basilica santa maria in montesanto chiesa degli artisti · ospitare espressioni artistiche e che...

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Basilica Santa Maria in Montesanto Chiesa degli Artisti secondo appuntamento del ciclo Arte e Liturgia in occasione della Pentecoste nell’Anno Giubilare della Misericordia presentazione dell’opera DILUVIO dell’artista NUNZIO progetto a cura di Luisa Laureati Briganti Piazza del Popolo, Roma l’opera rimarrà esposta da martedì 17 maggio a giovedì 30 giugno con il sostegno della FONDAZIONE CARLA FENDI

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Basilica Santa Maria in Montesanto

Chiesa degli Artisti

secondo appuntamento del ciclo

Arte e Liturgia in occasione della Pentecoste

nell’Anno Giubilare della Misericordia

presentazione dell’opera

DILUVIOdell’artista

NUNZIO

progetto a cura di Luisa Laureati Briganti

Piazza del Popolo, Roma

l’opera rimarrà esposta da

martedì 17 maggio a giovedì 30 giugno

con il sostegno della

FONDAZIONE CARLA FENDI

Basilica di Santa Maria in Montesanto (1678)Particolare di una stampa di Giovanni Battista Piranesi - Vedute di Roma (1839)

Cupola di Gian Lorenzo Bernini (1674-1775)

Basilica Santa Maria in Montesanto Chiesa degli Artisti !!!!!

L’ARTE CONTEMPORANEA nella Basilica Santa Maria in Montesanto !Secondo appuntamento del ciclo ARTE E LITURGIA !!!!Una nuova installazione è stata ospitata nella Basilica di Santa Maria in Montesanto in Piazza del Popolo a Roma, in occasione della Pentecoste. !Ideato da Don Walter Insero, Rettore di questa che da oltre settant’anni è la Chiesa degli Artisti, il ciclo ARTE E LITURGIA nasce nell’ambito dell’Anno Santo della Misericordia per ospitare espressioni artistiche e che “sappiano parlare al proprio tempo della bellezza del messaggio cristiano”. !Gli appuntamenti, legati ai diversi momenti dell’anno liturgico, hanno avuto inizio, in occasione del periodo pasquale, con l’esposizione dell’opera “campo 12804_N” dell’artista Shay Frisch. Per un mese più di 7000 visitatori hanno preso visione dell’installazione, una straordinaria affluenza che sottolinea l’attualità di questo progetto. !Per il secondo appuntamento di questo ciclo, curato da Luisa Laureati Briganti, in occasione della Pentecoste e sempre pensando a personalità creative che aiutino attraverso il loro contributo artistico a meglio contemplare il mistero che si celebra, la Chiesa ospiterà la scultura DILUVIO dell’artista Nunzio. !L’Opera, una grande installazione in legni combusti e pigmenti dalla forma semicircolare, sottintende nella sua materia la concretizzazione di un Diluvio di Fuoco e di Amore effuso sugli apostoli con Maria nel giorno della Pentecoste. !Carla Fendi, anche in questa occasione, continua a sostenere il progetto attraverso la Fondazione Carla Fendi, apprezzando molto e condividendo il colloquio tra la Sacralità e l’Arte che viene ospitato in questo luogo privilegiato. !L’installazione di Nunzio è stata inaugurata lunedì 16 Maggio e rimarrà esposta sino a giovedì 30 Giugno. !!!!

Basilica Santa Maria in Montesanto

Chiesa degli Artisti

DILUVIO dell’artista NUNZIO

Artista: Nunzio

Titolo: Diluvio

Data: 1993

Tecnica: Pigmento e combustione su legno

Dimensioni: cm 377 x 275 x 120

Esposizioni:

1993, "Nunzio. Sculture", Santa Maria della Manna d'Oro, XXXVI Festival dei Due Mondi, Spoleto, 30 giugno - 31 luglio 1993.

1995, "Nunzio", Villa delle Rose, Bologna, 26 febbraio-23 aprile 1995. 1995, "Oltreluogo. Bassiri Garutti Messina Nunzio Pirri

Tirelli", Palazzo Fabroni, Pistoia, 20 maggio-6 agosto 1995.

1995, "Identità e alterità figure del corpo 1895-1995, La Biennale di Venezia. 46 esposizione internazionale d'arte, Venezia 1995.

Carrara, Chiesa della Madonna delle Lacrime, 4 luglio-13 settembre 2015

Bibliografia

"Nunzio. Sculture", Santa Maria della Manna d'Oro, XXXVI Festival dei Due Mondi, Spoleto, 30 giugno - 31 luglio 1993.

“Nunzio", Villa delle Rose, Bologna, 26 febbraio-23 aprile 1995, p. 87.

"Oltreluogo. Bassiri Garutti Messina Nunzio Pirri Tirelli", Palazzo Fabroni, Pistoia, 20 maggio-6 agosto 1995, p. 114, tav. 11.

La Biennale di Venezia. 46 esposizione internazionale d'arte, Venezia 1995, n.39, (presentato da Gillo Dorfles)

"Nunzio, Martin Puryear", Forma Lignea, Electa Milano, 1997, p.34 (op. ripr)

"Nunzio", Galleria Fumagalli, Bergamo, 2000, p. 48 (op. ripr)

"Nunzio", MACRO Museo Arte Contemporanea, Roma, Electa, Milano, 2005, p.76-77 (op.ripr.)

"Nunzio. Ombre", Galleria dello Scudo, Verona 10 dicembre 2005-18 marzo 2006, p. 112 (op. ripr.)

"Nunzio", Museo d'Arte Contemporanea, Belgrado, 24 giugno-15 agosto 2006 a cura di B. Corà, p. 23 (op. ripr.)

Basilica Santa Maria in Montesanto Chiesa degli Artisti

!!!Biografia dell’artista Nunzio !!Nunzio nasce nel 1954 a Cagnano Amiterno (Aq). Tiene la sua prima mostra personale nel 1981 presso la Galleria Spatia di Bolzano. Partecipa a numerose mostre collettive e nel 1984 ha una personale presso la Galleria l’Attico di Roma, presentata da Giuliano Briganti. L’anno successivo espone alla Galleria Annina Nosei a New York. Nel 1986 partecipa alla Biennale di Venezia e riceve il Premio 2000 come migliore artista giovane. A mostre personali e collettive in Italia e all’estero si alternano partecipazioni a importanti rassegne tra cui la Biennale di Sidney, la Biennale di Istambul, la Quadriennale di Roma. Vince il Premio Ubu per la scenografia dello spettacolo Le Troiane di Euripide, per la regia di Thierry Salmon. Nel 1994 presenta una mostra personale alla Kodama Gallery di Osaka e realizza una scultura in bronzo per l’Hakone Open Air Museum, per la quale gli viene assegnato il Prize for Exellence alla seconda Fujisankei Biennial. Nel 1995 partecipa con una sala personale alla Biennale di Venezia, ricevendo una Menzione d'Onore. Nel 1997 tiene una personale alla galleria Alice Pauli di Losanna e realizza una grande installazione in legno combusto in occasione della mostra presso la American Academy di Roma, con Martin Puryear. Negli anni seguenti prosegue la sua intensa attività espositiva. Si ricordi la partecipazione a 'Material + Malerei' presso la Stadtische Galerie di Willingen-Schwenningen in Germania, la mostra antologica che il MACRO di Roma dedica all’artista, le mostre personali tenute presso il nuovo spazio della Galleria Giorgio Persano a Torino, la galleria Di Meo di Parigi e la Galleria dell’Oca di Roma. Espone ad Hanoi, Vietnam National Museum of Fine Arts, a Shanghai, Urban Planning Exhibition Center e Pechino, China National Academy of Painting. Numerose sue opere sono presenti in collezioni permanenti pubbliche e private, tra cui la GAM di Torino, la GNAM di Roma, il MAXXI di Roma, il Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, la Fondazione Maramotti di Reggio Emilia, il Museo Biedermann a Donaueschingen. Nunzio vive e lavora tra Roma e Torino. !Biografia estratta dal volume La casa di Ester, a cura di Luisa Laureati Briganti, schede e biografie di Giulia Lotti, Edizioni dell’Oca, 2015.

NUNZIOUNDICI SCULTURE

FABIO SARGENTINIASSOCIAZIONE CULTURALE L’ATTICO

Nunzio non cammina, corre. Corre anche quando sembra che camminiaccanto a te, con la tua stessa andatura. Come sia possibile non so; ma luicorre. Corre con un passo breve e leggero, molleggiato, saltellante, rapido, co -me penso fosse il passo del selvaggio che attraversava a piedi nudi la savanaritrovando il ritmo che gli era stato trasmesso da un’età immemoriale, il ritmoche è il giusto equilibrio fra tempo e distanza, fra energia da impiegare e spazioda percorrere. Credo che, una volta, corressero così i battistrada cheprecedevano i convogli, che corresse ro così i messaggeri; così avrà corso ilsoldato di Marato na. Forse quel suo correre, antico e costante, può fornirci unprimo indizio per conoscere Nunzio, una traccia per avvicinarci al ritmo del suocammino mentale, al procede re della sua immaginazione creativa, anche. Oalmeno co sì io mi figuro che sia, sovrapponendo alla sua immagi ne, che èimmagine di giovinezza e di grazia, quella di un battistrada e di un messaggero.Per accorgermi, poi, che anche il suo nome, Nunzio, racchiude in sé quell’im -magine. Un battistrada che non si guarda troppo indie tro, nè intorno, unmessaggero, un nunzio, che porta un suo personale messaggio, e quindi saperché corre, anche se non gli importa molto (ancora) sapere dove va.Ieri, nella vecchia fabbrica abbandonata di San Lorenzo, dove lavora, mi hamostrato le sue ultime sculture dipin te. E correva dall’uno all’altro dei suoi duestudi, sparen do e riapparendo inafferrabile come il mercurio e portan do fra lebraccia le pesanti superfici di gesso per appen derle al muro ad appositi chiodi,avvicinandole una all’al tra (le composizioni sono sempre di due elementi, rara -mente di tre, concepiti in una reciproca relazione) secondo un ordineprestabilito. Un ordine molto preciso e stu diato, naturalmente.Con quel suo ritmo costante e affrettato, i vari pezzi Nunzio li andava a prenderein un angolo remoto e poco illuminato di uno dei due grandi studi dove eranoap poggiati al muro, uno accanto all’altro, verticalmente. A vederli così, inriposo, allineati in quell’angolo, quei grandi e lunghi frammenti frastagliati disuperfici di ges so dipinte, rinforzate da un’armatura metallica interna,sembravano esattamente quello che dovevano o potevano sembrare a primavista: si rivelavano cioè nella primaria e rozza funzione mimetica. Che è poi lastessa esercitata dalle vaghe forme. lasciate dal nero-fumo sulla parete in ternadel camino (alle quali si ispirava Bresdin), dalle nu vole, dalle macchie d’umiditàsul muro. Una storia visiva vecchia come il mondo. Sembravano cioè cortecced’ alberi giganteschi, gusci di grandi testuggini marine trovati su di una spiaggiadeserta, corrosi dal vento e dalla salsedi ne, scudi di popoli primitivi ricavati daun tronco conca vo, sigari di un colosso, rilievi e plastici di isole scono sciuteoppure, molto più semplicemente, frammenti di qualche vecchia costruzione

distrutta. Nella penombra e nella promiscuità non si rivelava nemmeno la qualitàsot tile, estremamente elaborata del colore che li distingue uno dall’altrocoprendo, in variazioni quasi monocrome, le superfici ondulate, lievementeconcave o convesse, levi gate e bianche come la preparazione delle antichetavole fiamminghe.Poi Nunzio appendeva quei frammenti di gesso ai loro chiodi, sulla paretebianco calce dello studio, nella bella luce diffusa del giorno; li disponeva conesattezza e sicurezza secondo il loro ordine predisposto. E allora si ope rava lametamorfosi. Quelle forme, che non erano ancora immagini ma solo analogiecasuali suscitate da sagome ir regolari che avevano sollecitatomeccanicamente la memo ria, diventavano d’improvviso immagini. Assumevano, dell’immagine, la dignità e il significato, che è un signi ficato diverità irrelata, di rivelazione tautologica. In quella chiara luce il colore mostravala sua funzione, esprimeva la sua qualità. Luminosi grigi, trasparenti, che,agglomerandosi e stratificandosi lievemente sul fondo bianco, trascolorano invioletti d’ametista, in pallidi az zurri di acquamarina; neri fumo che viranoinsensibilmen te verso il verde smeraldo, senza mai scoprirne la brillan tezza, rossicupi e intensi che nascono ancora dal nero, preziosi come il color sangue di buedelle antiche cerami che cinesi e che si perdono nell’ambiguità dell’ amarantoe dell’ indaco; trasparenze stagnanti di fiele, oscurità di acque morte,picchiettature leggere, come di pioggia pri maverile, velature sottili e unostemperarsi in profondità di gocciolature e di gore appena accennate, consensibilità musicale.Sono sculture che, dipinte, e dipinte a quel modo, nega no la forza di gravità purnon nascondendo la sostanza fisica della scultura nei contorni frastagliati deibordi, nel piegarsi in dentro o in fuori delle superfici; sono pitture che,nell’operare quella negazione con il dipingere l’inte ra superficie liscia emodulata della scultura, negano la bidimensionalità della pittura stessanell’illusione che of frono di un sovrapporsi, nel tempo, di strati di coloretrasparente che sembrano alludere ad una profondità sen za fine. Ad unaimmaterialità, ad una assenza di luogo.Come se Nunzio volesse dire: la scultura è corpo, mate ria, ha la sua forza digravità, il suo peso, i suoi confini che la separano dallo spazio vuoto e ladeterminano come spazio tangibile; la pittura è un’operazione mentale, è forzaintellettuale e anche inganno, è operazione che illu de, confonde, creando spaziirreali da un piano bidimen sionale: un’operazione che lievita, sconfinando nellame moria o nel sogno, avanti o dietro di noi; la composizione è architettura,misura, corrispondenza, rapporto di una cosa con l’altra, azione immediata dicollegamento, socialità. Ed è qui, fra questi luoghi essenziali del regno dellosguardo, che ora Nunzio si prova. E’ qui che costruisce col gesso, materia docile,povera, fragile, e col paziente lavoro artefatto, da mano leggera, degliacquarelli, la sua allegoria del fare artistico.Allegoria che è luogo vivente, fiduciosa occupazione di uno spazio ignoto maraggiunto e sperimentato attraverso un inconsapevole presentimento di altredimensioni, come il tempo e il silenzio.

Giuliano Briganti

Basilica di Santa Maria in MontesantoChiesa degli Artisti