bisogni educativi speciali e disabilita' · bes 13. disturbo\difficoltà d'apprendimen...
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Corso di formazione per docenti neo immessi
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
E DISABILITA'
Anna Borghi
docente specializzata
marzo-aprile 2016
Parole chiave1. BES 13. Disturbo\difficoltà d'apprendimen
2.Diagnosi Funzionale 14. Prove equipollenti
3. PDF 15. Attestato di competenze
4. PEI 16. PAI
5. DSA 17. GLH
6. PDP 18. Progetto di vita
7. Direttiva Ministeriale del 27.12.2012 19. Strumenti compensativi
8. Legge 104\92 20. Misure dispensative
9. Legge 170\10 21. Mediazione didattica
10. Inclusione\Integrazione 22. CTS
11. Programmazione semplificata 23. GLI
12. Programmazione differenziata Prof Anna Borghi
Anna Borghi
Articolazione dell'intervento
- Introduzione a1) BES: Bisogni Educativi Speciali
2) DISABILI
3) DSA: Disturbi Specifici d'Apprendimento
- Attività laboratoriale
Prof Anna Borghi
Attività laboratoriale
1) Considerando la Diagnosi Funzionale o la Diagnosi clinica di un proprio alunno, si stenda il PEI o il PDP.
2) Considerando le problematiche di apprendimento di un proprio alunno, si indichino i passaggi da fare per giungere alla delibera del PDP,come alunno con Bisogni Educativi Speciali,e si stenda una bozza del PDP.
3) Si compia il monitoraggio o revisione critica del PEI o del PDP di un proprio alunno, considerando le indicazioni ricevute nell'incontro di formazione
4) Si stenda la relazione di presentazione alla commissione d'esame di un proprio alunno che dovrà sostenere gli esami di compimento del ciclo (secondaria di I o di II grado).
5) Si compia l'analisi di un caso, considerando la diagnosi fornita e si stenda il PDP. Prof Anna Borghi
Attività laboratoriale
- Ciascun docente scelga una delle 5 proposte di lavoro.- La consegna verrà eseguita individualmente o nel piccolo gruppo.- Il lavoro prodotto sarà consegnato o inviato alla docente formatrice che lo validerà.- Ottenuta la validazione, il docente inserirà il proprio lavoro nel portfolio professionale disponibile sull'apposita piattaforma INDIRE.
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BISOGNI EDUCATIVI SPECIALINormativa
- Direttiva ministeriale 27/12/2012
“Strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica”
- Circolare ministeriale 6/3/2013 applicativa
- Nota 27 giugno 2013 prot. 1551
- Direttiva Ministeriale 22 novembre 2013. prot. n. 2563
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BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)
Tre grandi sotto-categorie:
1) Alunni con disabilità
2) Alunni con disturbi evolutivi specifici (disturbi specifici dell‘apprendimento, ma anche deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell'attenzione dell'iperattività, funzionamento intellettivo al limite)
3) Alunni con svantaggio socio-economico, linguistico, culturale
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disabili DSA Disturbi evolutivi specifici (del linguaggio, della motricità
dell'attenzione, iperattività, sviluppo cognitivo limite) Svantaggio linguistico economico sociale Legge104/92 Legge 170/10 D.M. 27.12.2012
D.F. Diagnosi Diagnosi o relazionee certificazione ASL o solo delibera CdC
PEI PDP PDPsostegno
BES
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Direttiva Ministeriale 22 novembre 2013 Prot. n. 2563
La Direttiva ha voluto in primo luogo fornire tutela a tutte quelle situazioni in cui è presente un disturbo clinicamente fondato, diagnosticabile ma non ricadente nelle previsioni della Legge 104/92 né in quelle della Legge 170/2010.
In secondo luogo si sono volute ricomprendere altre situazioni che si pongono comunque oltre l’ordinaria difficoltà di apprendimento, per le quali dagli stessi insegnanti sono stati richiesti strumenti di flessibilità da impiegare nell’azione educativo-didattica.
In ultima analisi, al di là delle distinzioni sopra esposte, nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora nell’ambito del Consiglio di classe (nelle scuole secondarie) o del team docenti (nelle scuole primarie) si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici questo potrà comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative.
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Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/2014.
Chiarimenti.
Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche.Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione.
E’ quindi peculiare facoltà dei Consigli di classe o dei team docenti individuare –eventualmente anche sulla base di criteri generali stabiliti dal Collegio dei docenti – casi specifici per i quali sia utile attivare percorsi di studio individualizzati e personalizzati, formalizzati nel Piano Didattico Personalizzato, la cui validità rimane comunque circoscritta all’anno scolastico di riferimento.
Direttiva 22 novembre 2013. Prot. n. 2563
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Chi realizza l'inclusione?
“Il percorso individualizzato e personalizzato, redatto nel PDP, ha lo scopo di definire, monitorare e documentare
secondo un'elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione
degli apprendimenti.(Circolare applicativa 6 marzo 2013)
Lo strumento è il PDPe il criterio sarà quello della giustizia
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Il PDP (Piano Didattico Personalizzato)
Chi lo fa? i docenti del CdC.
Quando? all'inizio di ogni anno
Come? con Diagnosi clinica, colloqui, osservazioni
Prevede la condivisione di interventi (strumenti, strategie, misure dispensative,...) da parte della famiglia
E' firmato dai genitori
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IL PDP: Piano Didattico Personalizzato
Che cosa deve contenere?
1. Chiare motivazioni pedagogico -didattiche del Consiglio di classe2. Progettazione didattico-educativa: minimi attesi dall'alunno 3. Strumenti compensativi, misure dispensative4. Strategie d'intervento5. Criteri di valutazione
Format della scuola
Esemplificazione
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GLI: Gruppo di Lavoro per l'Inclusivita'
“Il Gruppo di Lavoro per l'Inclusività
ha funzioni di raccordo di tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola”
Nota MIUR 22 novembre 2013
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La cornice concettuale e metodologica di riferimento entro cui collocare il lavoro di individualizzazione degli
alunni con BES è quello del modello dell’O.M.S bio-psico-sociale
ICF-CY(Classificazione Internazionale del Funzionamento della
disabilità e della salute – versione per bambini e adolescenti OMS, 2007)
che considera la persona nella sua totalitàUn'osservazione in prospettiva ICF-CY diventa momento “conoscitivo” dell'alunno per raccogliere informazioni utili
per l'impostazione di attività e interventi
Da dove nasce l’attenzione ai BES?
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L’ICF orienta l’intervento educativo a modificare i fattori ambientali che, nel limitare l’attività e restringere la partecipazione, finiscono con il ridurre la performance, la capacità del soggetto e la sua interazione con il contesto.
Ridurre la disabilità significa intervenire sulle potenzialità di azione e di partecipazione della persona nei contesti di vita modificando di volta in volta quei fattori che intervengono nel determinarli.
Premessa generale l’importanza del contesto nel condizionare performance e comportamenti della persona
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Didattica differenziata funzionale ai bisogni di tutti gli alunni DIDATTICA INCLUSIVA
Adattamento, flessibilità,
personalizzazione, individualizzazione (Dario Ianes)
- materiali pensati a livello diverso di complessità
- modalità diverse di lavoro (mediatori attivi, iconici, analogici,
non solo simbolici )
- adattamento di libri di testo
- apprendimento cooperativo e tutoring tra pari
- la metacognizione in classe
- uso mirato delle nuove tecnologie
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Il futuro del nostro tempo sta nel sapere affiancare all'analisi della fatica dell'alunno la strategia d'aiuto migliore.
Per questo occorre
formazione degli insegnanti
strategie didattiche
professionalità
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DISABILINormativa
Legge 5 febbraio 1992, n. 104
"Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate."
Art1. La Repubblica:
a) garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società;
Art. 12 (Diritto all'educazione e all'istruzione)
3. L'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.
4. L'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap.
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Quando ci sono segnali che qualcosa non funziona
L'insegnante che rileva nell'alunno difficoltà di apprendimento:
- compie osservazioni attente e sistematiche;
- attua interventi mirati;
- si confronta con i colleghi.
Se la difficoltà persiste, convoca i genitori per
- comunicare quanto osservato;
- raccogliere informazioni che possono spiegare le difficoltà;
- invitare il genitore a far compiere al figlio\a un percorso diagnostico per “capire ciò che non va”.
La scuola segnala, NON fa diagnosi
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DISABILIDiagnosi Funzionale
Per attivazione della famiglia e/o su segnalazione della scuola, l'alunno compie un iter diagnostico presso la sanità, che può portare alla
D.F. (Diagnosi Funzionale)
Che cos'è: certificazione che attesta la situazione di disabilità del soggetto (messa in evidenza delle principali aree di potenzialità e di carenze nella fase di sviluppo osservata)
Chi la fa: Sanità
Quando: a conclusione dell'iter diagnostico
L'alunno ha diritto al sostegno
Occorre l'accertamento della commissione ASL
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DISABILIProfilo Dinamico Funzionale
Alla DF segue il PDF (Profilo Dinamico Funzionale)
Che cos'è? sintesi delle caratteristiche fisiche, psichiche, sociali e affettive e delle difficoltà e potenzialità nell'apprendimento (7 aree)
Chi la fa? Sanità, Scuola, Famiglia
Quando? subito dopo la D.F. e al passaggio di ogni ciclo scolastico (all’inizio della scuola primaria, della scuola secondaria di primo grado, della scuola secondaria di secondo grado all’inizio del terzo anno della stessa). Deve essere elaborato entro il 15 novembre.
Come? con D.F., colloqui, osservazioni sistematiche e non
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DISABILIPiano Educativo Individualizzato
La DF e il PDF permettono di stendere il
PEI (Piano Educativo Individualizzato)
Che cos'è? stesura degli obiettivi educativi e didattici che i diversi soggetti coinvolti nell'integrazione intendono perseguire; indicazione degli interventi mirati al raggiungimento degli obiettivi
Chi lo fa? Scuola, Famiglia, Sanità, Ente Locale
Quando? ogni anno, entro i primi due mesi di scuola
Come? con DF, PDF, colloqui, osservazioni sistematiche e non
PEI condiviso dall'intero Consiglio di Classe
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Format PEI
1.0 PROGETTO TERAPEUTICO RIABILITATIVO
OBIETTIVI
INTERVENTI E MODALITA’
VERIFICA FINALE
2.0 PROGETTO DI SOCIALIZZAZIONE, DI ASSISTENZAE DI INTEGRAZIONE DELLE ATTIVITA’
OBIETTIVI
INTERVENTI E MODALITA’
VERIFICA FINALE
4.0 PROGRAMMAZIONE EDUCATIVO DIDATTICA PERSONALIZZATA
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Format PEI
3.0 PROGETTO EDUCATIVO - DIDATTICO
OBIETTIVI
INTERVENTI E MODALITA’
VERIFICA FINALE
4.0 PROGRAMMAZIONE EDUCATIVO DIDATTICA PERSONALIZZATA
Esemplificazione
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DISABILICriteri per stesura PDF e PEI
I documenti vanno stesi con
- oggettività (osservazioni attente e condivise)
- concretezza (obiettivi perseguibili, interventi attuabili)
- puntualità e non genericità (definire l'obiettivo specifico e non un generico “miglioramento”)
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DISABILIGRUPPI DI LAVORO
Sono previsti dalla Legge 104\92
- GLIP presso Ufficio Scolastico Provinciale
- Gruppo H presso Ufficio Scolastico Provinciale
- GLH di Istituto ora GLI
- GLH Operativo
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DSADisturbi Specifici dell’Apprendimento
DislessiaDisortografia
DisgrafiaDiscalculia
Consensus Conference Milano 2007Criterio della discrepanza
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La normativa
Legge 170/2010 “Nuove norme in materia di difficoltà specifiche d’apprendimento”
Decreto attuativo della Legge 170\2010
12 luglio 2011
Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbo Specifico di Apprendimento
12 luglio 2011
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Segnali da non trascurare
-
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Porre attenzione a: - evidente difficoltà di lettura; - difficoltà e lentezza nello svolgimento del lavoro; - confusione tra le lettere b\d e tra i numeri 3\5; - errori ortografici ripetuti; - difficoltà a memorizzare dati; - difficoltà con la memoria di lavoro; - difficoltà a prendere appunti; - difficoltà a ricopiare dalla lavagna; - grave disgrafia; - scarsa capacità organizzativa.
Criterio della discrepanza
DSA Diagnosi Clinica
Per attivazione della famiglia e/o su segnalazione della scuola, l'alunno si sottopone a test diagnostici, che possono portare a
Diagnosi clinica
Che cos'è? attestazione di Disturbo Specifico d'Apprendimento (DSA)
Chi la fa? Sanità (ASL, La Nostra Famiglia o accreditati o equipe multidisciplinare)
Come? test standardizzati (Consensus Conference 2007)
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DSAPiano Didattico Personalizzato
No sostegno
Sì stesura del PDP (Piano Didattico Personalizzato)
Che cos'è? indicazione personalizzata degli strumenti compensativi e delle misure dispensative per
sviluppare competenze compensative (conoscenza delle proprie difficoltà, riconoscimento e uso delle strategie per compensare)
Chi lo fa? docenti del team o del CdC.
E' firmato dalla famiglia.
Quando? ogni anno, la prima volta subito dopo la consegna della Certificazione clinica
Come? con Diagnosi, colloqui, osservazioni
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La diagnosi
Le Regioni e le Aziende sanitarie si impegnano ad adottare le misure organizzative che consentono di attivare tempestivamente la consultazione per DSA.
La diagnosi di DSA deve essere prodotta in tempo utile per l'attivazione delle misure didattiche e delle modalità di valutazione previste, quindi, di norma, non oltre il 31 marzo, per gli alunni che frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo scolastico.
Fa eccezione la prima certificazione diagnostica, che è prodotta al momento della sua formulazione, indipendentemente dal periodo dell’anno in cui ciò avviene.
Accordo Stato- Regioni 25 luglio 2012
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Dopo la diagnosi
Procedura da seguire
1. La famiglia consegna la diagnosi alla Scuola, che la protocolla, la inserisce nel fascicolo personale dello
studente, ne informa il coordinatore di classe e/o il referente DSA (se è presente nella scuola)
2. La scuola prepara il Piano Didattico Personalizzato (PDP) che è condiviso anche dalla famiglia e dallo studente ( e, se necessario, dallo specialista che ha compilato la diagnosi)
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2. Il team docente o il Consiglio di classe predispone
Il Piano Didattico Personalizzato
entro il primo trimestre,
o nel corso dell'anno
immediatamente dopo la consegna di una nuova diagnosi
Il PDPstesura: chi e quando
Prof Anna Borghi
“Gli insegnanti possono riappropriarsi di competenze educativo-didattiche anche nell'ambito dei DSA...
anche in considerazione della presenza sempre più massiccia di alunni con DSA nelle classi diviene sempre più necessario fare appello alle competenze “psicopedagogiche” dei docenti curricolari”
Linee guida
Personalizzazioneattuazione
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L'insegnante
- “osserva e individua le caratteristiche cognitive dell'alunno su cui puntare per il raggiungimento del successo formativo”
- “mantiene il raccordo con la famiglia nella predisposizione della documentazione”
- è attento alla comunicazione della problematica parla con chiarezza di dislessia all'alunno e alla classe - considera il PDP strumento di lavoro
Prof Anna Borghi
Personalizzazioneattuazione
Con lo studente individuiamo bisogni e strategie
“Gli studenti ove l'età e la maturità lo consentono, suggeriscono ai docenti le strategie di apprendimento che hanno maturato autonomamente”
Linee Guida luglio 2011
Le strategie
Insieme di procedimenti, espedienti, stili di lavoro o apprendimento in grado di ridurre, se non di superare, i limiti della disabilità o del disturbo
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Personalizzazionele strategie
Le domande strategiche da rivolgere all'alunno:
- quali difficoltà incontri in... (lettura, italiano scritto, interrogazione,..)
- che cosa ti aiuta a studiare meglio?
- come hai fatto a studiare la poesia?
- preferisci leggere tu o sentire l'adulto che legge al tuo posto?
- come fai a memorizzare? a ricordare le formule, le tabelline, la pagina da studiare?...
- come vorresti che ti venisse spiegata la lezione?
- come riesci a controllare l'ansia?
- perché la verifica è andata bene? ........
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Personalizzazionele strategie
Significative: poche cose, attività o modalità di insegnamento più importanti
Realistiche: considerare le risorse e i limiti del contesto
Coerenti: evitare contraddizioni e difformità tra discipline e insegnanti
Concrete e verificabili: tutti, prima di tutto la famiglia, dovranno riconoscere se quanto è stato previsto nel PDP è stato effettivamente messo in pratica
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Il PDPle indicazioni devono essere
Centrale è una didattica efficace che realizzi
1. interventi di tipo abilitativo, per dare abilità; portano all'autonomia
2. interventi di tipo compensativo, per raggiungere risultati equivalenti
3. interventi dispensativi: evitano che il disturbo produca altri problemi.
Fondamentali sono
l'atteggiamento di osservazione attenta dell'insegnante
la riflessione metacognitiva dell'alunno
per il riconoscimento e l'uso di STRATEGIE
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Il PDPla personalizzazione
Personalizzazionequalche esempio
Alunno disortografico
1) insegno la corretta scrittura (es. v-f...)
2) fornisco tabelle o permetto la scrittura con pc e correttore ortografico
3) non valuto gli errori di ortografia
Prof Anna Borghi
Personalizzazionequalche esempio
Alunno dislessico che fatica a prendere appunti
1) insegno a prendere appunti
2) propongo l'uso del registratore o della Smartpen o fornisco prima della spiegazione uno schema che l'alunno possa completare
3) fornisco schemi, mappe, sintesi, dispensandolo dal prendere appunti
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Anna Borghi
“Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di
istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all’università nonché gli esami universitari”.
(Legge 170/2010)
Valutazione formativa
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IL PDP “Patto educativo”Il ruolo della famiglia
Le Linee guida indicano quali sono i campi d'intervento della famiglia:
- i compiti
- lo studio
- il controllo del diario
- il controllo e l'ordine dei materiali
- l'organizzazione settimanale dei compiti e dello studio
- l'uso degli strumenti (pc, mappe, sintesi vocale, audiolibro, correttore
ortografico...) usati in modo coordinato a casa e a scuola
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IL PDP: monitoraggio
““Il Dirigente Scolastico attiva il monitoraggio relativo a tutte le azioni messe in atto, al fine di favorire la riproduzione di buone pratiche e procedure od apportare eventuali modifiche”
(Linee guida, luglio 2011)
Come?
Con format o griglia predisposti dalla scuola
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Anna Borghi
Centri Territoriali di Supporto
“Le istituzioni scolastiche possono avvalersi del supporto tecnico-scientifico fornito dalla rete predisposta dal MIUR, anche attraverso i Centri Territoriali di Supporto (CTS), istituiti con il progetto Nuove Tecnologie e Disabilità (NTD)”
I CTS, e CTI, forniscono consulenze, formazione, anche in rete con altri CTS, collegamento e monitoraggio a docenti,
studenti, genitori Decreti Attuativi Art 8
www.retebescomo.it
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