capitolo 4 l’equilibrio dei...
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1 Amaldi, L’Amaldi per i licei scientifici.blu, Zanichelli editore 2017
Capitolo 4
L’equilibrio dei solidi
Amaldi, L’Amaldi per i licei scientifici.blu, Zanichelli editore 2017
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L’equilibrio dei corpi
Un corpo è in equilibrio quando è fermo e rimane fermo.
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Il modello del punto materiale
Un punto materiale è un oggetto che è considerato un punto
perché è piccolo rispetto all’ambiente in cui può muoversi.
Un punto materiale può traslare ma, non avendo dimensioni,
non può ruotare né deformarsi.
Un pallone da calcio è
piccolo rispetto al campo.
Può essere descritto come
un punto materiale.
Il punto materiale è un modello, cioè una descrizione semplificata
di un oggetto reale (non consideriamo le sue rotazioni e
deformazioni).
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Il modello del corpo rigido
Un corpo rigido è un oggetto esteso
che può traslare e ruotare, ma che
non si deforma mai, qualsiasi siano le
forze a esso applicate.
Per studiare il moto di rotazione di un
oggetto bisogna estendere il modello
del punto materiale e considerare
l’oggetto come un corpo rigido.
Anche il corpo rigido è un modello perché non esistono oggetti
del tutto indeformabili.
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L’equilibrio del punto materiale
Un punto materiale fermo è in equilibrio, cioè rimane fermo,
quando la risultante delle forze che agiscono su di esso è nulla.
Se la risultante delle forze
applicate a un punto materiale fermo
è nulla, esso rimane fermo.
Viceversa, se il punto materiale è
fermo e rimane fermo significa che
c è uguale a zero.
La condizione di equilibrio è espressa dalla relazione vettoriale:
totF
totF
1 2 ...... 0tot nF F F F
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Le forze vincolari
Un vincolo è un corpo fisso che impedisce a un altro corpo di
compiere alcuni movimenti.
Sono esempi di vincoli:
il terreno sotto i nostri piedi;
un piano di appoggio;
un chiodo nel muro a cui è appeso
un quadro;
la corda di un aquilone.
I vincoli possono esercitare delle forze dette forze vincolari.
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Le caratteristiche delle forze vincolari
La direzione e il verso della forza vincolare dipendono dal tipo di
vincolo:
la forza vincolare di un piano su un oggetto è sempre
perpendicolare al piano e ha verso tale da respingere l’oggetto.
la forza vincolare di una corda è sempre parallela alla corda
e ha verso tale da tirare l’oggetto.
Inoltre:
la forza vincolare non ha un’intensità
prestabilita: la sua intensità cambia a
seconda delle forze che agiscono
sull’oggetto.
N.B.: tutti i vincoli si rompono se sono sottoposti a forze eccessive.
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Un piano inclinato esercita sui corpi a contatto
una forza vincolare perpendicolare al piano.
L’equilibrio su un piano inclinato
VF
Un punto materiale è anche soggetto alla forza-
peso, che è conveniente scomporre nei vettori
componenti perpendicolare e parallelo al piano
inclinato.
Poiché all’equilibrio il punto materiale non si
stacca dal piano inclinato, ciò significa che, nella
direzione perpendicolare al piano,
controbilancia . VF
F
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La forza equilibrante
La condizione di equilibrio, , scomposta
nelle direzioni perpendicolare e parallela al piano
inclinato, diventa perciò:
Poiché il punto materiale resta fermo in
equilibrio, su di esso deve agire anche una
forza equilibrante che, nella direzione
parallela al piano, controbilancia . VFEF
VF F EF F
0totF
e
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Il modulo della forza equilibrante
Quindi:
Dalla similitudine dei triangoli rettangoli ABC e EDF risulta:
: :DF DE BC AB da cui:
BCDF DE
AB ovvero:
p
hF F
l
senpF inclinazione del piano
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La pendenza di un piano inclinato
Esempio: una strada con pendenza del 12% sale in altezza (h) di
12,0 m per ogni spostamento orizzontale (b) di
100 m. La lunghezza della strada percorsa
effettivamente è data dal teorema di Pitagora:
Nei segnali stradali la pendenza è espressa
in percentuale:
100%h
b
In topografia la pendenza di una strada o
di un terreno è indicata dal rapporto . h b
2 2 2 212,0 100 m 101 ml h b
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Gli effetti delle forze sul corpo rigido
La retta d’azione di una forza è la retta
che coincide con la sua direzione. Su di
essa giace il vettore che la rappresenta.
Forze che agiscono lungo la stessa retta
Se due forze sono applicate a
un corpo rigido in punti diversi,
ma sulla stessa retta d’azione,
la forza risultante è la somma
vettoriale delle due forze e può
essere spostata lungo la retta
d’azione senza che i suoi effetti
cambino.
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Gli effetti delle forze sul corpo rigido
Due forze si dicono concorrenti quando
le loro rette d’azione si intersecano in un
punto P.
Forze concorrenti
La forza risultante si ottiene
spostando le due forze lungo le
rette d’azione fino al punto P
e calcolando la somma
vettoriale con la regola del
parallelogramma.
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Gli effetti delle forze sul corpo rigido
Due forze parallele si dicono concordi
quando hanno lo stesso verso.
Forze parallele
Il punto di applicazione della forza risultante è individuato dalla
proporzione:
Due forze parallele si dicono discordi
quando hanno versi opposti.
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Gli effetti delle forze sul corpo rigido
Forze parallele concordi
Il punto di applicazione di è compreso tra
quelli di e , più vicino a quello della forza
maggiore;
Il modulo è la somma dei moduli: ;
è parallela e ha lo stesso verso di e .
totF
1F2F
1 2totF F F
totF1F
2F
Forze parallele discordi
Il punto di applicazione di è esterno a e
c , dalla parte della forza maggiore;
Il modulo è il valore assoluto della differenza dei
moduli: ;
è parallela alle forze e ha il verso della forza
maggiore.
totF 1F
2F
1 2totF F F
totF
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Gli effetti delle forze sul corpo rigido
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Le rotazioni attorno a un asse fisso
Molti oggetti, vincolati a un perno, possono ruotare attorno a un
asse di rotazione fisso, passante per il perno e perpendicolare al
piano di rotazione.
Per chi guarda, una rotazione attorno a un asse fisso può avere
due versi: orario o antiorario.
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Il braccio di una forza
Il braccio di una forza rispetto a un
punto O è dato dalla distanza tra O e la
retta di azione di .
Normalmente il punto O coincide con il
centro di rotazione del corpo rigido.
F
F
Considerando il triangolo rettangolo OPQ,
vale la relazione:
senOQ b
rOP
il braccio dipende dal punto di applicazione e dall’inclinazione
della forza.
da cui: senb r
Quindi,
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Il momento di una forza
Il momento di una forza rispetto a un
punto O è uguale al prodotto tra il modulo
di e il braccio b di rispetto a O:
F
F
Per convenzione si prende:
il segno «+» quando la forza tende a far ruotare il corpo
rigido in verso antiorario;
il segno «-» quando tende a produrre una rotazione oraria.
F
senFr
F
F
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L’effetto rotazionale di una forza
Il momento di una forza dipende dalla forza e dal suo braccio.
Quindi:
per mettere in rotazione in corpo rigido attorno
a un asse fisso, la retta d’azione della forza
applicata deve essere perpendicolare all’asse
di rotazione e non deve intersecarlo (altrimenti
b = 0);
una forza di minore intensità applicata più
lontano dall’asse di rotazione (b maggiore)
produce lo stesso effetto rotazionale di una
forza maggiore, di uguale direzione e verso,
applicata più vicino.
L’effetto di rotazione di una forza è descritto dal momento della
forza.
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Il momento risultante delle forze
Se a un corpo rigido sono applicate
n forze perpendicolari
all’asse di rotazione, il momento
risultante di tali forze rispetto
al punto O è la somma algebrica
dei singoli momenti calcolati
rispetto al medesimo punto O:
1 2, ,...., nF F F
totM
Il segno di indica il verso di
rotazione del corpo, risultante
dall’azione delle n forze.
1 2 ...tot nM M M M
totM
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La coppia di forze
Una coppia di forze è costituita da due forze uguali e opposte,
applicate in due punti diversi di un corpo rigido.
L’effetto rotazionale di una coppia di forze è descritto dal
momento della coppia.
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Il momento di una coppia di forze
Il momento di una coppia è il momento risultante delle due
forze che compongono la coppia:
per il segno si adotta la stessa convenzione del momento di
una forza: positivo o negativo a seconda che la coppia tenda a
produrre una rotazione antioraria o oraria;
il momento di una coppia di forze è
indipendente dal punto O rispetto a cui è
calcolato.
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L’equilibrio di un corpo rigido
un corpo rigido è in equilibrio (è fermo e resta fermo) quando:
la somma vettoriale delle forze a esso applicate è uguale a
zero (equilibrio rispetto alla traslazione);
la somma dei momenti di tali forze, rispetto a un punto scelto
arbitrariamente, è uguale a zero (equilibrio rispetto alla
rotazione).
La sintesi di queste condizioni è espressa dalla forma:
0
0
tot
tot
F
M
Un corpo rigido può traslare (muoversi nello spazio) e ruotare,
quindi
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L’equilibrio dei solidi
Riepilogo
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Le leve
Una leva è un’asta rigida che può ruotare attorno a un punto fisso
chiamato fulcro.
Scegliendo O coincidente con il fulcro:
è la forza resistente (da bilanciare);
è il suo braccio (braccio resistente);
è la forza motrice (che deve
bilanciare ):
è il suo braccio (braccio motore).
Le leve sono dispositivi per amplificare o ridurre le forze.
RF
MF
RF
Rb
Mb
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Equilibrio delle leve
Una leva si dice:
vantaggiosa se permette di equilibrare una forza resistente più
La condizione di equilibrio rotazionale del corpo rigido applicata
alle leve diventa:
intensa mediante una forza motrice più debole;
svantaggiosa in caso contrario.
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Classificazione delle leve
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Il baricentro
Il baricentro o centro di gravità di un
corpo rigido è il punto di applicazione della
forza-peso totale del corpo.
I corpi di forma simmetrica e
omogenei hanno il
baricentro nel centro di
simmetria. Invece nei corpi
di forma
irregolare e/o
disomogenei il
baricentro può
trovarsi anche
all’esterno del
corpo.
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L’equilibrio di un corpo
Un corpo appeso per un punto P è in equilibrio
se il suo baricentro G si trova sulla retta
verticale che passa per P.
Un corpo appoggiato su un
piano orizzontale è in equilibrio
se la retta verticale che passa
per il suo baricentro interseca la
base di appoggio.
Appeso
Appoggiato