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Time: 08/06/18 22:59 IL_MATTINO - NAZIONALE - 5 - 09/06/18 ---- 5 Sabato 9 Giugno 2018 ilmattino.it Primo Piano M Gigi Di Fiore Inviato TARANTO Un concentrato di terra dei fuochi e Bagnoli. È Taranto, la città italiana ad alto rischio ambientale. Gianni frequenta la scuola elementare «Giusti» nel quartiere Tamburi. Ha sempre considerato gli altoforni dell’Il- va parte del paesaggio. La sua scuola ha due viste: da una parte il mar Piccolo, dall’altra l’accia- ieria. Gianni ha disegnato il ma- re, fino a qualche tempo fa ri- traeva solo ciminiere. Un cam- bio di prospettiva, effetto Com- missariato straordinario bonifi- che. L’effetto degli interventi di risanamento nelle 5 scuole del rione Tamburi, quello di fianco all’Ilva. Sono i primi interventi ultimati dalla struttura straordi- naria, nata nel 2012 e ripensata tre anni fa. Vera Corbelli, geolo- ga napoletana, segretario coor- dinatore del Distretto idrografi- co dell’Appennino meridionale, da commissario straordinario avrebbe dovuto occuparsi solo di 4 bonifiche. Con le scuole in testa. Invece Taranto è diventato un modello di rinascita, per de- creto. Spiega Vera Corbelli: «A Taranto, con la scelta di tre anni fa, l’ambiente è stato messo al centro di politiche di rigenera- zione e sviluppo complessivi». Il Commissariato per le bonifiche da allora ha obiettivi ampliati in un’area definita «vasta». Nel quartiere Tamburi, dove nel sot- tosuolo sono concentrati metalli pesanti, idrocarburi, diossina, anche lo storico cimitero di San Brunone è inquinato. I 19 son- daggi del Commissariato a 4 me- tri e mezzo di profondità hanno dato risultati incredibili. Dove ci sono croci e defunti da decenni, i tassi di inquinamento sono alti. La bonifica nel cimitero costerà 12 milioni, interesserà 7 campi di sepoltura. Succede solo qui. «Ma Taranto non è solo Tam- buri, o l’Ilva, le situazioni inqui- nanti da intervento sono tante» spiegano al Commissariato dove lavora una cinquantina di tecni- ci. Basta spostarsi nell’ex area Pip Statte. A metà del ’900 era una grande cava, la Nardulli. Vi hanno gettato di tutto, senza li- mitazioni né leggi di controllo. Una discarica, dove sono inter- rati anche i detriti edili della co- struzione del vicino Ilva. Pro- prio qui, con scelta irresponsabi- le, fu creata un’area Pip per 13 aziende. Solo una funziona, pro- duce lavorazioni metalliche. Il resto è un ammasso di manufat- ti cadenti, assediati da rifiuti di ogni tipo. Gli 11 sondaggi del Commissariato hanno rilevato falde superficiali inquinate da metalli pesanti e idrocarburi frutto di scarti industriali, che minacciano la falda sotterranea. «Abbiamo individuato grosse quantità di surnatante - spiega il responsabile tecnico dell’inter- vento per il Commissariato boni- fiche, l’ingegnere Gennaro Ca- passo - È una massa nerastra, olio che si forma per scarti di la- vorazioni e si infiltra nel terre- no. E’ stato scaricato da camion in maniera illegale». È previsto un intervento che il vicino comune di Statte è ben contento sia diventato di compe- tenza di una struttura straordi- naria. C’è da ricominciare da ze- ro, con un costo complessivo di 37 milioni, per impedire l’inqui- namento della falda acquifera profonda a 45 metri. Di lato all’ex Pip Statte, c’è l’Italcave, un’enorme discarica per rifiuti che ha risolto le emer- genze di tutta l’Italia. Anche di Roma e Napoli. Sarà la giornata da scirocco di 35 gradi, sarà lo scenario, ma sembra di stare in una sorta di porta dell’inferno. «Hanno scaricato qui anche resi- dui di lavorazioni industriali» di- ce ancora l’ingegnere Capasso. Il sud come enorme terra dei fuo- chi, con Taranto che si fa sintesi di orrori ambientali da mancati controlli e speculazioni. E quel- lo che è avvenuto alla ex Ceme- rad ha dell’incredibile. Era un’azienda di stoccaggio per ri- fiuti radioattivi e speciali. Dove- va prelevarli, stoccarli e poi tra- sferirli dove avrebbero dovuto distruggerli e renderli innocui. Invece, l’azienda è fallita, l’im- prenditore ha lasciato tutto nel grande capannone trovato fati- scente, con perdite nel tetto e il prezioso archivio a rischio. È un altro lavoro, impegnati- vo, del Commissariato bonifi- che. Il capannone è stato rimes- so a nuovo. Dentro ci sono 12 me- tri d’altezza di fusti rossi e blu, con i rifiuti radioattivi. Sono sta- ti catalogati, per lo smaltimento. Per 83 fusti, che provenivano dalla centrale di Chernobyl ed erano rimasti qui, il trasporto e la distruzione nel sito di stoccag- gio romano è già avvenuto. Qui si accede facendosi riconoscere dai vigilantes armati. I tecnici re- sponsabili della società pubbli- ca Nucleco sono attenti e colla- borano in armonia con il Com- missariato. Da qui dovranno es- sere smaltiti lontano, anche in Slovenia, i 3400 fusti radioattivi e i 12500 di rifiuti speciali ospe- dalieri. Una bomba ecologica ab- bandonata per 15 anni. Irrespon- sabili dell’illegalità. «Credo che Taranto possa rap- presentare un modello - spiega ancora Vera Corbelli - È l’esem- pio di come pressioni industriali e produttive possano portare ad un crisi ambientale di ampie proporzioni, che può rigenerar- si con un percorso a 360 gradi coinvolgendo la collettività, la comunità scientifica, il sistema industriale e intellettuale». Il mar Piccolo è un’ altra tap- pa. Un piccolo concentrato di il- legalità: 180 punti di scarico, so- lo 4 autorizzati, 90 chiusi; ben 130 carcasse di auto rimosse dal fondale. Un intervento avviato dopo 46 sondaggi in mare, con suddivisione in quattro zone di pericolosità ambientale. Banchi- ne d’attracco abusive, un merca- to ittico galleggiante sprofonda- to da rimuovere, coltivazioni il- legali di cozze. Dice ancora Vera Corbelli: «La nostra azione po- trà avere anche ricaduta strate- gica sull’evoluzione e sostenibili- tà dell’Ilva e dell’area su cui si trova». I costi totali previsti so- no, per ora, 293 milioni. Disponi- bili ce ne sono 210. Ma il «model- lo Taranto» nelle bonifiche è an- che fare del risanamento un’oc- casione per riportare ovunque la legalità. È davvero una grande scommessa. © RIPRODUZIONE RISERVATA ` La napoletana Corbelli guida l’operazione ` Ma i veleni sono anche nel cimitero La sfida ambientale Le specie protette ` Consegnate cinque scuole già risanate ` Estratte 130 carcasse d’auto dal mar Piccolo Il territorio, le emergenze Ben 3400 fusti radioattivi trovati nell’ex Cemered, 83 provenienti da Chernobyl L’area radioattiva Nell’area del mar Piccolo vicino le banchine rimosse 130 carcasse di auto dai fondali Le rimozioni La struttura del mercato ittico che si strova a ridosso della costa: da smantellare L’ex mercato ittico Anche i cavallucci marini tra le specie protette collocati in aree meno inquinate Avanza la maxi-bonifica Taranto torna a sorridere L’area dell’Ilva di Taranto vista dall’alto nel cerchio il commissario alle bonifiche Vera Corbelli (C) Ced Digital e Servizi | ID: 01044274 | IP: 2.237.17.140 carta.ilmattino.it

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Time: 08/06/18 22:59 IL_MATTINO - NAZIONALE - 5 - 09/06/18 ----

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Sabato 9 Giugno 2018ilmattino.itPrimoPiano M

GigiDiFioreInviato

TARANTO Un concentrato di terradei fuochi e Bagnoli. È Taranto,la città italiana ad alto rischioambientale. Gianni frequenta lascuola elementare «Giusti» nelquartiere Tamburi. Ha sempreconsiderato gli altoforni dell’Il-va parte del paesaggio. La suascuolahadue viste: daunaparteil mar Piccolo, dall’altra l’accia-ieria. Gianni ha disegnato il ma-re, fino a qualche tempo fa ri-traeva solo ciminiere. Un cam-bio di prospettiva, effetto Com-missariato straordinario bonifi-che. L’effetto degli interventi dirisanamento nelle 5 scuole delrione Tamburi, quello di fiancoall’Ilva. Sono i primi interventiultimati dalla struttura straordi-naria, nata nel 2012 e ripensatatre anni fa. Vera Corbelli, geolo-ga napoletana, segretario coor-dinatore del Distretto idrografi-co dell’Appennino meridionale,da commissario straordinarioavrebbe dovuto occuparsi solodi 4 bonifiche. Con le scuole intesta. InveceTaranto èdiventatoun modello di rinascita, per de-creto. Spiega Vera Corbelli: «ATaranto, con la scelta di tre annifa, l’ambiente è stato messo alcentro di politiche di rigenera-zione e sviluppo complessivi». Il

Commissariato per le bonificheda allora ha obiettivi ampliati inun’area definita «vasta». Nelquartiere Tamburi, dove nel sot-tosuolo sonoconcentratimetallipesanti, idrocarburi, diossina,anche lo storico cimitero di SanBrunone è inquinato. I 19 son-daggi del Commissariato a 4me-tri e mezzo di profondità hannodato risultati incredibili. Dove cisonocroci e defunti dadecenni, itassi di inquinamento sono alti.La bonifica nel cimitero costerà12 milioni, interesserà 7 campidi sepoltura. Succede soloqui.«Ma Taranto non è solo Tam-

buri, o l’Ilva, le situazioni inqui-nanti da intervento sono tante»spieganoalCommissariato dovelavora una cinquantina di tecni-ci. Basta spostarsi nell’ex areaPip Statte. A metà del ’900 erauna grande cava, la Nardulli. Vihanno gettato di tutto, senza li-mitazioni né leggi di controllo.Una discarica, dove sono inter-rati anche i detriti edili della co-struzione del vicino Ilva. Pro-prio qui, con scelta irresponsabi-le, fu creata un’area Pip per 13aziende. Solo una funziona, pro-duce lavorazioni metalliche. Ilresto è un ammasso di manufat-ti cadenti, assediati da rifiuti diogni tipo. Gli 11 sondaggi delCommissariato hanno rilevatofalde superficiali inquinate dametalli pesanti e idrocarburifrutto di scarti industriali, cheminacciano la falda sotterranea.«Abbiamo individuato grosse

quantità di surnatante - spiega ilresponsabile tecnico dell’inter-vento per il Commissariato boni-fiche, l’ingegnere Gennaro Ca-passo - È una massa nerastra,olio che si forma per scarti di la-vorazioni e si infiltra nel terre-no. E’ stato scaricato da camioninmaniera illegale».Èprevistoun intervento che il

vicino comune di Statte è bencontento sia diventato di compe-tenza di una struttura straordi-naria. C’è da ricominciare da ze-ro, con un costo complessivo di37 milioni, per impedire l’inqui-namento della falda acquiferaprofondaa45metri.Di lato all’ex Pip Statte, c’è

l’Italcave, un’enorme discaricaper rifiuti che ha risolto le emer-genze di tutta l’Italia. Anche diRoma e Napoli. Sarà la giornatada scirocco di 35 gradi, sarà loscenario, ma sembra di stare inuna sorta di porta dell’inferno.«Hanno scaricato qui anche resi-dui di lavorazioni industriali» di-ce ancora l’ingegnereCapasso. Ilsud come enorme terra dei fuo-chi, con Taranto che si fa sintesidi orrori ambientali da mancaticontrolli e speculazioni. E quel-lo che è avvenuto alla ex Ceme-rad ha dell’incredibile. Eraun’azienda di stoccaggio per ri-fiuti radioattivi e speciali. Dove-va prelevarli, stoccarli e poi tra-sferirli dove avrebbero dovutodistruggerli e renderli innocui.Invece, l’azienda è fallita, l’im-prenditore ha lasciato tutto nel

grande capannone trovato fati-scente, con perdite nel tetto e ilpreziosoarchivio a rischio.È un altro lavoro, impegnati-

vo, del Commissariato bonifi-che. Il capannone è stato rimes-so a nuovo. Dentro ci sono 12me-tri d’altezza di fusti rossi e blu,con i rifiuti radioattivi. Sono sta-ti catalogati, per lo smaltimento.Per 83 fusti, che provenivanodalla centrale di Chernobyl ederano rimasti qui, il trasporto ela distruzione nel sito di stoccag-gio romano è già avvenuto. Quisi accede facendosi riconosceredai vigilantes armati. I tecnici re-sponsabili della società pubbli-ca Nucleco sono attenti e colla-borano in armonia con il Com-missariato. Da qui dovranno es-sere smaltiti lontano, anche inSlovenia, i 3400 fusti radioattivie i 12500 di rifiuti speciali ospe-dalieri. Una bomba ecologica ab-bandonata per 15 anni. Irrespon-sabili dell’illegalità.«Credo che Taranto possa rap-

presentare un modello - spiegaancora Vera Corbelli - È l’esem-piodi comepressioni industrialie produttive possano portare adun crisi ambientale di ampieproporzioni, che può rigenerar-si con un percorso a 360 gradicoinvolgendo la collettività, lacomunità scientifica, il sistemaindustriale e intellettuale».Il mar Piccolo è un’ altra tap-

pa. Un piccolo concentrato di il-legalità: 180 punti di scarico, so-lo 4 autorizzati, 90 chiusi; ben130 carcasse di auto rimosse dalfondale. Un intervento avviatodopo 46 sondaggi in mare, consuddivisione in quattro zone dipericolosità ambientale. Banchi-ne d’attracco abusive, unmerca-to ittico galleggiante sprofonda-to da rimuovere, coltivazioni il-legali di cozze. Dice ancora VeraCorbelli: «La nostra azione po-trà avere anche ricaduta strate-gica sull’evoluzione e sostenibili-tà dell’Ilva e dell’area su cui sitrova». I costi totali previsti so-no, per ora, 293milioni. Disponi-bili ce ne sono 210.Ma il «model-lo Taranto» nelle bonifiche è an-che fare del risanamento un’oc-casione per riportare ovunquela legalità. Èdavverounagrandescommessa.

©RIPRODUZIONERISERVATA

`La napoletana Corbelli guida l’operazione

`Ma i veleni sono anche nel cimitero

La sfidaambientale

Le specie protette

`Consegnate cinque scuole già risanate

`Estratte 130 carcasse d’auto dal mar Piccolo

Il territorio, le emergenze

Ben 3400 fusti radioattivi trovati nell’exCemered, 83 provenienti da Chernobyl

L’area radioattivaNell’area del mar Piccolo vicino le banchinerimosse 130 carcasse di auto dai fondali

Le rimozioniLa struttura del mercato ittico che sistrova a ridosso della costa: da smantellare

L’ex mercato itticoAnche i cavallucci marini tra le specieprotette collocati in aree meno inquinate

Avanza la maxi-bonificaTaranto torna a sorridere

L’area dell’Ilvadi Taranto vistadall’altonel cerchioil commissarioalle bonificheVera Corbelli

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