avvenire - vita 080116
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"Vita", pagina a cura del Movimento per la Vita ItalianoTRANSCRIPT
7/21/2019 Avvenire - Vita 080116
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DI C ARLO C ASINI
significativo che Madre Teresa di Cal-cutta – dichiarata, nel 1990, Presidenteonoraria dei Movimenti per la vita – sia
proclamata Santa nell’anno della Misericor-dia, quando sarà portata a compimento laseconda fase dell’iniziativa «Uno di noi».Come dimenticare il messaggio da Lei invia-to nel 1986 insieme a Chiara Lubich, da Fi-renze, in quell’anno celebrata come culla del-l’umanesimo, ai capi delle Istituzioni euro-
pee? L’Europa dalle radici cristiane sia cuore diun nuovo rinascimento: che la prima pietra del-l’edificio della pace sia il rispetto della vita uma-na, specie quella nascente, sofferente e morente.Madre Teresa ripeteva sempre: Quel piccolobambino non ancora nato è stato creato per u-na grande cosa: amare ed essere amato. Lei, chedi povertà se ne intendeva più di ogni al-tro, perché percorreva tutte le periferie delmondo per incontravi i poveri, ripeteva cheil concepito è il più povero tra i poveri . Pur te-nera verso le madri, ella ha sempre usato pa-role durissime per condannare l’aborto. Ilprincipio che mette in pericolo la pace nel mon-do, disse da fronte a tutti i potenti d el mon-do nel ricevere il premio Nobel per la pa-ce. Anche dinanzi all’assemblea dell’Onuil 20 ottobre 1985 ripeté lo stesso concet-to. Eppure tutti la applaudivano. Ricevettemolti premi oltre al Nobel e 10 universitàle conferirono lauree honoris causa. Perché
la congiura contro la vita non vuole mai sen-tire parlare dell’embrione come di un bam-bino? Perché Madre Teresa per tutto ciò chefaceva e per come viveva era assolutamen-te credibile quando ripeteva che il bambinonon ancora nato è il più povero tra i poveri edunque ha bisogno di mani particolar-mente misericordiose che lo accolgano.Il Samaritano che camminava verso Gerico hacompiuto il primo atto di misericordia fer-mandosi a guardare il viandante aggredito e
ferito. Lo ha riconosciuto come «prossimo»e conseguentemente lo ha salvato. Ricono-scere e condividere: questo è il messaggio checi lascia Madre Teresa.Non basta soffermarsi a guardare. In mol-te città – come a Firenze il 13 maggio 1981,nel giorno stesso dell’attentato a Giovan-ni Paolo II – concludeva i suoi discorsichiedendo un impegno: promettiamoci che– quasi come offerta a Dio per la salvezza delPapa – nessuna donna possa dire di essere sta-ta costretta ad abortire.Madre Teresa ha testimoniato che il concepitoè uno di noi, il più povero tra i poveri; ne hainvocato il riconoscimento alle Istituzioni delmondo, in particolare quelle europee.Mi piace pensare che la seconda fase dell’i-niziativa «Uno di noi» sia messa sotto la pro-tezione della nuova Santa. Che alla testimo-nianza di colei che si intendeva di povertà (ilpiù povero tra i poveri è uno di noi) si ag-
giungano le testimonianze di coloro che si in-tendono di scienza e biologia («è un indivi-duo vivente appartenente alla specie uma-na»), dei giuristi (il principio di eguaglianzaesige che il concepito sia qualificato come u-no di noi), dei politici (è doveroso porre alcentro del rinnovamento civile, quale pimapietra, il riconoscimento della uguale dignitàdi ogni essere umano, quindi anche del con-cepito qualificandolo come «uno di noi».Nell’anno giubilare il Movimento per la vitadovrà ricordare particolarmente Madre Tere-sa, con incontri di riflessione sul suo inse-gnamento, rafforzando ed estendendo l’a-zione dei Centri di aiuto alla vita a serviziodelle madri e del bambino ed anche dedi-cando tutte le loro energie affinché le testi-monianze di tutti coloro che se ne intendo-no, a cominciare da quella di Madre Teresa,siano ascoltate dalle Istituzioni Europee.
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È
Il nascituro fa capolino
nella legge di stabilità Nell’attesa del decreto del Ministero del Lavoroi volontari dei Centri di aiuto alla vita
sono invitati a valorizzare la nuova norma
DIGIUSEPPE A NZANI
uanti auguri ci siamo scambiati in queste festepassate, buon Natale, buon Anno, un po’ di gioianuova, un po’ di nuova vita. Loro no, loro sembranoavere in testa un pensiero fisso, un’idea di morte; e lachiamano «buona morte». Quante voci d’aiuto e di so-lidarietà ci hanno raggiunto nei giorni che precedevanole feste, quando tante associazioni di volontariato so-ciale chiedevano qualche soldo in soccorso di tantesventure umane, povertà, malattie, disagi, calamità, di-sabilità; un aiuto alla vita, in ogni situazione di sten-to che invoca vicinanza e sostegno. Loro no: oppuresì, anche loro hanno chiesto di raccogliere soldi, maper aiutare la morte, il suicidio; per pagare il viaggioa quelli che vanno in Svizzera per farsi morire. Un viag-gio simbolo l’hanno già pagato; una morte simbolo,decisa da una donna militante di quella stessa area,malata di tumore, ha già celebrato il suo rito.In Italia l’aiuto al suicidio è punito con la reclusioneda cinque a dodici anni; in Svizzera è pure proibito (art.115 cod. pen.) ma solo se fatto «per motivi egoistici».Così nei luoghi dove lo si pratica – dicono – «per al-
truismo» – la legge non in-terviene. Una breccia dimorte aperta al turismosuicida (pagante: fino a12mila euro per morto).Il viaggio, pagato dai radi-cali per implicarsi nella vi-cenda, è ora sventolato co-me una bandiera di disob-bedienza civile, provocato-
ria fino al punto da invo-care un processo a guisa disfida, per collocarsi in unmartirologio con la vestedei perseguitati. È la solita
manovra che intreccia legalismo e illegalità. Ma l’o-biettivo di fondo è quello di portare nel diritto italia-no l’eutanasia, come senza più veli dice la proposta dilegge di iniziativa popolare depositata dai radicali nelsettembre 2003; l’art. 3 parla proprio di «suicidio as-sistito e eutanasia» (in caso di malattia terminale, op-pure grave, gravemente invalidante e irreversibile) co-me «diritto di scegliere le modalità della propria mor-te e di chiedere l’assistenza di un medico per porre ter-mine alla propria esistenza».Altri testi pendenti in Parlamento ammiccano anch’essial suicidio. E un gruppo di parlamentari ne va chie-dendo a breve la fissazione d’esame nel calenda rio deilavori. Viene da pensare ad una linea d’ombra dove ilpensiero della morte si trucca in gesto libertario, e tra-veste in simulata vittoria la distruzione del corpo. Cre-de la vita una stagione biologica; non sa più che ap-partiene alla definitività dell’essere. Rinnega questo es-senziale umanesimo, che tiene dentro di sé la gratitu-dine, la speranza, la dignità e il conforto, l’empatia eil sostegno, e il senso del morire «umanamente», apertoverso la soglia dell’Oltre. Un papiro egizio di oltre 4mi-la anni,Dialogo di un suicida con la propria anima , po-trebbe farci pensare. Ma forse, alcuni fra noi non san-no più neppure che cosa sia, in ultimo, la Morte; lascambiano per la Fine.
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Q
DI ELISABETTA PITTINO
ournée de l’enfant à naître», «Giorna-ta del bambino na-
scituro», il 24 gennaio2016: si legge sul sito del-la Marcia per la vita di Pa-rigi, e in evidenza «Statodi emergenza» e ancora«La marcia per la vita èstata annullata, ma la vi-ta del nascituro continuaad essere minacciata»,perché, in Francia, sono600 gli aborti al giorno.Choisir la Vie «intenderimanere fedele allapromessa fatta di fare
del 24 gennaio 2016 laGiornata Internaziona-le del nascituro».Cosciente del fatto cheanche il nascituro si trovain un vero e proprio «sta-to di emergenza» per leminacce che lo circonda-no Choisir la Vie indi-cherà, il prima possibile,le alternative alla Marciae le azioni che intendepromuovere per prose-guire la sua battaglia proLife. Per domenica 24 i
volontari sono invitati atapezzare Parigi con ma-nifesti che ricordino co-me l’aborto procurato sia
un’emergenza. Le delega-zioni estere che andran-no comunque a Parigi sitroveranno in un incon-tro informale sabato 23gennaio; l’incontro sosti-tuirà l’ufficiale meeting internazionale delle asso-ciazioni pro Life.Il prossimo appunta-mento a Parigi sarà il 12marzo per lo «One of UsEuropean Forum» con unricco programma di con-ferenze, concerti, stand,l’Appello degli esperti e ilpremio europeo «One of Us per la vita».
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J«DI M ARCO A LIMENTI
l mese di gennaio è da sempre un me-se frenetico per i volontari del Mpv perché si svolgono i preparativi della
Giornata per la Vita. Pur essendo un’as-sociazione aconfessionale il Mpv ap-profitta di questa giornata ecclesiale per cercare di sensibilizzare sul tema della vita e per present are le diverse attivitàche vengono svolte. A questo ritmo fre-netico si aggiunge la preoccupazione per l’inizio del dibattito in Senato sul ddl Ci-rinnà, autentico cavallo di Troia per la le-galizzazione dell’utero in affitto.In questo clima di scontro culturale si svol-gerà il 7 febbraio la XXXVIII Giornata per la Vita. In molte piazze, chiese e luoghipubblici i volontari dei Cav e dei Mpv pro-
porranno: primule per poter finanziare deiprogetti Gemma o per sostenere l’attivitàdelle realtà locali. A Firenze il Mpv fio-rentino e la diocesi di Firenze, anche que-st’anno hanno organizzato un incontrocon i liceali al teatro Odeon, durante ilquale ci sarà anche una testimonianza del-l’associazione Giovanni XXIII. Non si puòdimenticare anche la presenza di nostri volontari fuori, dagli ospedali per regala-re un fiore alle mamme che tornano a ca-sa dopo il parto. Accanto a questi gesticoncreti di affetto e di presenza sul terri-torio, non si deve dimenticare la promo-zione culturale della vita umana con ilmessaggio della Cei. Il 7 febbraio sarà an-che l’occasione per iniziare la seconda fa-se della petizione europea: «Uno di Noi».
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I
Grazie all’approvazione diun emendamento presentatodal deputato Gian LuigiGigli, presidente del Mpv
italiano, per la prima volta illegislatore ha riconosciutoche il concepito è meritevoledi tutela da parte dello Stato
V I T A P A G I N A A C U R A D E L M O V I M E N T O P E R L A V I T A 10 Venerdì
8 Gennaio 2016
Il presidente del Movimentoper la vita: togliere dallalegge la stepchild adoptionè insufficiente. Il premier vuole intestarsi le unionicivili, ma deve renderlecompatibili con tutte le sensibilità all’interno dellamaggioranza. Inaccettabileil ricorso a voti di Sel e M5S
«Unioni civili, Renzi risolva l’equivoco politico»DI GIAN L UIGI GIGLI*
l 26 gennaio l’aula del Senato avvierà l’e-same del disegno di legge (ddl) sulle u-nioni civili tra persone omosessuali. Per e-
vitare il ricorso a magg ioranze anomale conil M5S, si sostiene che basterebbe lo stralciodell’adozione non legittimante nei confrontidel figlio naturale del partner.Ma può bastare una tale operazione per cancella-re il sospetto che lo stravolgimento de facto delconcetto di famiglia sia solo il primo passo verso
il matrimonio omosessuale (come ribadito dal re-sponsabile welfare del Pd Micaela Campana)? Neltesto, infatti, si parla dell’unione come di vita fa-miliare. Si prevede che all’unione civile si appli-chino le stesse disposizioni previste per i coniugiin tema di cognome e impedimenti, nonché in ma-teria di nullità del matrimonio. Si estendono alleunioni le disposizioni in materia di regime patri-moniale della famiglia e di alimenti, di allonta-
namento dalla residenza familiare, di scioglimentodella comunione dei beni tra coniugi, le norme vigenti in materia di diritti successori, di separa-zione e di divorzio.Soprattutto, si prevede che, come per il matrimo-nio, dall’unione civile derivino «l’obbligo reci-proco alla fedeltà, all’assistenza morale e mate-riale e alla coabitazione» e che «le disposizioni chesi riferiscono al matrimonio e le disposizioni con-tenenti le paroleconiuge, coniugi» o termini equi- valenti, ovunque ricorrono (…) si applicano an-che ad ognuna delle parti dell’unione civile tra
persone dello stesso sesso».Il provvedimento, dunque, equipara le unioni ma-trimoniali alle unioni omosessuali in tutto, ec-cetto che per l’adozione. Al resto, sulla base delprincipio di non discriminazione, penseranno ma-gistrati volenterosi, opportunamente sollecitati, ela riforma dell’istituto dell’adozione, già annun-ciata dal ministro Orlando.Perché dunque in tanti si affannano a suggerire che
la rinuncia all’adozione del figlio del partner co-stituirebbe un livello di mediazione accettabile? Alcuni credono davvero che non stiamo introdu-cendo nel nostro paese la famiglia omosessuale,ma riconoscendo diritti a un’altra «specifica for-mazione sociale», come vorrebbe la Corte Costi-tuzionale e come asserisce l’articolo 1 del ddl. Ri-ducendo la portata negativa di una legge, di cuipure accettano l’impianto generale, costoro sonoconvinti di salvarsi la coscienza e di onorare la lo-ro identità di parlamentari cattolici. Altri stanno invece utilizzando un equivoco di so-
stanza per venire a capo di un ben più grave e-quivoco politico. In tema di unioni civili, infatti,il Premier non ha saputo tenere distinto a suffi-cienza il ruolo di partito dal ruolo di governo.Per questo si cerca di far passare per un grande pas-so avanti lo stralcio della stepchild adoption, unostralcio peraltro inutile, se l’utero in affitto non di- venta un reato perseguibile internazionalmente ese si concede l’affido rinforzato a chi vi ha fatto ri-
corso all’estero. Lo stralcio dunque della stepchildadoption è una cortina fumogena in grado di ma-scherare il fatto ben più grave che nel testo unio-ni omosessuali e matrimonio costituzionale re-stano termini intercambiabili, anche dopo aver tolto il riferimento agli articoli della Costituzioneche riguardano la famiglia. Stralcio anche per to-gliere dall’imbarazzo Renzi, resosi forse conto diaver sbagliato a sostenere come premier un testoche resta non votabile per parti significative dellamaggioranza e dello stesso Pd, mentre la sua ap-provazione con una maggioranza diversa è ormai
inaccettabile, dopo averne fatta impropriamenteuna bandiera dell’azione di governo. Ad approvazione avvenuta, tutti costoro sono peròcerti che l’Italia si comporterebbe diversamentedalla Slovenia che, prima di Natale, ha abrogatocon referendum una legge simile?
*presidentedel Movimento per la vita italiano
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I Matteo Renzi
È altamente significativo che laproclamazione avvenga inconcomitanza con la seconda fasedell’iniziativa europea «Uno dinoi». Ripeteva che «il concepito èil più povero tra i poveri»
Madre Teresa, santa della Vita e della Misericordia
La Beata Madre Teresa di Calcutta
La marcia di Parigi è annullata,ma l’aborto è sempre un’emergenza
Verso la Giornata del 7 febbraioUn mese frenetico per i volontari del Mpv
I radicali scambianola Morte per la Fine
L’obiettivodi fondo èquello diportare neldiritto italiano
l’eutanasiae il suicidioassistito
DI L UCA FINOCCHIARO
enendo conto del-la presenza, all’in-terno del nucleo fa-
miliare, di donne in stato digravidanza accertata...»: nellagiungla di commi della Lggedi Stabilità 2016 è scritto co-sì a proposito del Piano per la lotta alla povertà, laddovesi garantiscono «in via prio-ritaria interventi per nuclei fa-miliari, in modo proporzio-nale al numero di figli mi-nori». In pratica, i beneficiprevisti per le famiglie pove-
re con bambini a carico si e-stendono anche a quelle incui il bambino è in arrivo.La ratio della norma è sem-plice: chi nasce in famigliedisagiate si trova in svan-
taggio già all’inizio dellapropria vita, rischiando ad-dirittura di non nascere,quando lo stato di indigen-za è tale da spingere madridisperate ad abortire.Frutto di un emendamentodel deputato Gian Luigi Gi-gli, presidente del Mpv ita-liano, questa disposizione haanzitutto un valore simboli-co. Per quanto ancora distantidal riconoscimento giuridicodel nascituro, per la prima volta il legislatore ha ricono-sciuto – seppur indiretta-mente – che la vita di un
bambino non ancora nato, èmeritevole di tutela da partedello Stato. Si tratta però an-che di uno strumento di aiu-to, in grado di contribuire al-la prevenzione dell’aborto
per cause socio–economiche.Entro la fine di gennaio saràemanato il decreto del Mini-stero del Lavoro che permet-terà di conoscere tempi, mo-dalità e consistenza specificadelle risorse economiche.Nell’attesa, è opportuno chei volontari dei Cav (Centri diaiuto alla vita) prendano co-scienza della norma e sianopronti a presentarne i be-nefici alle donne in condi-zioni di bisogno. È neces-sario anche che i Cav si do-tino, eventualmente anchein forma consorziata, di fi-
gure professionali in gradodi assicurare facilità di ac-cesso ai fondi e rapidità dierogazione per gli stessi al-le gestanti bisognose.
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