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NURSING UP M A G A Z I N E Periodico della professione infermieristica edito da Nursing Up - Il Sindacato degli Infermieri Italiani Nursing Up - via Carlo Conti Rossini 26 00147 Roma - telefono 065123395 www.nursingup.it - Periodico trimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46), art.1, comma 2 - DCB Vicenza - Reg. Trib. Vicenza n. 1069 del 4/12/2003 anno 9 numero 3 luglio-settembre 2012 PROTEZIONE E TUTELA DEGLI ISCRITTI NOVITÀ ESCLUSIVE SULLE COPERTURE ASSICURATIVE PER L'ANNO 2012 ALL’INTERNO, MASSIMALI RCT PROFESSIONALE E VITA PRIVATA ELEVATI A 2,2 MILIONI DI EURO E TANTE ALTRE NOVITÀ. Se vuoi conoscerle collegati al portale del sindacato (www.nursingup.it) ed accedi alla sezione “prima fila nursing up”, dedicata ai servizi e alle agevolazioni riservate solo agli iscritti del sindacato. Questa è una infermiera alle prese con le preoccupazioni quotidiane Questa è una infermiera iscritta al Nursing Up PROGRAMMA ASSICURATIVO NURSING UP 2012 COPERTURA RCT PROFESSIONALE COPERTURA LEGALE IN AMBITO PENALE COPERTURA LEGALE IN AMBITO AMMINISTRATIVO E NEI RAPPORTI CON L’AZIENDA RCT DELLA VITA PRIVATA SOCCORSO STRADALE E TRAINO TUTELA LEGALE NELL’AMBITO DELLA VITA PRIVATA NURSING UP ha deciso di investire sulla serenità dei propri associati, con un insieme di coperture assicurative di assoluta eccellenza. Per maggiori informazioni, sfoglia il magazine o visita il sito www.nursingup.it NESSUN ALTRO SINDACATO TI OFFRE TANTO! quando sei al lavoro... ...e quando sei a casa Operatore Socio Sanitario All’interno l’ultimo documento sottoscritto presso il Ministero della Salute, che delinea alcuni importanti aspetti relativi a tale operatore ed alle relazioni che intrattiene con i professionisti della salute. Le prestazioni infermieristiche sono detraibili ai fini fiscali, anche senza una specifica prescrizione medica All’interno il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate. In Gazzetta Ufficiale la riforma delle professioni Il regolamento è stato pubblicato. COMPETENZE INFERMIERISTICHE Tavolo Ministero / Regioni per implementare le competenze degli infermieri Dopo le perplessità rappresentate da certa parte del sindacalismo medico, Nursing Up scrive al Ministro della Salute. All’interno gli aggiornamenti. GRATIS PER I NOSTRI ISCRITTI

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NURSING UP M A G A Z I N EPeriodico della professione infermieristica edito da Nursing Up - Il Sindacato degli Infermieri Italiani

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3

anno 9numero 3

luglio-settembre 2012

PROTEZIONE E TUTELA DEGLI ISCRITTINOVITÀ ESCLUSIVE

SULLE COPERTURE ASSICURATIVE PER L'ANNO 2012ALL’INTERNO, MASSIMALI RCT PROFESSIONALE E VITA PRIVATA ELEVATI A 2,2 MILIONI DI EURO E TANTE ALTRE NOVITÀ.Se vuoi conoscerle collegati al portale del sindacato (www.nursingup.it) ed accedi alla sezione “prima � la nursing up”, dedicata ai servizi e alle agevolazioni riservate solo agli iscritti del sindacato.

PROTEZIONE

SULLE COPERTURE ASSICURATIVE PER L'ANNO 2012

Questa è una infermiera alle prese con le preoccupazioni quotidiane

Questa è una infermiera

iscritta al Nursing Up

PROGRAMMA ASSICURATIVO NURSING UP 2012

COPERTURA RCT PROFESSIONALE

COPERTURA LEGALE IN AMBITO PENALE

COPERTURA LEGALE IN AMBITO

AMMINISTRATIVO E NEI

RAPPORTI CON L’AZIENDA

RCT DELLA VITA PRIVATA

SOCCORSO STRADALE E TRAINO

TUTELA LEGALE NELL’AMBITO

DELLA VITA PRIVATA

NURSING UP ha deciso di investire sulla serenità dei propri associati,

con un insieme di coperture assicurative di assoluta eccellenza.

Per maggiori informazioni, sfoglia il

magazine o visita il sito www.nursingup.it

NESSUN ALTRO SINDACATO TI OFFRE TANTO!

quando sei al lavoro......e quando sei a casa

Operatore Socio SanitarioAll’interno l’ultimo documento sottoscritto presso il Ministero della Salute, che delinea alcuni importanti aspetti relativi a tale operatore ed alle relazioni che intrattiene con i professionisti della salute.

Le prestazioni infermieristiche sono detraibili ai � ni � scali, anche senza una speci� ca prescrizione medicaAll’interno il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

In Gazzetta U� ciale la riforma delle professioniIl regolamento è stato pubblicato.

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COMPETENZE INFERMIERISTICHETavolo Ministero / Regioni per implementare le competenze degli infermieriDopo le perplessità rappresentate da certa parte del sindacalismo medico, Nursing Up scrive al Ministro della Salute.

All’interno gli aggiornamenti.

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Comunicazione ai destinatari del NURSING UP MAGAZINEai sensi dell'Art 13 D.Lgs 196/2003

Egregio collega,questa copia del Nursing Up Magazine le viene trasmessa al domicilio in via

sperimentale, cosa che si ripeterà di trimestre in trimestre.L’indirizzo di destinazione è quello che lei stesso ha comunicato al momento

dell’iscrizione al sindacato.Purtroppo esistono notevoli diffi coltà, non dovute alla nostra volontà, che non

ci permettono di monitorare con assoluta precisione le iscrizioni e le cancellazioni al sindacato che si sono verifi cate nel tempo, ciò è dovuto ai ritardi con i quali le aziende comunicano i dati associativi ma anche al fatto che non sempre i profes-sionisti comunicano al sindacato la loro intervenuta cancellazione.

Potrebbe accadere quindi che lei riceva regolarmente questa copia del Nur-sing Up Magazine pur non essendo iscritto alla nostra organizzazione, in tal caso, e qualora per ogni altro motivo, pur essendo iscritto, lei non desideri più ricevere copie del periodico, la preghiamo di compilare il modulo sottostante e trasmetter-lo via fax al numero verde gratuito 800 95 95 29, provvederemo immediatamente a cancellarla dalla lista dei destinatari.

I dati sono utilizzati dall’Associazione Nazionale Sindacato Professionisti Sa-nitari della Funzione Infermieristica Nursing Up solo ai fi ni di trasmissione del periodico Nursing Up Magazine e per le eventuali informazioni a carattere pro-fessionale, ciò anche con strumenti informatici, e non saranno comunicati a terzi (salvo che agli incaricati della produzione ed etichettatura del periodico e alle poste italiane che curano la spedizione). Può in ogni momento accedere ai dati, opporsi al loro trattamento o chiedere di integrarli, rettifi carli o cancellarli, rivol-gendosi al legale rappresentante pro-tempore del Nursing Up Via Carlo Conti Rossini, 26 - 00147 Roma.

Grazie per l’attenzione

MODULO RICHIESTA DI CANCELLAZIONE DAI DESTINATARI DEL PERIODICO

NURSING UP MAGAZINE

Il sottoscritto ____________________

Indirizzo al quale riceve il Nursing Up

Magazine:

_______________________________

_______________________________

_______________________________

DICHIARA DI NON VOLER RICEVERE ULTERIORI COPIE DEL PERIODICO IN

QUESTIONE

Luogo e Data: ___________________

Firma: _________________________

COMPETENZE INFERMIERISTICHE

Nel precedente numero del Nursing Up Magazine abbiamo riportato lo stato dell’arte relativo ai lavori del tavolo tra Ministero, Re-gioni e parti sociali sull’implementazione delle competenze infermieristiche.

Com’era prevedibile immaginare, l’ipotesi di documento ha sollecitato l’intervento di mol-ti, uno in particolare proveniente dal mondo medico, quello del sindacato AAROI-EMAC, che con una propria lettera al Ministro della Salute ed al Presidente della Conferenza Sta-to Regioni, Vasco Errani, e con uno specifi co comunicato stampa, si è dichiarata “contro l’im-plementazione delle competenze infermieristi-che”, sollevando una serie di perplessità.

Naturalmente la risposta del Nursing Up, a difesa sia degli interessi infermieristici che di quelli del cittadino non si è fatta attendere, leg-gete entrambi i documenti, quelli dell’AAROI-EMAC pubblicati sul sito di tale sindacato alla data del 03 settembre 2012 e la comunicazio-ne del nostro sindacato al Ministro della Salute.

Ad oggi non sappiamo se oltre alla uffi ciale presa di posizione del Nursing Up a difesa degli interessi infermieristici vi siano stati altri inter-venti presso il Ministro, ad esempio da parte di altre rappresentanze del mondo professionale infermieristico come la Federazione IPASVI.

Ci auguriamo di si.

TavoloMinistero / Regioni per implementare le competenze degli infermieri.

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2 COMPETENZE INFERMIERISTICHE:CONTINUA IL LAVORO DEL TAVOLO MINISTERO/REGIONI

6 COMPETENZE INFERMIERISTICHE:LO STATO DELL'ARTE

16 RUOLO, FUNZIONI, FORMAZIONE E PROGRAMMAZIONEDEL FABBISOGNO DELLʼOPERATORE SOCIO SANITARIO

20 LE PRESTAZIONI INFERMIERISTICHE SONO ESENTI DALLʼIVA

20 IN ARRIVO UN CODICE ETICO PER I DIPENDENTI PUBBLICI

20 RIFORMA DELLE PROFESSIONI AL TRAGUARDO

20I PERMESSI PER CHI ASSISTE I DISABILI NON POSSONO ESSERE RIPROPORZIONATI SOLO PERCHÈ L'INTERESSATO HA UTILIZZATO NELLO STESSO MESE PERMESSI SINDACALI

20 EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA

22 PROGRAMMA ASSICURATIVO NURSING UP

I PERMESSI PER CHI ASSISTE I DISABILI NON POSSONO ESSERE RIPROPORZIONATI SOLO PERCHÈ L'INTERESSATO HA UTILIZZATO I PERMESSI PER CHI ASSISTE I DISABILI NON POSSONO ESSERE RIPROPORZIONATI SOLO PERCHÈ L'INTERESSATO HA UTILIZZATO I PERMESSI PER CHI ASSISTE I DISABILI NON POSSONO ESSERE

Nursing Up Magazineanno 9 - numero tre

luglio - settembre 2012

Direttore ResponsabileAntonio De Palma

Comitato Scientifi coAngela Armanetti, Francesco Sciscione

EditoreNursing Up

via Carlo Conti Rossini, 2600147 Roma

e-mail: [email protected]

numero verde: 800 95 95 29

Progetto grafi co e stampaG.N.G. Grafi c Nord Group Srl

DirittiTutti i diritti sono riservati.

É vietata la riproduzione, anche

parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore

Nursing Up - via Carlo Conti Rossini 26 - 00147 Roma -

tel. 065123395 - www.nursingup.it - Periodico

trimestrale Poste Italiane Spa - Spedizione in

abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in

L.27/02/2004 n.46), art.1, comma 2 - DCB Vicenza -

Reg. Trib. Vicenza n. 1069 del 4/12/2003

COMUNICATO STAMPA DEL 16 LUGLIO 2012L’AAROI-EMAC

contro l’implementazione delle competenze infermieristicheL’Associazione scrive al Ministro della Salute Renato Balduzzi e

al Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani“Devono esistere limiti chiari e defi niti tra l’attività medica e quella degli infer-

mieri, non solo per la salvaguardia delle competenze professionali dei medici, ma anche e soprattutto per la tutela dei cittadini- utenti”. L’AAROI-EMAC (Associazio-ne Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica) interviene con forza sulla bozza di Accordo Stato-Regioni, in merito all’implementazione delle competenze professionali degli infermieri, con un documento indirizzato al Ministro della Salute Renato Balduzzi e al Presidente della Conferenza delle Re-gioni Vasco Errani.

Il documento, attraverso una serie di osservazioni sui contenuti della bozza, ne sottolinea i principali punti critici. A partire dal fatto che “l’Accordo non può, in alcun modo, attribuire agli infermieri competenze e responsabilità che la legge riserva ai medici, diversamente dovrà essere considerato adottato in violazione di legge e, pertanto, illegittimo”.

In particolare - sostiene l’Associazione - la bozza presenta elementi di ille-gittimità nella parte in cui intende attribuire agli infermieri competenze professio-nali che presuppongono lo svolgimento di attività di diagnosi e di prescrizione terapeutica. Competenze che non coinciderebbero con il “campo di attività” e la “responsabilità” dell’infermiere come defi niti nel decreto ministeriale istitutivo della professione infermieristica (D.M. n. 739 del 1994), in cui all’art. 1 viene stabilito che l’infermiere è esclusivamente il responsabile della “assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa”, svolge funzioni di “prevenzione delle malattie” e di “assistenza dei malati e dei disabili” e deve garantire “la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico terapeutiche”, la cui individuazione e determinazione non rientrano quindi nelle sue competenze, rientrando invece in quelle del medico.

“Un altro punto critico - sottolinea Vincenzo Carpino Presidente Nazionale dell’AAROI-EMAC - è il rapporto tra competenze e responsabilità professionali che non possono essere tra loro disgiunte nemmeno in parte, né possono esse-re genericamente ed indistintamente attribuite ad equipes multi-professionali”. In altri termini ad ogni competenza deve corrispondere una responsabilità e non è quindi in alcun modo possibile delegare le competenze senza declinarne anche la responsabilità. D’altra parte “a nessuna fi gura professionale può essere imposto di delegare alcuna propria competenza e responsabilità ad altre fi gure diverse”.

Entrando nel merito, la bozza di Accordo Stato-Regioni assegna agli infermieri attività di esclusiva competenza dei medici specialisti in Anestesia e Rianimazio-ne, in Emergenza ed Area Critica. Attraverso gli allegati relativi alle competenze tecnico professionali trasversali, all’area chirurgica, all’area critica e dell’emer-genza urgenza vengono attribuite agli infermieri non solo competenze mediche

assistenziali, ma anche una leadership gestionale dell’intera assistenza sanitaria e del rischio clinico, senza alcuna corrispondenza con gli assetti istituzionalmente a ciò deputati.

In conclusione l’AAROI-EMAC, “concorda sull’opportunità di poter individuare idonei progetti di sviluppo della professionalità di tutti gli operatori sanitari, ma pre-cisa che tali progetti non possono rischiare, sin dalla loro stesura, di oltrepassare precise e specifi che competenze e responsabilità stabilite per legge”.

La chiarezza dei limiti tra le due professioni deve essere ribadita, nel rispetto reciproco delle specifi che competenze (art. 1 comma 2 della Legge 42/1999), a tutela non solo degli interessi dei medici e degli stessi infermieri, ma anche e soprattutto dei cittadini utenti.

Roma, 16 luglio 2012

LETTERA AL MINISTRO DELLA SALUTE E AL PRESEIDENTE DELLA CONFERENZA STATO REGIONI Prot. 118/2012Roma, 05 luglio 2012

dott. Renato BalduzziMinistro della Salute

Via Lungotevere Ripa, 100153 Roma

dott. Vasco ErraniPresidente Conferenza Regioni

c/o CINSEDOVia Parigi, 1100187 Roma

Oggetto: Osservazioni dell’AAROI-EMAC relative alla bozza di Accordo Stato-Regioni sulla implementazione delle competenze pro-fessionali degli infermieri.

Si osserva preliminarmente come la bozza di Accordo, elaborata in conse-guenza dell’affi damento alla Conferenza Stato-Regioni dei compiti di cui all’art. 4 del d. lgs. n. 281 del 1997, appaia esclusivamente orientata al fi ne di implemen-tare le competenze professionali degli infermieri.

A tal proposito si sottolinea, anche in base al combinato normativo richiamato nella medesima suddetta bozza di Accordo, come tale affi damento non possa derogare ai principi desumibili dalla legislazione statale, che stabiliscono i confi ni tra le competenze professionali dei medici e quelle degli infermieri.

Inoltre, sempre in base al richiamato vigente ordinamento legislativo e giuridi-co, si ricorda lo stretto e inscindibile rapporto di interdipendenza tra competenze

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e responsabilità professionali, le quali, così come non possono essere tra loro disgiunte nemmeno in parte, altrettanto non pos-

sono essere genericamente ed indistintamente attribuite ad equipes multi-professionali; parimenti, a nessuna fi gura professionale può essere

obbligatoriamente imposto di delegare alcuna propria competenza e responsabi-lità ad altre fi gure diverse.

Infatti, come è evidente che ad ogni competenza debba corrispondere una responsabilità, così la competenza e la responsabilità di equipe prevedono che ciascun componente presti il proprio operato e ne risponda entro e non oltre i limiti della propria qualifi ca, e specifi catamente in ordine alle proprie azioni ed omissioni; analoghe considerazioni debbono farsi per quanto riguarda la delega di prestazioni sanitarie, a maggior ragione se si tratta di atti medici delegati, ferma restando la titolarità decisionale di delega in capo al delegante esclusivamente nei limiti di potestà di delega.

Ciò premesso, si concorda sull’opportunità di poter individuare idonei progetti di sviluppo della professionalità di tutti gli operatori sanitari, ma si precisa che tali progetti non possono rischiare, sin dalla loro stesura, di oltrepassare precise e specifi che competenze e responsabilità stabilite per legge.

Sarebbe infatti del tutto estranea a criteri di opportunità e di legittimità qualsi-voglia deroga a livello nazionale, o peggio regionale e/o locale, ai suddetti limiti di legge, individuando nell’infermiere e/o in altri profi li professionali non medici fi gure “sostitutive” o “interscambiabili” con quella medica.

Quindi, tale Accordo non potrà, in alcun modo, attribuire agli infermieri compe-tenze e responsabilità che la legge riserva ai medici, in quanto, in tal caso, esso dovrà essere considerato adottato in violazione di legge e, pertanto, illegittimo.

A sostegno di quanto sopra, si richiama in particolare quanto prevede l’art. 1 della legge n. 42 del 1999: “il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie di cui all’art.6, comma 3,del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502,e successive modifi cazioni” (tra le quali è compresa la professione infermieristica) “è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei re-lativi profi li professionali e degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base nonché degli specifi ci codici deontologici, fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le altre profes-sioni del ruolo sanitario per l’accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di laurea, nel rispetto reciproco delle specifi che competenze professionali”.

In base a tale norma, pertanto, il compito di individuare il “campo di attività” e la “responsabilità” dell’infermiere è demandato essenzialmente al decreto ministe-riale istitutivo della professione infermieristica e, cioè, ancora oggi, al D.M. n. 739 del 1994, che stabilisce chiaramente, all’art. 1, che l’infermiere è esclusivamente il responsabile della “assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa”, svolge funzioni di “prevenzione delle malattie” e di “assistenza dei malati e dei disabili”, e deve garantire “la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico terapeutiche”, la cui individuazione e determinazione non rientrano quindi nelle sue competenze, rientrando invece in quelle del medico.

Peraltro, anche il codice deontologico degli infermieri, non potendo esercitare alcun potere sovrastante la legge, è coerente con tali delimitazioni, in quanto affer-ma che l’infermiere “è responsabile della professione infermieristica” (art. 1); come tale, egli deve conoscere (ma non stabilire) “il progetto diagnostico – terapeutico per le infl uenze che questo ha nel percorso assistenziale e sulla relazione con l’assistito” (art. 22).

In secondo luogo, sempre dalla norma dell’art. 1 della legge n. 42 del 1999, de-riva anche che l’ambito di esplicazione dell’attività infermieristica è espressamente limitato, in negativo, dalle “competenze previste per le professioni mediche” che devono ritenersi precluse (“fatte salve”) agli infermieri.

Al tal riguardo, nell’attuale sistema normativo, vi è sicuramente un nucleo irri-ducibile di competenze riservate alla professione medica e cioè quelle concernenti l’attività di diagnosi e di prescrizione terapeutica.

Orbene, nella premessa della bozza di Accordo viene dato atto della esisten-za del predetto limite negativo e della esistenza di “un signifi cativo dibattito tra la professione infermieristica e quella medica soprattutto per quanto concerne la ridefi nizione dei campi di attività e delle competenze/responsabilità nei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali”.Senonché, nella bozza di Accordo di cui si discute non è stato poi tenuto in debito conto quanto emerge da tale dibattito, in quanto essa presenta evidenti profi li di illegittimità nella parte in cui intende attribuire agli infermieri competenze professionali che presuppongono lo svolgimento di attività di diagnosi e di prescrizione terapeutica, o comunque strettamente connesse a queste.E così a titolo di esempio non esaustivo, con riferimento alle attività di Anestesia e Rianimazione, Emergenza ed Area Critica, devono essere tutt’ora ritenute di competenza esclusiva dei medici, le seguenti attività, che non possono peraltro in alcun modo essere da altri svolte né ad altri delegate:in Anestesia: valutazione preoperatoria con attribuzione del rischio ASA,

trattamento anestesiologico sin dalla fase di induzione/avvio e fi no alla fase di risveglio/recupero, controllo clinico e interpretazione del monitoraggio

anestesiologico intraoperatorio, controllo postoperatorio precedente l’affi damento ad altra fi gura professionale.in Rianimazione, Emergenza intra ed extra-ospedaliera ed Area Critica: valutazione e diagnosi clinica, interpretazione del monitoraggio, impostazione della terapia e relative variazioni, decisioni cliniche inerenti il ricovero ospedaliero e la destinazione alle strutture specialistiche di riferimento.Tra le suddette attività specifi catamente mediche, e per quanto negli esempi suddetti di esclusiva competenza dei medici specialisti in anestesia e rianimazione, in emergenza ed area critica, nella bozza di Accordo verrebbero invece attribuite agli infermieri, a titolo di parziale esempio, le seguenti attività:ALLEGATO COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI TRASVERSALI1.1.1.3 Condurre il gruppo di lavoro1.1.1.4 Coordinare l'operato di più professionisti1.3.2 Gestire il rischio clinico.ALLEGATO AREA CHIRURGICA1.1.1.2 protocolli clinico-assistenziali e scale di valutazione condivise … accertamenti fi nalizzati alla valutazione del rischio pre-operatorio1.1.1.4 Collaborare con l'equipe multiprofessionale alla valutazione del rischio perioperatorio1.1.2.3 Pianifi care gli interventi per la riduzione delle complicanze della fase post operatoria1.1.4.1 Organizzare la sala operatoria, risorse tecnologiche e strumentali, in base all'intervento e ai tempi chirurgici1.1.4.6 Gestire la terapia su protocolli concordati1.1.4.7 Collaborare nella gestione di strumenti e farmaci nell'anestesia (sedazione, analgesia e mio risoluzione)1.1.4.10 Gestire la fase di risveglio con rischio anestesiologico.ALLEGATO AREA CRITICA E EMERGENZA URGENZA1.1.1.7 Gestire, con funzioni di Team Leader, l'assistenza nelle situazioni di emergenza-urgenza territoriale1.1.1.13 Gestire la terapia su protocolli concordati1.1.4.8 Gestire le tecnologie per la valutazione e il monitoraggio delle funzioni vitali, nei rilievi strumentali complessi e nella risoluzione di problemi tecnici complessi1.2.2.1 Gestire lo svezzamento da ventilazione meccanica, in ottica multidisciplinare.Con le suddette innovazioni verrebbero attribuite agli infermieri non solo competenze mediche assistenziali, ma anche una leadership gestionale dell’intera assistenza sanitaria e del rischio clinico, senza alcuna corrispondenza con gli assetti istituzionalmente a ciò deputati.Si stigmatizza inoltre l’utilizzo diffuso del concetto di “multidisciplinarietà”: in primo luogo perché la multidisciplinarietà attiene a competenze specialistiche specifi che di ogni singolo profi lo professionale, e dunque il termine corretto sarebbe “multiprofessionali”; in secondo luogo perché appare inaccettabile in equipe multiprofessionale una subordinazione del medico all’infermiere.Del tutto estranei ai processi formativi vigenti appaiono infi ne i passaggi in cui all’infermiere vengono genericamente attribuite competenze gestionali “multidisciplinari” in merito alla formazione e alla ricerca, poiché la gestione della formazione del medico non può essere affi data a fi gure infermieristiche.In generale, la chiarezza dei limiti tra le due professioni deve essere ribadita, a tutela non solo degli interessi professionali dei medici e degli stessi infermieri - i quali a nostro avviso non debbono essere gravati di responsabilità eccedenti il loro ruolo – ma anche e soprattutto dei cittadini-utenti.Occorre, in defi nitiva, nel porre mano alla delicata materia, attenersi alla miglior riorganizzazione possibile dell’assistenza sanitaria, anche in termini di appropriatezza, effi cacia ed effi cienza, nella quale i medici, gli infermieri, e gli altri operatori sanitari possano congiuntamente prendersi cura della persona assistita “nel rispetto reciproco delle specifi che competenze professionali” (art. 1, comma 2, legge n. 42 del 1999).

Cordiali salutiIl Presidente Nazionale dell’AAROI-EMAC

dott. Vincenzo Carpino

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Roma, 25 luglio 2012

Oggetto: Osservazioni nota AAROI-EMAC relative alla bozza di Accordo Stato Regioni sulla implementazione delle competenze professionali degli infermieri.

Facendo seguito alla nota indicata in oggetto, allo stato di quella diffusa attraverso i canali della comunicazione telematica, questa Organizzazione Sindacale intende offrire ulteriori spunti di rifl essione al dibattito che da diversi mesi segue le evoluzioni dei lavori del Tavolo Tecnico, costituito da Rappresentanti Regionali e Ministeriali.

Il dibattito, sicuramente noto alle SS.VV, ha visto il contrapporsi di posizioni che riguardavano le une, rappresentative di una visione troppo ampia delle competenze individuate per la professione infermieristica nelle singole aree assistenziali e le altre, in particolare provenienti dalla componente professionale specifi ca che evidenziavano una modesta innovatività nel contributo offerto dal tavolo di lavoro.

Il tema, sul quale a nostro parere occorre focalizzare l’attenzione e costituire il riferi-mento valoriale nella ridefi nizione del sistema delle competenze professionali non può che risentire delle diverse necessità che provengono dal Sistema Paese, in riferimento in particolare, alle valutazioni provenienti da elementi di contesto sociale, epidemiologi-co, tecnologico ed economico.

Le sfi de alle quali siamo tenuti ad offrire una risposta, nella garanzia di perseguire e garantire i livelli assistenziali c’impongono di ripensare le attuali organizzazioni in un’ ot-tica di sviluppo e miglioramento dell’effi cienza ed effi cacia produttiva e contestualmen-te, nel favorire l’implementazione di modalità di cura e di assistenza capaci di favorire l’integrazione professionale e garantire la sicurezza delle cure stesse.

Queste le principali prerogative che un Sindacato professionale, quale Nursing Up è, intende perseguire nelle proprie fi nalità istituzionali quale impegno costante nella sal-vaguardia della salute dei cittadini unitamente al riconoscimento del ruolo e del valore espresso dalla professione infermieristica in ambito sanitario e socio-sanitario.

Non si desidera intervenire in questa sede sul lavoro condotto dal tavolo tecnico, aspetto che pure sarà dato di approfondire in occasione dei prossimi incontri previsti ed in ottica di una puntuale e costruttiva rappresentazione dei nostri rilievi e delle nostre proposte, ma desideriamo, questo sì, richiamare la relazione collegata al testo dell’ac-cordo, in cui vengono illustrate le motivazioni e descritto il processo di sviluppo legisla-tivo a supporto del percorso di professionalizzazione che è stato condotto in ambito infermieristico a partire dal 1994 con l’emanazione del profi lo professionale d.m 739/94, la legge 42/99, la legge 251/00 giungendo all’approvazione della legge 43/06.

Evitando di ripercorrere nuovamente il cammino sopra indicato, ma solo per gli ef-fetti del surriportato quadro normativo è dato osservare che:

✔ le professioni infermieristiche sono professioni autonome (art.1 L.n. 42/1999 e art.1, comma 1, Legge 251/2000), essendo stata abrogata la defi nizione di “pro-fessione sanitaria ausiliaria” ex art. 1, comma 1;

✔ l’oggetto della professione è costituito dalle “ attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva” (art. 1, comma 1, Legge 251/2000);

✔ le funzioni proprie della professione sono defi nite “dalle norme istitutive dei relativi profi li professionali, dai contenuti degli ordinamenti didattici, nonché dagli specifi ci codici deontologici ed utilizzando metodologie di pianifi cazione per obiettivi dell’as-sistenza (art.1. comma 1 Legge 251/2000);

✔ Ulteriori funzioni possono essere stabilite dalla Stato e dalla Regioni “nell’esercizio delle proprie funzioni legislative, d’indirizzo e di programmazione”

Appare altresì evidente che i criteri per la determinazione delle competenze proprie della professione, vengono sostanzialmente individuati:

✔ nel criterio guida - introdotto dall’art. 1, comma 1, Legge n. 251/200 - che preordina la professione allo svolgimento delle “attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva”;

✔ nei criteri limiti - previsti dall’art. 1 Legge 42/99 e dall’art. 1, comma 1, Legge 251/2000 - costituiti dai profi li professionali, dall’ordinamento universitario e forma-tivo post-base e dai codici deontologici.

Sono anche fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario per le quali è richiesto il possesso del diploma di laurea, nel rispetto reciproco delle specifi che competenze professionali.

A parere della scrivente Associazione Sindacale, non pare che possa ravvedersi in alcun modo, nella defi nizione delle mappe di competenze oggetto della presente, il rischio di un eventuale sconfi namento in aree rientranti tra quelle afferenti in maniera

esclusiva ad altre professioni ed in particolare, di quella medica.Ora, è fuori discussione che non sia possibile identifi care alcun percorso di sviluppo

professionale che veda un’estensione del proprio agire in tal senso e nello specifi co, verso processi che costituiscono ambito esclusivo di altre professioni con operazioni che possono assumere i toni della “sostituzione professionale”.

In tale senso, risulta essere di fondamentale importanza distinguere fra attività me-dica ed attività del medico: la prima rappresenta, infatti, un limite invalicabile da parte di chi non è abilitato alla professione medica; diversa è, invece l’attività che il medi-co può trovarsi a svolgere in talune organizzazioni per prassi e consuetudine. Come, infatti, viene da molti evidenziato, non è detto che queste attività siano tutte mediche o solo mediche perchè svolte dagli stessi; in realtà, potrebbe non essere necessaria una capacità ed una conoscenza e formazione medica.

A tal proposito, può essere utile ricordare che molte attività sanitarie nate come mediche si sono trasformate, per acquisizione di nuove conoscenze da parte di nuove fi gure professionali, in attività sanitarie professionali non esclusivamente me-diche e successivamente hanno subito l’ulteriore trasformazione in attività sanitarie più strettamente professionali ed eseguibili potenzialmente da tutta la popolazione.

Pertanto, il confi ne di competenza fra le professioni sanitarie non può defi nirsi in maniera statica e rigida ma, si presenta fl essibile e sensibile ai modelli organizza-tivi adottati, alla evoluzione dei piani di studio universitari e post-universitari, alle prassi seguite nei singoli contesti di lavoro.

Già ora, in ambito nazionale risultano evidenti le diverse competenze professionali agite nei modelli organizzativi implementati in ambito sanitario, con conseguenti rica-dute sia nella determinazione dei diversi fabbisogni di risorse umane che nel relativo impatto in termini economici e di spesa sanitaria.

Ora, il richiamo costante all’integrazione e alla defi nizione di strumenti di governo clinico elaborati all’interno dell’equipe multi professionale, non può essere individuato come un elemento ostativo allo sviluppo di nuove modalità di cura e di assistenza ma, unicamente, come luogo privilegiato dove all’interno dei singoli contesti professionali sia possibile condividere e defi nire sulla base delle evidenze scientifi che, i processi sanitari da adottare e le migliori pratiche da implementare.

Orbene, ferme le specifi che considerazioni nel merito, che pure abbiamo dovero-samente segnalato nell’ambito dei lavori del tavolo tecnico, le mappe di competenza disegnate, oltre a rappresentare alcune modalità assistenziali che per certi profi li e/o aspetti sono già presenti all’interno del territorio nazionale, ripercorrono quanto già adot-tato in altri contesti sanitari in ambito internazionale e intendono facilitare la diffusione di modelli organizzativi che vedano valorizzati tutti i diversi professionisti afferenti all’area sanitaria ed in particolare, costituiscano un valido riferimento nella ridefi nizione delle diverse competenze professionale.

In conclusione, ben sa l’AAROI-EMAC che quanto ritenuto come competenza esclusiva dei medici, ed evidenziato a titolo di esempio nella nota oggetto della presen-te, costituisce già patrimonio di molte organizzazioni sanitarie e vede il coinvolgimento di altri professionisti nello svolgimento.

Non si può infatti che condividere quanto espresso in premessa in merito al legame imprescindibile fra autonomia e responsabilità e come, e di questo le mappe ne danno ampia dimostrazione, nessun pericolo corre l’univoca competenza medica in tema di processo diagnostico e terapeutico di riferimento, in quanto è fuori dubbio che esso rientri nell’ esclusiva competenza di tale professionista.

È tempo però, di dare piena attuazione di quanto indicato nel quadro normativo a supporto della professione infermieristica, pochi sono stati i cambiamenti introdotti per la qualifi cazione dei processi assistenziali e il loro rinnovamento non costituisce all’inter-no di questo Paese un quadro omogeneo e di riferimento nazionale.

Mi sia consentito, infi ne, in considerazione oltre che della funzione istituzionale che rappresento anche dell’innegabile ruolo riconosciuto alla professione medica nell’ambi-to del Sistema Sanitario Nazionale tra le fi gure cardine del sistema stesso, di richiamare ad un’azione maggiormente sinergica tutti i professionisti coinvolti, abbandonando vec-chi steccati e superando oramai anacronistiche posizioni a tutela unicamente del ruolo attualmente identifi cato nei diversi contesti.

Il tempo attuale richiede uno sforzo comune nel ripensare ai processi sanitari in un’ottica di appropriatezza sia essa di tipo organizzativo che clinico-assistenziale ma, in particolare, ci richiede come vero strumento di sviluppo la capacità di rivedere i nostri modelli e di apprendere da coloro che prima di noi hanno sperimentato altre modalità con risultati maggiori.

Distinti salutiIl Presidente del Nursing Up

Dott Antonio De Palma

Lettera del presidente del Nursing Up al Ministro della Salute e al Presidente della Conferenza Regioni, in risposta alle osservazioni dell’AAROI-EMAC

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6 Nursing Up Magazineanno 9 - numero tre

Per dovere di completezza e di continuità con quanto abbiamo già pubblicato in occasione della precedente edizione del nostro magazine, a seguire riportiamo l’ul-tima bozza uffi ciosa dei documenti in nostro possesso, aggiornata con talune ultime modifi che ed integrazioni provenienti da più parti prima della pausa estiva e sulle

quali il tavolo tecnico potrebbe essere chiamato a lavo-rare alla ripresa dei lavori.

Correttamente sottolineiamo che si tratta di semplici bozze di lavoro uffi ciose, in quanto tali soggette a tutte le modifi che, integrazioni e cambiamenti del caso.

LO STATO DELL’ARTE DEI LAVORI DEL TAVOLOMINISTERO-REGIONI SULL’IMPLEMENTAZIONE DELLE

COMPETENZE INFERMIERISTICHE.

Nel contesto del servizio sanitario naziona-le e in modo più estensivo nell’assistenza alla persona, si sta assistendo ad una signifi cativa evoluzione delle componenti organizzativo-assistenziali conseguenti all'oggettivo manife-starsi di alcuni fenomeni, legati in particolare, all'aumento dell'età media della popolazione con fragilità e malattie cronico-degenerative, a cui si associa la costante e profonda evoluzione scientifi ca e tecnologica.

Ciò, rende necessario ridefi nire gli ambiti di cura e di assistenza, perseguendo processi ba-sati sulla continuità, data dai percorsi assisten-ziali tendendo da un lato, a standardizzare e sistematizzare le principali prestazioni e dall’al-tro, ponendo le basi per la personalizzazione dell’assistenza.

Il generarsi con forza di nuove esigenze nell’istituire servizi, rivisitare luoghi di cura, sia ospedalieri che territoriali, rende peculiare la modifi cazione del ruolo professionale, dato dal-le competenze, abilità e capacità dell’infermie-re. La ridefi nizione degli ambiti di attività con modalità multiprofessionali, e il conseguente ampliamento delle competenze/responsabilità acquisite nel percorso formativo -laurea trienna-le, laurea magistrale, master di primo e secondo livello percorsi formativi modulari strutturati dalle Regioni in base a specifi che esigenze - costitui-sce l’ambito di azione e lo spazio istituzionale in cui proporre le necessarie modifi che.

Le sfi de che dovranno essere affrontate nell’immediato futuro dal Sistema Sanitario (so-stenibilità, equità, appropriatezza, effi cacia, effi -cienza, consenso) inducono ad affrontare alcuni

nodi problematici al fi ne di contemperare il rag-giungimento degli obiettivi di sistema indicati nel PSN e dai rispettivi Piani Sanitari Regionali. In-vestire nella professione infermieristica ponendo le basi per una nuova autonomia e responsabili-tà professionale, consente di favorire un sistema professionale capace di sostenere e soddisfare le esigenze dei servizi e della popolazione.

Uno dei più signifi cativi determinanti del buon andamento/qualità dei servizi sanitari e socio sa-nitari è costituito dall’insieme degli operatori che, costituendo l’interfaccia principale tra il sistema e i cittadini assumono un ruolo centrale nella realizzazione di risposte di qualità, effi cienza/ap-propriatezza dei processi e dei percorsi di cura e di assistenza, effi cacia della relazione umana e professionale e di un proattivo risk management.

Il riorientamento della formazione deve esse-re centrato sullo sviluppo di piani di studio, pro-grammi di formazione, basati sulle competenze, orientati alla comunità, rivolti allo studente e alla soluzione dei problemi di salute e dei servizi. I livelli di formazione curriculare universitaria (lau-rea, master e laurea magistrale) devono basarsi su modelli di apprendimento per competenze e tendere a certifi care le conoscenze, le abilità e i comportamenti del professionista in linea con quanto previsto dal «processo di Bologna».

Il quadro normativo delle professioni infermieristiche

L’evoluzione delle professioni infermieristiche (d’ora in poi: la professione) vede il suo inizio con il D.lgs 30 dicembre 1992 n.502 che, nell’adegua-re l’impianto del SSN nato dalla legge 833/78, tra-sferisce la formazione infermieristica dalla sede regionale a quella universitaria e statuisce che la conseguente ridefi nizione del profi lo professiona-le dell’infermiere e dell’infermiere pediatrico do-vrà aversi tramite specifi co decreto del Ministero della sanità (ora ministero della salute).

Il Ministero della Sanità () con Decreto 14/09/1994 n. 739 “Regolamento concernente l'individuazione della fi gura e del relativo profi lo professionale dell'infermiere”, delinea il profi lo professionale dell’infermiere - che viene defi nito responsabile dell’assistenza generale infermie-ristica - e specifi ca che l'assistenza infermieristi-ca, preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa, è di natura tecnica, relazionale, educativa.

Il Ministero della Sanità (ora Ministero della Salute) con Decreto 17/01/1997 n. 70 “Regola-mento concernente l'individuazione della fi gura

BOZZA

Evoluzione della professione infermieristica

Aree di competenza nei nuovi scenari sanitari e socio sanitari

Tavolo di lavoro Regioni-Ministero(revisione dei pro� li di competenza dell’infermiere)

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7e del relativo profi lo professionale dell'infer-miere pediatrico”, delinea il profi lo professio-nale dell’infermiere pediatrico con funzioni analoghe a quelle dell’Infermiere per quanto attiene il neonato, il bambino, l’adolescente.

L’impianto normativo sopra descritto vie-ne successivamente perfezionato:✔ dalla legge 26/02/1999 n. 42 “Disposi-

zioni in materia di professioni sanitarie” che sancisce che quella infermieristica è una professione sanitaria a tutto ton-do e che “Il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modifi cazioni e integrazioni, è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi profi li pro-fessionali e degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base nonché degli specifi ci codici deontologici, fatte salve le competenze previste per le professio-ni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario per l'accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di lau-rea, nel rispetto reciproco delle specifi -che competenze professionali”.

✔ alla legge 10 agosto 2000 n. 251 “Di-sciplina delle professioni sanitarie infer-mieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della profes-sione ostetrica” che all’art.1, comma 1, 2 e 3 recita:

“1. Gli operatori delle professioni sanitarie dell'area delle scienze infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svol-gono con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura e sal-vaguardia della salute individuale e col-lettiva, espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei relativi profi li professionali nonché dagli specifi ci codici deontologici ed utilizzando metodologie di pianifi cazione per obiettivi dell'assistenza.

2. Lo Stato e le regioni promuovono, nell'esercizio delle proprie funzioni legi-slative, di indirizzo, di programmazione ed amministrative, la valorizzazione e la responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico - ostetriche al fi ne di contribuire alla realiz-zazione del diritto alla salute, al processo di aziendalizzazione nel Servizio Sanita-rio Nazionale, all'integrazione dell'orga-nizzazione del lavoro della sanità in Italia con quelle degli altri Stati dell'Unione eu-ropea.

3. Il Ministero della Sanità, previo parere della Conferenza permanente per i rap-porti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, emana linee guida per:- l'attribuzione in tutte le aziende sa-

nitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza in-fermieristica e delle connesse funzioni;

- la revisione dell'organizzazione del la-voro, incentivando modelli di assisten-za personalizzata”.

✔ dalla L. n.43/2006 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie infer-mieristiche, ostetrica, riabilitative, tecni-cosanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l'istituzione dei relativi or-dini professionali” che all’ART.6 recita:

“ART.6 (Istituzione della fi gura di coordi-namento), comma 1: in conformità all’ordi-namento degli studi dei corsi universitari, disciplinato ai sensi dell’ART.17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n°127, e successive modifi cazioni, il personale laureato appartenente alle professioni sanitarie di cui all’ART.1, comma 1, della presente legge, è articolato come segue:a. omissis;b. omissis; c. professionisti specialisti in possesso

del master di primo livello per le fun-zioni specialistiche rilasciato dall’uni-versità ai sensi dell’ART.3, comma 8, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifi ca e Tecnologica 3 novembre 1999, n°509, e dell’ART.3, comma 9, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 22 ottobre 2004, n°270

d. omissis.Per effetto del surriportato quadro nor-

mativo è dato osservare che:a) le professioni infermieristiche sono pro-

fessioni autonome (art. 1 L. n. 42/1999 e art. 1, comma 1, l. 251/2000), essendo stata abrogata la defi nizione di “professio-ne sanitaria ausiliaria” ex art. 1, comma 1;

b) l’oggetto della professione è costituito dalle “attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della salute indi-viduale e collettiva” (art. 1, comma 1, l. n. 251/2000);

c) le funzioni proprie della professione sono defi nite “dalle norme istitutive dei relativi profi li professionali, dai contenuti degli or-dinamenti didattici, nonché dagli specifi ci codici deontologici ed utilizzando metodo-logie di pianifi cazione per obiettivi dell'as-sistenza” (art. 1, comma 1, l. 251/2000);

d) ulteriori funzioni possono essere stabilite dallo Stato e dalle Regioni “nell'esercizio delle proprie funzioni legislative, di indiriz-zo, di programmazione ed amministrative”;

e) si defi nisce specialista (L. 43/06) il pro-fessionista in possesso del master uni-versitario per le funzioni specialistiche, con piani di studio concordati con il Mi-nistero dell’Università e della ricerca, il Ministero della salute e delle regioni/province autonome, previa defi nizione delle aree di specializzazione e dei con-seguenti fabbisogni;

f) si defi nisce esperto il professionista in possesso di un certifi cato di competenze

in esito ad un percorso forma-tivo della regione/provincia au-tonoma, con l’eventuale contributo delle Università.Appare evidente che i criteri per la deter-

minazione delle competenze proprie della professione, vengono sostanzialmente in-dividuati: a) nel criterio guida - introdotto dall’art. 1,

comma 1, L. n. 251/2000 - che preordi-na la professione allo svolgimento delle “attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva”;

b) nei criteri limiti - previsti dall’art. 1 l. n. 42/1999 e dall’art. 1, comma 1, l. 251/2000 - costituiti dai profi li professionali, dall’or-dinamento universitario e formativo post-base e dai codici deontologici. È altresì evidente che i criteri limiti di cui

alla sopra riportata lett. b) confi gurano una dinamicità in progress di attribuzione di com-petenze/responsabilità e funzioni secondo quanto già previsto o potrà essere stabilito da disposizioni normative ed amministrative, preordinate a defi nire i profi li professionali, gli ordinamento universitari e formativi, le re-gole deontologiche.

Il tutto è esaltato e rafforzato dalla por-tata della previsione dell’art. 1, comma 2, l. n. 251/2000 là dove attribuisce espressa-mente allo Stato e alle Regioni il compito di promuovere, nell'esercizio delle proprie funzioni legislative, di indirizzo, di program-mazione ed amministrative, “la valorizzazio-ne e la responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico - ostetriche al fi ne di contribuire alla realiz-zazione del diritto alla salute, al processo di aziendalizzazione nel Servizio Sanitario Nazionale, all'integrazione dell'organizza-zione del lavoro della sanità in Italia con quelle degli altri Stati dell'Unione europea”.

Quanto sopra indica che la valorizzazio-ne e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo della professione ad opera dell’at-tività legislativa ed amministrativa dello Sta-to e delle Regioni, deve essere realizzata alla luce e nel rispetto: a) della competenza propria della profes-

sione, che si identifi ca con le “attività dirette alla prevenzione, alla cura e sal-vaguardia della salute individuale e col-lettiva” (art. 1, comma 1, l. n. 251/2000);

b) dell’evoluzione dei percorsi formativi de-fi niti dalle istituzioni universitarie e for-mative per le professioni sanitarie. La statuizione dell’art. 1 della Legge 42, “Il

campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie ... è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali ... fatte salve le competenze previste per le profes-sioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario... nel rispetto recipro-co delle specifi che competenze professionali”, ha provocato, anche recentemente, un si-

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8 Nursing Up Magazineanno 9 - numero tre

gnifi cativo dibattito tra la professione infermieristica e

quella medica soprattutto per quanto concerne la ridefi nizione

dei campi di attività e delle competen-ze/responsabilità nei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA), la continuità dell’assistenza e la presa in carico territoriale di numerose tipologie di pazienti, l’innovazio-ne dell’organizzazione del lavoro.

In considerazione della complessità quo-tidiana del funzionamento degli ospedali, dei servizi sanitari e socio sanitari territoriali e della necessaria innovazione dei processi dell’organizzazione e dei percorsi-clinico-assistenziali-riabilitativi si pone, con eviden-za, la necessità del lavoro interdisciplinare e multiprofessionale all’interno delle attività clinico assistenziali dirette alla tutela della salute degli individui e della collettività. Tale scenario richiede l’acquisizione di saperi elevati per ciascuna professione dell’equipe e competenze agite in una logica di integra-zione, collaborazione e cooperazione tra professionisti e non solo dell’area sanitaria.

Metodo di lavoro: partecipazione, comprensione e condivisione

Un esercizio professionale fl essibile, dinamico ed integrato rende necessaria l’innovazione dei rapporti fra le diverse pro-fessionalità sanitarie e socio-sanitarie e di organizzare i processi produttivi anche de-fi nendo e ridefi nendo “in progress” spazi e attività che arricchiscono le competenze di-stintive di ogni professione che in tal modo garantisce valore aggiunto ai processi di cura ed assistenza.

Allo scopo diviene rilevante la capacità di relazionarsi proattivamente nell’intento di fornire appropriate prestazioni e costruire un clima lavorativo che favorisca comprensione, partecipazione e riconoscimento/valorizza-zione di ogni specifi co apporto professionale.

Nell’ottica di cui sopra, diviene fon-damentale che la politica orienti azioni programmatiche e piani di studio che valo-rizzino i concetti precedentemente illustrati; nel contempo diviene fondamentale anche che i Ministeri in condivisione con le Regio-ni producano atti e strumenti di pianifi cazio-ne, attuazione e valutazione dell’impatto di tali innovazioni sulla salute dei cittadini e sulla sostenibilità economica.

Gli strumenti operativiPer attuare quanto disposto dal presente

documento risulta necessaria la ridefi nizio-ne e l’avanzamento delle competenze del profi lo professionale dell’infermiere veicola-ta da strumenti operativi quali, ad esempio:✔ indirizzi generali nel nuovo Patto salute;✔ accordo Stato-Regioni che fornisce indi-

rizzi per la gestione del sistema salute e sviluppo professionale;

✔ provvedimenti di Giunta Regiona-le per l’implementazione di modelli

organizzativi basati sull’intensità di cura e la complessità assistenziale sia a livel-lo ospedaliero che nei servizi territoriali;

✔ percorsi attuativi defi niti da aziende ed altre istituzioni sanitarie e socio-sanitarie fi nalizzati alla condivisione e partecipa-zione delle professionalità interessate nonché alla defi nizione di criteri relativi alla determinazione del fabbisogno di in-fermieri esperti;

✔ decreti di Giunta Regionale per l’indivi-duazione e attivazione di percorsi for-mativi professionalizzanti nell’ambito dei Sistemi Sanitari Regionali;

✔ accordi fra Università e Regione per l’at-tivazione dei corsi di studio universitari di scienze infermieristiche;

✔ indirizzi interministeriali per la ridefi nizio-ne dei piani di studio curriculari della lau-rea triennale e magistrale;

✔ linee guida allegate al Piano Sanitario Nazionale o ai Piani Sanitari Regionali o Piani Socio Sanitari Regionali;

✔ linee progettuali/sperimentali nazionali o regionali per determinati campi di attività, o per percorsi diagnostico terapeutico as-sistenziali o processi clinico assistenziali;

✔ tassonomie di competenze da svilup-parsi nei percorsi di studio e certifi cate anche in aderenza agli standard europei defi nite dal Ministero della Salute e dalla Conferenza Stato Regioni.La ridefi nizione, l’implementazione e

l’approfondimento delle competenze e re-sponsabilità professionali degli infermieri riguarda, in prima fase, le competenze che possono essere esercitate, dando atto agli strumenti sopra presentati, nelle seguenti aree professionali:✔ Area cure primarie - infermiere comunità-

famiglia;✔ Area intensiva e dell’emergenza urgenza;✔ Area medica;✔ Area chirurgica;✔ Area neonatologica e pediatrica;✔ Area salute mentale e dipendenze.

La declinazione delle competenze di cia-scuna area è specifi cata nell’allegato tecni-co che costituisce quadro di riferimento per l’applicazione del presente accordo.

Quanto rappresentato fonda il proprio razionale attraverso una visione integrata delle seguenti componenti:✔ contrattuale: dove porre in essere un si-

stema di fl essibile dinamicità, escludendo ingessature organizzative, nelle progres-sioni di carriera e favorendo meccanismi di valorizzazione professionale capaci di riconoscere il valore e il contributo posto da parte del singolo professionista nel processo assistenziale/organizzativo per il tempo di effettivo e positivo esercizio della competenza;

✔ formativa regionale: dove attivare una

formazione fi nalizzata all’avanzamento delle competenze dell’infermiere (infer-miere esperto). I programmi di forma-zione possono essere valutati ai fi ni del riconoscimento dei CFU (Crediti Forma-tivi Universitari) tramite preventivo accor-do con l’Università;

✔ formativa curricolare universitaria dove ridefi nire i piani di studio della laurea trien-nale e magistrale nonché dei master con-divisi in accordi tra ministeri e regioni al fi ne di rispondere alle necessità di svilup-po della professione infermieristica per-correndo in tal modo positive esperienze già mature in ambito internazionale. Nella defi nizione dei nuovi percorsi formativi è essenziale una forte integrazione fra l’U-niversità e il SSR affi nchè la formazione universitaria faccia proprie le necessità che nascono sia dall’evoluzione dei siste-mi sanitari sia dalla necessità di sviluppa-re competenze professionalizzanti;

✔ accreditamento professionale sui diversi livelli di carriera fi nalizzato allo sviluppo di un sistema di garanzia per il profes-sionista e il cittadino basato sulla certi-fi cazione delle competenze del singolo, attraverso la costituzione a livello di ogni Regione o Provincia Autonoma di un Si-stema di certifi cazione delle competenze capace di garantire coerenza tra lo svi-luppo del sistema salute e la capacità dei professionisti di rispondere in termini di performance adeguate.

ALLEGATI AREE TEMATICHETali allegati, sintesi del lavoro elaborato

dal Ministero della Salute-Regioni/Province Autonome, costituiscono quadro riferimento nella defi nizione dei profi li di competenza ri-feribili all’infermiere “Esperto”. Si basano su un metodo di analisi sperimentato in alcune regioni. I profi li descritti, possono determi-nare il fabbisogno di più infermieri esperti in relazione al modello adottato nello specifi co contesto organizzativo. ✔ Allegato 1: competenze tecnico profes-

sionali trasversali alle sei aree tematiche;✔ Allegato 2: AREA CURE PRIMARIE (IN-

FERMIERE DI COMUNITÀ FAMIGLIA);✔ Allegato 3: AREA INTENSIVA E DELL’E-

MERGENZA URGENZA;✔ Allegato 4: AREA MEDICA;✔ Allegato 5: AREA CHIRURGICA;✔ Allegato 6: AREA NEONATOLOGICA E

PEDIATRICA;✔ Allegato 7: AREA SALUTE MENTALE E

DIPENDENZE.

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Allegato n. 1 - Competenze tecnico professionali trasversali all’area sanitaria

Tali competenze sono trasversali all’area sanitaria e sono da sviluppare nell’ambito delle aree tematiche di seguito specifi cate per l’infermiere esperto.Competenze Tecnico Professionali Trasversali all’area sanitaria

1 GESTIONE 1.1 Pianifi care il lavoro1.1.1 Individuare gli obiettivi di salute in re-lazione alle risorse disponibili in collabora-zione con altri profi li;1.1.2 Analizzare criticamente gli aspetti eti-ci legati al proprio profi lo;1.1.3 Coordinare l'operato di più professio-nisti attraverso la conduzione effi cace del gruppo di lavoro; 1.1.5 Partecipare al processo di techno-logy assessment;1.1.6 Gestire le apparecchiature elettrome-dicali e videoscopiche in termini di appro-priatezza e sicurezza;1.1.7 Promuovere la reingegnerizzazione dei processi.1.2 Analizzare il contesto socio-sanitario1.2.1 Individuare i principali modelli sani-tari;1.2.2 Analizzare i processi di cambiamento istituzionale e organizzativo del SSN PS-SIR PAL2 FORMAZIONE2.1 Sviluppare percorsi formativi nel grup-po di lavoro2.1.1 Rilevare il gap formativo del proprio gruppo di lavoro;2.1.2 Elaborare un progetto formativo e condurre l’incontro formativo;2.1.3 Facilitare l'apprendimento dei discen-ti tramite sistemi innovativi;2.1.4 Valutare l'effi cacia della formazione a livello organizzativo in collaborazione con il formatore.2.2 Gestire l'ambito di apprendimento2.2.1 Progettare percorsi di tirocinio in col-laborazione con il formatore;2.2.2 Valutare percorsi di tirocinio in colla-borazione con il formatore;2.2.3 Effettuare tutorato clinico a studenti del proprio profi lo o di operatori di supporto;

2.2.4 Facilitare l'inserimento del personale di nuova assegnazione;2.2.5 Facilitare l'applicazione delle compe-tenze di contesto.3 QUALITA' E SICUREZZA3.1 Analizzare i percorsi per la qualità3.1.1 Identifi care aree di miglioramento della qualità dell'assistenza;3.1.2 Promuovere progetti di miglioramen-to;3.1.3 Elaborare un progetto di migliora-mento;3.1.4 Utilizzare i sistemi informativi/infor-matici per la raccolta e analisi dei dati;3.1.5 Defi nire standard e indicatori di effi -cacia e effi cienza in termini di struttura pro-cesso ed esito;3.1.6 Utilizzare gli indicatori di effi cacia ed effi cienza dei servizi sanitari;3.1.7 Valutare il funzionamento dei servizi coinvolgendo la cittadinanza;3.1.8 Implementare le buone pratiche.3.2 Gestire il rischio clinico3.2.1 Gestire gli strumenti di analisi proat-tiva e reattiva;3.2.2 Partecipare alla elaborazione della mappa del rischio nei contesti operativi di pertinenza;3.2.4 Applicare strumenti metodologie per la gestione del rischio clinico in condivisio-ne con l’equipe multidisciplinare;3.2.5 Partecipare alla realizzazione di audit multidisciplinari;3.2.6 Partecipare alla gestione del Morta-lity & Morbidity Review come strumento di miglioramento per il raggiungimento di standard clinico-assistenziali attesi4 RICERCA APPLICATA4.1 Sviluppare Progetti di Ricerca4.1.1 Leggere i fenomeni e i bisogni di co-munità e identifi care specifi ci problemi e aree di ricerca e sviluppo;4.1.3 Effettuare la ricerca bibliografi ca su specifi ci problemi e aree di interesse;4.1.4 Redigere un protocollo di ricerca in collaborazione multiprofessionale e multi-disciplinare;4.1.5 Partecipare alla realizzare di studi epidemiologici in ambienti di vita e di lavo-ro in collaborazione con altri professionisti;4.1.6 Verifi care l'applicazione dei risultati delle ricerche per ottenere un miglioramen-

to della qualità;4.1.7 Divulgare i risultati delle ricerche all'equipe;4.1.8 Redigere un report di ricerca secon-do gli attuali canoni della letteratura scien-tifi ca;4.1.9 Analizzare criticamente la letteratura scientifi ca secondaria, evidenziandone gli elementi di validità per l'applicazione dei risultati nella pratica clinica;4.1.10 Produrre interventi clinico-assisten-ziali basati sulle indicazioni contenute in linee guida clinico-assistenziali;5 CONSULENZA5.1 Fornire il supporto tecnico in qualità di esperto5.1.1 Offrire consulenza su processi ad elevata complessità nei diversi contesti clinici;5.1.2 Redigere un rapporto di consulenz;5.1.3 Utilizzare tecniche di coaching.

Allegato n. 2 - Infermiere Esperto in Assistenza - Cure Primarie - Infermiere di Comunità - Famiglia

Descrizione della posizione

Infermiere Esperto in Assistenza - Cure Primarie - Infermiere di Comunità-Famiglia Riferimenti giuridici

DM 739 - Legge 42/99 - Legge 251/2000 - Legge 43/2006 Scopo della Posizione

Garantire le continuità assistenziale nei percorsi ospedale-territorio attraverso mo-dalità di presa in carico delle persona. Ri-durre la frammentazione delle cure al fi ne di migliorare la qualità di vita delle persone assistite, prevenire l’insorgenza di ulteriori disabilità e aumentare la soddisfazione del team multi professionale. Favorire mecca-nismi di empowerment sia rivolti alle per-sone assistite che verso gli operatori al fi ne di realizzare un modello di cura basato sull’autonomia e sulla responsabilità. Ga-rantire la progettazione e realizzazione di programmi di sanità pubblica fi nalizzati alla promozione degli stili di vita, alle campa-gne vaccinali e di screening.Competenze Tecnico-Professionali

1. Gestire i bisogni socio-sanitari

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delle persone nelle cure primarie con un approccio integrato;1.1 Identifi care criteri e strumenti per la complessità assistenziale della persona e della famiglia nei loro contesti di vita;1.2 Utilizzare strumenti standardizzati per l’identifi cazione precoce di possibili stati patologici (medicina di opportunità e di ini-ziativa); 1.3 Defi nire criteri per la classifi cazione del livello di complessità assistenziale basati sullo stato funzionale cognitivo e di stabi-lità clinica;1.4 Individuare i bisogni assistenziali e va-lutare la loro risoluzione in collaborazione con l’equipe multi professionale;1.5 Progettare in collaborazione con l’e-quipe multi professionale il percorso cli-nico-assistenziale della persona assistita avvalendosi del sistema informativo al fi ne di garantirne la tracciabilità;1.6 Progettare in collaborazione con l’equi-pe multi professionale gli interventi assi-stenziali per la presa in carico della persona assistita affetta da patologia cronica;1.7 Realizzare un’assistenza infermieri-stica centrata sui problemi di salute e le necessità della persona assistita e/o del-la famiglia in relazione all’età, al grado di autonomia, alla necessità di mantenere e sviluppare legami affettivi e sociali; 1.8 Supportare la persona assistita nel re-cupero delle autonomie nelle attività di vita quotidiana e nella capacità di relazione;1.9 Garantire la relazione di aiuto con la persona assistita e con la famiglia per fa-vorire la consapevolezza e la necessità di sostegno nell’impatto con la malattia e il trattamento;1.10 Trattare in autonomia problemi speci-fi ci sulla base di percorsi clinico assisten-ziali o protocolli condivisi nell’equipe multi professionale;1.11 Gestire il trattamento farmacologico e le cure palliative secondo protocolli condi-visi con l’equipe multi professionale;1.12 Collaborare all’attività di sorveglianza e farmaco-vigilanza nelle condizioni croniche identifi cando gli eventuali segnali di destabi-lizzazioni specifi ci per ogni patologia;1.13 Prescrivere sulla base di linee guida regionali presidi e ausili a supporto della dipendenza/non autosuffi cienza; 1.14 Effettuare sulla base dei protocolli clinico-assistenziali e scale di valutazione condivise, osservazioni, interviste e accer-tamenti fi nalizzati alla valutazione del biso-

gno e a supportare il trattamento;1.15Utilizzare supporti informativi per do-cumentare la tracciabilità delle cure e mi-gliorare la continuità assistenziale;1.16Utilizzare l’ecografi a – doppler vasco-lare e altri strumenti di diagnostica a soste-gno dell’attività assistenziale;1.17 Mantenere una collaborazione e consultazione costante con il team multi-disciplinare per garantire il percorso assi-stenziale;1.18 Garantire l’adozione di interventi per prevenire/ ridurre il rischio clinico nel per-corso di cura e per contenere gli effetti de-gli eventi avversi;1.19 Attuare strategie di counselling e di educazione terapeutica a promozione e sostegno dell’autonomia della persona, della famiglia e delle persone signifi cative di riferimento; 1.20 Facilitare la presa in carico della per-sona con bisogni complessi in particolare nelle dimissioni diffi cili, nelle fasi di riacutiz-zazione clinico-assistenziale e nel follow-up, anche utilizzando la rete dei servizi di assistenza territoriale; 1.21 Valutare in collaborazione con l’equi-pe l’appropriatezza dei percorsi clinico-as-sistenziali e gli esiti delle cure in relazione a standard defi niti;2. Gestire il processo infermieristico nell’ambito dei processi di comunità e do-miciliarità;1.1 Progettare interventi per favorire l’ac-cessibilità ai servizi e favorire lo sviluppo dei processi assistenziali nei contesti di comunità; 1.2 Progettare in collaborazione con equipe multidisciplinare e associazione di assistiti programmi di autogestione delle malattie e di educazione terapeutica a categorie di assistiti e loro persone di riferimento; 1.3 Individuare i bisogni assistenziali e va-lutare la loro risoluzione in collaborazione con l’equipe multi professionale;1.4Progettare in collaborazione con l’equi-pe multi professionale programmi di scree-ning per le popolazioni a rischio;1.5 Favorire la costruzione della “rete sociale” per facilitare l’inserimento delle persone assistite nel contesto di vita e di lavoro;1.6 Gestire il bilancio di salute in età pedia-trica sulla base di protocolli condivisi; 1.7 Attuare strategie di counselling e di educazione terapeutica a promozione e sostegno dell’autonomia della persona,

della famiglia e delle persone signifi cative di riferimento; 1.8 Organizzare campagne vaccinali sulla base delle indicazioni fornite a livello regio-nale/provinciale;1.9 Organizzare programmi di sorve-glianza, prevenzione e di controllo delle infezioni in ogni presidio ospedaliero e/o comunità, orientati sia alla protezione degli assistiti che degli operatori; 1.10 Organizzare in collaborazione con l’equipe multi professionale, programmi di sorveglianza, prevenzione e controllo dei rischi di comunità;1.11 Orientare la persona assistita e le sue persone di riferimento verso un appropriato utilizzo dei servizi sanitari e socio-sanitari;1.12 Valutare in collaborazione con l’equi-pe l’appropriatezza dei percorsi clinico-as-sistenziali e gli esiti delle cure in relazione a standard defi niti;3. Garantire la promozione del processo educativo negli ambienti di vita e di scuola3.1 Realizzare, in collaborazione con gli in-segnanti delle scuole, specifi ci programmi di educazione alla salute rivolti agli studen-ti per il controllo dei fattori di rischio in rap-porto alle fasce d’età;3.2 Educare la persona assistita e la sua famiglia a corrette abitudini di vita, tenen-do conto della loro rappresentazione della malattia e delle differenze comportamentali legate alla cultura di appartenenza;3.3 Realizzare interventi educativi rivolti al personale sanitario e socio-sanitario ri-spetto a tematiche inerenti la promozione, la prevenzione e l’educazione sanitaria; 3.4 Realizzare programmi specifi ci di edu-cazione alla salute rivolti ai giovani per l’informazione dei fattori di rischio delle di-pendenze patologiche;3.5 Attuare strategie di counselling, di edu-cazione terapeutica e promozione di stili di vita sani;3.6 Partecipare alla realizzazione d’inter-venti psico-socio-terapeutici individuali e di gruppo;3.7 Valutare in collaborazione con l’equipe l’appropriatezza dei percorsi educativi e gli esiti in relazione a standard defi niti;3.8 Collaborare alla promozione, in collabo-razione con altri professionisti di studi epi-demiologici in ambienti di vita e di lavoro;3.9 Collaborare alla realizzazione di piani di educazione terapeutica rivolti ai bambini con bisogni complessi in fase di dimissione e alle loro famiglie;

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11Competenze Tecnico Professionali Trasversali dell’area sanitaria

Si rimanda a quanto specifi cato nell’Alle-gato 1.

Allegato n. 3 - Infermiere Esperto in Assistenza - Area Intensiva e dell’ Emergenza Urgenza

Descrizione della posizione

Infermiere Esperto in Assistenza - Area In-tensiva e dell’Emergenza Urgenza Riferimenti giuridici

DM 739 - Legge 42/99 - Legge 251/2000 - Legge 43/2006 Scopo della Posizione

Migliorare la presa in carico della perso-na ad alta complessità assistenziale; Ga-rantire appropriatezza di trattamento nei percorsi assistenziali in regime di emer-genza-urgenza; Mantenere una elevata qualità della risposta assistenziale nei si-stemi di emergenza territoriale e favorire la riduzione dei tempi per il completamento del percorso clinico assistenziale.Competenze Tecnico-Professionali

2. Gestire processi Assistenziali in Emer-genza Urgenza1.1 Identifi care criteri e strumenti per la valutazione delle priorità assistenziali della persona in criticità vitali e in condizioni d’in-stabilità clinica;1.2 Defi nire il percorso clinico assistenzia-le della persona in criticità vitale, instabilità clinica in situazione di emergenza-urgenza e nelle maxi-emergenza secondo protocolli defi niti con l’equipe multiprofessionale; 1.3 Pianifi care gli interventi infermieristici sulla base delle condizioni cliniche della persona assistita;1.4 Collaborare con l’equipe multi professio-nale alla realizzazione dell’assistenza alla persona che richiede monitoraggio avanza-to delle funzioni vitali in strutture organizza-tive intensive o di Emergenza-Urgenza;1.5 Documentare la tracciabilità delle cure e migliorare la continuità assistenziale at-traverso l’utilizzo di supporti informativi;1.6 Mantenere una collaborazione e consultazione costante con il team mul-tidisciplinare per garantire il percorso assi-stenziale;1.7 Garantire livelli adeguati di sicurezza in

relazione alle criticità clinico-assistenziali delle persone assistite nel trasporto intra e inter ospedaliero;1.8 Valutare in collaborazione con l’equipe l’appropriatezza dei percorsi clinico-assi-stenziali in relazione a standard defi niti;1.9 Garantire la valutazione della richiesta di soccorso attraverso l’utilizzo di tecnolo-gie e sistemi informativi delle Centrali Ope-rative1.10 Valutare la strategia d’intervento più effi cace in relazione ai problemi prioritari dalla richiesta urgente di soccorso;1.11 Gestire con funzioni di Team Leader, l’assistenza negli scenari di emergenza-urgenza territoriale.2. Garantire la presa in carico della persona assistita attraverso il Triage Ospedaliero;2.1 Individuare i percorsi clinico assisten-ziali in relazione ai problemi individuati e garantirne la corretta applicazione;2.2 Applicare gli algoritmi decisionali di triage in relazione a protocolli condivisi con l’equipe multi professionale; 2.3 Valutare la persona assistita con suc-cessiva classifi cazione di codice colore di priorità e individuazione di percorsi clinico-assistenziali;2.4 Rivalutare le persone assistite con fre-quenza temporale coerente ai livelli di pri-orità e alle condizioni cliniche presentate;2.5 Garantire l’accesso della persona as-sistita agli ambulatori di trattamento con la documentazione clinica-assistenziale completa secondo gli standard predefi niti dai protocolli in uso; 2.6 Attuare strategie per governare i tempi di attesa e favorire una gestione effi cace delle relazioni diffi cili;2.7 Promuovere la relazione fra le diverse fi gure professionali al fi ne di collaborare alle decisioni clinico-assitenziali;2.8 Defi nire in collaborazione con l’equipe multi professionale sistemi di triage “avan-zato” e garantirne la corretta applicazioneGarantire l’intervento assistenziale nel contesto del DEA3.1 Attuare percorsi assistenziali in relazio-ne ai modelli di presa in carico e trattamento della persona assistita - see and treat, fast-track e ambulatori a gestione infermieristica;3.2 Garantire la presa in carico della perso-na con “problema minore”;3.3 Progettare sulla base dei livelli di com-plessità assistenziale, sistemi e strategie per l’appropriata presa in carico dell’assistito;

3.4 Defi nire protocolli per le buone pratiche nell’ambito del see and treat, fast-track e ambulatorio infermieristico;3.5 Attuare algoritmi decisionali ed inter-venti infermieristici sulla base di protocolli condivisi; 3.6 Garantire l’applicazione delle procedu-re correlate al rischio infettivo;3.7 Utilizzare l’ecografi a- doppler vascola-re e altri strumenti di diagnostica a soste-gno dell’attività assistenziale;3.8 Attuare protocolli terapeutici condivisi con l’equipe assistenziale nella gestione del dolore;3.9 Valutare l’assistenza infermieristica ef-fettuata utilizzando indicatori di esito e di processo;3.10 Attuare interventi di counselling e di educazione terapeutica a sostegno del self-management;3.11 Identifi care il livello di complessità as-sistenziale al fi ne di una appropriata collo-cazione nei diversi setting assistenziali;3.12 Pianifi care strategie per elevare la qualità e la sicurezza negli interventi rivolti alla persona assistita;3.13 Partecipare alla elaborazione di Linee Guida per l’implementazione di Buone Pra-tiche clinico- assistenziali; 3.14 Garantire il follow up e la continuità assistenziale;3.15 Effettuare la prescrizione farmaco-logica e la diagnostica minore in base a protocolli condivisi con l’equipe multipro-fessionale; 3.16 Dimettere il paziente in base a protocolli condivise con l’equipe multiprofessionale.4 Garantire il percorso assistenziale nella Emergenza Territoriale e nelle Maxi-emer-genze4.1 Gestire in modo coordinato le attività di soccorso nelle urgenze e maxiemergenze;4.2 Garantire l’utilizzo delle risorse tecno-logiche, e strumentali a disposizione nei diversi mezzi di soccorso al fi ne di erogare gli interventi in emergenza;4.3 Utilizzare il sistema Dispatch;4.4 Applicare sistemi di valutazione e indi-viduare criteri per la gestione delle maxi-emergenze;4.5 Garantire la gestione delle situazio-ni di emergenza e urgenza che vedono il coinvolgimento di più persone in condizioni d’instabilità clinica;4.6 Verifi care la messa in atto d’interventi

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per garantire la sicurezza dell’assistito, la riduzione delle complicanze e la prevenzio-ne dei rischi; 4.7 Collaborare nella defi nizione degli in-terventi da effettuarsi per la gestione dei eventi NBCR;4.8 Pianifi care le strategie da adottare per elevare la qualità e la sicurezza della per-sona assistita; 4.9 Assicurare i processi di presa in carico assistenziale in emergenza territoriale, con equipe infermieristica sulla base dei proto-colli condivisi;4.10 Partecipare alla progettazione del Piano di gestione delle maxi-emergenze del proprio territorio aziendale; 4.11 Collaborare con l’equipe multi profes-sionale nell’attuazione di processi di rela-zione diffi cile.5 Gestire i percorsi assistenziali in Terapia Intensiva5.1 Ottimizzare l’integrazione, il coordina-mento e la continuità alla persona assistita attraverso la consulenza al team infermie-ristico della Terapia Intensiva e il supporto oltre che alla stessa anche alla famiglia; 5.2 Progettare il piano di assistenza indivi-duale e garantirne l’ applicazione; 5.3 Valutare i parametri di monitoraggio rilevando precocemente variazioni delle condizioni cliniche;5.4 Facilitare il coinvolgimento dei familiari al percorso clinico assistenziale; 5.5 Collaborare con il Coordinatore Locale e l’equipe multi professionale nel garantire il processo di prelievo di organo; 5.7 Garantire la continuità assistenziale e la gestione di presidi strumentali ad alta in-vasività, presidi medico-chirurgici o stomie;Competenze Tecnico Professionali Trasversali dell’area sanitaria

Si rimanda a quanto specifi cato nell’Alle-gato 1.

Allegato n. 4 - Infermiere Esperto in Area Medica

Descrizione della posizione

Infermiere Esperto in Area MedicaRiferimenti Normativi

DM 739 - Legge 42/99 - Legge 251/2000 - Legge 43/2006

Scopo della Posizione

Garantire la continuità assistenziale alle persone ad alta complessità nei diversi setting clinici-assistenziali; Garantire l’ in-tegrazione il coordinamento e la continuità ai processi clinico assistenziali attraverso il coordinamento degli stessi e dei team multi professionali coinvolti.Favorire la presa in carico della persona assistita attraverso l’applicazione di PDTA. Favorire la continuità assistenziale ospe-dale-territorioCompetenze Tecnico-Professionali

1 Gestire l’assistenza infermieristica alla persona in area medica utilizzando la me-todologia del case management1.1 Identifi care criteri e strumenti per la va-lutazione della complessità assistenziale della persona assistita;1.2 Identifi care il livello di autonomia, com-pliance, i bisogni informativi, relazionali educativi della persona ad elevata com-plessità assistenziale e della famiglia;1.3 Identifi care criteri di ammissione in base alla complessità assistenziale e all’in-stabilità clinica nei setting assistenziali;1.4 Valutare i dilemmi etici correlati a spe-cifi che situazioni assistenziali;1.5 Partecipare alla defi nizione di clinical pathways;1.6 Organizzare la dimissione a persone con elevata complessità garantendo la continuità assistenziale;1.7 Prescrivere presidi e ausili correlati all’assistenza infermieristica;1.8 Garantire il monitoraggio emodinamico invasivo e non invasivo della persona;1.9 Riconoscere precocemente segni sin-tomi o fattori che possono indicare o pro-gnosticare un peggioramento ed interviene per prevenire i rientri ospedalieri evitabili;1.10 Gestire i controlli ambulatoriali ed il follow up telefonico;1.11 Prescrivere nell’ambito di protocolli condivisi esami ematochimici e strumentali correlati al percorso clinico-assistenziale;1.12 Individuare i fattori che possono ridur-re l’adesione al piano terapeutico;1.13 Collaborare con il medico di medicina generale e con i servizi di assistenza do-miciliare alla gestione di problematiche a domicilio; 1.14 Pianifi care il trattamento per la pre-venzione e la cura delle lesioni cutanee anche eseguendo medicazioni complesse

con rimozione di sostanza nelle lesioni;1.15 Prescrivere il trattamento necessario per l’ effettuazione di medicazioni avanzate;1.16 Contribuire alla stesura del piano nu-trizionale e alla scelta della via d’accesso;1.17 Identifi care i soggetti a rischio di di-sfagia attraverso la defi nizione di un per-corso di screening secondo procedure e strumenti condivisi;1.18 Facilitare l’accesso della persona ai servizi di distribuzione diretta di presidi e farmaci come da piano terapeutico;1.19 Utilizzare l’ecografi a- doppler vasco-lare e altri strumenti di diagnostica a soste-gno dell’attività assistenziale;1.20 Garantire la gestione degli accessi ve-nosi centrali e periferici;1.21 Pianifi care la gestione delle risorse tecnologiche e strumentali secondo gli standard defi niti dal sistema HTA; 1.22 Attuare protocolli terapeutici condivisi con l’equipe assistenziale nella gestione del dolore; 1.23 Progettare in collaborazione con l’e-quipe multiprofessionale e le associazioni degli assistiti programmi di self manage-ment.Competenze Tecnico Professionali dell’area sanitaria

Si rimanda a quanto specifi cato nell’Alle-gato 1.

Allegato n. 5 - Infermiere Esperto in Area Chirurgica

Descrizione della posizione

Infermiere Esperto in Area ChirurgicaRiferimenti giuridici

DM 739 - Legge 42/99 - Legge 251/2000 Scopo della Posizione

Garantire la continuità al percorso pre e post chirurgico del paziente;Migliorare la presa in carico del paziente chirurgico ad alta complessità assistenzia-le che non ha indicazione al ricovero in Te-rapia Intensiva;Garantire appropriatezza e uniformità di trattamento per la gestione di lesioni cuta-nee post-chirurgiche, traumatiche e vasco-lari attraverso la creazione di ambulatori a gestione infermieristica;

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13Garantire la supervisione assistenziale nei processi di sala operatoria. Competenze Tecnico-Professionali

3. Gestire Percorsi Perioperatori - Preo-spedalizzazione1.1 Identifi care criteri e strumenti per la va-lutazione della complessità assistenziale delle persone che necessitano di percorsi in ambito chirurgico;1.1 Effettuare sulla base dei protocolli clinico-assistenziali e scale di valutazione condivise, osservazioni, interviste e ac-certamenti fi nalizzati alla valutazione del rischio pre-operatorio;1.2 Coordinare il percorso di preparazione diagnostico e specialistico all’intervento chirurgico;1.3 Identifi care con l’equipe assistenziale, indicatori standard e interventi per preve-nire, ridurre il rischio clinico nel percorso di cura e per contenere gli effetti degli eventi avversi; 1.4 Supportare la persona assistita e il familiare alla consapevolezza del rischio chirurgico e anestesiologico favorendo la partecipazione al piano assistenziale.2. Gestire l’assistenza infermieristica alla persona in ambito chirurgico2.1 Attivare i percorsi della persona as-sistita sottoposta a procedura chirurgica complessa che richiede un livello di moni-toraggio avanzato, per il quale non ci sono indicazioni al ricovero presso la Terapia Intensiva;2.2 Collaborare con l’equipe multi profes-sionale alla defi nizione del livello di monito-raggio della persona assistita sottoposta a procedura chirurgica complessa nella fase pre-post operatoria;2.3 Progettare, sulla base dei livelli di com-plessità assistenziale sistemi e strategie per l’appropriata presa in carico degli assistiti;2.4 Pianifi care ed effettuare l’assistenza alla persona assistita con alta complessità/dipendenza in base a protocolli condivisi;2.5 Progettare il percorso di monitorag-gio degli indicatori di rischio specifi co per l’assistito nel percorso peri-operatorio e chirurgico;2.6 Favorire il coinvolgimento della perso-na assistita e della famiglia al fi ne di garan-tire la loro partecipazione consapevole al piano assistenziale. 2.7 Valutare i dilemmi etici correlati a speci-fi che situazioni assistenziali richiamandosi alla deontologia professionale;

2.8 Valutare l’assistenza infermieristica ef-fettuata utilizzando indicatori di effi cacia, effi cienza. 3. Gestire l’assistenza infermieristica negli ambulatori di follow up3.1 Garantire la continuità del percorso post-chirurgico della persona assistita;3.2 Garantire l’appropriatezza e uniformità di trattamento per lesioni cutanee post-chirurgiche, traumatiche e vascolari sulla base di protocolli condivisi con l’equipe as-sistenziale; 3.3 Progettare sulla base dei livelli di com-plessità assistenziali, sistemi e strategie per l’appropriata presa in carico dell’assistito;3.4 Valutare l’assistenza infermieristica ef-fettuata utilizzando indicatori di esito e di processo;3.5 Effettuare interventi connessi all’atto chirurgico e al processo anestesiologico ed analgesico 3.6 Effettuare interventi infermieristici rivolti alla gestione di ferite chirurgiche - es. su-ture -; 3.7 Effettuare medicazioni complesse sulla base di protocolli di trattamento concordati con l’equipe; 3.8 Collaborare con l’equipe multi profes-sionale nel monitoraggio del processo di guarigione delle lesioni cutanea di natura traumatica e post-chirurgica;3.9 Individuare precocemente l’insorgenza di complicanze al fi ne di attivare la consu-lenza di specialisti clinici;4 Gestire l’assistenza in Sala Operatoria4.1 Ottimizzare l’utilizzo delle risorse tecnologiche, e strumentali per la realiz-zazione dei processi di tipo chirurgico-ane-stesiologico;4.2 Realizzare sistemi operativi di tipo in-novativo fi nalizzati alla gestione delle atti-vità tipiche della Sala Operatoria;4.3 Svolgere attività di consulenza e sup-porto all’equipe multi professionale;4.4 Verifi care la messa in atto d’interventi per garantire la sicurezza dell’assistito, la riduzione delle complicanze e la prevenzio-ne dei rischi; 4.5 Verifi ca la completezza della docu-mentazione sanitaria relativamente a re-ferti, dati, immagini e video nel percorso chirurgico;4.6 Gestire la terapia farmacologica attra-verso protocolli concordati con l’equipe as-sistenziale.

4.7 Pianifi care le strategie da adottare per elevare la qualità e la sicurezza della per-sona assistita;4.8 Verifi ca che l’equipe multiprofessiona-le adotti le pratiche previste per la corretta gestione del rischio emorragico e del trom-boembolismo post-operatorio; 4.9 Pianifi care gli interventi fi nalizzati all’e-morecupero intra e post-operatorio;4.10 Gestire il processo anestesiologico sulla base di protocolli concordati con l’e-quipe multi professionale.4.11 Assicurare la sorveglianza per le per-sone ad alta complessità assistenziale se-condo protocolli condivisi con l’equipe multi professionale;4.12 Garantire la verifi ca sulla corretta ap-plicazione delle procedure fi nalizzate alla prevenzione e controllo delle infezioni del sito chirurgico; 4.13 Collaborare con l’equipe multi profes-sionale nella gestione delle persone assi-stite sottoposte a donazione di organo Competenze Tecnico Professionali Trasversali dell’area sanitaria

Si rimanda a quanto specifi cato nell’Alle-gato 1.

Allegato n. 6 - Infermiere Esperto in Assistenza - Neonatologica e Pediatrica

Descrizione della posizione

Infermiere Esperto in Assistenza - Neona-tologica e Pediatrica Riferimenti giuridici

DM 739 - Legge 42/99 - Legge 251/2000 - Legge 43/2006 Scopo della Posizione

Garantire la gestione di percorsi assisten-ziali per neonati o bambini ad alta intensità di cura e complessità assistenziale. Coor-dinare in condivisione con l’equipe multi professionale e il coinvolgimento attivo dei familiari, il percorso clinico-assistenziale del bambino con diagnosi o sospetta dia-gnosi di malattia oncologica;Garantire, guida, supporto ed educazione ai familiari e al piccolo assistito affetto da malattia cronica. Competenze Tecnico-Professionali

1.Gestire percorsi di assistenza per il ne-

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onato e per il bambino ad alta intensità di cura e complessità assistenziale11 Identifi care criteri e strumenti per la valutazione delle priorità assistenziali del neonato/bambino in criticità vitali e in con-dizioni d’instabilità clinica;1.2 Defi nire il percorso clinico assistenziale del neonato/bambino in criticità vitale, in-stabilità clinica in situazione di emergenza-urgenza; 1.3 Pianifi care il percorso assistenziale del neonato/bambino sottoposto ad assisten-za pre-post chirurgica e/o con assistenza ventilatoria;1.4 Effettuare e/o supervisionare gli inter-venti infermieristici sulla base del percorso pianifi cato;1.5Partecipare agli incontri con la famiglia e gli altri membri dell’equipe nella fase pre-parto del neonato a rischio;1.6 Valutare i bisogni assistenziali del neonato-bambino e la rete familiare, per rilevare la necessità di supporto emotivo, psicologico e sociale; 1.7 Collaborare con altri membri dell’equipe alla defi nizione del piano clinico assisten-ziale del neonato-bambino con patologia chirurgica e con assistenza ventilatoria;1.8 Pianifi care la gestione dei sistemi di monitoraggio e gli interventi legati all’assi-stenza ventilatoria avanzata sulla base di protocolli condivisi;1.9 Valutare il livello di stress e di adatta-mento del neonato e dei familiari con me-todologie validate (NIDCAP);1.10Utilizzare supporti informativi per do-cumentare la tracciabilità delle cure e mi-gliorare la continuità assistenziale;1.11 Mantenere una collaborazione e consultazione costante con il team multi-disciplinare per garantire il percorso assi-stenziale;1.12 Valutare in collaborazione con l’equi-pe l’appropriatezza dei percorsi clinico-as-sistenziali in relazione a standard defi niti;1.13 Garantire la continuità assistenziale attraverso la predisposizione di percorsi di trasferimento o “dimissioni protette.”2. Gestire percorsi di assistenza per bam-bini affetti da patologia oncologica2.1 Garantire la presa in carico della fami-glia e del bambino con diagnosi o sospetta diagnosi di malattia oncologica;2.2 Assumere il ruolo d’infermiere di riferi-mento per la famiglia e il bambino nel per-corso diagnostico e terapeutico;

2.3 Collaborare con il team assistenziale per fornire supporto al bambino ed ai fa-miliari nella scelta dei protocolli terapeutici;2.4 Pianifi care in collaborazione con la fa-miglia l’implementazione e il monitoraggio d’interventi per la rilevazione precoce dei sintomi;2.8 Intervenire per ridurre gli effetti nega-tivi della terapia oncologica avvalendosi quando necessario dell’aiuto di consulenti e dell’attività delle associazioni; 2.7 Promuovere la relazione fra le diverse fi gure professionali al fi ne di collaborare alle decisioni clinico-assitenziali;2.8 Attuare protocolli terapeutici condivisi con l’equipe assistenziale nella gestione del dolore;2.9 Guidare la famiglia e il bambino, secon-do protocolli condivisi nella scelta dei me-todi per il controllo del dolore sia n ambito farmacologico che non;2.10 Gestire i trattamenti farmacologici sul-la base di protocolli condivisi con l’equipe multiprofessionale; 2.11 Pianifi care la dimissione del bambino e attivare i percorsi previsti dai protocolli aziendali;3. Gestire percorsi di assistenza del bambi-no con malattia cronica3.1 Progettare sulla base dei livelli di com-plessità assistenziale, sistemi e strategie per l’appropriata presa in carico dell’assi-stito;3.2 Attuare algoritmi decisionali ed inter-venti infermieristici sulla base di protocolli condivisi; 3.3 Assicurare la guida, il supporto e l’e-ducazione al bambino affetto da malattia cronica e ai familiari;3.4 Garantire la presa in carico della fami-glia e del bambino al primo accesso in DH – in continuità con le cure territoriali;3.5 Assumere il ruolo d’infermiere di riferi-mento per la famiglia e il bambino nel per-corso clinico-assistenziale in integrazione con l’equipe multi professionale;3.6 Supportare il bambino e la famiglia nel gestire l’impatto della malattia sullo stile di vita tenendo conto dell’appartenenza mul-ticulturale; 3.7 Utilizzare l’ecografi a- doppler vascola-re e altri strumenti di diagnostica a soste-gno dell’attività assistenziale;3.8 Attuare protocolli terapeutici condivisi con l’equipe assistenziale nella gestione del dolore;

3.9 Verifi care la messa in atto d’interventi per garantire la sicurezza dell’assistito, la riduzione delle complicanze e la prevenzio-ne dei rischi; 3.10 Pianifi care la gestione delle risorse tecnologiche e strumentali secondo gli standard defi niti dal sistema HTA; 3.11 Valutare l’assistenza infermieristica effettuata utilizzando indicatori di esito e di processo;3.12 Pianifi care strategie per elevare la qualità e la sicurezza negli interventi rivolti alla persona assistita; Competenze Tecnico Professionali Trasversali dell’area sanitaria

Si rimanda a quanto specifi cato nell’Alle-gato 1.

Allegato n. 7 - Infermiere Esperto in Assistenza - Area Salute Mentale e Dipendenze Patologiche

Descrizione della posizione

Infermiere Esperto in Assistenza - Area Sa-lute Mentale e Dipendenze Patologiche Riferimenti giuridici

DM 739 - Legge 42/99 - Legge 251/2000 - Legge 43/2006Scopo della Posizione

Garantire le continuità assistenziale nei percorsi ospedale-territorio e tra i servizi e le strutture dedicate alla salute mentale e dipendenze, attraverso modalità di presa in carico delle persona comprendente le sfere sanitarie e sociali. Favorire meccani-smi di empowerment sia rivolti alle perso-ne assistite e ai loro familiari che, verso gli operatori al fi ne di realizzare un modello di cura basato sull’autonomia e sulla respon-sabilità. Garantire la progettazione e realiz-zazione di programmi per la salute mentale in ogni fascia di età in collaborazione con le altre istituzioni sanitarie e sociali del ter-ritorio di competenza. Competenze Tecnico-Professionali

4. Gestire processi Assistenziali nel Servi-zio Psichiatrico di Diagnosi e Cura 1.1 Identifi care criteri e strumenti per la complessità assistenziale della persona con grave scompenso psichico;1.2 Effettuare sulla base dei protocolli clinico-assistenziali e scale di valutazione

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15condivise, osservazioni, interviste e ac-certamenti fi nalizzati alla valutazione del bisogno e a supportare la defi nizione della diagnosi;1.3 Individuare i bisogni assistenziali e va-lutare la loro risoluzione in collaborazione con l’equipe multi professionale;1.4 Progettare in collaborazione con l’e-quipe multi professionale il progetto indi-vidualizzato di cura sia terapeutico che socio-riabilitativo;1.5 Progettare in collaborazione con l’equi-pe multi professionale gli interventi assi-stenziali per la presa in carico della persona assistita con rischio auto-etero lesivo o con scarsa compliance ai trattamenti;1.6 Garantire l’adozione di interventi per prevenire/ ridurre il rischio clinico nel per-corso di cura e per contenere gli effetti de-gli eventi avversi;1.7 Supportare la persona assistita nel re-cupero delle autonomie nelle attività di vita quotidiana e nella capacità di relazione1.8 Attuare strategie di counselling e di educazione terapeutica a promozione e sostegno dell’autonomia della persona, della famiglia e delle persone signifi cative di riferimento; 1.9 Attuare strategie di counselling e di educazione terapeutica a promozione e sostegno dell’autonomia della persona, della famiglia e delle persone signifi cative di riferimento; 1.10 Gestire l’attuazione di trattamenti psico-socio terapeutici di gruppo secondo protocolli defi niti con l’equipe assistenziale:1.11 Mantenere una collaborazione e consultazione costante con il team multi-disciplinare per garantire il percorso assi-stenziale;1.12 Garantire la continuità assistenziale attraverso i servizi territoriali per la predi-sposizione e monitoraggio del piano tera-peutico-riabilitativo;1.13 Utilizzare supporti informativi per do-cumentare la tracciabilità delle cure e mi-gliorare la continuità assistenziale;1.14 Valutare in collaborazione con l’equi-pe l’appropriatezza dei percorsi clinico-as-sistenziali e gli esiti delle cure in relazione a standard defi niti.2. Garantire la presa in carico della perso-na assistita nei servizi territoriali1.1 Progettare interventi per favorire l’ac-cessibilità ai servizi al fi ne di contrastare ogni forma di stigma o discriminazione del-la persona assistita;

1.2 Identifi care criteri e strumenti per la continuità assistenziale della persona con disagio psichico e disturbo mentale;1.3 Effettuare sulla base dei protocolli clinico-assistenziali e scale di valutazione condivise, osservazioni, interviste e ac-certamenti fi nalizzati alla valutazione del bisogno e a supportare la defi nizione della diagnosi;1.4 Individuare i bisogni assistenziali e va-lutare la loro risoluzione in collaborazione con l’equipe multi professionale;1.5 Progettare in collaborazione con l’e-quipe multi professionale e con la persona assistita il progetto individualizzato di cura sia terapeutico che socio-riabilitativo;1.6 Garantire la continuità assistenziale in ambito territoriale e con le strutture ospe-daliere attraverso la pianifi cazione degli interventi socio-assistenziali; 1.7 Gestire il riconoscimento “precoce del-la crisi” attraverso strumenti di valutazione infermieristica;1.8 Gestire l’applicazione del processo te-rapeutico secondo protocolli condivisi con l’equipe al fi ne di favorire la compliance al trattamento;1.9 Coordinare l’equipe di riferimento del-la persona assistita sulla base di metodi e strumenti condivisi con il team multi profes-sionale;1.10 Attuare strategie di counselling e di educazione terapeutica a promozione e sostegno dell’autonomia della persona, della famiglia e delle persone signifi cative di riferimento; 1.11 Valutare le fasi di reinserimento la-vorativo e sociale delle persone assistite con disagio psichico o disturbo mentale in collaborazione con l’equipe multi profes-sionale;1.12 Supportare la persona assistita nel percorso assistenziale con l’utilizzo di mo-dalità relazionali e di sostegno fi nalizzato alla costruzione dell’alleanza terapeutica;1.13 Favorire la costruzione e il manteni-mento della “rete sociale” per facilitare il reinserimento nel contesto di vita e di la-voro;1.14 Collaborare alla revisione dei proto-colli terapeutici delle principali problemati-che di salute mentale;1.15 Collaborare nella realizzazione di progetti per la promozione della salute mentale nella popolazione di riferimento territoriale; 1.16 Valutare in collaborazione con l’equi-

pe l’appropriatezza dei percorsi clinico-as-sistenziali e gli esiti delle cure in relazione a standard defi niti;

3. Garantire la presa in carico della perso-na assistita nei servizi per le dipendenze patologiche

3.1 Individuare i bisogni assistenziali at-traverso l’utilizzo di strumenti codifi cati in ambito di dipendenze e valutare la loro risoluzione in collaborazione con l’equipe multi professionale;

3.2 Progettare in collaborazione con l’e-quipe multi professionale e con la persona assistita il progetto individualizzato di cura sia terapeutico che socio-riabilitativo;

3.3 Intervenire tempestivamente nel rico-noscimento e trattamento dei sintomi asti-nenziali;

3.4 Garantire la continuità assistenziale in ambito territoriale e presso le strutture semi residenziali e residenziali attraverso la pia-nifi cazione degli interventi assistenziali;

3.5 Realizzare i programmi specifi ci di educazione alla salute rivolti ai giovani per l’informazione dei fattori di rischio delle di-pendenze patologiche;

3.6 Attuare strategie di counselling, di edu-cazione terapeutica e promozione di stili di vita sani o di programmi di “riduzione del danno”;

3.7 Partecipare alla realizzazione d’inter-venti psico-socio-terapeutici individuali e di gruppo;

3.8 Gestire l’applicazione del processo te-rapeutico secondo protocolli condivisi con l’equipe al fi ne di favorire la compliance al trattamento;

3.9 Documentare gli interventi al fi ne di ga-rantirne la tracciabilità attraverso supporti informativi

3.10 Valutare in collaborazione con l’equi-pe l’appropriatezza dei percorsi clinico-as-sistenziali e gli esiti delle cure in relazione a standard defi niti;

Competenze Tecnico Professionali Trasversali dell’area sanitaria

Si rimanda a quanto specifi cato nell’Alle-gato 1.

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OPERATORE SOCIO SANITARIONursing Up ha sottoscritto, presso il Ministe-

ro della Salute, l’importante documento su ruo-lo, funzioni, formazione e programmazione del fabbisogno dell’operatore sociosanitario.

La fi rma è stata apposta dopo che sono state apportate le modifi che richieste dal sindacato.

Il documento sottoscritto rappresenta l’epi-logo di ben tre anni di lavoro del tavolo tecnico.

Per il Nursing Up, assieme agli altri sinda-cati, all’IPASVI, alla Federazione delle Ostetri-che, ai rappresentanti delle Regioni ed a quelli del Ministero, si sono alternati il Presidente del CTS, Patrizia Bianchi, il Vice Presidente Mario De Santis, il Presidente del sindacato ed altri dirigenti sindacali coinvolti di volta in volta.

Un ottimo risultato quello raggiunto, soprat-tutto perché ha consentito al Nursing Up di par-tecipare a quello che consideriamo un lavoro di doveroso riconoscimento delle legittime aspet-tative degli OSS attraverso la redazione di un documento che è anche rispettoso delle prero-gative e titolarità degli esercenti le professioni sanitarie, in particolare degli infermieri.

A seguire pubblichiamo il testo del docu-mento sottoscritto.

Documento del “TavoloMinistero-Regioni su ruolo, funzioni,

formazione e programmazione del fabbisogno dell’operatore

sociosanitario”

(proposta sottoscritta defi nitivamenteil 4 luglio u.s)

PREMESSAI mutamenti intervenuti nel Paese negli ultimi

decenni, quali l’aumento della speranza di vita, il miglioramento delle condizioni di vita e di salute

ma anche l’invecchiamento della popolazione e l’espandersi di forme di disagio e di fragilità so-ciale rendono indispensabile ripensare l’organiz-zazione sanitaria e socio sanitaria assistenziale.

A questo proposito è necessario affrontare il percorso di qualifi cazione dei servizi ed attività sanitarie e socio sanitarie assistenziali, sia in termini di qualità che quantità dei servizi offerti, al fi ne di promuovere la tutela della salute e be-nessere sociale dei cittadini.

In particolare, riteniamo che le trasforma-zioni demografi che in corso, che hanno deter-minato un cambiamento nella richiesta di cure (dalle cure intensive necessarie nelle fasi acu-te delle patologie, alle cure continuative nelle diverse condizioni di fragilità), richiedono una profonda trasformazione del sistema dell’offerta sanitaria, socio sanitaria assistenziale e sociale e della stessa organizzazione dei servizi, a sup-porto della non autosuffi cienza, così come una maggiore attenzione a realizzare una presa in carico “complessiva” della persona, di diverse età, in condizioni anche di disabilità.

Occorre individuare diverse modalità di rispo-sta alla cronicità, tenendo sempre al centro la persona, la famiglia e la qualità delle cure ero-gate, riaffermare la centralità del territorio nella cura e nell’assistenza della non autosuffi cienza e delle patologie croniche degenerative, ricono-scendone tutta l’importanza anche attraverso la messa in atto di nuovi sistemi organizzativi, pro-fessionali e risorse economiche adeguate.

L’obiettivo di superare la centralità dell’ospe-dale e di realizzare sul territorio nuove modalità di presa in carico della persona con patologie a lungo decorso, garantendo la continuità as-sistenziale, passa attraverso l’integrazione dei servizi sanitari e sociali e una reale integrazio-ne delle diverse fi gure professionali che opera-no sul territorio.

Parlare oggi di riorganizzazione del sistema salute e del suo recupero di funzionalità ed ef-fi cienza signifi ca addentrarsi in uno dei grandi temi che interessano il processo di riforme del nostro sistema Paese. Signifi ca soprattutto, sforzarsi di vedere e considerare il problema nella sua complessità, tenendo conto di quanto sia importante sfuggire ad inutili semplifi cazioni (tagli proporzionali e indiscriminati senza mira-re agli sprechi e disfunzioni), a mere dispute e questioni di lobby professionali o, al contrario, a soluzioni impraticabili e irrealistiche con lo sguardo rivolto alle esperienze del passato.

Occorre, infatti, prendere atto del mutamen-to intervenuto e che continua in modo dinami-co, nella defi nizione del ruolo dei servizi socio sanitari assistenziali nella realtà globale del Pa-ese che muta di giorno in giorno, del graduale passaggio verso un modello federale più coe-rente con le nuove funzioni acquisite da regioni e enti locali, e della diversa prospettiva che si deve assumere nel valutare gli aspetti connessi allo sviluppo del capitale umano.

IL 04 LUGLIO 2012 NURSING UP HA FIRMATO IL DOCUMENTO DEL “TAVOLO MINISTERO-REGIONI SU RUOLO, FUNZIONI, FORMAZIONE E PROGRAMMAZIONE DEL FABBISOGNO DELL’OPERATORE SOCIO SANITARIO”

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17OPERATORE SOCIO SANITARIO

Occorre investire molto sull’integrazione tra servizi sanitari e socio sanitari assistenzia-li, in particolare nelle regioni dove si è fatto sicuramente molto meno, anche rispetto alla domiciliarità che risulta carente, con diffe-renziazioni territoriali evidenti e, comunque, insuffi cienti per conseguire l’obiettivo di man-tenere disabili, persone non autosuffi cienti o con diverse condizioni di fragilità, il più possi-bile nel proprio ambiente di vita.

Tale carenza di servizi e di interventi so-cio sanitari assistenziali ha portato l’utenza a chiedere aiuto sul territorio ad operatori improvvisati, aumentando quindi il fenomeno dell’abusivismo professionale più volte evi-denziato da molti professionisti della salute.

È imprescindibile che ogni processo di ri-organizzazione del welfare socio sanitario as-sistenziale si mantenga coerente con alcune premesse chiave: ✔ la centralità della persona e della sua fami-

glia, che devono essere al centro del siste-ma salute;

✔ la priorità delle risorse umane, che sono l’elemento essenziale di ogni organizzazio-ne;

✔ il concetto di servizio pubblico, che deve essere orientato in primo luogo a risponde-re e risolvere i problemi dei cittadini;

✔ il corretto utilizzo delle risorse pubbliche, che devono essere gestite secondo criteri di effi cacia, effi cienza ed economicità. Un progetto di integrazione tra servizi sani-

tari e socio sanitari assistenziali richiede indica-zioni precise, tappe, strategie chiare e uniformi per i livelli istituzionali (nazionale, regionale e locale) organizzativo, funzionale, professiona-le e formativo con una particolare attenzione anche al ruolo del terzo settore sempre più determinante ed è in questo contesto che va inquadrato il percorso della fi gura professiona-le dell’operatore socio sanitario (OSS).

EVOLUZIONE E PERCORSO PROFESSIONALE DELL’OSS

La nascita di questa fi gura professionale è stata preceduta da un ampio dibattito tra i diver-si addetti ai lavori. Prima erano stati istituiti due profi li professionali, uno più a carattere sanitario (la fi gura di Ota, cioè operatore tecnico addet-to all’assistenza), l’altro più a carattere sociale (Asa, Osa, Adest…), la cui defi nizione variava poi da regione a regione. Nel tempo gli addetti ai lavori hanno più volte lamentato la frammen-tazione di troppe fi gure professionali nei settori sanitari, sociosanitari e assistenziali, anche alla luce di un profondo cambiamento in atto sia di nuovi sistemi organizzativi e sia di sostanziali modifi che della legislazione sanitaria e socio assistenziale. Pertanto, si è evidenziata la ne-cessità di una fi gura con un profi lo professionale che meglio rispondesse, in modo più adegua-

to, all’evoluzione dei servizi alla persona, intesa nella centralità e globalità dei suoi bisogni.

Si riassumono brevemente circa quaranta anni di storia degli operatori di supporto nei settori sanitari e sociali, per comprendere me-glio la situazione attuale:✔ Anni ’60 - DPR 128/69, art. 46 “Personale

esecutivo – Ausiliario”. La fi gura Ausiliario addetto ai servizi sanitari è stata storica-mente presente negli Ospedali ed ha sem-pre svolto mansioni esecutive e semplici. Mansioni prevalenti: pulizia ambienti - tra-sporto materiale - prestazioni manuali.

✔ Anni ’70 - DPR 761/79, allegato 2, tabel-la G “Profi lo professionale: Agenti tecnici”. Prevede la fi gura dell’Ausiliario socio sani-tario "addetto esclusivamente alle mansio-ni di pulizia". La fi gura è inquadrata al 1° livello retributivo.

✔ Anni ’80 - DM 10 febbraio 1984, istituisce l’“Ausiliario sociosanitario specializzato”. Con un corso di aggiornamento sono am-pliate le competenze del Ausiliario socio sanitario che viene inquadrato al 3° livello retributivo.

✔ Anni ‘80 - “Ausiliario sociosanitario specializ-zato” istituito con Dpr n. 348/83 - Dm n. 1984. Con un corso di aggiornamento sono amplia-te le competenze del Ausiliario socio sanita-rio inquadrandolo al 3° livello retributivo.

✔ Anni ‘90 - “Operatore tecnico addetto all’as-sistenza” (Ota) istituito con Dpr 384/90 - Dm n. 295/91. Emerge l’esigenza di operatori che collaborino con le professioni sanitarie e sociali anche a fronte dell’evoluzione for-mativa ed ordinamentale di tali professioni e di demandare ad operatori quali gli OSS le attività collegate alla effettuazione delle atti-vità domestico-alberghiere oltre che alla sod-disfazione dei bisogni primari della persona; lo scopo e l’esigenza fondamentali erano e sono, perciò, quelli di formare adeguatamen-te operatori in grado di fornire, nell’ambito suddetto, un’adeguata risposta di qualità ai bisogni di servizi dei cittadini senza ricreare una fi gura indefi nibile infermieristica vicaria o di livello non universitario.

✔ Anno 2001 - “Operatori socio sanitario” (OSS) istituito con Provvedimento Con-ferenza Stato – Regioni del 22 febbra-io 2001. Dopo un lungo dibattito è stato formalizzato l'accordo tra Ministro della salute, Ministro per la solidarietà sociale, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano che individua fi gura e profi lo pro-fessionale dell’operatore socio sanitario, con la defi nizione dell'ordinamento didatti-co dei relativi corsi di formazione. Di fatto la nuova professione di operatore socio sanitario (OSS) sostituisce l’operatore so-cio assistenziale (Osa, Asa, ect….) e l’ope-ratore tecnico addetto all'assistenza (Ota).

L’obiettivo è formare un nuovo operatore socio sanitario più qualifi cato e versatile in grado di muoversi nei contesti assistenzia-li sia sociale che sanitario. Per accedere alla professione di operatore socio-sanitario è necessario frequentare un corso di qualifi ca teorico pratico della durata di almeno 1000 ore, articolate in at-tività di teoria, di tirocinio pratico e esame fi nale. Per iscriversi al corso è necessa-rio avere prima conseguito il titolo di stu-dio della scuola dell'obbligo. Molte regioni hanno subito recepito l’Accor-do della Conferenza Stato-Regioni, inizian-do così la sperimentazione del nuovo profi lo dell’OSS. In particolare, alcune regioni han-no autorizzato i programmi dei corsi a livello regionale ma soprattutto fi nanziato, con in-vestimenti economici impegnativi, percorsi di riqualifi cazione per tutti gli operatori Ota e ASA già dipendenti del Ssn.

✔ Anno 2003 - “Operatore socio sanitario con formazione complementare in assi-stenza sanitaria” (OSSs) istituito con Prov-vedimento Conferenza Stato – Regioni del 16 gennaio 2003 Con questo provvedimento le regioni e le province autonome possono disciplinare una formazione complementare in assisten-za sanitaria dell’OSS, al fi ne di consentire allo stesso di collaborare con l'infermiere o con l'ostetrica, e di svolgere alcune attivi-tà assistenziali in base all’organizzazione dell'unità funzionale di appartenenza, e con-formemente alle direttive del responsabile dell'assistenza infermieristica e/o ostetrica, e sotto la supervisione delle stesse, ognu-na nel proprio ambito. Finora, alcune regioni hanno formalizzato questo ulteriore percorso formativo regiona-le, non inferiore a 300 ore di cui metà di tiro-cinio denominato, sul modulo di formazione complementare in assistenza sanitaria.

MOTIVAZIONI CULTURALI PER IL PERCORSO OSS

Con i cambiamenti legislativi e organizza-tivi degli ultimi dieci anni avvenuti nel sistema salute italiano, è andata sempre più maturan-do la consapevolezza di formare e inserire nuove fi gure che collaborino con le professio-ni sanitarie e sociali, rivedendo i modelli orga-nizzativi e le competenze assistenziali.

La formazione delle professioni sanitarie, è cambiata: sono infatti discipline con formazio-ne universitaria, ed il livello culturale e profes-sionale è più elevato rispetto al passato.

I presupposti giuridici della nuova normati-va scaturiscono da due condizioni preliminari: in primo luogo il percorso formativo uni-versitario e i nuovi profi li professio-nali, che prevededono la presa in carico della persona assistita, e

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in secondo luogo la necessità di attribuire alcune attività con-

siderate demandabili ad una nuova fi gura professionale.

In questo contesto è stata defi nita la nuo-va fi gura dell’Operatore Socio Sanitario con l’apposito Accordo sancito dalla Conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2001 tra il Mi-nistro della Sanità, il Ministro della Solidarietà Sociale, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.

A tale riguardo, tra gli obiettivi lungimiran-ti possibili c’è quello di intervenire concreta-mente nella riorganizzazione dell’attività delle professioni sanitarie e sociali anche con l'in-troduzione di nuovi modelli organizzativi e, in prospettiva dopo le opportune verifi che e sperimentazioni, inquadrare più precisamen-te opportunità, ruolo e funzioni dell’OSS e dell’OSSs con formazione complementare nei nuovi contesti organizzativi dei servizi.

L’inserimento degli operatori socio sanitari nell’ambito delle équipe delle organizzazioni sanitarie e sociosanitarie comporta una pro-fonda ristrutturazione nei processi lavorativi, in tutti i servizi e presidi ospedalieri e distret-tuali di riferimento dove prestano la propria opera i professionisti sanitari e sociali. Oggi, più di un tempo, vi è la necessità di operato-ri formati e qualifi cati in grado di collaborare in primis con coloro che hanno la responsa-bilità dell’assistenza infermieristica e dell’as-sistenza ostetrica. Al riguardo ci sono poi, anche altre motivazioni che sono da ricerca-re, nell’ottimale uso delle risorse umane, per consentire la piena valorizzazione delle cono-scenze e della preparazione dei professionisti pur tenendo conto dei fattori sostanzialmente economici di equilibrio delle risorse.

Pertanto l’OSS nasce per dare una risposta qualifi cata sia in ambito sanitario sia in ambito socio-assistenziale, poiché può svolgere at-tività indirizzate a soddisfare i bisogni primari delle persone, nell’ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario, e favorire il benessere e l’autonomia della persona. In particolare, per quanto riguar-da l’integrazione socio sanitaria a livello domici-liare, molti interventi di tipo socio assistenziale necessitano della competenza delle professio-ni sanitarie e sociali per la loro pianifi cazione in quanto sono rivolti a migliorare l’assistenza alla persona non autosuffi ciente con fragilità o nelle attività di vita quotidiana. Coadiuvati dagli operatori, i professionisti della salute possono ottimizzare meglio il tempo di lavoro per pianifi -care e organizzare i vari interventi assistenziali, ponendo priorità e attenzione alla personalizza-zione dell’assistenza ed infl uendo positivamen-te sulla qualità dell’assistenza stessa.

MOTIVAZIONE ORGANIZZATIVE PER IL PERCORSO OSS

Rispetto a questo innovativo e dinamico percorso, in termini di cura e assistenza, oc-correva e occorre tuttora sperimentare e ve-rifi care modelli organizzativi nuovi sul piano

delle risorse umane e professionali, in un’ottica di integrazione tra le diver-

se professioni addette al governo sanitario e sociosanitario assistenziale, e valorizzazione delle competenze e responsabilità. Occorreva e occorre tuttora una concreta riorganizzazio-ne delle strutture sanitarie e sociosanitarie assistenziali con nuovi processi di razionaliz-zazione e riorganizzazione dei servizi. È un percorso innovativo, graduale ma necessario che ha bisogno di una particolare attenzione e sensibilità per il cambiamento culturale e pro-fessionale che presuppone.

Oltre alla formazione delle professioni sanitarie in campo universitario occorre as-sicurare altrettanta attenzione, nell’ambito della revisione dei modelli assistenziali, alla valutazione del fabbisogno di operatori socio-sanitari, da collegare ai percorsi formativi di riqualifi cazione e aggiornamento, in relazione alle specifi che competenze richieste dal siste-ma salute. Occorre proseguire e rafforzare il percorso di valorizzazione degli OSS che ope-rano nel sistema salute sia nel settore pubbli-co che privato e nel terzo settore.

È pertanto necessario completare in tutte le regioni, il oltre al processo di riqualifi cazio-ne degli OSS.

FORMAZIONELa formazione e l’aggiornamento rappre-

sentano, anche per gli operatori sociosanitari, un elemento cardine del sistema salute in cui si possono sviluppare le competenze relazio-nali, tecnico scientifi che e operative necessarie per il mantenimento e l’innovazione di questo servizio fondamentale per il progresso socio economico del Paese. Riteniamo, inoltre, che la formazione e l’aggiornamento permanente di queste fi gure, sanciti da un accordo Stato-Regioni, debbano essere certifi cati uniforme-mente su tutto il territorio nazionale e svolti a cura e sotto la responsabilità dei Servizi Sani-tari Regionali, in sinergia con i Servizi Sociali.

INSERIMENTO OPERATIVO DI OSS IN TUTTE LE REGIONI.

L’evoluzione tecnologica e scientifi ca coinvolge non solo le professioni sanitarie e sociali ma tutti gli operatori che lavorano nel sistema salute. Pertanto occorre rivedere le attività nei nuovi piani organizzativi per creare i presupposti di cambiamento culturale e pro-fessionale, contribuendo in modo sostanziale a identifi care i bisogni primari dei pazienti e dei cittadini/cittadine utenti, attraverso inter-venti personalizzati. La soluzione può essere certamente trovata nei piani di lavoro, con la metodologia della job description, applicando in modo omogeneo le disposizioni dell'Accor-do sancito dalla Conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2001 tra il Ministro della Sanità, il Ministro della Solidarietà Sociale, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.

Infatti, per la necessaria omogeneizzazio-ne dell’organizzazione e dei piani di lavoro, è opportuno considerare le sperimentazioni assistenziali di alcune regioni che, con l’inse-rimento dell’OSS con formazione complemen-tare in assistenza sanitaria, potrebbero fornire risposte più effi caci ed idonee a particolari esi-

genze assistenziali in campo sanitario. L’inserimento di operatori sociosanitari ai

vari livelli formativi, in un servizio sanitario e/o sociale può avere il massimo del successo solamente se segue un progetto organizzati-vo specifi co, individuato e riconosciuto, anche contrattualmente ed economicamente. Il pri-mo presupposto è una corretta considerazione del ruolo di questi operatori, dentro il quadro organizzativo e funzionale del servizio, come risorsa da valorizzare in vista di obiettivi co-muni. In particolare il loro inserimento compor-ta l’introduzione di nuovi modelli organizzativi attraverso un sistema di servizio multidiscipli-nare in cui i diversi attori del sistema salute entrano in gioco con le proprie competenze, i propri livelli di competenza e autorità, al fi ne di determinare una serie di attività fra loro corre-late che portino al raggiungimento dell’obietti-vo specifi co o del risultato fi nale.

L’inserimento di operatori sociosanitari nelle equipe assistenziali comporta la ridefi -nizione dei processi di lavoro che rispettino le attività e le competenze generali di tutte le fi gure professionali coinvolte nel processo assistenziale, sarà così possibile defi nire con specifi cità le attività di assistenza di base attri-buibile agli OSS.

OBIETTIVI PERCORSOIl sistema salute del Paese si confi gura

come un’organizzazione alquanto complessa in cui sarà sempre più necessario ottimizzare e integrare risorse, processi e percorsi clinico sanitari e socio assistenziali su modelli orga-nizzativi più adeguati e basati sulla consape-vole e responsabile interazione delle diverse competenze professionali.

D’altra parte occorre assumere anche un diverso punto di vista sul ruolo dello stato, regioni e enti locali nel nuovo contesto socio economico che va verso l’autonomia e il fe-deralismo fi scale: nell’attuale e più avanzato concetto di welfare, infatti, le amministrazioni possono anche non sovrintendere più alla ge-stione diretta di gran parte dei servizi di pub-blica utilità, ma acquisiscono un ruolo, ben più complesso, di regolatori dell’intero sistema salute, con funzioni generali di indirizzo, equi-librio, controllo e fi nanziamento.

In alcune realtà, positivi processi di rifor-ma sono già stati messi in atto e processi di umanizzazione: nuove offerte di servizi territo-riali e strutture ospedaliere stanno cambiando concretamente il nostro sistema salute, che richiede più cooperazione, integrazione, lavoro di squadra, capacità di defi nire progetti di cura e di assistenza multidisciplinare e condivisione di conoscenze, competenze e responsabilità.

Questi cambiamenti innovativi richiedo coinvolgimento e motivato apporto di tutti pro-fessionisti e operatori che lavorano nel siste-ma salute, con impegno, conoscenza, etica e responsabilità.

È pertanto necessario individuare, speri-mentare, applicare e diffondere buoni modelli organizzativi, di effi cace governo clinico as-sistenziale e di integrazione multidisciplinare per l’assistenza alla persona accompagnati

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19da un adeguato percorso di valorizzazione del ruolo, delle prestazioni e delle competenze di professionisti e operatori.

In questa prospettiva una formazione mira-ta e fi nalizzata alla concreta applicazione dei nuovi modelli organizzativi rappresentano un elemento fondamentale e determinante del servizio sanitario nazionale.

L’introduzione di nuovi modelli organizzativi focalizzati sulla centralità della persona, sulla continuità assistenziale, su progetti di cura e assistenza multidisciplinare devono prevede-re percorsi di valorizzazione delle competen-ze e delle funzioni anche di altri profi li, quali gli operatori socio sanitari, soprattutto rispetto alla presa in carico della persona portatrice di bisogni che si modifi cano in relazione alle fasi del ciclo vitale e alla tipologia dei diversi livelli di intensità del processo assistenziale.

Da queste considerazioni, si intravede l’op-portunità di rivedere e ridefi nire i rapporti tra i professionisti sanitari e gli altri operatori coin-volti nel processo di cura, al fi ne di garantire un’assistenza globale e integrata.

La società esprime oggi nuovi bisogni as-sistenziali legati all’aumento dell’età media e all’incremento delle patologie cronico - dege-nerative. Il cittadino ha sempre più necessità di trovare adeguate risposte ai propri bisogni assistenziali nelle strutture sanitarie, soprattut-to nei servizi territoriali nei quali le professioni della salute e gli OSS, già oggi in alcune regio-ni, forniscono diffusamente prestazione appro-priate secondo il modello della presa in carico.

Con riferimento a questo scenario si intra-vede concretamente l’inserimento degli OSS nelle equipe sanitarie e sociosanitarie di as-sistenza alla persona. Tali esperienze sono maturate e consolidate ormai in diverse realtà regionali ma stentano ancora ad avviarsi in altre. Alcuni modelli organizzativi già adot-tati dimostrano bontà e necessità di questo inserimento degli OSS, peraltro sottolineato dalla normativa vigente (DM 739/1994 e DM 740/1994) per superare una presa in carico dove pesano ancora oggi molte prestazioni improprie per i professionisti sanitari. L’inse-rimento degli OSS diventa indispensabile e rappresenta il presupposto per identifi care, nel contesto specifi co, le prestazioni di assi-stenza di base che possono essere assegna-te agli OSS, in riferimento alla complessità assistenziale e ai modelli organizzativi delle diverse strutture sanitarie e sociosanitarie.

Di conseguenza è necessario anche adotta-re uno specifi co sistema documentale che evi-denzi la tracciabilità del percorso di assistenza di ogni singolo cittadino, a partire dalla presa in carico per arrivare fi no alla valutazione fi nale. Tale documentazione deve seguire l’assisti-to in tutto il suo percorso, orientandosi quindi sulla continuità assistenziale, dove è possibile costruire un modello organizzativo fondato su matrici di responsabilità degli operatori: chi ha fatto che cosa - chi è responsabile di che cosa.

Alla luce di questa rifl essione, si ritiene necessario l’adozione di modelli organizza-tivi per l’assistenza focalizzati sulla persona come individuo, fi nalizzati alla presa in carico

e umanizzazione della continuità assistenzia-le in risposta ai bisogni indispensabili del cit-tadino. A tal fi ne è fondamentale l’inserimento organizzativo della fi gura di OSS nel sistema sanitario e sociosanitario, per consolidare una logica di gestione sempre più integrata e multidisciplinare dei processi assistenziali che defi nisce standard, metodi e strumenti di in-tervento, non solamente sotto l’aspetto clinico scientifi co, ma soprattutto di presa in carico globale della persona con tutti i suoi bisogni compresi i fondamentali.

Volendo dunque dare impulso concreto a un progetto riorganizzativo di inserimento del-la fi gura degli OSS in tutte le regioni del Paese riteniamo che si debba agire su questi punti:1. rilevare i numeri reali degli OSS ad oggi

formati e impegnati nei diversi settori: sa-nitario, socio sanitario, pubblico, privato e terzo settore;

2. momenti di approfondimento e analisi sui diversi modelli organizzativi per evidenzia-re eventuali criticità e differenze tra territori e regioni, partendo dalle realtà con speri-mentazioni più avanzate;

3. uniformare e migliorare l’attività formativa destinata agli OSS e monitorare il livello di competenza acquisita in un’ottica di com-plessità crescente del sistema salute e di fronte ad una richiesta di innalzamento qua-litativo dei servizi - miglioramento dell’offerta formativa collegata al fabbisogno e valuta-zione degli esiti formativi - completamento, senza ulteriori ritardi, della riqualifi cazione degli altri operatori preesistenti;

4. promuovere i modelli organizzativi positivi già sperimentati in alcune realtà che sap-piano superare lo schema burocratico di numeri e standard predefi niti ma adattare decisioni e conoscenze alle esigenze con-crete e mutevoli della cittadinanza, inter-pretando in modo dinamico i propri ruoli;

5. promuovere un corretto utilizzo degli OSS inseriti in modelli i organizzativi attraver-so percorsi defi niti da job description per il miglioramento funzionale dei servizi alla persona, applicando in modo omogeneo le disposizioni dell'Accordo sancito dalla Conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2001 tra il Ministro della Sanità, il Ministro della Solidarietà Sociale, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano;

6. promuovere l’aggiornamento permanente anche dell’operatore sociosanitario.La complessità organizzativa del sistema

evidenzia la necessità di ottimizzare e integra-re processi e percorsi clinici assistenziali, ba-sati su modelli organizzativi avanzati e fondati sulla consapevole e concreta interazione del-le diverse competenze professionali. L’offerta dei servizi sanitari territoriali e delle strutture ospedaliere sta cambiando e richiede la ca-pacità di defi nire progetti di cura e assistenza multidisciplinari. In questo contesto, questo tavolo di lavoro sugli OSS ha l’ambizione di presentare un concreto contributo alla defi ni-zione di linee guida per favorire l’inserimento uniforme e graduale degli OSS nel sistema

salute di tutto il territorio nazionale, soprattutto dove ancora troppo poco si è fatto in termini occupazionali e nei modelli oc-cupazionali soggetti ai piani di rientro.

L’inserimento di nuovi operatori all’interno di struttura lavorativa è sempre un processo di una certa complessità e in questo caso lo è ancora di più, poiché defi nisce competen-ze, ruoli e responsabilità di tutte le fi gure che sono coinvolte nel processo assistenziale. Si tratta comunque di un processo che va gover-nato e indirizzato in maniera tale che le varie criticità possano essere superate e che vada-no riconosciuti i vantaggi che la nuova orga-nizzazione potrà comportare.

Fra questi annoveriamo sicuramente: i miglioramenti quali - quantitativi dell’offerta assistenziale e quello di consentire alle pro-fessioni sanitarie di esprimere al meglio le proprie competenze di diagnosi, relazione interpersonale, programmazione, gestione, valutazione e leadership. Molte operazioni tecniche possono essere trasferite ad al-tri - cambiamenti del genere sono avvenuti inevitabilmente più volte nella storia, ma so-lamente l’effi cace integrazione degli OSS nell’equipe potrà dare valore aggiunto agli utenti dei servizi sanitari, al fi ne di garantire il rispetto dei diritti degli assistiti, l’utilizzo equo e appropriato delle risorse e la valorizzazione delle risorse umane e diverse professionalità che operano nel sistema salute.

Infi ne l’ultima questione da affrontare è il dibattito relativo alla collocazione dell’OSS attuale nel ruolo tecnico invece che nel ruolo sanitario.

Difatti la desueta articolazione del perso-nale del SSN nei quattro ruoli (sanitario, tec-nico, professionale ed amministrativo) non è più rispondente all’attuale organizzazione del lavoro in sanità e svolge solo una residuale funzione di riconoscimento di alcuni istituti contrattuali.

Per questo si ritiene che nella colloca-zione funzionale dell’OSS debba prevalere quanto è contenuto nel profi lo che lo rende un operatore che partecipa alla tutela della salute individuale e collettiva e non un ope-ratore tecnico nell’accezione comune; inoltre è bene ricordare che questo profi lo come specifi ca il suo nome (“sociosanitario” e non tecnico) è il primo ed attualmente unico pro-fi lo della mai attuata completamente area sociosanitaria, prevista dalla dlgs 502/99 e smi, che avrebbe dovuto comprendere profi li sanitari, sociali e sociosanitari, archiviando defi nitivamente i 4 ruoli del 761.

Nel concreto, con gli strumenti della con-trattazione nazionale e di quella integrativa, bisogna superare la penalizzante distinzione in ruoli introdotta dal DPR 761/79, introducen-do il principio che tutti i lavoratori che operano in analoghe strutture e con medesime con-dizioni di disagio hanno medesimi di-ritti e corrispondenti indennità.

Roma 4 luglio 2012

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20 Nursing Up Magazineanno 9 - numero tre

GIURISPRUDENZA & CURIOSITÀ Le prestazioni infermieristiche sono esenti dall’IVA

Comunichiamo che il primo giugno u.s., l’Agenzia delle entrate ha fi nalmente risolto un’annosa proble-matica ancorata alle proprie antecedenti interpretazio-ni della normativa, in base alle quali l’esenzione IVA per le prestazioni rese dagli infermieri (ma anche da alri professionisti sanitari non medici) poteva applicar-si solo in presenza di una prescrizione del medico.

Oggi fi nalmente, su impulso di alcune associazioni professionali e dopo aver chiesto un parere al com-petente Ministero della Salute, l’Agenzia delle Entrate ha modifi cato il proprio orientamento chiarendo, con la circolare che ad ogni buon fi ne si allega, che sono de-traibili ai fi ni fi scali tutte le prestazioni sanitarie erogate dalle fi gure professionali ricomprese nel Dm Salute 29 marzo 2001 (tra le quali gli infermieri), anche senza una specifi ca prescrizione medica.

Leggete l’importante documento.CIRCOLARE N. 19/E

Agenzia delle Entrate - Direzione Centrale Nor-mativa - Ufficio Redditi Fondiari e di Lavoro Via Cristoforo Colombo, 426 c/d - 00145 Roma Tel. 06.5054.5463 - Fax 06.5076.9805 - e-mail: [email protected] Centrale Normativa.Roma, 1° giugno 2012OGGETTO: IRPEF - Risposte a quesiti Prestazioni rese dagli operatori abilitati all'e-sercizio delle professioni elencate nel D.M. 29 marzo 2001

D. Alcune associazioni di operatori rientranti nelle "professioni sanitarie riabilitative" individuate dall’artico-lo 3 del decreto ministeriale 29 marzo 2001 chiedono di rivedere l’orientamento espresso con circolare 1° luglio 2010, n. 39/E, al par. 3.2, secondo cui le prestazioni sanitarie rese dai propri iscritti rientrano tra le presta-zioni sanitarie detraibili di cui all’articolo 15, comma 1, lettera c), del TUIR, purché prescritte da un medico; ciò in quanto le disposizioni regolanti le attività professio-nali dei propri iscritti consentono di operare anche in autonomia rispetto alla prescrizione medica.

R. Con circolare 1° luglio 2010, n. 39/E, par. 3.2, confermando precedenti orientamenti di prassi, è sta-to precisato che le prestazioni sanitarie rese dalle fi -gure professionali individuate dall’articolo 3 del decre-to ministeriale 29 marzo 2001, e, in via generale, da personale abilitato dalle autorità competenti in materia sanitaria, rientrano tra le prestazioni sanitarie detraibili di cui all’articolo 15, comma 1, lettera c), del TUIR, purché prescritte da un medico.

Il vincolo alla prescrizione medica è richiesto al fi ne di ammettere alla detrazione d’imposta di cui all’articolo 15, comma 1, lettera c), del TUIR solo le spese sostenute per prestazioni legate ad effettive fi nalità sanitarie, evitando così possibili abusi della detrazione.

Pervenuta la richiesta di rivedere tale orientamen-to, la scrivente ha ritenuto opportuno interpellare il Ministero della Salute che, sul punto, ha osservato che i decreti istitutivi delle fi gure professionali indivi-duate dall’art. 3 del dal DM 29 marzo 2001 non sem-pre subordinano l’erogazione della prestazione alla prescrizione medica e che per poter stabilire se una determinata attività professionale è soggetta o meno a prescrizione medica occorre far riferimento al relativo profi lo professionale.

Il Ministero ha fatto presente, altresì, che l’evo-luzione delle professioni sanitarie ha portato ad una progressiva autonomia ed assunzione di responsabili-tà dirette dei professionisti e che la natura sanitaria di

una prestazione non può essere defi nita sulla base del fatto che la stessa sia erogata a seguito di

una prescrizione medica. Per questo motivo

il decreto del Ministro della salute di concerto con il decreto del Ministro dell’economia e delle fi nanze del 17 maggio 2002 non prevede più l’obbligo della pre-scrizione medica ai fi ni dell’esenzione dall’imposta sul valore aggiunto.

Al riguardo, tenuto conto delle precisazioni fornite dal Ministero della salute, si ritiene che possano esse-re ammesse alla detrazione d’imposta di cui all’articolo 15, comma 1, lettera c), del TUIR le spese sostenute per le prestazioni sanitarie rese alla persona dalle fi -gure professionali elencate nel decreto ministeriale 29 marzo 2001, anche senza una specifi ca prescrizione medica. Ai fi ni della detrazione, dal documento di cer-tifi cazione del corrispettivo rilasciato dal professionista sanitario dovranno risultare la relativa fi gura professio-nale e la descrizione della prestazione sanitaria resa.

In arrivo un codice etico per i dipendenti pubblici

I doveri costituzionali di “diligenza, lealtà, imparzia-lità e servizio esclusivo alla cura dell'interesse colletti-vo” faranno la parte del leone e saranno previste san-zioni fi no al licenziamento per il dipendente che verrà meno a questi doveri.

Nel caso poi, in cui il dipendente dovesse arrecare danno patrimoniale all'amministrazione, sarà tenuto a risarcirli di tasca propria.

Stiamo parlando degli emendamenti che il Gover-no propone al disegno di legge contro la corruzione (numero atto C. 4434-A e abb) e che potremmo tro-vare già approvati al momento della pubblicazione di questa rivista.

È previsto un successivo DPR, previa delibera-zione di palazzo Chigi e d'intesa con la conferenza Stato-Regioni.

Il documento con i nuovi principi dovrà essere consegnato al dipendente all'atto dell'assunzione ed una eventuale violazione dei contenuti potrà costitu-ire «motivo di responsabilità disciplinare» ma anche «ragione di responsabilità civile, amministrativa».

Inutile dire che nei casi più gravi sarà possibile, per la Pubblica Amministrazione, comminare il licenzia-mento disciplinare.

Riforma delle professioni al traguardo

È stata pubblicato in Gazzetta il D.P.R. 07.08.2012 n° 137, G.U. 14.08.2012

Le nuove regole sono valide per tutte le professioni ordinistiche e fanno salve in particolare le specifi cità di quelle sanitarie.

Il DPR n. 137 del 7 agosto 2012 è il nuovo regola-mento di attuazione dei principi dettati dall’articolo 3, comma 5, del Decreto Legge n. 138 del 2011 in ma-teria di professioni regolamentate, del quale abbiamo ampiamente parlato in occasione delle edizioni prece-denti di questo periodico e che è stato pubblicato in Gazzetta Uffi ciale n. 189 del 14 agosto 2012.

Il regolamento di cui si parla, ferme le premesse sopra riportate, detta disposizioni fi nalizzate e contie-ne misure volte anche a garantire il concreto svolgi-mento dell’attività formativa durante il tirocinio e il suo costante aggiornamento per assicurare livelli profes-sionali ottimali e con questo, gli interessi dei cittadini.

Dal momento in cui il lDPR entra in vigore tutte le norme con esso incompatibili sono abrogate ed entro il 31 dicembre 2012 il Governo dovrà provvedere a rac-cogliere le disposizioni aventi forza di legge che non devono essere considerate come “abrogate” per effetto dell’articolo 3, comma 5 bis, del citato Decreto Legge.

Il mondo professionale si è diviso, infatti, mentre il Comitato Unitario delle Professioni è dalla parte di questa importante riforma, gli avvocati denunciano.

Per quanto ci riguarda ci riserviamo, una volta ap-profonditi i contenuti del provvedimento e valutati i ri-fl essi delle novelle disposizioni sulla professione infer-mieristica, di mettere a disposizione dei lettori le nostre rifl essioni sulle prossime dedizioni del magazine.

I permessi per chi assiste i disabili non possono essere riproporzionati solo perchè l'interessato ha utilizzato nello stesso mese permessi sindacali

Non è possibile ritenere giustifi cato il riproporzio-namento (eventualmente operato da parte dell’ente) del diritto ai permessi ex L. n. 104/92 nei confronti di coloro che benefi ciano di permessi sindacali, materni-tà facoltativa, maternità obbligatoria, malattia, conge-do straordinario invalidi ecc. ecc..

Con propria risposta ad interpello Prot. 37/0014188 in data 01 agosto 2012, il competente Ministero del Lavoro ha stabilito, con ciò chiarendo molti dubbi sulla materia, che la fruizione, da par-te di colui che assiste una persona con disabilità grave , dei permessi mensili di cui all’art. 33, della L. n.104/1992, non sembra possa subire una meno-mazione a causa della fruizione di istituti (permessi sindacali, maternità facoltativa, maternità obbligato-ria, malattia, congedo straordinario invalidi ecc. ecc.) aventi funzione, natura e caratteri diversi.

Diversamente invece, sempre nello stesso docu-mento, il Ministero ha chiarito, per questo richiamando-si ad una specifi ca interpretazione già fatta dall’INPS (Circ. 128/2003) , che se il dipendente inoltra doman-da di permesso ex L. n. 104/1990 per la prima volta nel corso del mese (ad es. il giorno 19), tale diritto ai permessi dev’essere “riproporzionato”.

In sostanza, secondo tale interpretazione , viene concesso un giorno di permesso ogni dieci giorni di assistenza continuativa e per periodi inferiori a dieci giorni, non si ha diritto a nessuna giornata.

Educazione Continua in Medicina

Riportiamo il comunicato della federazione IPA-SVI, presente sul sito uffi ciale alla data del 10 set-tembre 2012.ECM: allo studio le sanzioni per chi non si aggiorna

1/08/2012 - Non più tardi del 13 agosto gli Ordini avrebbero dovuto stabilire le sanzioni per coloro che entro il 2013 non raggiungeranno i crediti stabiliti. Ma non ce l'hanno fatta.

Il decreto Salva Italia aveva fi ssato il termine: il 13 agosto scorso. Entro quella data gli Ordini professio-nali avrebbero dovuto fi ssare le sanzioni per gli iscritti che non avranno raggiunto i 150 crediti formativi alla fi ne del 2013. Quando il decreto fu varato non furono pochi coloro che manifestarono dubbi sulla possibilità "tecnica" che la scadenza potesse essere rispettata: troppo stretti i tempi concessi dal decreto e troppo rav-vicinata l'applicazione del regolamento dell'ECM.

Oggi si può ammettere che, con ragione o no, ave-vamo comunque visto giusto.

L'allungamento dei tempi sulla defi nizione delle sanzioni, tuttavia, non sembra preoccupare granché la Commissione nazionale ECM; anche se, stando ai dati più recenti, i professionisti che non sono in regola con i crediti (150 in tre anni, da distribuire tra un massimo di 75 a un minimo di 25 l'anno) risultano parecchi.

Commissione e Ordini, comunque, stanno lavoran-do (il triennio scade il prossimo anno) per defi nire me-glio i criteri di valutazione. Per esempio, è allo studio la possibilità di superare la semplice conta dei crediti e di attribuire loro "pesi" diversi in relazione alla loro quali-tà. Il che, ovviamente, implica la necessità di defi nire gli opportuni indicatori.

E la conseguenza che, per stabilire le adeguate sanzioni, gli Ordini debbano avere un quadro di rife-rimento certo su cui regolarsi. Magari anche per darsi un orientamento condiviso.

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PROGRAMMA ASSICURATIVO NURSING UPNURSING UP offre ai propri iscritti*, per il 2012, esclusive coperture assicurative gratuite

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Le informazioni relative ad ogni singola copertura assicurativa contenute nel presente depliant si intendono parziali ed indicative.

Per tale ragione, ma anche per garantire un’adeguata riservatezza alle informazioni destinate ai nostri associati, gli iscritti al sindacato che desiderino avere copia delle condizioni generali e specifi che di assicurazione e sulle tipologie di ogni polizza, sulle eventuali franchigie previste, sui massimali di copertura etc…, potranno richiedere copia fotostatica dei relativi estratti alla Sede Nazionale del sindacato Nursing Up - Via Carlo Conti Rossini, 26 - 00147 Roma, indicando il proprio nome, cognome, numero codice adesione ai servizi contrattuali, recapito al quale trasmettere la documentazione.

Tutte le garanzie assicurative descritte sul presente depliant decorrono dal 1/1/2012 al 31/12/2012 ad eccezione di quelle relative "alla tutela legale nell'ambito della vita privata" che decorrono dalle ore 24 del 9/2/2012 sino al 31/12/2012.

* nell’esercizio dell’attività professionale svolta di personale infermieristico e/o delle altre professioni sanitarie non mediche e/o altri operatori sanitari non medici.

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COPERTURA RCT PROFESSIONALEL’assicurazione copre le persone assicurate per il risar-cimento di danni involontariamente cagionati a terzi nell’esercizio professionale:

✗ massimale garantito per ogni singolo associato 2.200.000,00 €;

✗ validità della copertura in tutta Europa; ✗ colpa grave e rivalsa da parte dell’Ente Ospedaliero; ✗ garanzie pregresse nei termini di anni due.

COPERTURA PER DIFESA LEGALE IN AMBITO PENALELa garanzia opera per il pagamento degli onorari, spese e competenze del legale liberamente scelto dall’iscritto, spese giudiziarie e processuali, onorari dei periti di parte e quelli nominati dal giudice, oltre ogni altra spesa di ge-nere non speci� catamente richiamata.Per la difesa legale in ambito penale per delitti colposi e con-travvenzioni. Il massimale è di Euro 5.200,00, per singolo as-sociato, per caso assicurativo e senza limite di sinistri annui.

RCT DELLA VITA PRIVATALa garanzia opera per i singoli associati e nucleo familiare con-vivente, nel limite del massimale di 2.200.000 €, a titolo di ri-sarcimento per danni involontariamente cagionati a terzi per:

✗ morte e lesioni personali; ✗ distruzione o deterioramento di cose; ✗ in conseguenza di fatti accidentali veri� catisi nell’am-

bito della vita privata e in relazione all’esercizio di sport in qualità di dilettante anche se con partecipazione a gare, prove e relativi allenamenti.

DIFESA RAPPORTI CONTRATTUALI (TUTELA DELLE CONTROVERSIE IN AMBITO DI LAVORO) La copertura opera per le controver-sie individuali relative al rapporto di lavoro dipendente o in convenzione con enti del servizio nazionale o con privati, ed anche in sede extragiudi-ziale. La stessa opera, laddove pre-visto, anche in sede amministrativa (ricorsi al TAR), per sostenere contro-versie con istituti o Enti Pubblici di assicurazioni / Previdenziali o sociali per prestazioni vantate dall’assicura-to relativamente alla propria posizio-ne previdenziale / assistenziale.Nel 2012 sono state incluse nel Rischio assicurativo tutte le Controversie deri-vanti dal contratto di lavoro, compresa ogni azione intrapresa dall’assicurato a seguito di procedimenti disciplinari.

TUTELA LEGALE NELL’AMBITO DELLA VITA PRIVATALa nuova copertura consente agli associati e al loro nucleo familiare la possibilità di ottenere giustizia con:

✗ l’esercizio di pretese di risarcimen-to danni a persone e a cose subiti per fatti illeciti di persone (faccio lavare l’autovettura, mentre la ritiro la trovo danneggiata, vado dall’av-vocato per richiedere i danni);

✗ l’esercizio di pretese che derivino da incidenti stradali nei quali gli associa-ti al Nursing Up siano stati coinvolti come pedoni, ciclisti o trasportati su veicoli di terzi, pubblici o privati, ecc. (vado in vacanza e prendo il treno, mi rovino il vestito perché lo scomparti-mento è sporco, vado dall’avvocato per ottenere un equo risarcimento).

SOCCORSO STRADALE E TRAINO AUTOVETTURA L’iscritto* al Nursing Up ha diritto ad usufruire gratuitamente di una delle seguenti garanzie, a propria scelta e per ogni sinistro:

✗ soccorso stradale; ✗ trasporto in autoambulanza; ✗ recupero del veicolo;

✗ demolizione del veicolo; ✗ auto in sostituzione.

La presente garanzia deve essere atti-vata attraverso la trasmissione di un fax alla società assicuratrice, utilizzando il modello incluso all’interno del maga-zine o richiedendone uno al proprio rappresentante sindacale Nursing Up.

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17MODULO DA COMPILARE ED INVIARE ALLA SOCIETÀ ASSICURATRICE Compilando spontaneamente con i dati richiesti questo apposito spazio e trasmettendolo al numero di fax della società assicuratrice (010/543617) aderisco al servizio offertomi gratuitamente dal mio sindacato, in tal senso dichiaro sotto mia responsabilità, consapevole delle conseguenze derivanti da dichiarazioni mendaci di essere alla data odierna iscritto al sindacato “NURSING UP” e di essere a conoscenza che la copertura assicurativa è operante solo ed esclusivamente fi n quando rimarrò iscritto al sindacato. Essendo oppor-tunamente informato, ai sensi e per gli effetti del dlgs 196/2003 autorizzo il sindacato e la società che fornirà il servizio al trattamento dei miei dati personali, come al seguito indicati, per le fi nalità necessarie all’erogazione del servizio, anche con strumenti informatici.

Cognome e Nome ____________________________________________________________

Codice Fiscale ____________________________________ Targa Veicolo ________________

Data ___/___/_______ Firma___________________________________________Per attivare il servizio è suffi ciente inviare il presente modulo via fax al numero indicato. Decorrenza del servizio: quattro giorni lavorativi dopo l’invio del FAX.

GARANZIE PRESTATE(una a scelta per ogni sinistro)

✔ soccorso stradale ✔ trasporto in autoambulanza ✔ recupero del veicolo ✔ demolizione del veicolo✔ auto in sostituzione

Le prestazioni devono essere richieste ai numeri

dall’ITALIA: 800 042042

dall’ESTERO: +39 011 7425599

Comunicando il numero di copertura assicurativa

105/06/00000 e la targa del veicolo

ATTENZIONE, LA PRESENTE INFORMATIVA È A CARATTERE INDICATIVOL’attivazione del servizio non è automatica, in tal sen-so è necessario che l’associato compili in ogni sua parte il modulo sotto riportato, per poi inviarlo, oppor-tunamente fi rmato, via fax ai numeri 010 8932910 o 010 543617 (Centro Nazionale di Raccolta adesioni SOCCORSO STRADALE E TRAINO NURSING UP).Per ogni ulteriore informazione e per conoscere le condizioni di copertura della polizza assicura-tiva vai sul sito www.nursingup.it.

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