b2eyes magazine 06-2010

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www.visionottica.it WWW.B2EYES.COM N6 2010

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B2eyes magazine è il periodico indirizzato a tutti gli ottici-optometristi italiani e alle maggiori aziende produttrici e distributrici di articoli di ottica (montature, lenti oftalmiche, filtri solari, lenti a contatto, liquidi, accessori, macchinari e strumenti) presenti sul territorio nazionale. In ogni numero il magazine propone e approfondisce contenuti che vanno dall’attualità alla moda, dall’aggiornamento professionale alla consulenza legale. Inoltre sono presenti le ormai consolidate rubriche cerco&offro, corsi e le informazioni dalle aziende. Particolare attenzione è riservata allo sviluppo del mercato, quindi alle nuove opportunità di business, ma anche alle innovazioni in campo medicale e tecnologico, argomenti anch’essi importanti per la crescita professionale del punto vendita specializzato.

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N62010 SOMMARIO

Mensilededicato al mondo degli occhiali,

della vista, della visionee della percezione visiva

Giugno 2010 numero 6www.b2eyes.com

In copertina VisionOttica

Direttore ResponsabileAngelo Magri

RedazioneB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Danae de [email protected]

Valentina [email protected]

Alessandra [email protected]

Francesca [email protected]

PubblicitàLuciano Cristiano

cell. 334 [email protected]

EditoreB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Progetto graficob-channel

Art DirectorTatiana Foroni

MeloriaStampa

Mediagraf S.p.a.Viale della Navigazione Interna, 89

35027 Noventa Padovana (PD)

Registrazione presso il Tribunale di MilanoN. 293/2009 in data 17 giugno 2009

Registrazione R. O. C.: 18653

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B2TRADEEditoriale Chi non vuole restare... per strada 3Attualità In vista... dei mondiali! 5Safilo apre le porte agli ottici italiani 10Video occhiali, un mondo tutto da registrare 20Speciale bambino L'ottico va difeso 15Little growing princess 18Nobili monelli 19Distribuzione La "visione" di VisionOttica 23Marketing Serviamo clienti, non occhiali 27

B2STYLEDesigner Una nuova Idea per gli occhiali di design 30

B2EXPERTLab Il titanio: questo noto... sconosciuto! 33Consulente Obblighi Iva: la gestione degli adempimenti 39Meditazioni Mettete le ali agli occhiali 43

B2TECHLenti oftalmiche Galileo-Atr Mec, un nuovo catalogo per gli ottici italiani 49 Lenti a contatto Rgp nel post-lasik 53

B2JOBVetrina offro/cerco 63

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BACINI DI MERCATO

Come acquisire nuovi clienti?

Affi dandosi ad una chiromanteD:

Utilizzando delle microspieB:

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N6 20103

EDITORIALE

CHI NON VUOLE RESTARE…PER STRADA

ivere “on the road”: un concetto che evoca messaggi di libertà e trasgressione, almeno da quan-do Jack Kerouac pubblicò, quasi

60 anni fa, l’omonimo libro che diede vita alla beat generation, portata in Italia da Fernanda Pivano prima e da Pier Vittorio Tondelli poi. Oggi il termi-ne “road”, associato al più inflazionato “show”, viene ampiamente utilizzato anche in ambito commerciale. Così i “roadshow” sono diventati strumenti di marketing molto preziosi: richiamano sempre qual-cosa di dinamico e offrono l’opportunità al cliente di non muoversi dalla propria città per incontrare uno o più fornitori. Anche nell’ottica stanno prendendo piede i roadshow per avvicinare sia gli ottici sia il consumatore finale. Ultimi in termini di tempo sono, nel primo caso, quelli di Essilor, per presentare la nuova gamma di lenti progressive, e di Idea, per raccogliere il maggior nu-mero di negozi interessati all’occhialeria di design. Nel secondo caso, invece, fa notizia in questi giorni il

grande truck di Ray-Ban per sensibilizzare le perso-ne sui vantaggi delle lenti polarizzate. Solitamente le location di questi appuntamenti itineranti sono suggestive o in linea con la tipologia dei prodotti in mostra. Quasi sempre, soprattutto in quelli rivolti al consumatore finale, c’è dietro il supporto di una massiccia campagna pubblicitaria a livello locale.

Le aziende più sensibili, tuttavia, han-no capito che iniziative dirette al cliente finale non possono evitare di coinvolgere anche il trade: Luxottica, ad esempio, per il suo Ray-Ban Polarized Tour ha studiato iniziative promozionali e di marketing che solo a Milano, prima tappa del roadshow che si concluderà a Padova alla fine

di giugno, ha reso partecipe circa tre quarti della propria clientela e altri li ha coinvolti in attività di formazione. Inoltre, ha investito in uno strumento fresco e integrato come il web, per far conoscere ai centri ottici anche su scala nazionale questo tipo di operazione. Il business dell’ottica, dunque, sembra…sulla strada giusta.

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ATTUALITÀ

IN VISTA… DEI MONDIALI!Sono molti i marchi sportivi che hanno deciso di rendere omaggio al più importante

evento calcistico che ogni quattro anni catalizza l’attenzione di milioni di tifosi e appassionati. Dall’eyewear più innovativo al pallone ufficiale della competizione, un viaggio

attraverso gli articoli pensati ad hoc per la World Cup 2010

spirati ai colori e alle atmosfere del Sud Afri-ca, sede nella quale si disputeranno i pros-simi Campionati del

mondo di calcio che hanno inizio l’11 giugno, i nuovi occhiali da sole Puma rispecchiano perfettamente il mood energico che si addice a una competizione sportiva di tale importanza. Una montatura leggera stile aviator e tonalità intense, tra cui giallo, blu, rosso e nero, rap-presentano, infatti, i tratti distintivi

di questo modello dal design originale e sportivo. Piccoli detta-gli in metallo, oltre al logo Puma con la pantera sulla lente, fanno degli occhiali da sole Follow Me un accessorio innovativo per stile e comfort. È la vivacità dei colori, che riflette l’entusiasmo e lo spirito gioio-so tipico del temperamento africano, il leitmotiv di questa collezione. Puma è, inoltre, lo sponsor ufficia-le della maglia degli Azzurri e ha scelto come testimonial d’eccezione i due juventini Giorgio Chiellini e

Idi Valentina Grassini

La linea apparel e footwear di Nike, ideata dall'artista brasiliano Nunca e dedicata alla squadra

verde-oro, cinque volte campione del mondo

Nike, in occasione del Mondiale, reinterpreta e personalizza il modello Ignite con i colori delle squadre partecipanti alla competizione

Mauro Camoranesi, tra i convocati di Marcello Lippi. Il puma, simbolo del brand, caratterizza entrambe le uniformi ufficiali che la Nazionale italiana indosserà sui campi da calcio sudafricani. Linee sinuose e avvolgenti per

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ATTUALITÀ

Lotto che propone, in occasione del campio-nato del mondo, un’ampia linea eyewear. A

fianco del classico modello in plastica iniettata, che più rappresenta il mood sportivo e dinamico del brand, trovano spazio gli occhiali ispirati a linee street-life dal sapore vintage, che si contraddistinguono per l’uso fluido del metallo e per l’eleganza delle superfici satinate. L’elemento unificatore dell’intera collezione, tratto distintivo e decorativo insieme, è rappresentato dal logo Lotto che viene esaltato per contrasto cromatico, donando ritmo alla montatura monocolore. La spinta innovatrice del brand coinvolge anche il mondo delle calzature. La Zhero Gravity Ultra di Lotto è la prima scarpa da calcio senza lacci pensata appositamente per agevolare l’atleta in campo, renderlo più libero nei movimenti e svincolarlo dall'uso delle stringhe. Questo modello, che debutterà proprio in occasione dei Mon-diali in Sud Africa, interpreta appieno lo stile moderno e tecnologico tipico del marchio, con un design futurista che sottolinea la velocità e il dinamismo e con i colori tipici della nazionale italiana: sfondo bianco, linee blu e logo dai profili dorati in ricordo della Coppa vinta dagli Azzurri nel 2006.Adidas si veste dei colori del podio per la propria linea di eyewear sportivo, proponendo una collezione in edizione limitata che, in questo anno targato Mondia-le, si svincola dai tradizionali riferimenti alle bandiere nazionali per assurgere ai simboli universali della competizione. Oro-bianco, cromo-nero e rame-marrone sono, infatti, le gradazioni scelte per gli evil eye Pro ltd 10 di adidas eyewear, gli occhiali da sole in special edition che combinano tecnologia avanzata a un design senza tempo. Il classico modello a mascherina, viene ora reinterpretato e perfezionato non solo da un punto di vista stilistico ma, soprattutto, sulla base di innovazioni strutturali che garantiscono comfort e una maggiore sicurezza. La tecnologia delle lenti Lst filter technology, unita al quick release hinge system, permette un note-vole abbassamento della sensibilità nei confronti della variazioni di luce-ombra e il distacco immediato delle lenti della montatura in caso di urto. Fondamentale,

Giorgio Chiellini, testimonial Puma e colonna della Nazionale Italiana

Puma rende omaggio ai Mondiali con questo vivace

modello in stile aviator

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Anche le donne festeggiano il mondiale a modo loro. Certo, forse non saranno molto interessate ai concetti di

fuorigioco, calcio d’angolo e fallo da rigore,

ma quando si parla di stile scendono in campo - e qui è proprio il caso di dirlo – senza dubbio loro. Quale articolo migliore di una tuta in occasione di un Campionato mondiale di calcio? Ma in questo caso si tratta di una tuta del tutto particolare, assolutamente fashion e ultrafemminile della linea Star Chic. Il duo disegnato da Simona Ventura presenta preziosi dettagli in strass che creano un cuore bianco-rosso-verde all’interno del cappuccio e raffinate rifiniture in raso, sempre raffiguranti il tricolore italiano, sulle tasche e sui pantaloni. Un ciondolo gioiello in strass a forma di cuore

impreziosisce ulteriormente questa limited edition pensata per rendere partecipi anche le donne dell’evento calcistico più appassionante dell’anno. Anche le borse risentono del clima “mondiale”. Nero Giardini propone per l’occasione una shopping bag mezzaluna in suede blu con tracolla in pelle intrecciata bianca ispirata ai colori della maglia degli Azzurri con cintura e sneaker abbinate. Decisamente più chic le due Flag Pochette di Gilli, entrambe dedicate al tricolore italiano, una in

capra vintage, l’altra in cervo vernice con paillettes, cui il brand affianca

anche una shopping bag in rete tecno e nylon nero-bianco che riproduce, nei colori e nel design, un pallone da calcio. Braccialini, invece, punta

sul mood cartoon, con uno spiritosissimo modello multicolor

raffigurante i personaggi dei Looney Tunes in uniforme sportiva tra bandiere, palloni e scarpette da calcio. La maglia degli Azzurri è, invece, il tema cui si ispira il trolley in limited edition di Piquadro, che, in onore della

squadra di Lippi, ha realizzato una collezione speciale della linea Odissey con trolley in policarbonato colore “azzurro Italia” con il numero sul fronte, dall’1 al 23, per scegliere il proprio giocatore preferito e portare l’emozione del mondiale in ogni viaggio. Oltre all’abbigliamento e agli accessori, le donne potranno sfoggiare anche gioielli ispirati al tricolore: Daniele Padovani ha ideato un bracciale in pelle intrecciata bianco-rosso-verde impreziosito da un brillantino, posto a fianco del logo del brand, che regala un tocco chic. Ma il “fenomeno Mondiali” conquista anche il vero regno delle donne, la cucina. Guardini, infatti, ha pensato a un modo assolutamente originale per tifare e festeggiare la propria squadra, proponendo

degli adorabili stampi T-shirt, per preparare torte formato maglietta con i colori della propria Nazionale

MONDIALI IN ROSA

ATTUALITÀ

Anche le donne Anche le donne festeggiano il festeggiano il mondiale a modo mondiale a modo loro. Certo, forse loro. Certo, forse loro. Certo, forse non saranno molto interessate ai concetti di ai concetti di

fuorigioco, calcio fuorigioco, calcio

impreziosisce ulteriormente questa impreziosisce ulteriormente questa limited edition pensata per rendere limited edition pensata per rendere partecipi anche le donne dell’evento partecipi anche le donne dell’evento partecipi anche le donne dell’evento partecipi anche le donne dell’evento

squadra

. Il duo disegnato da Simona Ventura presenta preziosi Simona Ventura presenta preziosi

le due Flag Pochette di le due Flag Pochette di dedicate al tricolore italiano, una in dedicate al tricolore italiano, una in

capra vintage, l’altra in cervo vernice capra vintage, l’altra in cervo vernice con paillettes, cui il brand affianca con paillettes, cui il brand affianca

anche una shopping bag in anche una shopping bag in anche una shopping bag in rete tecno e nylon nero-bianco rete tecno e nylon nero-bianco che riproduce, nei colori e nel che riproduce, nei colori e nel design, un pallone da calcio. design, un pallone da calcio. BraccialiniBraccialini

sul mood cartoon, con uno sul mood cartoon, con uno sul mood cartoon, con uno

palloni e scarpette da calcio. La palloni e scarpette da calcio. La palloni e scarpette da calcio. La palloni e scarpette da calcio. La palloni e scarpette da calcio. La palloni e scarpette da calcio. La palloni e scarpette da calcio. La maglia degli Azzurri è, invece, il tema maglia degli Azzurri è, invece, il tema cui si ispira il trolley in limited edition cui si ispira il trolley in limited edition cui si ispira il trolley in limited edition

, che, in onore della , che, in onore della , che, in onore della

la propria squadra, proponendo degli adorabili stampi T-shirt, per

preparare torte formato maglietta con i colori della propria Nazionale

Guardini

Daniele Padovani

Gilli

Braccialini

Piquadro

Star Chic

Nero Giardini

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ATTUALITÀ

inoltre, sempre ai fini di una migliore visibilità e di una maggiore protezione, il sistema Tri.Fit che, favorendo l’inclinazione delle aste in tre differenti posizioni, consen-te l’adattamento delle lenti all’angolo di incidenza dei raggi solari. Adidas, inoltre, scende in campo in prima linea firmando il pallone ufficiale della manifestazione sudafricana, simbolo assoluto della competizione, che vede come testimonial il fenomeno argentino Leo Messi, considerato da tutti il nuovo Maradona e osannato dallo stesso Pibe de oro.In occasione del Mondiale, Nike reinterpreta il best seller Ignite e lo personalizza con i colori delle squadre partecipanti alla competizione. Le classiche tonalità dell’occhiale sportivo lasciano il posto a tinte accese e vitaminiche per rendere omaggio alle varie nazionali in Sud Africa. E così, gli occhiali Nike Ignite diventano giallo-verdi, rosso-gialli, bianco-arancioni e bianco-rossi, a simboleggiare rispettivamente le bandiere brasiliana, spagnola, olandese e danese. Non poteva mancare il tricolore bianco-rosso-verde dell’Italia e quello della cugina Francia, eterna rivale. Al design originale si

unisce un’elevata qualità tecnica: la montatura a base 8 assicura una comoda adattabilità al volto mentre il nasello antiscivolo ventilato migliora la circolazione dell’aria e riduce il fenomeno di appannamento. Nike, inoltre, celebra l’evento dei Mondiali lanciando una linea apparel e footwear ispirata al Brasile. Per questa iniziativa si fregia della collaborazione di Nunca, il cele-bre artista di strada brasiliano che ha messo a disposi-zione del brand il proprio estro creativo per “racconta-re” attraverso capi di abbigliamento e calzature l’anima del suo paese. True Colors Brasil, questo è il nome della collezione, comprende una serie di articoli sportivi, tra cui maglie, felpe e scarpe da tennis, caratterizzate da tinte accese e arricchite di uno stemma e di scritte dalle tinte verde-oro a richiamare i colori nazionali della squadra sudamericana cinque volte campione del mondo.

Leo Messi, considerato il nuovo Maradona, con il pallone ufficiale dei Mondiali firmato Adidas

Classico modello in plastica iniettata che si distingue per il

logo Lotto esaltato per contrasto cromatico

La Zero Gravity Ultra di Lotto è la prima scarpa da calcio senza lacci

Adidas eyewear si veste dei colori del podio con questo modello in edizione limitata

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ATTUALITÀ

SAFILO APRE LE PORTE AGLI OTTICI ITALIANI

Ridefinito l’assetto azionario con il partner Hal, il gruppo padovano annuncia i programmi futuri e lancia nuovi progetti

l 29 marzo si è con-cluso il piano di ri-capitalizzazione di Safilo con l’ingres-so di Hal Holding come nuovo azioni-sta di riferimento. Le due società,

però, intendono mantenere la to-tale indipendenza e separazione commerciale e organizzativa.Un nuovo futuro attende Safilo e l'ottimizzazione del portafo-glio marchi è uno degli obiettivi dell’azienda padovana. «Oggi abbiamo 5 house brand e 29 griffe in licenza, 5 delle quali sono in scadenza quest'anno - ha spie-gato Roberto Vedovotto, ammini-stratore delegato di Safilo - La più importante è sicuramente Dior, di cui siamo fiduciosi e ragionevol-mente sereni, come pure per Yves Saint Laurent e Bottega Veneta. Appare un po' più complessa, invece, la trattativa sugli altri due

Idi Angelo Magri

Un'immagine del reparto

creativo del gruppo padovano

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Safilo ha lanciato presso gli ottici una campagna di marketing per promuovere Optyl, marchio registrato di Safilo che contraddistingue uno speciale materiale plastico utilizzato esclusivamente dal Gruppo padovano per produrre alcuni modelli delle collezioni di occhiali più prestigiose. La comunicazione parte dalle origini di Optyl e immagina che un ipotetico scienziato, Fridebald Schulz, comunichi al mondo la sua sensazionale scoperta. Ciascun ottico in Italia ha così ricevuto una scatola di cartone invecchiato “direttamente” dagli anni Settanta, una lettera di Schulz, una copia del magazine di fantasia “È scienza!” dedicato a questa incredibile scoperta e una bottiglia in vetro con all’interno un frontale in questo materiale. L’idea è quella di incuriosire il consumatore e invitarlo a seguire idealmente il viaggio dello scienziato immaginato da Safilo. Interessante l’esperimento proposto per dimostrare l’effetto memoria di una delle caratteristiche di Optyl: la montatura, scaldata a 140°, è stata inserita all’interno della bottiglia precedentemente portata alla stessa temperatura e ha poi ripreso la sua forma originale una volta raffreddatasi. Ciò a dimostrare la resistenza del nuovo materiale, che pure risulta pesare il 20% in meno del classico acetato o di altri materiali, promette di adattarsi alla forma di ogni viso, è anallergico, resiste a sudore e prodotti cosmetici e in più garantisce colorazioni incredibili.

OPTYL: LA MATERIA SI FA MARCHIO

ATTUALITÀ

marchi in scadenza, Diesel e 55DSL, ma ci stiamo lavorando». Vedovotto ha anche ricordato che Carrera, uno dei principali house brand, ha fatto registrare +20% in volumi nel 2009 e punta a man-tenere il successo di questo marchio, che già oggi conta una settantina di modelli nel solo segmento fashion. «Uno dei nostri obiettivi è quello di evi-tare la sovrapposizione dei vari brand all'interno del nostro portafoglio», ha sottolineato il manager veneto. Intanto, è stato esteso fino al 2015 l’accordo per il design, la produzione e la commercializza-zione su scala mondiale delle montature da vista e degli occhiali da sole a marchio Marc Jacobs e Marc by Marc Jacobs: sarebbe dovuto scadere nel dicembre del prossimo anno, ma il successo raccol-to dalle collezioni realizzate da Safilo ha fatto sì che si prolungasse di quattro anni la partnership.Margine industriale lordo, utile operativo lordo e utile operativo sono risultati in aumento nel primo trimestre 2010 rispetto allo stesso periodo dell’eser-cizio precedente. Ricavi stabili, ma se si considera la vendita delle catene al dettaglio in Australia e Spagna, di fatto sono aumentati del 3,9%, con un incoraggiante +1,9% per la divisione wholesale. E poi si è registrato un nuovo boom di Carrera: +25% rispetto a gennaio-marzo dell’anno scorso. «Il 2010

Carrera, il principale house brand di Safilo, ha

fatto registrare +20% in volumi nel 2009 e +25% nel primo

trimestre 2010

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ATTUALITÀ

è iniziato all’insegna di alcuni segnali di ripresa in mercati come Stati Uniti e Asia e con risultati inve-ce più timidi in Europa. In un contesto di mercato e macroeconomico per molti versi ancora incerto e volatile, il Gruppo Safilo ha comunque registrato un miglioramento della performance sia a livello operativo sia finanziario – ha commentato Vedo-votto – Rimaniamo, tuttavia, cauti e focalizzati nel proseguire il percorso di risanamento intrapreso, a seguito del completamento del piano di ricapitaliz-zazione del Gruppo nel primo trimestre, che ci ha permesso di rafforzare significativamente la nostra struttura patrimoniale. L’indebitamento si è atte-stato a 315,4 milioni di euro, pressoché dimezzato rispetto alla chiusura dell’esercizio 2009». Il risultato netto di gruppo è stato pari a 1,7 milioni di euro, in

linea con il primo trimestre 2009.Congiuntura a parte, Safilo ha deciso di darsi un assetto produttivo più snello e meglio definito, con l’obiettivo di valorizzare ulteriormente il made in Italy. «Nello stabilimento di Longarone si produco-no gli occhiali in metallo, in quello di Santa Maria di Sala, alle porte di Venezia, la gamma in ace-tato; a Ormoz, in Slovenia, le montature in Optyl, mentre nelle strutture produttive in Cina oltre che nella fabbrica di Martignacco, vicino a Udine, si realizzano il semilavorato e la componentistica – ha ricordato ancora l’amministratore delegato di Safilo – Ne consegue che in Far East non viene delocaliz-zato il prodotto finito e tutto ciò che è made in Italy, licenze comprese, viene invece prodotto in Italia o in Europa».

Roberto Vedovotto, amministratore delegato della società padovana

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SPECIALE BAMBINO

L’OTTICO VA DIFESOLa parcellizzazione dei canali di vendita nell’occhiale da sole per i più piccoli

è in espansione. Il rischio? Un’omologazione del prodotto, a scapito della qualità

nottica è oggi leader in Italia nel de-sign, nella produzione e distribuzione di montature da 0 a 18 anni. I marchi in licenza sono Barbie, Barbie Adult, Betty Boop, Winx, Pucca, Fisher Price,

Transformers, Hello Kitty, Action Man e Hot Wheels. Giuseppe Losapio, presidente della società con sedi a Brescia e Molfetta (Bari), spiega le strategie di Inottica per contrastare questa tendenza.

Quanto pesano sul business ottico del bam-bino i canali paralleli oggi in Italia?Tantissimo. Purtroppo il giro si sta allargando ed è sempre più facile trovare occhiali da sole per bambini in canali diversi da quello ottico: mercati-ni, negozi di abbigliamento, boutique monomarca, negozi di giocattoli, di regalistica e così via. Per il vista la situazione è differente e rimane prerogativa dell’ottico. È chiaro che si sta parlando di prodotti molto diversi, dal punto di vista sia del design sia della sicurezza e qualità, ma in periodi difficili come l’attuale è nor-male che queste interferenze creino fastidi al nostro business.

I

di Angelo Magri

Le lenti fotocromatiche Transitions abbinano il look migliore al massimo comfort visivo anche per i bambini. Per loro Swissflex ha pensato alla linea Classic Kids, che offre qualità e resistenza agli urti, senza dimenticare lo stile. Ideali per i più scatenati, invece, sono i modelli della collezione Joy: sicuri, confortevoli, colorati e resistenti grazie a un materiale biomedicale ad alte prestazioni. In più i bambini potranno divertirsi a personalizzare i loro occhiali secondo i propri gusti, scegliendo i colori e i singoli componenti, dalle aste al ponte, dal nasello ai terminali.

BENESSERE IN FORMATO MINI

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SPECIALE BAMBINO

STILE E FUNZIONALITÀ ANCHE PER I PIÙ PICCOLI

Questo fenomeno potrebbe migliorare in futuro o è destinato invece a peggiorare?Da quello che si percepisce e che si comincia a intravedere dai mercati esteri sembra che la vendita degli occhiali da sole sia destinata a parcellizzarsi in molti canali. Diversa è, invece, la situazione del vista, che rimane prerogativa esclusiva degli ottici.

Cosa fa un’azienda come Inottica per con-trastare questa tendenza?L’unica strada percorribile è differenziare il proprio prodotto rispetto a quello proposto negli altri cana-li dal punto di vista qualitativo e del design. È un percorso per il quale abbiamo già gettato le basi nel 2009 e che diventerà un punto chiave di tutta la no-stra produzione. La strategia sugli occhiali da sole è quella di utilizzare materiali sempre più ricercati e, cosa fondamentale, proporre una lente sicura e di ottima qualità, alla quale abbiamo oltretutto dato un nome che la renda riconoscibile: O.zone. Anche per gli occhiali da vista stiamo apportando delle migliorie tecniche al prodotto, sempre adatte al nostro principale consumatore finale, il bambino. Ma la cosa più importante di tutte sarà sicuramente

continuare a rinnovarsi, proporre sempre nuove soluzioni, nuovi brand che piacciano ai bambini,

nuove strategie di marketing e comunicazione: insomma stare al passo con un mercato

sempre più istintivo ed esigente.

Come valutate il vo-stro business in Ita-lia nella prima parte

dell’anno e quali le previsioni per il secondo semestre 2010?

In generale siamo in linea con quanto previsto per la prima parte dell’anno. Purtroppo questi primi 6

Eschenbach Optik mette al servizio dei bambini le proprie competenze, creando una collezione funzionale e tattile. Il materiale Titanflex, infatti, è pratico anche per i bimbi. Per loro Eschenbach ha, quindi, pensato alla linea “oio”: lenti rotonde per garantire un campo visivo molto ampio per i più piccoli, lenti squadrate dal taglio sottile e sportivo per i più grandi. Grazie al ponte e alle aste in Titanflex le montature sono leggerissime, meno di dieci grammi. Ottima la finitura delle aste, decorate con motivi a cerchi o a frecce. L’arcobaleno di colori spazia dal rosa lampone al blu petrolio, dal rosso arancio al verde blu.

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SPECIALE BAMBINO

mesi registreranno non poche difficoltà per il merca-to ottico in generale, a causa della crisi dei consumi delle famiglie italiane che si sta abbattendo anche sul nostro settore e che non può non ripercuotersi anche sul segmento del bambino e, in particolare, sul mercato degli occhiali da sole. Nella seconda parte dell’anno, più dedicata all’occhiale da vista, prevediamo una ripresa e puntiamo molto sul back to school. Stiamo, infatti, preparando una serie di campagne promozionali e di comunicazione per incentivare le vendite in questo periodo.

Quali sono le principali novità per il 2010?Quella su cui puntiamo per la seconda parte dell’anno è sicuramente la linea Betty Boop, che, lanciata all’ultimo Mido, rappresenta una linea di occhiali divertenti e di alta qualità, dedi-cati a un target dagli 11 ai 18 anni. Nella continua volontà di rinnovarsi non mancheranno, però, altre novità sia nel portfolio Inottica sia nelle attività di comunicazione, per le quali siamo ancora in fase di start-up, ma che andranno probabilmente a concre-tizzarsi entro la fine dell’anno.

Con Ambition youth adidas eyewear dedica una nuova collezione di successo ai più giovani: combina tecnologia e design per montature in metallo o in Spx, colori brillanti, modelli di lenti diverse e misure studiate per un pubblico dai 6 ai 14 anni. L’obiettivo di questa nuova collezione in licenza a Silhouette è la perfetta vestibilità, grazie all’assenza di punti di pressione, ai morbidi naselli e al rivestimento antiscivolo sulla parte interna dell'estremità delle tempie che garantisce una presa ottimale.

PER GIOVANI AMBIZIOSI

Giuseppe Losapio, presidente di Inottica

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SPECIALE BAMBINO

LITTLE GROWING PRINCESSElegante come una moderna principessa la bambina più attenta alla moda sceglie capi e accessori ispirandosi al guardaroba della mamma. Così ad abitini e soprabiti si abbinano

cache-coeur, scamiciati, bluse e magliette naturalmente chic

Princess Disney La montatura in metallo rosa anallergico nickel free è dotata di lenti polarizzate UltraSight, ultima innovazione Polaroid, ed è arricchita da una corona intagliata

Betty Boop Innovative soluzioni stilistiche caratterizzano questo modello in cui l’asta prende la forma della sinuosa gamba di Betty Boop, con relativa scarpa con tacco sul terminale mentre la montatura ovale si impreziosisce con due cuori in metallo che riportano l’effige della celebre pin up

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Hello Kitty Hanno la forma tonda e le lenti scure O.zone questi occhiali da sole per piccole dive. La montatura riprende e rivede le forme avvolgenti degli anni ’60 in chiave moderna e si arricchisce del fiocco rosa della gattina, illuminato da un cristallo

Ray Ban Occhiale da sole che si ispira allo chic raffinato e impareggiabile delle più grandi ladies del jet set degli anni ’60, Jackye ‘O. Forme grandi e tondeggianti, per un modello vintage cerchiato in iniettato, con logo e caratteristica olivetta sull’esterno dell’asta, realizzato con lenti dalle colorazioni piene e sfumate

di Alessandra Iannello

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SPECIALE BAMBINO

NOBILI MONELLIPer accompagnare una principessa ci vuole un principe. Però i “bravi ragazzi” sono noiosi e così via il

papillon e la giacca per correre e rotolarsi insieme nei prati… ma con eleganza

Sting Per il teenager che vuole “essere grande”, Sting Eyewear propone la collezione Vista XS che trae ispirazione dalla linea per

adulti, ma è realizzata con forme più piccole e giocose per un'età compresa tra i 10 e i 15 anni. Le forme rettangolari in metallo sono

declinati nei toni grintosi e moderni del blu, del rosso e dell’arancio

Lookino A questo modello in acetato è stata modificata la calzata con dei ponti più centrali, caratteristica molto richiesta per gli occhiali da bambino in plastica. Per quanto riguarda l’effetto estetico delle colorazioni sono stati realizzati dei disegni all’interno della montatura asportando il top di colore, mentre sull’asta di metallo sono riportati i disegni dei frontali e riempiti di smalto

Okkietti Modello in metallo con aste flex decorate da piccoli disegni ricavati con incisioni direttamente del metallo e poi riempite con smalti colorati. Il modello Game è presente nella collezione Okkietti Factory in tre varianti colore che si abbinano ai toni dei disegni sulle aste

piccoli disegni ricavati con incisioni direttamente

modello Game è presente nella collezione Okkietti

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Lookino A questo modello in acetato è stata modificata la calzata con dei ponti più centrali, caratteristica molto

Transformers Per questo modello è stato scelto l’utilizzo del metallo per le aste, per enfatizzare e far risaltare l’effetto tridimensionale ottenuto grazie all’utilizzo di figure e forme che richiamano i robot e creano giochi di volume che rendono l’occhiale stesso un oggetto quasi “meccanico”

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ATTUALITÀ

VIDEO OCCHIALI, UN MONDO TUTTO DA REGISTRARE

di Angelo Magri

uesti prodotti sono stati pen-sati per tutta una serie di sportivi (scia-tori, appas-

sionati delle due ruote, paracadutisti) ma anche giornalisti, avvocati, medici

(per eseguire riprese durante gli interventi chirurgici) o chi svolge al-tre attività d’indagine o investigativa. Sono, infatti, numerose le categorie alle quali le telecamere nascoste pos-sono tornare molto utili. Montarle su un paio di occhiali, poi, rende ancora più affascinante e pratico un articolo

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La Fextal di Vigevano sta lanciando nel canale ottico la Linea Atlantis, all’insegna di tecnologia, innovazione e un interessante rapporto qualità-prezzo

che in Italia viene distribuito in esclusiva dalla Fextal di Vigevano. «Tutti i nostri prodotti sono commer-cializzati con le relative certificazioni e

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ATTUALITÀ

garanzie di legge – spiega Alessandro Pozzi, amministratore della società lombarda, che propone sul mercato interno anche i video orologi - Il nostro magazzino è in grado di evadere i diversi ordini con consegne rapidis-sime. Il nostro obiettivo è quello di diffondere questa gamma di gioielli tecnologici che nei prossimi mesi si ar-ricchirà di altri articoli che andranno a incrementare la Linea Atlantis».Fextal si presenta quindi al network dei centri ottici italiani con un oggetto innovativo e con un interessante rap-porto qualità-prezzo: i video occhiali della Linea Atlantis, infatti, costeran-no poco più di 200 euro al pubblico. «Hanno un funzionamento davvero molto semplice – dice Pozzi - Registra-no i video su una memoria interna di 4 Gb o su una Micro SD Card aggiun-tiva. I video sono registrati in forma-to avi ed è possibile importarli sul proprio computer, anche per farne un Dvd. Quando la batteria è esaurita, è sufficiente caricarla con il caricabatte-ria incluso nella confezione. Insomma, nessun software da installare, nes-suna difficoltà: i video occhiali sono pronti all'uso per tutti». Montano lenti polarizzate di qualità, sono dotati di una fotocamera CMOS che produce immagini molto nitide, di una memoria interna fino a 4 Gb per circa tre ore di registrazione video, di un alloggiamento per MicroSD/TF fino a 8 Gb. Anche la connessione al Pc è molto facile, senza la necessità di installare programmi particolari. Oltre all’estrema semplicità di utilizzo, il design di questi occhiali è slanciato ed elegante.

I video occhiali possono danneggiare la vista?Assolutamente no, perché sono dotati di lenti polarizzate di alta qualità.Se registro un video con i video occhiali, qualcuno se ne accorge?No, i video occhiali hanno una microtelecamera senza un Led frontale, ma inserito nell’astina della montatura. Si presentano, quindi, come un normale occhiale da sole.Quanto posso registrare con i video occhiali?I video occhiali hanno una memoria interna di 4 Gb che consente di registrare fino a 3 ore di video. Inoltre, inserendo una normale micro SD Card, di quelle utilizzate di solito nei telefoni cellulari, la registrazione aumenta fino a 9 ore, con una memoria aggiuntiva fino a 8 Gb.I video registrati sono di scarsa qualità? No, la risoluzione dei video occhiali è di 3 megapixel, quindi producono immagini di buona qualità. È legale usare telecamere nascoste?L'utente del video occhiale deve sempre e comunque richiedere il consenso preventivo degli interessati in ogni occasione che intenda audio-video riprendere, per non incorrere nelle sanzioni previste dalle leggi sulla tutela della privacy.

A DOMANDA FEXTAL RISPONDE

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Eschenbach Optik S.r.L.Via C. Colombo, 10 - 20066 Melzo (MI) - Tel. 02 95737689 - Fax 02 95737706 - [email protected]

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DISTRIBUZIONE

Diventare entro il 2015 la prima insegna del settore per le famiglie italiane, in termini di notorietà e quota di mercato. Per attuare questa strategia e gestire le ingenti risorse che

saranno investite nasce il Comitato di Customer Advocacy

n occasione del conve-gno nazionale, svoltosi al Forte Village di Santa Margherita di Pula

(Cagliari), dal 1° al 3 maggio scorso, l' ambizioso obiettivo del Premium Brand di Vision Service Group è stato annunciato dall’amministra-tore delegato, Marco Procacciante.

In appena 20 mesi Vision Service Group ha rinnovato 172 centri ottici con l’insegna e il concept VisionOt-tica su 239 richieste: altri 19 sono in fase di rinnovo. «Ogni mese av-viamo dai 3 ai 5 nuovi centri ottici: l’obiettivo è diventare capillari in tutta Italia per offrire un servizio omogeneo ai consumatori – ha

sottolineato Procacciante – Il nuovo format VisionOttica punta alla prossimità nei confronti del consu-matore, che si traduce concreta-mente in prossimità fisica, emotiva e in professionalità». Tutto questo il Gruppo conta di realizzarlo puntan-do su un valore molto importante: la coerenza. «La nostra forza è la

LA “VISIONE” DI VISIONOTTICA

di Angelo Magri

IMarco Procacciante (a destra), amministratore delegato di Vision Service Group e Sergio Perris (a sinistra), direttore marketing e vendite, durante il convegno

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coerenza, sia negli obiettivi sia negli strumenti per rag-giungerli», ha puntualizzato Procacciante. In tal senso si legge anche la partnership con un concorrente come Salmoiraghi&Viganò, cui Vision Service Group è unito nella centrale d’acquisto Kentral, che si trasforma in un valore aggiunto, grazie a un nuovo modo di intepretare il mercato: la co-opetition (un mix tra cooperazione e competizione). Ma è soprattutto uno strumento nuovo e innovativo per il comparto ottico a rappresentare la sfida dei prossimi anni per VisionOttica e i propri punti vendita affiliati. Al convegno in Sardegna, infatti, è stato presentato il Comitato di Customer Advocacy VisionOttica. «Il suo ruolo principale è la tutela del posizionamento dell’insegna - ha spiegato Sergio Perris, direttore marketing e vendite di Vision Service Group - Con questo strumento vogliamo creare un percorso con-diviso tra la sede e gli affiliati per indirizzare le attività di marketing dell’insegna. L’obiettivo ultimo, peraltro, è la costruzione di una relazione più profonda e fedele con il consumatore finale».

Il Comitato di Customer Advocacy di VisionOttica (nella foto durante il debutto al Convegno di Cagliari) è composto da 12 membri. Tre sono espressione del management centrale di VSG: si tratta di Sergio Perris, Maurizio Bianchi (consulente formazione qualità) e Paolo Bianchi (direttore centri pilota). Nove, invece, sono espressione diretta della rete di centri ottici affiliati, in rappresentanza delle varie regioni d’Italia in cui è più presente l’insegna: Massimo Santona, Giacinto Muto, Francesco Cardamone, Alessandro Vernaleone, Michele Santoro, Gabriele Salciarini, Nicola Piccolo, Stefano Siniscalchi e Massimo Panattoni.

TUTTI GLI UOMINI DELLA CUSTOMER ADVOCACY

Già un anno fa, in occasione della prima edizione di Vision Business Forum a Roma, Sandro Castaldo, docente della Bocconi di Milano e consulente strategico del Gruppo da qualche anno, cominciò a disegnare le potenzialità della cosiddetta customer advocacy: una strategia aziendale che mira alla costruzione di una re-lazione più profonda con i consumatori, ottenibile grazie al raggiungimento di alti livelli di soddisfazione e di fi-ducia nei confronti dell’operato dell’insegna. «L’azienda si cala, di fatto, nel ruolo del cliente, agendo come suo difensore, advocate appunto, nel mercato di riferimento – ha ricordato Procacciante – In questo modo l’azienda avrà più probabilità di ottenere elevati livelli di fedeltà e, di conseguenza, riuscirà a costruire una relazione più stabile e duratura con il cliente finale. È quanto si prefigge VisionOttica: i processi manageriali, infatti, non possono e non devono esaurirsi esclusivamente nella relazione con i centri ottici affiliati, ma devono contem-plare anche la gestione della relazione con il cliente finale».

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Esporre un cartello dei servizi, non trascurare i prodotti da banco e utilizzare il data base della clientela. Questi gli elementi distintivi per chi intende approcciare i prossimi 10 anni

con vigore ed energia non sprecata

oi lo predi-chiamo da molti anni,

ma probabilmente prima di cambiare veramente registro occorrerà aspet-tare ancora una nuova generazione di ottici.Oggi la relazione tra ottico e cliente è primariamente collegata al fattore prodotto; non facciamoci abbagliare dalle dichiarazioni ufficiali e dagli slogan da azienda. Chi consuma oggi è più o meno trattato come nel periodo pre-crisi; ovvero per quello che com-pra e non per quello che rappresenta. Ma non è colpa di nessuno. Il sistema è ancora orientato al prodotto che ha modificato metaforicamente il proprio nome in “soluzione personalizzata”; un cambiamento non dettato dalla volontà di chi sta al banco ma dalle esigenze di innovazione che spinge le aziende a fare qualcosa in più per

non perdere colpi. Volete delle prove? Eccone alcune.

Servizio a chi?Nel “fatto 100” del fatturato di un'azienda ottica oggi il servizio vale ancora zero. Parlo della maggioran-za naturalmente. Io stesso conosco singoli che si stanno dannando per riportare il valore del servizio, in particolare quello legato al controllo dell’efficienza visiva, a un livello uma-namente professionale e concepibile dallo stesso cliente finale. Che valore ha lo studio, gli investimenti in mac-chinari, le specializzazioni in campo ostici agli stessi oculisti se non si dà a esse anche un valore commerciale? Lo fa il farmacista quando misura la pressione con un aggeggio da pochi euro, perché non dovrebbe farlo l’ottico, l’optometrista, con macchine ben più complesse? I passi sono tre.

Superate le noie fiscali di aprire nuovi registri e immaginatevi che, tra 10 anni, il 30% del vostro fatturato sarà realizzato da servizi e non da prodot-to. Se non lo avete già fatto createvi un cartello dei servizi in bella mostra con la gamma completa delle attività che offrite, per lo più gratuitamente, al cliente finale. Anche se in definitiva non li fate pagare non passeranno inosservati e potranno bilanciare la vostra figura professionale e il conto da pagare più a vostro favore. Infine armatevi di coraggio e, se ce l’avete, vendete al giusto prezzo ciò che fate per il cliente di veramente importan-te. Si partirà con 30 euro a controllo, quello che vedo io oggi in giro sul 5% del mercato, ma se questi pochi euro li moltiplicate per il numero di controlli che realizzate in un anno vi accorge-rete che avete già raggiunto il 10% del vostro fatturato prodotto.

SERVIAMO CLIENTI, NON OCCHIALI

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di Nicola Di Lerniaesperto di marketing

MARKETING

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MARKETING

Mettetevi al banco loroL’ottica era famosa negli anni ’90 per l’assoluta mancanza di prodotti da banco. Credete che con l’avvento del free service le cose siano migliorate? Assolutamente no e sapete perché? Per prima cosa molti ottici utilizzano il principio di dover vendere la cosa più costosa, quindi tutto ciò che è da banco è considerato “cheap” di secondo livello. Poi perché l’ottico non pensa al suo cliente come a un’espressione duplice di spirito e corpo bensì assolutamente materia-le e basta. Quindi via a offrire lenti di alta performance, alto indice e benessere visivo ma guai a propor-re al cliente finale particolarmente ansioso due gocce oculari, anche se lo stesso cliente afferma di lavorare in ambiente chiuso, al pc e in aria condizionata per oltre 6 ore. Lo sa-pete da dove nasce il successo della medicina omeopatica? Dal 10% dei farmacisti che, oltre venti anni fa, ha usato la parola e l’ascolto per pro-porre e vendere ai loro clienti, stufi o delusi delle medicine tradizionali, una soluzione altamente profittevole per loro e straordinariamente ma-gica per i loro clienti (gocce di ulivo per rilassarsi e dormire). Secondo voi se ne sono vergognati i farmacisti (come quando hanno venduto i vostri premontati?) del fatto di proporre i rimedi della nonna contrariamente alle grandi scoperte farmaceutiche?L’ottica oggi trascura il banco che è servizio, badate bene, altamente personalizzato perché è spesso il cliente ad accorgersi di cosa gli potrebbe essere utile. Ancora oggi i nuovi layout di negozi, seppure di grande spessore di design, si permettono di trascurare il banco vendita perché tanto è l’esposizione

degli occhiali che fa il fatturato. Ma li avete guardati in questi ultimi anni i bilanci di un ottico di successo? State sbagliando tutto.

Il valore di un cliente nel tempoA conclusione di questo percorso minimo tra lo studio e il banco di un negozio di ottica non poteva mancare l’elemento distintivo per chi intende approcciare i prossimi 10 anni con vigore ed energia non sprecata. Il pc e il database clienti. Non mi soffermo oggi sul prodotto di magazzino o della busta inserita nel database. Non mi interessa, oggi penso alle persone piuttosto che al prodotto (scusate, soluzione).Ogni singolo cliente rappresenta il successo o l’insuccesso di un’azienda. Abbiamo un patrimonio fantastico di clienti la cui maggior parte non appartiene a nessuno se non a noi. Alcuni sono solo nomi, altrettanti sono nomi e volti di persone con cui noi periodicamente abbiamo un dialogo, quindi una relazione. La maggior parte delle volte questa relazione si consuma in negozio, ovvero la eser-citiamo passivamente nel corso della loro visita indotta da una necessità esplicita. Raramente la stimoliamo attraverso comunicazioni a distanza atte a sviluppare un interesse, un’esi-genza ancora implicita da parte di quest’ultimi. Anzi, il nostro patrimonio aziendale, non lo faranno mica gli occhiali in magazzino, viene assoluta-mente ignorato sia da voi sia dal vo-stro commercialista che sentenzia che non potete permettervi investimenti in comunicazione, soprattutto con loro che sono già clienti.Normalmente un negozio di ottica operativo nella stessa area da oltre

10 anni può vantare su un database clienti di circa 8.000 nominativi. Pen-sate che qualcuno conosca il valore reale di ciascun cliente nel tempo in cui ha acquistato da noi a oggi? Ogni cliente ha il suo valore nasco-sto. Il valore strategico di un cliente è il profitto totale che un'azienda è in grado di realizzare con quel cliente nel caso in cui l’azienda intenda realizzare con quest’ultimo una stra-tegia di marketing diretto e relazione. Ovvero non aspettare che succeda qualcosa, ma fare qualcosa perché ciò avvenga.Il valore strategico di un cliente rap-presenta il potenziale business che il cliente può realizzare con noi attra-verso gli stimoli che siamo in grado di trasmettergli positivamente.Non mi dilungo sulla differenza seppure importante tra il valore attuale (l’acquisto ultimo realizzato) e quello strategico di un singolo cliente (ovvero il tempo di vita di quel cliente con noi). Di fatto ciò rappresenta la vera reale differenza tra chi ha una visione del mercato a breve e chi a lungo termine, tra chi legge il fattura-to di un anno rispetto al precedente e chi cerca le occasioni mancate e prova a modificare i valori di lettura di un’impresa.

Per concludereCredete vantaggioso alla fine del nostro dialogo credere nello slogan di questo articolo? Desiderate veramente servire clienti e non occhiali? Volete rovesciare la visuale della vostra azienda per percorrere un tratto più difficile ma certamente più soddisfa-cente e remunerativo? Pensateci un po’ ma, soprattutto, circondandovi di chi lavora con voi, domandatevi ad alta voce: serviamo occhiali o clienti?

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DESIGNER

nato Ita-lian Design Eyewear Association, che riunisce alcune azien-

de italiane che operano con marchi propri nell’ambito dell’occhialeria creativa: Area (con i marchi Kaos e K Actor), Immagine Eyewear (con Rye & Lye e X-Ide), LA (con Alfa Ro-meo e Italia Independent), Mu & Do (con Okki e Mezzokki), Nico-design (con Vanni e Derapage) e Pramaor

(con Bioeyes e Blackfin). L’obiettivo è promuovere a livello nazionale e internazionale le società fondatrici del gruppo attraverso un vero e proprio tour: inaugurata a Roma lo scorso 26 aprile la prima tappa, cui seguono, in Italia, Catania, Treviso e Milano. Scenario dell’iniziativa sono i Motor Village del gruppo Fiat, che per l’occasione si trasfor-mano in veri e propri showroom. «Si tratta di un’attività di marke-ting in controtendenza rispetto a quello che è il normale incontro

tra un ottico e un rappresentante, in cui è quest’ultimo a presentarsi nel punto vendita per mostrare le ultime collezioni – spiega Giovan-ni Accongiagioco, responsabile della divisione occhialeria di Italia Independent - Per le tappe di Idea queste regole tradizionali vengono sconvolte: è, infatti, l’ottico a essere invitato dall’azienda». «L’opera-zione vanta un grande appeal nei confronti degli addetti al settore: è possibile visionare almeno una quindicina di collezioni in una sola

UNA NUOVA IDEA PER GLI OCCHIALI DI DESIGN

Sei creativi italiani lanciano un pool per coinvolgere gli ottici

Da sinistra: Giovanni Accongiagioco (Italia Independent), Nicola Del Din (Pramaor), Susi Tabacchi (Immagine Eyewear), Elisio Tessaro (Area), Carmelo D'Oria (Okki) e Giovanni Vitaloni (Nico-design)

di Francesca Tirozzi

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volta, invece di impiegare molto tempo in diversi incontri con il rappresentante nel proprio punto vendita – aggiunge Nicola Del Din, presidente di Pramaor - Soprattutto offre l’opportunità di incontrare di-rettamente i manager dell’azienda. Incontri che quindi non sono fina-lizzati all’“ordine” in sé, ma anche al confronto diretto che permette di discutere insieme le possibili strategie».Come tutte le iniziative nuove, alcuni dettagli sono ancora da definire. «L’incontro a Roma è andato molto bene, abbiamo avuto ottimi riscontri – dice Del Din – Il sistema va comunque rodato: gli ottici mostrano ancora qualche perplessità su queste presentazioni fatte in modo atipico, ma siamo determinati a portare avanti il progetto: dopo l’appuntamento a Catania del 24 maggio, siamo stati a Treviso il 7 giugno». «Pas-

DESIGNER

sato agosto, si terranno quattro eventi esclusivi, a partire dal Motor Village di Mirafiori, il 6 settembre a Torino, con la presentazione in anteprima agli ottici italiani delle collezioni in mostra poi al Silmo di Parigi. In queste occasioni saranno organizzate anche tavole rotonde, soprattutto su tematiche legate alla situazione congiunturale dell’oc-

chialeria – dice Accongiagioco – Dopo le tappe italiane, stiamo, inoltre, organizzando una naturale conclusione a Silmo. In particola-re per il salone francese, tutti noi associati abbiamo pensato, infatti, di allestire un’area all’interno del Village, la sezione dei prodotti di design, dedicata a Idea, all’inter-no della quale ogni azienda avrà comunque il proprio stand». Oltre ai fondatori di Idea, per le diverse tappe sono previsti alcuni “ospiti” italiani e stranieri: special guest a Roma sono stati i brand Nouvelle Vague, Paolo Seminara Designer, Serengeti, Lindberg, Frankie Gara-ge, Etnia e Götti.

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CREDIAMO NELL’INTELLIGENZADEI NOSTRI OCCHIALIE DI CHI LI ACQUISTARISPARMIANDO.

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Forse un momento di chiarezza nella disputa di questi ultimi tempi può essere utile per conoscere meglio i prodotti che giornalmente utilizziamo e, quindi, a consigliare in modo

sempre più professionale e consapevole i nostri clienti

l titanio è oggi uno dei metalli ritenuti di maggior pregio per la costruzione di mon-tature. Infatti questo materiale presenta il “mix” giusto di proprietà per la produzione di montature per occhiali di qualità.Metallo leggero dal tipico colore grigio argenteo è il quarto elemento presente in

natura, sotto forma di vari composti. Il suo nome, che deriva dal greco “titanos” (i mitici giganti greci) dà già un’idea delle straordinarie qualità di resistenza di questo materiale. Il titanio venne usato per la prima volta nelle montature all’inizio degli anni ’80 e apparve subito un materiale dalle straordinarie qualità, pur richiedendo alta tecnologia e macchine adeguate per la sua lavorazione.

Le principali caratteristiche del materialeIl titanio associa in modo sinergico le caratteristiche fondamentali ritenute oggi indispensabili per la realizza-zione di montature in metallo di alto livello. Esse possono essere riassunte nelle seguenti:Leggerezza, avendo un peso specifico di 4,7 grammi/cm.3, quasi la metà di quello dell’acciaio o delle varie leghe di rame, quali monel o alpacca.Resistenza meccanica, resistenza simile a quella di al-cuni acciai, non solo alla rottura, ma anche allo snerva-mento, cioè la forza capace di creare una deformazione permanente.

IL TITANIO: QUESTO NOTO SCONOSCIUTO!

di Gianmario Reverdyesperto in prodotti oftalmici, formatore S.Opti e docente in corsi Ecm

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Fig. 1: piegatura del filo di titanio per ottenere i cerchi

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Inattaccabilità, cioè la resistenza alla corrosione. Queste proprietà consentono un uso quasi illimitato in tutte le condizioni d’uso di elevata difficoltà. In particolare è resistente anche al sudore acido.Biocompatibilità, cioè la totale assenza di reazioni aller-giche o irritazioni cutanee: ne è conferma l’utilizzo del titanio o di alcune sue leghe in molta componentistica dedicata alle protesi.

Questi sono i motivi fondamentali per cui oggi il mer-cato ritiene il titanio un materiale di elezione nella costruzione delle montature per occhiali e della sua componentistica: queste caratteristiche vanno pertanto salvaguardate perché chi compra “montature in titanio” si aspetta queste qualità. Però, se il materiale base presenta queste straordinarie caratteristiche, occorre distinguere ciò che spesso viene proposto come titanio e che in realtà sono leghe nelle quali, pur a fronte di una siglatura “titanio”, molti di questi pregi vengono notevol-mente modificati.

Il puro titanioÈ un metallo scarsamente elastico, si deforma con una certa facilità ed è pertanto poco adatto alla fabbricazio-ne di tutte le parti di un occhiale, soprattutto se sottili. Per le sue qualità viene utilizzato per aste, ponti, ganci, cerniere e molti fregi che abbiano un certo spessore. Per ottenere doti di flessibilità o com-ponenti di spessore molto sottile è quindi necessario utilizzare partico-lari leghe di titanio, a volte molto più pregiate e costose del titanio puro. Spesso, punto dolente di una mon-tatura in titanio sono le saldature, tenuto anche conto delle ridottissime dimensioni che sovente si devono unire. Nel puro titanio la percentuale di titanio è superiore al 99% e il suo costo è inferiore a quello di alcune altre sue leghe.

Il titanio flessibilePer ottenere dal titanio una qualità che non gli è propria e cioè l’elastici-

tà, si utilizzano leghe di titanio e nichel. Le qualità così ottenute, se da una parte rendono il materiale attraente perché estremamente flessibile, in realtà ne modifi-cano una caratteristica fondamentale e cioè la sua qualità anallergica. Infatti, in alcune montature, dietro alla marcatura “ti-tanio” per ottenere il cosiddetto “effetto memory”, cioè la possibilità che la montatura riprenda la sua forma dopo una deformazione, il titanio è in lega anche con il 50% di nichel. Tali scelte però determinano un prodotto che per ottenere “l’effetto memoria” perde alcune sue caratteristiche fondamentali tra cui la biocompatibilità.È infatti noto che il nichel è uno dei metalli fortemente allergizzanti e responsabile spesso di reazioni cutanee da contatto. Già nel 2006, la rivista italiana di odonto-iatria (n. 4 – anno XXIV) segnalava un’incidenza di tali allergie nell’1% degli uomini e nel 10% delle donne e pertanto l’orientamento nelle applicazioni ortodontiche era verso leghe in titanio, prive dei nichel.

Il beta titanioÈ una lega con il 22% di vanadio e il 4% di alluminio che presenta una resistenza notevolmente superiore a quella del titanio puro (anche 5 o 10 volte) e doti mec-caniche che la rendono molto adatta soprattutto alla produzione dei cerchi delle montature e alle successi-ve saldature.Il beta titanio possiede tutte le grandi qualità del tita-nio: leggerezza, bio-compatibilità, estrema resistenza meccanica e sicura anallergicità per la completa assenza di nichel, sia nella lega che in tutti i vari pro-cessi di lavorazione, quali le saldature, i trattamenti e

le colorazioni di superficie.Un’altra caratteristica importante della lega beta titanio è l’eleva-ta resistenza alla temperatura: questa consente, ovviamente con l’adeguata tecnologia, di esegui-re tutte le saldature necessarie a costruire la montatura. Come già detto, infatti, il titanio è un mate-riale non facilmente saldabile e questo pertanto rende difficile la produzione se non si è in possesso di sofisticate tecnologie. Per questi motivi a volte alcune montature, marcate titanio, sono assemblate senza saldature, ma con viti o inca-stri. Si tenga presente che il beta titanio ha mediamente un costo di cinque volte superiore a quello del puro titanio.

Fig. 2: un frontale da lastra

Fig. 3: un particolare della saldatura del titanio

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Come riconoscere una buona montatura?Purtroppo questo è uno dei punti dolenti relativi al ricono-scimento delle qualità di un buon materiale: se le aziende non ci dichiarano le specifiche dei materiali, ahimè, solo il tempo, l’uso e i reclami dei clienti, ci danno qualche infor-mazione sulla bontà dei prodotti.Alcune caratteristiche importanti sono:• La composizione del materiale: il titanio di pro-duzione giapponese è decisamente il migliore sul mercato. Produzioni russe o cinesi costano meno, ma sono di qualità più scadente. Inoltre, il titanio potrebbe essere in lega con molti altri metalli, meno costosi e di più facile lavorabilità. Se l’azienda dichiara la composizione del materiale è senz’altro degna di fiducia.• Il materiale delle varie parti: spesso si trovano montature nelle quali l’indicazione “titanio” è posta sulle aste. Questo potrebbe voler dire che solo le aste sono di titanio. Inoltre, sovente le montature sono marcate con nomi commerciali che richiamano il titanio, ma del quale ne possiedono una bassa percentuale.• Montature di altissima flessibilità sono in gene-rale costruite con leghe di titanio che possono prevedere una notevole presenza di nichel, anche quasi il 50%. Si sceglie il titanio per la sua anallergicità, ma se poi è in lega con il nichel si possono perdere i vantaggi. Si ricordi che le parti in titanio sono flessibili solo se utilizzano com-ponenti molto sottili (0.5 mm) in beta titanio.• Se le montature si dissaldano con esagera-ta frequenza probabilmente sono saldate con leghe interposte (con presenza di nichel): le saldature titanio su titanio necessitano di tecnologia molto raffinata e questa solitamente è in contraddizione con costi esageratamente modesti.• Le tecnologie galvaniche: l’applicazione di strati di oro o palladio su titanio è molto complessa e costosa. Per risparmiare si può nichelare la montatura per poi fare i successivi trattamenti galvanici con procedimenti tradi-zionali. Anche questo procedimento porta, ovviamente, a perdere le caratteristiche di anallergicità delle montature.

Fig. 4: montature in titanio

ConclusioniA margine di tutta la questione sollevata sulle mon-tature in titanio penso si possano trarre le seguenti conclusioni:• Appare assolutamente indispensabile che tutte le aziende forniscano con estrema precisione tutte le carat-teristiche dei materiali utilizzati nella costruzione delle loro montature. L’ottico e l’utente finale devono avere chiara conoscenza del tipo di metallo o lega di cui è fatta la montatura, le sue parti e tutti i trattamenti a cui è stata sottoposta.• La comunicazione commerciale e pubblicitaria deve essere chiara e non deve dar luogo a equivoci. Nomi commerciali che richiamano il termine titanio (e la montatura è fatta di una lega…) confondono le idee. Il cliente, infatti, compra titanio per le sue qualità e la mon-tatura non deve essere di leghe sconosciute!• Una delle qualità fondamentali che nell’immagina-rio collettivo richiama il titanio è la biocompatibilità e l’assoluta assenza di ogni ipotesi allergizzante: un conto pertanto è che la montatura sia in titanio o in leghe bio-compatibili e un altro se è presente in lega con il 50% di nichel, anche se poi protetto con trattamenti superficiali o vernici.• Se la montatura è marcata titanio, di tale metallo deve essere fatta, tutta… e non solo le aste o i cerchi o le viti!

In Italia esistono aziende che hanno ormai acquisito un know how di alto profilo e che costruiscono prodotti di si-cura affidabilità. Alcune di esse a garanzia della qualità e dell’assoluto “made in Italy” rilasciano la dichiarazione della composizione e quindi delle relative percentuali di titanio presenti nelle varie parti della montatura.Fidatevi solo di chi vi dichiara quello che utilizza e produce, altrimenti, come spesso accade, “titanio” sarà scritto solo sulla confezione!E ricordatevi che è un po’ difficile acquistare buone montature in titanio per pochi euro! Imparate a in-formarvi e a conoscere bene i prodotti che vendete, richiedete sempre alle aziende tutte le informazioni necessarie per essere professionali perché solo così gli utenti finali avranno fiducia nel vostro lavoro.

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Nel commercio al dettaglio non vi è obbligo di emettere fattura ordinaria, se questa non viene richiesta espressamente dal cliente: al suo posto il commerciante può scegliere,

alternativamente, se rilasciare la ricevuta fiscale o lo scontrino fiscale

er i commercianti al dettaglio, infatti, l’emissione della

fattura risulterebbe un adempimento troppo gravoso, che mal si combinereb-be con l‘immediatezza che caratterizza questo tipo di transazioni commerciali.

OBBLIGHI DOCUMENTALI: RICEVUTA E SCONTRINOLa ricevuta fiscale è un documento che prevede una serie di dati considerati obbligatori ai quali si possono aggiun-gere informazioni che rispondano a esigenze gestionali del contribuente. Deve essere emessa in duplice esempla-re al momento della consegna del bene e non è possibile la trasmissione in via elettronica tramite sistemi informatici.Lo scontino fiscale è l’alternatIva previ-sta alla ricevuta; questo viene emesso al momento del pagamento del corrispet-tivo, ovvero al momento della consegna del bene, se questa è anticipata rispetto

al pagamento, mediante l’uso di spe-ciali apparecchi detti misuratori fiscali. Per ciascuna operazione verrà rilasciato al cliente lo scontrino che l’apparecchio provvederà a riprodur-re fedelmente su un rotolo cartaceo o su supporto elettronico, al fine di consentire eventuali controlli da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Al termine della giornata lavorativa, il commerciante stamperà lo scontrino di chiusura giornaliera, un riepilogo di tutte le operazioni effettuate duran-te il giorno.Per quanto riguarda gli obblighi di con-servazione, le ricevute emesse devono essere conservate, ai fini tributari, ordi-natamente per un periodo di 4 anni a decorrere dal 31 dicembre dell’anno in cui è stata presentata la dichiarazione alla quale si riferiscono le registrazioni.Ciò vale anche per gli scontrini. Tut-tavia si deve tenere presente che per questi ultimi esistono ulteriori obbli-

ghi: il giornale di fondo deve essere conservato per un biennio a decorrere dalla data dell’ultima operazione riportata; il libretto di dotazione del misuratore (in cui sono indicati tutti i dati relativi all’apparecchio, al produt-tore, al tecnico e al soggetto utilizza-tore) deve essere conservato per il periodo di uso dell’apparecchio a cui si riferisce e lo scontrino di chiusura giornaliera deve essere conservato per i termini ordinari previsti per le scritture contabili (dieci anni).

I REGISTRI IVA OBBLIGATORI E LE LIQUIDAZIONI PERIODICHE DELL’IMPOSTAI soggetti Iva che emettono scontrino o ricevuta fiscale, in alternatIva al regi-stro delle fatture emesse, devono tenere il registro dei corrispettivi.Su tale registro, che deve essere mantenuto presso il luogo in cui viene esercitata l’attività di vendita, viene an-

OBBLIGHI IVA: LA GESTIONE DEGLI ADEMPIMENTI

di Tobia Chiesurinconsulente aziendale

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CONSULENTE

notato l’ammontare globale dei corrispet-tivi relativo a tutte le operazioni effettuate in ciascun mese, eseguendo un’unica registrazione entro il giorno 15 del mese successivo. In tale registro dovranno essere indicati il giorno di effettuazione delle operazioni, gli importi imponibili comprensivi dell’imposta incorporata nel corrispettivo, a loro volta suddivisi per aliquota applicabile.Per quanto riguarda gli acquisti, rimane l’obbligo di tenuta del registro degli ac-quisti, nel quale il soggetto passivo dovrà eseguire la registrazione dei documenti riguardanti le operazioni passive effettua-te, rappresentate da fatture o eventuali autofatture o bollette doganali di importa-zione ricevute.La liquidazione dell’imposta potrà avve-nire mensilmente o, se ne ricorrono le con-dizioni (ovvero se il volume di affari non supera i 516.456,90 euro), trimestralmente.

I corrispettivi registrati nel registro in questione risultano al lordo dell’Iva, pertanto, per calcolare l’importo a debito, si dovrà effettuare uno scor-poro dell’imposta dai corrispettivi registrati. Da tale importo a debito dovrà essere detratta la cosiddetta Iva a credito, ossia l’imposta risultan-te dalle fatture di acquisto che sono pervenute in possesso del contribuen-te prima del termine di effettuazione della liquidazione.Dalla liquidazione periodica può scaturire una posizione complessIva a debito, a credito o a pareggio, a seconda che l’importo risultante quale Iva a debito sia maggiore, minore o uguale dell’importo Iva a credito.Nel caso di posizione a credito, la differenza potrà essere utilizzata per compensare l’Iva a debito dei succes-sivi periodi (“compensazione verti-

cale”), oppure se il credito formatosi in uno dei tre trimestri è superiore a 2.582,28 euro, si potrà richiedere il rimborso o la compensazione con altri tributi (“compensazione orizzontale”). Se l’Iva a debito è pari a quella a credito, invece, non vi sarà nessun obbligo in capo al soggetto passivo, se non quella di mantenere la relatIva documentazione.Se la liquidazione genera un debito, il contribuente dovrà versare l’intero importo, senza possibilità di rateiz-zazione dello stesso, entro il termine previsto per la liquidazione periodica stessa. I versamenti saranno realizzati tramite modello F24 telematico. In ogni caso nessun versamento è dovu-to se il debito risultante è inferiore a 25,82 euro: in questo caso tale importo sarà cumulato con i versamenti relati-vi ai successivi periodi di imposta.

STUDI DI SETTORE

NEWS DAL MERCATO

La Commissione Tributaria Provinciale di Bari, con sentenza n. 71/01/2010 depositata in segreteria il 7 aprile scorso, stabilisce che una lieve incongruenza tra ricavi dichiarati e ricavi desumibili dagli studi di settore non può giustificare la rettifica del reddito del contribuente. In tal caso, quindi, il comportamento dell’Agenzia delle Entrate che ridetermina il reddito è da considerare illegittimo.

Dal 15 aprile scorso è attivo il cosiddetto “decreto incentivi”, un’agevolazione prevista per i cittadini e le imprese per l’acquisto di una serie di prodotti innovativi e a risparmio energetico. L'incentivo scatterà a richiesta (al rivenditore) e per tutto il 2010, fino a esaurimento delle risorse stanziate.

DECRETO INCENTIVI

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La Natura ha ispirato una lunga serie di prodotti di utilizzo quotidiano. Diversamente dai prodotti costruiti dall’uomo che vengono sottoposti ai tradizionali test clinici, le tecnologie proprie della natura sono state testate e si sono sviluppate nel corso di centinaia di milioni di anni. La bioispirazione è una disciplina che studia e apprende le migliori idee della natura per creare prodotti e tecnologie innovative. Il design bioispirato, conosciuto talvolta come biomimetica o bioimitazione,1 ha varie applicazioni nei prodotti di uso quotidiano. Vediamone alcune.

Piantare un semeNel 1948, il chimico svizzero George de Mestral osservò il meccanismo grazie al quale le lappole si attaccavano al pelo del suo cane nelle passeggiate quotidiane sulle Alpi nel periodo estivo. Il velcro imita proprio questo sistema a “uncino e ansa” del seme della lappola, e così riesce ad attaccarsi

fermamente ad altre superfici. Il suo nome deriva dalle parole francesi “velluto” (velour) e “uncino” (crochet).

Analogie con gli animaliIl geco ha nell’estremità delle sue zampe 2 miliardi di filamenti per cm2 che terminano in una struttura a spatola in grado di aderire a livello molecolare alle superfici: questo gli consente movimenti rapidi su piani verticali con una velocità di un metro al secondo.

Attualmente è in fase di sviluppo un nastro ispirato a questo meccanismo del geco, al fine di migliorare gli attuali prodotti adesivi, consentendone il rapido attacco e distacco per prestazioni ottimali con una durata di diversi mesi di uso costante.

Luce e coloreLe farfalle Morpho presentano un colore blu iridescente grazie alla particolare stratificazione delle particelle che coprono le lamelle sulle loro ali. Ciò aumenta la visibilità angolare delle farfalle.2 L’azienda cosmetica L’Oreal ha utilizzato materiali sintetici per imitare questo particolare fenomeno naturale della farfalla Morpho nella creazione di una colorazione brillante di ombretto per gli occhi, rinnovando così l’estetica dei propri prodotti cosmetici con una tecnologia ispirata dalla natura.

Tutti parlano di ...bioispirazione

Bibliografia1 Biomimica, disponibile sul sito HYPERLINK "http://www.wikipedia.org/wiki/biomimicry. Accesso effettuato l'8" www.wikipedia.org/wiki/biomimicry. Accesso effettuato l’8 marzo 2010.2 Vukusic P, Sablmes JR, Lawrence CR and Wootton RJ. Quantified interference and diffraction in single Morpho butterfly scales. Proc Roy Soc Lond B 1999;266:1403-11.3 Bioinspiration and Biomimetics, disponibile sul sito www.iop.org.EJ/juiral/bioinsp. Accesso effettuato l’8 marzo 2010.4 Benys J., Biomimicry-Inspired by Nature, 2002.

Bioispirazione nel vision careLa Natura può essere un ottimo punto di partenza per rispondere a problematiche tecnico- scientifiche3, e uno dei vantaggi percepiti dei prodotti bioispirati è che lavorano in armonia con la natura anziché danneggiarla o dominarla4. Le tecnologie bioispirate che lavorano in armonia con l’occhio possono rappresentare il futuro per la correzione della visione? Le tecnologie bioispirate sono infatti già state introdotte in oftalmologia. La Crystalens®, una lente intraoculare, si ispira proprio all’occhio imitandone il cristallino.

Nel settore delle lenti a contatto i ricercatori stanno già applicando questo modo di pensare bioispirato allo sviluppo di materiali per la superficie delle lenti e di gocce per gli occhi che tendono a imitare la naturale fisiologia dell’occhio. Man mano che gli specialisti apprendono nuove nozioni sul funzionamento dell’occhio, il numero di tecnologie bio-ispirate nel settore della contattologia aumenterà sempre più.

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Anche una montatura ha una storia da raccontare fatta di studi, di ricerca, di passione. Tocca a voi narrarla con garbo, con discrezione, con classe. In una parola con il vostro

“savoir-faire”, che oggi si traduce in un ritorno ai valori reali, semplici, senza scalpore e senza luci abbaglianti

urante i miei pas-seggi di ricerca e di conoscen-

za ho la fortuna d’esplorare paesi diversi dall’Italia e campi diversi dall’ottica, ampliando l’orizzonte, incontrando spunti e linee d’idea con le quali “contaminare” in modo fertile il nostro settore. Ho avuto modo di assistere ad alcuni incontri nel mondo della moda, dell’haute couture, e ad altri riguardanti il design durante set-timana del salone del mobile a Milano, di recente svolgimento. Un dato comune a entrambi gli eventi, mi ha molto sorpresa positivamente. Sottovoce e inesorabile, la comunicazione ha spostato l’obiettivo: dall’apparenza lussuosa delle immagini di testimonial famosi (modelle, super-star, attori e calciatori, ecc.) all’evidenza didascalica del laboratorio artigiano. Le immagini proposte, i filmati, i discorsi di presentazione erano focalizzati sulla capacità di fare, di scegliere, di creare. Il nome non è più sufficiente a giustificare il valore aggiunto, il nome famoso non sostiene più un prodotto debole. Quando

il prodotto è debole, non può più appog-giarsi a un nome che renda lecita una bassa qualità. Al contrario, il valore del nome dovrebbe essere mutuato da una migliore professionalità, da una ricerca più approfondita sui materiali migliori e sulle tecnologie di realizzazione più ge-niali. La catena di creazione del valore di un oggetto (un abito, una borsa, una sedia, una lam-pada, un occhiale) è molto più lunga e deve dimostrare di sapersi giovare di mestie-ri antichi, re-interpretati in chiave contemporanea, con livelli d’eccellenza (la famo-sa “eccellitudine” come la chiamava Carlo Emilio Gadda). Un abito da sfilata richiede circa 300 diverse ope-razioni sartoriali, una camicia su misura esige ore di lavoro manuale, un divano importante presuppone l’intervento lungo e sapiente di maestri ebanisti e tappezzieri artigiani: un occhiale fatto come si deve ha bisogno della consulen-za nel design di ottici optometristi che sappiano valutare la migliore funzione di strumento per vedere, di maestri ottici

per valutare l’ergonomia e la calzata comode, di artigiani specializzati che sappiano elaborare la materia in modo che l’oggetto “occhiale” resti stabile nel tempo, mantenendo l’utilità necessaria alla funzione richiesta. Si enuncia come valore l’attenzione alle necessità del “portatore”, del cliente, dei consumatori:

non c’è più la tentazione al “famolo strano”, sono apprezzati prodotti da usare tutti i giorni, per la praticità, per l’affidabilità, per valori stabili e concreti, non effime-ri e apparenti. Tanto il salo-ne del mobile che le sfilate di moda hanno concentrata

l’attenzione sulla ricerca dei materiali e delle soluzioni, facendo notare l’intelli-genza e il comfort. Sono idee che riflet-tono pari pari ciò che sta avvenendo nel nostro mondo dell’ottica, dove si afferma sempre più l’esigenza di argomentare tecnologia e ricerca per soluzioni valide ed efficaci. Il design ritorna basico, le misure ritornano alle proporzioni formali necessarie al corpo umano. S’impone un nuovo minimal, che non ha nulla

METTETE LE ALI AGLI OCCHIALI

D

di Luisa Redaellidirezione comunicazione Vega

MEDITAZIONI

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a che vedere con l’impoverimento ma prosegue piuttosto la ricerca di materiali e finiture, di elaborazione artigianale, di esperienza e tradizione specialistiche. In un tempo storico-sociale così spesso depauperato di contenuto, con filoni di banalità e volgarità dilaganti, ritorniamo a far sentire la voce della manodopera d’eccellenza, capace ed esperta. Quanto valore, quanta bellezza hanno le antiche capacità: ebanisti, maestri vetrai, orolo-giai, sarti, liutai. Artigiani dell’occhiale. Ottici che sono professionali nella veri-fica dell’efficienza visiva, nella prepa-razione dell’occhiale, nell’accoglienza del cliente, nella proposta dell’occhiale più adatto. C’è un’enorme ed evidente differenza fra un occhiale realizzato da specialisti e un occhiale prodotto in mas-sa solo per le grandi quantità di mercato. L’ottico esigente capisce bene queste cose e torna la voglia di argomentare, di raccontare, di coinvolgere il cliente in una serie di informazioni specialistiche.

Spesso le persone non si avvicinano a certi prodotti semplicemente perché non li conoscono: ecco che è super-importante informare, fare educazione, far scoprire e conoscere. Questa è la dif-ferenza per la tradizione del savoir-faire, che si crea in lunghi periodi di pratica, e l’improvvisazione produttiva mirata solo al guadagno mordi e fuggi. Certo che un oggetto, anche un occhiale, realizzato da chi ancora studia, ricerca, fa prototipi, mola, fresa, produce gli utensili adatti, e segue tutto il processo produttivo, porta in sé e trasmette una forza irraggiun-gibile, ineguagliabile. Una nota casa automobilistica tedesca ha nell’organi-co ben 9000 tecnici ingegneri: quanto valore aggiunto alla ricerca! Stiamo nel mondo contemporaneo come protagoni-sti attivi, cerchiamo di portare qualche passo avanti la nostra professione. Non adeguiamoci solo al banale massificato “quest’occhiale me lo chiedono tutti”: certo, nessuno gli ha mai raccontato che

esiste altro, filtri solari migliori, maggio-re leggerezza, altri concetti. Provate a raccontare, a proporre, a divulgare alti valori, vedrete che le persone si interesse-ranno e soprattutto si ricorderanno di voi. “Quest’occhiale non va”: certo, non ha le ali. Vi ricordate di toglierlo dal cassetto, di presentarlo con ammira-zione, vi ricordate che l’avete preso per un motivo ben preciso? Trasmettete la vostra personalità: la gente non viene da Voi perché avete “le griffe”, viene da voi perché vi riconosce diversi, perché nel vostro negozio c’è un’atmosfera unica, diversa, che non troveranno mai altrove. Viene da voi a far l’occhiale perché si fida di voi, riconosce in voi uno stile e una professionalità interessanti. Portate voi stessi e la vostra filosofia di vita nella vostra attività, con il coraggio di affermare che i tempi cambiano, le mode evolvono, i valori che le persone cercano sono indirizzati al riconoscimento della professionalità. Noi ci siamo e voi?

LE STELLEAdonis, “Nella pietra e nel vento”, Mesogea 1999 (trad. a cura di Francesca Corrao)

Cammino e dietro camminano le stelle verso il domani delle stelle l’enigma, la morte, quel che fiorisce e la fatica sfinisce i passi fanno sangue di me esangue

sono cammino non iniziato non vi è giacimento a vista – cammino verso me stesso quel che verrà a me stesso cammino e dietro camminano le stelle.

Adonis, (nato nel 1930 in Siria) poeta siriano- libanese, critico letterario, traduttore e redattore, una figura di grande influenza nella poesia e letteratura araba contemporanea. Nel suo lavoro Adonis fonde una profonda conoscenza della poesia classica araba ed espressione rivoluzionaria, moderna. In Italia gli è stato assegnato nel 1999 il Premio Nonino per la poesia. È più volte stato candidato al premio Nobel per la letteratura.

MEDITAZIONI

La natura è regolata da una sequenza numerica presente in ogni elemento, a ogni scala, a ogni proporzione. La sequenza di Fibonacci dimostra che le proporzioni del corpo umano sono le stesse presenti in ogni elemento naturale, vegetale o animale. Un'opera d'arte o semplicemente un oggetto ben fatto (anche una montatura, quindi) introducono queste proporzioni e risultano così adatte alla percezione e alla comodità del nostro corpo.Leonardo Fibonacci detto Leonardo da Pisa (Pisa, 1170 – Pisa, 1250) fu un matematico italiano, che riprese e interpretò la famosa "sequenza aurea".

Chameleon Tail - Fibonacci Pattern

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Tecnologia giapponese per una vista migliore

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È operativa l’offerta della nuova realtà di lenti oftalmiche, nata dalla fusione delle due società milanesi

Il connubio tra Galileo e Atr Mec rappresenta un elemento strategico per

quanto riguarda lo sviluppo aziendale. La nuova realtà societaria, infatti, ha unito il know-how e le rispettive compe-tenze, punti di forza che permetteranno al brand Galileo di ampliare e otti-mizzare la gamma di servizi destinati all’ottico optometrista e di fornire robusti strumenti di marketing per comunicare efficacemente anche verso il consuma-tore. I primi effetti della fusione in corso tra le due aziende sono già visibili nel nuovo catalogo lenti che presenta un consistente arricchimento di gamma e

di offerta.«Il nuovo listino è oggi uno dei più com-pleti sul mercato italiano e offre all’ottico un’ampia scelta: da una parte il cliente Galileo potrà trovare un prodotto sicuro, certo e stabile nel tempo, mentre il cliente Atr Mec continuerà ad avva-lersi di tutte le peculiarità del prodotto acquistato fino a oggi, ma con in più i vantaggi di un brand forte», spiega Andrea Ravizza, product manager del nuovo polo, presentato ufficialmente agli operatori del settore all’ultimo Mido da Paolo Fonelli, diretttore generale di Galileo, e Laurent Schmitt, presidente di BBGR. Il nuovo catalogo lenti diventa,

quindi, un compendio fondamentale anche nella relazione tra professionista e cliente finale. Ha l’obiettivo di soste-nere il lavoro del personale di vendita e consulenza per arrivare in modo rapido ed esaustivo a identificare la soluzione ideale tra le molte a disposizione. Per questi motivi, il nuovo listino Galileo è fruibile e funzionale. È stato, infatti, scelto un raccoglitore ad anelli di ampio formato con un pratico sistema di rubri-catura a lato che facilita una consulta-zione agile e veloce. «Di fatto i prodotti presenti nel catalogo sono quelli storici di Atr Mec, rinnovati tuttavia nei nomi, che riprendono quelli tradizionalmen-

GALILEO-ATR MEC, UN NUOVO CATALOGO PER GLI OTTICI ITALIANI

di Francesca Tirozzi

I

LENTI OFTALMICHE

Da sinistra, Paolo Fonelli, direttore generale Galileo, e Laurent Schmitt, presidente BBGR

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te in portafoglio a Galileo – aggiunge Ravizza – L’obiettivo è sviluppare una sinergia tra il know how della prima e la forte identità della seconda». Il trade potrà quindi fare af-fidamento sull’espe-rienza, lo stile e la qualità dei prodotti della nuova Galileo che si fregia di un ulteriore elemento distintivo: un laboratorio di prescrizione capace di una produzione tra le più elevate sul mercato, frutto di importanti investi-menti in tecnologie produttive free form e dotato dei più moderni macchinari per realizzare localmente e con un alto tasso qualitativo, design personalizzati insieme a trattamenti antiriflesso. Una Galileo, quindi, sempre più flessibile,

agile, comunica-tiva e vicina alle esigenze degli ottici optometristi italiani. Sono, infatti, 110 gli addetti diretti della nuova società frutto dell’unione tra Galileo e Atr

Mec, che salgono a 150 con le filiali. Al momento l’attività è concentrata nell’unità produttiva di Settimo Milane-se, mentre è in corso di ristrutturazione quello di Sesto San Giovanni, che sarà operativo subito dopo l’estate. «I centri ottici clienti sono circa 2.500, l’obiettivo è incrementarli grazie anche agli investi-menti decisi da Essilor International, in particolare nella tecnologia free form – afferma ancora Ravizza – Di fatto siamo l’unica società su cui la capogruppo ha deciso di investire».

LENTI OFTALMICHE

Il nuovo listino Galileo fruibile e funzionale grazie al pratico raccoglitore ad anelli e al sistema di rubricatura

Un altro intervento di Paolo Fonelli al "vernissage" della nuova società durante lo scorso Mido

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Nonostante si sia pensato che la contattologia potesse percorrere una strada legata più a una standardizzazione di massa, si sta assistendo a un crescente interesse verso

la personalizzazione del prodotto lente a contatto

RGP NEL POST-LASIK

LENTI A CONTATTO

individualità dell’ausilio nasce sia da esigenze anatomico-funzionali più o meno complesse, sia dal desiderio

di affinare il consenso da parte del por-tatore. Le tecnologie produttive, materiali performanti, migliorate e approfondite apparecchiature diagnostiche, nonché interessanti protocolli applicativi consen-tono oggi al contattologo di vivere nuove ed entusiasmanti esperienze nell’ap-proccio teorico-pratico relativo alla materia, perseguendo risultati estrema-mente galvanizzanti. In questo contesto si inseriscono senza ombra di dubbio anche applicazioni di casi estremamente

L'

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particolari come nel cheratocono, nella degenerazione marginale pellucida, nei post trapianto e nella gestione dei residui miopici post-Lasik. È proprio quest’ultimo campo a rendere la contat-tologia specialistica impegnativa ma di soddisfazione per il professionista, oltre che rappresentare un’azione estrema-mente importante nel sociale. I soggetti che si sono sottoposti a un trattamento chirurgico della miopia a cui un residuo non compensato totalmente può arrecare disagio visivo, divengono elemento di particolare sfida anche per il contat-tologo esperto. L’aspetto oblato che ha assunto la cornea dopo l’intervento im-pone un’analisi nella ricerca del miglior “contour” di una lente a contatto, ancora più elaborata e complessa rispetto ad un approccio applicativo tradizionale. La stima della forma “ideale” deve passare sempre e comunque da un elemento determinante e cioè che l’applicazione di una lente a contatto è simile a un atto “sartoriale” dove, per vestire la cornea, ci vuole l’abito più adatto, comodo e che non faccia difetto alcuno. Pur essendo possibile l’impiego di lenti morbide nella gestione di un’applicazione post-Lasik, il “challenge” migliore per un contatto-logo, soprattutto in ambito correttivo, è rappresentato dalle lenti RGP. Le regole da rispettare, come del resto per i canoni

classici in ambito rigido, sono 3:• La zona ottica deve essere stretta a sufficienza sull’apice corneale per creare una clearance fluoresceinica appena percepibile; un eventuale eccessivo con-tatto potrebbe provocare decentramento e instabilità.• La semi-periferia, area esterna alla zona ottica nei settori distanti dai 3 ai

4 mm dal centro della cornea, deve poter prevedere un contatto, solitamente lungo la linea ore 3-9 che funge da area “portante”.• Nella verticale la lente deve potersi muovere attraverso una dinamica fluida, mai eccessiva, tanto meno assente.Detto questo, nel post Lasik sarà neces-sario, proprio per la particolare con-

LENTI A CONTATTO

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formazione che la cornea ha assunto, affrontare l’allineamento di una lente a contatto con la nuova “shape” mediante impiego di lenti a geometria inversa. Esistono protocolli derivati dall’orto-cheratologia, che prevedono l’impiego di lenti similari a quelle destinate ai trattamenti notturni ormai noti, oppure geometrie “custom made” in seno a de-sign direttamente scaturiti da una pro-gettazione virtuale. Quest’ultima pratica richiede una particolare perizia nell’uso delle varie funzioni del topografo ma può offrire una maggior soddisfazione professionale poiché permette una per-sonalizzazione completa delle lenti. Il re-port case che di seguito viene pubblica-to mostra proprio la filosofia applicativa impiegata in un trattamento post-Lasik per una miopia di 5 diottrie a cui resi-dua sia una componente sia sferica che astigmatica. L’approccio è stato quello di esaminare l’estensione dell’area trattata in base alla quale regolare la dimen-sione della zona ottica; la curva base è stata scelta per potersi uniformare in parallelo con l’ablazione e lasciare una clearance di circa 20-25 microns. Ap-pena al di fuori dell’area trattata, inizia la necessità di creare un’inversione che in simulazione fluoroscopica virtuale prenda corpo sulla linea mediana del ginocchio di cambio di pendenza e con una curvatura che possa favorire il ritorno al piano corneale periferico. Le successive curve di svincolo avranno la funzione di creare i punti portanti di appoggio su cui stabilizzare la lente e, successivamente, iniziare un lift per il ricambio lacrimale. Il risultato è una lente assolutamente performante sotto il profilo della compensazione ottica e particolarmente confortevole per il portatore soprattutto, grazie all’impiego di polimeri a elevato Dk, con un rispetto della fisiologia corneale.

LENTI A CONTATTO

Step 1Simulazione

virtuale per la determinazione

della curva base e della zona

ottica in relazione alla dimensione

dell’area di cornea trattata.

Progettazione

Step 2 Inserimento

1^ inversione per iniziare

l’avvicinamento della curva base verso la periferia

corneale.

Step 3 Lieve apertura per introdurre

alla successiva inversione periferica.

Step 4 Inversione più

spinta per ridurre un eventuale eccessivo lift.

Step 5 Flangia estrema

per edge lift.

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Nel caso di alcune lenti a contatto daily disposable, le sostanze condizionanti vengono aggiunte alla soluzione di confezionamento. Questi ingredienti aiutano a mantenere le lenti idratate al momento dell’applicazione e per tutto il tempo di utilizzo. Con le lenti riutilizzabili (non disposable), la soluzione unica impiegata come conservante / disinfettante durante la notte può anche fungere da veicolo per trasferire sulla superficie della lente le sostanze che migliorano il comfort d’uso tramite il loro adsorbimento *.Le soluzioni per la manutenzione delle lenti e le lacrime artificiali attualmente disponibili contengono diversi agenti tra cui polisaccaridi complessi come l’idrossipropilmetilcellulosa.La misura con cui questi agenti ricoprono la superficie della lente e vengono poi rilasciati è influenzata dalle interazioni chimiche tra l’agente condizionante e il polimero della lente.È stata testata una nuova soluzione unica B+L per valutare sia l’adsorbimento del polisaccaride acido ialuronico (HA) usato come agente condizionante sulla superficie di diversi polimeri per lenti a contatto, che la velocità di rilascio dalla lente dopo 20 ore1.

Tabella 1: Quantità di Polisaccaride Adsorbito dalle Lenti

Tipo Lente a Contatto

Polisaccaride (μg / l) +/- DS

polymacon 15.09 1.49

etafilcon A 24.85 1.47

lotrafilcon A 39.83 1.05

lotrafilcon B 37.03 3.21

galyfilcon A 20.53 2.49

senofilcon A 19.71 2.03

comfilcon A 21.54 0.73

La struttura chimica di questo polisaccaride gli conferisce una capacità eccezionale di legare molecole d’acqua ed anche una proprietà viscoelastica: quindi è l’ideale come condizionante per lenti a contatto. La Tabella 1 evidenzia l’ammontare di HA adsorbito da vari polimeri di lenti a contatto. Tutte le lenti testate adsorbivano le molecole di HA.La Figura 1 mostra il rilascio del polisaccaride dalle lenti in silicone hydrogel, mentre la Figura 2 ne mostra il rilascio dai polimeri hydrogel tradizionali. La valutazione del rilascio è stata realizzata lasciando le lenti immerse per una notte nella nuova soluzione unica testata, e risciacquandole

poi successivamente con soluzione salina alla stessa velocità del film lacrimale per un periodo di 20 ore. La quantità di HA adsorbita dalle lenti è stata valutata per differenza tra la concentrazione prima e dopo il risciacquo. Questo test dimostra che il polisaccaride impiegato nella nuova soluzione unica B+L viene adsorbito sia dai polimeri silicone hydrogel che dagli hydrogel tradizionali. La velocità di rilascio è stata testata in tutti i polimeri per un periodo di almeno 20 ore. La ritenzione (adsorbimento) del polisaccaride impiegato come agente condizionante si può spiegare con la sua capacità chimica di attirare molecole d’acqua e di essere attratto dalla superficie hydrogel delle lenti.

Acido Ialuronico (HA)È una molecola naturale che fa parte del corpo umano. Mediamente una persona con un peso corporeo di 70 kg. ha all’interno del suo organismo circa 15 gr. di HA, di cui 5 gr. vengono consumati e ripristinati ogni giorno. L’HA si trova nella pelle dove si pensa giocare un ruolo vitale nei processi complessi di guarigione delle ferite. Svolge anche un ruolo importante nel fluido sinoviale delle articolazioni incrementandone la viscosità e favorendo così la lubrificazione.Nell’occhio l’HA è normalmente presente nel vitreo. Il primo prodotto biomedico a base di HA a fare da pioniere è stato lo Healon negli anni ‘70, che fu poi approvato nel 1980 dall’FDA nella chirurgia oftalmica. Si stima che oltre 250 milioni di pazienti abbia beneficiato di questa utile applicazione chirurgica. Altri brand a base di HA sono approvati ed impiegati durante interventi chirurgici per cornea, glaucoma e distacco di retina.

La gestione del comfort è senza dubbio una strategia eccellente per ottimizzare nel tempo l’utilizzo delle lenti a contatto. Il discomfort è citato come uno dei motivi più frequenti di abbandono delle lenti, e i costruttori sono sempre alla ricerca di sistemi in grado di massimizzare questo aspetto determinante per il successo nell’uso delle lenti a contatto. L’impiego di sostanze che aumentano il comfort può portare benefici come il miglioramento della bagnabilità di superficie e l’idratazione delle lenti.

Adsorbimento* e Rilascio Controllato di un Polisaccaride come Agente Condizionante da parte delle Lenti a Contatto Morbide Catherine A Scheuer; Senior Research Scientist, Bausch + Lomb, Rochester. NY.

Figura 1: Rilascio di Polisaccaride da lenti Silicone Hydrogel

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te

[Asse X] Tempo (ore)

Figura 2: Rilascio di Polisaccaride da lenti Hydrogel Tradizionali

Bibliografia(15g per 70kg person - recycled 5g per day) Eur J Cell Biol. 2004 Aug;83(7):317-25. Hyaluronan catabolism: a new metabolic pathway.1. Scheuer,C.A.,Fridman,K.M.,Barniak,V.L.,Burke,S.E.,Venkatesh,S,. Poster presented at American Academy of Optometry, Florida Nov. 2009.(*) Adsorbimento (nota del traduttore): una molecola, un atomo oppure uno ione interagiscono con una superficie legandovisi grazie ad un meccanismo di natura chimico-fisica.

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[Asse X] Tempo (ore)

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1. JJVC data on file 2008&2010. - 2. JJVC data on file 2008. - 3. Mc Ilraith R, Young G, Hunt C. Toric lens orientation and visual acuity in non-standard conditions. CLAE 2009 Epub ahead of print. - 4. Chamberlain P. Morgan P. Maldonado-Codina & Moody K. A vision chart to quantify disturbances in acuity during wear of toric contact lenses. Optom Vis Sci 2008; E-abstract 85079 5.Zikos G.Kang S.Ciuffeda K et al Rotational stability of toric Soft Contact Lenses During Natural Viewing Conditions. Optom Vis 2007; 84(11); 1039-1045

ACUVUE®, 1•DAY ACUVUE® MOIST® sono marchi registrati della Johnson&Johnson Vision Care ©JJVC 2010 . Johnson&Johnson Vision Care è una divisione della Johnson&Johnson Medical S.p.a.

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In un battito di palpebrepossono accaderecose meravigliose...

Oggi con 1•DAY ACUVUE® MOIST® for ASTIGMATISM i tuoi portatori astigmatici potranno vivere ogni momento, ogni giorno 1.

Il Sistema di Stabilizzazione Accelerata (ASD) è stato sviluppato per riallineare le lenti ad ogni battito di palpebre del portatore2.

Le 4 zone di stabilizzazione dell’ASD sfruttano il naturale movimento delle palpebre per consentire alle lenti a contatto di essere meno soggette alla forza di gravità3.

Il suo design assicura una variazione minima dello spessore della lente sotto le palpebre, il che aiuta a mantenere una visione chiara e stabile a prescindere dal movimento degli occhi4,5.

Cose meravigliose possono accadere

quando la tecnologia ASD incontra

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