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Castelvecchio di Barga

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Castelvecchio di Barga. Il giorno fu pieno di lampi; ma ora verranno le stelle, le tacite stelle. Nei campi c'è un breve gre gre di ranelle . Le tremule foglie dei pioppi trascorre una gioia leggiera. Nel giorno, che lampi! che scoppi! Che pace, la sera! - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: Castelvecchio di  Barga

Castelvecchio di Barga

Page 2: Castelvecchio di  Barga

Il giorno fu pieno di lampi;ma ora verranno le stelle,le tacite stelle. Nei campic'è un breve gre gre di ranelle.Le tremule foglie dei pioppitrascorre una gioia leggiera.Nel giorno, che lampi! che scoppi!Che pace, la sera!

Si devono aprire le stellenel cielo sì tenero e vivo.Là, presso le allegre ranelle,singhiozza monotono un rivo.Di tutto quel cupo tumulto,di tutta quell'aspra bufera,non resta che un dolce singultonell'umida sera.

E', quella infinita tempesta,finita in un rivo canoro.Dei fulmini fragili restanocirri di porpora e d'oro.O stanco dolore, riposa!La nube nel giorno più nerafu quella che vedo più rosanell'ultima sera.

Che voli di rondini intorno!Che gridi nell'aria serena!La fame del povero giornoprolunga la garrula cena.La parte, sì piccola, i nidinel giorno non l'ebbero intera.Nè io ... che voli, che gridi,mia limpida sera!

Don ... Don ... E mi dicono, Dormi!mi cantano, Dormi! sussurrano, Dormi! bisbigliano, Dormi!là, voci di tenebra azzurra ...Mi sembrano canti di culla,che fanno ch'io torni com'era ...sentivo mia madre ... poi nulla ...sul far della sera.

LA MIA SERA Da Canti di Castelvecchio (prima ed. 1903, 1912 postuma)

Canti --- perché si allaccia ai Canti di Leopardi e al tema dei RICORDI; sono dedicati alla MADRE

Temi: La campagna, l’infanzia, la memoria, la morte

Dal punto di vista stilistico: tutti gli accorgimenti fonico-lessicali definiscono lo sperimentalismo dell’autore: allitterazioni, onomatopee

Liriche più ampie – musicalità più complessa

MIA legame simbolico tra la sera e la vecchiaia del poeta che dopo il tumulto degli anni giovanili ritrova la pace

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Il giorno fu pieno di lampi;ma ora verranno le stelle,le tacite stelle. Nei campic'è un breve gre gre di ranelle.Le tremule foglie dei pioppitrascorre una gioia leggiera.Nel giorno, che lampi! che scoppi!Che pace, la sera!

Si devono aprire le stellenel cielo sì tenero e vivo.Là, presso le allegre ranelle,singhiozza monotono un rivo.Di tutto quel cupo tumulto,di tutta quell'aspra bufera,non resta che un dolce singultonell'umida sera.

E', quella infinita tempesta,finita in un rivo canoro.Dei fulmini fragili restanocirri di porpora e d'oro.O stanco dolore, riposa!La nube nel giorno più nerafu quella che vedo più rosanell'ultima sera.

Che voli di rondini intorno!Che gridi nell'aria serena!La fame del povero giornoprolunga la garrula cena.La parte, sì piccola, i nidinel giorno non l'ebbero intera.Nè io ... che voli, che gridi,mia limpida sera!

Don ... Don ... E mi dicono, Dormi!mi cantano, Dormi! sussurrano, Dormi! bisbigliano, Dormi!là, voci di tenebra azzurra ...Mi sembrano canti di culla,che fanno ch'io torni com'era ...sentivo mia madre ... poi nulla ...sul far della sera.

5 strofe formate da sette novenari e da un senario (dove ricorre la parola SERA

Schema metrico: ABABCDCD

1

2

3

4

5

autobiografico

Voci della natura

Singulto = sensazione di quite turbataSinghiozza= umanizza la natura

Recupero del passato (utile il suono delle campane) Si ricorda di quando era bambino ; la morte della madre: ora la morte come serena aspettativa

NIDO = esclusione dagli effetti

Molte sinestesie (tacite stelle; voci di tenebra azzurra)

Rivo sonoro: ruscello il cui suono sembra un canto

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PASCOLI parte da un piano naturalistico (prime tre strofe)

Pascoli arriva ad una prospettiva personale -poesia di significati (non di oggetti)

Tra le circostanze esterne e l’io poetico c’è una corrispondenza profonda

Culla /nulla = rima che esprime bene il vero significato della poesia

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W. Turner, Tramonto sul lago, 1840 c.

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Monet, 1840-1926

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Segantini, Pianura all’imbrunire, 1883

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Paul Cézanne, pittore francese 1839- 1906

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Che voli di rondini intorno!Che gridi nell'aria serena!La fame del povero giornoprolunga la garrula cena.La parte, sì piccola, i nidinel giorno non l'ebbero intera.Nè io ... che voli, che gridi,mia limpida sera!

Don ... Don ... E mi dicono, Dormi!mi cantano, Dormi! sussurrano, Dormi! bisbigliano, Dormi!là, voci di tenebra azzurra ...Mi sembrano canti di culla,che fanno ch'io torni com'era ...sentivo mia madre ... poi nulla ...sul far della sera.

Il giorno fu pieno di lampi;ma ora verranno le stelle,le tacite stelle. Nei campic'è un breve gre gre di ranelle.Le tremule foglie dei pioppitrascorre una gioia leggiera.Nel giorno, che lampi! che scoppi!Che pace, la sera!

Si devono aprire le stellenel cielo sì tenero e vivo.Là, presso le allegre ranelle,singhiozza monotono un rivo.Di tutto quel cupo tumulto,di tutta quell'aspra bufera,non resta che un dolce singultonell'umida sera.

E', quella infinita tempesta,finita in un rivo canoro.Dei fulmini fragili restanocirri di porpora e d'oro.O stanco dolore, riposa!La nube nel giorno più nerafu quella che vedo più rosanell'ultima sera.

LA MIA SERA Da Canti di Castelvecchio (prima ed. 1903)

Alliterazioni

E pause

Page 10: Castelvecchio di  Barga

Il gelsomino notturnoE s'aprono i fiori notturni,

nell'ora che penso a' miei cari.Sono apparse in mezzo ai viburni

le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:là sola una casa bisbiglia.Sotto l'ali dormono i nidi,

come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esalal'odore di fragole rosse.

Splende un lume là nella sala.Nasce l'erba sopra le fosse.

Un'ape tardiva sussurra

trovando già prese le celle.La Chioccetta per l'aia azzurra

va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s'esalal'odore che passa col vento.Passa il lume su per la scala;

brilla al primo piano; s'è spento...

É l'alba: si chiudono i petaliun poco gualciti; si cova,

dentro l'urna molle e segreta,non so che felicità nuova.

La poesia fu composta per le nozze dell’amico Gabriele Briganti ed uscì in forma di opuscolo nel 1901, poi fu raccolta nei Canti di Castelvecchio

Metro: quartine di novenari a rime alternate

Epitalamio moderno

Punto di vista esterno, osservatore escluso

Costellazione delle Pleiadi: il cielo diviene aia e le stelle sono i pulcini

sinestesia

Enj.

Enj.

Enj.

Enj.

Page 11: Castelvecchio di  Barga

E s'aprono i fiori notturni,nell'ora che penso a' miei cari.

Sono apparse in mezzo ai viburnile farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:

là sola una casa bisbiglia.Sotto l'ali dormono i nidi,

come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esalal'odore di fragole rosse.

Splende un lume là nella sala.Nasce l'erba sopra le fosse.

Un'ape tardiva sussurra

trovando già prese le celle.La Chioccetta per l'aia azzurra

va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s'esalal'odore che passa col vento.Passa il lume su per la scala;

brilla al primo piano; s'è spento...

É l'alba: si chiudono i petaliun poco gualciti; si cova,

dentro l'urna molle e segreta,non so che felicità nuova.

I gelsomini aprono la loro corolla all’imbrunire e lui pensa ai suoi morti

Viburni = arbusti dai fiori bianchi

Metonimia ------ sinestesia

sinestesia

Page 12: Castelvecchio di  Barga

FIGURE RETORICHESINESTESIA Fusione delle sensazioni; consiste nello scambiare tra di loro

sensazioni di carattere visivo, fonico, tattile, olfattivo.

OSSIMORO Consiste nel mettere vicini due termini tra loro in contraddizione, che sembrano escludersi l’uno dall’altro es. “Immoto andare”

ALLITTERAZIONE Consiste nella ripetizione degli stessi fonemi in due o più parole vicine

ONOMATOPEA Voce creata per imitare un suono naturale (gre gre di ranelle)

Page 13: Castelvecchio di  Barga

ITERAZIONI Ripetizione di una o più parole, per accrescere l’efficacia del discorso