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Una brochure concepita come breve e semplice guida per entrare velocemente nel mondo dei Linked Open Data

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”UN DATO TIRA L’ALTRO”

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Open Data e Linked Open Data: dati aperti, collegatie usabili

Aperti

Gli Open Data (OD) sono dati che possono essere liberamenteutilizzati, riutilizzati e ridistribuiti da chiunque, soggetti eventualmentealla necessità di citarne la fonte e di condividerli con lo stesso tipo dilicenza con cui sono stati originariamente rilasciati; devono garantiredisponibilità (accesso), riutilizzo (ridistribuzione) e partecipazioneuniversale.

Collegati

La disponibilità e il rilascio di OD è dunque un patrimonio prezioso;ma affinché si possa valorizzare del tutto l’informazione l’aperturada sola non è sufficiente.È necessario rendere gli OD autodescrittivi e poter inferire conoscenzadall’aggregazione e correlazione di dataset differenti.Occorre inoltre favorire la facilità d’uso, il reperimento e il consumosia per gli esseri umani che per le macchine.Tutte queste limitazioni, rappresentate dal modello OD, sono superabilisolo attraverso l’utilizzo di tecnologie semantiche, le uniche in gradodi conferire ai dati (aperti e non) un’identità e di renderli collegabilitra loro e interoperabili: Linked Open Data (LOD).Dunque, il modello LOD propone un approccio tecnologico emetodologico per collegare tra loro gli OD e renderli parte di un unico

spazio informativo globale e condiviso, il cosiddetto web semantico,ossia una rete di dati di natura differente direttamente elaborabili daicomputer, in modo tale che essi siano combinabili tra loro.

Usabili

I Linked Open Data fanno dell’interoperabilità dei dati uno deglielementi chiave di un nuovo modo di considerare l’informazione. L’interoperabilità è l’innovazione legata alla gestione e alla trattazionedei dati, in quanto ne permette un uso inatteso e diversificato rispettoalla semplice pubblicazione di “dati grezzi”.Il valore dei dati infatti aumenta quando differenti dataset, prodottie pubblicati da soggetti diversi tra loro, vengono incrociati liberamenteda terze parti.La creazione di valore aggiunto sui dati viene perseguita attraversola realizzazione di applicazioni software grazie alle quali la rete deidati restituisce informazioni approfondite e facilmente esplorabili chehanno un’infinità di risvolti pratici , offrendo a qualsiasi utente servizidi interesse sociale ed economico. ■

Di cosa stiamo parlando

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Per distinguere i diversi formati utilizzabili nella codifica dei set didati o dataset, è stato proposto in seno al W3C (World Wide WebConsortium, un Consorzio internazionale fondato nel 1994 conl'obiettivo di potenziare e diffondere il WWW) un modello dicatalogazione ideato da Tim Berners Lee, inventore del Web,presidente del W3C e professore presso il prestigioso MIT di Boston.Il modello di classificazione si basa su una scala di valori che va da1 (una stella) a 5 (cinque stelle):

★ È il livello base, costituito da file non strutturati(formati come .gif, .jpg, .png). Una sola stella indica la semplicedisponibilità di una informazione e di un dato online, in un formatoqualsiasi, purché distribuito con licenza aperta. I dati distribuiti inquesto formato sono leggibili e stampabili dagli utenti, possono essereconservati localmente su un PC e sono semplici da pubblicare. Tuttavianon sono un formato aperto in quanto non è possibile effettuare sudi essi alcuna elaborazione

★★ Questo livello indica dati strutturati ma codificaticon un formato proprietario (ad esempio Excel). I dati caratterizzatidalle due stelle non sono un formato aperto in quanto per elaborarliè necessario un software proprietario (adatto all’elaborazione diformati proprietari), tuttavia di norma possono essere convertiti –essendo dati strutturati – in dati aperti

★★★ Questo livello indica dati strutturati ecodificati in un formato non proprietario (ad esempio il formato CSV).

Tre stelle indicano, oltre alle possibilità offerte dai dati contraddistintida due sole stelle, la possibilità di effettuare elaborazioni sui datisenza esser costretti ad utilizzare software proprietario. Quellocaratterizzato dalle tre stelle è il formato più semplice di dati aperti

★★★★ Questo livello indica dati strutturati e codificatiin un formato non proprietario che sono dotati di un URI8 che li rendeindirizzabili sulla rete e quindi utilizzabili direttamente online,attraverso l’inclusione in una struttura basata sul modello RDF(Resource Description Framework). Quattro stelle indicano quindi ilfatto che il singolo dato di un dataset, disponibile online in un formatoaperto (tipicamente XML/RDF) può essere richiamato attraversoun’URL (Uniform Resource Locator) specifico. Ciò consente di puntareal dato o ad un insieme di dati da una applicazione o accedervidall’interno di un programma che può poi elaborarlo in vari modi

★★★★★ Questo livello indica quelli che vengono definitiLinked Open Data (LOD). Quei dati aperti, cioè, che oltre a risponderealle caratteristiche indicate al punto precedente presentano anche,nella struttura del dataset, collegamenti ad altri dataset. In altritermini, grazie al ricorso al già citato modello di descrizione dei datiRDF, è possibile collegare dinamicamente tra loro più dataset,incrociando così informazioni provenienti da fonti diverse

Il modello delle 5 stelle

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I punti cardinali entro cui è stata mappata l’obbligatorietà degli ODpossono essere rintracciati nelle seguenti norme:

● La prima è l’art. 18 del decreto legge n. 83, convertito il legge n.134 il 7 agosto 2012: Amministrazione aperta - sancisce per la primavolta in Italia l’obbligo di pubblicare online, entro il 1° gennaio 2013,dati che siano “di facile consultazione, accessibili ai motori di ricercaed in formato tabellare aperto che ne consenta l’esportazione, iltrattamento e il riuso ai sensi dell’articolo 24 del decreto legislativo30 giugno 2003, n. 196”● La seconda, invece, è contenuta nel recente Decreto Crescita 2.0,approvato con Decreto Legge il 18 ottobre 2012, n. 179 e convertitocon la Legge 17 dicembre 2012 n. 221, in cui si indicano lemodifiche apportate al CAD relative al dato pubblico, definendo nellospecifico cosa si intende per dato di tipo aperto: “reso pubblico,documentato esaustivamente e neutro rispetto agli strumentinecessari per la fruizione degli stessi”.Inoltre, ne vengono ulteriormente identificate e delineate lecaratteristiche intrinseche; i dati aperti sono:● Disponibili con una licenza che ne permette l’utilizzo da parte dichiunque, anche per finalità commerciali● Accessibili attraverso le tecnologie dell’informazione e dellacomunicazione in formati aperti, adatti all’utilizzo automatico daparte di programmi per elaboratori e provvisti dei relativi metadati● Resi disponibili gratuitamente attraverso le tecnologie dellacomunicazione e dell’informazione, oppure resi disponibili ai costimarginali sostenuti per la loro riproduzione e divulgazioneInoltre:● L’Agenzia definisce e aggiorna annualmente le linee guida

nazionali che individuano gli standard tecnici, compresa ladeterminazione delle ontologie dei servizi e dei dati, le procedure ele modalità di attuazione […]

Infine, dal 19 marzo 2013, tutti i dati e i documenti che le pubblicheamministrazioni pubblicano con qualsiasi modalità, senza l’espressaadozione di una licenza d’uso, si intendono rilasciati come dati aperti(open data by default).

Per maggiori approfondimenti, si rimanda a :

• Direttiva 2003/98/CE “Riutilizzo dell’informazione del Settore Pubblico”• D. Lgs. 36/2006 “Attuazione della Direttiva 2003/98/CE”• D. Lgs. 42/2005 “Istituzione del Sistema Pubblico di Connettività – SPC”• D. Lgs. 82/2005 “Codice dell’Amministrazione Digitale – CAD”• D. Lgs. 179/2012 “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”• Direttiva 2007/2/CE “Infrastruttura per l’informazione territoriale nella CE – INSPIRE”• D. Lgs. 32/2012 “Attuazione della Direttiva 2007/2/CE”• Quadro delle delibere locali per la regolamentazione e istituzionalizzazione degli OD, divise per regioni, provincie autonome e comuni

Quadro normativo

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1. Individuazione e selezione dei dataset – è il puntodi partenza dell’intero processo. Le dimensioni di un patrimonioinformativo sono, generalmente, molto vaste ed unapubblicazione massiva dei dati in formato aperto spesso non èpraticabile. Da qui, la necessità della selezione di un sottoinsiemedi dati che ha senso aprire e tradurre in LOD. È necessario, quindi, organizzare il lavoro di selezione seguendocriteri di valutazione opportunamente predefiniti, al fine direndere quanto più fluido possibile l’intero processo.

2.Bonifica – i dati all’interno dei sistemi informativi o degliarchivi sono spesso “sporchi” e non immediatamente pronti perla pubblicazione o per le dovute elaborazioni (incompletezza deidati, diversità dei formati, significati ambigui, …). La qualitàdel dato rappresenta quindi un aspetto particolarmenteimportante perché un dataset sporco può rendere inefficienti, oaddirittura impraticabili, alcune operazioni di confronto, disimilitudine e di aggregazione sui dati.

3.Analisi e modellazione – gli obiettivi di questa fase sonodi formalizzare il modello concettuale e dare unarappresentazione coerente con esso del dataset di riferimento.Rappresenta quindi una ristrutturazione logica e concettuale deidati; un processo di reingegnerizzazione e refactoring della baseinformativa.Sia il modello concettuale sia il dataset, alla fine di questa fase,saranno rappresentati in RDF.Il Resource Description Framework (RDF) è lo strumento baseproposto da W3C per la codifica, lo scambio e il riutilizzo di

metadati strutturati e consente l'interoperabilità tra applicazioniche condividono le informazioni sul Web.Analizzato lo schema logico dei dati se ne ricostruisce lo schemaconcettuale originale attraverso ontologie; acquisendo l’ontologiadi dominio, se esistente, o attraverso una creazione/integrazionedi ontologie laddove l’ontologia evidenziasse elementi ambigui,mancasse di elementi o ne avesse in eccesso.

4.Arricchimento – in questa fase i dati, precedentementemodificati e modellati, sono arricchiti attraverso l’esplicitazionedi informazioni di contorno (meta datazione) che nesemplifichino il riutilizzo e/o attraverso la derivazione dicontenuto informativo aggiunto tramite l’utilizzo di tecniche diestrazione automatica dell’informazione o di ragionamento(inferenza).Come i dati, anche i metadati vengono espressi in RDF. Alcunidei metadati più utili ai fini della interoperabilità e del riutilizzosono:- informazioni sulla semantica del dato, che servono per chiarireil significato dei dati- informazioni di contesto, che permettono di descrivere i confinidi validità del dato- informazioni di provenienza, che descrivono come e da chi idati sono stati prodotti

5. Linking esterno (interlinking) – in questa fase il contenutoinformativo locale viene legato ad altre informazioni, sia interne (aldataset di riferimento) che esterne. È solo da questo momento che idati possono attestarsi a livello 5 della classifica di qualità dei LOD.

Generare un dataset lod: i 7 passi

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6.Validazione – in generale, possono essere eseguiti tre tipidi validazione: • Validazione sintattica: viene verificato che il contenuto dei datirispetti i formati standard• Validazione logica: si individua un insieme di casi di test chedevono essere soddisfatti• Validazione concettuale: viene verificata l’adeguatezzadell’ontologiaIn generale, se solo uno dei tre tipi di analisi fallisce è necessarioricontrollare le fasi precedenti.

7.Pubblicazione (e aggiornamento dei dati) – è qui intesacome un processo incrementale attraverso cui si rilasciano,progressivamente, dati sempre più raffinati. Uno degli aspettiprincipali di questa fase è la selezione della piattaformatecnologica di pubblicazione; è molto importante che metta adisposizione funzionalità che facilitino il riutilizzo el’interoperabilità.

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L’aspetto relativo delle licenze è cruciale per quanto riguarda l’usoche gli utenti possono effettivamente fare dei dati, i vincoli di copyrightda applicare a lavori derivati da quei dati, il mantenimento dellapaternità sui dati.Premettendo che il mondo è diventato vasto, in linea di massima lelicenze più diffuse sono quelle basate su Creative Commons (CC),affermatesi come standard de facto a livello internazionale.In funzione delle specificità dei diversi insiemi di dati, o degli obiettiviche si intende raggiungere, è possibile scegliere tra diversi tipi dilicenze.

Licenze Creative Commons1. Licenza Creative Commons Zero (CC0): esprime la più ampia elibera utilizzazione gratuita, anche per fini commerciali e con finalitàdi lucro. Apponendo su un documento la dichiarazione CC0 si rinunciaa tutti i diritti sul documento e sui suoi contenuti, dati inclusi, nellamisura massima possibile prevista dalla legge2. Licenza Creative Commons Attribuzione (CC-BY): permette alsoggetto utilizzatore di riprodurre, distribuire, comunicare, esporre,rappresentare, nonché di modificare e usare un insieme di dati anchea fini commerciali con il solo obbligo di attribuire la paternitàdell’opera nel rispetto delle modalità indicate dall’autore stesso nella,o a corredo, della licenza. In virtù della sua natura concettuale, questa Licenza può essere stesamediante alcuni attributi:• Share Alike (SA): obbliga i lavori derivati a essere licenziati conla stessa licenza del lavoro originale• Non Commercial (NC): consente la copia, la distribuzione e l'usodel lavoro (o dati) solo per scopi non commerciali

• No Derivative Works (ND): consente la copia, distribuzione e l'usodel lavoro, impedendo la creazione di lavori derivati.La combinazione di questi attributi genera di fatto altre licenze (manon tutte le combinazioni avrebbero senso); nella pratica siconsiderano:• CC-BY-SA: Attribution Share Alike• CC-BY-NC: Attribution Non-Commercial• CC-BY-ND: Attribution No Derivatives• CC-BY-NC-SA: Attribution Non-Commercial Share Alike• CC-BY-NC-ND: Attribution Non-Commercial No Derivatives

Nota: a differenza della licenza CC-BY sopra descritta, successiveversioni della CC-BY Italia producono sul diritto sui generis della bancadati i medesimi effetti della licenza CC0, ovvero una rinuncia totalee incondizionata ai diritti.

Licenze italianeLe licenze italiane sono la Italian Open Data License 2.0 (IODL 2.0),che permette all’utente di consultare, estrarre, copiare e pubblicare idati liberamente, oltre alla possibilità di creare un lavoro derivatointegrando diversi dataset; la IODL 1.0, simile alla prima ma conl’obbligo da parte dell’utente di pubblicare o condividere i lavoriderivati con la stessa licenza.

Dal copyright al copyleft : quali licenze?

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Agenda Digitale Europea

L’Economia dei Dati, un settore emergente nel panorama economicoattuale e basato sulla pubblicazione e l’utilizzo dei dati, costituisceun fattore chiave per lo sviluppo sostenibile in Europa.Nata dal raggiungimento di importanti progressi tecnologici, comequello dei Linked Open Data, è sostenuta da numerose azioni politichepromosse dall’UE, come l'Agenda Digitale.L’Agenda è stata presentata dalla Commissione europea ed è unadelle 7 iniziative su cui si basa la strategia “Europa 2020”, in cuisono fissati gli obiettivi per la crescita dell’Unione (UE).Si basa sulla necessità di sfruttare al meglio il potenziale delletecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) per favorireinnovazione, crescita economica e progresso.Secondo le direttive, ogni Stato si è impegnato a recepirla nel proprioordinamento, introducendo diversi principi tra i quali quello di un“mercato digitale unico” che sia basato su Internet e su softwareinteroperabili, cioè in grado di dialogare fra loro e di utilizzare datisenza problemi di compatibilità.

Dunque, i Linked Open Data rappresentano un cardine fondamentaleper una strategia di sviluppo efficace.L’attività della Commissione europea in questo settore, mediante ilfinanziamento di progetti, appalti e bandi di gara, comprende:- il sostegno allo sviluppo di portali dove pubblicare Open e LinkedData, indipendentemente dal contesto e dal tipo di informazioni;- la cooperazione con gli Stati membri dell’UE in materia di formatidei dati e interoperabilità tra portali contenenti Open e Linked Data;- il migliorare accesso e fruibilità dei dataset, leggibili anchemeccanicamente, affinché tutti possano usufruire di informazioniarricchite e, quindi, di maggior valore;- il guidare le PA, enti pubblici o privati e cittadini verso il nuovoparadigma “Open” attraverso la realizzazione di linee guida e raccoltadi best practices

Cosa sta facendo l’Europa

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Agenda Digitale Italiana

L'Agenda ricalca i pilastri indicati dalla Commissione europea,adattandoli e orientandoli verso le necessità italiane.Relativamente al paradigma Linked e Open Data, gli obiettivi primarisono:• Realizzare interventi strategici a valenza sistemica seguendoquattro asset principali:- amministrazione digitale- istruzione digitale- sanità digitale- giustizia digitale• Stabilire un quadro generale delle regole, per valorizzarel’intelligenza dei territori, certo e condivisoI benefici per i sono molti:• possibilità di creare servizi innovativi, semplificati e più efficienti,per cittadini ed imprese;• aumento delle opportunità per essere informati e in modo piùaderente alle reali necessità;• partecipazione attiva (diritti ma anche responsabilizzazione; ilconcetto viene espresso con il termine: accountable)

Le iniziative d’apertura del patrimonio informativo avviate in Italia,da parte di pubbliche amministrazioni centrali e locali, sonomolteplici e di difficile elencazione.Per rimanere aggiornati su tutte le iniziative di Open Data il 18ottobre 2011 è stato inaugurato il portale dati.gov.it; è stato creatoun dataset, aggiornato periodicamente, che descrive i daticatalogati sul sito e li rende maggiormente interpretabili attraversoinfografiche.Inoltre, dal 18 giugno 2013 l’Italia aderisce, insieme a Stati Uniti,Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Canada e Russia allaCarta dei Dati Aperti del G8 (Open Data Charter) attraverso laquale i Paesi aderenti si impegnano ad adottare politiche di aperturadel patrimonio informativo delle pubbliche amministrazioni in logicaopen data.

Cosa sta facendo l’Italia

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La società @CULT, per concretizzare l’opportunità offerta da ODe LOD di amplificare il valore dei dati, opera su:• trattamento dei dati (per renderli completi, primari, tempestivi,accessibili, machine readable, ricercabili, riutilizzabili e permanenti),garantendone la qualità;• gestione del ciclo di vita dei dati (analisi, acquisizione, modifica,aggiornamento, verifica e metadatazione);• generazione di dataset LOD, attraverso l’iter metodologico dei “7passi”, garantendo il livello 5 della classifica di qualità;• pubblicazione di dataset LOD in grado di migliorare i processi digestione ed utilizzo dei dati;• connessione tra Dataset, permettendo così mashup tra dati esorgenti fortemente eterogenei;• progettazione, integrazione ed applicazione di ontologie;• ingegnerizzazione del sistema per la fruizione dei dati,fondamentale per implementare strategie e portali Open Data.

Di particolare interesse è la realizzazione di molteplici progetti,tra cui:

1. “Innovative Technologies And Cultural Heritage Aggregation”(ITACH@) : l’azienda ha realizzato OpLiDaF, uno strumentoinnovativo per la valorizzazione ed il rilancio culturale, turistico edeconomico dell’industria culturale. OpLiDaF, operando conmetodologie afferenti il Semantic Web, si costituisce come nodoprincipale del network della rete di contenuti culturali (nell’ambitodella digitalizzazione delle risorse culturali) rispondendo con efficaciaalla emergente necessità di realizzare una integrazione fra sistemiattraverso la realizzazione di infrastrutture di dati.

2. “Museal Innovation: New ERgonomic Visit Approach”(MINERV@): si è effettuata la pubblicazione di un dataset secondoi principi dei Linked Open Data, a partire dalla base di conoscenzadel Museo Galileo di Firenze, e il collegamento integrativo con datasetdi altri Enti afferenti. Inoltre, è stato ingegnerizzato un avanzatostrumento di indicizzazione e visualizzazione delle informazioniottenute da questa elaborazione.

3. National Széchényi Library (Biblioteca Nazionale Ungherese):collaborazione per la produzione di un thesaurus in formato RDF/SKOSe sua integrazione nel motore di ricerca avanzato in uso presso labiblioteca, per il potenziamento, attraverso strumenti semantici, delrecupero delle informazioni

4. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze : realizzazione di unostrumento di indicizzazione e la produzione automatica di parole chiavesignificative ai fini della soggettazione della documentazione digitalericevuta dalle Università italiane (per deposito legale), attraversol’utilizzo di strumenti proprietari ed open source e l’uso del NuovoSoggettario di Firenze, il thesaurus nazionale italiano convertito informato RFD/SKOS (Linked data)

5. Automatic publication under LInked dAta paradigm of libraryDAta (ALIADA): il progetto, che vede la partecipazione di Spagna,Italia e Ungheria si colloca nell’ambito del programma quadro di ricercaconcepito per consolidare lo Spazio Europeo della Ricerca (SER).L’obiettivo è quello di rendere le basi di conoscenza di biblioteche emusei, convertite secondo il paradigma LOD, facilmente pubblicabilied interoperabili attraverso la condivisione delle loro collezioni.

Cosa facciamo noi

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6. Studio di fattibilità di un progetto di conversione in RDF dei datidel sistema MAB Trentino. Lo studio include l’analisi dei datiprovenienti dal catalogo delle biblioteche e dal catalogo degli archividel Sistema Provinciale di Trento, la scelta delle ontologie diriferimento e la mappatura di differenti formati di origine in RDF

7. Proposizione del progetto: innovative Learning In KnowledgeEnvironment (iLIKE), una innovativa piattaforma in grado diintegrare sistemi di Knowledge Management ed E-Learning con le piùmoderne tecnologie web 2.0 e semantic web, per edificare basi diconoscenza attraverso la raccolta, classificazione, analisi,valorizzazione e distribuzione di saperi pertinenti, tempestivi edaccurati.

I nostri prodotti

Negli ultimi anni @CULT ha rivolto l’attenzione alla creazione distrumenti semantici per potenziare le funzioni di ricerca e fruizionedelle informazioni sul web, attraverso lo sviluppo di applicazioni cheutilizzano linguaggi e standard riconosciuti nei settori più evoluti delmondo dell’informazione.

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OliSuite è l’LMS – Library Management System – proposto da@Cult per la gestione dell’intero flusso operativo di biblioteche earchivi: dalla selezione del materiale, alla catalogazione, alladistribuzione attraverso il prestito e la pubblicazione sul web. OliSuiteè totalmente web-based ed è sviluppata secondo i principi ed ilmodello di architettura orientata ai servizi (SOA), dove i serviziidentificati, descritti ed ‘inventariati’ sono coordinati all’interno di unframework facilmente configurabile per comporre al meglio i processioperativi (di business) necessari.

Particolarmente attento alle evoluzioni del mondo catalografico erifacendosi all’ormai noto slogan “La biblioteca fuori di sé”, cherimanda al concetto di andare a cercare i potenziali utenti laddovequesti si trovano (prima di tutto sul web), il modulo di catalogazionedi OliSuite apre al nuovo standard RDA (Resource Description andAccess), il nuovo codice internazionale per la descrizione e l’accessoalle risorse, che diventa uno strumento per l’intero universobibliografico e per il nuovo contesto digitale, in cui le risorse sonogestite da una comunità ampia ed eterogenea, fatta di editori, disoggetti che ne controllano e detengono i diritti di distribuzione ed

uso, di librerie e distributori, di enti (biblioteche, archivi, musei,produttori di banche dati e repositories, agenzie bibliografiche) cheraccolgono, conservano e rendono fruibili queste risorse.

Saldamente ancorate ai modelli concettuali FRBR e FRAD e agli ICP,International Cataloguing Principles, RDA assumono da questil’approccio all’analisi entità/relazioni, la terminologia, l’attenzioneall’opera più che alla specifica pubblicazione (e quindi all’entità omessaggio informativo in sé, ovunque e comunque esso siamemorizzato o espresso), la centralità assoluta dell’interessedell’utente, in nome del quale ogni scelta catalografica va realizzata.Agli obiettivi di trovare, identificare, selezionare e ottenere, mutuatidai modelli FRBR e FRAD, RDA aggiunge l’obiettivo di navigare tradati e metadati, nell’ampio universo bibliografico, secondo unamodalità ampiamente diffusa tra i frequentatori del web.

L’attenzione agli accessi più che alla descrizione della risorsa, alladefinizione di relazioni tra le varie entità, all’uso di ontologie evocabolari universalmente riconosciuti, all’attribuzione di identificativi

univoci alle risorse, a linguaggi di marcatura riconosciuti dal W3Ccome standard per la costruzione del web semantico attraverso ilinked data, la focalizzazione sui dati relativi al supporto, alcontenuto e al formato della risorsa, e tanti altri elementi specificidel nuovo standard, lo rendono strumento indispensabile per fare inmodo che quanto prodotto dalle biblioteche e da tutti gli istituticulturali e della memoria, diventi parte del web e non solo sul web!

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Open Linked Data Framework - OpLiDaF è un framework di nuovagenerazione sviluppato con tecnologie e linguaggi altamenteintegrabili, aperto ed estensibile, per la produzione di linked data inRDF attraverso la conversione dei dati da eterogenei formati originari.Il Resource Description Framework (RDF) è lo strumento baseproposto da W3C per la codifica, lo scambio e il riutilizzo di metadatistrutturati e consente l'interoperabilità tra applicazioni che condividono

le informazioni sul Web. Il sistema è in grado di generare informazionileggibili e interpretabili in maniera intelligente dalle applicazioni dirielaborazione (come i motori di ricerca); in questo modo si ha lapossibilità di generare (o tradurre) documenti in grado di essere lettida esseri umani ma anche acceduti ed interpretati da agentiautomatici di ricerca, trasformando così il Web in una grandeBase di Conoscenza.

Principali innovazioni apportate da OpLiDaF :

● capacità di raccogliere, tradurre e gestire i dati in manierapiù efficiente

● possibilità di la combinare dati provenienti da fonti diversificatepermettendo la condivisione tra più utenti ed applicazioni

OpLiDaFUn nuovo framework aperto e innovativo

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Il nuovo componente OseeGenius-FRBR consente agli OPAC eai discovery tool di arricchirsi di uno strato informativo secondo lostandard RDF (Resource Description Framework) organizzato secondoil modello FRBR (Functional Requirements for Bibliographic Records).L’RDF, lo strumento del W3C per la codifica, lo scambio e il riutilizzodei metadati in ambiente web, permette di definire un modello

semplice per descrivere le relazioni tra le risorse, in termini di proprietàidentificate da un nome e relativi valori. Nel caso delle informazionibibliografiche provenienti da un catalogo le risorse sono i documentiche un utente cerca, identificabili attraverso proprietà e relativi valori,e relazionate ad altre risorse: l’opera scritta da un autore, tradotta indifferenti lingue, pubblicata da diversi editori e in differenti supporti...

Arricchisci il tuo OPAC e facilita la navigazione dei tuoi utenti

FRBR

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Tutta questa struttura informativa mette insieme in un reticolo dicollegamenti risorse differenti (l’opera , il suo autore, il suo traduttore,le differenti sue realizzazioni – le espressioni del modello FRBR – levarie sue materializzazioni – le manifestazioni del modello FRBR chesi esprimono, per esempio, in termini di pubblicazioni – altre operederivate da quella originaria e così via). L’applicazione del modellorelazionale FRBR, che non cambia il dato come catalogatooriginariamente e tradizionalmente dalle biblioteche ed altri istituticulturali, ma coglie l’occasione della conversione di questi datisecondo il paradigma dei Linked Open Data per una profondariorganizzazione degli stessi e per creare collegamenti e connessionitra dati provenienti da fonti eterogenee – opac catalografici, inventari

archivistici, cataloghi di musei, enciclopedie e repertori on-line, primofra tutti Wikipedia, – supporta gli utenti nella identificazione di ciòdi cui davvero hanno bisogno: l’edizione specifica dell’opera del taleautore, illustrata dallo specifico illustratore, pubblicata da undeterminato editore in un dato anno in un preciso formato.

I dati dei cataloghi, valorizzati dalla creazione di collegamenti adataset esterni (e open), strutturati secondo le tecnologie dei linkedopen data (e come tali ricercabili e riusabili nel web) e riorganizzatinell’ottica di una maggiore semplicità e fruibilità, tornano ad essereparte del più ampio e ricco patrimonio informativo universale, cui gliutenti accedono per ampliare la loro esperienza conoscitiva. ■

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