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Distretto di Committenza e Garanzia Città di Bologna COMITATO CONSULTIVO MISTO DISTRETTO DI COMMITTENZA E GARANZIA CITTA’ DI BOLOGNA SINTESI DELLA SEDUTA Oggi, 17 novembre 2015 alle ore 14.30 si è svolta la riunione dei componenti del Comitato Consultivo Misto del Distretto di committenza e Garanzia Città di Bologna, su convocazione del 15 ottobre 2015, con il seguente Odg: 1) Presentazione FSE e DEMA (ricetta dematerializzata) (Dr. Gianluigi Amadei-Cup 2000) 2) Le vaccinazioni (Dott.ssa A.R. Gianninoni) 3) Proposta di accordo collaborazione fra CTSS di Bologna e Comitato Consultivo Misto Aziendale Usl di Bologna 4) Varie 5) Approvazione verbale Ottobre 2015 Presenti/Assenti ASSOCIAZIONE COGNOME E NOME FIRMA ADVS FIDAS Associazione Donatori Volontari Sangue T. Muscari Claudio AIAS Bologna Onlus associazione italiana assistenza spastici T. Pietri Franca P S. Serra Maria AIMA Bologna Associazione Italiana Malattia di Alzheimer Bologna T. Tirapani Victoria S. Pantieri Roberta AIPA associazione italiana pazienti anticoagulati T. Colombo Antonia P S Marani Mara AISM Associazione Italiana Sclerosi Multipla sezione provinciale di Bologna T. Balma Adolfo P S. Luppi Elisabetta AITSAM associazione italiana tutela salute mentale sezione Bologna S. Brunetti Rita AMRER associazione malati reumatici Emilia- Romagna T. Conti Daniele S. Jedraszko Malgorzata ANAP associazione nazionale anziani pensionati confartigianato T. Pedrelli Lucia P

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Distretto di Committenza e Garanzia Città di Bologn a

COMITATO CONSULTIVO MISTO DISTRETTO DI COMMITTENZA E GARANZIA CITTA’ DI BOLOGNA SINTESI DELLA SEDUTA Oggi, 17 novembre 2015 alle ore 14.30 si è svolta la riunione dei componenti del Comitato Consultivo Misto del Distretto di committenza e Garanzia Città di Bologna, su convocazione del 15 ottobre 2015, con il seguente Odg: 1) Presentazione FSE e DEMA (ricetta dematerializzata) (Dr. Gianluigi Amadei-Cup 2000) 2) Le vaccinazioni (Dott.ssa A.R. Gianninoni) 3) Proposta di accordo collaborazione fra CTSS di Bologna e Comitato Consultivo Misto Aziendale Usl di Bologna 4) Varie 5) Approvazione verbale Ottobre 2015 Presenti/Assenti ASSOCIAZIONE COGNOME E NOME FIRMA ADVS FIDAS Associazione Donatori Volontari Sangue T. Muscari Claudio

AIAS Bologna Onlus associazione italiana assistenza spastici T. Pietri Franca

P

S. Serra Maria AIMA Bologna Associazione Italiana Malattia di Alzheimer Bologna T. Tirapani Victoria

S. Pantieri Roberta AIPA associazione italiana pazienti anticoagulati T. Colombo Antonia P

S Marani Mara AISM Associazione Italiana Sclerosi Multipla sezione provinciale di Bologna T. Balma Adolfo

P

S. Luppi Elisabetta AITSAM associazione italiana tutela salute mentale sezione Bologna

S. Brunetti Rita AMRER associazione malati reumatici Emilia -Romagna T. Conti Daniele

S. Jedraszko Malgorzata ANAP associazione nazionale anziani pensionati confartigianato T. Pedrelli Lucia P

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S. Tazzari Vincenzo ANDROMEDA sezione di Bologna associazione di volontariato T. Boccia Ernestina

S. Raia Enrico Paolo P ANED associazione nazionale emodializzati comitato emilia romagna T. Bonilauri Sandra

AG

S. Sansoni Pier Giuliano ANFFAS ONLUS T. Ferraresi Paolo P S. D'Abbiero Gabriella ANGSA - Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici Emilia Romagna T. Grande Romano

P

S. Baroni Liana ANLAIDS - Associazione nazionale per la lotta contro l'AIDS T. Bragadin Dario

S. Contini Luigi P ANMIC Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili T. Ghini Roberto

S. Pepa Mauro APE associazione patologie endocrine T. Tagliavini Franco S. Bettini Paola APRI associazione per la ricerca sulla sindrome di down l'autismo e il danno cerebrale

S. Hanau Carlo ARAD onlus associazione di ricerca e assistenza alle demenze T. Maccagnani Sandra

Associazione Volontariato Amici Opera dell’Immacolata T Baldassari Walter P

ATCOM ONLUS - Associazione Trapiantati di cuore S. Orsola-Malpighi T.

S. Forcione Giacinto AUSER volontariato Bologna T. Marcacci Stefano P S. Leone Maria AVIS COMUNIALE BOLOGNA T. Bergo Angelo CENTRO ASSISTENZA “SAN GIOVANNI” T. Giovannini Nadia S. Cioni Giordano CISL Bologna Sede di Porretta Terme T. Baioni Marina CITTADINANZATTIVA EMILIA -ROMAGNA T. Sisto Malagrinò Franco S. Aquilano Anna DIRITTI SENZA BARRIERE T. Bellotti Bruna P S. Melandri Maurizio DIAPSIGRA T. Brini Walther FAMIGLIE INSIEME T. Morganti Enrico P FANEP famiglie neurologia pediatrica T. Lanzillo Adriana P S. Lannutti Antonio FEDERCONSUMATORI T. Bettini Annalisa P S. Gentilini Maurizio FNP CISL TERRITORIALE T. Tugnoli Gianni S. Volta Roberto P Fondazione ANT Italia Onlus T. Padoan Paolo S. Mezzetti Sara Gli amici di Luca T. Vaccari Maria

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GRD - Genitori Ragazzi Down ONLUS T. Misuraca Antonella S. Minelli Grazia IL VENTAGLIO DI ORAV ventaglio di opportunità - responsabilità attitudini valori T. Facchini Carla

S. Digiunta Giusy L'Albero: insieme si può Associazione di volontariato nell'ambito della salute mentale

T. Raffaelli Aldo /Mattiazzi uditrice

P

S. Cascone Massimo LEGA CONSUMATORI G.O.T. “Livio Labor” T. Aulizio Bartolomeo

LILT-Lega Italiana per la lotta contro i tumori T

S. Lanzarini Giordano (Pres. CCMA)

MCL Movimento Cristiano Lavoratori T. Nerozzi Roberto MONDO DONNA ONLUS T. Michelini Loretta S. Biafore Irina SPI CGIL BOLOGNA sindacato pensionati italiani CGIL T. Pescitti Cesare P

S. Baldi Arda TDS tribunale della salute T. Grilli Giovanni AG S. Serenari Alberto UICI Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Nicolina di Ridolfo

P

S. Prantoni Andrea UDI unione donne in Italia di Bologna T. Serra Loretta P S. Sciacca Cristina UMANA MENTE T. Pasquali Elena S. Sergio Maximilian Comune di Bologna Corrado Melega P

Rappresentanti Aziendali Cognome Nome Presenze

Direttore Distretto Gabriele Cavazza P Direttore Amministrativo Alberto Maurizzi Direttore Comunicazione Stefano Inglese Referente Ospedale Maggiore Antonio Rossi Direttore Osp.Bellaria Giovanni Pieroni Resp. SATeR distrettuale Rappresentante dei MMG Piergiovanni Rocchi Referente distrettuale Cristina Malvi P Responsabile Amministrativo Distretto FF Rossella Salmaso P La Presidente illustra l’Odg. Si approva il verbale della seduta del 20 ottobre con modifiche richieste da Di Ridolfo di UIC.

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1.Illustrazione del FSE e DEMA da parte del Dr. Gi anluigi Amadei di Cup 2000 Intervengono Ferraresi, Lanzillo, Balma, Serra, Colombo, Grande su non necessità ritiro referti x chi ha attivato il FSE. Marcacci e Pescitti su referti da accreditate. Cavazza interviene su promozione e informazione sul FSE una volta che le problematiche di base sono state risolte. Amadei specifica il significato della recente normativa (DPCM 29.9.15) per la nuova impostazione e completezza dello stesso e modalità di accesso (nuova interfaccia e linguaggio). Di Ridolfo, poichè il fascicolo sanitario digitale è in via di perfezionamento, offre la collaborazione dell'UICI per testare, insieme agli esperti informatici che ci stanno ancora lavorando, il grado di accessibilità del medesimo da parte dei disabili visivi. Ciò per non dover intervenire con delle modifiche sul prodotto a cose ultimate con dispendio di energie e di tempo e, soprattutto, non dover procrastinare ulteriormente l'utilizzo di questo importante servizio da parte dei cittadini tutti. Varie Cavazza su incontro con gestori CRA e ricevimento gruppo visite CCM. Criteri da fissare. Gruppo 4 gestori, 24 pomeriggio previsto incontro. Bettini su nuovo gruppo di lavoro su MMG per creazione opuscolo. Di Ridolfo su gratuità visite sportive x disabili. Bellotti chiede chiarimenti su fornitura acqua minerale e su delibera specifica. 2. Illustrazione tema Vaccinazioni da parte della D r.ssa A.R. Gianninoni Intervengono Di Ridolfo, Lanzillo, Serra, Pietri. Ferraresi e Grande su categorie di popolazione che non si vaccina. Gianninoni risponde su utilità delle vaccinazioni x i bambini e attività vaccinale su stranieri. Bettini Approvazione verbale seduta 20 ottobre con modifiche richieste dalla Sig.a Di Ridolfo. Accettazione della partecipazione della rappresentante dell’Associazione Aliante sig.a Mattiazzi Legge la risposta della DG Gibertoni alla Comunicazione sui servizi per l’adolescenza Comunicazione di Lanzarini sulla distribuzione dei questionari sulla qualità nelle Case della Salute. Pietri chiede su Biagetti e Muraro Pietri propone visita guidata alla biblioteca IOR il 5 dicembre Bettini propone pranzo il 4 dicembre Bellotti propone odg sulla salute mentale. 3.Proposta collaborazione CCMD con CTSS. Sono previsti altri 2 incontri con dr.ssa Ferlini e poi con Assessore Rizzo Nervo. Il documento allegato è una bozza. Morganti propone seduta CCMD con questo argomento all’OdG e invita tutti a inviare le proprie riflessioni alla presidente, che invece propone a Morganti di effettuare lui una sintesi x il CCMD di Gennaio. Pietri propone di discutere il documento in plenaria. Bettini propone di allargare il gruppo e fare una proposta più strutturata. Baldassari su accordo di collaborazione

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già una conquista. Testo già completo: bastano poche modifiche mantenendo uguale l’impalcatura del documento. Martedì 1 dicembre ore 15,30 sintesi tra chi desidera partecipare. Fine della seduta ore 18.15 Il verbalizzante Il Presidente del CCM Distretto Città di Bologna Rossella Salmaso Annalisa Bettini

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Proposta di Accordo di collaborazione fra CTSS di Bologna e Comitato Consultivo

Misto Azienda USL di Bologna

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Questa proposta di accordo si colloca tanto per la CTSS che per i CCM in una fase di transizione:

–Per la CTSS, in una fase di revisione della normativa regionale di riferimento, che verrà sostituita da provvedimenti di Giunta attualmente in preparazione

–Per i CCM, in una fase di evoluzione verso un ruolo, auspicabilmente, più legato al territorio e che includa i temi dell’integrazione socio-sanitaria

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Obiettivi

•Sperimentare forme di collaborazione fra il CCM Azienda USL di Bologna e la CTSS di Bologna •Estendere la collaborazione agli altri CCM del territorio di riferimento della CTSS di Bologna •Incidere sull’evoluzione della normativa di riferimento

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Modalità di collaborazione

–Incontri periodici fra Ufficio di presidenza della CTSS e CCM

–Invio per conoscenza al Presidente del CCMA degli OdG della CTSS

–Partecipazione del Presidente del CCMA, su invito e a discrezione del Presidente della CTSS, alle sedute della CTSS

–Prosecuzione della pubblicazione dei verbali della CTSS sul sito www.ctss.bo.it

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Incontri periodici •Indicativamente, 4 incontri l’anno •Aree e temi di confronto: 1. Integrazione socio-sanitaria

a) minori b) anziani c) disabili d) salute mentale

2. Accesso ai servizi sanitari a) distribuzione territoriale dei servizi primari, b) organizzazione delle Case della salute c) reti e percorsi di cura

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Programma di lavoro immediato •Presentazione dell’accordo in CTSS •Organizzazione entro la fine dell'anno di due confronti tematici fra CTSS e CCMA su:

–Integrazione socio-sanitaria area minori

–Reti e percorsi di cura: le strutture ospedaliere sul territorio

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*COMITATO CONSULTIVO REGIONALE PER LA QUALITA’ DEI SERVIZI SANITARI DAL LATO DEL CITTADINO (CCRQ )

�(Verbale N°08/2015)

Verbale dell’incontro del 16/09/2015 Componenti del CCRQ Presenti: Imma Cacciapuoti, Maurizio Camattari, Ortensio Cangini, Gabriella Fabbri, Antonio Cesare Guzzon, Pierantonio Marongiu, Franca Mengoli, Doriana Ottavi, Pino Gino Perini, Nicola Santolini, Ester Sapigni, Luigi Scortichini, Nino Tebaldi, Luigi Tirotta, Luciano Sighinolfi, Agostino Ruiu, Vittoria Sturlese,

Assenti Giustificati: Adriana Gelmini, Luigi Mazza,Teresa Montella, Augusta Nicoli, Giuseppina Poletti, Liliana Tomarchio, Giulio Vaccari. Assenti: Matteo Biagini, Gianni Baldazzi,Salvatore Santoro, Relatori esterni Piera Anna Sanna, Servizio Assistenza Territoriale

Per la Segreteria con ruolo di verbalizzante: Michela Taddei Saltini O.d.G:

ore 9:30 Saluto della Presidenza e approvazione del Verbale della seduta del 15 Luglio 2015 ;

ore 10:30 Ospedali di Comunità (Imma Cacciapuoti)

ore 11:00 Aggiornamenti sulle decisioni dell'Assessorato per i Tempi di Attesa (Piera Sanna)

ore 12:00 Comunicazioni del Presidente sugli indici di qualità degli obiettivi assegnati alle Direzioni delle Aziende Sanitarie. Ore 12:15 Relazione tra CCM e Direzioni Generali (Guzzon) ore 12:30 Varie ed eventuali

Saluto della Presidenza e Approvazione del Verbale della seduta del 15 luglio 2015

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Dopo la relazione sulla convocazione in Commissione Salute, i presenti approvano il verbale della seduta di Luglio. Viene quindi dis cussa e approvata la proposta di Sapigni di mettere all'ordine del giorno di ottobre la presentazione di un progetto di rilevazione sui farmaci.

Alle 9:45 Scortichini apre la seduta; salutando i presenti e relazionando sull’incontro avuto il giorno precedente con la Commissione IV, passa la parola a Taddei Saltini perché informi sulla base del piccolo resoconto di incontro che ha redatto. I presenti si confrontano sulla utilità e ricadute pratiche della seduta. Si stabilisce di invitare il Presidente della Commissione IV a presenziare ad un incontro di CCRQ.

A questo proposito Sighinolfi comunica che a metà ottobre nel suo territorio avrà luogo un incontro tra tutti i CCM con il Presidente regionale Bonaccini, l'Assessore Venturi, i sindaci del territorio e il Direttore Generale di Modena, per confrontarsi sullo sviluppo dei servizi, dalla ristrutturazione di Castelfranco alla unificazioni di alcuni ospedali.

Guzzon, interviene per integrare la comunicazione specificando che nel suo intervento in Commissione IV ha parlato anche delle Case Famiglie, esplicitando che il problema esiste e che il CCRQ è sensibile sul tema. Sollecitando l'Assemblea a trovare la giusta via di mezzo tra la situazione attuale, priva di legislazione in merito e una esagerata regolamentazione.

Tebaldi a proposito di Case Famiglia, comunica di aver avuto l’elenco del distretto di Casalecchio, nel quale però sono indicate solo in Val Samoggia di cui due allo stesso indirizzo con lo stesso numero civico, cosa che a suo parere indica che la Regione non è interessata, dato che è evidente che l’elenco non è completo.

Tirotta a proposito di questo ricorda ai presenti che in una seduta dei mesi precedenti, era stato fatto un intervento nel quale si comunicava che era in atto il censimento, del quale però il CCRQ non ha avuto gli esiti.

Tebaldi precisa che la nota che ha ricevuto dal Distretto è copia della risposta data alla Regione.

Camattari tornando sulla convocazione della Commissione IV, afferma è stato comunque positivo di incontrare i politici, incontro frettoloso, e “particolare” dato che all’ordine del giorno risultava come “informativa dell’Assessorato”, ragione per cui tecnicamente avrebbe dovuto fare intervento un rappresentante della Direzione Generale, nei venti minuti concessi sono state presentatele attività del CCRQ. Afferma di aver avuto purtroppo l'impressione che il detto di Zamagni che “i politici non capiscono quasi nulla delle cose di cui sono chiamati a decidere” non sia infondato. Riflette poi che dato che alcuni componenti sono politici di lungo corso, forse una parte di responsabilità è anche del CCRQ che non ha mai pensato di avere un dialogo cadenzato per rappresentare quanto e cosa fa. Prosegue affermando che sul tema

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delle Case famiglia il segnale è stato dato: i Sindaci autorizzano senza sapere cosa succeda davvero all’interno. A suo parere, se gli interlocutori della Commissione hanno voluto cogliere il messaggio chiaro dato, hanno capito. A suo parere rispetto alla questione occorre inventarsi un terzo strumento che si aggiunga alla autorizzazione e all'accreditamento uno strumento che includa nel governo dell'offerta socio-sanitaria queste strutture. Non è possibile pensare che continui lo stato di fatto. Spiega poi che il poco tempo a disposizione e il dover rispondere al momento su domande estemporanee non hanno consentito di parlare in modo più puntuale, oltre al poco tempo, esser autorizzati ad entrare in ritardo rispetto all'orario previsto non ha dato ampi spazi.

Tebaldi rispetto alla contraddittorietà della politica stigmatizza che da un lato ci si chiede se le associazioni facciano solo interessi settoriali e dall’altra poi si approva una legge specifica sull’autismo.

Scortichini sottolinea che l'incontro consente di avviare e crea il dialogo, invitando ad un incontro di CCRQ il presidente della Commissione. Cosa ha fatto il CCRQ nei vent’anni trascorsi? A suo parere adesso si può cambiare imparando, aprire il discorso vale per contare. Sottolinea che l’esperienza del passato è importante e che ora occorre che il CCRQ inizi a farsi sentire ancora di più battendo il chiodo. Specifica che il Comitato ha individuato come problematica la questione delle Case famiglia, si è mosso e come conseguenza delle sollecitazioni è stata inviata alle Aziende la nota regionale. Ricorda ai presenti di aver riconfermato alla Direzione Generale che il CCRQ e i suoi componenti stanno procedendo secondo le norme e gli aspetti amministrativi che competono al Comitato, ma che sono del tutto autonomi dall’aspetto politico. Il CCRQ esiste per segnalare, intervenire sui temi importanti. Sottolinea anche che è altrettanto importante che tra i componenti esista una buona comunicazione e passino le informazioni. In sede CCRQ ci sono tutti rappresentanti di tutti i CCM regionali, ed è all'interno del CCRQ che deve esserci la comunicazione su quando inizia l’azione, su quello che si fa e gli esiti dell'azione. Il CCRQ non ha potere deliberativo, ma deve essere di stimolo per chi decide. Ribadisce l'autonomia dell'organismo e del ruolo di rappresentanza del cittadino.

Passa quindi alla approvazione del verbale e chiede a Perini di riferire sul caso della suora laica da lui citato nella seduta di luglio e riportato nel verbale.

Perini riferisce sul caso della suora laica del Camerun; constatata l’impossibilità di chiarire nella immediatezza sulla questione, Cacciapuoti e Perini decidono - considerando lo stesso quale caso speciale - di confrontarsi e approfondire in loco la soluzione possibile per questo e per eventuali casi analoghi.

Ottavi segnala che un verbale fatto in maniera precisa e puntuale rischia di creare equivoci, che occorre prestare attenzione a come ci esprime.

Guzzon rimarca anche l'importanza di darsi dei tempi una volta che si abbia la parola.

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Ruiu segnala che a suo parere fare verbali così lunghi è dispersivo, occorre leggerli fino in fondo e prende tempo. Scortichini propone la mozione per verbali sintetici: nessuno dei presenti approva.

Scortichini riprende quindi specificando che preferisce discutere all'interno del CCRQ, piuttosto che vedere il Comitato e i componenti tacciati di occultare le cose e non far sapere di cosa si discuta e quali siano le posizioni del CCRQ.

Tebaldi, rispetto al caso complesso del ricovero portato da Perini, spiega che l’AUSL di Bologna ha creato una “task force” che analizza i contenuti dei casi particolari individuando l’iter giusto e facendosi carico delle situazioni particolari, chiede se nelle altre Aziende esista un gruppo di lavoro simile. Precisa che il gruppo di lavoro interviene per tutte le richieste di prestazione che non trovano risposta coerente, sollecitato dai Medici di Medicina Generale e dagli impiegati del CUP.

Tirotta evidenzia che quanto espresso da Tebaldi trova la sua valenza perché nel territorio di Casalecchio il medico di medicina generale è a conoscenza della esistenza di un gruppo simile.

Scortichini chiede l'approvazione del verbale che viene approvato all'unanimità.

Il Presidente passa quindi la parola a Sapigni

Sapigni chiede al CCRQ la collaborazione su alcuni progetti sul rischio clinico da farmaci. Propone di presentare nella seduta di ottobre, in anteprima, un progetto che verrà condotto presso l’IRST di Meldola, con l'intento di capire dal CCRQ se il progetto è valido e quali correttivi eventualmente sono da apportare. Suggerisce di invitare il responsabile del progetto stesso, dal momento che vi sono aspetti tecnici che in questo modo potrebbero esser meglio rappresentati. Il Presidente sottolinea come sia positivo questo metodo di coinvolgimento a priori e suggerisce a Perini di coinvolgere il Direttore Generale dell'IRST di Meldola. Ritenendo l’intervento proposto per il prossimo incontro di natura molto tecnica, si ritiene al momento sufficiente estendere l’invito al responsabile scientifico del progetto. Sapigni comunica inoltre che è stato predisposto un documento rivolto alle strutture sociosanitarie per la corretta somministrazione terapie orali e che potrebbe esser presentato anche questo strumento. Camattari dichiara di essere d’accordo con l'iscrizione del tema all'ordine del giorno solo se il CCRQ verrà informato di tutto prima che si avvii il progetto. Sapigni spiega che il progetto è ancora in fase di redazione e che per questa ragione voleva presentarlo al CCRQ, per raccogliere eventuali spunti aggiustare il tiro prima di passare alla parte realizzativa.

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Camattari replica che all’ordine del giorno della seduta in corso c'è un intervento sui tempi di attesa e che nel mentre è uscita una delibera regionale di cui il CCRQ non era a conoscenza. Guzzon, concorda con Camattari e sottolinea che il CCRQ deve essere più propositivo, non solo ascoltare chi viene a relazionare. A suo parere è il CCRQ che deve impostare gli argomenti all’ODG. Ricorda che sui farmaci è stato fatto un esperimento, che però si è fermato, anche se nelle premesse era valido. Il distretto di Cesena Ferrara aderì perché il CCM, nella sua persona, aveva chiesto di individuare prima i punti di maggior consumo, cosa che non era prevista dal progetto di rilevazione e sensibilizzazione; la comunicazione proposta da Sapigni a suo parere è ottima, occorre però organizzarsi presso le Aziende, coinvolgendo anche le figure corrette, tra cui certamente il Medico di Medicina Generale perché è quella la figura da cui parte la prescrizione e non solo. Sapigni precisa che i progetti di gestione clinica sul farmaco che presenterà nascono da gruppi multidisciplinari, è chiaro che devono essere coinvolti i medici e gli infermieri. Essendo un progetto rivolto al cittadino l'intento della presentazione è verificare se per il cittadino il progetto è interessante e come possa esser migliorato. Prima di arrivare a sottoscrivere un progetto occorre fare tutte le fasi necessarie di verifica della sua validità. Marongiu segnala che a Cesena il progetto precedente è stato un fallimento: il pieghevole che doveva esser dato al paziente cronico non era realizzabile.

Il CCRQ approva di mettere all'ordine del giorno di Ottobre il tema proposto da Sapigni.

Ospedali di Comunità (Cacciapuoti) Vengono presenta ti l'organizzazione dei servizi e l'evoluzione degli stessi, viene esplicitato qual i siano gli sviluppi della assistenza sanitaria territoriale. Dato che l'intervento era i mperniato sull'area adulti, il CCRQ chiede alla Segreteria di sollecitare analoga relaz ione ai tecnici che si occupano dell'area infanzia e adolescenza.

Si passa quindi al secondo punto all’ordine del giorno.

Scortichini cede l a parola a Cacciapuoti per la sua relazione sugli ospedali di comunità.

Cacciapuoti apre il suo intervento spiegando che gli ospedali di comunità sono una struttura nuova anche a livello nazionale. Le strategie e i programmi innovativi della Regione Emilia-Romagna hanno portato a sviluppare luoghi e modelli assistenziali per favorire ulteriormente l’accesso alle cure primarie. Tale riorganizzazione è coerente con gli indirizzi del Piano Sanitario Nazionale 2011-13, del Patto per la Salute 2014-2016 e delle “Indicazioni attuative del piano sociale e sanitario Regionale per il biennio 2013-2014..” in cui viene affermato che il potenziamento e lo sviluppo della rete assistenziale territoriale si avvale della realizzazione di strutture territoriali di riferimento per l’erogazione dell’assistenza primaria (Case della Salute) e di strumenti di continuità delle cure e di integrazione ospedale-territorio, come l’attivazione di Ospedali di Comunità a gestione infermieristica. Ad oggi, sono stati attivati 10 Ospedali di Comunità per un totale di 228 posti letti intermedi.

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Presenta i riferimenti normativi e di letteratura dalla definizione di cure primarie fatta ad Alma Mata nel 1978 a quella della Commissione Europea (DGSANCO) del 2014, nel quale si dichiara che le Cure Primarie sono un “Team di lavoro” interdisciplinare (sociale e sanitario) con la partecipazione attiva della Comunità locale.

L'Unione sollecita anche al pagamento a risultato, il cosiddetto Pay for Performance.

Scortichini interviene per sottolineare questo concetto, ricordando che sono vent'anni che nelle sedi di confronto si parlava di questo. Tirotta porta l'esempio della Gran Bretagna nella quale già 40 anni fa esistevano le cliniche di quartiere con specialisti e dichiara che arrivare a quella formula potrebbe essere un buon risultato in termini di servizi ai cittadini. Riporta anche la dichiarazione di Menicacci, del sindacato pensionati, che lamenta il fatto che si abbia una medicina imperniata su pediatri, per la fascia 0-14, su medici di medicina generale per gli adulti, ma manchi il geriatra.

Cacciapuoti riprende la sua esposizione spiegando che nelle Case della salute ci sono i i medici di medicina generale, gli specialisti, gli infermieri e gli assistenti sociali, costituendo una organizzazione che risponde ai bisogni confrontandosi periodicamente con in colleghi in una equipe multidisciplinare.

Marongiu chiede se questo sia solo nei centri urbani

Perini interviene per precisare che nella sua zona i nuclei si trovano anche nelle zone periferiche, che mancano solo in poche zone.

Sighinolfi afferma che è difficile unire i medici di medicina generale in team.

Marongiu aggiunge che questo è dovuto al fatto che non sono dipendenti delle Aziende.

Marongiu stigmatizza la difficoltà a rapportarsi con i medici di medicina generale portando l'esempio di una segnalazione di barriere architettoniche in alcuni ambulatori di medici convenzionati, segnalazione che non ha avuto seguito perché i medici non dipendono dalla AUSL.

Camattari risponde che i controllo sugli ambulatori lo fa la AUSL e il Comune deve ricevere la segnalazione.

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Guzzon conferma che i CCM devono fare la segnalazione di queste situazioni.

Cacciapuoti prosegue quindi con la presentazione segnalando che nel report in internet si evidenzia quante siano le Case della Salute attive.

Le aree di sviluppo sono le seguenti:

•case della salute;

•cure intermedie, ospedali di comunità: si sta ragionando su cosa stia davvero in questo contenitore (domiciliarità, sociale...) e si attiverà un gruppo di lavoro ad hoc per questo •presa in carico della cronicità/fragilità.

In letteratura, prosegue, si sollecita a 1) identificare i soggetti a rischio; 2) lavorare in equipe; 3) avere un ruolo attivo nella gestione.

Dal 2010 nei gruppi di lavoro sono entrate a pieno titolo le associazioni dei pazienti, ad esempio la FeDER per il diabete, le associazioni asmatici per la BPCO etc.

Negli ambulatori per la cronicità la maggiore attività viene svolta dagli infermieri, ma l'ambulatorio è dell’equipe di cura, medico di medicina generale, specialista e altri operatori che a secondo dei diversi bisogni intervengono.

Tirotta chiede se esista un registro per ogni area di patologia.

Cacciapuoti risponde che uno degli strumenti è il registro, come ad esempio il registro del Diabete, Mellito Adulti, istituito con la DGR 280\2009 in tutte le Aziende Usl della Regione, dal 2014 è partito anche il registro per il Diabete mellito in età pediatrica in tutte le 11 Pediatrie presenti sul territorio. Prosegue poi parlando del progetto pilota della lettura integrata del rischio cardiovascolare, con l’obiettivo di stimare il rischio cardiovascolare nella popolazione target: soggetti maschi di 45 anni e femmine di 55 anni. Sono state interessate tutte le Aziende Usl: nella prima fase di implementazione del Progetto sono state coinvolte 6 Case della Salute e 5 Nuclei di cure primarie.

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Scortichini chiede se gli elementi non dovrebbero già essere compresi nel Fascicolo sanitario elettronico.

Viene spiegato che non tutto finisce sempre nel fascicolo sanitario elettronico e che i registri funzionano in modo mirato.

Cacciapuoti prosegue spiegando che si sta sviluppando anche un nuovo strumento, nello specifico è uno algoritmo statistico che stratifica la popolazione in base al livello di rischio di ospedalizzazione evitabile, in alcune Case della salute , sedi pilota, in cui poi si interviene con interventi di medicina di iniziativa e presa in carico precoce.

Tebaldi chiede delucidazioni, se a Bologna sono già stati definiti come ospedali periferici Bazzano, Porretta, S.Giovanni, per cui ci sarebbero tutte le condizioni, ma ancora non si sono aperti gli ospedali di comunità.

Cacciapuoti risponde che in alcuni territori il processo è stato avviato prima che in altre Aziende.

Guzzon precisa che occorre anche fare migliore comunicazione e maggiore chiarezza, infatti non viene detto ufficialmente che cosa sia il San Camillo e, in base alla sua esperienza, le Direzioni generali non vogliono sentir parlare di ospedali di comunità; a Copparo, sul territorio non dicono che a S.Giuseppe verrà creato l'ospedale di comunità.

Cacciapuoti spiega che le strutture hanno obiettivi differenti. L’Ospedale di Comunità è più assistenziale, infatti il medico è presente dalle 2 alle massimo 4 ore giornaliere dal lunedì al venerdì, la gestione è infermieristica, in caso di urgenza hanno i medici di continuità assistenziale.

Sturlese chiede come funziona il rapporto organizzativo con gli altri servizi.

Camattari sottolinea che in un processo che avanza per gradi si pone il problema di come comunicare ai cittadini le cose. Il cittadino capisce nulla, i professionisti a suo parere non sono informati. Suggerisce di studiare meglio come comunicare il cambiamento, altrimenti si mettono in pista molte cose che non si riescono poi a governare.

Scortichini evidenzia che i problemi di comunicazione sono salienti per il CCRQ, costituiscono uno dei temi di maggiore attenzione per il CCRQ, che deve essere il fulcro della comunicazione.

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Cacciapuoti informa che uscirà una delibera a breve.

Scortichini sottolinea che la delibera non è sufficiente, occorre fare comunicazione mirata.

Sighinolfi riporta che a Castelfranco sono state fatte 25 assemblee pubbliche per spiegare cosa sia l'Ospedale di comunità, con i CCM e le istituzioni.

Ottavi sottolinea come dalla relazione di Cacciapuoti, sugli Ospedali di Comunità, emerga che non sono coinvolti i minori, dai 18 anni il che implica l'esclusione della fascia pediatrica.

Cacciapuoti specifica che il discorso sui minori è competenza di altri professionisti a cui è possibile chiedere di intervenire per presentare quello che la Regione sta facendo per quella fascia.

Tornando al tema del suo intervento specifica che le cure intermedie rispondono ai bisogni assistenziali, in equipe multidisciplinari con infermieri, medici di medicina generale, specialisti, assistente sociale. Quello che occorre è fare rete con le associazioni di volontariato.

I pazienti eleggibili sono quelli con pluripatologie, casi complessi1

.

Esiste un sistema informatizzato degli ospedali di comunità (SIRCO) in cui si chiedono informazioni trimestralmente e vengono richiesti i dati alle aziende sanitarie.

Scortichini invita i presenti a comunicare ai propri CCM quanto esposto da Cacciapuoti e invita la segreteria a mettersi in contatto con i referenti regionali sul tema della pediatria, per avere un intervento sul tema in una delle future sedute.

Tempi di Attesa: Sanna presenta ai convenuti la Del iberazione di Giunta regionale 1056/2015. Il CCRQ dopo la discussione propone di valutare il documento con calma e far avere tramite la Segreteria le osservazioni al comp etente servizio, in modo che Sanna possa, in una successiva seduta presentare ul teriori chiarimenti utili al confronto proattivo.

1Vedi presentazione allegata.

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Scortichini passa quindi la parola a Sanna per il suo intervento sui tempi di attesa.

Sanna, spiega che a luglio è stata adottata una deliberazione di Giunta regionale, la n.1056/2015 pubblicata il 06/08/2015 sul BUR parte seconda, sulla riduzione dei Tempi di Attesa. Si tratta di una deliberazione di giunta straordinaria, rispetto al passato, solamente la specialistica ambulatoriale. Il testo dell'atto in 22 punti sottolinea gli strumenti di riduzione dei tempi di attesa, dando obiettivi più stringenti, dando tempistiche di rendicontazione a livello regionale più puntuali.

Elemento importante è la maggiore responsabilizzazione della Direzione sanitaria rispetto ai tempi di attesa, realizzata attraverso l'identificazione di un responsabile dell’accesso che rappresenta tutto l’ambito territoriale (sia Azienda USL che Azienda Ospedaliera), sono stati formalmente nominati e ieri sono stati incontrati per la prima volta, oltre alla nomina dei responsabili dell’accesso che si occupano sia della gestione delle agende che dell’ambito territoriale.

Con la determinazione del Direttore Generale n.11281/2015 si è costituito quindi, in applicazione di quanto disposto al punto 2) del dispositivo della deliberazione di Giunta regionale n. 1056/2015, l’Osservatorio regionale per i tempi di attesa e ne sono stati nominati i componenti: un referente delle Direzioni Sanitarie per ciascuna Area Vasta (Andrea Rossi per l’Area Vasta Emilia Centro; Cristina Marchesi per l’Area Vasta Emilia Nord; Giorgio Guerra per l’Azienda Unica della Romagna); il Responsabile Unitario dell’accesso di ciascun ambito territoriale - AUSL, AOSP, IRCCS- (ossia: Eleonora Corsalini per l’ambito territoriale di Piacenza;Silvia Paglioli per l’ambito territoriale di Parma;Eletta Bellocchio per l’ambito territoriale di Reggio Emilia;Giuliana Fabbri per l’ambito territoriale di Modena;Vittorio Chioma per l’ambito territoriale di Imola; Adalgisa Protonotari per l’ambito territoriale di Bologna; Sandro Guerra per l’ambito territoriale di Ferrara, Laura Zanzani per l’ambito territoriale della Romagna, oltre ai rappresentanti della Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali e per l’Integrazione:

Specifica inoltre che per la Romagna si è scelto di andare incontro ai cittadini e si sono volutamente mantenuti gli ambiti territoriali delle vecchie Aziende, ci sono i referenti aziendali, inoltre anche tutto il monitoraggio dei dati è rimasto suddiviso nel territorio

Marongiu la interrompe per ricordare che Brambilla ha evidenziato che per ogni Azienda Usl deve esistere un team per l’offerta della specialistica ma non tutte le aziende hanno inserito il responsabile dell' urp, come dovrebbe essere, nei CCM il gruppo liste di attesa lamentava la lungaggine del monitoraggio regionale, che invece il gruppo voleva più puntuale. Nell'incontro di CCRQ Brambilla aveva comunicato che la Regione sta lavorando con un sistema che potrebbe dare estrazione di dati più frequente e puntuale.

Sanna risponde che il team rimane, che nella deliberazione di Giunta non si è enfatizzato eccessivamente il lavoro del team, dato che il tema era un altro, ma è stato comunque

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ribadito il ruolo del team, oltre alla identificazione del nominativo del responsabile dell’accesso ed alle alle funzioni.

Marongiu: ricorda che era stato ipotizzato come importante inserire qualche componente del CCM nel team, dato che i membri dei CCM sono a conoscenza dei problemi specifici della loro realtà.

Sanna risponde che queste osservazioni le offrono lo spunto per due argomenti: il monitoraggio MAPS fatto a gennaio, aprile, luglio e ottobre, nasce come debito informativo nei confronti del Ministero, a cui la Regione deve inviare report semestrali, per verificare se siano mantenuti gli equilibri storici. Nel tempo la Regione si è resa conto che arrivano molte segnalazioni e che attraverso quel monitoraggio non si riesce a rincorrere il dato vero della criticità, perché i dati rilevati sono vecchi rispetto alle segnalazioni stesse. Si sta quindi lavorando sul nuovo metodo che è quello di rilevazione attraverso un nuovo applicativo, di cui è già pronto un prototipo; sono state incontrate le Aziende , si ha un tracciato omogeneo di tutte le Aziende che caricheranno un “datawarehouse” in cui si alimentano tutte le prenotazioni e la Regione dovrebbe essere in grado di prelevare le prenotazioni sino alla settimana precedente, da aprile 2016 se il sistema avrà superato i test, si faranno le valutazioni rispetto al superamento di MAPS per avvalersi solo del nuovo sistema.

Scortichini chiede se facciano parte del sistema anche lo IOR e IRSST di Meldola

Perini chiede quale sia la percentuale di non presentati alle prenotazioni

Sanna spiega che ad oggi non si ha una rilevazione sistematica delle mancate presentazioni, con il nuovo sistema si rileverà sia chi non si presenta sia chi disdice, superata la data viene tracciato tutto; si tratta di un adempimento “LEA”, viene infatti chiesto in modo particolare il numero di abbandoni, disdette etc.

Nella delibera sui tempi di attesa viene anche detto che chi non si presenta all'appuntamento paga.

Camattari rimarca che l'atto è importantissimo che il CCRQ deve approfondirne lo studio, propone quindi ai presenti di formulare una serie di osservazioni, i punti sono 22 tutti sostanziali vengono date scadenze e su alcune cose ci sono aspetti da chiarire.

Sanna precisa che, proprio nella settimana corrente è stata fatta una rilevazione; per la prima volta in modo urgente la Regione ha chiesto di rendicontare entro il 18 settembre e già il 21 settembre saranno disponibili su MAPS i dati relativi. Mai come prima d'ora si sta presidiando il fenomeno. Ieri si è riunito l’osservatorio, istituito con determina della Direzione Generale, la cui composizione è stabilita nella Deliberazione di Giunta regionale n.1056, i collaboratori regionali dovranno presidiare i tempi di attesa ogni mese.

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Guzzon sottolinea che nella composizione dei gruppi mancano i CCM.

Camattari ribadisce che sarebbe stato meglio che nell’osservatorio ci fosse stato qualcuno del CCRQ e nei team i componenti dei CCM.

Sanna prende nota delle osservazioni fatte.

Marongiu segnala che nel distretto di Rimini Nord il CUP risponde: “non abbiamo l’agenda”.

Sanna precisa che non è previsto che ci sia l’agenda chiusa, e che le prenotazioni dovrebbero essere effettuate in modo continuativo.

Marongiu stigmatizza che quindi, oltre al disagio si ha anche l’informazione sbagliata.

Sanna precisa che spesso si tratta di una cattiva informazione dell’operatore CUP, precisa che è illegittimo avere agende chiuse, nel momento in cui il Servizio Assistenza Territoriale scopre che per qualche motivazione esiste l’agenda chiusa, viene chiamato il Direttore Generale della Azienda sanitaria coinvolta. Nella Delibera 1056/2015 si sottolinea che gli incentivi di risultato sono legati ai tempi di attesa, sia per i Direttori generali che per i Direttori Sanitari e anche per il Responsabile dell'accesso.

Tebaldi chiede chiarimenti rispetto alle quote delle prestazioni, chiede se siano tutte in agenda CUP oppure - come accadeva due anni fa al S.Orsola e al Rizzoli- solo il 30% a CUP e poi il 70% interne.

Sanna risponde che è vero che ancora la quota di agende interne in alcune realtà è elevata. Attraverso il nuovo sistema, ad esempio, Rimini sta adeguando le agende interne. Ora il sistema prevede che tutto sia a CUP, e il sistema dovrà prevedere anche la trasmissione di tutte le prestazioni della specialistica ambulatoriale, anche questo allarga quindi la potenzialità di interrogazione del tempo di attesa.

Perini ricorda che a volte l’agenda chiusa è un modo per abbreviare i tempi recuperando le visite a cui rinunciano alcuni pazienti.

Sanna precisa che dovrebbe esserci un allert che indica la prossima saturazione. Dovrebbe esserci sempre la pianificazione dell'offerta in modo che il tempo di attesa teorico sia rimodulato quotidianamente, un cruscotto di monitoraggio dell’offerta come succede già a Parma. In questo modo si riesce ad organizzare ogni giorno l’attività, ricorda che Ferrara è già attiva.

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Guzzon interviene per segnalare che a giugno su 46 mila prenotazioni con mancata presentazione il 4,30% non era stato disdettato e dichiara che il dato gli sembra enorme.

Sanna, comunica che lo staff sta lavorando sulle disdette e che il 4% è anche poco, in altre realtà era molto più alto.

Sighinolfi segnala che a Modena, per l'odontoiatria e l'ortopedia sono ad un livello altissimo, hanno fatto gli incontri in tutti i distretti e la Direzione ha incontrato i CCM spiegando la delibera, si tratta di una materia corposa per adeguarsi alla quale ci vuole del tempo.

Guzzon sottolinea che quando si parla di tempi di attesa, come CCM si dovrebbe spiegare alla gente che oltre ai diritti ci sono i doveri.

Sighinolfi, spiega che rispetto ai pagamenti per la mancata presentazione hanno sollevato i problemi che le persone incontrano nel territorio: trasporti, comunicazioni agli anziani etc. Negli ultimi anni il tema era stato affrontato, adesso però sono state fissate responsabilità e tempi. Da sempre si parla di tempi di attesa, ora entrano a regime date, responsabilità e indicatori di valutazione.

Sanna segnala che già a luglio 2015 si sono visti miglioramenti rispetto al luglio 2014.

Tebaldi chiede se esistano ancora le agende di garanzia, attivate quando si vedeva in arrivo una crisi del servizio, che venivano “acquistate” pagando un forfait di prestazioni o sul consumato.

Sanna risponde che esistono ancora ma che nella delibera si è data enfasi all’uso di strutture pubbliche.

Tebaldi chiede se i nuovi provvedimenti sono strutturali o emergenziali. A suo parere, come legge di mercato aumentando l’offerta aumenta la richiesta,.

Sighinolfi gli ricorda che i Direttori Generali vengono messi in mora se il privato supera il pubblico nella erogazione.

Sanna spiega che all’inizio, quando si era avviato il percorso di garanzia, era stata chiesta una sorta di “reperibilità al bisogno”. Poi con l’accordo ANISAP si è messa in evidenza l’importanza del privato nella contribuzione alla riduzione dei tempi di attesa, per cui oggi le strutture private sono a disposizione della garanzia delle prestazioni in estemporanea.

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Per ora sono stati coinvolti solo per il primo inquadramento diagnostico. La delibera offre anche Similalpi 2e altri tipi di contratti potenziando il personale interno.

Tebaldi stigmatizza che a suo parere le scelte possono essere valide in un’ottica commerciale e che vanno verso il modello nordamericano, quando invece negli Stati Uniti d'America stanno virando verso un modello di sanità pubblica tipo il nostro.

Sanna spiega che tutti gli interventi per incidere sui tempi di attesa sono in ambito pubblico.

Tebaldi chiede perché gli investimenti non vengano fatti nel pubblico dando al privato il compito di assolvere alla richiesta. Tenuto anche conto che il privato ha l’utile di impresa, elemento che comporta diversa qualità di rapporti. 2Termine con il quale si definisce la prestazione di attività da parte del dirigente medico, oltre l'orario di turno, diversa

dalla attività libero professionale intra-moenia.

Sanna, ribadisce che piuttosto la Delibera ha un impronta contraria, di valorizzazione del pubblico.

Camattari ricorda ai presenti che non è possibile nel corso della seduta avere il tempo di parlare approfonditamente del tema e chiede a Sanna se sia disponibile a tornare ad una delle prossime sedute. Propone che i presenti mandino alla Segreteria le proprie osservazioni affinché le faccia avere a Sanna perché prepararsi all'incontro.

Scortichini riallacciandosi alla proposta di Camattari sollecita i presenti scaricare dalla piattaforma la Delibera di Giunta 1056/2015 e a parlarne nei CCM in modo che si possano elaborare i problemi e predisporre le osservazioni. Potrebbe diventare tema dell'incontro di novembre. Chiede poi a Sanna come mai nell’ambito dell’osservatorio regionale non vi sai un componente del CCRQ. Invita poi i presenti, nella loro veste di presidenti dei CCM, a chiedere ai rispettivi Direttori Generali di parlare anche degli indicatori di qualità che servono anche a misurare i Direttori stessi e che a suo parere vanno discussi anche con i CCM.

Chiede poi alla Segreteria di caricare in piattaforma la DGR.

Camattari ribadisce che la delibera offre strumenti enormi ai CCM e riferisce che a Ferrara sperimenteranno la effettiva misurabilità degli indicatori. Chiede poi di poter ripristinare la buona abitudine instaurata negli anni passati di relazionare al CCRQ sulle buone prassi.

Scortichini, a tal proposito sottolinea che chi vuole intervenire dal prossimo ottobre lo comunichi anticipatamente alla Segreteria in modo che nella stesura dell'ordine del giorno venga messa prima delle varie ed eventuali.

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Sighinolfi chiede di poter parlare nella seduta di ottobre.

Camattari chiede se per il percorso diagnostico terapeutico assistenziale della mammella esista qualcosa e se il percorso funzioni bene. Segnala che a suo parere ci sono problemi del percorso dopo l’intervento, vuole capire se è una questione solo locale o il problema esista anche in altri territori, perché semmai il problema va posto nelle sedi opportune.

Ricorda poi il tema dei pazienti affetti da sensibilità chimica multipla (SCM) che hanno grosse difficoltà ogni volta che debbono andare in qualche ambulatorio e chiedono di poter esser assistiti in sicurezza. La Regione rispondendo ad alcune interrogazioni ha riferito che tutte le aziende sono in grado, segnala che invece gli risulta che non sia così e chiede ai presenti di verificare se nelle strutture dei loro distretti esistano i protocolli specifici.

Scortichini chiede ai presenti di appurare e, se possono, dare risposta al prossimo incontro.

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Intervento Guzzon Scortichini passa quindi la parola a Guzzon per il suo intervento

Guzzon consegna ai presenti un documento3 e comunica che -in linea con quanto accadeva in passato e appena ricordato da Camattari rispetto alle buone prassi, presenta in CCRQ quanto accaduto nel suo territorio.

Dà lettura del testo sottolineando che si tratta del suo pensiero e che chiede contributo degli altri sul tema.

Spiega che occorre sollecitare il rapporto con le Aziende per una migliore comunicazione.

A Ferrara il 10/09/2014 hanno convocato i CCM per capire cosa si poteva fare sullo screening. Nell'ottobre successivo il CCM ha chiesto di conoscere il piano di comunicazione sullo screening, ma ancora (un anno è passato) non ha avuto nessuna risposta. E' evidente la carenza comunicativa sia tra gli organismi aziendali che con i cittadini. Segnala che anche gli URP sono in difficoltà e di questo aspetto il CCM di Ferrara si è fatto carico.

Scortichini sottolinea che quanto riportato nel documento è quanto il CCRQ propugna da sempre e mette ai voti lo scritto affinché venga avvallato. IL CCRQ approva.

Varie ed eventuali Comunicazione di Fabbri sulla st ampa di pieghevoli informativi sulle attività e il ruolo dei CCM. Vengono identificati i percorsi corretti da utilizz are.

Fabbri segnala che la Azienda non vuole autorizzare la stampa dei volantini che il CCM stesso pagherebbe. Ha presentato una bozza del volantino che vorrebbero veicolare per promuovere il CCM presso la cittadinanza, nel piego è stato indicato cosa fa il CCM e dove lo si incontra etc, Ravenna, Cesena lo hanno già prodotto. Chiede solidarietà nel caso in cui l’Azienda dovesse bloccare la stampa. Ribadisce che come CCM del distretto Forlì hanno un regolamento in base al quale hanno stabilito di procedere con quel volantino, presentato al dirigente competente che lo ha inviato alla dirigente della comunicazione dopo di che tutto si è fermato.

Scortichini: chiede se altri distretti lo abbiano e perché a Forlì non sia stato autorizzato, suggerisce di preparare una lettera ufficiale al Direttore.

Tirotta: ricorda ai presenti che il regolamento dei CCM definisce e regola anche i rapporti tra il CCM e gli organi aziendali. 3Allegato al presente verbale

Marongiu propone che i quattro presidenti dei CCM elaborino un documento, da mettere alla attenzione del Direttore.

Ottavi: spiega che nella nuova Azienda Romagna, i presidenti dei CCM devono affrontare il problema di come condividere i progetti e chi si debba fare carico delle somme.

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Camattari ribadisce che come CCM si ha il dovere di informare i cittadini rispetto al ruolo ed alle funzioni, in ogni caso suggerisce a Fabbri di chiedere formalmente la stampa, con nota scritta, di attendere la risposta e in base alla risposta che il CCM otterrà il CCRQ potrà attivare eventuale iniziativa.

La riunione plenaria si chiude alle 13:30.

La Segreteria Il Presidente Michela Taddei Saltini Luigi Scortichini