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DI TONY PERSICO edizione 2016 del Concorso Europeo è dedicata al tema della maternità. Chie- diamo ai giovani di riflettere sul ruolo della madre nella società alla luce sia delle scel- te politiche e legislative, sia dei continui pro- gressi scientifici. Da trent’anni il Mpv (Movi- mento per la vita) propone il Concorso nelle scuole medie superiori e nelle Università di tut- ta Italia grazie al lavoro di numerosi volontari. Il tema pone tanti interrogativi attuali... Quali misure di sostegno per le madri? È indispensa- bile la presenza della madre nella relazione con il figlio? Il desiderio di un figlio è un diritto? Con- tano più i diritti dei figli o quelli dei genitori? A questi oggi si affiancano quelli posti dalla tec- nica e dalla bioetica. È lecito vendere un figlio o commissionarne la nascita? È corretto separare in modo artificioso concepimento, nascita e cre- scita di un bambino? L’evoluzione tecnologica e la logica capitalistica stanno riducendo la ma- ternità a semplice produzione commerciale? I giovani guardano un mondo da un lato im- pegnato frettolosamente a rincorre le tecniche di riproduzione in laboratorio, dall’altro incu- rante delle sette donne su dieci la cui maternità non è tutelata (dati Organizzazione internaziona- le del lavoro). La maternità oggi rischia, da realtà nella quale si manifesta tutta la bellezza della dimensione del dono, di finire ostaggio di lo- giche cinicamente economiche. Se il figlio di- viene un «prodotto», infatti, questo può essere selezionato, scelto, scartato, venduto e acqui- stato. Una mercificazione del desiderio che con- trappone un non precisato «diritto al figlio» ai diritti, spesso dimenticati della madre e del fi- glio. Primo tra tutti il diritto alla vita di ogni bambino cui va assicurata la sopravvivenza e lo sviluppo come sancito anche dalla Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza delle Na- zioni Unite. Un documento che dovrebbe tute- lare anche tutti i bambini con disabilità, sia fi- sica che psicologica, e per questo stride con le cronache di figli malati abbandonati o rifiutati dopo il ricorso alla procreazione assistita o al- l’utero in affitto. Il dossier pensato per i giovani partecipanti ri- percorre, per questa ragione, alcune storie di don- ne e mamme della cronaca recente: una poli- cromia di figure che si dividono tra ambiguità e coraggio, tra ricerca della felicità e immenso a- more materno. L’aver ricondotto il futuro all’incertezza, il lavo- ro alla precarietà, la conoscenza alla convenienza, è un vero attentato alla speranza dell’amore che i giovani portano scritta nel cuore: abbiamo un inquietante nemico a cui opporci, con la sem- plicità e la costanza dell’amore gratuito, così il- logico, così giovane appunto! Il futuro della vita dipende dai giovani: fare di tutto per salvaguardarla e proteggerla è la mis- sione di tutti gli uomini e donne, di oggi e do- mani. Come fare? Il primo passo è considerare la vita non qualcosa, ma qualcuno – qualcuna, una bambina, un malato, un anziano, una per- sona umana con tutta la sua possibilità di ama- re, anche solo per un secondo. Il Concorso è dunque un’occasione per riflette- re sui rischi, ma anche sulla bellezza della ma- ternità e della vita che è tale – anche se potreb- be apparire banale sottolinearlo – da essere con- tagiosa. Gli studenti avranno modo di approfondire al- cuni temi fondamentali per la crescita persona- le, mentre i docenti troveranno un percorso che si snoda tra la sociologia e il diritto, la scienza e l’arte, con cui coniugare i temi della dignità u- mana, dell’uguaglianza, della pace e l’attualità del dibattito pubblico. Per partecipare è possi- bile scaricare il dossier disponibile sul sito www.prolife.it. © RIPRODUZIONE RISERVATA L Ora tocca a medici, giuristi e politici sostenere l’Iniziativa dei movimenti pro Life. Adesioni on line sul sito www.oneofusappeal.eu DI GIAN LUIGI GIGLI l Sinodo è terminato da poco e non ha accontentato chi, in un modo o nell’altro, avrebbe voluto adattare dottri- na e pastorale al proprio pre–giudizio. Si è trattato, tuttavia, di un meritevole sforzo per adat- tare la dottrina di sempre alle esigenze pastorali del- l’oggi, per coniugare verità e misericordia, giustizia e compassione. Certamente è stato così per i temi di diretto interesse del Movimento per la Vita. I padri sinodali, infatti, hanno riaf- fermato il carattere sacro e inviolabile della vita umana e l’impegno concreto a favore di essa, contenuti nella E- vangelium Vitae. Riguardo alla vita nascente, alla condanna di aborto e ste- rilizzazione si è aggiunto il rigetto delle pratiche connes- se alla procreazione, quali l’utero in affitto o il mercato dei gameti e degli embrioni, nel contesto dell’opposizione a ogni forma di sfruttamento delle donne e di violenza sul loro corpo, a cominciare dalle imposizioni di alcuni Stati. I padri hanno avvertito che il desiderio del figlio ad ogni costo non porta necessariamente a relazioni familiari più felici e solide, ma aggrava spesso la diseguaglianza fra don- ne e uomini. Infine, hanno invitato i cristiani a promuo- vere l’emancipazione femminile, ripensando i compiti dei coniugi nella reciprocità e nella comune responsabilità verso la vita familiare. Rigettando la cultura dello scarto e la riduzione dell’esse- re umano a bene da usare e gettare a piacere, il Sinodo ha invitato a sostenere la famiglia come luogo dell’accoglienza e ha riaffermato l’impegno del- la Chiesa a favore delle gestanti, delle ragazze–madri, dei bam- bini abbandonati, delle donne che hanno sofferto l’aborto, ram- mentando l’obbligo dell’obie- zione di coscienza agli operato- ri delle strutture sanitarie. Riaffermato il diritto alla morte naturale, evitando l’accanimento terapeutico, il Sinodo ha definito eutanasia e suicidio assistito gravi minacce per le famiglie in tutto il mondo, impegnando la Chiesa a con- trastare queste prassi e la loro legalizzazione, ma anche a prendersi cura degli anziani, a proteggere le persone con disabilità, ad assistere i malati terminali, a confortare i morenti, a rigettare fermamente la pena di morte. Il Sinodo non ha mancato di prestare grande attenzione alla sfida culturale dell’ideologia del «gender» che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna, svuotando la base antropologica della famiglia. I padri sinodali hanno gettato un allarme sui progetti educativi e gli orientamenti legislativi che promuovono un’iden- tità personale e un’intimità affettiva svincolate dalla di- versità biologica fra maschio e femmina, consegnando l’identità umana a un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. Infine, è significativo che il Sinodo, nell’invitare a rispet- tare e a non discriminare le persone omosessuali, non ha mancato di intervenire sui progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, ricor- dando che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omo- sessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»: un freno a chi attraverso la step–child adoption incorag- gerebbe mercato dei gameti e utero in affitto. © RIPRODUZIONE RISERVATA I DI CARLO CASINI o esposto più volte su Avvenire le motivazioni del rilancio della ini- ziativa dei cittadini europei «Uno di noi». È inaccettabile il «rifiuto dello sguardo» sull’uomo che attraversa la con- dizione della più estrema povertà all’ini- zio della sua vita. Non possiamo accetta- re che la richiesta di due milioni di citta- dini di tutti i ventotto paesi dell’Unione Europea non sia presa in considerazione. Speriamo che una seconda fase della ini- ziativa in cui la voce è offerta da coloro che più se ne intendono e più hanno respon- sabilità (scienziati e medici, giuristi e po- litici) vinca il volontario girare lo sguar- do altrove. Sul sito internet « www.unodinoi.org » è pubblicato un dossier a cui rimando per una più dettagliata e completa analisi del perché e degli scopi della «seconda fase» di «Uno di noi». Vi è stato un ritardo nell’avvio dell’inizia- tiva: non è stato semplice trovare l’accor- do sui testi delle testimonianze –petizio- ni in tutte le ventotto nazioni, avere tra- duzioni esatte in tutte le lingue, instaura- re uno strumento unico per esprimere te- lematicamente l’adesione. Ma ora il sito europeo (www.oneofusappeal.eu) fun- ziona e trovo provvidenziale il ritardo. In- fatti, l’iniziativa è lanciata quando sta per iniziare a Firenze la V Assemblea nazio- nale della Chiesa italiana sullo splendido tema: «In Gesù Cristo il nuovo umanesi- mo». Come non riflettere che «umanesi- mo» vuol dire «uomo»? Come non ricor- dare che oggi la grande questione è capi- re chi è l’uomo, da dove deriva la sua di- gnità, che cosa fonda i principi di egua- glianza, libertà, democrazia, pace? Dav- vero: «la questione antropologica è dive- nuta la questione sociale!». L’Umanesimo storicamente sboccia nel 1300 e 1400 a Firenze. Poi è divenuto pa- H trimonio europeo. In sintesi l’umanesi- mo celebra l’uomo come protagonista del- la vita sociale e delle vicenda storica; ha un senso operoso e fecondo dell’agire u- mano, prende coscienza del passato ma lo proietta in un futuro carico di positi- vità. Ma sono evidenti le contraddizioni che nella prima metà del secolo scorso hanno raggiunto il vertice del male pro- vocato dall’uomo ritenutosi soltanto una porzione di materia destinata al fallimento della morte. Da questa dolorosissima e- sperienza rinasce la cultura dei diritti u- mani intesa come definitiva garanzia di giustizia, di libertà e di pace. Ma come non ricordare l’amara constatazione di San Giovanni Paolo II nella enciclica E- vangelium vitae, sulla «svolta delle tragi- che conseguenze» perché oggi i diritti del- l’uomo si rivolgono contro l’uomo spe- cialmente quando egli attraversa «i mo- menti più emblematici dell’esistenza, qua- le sono il nascere e il morire»? Papa Francesco ha detto ai ginecologi cat- tolici il 20 novembre 2013 che «nel con- cepito minacciato dall’aborto vi è il volto di Gesù Cristo, vi è il volto del Signore». Non si tratta di dimenticare la vita uma- na «durante», quella che intercorre tra il nascere e il morire, ma anzi di porre il so- lido fondamento per una accoglienza e solidarietà effettive verso ogni uomo, che è vera se sa fermarsi e guardare, come il buon samaritano del vangelo, il viandante ferito, che potrebbe morire se non venis- se soccorso. Se l’uomo è sempre uomo anche quando è povero, allora il nuovo umanesimo ha bisogno della sosta e del- lo sguardo anche sul concepito. Chi sei? Cosa o persona? Soggetto o oggetto? Fine o mezzo? Sei o no «uno di noi»? La scien- za moderna vede che sei un individuo vi- vente della specie umana. La ragione non deve distogliere lo sguardo. E allora oc- corre anche lo sguardo del cuore che si fa condivisione delle difficoltà della madre. Occorre lo sguardo della mente, che si fa cultura, educazione, norma giuridica. Oc- corre lo sguardo ottimista dell’umanesi- mo che cerca la verità della pace, della giu- stizia, della libertà. Lo sguardo religioso si volge all’«oltre» e vede il volto di Gesù. Non mi pare un pensiero banale nel men- tre auspico la collaborazione di molti in Italia ed in Europa per la seconda fase dell’iniziativa dei cittadini europei «Uno di noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA DI ELISABETTA PITTINO appello/petizione/ testimonianza degli esperti apre la seconda fase di «Uno di Noi». Un unico appello, tre testi differenti, uno per gli esperti nell’ambito medico–scien- tifico, uno per gli esperti in ambito giuri- dico, uno per i politici. Stessa richiesta: che l’Iniziativa dei cittadini europei «Uno di noi» dia luogo ad un’iniziativa della Commissione e sia oggetto di una di- scussione approfondita all’assemblea ple- naria del Parlamento Europeo, e che le Istituzioni Europee (Parlamento, Consiglio, Commissione) riconoscano il concepito come un essere umano e cioè come «uno di noi». I testi si trovano nelle varie lingue euro- pee sul sito www.oneofusappeal.eu, dove è possibile firmare. Si firma on line sele- zionando prima la lingua e quindi l’am- bito di competenza, salute (scienziati, ri- cercatori, medici, biologi…), diritto (av- vocati, giudici, giuristi, studiosi di dirit- to…), politica. Si apriranno il testo del- l’Appello e i campi da completare per po- ter firmare. I campi sono obbligatori ad eccezione del numero telefonico e del do- cumento di identità che sono facoltativi. Per l’Italia è possibile firmare anche su modulo cartaceo scaricabile dal sito www.unodinoi.org. I moduli cartacei, compilati e firmati, vanno inviati al più presto a: UnoDiNoi c/o Mpv, LungoTe- vere dei Vallati 2–00187 Roma. Il sito fornisce ulteriori spiegazioni e ap- profondimenti e darà notizie sul corso di tutta la nuova iniziativa. In occasione dell’One of Us European Fo- rum del 23 gennaio 2016 a Parigi (è pre- vista la partecipazione di un migliaio di persone da tutta Europa) sarà reso noto il primo risultato di questa seconda fase e verranno stabiliti i tempi per la presenta- zione dell’appello all’Ue. © RIPRODUZIONE RISERVATA L Continua a livello europeo la campagna dei movimenti pro Life per la riaffermazione del diritto alla vita dei bambini non ancora nati L’analisi VITA PAGINA A CURA DEL MOVIMENTO PER LA VITA Questa mattina l’udienza con i rappresentanti dei 367 Centri di aiuto alla vita. Tema del convegno: «Il Cav in rete davanti alle sfide del futuro» Papa Francesco apre il convegno dei volontari Cav DI GIUSEPPE GRANDE he ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, ac- compagnata». Così Papa Francesco, l’11 aprile 2014, si è rivolto ai volontari dei Cav (Centri di aiuto alla vita), che avevano portato in udienza cento mamme, con i loro bambini, donne che il volontariato per la vi- ta aveva accolto aiutandole ad accogliere con gioia la vita dei loro figli. Oggi nuovamente i volontari dei 367 Cav, presenti in tutta Italia, varcheranno le porte della Sala Clementina, per ascoltare le paro- le che il Santo Padre rivolgerà loro. Tale momento precede l’inaugurazione del XXXV convegno nazionale dei Centri di aiu- to alla vita, che si svolgerà a Sacrofano (Ro- ma), presso la struttura Fraterna Domus, fi- no a domenica 8 novembre. Questo il tema dell’evento «Storie d’amore immenso – Il Cav in rete davanti alle sfide del futuro»; vi par- teciperanno oltre 600 volontari provenienti da tutta l’Italia. Il programma si articola attraverso alcune grandi linee direttrici. In primo luogo verrà analizzata l’importanza per gli operatori Cav di lavorare in rete, anzi di essere e sentirsi re- te, insieme con le altre forme di volontaria- to per la vita all’interno della famiglia del Movimento per la vita italiano, come ad e- sempio il volontariato telefonico o web Sos Vita (tel. 800813000 o www.sosvita.it), i vo- lontari delle case d’accoglienza o quanti so- stengono e finanziano il Progetto Gemma. Verranno inoltre analizzate le nuove possi- bilità offerte al volontariato dei Cav dagli stru- menti della progettazione sociale o dell’im- presa sociale e più in generale si rifletterà su come l’azione del volontariato, e del volon- tariato dei Cav in particolare, rappresenti il cuore dell’economia civile. Gli operatori Cav saranno chiamati inoltre a riflettere sul ruolo della comunicazione og- gi, sulla percezione della gravidanza e della maternità attraverso il web ed i social media, su come una comunicazione efficace possa es- sere uno strumento per svolgere un servizio sempre più efficace alla vita nascente. Grande risalto verrà dato alla formazione de- gli operatori Cav, attraverso percorsi forma- tivi mirati per le diverse tipologie di servizio svolto dai volontari all’interno del Cav, in programma il sabato pomeriggio. Infine verrà dato uno spazio importante alla voce degli operatori Cav. Sono state previste, infatti, sia una sessione di presentazione e di- scussione di casi affrontati dai Cav, che una sessione poster di condivisione delle miglio- ri pratiche e progettualità realizzate dai Cav. Di grande prestigio i relatori che interver- ranno al Convegno, tra i quali ricordiamo Leonardo Becchetti, ordinario di Economia Politica presso l’Università Roma – Tor Ver- gata; Martino Rebonato, esperto di politiche sociali e progettazione sociale; Emanuela Vi- nai, giornalista di Avvenire; monsignor Do- menico Pompili, Vescovo di Rieti; Domeni- co Coviello, docente di Genetica presso l’U- niversità di Genova; Emanuela Lulli, Consi- gliere Associazione Scienza e Vita. Celebrerà la S. Messa monsignor Pietro Maria Fraga- nelli, Vescovo di Trapani e Presidente della Commissione Cei per la famiglia, i giovani e la vita. Domenica 8 si svolgerà poi la tavola roton- da sul tema «Evangelium Vitae –L’attualità di un messaggio di speranza, al cuore del nostro volontariato», che concluderà le celebrazio- ni del Mpv italiano per il ventennale del- l’enciclica. Interverranno Gian Luigi Gigli, Giuseppe Dalla Torre, Francesco D’Agostino e Filippo Boscia. © RIPRODUZIONE RISERVATA C « Francesco con i Cav l’11 aprile 2014 Il Concorso europeo invita gli studenti delle scuole medie superiori e delle università a riflettere sul ruolo della madre nella società alla luce dei progressi scientifici e delle scelte politiche La maternità: è procreazione o produzione? Il cardinale Betori visita la mostra Uno di noi, accompagnato da Carlo Casini e Gian Luigi Gigli Ecco come gli esperti possono aderire all’appello di Uno di noi per il dibattito nell’Europarlamento Uno di noi, via alla fase 2 della petizione alla Ue Un invito a sostenere la famiglia come luogo dell’accoglienza Il Sinodo riafferma: la vita umana è sacra 22 Venerdì 6 Novembre 2015

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DI TONY PERSICO

edizione 2016 del Concorso Europeo èdedicata al tema della maternità. Chie-diamo ai giovani di riflettere sul ruolo

della madre nella società alla luce sia delle scel-te politiche e legislative, sia dei continui pro-gressi scientifici. Da trent’anni il Mpv (Movi-mento per la vita) propone il Concorso nelle

scuole medie superiori e nelle Università di tut-ta Italia grazie al lavoro di numerosi volontari. Il tema pone tanti interrogativi attuali... Qualimisure di sostegno per le madri? È indispensa-bile la presenza della madre nella relazione conil figlio? Il desiderio di un figlio è un diritto? Con-tano più i diritti dei figli o quelli dei genitori? Aquesti oggi si affiancano quelli posti dalla tec-nica e dalla bioetica. È lecito vendere un figlio ocommissionarne la nascita? È corretto separarein modo artificioso concepimento, nascita e cre-scita di un bambino? L’evoluzione tecnologicae la logica capitalistica stanno riducendo la ma-ternità a semplice produzione commerciale? I giovani guardano un mondo da un lato im-pegnato frettolosamente a rincorre le tecnichedi riproduzione in laboratorio, dall’altro incu-rante delle sette donne su dieci la cui maternitànon è tutelata (dati Organizzazione internaziona-le del lavoro). La maternità oggi rischia, da realtànella quale si manifesta tutta la bellezza della

dimensione del dono, di finire ostaggio di lo-giche cinicamente economiche. Se il figlio di-viene un «prodotto», infatti, questo può essereselezionato, scelto, scartato, venduto e acqui-stato. Una mercificazione del desiderio che con-trappone un non precisato «diritto al figlio» aidiritti, spesso dimenticati della madre e del fi-glio. Primo tra tutti il diritto alla vita di ognibambino cui va assicurata la sopravvivenza e losviluppo come sancito anche dalla Convenzionesui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza delle Na-

zioni Unite. Un documento che dovrebbe tute-lare anche tutti i bambini con disabilità, sia fi-sica che psicologica, e per questo stride con lecronache di figli malati abbandonati o rifiutatidopo il ricorso alla procreazione assistita o al-l’utero in affitto. Il dossier pensato per i giovani partecipanti ri-percorre, per questa ragione, alcune storie di don-ne e mamme della cronaca recente: una poli-cromia di figure che si dividono tra ambiguità ecoraggio, tra ricerca della felicità e immenso a-more materno.L’aver ricondotto il futuro all’incertezza, il lavo-ro alla precarietà, la conoscenza alla convenienza,è un vero attentato alla speranza dell’amore chei giovani portano scritta nel cuore: abbiamo uninquietante nemico a cui opporci, con la sem-plicità e la costanza dell’amore gratuito, così il-logico, così giovane appunto! Il futuro della vita dipende dai giovani: fare ditutto per salvaguardarla e proteggerla è la mis-

sione di tutti gli uomini e donne, di oggi e do-mani. Come fare? Il primo passo è considerarela vita non qualcosa, ma qualcuno – qualcuna,una bambina, un malato, un anziano, una per-sona umana con tutta la sua possibilità di ama-re, anche solo per un secondo.Il Concorso è dunque un’occasione per riflette-re sui rischi, ma anche sulla bellezza della ma-ternità e della vita che è tale – anche se potreb-be apparire banale sottolinearlo – da essere con-tagiosa. Gli studenti avranno modo di approfondire al-cuni temi fondamentali per la crescita persona-le, mentre i docenti troveranno un percorso chesi snoda tra la sociologia e il diritto, la scienza el’arte, con cui coniugare i temi della dignità u-mana, dell’uguaglianza, della pace e l’attualitàdel dibattito pubblico. Per partecipare è possi-bile scaricare il dossier disponibile sul sitowww.prolife.it.

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Ora tocca a medici,giuristi e politicisostenere l’Iniziativa dei movimenti pro Life.Adesioni on line sul sitowww.oneofusappeal.eu

DI GIAN LUIGI GIGLI

l Sinodo è terminato da poco e non ha accontentato chi,in un modo o nell’altro, avrebbe voluto adattare dottri-

na e pastorale al proprio pre–giudizio.Si è trattato, tuttavia, di un meritevole sforzo per adat-tare la dottrina di sempre alle esigenze pastorali del-l’oggi, per coniugare verità e misericordia, giustizia ecompassione.Certamente è stato così per i temi di diretto interesse delMovimento per la Vita. I padri sinodali, infatti, hanno riaf-fermato il carattere sacro e inviolabile della vita umana el’impegno concreto a favore di essa, contenuti nella E-vangelium Vitae.Riguardo alla vita nascente, alla condanna di aborto e ste-rilizzazione si è aggiunto il rigetto delle pratiche connes-se alla procreazione, quali l’utero in affitto o il mercato deigameti e degli embrioni, nel contesto dell’opposizione aogni forma di sfruttamento delle donne e di violenza sulloro corpo, a cominciare dalle imposizioni di alcuni Stati.I padri hanno avvertito che il desiderio del figlio ad ognicosto non porta necessariamente a relazioni familiari piùfelici e solide, ma aggrava spesso la diseguaglianza fra don-ne e uomini. Infine, hanno invitato i cristiani a promuo-vere l’emancipazione femminile, ripensando i compiti deiconiugi nella reciprocità e nella comune responsabilitàverso la vita familiare.Rigettando la cultura dello scarto e la riduzione dell’esse-re umano a bene da usare e gettare a piacere, il Sinodo hainvitato a sostenere la famiglia come luogo dell’accoglienza

e ha riaffermato l’impegno del-la Chiesa a favore delle gestanti,delle ragazze–madri, dei bam-bini abbandonati, delle donneche hanno sofferto l’aborto, ram-mentando l’obbligo dell’obie-zione di coscienza agli operato-ri delle strutture sanitarie. Riaffermato il diritto alla morte

naturale, evitando l’accanimento terapeutico, il Sinodo hadefinito eutanasia e suicidio assistito gravi minacce per lefamiglie in tutto il mondo, impegnando la Chiesa a con-trastare queste prassi e la loro legalizzazione, ma anche aprendersi cura degli anziani, a proteggere le persone condisabilità, ad assistere i malati terminali, a confortare imorenti, a rigettare fermamente la pena di morte. Il Sinodo non ha mancato di prestare grande attenzionealla sfida culturale dell’ideologia del «gender» che negala differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna,svuotando la base antropologica della famiglia. I padrisinodali hanno gettato un allarme sui progetti educativie gli orientamenti legislativi che promuovono un’iden-tità personale e un’intimità affettiva svincolate dalla di-versità biologica fra maschio e femmina, consegnandol’identità umana a un’opzione individualistica, anchemutevole nel tempo.Infine, è significativo che il Sinodo, nell’invitare a rispet-tare e a non discriminare le persone omosessuali, non hamancato di intervenire sui progetti di equiparazione almatrimonio delle unioni tra persone omosessuali, ricor-dando che «non esiste fondamento alcuno per assimilareo stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omo-sessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»:un freno a chi attraverso la step–child adoption incorag-gerebbe mercato dei gameti e utero in affitto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I

DI CARLO CASINI

o esposto più volte su Avvenire lemotivazioni del rilancio della ini-ziativa dei cittadini europei «Uno

di noi». È inaccettabile il «rifiuto dellosguardo» sull’uomo che attraversa la con-dizione della più estrema povertà all’ini-zio della sua vita. Non possiamo accetta-re che la richiesta di due milioni di citta-dini di tutti i ventotto paesi dell’UnioneEuropea non sia presa in considerazione.Speriamo che una seconda fase della ini-ziativa in cui la voce è offerta da coloro chepiù se ne intendono e più hanno respon-sabilità (scienziati e medici, giuristi e po-litici) vinca il volontario girare lo sguar-do altrove. Sul sito internet « www.unodinoi.org » èpubblicato un dossier a cui rimando peruna più dettagliata e completa analisi delperché e degli scopi della «seconda fase»di «Uno di noi».Vi è stato un ritardo nell’avvio dell’inizia-tiva: non è stato semplice trovare l’accor-do sui testi delle testimonianze –petizio-ni in tutte le ventotto nazioni, avere tra-duzioni esatte in tutte le lingue, instaura-re uno strumento unico per esprimere te-lematicamente l’adesione. Ma ora il sitoeuropeo (www.oneofusappeal.eu) fun-ziona e trovo provvidenziale il ritardo. In-fatti, l’iniziativa è lanciata quando sta periniziare a Firenze la V Assemblea nazio-nale della Chiesa italiana sullo splendidotema: «In Gesù Cristo il nuovo umanesi-mo». Come non riflettere che «umanesi-mo» vuol dire «uomo»? Come non ricor-dare che oggi la grande questione è capi-re chi è l’uomo, da dove deriva la sua di-gnità, che cosa fonda i principi di egua-glianza, libertà, democrazia, pace? Dav-vero: «la questione antropologica è dive-nuta la questione sociale!».L’Umanesimo storicamente sboccia nel1300 e 1400 a Firenze. Poi è divenuto pa-

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trimonio europeo. In sintesi l’umanesi-mo celebra l’uomo come protagonista del-la vita sociale e delle vicenda storica; haun senso operoso e fecondo dell’agire u-mano, prende coscienza del passato malo proietta in un futuro carico di positi-vità. Ma sono evidenti le contraddizioniche nella prima metà del secolo scorsohanno raggiunto il vertice del male pro-vocato dall’uomo ritenutosi soltanto unaporzione di materia destinata al fallimentodella morte. Da questa dolorosissima e-sperienza rinasce la cultura dei diritti u-mani intesa come definitiva garanzia digiustizia, di libertà e di pace. Ma comenon ricordare l’amara constatazione diSan Giovanni Paolo II nella enciclica E-vangelium vitae, sulla «svolta delle tragi-che conseguenze» perché oggi i diritti del-l’uomo si rivolgono contro l’uomo spe-cialmente quando egli attraversa «i mo-menti più emblematici dell’esistenza, qua-le sono il nascere e il morire»?Papa Francesco ha detto ai ginecologi cat-tolici il 20 novembre 2013 che «nel con-cepito minacciato dall’aborto vi è il voltodi Gesù Cristo, vi è il volto del Signore».Non si tratta di dimenticare la vita uma-na «durante», quella che intercorre tra il

nascere e il morire, ma anzi di porre il so-lido fondamento per una accoglienza esolidarietà effettive verso ogni uomo, cheè vera se sa fermarsi e guardare, come ilbuon samaritano del vangelo, il viandanteferito, che potrebbe morire se non venis-se soccorso. Se l’uomo è sempre uomoanche quando è povero, allora il nuovoumanesimo ha bisogno della sosta e del-lo sguardo anche sul concepito. Chi sei?Cosa o persona? Soggetto o oggetto? Fineo mezzo? Sei o no «uno di noi»? La scien-za moderna vede che sei un individuo vi-vente della specie umana. La ragione nondeve distogliere lo sguardo. E allora oc-corre anche lo sguardo del cuore che si facondivisione delle difficoltà della madre.Occorre lo sguardo della mente, che si facultura, educazione, norma giuridica. Oc-corre lo sguardo ottimista dell’umanesi-mo che cerca la verità della pace, della giu-stizia, della libertà. Lo sguardo religiososi volge all’«oltre» e vede il volto di Gesù.Non mi pare un pensiero banale nel men-tre auspico la collaborazione di molti inItalia ed in Europa per la seconda fasedell’iniziativa dei cittadini europei «Unodi noi».

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DI ELISABETTA PITTINO

appello/petizione/ testimonianzadegli esperti apre la seconda fase di«Uno di Noi».

Un unico appello, tre testi differenti, unoper gli esperti nell’ambito medico–scien-tifico, uno per gli esperti in ambito giuri-dico, uno per i politici. Stessa richiesta:che l’Iniziativa dei cittadini europei «Unodi noi» dia luogo ad un’iniziativa dellaCommissione e sia oggetto di una di-scussione approfondita all’assemblea ple-naria del Parlamento Europeo, eche le Istituzioni Europee (Parlamento,Consiglio, Commissione) riconoscano ilconcepito come un essere umano e cioècome «uno di noi».I testi si trovano nelle varie lingue euro-pee sul sito www.oneofusappeal.eu, doveè possibile firmare. Si firma on line sele-zionando prima la lingua e quindi l’am-bito di competenza, salute (scienziati, ri-cercatori, medici, biologi…), diritto (av-vocati, giudici, giuristi, studiosi di dirit-to…), politica. Si apriranno il testo del-l’Appello e i campi da completare per po-ter firmare. I campi sono obbligatori adeccezione del numero telefonico e del do-cumento di identità che sono facoltativi.Per l’Italia è possibile firmare anche sumodulo cartaceo scaricabile dal sitowww.unodinoi.org. I moduli cartacei,compilati e firmati, vanno inviati al piùpresto a: UnoDiNoi c/o Mpv, LungoTe-vere dei Vallati 2–00187 Roma. Il sito fornisce ulteriori spiegazioni e ap-profondimenti e darà notizie sul corso ditutta la nuova iniziativa.In occasione dell’One of Us European Fo-rum del 23 gennaio 2016 a Parigi (è pre-vista la partecipazione di un migliaio dipersone da tutta Europa) sarà reso noto ilprimo risultato di questa seconda fase everranno stabiliti i tempi per la presenta-zione dell’appello all’Ue.

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Continua a livelloeuropeo la campagna deimovimenti pro Life

per la riaffermazionedel diritto alla vitadei bambini nonancora nati

L’analisi

V I T A P A G I N A A C U R A D E L M O V I M E N T O P E R L A V I T A

Questa mattinal’udienza con i rappresentanti dei367 Centri di aiutoalla vita. Tema delconvegno: «Il Cavin rete davantialle sfide del futuro»

Papa Francesco apre il convegno dei volontari CavDI GIUSEPPE GRANDE

he ogni donna si senta consideratacome persona, ascoltata, accolta, ac-compagnata». Così Papa Francesco,

l’11 aprile 2014, si è rivolto ai volontari deiCav (Centri di aiuto alla vita), che avevanoportato in udienza cento mamme, con i lorobambini, donne che il volontariato per la vi-ta aveva accolto aiutandole ad accogliere congioia la vita dei loro figli. Oggi nuovamente i volontari dei 367 Cav,presenti in tutta Italia, varcheranno le portedella Sala Clementina, per ascoltare le paro-le che il Santo Padre rivolgerà loro.Tale momento precede l’inaugurazione delXXXV convegno nazionale dei Centri di aiu-to alla vita, che si svolgerà a Sacrofano (Ro-ma), presso la struttura Fraterna Domus, fi-no a domenica 8 novembre. Questo il temadell’evento «Storie d’amore immenso – Il Cav

in rete davanti alle sfide del futuro»; vi par-teciperanno oltre 600 volontari provenientida tutta l’Italia. Il programma si articola attraverso alcunegrandi linee direttrici. In primo luogo verràanalizzata l’importanza per gli operatori Cavdi lavorare in rete, anzi di essere e sentirsi re-te, insieme con le altre forme di volontaria-to per la vita all’interno della famiglia delMovimento per la vita italiano, come ad e-sempio il volontariato telefonico o web SosVita (tel. 800813000 o www.sosvita.it), i vo-lontari delle case d’accoglienza o quanti so-stengono e finanziano il Progetto Gemma. Verranno inoltre analizzate le nuove possi-bilità offerte al volontariato dei Cav dagli stru-menti della progettazione sociale o dell’im-presa sociale e più in generale si rifletterà sucome l’azione del volontariato, e del volon-tariato dei Cav in particolare, rappresenti ilcuore dell’economia civile.

Gli operatori Cav saranno chiamati inoltre ariflettere sul ruolo della comunicazione og-gi, sulla percezione della gravidanza e dellamaternità attraverso il web ed i social media,su come una comunicazione efficace possa es-sere uno strumento per svolgere un serviziosempre più efficace alla vita nascente.Grande risalto verrà dato alla formazione de-gli operatori Cav, attraverso percorsi forma-tivi mirati per le diverse tipologie di serviziosvolto dai volontari all’interno del Cav, inprogramma il sabato pomeriggio.Infine verrà dato uno spazio importante allavoce degli operatori Cav. Sono state previste,infatti, sia una sessione di presentazione e di-scussione di casi affrontati dai Cav, che unasessione poster di condivisione delle miglio-ri pratiche e progettualità realizzate dai Cav.Di grande prestigio i relatori che interver-ranno al Convegno, tra i quali ricordiamoLeonardo Becchetti, ordinario di Economia

Politica presso l’Università Roma – Tor Ver-gata; Martino Rebonato, esperto di politichesociali e progettazione sociale; Emanuela Vi-nai, giornalista di Avvenire; monsignor Do-menico Pompili, Vescovo di Rieti; Domeni-co Coviello, docente di Genetica presso l’U-niversità di Genova; Emanuela Lulli, Consi-gliere Associazione Scienza e Vita. Celebreràla S. Messa monsignor Pietro Maria Fraga-nelli, Vescovo di Trapani e Presidente dellaCommissione Cei per la famiglia, i giovani ela vita.Domenica 8 si svolgerà poi la tavola roton-da sul tema «Evangelium Vitae –L’attualità diun messaggio di speranza, al cuore del nostrovolontariato», che concluderà le celebrazio-ni del Mpv italiano per il ventennale del-l’enciclica. Interverranno Gian Luigi Gigli,Giuseppe Dalla Torre, Francesco D’Agostinoe Filippo Boscia.

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C«Francesco con i Cav l’11 aprile 2014

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22 Venerdì6 Novembre 2015