b&g dossier - speciale consoli

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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 45% - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB BERGAMO - COBALTO SRL ERRS -- WYTTPIQIRXS EP R HM &+ ` ¾ In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di BERGAMO per la restituzione al mittente che si impegna al pagamento dei resi. www.businessgentlemen.it -P ZMEKKMS HM 7IVEJMRS 'SRWSPM EPPE WGSTIVXE HIPP¸IGGIPPIR^E RIPP¸EPXE KMSMIPPIVME I RIPP¸EVXI SVSPSKMIVE -P (SWWMIV 0I JSVQI HIP XIQTS presenta presenta 4VSXEKSRMWXM %RMQE &VIMXPMRK 'LEYQIX 'SVYQ 'ZWXSW (IQIKPMS +IFVHIV 7GLEJJVEXL +MVEVH 4IVVIKEY\ +PEWLYIXXI .EUYIX (VS^ .IER6MGLEVH 1EXXMSPM 1MOMQSXS 1SRXFPERG:MPPIVIX 4EPQMIVS 0E WXSVME HM YRE JEQMKPME GLI LE JEXXS HIP XIQTS I PI WYI JSVQI YRE JMPSWSJME H¸MQTVIWE I HM ZMXE 7IVEJMRS 'SRWSPM ,MWXSV] 7TIGMEP IHMXMSR 4EVQMKMERM 7[EVSZWOM 8EK ,IYIV :IVXY

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Business&Gentlemen è una rivista bimestrale dedicata al mondo delle imprese protagoniste della storia economica lombarda. I principali temi trattati sono cultura d’impresa, innovazione, formazione, internazionalizzazione, qualità, energie alternative. Tutto questo a cominciare dai volti, storie e personaggi che fanno grande questo straordinario tessuto imprenditoriale.

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presentapresenta

Sono passati cinquant'anni da quando mio padre Serafino ha scelto la sua strada. In un paese a metà tra Bergamo e Brescia, dove le dolci colline sono terreno fertile per la vite e uomini e donne si sono sempre dedicati alla famiglia e al lavoro. Una terra d'operosità, di concretezza che ha costruito il suo benes-sere con il duro sacrificio e anche un po' di cocciutaggine. In questo piccolo mondo, come la vite sui pendii, è cresciuta - lontano dagli eccessi e dal fragore - la storia della nostra famiglia e della nostra impresa, che ancora oggi porta il nome del suo fondato-re. E' stato mio padre Serafino a guardare subito più in là dell'orizzonte e ha insegnato a tutta la sua famiglia a scoprire una prospettiva diversa di pensare alla gioielle-ria e all'orologeria.

Questa prospettiva nasce da una grandissima passione per il tempo, per quello che signifi-ca in sé e per tutta l'arte che lo rappresenta nelle forme più alte. Ecco le forme. Ecco il filo conduttore di questo dossier che arriva oggi dopo 50 anni di storia a raccontare questo viaggio dentro al tempo della mia famiglia e della nostra gioielleria. Un percorso che adesso ci appare così chiaro e definito nella sua compiutezza, ma che mio padre aveva concepito ancora quando tutto era soltanto pensiero, idea, passione.

Lui ha insegnato a tutti noi che c'è un "tempo per tutto" e che prima di pensare al "tempo del raccolto" occorre sacrificarsi e lavorare al "tempo della semina". Solo così un progetto che vuole essere qualcosa di molto più grande di una banale impresa commerciale può prendere forma.

Così oggi, dopo questo lungo e paziente cammino, la nostra gioielleria vive i suoi "tempi moderni" puntando la sua attenzione alle persone, al cliente, ai partner. Perché la strada è troppo lunga e l'obiettivo troppo importante per camminare soli. Noi abbiamo sempre creduto nel tempo come misura del rapporto con le persone e, solo con questa unità di valutazione, il tempo stesso può prendere forma.

Così, in questo dossier, raccontiamo la storia di chi ha condiviso con noi questo tragitto. Dei marchi che hanno saputo dare forma al tempo con una filosofia unica per ciascuno di essi. Grandi e piccoli nomi, ma tutti straordinari nel loro modo di fare arte, nella maestria e nella cura per l'eccellenza. Questi sono i nostri compagni di viaggio. E con loro condivi-diamo una filosofia che è molto diversa dal culto del lusso in sé.

Diciamo la verità, con i soldi è facile acquistare orologi e gioielli da tutti conosciuti e riconosciuti, ma solo con la conoscenza e la cultura orologiera, con la passione del bello, ci si può avvicinare a oggetti davvero unici e straordinari. Non crediamo in chi ostenta per rassicurarsi e godere di un'accettazione da parte degli altri. Questa è la strada delle mode, degli oggetti in cui molti si riconoscono, di un'identità che non è unicità, ma scimmiotta-mento di forme di stile superficiali e imposte dagli altri.

Noi crediamo in coloro che amano il tempo e le sue forme d'alta gioielleria e arte orologie-ra per quello che rappresentano per sé stessi e basta. Niente canoni, niente schemi, ma scelte fuori dagli schemi che dimostrino una personalità compiuta. Scelte in cui credere, in un mondo che non le riconosce, scelte come quella di mio padre cinquant’anni fa. |

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Attimo dopo attimo il tempo prende forma. E le forme del tempo possono rappresentare la massima espressione dell’arte e dell’eccellenza. Ecco la prima tappa dell dossier dedicato alle storie di uomini e aziende che hanno fatto del tempo la materia prima del loro operato. Un’idea della gioielleria Serafi no Consoli che ci offre racconti straordinari di chi ha trasformato il tempo nell’unità di misura dell’innovazione. Attimo dopo attimo a cura di Ivan Consoli

C’è un TEMPO per tutto

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Cos’è il tempo?Se nessuno me lo domanda, lo so.Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda non lo so più. Sant’Agostino

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C’è un tempo per tutto, c’è un momento per ogni cosa sotto il cielo. Una sorta di determi-nazione esistenziale che trasforma il tempo nel meccanismo più straordinario e comples-so a cui si possa pensare. Attimo dopo attimo il tempo si fa storia, diviene la cifra che segna le nostre vite, le racchiude dentro un’infi nita catena di momenti, tutti unici e irripetibili. La grande legge del tempo dà anima e corpo a questo dossier, che nasce a cominciare da questo numero di B&G per raccontare le for-me d’eccellenza in cui si sviluppa. Storie di uomini e aziende che hanno fatto del tempo il cardine del proprio operato. Tra tutte queste storie straordinarie, non posso che cominciare da quella di mio padre Serafi no. A lui devo questa infi nita passione per il tempo, che è germogliata fi n da quan-do ho cominciato a respirare le sue idee e la sua incredibile capacità di guardare al di là dell’orizzonte. E’ stato Serafi no Consoli a dar

Serafino Consoli si “rispecchia” nel figlio Ivan

Gemmologo DocIvan Consoli, nell’anno 1992/93, è tra i pochi a conseguire il diploma presso il GIA – Ge-mological Institute of America e i diplomi di Maestro d’Arte Orafa e in Arte Applicata all’Istituto Benvenuto Cellini di Valenza Po. Tra la Gioielleria Serafino Consoli e il GIA si è instaurata una partnership votata alla diffusione e informazione sulla cono-scenza delle gemme

Il tempo è l’intuizione e la rappresentazione della modalità se-condo la quale i singoli eventi si susseguono e sono in rapporto l’uno con l’altro (scorrere del tempo) o come scansione ciclica e periodica dell’eternità. Il vocabolario della lingua italiana ri-porta come defi nizione di tempo la seguente: “successione il-limitata di istanti in cui si svolgono gli eventi e le variazioni delle cose; il succedersi dei diversi stati del nostro spirito”. Il concetto di tempo costituisce uno dei problemi costanti anche dal punto di vista della rifl essione fi losofi ca. Nella storia della fi losofi a ci sono state le due concezioni secondo le quali il tempo è o circolare ed ha come simbolo la ruota della vita (ad oriente) oppure lineare (occidente). Ormai si tende però a considerare come troppo schematica questa contrapposizione ed a ritenere presenti nel pensiero antico greco sia una concezione ciclica sia una nozione del tempo storico. il concetto di tempo nella fi lo-sofi a antica si riassume nella defi nizione di “un ordine oggetti-vo misurabile nel movimento” cioè come misura del perdurare delle cose o come ritmica successione delle fasi della natura. Il concetto di tempo si presenta infl uenzato dalla cosmogonia che

riteneva Crono, il tempo appunto, padre di tutte le cose.Nella fi losofi a pitagorica il tempo è concepito come ordine e rit-mo del movimento cosmico. Con Parmenide il tempo comincia ad assumere un senso problematico che lo caratterizzerà come questione fi losofi ca poiché viene contrapposto all’immutabili-tà e all’eternità dell’essere. Egli infatti negando il movimento negava anche il tempo, sostenendo che l’essere è “sempre, ora, tutto insieme” e “la dike non gli ha concesso né di nascere né di perire”. Il primo testo in cui compare il problema del tempo è il “Ti-meo” di Platone in cui quest’ultimo defi nisce il tempo come “immagine mobile dell’eternità” che “procede secondo il nu-mero” ed è gerarchicamente inferiore proprio all’eternità. Nella dottrina platonica il tempo è infatti misura del movimento ma solo del mondo materiale sottoposto alla Doxa in cui hanno senso i concetti di passato, presente e futuro rispetto all’eternità e all’immutabilità dell’iperuranio: il mondo delle idee. Immagine del tempo per Platone è il cielo che con i suoi astri fornisce la misura dell’avvenire temporale che è composto dall’

Il tempo nella fi losofi a classica

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vita all’azienda che oggi rappresento. Una gioielleria diven-tata col passare degli anni, sempre di più un punto di riferi-mento a livello nazionale per numerosi marchi di grandissi-mo prestigio. Questo percorso è nato dalla sua idea di tempo collegato alla famiglia e all’impresa. Non c’è mai stato il caso nel mezzo del cammino di Serafi no, ma ogni attimo è stato scandito da scelte precise, dalla lungimiranza nel costruire un esempio di modernità e d’eccellenza. Così quando ha insegnato alle nuove generazioni, ai sui fi gli cosa signifi casse per lui fare questo lavoro, non ha potuto far altro che trasmettere questa grandissima attenzione, ma anche rispetto per il tempo. Oggi tre generazioni hanno calcato il palcoscenico della gio-ielleria Serafi no Consoli e la fi losofi a è sempre stata la stessa: “Attimo dopo attimo, coltivare l’amore per l’arte e le sue rap-presentazioni nel mondo della gioielleria e dell’orologeria”. Per questo ci siamo sempre dedicati alla ricerca del bello, senza accontentarci dei prodotti etichettati e confezionati che spesso tutti propongono. L’arte è anche sperimentazione, in-novazione, ma soprattutto unicità. Scegliere questa direzio-ne, signifi ca percorrere la strada della consapevolezza, dello studio, del rigore, del tempo speso in omaggio al tempo. Se c’è un tempo per tutto, adesso è il tempo delle idee. Quello che, attimo dopo attimo, stiamo vivendo ora, mentre scrivia-mo queste pagine. Infatti, da una di queste idee nasce il pro-getto di questo dossier che racconta il vero lusso del tempo.

Non negli oggetti, sta il lusso, ma nel tempo che dedichia-mo per viverli con passione. Non nelle cose, sta il lusso, ma nell’arte che trasforma una cosa in un’opera viva. Questo è il tempo che vi racconteremo nel corso di questo dossier |

“Attimo dopo attimo, coltivare l’amore per l’arte e le sue rappresentazioni nel mondo della gioielleria e dell’orologeria”. Per questo ci siamo sempre dedicati alla ricerca del bello, senza accontentarci dei prodotti etichettati e confezionati che spesso tutti propongono. L’arte è anche sperimentazione, innovazione, ma soprattutto unicità

Il tempo per GibramE un astronomo disse: “Maestro parlaci del tempo.” E lui rispose: “ Vorreste misurare il tempo, l’incommensurabile e l’immenso. Vorreste regolare il vostro comportamento e dirigere il corso del vostro spirito secondo le ore e le stagioni. Del tempo vor-reste fare un fiume per sostare presso la sua riva e guardarlo fluire. Ma l’eterno che è in voi sa che la vita è senza tempo. E sa che l’oggi non è che il ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi. E ciò che in voi è canto e contemplazione dimora quieto entro i confini di quel primo attimo in cui le stelle furono disseminate nello spazio. Chi di voi non sente che la sua for-za d’amore è sconfinata? E chi non sente che questo autentico amore, benché sconfinato, è racchiuso nel centro del proprio essere, e non passa da pensiero d’amore a pensiero d’amore, né da atto d’amore ad atto d’amore? E non è forse il tempo, così come l’amore, indiviso e immoto? Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre. E che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l’attesa.”

www.serafinoconsoli.it

“era” il “sarà” e l’ “è”.In seguito Aristotele defi nisce il tempo come “misura del movimento rispetto al prima e al dopo”. Egli da una parte attribuisce un movimento circolare e quindi perfetto ai cieli e accetta come punto di riferimento oggettivo per la misura del tempo il principio dell’or-dine cosmico Pitagorico, dall’altra distinguendo il mondo, eterno poiché abbraccia l’intera misura del tempo, dal primo motore immobile che è fuori dal tempo, riproduce lo schema gerarchico di Platone.In Plotino e Sant’ Agostino compa-iono l’interiorizzazione e la riduzio-ne del tempo a dimensione della co-scienza e il concetto di tempo non è più collegato al moto del mondo fi sico

ma all’anima e alla sua “vita interna”; nella concezione di questi due fi losofi permane comunque la distinzione fra il tempo e l’eternità. Plotino sostie-ne che il tempo è successione di stati all’interno dell”anima del mondo”ed il tempo è il movimento mediante il quale l’anima passa da uno stato all’al-tro della sua vita. Sant’ Agostino nelle “confessioni” e nel “de civitate rerum” esprime la relazione del tempo con il pensiero e la sua interiorizzazione e riduzione a “distensio animi”: esten-sione dell’anima. Per Agostino il pas-sato ed il futuro, che pur fan parte in-tegrante della concezione comune del tempo, non esistono se non in quanto presente che è fl uire, passaggio e, per-tanto, non misurabile. La concezione

del tempo cambia più in generale con il pensiero cristiano ed abbandona la ciclicità pagana per assumere una di-rezione lineare progressiva. Il tempo è la condizione della storia mondana che dalla caduta di Adamo procede verso la redenzione e il ritorno a Dio per approdare all’eternità spirituale. Il pensiero cristiano perciò precisò meglio, sulla linea del “Timeo“ plato-nico l’origine ( creazione) e la fi ne e il compimento (giudizio universale) del tempo.A questa concezione fi losofi ca si può affi ancare anche quella scientifi ca ba-sata sulla meccanica galileiana che concepisce il tempo come una serie di istanti omogenei idealmente rever-sibili. |

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Per tutto il Novecento la storia di Breitling è stata intimamente legata a quella dell’aeronautica. La maison offre in tutti i suoi modelli movimenti qualifi cati uffi cialmente come cronometri ed è una delle ultime marche di orologi indipendenti rimasta esclusivamente in Svizzera

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Il fornitore uffi ciale dell’aviazioneOrologi-strumento di elevata effi cienza e grande affi dabilità, progettati per i professionisti più esigenti. Cronografi che rispondono alle norme più severe in fatto di robustezza, leggibilità e funzionalità. «Strumenti da polso» che ci accompagnano in tutta sicurezza nelle imprese più impegnative in terra, in cielo e sotto i mari. Questo è il mondo di Breitling, questa è l’area pri-vilegiata in cui opera la marca che si distingue per la «B» alata. Quando Léon Breitling apre la sua offi cina a St-Imier, nel 1884, decide di impegnarsi nella produzione di strumenti altamente specializzati: gli orologi «tecnici» e i contatori di precisione. La marca conquista ben presto una fama internazionale, grazie ai contributi decisivi che porta all’evoluzione del cronografo:

primo cronografo da polso nel 1915, primo pulsante indipendente nel 1923, secondo pulsante nel 1934, cronografo automatico nel 1969. I pionieri dell’aviazione hanno bisogno di strumenti effi cienti e affi dabili, ed è naturale che si rivolgano ai prodotti Breitling. Da quel momento in poi la marca partecipa a tutti i grandi avvenimenti che segnano la storia dell’aeronautica. Nel decennio 1930-40 Breitling diventa uno dei principali fornitori dell’aviazione militare e delle grandi compagnie aeree, grazie ai suoi cronografi da polso e ai contatori di bordo. Nel 1952 Breitling lancia il celebre modello Navitimer, dotato di un regolo calcolatore circolare che per-mette di eseguire tutti i calcoli occorrenti alla navigazione aerea. Il Navitimer diventa rapida-mente un oggetto di culto per i piloti e gli appassionati dell’aeronautica. Nel 1979 la società, che per tre generazioni è stata diretta da membri della famiglia Breitling, viene rilevata da Ernest Schneider, ingegnere elettronico ed esperto pilota, il quale imprime un nuovo slancio alla mar-ca. Pur restando fedele alla tradizione aziendale, dedicata ai cronografi meccanici, Breitling si impone anche come pioniere nel settore dell’elettronica e degli orologi multifunzioni. Ernest Schneider e suo fi glio Th éodore, che oggi guida l’azienda, stringono ulteriormente i legami che l’uniscono all’aeronautica. Nel 1984 Breitling presenta al mondo il suo famoso Chronomat, un cronografo automatico progettato in stretta collaborazione con la squadriglia acrobatica italia-na delle Frecce Tricolori. Il 1995 è l’anno dell’Emergency. Si tratta di un orologio multifunzioni munito di una microtrasmittente d’emergenza che opera sulla frequenza dell’aviazione. Nel 1999 il Breitling Orbiter 3 compie un’impresa destinata a restare nella storia: il primo giro del mondo senza scalo in pallone aerostatico.

Cronografi che rispondono alle norme più severe in fattodi robustezza, leggibilità e funzionalità. «Strumenti da polso»che ci accompagnano in tutta sicurezza nelle imprese piùimpegnative in terra, in cielo e sotto i mari

Soprail retro del cronografoairwolf ravenA sinistrauna delle fasidi lavorazionenei laboratoribreitling

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Nel cuore dell’aeronauticaBreitling continua intanto a dare il suo sostegno al mondo dell’aeronautica. La fabbrica di orologi che sorge a Granges, nel cantone di Soletta, ha dato vita infatti a varie squadriglie aeree composte di mitici apparecchi che sono ormai entrati nella storia, oltre che di aerei destinati al volo acrobatico. Il nome di Breitling è portato in alto da diverse formazioni che participano regolarmente a manifestazioni aeree in tutti i continenti. Il Breitling Jet Team, per esempio, è la prima squadriglia civile al mondo che vola a bordo di jet, capaci di prestazioni eccezionali e pilotati da professionisti sperimentati. Breitling coltiva un rap-porto privilegiato con le più celebri squadriglie aeree nazionali, per le quali ha

creato degli orologi personalizzati. Inoltre la nostra marca è lo sponsor principale delle celebri «corse al pilone» che si disputano a Reno (USA), una delle maggiori manifestazioni aeronautiche del pianeta in cui si affrontano, sul deserto del Nevada, aerei favolosi lanciati a velocità vertiginose. Grazie al «Breitling Super Constellation», uno dei tre soli esempla-ri del «Super Connie» ancora in condizioni di volare, Breitling concorre a mantenere viva un’autentica leggenda volante, la più splendida testimonianza del periodo aureo degli aeroplani a elica. Breitling ha contribuito inoltre a rilanciare il volo acrobatico, e ha legato il suo nome alle manifestazioni agonistiche sostenendo i migliori piloti acrobatici. L’aviazio-ne resta dunque più che mai il migliore banco di prova degli orologi-strumento che portano la firma di Breitling. Proget-tati per i professionisti più esigenti, e partecipi alla conquista dei cieli, i cronografi Breitling alimentano la passione di quanti ricercano oggetti che incarnano il vero spirito dell’aeronautica, primo fra tuti John Travolta. Il famoso attore cinematografico è un pilota sperimentato, qualificato a pilotare ben otto diversi tipi di aerei, e vanta oltre 5000 ore di volo. Percelebrare questo suo incontro con Breitling, dal 2005 John Travolta è protagonista di una campagna stampa pub-blicitaria imperniata sulla sua professionalità di pilota e sullo stretto legame che lo unisce a Breitling.

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Soprail modellochrono matic

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Un’idea fi ssa: la qualità Legato a un mondo in cui la sicurezza è questione di vita o di morte, Breitling si è sempre sforzato di migliorare le pre-stazioni dei suoi «strumenti da polso», perfezionandone al tempo stesso l’aspetto estetico. Questa ricerca ossessiva della qualità ha toccato il culmine nel 1999: da quell’anno tutti gli orologi prodot-ti da Breitling – il 100% – ottengono la qualifi ca uffi ciale di cro-nometro. Oggi Breitling sottopone tutti i suoi movimenti, tanto quelli meccanici quanto quelli a quarzo, ai rigorosi test previsti dal COSC (Controllo Uffi ciale Svizzero dei Cronometri), la massima autorità in tema di precisione e di affi dabilità. Per raggiungere e conservare questo livello di perfezione, Breitling ha adottato tutta una serie di misure e di soluzioni tecniche esclusive, che hanno richiesto cospicui investimenti. In particolare ha fatto costruire a La Chaux-de-Fonds un edifi cio modernissimo destinato a ospi-tare Breitling Chronométrie, il centro specializzato nello studio e nella produzione di movimenti cronografi ci meccanici. Anche nell’ambito del quarzo Breitling ha introdotto importanti inno-vazioni, adottando per esempio movimenti «termocompensati» chiamati SuperQuartz™, dieci volte più precisi di un movimento a quarzo di tipo corrente. Nel 2002 la marca ha festeggiato il 50° anniversario del suo modello leader, il Navitimer, che – prodotto ininterrottamente da mezzo secolo – è considerato il decano dei cronografi meccanici. Il 2004 ha visto salire alla ribalta il Chro-

nomat in occasione dei suoi vent’anni di vita. Breitling ha presen-tato recentemente di questo suo best-seller una nuova versione, ridisegnata con sapienza e chiamata Chronomat Evolution. Infi ne Breitling ha stretto un’alleanza con un’altra marca che esibisce anch’essa come marchio una «B» alata: stiamo parlando del cele-bre costruttore britannico di automobili Bentley. Da questo felice incontro è nata una collezione di orologi che rifl ette il meglio dei due mondi. Eleganza e agonismo. Classe e bravura tecnica. Buon gusto britannico e tradizione svizzera. Tutti i cronografi e orologi «Breitling for Bentley», rifi niti con cura estrema, possiedono ca-ratteristiche tecniche esclusive e «motori» eccezionali, capaci di fornire prestazioni ineguagliate. Il loro originale design presenta i segni distintivi della celebre marca britannica, per esempio la fi nitura zigrinata dei pomelli di comando e la speciale lavorazione del cruscotto. Siamo di fronte a gioielli di meccanica racchiusi in splendide carrozzerie.

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Tutto è relativo. Prenda unultracentenario che rompe uno specchio:sarà felicissimo di sapere che ha ancorasette anni di disgrazie.Albert Einstein

Per raggiungere e conservare questo livello di perfezione, Breitling ha adottato tutta unaserie di misure e di soluzioni tecniche esclusive, che hanno richiesto cospicui investimenti.In particolare ha fatto costruire a La Chaux-de-Fonds un edifi cio modernissimo destinatoa ospitare Breitling Chronométrie, il centro specializzato nello studio e nella produzionedi movimenti cronografi ci meccanici

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La grande saga

mito francese del gioiello

La storia della casa si intreccia a doppio fi lo con quella della Francia. Dai tempi di Napoleone a oggi: il racconto dei grandi personaggiche si sono succeduti alla guida di una della maison più prestigiose al mondo

di Chaumet B&

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La storia della Maison inizia nel 1780 e si intreccia con la Storia di Francia. Due secoli di creazioni attra-verso nuove generazioni di Maestri orafi il cui savoir faire si trasmetterà senza interruzione da un respon-sabile di laboratorio a un altro. I suoi esordi hanno il sapore di una leggenda. Un giovane orafo di nome Marie - Etienne Nitot, che aveva il suo laboratorio a rue Saint Honoré, trattiene per le briglie il cavallo imbizzarrito di Napoleone Bonaparte all’epoca Pri-mo Console. L’imperatore non lo dimenticherà e gli testimonierà la sua riconoscenza per il coraggio di-mostrato facendo di lui il suo orafo personale.

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Gli esordi della saga di Chaumet hanno il sapore di una leggenda. Il giovane orafo Marie - Etienne Nitot, che aveva il suo laboratorio a rue Saint Honoré, trattiene per le briglie il cavallo imbizzarrito di Napoleone Bonaparte, all’epoca Primo Console. L’imperatore non dimentica il gesto e gli testimonia la sua riconoscenzaper il coraggio dimostrato facendo di lui il suo orafo personale.

La Residenza padronale12 Vendome: l’anima di una Maison.

La residenza padronale, sede sociale della Maison dal 1907, ospita l’am-pia boutique, i saloni storici, il Museo, il laboratorio e gli studi di cre-azione. Sulla facciata firmata da Mansart, l’impronta del XVII secolo; all’interno della residenza una nuova circolazione che permette al vi-sitatore, dopo aver scoperto la nuova boutique realizzata secondo un concetto architettonico contemporaneo, di accedere ai saloni storici del 1° piano mediante uno straordinario ascensore di vetro. Una passe-rella tra passato e modernità per il Gioielliere che quest’anno festeg-gia il suo 225°anniversario.

Il Grande Salone, classificato monumento storicoSituato al primo piano del numero 12 di Place Vendôme, il grande salone delle feste diChaumet è classificato come monumento storico dal 1927. Commissionato nel 1777 all’architetto Bélanger da Claude Baudard de Vaudrier, signore di Saint James, tesoriere generale del dipartimento della Marina del Re Luigi XVI, il luogo seduce per le sue proporzioni. Bélanger aveva desiderato che questo salone fosse in perfetta armo-nia con l’opera del suo collega Mansart. E’ per questo motivo che vi si ritrovano le colonne corinzie ispirate alle facciate che degli specchi moltiplicano all’infinito. La simmetria delle porte e delle finestre è ri-gorosamente rispettata. In questo volume non molto grande ma dalle proporzioni perfette, sono introdotti nei motivi decorativi molti rife-rimenti al tema del mare che fanno allusione alla funzione ricoperta dal proprietario del posto. Sulle porte a doppia anta sono rappresenta-ti trofei marini, delfini legati da intrecci di perle, fregi che contrap-pongono alghe e conchiglie. Al di sopra delle porte sussistono quattro medaglioni firmati da Lagrenée il giovane, nelle quali sono raffigurate scene mitologiche ispirate da Nettuno e dal commercio marittimo. Il parquet è costituito da un intarsio di ebano e cedro, ornato al centro da una rosa dei venti orientata in maniera perfettamente corretta. E’ sempre in questo salone che Frédéric Chopin ha suonato e composto per gli ultimi quattro mesi della sua vita. All’inizio dell’estate del 1849, la contessa Delphine Potocka lo invita a soggiornare nella residenza messa a sua disposizione dal conte Pahlen - inviato dello zar Nicola I - precedentemente occupata dall’Ambasciata di Russia. Il grande musi-cista romantico si spegne la notte del 16 ottobre 1849, dopo aver compo-sto la mazurca op. 68 n° 4.

Chaumet, Orafo personale di Napoleone. Nitot e fi glio: l’Impero (1780-1814)Dopo aver collaborato con Aubert, orafo della Regi-na Maria Antonietta e aver aperto il proprio nego-zio, il fondatore di Chaumet, Marie - Etienne Nitot, si crea molto rapidamente una clientela aristocrati-ca. Ma in realtà e a partire dal 1802, quando diventa gioielliere personale di Napoleone, che acquisisce la sua notorietà. Il gusto di Napoleone per i gioielli è politico. Vuole far tornare la Francia ad essere il centro di creazione del lusso e della moda come era prima della rivoluzione del 1789.

Con suo fi glio, Nitot immagina i gioielli più stra-ordinari che coniugano magnifi cenza e semplicità. Da qui nasce l’idea del diadema che attira lo sguar-do verso la parte alta del viso e corrisponde perfet-tamente ai simboli di potere e di fasto dell’epoca dell’Impero. Nel 1802 realizza la spada consolare nella quale fa incastonare il più bel diamante della corona di Francia, il famoso “Le Règent”, dal peso di 140 carati, esposto attualmente al Museo del Lou-vre. Due anni più tardi, sarà la volta dei gioielli della Consacrazione imperiale realizzati per “L‘Incorona-zione” poi del gladio imperiale.

Per Giuseppina, il cui gusto molto sicuro le consente qualunque eccentricità, crea gioielli romantici e au-daci; per Maria Luisa, realizza le parure piu sontuose quali la parure di matrimonio dell’Imperatrice Ma-ria Luisa attualmente esposta nei saloni storici, al numero 12 di Place Vendôme o il collier di diamanti off erto dall’lmperatore in occasione della nascita di suo fi glio, proclamato Re di Roma. Nel 1805, Marie - Etienne Nitot, acquisite fama e fortuna, acquista l’HoteI de Gramont situato al numero 15 di Place Vendôme che, nel 1898, diventerà l’Hotel Ritz. La successione dei Nitot padre e fi glio sarà assicurata non più dai loro discendenti ma da responsabili di laboratorio di talento: Fossin, Morel e Chaumet.

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Nell’immaginela residenza padronale 12 Vendome

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Fossin e fi glio (1786 - 1869): il periodo RomanticoJean-Baptiste Fossin e suo fi glio Jules consacrano il gioiello romanti-co Ispirato alle Arti Decorative del Rinascimento Italiano e del XVIII secolo francese. Seduce l’elite dell’epoca: la duchessa di Berry, la fami-glia di Luigi Filippo, Re di Francia, l’aristocrazia straniera (citiamo: il Principe russo Anatole Demidoff consorte della Principessa Matilde Bonaparte, nipote dell’Imperatore Napoleone I) ma anche una nuova clientela composta da pittori, da scultori, da scrittori e da artisti di teatro. E’ l’inizio del naturalismo: i due gioiellieri riproducono come degli scultori foglie d’edera, di convolvolo, di ulivo e di ippocastano, di rosa canina o di biancospino, frutti quali l’uva assemblando in modo ingegnoso topazi, smeraldi, rubini e diamanti.

Jean-Valentin Morel (1794 — 1860): il secondo ImperoSuccessore di Fossin, Morel dopo la rivoluzione del 1848 si reca in Inghilterra per sviluppare i suoi aff ari e apre un laboratorio a Londra. Seduce l’aristocrazia e i Dandy e diventa l’orafo della regina Vittoria. Assistito da suo fi glio Prosper, Morel si costruisce una clientela pre-stigiosa, che annovera l’Imperatore Napoleone III e Eugénie de Mon-tijo, il Duca di Rochefoucauld, il Duca di Luynes, il Duca di Harcourt; i banchieri pa-rigini, quali i Roth-schild, i

grandi industriali. In questo modo Parigi riconquista uno stile di vita brillante e rinnova la sua reputazione internazionale di città dell’alto lusso e della moda. Un’atmosfera propizia alla creazione di gioielli da indossare di giorno o di sera con sontuosi abiti da sera.

Joseph Chaumet (1852-1928): La Belle ÉpoqueJoseph Chaumet, sposando la fi glia di Prosper Morel e assumendo il controllo della Maison nel 1885, s’impone come Maestro indiscus-so della Belle Epoque per una creatività totalmente eccezionale per l’azienda. Creando gioielli nel contempo eleganti e maestosi, attrae una clientela regale e aristocratica. I diademi e le aigrette, emblemi sociali e accessori di moda, rappresentano un’attività molto impor-tante per la Maison. Così nascono l’Aigrette Colibrì in oro, argento, rubini e diamanti. Nel 1894, realizza l’Aigrette Soleil Levant, nella quale il motivo decorativo del Sole testimonia l’infl uenza dell‘arte giapponese o il diadema Bourbon-Parme in platino e diamanti rea-lizzato nel 1919. Nel 1907, apre la sua boutique al numero 12 di Pla-ce Vendôme, indirizzo che da allora rimane il cuore pulsante della Maison.

Marcel Chaumet (1886- 1964): L’Art Déco Iniziato alla professione di orafo da

suo padre, Marcel Chaumet, gli succede nel 1928. Lo stile dei

gioielli diventa più geometrico in armonia con la moda “alla garçon” degli Anni ‘20 che diverrà più femminile negli anni ‘30. Questo stile porta alla na-scita dell’Art Déco consa-crata dall’esposizione delle Arti Decorative tenutasi a

Parigi nel 1925 e caratteriz-zata da forti contrasti di colore,

di materiali e dall’impiego di pietre semi-preziose.

L’epoca contemporaneaSulla scia degli anni ‘45 che corrispondono

al celebre New Look di Christian Dior, Chau-met conserva la sua fama in fatto di stile e di

qualità. I disegni diventano l’eco dello stile di vita parigino. L’Alta gioielleria e l’

Haute Couture diventano

Oggi Chaumet perpetua il savoir faire dell’Orafo parigino inserendo i valori fondamentali della Maison nella modernità. Parallelamente agli ordini speciali realizzati per i grandi clienti internazionali, Chaumet rilancia l‘Alta Gioielleria e la moda del gioiello da capo, dal diadema all‘Aigrette e ai fermagli per capelli, inventa nuovi porter

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La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero; sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienzaAlbert Einstein

SopraIl diadema Bourbon Parme uno dei principali simboli della maison

Il museoAl primo piano è sufficiente aprire la porta del grande salone per entrare in un museo dove si delinea in circa 150 modelli di diademi, la storia di Francia dalla fine del XVIII secolo ai giorni nostri. All’ingresso: il ritratto dell‘ Impe-ratrice Maria Luisa dipinto nel 1812 da Robert Lefèvre in occasione della nascita del re di Roma. Su questo dipinto, acquisito da Chaumet nel 1975, l’imperatrice indossa dei gioielli creati da Nitot, il fondatore della Maison. Sulla parete, una collezione di diademi e gioielli da testa in ar-gentone, una lega di rame e stagno. Nelle vetrine, i gioielli testimoniano epoche fastose nelle quali, sotto regni diffe-renti, grandi orafi si succedono di maestro in allievo, per dare vita alla dinastia Chaumet il cui nome domina Place Vendome dal 1907. Qui si può scoprire la copia del diadema che Napoleone offrì a Maria Luisa, il pettine ornato da set-te rubini che fermava la sua acconciatura e la piccola co-rona che sormontava l’insieme. In uno scrigno, i gioielli ab-binati: orecchini a pendente, collier e braccialetti. Anche il diadema Bourbon-Parme commissionato a Joseph Chaumet nel 1919 dal Duca di Doudeauville per il matrimonio di sua figlia Edwige con il principe Sisto di Borbone Parma, fa par-te della collezione del museo. Questo diadema compare nel-la nuova campagna pubblicitaria Chaumet dove si scopre la top model Stella Tennant in due immagini che si fronteggia-

no: l’aristocrazia autentica e la modernità contemporanea. Sulla parete, un disegno cattura l’attenzione, quello della corona della Consacrazione dell’Imperatore Napoleone. Più verso di noi, gioielli da capo in diamanti e platino: Ai-grette Maria Stuarda, Kokochnik, ornamenti per capelli. Delicati colibrì rivelano la lavorazione del diamante e dei rubini. Delle foto rendono conto dell’eleganza dei clienti importanti: Lady Mountbatten, la Granduchessa Vladimir di Russia, la principessa Youssoupov, la duchessa di Westmin-ster. Su un leggio, un libro di fatture attesta i principali ordini del XIX secolo.Gli archivi: due secoli di creazioneLe creazioni Chaumet costituiscono un fondo unico come testimoniano gli archivi; 38.000 lastre di vetro conserva-te dalle origini della fotografia, 300.000 stampe originali, 80.000 disegni molti autori dei quali erano Grand Prix de Rome. Le più antiche sono le gouache Imperiali del 1805, 1810 e 1811. Se gli archivi che risalgono al Primo Impero sono at-tualmente conservati presso l’Archivio Nazionale, Chaumet conserva la totalità di quelli raccolti dal 1832: corrispon-denza di clienti, libri contabili e libri di inventario, libri di perle e di pietre, libri di visita aggiornati durante il giorno dal cassiere del negozio, disegni dal 1830, modelli di gioielli e di diademi inargentone.

indissociabili. E’ nata una nuova clientela composta da Principi indiani, del Nuovo Mondo e della settima arte: dal maharajah di Indore alle tuniche bianche sottolinea-te da due fi li di perle messi in risalto da due diamanti a goccia di più di 46 cara-ti, a Gertrude Vanderbilt, ereditiera della Standard Oil o Barbara Hutton che, dive-nuta principessa, sceglie i suoi diademi da Chaumet.

Sacha Guitry, cliente fedele, sceglie gli anelli delle sue fi danzate da Chaumet e off rirà a una di loro uno smeraldo di 111 carati. A questi si aggiunge il cinema: Edwige Feuillere, Richard Burton, Lauren Bacall, Rex Harisson.

Le Nuove PrincipesseAl giorno d’oggi, Chaumet perpetua que-sto savoir faire di Orafo parigino inse-rendo i valori fondamentali della Maison nella modernità. Parallelamente agli or-dini speciali realizzati per i grandi clien-ti internazionali, Chaumet rilancia l‘Alta Gioielleria e la moda del gioiello da capo, dal diadema all‘Aigrette e ai fermagli per capelli, inventa nuovi porter. Le creazio-ni Chaumet di susseguono, melange di moda, di eleganza, di stile e di un savoir faire orafo unico. Le attrici del cinema, le top model sono divenute le nuove ambasciatrici della ri-nascita della Gioielleria: Catherine De-neuve, Ornella Muti, Ines Sastre, Stella

Tennant, Aurelie Dupont, ballerine etoile dell’Opera di Parigi, Caterina Murino e Sophie Marceau che oggi incarna la nuo-va immagine della Maison e il mito della principessa nella nuova campagna pubbli-citaria. |

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La maison svizzera da sempre sinonimo d’innovazione e tecnologia, guarda al rinnovamento puntando sulla coerenza con la propria fi losofi a di qualità e creatività. E su i suoi “4 pilastri”: Admiral’s Cup, Romvlvs, Golden Bridge e Artisans

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Rinnovarsi secondo un profondo principio di coerenza. Per guardare avanti senza dimenticare la strada tracciata e costruire nuove prospet-tive al passo con i tempi e con i gusti sempre più raffi nati di un pubblico esigente. Negli ultimi anni, infatti, Corum ha avviato una profonda metamorfosi che le ha permesso di raggiungere proprio questa coeren-za totale del prodotto rispetto alle esigenze di qualità e di creatività alla base della marca. Tutto questo grazie a un’integrazione dei mestieri, lo sviluppo di strumenti di produzione, la valorizzazione del capitale umano, la formazione sono chiaramente il risultato degli investimenti razionali eff ettuati da Corum. Una marca che oggi ha ritrovato la per-fetta armonia con il proprio DNA.

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La “CHIAVE” di volta della fi losofi a Corum

Nell’immagine:dettaglio del movimento del TI-Bridge

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La storiaL’avventura ha inizio con Renè Bannwart, chiamato dallo zio Gaston Ries, per gesti-re con lui il laboratorio di orologeria creato nel 1924 a La Chaux-de-Fonds, in Svizzera Insieme lo trasformano in una Maison oro-logiera proprietaria della propria marca: CORUM (1955). L’emblema della marca, una chiave rivolta verso il cielo, simboleggia il mistero da svelare, l’enigma da risolvere, i nuovi territori da esplorare e l’innovazione. Essa ricorda anche che l’orologiaio deve di-mostrare grandi doti di ingegnosità, di per-severanza e di audacia per riuscire a gestire al meglio il tempo che scorre inesorabile. Nel 1956 vengono lanciati sul mercato i pri-mi orologi CORUM, svelando una casca-

ta di nuove idee coronate di successo. Dal primo “Admiral’s Cup” al “Coin Watch” indossato da numerosi presidenti degli Stati Uniti, dal “Romvlvs” al “Rolls-Royce” con l’innovativa partnership con la nota mar-ca automobilistica, dal “Golden Bridge” al “Météorite” realizzato con un frammento di un autentico meteorite, fi no alle più re-centi rivisitazioni di alcuni storici modelli.

All’alba del XXI secolo Nel 2000, CORUM riceve il premio GAÏA dal Museo Internazionale dell’Orologeria, nella categoria «Artigianato & Creazione». Un riconoscimento simbolico attribuito a René Bannwart per il suo contributo alla storia dell’orologeria e alla cultura.

Nel gennaio 2000, l’arrivo di un nuovo pro-prietario e presidente - Severin Wunder-man, icona dell’industria orologiera di fama internazionale – ridona un nuovo impulso a CORUM. Con la sua creatività e la sua in-gegnosità, egli dà un nuovo dinamismo alla Maison, sostenuto dal fi glio Michael, nomi-nato Vicepresidente. Su richiesta di Seve-rin Wunderman, Antonio Calce entra a far parte di Corum nel 2005. Essi defi niscono a tre una strategia per conquistare nuovi orizzonti, pur restando fedeli allo spirito pionieristico e indipendente che ha decre-tato il successo della marca. Il 25 giugno 2008, Severin Wunderman muore all’età di 69 anni. La sua scomparsa è uno choc bru-tale sia per la sua famiglia sia per l’insieme

Nell’immagine:il TI-Bridge

Sotto da sinistral’Admiral’s Cup GmtL’Admiral’s Cup Black ChallengeIl Golden Bridge Lady

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Il tempo distrugge le cose costruite senza tempo. Proverbio Francese

L’ orologiaio deve dimostrare grandi doti di ingegnosità, di perseveranza e di audacia per riuscire a gestire al meglio il tempo che scorre inesorabile

del personale della Maison in tutto il mondo. Ma l’azienda trova la forza di reagire. Il 18 agosto 2008, CORUM nomina Presidente del consiglio di amministrazione Serge Weinberg – amico perso-nale e consulente fi nanziario di Severin Wunderman. Fondatore dell’impresa d’investimenti Weinberg Capital Partners, attivo nelle operazioni di fusione e acquisizione, come pure nella gestio-ne immobiliare, egli apporta all’impresa l’esperienza accumulata nel settore dei beni di lusso.

Corum oggiOggi la Maison continua a essere diretta da Antonio Calce. Es-sendo un uomo legato ai prodotti, imprenditore e unifi catore, Antonio Calce continua sul lungo termine la strategia prodotti iniziata nel 2005, basata su 4 collezioni chiave, che con il tempo si sono trasformate nei 4 pilastri di sviluppo. Valorizzando la legittimità e spingendo il prodotto al centro della sua strategia, CORUM vanta un forte tasso di crescita del proprio fatturato.

I quattro pilastri di CorumPosizionata come una marca esclusiva, Corum propone delle collezioni orologiere di altissima qualità, dal design innovativo e unico, animate da movimenti meccanici considerevolmente evoluti. Le sue 150 referenze attuali, ripartite in quattro pila-stri chiave - Admiral’s Cup, Romvlvs, Golden Bridge e Artisans – trovano la loro legittimità nella storia della marca. L’insieme delle collezioni propone dei modelli, i cui prezzi variano da 5mila franchi svizzeri a più di 1 milione di franchi svizzeri, va-lorizzando i metalli preziosi e le complicazioni orologiere.

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Fedeli CVSTODIdegli attimi futuri

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La fi losofi a Cvstos tra innovazione e tradizione. Per scoprire una nuova dimensione dell’alta orologeria: sempre un passo avanti

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Un dettaglio della cassa del modello Challegne RMT - S

La capacità di stupire, la volontà di essere sempre un passo avanti. Ecco il cuore della fi losofi a Cvstos, mai-son svizzera capace di aff ermarsi in brevissimo tem-po nell’Olimpo dell’alta orologeria mondiale. Una fi losofi a che si sviluppa attraverso i 4 punti cardinali della cosiddetta “Cvustos Technology”: performance, effi cienza, eleganza, precisione. Da queste fondamenta nasce un nuovo concetto di watchmaking dedicato a chi colleziona oggetti rari e unici.

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La sfi da è grande e il nome scelto per il marchio si rifà diretta-mente al termine latino che sta per “guardiano”, il custode di una nuova arte del tempo. Una delicata alchimia che coniuga sapien-temente la miglior tradizione orologiera svizzera alla capacità di elaborare concetti innovativi realizzati grazie alle più moderne tecnologie.

Lo sforzo della “Cvstos technology” si perfeziona proprio in que-sta ambiziosa sfi da. Ne è esempio la combinazione di materiali quali il palladio e il titanio 5 che dimostra chiaramente il soli-do know-how e l’impegno dimostrato dal Dipartimento Ricerca & Sviluppo impegnato a cercare nuove soluzioni per migliorare l’effi cienza del rotore.

La creatività Cvstos non prescinde al concetto stesso di solidità e si esprime attraverso due diff erenti casse: Challenge (tonneau) e Challenge-R (tondo). I designers di CVSTOS sono riusciti a cre-are una cassa immediatamente riconoscibile e riconducibile al marchio, guadagnandosi un’identità forte e defi nita.

Linee che esprimono con immediatezza il senso di dinamismo e velocità tipico della maison. I modelli delle collezioni sono rea-lizzati in acciaio, oro rosso e oro bianco, hanno le funzioni di ore, minuti, secondi, display con indicazione della data, movimenti automatici sino all’accattivante Tourbillon Sport.

Omaggio all’univerrso femminile è Re-Belle che si rivolte a don-ne dalla forte personalità che prediligono eleganza e tecnica so-fi sticata. Questa linea è amore per le forme con dettagli preziosi più o meno visibili come i diamanti posizionati direttamente nel movimento (nel modello Rebellion). Sia nelle casse tonneau che in quelle tonde, la collezione Re-Belle esprime grazia e armonia ma anche tecnologia per quel che concerne il movimento che esprime tutto il potenziale CVSTOS TECHNOLOGY

Insomma, la giovane maison svizzera ha già le idee molto chiare e punta sempre a fare oggi quello che altri faranno domani per dar vita a una nuova dimensione nell’alta orologeria. Pioniere as-soluto, Cvstos si avvale di un team di professionisti e di artigiani interamente votato all’innovazione. Per essere sempre un passo avanti. |

Sopra e Sottoil challenge crono hf - sopra nella versione total blacka destraCVSTOS CHALLENGE CHRONO BLU OCEAN - Limited Edition realizzato in soli 10 pezzi al mondo, uno disponibile nella gioielleria Serafino Consoli

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nell’immaginevista frontale del modello challenge RMT-s

Il nome del marchio deriva dal termine latino che sta per “guardiano”, il

custode di una nuova arte del tempo. Una delicata

alchimia che coniuga sapientemente la miglior

tradizione orologiera svizzera alla capacità di elaborare concetti

innovativi realizzati con le più moderne tecnologie

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Sassoun SirmakesSpesso si dice che spirito imprendito-riale e capacità di precorrere i tempi siano qualità innate che si traman-dano, all’interno della stessa fami-glia, di generazione in generazione. Sassoun Sirmakes è la vera e propria rappresentazione di questa afferma-zione. Passo dopo passo, sin dai primis-simi anni, questo dinamico ragazzo svizzero di origini armene ha infat-ti seguito le orme di un grande ma-estro: il padre, Vartan Sirmakes co-fondatore e CEO del Gruppo Franck Muller Watchland. E’ assieme al pa-dre, infatti, che il giovane Sassoun ha mosso i primi passi nel “complica-to” mondo dell’orologeria, durante i week end e le vacanze estive il lavoro all’interno degli atelier dei maestri

orologiai era la norma. All’età di 17 anni, dopo aver terminato la scuola superiore, Sassoun Sirmakes si trova ad affrontare un dilemma cruciale: continuare gli studi oppure unir-si al padre e iniziare a lavorare nel Gruppo Franck Muller acquisendo, sul campo, quelle competenze e quel-le capacità specifiche che l’intricato mondo dell’orologeria richiede? La scelta è scontata, e Sasson Sirma-kes decide di non lasciarsi sfuggire un’opportunità davvero unica: è così che entra, a pieno titolo, nel mondo dell’alta orologeria.

La prima grande sfida è all’interno del reparto dedicato all’incastona-tura delle pietre preziose, sviluppar-ne e migliorarne la capacità produt-tiva quanto richiesto. E’ nell’arco dei due anni successivi, grazie ad un ca-rattere forte e determinato, che Sas-soun riesce nel proprio intento: nuove strategie manageriali trasformano il workshop interno di Casa Muller in una grande compagnia specializza-ta nell’incastonatura di gemme. Con più di 50 impiegati qualificati che la-vorano a tempo pieno, la compagnia ha assunto dimensioni notevoli e, all’interno della stessa, Sassoun Sir-

makes si occupa anche dell’acquisto e della gestione di ingenti quantità di pietre preziose. Non solo gemme e pietre preziose, Sas-soun Sirmakes segue da vicino tutte le dedicate fasi che conducono alla realizzazione di preziosi segnatempo: dai progetti iniziali, alla produzio-ne vera e propria sino alle strategie che fanno crescere il Gruppo Franck Muller anno dopo anno. Arrivato a 19 anni, ovvero nel 2003, Sassouun Sirmakes si pone una nuova sfida e, insieme ad importante investitori, si impegna in un progetto proprio le-gato al mondo dell’orologeria alto di gamma. La sede è la Francia, nelle immediate vicinanze della Svizzera e di Ginevra in particolare.E’ nella primavera del 2004, tuttavia, che nasce l’ultimo grande progetto imprenditoriale. Sassoun Sirmakes decide di creare CVSTOS, un mar-chio indipendente di orologi realiz-zati con un partner di grande talen-to: Antonio Terranova. Nasce così un marchio decisamente innovativo dedicato ai trendsetters di tutto il mondo. Ogni singolo orologio CV-STOS rappresenta la filosofia stessa di vita di Sassoun Sirmakes: “essere sempre un passo avanti”.

Nell’immagineun dettaglio delle lavorazioni dei mastri orologiainei laboratori cvstos

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Antonio TerranovaNato nel 1967 a La Chaux-de-Fonds, località situata nel cuo-re dell’indu-stria svizzera orologiera, sin dall’infanzia è stato affasci-nato dalla bel-

lezza e dal design, forse una eredità delle sue origini italiane. A soli 16 anni, nonostante la sua fervente passione per il design degli orologi, Antonio Terra-nova segue i consigli paterni e studia duramente per sei anni per diventare specialista micro-tecnico.

Dopo la laurea intraprende la formazione profes-sionale che lo avvicina al design e all’incantevole mondo dell’orologeria. Comincia la sua carriera nel reparto ricerca di una nota azienda specializ-zata in macchinari per la produzione di componenti di orologi ma, grazie alla sua innata vena creativa, riesce a fare carriera nell’ambito del design appli-cato all’orologeria. La naturale predisposizione nei confronti del design, infatti, lo porta a produr-re un proprio orologio battezzato Terranova No.1. Indossare questo pezzo. diventa il vero biglietto da visita che lo conduce nel meraviglioso mondo dell’orologeria e, nello specifico, del design.

Nel 1993 l’indiscutibile talento di Antonio Terra-nova viene notato dal direttore tecnico della Pro-dor SA che gli chiede se vuole entrare a lavorare in Azienda occupandosi dello sviluppo tecnico di al-cune linee di Cartier e Piaget. Il suo perfezionismo e la sua precisione lo inducono a esplorare nuovi accorgimenti tecnici e a cercare innovative solu-zioni . Nel 1997, accetta una nuova sfida e si unisce a TAG-Heuer iniziando a lavorare all’interno del dipartimento di ricerca e sviluppo: elaborare nuovi prodotti è il suo compito. Durante questa esperien-za acquisisce una maggiore competenza per quel che concerne il lavoro di team manager.

Qualche anno più tardi, mentre lavora come desi-gner freelance per alcuni dei marchi più prestigiosi dell’industria orologiera svizzera quali Breitling, Ebel e Zenith, Antonio Terranova capisce che vuole dare vita a qualche cosa di nuovo: realizzare i pro-pri sogni sfruttando anni e anni di esperienza matu-rati nell’alta orologeria.

E’ nella primavera del 2004, infine, che la sfida di Antonio Terranova si concretizza. Finalmente può dare vita a un nuovo brand che coniughi qualità tecniche e design inconfondibile, il tutto grazie all’incontro con un partner di sicuro successo: Sas-soun Sirmakes, dinamico imprenditore con un innato talento per il marketing. Insieme creano CVSTOS, marchio che si pone l’ambizioso obiettivo di aprire nuovi orizzonti nell’ambito dell’alta orologeria, il tutto rimanendo nel pieno rispetto della miglior tradizione svizzera.

Nell’immagineil modello challenge hm-s

Lo splendore è un nulla senza la durata.napoleone buonaparte

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Il TEMPO della semina

Continua, “Attimo dopo attimo” il dossier dedicato alle “Forme del tempo”. Nel ciclo della natura l’estate è il momento della mietitura: ma nessun frutto nasce senza il lavoro della semina. Un lavoro faticoso, paziente, complesso nella sua straordinaria semplicità. Come nella vita anche le grandi aziende arrivano a importanti risultati solo dopo aver saputo seminare il proprio terreno. Ecco il tempo della semina secondo “Serafi no Consoli” a cura di Ivan Consoli

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Lo sguardo corre fuori dal fi nestrino, tra il giallo intenso delle spighe ormai mature. I campi di grano riempiono i paesaggi delle nostre campagne e il pensiero di molti di noi si soff erma su quei frutti della terra pronti per essere raccolti. L’estate è il tempo della mietitura e il suo splendore si presenta davanti a noi come un quadro che ci lascia il solo spazio dell’essere spettatori. La bellezza dell’istante tradisce il nostro pensiero: perché nessuno pensa al contadino che ha lavorato la terra, gettato i semi, controllato il suo grano durante tutto l’inver-no, combattuto le erbacce e ha tremato per il suo raccolto quando la tempesta e i temporali hanno minacciato le spighe che stavano maturando. Dietro la bellezza del frutto maturo c’è l’instancabile lavoro dell’uomo che ha saputo seminare nel modo giusto e difendere dalle intemperie e dalle aggres-sioni il suo terreno.

Affi nché ci sia un tempo per la mietitura è necessario ancor più quello della semina. Vale nella natura, come nella vita e nell’impresa. Creare le condizioni, pensare agli obiettivi,

Quando si guarda un campo di grano nessuno pensa al contadino che ha lavorato la terra, gettato i semi, controllato il suo grano durante tutto l’inverno, combattuto le erbacce e ha tremato per il suo raccolto quando la tempesta e i temporali hanno minacciato le spighe che stavano maturando

A sinistra: Ivan Consoli nella sua gioielleria

Arte e realismo: la semina e lavoro nei campi

Con l’esposizione al Salon di Parigi nel 1824 dei dipinti di Con-stable si diffuse il gusto per la pittura all’aperto, metodo usato dall’artista per eseguire i suoi bozzetti o studi che poi usava in atelier per le sue opere. In particolar modo il suo esempio venne seguito da pittori di Barbizon che gradualmen-te giunsero a realizzare le loro opere all’aperto (anche se le più grandi erano ancora eseguite in studio). L’arte realista incontra la vita nei campi, i paesaggi rurali, il ciclo delle stagioni. Personaggio emergente da questo gruppo fu Rousse-au che nell’esposizione di Parigi del 1855 iniziò la fortuna del-la scuola di Barbizon. Millet si associò agli artisti di questa scuola dal 1849, ma poi gradualmente, inserendo nei paesaggi dei personaggi, si staccò e nelle sue tele trattò preferibil-mente temi di vita, religiosità contadina e lavoro agricolo (Le spigolatrici, Coltivatori di patate).

Le rationes seminalesLe “rationes seminales” sono un concetto di origine stoica, giunto alla filosofia medievale dalla tradizione neoplato-nica, già accolta da Agostino. Germi posti da Dio nella ma-teria in modo tale che, grazie alla loro forza e all’azione di altri agenti naturali, scaturiscano da essi le forme delle cose. Le “rationes seminales” sono, dunque, come un abbozzo di forma, il suo inizio dalle viscere della materia, sua forza interna che le consente un certo sviluppo. Il particolare tipo di unione e di azione reciproca (communicatio) che si realizza tra una certa materia e una certa forma costituisce, per Bo-naventura da Bagnoregio, il principio di individuazione delle sostanze. La forma è l’essenza che restringe e definisce la ma-teria a un determinato essere, ed è universale in quanto può realizzarsi in una molteplicità di individui.

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Coltivatori di patate, Millet

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guardare al di là dell’orizzonte: il tempo della semina è il tempo della pazienza, della dedizione, dell’esperienza che si somma “attimo dopo attimo”. Me l’ha insegnato mio padre Serafi no, che ha dedicato 50 anni della sua vita a se-minare per costruire un progetto di cui oggi si comincia-no a vedere i frutti. Il progetto di una gioielleria capace di diventare essa stessa un marchio d’eccellenza tra i marchi che a sua volta rappresenta. Di generazione in generazione la lezione di mio padre è diventata il nostro tesoro e anco-ra oggi il tempo della semina continua, perché non si può godere dei frutti senza continuare a lavorare per l’inverno che verrà e, poi, la nuova estate. Un ciclo. Fatto di attimi di cui conosco il sapore uno per uno. “Attimo dopo attimo” continua la nostra semina, il nostro sogno che s’avvera grazie al lavoro, alla passione e a un pizzico di follia. Per-ché il tempo della semina è la magica follia della speranza, di qualcosa di straordinario che nascerà in barba alle in-temperie e al gelo. |

Di generazione in generazione la lezione di mio padre è diventata il nostro tesoro e ancora oggi il tempo della semina continua perché non si può godere dei frutti senza continuare a lavorare per l’inverno che verrà e, poi, la nuova estate

Sotto: Contadinella che lega i Covoni di Vincent Van Gogh

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fucina dell’alta gioielleria

Nell’immagine:Roberto Demeglio

Capolavori d’emozione che nascono dalla sapienza e dalla continua ricerca della perfezione. Alla scoperta di un tempio del Made in Italy dove design e qualità assoluta sono il fondamento di vere e proprie opere d’arte della gioielleria

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Ci sono gioielli che scegliamo pensando a chi li guarderà. Pensando a chi, rimanendo colpito dall’opulenza delle forme o dall’ab-bondanza delle pietre preziose, ricono-scendone il modello o magari leggendone semplicemente la fi rma, capirà quante delle nostre risorse economiche abbiamo impe-gnato nella nostra scelta.

Ci sono anche gioielli che scegliamo pen-sando a chi li indosserà. Pensando al pia-cere di una nascosta carezza di diamanti a contatto della pelle, alla delicatezza delle forme, ad un design equilibrato che rifugge dalla banalità così come dall’eccesso. I gio-ielli creati da Roberto Demeglio apparten-gono certamente a questa seconda catego-ria. Sono gioielli densi. Sono gioielli densi di rifl essione, di pensiero, di cura.

Le emozioni, le intuizioni di Roberto De-meglio, si trasformano in disegni che si moltiplicano in una serie di dettagli tecni-ci studiati in ogni minimo particolare per garantire l’eccellenza dei gioielli. Solo al-lora mani di esperti artigiani tradurranno il pensiero in opera, senza lasciare nulla al caso, dedicando la stessa cura che si riser-va a mettere in evidenza lo scintillio di una pietra anche alle parti più nascoste del gio-iello, quelle che ne assicureranno la piace-volezza, la morbidezza, la durata.

Prima di tutto l’idea, un’idea concreta tut-ta volta all’eccellenza del fare, alla quale verranno piegati metalli e pietre preziose seguendo un’intuizione originale o inven-tando ex novo il più classico dei gioielli. Seguendo il fi lo delle idee il platino potrà

Le emozioni, le intuizioni di Roberto Demeglio, si trasformano in disegni che si moltiplicano in una serie di dettagli tecnici studiati in ogni minimo particolare per garantire l’eccellenza dei gioielli. Solo allora mani di esperti artigiani tradurranno il pensiero in opera, senza lasciare nulla al caso

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essere esaltato dalla fi bra di carbonio, i diamanti neri daranno più luce a quel-li bianchi, materiali provenienti dalla ricerca spaziale renderanno nuovo ed unico il più classico dei bracciali.

I gioielli di Roberto Demeglio sono gio-ielli densi. Anche densi di storia. Una storia che cominciò nel 1922 quando Giuseppe Demeglio, classe 1899, al ri-torno dal servizio militare decise di dare una svolta alla sua vita professio-nale, iniziata come orologiaio, ed aprì un suo laboratorio-negozio in via Bor-godora 25 a Torino. Pochi anni dopo, nel 1928, con la moglie Ernestina, si trasferì in Corso Regina Margherita, al numero 148. Il fi glio Celestino continuò l’attività del padre trasmettendo ai fi gli il gusto della ricerca ed il piacere del fare.

Un gusto ed un piacere che Roberto De-meglio ha sviluppato e temprato nelle scuole d’arte così come nei laboratori dei migliori maestri orafi valenzani, milanesi, bergamaschi e torinesi.

Il suo primo laboratorio ha aperto i bat-tenti in Corso Sempione 200, vicino al negozio del padre, per essere poi trasfe-rito nell’attuale sede di Via Calandra 18 a Torino.

Una fucina di idee e di passioni dove l’innata predisposizione per l’espressione artistica, si combina con l’amore per la ricerca e l’innovazione tecnologica, dove elaborare, ancor prima di gioielli, ardite soluzioni per personalizzare e piegare alle proprie esigenze i più avanzati macchinari per la prototipazione o i sofi sticati sistemi CAD per il disegno 3D

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Una fucina di idee e di passioni dove l’innata predisposizione per l’espressione artistica, si combina con l’amore per la ricerca e l’inno-vazione tecnologica, dove elaborare, ancor prima di gioielli, ardite soluzioni per personalizzare e piegare alle proprie esigenze i più avan-zati macchinari per la prototipazione o i sofi sticati sistemi CAD per il disegno 3D.

Un’attitudine squisitamente italiana per il suo saper combinare arte e progettazione, sapienza artigiana ed innovazione tecnologica. Un processo che prosegue oggi a Valenza dove Roberto Demeglio ha da poco acquisito il controllo di una propria unità produttiva.Perché i gioielli Roberto Demeglio, sono gioielli densi.Anche densi di orgoglio.

Mentre gran parte, anche delle più blasonate, aziende orafe italiane ha fi nito per rivolgersi a fornitori esteri, i gioielli Roberto Demeglio conti-nuano, orgogliosamente, ad essere integralmente frutto della migliore scuola gioielliera italiana. Un orgoglio del “100% fatto in Italia” che si spinge anche oltre il gioiello fi no a coinvolgere ogni altro elemento che lo corredi, come ad esempio gli astucci, in una testarda coerenza ed un’attenzione per i minimi dettagli tipicamente “Roberto Demeglio”.

Qui sotto:A sinistra bracciale Anaconda, a destra collezione Domino

Mentre gran parte, anche delle più blasonate, aziende orafe italiane ha fi nito per rivolgersi a fornitori esteri, i gioielli Roberto Demeglio continuano, orgogliosamente, ad essere integralmente frutto della migliore scuola gioielliera italiana

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www.robertodemeglio.itwww.serafinoconsoli.it

La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l’una sull’altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un possesso per tutta l’eternità.Oscar Wilde

Qui sotto:A sinistra collezione Giocondaa destra bracciale Zebra

Una scelta coraggiosa, forse lungimirante, nei fatti pre-miante anche nell’immediato. Lo testimoniano i due primi premi vinti nel concorso Couture di Las Vegas nel 2008 e nel 2009 e lo spazio crescente che le collezioni Roberto Demeglio, come Anaconda, Gioconda, Giotto, Jolly, Domino o Joy, stanno conquistando nelle vetrine di una selezionata cerchia di gioiellieri in Italia, in Eu-ropa, negli Stati Uniti ed in alcune realtà asiatiche. Po-chi, autentici intenditori, che sanno riconoscere il vero valore di un gioiello, pensato e realizzato con cura ed orgoglio… per chi lo indosserà. |

Nella pagina a fianco in bassoBracciali della linea JollyQui sottoAlcuni esemplari della collezione Giotto

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è “Libertà”La vera rivoluzione

Un esempio del principio libertè che lascia al diamante tutto lo spazio attorno a sè per catturare la luce e mostrarsi in tutte le prospettive

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Il diamante incastonato senza vincoli: Gebruder Schaffrath

inventa il principio Liberté che consente alla pietra preziosa

di essere sempre visibile in tutta la sua interezza. Una magia

d’autore per gioielli di nuova generazione

testo di Ivan Consoli

Con loro è iniziata una piccola grande rivoluzione. Un cambiamento che ha dato ancora più valore a ciò che è l’anima di ogni gioiello: il diamante. Già, perché è proprio grazie all’amore e alla passione con cui da ormai ottanta-sei anni lavorano queste preziose pietre che la casa gioiel-liera Gebruder Schaff rath ha creato il principio Libertè: un metodo nuovo e rivoluzionario che ha ridato libertà al diamante, conferendo ancora più prestigio ai gioielli che dal 1923 vengono realizzati nell’azienda tedesca grazie alla maestria dei suoi intagliatori. Ma le antiche tecniche di lavorazione, combinate con un design altamente inno-vativo, non sono l’unico punto di forza delle collezioni fi rmate da Gebruder Schaff rath: è all’azienda fondata dai fratelli Adam e Alois Schaff rath che si deve il merito di aver reso per la prima volta il diamante visibile in tutta la sua interezza. Tutti gli anelli che montano la preziosa pietra sono infatti dotati di un particolare meccanismo che mantiene il dia-mante in perenne oscillazione, creando un gioco di luce che ne esalta tutte le sfaccettature. Ideato nel 2002 il prin-

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cipio Liberté, oggi conosciuto quasi in tutto il mon-do, è stato non a caso defi nito dai maggiori esperti di gioielleria la più importante invenzione dopo quella dell‘anello con incastonato il diamante. L’esclusività del metodo sta anche nel processo di produzione delle linee, create per off rire al cliente una qualità davvero unica: ogni singolo pezzo viene lavorato manualmen-te da maestri artigiani che affi ancano all’innovazione un’estrema attenzione al design del gioiello.

Il principio del movimento, inoltre, testato con grande attenzione e meticolosità, garantisce l‘assoluta sicu-rezza dell‘infrastruttura che accoglie il diamante. La struttura del gioiello realizzato con questo esclusivo principio non deve infatti trarre in inganno lasciando pensare ad un prodotto particolarmente delicato: anzi, è importante sapere che l’impatto di una pietra mobi-le viene classifi cato come ‘impatto indiretto’, quindi il movimento attutisce il colpo; l’impatto di una pietra incastonata è invece classifi cato come ‘impatto diret-to’, quindi può provocare la rottura del diamante. A parità di urto è stato quindi rilevato che, in percen-tuale minima, è più delicato un gioiello con diamante incastonato che il gioiello con Principio Libertè.

Non è dunque un caso se dopo circa cinque anni di commercializzazione a livello mondiale dei gioielli Li-bertè, non è mai stato riscontrato alcun difetto e nes-sun gioiello è stato restituito con il diamante fuoriu-scito dalla propria montatura o danneggiato. Ma per raggiungere questo risultato, che unisce un alto stan-dard qualitativo con una sicurezza certifi cata, ci sono alle spalle ottantasei anni di storia della casa gioiellie-ra Gebruder Schaff rath, entrata nel mercato italiano a partire dal 2004 con la prospettiva di una rapida e progressiva crescita.

Nelle collezioni, lanciate sul mercato e disponibili in Italia solo da pochissimi rivenditori, si fondono la tra-dizione ereditata in ottantasei anni di lavoro e l’inno-vazione delle più moderne tecniche gioielliere: dalla li-nea Eternity, che combina un design moderno e senza tempo con i materiali più pregiati, alla linea Unity, ca-ratterizzata dalle forme più esclusive. Un carattere for-te, reso ancora più intenso dal rosso che caratterizza il rivestimento interno, è invece il tratto predominante della collezione “Vendetta”, che come tutti i gioielli fi r-mati Gebruder Schaff rath vengono trattati come pezzi unici ed esclusivi, prestando estrema attenzione alle fasi di lavorazione in modo da ottenere un gioiello che possa trasmettere a chi lo indossa fascino e soprattutto lucentezza.

Il principio Liberté, oggi conosciuto quasi in tutto il mondo, è stato non a caso defi nito dai maggiori esperti di gioielleria la più importante invenzione dopo quella dell‘anello con incastonato il diamante

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Testatina

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Un altro modello dedicato al principio libertè dal design

innovativo e con il diamante vero protagonista del gioiello

L’esclusività del metodo sta anche nel processo di produzione delle linee, create per off rire al cliente una qualità davvero unica: ogni singolo pezzo viene lavorato manualmente da maestri artigiani che affi ancano all’innovazione un’estrema

attenzione al design del gioiello

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“La libertà è come l’aria: te ne accorgi di quanto sia importante solo quando comincia a mancare” Anonimo

La StoriaE’ il 15 gennaio 1923 quando i fratelli Adam e Alois Schaf-frath fondano la Gebruder Schaffrath: il lavoro di sei intagliatori di pietre è tutto ciò di cui si servono per dare vita alla casa gioielliera che oggi conosciamo e che negli anni successivi riesce ad affermare il proprio nome grazie alla perfezione nel taglio e all’ottima qualità delle pie-tre, caratteristiche che ancora oggi la rendono famosa nel mondo. Ma per arrivare ad affermarsi sui mercati in-ternazionali la Gebruder Schaffrath ha dovuto supera-re dei periodi difficili: dalla crisi del 1929, alla quale la casa gioielliera ha risposto acquisendo nuova clientela, alla seconda Guerra mondiale che ha causato notevoli perdite all’azienda, che si risolleva solo con la ripresa economica avvenuta a partire dagli anni Cinquanta. Gra-zie all’elevata domanda la Gebruder Schaffrath cresce: più di quattrocento intagliatori di diamanti lavorano per realizzare gioielli esclusivi, la cui qualità viene rico-nosciuta sul mercato permettendo all’azienda tedesca di diventare nel 1960 una delle sei aziende selezionate a cui è permesso l’ acquisto di materie prime direttamente dal monopolista De Beers.

Da qui in avanti la strada è tutta in salita: nel 1969 la casa gioielliera, per la prima volta, affianca all’attività di ta-glio il disegno e la produzione di una propria collezione di gioielleria. Nascono le basi per una svolta verso nuovi orizzonti che nel 1987 porta l’azienda a darsi una chiara struttura organizzativa basata su due distinte divisioni: una focalizzata sul taglio delle pietre e l’altra di produ-zione di gioielleria.

Dopo il passaggio della gestione nelle mani della quarta generazione di famiglia, avvenuto nel 1998, alla casa gio-ielliera viene riconosciuto il premio di miglior fornitore di gioielleria dell’ anno per il lavoro svolto da più di set-tantacinque anni nel settore. Siamo ormai nel 2002 e, dopo la creazione della linea Trilogy, in collaborazione con Dtc (Diamond Trading Company), nasce il principio Liberté a cui va il merito di aver introdotto una vera e propria rivoluzione nel mondo della gioielleria di lusso.

A fianco: Alexander Leuz, con lui la gioielleria vive oggi il passaggio alla quarta generazione che ha portato alla nascita del principio libertè

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l’eccellenza diventa emozione

La Manifattura nata nel Settecento è sinonimo di perfetta integrazione tra innovazione tecnica, assoluta qualità e design inimitabile. Ecco il percorso che, nel corso dei secoli, ha portato Girard Perregaux ad essere una stella nel fi rmamento dell’Alta Orologeria

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SopraTourbillon 3 ponti calendario perpetuo

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Qui sottoUn’immagine della manifattura

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Ogni orologio Girard-Perregaux è oggetto di cure particolarmente attente. Ogni pezzo viene immaginato, fabbricato, inciso, decorato

a mano, assemblato, sottoposto a rigorosi controlli di qualità, secondo un know-how arricchito da generazioni di artigiani.

A volte sono necessari anni per concepire un nuovo modello

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Una sottile alleanza tra eccellenza tecnica integrata e approccio stilistico specializzato, oggetti che diven-tano unici e un mix di passione ed emozione che prendono vita grazie alla cura dei suoi creatori. Girard-

Perregaux è una delle rare ed autentiche Manifatture di Alta Orologeria svizzera, con più di 80 brevetti depositati nel corso degli anni. L’attività di Girard-Perregaux risale al 1791, quando Jean-François Bautte, all’età di 19 anni, fonda a Ginevra un’azienda manifatturiera che raggruppa, cosa innovativa per l’epoca,

tutti i mestieri dell’orologeria contemporanea. Nel 1852, Constant Girard fonda la maison Girard & Cie. Dieci anni più tardi, sposa Marie Perregaux e dalla loro unione nasce, nel 1856 a La

Chaux-de-Fonds, la Manifattura Girard-Perregaux. Già nel 1880 Constant Girard svi-luppava degli orologi da polso per gli uffi ciali dell’esercito tedesco, creando il pri-

mo esempio di produzione in serie di questo tipo di segnatempo. Tra i primi riconoscimenti importanti si ricorda la medaglia d’oro ricevuta nel 1889,

in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi, per il celebre Tourbillon sous trois ponts d’or concepito da Constant Girard nel XIX secolo. Questa

eredità unica si rifl ette attraverso l’applicazione delle tecnologie più recenti. Gli orologi non sono soltanto semplici reinterpretazioni del passato, ma

creazioni innovative, guidate dalla ricerca della perfezione e da uno studio approfondito del design. Alla fi ne degli anni ‘60, Girard-Perregaux è una

delle poche Manifatture a disporre di un team di ricerca e sviluppo interno. La Divisione di Ricerca e Sviluppo, interna all’azienda, è l’elemento

essenziale che consente all’azienda di aff rontare le sfi de delle nuove creazioni e di raggiungere i livelli di qualità più

elevati. Inoltre rappresenta una garanzia nella gestione dell’intera catena produttiva

di un orologio.

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Nel 1966 viene introdotto il primo movimento ad alta fre-quenza (36.000 alternanze/ora). Gli orologi dotati di questo movimento ottengono eccellenti prestazioni di funziona-mento, al punto che nel 1967, il 70% dei certifi cati di crono-grafi emessi dall’Osservatorio di Neuchâtel sono assegnati ai cronografi ad alta frequenza Girard-Perregaux.

Nel 1970, l’azienda presenta i primi orologi al quarzo di produzione industriale svizzera. La frequenza fi ssata da Girard-Perregaux di 32.768 Hz rimane lo standard univer-sale per gli orologi al quarzo, uno standard tutt’ora in uso. Nel 1992, l’imprenditore torinese Luigi Macaluso acquista Girard-Perregaux. Sotto il suo impulso, la società affi na la propria strategia, concentrandosi sul segmento di altissimo livello, supportato da investimenti importanti nel settore della ricerca e dello sviluppo. Ogni modello è una creazio-ne unica: l’ingegnere lavora senza tregua alla progettazione di un movimento, impiegando mesi per creare modelli che rispecchino le sue idee; il maestro orologiaio monta, smon-ta e rimonta centinaia di componenti, il numero di volte che ritiene necessario per ottenere il perfetto equilibrio del meccanismo; l’angleur lucida fi no a cinque volte consecu-tive i delicati e minuscoli componenti metallici, ottenendo una fi nitura impeccabile. Ognuno dedica tutta la propria esperienza per perfezionare le creazioni di orologeria, con pazienza e meticolosità.

La Divisione di Ricerca e Sviluppo, interna all’azienda, è l’elemento essenziale che consente all’azienda di aff rontare le sfi de delle nuove creazioni e di raggiungere i livelli di qualità più elevati. Inoltre rappresenta una garanzia nella gestione dell’intera catena produttiva di un orologio

sopra a sinistra:il jackpot tourbillonsopra a destra:il tourbillon magistral

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La fantasia non è altro che un aspetto della memoria svincolato dall’ordine del tempo e dello spazio.Samuel Taylor Coleridge

Ogni orologio Girard-Perregaux è oggetto di cure particolarmente atten-te. Ogni pezzo viene immaginato, fabbricato, inciso, decorato a mano, assemblato, sottoposto a rigorosi controlli di qualità. Girard-Perregaux dispone di una delle più complete gamme di movimenti.

Una collezione completa di movimenti di Alta Orologeria di cui il • Tourbillon sous trois ponts d’or è l’emblema. Una gamma completa di movimenti meccanici a carica automatica • Una collezione di movimenti al quarzo . • |

sopra a sinistra:il ww.tc calendario perpetuosopra a destra:il opera three

Ogni orologio Girard-Perregaux è oggetto di cure particolarmente attente. Ogni pezzo viene immaginato, fabbricato, inciso, decorato a mano, assemblato, sottoposto a rigorosi controlli di qualità

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Glashütte capitale della grande orologeria tedesca

Nell’immagine:il Pano Inverse

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Oltre 160 anni di storia per un marchio capace

di restare sempre al passo con i tempi. Severissimi standard

di qualità, cura maniacale per i dettagli e una grandissima

capacità di coniugare la tradizione con la tecnologia

più innovativa: il successo della casa sassone comincia da qui

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Il tempo della semina ha origini lontane per un marchio dell’eccellenza orologiera come Glashütte Original, co-nosciuto in tutto il mondo per l’elevato standard di qua-lità e la grandissima precisione.

Tutto ha inizio nel maggio del 1845, quando il gover-no della Sassonia affi da al maestro orologiaio di Dre-sda F. Adolf Lange l’incarico di fondare una fabbrica di orologi, nella piccola città situata al margine dei Monti metalliferi orientali dove regna una grande povertà. L’avvio dell’attività di formazione dei maestri orologiai, che risale al 7 dicembre 1845, getta le basi dell’orologe-ria tedesca di precisione. Certo, non tutti gli ex scudieri, ispettori di miniera e cestai erano nati per fare gli orolo-giai: tuttavia, la grande abilità e l’instancabile impegno della popolazione locale fa nascere in breve tempo un contingente di artigiani estremamente capaci.

Negli anni successivi, oltre a F.A. Lange anche altri ma-estri orologiai come J. Assmann, A. Schneider, L. Stras-ser e G. Rohde, E. Kasiske si stabiliscono a Glashütte. Ma anche commercianti come Johannes Dürrstein trovano ben presto la strada per Glashütte. A tutte queste perso-nalità si deve la fama unica al mondo di cui godono gli orologi da tasca di precisione nati a Glashütte. Con la fondazione nel 1878 della “Deutsche Uhrmacherschule“ (Scuola tedesca per l’orologeria) e il successo dell’ope-

L’avvio dell’attività di formazione dei maestri orologiai, che risale al 7 dicembre 1845, getta le basi dell’orologeria tedesca di precisione. Certo, non tutti gli ex scudieri, ispettori di miniera e cestai di Glashütte erano nati per fare gli orologiai: tuttavia, la grande abilità e l’instancabile impegno della popolazione locale fa nascere in breve tempo un contingente di artigiani estremamente capaci

a destraUn dettaglio di un mastro orologiaio impegnato nella lavorazione

SottoLa sede della casa manifatturiera

ra di Moritz Großmann e di Alfred Helwig, Glashütte è fi nalmente consacrata Mecca dell’orologeria tedesca.

Il primo confl itto mondiale e la susseguente crisi economica mon-diale mettono provvisoriamente fi ne alla prima epoca di fi oritura dell’arte orologiaia di Glashütte. Ma ben presto, dalle rovine delle vecchie offi cine nascono nuove aziende con una forte produzione industriale di serie. Il primo orologio tedesco da polso di Glashütte fa trionfalmente il giro del mondo e porta nuovi allori. Il secondo confl itto mondiale interrompe nuovamente la ripresa economica dell’industria orologiaia di Glashütte.

Dopo il 1945 la ripresa della produzione è gravemente compromessa sia dalla distruzione e dallo smantellamento di numerosi impianti di fabbricazione, sia dal totale isolamento rispetto al mercato orolo-giaio europeo. In questa situazione molto delicata, Glashütte sa far fruttare una volta di più il know-how, lo spirito innovativo e l’auto-nomia di produzione che le sono propri. Alla fi ne del 1946 si rico-mincia già a produrre i primi meccanismi. Nel contesto della nuova compagine economica, nel luglio del 1951 si procede alla fusione di tutte le aziende ancora esistenti, da A. Lange & Söhne ad URO-FA, nella VEB Glashütter Uhrenbetrieb. Durante il quarantennio successivo, l’isolamento economico conduce ripetutamente a nuovi sviluppi nonché a soluzioni del tutto originali nel campo della tec-nica di fabbricazione e della meccanica di precisione.

In seguito alla riunifi cazione tedesca, si accolgono rapidamente le tendenze in atto gettando le basi per il rientro dell’orologeria tede-

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www.glashuette-original.com

sca di precisione nel prestigioso mondo della “Haute Horlogerie“. Il Glashütter Uhrenbetrieb viene trasformato in una società a re-sponsabilità limitata e privatizzato nel 1994. A partire da quella data, il marchio “Glashütte Original“ rappresenta la storia e il fu-turo di questa manifattura ricca di tradizione. Da questa fucina nascono oggi nuovamente capolavori meccanici realizzati con una grande autonomia produttiva e nel pieno rispetto dei severi standard dell’orologeria di Glashütte.

Un esempio dell’eccellenza è il Senator Chronometer, il primo se-gnatempo della manifattura sassone a essere accompagnato da

un certifi cato uffi ciale di cronometria. Novità tecnica di parti-colare interesse è la perfetta sincronizzazione della sfera dei

secondi e dei minuti ora resa possibile grazie a un nuovo meccanismo stop/reset che permette di mettere l’oro-

logio in ora con grande facilità. Sul fronte estetico è forte il richiamo alla tradizone sassone degli

orologi da tasca, impreziosita da un fondel-lo in vetro zaffi ro antirifl esso che protegge il Calibro a carica manuale 58-01 e permette di ammirarne tutta la complessa meccanica.

Ma Glashütte sa concepire anche collezioni sportive con modelli di assoluto valore come lo Sport Evolution Impact Gran Data. Un orologio “di polso” con la cassa in acciaio da 46 mm rivestita con gomma nera opaca che,

conferisce all’intero orologio un look ancor più grintoso e sportivo. Un orologio adatto all’uso in

qualsiasi attività sportiva grazie all’applicazione al movimento di 4 ammortizzatori, realizzati in uno spe-

ciale elastomero, in grado di assorbire il 60% della forza sviluppata da un urto o da qualsiasi altra sollecitazione mec-

canica esterna. Tale sistema anti-shock assicura quindi una per-fetta affi dabilità e la massima precisione anche nelle condizioni d’uso più estreme. |

Breve Storia

1845 - Ferdinand A. Lange fonda la prima manifattura di orologi di Glashütte.1852 - Julius Assmann avvia la produzione di orologi da tasca.1878 - Moritz Grossmann dà vita alla Scuola tedesca per l’orologeria di Glashütte.1893 - Johannes Dürrstein fonda la UNION Taschenuhrenfabrik.1904 - Dalla Uhrenfabrik Ernst Kassiske nasce la Glashütter Präzisions-Uhrenfabrik AG.1927 - Fondazione della Uhren-Rohwerke-Fabrik Glashütte AG (UROFA).1951 - I fabbricanti locali rimasti si raggruppano nella VEB Glashütter Uhren-betriebe.1990 - La VEB Glashütter Uhrenbetriebe viene trasformata nella Glashütter Uhrenbetrieb GmbH.1994 - La Glashütter Uhrenbetrieb GmbH viene privatizzata. I nuovi orologi pro-dotti dalla Manifattura recano il marchio Glashütte Original.2000 - Vendita delle quote sociali al più grande gruppo orologiero del mondo, the Swatch Group S.p.A.

SopraLo Sport Evo Impact Gran Data

Nella pagina accantoChronometer Gold Detail

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Il TEMPO del raccolto

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Terza tappa del cammino intrapreso con questo dossier dedicato al tempo e alle sue forme d’eccellenza. Dopo la fatica della semina e la paziente attesa arriva il momento di raccogliere i primi frutti. Come la nascita di un fi glio, la possibilità di veder realizzati i propri progetti è motivo di soddisfazione e di orgoglio. Continua la storia della Gioielleria Serafi no Consoli a cura di Ivan Consoli

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Chi ha avuto la fortuna nella vita di avere dei fi gli sa perfettamente cos’è il tempo del raccolto. Ci sono attimi fuori dal tempo quando la vita genera un’altra vita e l’atto della nascita è la manifestazione di una forza straordinaria, che si avvera dopo mesi di gestazione, dopo il dolore del travaglio, dopo tutto il tempo necessario per consolidare e maturare una storia d’amore. Un fi glio è il frutto più grande che ogni uomo o donna possano raccogliere nel corso della loro esistenza e la semplicità di questa aff ermazione è tal-mente schiacciante da superare ogni forma di banalità apparente. Perché è così. E’ un traguardo, è il momento in cui la vita ti off re la possibilità di raccogliere l’emozione più profonda e ciascuno di noi sa quanto c’è dietro a quel momento.

Nel numero precedente di questo dossier ci siamo soff ermati am-piamente proprio sul tempo della semina, cioè il tempo necessario per costruire piccoli e grandi progetti, per gettare le basi di una strada che può portare a importanti risultati. Immaginiamoci,

poi, quando tutto questo possa rappresentarsi all’ennesima po-tenza per generare una nuova vita.

Lo stesso principio vale per la storia dell’azienda che oggi rap-presento e che si trova dopo trent’anni a scoprire il vero tempo del raccolto. Come quando nasce un fi glio, noi oggi proviamo l’emozione di veder vivere i nostri progetti più ambiziosi sui quali abbiamo lavorato a lungo, a cominciare da mio padre Serafi no. E’ stato lui a “vedere” tanti anni fa il disegno di ciò che è oggi la Gioielleria Serafi no Consoli ed è stato capace di trasmettere que-sta vision a me e a tutta la nostra famiglia. Non sono mancati i sacrifi ci, il coraggio, le scelte diffi cili ma obbligate di chi vuole guardare lontano e arrivare un giorno a raccogliere i frutti di un progetto fuori dal comune.

Anche io ho vissuto il mio tempo della semina, il tempo nel quale ho maturato la capacità di conciliare le ambizioni e la fretta di un

Paul GauguinMietitori

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Ogni frutto importante, come un fi glio appena nato, è straordinario quanto delicato e questo frutto va protetto, accudito, amato. Lo stesso principio vale per i successi conseguiti.Perché non si può riposare sugli allori, non si può guardare il primo traguardo raggiunto e poi sedersi troppo a lungo in attesa. I frutti ottenuti vanno custoditi e va off erta loro tutta l’energia necessaria per crescere. E poi bisogna pensare a costruire un nuovo raccolto, a preparare nuovamente il terreno.

kasimir malevichmietitura

Il tempo del raccolto nello sport

Un numero: 42.195. Unità di misura: il me-tro. Vi dice qualcosa? E’ la distanza che bisogna percorrere per fare una gara di maratona. Un atleta contemporaneo di alto livello ci mette circa 2 ore. Ma per arrivare a un risultato così straordina-rio deve dedicare all’allenamento e al miglioramento tutta la sua vita sporti-va. L’istante dell’arrivo al traguardo è il tempo del raccolto di uno sportivo che dedica a quel momento mesi di preparazio-ne e una vita di sacrificio.

giovane, con la pazienza, lo studio, l’umiltà, l’at-tesa della maturità e dell’esperienza necessaria per fare grandi passi.

Ora è arrivato il tempo di iniziare il raccolto dei primi frutti di questo lungo periodo di prepa-razione. Possiamo defi nirlo il tempo della “fe-sta” - come accade anche in tutte le tradizioni popolari legate al raccolto in agricoltura - ma è soprattutto il tempo della consapevolezza.

La consapevolezza che ogni frutto importan-te, come un fi glio appena nato, è straordinario quanto delicato e questo frutto va protetto, ac-cudito, amato. Lo stesso principio vale per i successi consegui-ti. Perché non si può riposare sugli allori, non si può guardare il primo traguardo raggiunto e poi sedersi troppo a lungo in attesa. I frutti ottenuti vanno custoditi e va off erta loro tutta l’energia necessaria per crescere. E poi bisogna pensare a costruire un nuovo raccolto, a preparare nuova-mente il terreno.

Le importanti partnership raggiunte dalla Gio-ielleria Serafi no Consoli con alcune delle più grandi eccellenze al mondo nel campo dell’alta orologeria e della gioielleria, insieme alla rinno-vata fi ducia dei clienti sempre più aff ezionati e del mondo business che ci riconosce come inter-locutore sempre più autorevole, sono per noi il raccolto di cinquant’’anni di lavoro e dedizione.Oggi raccolgo questi frutti, ma anche l’esperien-za e le responsabilità tramandatemi da mio pa-dre. Adesso dovrò dimostrare di aver meritato tutto questo. Perché abbiamo già cominciato una nuova semina. Sì, nuove sfi de ci attendono e presto ve ne renderemo conto. |

MietituraNon si sentiva oltre al bosco altro suono che uno,la mia lunga falce che frusciava al suolo.Che cosa sussurrava? Non lo sapevo io stesso;era forse qualcosa sul calore del sole,qualcosa, forse, sull’assenza di suono -Per questo sussurrava e non parlava.Non era sogno del dono d’ore vuote,o facile oro profuso da fata o da elfo:qualunque cosa in più della verità sarebbe apparsadebole al fermo amore che ordinò il prato in solchi,non senza delicate lanceole di fiori(orchidee pallide), e un fulgido verde serpente fugò.Il fatto è il sogno più dolce che la fatica conosca.La mia lunga falce frusciava, lasciava il fieno ammucchiarsi.

Robert Frost (San Francisco, 1874 –Boston, 1963)

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà così difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Quindi vivi come credi, fai quello che ti dice il cuore. La vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali.Charlie Chaplin

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Geniodel TEMPO

Tributo al grande

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L’estro e l’innovazione di Pierre Jaquet Droz, fondatore dell’omonima Manifatturaorologiera svizzera. Dal Secolo dei Lumi ad oggi, la storia di un marchio capace di meravigliare e costruire oggetti unici, come la Machine à Ecrire le Temps.Oggi la casa manifatturierasi propone con la stessafi losofi a innovativache ha contraddistinto il suo fondatore

Se la genialità può essere intesa come la capacità di tra-sformare i sogni in realtà, di rendere possibile ciò che per tutti non lo è, di guardare al di là dell’orizzonte dove nessun altro riesce ad arrivare, allora nell’Olim-po dei geni possiamo certamente annoverare un gran-de innovatore come Pierre Jaquet Droz. Un genio del tempo, nato e vissuto nel Settecento, in grado di dar vita a creazioni meravigliose, automi e orologi musicali preziosamente decorati che han-no incantato le corti reali d’Europa, portando la sua fama addirittura in Cina. Con una visione unica per i suoi tempi, fu il primo a insediare la sua manifat-tura a Ginevra puntando tutto sull’innovazione e sul perfezionismo sia tecnico che estetico, qualità proprie anche della sua personalità, come quella del viaggia-tore elegante che si cuce a perfezione con il Secolo dei

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Tourbillon Réserve de marche. Quadrante in nero opalina. Numerus clausus a 28 esemplari.

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In alto:L’Heure Astrale. Quadrante laccato nero, tempestato di 178 diamanti.Numerus clausus a 88 esemplari.

Al centro:Grande Seconde réhaut, ardoise. Quadrante in ardesia opalina,contatore argentato. Anello in oro rosso 18 carati.

In basso:Grande Seconde réhaut, meteorite. Quadrante in meteorite, contatore argentato. Anello in oro rosso 18 carati.

Questa fi losofi a d’insieme, questa volontà di costruire oggetti capaci di mescolare l’eleganza con la promessa d’eternità tipica delle invenzioni più conosciute, ha continuato a vivere e a viaggiare nel corso del tempo conservandosi intatta ancora oggi nei segnatempo Jaquet Droz, che portano con onore il nome del loro primo inventore

Lumi in cui egli visse. Questa fi losofi a d’insieme, questa volontà di costruire oggetti capaci di mescolare l’eleganza con la promessa d’eternità tipica delle invenzioni più conosciute, ha continua-to a vivere e viaggiare nel corso del tem-po conservandosi intatta ancora oggi nei segnatempo Jaquet Droz, che por-tano con onore il nome del loro primo inventore.Pezzi d’arte che sposano lo stile, i con-tenuti e i preziosi decori alla ricchezza della cultura orologiera. La purezza dello smalto, la luce delle perle e delle pietre preziose, i quadranti realizzati su misura in pietra o in legno diventa-no elementi importanti che vanno ad aggiungersi alle complicazioni che Ja-quet Droz realizza. Collezioni limitate che incarnano lo spirito esclusivo della

manifattura e che rimane immutato ancor oggi anche dopo tre secoli dalla sua nascita. Tutto questo per rispondere all’iniziale ambizione di Pierre: abbat-tere le frontiere dell’arte orologiera. A cominciare dal movimento, perché da oltre tre secoli Jaquet Droz riserva ai suoi segnatempo il meglio che l’innovazione tecnologica possa off rire in materia di orologeria. I movimenti meccanici sono a carica automatica o manuale e su ogni platina viene inciso il trifoglio, fi rma segreta del fondatore della Manifattura. Ponti e platine decorati con il motivo “Côtes de Genève”, la massa oscillante in oro bianco 22 carati con il suo decoro solare, sono visibili attraverso il fondel-lo trasparente della cassa. Ogni pezzo è di per sé unico come uni-ca è l’applicazione dello smalto “grand

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la Machine à Ecrire le Temps

fin dalle origini della sua nascita, la Manifattura Jaquet Droz non ha mai cessato di sorprendere, di stupire. A partire dalla fine del 18° secolo, i suoi spettacolari automi – lo Scrivano, la Musicista e il Di-segnatore – davano vita alla chimera dell’uomo artificiale. Il fasci-no fu immediato a Versailles, dove furono presentati a Luigi XVI e a Maria Antonietta, prima di fare il giro delle corti reali dell’Europa. Da allora, la filosofia della Manifattura resta immutata: offrire il meglio per suscitare meraviglia in ogni istante. Un’esigenza incarna-ta sia dalla tecnica e dalle complicazioni orologiere più

avanzate, sia dalle scelte estetiche. È questa eterna ricerca che ha portato Manuel Emch, presidente e direttore artistico di Montres Jaquet Droz, a immaginare con gli ingegneri e i maestri artigiani di La Chaux-de-Fonds la Machine à Ecrire le Temps. Questo progetto, intimamente legato al DNA del marchio, aveva un solo limite: rag-giungere l’impossibile. Una performance di alta acrobazia tecnologi-ca, sostenuta dallo spirito avanguardista, così come dal savoir-faire, della Manifattura. Preparatevi ad essere stupiti. Perché da Versail-les a Basilea, Jaquet Droz ha mantenuto la sua promessa: infondere un pizzico di sogno e di imprevisto in tutte le sue creazioni.

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feu” realizzato interamente a mano giocando con la fi nezza del-le polveri e la potenza delle fi amme. I maestri artigiani Jaquet Droz sono i soli a conoscere la formula che dona a queste opere il colore e la loro composizione unica. Tutto questo è estremiz-zato dal colore più diffi cile da realizzare: il nero. Aff ascinante e misterioso, il nero assoluto è il frutto di un’alchimia il cui se-greto è gelosamente custodito. Così come la lavorazione dello smalto “paillonné”: la minuziosità dei motivi in oro depositati uno a uno su un fondo in smalto “fl inqué” la cui magnifi cenza cromatica è sottolineata dal blu, caratteristica della Manifattu-ra e della sua arte.

E poi ci sono i giochi di colori, forme e materiali. Jaquet Droz magnifi ca i propri quadranti e li adorna con uno o più anelli in oro rifi niti interamente a mano. Il risultato di questo decoro è messo ancor più in evidenza dal colore blu delle lancette e delle viti, ottenuto attraverso il delicato processo di colorazione dell’acciaio. Per ottenere questo risultato l’artigiano che lavora l’acciaio utilizza una fi amma viva adattando con essa le forme e il colore della lancetta. Soltanto per mezzo della sua maestria riesce a riprodurre esattamente il blu tipico di Jaquet Droz. Tecnologia e bellezza che si traducono anche nella sapiente ar-monia con cui gli orologi della manifattura svizzera vengono impreziositi da perle e pietre preziose per creare veri e proprio tesori al confi ne tra gioielleria e orologeria. L’arte del sertissage propria dei maestri di Jaquet Droz si esprime pienamente sui quadranti dei modelli Fleur du Temps dove la luce dell’oro su-blima lo sfavillio dei diamanti, la cremisi dei rubini e il colore degli spessartines come zaffi ri e smeraldi impeccabilmente ta-gliati rivelano splendore ed unicità.Questa capacità di meravigliare è l’anima viva di Jaquet Droz, la prima cifra di lettura delle sue opere che sono un omaggio al tempo nella sua autenticità e nel suo aff ascinante mistero. |

Tecnologia e bellezza si traducono anche nella sapiente armonia con cui gli orologi della manifattura svizzera vengono impreziositi da perle e pietre preziose per creare veri e proprio tesori al confi ne tra gioielleria e orologeria. L’arte del sertissage propria dei maestri di Jaquet Droz si esprime pienamente sui quadranti dei modelli Fleur du Temps dove la luce dell’oro sublima lo sfavillio dei diamanti, la cremisi dei rubini e il colore degli spessartines come zaffi ri e smeraldi impeccabilmente tagliati rivelano splendore e unicità

Date Astrale. Quadrante in nero opalina.

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I numeri di Piere Jaquet Droz1721 Pierre Jaquet Droz nasce a La Chaux-de-Fonds. 1735 Pierre Jaquet Droz segue i corsi di matematica e fisica tenu-ti dal professore Daniel Bernoul-li, matematico e fisico svizzero dell’università di Basilea. 1738 Pierre Jaquet Droz apre la sua prima manifattura alle porte di Sur le Pont, nei pressi deLa Chaux-de-Fonds. 1758 Pierre Jaquet Droz abbando-na La Chaux-de-Fonds per andare a presentare le sue creazioni in Spagna. 1759 A Madrid, il maestro orolo-giaio viene ricevuto alla Corte di Spagna dal Re Ferdinand VI. Qui ottiene un successo trionfante vendendo tutte le sue creazioni. I profitti verranno utilizzati per la creazione di un orologio ani-mato con grande complicazione. 1769 Pierre Jaquet Droz viene affiancato da suo figlio Henry-Louis, di 17 anni, che ha appena terminato i suoi studi in matema-tica, fisica, scienze e arte all’Ac-cademia di Nancy.1774 Gli ordini continuano ad af-fluire dal mondo intero. Pierre Jaquet Droz apre la sua seconda manifattura a Londra insieme a suo figlio Henry-Louis, artista, musicista e ingegnoso costrut-tore.1775 Presentazione, a Parigi, dei tre Automi – Lo Scrivano, Il Di-segnatore e La Musicista – a Re Louis XVI e alla Regina Marie-Antoinette. 1784 Pierre Jaquet Droz apre a Ginevra la prima manifattura organizzata della città, la sua terza dopo quelle di La Chaux-de-Fonds e di Londra. 1790 Pierre Jaquet Droz muore a Bienne. 1791 Henry-Louis Jaquet Droz muore a Napoli durante un viag-gio.

www.jaquet-droz.comwww.serafinoconsoli.it

L’eternità è un concetto simile all’attimo, non si coglie, non si misura e l’amore se ne serve nel periodo in cui dimentica il tempo; può essere un secondo, come può essere per un giorno, come per più anni, poi l’eternità dilegua. Antonio Beltramelli

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una leggenda nata oltre

300 anni faNel 1681 il quindicenne Daniel

JeanRichard, senza alcuna formazione, aggiustò da solo

il suo primo orologio. Dal genio di questo ragazzino nato tra

le montagne di Neuchâtel ha inizio la storia di una Manifattura capace di dar vita a tre secoli di tradizione

e di realizzare, oggi più che mai, oggetti straordinari che danno nuova

forma al tempo

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La leggenda narra che, nel 1681, all’età di 15 anni, l’apprendista Daniel JeanRichard

ebbe l’occasione di riparare il suo primo orologio e, un anno dopo, lo riprodusse

con notevoli miglioramenti. Poco alla volta, Daniel diventò

il simbolo per lo sviluppo dell’industria orologiera

nella sua regione creando macchine ed attrezzi essenziali

per la professione

Una Marca nata da un mito diventato leggenda. Una Marca creata partendo dal genio di un giovane quindicenne

Stiamo parlando di Daniel JeanRi-chard e degli orologi della collezione

JEANRICHARD. L’ apprendista Daniel JeanRichard nacque nel 1665 a Les Bressel

tra le montagne di Neuchâtel.

La leggenda narra che, nel 1681, all’età di 15 anni, egli ebbe l’occasione di riparare il suo primo orologio

e, un anno dopo, lo riprodusse con notevoli miglioramen-ti. Poco alla volta, Daniel diventò il simbolo per lo sviluppo

dell’industria orologiera nella sua regione creando macchine ed attrezzi essenziali per la professione.

Dopo la sua morte, le successive generazioni della famiglia si de-dicarono all’orologeria, in particolare Louis JeanRichard chiamato

“Bressel”, nato a Le Locle nel 1812. Louis svolse un ruolo preponderan-te nello sviluppo del cronometraggio e della creazione dell’osservatorio

di Neuchâtel. Negli anni ’80, l’imprenditore torinese Luigi Macaluso ac-quisisce la Marca Daniel JeanRichard e, in pochi anni, riesce a dimostrare

personalità e competenza nello sviluppo di movimenti e di segnatempo sofi sticati ed innovativi.

Da allora, la Marca sviluppa collezioni imperniate su modelli dalla forte per-sonalità, rispettosi della tradizione orologiera, e contraddistinti da un design

dinamico e moderno, che soddisfa le aspettative di una clientela sempre più consapevole ed informata.

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In queste pagineDue diverse versioni delBressel 1665 Tourbillon

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Luigi MacalusoLuigi Macaluso è il Presidente di Sowind Group che riunisce una Manifattura orologiera e due Marche, Girard-Perregaux e JEANRICHARD.

Dopo l’accordo di collaborazione strategica a lungo termine firmato con PPR nel giugno 2008, Luigi Macaluso è diventato membro del Comitato di Gestione del Gruppo Gucci e del consiglio d’amministrazione di Boucheron. Nato a Torino il 9 giugno 1948, sposato con Monica e padre di quattro figli, Stefano, Massimo, Anna e Margherita, attual-mente vive tra La Chaux-de-Fonds e Torino.

Ha fondato la sua società di distri-buzione orologiera nel 1982. Nel 1987, è diventato il distributore italiano di Girard-Perregaux. Nel 1989, è entrato nel consi-glio d’amministrazione e suc-cessivamente ha acquistato l’azienda.

Sotto il suo impulso, la società affina la pro-pria strategia, concen-trandosi sul segmento di altissimo livello, supportato da investi-menti importanti nel settore della ricerca e sviluppo. Fermamente convinto del valore di una Manifattura oro-logiera autentica, egli sostiene lo sviluppo di una strategia di produ-zione integrata.

Con una visione moderna e una conoscenza appro-fondita dell’architettura (è laureato in questo campo) Luigi Macaluso si è fortemente impegnato nel design delle più belle creazioni della Marca. Le corse automobilistiche e il mondo del motor-sport hanno svolto (e continua-no a svolgere) un ruolo essenziale nella sua vita.

Nel 1972, ha vinto il Campionato d’Europa di Rally con una Fiat 124 Abarth. Nel 2001, è stato eletto Presidente della CSAI, la Fe-derazione automobilistica sportiva italiana. Attualmente è Presidente della Commissione di Karting della FIA ed è membro del Consiglio della FIA (Federazione Internazionale dell’au-tomobilismo).

Comunicatore dalle idee ambiziose, Luigi Maca-luso ama la sfida dei grandi progetti che gesti-sce con notevole disciplina. La sua idea di qua-lità, che applica in tutte le cose, è di rimettere continuamente in discussione ciò che è riuscito ad ottenere, senza mai concedersi il lusso di dormire sugli allori.

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Non si riceve la saggezza, bisogna scoprirla da sé, dopo un tragitto che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché essa è una visuale sulle cose.Marcel Proust

La Marca diventa presto sinonimo di qualità grazie ad un know-how ricco di tradizione, personalità ed esclu-sività. Dal 2003, Massimo Macaluso inizia a dedicarsi alla Marca che, dall’anno successivo, prenderà il nome di JEANRICHARD. Viene inaugurato nella sede sto-rica a La Chaux-de-Fonds il primo ed unico museo al mondo che rappresenta, con una collezione di più di 100 oggetti, l’evoluzione degli strumenti e delle macchi-ne orologiere di oltre tre secoli. Ciò a riprova del forte legame esistente tra la Marca e le proprie origini. Nel 2004, JEANRICHARD acquisisce la sua indipenden-za in termini di creatività e di sviluppo, introducendo il suo primo calibro di Manifattura, il JR1000. La sua forza: il controllo totale delle tecniche orologiere tradi-zionali abbinate ad uno stile di carattere forte ed ori-ginale. Oggi, con il calibro di Manifattura JR1000 e le sue 9 complicazioni, JEANRICHARD off re un nuovo sguardo al tempo, utilizzando per le proprie creazioni materiali innovativi. Nel massimo rispetto delle elevate esigenze di qualità dell’orologeria svizzera, i designer e i maestri orologiai di JEANRICHARD riescono, nei loro atelier, ad interpretare nuovamente il tempo in modo contemporaneo e originale. |

Oggi, con il calibrodi Manifattura JR1000 e le sue 9 complicazioni, JeanRichard off re un nuovo sguardo al tempo utilizzando per le proprie creazioni materiali innovativi

nell’immagineuna veduta invernale della sede della manifattura

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nell’immagineIl Bressel 1665 Chrono Rattrapante

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MattioliStoria contemporanea: i gioielli

Quando si osservano gli oggetti delle collezioni Mattioli, si coglie subito la varietà dell’ispirazione, ma qualcosa di comune colpisce immediatamente e rende riconoscibile una precisa impronta di personalità. In ogni idea si sente l’ideatrice: l’energia decisa del disegno incontra la leggerezza, la forma sorprende, il motivo guida – colore, materiale, forma, luogo, tradizione - diventa territorio dell’emozione, gioco combinatorio, eleganza viva e mutevole, come sono l’umore e l’estetica di chi lo indossa. Mattioli è il non-banale della catena: da girocollo a cintura, da fi lo extralong, danzante, a doppio, triplo giro, an-che di più, scintillante di rifl essi e di sonorità. Mattioli è l‘orecchino che gioca a cambiare colore, la poesia dell’anello dai fi li avvolti con grazia, ciascuno un augurio di felicità, è il ciondolo forgiato nell’oro, nastro celtico che richiama l’infi nito divenire del mondo in un nodo misterioso, fl uido, ipnotico. O quello orientale, ricamato di diamanti, in preziose foglie sovrapposte. Oro cioccolato accostato a gemme pure come il ghiaccio, oro giallo, bianco e rosa alternati a forme di madreperla multicolor, trasparenze o eff etti opalini fra maglie e castoni stilizzati: libertà stilistica e piacere della materia.

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Nel grande e diversifi cato mondo degli oggetti preziosi, a tratti virtuosamente contaminato dalla moda, dalla tecnologia, dal design, Mattioli offre una prospettiva del gioiello modernissima, indipendente, creata da una donnaLicia Mattioli, per ogni donna che conosce se stessa e che si esprime nel mondo

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Nell’immagine:un gioiello della collezione siriana

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Mattioli è storia contemporanea in fatto di gioielli. Non è un caso se, parallelamente all’attività di imprenditrice, Licia Mattioli ha lanciato e seguito per anni giovani arti-sti, curando una propria galleria a Torino, città-laboratorio per eccellenza, tanto in ambito culturale che tecnologico. Non è un caso che il suo lavoro sia apprezzato a New York, a Tokyo, in Svizzera e tanti al-tri di Paesi del mondo. Una geografi a che ogni anno arricchisce la propria costella-zione. Le collezioni emergono dalla fusio-ne alchemica tra qualcosa di antico, nato dalla laboriosa tradizione degli artigiani orafi più esperti, e la modernità del model-lo d’impresa, volto a sperimentare processi evoluti, a cercare instancabilmente concetti inediti, dal disegno alla realizzazione. Due anime si sono incontrate: quella dell’Anti-ca Ditta Marchisio, storica gioielleria sorta nel 1860, e quella della famiglia Mattioli, che la acquisisce nel 1995 off rendole quello slancio espansivo che meritava. Accanto alle importanti partnership con le maison più prestigiose – da Tiff any a Cartier – Mattioli si è posizionato in pochi anni fra le realtà italiane più credibili e meritevo-li di successo. La crescita dal 1996, anche occupazionale (da 30 a 130 dipendenti, per citare un dato numerico), testimonia il gradimento di un pubblico consapevole,

e la disponibilità verso un soggetto che ha qualcosa di nuovo da dire, in un orizzonte di qualità e di etica aziendale.

Spazio elettivo per le collezioni Mattio-li, Serafi no Consoli è gioielleria culto per coloro che amano davvero gli oggetti pre-ziosi. Per un appassionato, quale che sia il potenziale di investimento, l’acquisto di un orologio o di un gioiello è sempre un’esperienza signifi cativa, che mette in campo sentimenti, giudizi di gusto, at-tenzione all’investimento, piacere. L’in-contro con il cliente, dal punto di vista del gioielliere, è vissuto come momento di accrescimento conoscitivo e di condi-visione nell’apprezzamento del gioiello. Il binomio Mattioli-Consoli in questo trova perfetta corrispondenza.

“Vorrei da un gioielliere, e da chiunque possa incontrare all’interno di una gioiel-leria di alto profi lo, la cordialità e l’orgoglio di un esperto in materia, capace di ascol-tare, di capire e di proporre andando ben al di là delle logiche da catalogo. Si tratta di comprendere a fondo l’interlocutore, e di spingersi anche verso un servizio di ricerca personalizzata, talvolta inconsue-ta e sorprendente, che possa intercettare il pezzo unico, o un particolare modello,

In ogni idea si sente l’ideatrice: l’energia decisa del disegno incontra la leggerezza, la forma sorprende, il motivo guida diventa territorio dell’emozione, gioco combinatorio, eleganza viva e mutevole, come sono l’umore e l’estetica di chi lo indossa

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Nelle immaginiIn questa paginadue esemplari della lineapuzzle di Mattioli

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nelle immaginidue esempi della linea cacao m

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Perché è così che ti frega la vita. Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.Alessandro Baricco

che né la vetrina né una campagna avrebbero svelato.” È il pensiero di Licia Mattioli sull’incontro e sulla relazione con il cliente, che immagina in uno spazio caldo, priva-to e il più possibile personalizzato. Se le formule di dècor minimalista, avveniristiche, hanno segnato lo stile delle boutique monomarca, la gioielleria di tradizione classica, svincolata dal legame con un unico brand, ha idealmente lo charme del salotto: luogo raccolto, chic, avvolgente. Un ambiente dove sentirsi a proprio agio anche nel semplice osservare e scoprire la cosa mai vista. Il gioiello traccia un orizzonte complesso, dove valori reali e simbolici si in-contrano e si confondono, dove la bellezza è senza scam-po, e la passione ha sempre l’ultima parola. |

A fianco e sottocollana e anello della lineaceltica di Mattioli

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I TEMPI moderni

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Viviamo “Tempi moderni”, in cui la prospettiva deve necessariamente volgere verso il mondo che ci circonda. Per un’azienda è il passaggio dalla consapevolezza di sè all’attenzione verso il più importante dei fattori: il cliente. Continua con questa nuova puntata il viaggo di questo dossier dedicato alle “Forme del tempo”. Un nuovo capitolo della storia della gioielleria Serafi no Consoli che sta scrivendo i suoi “Tempi moderni” mettendo proprio il cliente al centro di un nuovo grande progetto a cura di Ivan Consoli

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Viviamo tempi moderni. Tempi in cui è necessario guardare le cose sotto prospettive diverse. Nel corso di questo dossier ci siamo soff er-mati sul tempo e le sue forme a cominciare dall’identità stessa di que-sto concetto straordinario e indecifrabile. Ci siamo incamminati, poi, lungo un percorso che ci ha portato a rifl ettere sul nostro modo di compiere il tempo, quello che abbiamo defi nito “Tempo della semina” e “Tempo del raccolto”. Sono le fasi in cui si creano le fondamenta di un progetto che via via cresce e si sviluppa favorendo il compiersi di importanti obiettivi. Sono le fasi in cui i protagonisti siamo stati noi, con le nostre scelte, i sacrifi ci, il lavoro e la dedizione: l’evoluzione della famiglia Consoli e dell’azienda che rappresento nel panorama dell’alta orologeria e gioielleria.

Nei “Tempi moderni”, però, il protagonista della storia deve necessa-riamente cambiare. E’ il cliente il punto focale di questa concezione del tempo che ne rivoluziona l’identità stessa e il rapporto con l’azien-da. Un rapporto di centralità autentica perché non si tratta solo di “dire” che il Cliente è al centro di tutto, ma di “mettercelo” davvero. Per farlo le parole chiave sono due.

Nei “Tempi moderni”, però, il protagonista della storia deve necessariamente cambiare. E’ il cliente il punto focale di questa concezione del tempo che ne rivoluziona l’identità stessa e il rapporto con l’azienda. Un rapporto di centralità autentica perché non si tratta solo di “dire” che il Cliente è al centro di tutto, ma di “mettercelo” davvero

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a sinistra: una delle immaginipiù conosciute di chaplinriguardante il film “the kid” (1921)

La prima è dialogo. Per questo, nel nostro caso, un luogo come una gioielleria non può essere un mero luogo d’acquisto. Ma uno spazio nuovo per cono-scere, capire, domandare, scegliere e, ovviamente, sognare. Bisogna essere consapevoli che qui un so-gno può diventare realtà. Ma questo comporta una grande responsabilità: quella di diventare dei luoghi in cui fare cultura. Non essere più, cioè, luoghi in cui aff ascinare il Cliente con la promessa dell’uni-cità e della preziosità di ciò che stanno acquistan-do, ma affi ancarlo in un percorso di crescita, sia di competenze che, di conseguenza, di gusto.

L’altra parola chiave è l’unicità. Bisogna avere il co-raggio di proporsi sul mercato con un’off erta unica e diff erenziata. E il coraggio sta nel fatto che un si-mile obiettivo, per essere raggiunto, spesso implica scelte non comuni e neppure facili, ma che necessi-tano della adeguata lungimiranza. Ma non solo.

L’unicità non è soltanto quella di alcuni pezzi dell’al-ta orologeria e della gioielleria. L’unicità, soprattut-to, è quella del cliente, a dimostrazione che lui è il vero protagonista del nostro tempo. Ogni cliente è unico, unici e irriproducibili sono i suoi pensieri, le sue passioni, le sue emozioni e, soprattutto, i desi-deri. Del resto non è un caso che la Gioielleria Se-rafi no Consoli abbia scelto di rappresentare la sua immagine con una catena di Dna, che per eccellen-za rappresenta l’unicità e la meravigliosa irripetibi-lità di ogni essere vivente. |

I Tempi Moderni di ChaplinJean-Luc Godard disse una volta che Chaplin, pur restando ai margini del cinema, ha riempito questi margini di un numero di “cose” infinitamente maggiore di qualsiasi altro uomo di cinema. Per “cose” specificò che intendeva idee, gag, intelligenza, onore, bellezza, gesti, ecc. E’ proprio questa idea di margine che carat-terizza perfettamente il senso della presenza del grande regista nella storia del cinema. Ed è per questa ragione che parlare di Chaplin può essere allo stesso tempo facilissimo (basta dire che è stato il più grande) ma anche molto difficile, o ambiguo. Perché ambigua, nella sua polivalenza, è la presenza del fenomeno Cha-plin nel cinema. Come valutare infatti, anche se ben quarant’anni sono trascorsi dal momento in cui furono girate le prime sequenze di TEMPI MODERNI, a quale delle presenze dobbiamo la straordi-naria freschezza che il film ha conservato? A quella del personag-gio Charlot, con la sua inconfondibile umanità? Oppure a quella del regista Chaplin, con la sua spesso sottovalutata ma innegabile personalità linguistica (basti pensare ai piani sequenza, all’uso del simbolo, al senso del montaggio e quindi del ritmo), a quella del pensatore o, ancora, dell’individuo Charles Chaplin: con tutte le contraddizioni, le ambiguità ormai arcinote, specie osservate oggi, di un uomo giunto ormai in tarda età?Per questa sua polivalenza Chaplin è spesso sfuggito, e sfugge tut-tora (anche se è in corso una sorta di riesame critico della sua pre-senza, una rimessa in questione di tutta una serie di valori che si ritenevano ormai acquisiti) ad una collocazione precisa nella sto-ria della evoluzione artistica del cinema.Se oggi una certa parte della critica tende a rovesciare i valori tradizionali, discutendo il personaggio Charlot e sottolineandone certi aspetti anarchici, nel senso di egoistici nei confronti dei propri simili, da una altra parte si accentuano altri aspetti del Chaplin regista che erano stati meno seguiti in passato da una critica più attenta al Charlot-personaggio.Comunque sia, la rilettura del film ad anni di distanza fa altro che risaltare il carattere di efficacia, di eccezionale attualità spettacolare, polemica e morale che il film ha conservato. A pre-scindere da pochi ed insignificanti momenti in cui il personaggio può cadere effettivamente nella trappola di un dato e forse fur-besco calcolo utilitaristico, o sentimentale, dei momenti nei quali il personaggio viene strumentalizzato, per usare un vocabolo in auge, a dei fini forse non così evidenti e limpidi come potrebbero apparire a prima vista, rimane la forza espressiva eccezionale di molte sequenze-chiave, che conservano intatta tutta la loro bel-lezza. Da quella, sintesi perfetta dell’opera, del pranzo meccaniz-zato, a quella della bandiera rossa caduta dall’autocarro e as-similata, assieme a Charlot, alla manifestazione di piazza. Dalle scene del cabaret, a quelle celebri e stupende del finale: dove lo sfondo, l’ambiente, come in tutto il cinema più grande, è usato in modo mirabile.Anche se Chaplin ha lavorato in una sorta di margine, e questo margine non è facilmente delineabile, e questa incertezza può por-tare a certe riconsiderazioni di ordine diverso, è impossibile igno-rare l’emozione intatta che ancora oggi si ricava dalla visione del film. E questo sembra essere garanzia sufficiente della purezza intrinseca di tale momento creativo.di Fabio Fumagalli

Una giornata senza un sorrisoè un giorno perso.Charlie Chaplin

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sogni e magie dal profondo del mare

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Le perle di Kokichi Mikimoto, vate dell’alta gioielleria e leader mondiale del settore. Storia e mito

di una Maison che da 116 anni scrive pagine straordinarie che nascono dal profondo del mare

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Oggi Mikimoto è leader mondiale nel settore delle perle coltivate di altissima qualità e dei gioielli con perle. I criteri di qualità e valore fi ssati da Mikimoto sono un riferimento internazionalmente riconosciuto per la classifi cazione delle perle (Oriente e spessore di perlagione, Forma, Aspetto della superfi cie, Colore, Dimensione). Mikimoto impiega solo perle di altissima qualità: Akoya giapponesi, Perle dei Mari del Sud (Bianche e Gold), perle dal grigio argento al nero da Tahiti ed i colori naturali delle perle di acqua dolce

Un sogno racchiuso in una gemma di mare. Un sogno diventato realtà più di un secolo fa grazie all’entusiasmo, alla costanza e all’innato senso della

bellezza che hanno fatto di Kokichi Mikimoto uno dei più importanti gioiellieri della storia. È stato lui, nel 1893, ad ottenere la prima

perla coltivata. Oggi Mikimoto è leader mondiale nel settore del-le perle coltivate di altissima qualità e dei gioielli con perle. I

criteri di qualità e valore fi ssati da Mikimoto sono un ri-ferimento internazionalmente riconosciuto per la classi-

fi cazione delle perle (Oriente e spessore di perlagione, Forma, Aspetto della superfi cie, Colore, Dimensione).

Mikimoto impiega solo perle di altissima qualità: Akoya giapponesi, Perle dei Mari del Sud (Bianche

e Gold), perle dal grigio argento al nero da Tahiti ed i colori naturali delle perle di acqua dolce.

Un sogno da coltivareCon il loro misterioso, ma allo stesso tempo puro e semplice splendore, le perle nei seco-li hanno conquistato molti. A partire dalla metà del 1800, poco prima del periodo Meiji, il Giappone sviluppa fortemente il commer-cio internazionale e le sue perle naturali, già considerate preziosissime, diventano ancor più richieste e costose.Le ostriche perlifere che si trovano attor-no a Ise-Shima, città natale di Mikimoto, diventano oggetto di forsennate ricerche, tanto da sfi orare l’estinzione. Mikimoto si dedica allora alla coltivazione delle ostri-che, avendo chiaro nella mente un sogno: quello di coltivare le perle. Per decenni impegna ogni suo istante in ricerche ed esperimenti. Le perle naturali sono create dalla natura in modo casuale e ogni sforzo di indagare i loro misteri all’inizio non dà risultati. Eventi marini come le “onde ros-

se” (fenomeni che provocano una eccessiva concentrazione di plancton) e variazioni nella

temperatura dell’acqua sono la causa di ripe-tuti fallimenti. A dispetto dei molti ostacoli,

Kokichi si impone di dedicare ogni energia che ha in corpo alla sua missione, convinto di riuscire

a piegare la natura a sua alleata. Il giorno che da tempo attendeva giunge l’11 luglio 1893. Con la mo-

glie Ume al fi anco, fa risalire una cassa di ostriche dal mare, ne apre una e all’interno trova una incantevole

perla. E’ la prima volta nella storia che un uomo riesce a creare una perla.

Un sogno da far crescereUna volta ottenuta la prima perla, Kokichi sente ancor più forte il

bisogno di continuare nelle sue ricerche. E’ infatti sempre stato af-fascinato dall’aura misteriosa che circonda le leggendarie perle nere e

grigie e decide di provare a coltivare anche queste. Nel 1914 Kokichi apre un’azienda perlifera per perle Nere dei Mari del Sud a Okinawa, e precisamente a Ishigaki Island. Superando le spesso sconfortanti ostilità della natura, tra le quali anche i tifoni, nel 1931 per la seconda volta riesce a trasformare una fantasia in realtà quando ottiene una perla allora gigante, dal diametro di 10

SopraFilo di perle bianche dei mari del sudNella pagina a destraun’immagine dell’epcoa di kokichi mikimoto

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Qui sopraFilo di perle nere dei mari del sud

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non si ferma e invia anche a Palau, isola nell’Oce-

ano Pacifi co, un team di ricercatori che ha notevole successo nella coltivazio-

ne delle perle. Impegnato nella sfi da di coltivare perle nere e dai rifl essi grigi, Kokichi dà un impulso

all’industria perlifera su isole che fi no a quel momento erano economicamente poco sviluppate. Il suo contributo al loro progresso è tale che ancor oggi il nome di Mikimo-to è ricordato con riconoscenza e rispetto.

Uno stile unicoSpinto dal desiderio di avvicinare la gente comune

alle perle, rendendole più accessibili, Kokichi apre la prima bottega specializzata a

Ginza, quartiere di Tokio. Nel 1906 la trasferisce in un nuo-

vo edifi cio situato a Ginza 4-chrome. Il nuovo ne-

gozio, un edifi cio in pietre bianche, di ispirazione occi-dentale e su due piani, ha uno stile che lascia trasparire la costante attenzione di Kokichi alla bellezza e all’altissima qualità intrinseca degli oggetti che propone.Giovani commessi in eleganti abiti sartoriali accolgono i clienti, mentre ogni mese le vetrine e gli allestimenti in-terni vengono rinnovati sotto la guida di esperti designer. Kokichi riserva la massima cura alla preparazione delle bacheche, nelle quali espone gioielli che sono una testi-monianza dei più alti standard qualitativi e dello stile più raffi nato. La boutique Mikimoto presto attrae su di sè gli occhi del mondo. Kokichi senza sosta continua ad inse-guire i suoi sogni. |

Kokichi Mikimoto riesce ad ottenere la prima perla coltivata della storia

l’11 luglio 1893, dopo molti anni di duro lavoro e incessante ricerca.

Apre il suo primo negozio nel 1899, a Tokio, nel quartiere di Ginza, luogo che accoglie le ultime tendenze della

moda occidentale

www.mikimoto.comwww.serafinoconsoli.it

La scienza e la tecnica, preziose risorse dell’uomo quando si pongono al suo servizio e ne promuovono lo sviluppo integrale a beneficio di tutti, non possono da sole indicare il senso dell’esistenza e del progresso umano.Donum viate

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116 anni di storiaDa 116 anni l’azienda è leader mondiale nel settore delle perle coltivate di altissima qualità e dei gioielli con perle; è internazionalmente riconosciuta per i suoi elevatissimi standard nel design dei gioielli, nella selezione delle perle e nel rigoroso controllo della qualità. Kokichi Mikimoto riesce ad ottenere la prima perla coltivata della storia l’11 luglio 1893, dopo molti anni di duro lavoro e incessante ricer-ca. Apre il suo primo negozio nel 1899, a Tokio, nel quartiere di Ginza, luogo che accoglie le ultime tendenze della moda occidentale. Sei anni più tardi, a seguito della sua instanca-bile ricerca, Kokichi Mikimoto riesce ad ottenere una perla perfettamente sferica. Di lì a poco incontra l’imperatore Meiji a Ise-Shrine e in quell’occasione afferma: “Vorrei po-ter ornare con un filo di perle il décolleté di tutte le donne del mondo”. Il primo punto vendita all’estero viene inaugu-rato a Londra nel 1913 e solo un anno dopo viene inaugurata l’azienda perlifera per perle nere dei Mari del Sud a Ishigaki Island. Ma è solo nell’ottobre del 1931, dopo anni e anni di

duro lavoro, che Mikimoto ottiene una perla nera dei Mari del Sud dal diametro di 10 mm. Nel 1922 parte l’avventura an-che nel Sud Pacifico con l’inaugurazione dell’azienda perli-fera a Palau. Alcuni ricercatori sono inviati a Palau, dove i loro sforzi conducono con successo alla coltivazione di perle grigie. Mikimoto incontra anche Thomas Edison che gli dice: “Ci sono solo due cose che non hanno potuto essere inventate nei miei laboratori: i diamanti e le perle”. Nel 1930 Kokichi Mikimoto è tra i top 10 inventori giapponesi invitati a Palazzo Imperiale. Riconosciuto dall’Imperatore come uno dei 10 più grandi inventori, Kokichi Mikimoto è invitato a cena a Palazzo Imperiale insieme a personaggi del calibro di Umetaro Suzuki e Kotaro Honda. Due anni più tardi, con un gesto pubblico che sottolinea l’importanza attribuita alla qualità, Kokichi Mikimoto brucia perle di qualità inferiore in presenza dei rappresentanti della Camera di Commercio di Kobe. I numerosi giornalisti presenti a Kobe fanno cono-scere questo fatto al mondo intero.

Qui sottomikimoto al lavoromentre misuradelle perle

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“L’Accademia”dell’alta orologeria:tradizione e innovazioneper crescere nuovimaestri dell’arte del tempo

Nell’immagine:Una fase di progettazioneall’Institut Minerva

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L’Institut Minerva de Recherche en Haute Horlogerie di Villeret in Svizzera: un vero e proprio laboratorio di pensiero, dove i giovani incontrano i grandi maestri per continuare a tramandare questa tradizione votata all’eccellenza totale

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Per quanto si cerchi di racchiuderlo all’interno di mecca-nismi perfetti e di defi nirlo con la massima precisione, il tempo conserva il suo lato misterioso, lo spirito di un’es-senza superiore che non può essere imprigionato mai del tutto. Forse questo profondo rispetto per il tempo e il suo mistero sta alla base di un capolavoro dell’arte orologie-ra quale è il Grand Tourbillon Heures Mystérieuses della collezione Villeret 1858 di Montblanc.

Già il nome racchiude tutto il fascino di un oggetto dedi-cato agli appassionati più puri, capaci di cogliere nel pro-fondo l’innovazione e il “mistero” di questo orologio fatto per pochi. Anzi pochissimi: una sola versione in platino, otto modelli in oro bianco e otto in oro rosa. Il Tourbillon appare a ore 12 nell’ampia cassa a forma di goccia, ed è valorizzato da un ponte a forma di otto orizzontale, sim-bolo dell’infi nito. Nella parte inferiore della cassa si trova l’altrettanto ampio quadrante orario, dove le lancette delle ore e dei minuti fl uttuano indicando misteriosamente il tempo.

Questo orologio è un monumento all’abilità e alla creati-vità dei mastri orologiai di Villeret. Un tempio dove an-cora oggi si continua a far vivere l’arte orologiera svizzera nelle sue manifestazioni più alte, capaci di riscuotere am-mirazione in tutto il mondo.Infatti il Grand Tourbillon Heures Mystérieuses è nato lo scorso anno in occasione del 150° anniversario della fondazione della casa manifattura svizzera e per celebrare la riapertura dell’edifi cio che ospita l’Institut Minerva de Recherche en Haute Horlogerie dopo l’importante inter-vento di restauro e ampliamento che ha dato nuova vita alla costruzione.

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Qui sopraGrand Tourbillon Heures Mystérieuses della collezione Villeret 1858 di Montblanc

Le ore misterioseVero elemento d’attrazione di questo orologio è il grande Tourbillon posizionato nella parte superiore del quadran-te. Composto di 95 elementi, pesa meno di un grammo. Il mec-canismo è visibile in tutta la sua perfezione attraverso una gabbia, staccata dal movimento, dall’apertura di 18,4 mm, che lo rende uno dei più grandi Tourbillon disponibili sul mercato. Anche il volano del bilanciere ha una dimensio-ne importante, con un diametro di14.6 mm, un movimento di inerzia di 59 mgcm2 e la frequenza di 18.000 semi-oscillazio-ni (2,5 Hertz). Particolarmente degni di nota sono i tre pesi di compensazione, decorati con la freccia Minerva, che pos-sono essere spinti avanti e indietro lungo l’arco incurvato della gabbia del tourbillon per ottenere un equilibrio per-fetto. Il ponte brevettato è un capolavoro in miniatura: interamente fatto a mano, ha la forma di due otto intrec-ciati, a ricordare il simbolo dell’infinito.Tutti i pezzi del ponte e della gabbia sono in acciaio mas-siccio, modellati meticolosamente e lucidati a mano. Un la-voro che richiede tre settimane per ogni tourbillon e una tecnica artigianale che solo pochissimi mastri orologiai possiedono. Le ore misteriose sono visibili nella parte infe-riore dell’orologio, attraverso un quadrante dal diame-tro uguale a quello del tourbillon. Le lancette fluttuano grazie al tradizionale sistema dei dischi in vetro zaffiro. Il fondo del quadrante non è trasparente, ma presenta una superficie specchiata che enfatizza il suggestivo effetto “galleggiante” delle lancette. Tutt’intorno, una fine la-vorazione guilloché, una tecnica tradizionale realizzata manualmente che richiede anni di esperienza. Anche la cas-sa testimonia la grande maestria degli artigiani Minerva, presenta infatti una forma a goccia, che si allunga nella parte inferiore del quadrante. E’ disponibile in platino 950, in oro bianco e rosso 18 carati.Per la prima volta nella collezione Montblanc Villeret 1858, il fondello non si apre, per non svelare il segreto del-le ore misteriose.

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All’interno dell’Istituto operano e si formano mastri orologiai in grado di possedere capacità ed esperienze tali da costruire inte-ramente a mano tutti i componenti fondamentali dell’orologio e sempre a mano vengono eff ettuate tutte le operazioni che rendono perfetti questi gioielli: dalla verifi ca della lunghezza del bilanciere all’accuratezza del cronografo.

Per alimentare e conservare questa preziosa tradizione, la casa sviz-zera Minerva ha accolto con entusiasmo il supporto fondamentale di Montblanc, che è da sempre impegnata a tramandare la migliore tra-dizione artigianale in tutte le sue attività produttive e che ha permes-so di dar vita all’Institut. Un vero e proprio laboratorio di pensiero, dove i giovani possono incontrarsi e scambiare idee, apprendere le tecniche tradizionali e l’esperienza tramandata di generazione in generazione e seguire l’approccio mentale tipico dei mastri artigia-ni. A sostegno di questo progetto è stata anche creata la Fondazione Minerva, interamente fi nanziata da Montblanc. La Fondazione ha lo scopo di organizzare mostre, laboratori ed eventi per professionisti del settore, per rendere accessibile al maggior numero possibile di

interessati quanto l’Istituto ha da off rire. Tutto questo non avrebbe avuto senso fuori dalla storica sede della manifattura Minerva. Ecco perché Montblanc ha voluto e sostenuto un importante progetto di ristrutturazione e rinnovamento della sede originale di Minerva, da sempre ubicata a Villeret. Ora che la ristrutturazione è terminata, l’edifi cio rappresenta un’immagine perfetta del modo in cui l’Insti-tut lavora: un luogo in cui tradizione e innovazione convivono in perfetta armonia. Dalla fi ne dello scorso anno, per celebrare i 150 anni della nascita, i laboratori sono aperti a visitatori e collezionisti. |

Le OriginiCorre l’anno 1858 quando Charles-Yvan e Hyppolite Robert fondarono la manifattura “H. & C. Robert” a Villeret, un paese nella valle del St. Imier nello Jura svizzero. Erano gli albori della rivoluzione industriale e di lì a poco la Svizzera sarebbe diven-tata il più importante produttore di orologi del mondo. Proprio come in molte manifatture dell’epo-ca, anche qui si facevano produrre esternamente i movimenti, le casse, i quadranti e le altri parti, per poi assemblare l’orologio da tasca. Ma a Villeret si faceva già qualcosa di rivoluzionario: utilizzando principalmente scappamenti cilindrici e meccanismi innovativi per caricare e posizionare le lancette attraverso la corona di carica, gli orologi diven-nero presto famosi anche all’estero. La C. Robert venne certificata per la sua altissima qualità alle Fiere Internazionali di Anversa (1885) e di Parigi (1889). Il 30 luglio 1887, il marchio Minerva e il suo logo, con le caratteristiche frecce, vennero de-positati all’Ufficio Brevetti Federale Svizzero. Il grande salto arriva soltanto con l’ingresso della seconda generazione dei Robert, alla fine del XIX secolo. Il piccolo laboratorio diventa finalmente una vera e propria manifattura di orologi, in gra-do di produrre internamente un orologio in tutte le sue componenti.

All’interno dell’Istituto operano e si formano mastri orologiai in grado di possedere capacità ed esperienze tali da costruire interamente a mano tutti i componenti fondamentali dell’orologio. Sempre a mano vengono eff ettuate tutte le operazioni che rendono perfetti questi gioielli: dalla verifi ca della lunghezza del bilanciere all’accuratezza del cronografo. A sostegno di questo progetto è stata anche creata la Fondazione Minerva, interamente fi nanziata da Montblanc. La Fondazione ha lo scopo di organizzare mostre, laboratori ed eventi per professionisti del settore, per rendere accessibile al maggior numero possibile di interessati quanto l’Istituto ha da off rire

www.montblancitalia.itwww.serafinoconsoli.it

Non si riceve la saggezza, bisogna scoprirla da sé, dopo un tragitto che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché essa è una visuale sulle cose.Marcel Proust

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La magistrale ARTE creativa

Nell’immagine:Un gioiello della collezione Optical

I gioielli di Palmiero Jewellery Designincantano il mondo intero. Forme senza tempo che nasconodall’atelier di Valenza dove la materiaattraverso l’arte, prende anima

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di Carlo Palmiero

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Forme senza tempo. Molto di più che semplici gioielli. Sono esercizi di stile, virtuosismi di idee, evoluzioni di forme. Palmiero Jewellery Design, rappresenta oggi, nel panorama dell’alta gioielleria internazionale una delle griff e più ricerca-te e richieste. Nel laboratorio – atelier di Valenza, una piccola ma importante città del Piemonte, nel nord dell’Italia rico-nosciuta come la capitale italiana dell’alta gioielleria, Carlo Palmiero in sinergia con il suo staff , concepisce le sue crea-zioni, fantasiose e aff ascinanti, geniali e coraggiose.

I gioielli fi rmati Palmiero stanno conquistando il loro posto nel mondo, forme incantevoli che anticipano le mode andan-do oltre le mode stesse: ne sono rimasti aff ascinati compra-tori russi, arabi, asiatici, statunitensi. Gioielli dedicati a forti personalità , a donne pronte a non passare inosservate.

Sono gioielli haute couture che parlano con il linguaggio del-la scultura, usando un vocabolario proprio degli artisti, che plasmano la materia per darle un’anima.

Carlo Palmiero ha elevato il pavé di diamanti e di pietre na-turali a una sorta di naturale raison d’étre, lo concepisce a tinte forti per lussureggianti eff etti “arlecchino” oppure a degradare creando favolosi eff etti ottici. Anche l’oro non sfugge ai virtuosismi del creatore: lo drappeggia, lo curva,

Il Geranio Rosa

Cinque petali “spot”.Gocce irregolari di luce rosa.Degradano e convergono verso il centro,fulcro ed embrione di una fantasiache trasfigura la Natura,purificandola e riproponendolasecondo la visione del fiore firmatoPalmiero Jewellery Design.La specie Palmiero evolve sempre.

Continua per Palmiero Jewellery Design l’esplora-zione dei fiori-gioiello. Sbocciano nuove creazioni che celebrano la Natura, l’armonia delle sue forme, la perfezione del suo mutevole equilibrio, la magia delle sue infinite sfumature.

Un amore irresistibile e affascinante, ispirazione unica e inesauribile che incanta i sensi e accarezza l’anima. Anelli, orecchini, ciondoli che diventano raffinati bouquettes floreali, dono romantico e indimenticabile per ogni donna. E’ una sinfonia di colori sfavillanti e mai uguali. L’oro bianco, rosa e talvolta giallo fa da base per i diamanti bianchi e variamente colorati che creano originali compo-sizioni e accostamenti cromatici. Gioielli audace-mente variopinti, dalle dimensioni importanti, che accendono lo sguardo e la joie de vivre.

I gioielli fi rmati Palmiero stanno conquistando il loro posto nel mondo, forme incantevoli che anticipano le mode andando oltre le mode stesse: ne sono rimasti aff ascinati compratori russi, arabi, asiatici, statunitensi. Gioielli dedicati a forti personalità, a donne pronte a non passare inosservate

SopraIl geranio rosa. Anello in oro rosso, diamanti e zaffiri rosa

Nell’immagine Carlo palmiero

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SopraLa collana Star Dust.Questo gioiello è un’interpretazione di due stelle comete (in diamanti neri) che lasciano la loro scia luminosa e una cascata di polvere scintillate (di diamanti bianchi) sul decolleté di chi le indossa.

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SopraVERTIGODue ampie superfici incastonate di diamanti, si abbracciano e creano un vorticoso senso del movimento, la dinamicità di questo meraviglioso anello suscita allo sguardo una sensuale “vertigine” che riflette meravigliosa luce ad ogni piccolo movimento.

Carlo Palmiero ha elevato il pavé di diamanti e di pietre naturali a una sorta di naturale raison d’étre, lo concepisce a tinte forti per lussureggianti eff etti “arlecchino” oppure a degradare creando favolosi eff etti ottici. Anche l’oro non sfugge ai virtuosismi del creatore: lo drappeggia, lo curva, lo ondula, lo “addomestica” ai voleri delle sue ispirazioni attraversando i labili confi ni che dividono artigianato e arte. Carlo Palmiero testimonia qualità e creatività al top, autenticamente haut de gamme e autenticamente made in Italy

Collezione DrappeggioAnello “ VELATO”Le forme di questo anello, ci fan-no pensare alla scultura classica, all’abilità di rendere “morbida” la pietra, all’interpretazione del drap-peggio, a capolavori di virtuosismo tecnico per il quale il marmo perde ogni rigidezza, in particolare a scul-ture del ‘700 come il famosissimo “Cri-sto velato” ( presente nella Cappella San Severo a Napoli ) di Sammartino e altre sue meravigliose opere. L’idea di “coprire” un oggetto, con un velo che, lo nasconde, ma al tempo stesso, fa trasparire le forme. L’anello VELATO, attraverso i suoi preziosi drappeggi, fa trasparire ar-chitetture già viste e riconoscibili fra i gioielli Palmiero. I veli in pavè di diamanti, finemente lavorati, ancora una volta affermano la capacità di Palmiero di saper gestire la propria creatività fra Arte e Design.

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lo ondula, lo “addomestica” ai voleri delle sue ispirazioni at-traversando i labili confi ni che dividono artigianato e arte. Carlo Palmiero testimonia qualità e creatività al top, auten-ticamente haut de gamme e autenticamente made in Italy. Questi capolavori si possono ammirare nelle gioiellerie più esclusive, normalmente ubicate in città d’arte dove il turismo è legato alla cultura.

Misterioso e discreto, sobrio ed equilibrato. Ammirato de-signer e patron di un’incantevole griff e, Carlo Palmiero si iscrive al club dei grandi stilisti orafi .

L’azienda Palmiero è stata fondata nel 1979 a Valenza, si svi-luppa su una superfi cie di circa 2mila metri quadrati, nella nuova area industriale della città. L’alta tecnologia presente, fa di questa azienda una fra le realtà più all’avanguardia per la lavorazione del gioiello.

Questa sede non è solamente un edifi cio moderno e dotato di alta tecnologia , ma è anche un laboratorio artigianale dove la Natura fonte ispiratrice è protagonista. Carlo Palmiero de-siderava fortemente che l’atelier fosse progettato e costruito seguendo l’anima del brand: grandi vetrate ricoprono quasi

www.palmierogioielli.com/www.serafinoconsoli.it

Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. Insomma, a forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare, e poi questo fiume che scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente.Claude Monet

interamente due lati dell’edifi cio, esterno e interno si fondono e un giardino d’inverno lascia facile ac-cesso alla luce, alla pioggia, alla neve, e in primave-ra ai voli di farfalle , api , rondini ….una preziosa porzione di Natura proprio nel cuore dell’azienda, dove al centro si erge uno spettacolare ulivo di oltre 500 anni, simbolo di longevità e icona del paesaggio mediterraneo. |

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Nell’immagine:Salvador Dali - La persistenza della memoria

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L’ultimo tassello del mosiaco che compone il quadro del viaggio di Serafi no Consoli nell’universo del tempo e dei suoi signifi cati. E’ il momento in cui il tempo prende forma e si compone in arte, storia ed eccellenza. La più importante forma del tempo è la relazione tra le persone e l’energia generata da questo rapporto

La formadel TEMPO

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Per questo, oggi, stiamo lavorando a un progetto ancora più grande. Dove le forme del tempo possano collocarsi in uno spazio concepito proprio per rappresentarle in una dimensione ideale

Il Tempo di Kant“L’idea di tempo non nasce dai sensi, ma è da essi supposta.I fatti che toccano i sensi –siano essi simulta-nei o successivi –non possono essere rappresentati che tramite l’idea del tempo; neppure la successione gene-ra il concetto del tempo, piuttosto richiama ad esso. Non si può quindi definire correttamente la nozione di tempo, in quanto acquisita per via d’esperienza, come la serie degli enti attuali esistenti uno dopol’altro (Nacheinander). Non comprendo infatti che cosa signi-fica il vocabolo dopo(Nach), se non ho già il concetto di tempo […] l’idea del tempo è dunqueun’intuizione non sensoriale ma pura.I.Kant, De mundi sensibilis atque intelligibilisformaet-principiis, 1770

Il Tempo ciclicoGli Stoici dicono che i pianeti, disposti nella stessa costellazione per lun-ghezza e larghezza, là dove ciascuno era all’inizio, quando per la prima volta fu costituito il cosmo, effettuano la conflagrazione e la distruzio-ne di tutte le cose, poi nuovamente a partire dall’inizio il cosmo si rista-bilirà nella stessa forma e muovendosi nuovamente gli astri in maniera simile, ciascuno di essi, così come è stato nel periodo precedente, torne-rà a compiere senza variazioni il suo giro. E ci sarà un nuovo Socrate, e un nuovo Platone, e ciascun uomo sarà lo stesso con gli stessi amici e gli stessi concittadini; le stesse cose si seguiranno, le stesse si useranno; allo stesso modo di prima si ricostituirà ogni città, ogni villaggio, ogni ter-ritorio. Questo rinnovamento del tutto non avverrà una sola volta, ma più volte: o piuttosto avverrà che le stesse cose si ricostituiscano nella stessa forma all’infinito.Nemesio, De natura hominum,

Eccoci all’ultima tappa del nostro viaggio dedicato al tempo. Un percorso fatto di persone, di concetti, di idee con cui abbiamo co-struito la storia della nostra azienda e parallelamente quella della nostra famiglia.

Lungo questo cammino il progetto della gioielleria Serafi no Conso-li ha preso sempre più vita, il tempo ha disegnato i tratti sempre più defi niti di un orizzonte ormai vicino. Lo dimostra questo dossier, dove abbiamo raccontato non solo il nostro modo di concepire il tempo, ma anche i marchi e le realtà con cui abbiamo scelto di dare forma al tempo stesso. L’eccellenza che sceglie l’eccellenza, senza compromessi, senza allontanarsi dal percorso tracciato.

Nell’immagine:In anteprima assolutala stilizzazionedella futura sededell’orologeriaSerafino Consoli

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Il Tempo nell’arte di DalìL’immagine prospettica è limitata dal fatto che può rappresentare solo un istante della percezione. Così come nell’immagine fotografica il tempo vie-ne fissato indefinitivamente; ciò poiché è solo un peculiare momento quello che viene ed essere fissato dall’obiettivo ovvero dalla prospettiva di una immagine prospettica fissata sulla tela. Pertanto la prospettiva coglie un solo punto di vista come una foto coglie solo un momento quale immagine del fotogramma. Per dare una nuova visione non più prospettica, l’ espressio-nismo così come il cubismo pittorico, propongono di esprimere artisticamen-te sensazioni ed osservazioni percepite da più punti di vista. Salvador Dalì (1904-1989) infine introduce nella rappresentazione pittorica un nuovo ele-mento: la “bi-imensionalita del tempo”. Il tempo infatti assume la dimensione duale propria di una effettiva durata, come conseguenza del fatto che per presentare la percezione da piu punti di vista.

l’ osservazione non si può limitare allo sguardo di un solo istante , ma il pit-tore si trova ad esprimere il rapporto temporale della persistenza dell’im-magine effettivamente percepito durante la ricostruzione emotiva e razio-nale della rappresentazione pittorica. Pertanto “Noumeno e Fenomeno” si intersecano, generando, nel “GUERNICA” di Picasso , proiezioni bidimensio-nali indicative di una rivelazione della dualita’ della effettiva durata del tempo e dello spazio prodotta dalla integrazione percettiva ed emotiva del-la espressione pittorica della realtà.

La bi-dimensionalità del tempo assume una particolare e nuova rilevanza nel surrealismo futurista espresso da Salvador Dalì. Egli cambia radicalmente il modo di concepire la “dimensione del tempo”. Le ore degli orologi molli sono diverse perché il tempo si dissolve e stemperandosi , non risponde più concettualmente ad una successione lineare di falsi istanti, proprio in quan-to tale rappresentazione non appartiene più ad una visione univoca ed inal-terabile dello spazio tempo. Dalì eredita dal cubismo il desiderio di percepire una dimensione quadridimensionale dello spazio tempo per sbarazzarsi defi-nitivamente dell’eredità della tradizione e saltare al di là dell’incessante finzione tridimensionale della prospettiva rinascimentale.

Per questo, oggi, stiamo lavorando a un proget-to ancora più grande. Dove le forme del tempo possano collocarsi in uno spazio concepito pro-prio per rappresentarle in una dimensione ide-ale. Uno spazio, una forma, attraverso il quale sia possibile sviluppare con grande respiro e massima cura l’importante rapporto con i no-stri partner.

Ma, c’è un tempo per tutto, è questo non è an-cora il momento di raccontare i dettagli, di to-gliere il velo.

Quello che conta è la nostra voglia di dare for-ma al tempo insieme a coloro che lavorano ogni giorno proprio per questo puntando all’eccel-lenza e all’unicità. E dare forma al tempo signi-fi ca ascoltarne il messaggio, signifi ca imparare dalle esperienze fatte, signifi ca scegliere gli strumenti adatti, ma soprattutto signifi ca dare valore alle persone. Non c’è tempo senza rela-zione e noi crediamo nel rapporto con le perso-ne: i clienti, i partner, gli amici che ci sono stati vicini in questi anni.

E’ da questo concetto primario di tempo come misura della relazione tra persone che abbiamo dato forma alla nostra azienda e a un marchio che oggi rappresenta un punto di riferimento per chi ama e vuole conoscere le più belle storie della gioielleria e dell’arte orologiera. |

www.serafinoconsoli.it

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alla conquistadel sublime

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Storia della Maison capace di unirel’ineguagliabile conoscenza delle meraviglie

meccaniche del passato a una realtà industrialeinteramente verticalizzata per costitituire

il savoir faire di una delle poche manifatturetotalmente indipendenti

dell’Alta Orologeria in Svizzera

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Le straordinarie abilità degli artigiani che lavorano nei centri di competenzaindustriali unite alla solidità ed all’autonomia garantite dalla Fondation de FamilleSandoz conferiscono alla Maison un vantaggio strategico fondamentale:poter concepire e realizzare autonomamente i suoi sogni orologieriLa passione per il bello e la volontà di superare il reale per raggiungere il sublime. Ecco la fi losofi a della Maison Parmigiani Fleurier che da 13 anni si impegna per accresce-re la propria notorietà internazionale, conservando al tempo stesso i severi requisiti di qualità estetica e meccanica imposti dall’Alta Orologeria. Parmigiani Fleurier è oggi una delle poche Maison orologiere a ideare ogni modello come un pez-zo esclusivo e costruirlo interamente nei suoi atelier. L’ineguagliabile conoscenza delle meraviglie meccaniche del passato, acquisita gra-zie al restauro di oggetti d’arte orologiera, combinata con una realtà industriale interamente verticalizzata, costituisce oggi il savoir faire di una delle poche manifattu-re totalmente indipendenti e complete dell’Alta Orologeria in Svizzera. Le straordinarie abili-tà degli artigiani che lavorano nei centri di competenza industriali unite alla solidità ed all’autonomia garantite dalla Fonda-tion de Famille Sandoz conferiscono alla Maison un vantaggio strategico fondamentale: poter concepire e re-alizzare autonomamente i suoi so-gni orologieri. Grazie al supporto del polo industriale orologiero della Fondation de Famille San-doz, il brand Parmigiani Fleurier ha acquisito in pochi anni una solida reputazione, sostenuta dalla sua indipendenza e qualità produttiva. In parte grazie alla fedeltà e alla coerenza dimostrata rispetto ai valori fondanti, il restauro di oggetti d’arte orologiera e la padronanza della grande compli-cazione meccanica, la Maison conser-va una rara autenticità agli occhi del pubblico. Proprio per questo motivo, ancora oggi, negli ateliers Parmigiani Fleurier un laboratorio di orologiai- re-stauratori è interamente dedicato al re-stauro di oggetti d’arte dei secoli scorsi e un laboratorio di Alta Orologeria ospita Maitres Horlogers altamente qualifi cati che assemblano complicazioni orologiere uniche provenienti dalla collezione Par-migiani, operazioni che spesso possono richiedere lunghi periodi di ricerca e lavo-ro. La società Vaucher Manufacture Fleu-rier SA nasce nel novembre 2003, segnando la separazione di Parmigiani Mesure et Art du Temps (fondata da Michel Parmigiani nel 1976) in due società consociate: la manifattura e il brand Parmigiani Fleurier. Le attività di produzione orologiera vengono così chiaramente separate dall’attività di promozione del brand Parmigiani Fleurier. Vaucher Manufacture Fleurier, con sede a Fleurier, è specializzata nei seg-menti «Haut de gamme» e «Prestige» e realizza in serie movimenti di Alta Orologeria coerenti con l’immagine di Parmigiani Fleurier.

SopraBugatti Type 370 – Faubourg edition. Lacollezione è realizzata in due serie limitatedi 10 esemplari: in oro bianco 18 caratisatinato e una versione più chiara, nelletonalità Avana, in oro rosa 18 carati.

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La partnership con PershingDue storie imprenditoriali parallele, attraver-sate dal leit motive della passione per il bello, per il lusso e da quella volontà di superare il reale per raggiungere il sublime. Da una par-te il mondo dell’alta orologeria di Parmigiani Fleurier e dall’altra Pershing, una delle nove prestigiose marche di motoryacht di lusso del Gruppo Ferretti; dalla fusione di queste due re-altà d’eccellenza è nata la prima collezione di orologi sportivi subacquei Parmigiani, dedica-ta alla clientela maschile. L’edizione limitata one-one-five, in onore della barca Pershing più grande e prestigiosa, lunga proprio 115 piedi, è realizzata esclusivamente in oro rosa 18 carati o in Palladio 950, con due versioni di quadrante Avana o Argentato, numerate in 115 esemplari. Il cronografo Pershing indica le ore, i minu-ti e i secondi cronografici al centro; è dotato di un contatore delle 12 ore e di un contatore dei 30 minuti, piccoli secondi, dell’ indicazio-ne tachimetrica e della grande data. La cassa è impermeabile fino a 200 metri, con lunetta girevole unidirezionale e fondello inciso con l’immagine dello yacht. La seconda collezione di cronografi Pershing, non numerata, propone gli stessi innovativi volumi, in quattro versioni di quadrante: Grafite, Silver, Blu Metal e Ama-ranto. Ispirata ai riflessi argentati degli scafi degli yacht Pershing, la collezione è realizza-ta unicamente in acciaio che offre un gioco di contrasti grazie alle anse satinate e alla car-rure lucida dell’orologio. Questi orologi sono dotati del movimento cronografico automatico della «maison» Parmigiani Fleurier Calibre PF 334, interamente sviluppato dalla Manifattura di Fleurier. Disponibili con cinturino in caucciù o bracciale in acciaio, sono impermeabili fino a 200 metri e presentano lunetta girevole e fon-dello con inciso uno dei modelli simbolo di Per-shing. La garanzia di prestigio, unicità e qualità della collezione è incisa nella storia delle due aziende, nate da uomini - Tilli Antonelli e Mi-chel Parmigiani - fedeli a universi creativi den-si di stile, ricerca e precisione. Pershing, con la sua estetica Made in Italy, elegante e raffinata applicata ad ogni yacht, mette in pratica ogni giorno competenze preziose ed esclusive con un tolale di 100 imbarcazioni costruite ogni anno; Parmigiani fin dagli esordi, nel 1996, racchiude in sé la tradizione di un’orologeria svizzera di grande qualità e realizza ogni anno oltre 5mi-la orologi. L’affinità di visioni e passioni è il mo-tivo che ha spinto oggi le due aziende ad unire il proprio spirito creativo, per dar vita ad una nuova famiglia di collezioni orologiere molto sportive, che spaziano dal cronografo a model-li meccanici con grandi complicazioni. Questa partnership è anche il punto di partenza di un progetto a lungo termine, che potrà portare alla realizzazione di orologi su misura, a se-conda dello yacht o dei desideri del cliente.

La produzione di movimenti di Alta Orologeriaper conto di terzi è oggi un’attività che ricoprelo stesso peso di quella destinataal marchio Parmigiani Fleurier, e questoconsente di rendere più redditiziolo strumento industriale creatodalla Fondation de Famille Sandoz

Le sue creazioni perseguono anche il desiderio di sviluppare l’attività di «private label» che Michel Parmigiani aveva già intrapreso in passa-to. La produzione di movimenti di Alta Orologeria per conto di terzi è oggi un’attività che ricopre lo stesso peso di quella destinata al marchio Parmigiani Fleurier, e questo consente di rendere più redditizio lo stru-mento industriale creato dalla Fondation de Famille Sandoz. Sensibile alla valorizzazione di una creatività in costante evoluzione, la Fondation de Famille Sandoz acquisisce nel maggio 2000 uno dei più noti laboratori per la produzione di casse di alto livello: Bruno Aff olter SA, a la Chaux-de-Fonds. Conosciuto per essere in grado di realizzare anche le casse più complesse, mediante elaborazione tridimensionale in CAD e lavorazione che utilizza macchine a comando digitale (CNC),

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Bruno Aff olter SA unisce competenze artigianali ac-quisite da lungo tempo ai processi di produzione tecno-logicamente più avanzati . Spinta dal desiderio di creare una vera e propria strut-tura industriale che consenta di produrre segnatempo di Alta Orologeria in modo totalmente indipendente, la Fondation de Famille Sandoz acquisisce nel dicembre 2000 la società Atokalpa, specializzata nella fabbricazio-ne di ruotismi, pignoni e microingranaggi che formano i componenti mobili dell’orologio meccanico. Elwin, con sede a Moutier, è entrata a far parte del polo orologiero della Fondation de Famille Sandoz dal gen-naio 2001. È stata fondata dalla terza generazione di ar-tigiani specializzati, sin dal 1912, nella tornitura orolo-giera, in particolare degli assi del bilanciere. La verticalizzazione del polo orologiero non sarebbe completa senza una divisione dedicata alla produzione di quadranti di Alta Orologeria. Nel dicembre 2005 la società Quadrance et Habillage è stata quindi fondata ed integrata all’interno della struttura industriale, per garantire l’autonomia di produzione, soddisfare requi-

siti di alta qualità, aumentare la reattività a fronte del-la domanda e moltiplicare la necessaria forza creativa. Grazie a questa realtà, i quadranti svelano un volto uni-co. La base, lavorata presso Quadrance con macchine a comando digitale, viene successivamente lavorata a guilloché e laccata o sottoposta a galvanoplastica. Infi ne lo specialista in quadranti trasferisce le indicazioni e inserisce le applicazioni. Ogni modello diventa quindi una creazione su misura realizzata per Parmigiani Fleu-rier o per terzi.

Cercare adagio, umilmente, costantementedi esprimere, di tornare a spremere dallaterra bruta o da ciò ch’essa genera, daisuoni, dalle forme e dai colori, che sono leporte della prigione della nostra anima,un’immagine di quella bellezza che siamogiunti a comprendere: questo è l’arteJames Joyce

SopraKalpagraph in oro rosa conquadrante neroSottoKalpa Hemispheres in oro rosa,quadrante havane

www.parmigiani.chwww.serafinoconsoli.it

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Nuova LUCE

Nell’immagine:Il modelloD-Light

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Swarovski riscrive la poesia della precisione illuminando il tempo con scintille di luce e la magia dei colori che nasce da cristalli perfetti

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Un tempo illuminato da scintille di luce. Una nuova concezione dell’orologeria che si esal-ta attraverso la brillantezza e i giochi di colore. Solo una realtà come Swarovski, con oltre cento anni di storia nella lavorazione dei cristalli, poteva puntare su un progetto innova-tivo che coniugasse il meglio dell’orologeria svizzera con il taglio perfetto di inimitabili gioielli di luce. Una sorta di poesia della precisione in cui l’anima delle collezioni Swarov-ski si fonde con l’impeccabile misura del tempo total Swiss made.

Un tempo che va oltre, quello concepito dalla maison di cristalli, capace di vestirsi di mo-dernità e design per proiettarsi verso momenti futuri e per essere sempre all’avanguardia. La prestigiosa collezione orologi si compone di 45 referenze articolate in cinque linee, ciascuna con una propria identità per cogliere piaceri e affi nità diverse tra gli amanti del genere. Con la loro armonia di forma e funzione, gli orologi Swarovski esaltano al massi-mo la lucentezza del cristallo, ricco di tagli e sfaccettature esclusive, per assumere nuove forme che giocano con la luce. Acciaio, pelle e caucciù, valorizzati da cristalli di ogni

AVANT TIME N°1 D:LIGHT – ERIC GIROUD PER SWAROVSKISwarovski propone il suo approccio avanguardista nei confronti dell’orologeria attraverso la col-lezione “Avant Time”. Questo “esercizio di stile” dà la misura completa dell’expertise aziendale, della sua grande creatività e del desiderio irrefrenabile di innovazione. Si tratta di un progetto molto ambizioso che ha portato alla creazione di un orologio all’avanguardia: il “D:Light”. Per realizzare questa prima edizione Nathalie Colin si è rivolta al talento creativo di un noto designer di orologi: Eric Giroud. “D:Light” è un modello futuristico che offre una visione innovativa del concetto di tem-po, fondendo le nuove tecnologie elettroniche con il design dei gioielli. Questa nuovissima creazio-ne – che riesce a scandire le ore come nessun altro – si è già conquistata un posto di riferimento nel design contemporaneo. L’originale modello in acciaio finissimo riunisce le funzioni di un suggestivo orologio, di un bracciale e di un pezzo da collezione. Il quadrante rettangolare è un vero e proprio schermo di cristallo creato da Swarovski e composto da 171 esclusivi cristalli a taglio Xilion, men-tre la trasparenza delle montature accentua la misteriosità del tempo. Come per magia l’ora appare sfiorando semplicemente il cabochon a Cigno. I cristalli cambiano colore, si illuminano, brillano e mostrano le ore e i minuti attraverso le linee arancioni punteggiate. Data e lancette sono del tutto assenti; è stata mantenuta solo la funzione di orologio a 12 o 24 ore. Grazie al bracciale in acciaio color oro con maglie larghe lucide e sfaccettate e la chiusura a farfalla, il modello è reversibile e può essere indossato sia sul polso sinistro che su quello destro.

SopraI modelli baguette nelle versioni silver, gold e blaksottoi modelli piazza black, gold, silver con cassa in acciaio e 44 cristalli applicati a mano

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SopraI modelli Octea Sport nelle versioni black e prune con Cassa in acciaio inossidabile e lunetta girevole in cristallo.

Con la loro armonia di forma e funzione, gli orologi Swarovski esaltano al massimo la lucentezza del cristallo, ricco di tagli e sfaccettature esclusive, per assumere nuove forme che giocano con la luce. Acciaio, pelle e caucciù, valorizzati da cristalli di ogni forma e dimensione, animano le diverse collezioni che presentano in tutti i modelli il logo uffi ciale del “Cigno”

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forma e dimensione, animano le diverse collezioni che presentano in tutti i modelli il logo con il cigno Swarovski.Il valore aggiunto di questi oggetti sta proprio nella capacità di col-legare il know how Swarovski all’expertise orologiaia svizzera, per garantire ai propri orologi massima qualità e precisione. Ma questa liaison è frutto di una lunga progettazione e sono stati necessari tre anni di sviluppo meticoloso per raggiungere il livello desiderato. In questa prospettiva, sempre fedele al proprio spirito pionieristico, Swa-rovski ha ampliato i limiti del cristallo, stabilendo nuovi standard in fatto di innovazione tecnica e tecnologica. Questa determinazione trova la sua espressione più audace in “D:Light” – una creazione che oltre a rappresentare uno strumento di misurazione del tempo da vita a oggetti estremamente preziosi e all’avanguardia.

“Era ormai arrivato il momento di presentare la nostra collezione di orologi. L’ingresso del cristallo Swarovski nel mondo dell’orologeria segna il culmine di oltre tre anni di ricerca. Ed è anche un vero passo avanti per la nostra azienda”, ha dichiarato Robert Buchbauer, mem-bro del Comitato direttivo e della famiglia Swarovski. La collezione è stata ideata sotto la direzione di Nathalie Colin, direttore creativo di

Swarovski: “La collezione è studiata per una donna eclettica e cosmo-polita: ideale per il giorno, per la sera, per ogni momento vissuto da una donna indipendente e moderna e che ama la moda”.

La perfezione è la parola d’ordine per Swarovski. Alla base ci sono i materiali, la precisione dei movimenti, le meticolose regole di orolo-geria e l’attenzione dedicata alle rifi niture. La lavorazione a mano di molte parti ne accresce la qualità: sfaccettature di precisione, calibra-tura e maestria delle linee. Con trasparenza, purezza, brillantezza e luminosità il tempo scopre tutta la magia del cristallo. |

L’AziendaNel 1895 Daniel Swarovski I – un inventore boemo dotato di spirito visionario – si trasferì nel paesino di Wattens, nel Tirolo austriaco, con la sua recente invenzione: una macchina per tagliare e lucidare le pietre in cristallo per gioielleria. Da quest’esordio rivoluzionario per il mondo della moda, Swarovski è diventato il principale produtto-re al mondo di cristallo tagliato per i settori della moda, della gioielleria e – più recentemente – dell’illuminazione, dell’architettura e dell’interior design. Oggi l’azienda, che ha tuttora sede a Wattens e appartiene ed è gestita dai com-ponenti della quarta e quinta generazione della famiglia, vanta un’estensione globale con circa 23.900 dipendenti, opera in oltre 120 paesi e, nel 2008, ha totalizzato un fattu-rato di 2,52 miliardi di euro. Swarovski riunisce due attività principali: la prima produce e commercializza componenti in cristallo per le industrie e la seconda crea prodotti fi-niti improntati al design. I componenti in cristallo Swarov-ski, conosciuti con il marchio CRYSTALLIZED™ - Swarovski Elements per la moda e con il marchio STRASS® Swarovski® Crystal per l’architettura e l’illuminazione, sono diven-tati un ingrediente essenziale del design internazionale. Dal 1965, la società si rivolge anche al settore gioielleria con gemme autentiche e artificiali con taglio di precisione e a partire dall’aprile 2008 ha rafforzato questo rapporto rivitalizzando il marchio e ribattezzandolo con il nome di ENLIGHTENED™ – Swarovski Elements. A testimoniare la creatività che anima l’azienda, le sue linee di accesso-ri, gioielli e oggetti per la casa sono vendute in più di 1600 negozi e concessionari Swarovski nelle principali capitali della moda, mentre l’esclusiva collezione Daniel Swarovski è diventata la firma Couture dell’azienda. La Società del Cristallo Swarovski vanta quasi 350.000 iscritti in tutto il mondo, appassionati collezionisti delle famose creazioni fi-gurative; a Wattens, “Swarovski Kristallwelten” – il museo multimediale del cristallo – è stato inaugurato nel 1995 in omaggio all’universo Swarovski di innovazione e ispirazio-ne. Il Gruppo Swarovski comprende anche Tyrolit®, che pro-duce strumenti per la molatura, Swareflex, che si occupa di catarifrangenti per la sicurezza stradale e Swarovski Op-tik, che produce strumenti ottici di precisione.

www.swarovski.com/watcheswww.serafinoconsoli.it

Il compito principale nella vita di un uomo è di dare alla luce se stessoErich Fromm

Qui sottoL’ingresso del KRISTALLWELTEN, il Museo del cristallo Swarovski, con sede a Wattens, nel tirolo austriaco

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Nell’immagine - ElisOrologio dalle linee piramidali e l‘aspetto sobrio ed essenziale.Cassa in acciaio inossidabile.

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La storia e i retroscena di un marchio che ha rivoluzionato il mondo dell’orologeria. Punto di riferimento nelle rilevazioni cronometriche sportive, TAG Heuer ha costruito tanti gioielli sempre all’avanguardia per eccellenza e innovazione

Innovazione:

la materia prima del tempo secondo

TAG Heuer

C’è chi il tempo lo subisce e chi lavora ogni giorno per costruirlo sulla base degli obiettivi, delle scelte, della passione. Sempre un pas-so avanti, perché il futuro non è una cosa che bisogna immaginare, ma qualcosa che si può realizzare attraverso un percorso di crescita e di miglioramento. La sfi da è guardare oltre, al di là dell’orizzonte per scoprire che il domani può essere plasmato grazie alla determi-nazione e a una grande forza di volontà. Forse è proprio questo il segreto del successo di una delle aziende che oggi rappresenta una vera e propria leggenda dell’orologeria, conosciuta in tutto il mondo soprattutto per la sua capacità di co-niugare stile e performance di precisione, grazie a una profonda fu-sione tra tecnologia e design. TAG Heuer è un simbolo di continua ricerca del miglioramento, dell’impegno a non scendere mai a com-promessi con l’eccellenza e l’innovazione. Per questo in 150 anni di storia questo marchio è stato capace di rivoluzionare il mondo dell’orologeria.

Tutto comincia nel 1860Nel 1860, a vent’anni, Edouard Heuer diede vita a un laboratorio di orologeria a Saint-Imier, nella remota regione delle montagne del Giura in Svizzera. Fu l’inizio della straordinaria storia dell’arte oro-

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Nell’immagine:il celebre Monaco V4

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logiaia della TAG Heuer. In quel periodo, tutti gli orologi si caricavano a chiave ma

nel 1867 Edouard Heuer cambiò il corso della storia dell’orologeria con il suo primo brevetto:

un orologio con meccanismo di caricamento a coro-na senza chiave. Questa nuova generazione di orologi

divenne da subito una delle più richieste al mondo. Ma questa non fu l’unica intuizione di Heuer che si

rese subito conto della rapida espansione in quegli anni delle competizioni sportive e di quanto fosse sempre più

importante misurarne i tempi in modo preciso. Edouard Heuer seppe cogliere l’occasione e, nel 1882, fu primo dei

primi a costruire cronografi da taschino in grandi quantità. Nel 1887, brevettò una delle più importanti scoperte nel mon-

do dell’orologeria: il famoso Pignone Oscillante, usato tuttora dalle aziende leader nella produzione dei cronografi meccanici.

Con questa importante invenzione, la TAG Heuer divenne lo stan-dard di riferimento in cronografi e contasecondi per gli sport agonistici. Nel 1892, anno della morte di Edouard Heuer, la visione creativa e la pas-sione per l’innovazione della TAG Heuer aveva gettato le fondamenta di una dinastia di mastri orologiai che avrebbe lasciato un’impronta indelebi-le nel secolo successivo.

Il primo passaggio generazionaleJules-Edouard e Charles-Auguste Heuer subentrarono al loro padre. Anch’essi videro grandi opportunità nello sport, dove esisteva una forte richiesta di cronometraggio di precisione. Il Th e Time of Trip, brevettato nel 1911, fu il primo cronografo da cruscotto a 12 ore per automobili e ae-romobili. Indicava tempo e durata del viaggio. Questa innovazione ebbe un grande successo tra i circoli aviatori. Nel 1919, lo Zeppelin R 34, con

a sinistraNuovo Aquaracer 500M

Edouard Heuer nel 1887, brevettò una delle più importanti scoperte

nel mondo dell’orologeria: il famoso Pignone Oscillante,

usato tuttora dalle aziende leader nella produzione

dei cronografi meccanici

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un Time of Trip a bordo, sorvolò per la prima volta l’Atlantico Settentrionale. Nel 1929, Hugo Eckener equipaggiò il suo Graf Zeppelin con questo strumen-to prima di completare il suo primo giro del mondo in dirigibile All’inizio del Ventesimo secolo, il mondo del crono-metraggio dovette aff rontare la richiesta di maggiore precisione. Di conseguenza, Charles-Auguste diede un obiettivo ai suoi dipendenti:“creare un cronografo con una precisione da cinque a dieci volte superiore a qualsiasi altro aggeggio esi-stente”. Fu così che, nel 1916 nacquero il Micrograph e Microsplit, Semicrograph e Semicrosplit. Erano i primi cronografi meccanici al mondo con un’accuratezza di 1/100 di secondo e 1/50 di secondo. Questa nuova invenzione rivoluzionò la scienza, l’industria e l’arte dell’orologeria e fece sì che la TAG Heuer fosse la scelta ovvia come fornitore uffi ciale di crono-grafi per i Giochi Olimpici di Anversa (1920), Parigi (1924), Amsterdam (1928) e Los Angeles (1932). I cronografi d’avan-guardia TAG Heuer apparvero presto ai polsi di celebrità di tutto il mondo, come Harry S. Truman, il Generale Eisenho-wer, Henry Ford, il Principe Guglielmo di Svezia e Re Bhumibol di Tailandia.

Il CarreraNel 1964, Jack Heuer concentrò la sua passione nell’automobilismo con il lancio inaugurale del leggendario Carrera. Un tributo alla più logorante corsa automo-bilistica su strada, la leggendaria Carrera Panamericana Mexico degli anni 50, que-sto straordinario esemplare di tecnologia orologiera fu indossato da un numero incalcolabile di piloti e rimane, nel suo ultimo modello, una delle creazioni TAG Heuer più popolari, eterna e rappresenta-tiva. Nel 1969, il pilota svizzero Jo Siff ert divenne ambasciatore del marchio TAG Heuer, diventando così il primo pilota di auto da corsa sponsorizzato da un mar-chio di orologi.

Il progetto Chronomatich Calibre11All’inizio degli anni 60, Jack Heuer rag-giunse un accordo con altri due produt-tori svizzeri per la creazione del primo movimento cronografo automatico al mondo. Per tenere questo progetto se-greto, gli diedero un nome in codice: Il nuovo Chronomatic Calibre11 fu lanciato nel 1969. Questo unico movimento cro-nografi co, con meccanismo meccanico a carica automatica dotato di microrotore è il cuore che pulsa nel Carrera e nell’Auta-

Nel 2005 TAG Heuer ha presentato l’orologio meccanico più preciso mai costruito: il Calibre 360 Concept Chronograph. Questo orologio è il primo cronografo meccanico da polso con misurazione e visualizzazione del tempo a 1/100 di secondo

SopraEdouard Heuer insieme al suo staff alla prima fiera orologiera di Basilea nel 1934

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a destraIcona Monaco: primo cronografo automatico con movimento Chronomatic e primo cronografo con cassa quadrata impermeabile indossato da Steve McQueen nel 1969

via, ma anche nel mitico Monaco, originale cronografo automatico con cassa quadrata impermeabile entrato nella leggenda nel 1970 dopo la sua apparizione al polso di Steve McQueen nel fi lm Le Mans.

Ferrari, McLaren e F1Nel 1971, Enzo Ferrari chiese a Clay Regaz-zoni, vincitore svizzero del Gran Premio d’Italia, di procurargli dei cronometri per la 24 ore di Le Mans. La tecnologia TAG Heuer faceva proprio al caso suo e diven-ne cronometrista uffi ciale della Ferrari dal 1971 al 1979. Sono gli anni di tanti succes-si lanciati dalla TAG Heuer, come il Chro-nosplit, il primo cronografo al quarzo da polso con doppio display digitale LCD/LED. Enzo Ferrari in persona ordinò 15 esemplari di questi speciali modelli Ferrari. Nel 1985 la TAG Heuer si unisce alla scude-ria McLaren Mercedes dando vita a quella che sarebbe diventata una delle collaborazio-ni più durature e di successo nella storia della Formula 1, legando il marchio TAG Heuer ad alcuni dei piloti più famosi del team, come Alain Prost, Ayrton Senna e Mika Hakkinen.

La storia recenteGli anni successivi sottolineano ancora moltissimi scuc-cessi per TAG Heuer: dalla nascita della serie Link, alla reintroduzione di alcune serie classiche (Carrera nel 1996, Monaco nel 1998 e Monza nel 2000). Nel 2004, la società si cimenta in una nuova sfi da nel campo dei motori diventando cronometrista uffi cia-le della Indy Racing League (IRL) e della leggendaria Indy 500. Nes-sun altro circuito richiede una tale precisione: 1/10,000 di secondo. A Baselworld 2005 TAG Heuer ha presentato l’orologio meccanico più preciso mai costruito: il Calibre 360 Concept Chronograph. Questo orologio è il primo cronografo meccanico da polso con misurazione e visualizzazione del tempo a 1/100 di secondo, grazie all’eccezionale alta frequenza delle sue ruote di bilanciamento che oscillano a 360.000 battiti all’ora, 10 volte più veloce di qualsiasi altro cronografo. Nel 2006, la TAG Heuer ottenne il prestigioso Red Dot Design Award per il suo Concept Chronograph e la certifi cazione di “cronometro” dalla C.O.S.C. (Ente Uffi ciale Svizzero di Controllo dei Cronografi ).

Le nuove sfi deQuattro decenni dopo il suo debutto in scena al polso di Steve McQue-en nel fi lm Le Mans, il mitico Monaco, ritorna a nuova vita. L’icona quadrata del glamour sportivo che catturò lo spirito di un’era e cambiò per sempre il volto degli orologi di lusso svizzeri, viene commemorato

oggi con una serie limitata di mille pezzi. Dotato di movimento Cali-bre 11, progettato da Dubois Dépraz, possiede altri caratteri distintivi che includono pulsanti a pressione posizionati alle 2 e alle 4, posizio-namento a 9 ore della corona, contatori dei secondi a ore 9 e a ore 3, datario a ore 6 e indici delle ore orizzontali.Inoltre, ispirato dall’essenza degli sport acquatici, la TAG Heuer lancia in questo periodo anche il nuovo Aquaracer 500m Calibre 5, l’orologio super lusso con le più elevate prestazioni subacquee: impermeabilità fi no a 500 metri e valvola all’elio. Insieme a Jack Heuer e in omaggio al pioniere dei cronografi automatici, la TAG Heuer decide di riprendere e fi nalizzare lo sviluppo del Calibre 18, un movimento sviluppato com-pletamente in azienda. |

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Qui sopraMonaco Calibre 12: vetro zaffiro fondello a vistaimpermeabilita’ 100 m

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Un nuovo stile di vita, l’evolzione stilistica

Nell’immagine:un particolare della tastiera del Ayxta Black Ceramic

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OL’innovazione

del concetto di tempo secondo

la casa di telefoniapiù luxury

del mondo. Viaggio tra modernità

e funzionalitàper scoprire

che la comunicazione cellulare segna

un nuovoritmo di misurare

ogni nostro istante

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Nell’analisi del nostro concetto di tempo, è interessante approc-ciare questo tema dal punto di vista della “forma” che assume con l’evolversi della società, delle generazioni e dei comporta-menti di consumo. A questo scopo Vertu, azienda di telefonia di lusso per anto-nomasia, rappresenta appieno questo incontro con la moder-nità facendosi portavoce al contempo di un nuovo stile di vita e dell’accezione “lusso” di una catogoria di prodotto entrata a pieno titolo all’interno delle nostre vite. A quanti di voi sarà capitato di controllare l’ora sul telefono cellulare, di “gestire il proprio tempo” tramite questo nuovo irrinunciabile strumen-to. Vertu si fa portavoce di una nuova “forma del tempo” non solo per la funzionalità che l’intera categoria rappresenta nei confronti della società ma anche tramite l’introduzione della misurazione del tempo tramite un’orologio atomico all’interno dell’ultimo modello Constellation. Vertu accompagna l’evo-luzione del concetto di tempo nella modernità, dimostrando come le caratteristiche che lo accomunano al mondo dell’orolo-geria come, tecniche artigianali, cura per i materiali e profonda passione per i dettagli, vengano tradotte nel mondo contempo-raneo e nel futuro.

L’intuzione di Vertull più delle volte le rivoluzioni nascono per caso. Un’in-tuizione improvvisa, oppure un “battito d’ali di farfal-la” colte in un momento in cui non ci si pensa. Dieci anni fa un signore nel pieno del suo successo si gode un momento di riposo ai bordi di una piscina a Los Ange-les. E il suo telefono portatile squilla. Prima di rispon-dere ha il tempo di prendere in mano la sua stilogra-fi ca fatta a mano, di controllare l’ora del suo orologio svizzero fatto a mano e di dare una sfuggevole occhiata alla sua automobile fatta a mano posteggiata sul passo carraio. E di nuovo al suo cellulare che invece era un prodotto come tanti altri. E si rese conto che qualcosa non funzionava. Quell’uomo era Frank Nuovo, allora capo designer alla Nokia. Si chiese perché la produ-zione di portatili dovesse essere solo quella di massa. Perché non pensare di produrre il telefono migliore del mondo. Su questi interrogativi Nuovo si applicò per anni e quando il tempo fu maturo creò Vertu. Dodici anni fa, nel 1998. Sostenuta dall’ imbattibile tecnologia e risorse di Nokia, anche se accanitamente indipenden-te, Vertu è la perfezione nel design e nella tecnologia. Mentre altri telefoni sono prodotti di massa a milioni, un Vertu è fatto a mano, uno alla volta, in Inghilterra. Ma tutto cominciò con un team di cinquanta tra i mi-gliori ingegneri del pianeta, pilotati da Frank Nuovo, uno dei più famosi designer di mobile phone. Per tro-vare le migliori materie prime possibili il team ha la-vorato con esperti provenienti dalle industrie automo-tive, aerospaziali, di orologeria, orafa e altre industrie high-tech e del lusso. Tutto il design, lo sviluppo e il manufatto si trova da sempre in Inghilterra, a Church Crookham a sudovest di Londra. Il luogo dove si trova il miglior mix di creatività, tecnologia e artigianato. Il fi ne lavoro a mano è talmente fondamentale per Vertu che il training previsto per l’artigiano è almeno di un anno. Mentre non meno di una settimana è dedicata all’assemblaggio di un singolo telefono. Inevitabilmen-te Vertu può solo produrre una limitata quantità ed è ciò che fa di ogni apparecchio un oggetto unico, raro

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ed esclusivo. Ogni telefono è costituito da metalli preziosi selezionati con minuzia non solo per la loro bellezza ma anche per le loro qualità tecniche: acciaio, titanio,oro, rubini sintetici, vetro zaffi ro, ceramica. Ma entria-mo nei particolari delle recenti collezioni.

La collezione Vertu Ascent Ti, presentata all’inizio del 2008, si ispira al mondo delle auto sportive dalle elevate prestazioni, sia per quanto riguarda il design sia per i materiali utilizzati. La straordinaria silhouette ripren-de le curve pulite e scolpite di un’ auto po-tente, mentre il cronografo che appare sullo schermo e la retroilluminazione della tastie-ra richiamano gli strumenti di precisione del cruscotto. “Ti” è il simbolo chimico del tita-nio, l’elemento non corrosivo con il rapporto resistenza-peso più elevato di qualsiasi altro metallo e con la capacità di resistere a tempe-rature estreme. Generalmente utilizzato per i motori di auto sportive, il Titanio ad Alte Prestazioni costituisce la struttura del cellu-lare della linea Ascent Ti. Ogni componente, dalla pelle alla parte in cristallo di zaffi ro inossidabile alla ceramica accuratamente lucidata, presenta le migliori caratteristiche tecniche possibili e viene assemblato da ar-tigiani specializzati. Il prodotto fi nito viene

successivamente sottoposto a test rigorosi relativamente ad ogni aspetto del cellulare, dalla qualità del suono alla resistenza mas-sima. David Arnold, l’autore di molte colonne so-nore di James Bond, ha composto apposita-mente tre suonerie, accompagnate da una serie di sfondi a tema automobilistico. Ma non basta. Chi possiede un Vertu accede a servizi molto speciali. Come la tecnolo-gia unica “Vertu Fortress” che caratterizza questa linea. Il sistema Vertu Fortress off re una sincronizzazione a distanza dei contatti, dell’agenda e delle note, ed eff ettua il back up di tutti i dati memorizzati tramite un server ad alta sicurezza situato in un bunker pre-cedentemente utilizzato dall’esercito in un luogo sicuro nella campagna inglese. I clien-ti avranno accesso ai propri dati attraverso un account personale su vertu.com. Questa

applicazione unica consente al cliente, qua-lora perdesse il proprio cellulare Ascent Ti, di recuperare in modo rapido tutti i suoi dati e memorizzarli nuovamente su un nuovo cellulare. E poi il servizio Vertu Concierge, è disponibile 24 ore al giorno praticamente da qualsiasi località nel mondo. Una vera segre-taria personale in grado di trovare una rispo-sta alle domande dei clienti, come eff ettuare una prenotazione a teatro o persino inviare un regalo in qualsiasi parte del mondo. Una delle collezioni iconiche di Vertu è poi il modello Signature. Ispirato ai movimenti Grand Complication dell’orologeria, questo modello è protetto da 74 brevetti e composto da 380 pezzi. Ogni telefono è interamente re-alizzato a mano da un solo e unico artigiano. Quest’ultimo appone la sua fi rma sul telefo-no al fi ne di autentifi care il suo lavoro e di rendere ogni telefono un pezzo unico. I ma-teriali emblematici di Vertu sono nuovamen-te messi in scena: cristallo zaffi ro, ceramica, acciaio, oro, platino e pelle. Sono necessarie più di due settimane in un forno a 2000°C per creare il «mare di zaffi ro» che costituisce la parte frontale del Signature. Quasi impos-sibile da rigare, ha caratteristiche di durezza tali da rendere necessari l’utilizzo di stru-menti dotati di punta diamante per tagliarlo,

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www.vertu.comwww.serafinoconsoli.it

L’eternità è un concetto simile all’attimo, non si coglie, non si misura e l’amore se ne serve nel periodo in cui dimentica il tempo; può essere un secondo, come può essere per un giorno, come per più anni, poi l’eternità dilegua.Antonio Beltramelli

lavorarlo e lucidarlo. Ogni tasto è delicatamente adagiato su una fi la di cuscinetti di rubini sintetici posati su una superfi cie di puro cristallo zaffi ro in modo da evitare ogni sorta di con-tatto tra i tasti in metallo e la superfi cie in zaffi ro del telefono. L’assoluta mancanza di attrito e la salvaguardia dall’usura, si sposano con il clic più gradevole al mondo. Il porta SIM ha un design all’avanguardia e permette di estrarla con estrema fa-cilità. Allo stesso tempo bello e funzionale, questo piccolo ac-cessorio è inciso con un esclusivo motivo Vertu. Nelle versioni Signature più preziose, è realizzato in oro massiccio o platino e vi è apposto il sigillo dello Swiss Assay Offi ce, l’organizzazio-ne che garantisce la qualità dei migliori prodotti di orologeria. Ogni parte di Vertu Signature è minuziosamente lucidata con un processo complesso che necessita di due giorni di lavoro solo per la rifi nitura del cuscinetto d’ascolto. Quest’ultimo è realizzato in ceramica per garantire il massimo comfort duran-te la conversazione, evitandone il surriscaldamento della su-perfi cie. Ognuno dei toni e suonerie Signature è stato composto esclusivamente per Vertu e registrato dall’Orchestra Sinfonica di Londra. Grazie al sistema acustico ad alta fedeltà, la resa di queste composizioni è semplicemente perfetta. L’ultimo nato in casa Vertu è invece il modello Ayxta, primo folding phone del marchio inglese. Constellation Ayxta, si in-serisce all’interno della gamma Constellation, la linea dedicata da Vertu al global citizen. Naturale evoluzione del tema del viaggio, il Vertu Constellation Ayxta è dedicato ai cittadini del mondo più esigenti, a coloro che sono sempre alla ricerca di prodotti di alta qualità, che li aiutino a mantenere il loro te-nore di vita in qualsiasi posto si trovino. Il telefono off re un supporto lifestyle di prim’ordine, per soddisfare sia le esigenze di lavoro, sia le necessità personali di viaggio dei propri clienti. Insieme al servizio Vertu Concierge, il telefono presenta infatti anche “City Brief”, un nuovo servizio che seleziona importanti informazioni e le invia direttamente sul telefono attraverso un pulsante che si illumina ogni qualvolta è presente una “guida veloce alla scoperta della città” sulla destinazione internazio-nale richiesta dall’utente. Questa funzione permette di essere sempre ben informati sulla nuova destinazione da raggiungere, e grazie ai consigli sui ristoranti, le ultime mostre, le guide allo shopping e le utilissime informazioni sugli usi e costumi locali, il servizio “City Brief” invia informazioni utili al cliente Vertu, che senza dover spendere tempo in ricerche telefoniche, avrà i consigli migliori direttamente dagli “insider”. E sempre il tempo ha un ruolo fondamentale all’interno di questo prodot-to, dove è scandito da niente di meno che un orologio atomico, il più preciso strumento esistente per misurarne lo scorrere. E con questo si conclude il viaggio di Vertu all’interno del tempo, una storia recente, che mette letteralmente nelle nostre mani un’ eccellenza che guarda al futuro. |

SopraSignature S Steel

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B&G - Business & GentlemenPubblicazione bimestralewww.businessgentlemen.it

Anno II – supplemento al n.9 - dicembre 2009/gennaio2010

Direttore responsabileMauro [email protected]

RedazioneCoordinamento:Laura Di [email protected] redazione e contenuti web:Desirée [email protected]:[email protected]

ImpaginazioneStefania Bugada, Enrico Benedetti

Equipe tecnico-scientificaDaniela Andreini, Gianpaolo Baronchelli, Ivan Consoli, Andrea Bonalumi, Marco Maria Fumagalli, Roberto Magri, Andrea Manzoni, Leonardo Marabini, Ivan Mazzoleni, Cristina Moro, Maria Teresa Zorza, Alberto Claudio Tremolada

Hanno collaboratoAlessandro Rossi, Elena Sottocornola, Ilaria Maria Dondi

Fotografie B&GMatteo Mottari

Archivi fotograficiBreitling, Chaumet, Corum, Cvstos, Demeglio, Gebrüder Shaffrath, Glashuette, Jaquet Droz, Jeanricard, Mattioli, Mikimoto, Monblanc/Villeret, Palmiero, Parmigiani, Swarovski, Tag Heuer, Vertu

Editore e RedazioneCobalto Srlvia Angelo Maj, 24 - 24121 Bergamotel. 035.226599 - fax. 035.3830350

Pubblicità NazionaleCobalto Advvia Angelo Maj, 24 - 24121 Bergamotel. 035.226599 - fax. 035.3830350Account ExecutiveSara [email protected]

Pubblicità per Monza e BrianzaMarketing Planet SrlVia V. Emanuele, 15 – 20052 MonzaTel. 039 2308568 – Fax 039 2308576CoordinamentoAldo [email protected]

StampaCPZ Spavia Landri, 37 - 24060 Costa di Mezzate (BG)

Testi e fotografie, forniti su qualsiasi supporto,anche non pubblicati non verranno restituiti.

Registrazione al Tribunale di Bergamo n.5 del 7 febbraio 2008N. iscrizione ROC 12491

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