare i flussi di cassa (netti o lordi) basandoci sugli SP successivi si
devono mettere in confronto grandezze economiche e patrimoniali e considerare soltanto quei
componenti che hanno provocato nel periodo una variazione delle liquidità di cassa e di banca.
Silvia Solimene a.a. 2014/2015 Ragioneria (E-M)
131
1. Si parte dal CE e si considera il MOL che è una grandezze molto simile al flusso di cassa in quanto non risente delle politiche di ammortamento e di accantonamento.
2. Si aggiungono i componenti finanziari dei disinvestimenti che non si trovano nel CE. Se non si considerano le plus/minusvalenze nella dismissione dei beni aziendali non si originano componenti di reddito. La dismissione di un cespite, però, influisce sul flusso di cassa (che aumenta). Ecco perché bisogna fare un aggiustamento in aggiunta al MOL;
3. Per la stessa ragione si eliminano i componenti finanziari degli investimenti che non si trovano nel CE. Gli investimenti generano delle uscite di denaro che incidono sul flusso di cassa negativamente ma non provocano alcun costo di esercizio nel CE Ecco perché bisogna fare un aggiustamento in diminuzione al MOL;
4. Si sottraggono le variazioni del Capitale Circolante Netto (CCN), rappresentato da crediti e debiti commerciali, ratei, risconti e rimanenze di magazzino. Si ricorda in estrema sintesi che il CCN è una importante grandezza operativa che deve essere sottratto al flusso di cassa in quanto riguarda grandezze come le rimanenze finali che aumentano il reddito ma non comportano una movimentazione finanziaria (stessa cosa per i ratei e i risconti). Detti effetti devono essere eliminati dal reddito per renderlo quanto più vicino possibile al flusso di cassa. Inoltre, il CCN riporta le grandezze dei crediti e dei debiti e di come si muovono. Se i crediti sono aumentati nel tempo, significa che l’azienda ha registrato ricavi che non sono monetari però. Pertanto, questi effetti devono essere eliminati.
5. La somma algebrica di questi elementi ci fornisce il flusso operativo che serve all’azienda per remunerare il resto della gestione aziendale, tipicamente quella finanziaria e quella degli azionisti.
Non dobbiamo dimenticare che ci siamo soffermati solo sul secondo membro dell’identità di cui
alla pagine 5 di queste dispense.
L’identità di partenza è la seguente:
FLUSSO DI CASSA NETTO: FLUSSO DI CASSA NETTO:
CA/BA
CS
Rsa
+Dividendi
U1
+F.do amm.to
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
CCN
Immobilizzazioni
Essa ci consente di arrivare in due modi allo stesso risultato, sia partendo dai membri di destra
dell’identità, che da quelli di sinistra. In ogni caso, il risultato restituisce il flusso di cassa al netto
della gestione degli azionisti disponibile per remunerare la gestione operativa e finanziaria.
Se volessimo individuare il flusso della gestione operativa, dovremmo concentrarci solo sulla
porzione di destra dell’identità, partendo dal reddito, e apportando tutte le modifiche viste nelle
pagine precedenti.
Le formule riportate nelle precedenti pagine (da pag. 5 fino alla fine) NON sono parte del
programma di esame.
L’esemplificazione di seguito riportata è fuori dalla prova d’esame e serve solamente per
comprendere la formazione dei flussi di cassa:
Silvia Solimene a.a. 2014/2015 Ragioneria (E-M)
132
Sia data l’azienda Buddy. Essa riporta i seguenti SP secondo i criteri gestionali alle date del 31/12/n
e 31/12/n+1.
n n+1 Variazioni
LIQUIDITA' 100 665 565
CCN CORRENTE28 1.785 3.405 1.620
IMMOBILIZZAZIONI29 1.200 1.450 250
Totale attività 3.085 5.520
DEBITI OPERATIVI 30 300 300 0
DEBITI FINANZIARI 2.185 3.500 1.315
MEZZI PROPRI 600 1.720 1.120
Totale passività e PN 3.085 5.520
’azienda riporta anche il seguente CE riclassificato per l’anno n+1:
L’azienda riporta una variazione della liquidità pari a euro 565.
Per sapere la composizione dei flussi di cassa occorre mettere insieme grandezze economiche e
patrimoniali, nella individuazione del flusso di cassa netto e lordo.
N+1
MOL (EBITDA) 1.500
AMMORTAMENTI 200
REDDITO OPERATIVO 1.300
ONERI FINANZIARI 180
REDDITO OPERATIVO DI GESTIONE 1.120
IMPOSTE DI COMPETENZA31 335
REDDITO NETTO 785
Per procedere alla identificazione dei flussi di cassa, bisogna prendere alcune informazioni dalla
nota integrativa che aiutino a comprendere le variazioni di cassa avvenute.
La consistenza delle immobilizzazioni è aumentata di euro 250 (da euro 1.200 a euro 1.450). La
composizione durante l’anno n+1 deriva dalle seguenti attività. Gli investimenti in immobili
effettuati nel corso dell’anno n+1 ammontano a euro 1.550 per l’acquisto di un nuovo macchinario,
pagati nell’anno in contanti. L’azienda ha inoltre venduto un immobile del VCN di euro 1.100 per
euro 1.100. Tutto l’importo viene riscosso tramite cassa. Le immobilizzazioni infine sono diminuite
di euro 200 per ammortamenti. Pertanto 1.200 +1.550 – 1.100 – 200 = 1.450
FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED):
RO 1.300
+Ammortamenti 200
+Debiti operativi non correnti 0
28 Il CCN comprende crediti commerciali netti e rimanenze di magazzino, dal lato delle attività. Dal lato delle passività,
comprende i debiti verso i fornitori i debiti tributari a breve e i debiti per TFR a breve termine (in sostanza tutti i debiti a
breve termine). 29 Le immobilizzazioni sono da intendersi già al netto dei fondi ammortamento relativi. 30 I debiti operativi fanno parte della gestione operativa non corrente non finanziaria. In particolare si fa riferimento ai
fondi rischi e spese future, al TFR a lungo termine. 31 Le imposte sono quelle di competenza non pagate che non influiscono sulla determinazione del flusso di cassa.
Silvia Solimene a.a. 2014/2015 Ragioneria (E-M)
133
+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni) 1.100
Investimenti (costo pagato per l’acquisto) 1.550
CCN 1.620
Flusso di cassa unlevered -570
Oneri finanziari 180
+Variazione debiti finanziari 1.315
Flusso di cassa netto 565
Si ricorda che queste grandezze che incidono sul flusso di cassa sono tratte dalla variazione delle
grandezze dello SP da un anno all’altro e dal CE dell’anno n+1 (non sono inventate!!).
Il flusso di cassa netto infatti determinato in questo modo corrisponde alla variazione delle liquidità
tratta dagli SP.
Si aggiunge a ciò la determinazione del flusso di cassa lordo che in questo caso è negativo. La
gestione operativa ha assorbito troppe liquidità. Il flusso netto è positivo solo perché sono variati i
debiti finanziari (è aumentato il ricorso all’indebitamento bancario). Una situazione del genere non
è in equilibrio.
Silvia Solimene a.a. 2014/2015 Ragioneria (E-M)
134
1. Esercizio sui FCND (Tecnica dei mastrini di cassa)
Dati i seguenti mastrini di cassa e banca degli anni 2005, 2006 e 2007, si determini il flusso di cassa
generato nei periodi 2005-2006 e 2006-2007.
CASSA/BANCA2005 CASSA/BANCA2006 CASSA/BANCA 2007
Saldo iniz. 100
Entr.Op. 2000
Entr. Fin. 200
Apporti CS 0
Usc. Op. 1000
Usc. Fin. 400
Rimborsi CS 100
Dividendi 100
Saldo finale 700
Saldo iniz. 700
Entr. Op. 2500
Entr. Fin. 0
Apporti CS 800
Usc. Op. 1000
Usc. Fin. 500
Rimborsi CS 0
Dividendi 200
Saldo finale 2300
Saldo iniz. 2300
Entr. Op 2000
Entr. Fin. 0
Apporti CS 0
Usc. Op. 1500
Usc. Fin. 0
Rimborsi CS 200
Dividendi 200
Saldo finale 2400
Tot. 2300 Tot. 2300 Tot. 4000 Tot. 4000 Tot. 4300 Tot. 4300
LE ENTRATE E LE USCITE DELLA GESTIONE OPERATIVA SI INTENDONO IN SENSO LATO (TUTTI I
RICAVI + RISCOSSIONE DEI CREDITI DI FUNZIONAMENTO E TUTTI I COSTI + PAGAMENTO DEI DEBITI DI
FUNZIONAMENTO DELLA GESTIONE OPERATIVA); LE USCITE DELLA GESTIONE FINANZIARIA
INCLUDONO, OLTRE AL PAGAMENTO DEGLI ONERI FINANZIARI E AL RIMBORSO DEI DEBITI DI
FINANZIAMENTO, ANCHE L’EVENTUALE CONCESSIONE DI CREDITI DI FINANZIAMENTO; LE ENTRATE
DELLA GESTIONE FINANZIARIA INCLUDONO, OLTRE ALL’ACCENSIONE DI DEBITI DI FINANZIAMENTO,
ANCHE L’EVENTUALE RIMBORSO DI CREDITI DI FINANZIAMENTO; GLI APPORTI DI CS INCLUDONO
L’EVENTUALE RISERVA SOVRAPPREZZO AZIONI
Silvia Solimene a.a. 2014/2015 Ragioneria (E-M)
135
Soluzione 1
Determiniamo il FCND con entrambi i metodi
I Metodo
2005 2006 2007
CA/BA 600 1600 100
– Apporti di CS — (800) —
+ Rimborsi di CS 100 — 200
+ Dividendi 100 200 200
Flusso di cassa netto disponibile 800 1000 500
II Metodo
2005 2006 2007
Entrate operative 2000 2500 2000
– Uscite operative (1000) (1000) (1500)
+ Entrate gestione finanziaria 200 — —
– Uscite gestione finanziaria (400) (500) —
Flusso di cassa netto disponibile 800 1000 500
Silvia Solimene a.a. 2014/2015 Ragioneria (E-M)
136
2. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi) svolto in aula il 26/05/2015
La società BUDDY presenta i seguenti Stati Patrimoniali (valori espressi in euro/000):
S.P. 31/12/2003 S.P. 31/12/2004
Ca/Ba 100 CS 300 Ca/Ba 600 CS 500
CCN 400 Riserve 50 CCN 600 Riserve 120
Immobilizzazioni 500 Utile d’esercizio 50 Immobilizzazioni 800 Utile d’esercizio 150
F. amm.to 200 F. amm.to 250
FSC 13 FSC 23
F.do TFR 60 F.do TFR 80
Debiti tributari 27 Debiti tributari 77
Debiti finanziari 300 Debiti finanziari 800
Totale 1.000 Totale 1.000 Totale 2.000 Totale 2.000
Si consideri inoltre che:
- nell’esercizio 2004 l’incremento del capitale sociale è avvenuto sopra la pari cosicché:
CS = 200
Rsa = 50
- l’utile del 2003 è stato distribuito agli azionisti sotto forma di dividendi per euro 30.000.
Il candidato determini il flusso di cassa netto disponibile dell’anno 2004 applicando entrambi i
metodi conosciuti
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137
Soluzione 2
Determiniamo il flusso di cassa netto disponibile generato dall’azienda nel periodo 1/1/04–31/12/04
II METODO 2004
Utile2004 150
+F.do amm.to 50
+Fondi rischi (FSC) 10
+F. TFR 20
+Debiti tributari 50
+Debiti finanziari 500
CCN 200
Immobilizzazioni 300
FCND 280
I METODO: 2004
CA/BA 500
CS 200
Rsa 50 +Dividendi 30
FCND 280
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138
3. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi futuri)
La società BUDDY alla data del 31/12/2014 presenta il seguente budget finanziario futuro degli SP:
Voci di SP 2015 2016 2017 2018 2019
CA/BA 1.000 1.050 1.100 1.210 1.320
CCN 4.000 4.250 4.400 4.860 5.280
Immobilizzazioni 5.000 5.200 5.500 6.030 6.600
Totale dare 10.000 10.500 11.000 12.100 13.200
CS 3.000 3.000 3.000 3.000 3.000
Riserve 800 850 880 970 1.055
Utile d'esercizio 500 525 550 605 660
F.do ammortamento 1.000 1.190 1.400 1.768 2.140
FSC 200 210 222 245 265
F.do TFR 1.500 1.575 1.648 1.812 1.980
Debiti tributari 400 420 450 500 600
Debiti finanziari 2.600 2.730 2.850 3.200 3.500
Totale avere 10.000 10.500 11.000 12.100 13.200
La situazione patrimoniale della società al 31/21/2014 è la seguente32:
Voci di SP 2002
CA/BA 1.000
CCN 3.500
Immobilizzazioni 4.800
Totale dare 9.300
CS 3.000
Riserve 770
Utile d'esercizio 450
F.do ammortamento 800
FSC 180
F.do TFR 1.450
Debiti tributari 350
Debiti finanziari 2.300
Totale avere 9.300
Il candidato determini i flussi di cassa degli anni 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019 stimati in modo
puntuale usando il II metodo.
32 La situazione patrimoniale al 31/12/2014 serve per fare il confronto con lo SP successivo previsto del 31/12/2015 e
quindi per la determinazione del flusso di cassa dell’anno 2015.
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139
Soluzione 3
Previsione dei flussi di cassa
II METODO 2015 2016 2017 2018 2019
Utile 500 525 550 605 660
+F.do amm.to 200 190 210 368 372
+Fondi rischi(FSC) 20 10 12 23 20
+F. TFR 50 75 73 164 168
+ Debiti tributari 50 20 30 50 100
+ Debiti finanziari 300 130 120 350 300
CCN 500 250 150 460 420
Immobilizzazioni 200 200 300 530 570
Flusso di cassa 420 500 545 570 630
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140
4. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi)
La società BUDDY presenta i seguenti Stati Patrimoniali (valori espressi in euro/000):
S.P. 31/12/2004 S.P. 31/12/2005
Ca/Ba 100 CS 300 Ca/Ba 600 CS 500
CCN 400 Riserve 50 CCN 600 Riserve 120
Immobilizzazioni 500 Utile d’esercizio 50 Immobilizzazioni 800 Utile d’esercizio 150
F. amm.to 200 F. amm.to 250
FSC 13 FSC 23
F.do TFR 60 F.do TFR 80
Debiti tributari 27 Debiti tributari 77
Debiti finanziari 300 Debiti finanziari 800
Totale 1.000 Totale 1.000 Totale 2.000 Totale 2.000
Si consideri inoltre che:
- nell’esercizio 2005 l’incremento del capitale sociale è avvenuto sopra la pari cosicché:
CS = 200
Rsa = 50
- l’utile del 2004 è stato distribuito agli azionisti sotto forma di dividendi per euro 30.000.
Il candidato determini il flusso di cassa netto disponibile dell’anno 2005 scegliendo il metodo.
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141
Soluzione 4.
DETERMINAZIONE DEL FLUSSO DI CASSA DELL’ANNO 2005
II METODO 2005
Utile2005 150
+F.do ammortamento 50
+Fondi rischi 10
+Fondo TFR 20
+ Debiti tributari 50
+ Debiti finanziari 500
CCN (200)
Immobilizzazioni (300)
Flusso di cassa 280
Il risultato è analogo a quello risultante dall’applicazione del I metodo:
I METODO 2005
CA/BA 500
-CS (200)
-Rsa (50)
Dividendi 30
Flusso di cassa 280
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142
5. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi)
Siano dati i seguenti Stati Patrimoniali della società Spile S.p.A. (valori espressi in euro/000):
S.P. 31/12/2004 S.P. 31/12/2005
Ca/Ba 800 CS 2.000 Ca/Ba 1.000 CS 2.000
CCN 1.500 Riserve 200 CCN 2.000 Riserve 250
Immob. 2.500 Utile d’es 200 Immob. 2.000 Utile d’es 250
F. amm.to 500 F. amm.to 700
FSC 100 FSC 150
F.do TFR 400 F.do TFR 600
Debiti trib. 400 Debiti trib. 150
Debiti fin. 1.000 Debiti fin. 900
Totale 4.800 Totale 4.800 Totale 5.000 Totale 5.000
Il candidato determini il flusso di cassa generato dall’azienda nell’anno 2005 (1/1/2005–
31/12/2005), sapendo che durante l’anno 2005 non è stata registrata alcuna variazione della riserva
sovrapprezzo azioni e che i dividendi distribuiti agli azionisti ammontano a euro 150.000scegliendo
il metodo;
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143
SOLUZIONE 5
Determinazione del flusso
II METODO 2005
Utile2005 250
+F.do ammortamento 200
+FSC 50
+Fondo TFR 200
+ Debiti tributari (250)
+ Debiti finanziari (100)
CCN (500)
Immobilizzazioni 500
Flusso di cassa 350
I METODO 2005
CA/BA 200
-CS -
-Rsa -
Dividendi 150
Flusso di cassa 350
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144
6. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi futuri)
La società DODY presenta il seguente budget finanziario futuro degli SP:
Voci di SP 2015 2016 2017 2018
CA/BA 2.000 2.100 2.150 2.300
CCN 5.000 5.250 5.500 5.700
Immobilizzazioni 5.500 5.200 5.600 5.750
Totale dare 12.500 12.550 13.250 13.750
CS 5.000 5.000 5.000 5.000
Riserve 700 750 780 870
Utile d'esercizio 400 480 480 520
F.do ammortamento 1.000 1.190 1.400 1.768
FSC 400 410 450 460
F.do TFR 1.400 1.570 1.648 1.732
Debiti tributari 410 420 450 400
Debiti finanziari 3.190 2.730 3.042 3.000
Totale avere 12.500 12.550 13.250 13.750
La situazione patrimoniale della società al 31/21/2014 è la seguente:
Voci di SP 2005
CA/BA 2.000
CCN 4.500
Immobilizzazioni 4.800
Totale dare 11.500
CS 5.000
Riserve 800
Utile d'esercizio 450
F.do ammortamento 850
FSC 300
F.do TFR 1.450
Debiti tributari 350
Debiti finanziari 2.300
Totale avere 11.500
Il candidato determini i flussi di cassa degli anni 2015, 2016, 2017, 2018 stimati in modo
puntuale mediante la tecnica di previsione basata sugli SP consecutivi e usando il II metodo
noto;
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145
Soluzione 6
Determinazionedei flussi di cassa
II metodo 2015 2016 2017 2018
Utile 400 480 480 520
+Δ F.do amm.to 150 190 210 368
+ Δ Fondi rischi(FSC) 100 10 40 10
+ Δ F. TFR 50 170 78 84
+ Δ Debiti tributari 60 10 30 -50
+ Δ Debiti finanziari 890 -460 312 -42
-Δ CCN 500 250 250 200
-Δimmobilizzazioni 700 -300 400 150
Flusso di cassa 420 500 545 570
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7. Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi)
Il flusso di cassa dell’anno 2005 sia calcolato sulla base delle seguenti situazioni patrimoniali:
S.P. 31/12/2004 S.P. 31/12/2005
Ca/Ba 500 CS 1.000 Ca/Ba 900 CS 1.000
CCN 1.000 Riserve 150 CCN 800 Riserve 200
Immobilizzazioni 1.500 Utile d’esercizio 100 Immobilizzazioni 1.900 Utile d’esercizio 200
F. amm.to 500 F. amm.to 700
FSC 50 FSC 40
F.do TFR 200 F.do TFR 300
Debiti tributari 70 Debiti tributari 100
Debiti finanziari 930 Debiti finanziari 1.060
Totale 3.000 Totale 3.000 Totale 3.600 Totale 3.600
Il candidato individui i flussi di cassa dell’anno usando il II metodo noto.
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SOLUZIONE 7
Determinazione del flusso di cassa
Si può utilizzare solo la tecnica analitica perché non ci sono dati disponibili sulla variazione del
capitale sociale e della riserva sovrapprezzo azioni.
TECNICA ANALITICA 2005
Utile2005 200
+F.do ammortamento 200
+FSC (10)
+Fondo TFR 100
+ Debiti tributari 30
+ Debiti finanziari 130
CCN 200
Immobilizzazioni (400)
Flusso di cassa 450