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Color Data Matrix
L’identificazione dei prodotti mediante codici marcati direttamente sui pezzi sta diventando un
elemento essenziale nei processi di fabbricazione industriale Molte simbologie lineari, quali i
codici a barre, sono state comunemente utilizzate fino ad oggi. L’inconveniente principale dei
codici a barre consiste nella ridotta quantità di informazioni che possono essere contenute, a
fronte di una indubbia facilità di lettura.
Di conseguenza, da anni il tradizionale codice a barre è stato affiancato da altri tipi di codici
detti "bidimensionali", facilmente riconoscibili grazie al loro aspetto caratteristico: un'area
quadrangolare composta di tanti quadretti bianchi e neri (Figura 1).
(a) (b)
Figura 1. Esempi di codici Data Matrix (a) su metallo e (b) su carta.
Nel codice a barre l'informazione è associata a una linea su cui si alternano segmenti bianchi
e neri (l'altezza delle barre non porta alcun contenuto informativo), mentre nei codici
bidimensionali l'informazione è associata a una superficie suddivisa in punti bianchi e neri.
Entrambe le tecniche sfruttano il contrasto tra due "colori", un principio che permette di
realizzare sistemi di lettura semplici ed affidabili, ma nel secondo caso l'area dedicata al
codice può essere sfruttata molto meglio. Ciò consente di veicolare una maggiore quantità di
dati, aprendo la strada alla possibilità della correzione degli errori mediante l’impiego di codici
corretti (ad esempio Reed-Solomon, Hamming etc.): in pratica un codice bidimensionale può
essere letto anche se parzialmente danneggiato da macchie o abrasioni, in quanto
l’informazione in esso contenuta è ridondante.
L’applicazione dei codici Data Matrix riguarda in buona sostanza l’identificazione e la
tracciabilità dei prodotti, siano essi beni di consumo oppure documenti (gli estratti conto di
molte banche, ad esempio, riportano un codice di questo tipo).
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Innovazione proposta
L’innovazione che proponiamo è legata all’impiego, a scopo di identificazione e difesa contro
la contraffazione del prodotto, di un matrice di punti, analoga al Data Matrix, ma realizzata
con un numero più elevato di colori. A parità di superficie occupata dal codice, ciò amplia le
possibili combinazioni, permettendo di veicolare una quantità di informazione ancora
maggiore.
L’introduzione di altri colori per la composizione della scacchiera comporta il passaggio da una
base di dimensione n=2 ad una più grande, aumentando così la profondità del codice. In
questo modo il codice occupa meno superficie, ed a parità di superficie permette di inserire
una quantità di informazione che cresce esponenzialmente al crescere della base.
L’elevato numero di combinazioni realizzabili permette inoltre di crittografare l’informazione,
in maniera tale che il codice, per quanto possa essere imitabile dal punto di vista generale,
risulta portatore di informazione solo in determinati casi.
Riportiamo infatti nella tabella sottostante un esempio di come si può convertire un carattere
alfanumerico in un byte del Color Data Matrix di lunghezza 4 bit e base 5.
Codice ASCII Carattere Cod. personale Conversione B5
83 S 28 0103
105 i 45 0140
110 n 50 0200
101 e 40 0130
114 r 54 0204
108 l 48 0143
97 a 36 0121
98 b 37 0122
Poiché vi sono 54 = 625 possibili combinazioni dei cinque colori della base nei quattro bit
assegnati, se ci limitiamo a considerare solamente i caratteri alfanumerici di uso più comune,
che sono circa una settantina, vi sono numerose combinazioni che non hanno significato; è
perciò possibile assegnare una codifica personalizzata, che impossibile, a chi non possegga la
“chiave di lettura”, risalire all’informazione originariamente immessa.
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Le peculiarità del Color Data Matrix possono di conseguenza essere così riassunte:
• Possibilità di inserire elevati quantitativi di dati in superfici ridotte;
• Possibilità di crittografare l’informazione, rendendo impossibile l’accesso a chi non
dispone della chiave per la decodifica;
• Semplicità di lettura: il Color Data Matrix può essere fotografato con una semplice
macchina fotografica digitale, o con un telefono cellulare, e verificato attraverso
semplici software o applicazioni web;
• Costo di realizzazione ridotto: per realizzare un codice Color Data Matrix non
occorrono tecnologie di stampa diverse da quelle comunemente impiegate in molti
settori (serigrafia, tampografia, stampa off-set etc.)
Si sono attualmente individuate alcune finalità particolarmente adatte all’utilizzo di tali codici:
• marcatura: i CDM possono essere usati come strumenti di marcatura per determinati
prodotti. Si possono inserire sulle confezioni i dati relativi ai prodotti stessi, come data
di produzione, numero di lotto, provenienza, scadenza, ecc.;
• sicurezza: possono essere apposti su documenti cartacei per garantirne l’originalità,
oppure su carte di credito o documenti di riconoscimento come codice di sicurezza
aggiuntivo;
• anticontraffazione: possono essere applicati su etichette di prodotti e poi verificati
attraverso semplici applicazioni web;
• crittografia: la codifica di documenti importanti col sistema ColorDataMatrix rende
impossibile la lettura degli stessi a coloro che non sono in possesso del software di
decodifica. Inoltre gli algoritmi di codifica e decodifica sono personalizzabili, rendendo
così possibile la decodifica solo per chi possiede quella particolare “versione” del
software.
Il Color Data Matrix è oggetto di un brevetto italiano, depositato dalla Spin S.r.l. alla fine del
mese di Luglio 2007 (inventori Filippo Niccolai e Michele Tosti), e sviluppato successivamente
in collaborazione con la Sinerlab S.r.l.
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Allo stato attuale, lo standard che è stato definito da Spin in collaborazione con Sinerlab per il
Color Data Matrix prevede l’impiego di 5 colori (bianco, nero, verde, rosso e blu), che sono i
colori più distanti nello spazio colorimetrico RGB. Un singolo carattere viene definito
attraverso una sequenza di cinque quadretti colorati, e questo determina le dimensioni del
codice al variare della quantità di informazione che deve essere immessa. La figura
sottostante mostra un esempio di codice Color Data Matrix generato con il software realizzato
da Sinerlab che, su una superficie costituita da 16 x 16 quadretti contiene una informazione
corrispondente a 50 caratteri.
A titolo di esempio, l’immagine sottostante mostra la modalità di funzionamento del software,
ed tipico codice Color Data Matrix che, su una superficie costituita da 16 x 16 quadretti può
contenere contiene una informazione corrispondente a 50 caratteri.
Figura 2. Esempio di codice Color Data Matrix generato con il software sviluppato da Sinerlab: su una superficie costituita da 16 x 16 quadretti è stata codificata una informazione corrispondente a 50 caratteri (“Sinerlab S.r.l. Via Trento, 12 Quarrata PT”)
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Esempi di possibili applicazioni
Codice di sicurezza in documenti cartacei e tessere plastificate
Nel settore delle cartevalori si usano oggi numerose tecniche di sicurezza che hanno la finalità
di innalzare una barriera tecnologica che renda difficile, o non conveniente, la contraffazione.
In questo ambito l’impiego di un Color Data Matrix può di conseguenza rivelarsi interessante
in quanto:
1. il codice è facilmente individuabile con strumenti hardware di basso livello (si vedano
le immagini sottostanti, che si riferiscono all’impiego di uno scanner per biglietti da visita
come strumento di cattura dell’immagine);
2. il codice non è tuttavia leggibile a causa della crittografia dell’informazione, che
rende impossibile la contraffazione da parte di chi non possieda la “chiave di codifica”;
Figura 3. Applicazione del codice Color Data Matrix su tessere plastificate.
In virtù di queste sue caratteristiche il Color Data Matrix potrebbe costituire un valido
elemento di sicurezza da affiancare ad altri già diffusamente impiegati (numerazioni arabe e
magnetiche, codici a barre, ologrammi, microscritture, inchiostri speciali).
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Etichette nel settore agroalimentare
La Fondazione Torino Wireless, unitamente alla CCIAA di Torino, nell’ambito del progetto “E-
Wine”, ha sviluppato alcune tipologie di etichette intelligenti, basate sull’impiego di barcode
bidimensionali (Data Matrix) o della tecnologia di identificazione a radio frequenza (RFID).
Tralasciando l’impiego degli RFID, che richiedono opportuni lettori, e non consentono quindi la
verifica diretta del prodotto al consumatore, nel caso dell’impiego di barcode bidimensionali i
problemi possono essere due:
• i codici Data Matrix sono definiti dallo standard ISO/IEC 16022:2006, e l’informazione
contenuta nel codice è quindi facilmente decodificabile e quindi copiabile;
• le dimensioni del codice sono “invasive” rispetto all’etichetta stessa, come si vede dalla
foto mostrata.
Figura 4. Esempio di possibile applicazione del codice Data Matrix su etichette per il settore agroalimentare (immagini tratte dal sito www.torinowireless.it)
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L’impiego del Color Data Matrix consente di superare entrambi gli inconvenienti, in quanto:
1. rende possibile realizzare un codice di dimensioni molto più contenute, a parità di
informazione veicolata,
2. consente di crittografare l’informazione, rendendo impossibile la contraffazione
dell’etichetta.
Inoltre, l’adozione di una tecnologia brevettata, può dare un concreto vantaggio di
competitività, oltreché di immagine, legato al fatto di disporre di uno strumento di controllo
che i concorrenti non possono utilizzare a loro volta.
In generale l’elevato contenuto di informazione che può essere inserito all’interno di un codice
di piccole dimensioni rende il codice stesso una sorta di “database portatile” da associare ad
un prodotto con lo scopo di garantirne l’origine e le fasi di lavorazione.
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Etichette a scopo tutela del prodotto ed anticontraffazione
In molti settori tipici del made in Italy si avverte l’esigenza di tutelare il prodotto attraverso
una caratterizzazione che ne evidenzi e ne certifichi la provenienza e la qualità. Come
mostrato dalla figura sottostante, che fa riferimento a tipici prodotti artigianali di biancheria
(lenzuola ricamate), il Color Data Matrix può trovare utile impiego a tale scopo, fornendo al
consumatore una certificazione aggiuntiva sull’origine del prodotto e sulle materia prime
impiegate.
Figura 5. Esempio di applicazione del codice Color Data Matrix su etichette di prodotti
artigianali tipici del made in Italy (in collaborazione con Ricami Gigliola S.r.l. di Quarrata-PT)
Le considerazioni su esposte possono essere estese al settore moda, dove il codice Color Data
Matrix potrebbe essere apposto sui capi di abbigliamento, in alternativa al codice a barre
attualmente impiegato, tutelando il produttore dai tentativi di contraffazione.
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Marcatura su manufatti metallici
Nel caso specifico degli oggetti realizzati in materiali metallici (alluminio, ottone, acciaio,
titanio, bronzo, oro, argento) la realizzazione del codice può essere ottenuta per colorazione
del materiale, senza asportazione, mediante trattamento termico con laser.
Questa impostazione consente di unire al vantaggio oggettivo del Color Data Matrix anche la
barriera tecnologica costituita dalla difficoltà di realizzazione.
Alluminio cromato (satinato e lucido)
Oro
Figura 6. Esempio di applicazione del codice Color Data Matrix su materiali metallici, attraverso colorazione superficiale mediante trattamento laser.
Questa impostazione consente di unire al vantaggio oggettivo del Color Data Matrix anche la
barriera tecnologica costituita dalla difficoltà di realizzazione.
L’impiego di codici Color Data Matrix potrebbe di conseguenza trovare utile impiego sia nel
settore della gioielleria e del’oggettistica, sia come metodo di tutela dalla contraffazione che
come elemento distintivo e caratterizzante dell’immagine di un’Azienda o di una linea di
prodotti.
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Logistica
L’impiego dei codici Color Data Matrix per la movimentazione di merci all’interno di una
determinata aera prevede che sui singoli carrelli elevatori sia installata una telecamere da
utilizzare per acquisire l’immagine del codice posizionato sul carico.
La figura sottostante mostra in maniera estremamente schematica la modalità di
funzionamento del sistema: la telecamera acquisisce una immagine del codice Color Data
Matrix, realizzato in PVC e applicato direttamente sul carico, e l’applicazione informatica a
bordo del carrello elevatore decodifica l’informazione associata, permettendo l’univoca
identificazione della merce.
Figura 7. Schematizzazione della modalità di funzionamento: 1. Telecamera 2.Codice CDM applicato direttamente sul materiale lapideo
Per una migliore gestione del sistema, la fase di letture e decodifica può essere associata
all’attivazione delle celle di carico a bordo del carrello elevatore, e questo permetterebbe una
maggiore facilità di lettura, con elevate garanzie di affidabilità e velocità operative.
Per quanto riguarda le dimensione della targhetta contenente il codice Color Data Matrix,
ipotizzando che ciascun codice Data Matrix codifichi una informazione di 50 caratteri, questi
corrispondono a 16 x 16 quadretti colorati, e ipotizzando che la dimensione di ciascun
quadretto sia di 0.5 cm, si potrebbe avere una dimensione pari ai circa 10 x 10 cm.
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